Media Monitoring per 28-10-2019 - Rassegna stampa del 27-10-2019 - Ruggi

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Media Monitoring per 28-10-2019 - Rassegna stampa del 27-10-2019 - Ruggi
28-10-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 27-10-2019
Media Monitoring per 28-10-2019 - Rassegna stampa del 27-10-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      27/10/2019 - CRONACHE DI CASERTA
            Precari sanità, ricorso al Tar .................................................................................................. 1
      27/10/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Ruba abiti in un negozio vicino al Ruggi poi si rifugia in Rianimazione: arrestato ................. 2
      26/10/2019 - AMALFINOTIZIE.IT
            Al “Ruggi” di Salerno un rivoluzionario intervento di Cardiochirurgia. E’ primo a livello
            mondiale ................................................................................................................................ 4
Sanità Campania ............................................................................................................................... 6
      27/10/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            «Patto per l' influenza»: tutti i medici di base cooptati per vaccinarsi ................................... 6
      27/10/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Dove si sparò a Noemi, oggi uno screening salvavita ............................................................ 8
      27/10/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Gli sfollati torneranno nelle loro case tra 4 anni .................................................................. 10
      27/10/2019 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO NORD)
            Il 118 assiste la partoriente Bimbo di 3 kg nasce in bagno .................................................. 11
      27/10/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Moscati, Pizzuti accelera: «Prove in corso per 12 medici» ................................................... 12
      27/10/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Ospedale e museo nuovi: entro sei mesi i lavori al complesso «Incurabili» ......................... 14
      27/10/2019 - IL ROMA
            Parto d' emergenza, il 118 fa nascere bimbo a casa ............................................................ 16
      27/10/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Paziente ferito, giallo in psichiatria ..................................................................................... 18
      27/10/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Pineta Grande, ok del Riesame restano i sigilli ai nuovi reparti ........................................... 20
      27/10/2019 - IL ROMA
            Sanità, la Campania terz' ultima in Italia ............................................................................. 22
      27/10/2019 - IL ROMA
            Violenza in corsia, la battaglia non è finita .......................................................................... 24
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 26
      27/10/2019 - LA STAMPA
            Candidato di rottura per il battesimo della nuova alleanza ................................................. 26
      27/10/2019 - L'ESPRESSO
            così muore il sogno curdo .................................................................................................... 28
      27/10/2019 - IL SOLE 24 ORE
            La Francia omaggia Léonard ................................................................................................ 33
      27/10/2019 - LA STAMPA
            La senatrice leghista che copia il Capitano anche sui social ................................................ 37
      27/10/2019 - IL MESSAGGERO
            San Basilio, apre il Punto Gemelli «La qualità sanitaria in periferia» ................................... 39
      27/10/2019 - LA STAMPA
            Umbria al voto: primo test per il governo Pd e M5S sfidano la destra sovranista ................ 41
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27/10/2019                                                                                                                 Pagina 5

                                                                                                                           EAV: € 626
                                                                                                                           Lettori: 29.750
                     Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                Precari sanità, ricorso al Tar

 Contestato il concorso dell' Asl CASERTA
 (ren. cas.) - Un gruppo di precari
 contesta davanti ai giudici amministrativi
 il concorso bandito ad agosto dall'
 azienda sanitaria locale per la copertura
 di posti a tempo indeterminato nel
 comparto sanità. In particolare, Adriano
 Fabozzi e gli altri ricorrenti chiedono l'
 appuntamento della parte del bando che
 non consente loro, né come né come
 precari (in quanto non hanno totalizzato
 un' esperienza lavorativa di almeno 3
 anni nella stessa azienda), né come
 esterni la partecipazione al concorso per
 la   stabilizzazione         del        personale.             I
 ricorrenti   sono       interessati           ai      profili
 professionali di operatore socio sanitario
 e di infermiere. In questi giorni l' Asl ha deliberato, con atto firmato dal direttore
 generale Ferdinando Russo, di costituirsi in giudizio davanti al Tar della Campania,
 affidando mandato agli avvocati interni Guido Verderosa e Carlo Di Marsilio. Il bando
 è stato pubblicato dall' Asl in ottemperanza agli atti emanati l' anno scorso dalla
 Regione Campani per la stabilizzazione dei precari. Secondo quanto si legge nella
 tabella stilata a suo tempo dall' ente di Palazzo Santa Lucia, il maggior numero di
 precari era proprio alla Asl di Caserta, con 323 unità. Segue l' istituto Pascale che ne
 ha 266, mentre all' Asl Salerno se ne contano 175, Il numero minore si riscontra all'
 Asl di Benevento e all' azienda ospedaliera Ruggi di Salerno, con soli 6 precari a
 testa, e all' azienda ospedaliera "Sant' Anna e San Sebastiano" di Caserta con 7
 unità.

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27/10/2019                                                                                                                     Pagina 33
                                          Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                               EAV: € 2.989
                                                                                                                               Lettori: 107.296
                         Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

     Ruba abiti in un negozio vicino al Ruggi poi si rifugia in
                     Rianimazione: arrestato

 LA SICUREZZA LA SICUREZZA Aveva
 rubato 400 euro di merce tra pantaloni,
 giubbini e tute ginniche. Ma è stato
 sfortunato in quanto subito acciuffato
 dalla polizia che è riuscita anche a
 recuperare la merce e a restituirla al
 legittimo proprietario. È accaduto tutto
 in un pochissimo tempo, a partire dal
 furto avvenuto intorno alle 14.30 di
 venerdì. Quando all' interno del negozio,
 in via san Leonardo, è scattato l' allarme,
 il ladro se l' è data a gambe tese ma i
 poliziotti della sezione Volanti (agli ordini
 dei vicequestori Giuseppina Sessa e
 Vincenzo Alagia), riusciti a giungere
 subito      sul     posto,         hanno          preso          le
 informazioni necessarie e si sono accorti
 che la sua descrizione era simile a quella
 di un uomo visto allontanarsi dalla zona
 frettolosamente. Così si sono messi sulle sue tracce e lo hanno visto entrare
 furtivamente all' interno dell' ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D' Aragona. È
 iniziata una vera e propria caccia all' uomo all' interno del nosocomio, con la
 collaborazione dei colleghi del drappello. L' uomo è stato rintracciato poco dopo nell'
 edificio della Rianimazione mentre cercava di cambiare abbigliamento per non farsi
 riconoscere. Prontamente bloccato, è stato subito identificato. All' interno dello zaino
 che aveva con se è poi stata anche rinvenuta la merce rubata poco prima nel
 negozio, ovvero alcuni pantaloni, un giubbino e tute ginniche. L' uomo, un
 georgiano, è risultato anche essere irregolare sul territorio italiano. Inevitabile per

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lui l' arresto con l' accusa di furto aggravato, in attesa di ulteriori decisioni da parte
dell' autorità giudiziaria di Salerno. pe.car. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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26/10/2019
                                                 amalfinotizie.it
                                                                                                                            EAV: € 420
                                                                                                                            Lettori: 1.333
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                          Link alla pagina web

       Al “Ruggi” di Salerno un rivoluzionario intervento di
            Cardiochirurgia. E’ primo a livello mondiale

 Uno     straordinario              e     rivoluzionario
 intervento è stato portato a termine con
 successo      presso          la       Cardiochirurgia
 d’Urgenza dell’AOU San Giovanni di Dio
 e     Ruggi      d’Aragona               di       Salerno.
 L’intervento, frutto di un importante
 lavoro d’equipe interdisciplinare basato
 sullo studio e sulla ricerca medica in
 continua evoluzione, tanto da essere
 considerato il primo a livello mondiale, è stato eseguito su un paziente di 71,
 cittadino UE, affetto da una grave malattia cardiaca che coinvolgeva tre valvole.
 Prima di giungere alla Cardiochirurgia d’Urgenza del Ruggi, era stato attivato a suo
 favore un “crowdfunding” per sottoporlo a chirurgia cardiaca nel suo stesso paese
 d’origine ma, nonostante il successo della raccolta fondi, i medici avevano
 considerato l’intervento troppo rischioso e, non senza rammarico, avevano dovuto
 dire al paziente che non era possibile fare più nulla. I familiari dell’uomo, però, che
 lavorano nella nostra regione, non si sono rassegnati all’ineluttabilità del destino e,
 avendo saputo dell’eccellenza Cardiochirurgica presente nell’Azienda Ospedaliera di
 Salerno riconosciuta a livello nazionale, hanno organizzato quello che anche loro
 definiscono “il viaggio della speranza”. Il paziente, giunto al Ruggi, è stato prima
 trattato      farmacologicamente                      in       quanto             gravemente                 scompensato                    e,
 successivamente, trasferito in Cardiochirurgia d’Urgenza per una valutazione
 specialistica. Confermata la gravità e l’estensione della malattia cardiaca,
 coinvolgente le valvole mitrale, aorta e tricuspide, ma anche il grado severo di
 disfunzione contrattile del ventricolo destro, sembrava impossibile eseguire un
 qualsiasi intervento. Invece unendo le grandi competenze della Cardiologia
 Interventistica, della Terapia Intensiva e della Cardiochirurgia d’Urgenza, è stato
 disegnato un percorso terapeutico originale, mai eseguito prima, che vede
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l’esecuzione dell’intervento con l’ausilio di un sistema di assistenza meccanica del
ventricolo destro denominato “Protek Duo”, mai testato prima per il supporto
dell’intera procedura chirurgica. Sono intervenute tre differenti equipe mediche: la
Cardiologia Interventistica diretta dal dottor Baldi ha provveduto all’impianto del
device, la Terapia Intensiva del dottor Fiore ha stabilizzato il paziente e, infine,
l’equipe guidata dal dottor Iesu con i chirurghi Colombino e Triggiani ha eseguito la
sostituzione della valvola aortica e mitrale e la riparazione della valvola tricuspide.
La complessa procedura, resa ancora più complicata dalla presenza e dalla gestione
del sistema di assistenza destra, è stata coronata dal successo. Attualmente il
paziente sta seguendo un percorso di stabilizzazione medica ed è in fase di
convalescenza. L'articolo Al “Ruggi” di Salerno un rivoluzionario intervento di
Cardiochirurgia.      E’     primo         a     livello        mondiale            sembra           essere         il   primo   su
AmalfiNotizie.it.

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27/10/2019                                                                                                                  Pagina 32
                                    Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                            EAV: € 4.620
                                                                                                                            Lettori: 107.296
                                              Argomento: Sanità Campania

   «Patto per l' influenza»: tutti i medici di base cooptati per
                           vaccinarsi

 `Il dg Volpe ha illustrato l' iniziativa dell'
 Asl nell' incontro tra vertici della sanità,
 dal 4 novembre tocca ai pazienti SANT'
 AGATA DE' GOTI Ettore Mautone Conto
 alla rovescia in Campania per il via alla
 campagna vaccinale antinfluenzale della
 stagione 2019-2020: dal 4 novembre
 tutti i medici di medicina generale
 potranno      recarsi       presso           i   rispettivi
 distretti per ritirare le dosi. La novità di
 quest'      anno      è      che         insieme            all'
 antinfluenzale           saranno              consegnate
 anche    alcune       decine           di     fiale      della
 vaccinazione contro lo pneumococco che
 sconta, a differenza dell' antinfluenzale,
 un   grave     ritardo        di       copertura           con
 percentuali     irrisorie          a        fronte      delle
 frequenti complicazioni che le infezioni
 da parte di questo germe comportano
 soprattutto nelle fasce più esposte della popolazione per età e patologie croniche
 pregresse.     La     provincia             di   Benevento              per      l'    antinfluenzale                parte      con       la
 consapevolezza di aver raggiunto (lo scorso anno), insieme ad Avellino, un primato
 regionale: con il 63,7% di popolazione over 65 anni vaccinata è infatti seconda solo
 all' Irpinia (64,5%) in un contesto regionale che in media ha superato quota 60%, il
 livello minimo. Ora però il ministero ha innalzato l' asticella fissandolo a quota 75%
 della popolazione over 65 o a rischio. Un tetto che nessuna regione ha centrato lo
 scorso anno. La stessa soglia, dal prossimo anno, è stabilita anche per l'
 antipneumococcica. Obiettivi che rilevano sia in termini di salute pubblica (influenza

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e polmoniti mettono a letto percentuali altissime di cittadini e riempiono ogni
inverno i pronto soccorso degli ospedali) sia in termini di valutazione delle
performance regionali per la griglia Lea (Livelli essenziali di assistenza): si va dai 6
punti (soglia minima raggiunta) ai 9 per chi arriva al massimo. Sfide complesse che
spingono i medici a parlarsi: ieri a Sant' Agata de' Goti Pina Tommasielli,
responsabile della struttura commissariale regionale per la medicina e responsabile
campana del consorzio nazionale della cooperative mediche insieme a Gennaro
Volpe manager della Asl di Benevento e responsabile nazionale della Confederazione
dei direttori di distretto si sono seduti attorno a un tavolo con Federico Iannicelli,
segretario regionale della Fimmg, il maggior sindacato di categoria, direttori di
distretto di altre Asl e medici di famiglia. Presente anche Pietro Buono responsabile
del centro vaccinale regionale. La popolazione over 65 in Campania supera il milione
dunque bisognerà praticare, entro fine novembre, al massimo dicembre, circa 800
mila vaccinazioni. Facendo crescere anche la copertura di quelle contro lo
pneumococco. «Il nodo da sciogliere - ha detto Tommasielli - è rendere strette e
collegabili le maglie delle piattaforme informatiche. Le cooperative dei medici sono
già attrezzate». «A dare il buon esempio ci saranno proprio i medici di famiglia - ha
concluso Volpe - che il 30 ottobre sono coinvolti nel patto per l' influenza presso il
centro vaccinale della Asl dove sono invitati tutti a vaccinarsi». © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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27/10/2019                                                                                                                  Pagina 7

                                                                                                                            EAV: € 812
                                                                                                                            Lettori: 25.449
                                            Argomento: Sanità Campania

        Dove si sparò a Noemi, oggi uno screening salvavita
 Federico Baccini

 napoli «Proprio lì, davanti a quel bar».
 Giuseppe      Guadagno,                direttore           del
 distretto sanitario 33, indica il luogo
 dove il 3 maggio scorso Noemi, la bimba
 di 4 anni, rimase gravemente ferita nel
 corso di una sparatoria di camorra.
 «Siamo voluti venire qui per dare un
 segnale. In questo luogo, dove una
 bambina ha rischiato di morire, oggi c' è
 un' iniziativa che promuove e difende la
 vita». Il poliambulatorio mobile dell' Asl
 Napoli 1 Centro ieri è arrivato proprio lì,
 tra via Acquaviva e piazza Nazionale, per
 promuovere la campagna di prevenzione
 "I sabato dello screening". «Insomma,
 abbiamo colto anche simbolicamente
 questo aspetto della prevenzione, per
 stimolare ancora di più il coinvolgimento
 dei cittadini», continua il dottor Guadagno. L' attività è quella di prevenzione
 oncologica (tumore del colon retto, della mammella, della cervice uterina), delle
 malattie cardiovascolari, respiratorie e del diabete mellito. «Tutti gli esami vengono
 effettuati gratuitamente nella fascia di popolazione che può essere soggetta a
 screening, ogni sabato in un distretto sanitario diverso». Questa posizione è
 strategica anche per un altro motivo: «Qui c' è il più grande centro di patologia
 mammaria del territorio. Dopo la prenotazione, la mammografia è subito
 disponibile», spiega il direttore del distretto sanitario 33. Il successo è evidente
 guardandosi attorno e i primi dati raccolti confermano l' impressione: alle 11 sono
 già 212 le prenotazioni effettuate, la metà rispetto a tutte quelle della settimana
 scorsa in piazza Madonna dell' Arco. Sono proprio le ecografie mammarie e le

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prenotazioni per la mammografia a spingere verso il successo di questa giornata di
prevenzioni per la cittadinanza: 27 le prime e 38 le seconde, ben oltre la metà
rispetto a tutte quelle di sabato scorso, con le ore più affollate ancora da affrontare.
«Oggi più di altre occasioni possiamo davvero dire che c' è stata una partecipazione
di massa», afferma Guadagno, guardando le decine di donne, anziani e ragazzi che
aspettano il loro turno seduti sotto i gazebo o in piedi davanti alla scala del furgone-
poliambulatorio. Il segnale è stato colto dai cittadini: dove la camorra non si faceva
scrupolo a sparare, oggi la vita viene difesa a colpi di screening.

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27/10/2019                                                                                                                   Pagina 7

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                                                                                                                             Lettori: 25.449
                                             Argomento: Sanità Campania

             Gli sfollati torneranno nelle loro case tra 4 anni

 Potranno ritornare nelle loro case, ma
 probabilmente fra tre o quattro anni,
 quando i lavori di restauro del complesso
 di Santa Maria del Popolo degli Incurabili
 saranno definitivamente completati, i
 ventuno nuclei familiari che abitavano
 nelle dimore storiche della struttura. «Ci
 siamo ritrovati con un' ordinanza che -
 rilevata l' esistenza di concreto pericolo -
 a   tutela     della        pubblica           e     privata
 incolumità ha imposto la messa in
 sicurezza     dei      luoghi»,           ha       spiegato
 Verdoliva.      Da         qui     l'     esigenza             di
 sgomberare in via definitiva lo scorso 6
 aprile,     oltre     ai      degenti,             anche         i
 componenti delle famiglie residenti che
 sono state sistemate in edifici attigui.
 Rimasti senza casa, le persone (circa 70)
 erano stati trasferiti in un primo momento in diversi alberghi della città, poi
 successivamente in alloggi del Centro storico, in seguito alla loro richiesta di
 rimanere nel quartiere. Il direttore generale dell' Asl Napoli 1 Centro però ha
 assicurato che, con i tempi dovuti e nel rispetto del cronoprogramma previsto, «le
 famiglie ritorneranno presto, abbiamo preso un impegno e lo manterremo. Nella
 riqualificazione degli Incurabili ci saranno anche i lavori di ristrutturazione delle
 unità abitative storiche, e quindi i nuclei familiari torneranno ad abitare dove hanno
 sempre abitato».

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27/10/2019                                                                                                                   Pagina 43
                             Il Mattino (ed. Circondario Nord)
                                                                                                                             EAV: € 2.456
                                                                                                                             Lettori: 107.296
                                             Argomento: Sanità Campania

   Il 118 assiste la partoriente Bimbo di 3 kg nasce in bagno

 FRATTAMAGGIORE                  Antonio             Parrella
 Straordinario evento di buona sanità. Ieri
 un' equipe del 118 di Frattamaggiore B e
 la relativa automedica, in servizio all' asl
 di Napoli 2 nord, hanno improvvisato una
 sala parto a casa di una partoriente per
 garantire la nascita di un maschietto di
 3.3   kg.   I    sanitari         sono         intervenuti
 immediatamente             a      seguito           di     una
 chiamata con cui si chiedeva aiuto per
 una trentaquattrenne al nono mese, che
 lamentava forti dolori. In appena otto
 minuti l' equipe era già in azione per
 portare a termine il lieto evento. L'
 ambulanza e l' automedica sono giunti
 sul posto alle 4.07, trovando la donna in
 bagno in travaglio. Soddisfazione per l'
 intervento dei sanitari è stata espressa
 dal direttore generale dell' Asl Napol, 2
 nord, Antonio d' Amore e dal direttore sanitario, Monica Vanni. «E' stata un'
 emozione indescrivibile tagliare per la prima volta un cordone ombelicale - spiega
 Ciro Palladino, infermiere del 118 - in 20 anni di attività sulle ambulanze non era mai
 capitato nulla di simile». Il team, coordinato dalla dottoressa Giuseppina del Prete,
 oltre a Palladino era composto dall' infermiere Luigi Vallifuoco e dall' autista
 soccorritore Biagio Biondino. Subito dopo il parto, in base al protocollo del fast track,
 sia la mamma che il bimbo sono stati trasportati all' ospedale San Giovanni di Dio,
 preallertando già alla partenza i reparti di pediatria e ginecologia. © RIPRODUZIONE
 RISERVATA.

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27/10/2019                                                                                                                Pagina 32

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                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

    Moscati, Pizzuti accelera: «Prove in corso per 12 medici»

 LA SANITÀ Dopo l' Asl, anche l' Azienda
 ospedaliera «Moscati» annuncia nuove
 assunzioni. Il direttore generale Renato
 Pizzuti risponde, dunque, con i fatti all'
 appello - «Serve personale in tutti i
 reparti dei nosocomi irpini, altrimenti si
 rischia il collasso» - lanciato l' altro
 giorno dal presidente provinciale dell'
 Ordine dei medici Francesco Sellitto.
 «Abbiamo concluso le prove scritte del
 concorso pubblico per assumere a tempo
 indeterminato 12 medici specializzati in
 Medicina di accettazione e d' urgenza»,
 dice il manager di Contrada Amoretta.
 «Una volta ultimata la selezione, ci
 saranno forze fresche per il Pronto
 soccorso. L' auspicio osserva il manager
 è che i vincitori scelgano Avellino quale
 destinazione, infatti dei 13 partecipanti
 alcuni stanno svolgendo anche concorsi altrove: questa è l' ulteriore conferma che i
 medici sono merce rara e che dunque le difficoltà nel reclutamento non dipendono
 certo da una nostra inadempienza». Ma non finisce qui. «Stiamo procedendo con l'
 assunzione, sempre a tempo indeterminato, di 75 infermieri e stiamo portando
 avanti l' iter per la selezione dei primari da inserire nei posti attualmente vacanti.
 Credo che questa amministrazione abbia iniziato a lavorare con il passo giusto: ora
 siamo chiamati a continuare così». Un passaggio, poi, anche sul processo di
 annessione dell' ospedale «Landolfi» di Solofra: «Per noi è una priorità: quello della
 città della concia è un presidio che ha la stessa importanza della città ospedaliera.
 Tuttavia, i plessi hanno vissuto esperienze gestionali differenti e in questo momento

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bisogna modificarne, oltre che l' organizzazione, la concezione: stiamo agendo in
questo senso con tutto l' impegno necessario. È innegabile conclude Pizzuti sempre
in riferimento al Landolfi che la struttura va rimodernata: attendiamo, nei prossimi
3-4 mesi, l' arrivo dei fondi regionali già accordati. I progetti esecutivi sono già sulla
mia scrivania». Come detto, prima del «Moscati» era stata l' Asl a rispondere all'
appello dell' Ordine dei medici con il via libera all' assunzione a tempo
indeterminato, attingendo alle graduatorie concorsuali valide ed efficaci, di 9 medici,
20 infermieri e 22 operatori sociosanitari (Oss) per complessivi 51 innesti da
distribuire tra gli ospedali di Ariano irpino e Sant' Angelo dei Lombardi e tra i presidi
territoriali dei 118 comuni dell' Irpinia. Quello avviato a via Degli Imbimbo è soltanto
uno step iniziale in attesa dell' attuazione del Piano triennale del fabbisogno del
personale che prevede entro il 2021 più di 100 assunzioni. Questo primo
reclutamento è stato reso possibile grazie a un accordo con la Regione Campania
che ha concesso l' attivazione delle procedure per l' assunzione di queste 51 figure
professionali ritenute indispensabili per assicurare i Livelli essenziali di assistenza
(Lea). Adesso l' attenzione si concentra sulla continuità assistenziale (ex guardia
medica) e sull' emergenza territoriale (118). I medici di guardia aspettano ancora l'
applicazione di una sentenza del Tar di Salerno che accogliendo un doppio ricorso ha
sancito che i tagli effettuati dall' Asl sono illegittimi. I giudici hanno quindi obbligato
l' ente al reintegro del personale considerato in esubero. Da maggio dell' anno
scorso, erano stati più di 20 tagli: ora, alla luce della pronuncia, l' organico dovrà
essere riportato in quota ristabilendo il rapporto ottimale che, come previsto sia dall'
Accordo collettivo nazionale sia dalla Regione, è di 1 medico ogni 5mila abitanti
nelle zone non disagiate e di 1 ogni 1500 in quelle disagiate. an. pl. ©
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27/10/2019                                                                                                                    Pagina 7

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                                                                                                                              Lettori: 25.449
                                              Argomento: Sanità Campania

          Ospedale e museo nuovi: entro sei mesi i lavori al
                      complesso «Incurabili»
 Elena Scarici

 napoli    Cento         milioni         dalla        Regione
 Campania per far rinascere Santa Maria
 del Popolo degli Incurabili, il complesso
 voluto nel 500 dalla fondatrice, Maria
 Longo, e chiuso definitivamente lo scorso
 aprile dopo l' ennesimo crollo che ha
 interessato anche la storica Farmacia. Il
 progetto di restauro è stato presentato
 ieri pomeriggio al Mann dal direttore
 generale dell' Asl Napoli 1 Centro Ciro
 Verdoliva. Con lui il team di esperti che
 lo ha coadiuvato tra cui Antonio Bruno,
 Edoardo Cosenza, Antonio De Simone,
 Leonardo        Di   Mauro,          Gianluca           Minin,
 Gennaro Rispoli. I lavori dovrebbero
 partire tra sei mesi mentre il bando sarà
 pubblicato entro il mese di novembre. «Il
 cronoprogramma - ha spiegato Verdoliva
 - ci permetterà di avere il vincitore di questo concorso di progettazione e quindi di
 andare avanti nel tempo. In 203 giorni abbiamo avviato un percorso virtuoso che ci
 consente nell' arco di tre o quattro anni di avere per lotti i lavori completati all'
 intero complesso». L' intervento di riqualificazione prevede una nuova struttura
 socio-sanitaria a valenza ospedaliera-territoriale e un' ampia parte museale e
 culturale. Nell' intervento sarà rispettata la vocazione naturale dell' ospedale che,
 per volere della venerabile Maria Longo, fu il luogo dove coloro che non potevano
 curarsi (da qui il nome) potessero trovare assistenza e ricovero, unico all' epoca per
 le donne incinte, anche straniere. A distanza di cinque secoli il presidio Incurabili
 accoglierà quei pazienti, che per mancanza di strutture alternative, sono oggi

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assistiti in setting comunque inappropriati. Per queste destinazioni sarà usata una
superficie di circa 12.900 metri quadrati (il 60% del totale). «Vogliamo smentire le
malelingue e i bugiardi che in questi mesi hanno voluto mettere i paletti dicendo che
avremmo recuperato soltanto la parte museale della struttura», ha detto il direttore
generale dell' Asl Na 1. Si tratterà, in sostanza, di un "Presidio multidisciplinare
integrato", primo esempio in Campania. Nello specifico, per il settore riabilitazione,
ci saranno 36 posti letto (Cardiologia, Neurologia, fisica e motoria), 20 posti letto di
lungodegenza per pazienti che necessitano di un prolungamento dell' intervento
assistenziale ospedaliero, 20 posti letto semiresidenziali di Centro diurno Alzheimer,
un "giardino curativo", poi un poliambulatorio specialistico, Medicina di Laboratorio
con punto prelievi, Diagnostica per Immagini. La futura area museale, invece, sarà
destinata a percorsi e spazi espositivi, laboratori museali, biblioteca, sale per
convegni e per concerti, sale multimediali, biglietteria, bookshoop, caffetteria,
ristorante. La Farmacia storica con le adiacenti Spezieria e Retrospiezeria e la
sovrastante "sala del governatore" saranno destinati prevalentemente a spazi
espositivi. Interventi anche all''ex convento delle Convertite, all' atrio centrale dell'
ospedale, alla Cappella dei Bianchi alla Giustizia, la corte monumentale, l' orto
medico ed il chiostro di Santa Maria delle Grazie .

