Media Monitoring per 29-10-2018 - Rassegna stampa del 27-10-2018 - Ruggi

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Media Monitoring per 29-10-2018 - Rassegna stampa del 27-10-2018 - Ruggi
29-10-2018

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 27-10-2018
Media Monitoring per 29-10-2018 - Rassegna stampa del 27-10-2018 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
   No nulla osta infermieri San Leonardo, Nursind: “Asl chiarisca situazione”. ................. 1
   Epatite C, lotta al «sommerso» è caccia ai pazienti invisibili ............................................ 2
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 4
   Aggressioni contro medici e infermieri in aumento, se ne parla a Salerno ..................... 4
   Hospice, il gip non fa sconti Marra resta ai domiciliari ....................................................... 6
   Polla, niente protesi grazie all'infiltrazione di cellule staminali ....................................... 8
Sanità Campania ............................................................................................................................. 10
   Al San Paolo lumini e lacrime per Imma Il ricordo della dottoressa morta per Tbc
        .............................................................................................................................................. 10
   Azienda «San Pio», lasciano in anticipo altri quattro medici ........................................... 12
   «Aggredito un medico» La denuncia dell' Ordine .............................................................. 14
   De Luca: una parte dei laboratori ci ricatta ........................................................................ 15
   Mobilitati per il piccolo Alex caccia al donatore di midollo .............................................. 17
   Primario del party, trasferimento bloccato ......................................................................... 19
   Quell' identità ritrovata anche grazie a un robot ............................................................... 21
   Riabilitazione oncologica a Napoli esperti dall' Italia ....................................................... 23
   Sanità privata verso lo stato di agitazione «Un comparto mortificato da anni» .......... 24
   Sconfiggere il melanoma sfida doppia sul lungomare ...................................................... 26
   Tumori al seno, scende l' età di rischio Al Sant' Anna più prevenzione e cure ............. 28
   Tumori alla laringe, biopsia liquida ...................................................................................... 30
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 31
   TUTTI DOTTORI? SAREBBE UNA FOLLIA ............................................................................... 31
   Antibiotici, stop all' abuso ..................................................................................................... 33
   «Gioca al pc e rifiuta le emergenze» Nei guai dipendente dell' ospedale ..................... 35
   Farmaci orfani c' è una cura solo per il 3% dei malati rari ............................................... 37
   Pillola, la Grillo vuole renderla gratis .................................................................................. 38
   Vaccini, tutelate tutte le vittime ........................................................................................... 40
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26/10/2018
                                               vocedistrada.it
                                                                                                                          EAV: € 259
                                                                                                                          Lettori: 533
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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       No nulla osta infermieri San Leonardo, Nursind: “Asl
                       chiarisca situazione”.

 Graduatoria di mobilità infermieri Asl
 Salerno, fino ad ora nessun nulla osta al
 trasferimento. Il segretario territoriale
 della Nursind Salerno, Biagio Tomasco
 chiede chiarimenti da parte dell’Asl. Ecco
 il testo della missiva inviata al direttore
 generale dell’Azienda Ospedaliera S.
 Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona ed al
 Commissario       Straordinario     dell’Asl
 Salerno:“Pervengono alla scrivente OS
 numerose richieste di chiarimento da
 altrettanti dipendenti ad oggi in forza
 all’AOU Ruggi, che contestualmente
 siano utilmente inseriti nella graduatoria
 di mobilità per infermieri dell’Asl Salerno
 e a cui, sembrerebbe, la Signroia Vostra
 Illustrissima non intenda rilasciare il relativo nulla osta al trasferimento. Considerate
 le attese oramai decennali dei predetti dipendenti, sarebbe utile che la Signoria
 Vostra Illustrissima si esprima su quella che è e sarà la politica aziendale in tal
 senso, ravvisando, al contempo, che qualora l’intenzione sia quella di negare detto
 nulla osta si potrebbe instaurare una sorta di compensazione autorizzando il
 dipendente del Ruggi a migrare verso l’Asl Salerno avendo la contestuale possibilità
 di rimpiazzarlo immediatamente con altro candidato della graduatoria Asl Salerno”..

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27/10/2018                                                                                                                    Pagina 30

                                                                                                                              EAV: € 9.083
                                                                                                                              Lettori: 133.364
                        Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

  Epatite C, lotta al «sommerso» è caccia ai pazienti invisibili
 Marco Toriello
 Oltre 20mila malati di epatite C curati in
 Campania con farmaci antivirali di
 seconda generazione, disponibili in Italia
 da poco meno di quattro anni, con
 percentuali di successo - cioè di
 eliminazione del virus Hcv e di
 guarigione clinica - che arrivano al 98%.
 Ma anche tanto «sommerso», tanti
 pazienti invisibili al Sistema sanitario
 nazionale:     se    l'   obiettivo     dell'
 Organizzazione mondiale della sanità è
 quello di debellare l' epatite C entro il
 2030, il problema, pur in presenza di
 farmaci tanto efficaci e con terapie brevi
 che durano tra le 8 e le 12 settimane,
 rimane quello di scoprire le persone che
 non sanno di avere l' infezione e di
 indirizzarle poi verso la giusta terapia.
 Sarà questo uno dei temi trattati nella
 due giorni di aggiornamento «Epatologia
 nel terzo millennio», che si terrà il 16 e il
 17 novembre al Centro congressi della
 Federico II in via Partenope e alla quale
 parteciperanno medici e specialisti
 italiani e internazionali. L' obiettivo dell' evento è proprio quello di migliorare la
 conoscenza della malattia e fornire un' informazione più capillare, ma anche
 confrontare le esperienze tra i camici bianchi e verificare l' impatto delle nuove
 terapie antivirali. LO SCENARIO In Campania, una regione in cui, a fronte dei tanti
 trattamenti (la percentuale per abitanti è la più alta d' Italia), l' epatite C resta una
 storica piaga, esistono 25 centri prescrittori. Individuati dalla Regione nel 2015,
 danno accesso alle nuove cure, dopo la segnalazione da parte di medici di base e
 ambulatori e dopo altre verifiche mediche: sono 12 a Napoli, 5 a Salerno, 4 a
 Caserta, 3 ad Avellino e uno a Benevento. A fare la parte del leone sono il Cotugno
 (3486 trattamenti avviati, secondo l' ultimo report della Regione, pubblicato il 28
 giugno), l' ospedale di Gragnano (1775), il Policlinico della Federico II (1691), il Ruggi
 di Salerno (1613), il Sant' Anna e San Sebastiano di Caserta (1480), il Policlinico
 Vanvitelli di Caserta (1397) e il Cardarelli (1264). «La Regione ha individuato 25
 centri di comprovata esperienza con l' obiettivo di contenere la spesa e di
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controllare l' efficienza dei trattamenti», sottolinea Ernesto Claar, epatologo dell'
ospedale evangelico Betania, che organizza il congresso del 16 e del 17 novembre, e
presidente regionale dell' Aigo (Associazione gestroenterologi ospedalieri). Ma
quanto costa un trattamento per l' epatite C? «Le cifre restano molto alte - spiega
ancora Claar - ma siamo passati dai 40mila euro dei primi antivirali di seconda
generazione ai 4.500 euro che in media si spendono ora per un singolo
trattamento». Ad avere la priorità sono i pazienti con uno stato più avanzato della
malattia e gli anziani, quelli cioè che hanno più di 70 anni. C' è invece ancora molto
sommerso nei soggetti con età inferiore ai 40 anni: nella nostra regione, sono meno
di mille quelli che ricevono un trattamento medico ed è dunque in particolare sulla
fascia d' età più giovane che bisogna concentrarsi, anche promuovendo campagne
di informazione, per per prevenire la diffusione dell' infezione. In questo senso,
durante il convegno, verrà annunciato dall' Asl Napoli 1 l' avvio di una campagna di
sensibilizzazione che coinvolgerà 40mila famiglie, alle quali verrà inviata una
brochure con l' invito a sottoporsi al test per l' epatite C. © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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26/10/2018
                                              salernonotizie.it
                                                                                                                          EAV: € 975
                                                                                                                          Lettori: 10.300
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

