Media Monitoring per 28-10-2019 - Rassegna stampa del 27-10-2019 - Ruggi
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 27/10/2019 - CRONACHE DI CASERTA Precari sanità, ricorso al Tar .................................................................................................. 1 27/10/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Ruba abiti in un negozio vicino al Ruggi poi si rifugia in Rianimazione: arrestato ................. 2 26/10/2019 - AMALFINOTIZIE.IT Al “Ruggi” di Salerno un rivoluzionario intervento di Cardiochirurgia. E’ primo a livello mondiale ................................................................................................................................ 4 Sanità Campania ............................................................................................................................... 6 27/10/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) «Patto per l' influenza»: tutti i medici di base cooptati per vaccinarsi ................................... 6 27/10/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Dove si sparò a Noemi, oggi uno screening salvavita ............................................................ 8 27/10/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Gli sfollati torneranno nelle loro case tra 4 anni .................................................................. 10 27/10/2019 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO NORD) Il 118 assiste la partoriente Bimbo di 3 kg nasce in bagno .................................................. 11 27/10/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Moscati, Pizzuti accelera: «Prove in corso per 12 medici» ................................................... 12 27/10/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Ospedale e museo nuovi: entro sei mesi i lavori al complesso «Incurabili» ......................... 14 27/10/2019 - IL ROMA Parto d' emergenza, il 118 fa nascere bimbo a casa ............................................................ 16 27/10/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Paziente ferito, giallo in psichiatria ..................................................................................... 18 27/10/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Pineta Grande, ok del Riesame restano i sigilli ai nuovi reparti ........................................... 20 27/10/2019 - IL ROMA Sanità, la Campania terz' ultima in Italia ............................................................................. 22 27/10/2019 - IL ROMA Violenza in corsia, la battaglia non è finita .......................................................................... 24 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 26 27/10/2019 - LA STAMPA Candidato di rottura per il battesimo della nuova alleanza ................................................. 26 27/10/2019 - L'ESPRESSO così muore il sogno curdo .................................................................................................... 28 27/10/2019 - IL SOLE 24 ORE La Francia omaggia Léonard ................................................................................................ 33 27/10/2019 - LA STAMPA La senatrice leghista che copia il Capitano anche sui social ................................................ 37 27/10/2019 - IL MESSAGGERO San Basilio, apre il Punto Gemelli «La qualità sanitaria in periferia» ................................... 39 27/10/2019 - LA STAMPA Umbria al voto: primo test per il governo Pd e M5S sfidano la destra sovranista ................ 41
27/10/2019 Pagina 5 EAV: € 626 Lettori: 29.750 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Precari sanità, ricorso al Tar Contestato il concorso dell' Asl CASERTA (ren. cas.) - Un gruppo di precari contesta davanti ai giudici amministrativi il concorso bandito ad agosto dall' azienda sanitaria locale per la copertura di posti a tempo indeterminato nel comparto sanità. In particolare, Adriano Fabozzi e gli altri ricorrenti chiedono l' appuntamento della parte del bando che non consente loro, né come né come precari (in quanto non hanno totalizzato un' esperienza lavorativa di almeno 3 anni nella stessa azienda), né come esterni la partecipazione al concorso per la stabilizzazione del personale. I ricorrenti sono interessati ai profili professionali di operatore socio sanitario e di infermiere. In questi giorni l' Asl ha deliberato, con atto firmato dal direttore generale Ferdinando Russo, di costituirsi in giudizio davanti al Tar della Campania, affidando mandato agli avvocati interni Guido Verderosa e Carlo Di Marsilio. Il bando è stato pubblicato dall' Asl in ottemperanza agli atti emanati l' anno scorso dalla Regione Campani per la stabilizzazione dei precari. Secondo quanto si legge nella tabella stilata a suo tempo dall' ente di Palazzo Santa Lucia, il maggior numero di precari era proprio alla Asl di Caserta, con 323 unità. Segue l' istituto Pascale che ne ha 266, mentre all' Asl Salerno se ne contano 175, Il numero minore si riscontra all' Asl di Benevento e all' azienda ospedaliera Ruggi di Salerno, con soli 6 precari a testa, e all' azienda ospedaliera "Sant' Anna e San Sebastiano" di Caserta con 7 unità. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 33 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 2.989 Lettori: 107.296 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Ruba abiti in un negozio vicino al Ruggi poi si rifugia in Rianimazione: arrestato LA SICUREZZA LA SICUREZZA Aveva rubato 400 euro di merce tra pantaloni, giubbini e tute ginniche. Ma è stato sfortunato in quanto subito acciuffato dalla polizia che è riuscita anche a recuperare la merce e a restituirla al legittimo proprietario. È accaduto tutto in un pochissimo tempo, a partire dal furto avvenuto intorno alle 14.30 di venerdì. Quando all' interno del negozio, in via san Leonardo, è scattato l' allarme, il ladro se l' è data a gambe tese ma i poliziotti della sezione Volanti (agli ordini dei vicequestori Giuseppina Sessa e Vincenzo Alagia), riusciti a giungere subito sul posto, hanno preso le informazioni necessarie e si sono accorti che la sua descrizione era simile a quella di un uomo visto allontanarsi dalla zona frettolosamente. Così si sono messi sulle sue tracce e lo hanno visto entrare furtivamente all' interno dell' ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D' Aragona. È iniziata una vera e propria caccia all' uomo all' interno del nosocomio, con la collaborazione dei colleghi del drappello. L' uomo è stato rintracciato poco dopo nell' edificio della Rianimazione mentre cercava di cambiare abbigliamento per non farsi riconoscere. Prontamente bloccato, è stato subito identificato. All' interno dello zaino che aveva con se è poi stata anche rinvenuta la merce rubata poco prima nel negozio, ovvero alcuni pantaloni, un giubbino e tute ginniche. L' uomo, un georgiano, è risultato anche essere irregolare sul territorio italiano. Inevitabile per Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
lui l' arresto con l' accusa di furto aggravato, in attesa di ulteriori decisioni da parte dell' autorità giudiziaria di Salerno. pe.car. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
26/10/2019 amalfinotizie.it EAV: € 420 Lettori: 1.333 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Al “Ruggi” di Salerno un rivoluzionario intervento di Cardiochirurgia. E’ primo a livello mondiale Uno straordinario e rivoluzionario intervento è stato portato a termine con successo presso la Cardiochirurgia d’Urgenza dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. L’intervento, frutto di un importante lavoro d’equipe interdisciplinare basato sullo studio e sulla ricerca medica in continua evoluzione, tanto da essere considerato il primo a livello mondiale, è stato eseguito su un paziente di 71, cittadino UE, affetto da una grave malattia cardiaca che coinvolgeva tre valvole. Prima di giungere alla Cardiochirurgia d’Urgenza del Ruggi, era stato attivato a suo favore un “crowdfunding” per sottoporlo a chirurgia cardiaca nel suo stesso paese d’origine ma, nonostante il successo della raccolta fondi, i medici avevano considerato l’intervento troppo rischioso e, non senza rammarico, avevano dovuto dire al paziente che non era possibile fare più nulla. I familiari dell’uomo, però, che lavorano nella nostra regione, non si sono rassegnati all’ineluttabilità del destino e, avendo saputo dell’eccellenza Cardiochirurgica presente nell’Azienda Ospedaliera di Salerno riconosciuta a livello nazionale, hanno organizzato quello che anche loro definiscono “il viaggio della speranza”. Il paziente, giunto al Ruggi, è stato prima trattato farmacologicamente in quanto gravemente scompensato e, successivamente, trasferito in Cardiochirurgia d’Urgenza per una valutazione specialistica. Confermata la gravità e l’estensione della malattia cardiaca, coinvolgente le valvole mitrale, aorta e tricuspide, ma anche il grado severo di disfunzione contrattile del ventricolo destro, sembrava impossibile eseguire un qualsiasi intervento. Invece unendo le grandi competenze della Cardiologia Interventistica, della Terapia Intensiva e della Cardiochirurgia d’Urgenza, è stato disegnato un percorso terapeutico originale, mai eseguito prima, che vede Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
l’esecuzione dell’intervento con l’ausilio di un sistema di assistenza meccanica del ventricolo destro denominato “Protek Duo”, mai testato prima per il supporto dell’intera procedura chirurgica. Sono intervenute tre differenti equipe mediche: la Cardiologia Interventistica diretta dal dottor Baldi ha provveduto all’impianto del device, la Terapia Intensiva del dottor Fiore ha stabilizzato il paziente e, infine, l’equipe guidata dal dottor Iesu con i chirurghi Colombino e Triggiani ha eseguito la sostituzione della valvola aortica e mitrale e la riparazione della valvola tricuspide. La complessa procedura, resa ancora più complicata dalla presenza e dalla gestione del sistema di assistenza destra, è stata coronata dal successo. Attualmente il paziente sta seguendo un percorso di stabilizzazione medica ed è in fase di convalescenza. L'articolo Al “Ruggi” di Salerno un rivoluzionario intervento di Cardiochirurgia. E’ primo a livello mondiale sembra essere il primo su AmalfiNotizie.it. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 32 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 4.620 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania «Patto per l' influenza»: tutti i medici di base cooptati per vaccinarsi `Il dg Volpe ha illustrato l' iniziativa dell' Asl nell' incontro tra vertici della sanità, dal 4 novembre tocca ai pazienti SANT' AGATA DE' GOTI Ettore Mautone Conto alla rovescia in Campania per il via alla campagna vaccinale antinfluenzale della stagione 2019-2020: dal 4 novembre tutti i medici di medicina generale potranno recarsi presso i rispettivi distretti per ritirare le dosi. La novità di quest' anno è che insieme all' antinfluenzale saranno consegnate anche alcune decine di fiale della vaccinazione contro lo pneumococco che sconta, a differenza dell' antinfluenzale, un grave ritardo di copertura con percentuali irrisorie a fronte delle frequenti complicazioni che le infezioni da parte di questo germe comportano soprattutto nelle fasce più esposte della popolazione per età e patologie croniche pregresse. La provincia di Benevento per l' antinfluenzale parte con la consapevolezza di aver raggiunto (lo scorso anno), insieme ad Avellino, un primato regionale: con il 63,7% di popolazione over 65 anni vaccinata è infatti seconda solo all' Irpinia (64,5%) in un contesto regionale che in media ha superato quota 60%, il livello minimo. Ora però il ministero ha innalzato l' asticella fissandolo a quota 75% della popolazione over 65 o a rischio. Un tetto che nessuna regione ha centrato lo scorso anno. La stessa soglia, dal prossimo anno, è stabilita anche per l' antipneumococcica. Obiettivi che rilevano sia in termini di salute pubblica (influenza Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
e polmoniti mettono a letto percentuali altissime di cittadini e riempiono ogni inverno i pronto soccorso degli ospedali) sia in termini di valutazione delle performance regionali per la griglia Lea (Livelli essenziali di assistenza): si va dai 6 punti (soglia minima raggiunta) ai 9 per chi arriva al massimo. Sfide complesse che spingono i medici a parlarsi: ieri a Sant' Agata de' Goti Pina Tommasielli, responsabile della struttura commissariale regionale per la medicina e responsabile campana del consorzio nazionale della cooperative mediche insieme a Gennaro Volpe manager della Asl di Benevento e responsabile nazionale della Confederazione dei direttori di distretto si sono seduti attorno a un tavolo con Federico Iannicelli, segretario regionale della Fimmg, il maggior sindacato di categoria, direttori di distretto di altre Asl e medici di famiglia. Presente anche Pietro Buono responsabile del centro vaccinale regionale. La popolazione over 65 in Campania supera il milione dunque bisognerà praticare, entro fine novembre, al massimo dicembre, circa 800 mila vaccinazioni. Facendo crescere anche la copertura di quelle contro lo pneumococco. «Il nodo da sciogliere - ha detto Tommasielli - è rendere strette e collegabili le maglie delle piattaforme informatiche. Le cooperative dei medici sono già attrezzate». «A dare il buon esempio ci saranno proprio i medici di famiglia - ha concluso Volpe - che il 30 ottobre sono coinvolti nel patto per l' influenza presso il centro vaccinale della Asl dove sono invitati tutti a vaccinarsi». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 7 EAV: € 812 Lettori: 25.449 Argomento: Sanità Campania Dove si sparò a Noemi, oggi uno screening salvavita Federico Baccini napoli «Proprio lì, davanti a quel bar». Giuseppe Guadagno, direttore del distretto sanitario 33, indica il luogo dove il 3 maggio scorso Noemi, la bimba di 4 anni, rimase gravemente ferita nel corso di una sparatoria di camorra. «Siamo voluti venire qui per dare un segnale. In questo luogo, dove una bambina ha rischiato di morire, oggi c' è un' iniziativa che promuove e difende la vita». Il poliambulatorio mobile dell' Asl Napoli 1 Centro ieri è arrivato proprio lì, tra via Acquaviva e piazza Nazionale, per promuovere la campagna di prevenzione "I sabato dello screening". «Insomma, abbiamo colto anche simbolicamente questo aspetto della prevenzione, per stimolare ancora di più il coinvolgimento dei cittadini», continua il dottor Guadagno. L' attività è quella di prevenzione oncologica (tumore del colon retto, della mammella, della cervice uterina), delle malattie cardiovascolari, respiratorie e del diabete mellito. «Tutti gli esami vengono effettuati gratuitamente nella fascia di popolazione che può essere soggetta a screening, ogni sabato in un distretto sanitario diverso». Questa posizione è strategica anche per un altro motivo: «Qui c' è il più grande centro di patologia mammaria del territorio. Dopo la prenotazione, la mammografia è subito disponibile», spiega il direttore del distretto sanitario 33. Il successo è evidente guardandosi attorno e i primi dati raccolti confermano l' impressione: alle 11 sono già 212 le prenotazioni effettuate, la metà rispetto a tutte quelle della settimana scorsa in piazza Madonna dell' Arco. Sono proprio le ecografie mammarie e le Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
prenotazioni per la mammografia a spingere verso il successo di questa giornata di prevenzioni per la cittadinanza: 27 le prime e 38 le seconde, ben oltre la metà rispetto a tutte quelle di sabato scorso, con le ore più affollate ancora da affrontare. «Oggi più di altre occasioni possiamo davvero dire che c' è stata una partecipazione di massa», afferma Guadagno, guardando le decine di donne, anziani e ragazzi che aspettano il loro turno seduti sotto i gazebo o in piedi davanti alla scala del furgone- poliambulatorio. Il segnale è stato colto dai cittadini: dove la camorra non si faceva scrupolo a sparare, oggi la vita viene difesa a colpi di screening. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 7 EAV: € 520 Lettori: 25.449 Argomento: Sanità Campania Gli sfollati torneranno nelle loro case tra 4 anni Potranno ritornare nelle loro case, ma probabilmente fra tre o quattro anni, quando i lavori di restauro del complesso di Santa Maria del Popolo degli Incurabili saranno definitivamente completati, i ventuno nuclei familiari che abitavano nelle dimore storiche della struttura. «Ci siamo ritrovati con un' ordinanza che - rilevata l' esistenza di concreto pericolo - a tutela della pubblica e privata incolumità ha imposto la messa in sicurezza dei luoghi», ha spiegato Verdoliva. Da qui l' esigenza di sgomberare in via definitiva lo scorso 6 aprile, oltre ai degenti, anche i componenti delle famiglie residenti che sono state sistemate in edifici attigui. Rimasti senza casa, le persone (circa 70) erano stati trasferiti in un primo momento in diversi alberghi della città, poi successivamente in alloggi del Centro storico, in seguito alla loro richiesta di rimanere nel quartiere. Il direttore generale dell' Asl Napoli 1 Centro però ha assicurato che, con i tempi dovuti e nel rispetto del cronoprogramma previsto, «le famiglie ritorneranno presto, abbiamo preso un impegno e lo manterremo. Nella riqualificazione degli Incurabili ci saranno anche i lavori di ristrutturazione delle unità abitative storiche, e quindi i nuclei familiari torneranno ad abitare dove hanno sempre abitato». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 43 Il Mattino (ed. Circondario Nord) EAV: € 2.456 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Il 118 assiste la partoriente Bimbo di 3 kg nasce in bagno FRATTAMAGGIORE Antonio Parrella Straordinario evento di buona sanità. Ieri un' equipe del 118 di Frattamaggiore B e la relativa automedica, in servizio all' asl di Napoli 2 nord, hanno improvvisato una sala parto a casa di una partoriente per garantire la nascita di un maschietto di 3.3 kg. I sanitari sono intervenuti immediatamente a seguito di una chiamata con cui si chiedeva aiuto per una trentaquattrenne al nono mese, che lamentava forti dolori. In appena otto minuti l' equipe era già in azione per portare a termine il lieto evento. L' ambulanza e l' automedica sono giunti sul posto alle 4.07, trovando la donna in bagno in travaglio. Soddisfazione per l' intervento dei sanitari è stata espressa dal direttore generale dell' Asl Napol, 2 nord, Antonio d' Amore e dal direttore sanitario, Monica Vanni. «E' stata un' emozione indescrivibile tagliare per la prima volta un cordone ombelicale - spiega Ciro Palladino, infermiere del 118 - in 20 anni di attività sulle ambulanze non era mai capitato nulla di simile». Il team, coordinato dalla dottoressa Giuseppina del Prete, oltre a Palladino era composto dall' infermiere Luigi Vallifuoco e dall' autista soccorritore Biagio Biondino. Subito dopo il parto, in base al protocollo del fast track, sia la mamma che il bimbo sono stati trasportati all' ospedale San Giovanni di Dio, preallertando già alla partenza i reparti di pediatria e ginecologia. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 32 EAV: € 5.181 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Moscati, Pizzuti accelera: «Prove in corso per 12 medici» LA SANITÀ Dopo l' Asl, anche l' Azienda ospedaliera «Moscati» annuncia nuove assunzioni. Il direttore generale Renato Pizzuti risponde, dunque, con i fatti all' appello - «Serve personale in tutti i reparti dei nosocomi irpini, altrimenti si rischia il collasso» - lanciato l' altro giorno dal presidente provinciale dell' Ordine dei medici Francesco Sellitto. «Abbiamo concluso le prove scritte del concorso pubblico per assumere a tempo indeterminato 12 medici specializzati in Medicina di accettazione e d' urgenza», dice il manager di Contrada Amoretta. «Una volta ultimata la selezione, ci saranno forze fresche per il Pronto soccorso. L' auspicio osserva il manager è che i vincitori scelgano Avellino quale destinazione, infatti dei 13 partecipanti alcuni stanno svolgendo anche concorsi altrove: questa è l' ulteriore conferma che i medici sono merce rara e che dunque le difficoltà nel reclutamento non dipendono certo da una nostra inadempienza». Ma non finisce qui. «Stiamo procedendo con l' assunzione, sempre a tempo indeterminato, di 75 infermieri e stiamo portando avanti l' iter per la selezione dei primari da inserire nei posti attualmente vacanti. Credo che questa amministrazione abbia iniziato a lavorare con il passo giusto: ora siamo chiamati a continuare così». Un passaggio, poi, anche sul processo di annessione dell' ospedale «Landolfi» di Solofra: «Per noi è una priorità: quello della città della concia è un presidio che ha la stessa importanza della città ospedaliera. Tuttavia, i plessi hanno vissuto esperienze gestionali differenti e in questo momento Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
bisogna modificarne, oltre che l' organizzazione, la concezione: stiamo agendo in questo senso con tutto l' impegno necessario. È innegabile conclude Pizzuti sempre in riferimento al Landolfi che la struttura va rimodernata: attendiamo, nei prossimi 3-4 mesi, l' arrivo dei fondi regionali già accordati. I progetti esecutivi sono già sulla mia scrivania». Come detto, prima del «Moscati» era stata l' Asl a rispondere all' appello dell' Ordine dei medici con il via libera all' assunzione a tempo indeterminato, attingendo alle graduatorie concorsuali valide ed efficaci, di 9 medici, 20 infermieri e 22 operatori sociosanitari (Oss) per complessivi 51 innesti da distribuire tra gli ospedali di Ariano irpino e Sant' Angelo dei Lombardi e tra i presidi territoriali dei 118 comuni dell' Irpinia. Quello avviato a via Degli Imbimbo è soltanto uno step iniziale in attesa dell' attuazione del Piano triennale del fabbisogno del personale che prevede entro il 2021 più di 100 assunzioni. Questo primo reclutamento è stato reso possibile grazie a un accordo con la Regione Campania che ha concesso l' attivazione delle procedure per l' assunzione di queste 51 figure professionali ritenute indispensabili per assicurare i Livelli essenziali di assistenza (Lea). Adesso l' attenzione si concentra sulla continuità assistenziale (ex guardia medica) e sull' emergenza territoriale (118). I medici di guardia aspettano ancora l' applicazione di una sentenza del Tar di Salerno che accogliendo un doppio ricorso ha sancito che i tagli effettuati dall' Asl sono illegittimi. I giudici hanno quindi obbligato l' ente al reintegro del personale considerato in esubero. Da maggio dell' anno scorso, erano stati più di 20 tagli: ora, alla luce della pronuncia, l' organico dovrà essere riportato in quota ristabilendo il rapporto ottimale che, come previsto sia dall' Accordo collettivo nazionale sia dalla Regione, è di 1 medico ogni 5mila abitanti nelle zone non disagiate e di 1 ogni 1500 in quelle disagiate. an. pl. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 7 EAV: € 1.090 Lettori: 25.449 Argomento: Sanità Campania Ospedale e museo nuovi: entro sei mesi i lavori al complesso «Incurabili» Elena Scarici napoli Cento milioni dalla Regione Campania per far rinascere Santa Maria del Popolo degli Incurabili, il complesso voluto nel 500 dalla fondatrice, Maria Longo, e chiuso definitivamente lo scorso aprile dopo l' ennesimo crollo che ha interessato anche la storica Farmacia. Il progetto di restauro è stato presentato ieri pomeriggio al Mann dal direttore generale dell' Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva. Con lui il team di esperti che lo ha coadiuvato tra cui Antonio Bruno, Edoardo Cosenza, Antonio De Simone, Leonardo Di Mauro, Gianluca Minin, Gennaro Rispoli. I lavori dovrebbero partire tra sei mesi mentre il bando sarà pubblicato entro il mese di novembre. «Il cronoprogramma - ha spiegato Verdoliva - ci permetterà di avere il vincitore di questo concorso di progettazione e quindi di andare avanti nel tempo. In 203 giorni abbiamo avviato un percorso virtuoso che ci consente nell' arco di tre o quattro anni di avere per lotti i lavori completati all' intero complesso». L' intervento di riqualificazione prevede una nuova struttura socio-sanitaria a valenza ospedaliera-territoriale e un' ampia parte museale e culturale. Nell' intervento sarà rispettata la vocazione naturale dell' ospedale che, per volere della venerabile Maria Longo, fu il luogo dove coloro che non potevano curarsi (da qui il nome) potessero trovare assistenza e ricovero, unico all' epoca per le donne incinte, anche straniere. A distanza di cinque secoli il presidio Incurabili accoglierà quei pazienti, che per mancanza di strutture alternative, sono oggi Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
assistiti in setting comunque inappropriati. Per queste destinazioni sarà usata una superficie di circa 12.900 metri quadrati (il 60% del totale). «Vogliamo smentire le malelingue e i bugiardi che in questi mesi hanno voluto mettere i paletti dicendo che avremmo recuperato soltanto la parte museale della struttura», ha detto il direttore generale dell' Asl Na 1. Si tratterà, in sostanza, di un "Presidio multidisciplinare integrato", primo esempio in Campania. Nello specifico, per il settore riabilitazione, ci saranno 36 posti letto (Cardiologia, Neurologia, fisica e motoria), 20 posti letto di lungodegenza per pazienti che necessitano di un prolungamento dell' intervento assistenziale ospedaliero, 20 posti letto semiresidenziali di Centro diurno Alzheimer, un "giardino curativo", poi un poliambulatorio specialistico, Medicina di Laboratorio con punto prelievi, Diagnostica per Immagini. La futura area museale, invece, sarà destinata a percorsi e spazi espositivi, laboratori museali, biblioteca, sale per convegni e per concerti, sale multimediali, biglietteria, bookshoop, caffetteria, ristorante. La Farmacia storica con le adiacenti Spezieria e Retrospiezeria e la sovrastante "sala del governatore" saranno destinati prevalentemente a spazi espositivi. Interventi anche all''ex convento delle Convertite, all' atrio centrale dell' ospedale, alla Cappella dei Bianchi alla Giustizia, la corte monumentale, l' orto medico ed il chiostro di Santa Maria delle Grazie . Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 37 EAV: € 917 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Parto d' emergenza, il 118 fa nascere bimbo a casa FRATTAMAGGIORE Donna in travaglio, l' equipe sanitaria interviene: mamma e piccolo stanno bene. L' infermiere: emozione unica FRATTAMAGGIORE. Equipe del 118 improvvisa sala parto e fa nascere un bimbo a casa di una paziente. Madre e piccolo godono di ottima salute. L' equipe del 118 Frattamaggiore B e l' automedica hanno improvvisato una sala parto ieri mattina a casa di una partoriente per garantire la nascita di un maschietto di 3.3 kg in buona salute. I sanitari sono intervenuti a seguito di una chiamata al 118 con cui si chiedeva aiuto per una donna gravida al nono mese che lamentava forti dolori. L' ambulanza e l' automedica sono giunti a casa della signora alle 4.07, otto minuti dopo la chiamata, ed hanno trovato la donna di 34 anni in bagno, già in pieno travaglio. L' equipe ha applicato le procedure, facendo venire alla luce il bimbo. «In vent' anni di servizio sulle ambulanze ho visto di tutto, ma non ho mai provato un' emozione simile» dice Ciro Palladino, infermiere del 118. «Coordinati dalla dottoressa Giuseppina del Prete, con il collega infermiere Luigi Vallifuoco e l' autista soccorritore Biagio Biondino abbiamo lavorato in perfetta sinergia, mettendo in pratica per la prima volta le procedure apprese in addestramento. Non avevamo mai tagliato un cordone ombelicale prima e per tutti noi è stata un' emozione indescrivibile. Alla fine del turno abbiamo festeggiato insieme questa splendida nascita». Subito dopo l' equipe ha trasportato in urgenza la mamma e il bimbo al San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
preallertando già alla partenza la Pediatria e la Ginecologia. Il bimbo è stato immediatamente messo in una culla termica da un pediatra in Pronto Soccorso. La neo -mamma, invece, è stata accompagnata direttamente in Ginecologia, in base al protocollo del "fast track". Immediatamente sono arrivate le congratulazioni alla "task force" da parte del direttore generale Antonio d' Amore e del direttore sanitario Monica Vanni. «A nome di tutta l' Azienda facciamo gli auguri alla neo mamma e diamo il benvenuto al nuovo nato. Siamo orgogliosi del lavoro fatto dall' equipe intervenuta che ha saputo gestire con professionalità e competenza una situazione. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 34 EAV: € 4.378 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Paziente ferito, giallo in psichiatria SESSA AURUNCA Anna Grippo Riverso al suolo, agonizzante: è stato ritrovato così T.G . cinquantanovenne ospite della residenza sanitaria assistenziale «Emme Due» di Sessa Aurunca. Giaceva ai piedi della scala antincendio quando alle 22 uno degli addetti alla sicurezza lo ha ritrovato. Il vigilante ha avvisato il personale della struttura e sono stati forniti i primi soccorsi lasciati proseguiti dal personale del 118. I sanitari accorsi pochi minuti dopo il ritrovamento hanno trasportato l' uomo incosciente presso il pronto soccorso dell' ospedale San Rocco per poi esser trasferito presso l' azienda ospedaliera Sant' Anna e San Sebastiano di Caserta dove è tuttora ricoverato in prognosi riservata. Trauma cranico, frattura dell' anca e quattro costole rotte: questo il referto dell' ospedale di Sessa Aurunca prima che l' uomo venisse trasferito a Caserta dove è ora ricoverato. Presumibilmente le lesioni sono compatibili con la caduta dalle scale alla base delle quali l' uomo è stato ritrovato. Ma ci sono indagini in corso per stabilire se sia caduto da solo o se qualcuno lo abbia spinto magari al termine di una lite. T.G., affetto da psicopatia era in cura presso la struttura psichiatrica da qualche anno, era solito discutere animatamente con gli altri ospiti della casa alloggio. Un dettaglio non trascurabile che ha portato gli agenti del commissariato di Sessa Aurunca a requisire i filmati delle telecamere di sorveglianza dell' edificio e a interrogare gran parte del personale in servizio al momento dell' accaduto. LA SCIA DI VIOLENZA Solo qualche settimana fa un Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
venticinquenne cittadino del Gambia scappò dalla struttura dopo aver ucciso un cane a sassate e poi sfogò la sua rabbia contro i vigili urbani: un poliziotto fu ferito con una pietra. La furia dell' uomo si placò solo dopo il Tso. Altra fuga si verificò nel maggio scorso quando un degente saltò dal secondo piano della residenza, atterrò incolume e si diresse verso via Raccomandata, una traversa adiacente alla clinica seminando il panico tra gli automobilisti poiché cercava di gettarsi verso le auto in corsa. La fuga di un venticinquenne africano anch' egli ospite della struttura ebbe poi un tragico epilogo. Nel luglio 2018 presso i locali del Servizio di Prevenzione, Diagnosi e Cura dell' ospedale di Sessa Aurunca l' immigrato uccise a mani nude, fraccassandogli la testa contro un muro, Luca Toscano ex infermiere di Falciano del Massico, ricoverato con lui all' ospedale di Sessa Aurunca. QUARTIERE NEL TERRORE Una escalation che genera timore in coloro che vivono nello stesso quartiere che spesso hanno dovuto assistere alle gesta inconsulte dei pazienti psichiatrici sfuggiti al controllo. «Oramai le fughe dei pazienti non si contano più» racconta uno dei residenti «già dopo cena non esce più nessuno di casa. I pochi che si vedono in giro, magari per portare a spasso il cane lo fanno lontano dalla clinica con la speranza di non ritrovarsi nessuno davanti». La struttura psichiatrica è gestita dai medici Schiavone: Michele ex medico di base e Massimo, presidente del consiglio comunale di Sessa Aurunca. rispettivamente padre e figlio. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 30 EAV: € 3.860 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Pineta Grande, ok del Riesame restano i sigilli ai nuovi reparti LA SANITÀ / 1 Vincenzo Ammaliato «I giudici del riesame avevano concesso anche a me di esprimere la mia verità. Ho avuto trenta minuti in cui ho cercato di spiegare la mia verità. I sacrifici fatti per restare nella legalità e far crescere l' azienda è il benessere del territorio. Ero fiducioso fossi riuscito a fargli comprendere che nessuna illegalità è stata compiuta. Purtroppo non è stato così. È adesso inizia un percorso tutto in salita». A parlare è Vincenzo Schiavone, fondatore delle clinica Pineta Grande di Castel Volturno, il cui cantiere per il raddoppio della struttura sanitaria è stato sequestrato un mese e mezzo fa su iniziativa della procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. IN CASSAZIONE Lunedì era iniziato il riesame che doveva decidere sul ricorso presentato dalla società che controlla Pineta Grande per la rimozione dei sigilli e la possibilità di tornare a completare l' opera, la cui inaugurazione dei primi due lotti su cinque era prevista per febbraio del 2020. Il riesame ha respinto il ricorso e confermato il sequestro. E adesso? Alla proprietà della clinica non resta che ricorrere in cassazione, chiedendo l' annullamento del procedimento della procura sanmaritana. Ma i tempi si dilatano e a rischio non è più soltanto l' ampliamento della clinica, ma la stessa sussistenza della struttura sanitaria già esistente. I CAPITALI PRIVATI I lavori per portare Pineta Grande da duecento a quattrocento posti letto circa, e da settecento dipendenti a Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
milleduecento, infatti, sono finanziati interamente con capitali privati. Il monte investimenti è di 80milioni d' Euro e 50 sono stati già spesi o impegnati. I partner finanziari di Pineta Gtande adesso chiederanno conto di quanto succede e il rientro dei capitali. Ma come si è arrivato al sequestro del cantiere? LE RAGIONI DELLA PROCURA Secondo la procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ci sarebbero molte violazioni urbanistiche nella costruzione dei nuovi padiglioni. E non solo questo. Il patron del presidio medico, infatti, avrebbe messo su una rete costruttiva per garantirsi appoggi istituzionali a più livelli. LA POSIZIONE DI SCHIAVONE «Non ho violato nessuna legge - ribadisce Schiavone - ho atteso ben cinque anni per ottenere la concessione edilizia e ho rispettato ogni indicazione. Non ho ottenuto dal sistema sanitario nazionale un solo letto in più in concezione. Non comprendo tutto questo accanimento nei nostri riguardi. Sinceramente non comprendo». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 10 EAV: € 1.132 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Sanità, la Campania terz' ultima in Italia LA CLASSIFICA Tredici punti in più in un anno, ma i Livelli essenziali di assistenza sono ancora appena sufficienti NAPOLI. Quando il governatore della Campania Vincenzo De Luca dice che la sanità regionale ha fatto un balzo in avanti non mente. Ma questo non vuol dire che gli ospedali campani sono come quelli della Svizzera, la regione, infatti, 8 terzultima in Italia nella classifica dei Lea (Livelli essenziali di assistenza), un dato oggettivo che la dice lunga sullo stato dell' arte. Il progresso 8 di 17 punti, quanto basta per passare dai 153 (sotto la soglia minima accettabile di 160) agli attuali 170. Un grande sforzo, che, però, dà al sistema sanitario regionale una sufficienza scarsa. Nella classifica del Ministero, anticipata da Repubblica.it, 8 il Veneto a balzare. Le Regioni che vanno bene la sventolano come un trofeo, per sottolineare la propria qualità; quelle che vanno male o peggiorano la snobbano, dicendo che sono altri i criteri che vanno messi in campo per capire come funziona la sanità a livello locale. In effetti sono sempre di più coloro, anche tra chi non 8 un politico o un amministratore, che da tempo chiedono nuovi sistemi di valutazione. Gli indicatori presi in considerazione sono decine e per ciascuno 8 assegnato un "voto" numerico. Il punteggio massimo che si può raggiungere 8 225 e nel 2018 il Veneto ha raggiunto 222 punti (erano 218 l' anno prima). Seguono Toscana ed Emilia-Romagna con 220 (erano a 216 e 218), Piemonte a 218 (era in testa con 221), Lombardia con 215 (212), Liguria con 211 (195), Umbria con 210 (208), Abruzzo con Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
209 (202), Marche con 192 (201) Basilicata con 191 (189), Puglia con 186 (179), Molise con 180 (167), Lazio con 179 (180), Campania con 170 (153, il suo 8 il più grosso balzo in avanti), Sicilia con 165 (160) e infine Calabria con 146 (136) che resta l' unica sotto la soglia di livello minimo accettabile di 160. Va detto che i dati verranno controllati di nuovo per ché almeno una Regione ha chiesto un riconteggio. Al momento, inoltre, non vengono prese in considerazione le Regioni a statuto speciale. Gli indicatori della cosiddetta "Griglia Lea" sono raccolti in tre macro categorie: ospedale, distretto e prevenzione. Vengono presi in considerazione ad esempio gli interventi per le fratture di femore svolti entro le 48 ore, la quantità di prestazioni inappropriate consumate dai cittadini, l' adesione agli screening oncologici, i tempi di intervento del 118, il tasso di risonanze magnetiche rispetto alla popolazione, i controlli veterinari. Spesso i punteggi sono frutto di scontri ai tavoli di Roma dove siedono il ministero e i funzionari delle Regioni. Le classifiche in sanità vanno maneggiate con cura, quella basata sui Lea 8 delicata proprio perché tiene dentro tantissimi indicatori e magari qualcuno resta indietro per i controlli sugli alimenti pur avendo ospedali che funzionano bene. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 11 EAV: € 830 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Violenza in corsia, la battaglia non è finita SANITÀ I medici dello Smi si sono ritrovati per fare il punto prima della discussione del Ddl NAPOLI. «Se la legge contro quelle persone che si macchiano di azioni violente contro i medici sta per essere approvata alla Camera 8 anche frutto dell' azione del coordinamento donne medico, che alcuni anni fa pose alle istituzioni l' urgenza di misure a tutela dei medici e soprattutto per le donne che esercitano la professione medica» così Pina Onotri, segretario generale del Sindacato Medici Italiani, davanti ai duecento medici partecipanti al convegno del sindacato a Villa Guarracino. L' incontro dello Smi segue quello fatto all' Ordine dei Medici di Napoli al quale ha preso parte il ministro Roberto Speranza. Un dibattito incentrato sul tema della violenza in corsia che ha visto il ministro aperto a tutte le soluzini anche quella che oggi viene definita come la militarizzazione dei Pronto Soccorso. «Abbiamo assistito a uno stillicidio in questi anni, a uccisioni, a violenze, al deterioramento del rapporto tra il cittadino -paziente; nessun ambito medico 8 stato escluso, dai Pronto Soccorso fino agli studi di medicina generale. La legge in discussione alla Camera rappresenta una prima risposta al fenomeno, ma avremmo voluto misure ancora più stringenti» ha proseguito Mario Iovane, segretario organizzativo nazionale Smi. «Avremmo preferito che insieme a queste norme il Ddl che tutela da episodi di violenza i medici e i sanitari riconoscesse ai pro fessionisti in servizio lo status di pubblico ufficiale, ma su questo continueremo la nostra Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
battaglia. Il cammino per mettere fine al clima di violenza che investe i medici e il personale sanitario in tutto il territorio nazionale 8 ancora lungo» continua ancora Io vane. «La nostra azione sindacale, nel rappresentare l' interesse della categoria, dovrà su questo terreno sviluppare ancora di più un' iniziativa puntuale, a partire anche dalla Legge Bilancio che si appresta ad essere discussa in Parlamento». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 4 EAV: € 14.479 Lettori: 418.324 Argomento: Sanità nazionale Candidato di rottura per il battesimo della nuova alleanza FEDERICO CAPURSO Vincenzo Bianconi Imprenditore prestato alla politica è riuscito a convincere dem e grillini FEDERICO CAPURSO ROMA Comunque vada, rimarrà quella foto. Vincenzo Bianconi al centro, da candidato presidente, e i leader del governo giallorosso stretti intorno a lui, per il comizio conclusivo della campagna elettorale. Qualcuno si chiede, dalle parti del candidato (e del Pd), se quella foto non potesse essere scattata prima. Perché se l' avversaria del centrodestra si è ritagliata quasi a fatica il suo spazio, mentre Salvini conquistava i palchi di ogni comizio e la trascinava con sé tra le folle adoranti, lui, Bianconi, ha dovuto fare i conti con il problema opposto. Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti e Giuseppe Conte hanno messo in piedi una curiosa staffetta per affiancare il loro candidato, senza mai farsi vedere insieme. Ha iniziato Zingaretti, ha continuato nei weekend Di Maio e ha finito Conte. Così Bianconi, imprenditore di Norcia e presidente di Federalberghi Umbria, prestato per la prima volta alla politica e al faticoso «patto civico» stretto tra le forze di governo, si è trovato a condurre una campagna elettorale più breve di quella della sua avversaria e priva della necessaria spinta unitaria dei leader di governo. Anche la partenza era in salita. Nelle tornate elettorali che ci sono state negli ultimi due anni, il centrosinistra, in Umbria, è sempre andato peggio del centrodestra. L' inchiesta sulla sanità che ha travolto la precedente governatrice dem Catiuscia Marini, poi, ha sconvolto il feudo rosso. Serviva un candidato di rottura e la scelta è caduta su Bianconi, imprenditore da Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
sempre vicino alle idee del centrodestra moderato che, con la promessa di tenere fuori i partiti dalla sua giunta, cerca ora di invertire la rotta. Tutto il suo programma ha un forte sapore grillino. Perché sono stati loro, i Cinque stelle, i più difficili da convincere quando si pensava a un patto di governo nei territori. Riappare persino lo «streaming», che Bianconi vorrebbe adottare per rendere trasparenti i meccanismi di selezione del personale medico. E quando si parla di infrastrutture, prevede solo una «manutenzione della rete esistente», oltre a colonnine per le auto elettriche e trasporto pubblico. Insomma, tutte parole d' ordine M5S. Utili a invertire la rotta. Forse, a non affondare del tutto. - c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI personaggio/1 ANSA Vincenzo Bianconi è il candidato unitario di Pd, M5S e Leu. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/10/2019 Pagina 53 EAV: € 4.421 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità nazionale così muore il sogno curdo PER L' ESPRESSO nsieme alla caduta di Ras al Ain, è tramontato anche il sogno di un Rojava libero. Due bare sfilano attraverso una folla con le mani innalzate verso il cielo, mentre entrano nel cimitero Serixan, nella città curda di Qamishli. È fine mattinata del 17 ottobre, qualche ora prima dell' annuncio di un cessate il fuoco di 120 ore da parte del presidente turco Erdogan. La musica inneggia al loro martirio. La folla li acclama. I due soldati delle Forze democratiche siriane (Fds), le forze curdo-siriane sotto attacco, sono morti a Ras al Ain, cittadina diventata l' epicentro dell' aggressione turca nel nordest della Siria, cominciata il 9 ottobre, e per alcuni giorni unico vero fronte. Molti si avvicinano, piangono sulle bare addobbate con foto e bandiere. Le baciano. Altri sparano verso il cielo. Le donne urlano. «Ho perso anche io mio figlio a causa della guerra. È morto nel 2015 combattendo lo Stato islamico. Ecco perché sono qui. Ricorderemo sempre i nostri martiri», commenta Zakia, seduta sulla tomba del figlio, in attesa di assistere alla cerimonia, insieme all' altro figlio Hajar: «Abbiamo sacrificato 11 mila combattenti contro il terrorismo. I nostri giovani sono morti non solo nel nome della popolazione curda ma per tutto il mondo. Sappiamo benissimo che Erdogan sta aiutando i terroristi a scappare dalle prigioni e li fa attraversare la frontiera. Come fa l' Europa a non rendersene conto?». Dall' inizio dell' operazione turca nel Rojava, denominata "Primavera di pace", la cittadina di Ras al Ain, situata proprio a ridosso del confine, è stata bombardata senza pietà, prima di essere circondata e isolata dalle vie di rifornimento delle Fds. La Turchia è riuscita ad avanzare nella regione Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
inviando sul terreno le milizie dell' Esercito nazionale siriano (Ens), per la maggior parte soldati dell' Esercito siriano libero. Più a ovest, per circa 80 chilometri, l' Ens ha potuto avanzare indisturbato raggiungendo la principale via di rifornimento nel nordest della Siria e tagliando le vie di comunicazione curde nella regione. È stata solo Ras al Ain a resistere. Anche dopo l' annuncio del cessate il fuoco, quando i bombardamenti e gli scontri a fuoco sono continuati imperterriti, tenendo in scacco feriti e civili in città. Solo dalle campagne sono riusciti ad evacuarli. A detta di medici e volontari, tutti gli ospedali della città sono stati distrutti facendo diventare l' ospedale Shehid Legerin di Tel Tamer, il punto di soccorso più vicino a pochi chilometri da una confusa e inesistente linea del fronte. Difatti, un vero fronte non esiste. I soldati delle Fds si nascondono nelle case, proteggendosi dai droni e dall' aviazione turca. Oltre ai feriti, all' ospedale arrivano su dei camioncini molti cadaveri rimasti sotto le macerie lasciate dagli attacchi aerei. Il primo giorno di tregua, nel tardo pomeriggio, alcuni veicoli provenienti da villaggi vicino alla frontiera trasportano cadaveri in putrefazione. Un odore nauseante infesta il cortile, mentre il team medico si occupa di disinfettarli, coprirli degnamente e poi chiuderli in una sacca nera prima di caricarli su una cella frigorifera per gelati. Madri, sorelle e padri si fanno largo urlando. Grida strazianti sempre più forti man mano che percorrono il viale che porta sul retro dell' ospedale. È un pianto rabbioso. Costringono i volontari ad aprire le sacche, strattonandoli. «Perché?» grida una donna, quando vede la faccia del familiare ucciso. Un' altra sviene sul posto. Tutti inveiscono contro le Fds. Un uomo si avvicina, alza le mani al cielo gridando, per poi abbassare il capo e mettersi le mani sulla testa. È disperato ma cerca di mantenere il controllo. Una scena terribile, che meglio non può descrivere quello che sta succedendo nel Rojava. «Oggi, sebbene sia entrato in vigore il cessate il fuoco, i turchi hanno bombardato un villaggio vicino a Ras al Ain, facendo 10 morti e 8 feriti», dice il responsabile dell' ospedale, Hassan Amin. «Sin dall' inizio delle operazioni cerchiamo di portare i feriti qui perché tutti i punti medici a Ras al Ain sono sotto tiro o distrutti. Proviamo a dare un primo soccorso d' emergenza e poi dirigerli verso gli ospedali di Hasake e Qamishli. Non abbiamo i mezzi, né dottori a sufficienza. Non siamo riusciti a tirare fuori i feriti dalla città. È un crimine di guerra. Secondo la legge internazionale i feriti hanno il diritto di essere curati, ma la Turchia ce lo ha impedito», commenta invece il dottor Javan, responsabile del ministero della sanità della regione, seduto sul tetto dell' ospedale dove è dipinta una croce rossa per non essere bersagliati dall' aviazione. Poche ore dopo le cose cambiano. Un convoglio di 30 ambulanze tenta di forzare l' assedio della città, ma viene respinto e attaccato. Il giorno seguente, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
medici coraggiosi ci riprovano, questa volta riuscendo a entrare in città. L' Ens li tiene sotto tiro. Possono andare all' ospedale, caricare i feriti e uscire. Mezz' ora, non di più. Alla fine è un successo: 30 feriti sono portati in salvo, insieme a 4 cadaveri. Solo alcune ambulanze tornano all' ospedale Shehid Legerin, con i casi meno gravi. Piove, l' elettricità va e viene. Il giorno seguente, un altro convoglio riesce ancora una volta ad entrare. Questa volta non sono solo i feriti ad essere evacuati ma anche i soldati delle Sdf rimasti in città. Finalmente si hanno notizie di cosa stia succedendo in città dopo giorni di silenzio assoluto. «Siamo passati attraverso il checkpoint dell' Ens. I soldati ci guardavano con sospetto», racconta David Eubank, direttore di un' organizzazione di volontari medici ed ex militari chiamata Free Rangers Burma e presente con il convoglio entrato a Ras al Ain, «quando siamo usciti dalla città gridavano "Allah Akbar", in segno di vittoria. La città non è rasa al suolo completamente, ma c' è molta distruzione, auto bruciate, crateri in strada, negozi distrutti, edifici in frantumi. Siamo andati direttamente all' ospedale per caricare i feriti e al mercato per prendere i civili che aspettavano con le valigie in fila indiana, come se stessero aspettando l' autobus. Non potevamo fare altro anche perché, non appena un' ambulanza ha sbagliato una curva, i miliziani hanno cominciato a sparare». David e la sua squadra sono stanziati a poche centinaia di metri dalla prima linea, nascondendo le loro ambulanze blindate sotto gli alberi e vivendo in una casa abbandonata vicino al villaggio di Asadyie, a 3 chilometri da Ras al Ain. La prima linea è silenziosa. Si sente solo il fruscio del vento che muove i rami degli alberi. Nel cielo, vola in alto un drone del nemico, invisibile. Il silenzio è terrificante, quasi a voler precedere un attacco. I soldati delle Sdf si nascondono nelle case, non si fanno vedere. Dopo l' evacuazione di soldati e civili dalla città, confermata anche dall' alto comando delle Sdf, Ras al Ain è caduta saldamente in mano ai miliziani sostenuti dalla Turchia, terminando una fase di resistenza coraggiosa e aprendo le porte a nuovi sviluppi dopo la fine del cessate il fuoco. Le voci di quello che è successo in città sono confermate anche dai civili feriti evacuati nel convoglio. Nell' ospedale Al-Rahme di Qamishli, seduto sul ciglio del letto e fumando una sigaretta, Mohamed, 20 anni, parla liberamente. Ha rifiutato di fuggire all' inizio dell' attacco ed è stato colpito da un bombardamento turco: «Sono voluto restare a Ras al Ain. È la mia terra, il mio paese. Quando la guerra è cominciata ho aiutato i soldati portando provviste. Tre giorni fa però, sono stato colpito». Mohamed ha la faccia ustionata, le braccia fasciate e fatica a muoversi, visto che ha parti del corpo rotte. «All' inizio, nell' ospedale non riuscivo nemmeno ad aprire gli occhi. Stavamo nel seminterrato. Un luogo buio con molti letti. Avevano solo flebo, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
antidolorifici e qualche benda per curare. C' erano solo un medico con tre infermiere. Niente elettricità. I feriti arrivavano in continuazione. Quando sono arrivate le ambulanze non sapevamo nulla. I medici ci hanno detto di prepararci in fretta per partire». La cosa più dura da accettare, per lui, è forse il fatto che a casa sua non ci potrà più tornare. «Sappiamo benissimo cosa ha fatto la Turchia ad Afrin con i suoi alleati terroristi. Uccidevano e torturavano. Queste persone che sono entrate a Ras al Ain sono come Daesh. Non c' è differenza. Li ho visti per strada. Una volta ne ho scorti alcuni con barba e capelli lunghi e uniformi militari. Uno di loro aveva in mano un coltello lungo e affilato». L' espressione persa di Mohamed fa capire quanto la consapevolezza di non poter più tornare a casa propria, possa abbatterlo. Ma non è l' unico curdo che probabilmente non farà ritorno. Gli sfollati sono migliaia. Secondo fonti ufficiali delle Fds, le forze curdo-arabe, gli sfollati sarebbero già più di 400 mila e il numero di vittime civili sopra le 500 unità. Molti sono fuggiti nel Kurdistan iracheno, altri nelle città situate più a sud, lontane dal confine con la Turchia. Ancora il giorno dopo l' evacuazione di tutti i civili e militari da Ras al Ain, molte famiglie scappano dalle proprie case con furgoncini pieni di averi personali e bambini seduti sul retro. In molti si fermano a Tel Tamer, primo crocevia, per poi continuare il proprio viaggio. «Stiamo scappando perché non c' è più niente a casa nostra. Non c' è cibo né acqua. Alcuni sono fuggiti non appena l' Ens è entrato nel nostro villaggio. I miliziani cercavano i curdi per imprigionarli oppure rubavano tutto per poi rivenderlo in Turchia. Rubavano anche la benzina dalle case per rivenderla al doppio del prezzo alla popolazione. Sono come Daesh, hanno le barbe lunghe e sono estremisti», racconta un civile appena fuggito con tutta la sua famiglia. In una scuola vicino al centro cittadino poi, circa 52 famiglie sfollate e provenienti dal villaggio di Zargan, vicino a Ras al Ain, vivono nei quattro piani dell' edificio. Nel cortile, i banchi sono ammassati mentre i bambini giocano e si divertono. Le classi sono diventate appartamenti per numerose famiglie che hanno creato cucine e letti di fianco alle lavagne. Fra di loro si è ormai sparsa anche la voce dei piani di Erdogan, che sembrerebbe voler mantenere il territorio conquistato per ripopolare la zona con i numerosi rifugiati presenti in Siria. Come ha annunciato all' inizio di ottobre, esponendo il suo piano di 20 miliardi di dollari, la Turchia costruirebbe villaggi nella regione conquistata e la popolerebbe con un milione di rifugiati provenienti da altre zone della Siria presenti in Turchia, con lo scopo di cambiare la demografia. «Se saremo costretti a combattere per tornare a casa, allora brandiremo i fucili. Sappiamo benissimo di questo accordo, ma non possono obbligarci a lasciare le nostre case», commenta Salah, uno sfollato. Nella fuga sono Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Puoi anche leggere