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27/10/2019                                                                                                                  Pagina 37

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                                                                                                                            Lettori: 29.750
                                            Argomento: Sanità Campania

          Parto d' emergenza, il 118 fa nascere bimbo a casa

 FRATTAMAGGIORE Donna in travaglio, l'
 equipe sanitaria interviene: mamma e
 piccolo     stanno      bene.         L'     infermiere:
 emozione        unica          FRATTAMAGGIORE.
 Equipe del 118 improvvisa sala parto e
 fa nascere un bimbo a casa di una
 paziente. Madre e piccolo godono di
 ottima      salute.     L'      equipe          del       118
 Frattamaggiore B e l' automedica hanno
 improvvisato una sala parto ieri mattina
 a casa di una partoriente per garantire la
 nascita di un maschietto di 3.3 kg in
 buona salute. I sanitari sono intervenuti
 a seguito di una chiamata al 118 con cui
 si chiedeva aiuto per una donna gravida
 al nono mese che lamentava forti dolori.
 L' ambulanza e l' automedica sono giunti
 a casa della signora alle 4.07, otto
 minuti dopo la chiamata, ed hanno
 trovato la donna di 34 anni in bagno, già in pieno travaglio. L' equipe ha applicato le
 procedure, facendo venire alla luce il bimbo. «In vent' anni di servizio sulle
 ambulanze ho visto di tutto, ma non ho mai provato un' emozione simile» dice Ciro
 Palladino, infermiere del 118. «Coordinati dalla dottoressa Giuseppina del Prete, con
 il collega infermiere Luigi Vallifuoco e l' autista soccorritore Biagio Biondino abbiamo
 lavorato in perfetta sinergia, mettendo in pratica per la prima volta le procedure
 apprese in addestramento. Non avevamo mai tagliato un cordone ombelicale prima
 e per tutti noi è stata un' emozione indescrivibile. Alla fine del turno abbiamo
 festeggiato insieme questa splendida nascita». Subito dopo l' equipe ha trasportato
 in urgenza la mamma e il bimbo al San Giovanni di Dio di Frattamaggiore,

                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
preallertando già alla partenza la Pediatria e la Ginecologia. Il bimbo è stato
immediatamente messo in una culla termica da un pediatra in Pronto Soccorso. La
neo -mamma, invece, è stata accompagnata direttamente in Ginecologia, in base al
protocollo del "fast track". Immediatamente sono arrivate le congratulazioni alla
"task force" da parte del direttore generale Antonio d' Amore e del direttore
sanitario Monica Vanni. «A nome di tutta l' Azienda facciamo gli auguri alla neo
mamma e diamo il benvenuto al nuovo nato. Siamo orgogliosi del lavoro fatto dall'
equipe intervenuta che ha saputo gestire con professionalità e competenza una
situazione.

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27/10/2019                                                                                                                Pagina 34

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                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

                       Paziente ferito, giallo in psichiatria

 SESSA AURUNCA Anna Grippo Riverso al
 suolo, agonizzante: è stato ritrovato così
 T.G . cinquantanovenne ospite della
 residenza sanitaria assistenziale «Emme
 Due» di Sessa Aurunca. Giaceva ai piedi
 della scala antincendio quando alle 22
 uno degli addetti alla sicurezza lo ha
 ritrovato. Il vigilante ha avvisato il
 personale della struttura e sono stati
 forniti i primi soccorsi lasciati proseguiti
 dal personale del 118. I sanitari accorsi
 pochi minuti dopo il ritrovamento hanno
 trasportato l' uomo incosciente presso il
 pronto soccorso dell' ospedale San Rocco
 per poi esser trasferito presso l' azienda
 ospedaliera Sant' Anna e San Sebastiano
 di Caserta dove è tuttora ricoverato in
 prognosi    riservata.         Trauma            cranico,
 frattura dell' anca e quattro costole
 rotte: questo il referto dell' ospedale di Sessa Aurunca prima che l' uomo venisse
 trasferito a Caserta dove è ora ricoverato. Presumibilmente le lesioni sono
 compatibili con la caduta dalle scale alla base delle quali l' uomo è stato ritrovato.
 Ma ci sono indagini in corso per stabilire se sia caduto da solo o se qualcuno lo abbia
 spinto magari al termine di una lite. T.G., affetto da psicopatia era in cura presso la
 struttura psichiatrica da qualche anno, era solito discutere animatamente con gli
 altri ospiti della casa alloggio. Un dettaglio non trascurabile che ha portato gli agenti
 del commissariato di Sessa Aurunca a requisire i filmati delle telecamere di
 sorveglianza dell' edificio e a interrogare gran parte del personale in servizio al
 momento dell' accaduto. LA SCIA DI VIOLENZA Solo qualche settimana fa un

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venticinquenne cittadino del Gambia scappò dalla struttura dopo aver ucciso un
cane a sassate e poi sfogò la sua rabbia contro i vigili urbani: un poliziotto fu ferito
con una pietra. La furia dell' uomo si placò solo dopo il Tso. Altra fuga si verificò nel
maggio scorso quando un degente saltò dal secondo piano della residenza, atterrò
incolume e si diresse verso via Raccomandata, una traversa adiacente alla clinica
seminando il panico tra gli automobilisti poiché cercava di gettarsi verso le auto in
corsa. La fuga di un venticinquenne africano anch' egli ospite della struttura ebbe
poi un tragico epilogo. Nel luglio 2018 presso i locali del Servizio di Prevenzione,
Diagnosi e Cura dell' ospedale di Sessa Aurunca l' immigrato uccise a mani nude,
fraccassandogli la testa contro un muro, Luca Toscano ex infermiere di Falciano del
Massico, ricoverato con lui all' ospedale di Sessa Aurunca. QUARTIERE NEL TERRORE
Una escalation che genera timore in coloro che vivono nello stesso quartiere che
spesso hanno dovuto assistere alle gesta inconsulte dei pazienti psichiatrici sfuggiti
al controllo. «Oramai le fughe dei pazienti non si contano più» racconta uno dei
residenti «già dopo cena non esce più nessuno di casa. I pochi che si vedono in giro,
magari per portare a spasso il cane lo fanno lontano dalla clinica con la speranza di
non ritrovarsi nessuno davanti». La struttura psichiatrica è gestita dai medici
Schiavone: Michele ex medico di base e Massimo, presidente del consiglio comunale
di Sessa Aurunca. rispettivamente padre e figlio. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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27/10/2019                                                                                                                Pagina 30

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                                          Argomento: Sanità Campania

      Pineta Grande, ok del Riesame restano i sigilli ai nuovi
                             reparti

 LA SANITÀ / 1 Vincenzo Ammaliato «I
 giudici del riesame avevano concesso
 anche a me di esprimere la mia verità.
 Ho avuto trenta minuti in cui ho cercato
 di spiegare la mia verità. I sacrifici fatti
 per restare nella legalità e far crescere l'
 azienda è il benessere del territorio. Ero
 fiducioso     fossi        riuscito           a        fargli
 comprendere che nessuna illegalità è
 stata compiuta. Purtroppo non è stato
 così. È adesso inizia un percorso tutto in
 salita». A parlare è Vincenzo Schiavone,
 fondatore delle clinica Pineta Grande di
 Castel Volturno, il cui cantiere per il
 raddoppio della struttura sanitaria è
 stato sequestrato un mese e mezzo fa su
 iniziativa della procura della Repubblica
 di   Santa   Maria        Capua           Vetere.          IN
 CASSAZIONE       Lunedì          era        iniziato         il
 riesame che doveva decidere sul ricorso presentato dalla società che controlla
 Pineta Grande per la rimozione dei sigilli e la possibilità di tornare a completare l'
 opera, la cui inaugurazione dei primi due lotti su cinque era prevista per febbraio del
 2020. Il riesame ha respinto il ricorso e confermato il sequestro. E adesso? Alla
 proprietà della clinica non resta che ricorrere in cassazione, chiedendo l'
 annullamento del procedimento della procura sanmaritana. Ma i tempi si dilatano e a
 rischio non è più soltanto l' ampliamento della clinica, ma la stessa sussistenza della
 struttura sanitaria già esistente. I CAPITALI PRIVATI I lavori per portare Pineta
 Grande da duecento a quattrocento posti letto circa, e da settecento dipendenti a

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milleduecento, infatti, sono finanziati interamente con capitali privati. Il monte
investimenti è di 80milioni d' Euro e 50 sono stati già spesi o impegnati. I partner
finanziari di Pineta Gtande adesso chiederanno conto di quanto succede e il rientro
dei capitali. Ma come si è arrivato al sequestro del cantiere? LE RAGIONI DELLA
PROCURA Secondo la procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ci
sarebbero molte violazioni urbanistiche nella costruzione dei nuovi padiglioni. E non
solo questo. Il patron del presidio medico, infatti, avrebbe messo su una rete
costruttiva per garantirsi appoggi istituzionali a più livelli. LA POSIZIONE DI
SCHIAVONE «Non ho violato nessuna legge - ribadisce Schiavone - ho atteso ben
cinque anni per ottenere la concessione edilizia e ho rispettato ogni indicazione. Non
ho ottenuto dal sistema sanitario nazionale un solo letto in più in concezione. Non
comprendo tutto questo accanimento nei nostri riguardi. Sinceramente non
comprendo». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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27/10/2019                                                                                                                Pagina 10

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                                          Argomento: Sanità Campania

                   Sanità, la Campania terz' ultima in Italia

 LA CLASSIFICA Tredici punti in più in un
 anno, ma i Livelli essenziali di assistenza
 sono ancora appena sufficienti NAPOLI.
 Quando il governatore della Campania
 Vincenzo De Luca dice che la sanità
 regionale ha fatto un balzo in avanti non
 mente. Ma questo non vuol dire che gli
 ospedali campani sono come quelli della
 Svizzera, la regione, infatti, 8 terzultima
 in Italia nella classifica dei Lea (Livelli
 essenziali   di     assistenza),              un       dato
 oggettivo che la dice lunga sullo stato
 dell' arte. Il progresso 8 di 17 punti,
 quanto basta per passare dai 153 (sotto
 la soglia minima accettabile di 160) agli
 attuali 170. Un grande sforzo, che, però,
 dà al sistema sanitario regionale una
 sufficienza scarsa. Nella classifica del
 Ministero, anticipata da Repubblica.it, 8
 il Veneto a balzare. Le Regioni che vanno bene la sventolano come un trofeo, per
 sottolineare la propria qualità; quelle che vanno male o peggiorano la snobbano,
 dicendo che sono altri i criteri che vanno messi in campo per capire come funziona
 la sanità a livello locale. In effetti sono sempre di più coloro, anche tra chi non 8 un
 politico o un amministratore, che da tempo chiedono nuovi sistemi di valutazione.
 Gli indicatori presi in considerazione sono decine e per ciascuno 8 assegnato un
 "voto" numerico. Il punteggio massimo che si può raggiungere 8 225 e nel 2018 il
 Veneto ha raggiunto 222 punti (erano 218 l' anno prima). Seguono Toscana ed
 Emilia-Romagna con 220 (erano a 216 e 218), Piemonte a 218 (era in testa con 221),
 Lombardia con 215 (212), Liguria con 211 (195), Umbria con 210 (208), Abruzzo con

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209 (202), Marche con 192 (201) Basilicata con 191 (189), Puglia con 186 (179),
Molise con 180 (167), Lazio con 179 (180), Campania con 170 (153, il suo 8 il più
grosso balzo in avanti), Sicilia con 165 (160) e infine Calabria con 146 (136) che
resta l' unica sotto la soglia di livello minimo accettabile di 160. Va detto che i dati
verranno controllati di nuovo per ché almeno una Regione ha chiesto un riconteggio.
Al momento, inoltre, non vengono prese in considerazione le Regioni a statuto
speciale. Gli indicatori della cosiddetta "Griglia Lea" sono raccolti in tre macro
categorie: ospedale, distretto e prevenzione. Vengono presi in considerazione ad
esempio gli interventi per le fratture di femore svolti entro le 48 ore, la quantità di
prestazioni inappropriate consumate dai cittadini, l' adesione agli screening
oncologici, i tempi di intervento del 118, il tasso di risonanze magnetiche rispetto
alla popolazione, i controlli veterinari. Spesso i punteggi sono frutto di scontri ai
tavoli di Roma dove siedono il ministero e i funzionari delle Regioni. Le classifiche in
sanità vanno maneggiate con cura, quella basata sui Lea 8 delicata proprio perché
tiene dentro tantissimi indicatori e magari qualcuno resta indietro per i controlli sugli
alimenti pur avendo ospedali che funzionano bene.

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27/10/2019                                                                                                                Pagina 11

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                                          Argomento: Sanità Campania

              Violenza in corsia, la battaglia non è finita

 SANITÀ I medici dello Smi si sono
 ritrovati per fare il punto prima della
 discussione del Ddl NAPOLI. «Se la legge
 contro quelle persone che si macchiano
 di azioni violente contro i medici sta per
 essere approvata alla Camera 8 anche
 frutto dell' azione del coordinamento
 donne medico, che alcuni anni fa pose
 alle istituzioni l' urgenza di misure a
 tutela dei medici e soprattutto per le
 donne che esercitano la professione
 medica» così Pina Onotri, segretario
 generale del Sindacato Medici Italiani,
 davanti ai duecento medici partecipanti
 al   convegno     del       sindacato            a     Villa
 Guarracino. L' incontro dello Smi segue
 quello fatto all' Ordine dei Medici di
 Napoli al quale ha preso parte il ministro
 Roberto     Speranza.               Un          dibattito
 incentrato sul tema della violenza in corsia che ha visto il ministro aperto a tutte le
 soluzini anche quella che oggi viene definita come la militarizzazione dei Pronto
 Soccorso. «Abbiamo assistito a uno stillicidio in questi anni, a uccisioni, a violenze, al
 deterioramento del rapporto tra il cittadino -paziente; nessun ambito medico 8 stato
 escluso, dai Pronto Soccorso fino agli studi di medicina generale. La legge in
 discussione alla Camera rappresenta una prima risposta al fenomeno, ma avremmo
 voluto misure ancora più stringenti» ha proseguito Mario Iovane, segretario
 organizzativo nazionale Smi. «Avremmo preferito che insieme a queste norme il Ddl
 che tutela da episodi di violenza i medici e i sanitari riconoscesse ai pro fessionisti in
 servizio lo status di pubblico ufficiale, ma su questo continueremo la nostra

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battaglia. Il cammino per mettere fine al clima di violenza che investe i medici e il
personale sanitario in tutto il territorio nazionale 8 ancora lungo» continua ancora Io
vane. «La nostra azione sindacale, nel rappresentare l' interesse della categoria,
dovrà su questo terreno sviluppare ancora di più un' iniziativa puntuale, a partire
anche dalla Legge Bilancio che si appresta ad essere discussa in Parlamento».

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27/10/2019                                                                                                                   Pagina 4

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                                             Argomento: Sanità nazionale

     Candidato di rottura per il battesimo della nuova alleanza
 FEDERICO CAPURSO

 Vincenzo Bianconi Imprenditore prestato
 alla politica è riuscito a convincere dem
 e   grillini   FEDERICO            CAPURSO             ROMA
 Comunque vada, rimarrà quella foto.
 Vincenzo       Bianconi            al       centro,          da
 candidato presidente, e i leader del
 governo giallorosso stretti intorno a lui,
 per il comizio conclusivo della campagna
 elettorale. Qualcuno si chiede, dalle parti
 del candidato (e del Pd), se quella foto
 non     potesse      essere         scattata           prima.
 Perché se l' avversaria del centrodestra
 si è ritagliata quasi a fatica il suo spazio,
 mentre Salvini conquistava i palchi di
 ogni comizio e la trascinava con sé tra le
 folle adoranti, lui, Bianconi, ha dovuto
 fare i conti con il problema opposto.
 Luigi    Di    Maio,       Nicola         Zingaretti            e
 Giuseppe Conte hanno messo in piedi una curiosa staffetta per affiancare il loro
 candidato, senza mai farsi vedere insieme. Ha iniziato Zingaretti, ha continuato nei
 weekend Di Maio e ha finito Conte. Così Bianconi, imprenditore di Norcia e
 presidente di Federalberghi Umbria, prestato per la prima volta alla politica e al
 faticoso «patto civico» stretto tra le forze di governo, si è trovato a condurre una
 campagna elettorale più breve di quella della sua avversaria e priva della necessaria
 spinta unitaria dei leader di governo. Anche la partenza era in salita. Nelle tornate
 elettorali che ci sono state negli ultimi due anni, il centrosinistra, in Umbria, è
 sempre andato peggio del centrodestra. L' inchiesta sulla sanità che ha travolto la
 precedente governatrice dem Catiuscia Marini, poi, ha sconvolto il feudo rosso.
 Serviva un candidato di rottura e la scelta è caduta su Bianconi, imprenditore da

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sempre vicino alle idee del centrodestra moderato che, con la promessa di tenere
fuori i partiti dalla sua giunta, cerca ora di invertire la rotta. Tutto il suo programma
ha un forte sapore grillino. Perché sono stati loro, i Cinque stelle, i più difficili da
convincere quando si pensava a un patto di governo nei territori. Riappare persino lo
«streaming», che Bianconi vorrebbe adottare per rendere trasparenti i meccanismi
di selezione del personale medico. E quando si parla di infrastrutture, prevede solo
una «manutenzione della rete esistente», oltre a colonnine per le auto elettriche e
trasporto pubblico. Insomma, tutte parole d' ordine M5S. Utili a invertire la rotta.
Forse, a non affondare del tutto. - c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
personaggio/1 ANSA Vincenzo Bianconi è il candidato unitario di Pd, M5S e Leu.

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27/10/2019                                                                                                                     Pagina 53

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                                                                                                                               Lettori: 29.750
                                               Argomento: Sanità nazionale

                                       così muore il sogno curdo
 PER L' ESPRESSO

 nsieme alla caduta di Ras al Ain, è
 tramontato anche il sogno di un Rojava
 libero. Due bare sfilano attraverso una
 folla con le mani innalzate verso il cielo,
 mentre entrano nel cimitero Serixan,
 nella città curda di Qamishli. È fine
 mattinata del 17 ottobre, qualche ora
 prima dell' annuncio di un cessate il
 fuoco di 120 ore da parte del presidente
 turco Erdogan. La musica inneggia al
 loro martirio. La folla li acclama. I due
 soldati delle Forze democratiche siriane
 (Fds),     le     forze        curdo-siriane               sotto
 attacco,        sono     morti        a     Ras       al     Ain,
 cittadina diventata l' epicentro dell'
 aggressione turca nel nordest della Siria,
 cominciata il 9 ottobre, e per alcuni giorni unico vero fronte. Molti si avvicinano,
 piangono sulle bare addobbate con foto e bandiere. Le baciano. Altri sparano verso il
 cielo. Le donne urlano. «Ho perso anche io mio figlio a causa della guerra. È morto
 nel 2015 combattendo lo Stato islamico. Ecco perché sono qui. Ricorderemo sempre
 i nostri martiri», commenta Zakia, seduta sulla tomba del figlio, in attesa di assistere
 alla cerimonia, insieme all' altro figlio Hajar: «Abbiamo sacrificato 11 mila
 combattenti contro il terrorismo. I nostri giovani sono morti non solo nel nome della
 popolazione curda ma per tutto il mondo. Sappiamo benissimo che Erdogan sta
 aiutando i terroristi a scappare dalle prigioni e li fa attraversare la frontiera. Come fa
 l' Europa a non rendersene conto?». Dall' inizio dell' operazione turca nel Rojava,
 denominata "Primavera di pace", la cittadina di Ras al Ain, situata proprio a ridosso
 del confine, è stata bombardata senza pietà, prima di essere circondata e isolata
 dalle vie di rifornimento delle Fds. La Turchia è riuscita ad avanzare nella regione

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inviando sul terreno le milizie dell' Esercito nazionale siriano (Ens), per la maggior
parte soldati dell' Esercito siriano libero. Più a ovest, per circa 80 chilometri, l' Ens
ha potuto avanzare indisturbato raggiungendo la principale via di rifornimento nel
nordest della Siria e tagliando le vie di comunicazione curde nella regione. È stata
solo Ras al Ain a resistere. Anche dopo l' annuncio del cessate il fuoco, quando i
bombardamenti e gli scontri a fuoco sono continuati imperterriti, tenendo in scacco
feriti e civili in città. Solo dalle campagne sono riusciti ad evacuarli. A detta di medici
e volontari, tutti gli ospedali della città sono stati distrutti facendo diventare l'
ospedale Shehid Legerin di Tel Tamer, il punto di soccorso più vicino a pochi
chilometri da una confusa e inesistente linea del fronte. Difatti, un vero fronte non
esiste. I soldati delle Fds si nascondono nelle case, proteggendosi dai droni e dall'
aviazione turca. Oltre ai feriti, all' ospedale arrivano su dei camioncini molti cadaveri
rimasti sotto le macerie lasciate dagli attacchi aerei. Il primo giorno di tregua, nel
tardo pomeriggio, alcuni veicoli provenienti da villaggi vicino alla frontiera
trasportano cadaveri in putrefazione. Un odore nauseante infesta il cortile, mentre il
team medico si occupa di disinfettarli, coprirli degnamente e poi chiuderli in una
sacca nera prima di caricarli su una cella frigorifera per gelati. Madri, sorelle e padri
si fanno largo urlando. Grida strazianti sempre più forti man mano che percorrono il
viale che porta sul retro dell' ospedale. È un pianto rabbioso. Costringono i volontari
ad aprire le sacche, strattonandoli. «Perché?» grida una donna, quando vede la
faccia del familiare ucciso. Un' altra sviene sul posto. Tutti inveiscono contro le Fds.
Un uomo si avvicina, alza le mani al cielo gridando, per poi abbassare il capo e
mettersi le mani sulla testa. È disperato ma cerca di mantenere il controllo. Una
scena terribile, che meglio non può descrivere quello che sta succedendo nel Rojava.
«Oggi, sebbene sia entrato in vigore il cessate il fuoco, i turchi hanno bombardato
un villaggio vicino a Ras al Ain, facendo 10 morti e 8 feriti», dice il responsabile dell'
ospedale, Hassan Amin. «Sin dall' inizio delle operazioni cerchiamo di portare i feriti
qui perché tutti i punti medici a Ras al Ain sono sotto tiro o distrutti. Proviamo a dare
un primo soccorso d' emergenza e poi dirigerli verso gli ospedali di Hasake e
Qamishli. Non abbiamo i mezzi, né dottori a sufficienza. Non siamo riusciti a tirare
fuori i feriti dalla città. È un crimine di guerra. Secondo la legge internazionale i feriti
hanno il diritto di essere curati, ma la Turchia ce lo ha impedito», commenta invece
il dottor Javan, responsabile del ministero della sanità della regione, seduto sul tetto
dell' ospedale dove è dipinta una croce rossa per non essere bersagliati dall'
aviazione. Poche ore dopo le cose cambiano. Un convoglio di 30 ambulanze tenta di
forzare l' assedio della città, ma viene respinto e attaccato. Il giorno seguente,
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medici coraggiosi ci riprovano, questa volta riuscendo a entrare in città. L' Ens li
tiene sotto tiro. Possono andare all' ospedale, caricare i feriti e uscire. Mezz' ora, non
di più. Alla fine è un successo: 30 feriti sono portati in salvo, insieme a 4 cadaveri.
Solo alcune ambulanze tornano all' ospedale Shehid Legerin, con i casi meno gravi.
Piove, l' elettricità va e viene. Il giorno seguente, un altro convoglio riesce ancora
una volta ad entrare. Questa volta non sono solo i feriti ad essere evacuati ma anche
i soldati delle Sdf rimasti in città. Finalmente si hanno notizie di cosa stia
succedendo in città dopo giorni di silenzio assoluto. «Siamo passati attraverso il
checkpoint dell' Ens. I soldati ci guardavano con sospetto», racconta David Eubank,
direttore di un' organizzazione di volontari medici ed ex militari chiamata Free
Rangers Burma e presente con il convoglio entrato a Ras al Ain, «quando siamo
usciti dalla città gridavano "Allah Akbar", in segno di vittoria. La città non è rasa al
suolo completamente, ma c' è molta distruzione, auto bruciate, crateri in strada,
negozi distrutti, edifici in frantumi. Siamo andati direttamente all' ospedale per
caricare i feriti e al mercato per prendere i civili che aspettavano con le valigie in fila
indiana, come se stessero aspettando l' autobus. Non potevamo fare altro anche
perché, non appena un' ambulanza ha sbagliato una curva, i miliziani hanno
cominciato a sparare». David e la sua squadra sono stanziati a poche centinaia di
metri dalla prima linea, nascondendo le loro ambulanze blindate sotto gli alberi e
vivendo in una casa abbandonata vicino al villaggio di Asadyie, a 3 chilometri da Ras
al Ain. La prima linea è silenziosa. Si sente solo il fruscio del vento che muove i rami
degli alberi. Nel cielo, vola in alto un drone del nemico, invisibile. Il silenzio è
terrificante, quasi a voler precedere un attacco. I soldati delle Sdf si nascondono
nelle case, non si fanno vedere. Dopo l' evacuazione di soldati e civili dalla città,
confermata anche dall' alto comando delle Sdf, Ras al Ain è caduta saldamente in
mano ai miliziani sostenuti dalla Turchia, terminando una fase di resistenza
coraggiosa e aprendo le porte a nuovi sviluppi dopo la fine del cessate il fuoco. Le
voci di quello che è successo in città sono confermate anche dai civili feriti evacuati
nel convoglio. Nell' ospedale Al-Rahme di Qamishli, seduto sul ciglio del letto e
fumando una sigaretta, Mohamed, 20 anni, parla liberamente. Ha rifiutato di fuggire
all' inizio dell' attacco ed è stato colpito da un bombardamento turco: «Sono voluto
restare a Ras al Ain. È la mia terra, il mio paese. Quando la guerra è cominciata ho
aiutato i soldati portando provviste. Tre giorni fa però, sono stato colpito». Mohamed
ha la faccia ustionata, le braccia fasciate e fatica a muoversi, visto che ha parti del
corpo rotte. «All' inizio, nell' ospedale non riuscivo nemmeno ad aprire gli occhi.
Stavamo nel seminterrato. Un luogo buio con molti letti. Avevano solo flebo,
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antidolorifici e qualche benda per curare. C' erano solo un medico con tre infermiere.
Niente elettricità. I feriti arrivavano in continuazione. Quando sono arrivate le
ambulanze non sapevamo nulla. I medici ci hanno detto di prepararci in fretta per
partire». La cosa più dura da accettare, per lui, è forse il fatto che a casa sua non ci
potrà più tornare. «Sappiamo benissimo cosa ha fatto la Turchia ad Afrin con i suoi
alleati terroristi. Uccidevano e torturavano. Queste persone che sono entrate a Ras
al Ain sono come Daesh. Non c' è differenza. Li ho visti per strada. Una volta ne ho
scorti alcuni con barba e capelli lunghi e uniformi militari. Uno di loro aveva in mano
un coltello lungo e affilato». L' espressione persa di Mohamed fa capire quanto la
consapevolezza di non poter più tornare a casa propria, possa abbatterlo. Ma non è
l' unico curdo che probabilmente non farà ritorno. Gli sfollati sono migliaia. Secondo
fonti ufficiali delle Fds, le forze curdo-arabe, gli sfollati sarebbero già più di 400 mila
e il numero di vittime civili sopra le 500 unità. Molti sono fuggiti nel Kurdistan
iracheno, altri nelle città situate più a sud, lontane dal confine con la Turchia. Ancora
il giorno dopo l' evacuazione di tutti i civili e militari da Ras al Ain, molte famiglie
scappano dalle proprie case con furgoncini pieni di averi personali e bambini seduti
sul retro. In molti si fermano a Tel Tamer, primo crocevia, per poi continuare il
proprio viaggio. «Stiamo scappando perché non c' è più niente a casa nostra. Non c'
è cibo né acqua. Alcuni sono fuggiti non appena l' Ens è entrato nel nostro villaggio.
I miliziani cercavano i curdi per imprigionarli oppure rubavano tutto per poi
rivenderlo in Turchia. Rubavano anche la benzina dalle case per rivenderla al doppio
del prezzo alla popolazione. Sono come Daesh, hanno le barbe lunghe e sono
estremisti», racconta un civile appena fuggito con tutta la sua famiglia. In una
scuola vicino al centro cittadino poi, circa 52 famiglie sfollate e provenienti dal
villaggio di Zargan, vicino a Ras al Ain, vivono nei quattro piani dell' edificio. Nel
cortile, i banchi sono ammassati mentre i bambini giocano e si divertono. Le classi
sono diventate appartamenti per numerose famiglie che hanno creato cucine e letti
di fianco alle lavagne. Fra di loro si è ormai sparsa anche la voce dei piani di
Erdogan, che sembrerebbe voler mantenere il territorio conquistato per ripopolare la
zona con i numerosi rifugiati presenti in Siria. Come ha annunciato all' inizio di
ottobre, esponendo il suo piano di 20 miliardi di dollari, la Turchia costruirebbe
villaggi nella regione conquistata e la popolerebbe con un milione di rifugiati
provenienti da altre zone della Siria presenti in Turchia, con lo scopo di cambiare la
demografia. «Se saremo costretti a combattere per tornare a casa, allora
brandiremo i fucili. Sappiamo benissimo di questo accordo, ma non possono
obbligarci a lasciare le nostre case», commenta Salah, uno sfollato. Nella fuga sono
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