                                                        Link alla pagina web

    Aggressioni contro medici e infermieri in aumento, se ne
                        parla a Salerno

 Dopo     il    Premio     Scuola     Medica
 Salernitana come Medico dell’Anno alla
 memoria del dottore Giovanni Palumbo,
 ucciso a Sanremo a settembre, l’Ordine
 dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri
 della provincia di Salerno, presieduto dal
 dottore      Giovanni      D’Angelo,     ha
 organizzato, per DOMANI, sabato 27
 ottobre, alle 9, nella Sala Conferenze
 dell’Ordine,    in    via   Santi    Martiri
 Salernitani, 31, il Convegno sul tema: “Aggressioni contro il personale sanitario:
 fenomeno in crescita. Prevenzione e gestione”. L’Ordine ha acceso i riflettori su
 questo tema, già da alcuni anni e quello di domani sarà anche un momento di
 servizio, perché verrà avviato un monitoraggio degli interventi attuati al livello
 provinciale, rispetto alla procedura adottata dalle strutture sanitarie per prevenire e
 gestire gli atti di violenza. I saluti istituzionali saranno del Presidente Giovanni
 D’Angelo, del Consigliere del Presidente della Regione per la Sanità Enrico Coscioni,
 di Antonio Giordano Federsanità Anci, del Commissario Straordinario dell’Asl Salerno
 Mario Iervolino, del direttore dell’ospedale di Salerno Giuseppe Longo, del Presidente
 dell’Ordine degli Avvocati Americo Montera, del Direttore del Dipartimento di
 Prevenzione dell’Asl Domenico Della Porta. Interverranno – per l’area medica, ossia
 una valutazione tecnica, affidata a medici ed esperti del settore, dei principali fattori
 di rischio ai quali sono sottoposti gli operatori sanitari – le dottoresse Concetta
 D’Ambrosio, Gerarda Montella, Giovanna Esposito; il professore Mario Carotenuto;
 per l’area legale, un secondo momento che vedrà protagonista l’Ordine degli
 Avvocati che con valutazioni tecnico-legali permetterà di capire cosa è possibile
 migliorare nel nostro ordinamento per salvaguardare i medici durante lo svolgimento
 del loro servizio – gli avvocati Francesco Rizzo e Alfonso Mutarelli; il dottor Pasquale
 Errico; per l’area politica il dibattito sarà moderato dai dottori Giuseppe Longo e
 Cosimo Cicia. Sono stati invitati a partecipare i Parlamentari di tutte le aree che
 hanno depositato in questi mesi proposte di legge in merito al tema della sicurezza
 degli operatori sanitari ed i Direttori di Distretti dell’ASL Salerno. “A circa un anno
 dall’evento ‘Un Fiocco Bianco per un Camice bianco’ – ha spiegato la dottoressa
 Concetta D’Ambrosio – ci è sembrato giusto, oltre che doveroso, fare un’analisi di
 quanto è stato fatto e, soprattutto, di quanto ancora è possibile fare in tema di

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sicurezza per gli operatori sanitari.

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27/10/2018                                                                                                                    Pagina 39
                                         Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                              EAV: € 9.245
                                                                                                                              Lettori: 133.364
                                      Argomento: Sanità Salerno e provincia

       Hospice, il gip non fa sconti Marra resta ai domiciliari
 Petronilla Carillo
 Il medico Alessandro Marra resta ai
 domiciliari. Il gip Ubaldo Perrotta ha
 sciolto ieri mattina la riserva sulla
 richiesta di attenuazione della misura
 cautelare presentata dai suoi legali, gli
 avvocati Leonardo Mastia e Michele
 Tedesco. Richiesta sulla quale il sostituto
 procuratore Elena Guarino aveva dato
 parere negativo. Secondo il giudice per
 le indagini preliminari (che nel suo
 provvedimento non fa riferimento all'
 accusa di omicidio per il caso
 Giannattasio) c' è ancora il rischio di
 reiterazione del reato. Marra, ricordiamo,
 è stato coinvolto nell' inchiesta della
 procura che ha coinvolto medici e
 infermieri in servizio presso il distretto
 64 di Eboli Asl Salerno, responsabili della
 Medicina legale e dell' Unità operativa di
 Medicina del dolore e delle cure
 palliative. Diciotto gli indagati, undici i
 destinatari     dei    provvedimenti      di
 interdizione per un anno dal servizio. Per
 il     medico,      accusato    di     aver
 «addormentato definitivamente» il giovane 28enne Carmine Giannattasio, malato
 terminale, la procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere. Richiesta
 rigettata dal gip e verso la quale il magistrato titolare del fascicolo sta preparando
 già ricorso al Riesame. LA DIFESA C' è una perizia che presto verrà consegnata nelle
 mani degli inquirenti. È quella dei medici legali di parte, quelli ingaggiati dalla difesa
 di Marra, per gli esami sul corpo del giovane Giannattasio e nella quale - secondo le
 prime indiscrezioni trapelate attraverso i suoi legali - non ci sarebbero tracce a
 livello di encefalo del Midazolam, il medicinale che - secondo invece i periti della
 procura - sarebbe stato somministrato al ragazzo in quantità letale. Nelle cinque ore
 di interrogatorio di giovedì pomeriggio, Marra avrebbe ribadito ancora una volta di
 aver applicato il protocollo previsto dalle terapie del dolore. «Perché avrebbe dovuto
 uccidere quel paziente - commenta l' avvocato Mastia facendo proprie anche la
 posizione del codifensore Tedesco - quando soltanto tre giorni prima aveva preso un
 giorno di ferie per assisterlo nel lungo viaggio di ritorno a casa dall' ospedale di
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Firenze a casa sua a Battipaglia?». Affermazioni che il medico nel corso dell'
interrogatorio ha fatto di persona al gip che lo stava interrogando, ripercorrendo per
tre giorni, dal 15 al 18 gennaio scorso, quando il ragazzo ha avuto bisogno di diverse
visite per acquietare i dolori e placare le crisi respiratorie». Anche sulla telefonata
intercettata tra Marra e il suo collega Cioffi, dove il medico indagato riferiva al
collega di dover «addormentare» il giovane paziente, i suoi legali ribadiscono che si
tratta soltanto di «termini tecnici». Marra al momento non è più in servizio presso l'
hospice di Eboli ma all' ospedale di Oliveto Citra dove non si occupa di malati
terminali e non svolge più visite esterne. LE LETTERE Tra i documenti consegnati
durante l' interrogatorio di garanzia dalla difesa di Marra ci sono anche una serie di
lettere che il medico ha ricevuto dai familiari dei suoi pazienti che lo ringraziano per
la sua umanità. «Grazie per essere stato vicino a mio padre come un fratello e non
come un medico», scrive il figlio di un uomo morto per tumore. E i suoi legali, il
giorno dopo l' interrogatorio, ricordano anche come il proprio assistito non abbia mai
preso soldi per le sue prestazioni o per i medicinali che forniva ai pazienti più
bisognosi. «Medicinale che spesso comprava di tasca propria», prosegue l' avvocato
Mastia. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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27/10/2018                                                                                                                  Pagina 24
                                             La Città di Salerno
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

       Polla, niente protesi grazie all'infiltrazione di cellule
                              staminali
 Erminio Cioffi
 POLLA Per la prima volta all'ospedale
 Luigi Curto è stato effettuato un
 intervento di infiltrazione di cellule
 staminali. L'infiltrazione è stata fatta ad
 un ragazzo di 26 anni del Vallo di Diano
 che era arrivato in ospedale con una
 frattura vertebrale ed al femore ed è
 stato trattato presso il reparto di
 Ortopedia. «Il paziente è giunto da noi
 con una frattura di femore che
 solitamente viene trattata con una
 protesi ha spiegato il dottore Antonio
 Caronna , dirigente del reparto Nel caso
 di un paziente di 26 anni si cerca di
 evitare questa soluzione e abbiamo il
 dovere di fornire il massimo delle
 possibilità di fare un trapianto di cellule
 staminali. Il trapianto ha come scopo
 quello     di     procedere      ad     una
 rivascolarizzazione     della   testa    del
 femore evitandone così la necrosi.
 L'intervento è riuscito perfettamente e
 sono fiducioso sulla completa guarigione del paziente». Per poter effettuare il
 trapianto sono necessarie una serie di autorizzazioni oltre al consenso del paziente
 ed è un tipo di intervento che deve essere fatto in tempi rapidissimi. A Polla è
 arrivata una ditta specializzata che ha effettuato il prelievo del midollo osseo che poi
 è stato trapiantato nella testa del femore. Per sapere se il trapianto è andato bene
 bisognerà attendere circa tre mesi, poi sarà possibile stabilire se è stata evitata,
 grazie alle staminali, la necrosi della testa del femore e, quindi, non sarà necessario
 intervenire per impiantare una protesi. Per il trapianto si possono effettuare prelievi
 di tessuto midollare osseo dall'ala iliaca o dalla tibia; di sangue venoso periferico da
 una vena del braccio; di tessuto adiposo con una cannula come se si trattasse di una
 liposuzione estetica. Il tessuto prelevato con apposite siringhe viene processato con
 un lavaggio e filtraggio per eliminare le parti inutili e così si isola una grandissima
 quantità di cellule che possono essere utilizzate immediatamente per infiltrazione
 nel paziente. Il reparto di ortopedia dell'ospedale valdianese è anche al vertice della

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classifica dell'Azienda sanitaria locale di Salerno sulle percentuali di fratture del
femore operate entro due giorni dall'ingresso in ospedale a pazienti con una età
superiore ai 65 anni. Tra i reparti di Ortopedia dei 9 presidi ospedalieri che fanno
capo all'Asl, al primo posto, con una percentuale record, si piazza quello di Polla che
ha trattato in due giorni l'81,48 % dei pazienti.

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27/10/2018                                                                                                                Pagina 9

                                                                                                                          EAV: € 1.314
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

      Al San Paolo lumini e lacrime per Imma Il ricordo della
                     dottoressa morta per Tbc

 Il caso I colleghi l' hanno ricordata ieri. I
 5 Stelle all' attacco: emergenza non
 gestita napoli «Imma era una di famiglia.
 Imma era una mamma, una splendida
 moglie e un' amica. Imma era una di
 noi». Queste le parole commosse con le
 quali è iniziata ieri la commemorazione
 che l' ospedale San Paolo, o meglio che il
 personale dell' ospedale San Paolo
 (assenti i vertici della struttura), ha
 voluto dedicare alla collega scomparsa
 per gli esiti di una tubercolosi. In un
 clima carico di emozione, ma anche di
 rabbia per quanto accaduto, il ricordo di
 questa generosa donna medico è stato
 sottolineato da decine e decine di lumini.
 Non candele, lumini cimiteriali, perché
 «ciò che è successo a Imma non è
 giusto». Questa l' opinione di chi ieri
 sera si è radunato dinnanzi al pronto
 soccorso. Nessuna voglia di parlare con
 la stampa, nessuna protesta urlata. Solo
 un sentimento di grande tristezza e in
 parte di preoccupazione. Un duro affondo ai vertici dell' Asl è arrivato invece dalla
 consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Valeria Ciarambino, intervenuta all'
 ospedale di Fuorigrotta per ricordare Imma. «È necessario alzare il livello di
 attenzione nella sorveglianza e nella prevenzione della diffusione. Il Comune di
 Palma Campania, con 12 casi di tubercolosi nell' ultimo anno, ha messo in atto una
 rete di medici sentinella con questo obiettivo. Nella Asl Napoli 1 Centro non si è in
 grado di proteggere neppure gli operatori sanitari, figurarsi i pazienti e i visitatori
 entrati in contatto con i portatori di tubercolosi ricoverati». Sempre ieri, con una
 nota diffusa alla stampa, Ciarambino ha ricordato che «una dottoressa è morta e tre
 diversi operatori sono rimasti contagiati in meno di un anno e mezzo. Soltanto negli
 ultimi giorni» stigmatizzando il comportamento della direzione aziendale che «ha
 nominato una commissione di indagine composta, paradossalmente, dai direttori
 degli stessi servizi da verificare». Del tutto insoddisfacente per il Movimento 5 Stelle

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
il question time di ieri. «Abbiamo chiesto in cosa sia consistita l' indagine - dice la
consigliera - con che modalità è stata condotta e quali gli esiti. E che siano inoltre
documentate, laddove adottate, le misure di prevenzione, sorveglianza e profilassi
individuale. La risposta ha confermato il sospetto che la commissione incaricata stia
solo mettendo in ordine le carte». Proprio per questo motivo Cirambino ha
annunciato ieri sera che chiederà l' acquisizione della relazione ispettiva e,
contestualmente, verrà chiesto al ministero di valutare la possibilità di un' ispezione
dei Nas al San Paolo. «Serve una seria indagine - ha concluso Ciarambino - per
capire se l' Unità operativa di prevenzione collettiva sia stata allertata, se ha
richiamato tutti i pazienti ricoverati contestualmente al portatore di tbc per
sottoporli a sorveglianza e permettere loro di curarsi e proteggere i loro cari». La
serata di ieri è passata così, tra la commozione di quanti se la sono sentita di esserci
e la rabbia e i timori per una situazione che ancora non è stata del tutto definita.

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27/10/2018                                                                                                                Pagina 35
                                  Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                          EAV: € 6.471
                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

  Azienda «San Pio», lasciano in anticipo altri quattro medici

 L' ESODO L' ESODO Luella De Ciampis
 Continua l' esodo dei dirigenti medici
 dall' ospedale Rummo, con le dimissioni
 volontarie, per aver maturato 42 anni di
 servizio e non per il raggiungimento dell'
 età pensionabile, di 3 dirigenti medici:
 Umberto       Donnarumma,        cardiologo,
 Domenico Pugliese di Medicina d'
 urgenza e l' ortopedico Giancarlo De
 Nigris. Al «Sant' Alfonso» un altro
 ortopedico, Giuseppe Izzo, lascerà il
 servizio al più tardi per la fine del 2018.
 Per molti dei medici che hanno lasciato e
 continuano a lasciare l' azienda
 ospedaliera si aprono altri scenari
 lavorativi presso centri convenzionati e
 cliniche private del territorio, così com' è
 accaduto per i primari, che hanno scelto
 di trasferirsi presso ospedali più
 attrattivi. E l' azienda «San Pio» copre le
 falle attraverso l' indizione di concorsi
 per primari e dirigenti medici. Un' azione
 assolutamente necessaria, anche in
 considerazione       della  possibilità   di
 usufruire della «quota 100», che, se entrasse in vigore, nel triennio 2019-2021,
 consentirebbe a molti professionisti di accedere al pensionamento al compimento
 dei 62 anni. L' AGGIORNAMENTO Intanto, il «Rummo» manifesta la necessità di
 informare l' utenza sulle tecnologie più avanzate per contrastare il dolore cronico.
 «L' ospedale senza dolore dice Vincenzo Palmieri, responsabile dell' Unità di Terapia
 del Dolore e Cure Palliative è una nuova concezione di ospedale, orientato verso l'
 umanizzazione della sofferenza fisica, per consentire ai pazienti con dolore cronico,
 che a volte ha conseguenze fortemente invalidanti, di vivere con dignità la propria
 condizione». L' unità è impegnata quotidianamente nella cura dei pazienti con
 patologie ad andamento cronico ed evolutivo, con la finalità di aiutarli a migliorare la
 qualità della vita e ad affrontare meglio la malattia. Se ne parlerà oggi presso la sala
 convegni del «Rummo», in un incontro organizzato con l' associazione «Amici della
 fondazione Isal». Oltre agli aspetti meramente terapeutici, si affronteranno quelli
 medico legali e dell' appropriatezza prescrittiva, con particolare attenzione alla
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possibilità di rimborso dei costi sostenuti, da parte del servizio sanitario nazionale.
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27/10/2018                                                                                                                 Pagina 43

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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

             «Aggredito un medico» La denuncia dell' Ordine

 MARCIANISE Ancora un' aggressione al
 personale sanitario. A denunciarlo, l'
 ordine dei medici. «Una collega del
 pronto soccorso di Marcianise è stata
 aggredita da una signora che le ha
 messo le mani al collo perché riteneva
 che suo figlio avesse subito un torto, in
 quanto scavalcato da un paziente
 arrivato in un secondo momento.
 Ovviamente la signora non conosceva le
 regole del triage». A dare notizia dell'
 accaduto è la dottoressa Maria Erminia
 Bottiglieri, presidente dell' Ordine
 provinciale dei medici-chirurghi e degli
 odontoiatri di Caserta e referente dell'
 Area     Strategica   Professione    della
 Federazione Nazionale dell' Ordine dei
 Medici. «È questo un fatto gravissimo»,
 aggiunge la presidente Bottiglieri. «È l'
 ennesima aggressione a un sanitario. L'
 Asl di Caserta ha attivato delle
 procedure aziendali per verificare la
 sicurezza e per spiegare ai medici come
 segnalare questi eventi sentinella. È
 però importante che chi subisce questi attacchi, verbali o fisici, li segnali
 immediatamente. Infatti, se queste criticità non vengono, fuori il problema non sarà
 mai preso veramente in considerazione». La presidente Bottiglieri continua: «Sia l'
 Ordine dei Medici che l' Asl di Caserta si stanno impegnando sulla problematica, che
 è difficile da risolvere perché la questione è molto ampia. È importante comunque
 mantenere alta l' attenzione e innanzitutto andrebbero sistemati gli accessi al
 pronto soccorso, e questo è un problema organizzativo». Quindi, insiste: «L' invito ai
 colleghi è quello di segnalare secondo le procedure aziendali le aggressioni subite.
 Dietro tutto ciò io vedo anche una perdita di quel rapporto fiduciario, di quella
 relazione medico-paziente che una volta caratterizzava la nostra professione.
 Dobbiamo tutti, istituzioni, cittadini e operatori sanitari, lavorare per recuperare
 questo rapporto e ridare il giusto peso e valore a quella che è una delle professioni
 più belle del mondo». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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27/10/2018                                                                                                                    Pagina 9

