Media Monitoring per 20-02-2019 - Rassegna stampa del 20-02-2019 - Ruggi

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Media Monitoring per 20-02-2019 - Rassegna stampa del 20-02-2019 - Ruggi
20-02-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 20-02-2019
Media Monitoring per 20-02-2019 - Rassegna stampa del 20-02-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      20/02/2019 - NAPOLI.FANPAGE.IT
            Si opera per dimagrire, ma muore tre giorni dopo l'intervento: indagati tredici medici ........ 1
      19/02/2019 - WWW.SALERNONOTIZIE.IT
            Muore dopo l’intervento per dimagrire: 13 medici indagati ................................................... 2
      19/02/2019 - WWW.SALERNOTODAY.IT
            Si opera per dimagrire e muore: 13 medici indagati tra Salerno e Benevento ....................... 3
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 4
      20/02/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Biopsie fuorilegge, indagini in ospedale ................................................................................ 4
      20/02/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Screening gratuito all' Asl di Vietri ........................................................................................ 6
Sanità Campania ............................................................................................................................... 7
      20/02/2019 - IL ROMA
            «Il San Giuliano diventerà Lea di I livello» ............................................................................. 7
      20/02/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            «Nessuno sgarbo pronto al confronto per servizi migliori» .................................................... 9
      20/02/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            Cgil: «Fatebenefratelli turni di notte rinforzati» .................................................................. 11
      20/02/2019 - IL MATTINO
            DONAZIONE DEGLI ORGANI IL RITARDO CULTURALE ............................................................ 12
      20/02/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            La Cgil boccia l' autonomia di De Luca Poi fa dietrofront: proposta interessante ................ 14
      20/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Morsa: «Pronto soccorso in sofferenza il manager non può attendere oltre» ...................... 16
      20/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Non solo soldi ma anche apparecchi elettronici ................................................................... 18
      20/02/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            REGIONALISMO, ORA IL SUD ALZI LA VOCE .......................................................................... 19
      20/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Soccorsi in ritardo muore anziana: scatta l'inchiesta ........................................................... 22
      20/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Stipendi doppi, contabile verso il licenziamento .................................................................. 24
      20/02/2019 - IL ROMA
            Tumori, al Pascale la Rete oncologica incontra le associazioni ............................................ 26
      20/02/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Verdoliva:primari e assunzioni all'Asl Ecco il piano per convincere i sindacati .................... 27
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 29
      20/02/2019 - IL MESSAGGERO
            Autonomie, frenata M5S dalla salute all' ambiente istruttorie tutte da rifare ` ................... 29
      20/02/2019 - IL MESSAGGERO
            Batte un cuore ricaricabile anche senza fili ......................................................................... 31
      20/02/2019 - IL TEMPO
            Cento milioni l' anno per tumori e malattie rare .................................................................. 33
      20/02/2019 - LA VERITÀ
            I medici inglesi aprono all' eutanasia con una consultazione taroccata ............................... 34
      20/02/2019 - LA REPUBBLICA
            Il mental coach della ministra la new age ora va al governo ................................................ 36
      20/02/2019 - IL MESSAGGERO
            La fertilità, per i giovani una perfetta sconosciuta .............................................................. 38
      20/02/2019 - LA REPUBBLICA
            Sistema Usa-Cina L' Ai prende la laurea in pediatria ............................................................ 40
      20/02/2019 - IL MESSAGGERO
            Virus Hpv può scatenare l' infarto nelle donne .................................................................... 41
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20/02/2019
                                            napoli.fanpage.it
                                                                                                                         EAV: € 3.849
                                                                                                                         Lettori: 20.100
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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         Si opera per dimagrire, ma muore tre giorni dopo
                l'intervento: indagati tredici medici

 L’uomo, cinquantadue anni, si era
 sottoposto ad un intervento di riduzione
 della massa grassa a Benevento. Dopo
 tre giorni ha iniziato a stare male ed è
 tornato in ospedale, ma nonostante i
 tentativi di salvargli la vita e dopo il
 trasferimento al Ruggi di Salerno, l’uomo è deceduto. Tredici i medici indagati: sei a
 Benevento e 7 a Salerno. Cronaca Napoli e Campania Benevento Salerno 19 febbraio
 2019 22:24 di Giuseppe Cozzolino Si era operato per dimagrire, ma tre giorni dopo è
 morto : sono tredici i medici indagati tra Salerno e Benevento per il decesso di G.N.,
 un docente di cinquantadue anni originario del Salernitano che pochi giorni fa è
 deceduto dopo essere arrivato in condizioni gravissime all'ospedale Ruggi
 d'Aragona. L'uomo, tre giorni prima, era stato operato invece a Benevento, per un
 intervento di riduzione della massa grassa. Il docente, che pesava oltre 150 chili,
 aveva deciso di sottoporsi a questo tipo di intervento per dimagrire ed inizialmente
 tutto lasciava pensare che l'operazione chirurgica sembra perfettamente riuscita,
 tanto che dopo la normale degenza post-operatoria, il cinquantaduenne era stato
 dimesso. Ma tre giorni dopo, l'uomo ha iniziato ad accusare dei malori, ed i familiari
 lo hanno così riportato al nosocomio sannita, dove le sue condizioni precipitano. A
 quel punto, il docente viene portato d'urgenza al Ruggi di Salerno, dove arriva già in
 condizioni gravissime e poco dopo muore nonostante i tentativi di salvataggio dei
 medici. Subito viene ipotizzato una possibile perforazione durante l'intervento, che
 avrebbe poi causato una sepsi: la magistratura apre subito un'inchiesta e decide di
 sequestrare le cartelle cliniche e disporre un'autopsia. Oggi, invece, la decisione di
 indagare per la morte dell'uomo tredici medici: sei del nosocomio sannita e sette del
 suo corrispettivo salernitano. Saranno ora le indagini a cercare di chiarire le cause
 che hanno portato al decesso dell'uomo.

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19/02/2019
                                              salernonotizie.it
                                                                                                                          EAV: € 765
                                                                                                                          Lettori: 10.300
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

   Muore dopo l’intervento per dimagrire: 13 medici indagati

 13 medici (sei di un ospedale di
 Benevento e 7 di un nosocomio
 salernitano) risultano indagati per il
 decesso          di       Giovanni         M,
 52enne di Salerno morto dopo un
 intervento per dimagrire Il 53enne
 giunse all’ospedale di Salerno già in
 condizioni gravissime con i medici che
 fecero di tutto per salvargli la vita senza
 però riuscirci. I familiari della vittima si sono rivolti alla Magistratura chiedendo che
 venga fatta chiarezza sulla morte del proprio caro. Il paziente aveva un peso che
 andava oltre i 150 chilogrammi e gli causava non pochi problemi alla salute. Aveva
 deciso di sottoporsi all’intervento di riduzione allo stomaco per poter dimagrire.
 L’operazione fu eseguita in un primo momento a Benevento. Tornato a casa l’uomo
 cominciò ad avere i primi malori. Le sue condizioni non miglioravano tanto che si era
 reso necessario il ricorso all’Ospedale di Salerno fino al decesso dell’uomo

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19/02/2019
                                              salernotoday.it
                                                                                                                         EAV: € 648
                                                                                                                         Lettori: 7.133
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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     Si opera per dimagrire e muore: 13 medici indagati tra
                     Salerno e Benevento

 Il 52enne giunse all’ospedale di Salerno
 già in condizioni gravissime: inutile,
 risultò ogni tentativo di salvarlo Sono
 indagati 13 medici (sei di un ospedale di
 Benevento e 7 di un nosocomio
 salernitano), per il decesso di G.N.,
 docente 52enne di Salerno morto dopo
 un intervento per dimagrire. L'uomo
 giunse all’ospedale di Salerno già in
 condizioni gravissime: inutile, risultò ogni tentativo di salvarlo.Di oltre i 150
 chilogrammi, la vittima aveva deciso di sottoporsi all’intervento di riduzione allo
 stomaco. L’operazione fu eseguita in un primo momento a Benevento, ma, tornato a
 casa, l’uomo cominciò a sentirsi male: di lì la corsa in ospedale a Salerno, fino al
 decesso, per il quale i familiari hanno sporto denuncia, al fine di far chiarezza sul
 drammatico epilogo. Si indaga.

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20/02/2019                                                                                                                Pagina 31
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 6.926
                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

                 Biopsie fuorilegge, indagini in ospedale

 EBOLI Paolo Panaro Indagini dei
 carabinieri del Nas sull' ospedale Maria
 Santissima Addolorata. Le indagini sono
 concentrate         sul     Servizo        di
 Immunopatologia renale dell' ospedale
 ebolitano e sarebbero stati deferiti in
 stato di libertà il responsabile del
 Servizio di Immunopatologia renale e il
 dirigente medico dell' U.O.C (Unità
 Operativa Complessa) del Reparto di
 Nefrologia dialisi. I due medici indagati
 sarebbero accusati di aver redatto referti
 riguardanti biopsie renali che, stando
 alle indagini condotte dai Nas, sarebbero
 di esclusiva competenza dei medici
 specialisti in anatomia e istologia
 patologica     e    avrebbero     esercitato
 abusivamente la professione sanitaria di
 anatomopatologo. Le indagini sono
 coordinate       dalla    Procura       della
 Repubblica di Salerno e sono scattate nei
 giorni scorsi quando il Nas di Salerno,
 diretto dal maggiore Ferrara, ha
 ispezionato i locali dell' ospedale
 ebolitano dove viene effettuato il servizio di Immunopatologia renale, riscontrando l'
 assenza di requisiti minimi strutturali previsti dalle normative. I Nas avevano anche
 comunicato di sospendere il servizio per provvedere ai lavori e mettere a norma gli
 ambulatori dove ci sono apparecchiature mediche del valore di 500mila euro. I
 controlli sono stati concentrati sui referti che, stando alle indagini dei carabinieri,
 devono essere redatti dai medici specializzati in anatomia patologica. IL CONCORSO
 Oggi doveva svolgersi il concorso del nuovo dirigente del reparto di Nefrologia, ed è
 stato rinviato ad altra data. Una coincidenza che può diventare un' altra tegola sul
 personale del reparto, finito al centro di un' inchiesta giudiziaria. Nei giorni scorsi
 dopo i controlli negli ambulatori del servizio di Immunopatologia renale risultati non
 idonei i militari hanno chiesto che venissero interrotte tutte le attività all' interno dei
 locali non idonei. La direzione sanitaria doveva spostare anche le apparecchiature
 mediche, che invece non sono state trasferite e dovrebbero essere eseguiti i lavori
 per rendere idonei i locali. I militari indagano anche sulla mancata assegnazione dei
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locali dove in passato era allocato il reparto di pediatria al reparto di Nefrologia per
ospitare il Servizio di Immunopatologia renale. Circostanza anomala, tanto che per
chiarirla è scattata un' inchiesta interna all' Asl e in ospedale sono giunti gli ispettori
per far piena luce. Nelle prossime ore potrebbero essere sospese alcune attività del
Servizio di Immunopatologia renale che riguardano gli esami istologici. Va detto che
il reparto di Nefrologia è uno dei più noti in tutta Italia per le sue eccellenze. ©
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20/02/2019                                                                                                                Pagina 15

                                                                                                                          EAV: € 872
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

                       Screening gratuito all' Asl di Vietri

 VIETRI SUL MARE / Per approfittarne
 basta prenotarsi al numero 3313086854
 L' iniziativa indirizzata a tutte le donne
 per prevenire i tumori alla mammella e
 alla tiroide Domenica dalle ore 9 alle ore
 13, presso i locali della Asl di Comune di
 Vietri sul Mare, si terrà lo Screening
 Ecografico gratuito per la prevenzione
 dei tumori alla mammella e alla tiroide.
 Potranno partecipare all' iniziativa tutte
 le donne, dai 20 anni in poi, previa
 prenotazione al Comitato di Costa
 Amalfitana (cell 3313056854 - le
 prenotazioni verranno raccolte dal 20
 febbraio dalle ore 10 alle ore 13 e dalle
 ore 16 alle ore 18). Verrà data la priorità
 alle donne che non hanno mai effettuato
 un esame ecografico di controllo. L'
 iniziativa di prevenzione è realizzata da
 Croce Rossa Italiana -Comitato di Costa
 Amalfitana, con il supporto sanitario del
 dottore ecografista Maurizio Coppola di
 Maiori. "Il tumore del seno - spiegano dall Cri - colpisce oggi con una frequenza di un
 donna su otto. Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 48.000 nuovi casi: il tumore
 del seno è il più frequente nel sesso femminile. Grazie, però, ai continui progressi
 della medicina e agli screening per la diagnosi precoce, nonostante il continuo
 aumento dell' incidenza, di tumore del seno oggi si muore meno che in passato. Il
 cancro della tiroide è abbastanza diffuso. Rappresenta il 3-4 per cento di tutti i
 tumori umani e colpisce soprattutto le donne tra i 40 e i 60 anni. È uno dei tumori
 più frequenti per le donne in questa fascia d' età. L' incidenza è di circa 5 casi ogni
 100.000 abitanti per gli uomini e circa 15-18 nuovi casi ogni 100.000 abitanti per le
 donne. Il numero di casi di tumore della tiroide è molto aumentato negli ultimi
 decenni: le nuove diagnosi hanno riguardato soprattutto piccoli carcinomi scoperti
 spesso casualmente durante un' ecografia tiroidea. È probabile che a tale aumento
 dei casi contribuiscano i controlli ecografici che in precedenza non si facevano e che
 hanno portato a diagnosticare tumori indolenti che in passato non erano scoperti. La
 sopravvivenza è molto elevata (oltre il 90% a 5 anni dalla diagnosi nelle forme
 differenziate). Croce Rossa Italiana è a ser.
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20/02/2019                                                                                                               Pagina 27

                                                                                                                         EAV: € 1.376
                                                                                                                         Lettori: 29.750
                                         Argomento: Sanità Campania

              «Il San Giuliano diventerà Lea di I livello»

 GIUGLIANO Successo di "Cardiologie
 Aperte", parla il primario Giovanni
 Napolitano        GIUGLIANO.         Buona
 partecipazione     alle   giornate     della
 campagna            di        prevenzione
 cardiovascolare "Cardiologie Aperte"
 presso l' ospedale San Giugliano di
 Giugliano. L' Unità di terapia intensiva
 cardiologica del San Giuliano, diretta dal
 dottor Giovanni Napolitano (nella foto),
 nella sola prima giornata contava oltre
 30 visite, superate le 200 visite in totale.
 «Numeri importanti che testimoniano la
 fiducia che la popolazione ripone in noi e
 ci ripagano dei tanti sforzi - afferma il
 dottor Napolitano primario del reparto -
 siamo ormai alla terza edizione e
 registriamo un trend in crescita di
 adesioni alla nostra iniziativa. In un
 territorio come questo dove l' incidenza
 delle malattie cardiovascolari è molto
 elevata, superiore ad altre della
 Campania, è importante diffondere la
 cultura della prevenzione». Quali sono, a
 suo avviso, le cause di quest' alta percentuale di cardiopatici? «Certamente gli stili
 di vita sono fattori che incidono, ma sfortunatamente non sono tutti pazienti
 diabetici, e non mi sento di affermare che l' inquinamento ambientale sia un fattore
 di secondaria importanza. Siamo nell' epicentro della Terra dei fuochi e una
 correlazione tra l' inquinamento e le malattie cardiovascolari c' è». Considerando
 questi problemi le strutture di cui è dotato l' ospedale sono adeguate? «Il San
 Giuliano, a breve passerà dall' essere un Pronto Soccorso a un DEA di I livello, e
 questo comporterà un rafforzamento di tutti i reparti ampliando ancora l' of ferta.
 Questo è un percorso che la Direzione Strategica dell' Asl Napoli 2 ha intrapreso e
 sta perseguendo con estrema determinazione. Il lavoro da fare per migliorare è
 tanto ma la direzione intrapresa è sicuramente quella giusta». E nel suo reparto?
 «Nel mio reparto, ad esempio, essendo un centro Spoke (centro periferico) curiamo
 direttamente i pazienti Nstemi, cioè i pazienti con problemi acuti ma relativamente
 stabili, che trasferiamo a Pozzuoli, mentre i pazienti Ste mi, cioè quelli con infarti
             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 20-02-2019 - Rassegna stampa del 20-02-2019 - Ruggi
gravi in atto e instabili, vengono trasportati al Policlinico che è il centro QUALIANO.
Una vicenda che va avanti da quasi 4 anni, tra l' esasperazione dei residenti e la
rassegnazione dei commercianti che palesano difficoltà a mandare avanti i propri
affari. La formazione della voragine di via Alcide de Gasperi, con conseguente
chiusura dell' arteria al traffico veicolare datata 3 agosto 2015, continua ad incidere
e, purtroppo in negativo, sulla vivibilità del posto. Il mancato passaggio dei veicoli
ha creato più di un disagio agli esercenti, con qualcuno di essi che ha deciso di
affiggere il cartello "Affittasi"non vedendo alcuna possibilità di futuro nella strada
oggetto del crollo. «È uno scempio qui, non ci capiamo nulla - afferma Antonio, Hub
della Federico II. Quest' attività richiederebbe un cardiologo e infermieri da dedicare
esclusivamente a questo compito ma in organico non c' è e cerchiamo di sfruttare al
meglio le risorse che abbiamo». E le attrezzature? «Anche in quel caso c' è un
disegno chiaro, a breve dovrebbero arrivare degli ecocardiografi top di gamma, ma
la burocrazia è la nostra nemica. Ma devo essere sincero, le nostre richieste sono
ampiamente condivise dalla Direzione Strategica che sta puntando su questo
ospedale sulla professionalità di chi vi lavora». Come un' araba fenice il San Giuliano
sembra dunque risorgere dalle proprie ceneri con primari competenti e entusiasti del
proprio lavoro che sembra riscuotere anche il consenso dei pazienti.

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20/02/2019                                                                                                                  Pagina 22
                                    Il Mattino (ed. Benevento)
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                                            Argomento: Sanità Campania

   «Nessuno sgarbo pronto al confronto per servizi migliori»
 Gianni De Blasio
 LE TENSIONI Un malinteso. Uno
 spiacevole       equivoco.     Di     «sgarbi
 istituzionali» non ce ne sono stati. «Non
 ho mai offeso nessuno, figuriamoci se
 inizio ora con i sindaci!». Il direttore dell'
 Azienda ospedaliera «San Pio» se è
 risultato assente all' assemblea delle
 fasce tricolori è solo perché ha ritenuto
 di non essere stato invitato. «La lettera
 di indizione della riunione a noi direttori
 generali      è    pervenuta      solo    per
 conoscenza, personalmente non sono
 stato invitato», eccepisce Renato Pizzuti.
 E a chi obietta la diversità di
 atteggiamento tenuto dal collega dell'
 Asl, Franklin Picker, intervenuto ai lavori,
 ribatte che a lui, a differenza dell' altro
 manager, non sono giunte telefonate.
 «Sono stato e resto disponibile al
 confronto, è sufficiente dirmelo anche il
 giorno prima». LA REPLICA Intanto,
 Pizzuti, in linea con tale impostazione, ha
 respinto gli addebiti venuti dall'
 assemblea. Ha inviato una lettera a
 Mastella dicendo di non condividere «l' atteggiamento di stigmatizzazione» assunto
 dal sindaco di Benevento e dai suoi colleghi. «Del resto, a voler considerare la
 normativa vigente, le Asl interagiscono con la Conferenza dei sindaci, mentre le
 Aziende ospedaliere solo con il sindaco del Comune ove insiste la sede del presidio,
 Benevento e Sant' Agata». Ciononostante, ricorda Pizzuti, non mi sono mai sottratto
 a confronti costruttivi con la finalità di migliorare l' assistenza sanitaria. Il direttore
 attenderà l' iniziativa che vorrà assumere Mastella, rendendosi già da ora
 disponibile. LA FASCIA TRICOLORE Ma secondo il sindaco «lo sgarbo istituzionale nei
 confronti dei sindaci resta». «È singolare che il direttore Picker, destinatario del
 medesimo invito, abbia, invece, partecipato illustrando le varie problematiche dell'
 azienda». Mastella, comunque, anticipa parte dei temi che l' assemblea dei sindaci
 sottoporrà al direttore generale: a Sant' Agata, riferisce è scomparso il «polo
 oncologico regionale»; non esiste nel piano ospedaliero presentato un' Unità
 operativa di Medicina Nucleare né a Sant' Agata, né al Rummo; i 100 posti letto dell'
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ospedale di Sant' Agata sono scesi a 86, prevedendo, oltre al Pronto Soccorso, la
Medicina Interna, per 20 posti letto, struttura senza un primario; Chirurgia Generale
elettiva, con 6 posti letto; Oncologia con 6 posti letto; Terapia Intensiva con 4 posti
letto; la Direzione Sanitaria di presidio con dirigente di struttura complessa;
Recupero di riabilitazione funzionale (26 posti letto) con primario; lungodegenti (24
posti letto) con primario. «È stato previsto - conclude Mastella - un pronto soccorso,
ma senza un reparto di ortopedia e un primario, un reparto di cardiologia, una
chirurgia d' urgenza ma con una chirurgia generale di elezione e senza primario. In
quanto al «Rummo», qualche giorno fa è stato pubblicato un articolo della
organizzazione sindacale Fsu Usae, che ha denunciato la grave situazione del San
Pio, chiedendo l' intervento del prefetto. Il rischio è che, non raggiungendo i volumi
preventivati alla fine del triennio, il nosocomio venga retrocesso». © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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20/02/2019                                                                                                                 Pagina 22
                                   Il Mattino (ed. Benevento)
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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

             Cgil: «Fatebenefratelli turni di notte rinforzati»

 «Nell' incontro con la dirigenza dell'
 ospedale      Fatebenefratelli,    abbiamo
 ottenuto una prima apertura alle nostre
 richieste». Così in una nota la Fp Cgil, in
 seguito alla riunione con i vertici del
 nosocomio sannita. «È stato deciso - dice
 il coordinatore Pompeo Taddeo - di
 destinare 3 infermieri al turno di notte
 presso     il   reparto    di    Medicina,
 aggiungendo una unità alle due esistenti
 e abbiamo ottenuto l' incremento di un'
 unità ausiliaria in grado di intervenire
 presso il pronto soccorso, la radiologia e
 dovunque ne sia ravvisata la necessità.
 Un ottimo risultato, che contribuisce al
 miglioramento dei servizi, che passa
 attraverso il necessario supporto dei
 lavoratori, in quanto le difficoltà dei
 dipendenti di una qualsiasi azienda, sono
 destinati a trasformarsi in difficoltà per l'
 intero processo produttivo ,con ricadute
 negative sulla qualità dei servizi offerti».

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20/02/2019                                                                                                                 Pagina 21

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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

         DONAZIONE DEGLI ORGANI IL RITARDO CULTURALE
 Maria Pirro
 Il Centro nazionale trapianti fa parlare i
 numeri: le donazioni di organi si
 consolidano (1.680, nel 2018), le liste d'
 attesa calano per il terzo anno
 consecutivo (in particolare, quella per il
 rene), mentre le dichiarazioni di volontà
 sono quasi raddoppiate grazie al
 possibilità di registrare la propria scelta
 al rinnovo della carta d' identità
 elettronica. I risultati, dunque, sono
 positivi, a 20 anni dalla legge che ha
 istituito la rete salvavita. Ma l' Italia
 procede «a due velocità», perché «i
 volumi di attività - certifica il rapporto -
 nelle regioni centro-settentrionali sono
 ancora molto superiori a quelli del Sud».
 La Toscana può infatti contare su 46,8
 benefattori per milione di abitanti, la
 Campania su 10,1. Ma il dato che
 colpisce di più è il seguente: a Napoli e
 dintorni il 41,8 per cento delle famiglie si
 oppone alla donazione degli organi,
 quando per il proprio congiunto non c' è
 più nulla da fare. A Firenze solo il 27,3
 per cento dice no. E la stessa linea emerge dalle dichiarazioni di volontà registrate
 nei Comuni, quindi in prima persona: qui il 45,7 per cento dei cittadini si esprime
 negativamente o rimanda la scelta (in Toscana, il 24,6). Colpa di strutture sanitarie
 disattente che, con qualche eccezione, non riescono a conquistare la fiducia dei
 pazienti e dei loro parenti, e per questo non vengono ripagate, ma non solo. Il
 distacco è anche culturale, amplificato da un difetto di comunicazione/educazione.
 Per comprenderlo, basta incontrare le persone, innanzitutto i giovani, che aspettano
 di essere chiamate per l' intervento: fino a quel momento quasi tutti interessati poco
 o niente al problema. In più, c' è chi racconta di temere (erroneamente), che, dando
 l' assenso, possa essere curato male, a vantaggio di altri, e chi non vuole pensare al
 peggio prima del tempo. Di certo, le ragioni vanno approfondite per poter agire.
 Perché, dietro i numeri, ci sono volti e storie come quella di Alex, il bimbo di 18 mesi
 sottoposto a trapianto di midollo al Bambino Gesù di Roma che ha portato a una fila
 infinita di aspiranti donatori in piazza del Plebiscito. Una contraddizione? No,
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disorganizzazione, ignoranza o superstizione non devono prevalere sul cuore grande
dei napoletani. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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20/02/2019                                                                                                                    Pagina 5

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                                                                                                                              Lettori: 29.750
                                              Argomento: Sanità Campania

    La Cgil boccia l' autonomia di De Luca Poi fa dietrofront:
                       proposta interessante
 Angelo Agrippa
 Incontro      «chiarificatore»        tra    il
 governatore e i sindacati. Caldoro dà una
 mano a de Magistris NAPOLI Dal
 segretario generale della Cgil Campania,
 Nicola    Ricci,   arriva       una    sonora
 bocciatura contro l' iniziativa intrapresa
 dal presidente della Regione Vincenzo
 De Luca sul tema dell' autonomia,
 avendo, quest' ultimo, prima invocato
 una     mobilitazione     di     massa    del
 Mezzogiorno      contro      la    cosiddetta
 «secessione dei ricchi» e poi, a distanza
 di quarantotto ore, avanzato anche lui
 una richiesta formale al Governo di
 trasferimento di competenze. Ma a
 distanza di poche ore ecco che lo stesso
 Ricci fa un clamoroso dietrofront: «L'
 incontro avuto con il presidente della
 Regione Campania - corregge - ha
 chiarito i contorni e gli obiettivi per i
 quali è stata chiesta l' autonomia per 13
 competenze. In un primo momento i
 contorni    della    proposta       facevano
 pensare ben altro ed è opportuno che la nostra posizione, alla luce di questa
 interlocuzione, guardi con interesse alla richiesta di De Luca avanzata al Governo
 centrale. Nei prossimi giorni, appena possibile, si chiariranno ulteriori aspetti». Ma
 cosa è accaduto, in poche ore, per rovesciare un giudizio aspro come quello
 pronunciato in mattinata da Ricci in una presa di posizione nettamente contraria del
 pomeriggio? Cosa avrà compreso Ricci, dopo aver incontrato il presidente della
 Regione, che non aveva capito negli ultimi giorni? Il mistero si infittisce. «L' attacco
 violento di De Luca al regionalismo differenziato, arrivato forse in ritardo, è
 giustificato. Non comprendiamo, però, come mai questo attacco, il giorno dopo e in
 una forma isterica, si sia trasformato in una richiesta di sedersi al tavolo con il
 Governo per ottenere il trasferimento di tredici competenze per la Campania». La
 contestazione sollevata dal segretario generale della Cgil Campania è avvenuta
 durante il dibattito sull' autonomia organizzato dalla Federico II. Per Ricci prima era

                  Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
letteralmente «insostenibile» ipotizzare l' autonomia differenziata della Campania,
soprattutto osservando la pressione fiscale che grava sui cittadini e i servizi che ne
ricevono in cambio. Ma successivamente, e una volta che De Luca ha invitato i
sindacati a far parte del tavolo di discussione sullo spinoso argomento, ha spiegato
che la proposta del governatore potrebbe essere addirittura niente male. «In
Campania - ha spiegato prima del dietrofront il leader sindacale - i livelli essenziali di
prestazione, in particolare per ciò che concerne la Sanità e l' Istruzione, non sono
assicurati. E proprio questi due settori, insieme a quello dei Trasporti, risentiranno
maggiormente del problema derivante dal residuo fiscale». Secondo Ricci, poi, la
contrapposizione che si sta generando sul tema dell' autonomia tra De Luca e il
sindaco di Napoli, Luigi de Magistris (il quale rivendica un federalismo su base
metropolitana) non gioverà ai cittadini. Le critiche della Cgil regionale si sono poi
diluite nel corso dell' incontro tra De Luca e le rappresentanze sindacali a palazzo
Santa Lucia. Intanto da Roma, dove ha partecipato ad un convegno sulla
macroregione Sud moderato dal giornalista Alessandro Sansoni e promosso dalle
Fondazioni Magna Carta e Craxi con Gaetano Quagliariello, Giovanni Toti, Michele
Emiliano, il direttore della Svimez Luca Bianchi, il ricercatore del Censis Giulio De
Rita e il vice direttore del Corriere della Sera , Antonio Polito, l' ex governatore
campano, Stefano Caldoro, ha teso una mano al sindaco de Magistris: «Al netto dei
passaggi più fantasiosi - ha commentato Caldoro - quella ipotizzata dal primo
cittadino partenopeo, vale a dire l' autonomia metropolitana, è una posizione da
valutare. Vengo - ha ricordato - dalla tradizione riformista che immaginava "Napoli
città Regione" negli anni '90. Le città devono essere protagoniste, guidare i processi
e le Regioni essere aree vaste di programmazione e non di gestione».

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20/02/2019                                                                                                                Pagina 24

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

   Morsa: «Pronto soccorso in sofferenza il manager non può
                       attendere oltre»

 L' ALLARME Antonello Plati «Il problema
 è prima di tutto organizzativo. Da questo
 punto di vista, chiediamo un' immediata
 inversione di rotta. Altrimenti le cose
 non potranno che peggiorare». Chiede l'
 impegno di tutti, il segretario generale
 della Funzione Pubblica Cgil Licia Morsa,
 per far sì che «la situazione del Pronto
 soccorso      torni     quantomeno       alla
 normalità». Si rivolge alla direzione
 generale: «Siamo in attesa che il
 management dell' Azienda Moscati
 presenti l' atto aziendale: è un passaggio
 fondamentale per superare la crisi». E ai
 suoi omologhi: «Per favore, non
 strumentalizziamo una questione così
 delicata: è in gioco il futuro dei lavoratori
 e la salute dei cittadini». Insomma, la
 rabbia è tanta per quanto accaduto l'
 altra sera: «È inconcepibile», dice Morsa
 riferendosi alla seconda aggressione in
 appena due settimane. La prima ai danni
 di un' addetta al triage «Non può esserci
 una sola persona all' accettazione, ce ne
 vorrebbe almeno un' altra» - poi quella di lunedì con un infermiere colpito al volto da
 un pugno di un paziente, un uomo di 78 anni in evidente stato di alterazione che era
 in attesa del referto. