Media Monitoring per 11-11-2019 - Rassegna stampa del 11-11-2019 - Ruggi
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 11/11/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Il Psaut chiuso di notte resta in funzione ............................................................................... 1 11/11/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Salvato dall'infarto oltre le ore venti ..................................................................................... 3 11/11/2019 - CRONACHE DI SALERNO Turnover nelle PA al 100 per cento, Capezzuto: «Bene, ma non dimentichiamoci della sanità» ................................................................................................................................................ 4 09/11/2019 - WWW.LACITTADISALERNO.IT Far west in ospedale Summit col prefetto «Ora più controlli» ............................................... 6 Sanità Campania ............................................................................................................................... 7 11/11/2019 - IL MATTINO «Donna in codice rosso infermieri al cellulare» L' Asl invia gli ispettori ................................. 7 11/11/2019 - IL ROMA «Il sistema non può funzionare, senza soldi siamo penalizzati» .......................................... 10 11/11/2019 - IL MATTINO Cardiopatie, arriva la "super -Tac" «Per i pazienti meno esami invasivi» ............................. 12 11/11/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Il grande bluff delle sale operatorie ..................................................................................... 14 11/11/2019 - IL ROMA Mancano gli stent, ricovero da incubo ................................................................................. 16 11/11/2019 - CRONACHE DI NAPOLI Precari sanità, i concorsi finiscono davanti ai giudici .......................................................... 18 11/11/2019 - IL SANNIO Sanità, si investe in sicurezza .............................................................................................. 19 11/11/2019 - IL ROMA Sclerosi multipla, tecnologie e social per contrastarla ......................................................... 21 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 23 11/11/2019 - IL MESSAGGERO «Così le fibre ottiche illuminano i segreti del cervello umano» ............................................ 23 11/11/2019 - CORRIERE DELLA SERA - ECONOMIA Basta punti sulla pelle, arriva il super cerotto ..................................................................... 26 11/11/2019 - AFFARI & FINANZA Biogen e la sfida Alzheimer "Noi ci crediamo, cura vicina" .................................................. 28 11/11/2019 - LA STAMPA Dieci persone al mese cambiano sesso in Italia Nei 5 centri specializzati liste di attesa di un anno ..................................................................................................................................... 31 11/11/2019 - CORRIERE DELLA SERA Gli italiani promuovono la sanità pubblica Il medico di famiglia, punto di riferimento ........ 36 11/11/2019 - CORRIERE DELLA SERA L'incubo delle aggressioni in corsie e Pronto soccorso «Ora una legge di tutela» ............... 38 11/11/2019 - AFFARI & FINANZA Riabilitazione e diagnosi rivoluzione nella sanità ................................................................ 40 11/11/2019 - CORRIERE DELLA SERA UN PIANO ANTI HIV .............................................................................................................. 42
11/11/2019 Pagina 6 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Il Psaut chiuso di notte resta in funzione Marcella Cavaliere Di fatto il direttore generale dell'Asl di Salerno, Mario Iervolino , lo scorso primo ottobre ha chiuso di notte il Psaut di via Vernieri, ma la consuetudine dell'utenza di rivolgersi ai medici della struttura è rimasta. Quindi dopo le 20, quando cioè scatta l'orario di chiusura notturna fino alle 8 del mattino, c'è chi tra i cittadini continua a chiedere assistenza al personale dell'Azienda Sanitaria Locale per farsi curare e ai medici non resta che intervenire, anche se in teoria il servizio notturno è stato soppresso oramai da oltre un mese. Lo scorso 13 ottobre, ad esempio, alle 23.39 una persona si è rivolta al Psaut (Postazioni Fisse di Primo Soccorso Territoriale) perché vittima di una puntura di zecca ed è stato medicato, nonostante il servizio fosse chiuso. Nei giorni successivi è accaduta la stessa cosa. Alle 20.30 si è presentato dai medici del Psaut un ragazzo bisognoso di un altro tipo di prestazione sanitaria in quanto riferiva di avvertire un malessere e infatti era in corso una crisi ipertensiva con dolore interscapolare. Un'altra sera, sempre quando l'orario di chiusura era già decorso e cioè alle 23.08, è arrivata in via Vernieri una persona che aveva un'intossicazione alcolica. In un'altra occasione, alle 20.10 e quindi a distanza di dieci minuti dalla chiusura del servizio notturno, è arrivato al Psaut un uomo che accusava un dolore toracico: accertato dai sanitari che era in corso un probabile infarto. Anche in questo caso il paziente è stato trattato prima al Psaut di via Vernieri e in seguito è stato attivato il 118 per il trasporto al pronto soccorso dell'ospedale Ruggi d'Aragona di Salerno. Un'altra sera è giunta, sempre dopo le 20, una persona, assistita dal Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
personale medico del Psaut in quanto riportava una ferita lacerocontusa alla regione frontale e anche in questo caso è stata medicata. Eppure il Psaut di via Vernieri di notte è stato chiuso, in quanto secondo il dirigente Vincenzo Ragone gli interventi notturni annuali registrati erano pochi e quindi ha chiesto alla dirigenza dell'Asl di lasciare attivo in via Vernieri solo il 118 e la guardia medica i cui addetti, però, a volte si allontanano dalla postazione in quanto effettuano visite domiciliari. Pertanto il personale del Psaut, che di notte è lì per svolgere le mansioni del servizio di emergenza territoriale del 118, continua a prestare l'assistenza medica propria del Psaut nonostante formalmente il servizio non sia più attivo. Il dirigente del Psaut lo scorso settembre chiese al direttore generale Iervolino di «valutare la rimodulazione della rete dei presidi di emergenza prevedendo che il Psaut di Salerno offra il servizio di primo intervento dalle 8 alle 20 per sette giorni la settimana». Questo perché, a suo avviso, «tale assetto è compatibile con la richiesta di assistenza fin qui espressa dai cittadini - è stato scritto nel documento - e con l'attuale disponibilità di risorse umane, tenendo conto che nel presidio di via Vernieri è ubicata la continuità assistenziale (ex guardia medica, nrd)». Quindi per Ragone c'era anche un problema legato a una scarsa dotazione organica. Nei fatti, però, la richiesta di assistenza dei cittadini continua a registrarsi dopo le 20 e ad occuparsene sono i medici del Psaut il cui numero è sempre più esiguo. Dopo la chiusura del servizio notturno, sono state diverse le reazioni dei sindacati e dei residenti del popoloso quartiere, tra Piazza San Francesco, il rione Carmine e il centro storico, che hanno aperto un dibattito costante anche su diversi social soprattutto su Facebook. Alcune associazioni e sindacati hanno tentato la strada del ricorso contro il provvedimento adottato dall'Asl di Salerno, che è in redazione presso lo studio legale Visone. Hanno aderito al ricorso, tra gli altri, il Comitato per la salute pubblica del cittadino presieduto da Rosa Adelizzi, il sindacato Fisi, il Codacons. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 6 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Salvato dall'infarto oltre le ore venti Sentiva un senso di restringimento all'addome, una forte sensazione di pienezza che più che arrestarsi aumentava e si intensificava col passare del tempo. Nei giorni scorsi un uomo si è così rivolto al Psaut dopo le 20 chiedendo aiuto, la preoccupazione era diventata forte e spaventato si è recato alla postazione di via Vernieri. Il caso è passato subito alla stanza accanto a quella della continuità assistenziale, ai medici che di giorno si occupano dell'assistenza del 118 e del Psaut e che di notte svolgono solo il servizio dell'emergenza territoriale perché il Psaut è chiuso dalle 20 alle 8. I medici del Psaut , alle 20.10 , hanno capito il possibile infarto in corso collegato al dolore toracico. Nello stesso momento è stato attivato anche il 118, per raggiungere il pronto soccorso del Ruggi. Alla fine, vita salvata. (m.c.) Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 5 EAV: € 1.287 Lettori: 29.750 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Turnover nelle PA al 100 per cento, Capezzuto: «Bene, ma non dimentichiamoci della sanità» LA POSIZIONE «Prima risposta ad un problema grave», commenta il segretario dell Fp Cgil Dal 15 novembre il turnover nella Pubblica Amministrazione torna al 100%. La legge di Bilancio del 2019 aveva infatti rinviato a venerdì prossimo lo sblocco delle assunzioni nei ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. Dopo anni di sbarramenti in ottica di spending review, cadono quindi gli ultimi limiti al ricambio del personale, per cui la spesa per chi esce potrà essere interamente riversata su nuovi ingressi. Secondo le stime del ministero, dal pros simo anno la pubblica amministrazione assumerà circa 150mila persone nella media dei dodici mesi. «Questa è una prima importante risposta alla drammatica carenza di personale che si manifesta in tutti gli uffici pubblici, soprattutto a seguito dell' introduzione di quota 100. Restiamo in attesa degli esiti delle prove preselettive del Concorso Regione Campania, che dal 2020 potrà consentire l' ingresso di circa 2500 giovani all' interno degli Enti Locali regionali. Una boccata di ossigeno per i Comuni visti i numeri sempre più crescenti di pensionamenti tra quota 100 e la fuoriuscita degli assunti con la 285. Nei Comuni alcuni settori sono praticamente al collasso, con il rischio che le attività interne possano essere esternalizzate per garantire la continuità dei servizi alla cittadinanza», ha dichiarato il segretario generale della Fp Cgil Antonio Capezzuto, sottolineando che lo sblocco è solo per ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. « E' necessaria allo stesso modo una iniezione Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
di nuove forze lavorative in sanità dove la carenza di organico mette a rischio le prestazioni sanitarie. La Fp Cgil ha proposto, dal canto suo, un concorso unico Asle Ruggi per tutte le figure, tra cui Oss, infermieri, fisioterapisti, tecnici di laboratorio etc. «Nelle strutture ospedaliere della provincia l' aumento dei carichi di lavoro è continuo e incessante. Con la stagione invernale alle porte, durante la quale aumenterà a dismisura l' afflusso nei Pronto Soccorso, il personale a disposizione risulta decisamente poco. Vanno potenziati gli organici così da ridurre innanzitutto i tempi di permanenza dell' utenza in attesa di ricovero e inoltre per evitare che il personale dedicato all' emergenza-urgenza svolga un' attività assistenziale aggiuntiva e non specifica, che comporta un importante sovraccarico lavorativo, ed evitando che a cascata si producano ritardi nell' accoglienza e nella gestione dei nuovi arrivi in Ps ha dichiarato Capezzuto - La carenza di medici e infermieri nei presidi ospedalieri di Polla, Oliveto, Vallo e Sapri necessita di una risposta urgente. Questi territori, già a rischio spopolamento, non possono perdere in termini di assistenza sanitaria alla cittadinanza ma anzi necessitano di un' attenzione particolare, a partire dalla questione punti nascita». er.no. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
09/11/2019 lacittadisalerno.it EAV: € 1.300 Lettori: 20.433 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Far west in ospedale Summit col prefetto «Ora più controlli» S’è svolto ieri in prefettura il tavolo di crisi a seguito della sparatoria in corsia a Cava de’ Tirreni. Al tavolo, presieduto dal prefetto Francesco Russo, c’erano Cgil, Uil e Nursind, e c’erano i... S’è svolto ieri in prefettura il tavolo di crisi a seguito della sparatoria in corsia a Cava de’ Tirreni. Al tavolo, presieduto dal prefetto Francesco Russo, c’erano Cgil, Uil e Nursind, e c’erano i due direttori dell’Asl e del Ruggi, Mario Iervolino e Vincenzo D’Amato, il comandante del Nucleo provinciale dei carabinieri, Gianluca Trombetti, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Danilo Petrucelli, e il vice questore vicario di Salerno, Pasquale Picone. Il Nursind, nella persona del segretario generale Biagio Tomasco, ha evidenziato come alla base di tutti i conflitti ci sia una carenza di comunicazione tra operatori e cittadini, ed ha proposto all’Asl Salerno ed al Ruggi l’istituzione di corsi di formazione ad hoc per migliorare l’interazione con i cittadini. Sul tavolo pure la rivisitazione degli organici dei pronti soccorsi e la presenza fissa delle guardie giurate. Picone e Trombetti hanno proposto di intensificare i passaggi delle pattuglie di polizia e carabinieri in modo da far notare ancor di più la presenza dello Stato ai cittadini ed agli operatori. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 20 EAV: € 7.000 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania «Donna in codice rosso infermieri al cellulare» L' Asl invia gli ispettori IL CASO Ettore Mautone Sabato 9 novembre, ore 15, pronto soccorso del San Giovanni Bosco: Maurizio Zuccaro, un avvocato napoletano che ha sua mamma ricoverata dal giorno prima nel presidio della Doganella, posta su Facebook un video choc in cui racconta, da testimone diretto, quanto sarebbe accaduto poco prima ad un' altra paziente giunta in pronto soccorso. Il video è una vera e propria denuncia relativa a un codice rosso in cui all' esemplare comportamento della dottoressa di turno in emergenza sarebbe corrisposto, invece, un presunto comportamento noncurante, quasi indifferente all' emergenza in corso, da parte del personale infermieristico di supporto. Il video fa rapidamente il giro del web e circola anche su chat private. Non passa inosservato alla dirigenza della Asl che quasi in tempo reale, poche ore dopo, invia la commissione ispettiva centrale della Asl. Un blitz di funzionari ispettori guidati dal direttore sanitario di presidio (cambiato da pochi mesi) che piombano in ospedale per fare luce sull' accaduto. Vengono sentiti i diretti interessati, la dottoressa del pronto soccorso (dal comportamento riconosciuto esemplare) e gli stessi infermieri che avrebbero avuto comportamenti negligenti. Comportamenti che, tuttavia, a una prima ricostruzione, non emergono. L' intero dossier raccolto a caldo è già stato inviato alla direzione generale che stamattina dovrebbe tirare le somme. Dalle prime ricostruzioni e Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
testimonianze non ci sarebbe univocità. La paziente in codice rosso, che aveva convulsioni, ha poi eseguito la Tac (risultata negativa) e il caso è stato declassato in codice giallo. «La donna è stata ricoverata - dicono fonti interne all' ospedale della Doganella - ed è ben assistita senza pericolo di vita con piena soddisfazione dei familiari». LA DENUNCIA Ma sentiamo cosa dice l' avvocato Zuccaro nel post pubblicato su Facebook sabato alle 15: «Sono qui - avverte - in quanto ieri ho dovuto portare mia madre in ospedale per un problema al fegato. È ricoverata, anzi ospitata, su una barella senza coperte, senza lenzuola, senza cuscini. Bisogna stare dentro le corsie - aggiunge - anche se non sarebbe consentito, perché è necessario assistere i familiari o gli amici che hanno bisogno di assistenza. Poco fa - precisa Zuccaro - ho assistito a una scena che ha dell' incredibile e mi auguro che possano arrivare degli ispettori e chiudere questo ospedale. È arrivata una povera donna in codice rosso - racconta - e la dottoressa di turno è corsa con encomiabile partecipazione per assistere la paziente che sembrava praticamente persa. Ha provato in tutti i modi a iniettare adrenalina e per 5 minuti ha urlato affinché arrivassero dei barellieri con ossigeno e siringhe ad aiutarla. Sono passati 10 minuti prima che giungessero due infermieri - ricostruisce Zuccaro - che se la sono presa di tutto comodo. Uno parlava al telefono l' altro mandava messaggi con una flemma che sarebbe consona a impiegati del catasto non ad operatori di un pronto soccorso in cui anche a i secondi possono determinare la vita o la morte». Da qui Zuccaro invoca l' intervento di ispettori della Asl per mettere a fuoco le disfunzioni denunciate e punire «chi fa questo lavoro come se stesse in un ufficio del catasto anziché in un pronto soccorso». Gli ispettori sono, come detto, arrivati subito in ospedale ma, da quanto trapela, hanno ricostruito finora una vicenda dai contorni controversi. Il responso finale dell' ispezione sarà comunque consegnato stamattina alla direzione generale. Sono in fase di acquisizione anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza a circuito chiuso attive al presidio della Doganella per confortare le testimonianze raccolta in un senso e nell' altro, con strumenti di prova e un' analisi tecnica del frame. L' INDAGINE L' intenzione della dirigenza della Asl è andare fino in fondo ad appurare i fatti per assumere decisioni sul comportamento dei dipendenti ovvero del denunciante. L' accusa di Zuccaro è del resto molto grave. Da quanto emerso la dottoressa del pronto soccorso ha effettivamente fatto tutto quanto prevedono i protocolli mentre sugli infermieri all' indice per presunti comportamenti non consoni alla situazione clinica non c' è alcuna certezza. Da valutare anche la circostanza della riclassificazione del codice rosso a giallo a minore urgenza. Il caso sarà dunque approfondito con altre testimonianze e con l' Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
analisi tecnica delle immagini di videosorveglianza. Una vicenda, insomma, tutta da chiarire che vede ancora in primo piano un ospedale da mesi senza pace prima per le formiche, poi per i condizionamenti della criminalità, infine per le aggressioni al personale ma che, nonostante tutto, continua a svolgere un ruolo importante nella rete assistenziale campana grazie all' impegno di camici bianchi di prima linea che, come la dottoressa del pronto soccorso intervenuta sabato, svolgono il proprio lavoro con impegno e abnegazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 4 EAV: € 1.027 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania «Il sistema non può funzionare, senza soldi siamo penalizzati» LA REPLICA Parla il primario, Luigi Santini: situazione difficile NAPOLI. Luigi Santini è il direttore del Dai (Dipartimento ad attività integrata) di Chirurgia generale specialistica dell' Azienda ospedaliera universitaria della "Vanvitelli", chirurgo oncologico, è tra i migliori sulla piazza. In passato ha tentato anche l' avventura politica, senza riuscire ad essere eletto. Professore, come è possibile che si debbano attendere due settimane per ottenere uno stent? «Purtroppo, molti procedimenti sono rallentati da una burocrazia che si è fatta più complessa da quando la sanità regionale è stata commissariata. Tuttavia, adesso i cateterini sono arrivati e il paziente prestissimo potrà tornare a casa». Ma questa situazione crea disagi innanzitutto ai pazienti. «Bisogna mettersi bene in testa che la Sanità costa e senza soldi non può funzionare. Purtroppo, la politica degli ultimi anni ha condannato il Sud. Da noi arriveranno sempre meno risorse che andranno, invece, al Nord, dove però operano i nostri medici. Il divario si farà sempre più ampio. C' è una legge iniqua, che non guarda alle reali esigenze del territorio, ma semplicemente a fattori economici. Il risultato è che chi ha già soldi ne avrà sempre di più, chi ne ha pochi ne avrà ancora meno. Questo non riguarda solo la sanità, chiaramente, guardi l' assurda spesa per gli asili nido. Abbiamo bisogno di un federalismo solidale». Il governatore dice che la sanità campana è paragonabile a Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
quella svizzera. «L' ho sentita questa cosa. Ma noi che siamo sul campo ogni giorno non ce ne accorgiamo affatto. Negli ospedali manca anche il personale necessario per farli funzionare. Il blocco del turn over ha creato problemi enormi. E poi è evidente che anche nell' organizzazione territoriale ci sono grossi problemi». Faccia qualche esempio. «Il paradosso dell' Ospedale del mare, inaugurato non so quante volte. Quella struttura doveva portare alla razionalizzazione delle risorse, alla chiusura di ospedali come il Loreto Mare, o comunque alla riconversione di altri presidi ospedalieri. Non è successo nulla di tutto questo. Io una volta proposi di trasferire lì il Vecchio Policlinico, che si trova in una zona irraggiungibile della città anche se centrale. Penso che chi fino ad ora ha deciso sulle sorti del sistema sanitario sul territorio non abbia fatto bene il proprio mestiere». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 20 EAV: € 5.394 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Cardiopatie, arriva la "super -Tac" «Per i pazienti meno esami invasivi» LA NOVITÀ Un sofisticato software, senza appesantire di raggi X la classica Tac delle coronarie a 64 slice migliora la prognosi dei pazienti cardiopatici, riduce i costi complessivi della metodica e abbatte il numero complessivo di indagini invasive e di procedure di rivascolarizzazione (coronarografia e angioplastica) riservando tali interventi solo ai ristretti casi che se ne giovano realmente. Un vantaggio per i pazienti e anche per evitare sprechi e trattamenti inappropriati. L' innovazione è tata introdotta in Campania dal Cmo (Centro polispecialistico medico oplontino) di Torre Annunziata, in un progetto pilota sperimentale che va avanti da mesi e finora offerto gratuitamente ai pazienti che si rivolgono alla struttura oplontina accreditata con il Servizio sanitario nazionale. La portata innovativa della metodica sarà illustrata stamane dalle 9,30 alle 13,30 a Palazzo Partanna in piazza dei Martiri nel corso di una tavola rotonda alla quale partecipano Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società italiana di Cardiologia e direttore della scuola di specializzazione in malattie cardiovascolari dell' Università Federico II, Luca Del Viscovo, docente presso il dipartimento di Medicina di precisione dell' Università Vanvitelli, e Gianluca Pontone del dipartimento di Imaging cardiovascolare del Centro cardiologico Monzino Irccs di Milano, centro di eccellenza nel settore della diagnostica cardiovascolare. A fare gli onori di casa Vito Grassi, presidente dell' Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Unione Industriali di Napoli. La presentazione dell' iniziativa è invece affidata a Luigi Nicolais, presidente di Campania Digital, e ad Anna Maria Colao, ordinario di Endocrinologia della Federico II, che accenderà i fari sull' importanza dell' educazione alla salute. MATERIALI Nella malattia coronarica la migliore diagnosi equivale alla terapia più efficace. Associando alla Tac delle arterie del cuore una elaborazione matematica del flusso sanguigno si riesce a limitare l' uso delle metodiche di indagine invasive (coronarografia) e delle correlate terapie come l' angioplastica, solo ai casi strettamente necessari. L' obiettivo è evitare i falsi positivi alle indagini (e i conseguenti trattamenti invasivi inappropriati). La Tac coronarica è la principale metodica diagnostica non invasiva della malattia che colpisce le arterie del cuore. Il responso consente di stabilire se sia il caso effettuare o meno una coronarografia e un esame del flusso (invasivi) e una successiva angioplastica per ripristinare il flusso coronarico. Queste ultime sono metodiche di indagine invasive che tuttavia scontano un' elevata percentuale di falsi positivi e una quota di falsi negativi. In particolare questi esami invasivi hanno un limite: il 62% dei pazienti esaminati non mostrano in realtà alcuna patologia significativa e, pertanto, hanno subito inutilmente un esame invasivo. Al contrario, il 28% dei pazienti con test funzionali negativi hanno in realtà una cardiopatia ischemica significativa e rischiano di non essere trattati. L' innovazione in questo campo consiste in un sofisticato software che tramite un algoritmo e senza ulteriori esami Tac (preliminari agli esami invasivi) elabora le immagini radiografiche ed esegue un' accurata valutazione della funzionalità coronarica. Per ottenere il responso non è necessario eseguire un' ulteriore scansione; non è richiesto l' uso di stress farmacologico e soprattutto non è richiesto al paziente di dover tornare in ospedale per eseguire test addizionali, in quanto l' analisi avviene con la elaborazione delle immagini in base a un sofisticato algoritmo al termine dell' esecuzione della Tac coronarica. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 19 EAV: € 4.897 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Il grande bluff delle sale operatorie MADDALONI Giuseppe Miretto Il cantiere nato per l' emergenza è diventato un cantiere lumaca. E accaduto tutto in meno di un mese: riattivate tre delle quattro sale operatorie dell' ospedale. Ma i lavori di ripristino dell' impianto di microclimatizzazione del blocco operatorio (attesi dal 2012) non saranno consegnati e completati. E pure la riapertura della quarta sala operatoria non si ci sarà. Almeno nell' immediato. È stato garantito il «ritorno certo alla normalità operativa» sia per la chirurgia d' urgenza che di elezione, sbloccati in ricoveri nei reparti di ortopedia e chirurgia come annunciata dalla direzione sanitaria retta da Antonella Foglia. E ritorna la mobilitazione. «In realtà, sono ritornati i lavori a singhiozzo annuncia Antonio Del Monaco - e in concreto l' attesa consegna dell' impianto di microclimatizzazione, fissata per il 25 ottobre, non c' è stata e nemmeno la riattivazione, per intero, delle condizioni ottimali del plesso chirurgico». Il parlamentare del M5S, alle prese da mesi con una mobilitazione contro i ritardi nella gestione dei cantieri di manutenzione ordinaria e straordinaria nei nosocomio di Maddaloni e San Felice a Cancello, torna alla carica. «La storia conclude i - si ripete sempre uguale. Sembra un copione già scritto: gli interventi approdano ad una fase avanzatissima ma, puntualmente, non vengono né completate e né consegnate. E per giunta le imprese sospendono i lavori e abbandonano i cantieri. Si è ripetuto per l' ospedale di Maddaloni quanto già visto per l' Hospice a San Felice». Quest' ultimo Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
servizio, destinato ad accogliere malati terminali e ad erogare cure palliative, doveva essere inaugurato un anno fa (nel luglio 2018). Non ha aperto i battenti, come promesso, nemmeno il 31 maggio scorso dopo sette mesi aggiuntivi concessi per completare i lavori. E ora, tra l' Asl e le imprese affidatarie dei lavori, è in atto un contenzioso. Rapporti conflittuali anche per la consegna del blocco operatorio di Maddaloni il cui adeguamento funzionale è atteso dall' estate 2012; annunciato come imminente all' inizio del 2019 e addirittura in consegna lo scorso mese di ottobre. E ricomincia la battaglia contro i «lavori spezzatino». Infatti, nonostante le risorse finanziarie disponibili, a Maddaloni la facciata esterna è stata rifatta a metà, grazie alla prima tranche di 2,8 milioni di euro disponibili. Lasciati a metà completati pure i lavori di ristrutturazione del Pronto Soccorso: manca la costruzione della camera calda, il completamento del percorsi pulito-sporco, l' adeguamento della sala d' attesa e degli accessi. Opere già finanziate per circa 300 mila euro. «È vero - commenta Gaetano Correra (portavoce di Alternativa per Maddaloni) - che da 15 anni esatti il plesso dell' ospedale di Maddaloni non era sottoposto ad un qualsivoglia intervento, anche parziale, di adeguamento logistico, alberghiero nonché di ordinaria e straordinaria manutenzione. Eppure non possiamo dirci soddisfatti perché l' ultimo intervento consistente risale al 2003 con la costruzione del nuovo blocco operatorio (sulla base di progetti redatti 20 anni prima). E oggi, 16 anni dopo siamo ancora alle prese con l' adeguamento dell' impianto di microclimatizzazione. Una enormità: le proroghe ad oltranza e la lentezza offendono il buon senso e soprattutto la professionalità degli operatori». E poi ritorna, sempre più drammatico l' appello per arginare la carenza assoluta di medici e ausiliari. «È dal 2006 insiste Correra- che aspettiamo soluzioni al precariato degli operatori socio- sanitari». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 4 EAV: € 1.313 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Mancano gli stent, ricovero da incubo POLICLINICO Un 65enne operato per un tumore, costretto a letto da tre settimane perché non si può sostituire un catetere NAPOLI. Potrebbe stare già a casa, ma è ricoverato da tre settimane nel reparto di Chirurgia del Nuovo Policlinico perché manca uno stent che deve sostituire quello che gli ha provocato un' infezione. Nella sanità campana, per qualcuno paragonabile per efficienza solo a quella svizzera, può succedere anche questo. G. M., 65 anni, ex dipendente delle Ferrovie, è stato operato il 18 ottobre scorso per un tumore che aveva coinvolto vescica e prostata. Intervento perfettamente riuscito da parte del primario, il professor Luigi Santini, e della sua équipe, ma poi è arrivato l' intoppo che ha trasformato il suo ricovero in un incubo. Santini rappresenta una delle tante eccellenze del nostro territorio, direttore del Dai (Dipartimento ad attività integrata) di Chirurgia generale specialistica dell' Azienda ospedaliera universitaria della "Vanvitelli", che ha sede al padiglione 17 della cittadella ospedaliera di via Pansini. Ma come spesso accade l' eccezionale preparazione dei nostri medici si scontra con l' inefficienza cronica del sistema sanitario. Come è andato l' intervento al quale è stato sottoposto? «Benissimo. Il chirurgo è riuscito a rimuovere la massa che era circoscritta ai due organi che mi sono stati asportati. Non sono stati toccati gli altri organi e questo mi fa ben sperare. Il giorno dopo l' intevento ero già in piedi, riuscivo a camminare da solo. Certo, dovrò convivere con una borsetta che Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
raccoglierà le mie urine. Ma mi hanno salvato la vita e questo mi sembra importante». Dopo qualche giorno, però, ha cominciato ad accusare dei problemi? «Sì, dopo meno di una settimana ho cominciato a sentirmi molto debole. La temperatura del mio corpo era sempre molto alta. Si è scoperto che la febbre era dovuta ad una infezione provocata da uno degli stent ureterali che mi sono stati messi durante l' operazione che ho subito, stent necessari ad espellere le urine». Come poteva essere risolto il problema, cosa le hanno detto? «Semplicemente sosituendo gli stent che erano stati impiantati». Perché non è stato fatto? «Perché queste attrezzature non ci sono in reparto. Il Policlinico non ne aveva a disposizione». E come è stata affrontata la situazione? «In attesa dell' arrivo dei presi di medici hanno tentato di curarmi l' infezione, prima con degli antibiotici ad ampio spettro, poi cercando di individuare il batterio che l' ha provocata e, successivamente, somministrandomi antibiotici specifici e non più generici. Sono stati supportato anche da uno psicologo in questa fase complicata. Devo dire che tutto il personale, a partire dal primario fino ad arrivare agli infermieri, mi ha seguito benissimo. Molti di loro sono dei precari, ma tutti mettono il massimo dell' impegno in quello che fanno. Solo che le conseguenze di questa situazione sono state pesanti per me. La febbre mi ha debilitato, non riuscivo neanche a mangiare. Ora va un po' meglio, ma finché non sostituiranno lo stent la situazione non si risolverà». Quando arriveranno questi stent? «Mi hanno detto che finalmente sono arrivati, ma finché non vedo non ci credo. Spero che facciano presto, così potrò tornare a casa». Sarebbe dovuto uscire due settimane fa. «Esatto, così pensavamo tutti. Mi fa rabbia il fatto che tutto si poteva risolvere prima e non si è ancora risolto solo per un problema di inefficienza». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 7 EAV: € 753 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Precari sanità, i concorsi finiscono davanti ai giudici Notificate alle Asl le prime opposizioni alle procedure: criteri restrittivi Cristiani (Cisl): infermieri e Oss presenteranno altri ricorsi NAPOLI (ren.cas.) - I ricorsi presentati da infermieri e Oss contro i concorsi banditi dalle Asl campane per la stabilizzazione dei precari "sono solo i primi: ne arriveranno molti altri". La previsione è di Nicola Cristiani, componente del direttivo regionale della Cisl funzione pubblica. Molti precari che speravano in un' assunzione in pianta stabile sono infatti rimasti delusi: secondo quanto stabi lito dalla Regione (i bandi delle aziende sanitarie sono basati sugli atti emanati l' anno scorso dall' Ente di Palazzo Santa Lucia), rientrano nella procedura di stabilizzazione solo i lavoratori che al 31 dicembre 2017 avevano totalizzato almeno tre anni di contratto negli ultimi 8 anni, anche non continuativi, presso la stessa azienda (sono esclusi i contratti di somministrazione di lavoro). In molti non possono quindi partecipare ai bandi, né come precari (in quanto non hanno totalizzato un' esperienza lavorativa di almeno 3 anni nella stessa azienda), né come esterni. "Tanti operatori - osserva Cristiani - in questi anni si sono fatti in quattro per assicurare il mantenimento dei Livelli essenziali di assistenza, ma non hanno maturato i 3 anni di esperienza chiesti dalla Regione". La procedura sarà al centro di un incontro (chiesto dai rappresentanti dei lavoratori)fra i rappresentanti regionali dei sindacati di categoria e i vertici della Regione: il summit era in programma per il 31 ottobre scorso, ma è stato rinviato a data da destinarsi per la scomparsa della madre del governatore Vincenzo De Luca. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 6 Il Sannio EAV: € 720 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Sanità, si investe in sicurezza Azienda 'San Pio' Il posto di vigilanza del 'Rummo' connesso alla rete Lan Il posto vigilanza del presidio ospedaliero 'Rummo' sarà integrato in una rete informatica locale (Lan) per comnicare immagini e video in tempo reale su più dispositivi controllo compresa una rete monitor centrale. Una decisione che si inquadra nell' incessante e quasi tumultuosa azione di efficientamento complessivo dell' azienda ospedaliera 'San Pio' con la direzione generale di Mario Nicola Vittorio Ferrante, con grande attenzione anche all' ottimizzazione dei profili sicurezza: un contesto operativo certamente molto importante in un periodo sto rico caratterizzato da continue aggressioni ad operatori sanitari (problema fortunatamente in terra sannita meno rilevanze che altrove). Nel quadro della complessiva ristrutturazione del casotto dedicato alla Vigilanza del presidio ospedaliero 'G. Rummo' si è previsto come intervento indispensabile e necessario quello relativo alla effettuazione dei lavori di realizzazione della Rete Lan. L' intervento è stato affidato alla ditta Gepinformatica srl di Giugliano per un importo della realizzazione nei nuovi locali della guardiania del Presidio Ospedaliero "G. Rummo", pari a 2.500 euro oltre Iva, per un costo complessivo di 3.050 euro. Un investimento tutto sommato limitato come importo ma assolutamente produttivo in termini di accresciuta sicurezza grazie alla possibilità di un monitoraggio più rapido ed efficiente, ottimizzando dunque la proiezione operativa dei vigilantes operanti presso il presidio e velocizzando dunque i loro interventi per la sicurezza di operatori interni, pazienti e loro familiari e la più veloce presa di conoscenza sull' opportunità Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
di allertare le forze dell' ordine per chiederne laddove necessario l' internvento. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 40 EAV: € 915 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Sclerosi multipla, tecnologie e social per contrastarla «APPROCCIO A MALATTIA CON LE APP L' importanza della diagnosi tempestiva, ma anche dei device e delle nuove tecnologie, oltre al bisogno di trattamenti sicuri ed efficaci per a ritardare la progressione della disabilità. Sono i punti chiave emersi dal congresso nazionale della Società italiana di neurologia, in un simposio organizzato da Novartis sulla sclerosi multipla. «La sclerosi multipla è un esempio di quanto una patologia cronica diagnosticata in età giovanile - spiega Luigi Lavorgna, neurologo dell' Università della Campania "Luigi Vanvitelli" e coordinatore del Gruppo di Studio Digitale della Sin - che accompagna la persona per tutta la vita, debba essere gestita in maniera globale, non basta dare solo il consiglio terapeutico». Un approccio che vuole accompagnare il paziente per non lasciarlo solo con un carico psicologico che é pesantissimo. «La necessità di un approccio globale - continua Lavorgna - è per fortuna favorito nella nostra era, l' era del digitale. I pazienti a cui viene diagnosticata la malattia oggi sono i millennials, che sono nativi digitali». Quindi social media, app, wearable device che i giovani capiscono, e anzi vogliono che facciano parte della loro quotidianità e quindi della malattia. Per una salute a portata di smartphone. «I social media sono la nuova frontiera del rapporto medico paziente - commenta - anzi sul web siamo più tranquilli di parlare della nostra condizione. A volta nella maniera classica si fa un po' di fatica ad aprirsi, sul web si parla più tranquillamente, ad esempio della Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
sessualità». I device indossabili sono poi utilissimi per monitorare costantemente la malattia. Un braccialetto, un sensore messo in una cintura, una fibra possono registrare una serie di parametri in modo costante, nel quotidiano, utili al medico. «I passi che un paziente fa, i suoi movimenti all' interno delle 24 ore, ma anche il ritmo sonno -veglia e la frequenza cardiaca possono dirci tanto», spiega. Insomma, «il racconto e il dialogo col paziente, una risonanza magnetica o una visita neurologica rimangono fondamentali, ma vanno integrati con le nuove tecnologie», conclude. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 19 EAV: € 21.634 Lettori: 292.828 Argomento: Sanità nazionale «Così le fibre ottiche illuminano i segreti del cervello umano» L' INTERVISTA Esplorare il cervello umano attraverso la luce. Studiarne la fisiologia, diagnosticare patologie importanti per arrivare alle cure. Questi gli obiettivi dell' ambizioso progetto NanoBright, coordinato dall' Istituto Italiano di Tecnologia di Lecce, che coinvolge le ricerche di nanotecnologi, biologi tumorali ed esperti di disturbi neuronali di Italia, Francia e Spagna. La complessa ricerca della durata di 4 anni, finanziata dalla Commissione Europea con 3,5 milioni di euro, è basata sulla produzione di sonde luminose - tecnologie fotoniche - in grado di manipolare la luce e la sua interazione con i materiali, così da intervenire in modo preciso sulle cellule malate senza l' utilizzo di metodi e strumenti invasivi, quali le biopsie. NanoBright, è il frutto di una cooperazione internazionale multidisciplinare che coinvolge il Centro per Nanotecnologie Biomolecolari di IIT di Lecce, dove i ricercatori lavorano sotto la supervisione di Ferruccio Pisanello, Cristian Ciracì e Massimo De Vittorio (coordinatore del Centro di IIT), in sinergia con il gruppo di Nanoplasmonica dell' IIT Genova, il Laboratoire Kastler Brossell di Parigi e l' Instituto Cajal di Madrida. Tutti insieme per un obiettivo comune, cercare di risolvere domande senza risposte sul sistema nervoso centrale spiega Ferruccio Pisanello. Sonde luminose, che usano la tecnologia fotonica, per indagare il cervello. Cosa sono? «Sono delle fibre ottiche affusolate con una punta sottile, al di sotto del Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
micron, circa 80 volte più piccola di un capello e su questa regione affusolata lunga due millimetri, vengono fabbricate delle strutture metalliche della dimensione di qualche decina di nanometri. Questa struttura così ridotta permette di fare un' amplificazione del campo elettrico indotto dalla luce, che esploreremo per interagire col tessuto cerebrale. Il nostro obiettivo è cercare d' introdurre e di sfruttare l' interazione luce-materia all' interno del cervello per controllarne la fisiologia». Quindi si potranno fare diagnosi senza usare i metodi invasivi attuali? «Le faccio il caso specifico dei tumori cerebrali. C' è stata un' evidenza scientifica che ha mostrato come all' interno dello spettro Raman di tessuti cerebrali tumorali (e non) ci fossero delle differenze cospicue. Ogni molecola ha un suo spettro di diffusione, che nel caso del tessuto biologico può essere rilevato sperimentalmente. Evidenze sperimentali indicano che questi componenti variano in base alla natura tumorale del tessuto, ma non ci sono studi sulle varie tipologie del tumore. L' obiettivo di Nano-Bright è amplificare il campo ottico attraverso sonde impiantabili nel sito tumorale, per evidenziare le differenze tra tessuto sano e malato, ma anche tra tumori invasivi e non. Se il progetto avrà successo la sonda ci aiuterà a capire come intervenire». E in che modo, nel caso dei tumori, si potrebbe arrivare ad una cura con questa tecnologia? «Generando calore locale per cercare di diradare le maglie della barriera ematoencefalica (che protegge il cervello) e portare farmaci chemioterapici solamente nei siti tumorali, oppure per rilevare i contenuti chimici all' interno o vicino a cellule che mostrano stress sedativi, nei pazienti con epilessia o traumi cranici». La manipolazione della luce per curare cellule malate, sembra fantascienza? «Può sembrare, ma allo stato attuale, la luce è uno strumento molto versatile per studiare in modo dettagliato il cervello e questo potrebbe portare a nuove scoperte del sistema nervoso centrale e ad una serie di ricadute diagnostiche e su trattamenti futuri. L' idea è quella di sviluppare dispositivi che idealmente potrebbero essere la base di dispositivi futuri per la cura. Questo è il primo anno in cui siamo nella fase di produzione dei dispositivi nei nostri laboratori, mentre nel secondo partirà la sperimentazione a livello animale». La nanotecnologia è ormai un elemento costante della medicina moderna? «Si perché sfrutta le proprietà poco convenzionali dei materiali quando sono ridotti all' essere composti da qualche migliaio di atomi, e negli ultimi 15 anni la nanotecnologia ha consentito di scoprire una serie di fenomenologie poco note. L' essere molto piccola conferisce ad una struttura metallica delle proprietà, che il materiale preso in misura macroscopica, non avrebbe». Questi dispositivi microscopici saranno impiantati nel corpo umano e magari controllati da remoto? «Parliamo di una sfida della comunità scientifica Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
mondiale. Oggi si può ipotizzare il rilascio di farmaci sotto forma di nanomateriale, ma bisognerà capire come saranno smaltiti, e questo è il limite attuale a livello clinico. La medicina personalizzata, con le nano particelle in particolare, vorrebbe sfruttarle come vettori per portare farmaci classici». Nei vostri laboratori a Lecce usate l' intelligenza artificiale? «Noi usiamo algoritmi avanzati (non macchine di machine learning) per migliorare i processi di fabbricazione, perché la tecnologia che sviluppiamo deve avere una prospettiva applicativa e ha bisogno di essere molto precisa e permettere di produrne abbastanza, altrimenti sarebbe solo un' applicazione da laboratorio». Che tempi immagina per cure più efficaci delle attuali? «I dispositivi stanno progredendo rapidamente, così come la medicina personalizzata ed i farmaci per il singolo paziente. Credo che tra 15 anni potremmo avere accesso ad una serie di cure più rapide». Lei è neopapà, cosa spera per la generazione di suo figlio? «Spero che possano vivere in un mondo in cui la scienza e la cultura siano disponibili a tutti e che abbiano accesso alla tecnologia. Mi sembra bello pensare che possano vivere in un mondo in cui siano coscienti di poter risolvere i problemi del futuro». Paolo Travisi © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 26 EAV: € 21.658 Lettori: 869.509 Argomento: Sanità nazionale Basta punti sulla pelle, arriva il super cerotto Metropolis Suture chirurgiche, addio: i ricercatori del Mit hanno messo a punto un nuovo nastro biadesivo che lega i tessuti in pochi secondi, per curare ferite, chiudere incisioni o impiantare dispositivi medici. «Incollare» un organo interno, principalmente, è considerato molto difficile perché sulla superficie c' è umidità che interferisce con l' adesione. All' interno dell' adesivo è presente acido poliacrilico, che asciuga istantaneamente la zona. Nei test i ricercatori hanno dimostrato l' efficienza dell' adesivo su pelle, intestino tenue, stomaco, fegato, polmoni e trachea di maiale. Mentre su un ratto è stato provata l' adesione di dispositivi in materiali come poliuretano, gomma siliconica e titanio L' hanno chiamata «foglia artificiale». Perché, come le foglie di una pianta usano l' energia della luce solare per trasformare l' anidride carbonica in nutrimento, producendo glucosio e ossigeno, così la tecnologia creata degli ingegneri dell' Università di Waterloo, in Canada, produce metanolo e ossigeno, imitando il processo di fotosintesi e convertendo la CO2 dannosa in utile combustibile alternativo. La chiave del processo è una polvere rossa a basso costo chiamata ossido rameoso. Ottimizzata perché le sue particelle abbiano una specifica forma, viene creata dalla reazione chimica di quattro sostanze: glucosio, acetato di rame, idrossido e laurilsolfato di sodio. La ricerca punta ora ad aumentare la resa di produzione del carburante alternativo, e alla commercializzazione del processo brevettato per convertire l' anidride carbonica raccolta dalle principali fonti di gas Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
serra come centrali elettriche, veicoli e trivellazioni petrolifere. Cristina Pellecchia. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/11/2019 Pagina 18 EAV: € 50.132 Lettori: 724.276 Argomento: Sanità nazionale Biogen e la sfida Alzheimer "Noi ci crediamo, cura vicina" Il colloquio/Michel Vounatsos Parla il ceo del colosso Usa: "Dopo la stop di alcuni mesi fa, la Fda ci ha fatto presentare domanda di approvazione per il nostro farmaco anti demenza" Francesca Vercesi, milano L a strada che dovrebbe portare alla scoperta del farmaco miracoloso capace di combattere l' Alzheimer è tutta in salita. Lo sa bene il colosso americano del pharma Biogen che, incassato uno stop da parte di un comitato di monitoraggio, ha deciso di proseguire la ricerca con una nuova fase di sperimentazione. Una decisione che, inevitabilmente, ha portato il titolo sull' ottovolante della Borsa di New York, dove ha perso quasi il 30% in un solo giorno. Ora Biogen, dopo una sospensione di due trial clinici dovuta a una analisi di futilità condotta da un comitato di monitoraggio, chiederà alla Fda (l' agenzia regolatoria americana) l' autorizzazione per il farmaco sperimentale Aducanumab, un anticorpo contro la proteina beta-amiloide, principale indiziata nella demenza. Questa decisione si basa su una nuova analisi condotta da Biogen in accordo con Fda su un set più ampio di dati provenienti dagli studi clinici. Del resto, una soluzione all' Alzheimer sarebbe un miraggio di fatturati da capogiro per chi dovesse arrivare sul mercato con una terapia capace di trattare questa malattia con efficacia. Oltre a diventare un traguardo fondamentale per i pazienti. «Noi ci crediamo e andiamo avanti con ricerca e investimenti. Abbiamo incontrato i vertici della Fda due volte, la prima a giugno e la seconda in ottobre, per discutere i dati degli studi clinici di Aducanumab. Hanno ritenuto ragionevole farci presentare la domanda di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
approvazione », afferma il ceo di Biogen, Michel Vounatsos, che abbiamo incontrato a Milano in occasione di un meeting internazionale del top management di alcune delle principali branch del gruppo sparse nel mondo. Biogen ha filiali in 39 Paesi e rende disponibili i propri farmaci in oltre 105 nazioni. Francese di origine greca, cresciuto a Casablanca, in Marocco, con una lunga carriera in ambito farmaceutico, Vounatsos prosegue nella scommessa di curare le malattie neurologiche e neurodegenerative con le biotecnologie, portando avanti l' idea dei fondatori della biotech americana, ovvero i genetisti premi Nobel Walter Gilbert e Philipp Sharp, che 40 anni fa ha esordito nel campo del Dna per creare terapie contro la sclerosi multipla e la leucemia, quando non esisteva alcuna applicazione di biologia molecolare. «Siamo pionieri nel campo delle neuroscienze, un ambito della medicina complicatissimo dato che ha a che fare con il cervello. La ricerca è molto costosa e molto complessa, ma questa è la nostra area di specializzazione. Infatti a Ricerca e Sviluppo destiniamo circa il 20% del nostro fatturato», precisa il top manager. Il giro d' affari del gruppo, a livello globale, a chiusura di 2018 è stato pari a 13,5 miliardi di dollari e la spesa in R&D è stata di 2,6 miliardi di dollari. «La nuova analisi, che comprende dati aggiuntivi diventati disponibili dopo l' analisi di futilità, mostra che Aducanumab è farmacologicamente e clinicamente attivo, dimostrando un effetto dose-dipendente nel ridurre gli accumuli di proteina beta amiloide nel cervello e nel rallentare il declino (misurato tramite la scala Dementia Rating- Sum of Boxes). In entrambi gli studi, il profilo di sicurezza e di tollerabilità di Aducanumab è stato coerente con gli studi precedenti», precisa il ceo. E aggiunge: «se sarà approvata, siamo fiduciosi di poter offrire ai pazienti la prima terapia che ridurrà il declino clinico causato dalla malattia di Alzheimer in fase iniziale e lieve. Stiamo anche valutando le potenziali implicazioni di questi risultati in patologie che presentano caratteristiche simili ». È bene sapere però che questo tipo di farmaco funziona non a malattia avanzata ma solo nelle fasi iniziali. Per questo, sarebbe indispensabile migliorare e sviluppare la diagnostica in materia. «Stiamo lavorando sui biomarcatori. Quelli basati sul sangue sarebbero meno costosi e più accessibili», aggiunge Vounatsos. La diagnosi è fondamentale per una malattia che ha una progressione lenta ma drammatica. Il calvario del paziente può trascinarsi per oltre dieci anni con conseguenze e costi devastanti per chi lo assiste. Colpisce, secondo l' Organizzazione mondiale della sanità, 50 milioni di persone nel mondo. Che, in assenza di rimedi, diventeranno nel 2050 ben 150 milioni. Un aumento dovuto all' allungarsi della vita, con oneri che oggi ammontano a livello mondiale a circa 600 miliardi di dollari l' anno, costi che lieviteranno nel tempo diventando insostenibili Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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