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                                                                                                                              Lettori: 29.750
                                              Argomento: Sanità Campania

                  De Luca: una parte dei laboratori ci ricatta
 Angelo Agrippa
 Denuncia del governatore: «Comprano
 pagine di giornali per protestare contro i
 tetti di spesa» NAPOLI Finora aveva
 accennato al fatto di aver dovuto
 fronteggiare spinte para-mafiose pur di
 far decollare la sua organizzazione
 ospedaliera. Ma ieri, dagli schermi di Lira
 Tv , Vincenzo De Luca ha denunciato
 ricatti e tentativi di rappresaglia da parte
 di una piccola fetta di convenzionati. «C'
 è chi cerca di attuare ricatti, un'
 associazione      di    laboratori   privati,
 parliamo di una minoranza, che pensa di
 poter ricattare la Regione». Il presidente
 della giunta ha poi spiegato: «C' è
 questa associazione che chiede ai suoi
 iscritti 300 euro per acquistare pagine di
 giornale contro la Regione e protestare a
 causa dell' esaurimento dei tetti di
 spesa. Noi vi aspettiamo a braccia
 aperte - ha ribattuto, facendo ricorso alla
 sua tagliente ironia - pronti a mandare la
 Guardia di finanza per fare le dovute
 verifiche. Se si esauriscono i tetti di spesa è perché qualcuno ruba, moltiplica analisi
 radiologiche anche inutili. Perciò procederemo a controlli rigorosi nei confronti di
 ladri presunti o reali - ha sottolineato -: acquistare una pagina per fare polemica,
 dicendo di non essere stati avvisati per tempo che avevano sforato il tetto... Un
 controllo che devono fare i laboratori. Che siete, giovanotti della prima comunione?
 Toglieremo di mezzo ogni alibi». E il governatore-commissario per il piano di rientro
 dal debito sanitario è tornato a raccontare la sua epica impresa per dare un nuovo
 assetto al settore: «Riorganizzare la sanità campana è una guerra corpo a corpo e
 non una passeggiata nel prato fiorito - ha ricordato --. I più collaborano, poi ci sono
 aree di parassitismo e ricatto». La consigliera regionale di Forza Italia, Maria Grazia
 Di Scala, reagisce alle accuse di De Luca: «I controlli del commissario andrebbero
 fatti a prescindere e non come strumento di ricatto in risposta a presunte minacce.
 Ancor più grave è la consapevolezza e la conoscenza dei meccanismi per i quali
 verrebbero esauriti i tetti di spesa dei laboratori privati nel settore sanitario
 campano». Intanto, ad otto mesi di distanza dalla firma del protocollo di intesa sui
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temi della sanità pubblica, i segretari generali regionali di Cgil Cisl Uil Spadaro,
Buonavita e Sgambati, sostengono, in una lettera al governatore, che il bilancio è
«fortemente negativo». Tanto che «la stessa intesa sui criteri della legge Madia da
utilizzarsi per la stabilizzazione dei lavoratori precari sta producendo una giungla
diversificata di comportamenti da parte di ogni azienda o ente. Sul versante della
sanità accreditata abbiamo più volte ribadito la necessità che i temi economici legati
all' erogazione degli arretrati contrattuali si accompagnassero ad una vera riforma
delle normative sugli accreditamenti che potessero contrastare il proliferare di
contratti pirata con un notevole abbassamento della qualità dell' assistenza. Anche
su tale vicenda abbiamo ricevuto un sostanziale diniego del confronto democratico».
De Luca, infine, si è scagliato contro gli ultimi provvedimenti del Governo: «Ad Ischia
si consente di ricostruire appartamenti abusivi senza tenere conto di nessun vincolo
sismico e idrogeologico, senza distinguere se si tratta di un abuso marginale o
totale, come se niente fosse. Al Circo Massimo - ha affermato - i 5 stelle gridavano:
"Onestà, onestà" e lo stesso giorno approvavano il decreto sul condono. Siamo di
fronte all' irresponsabilità totale».

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27/10/2018                                                                                                                Pagina 43

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

    Mobilitati per il piccolo Alex caccia al donatore di midollo

 Serve un midollo osseo geneticamente
 compatibile per effettuare un trapianto
 in extremis e salvare la vita al piccolo
 Alessandro. Dopo Milano, la catena di
 solidarietà - che ha unito la speranza dei
 genitori del bambino alla generosità di
 migliaia di italiani mobilitati - tocca oggi
 Napoli. L' appuntamento è in piazza
 Trieste e Trento dalle 9 di stamattina alle
 19. Qui ci sarà una raccolta straordinaria
 di campioni salivari, organizzata appunto
 dall' Admo, per cercare un Dna
 compatibile. La raccolta proseguirà
 domani a Caserta e lunedì 29 a Portici.
 Martedì 30 è poi in calendario un'
 ulteriore tappa, sempre a Napoli, all'
 Università Federico II. Mobilitati anche gli
 universitari napoletani, guidati da
 Michele Franco, referente per Admo
 Campania       (l'  Associazione     registri
 mondiali dei donatori) a cui dovrebbe
 unirsi l' Università Partenope di Napoli.
 Ma non si contano, ormai, le adesioni
 che provengono dalla gente comune
 come da personaggi del mondo dello spettacolo e della politica. Su Twitter a
 scendere in campo, nelle ultime ore, è anche il vicepremier e ministro del Lavoro
 Luigi Di Maio e il ministro della Salute Giulia Grillo. I donatori A donare sono
 ammesse le persone di età da 18 ai 35 anni, che pesino almeno 50 chili e che
 saranno inseriti di diritto nel registro mondiale dopo le prove di compatibilità del
 Dna. Una ricerca disperata: il donatore giusto dovrebbe poter essere individuato
 entro la fine di novembre. Ossia il tempo medio che intercorre di solito nella rara
 malattia che colpisce Alex, tra le prime manifestazioni e la comparsa di danni
 irreversibili. E come cercare un ago in un pagliaio visto che le probabilità sono di un
 caso di compatibilità su 200 mila. Il registro mondiale che conta su decine di migliaia
 di profili genetici che coprono l' 85% dei genotipi di etnia caucasica, non ha avito
 fortuna. La malattia La vicenda del piccolo Alex è ormai nota e ha fatto il giro del
 mondo. Nato a Londra un anno e mezzo fa da genitori italiani, è affetto da una
 rarissima malattia genetica ereditaria (linfoistiocitosi emofagocitica) che colpisce il
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sistema immunitario. Il 50% dei bimbi malati muore entro il primo mese dalla
manifestazione della malattia, mentre l' altra metà sviluppa invariabilmente
irreversibili danni. Dopo l' appello del papà del piccolo Iaolo Montresor, veneto,
manager di Unicredit, e della mamma, Cristiana Console, napoletana, al loro fianco è
arrivato un esercito di persone pronte a sottoporsi ai controlli di compatibilità.
Procedure apparentemente semplici ma che richiedono un lavoro di
approfondimento che erode il tempo disponibile. Una clessidra riempita con l' amore
della mamma e del papà di Alessandro che tutti vorrebbero fermare. e.m. ©
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27/10/2018                                                                                                                Pagina 43

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

              Primario del party, trasferimento bloccato

 LA POLEMICA Ettore Mautone L' ex
 primario di Chirurgia vascolare dell'
 Ospedale del mare, Francesco Pignatelli
 - il cui incarico di dirigente apicale del
 presidio di Napoli est è stato revocato
 dalla Asl Napoli 1 in conseguenza della
 chiusura non autorizzata del suo reparto
 durante la notte tra il giorno 6 e 7 luglio
 scorso, in concomitanza con il party per
 festeggiare la nomina il 10 ottobre
 scorso ha presentato una richiesta di
 trasferimento, in mobilità, dalla Asl
 Napoli 1 alla Asl Napoli 3 sud. Istanza
 che il giorno 14 di questo mese ha
 incassato il disco verde dell' azienda
 sanitaria di Castellammare. A darne
 notizia è il consigliere regionale dei Verdi
 Francesco Emilio Borrelli, componente
 della Commissione sanità, che sul
 trasferimento ha chiesto chiarimenti
 presentando un' interrogazione nel
 Question-time dell' Aula del Consiglio
 regionale. Interrogazione che non è stata
 discussa in attesa di approfondimenti. LA
 DENUNCIA «Stando anche a una denuncia del Nursing-Up e della Federazione
 sindacati indipendenti avverte Borrelli - dalla presentazione della richiesta di
 mobilità alla delibera con cui si accoglie quella richiesta sarebbero passati solo 4
 giorni e non sarebbe stata indicata neanche la destinazione» ha aggiunto il
 consigliere dei Verdi, sottolineando di aver contattato in merito anche il direttore
 generale dell' Asl Napoli 1, Mario Forlenza. «Tutto questo rende ancora più strana la
 vicenda conclude Borrelli e, secondo alcuni, si tratterebbe addirittura di un sistema
 per ridare un primariato a Pignatelli che, tra l' altro, risulta indagato dalla Corte dei
 conti». IL MANAGER Il direttore generale della Asl Napoli 3 Sud, Antonietta
 Costantini, chiarisce i termini della questione. «La premessa è che non ho trasferito
 alcun primario. Per legge i dirigenti apicali si possono solo nominare a seguito di un
 concorso, mai trasferire. Ciò detto, ho pensato a Pignatelli perché attualmente è un
 dirigente semplice, ancorché chirurgo molto esperto, e noi abbiamo un impellente
 bisogno di un bravo chirurgo vascolare per attivare l' angiografo digitale inutilizzato
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
da anni a Boscotrecase. Non posso garantire i livelli di assistenza con un giovane
neolaureato e la mobilità attivata agli inizi del 2018 è andata deserta perché i
chirurghi vascolari sono merce rara. «A me interessa salvare vite - chiosa Costantini
-. I problemi giudiziari riguardano Pignatelli. Io mi occupo di salute pubblica per i
cittadini campani». IL DIRETTORE Il manager della Asl Napoli 1, Mario Forlenza, a cui
spetta l' ultima parola per dare il disco verde al trasferimento richiesto, chiarisce di
non aver dato alcun assenzo, anzi: «Per quanto mi riguarda dice il vertice della Asl di
cui Pignatelli è attualmente dipendente aspetto che il Consiglio di disciplina della Asl
si pronunci sulla responsabilità disciplinare del professionista, mentre pende in
Tribunale anche il reclamo che Pignatelli stesso ha presentato contro il
pronunciamento del Tribunale del Lavoro che ha confermato la legittimità della
nostra revoca dall' incarico di primario dell' ospedale del mare». IL LEGALE «A nostro
avviso le due questioni dovrebbero viaggiare su binari diversi sottolinea infine Luca
Rubinacci, legale di Pignatelli in quanto tutta la posizione del mio assistito è ancora
sub iudice e l' accoglimento della domanda di mobilità alla Asl Napoli 3 fa
riferimento a una richiesta che il mio assistito aveva presentato già ad aprile». ©
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27/10/2018                                                                                                                   Pagina 28

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                                                                                                                             Lettori: 133.364
                                             Argomento: Sanità Campania

               Quell' identità ritrovata anche grazie a un robot
 Maria Pirro
 La ricerca della felicità passa anche
 attraverso un robot: chi nasce donna e si
 sente uomo può operarsi al Policlinico
 della Federico II, e sono oltre venti gli
 interventi di isterectomia totale già
 eseguiti, non in laparoscopia ma con la
 nuova tecnica mini-invasiva. Il centro
 universitario è l' unico in Italia a
 praticare questo tipo di chirurgia, da
 aprile 2016, ora sono disponibili i primi
 risultati  scientifici:   i   dati,   senza
 precedenti in letteratura, sono stati
 presentati dai medici Luca Perna e
 Francesco Improta al congresso La
 popolazione transgender e gender non
 conforming (il 19 e 20 ottobre a Napoli).
 E, presto, saranno pubblicati dal Journal
 of minimally invasive ginecology . A
 operare l' équipe coordinata da Giuseppe
 Bifulco, professore ordinario che spiega:
 «L' asportazione di utero e ovaie avviene
 usando la piattaforma Da Vinci Xi con
 una metodica innovativa che riduce al
 minimo l' impatto estetico e consiste nel
 praticare 4 incisioni di circa un centimetro sulla parete addominale». Ma l' utilizzo
 delle braccia robotiche, aggiunge ifulco, «riduce al minimo anche il trauma sui
 tessuti, garantendo minore perdite di sangue e un eccellente decorso post-
 operatorio». È infatti possibile dimettere i pazienti dopo 24-36 ore anziché i 5 giorni
 di degenza necessari con la chirurgia tradizionale. Così il tasso di complicanze:
 «Risulta nettamente inferiore». Il tutto avviene nell' ambito del dipartimento
 materno-infantile diretto da Sabino de Placido. E aumentano i minori transgender o
 gender non conforming (la cui identità di genere, cioè, non corrisponde al sesso
 biologico assegnato alla nascita) che chiedono di iniziare percorsi di transizione nei
 centri Onig. «Ne abbiamo presi in carico già 31 quest' anno, anziché il singolo caso
 registrato nel 2005» dice Paolo Valerio, professore ordinario di psicologia clinica alla
 Federico II e presidente dell' Osservatorio nazionale sull' identità di genere che ha
 organizzato il congresso internazionale nel capoluogo campano. «Il vero obiettivo
 oggi è cancellare lo stigma», dice Alain Giami, emerito dell' Iserm, l' istituto
                 Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
nazionale di salute e ricerca medica a Parigi, ricordando che in tutta la Francia alle
persone transessuali è ancora richiesta la diagnosi di malattia mentale per
beneficiare del sistema sanitario e dei trattamenti di buona qualità». Invece, un
approccio depatologizzante, come riconosciuto dalla comunità scientifica, andrebbe
applicato in tutti i contesti. «Va sottolineato», spiega Valerio, «che le sofferenze
psicologiche non derivano dall' essere transessuali in sé, quanto più dall' esserlo in
situazioni di rifiuto e discriminazione». Il marchio può spingere i ragazzi ad
abbandonare la scuola e a tentare il suicidio. E, in questi casi, il lavoro psicologico
con i genitori è fondamentale per creare uno spazio protetto in cui costruire una
nuova relazione con il proprio figlio finalizzata a una migliore integrazione nella
società. Ma non può bastare: «Occorre una mobilitazione generale», avverte Valerio,
ricordando un segnale concreto. L' opportunità per gli studenti e le studentesse
transgender di ottenere un' identità alias in Ateneo: un nome in sintonia con il
genere percepito, indipendentemente da quello indicato sulla carta di identità. Altri
accorgimenti per diminuire i fattori di stressvengono adottati anche nel ricoverare i
pazienti per l' isterectomia: alla Federico II la degenza avviene in urologia, nel
reparto maschile, ed è importante per chi purtroppo è abituato a ricevere standard
di cure minori rispetto alle persone cis gender, quelle che si riconoscono invece nel
genere assegnato alla nascita. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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27/10/2018                                                                                                                Pagina 43

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

       Riabilitazione oncologica a Napoli esperti dall' Italia

 La riabilitazione in oncologia è il tema
 del seminario che si terrà lunedì e
 martedì prossimi a Napoli, all' hotel
 Continental, e a cui parteciperanno
 operatori ed addetti ai lavori. Due giorni
 di studi e di riflessioni con esperti
 provenienti da tutta Italia, un confronto
 su un tema di grande attualità nella
 medicina moderna. Il seminario è
 organizzato      dal     settore    Medicina
 riabilitativa dell' Istituto Pascale, diretto
 dalla dottoressa Monica Pinto, in
 collaborazione con la Società scientifica
 di medicina fisica e riabilitativa, presente
 a Napoli con il presidente Pietro Fiore.
 Tra i partecipanti anche Paolo Boldrini,
 vicepresidente della Società europea di
 medicina riabilitativa. Il seminario è
 aperto a medici chirurghi, fisioterapisti,
 tecnici ortopedici, infermieri, psicologi,
 logopedisti, terapisti occupazione.

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27/10/2018                                                                                                                Pagina 5

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

    Sanità privata verso lo stato di agitazione «Un comparto
                      mortificato da anni»

 SINDACATI / Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl sul
 piede di guerra dopo la mobilitazione in
 Campania Un comparto da anni
 mortificato a causa di politiche di
 negazione dei diritti fondamentali di
 lavoratori e cittadini. Sono queste le
 motivazioni alla base del possibile
 sciopero della sanità privata che
 dovrebbe tenersi in provincia di Salerno,
 dopo la mobilitazione del settore in tutta
 la regione Campania ad opera delle sigle
 sindacali di Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl.
 «Blocco delle trattive sul rinnovo
 contrattuale, negazione di arretrati
 contrattuali da oltre 8 anni, mancata
 verifica      e     rimodulazione     degli
 accreditamenti con l' inserimento dell'
 obbligo del rispetto applicativo di
 contratti nazionali di lavoro degni di un
 settore che sta contribuendo a garantire
 prestazioni sanitarie e socio -sanitarie in
 una regione che taglia continuamente i
 fondi, ipotizzando che con tale atteggiamento si possa uscire da un piano di rientro
 ma incurante del fatto che i cittadini si vedono ridurre la loro aspettativa di vita di
 circa 4 anni», hanno dichiarato i segretari Pasquale Addesso della Cgil Fp, Pietro
 Antonacchio della Cisl Fp e Lorenzo Conte della Uil Fpl che condividono le perplessità
 degli esponenti regionali delle rispettive sigle di categoria. «Quote della
 compartecipazione che non vengono erogate, in un balletto assurdo a scarica barile
 tra competenze e non approvazione in bilancio dei fondi di competenza. In un Paese
 confuso dove settori importanti sono costretti ad abbandonare, ridurre la forza
 lavoro e comprimere i salari pur essendo creditori di centinaia di migliaia di euro
 dalla pubblica amministrazione che spesso diventano inesigibili, la Campania mostra
 ancora una volta di non far mancare il suo contributo per rimanere insieme alla
 Calabria all' ultimo posto tra le regioni che non garantiscono i livelli essenziali di
 assistenza - hanno poi aggiunto i sindacalisti - Prepariamoci allo sciopero generale
 poiché è l' unica maniera per aprire un serio e costruttivo dialogo che possa

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determinare un passaggio epocale dai proclami fatti in solitudine virtuale ai fatti
concreti di cui i cittadini campani e salernitani hanno bisogno». Dunque, presto le
strutture private potrebbero annunciare lo stato di agitazione per veder rispettati i
loro diritti e dire basta alle mortificazioni che subisce il comparto, ormai da diversi
anni, proprio a causa di meccanismi politici che mirano alla negazione dei diritti
fondamentali non solo del lavoratore in sé ma del cittadino. (er.no)

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27/10/2018                                                                                                                   Pagina 31

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                                             Argomento: Sanità Campania

        Sconfiggere il melanoma sfida doppia sul lungomare
 Marco Perillo
 Il melanoma? Si può provare a
 sconfiggerlo anche grazie al contributo
 dello sport. L' occasione è la tappa
 napoletana della «Road to Rome 2022»,
 percorso di avvicinamento del golf
 italiano alla Ryder Cup 2022, che si tiene
 domani sul lungomare Caracciolo a
 Napoli. Qui, davanti allo scenario
 mozzafiato del golfo, sarà allestito un
 gazebo della Fondazione Melanoma nel
 quale      tutti     potranno      sottoporsi
 gratuitamente al controllo dei nei,
 fondamentale per la prevenzione del
 tumore della pelle. All' interno della
 struttura, per l' intera giornata, saranno
 presenti i dermatologi che forniranno
 anche consigli sugli stili di vita per
 prevenire il cancro. Ma non solo: nello
 stand     saranno      distribuiti   opuscoli
 informativi, tra cui una pubblicazione
 realizzata ad hoc per l' evento - la cui
 prima tappa è oggi a Salerno, sul
 lungomare        Trieste    -    che    vede
 protagonisti Gian Paolo Montali, direttore
 generale del Progetto Ryder Cup 2022, e Paolo Ascierto, presidente della Fondazione
 Melanoma e direttore dell' unità di Oncologia melanoma, immunoterapia oncologica
 e terapie innovative dell' Istituto Pascale di Napoli. LA PREVENZIONE «La
 prevenzione è la prima arma per sconfiggere il melanoma, che fa registrare ogni
 anno in Italia circa 14.000 nuovi casi - dice Ascierto -. Dopo l' estate diventa ancora
 più importante controllare i nei. Il melanoma è il terzo tumore più frequente in
 entrambi i sessi sotto i 50 anni. Le scottature solari gravi, in età infantile e durante l'
 adolescenza, triplicano il rischio di melanoma in età adulta, ma troppi pochi giovani
 proteggono la pelle dall' esposizione eccessiva ai raggi Uv. Per questo vogliamo
 raggiungere tutti i cittadini anche con il linguaggio dello sport». Una iniziativa, che
 da sola non basta per contrastare in modo capillare il fenomeno. Ed è per questo che
 l' impegno di Ascierto e della Fondazione va avanti a spron battuto. «Grazie alle
 campagne di sensibilizzazione condotte anche dalla nostra Fondazione - aggiunge
 Ascierto -, oggi in sette-otto casi su dieci la malattia è individuata in fase iniziale,
                 Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
quando le possibilità di guarigione superano il 90 per cento. Il cambiamento nella
forma, dimensione o colore di un neo rappresenta un segnale d' allarme da non
sottovalutare. In passato vi era scarsa consapevolezza tra i cittadini sui rischi legati
all' esposizione indiscriminata al sole e all' uso dei lettini solari. Oggi non è più così.
Perciò la tappa di Napoli della Road to Rome 2022' è l' occasione per trasmettere
anche i messaggi della prevenzione oncologica». LE CURE Il rischio, dunque, non va
mai sottovalutato. Ma, a riguardo, ultimamente giungono notizie positive per quanto
riguarda la ricerca. Gli ultimi dati in merito alla combinazione di due molecole
immuno-oncologiche, nivolumab e ipilimumab, utilizzate nel trattamento in prima
linea del melanoma metastatico, sono incoraggianti: il 53 per cento dei pazienti
colpiti da questo tumore è infatti vivo a 4 distanza di anni, anziché il 46 per cento
raggiunto dalla monoterapia con nivolumab e il 30 per cento dalla monoterapia con
ipilimumab. Lo ha dimostrato lo studio di fase tre CheckMate -067, presentati a
Monaco di Baviera al Congresso della Società europea di oncologia medica, che ha
coinvolto 940 malati. «Si tratta di un dato senza precedenti che rende concreta la
possibilità di cronicizzare il melanoma in più della metà dei casi - dice Ascierto -.
Sappiamo infatti che, dopo 36 mesi, le percentuali di sopravvivenza si mantengono
stabili nel tempo. Lo studio ha anche dimostrato che, a 4 anni dall' inizio della
terapia e dopo averla interrotta, i pazienti continuano a rispondere positivamente».
Inoltre, è emerso che, nei pazienti che presentano la mutazione del gene Braf, cioè il
50 per cento, la combinazione funziona meglio. «E, benefici evidenti sono stati
evidenziati anche in una categoria particolare di pazienti, cioè quelli che presentano
metastasi cerebrali». Ma gli ostacoli restano. I NODI Nel 2018 in Italia sono stimati
13.700 nuovi casi di questa neoplasia. «Purtroppo, nonostante gli importanti risultati
evidenziati anche nei malati con metastasi cerebrali - sottolinea Ascierto - la
combinazione nivolumab e ipililumab nel melanoma avanzato non è disponibile per i
pazienti italiani perché l' Agenzia Italiana del Farmaco ha deciso di non approvarne
la rimborsabilità. È importante invece che questa terapia sia resa disponibile,
soprattutto per alcune categorie di malati». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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27/10/2018                                                                                                                Pagina 35

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

    Tumori al seno, scende l' età di rischio Al Sant' Anna più
                      prevenzione e cure

 LA BREAST UNIT Tre giornate dedicate
 alle donne e alla prevenzione al seno. Il
 30 novembre, il 7 e il 14 dicembre, nell'
 ambulatorio della Breast Unit di
 Senologia dell' azienda ospedaliera Sant'
 Anna e San Sebastiano, su impulso del
 direttore generale Mario Ferrante,
 verranno svolte visite gratuite dalle 9
 alle 13, senza prenotazione. «Le donne
 più a rischio sono quelle di età compresa
 tra i 40 e i 70 anni - spiega il
 responsabile della Breast Unit Giampaolo
 Pitruzzella -. Purtroppo però c' è da dire
 che in ospedale svolgiamo tanti
 interventi su donne anche di 30, 35
 anni». I CONTROLLI Da qui, l' importanza
 di «arrivare prima, prevenire, perché
 questo vuol dire guarire», dice ancora
 Pitruzzella che opera almeno 300 donne
 l' anno. È giusto che «la persona che
 vuole sottoporsi alla visita non deve
 avere paura. So che quello che spaventa
 di più è l' esito delle indagini. Quindi è
 necessario che i cittadini sappiano che
 nell' azienda ospedaliera esiste un percorso completo, in una breast unit attiva dal
 2007, con assistenza dedicata a quella donna che ha scoperto di avere un nodulo»,
 continua ancora il responsabile della senologia dell' Aorn casertana. Un nodulo che
 «non deve spaventare subito, perché può essere benigno o maligno. Noi, quando ne
 sentiamo la presenza, svolgiamo l' ecografia e l' ago aspirato e la paziente può
 anche aspettare l' esito dell' ago aspirato nell' arco della stessa giornata». In caso di
 negatività, la procedura è quella consueta, cioè «fissiamo la data dell' intervento,
 asportiamo il nodulo e un linfonodo sentinella. Dopo una notte di degenza la
 paziente può tornare a casa», continua il chirurgo. Solo in caso di natura oncologica
 del linfonodo, «si procede per la pulizia ascellare». LA MENOMAZIONE A questo
 punto, molte donne si pongono il problema di restare senza il seno: «Questo è un
 fattore estetico di molte che ricade sulla qualità della vita. Ecco perché, nella stessa

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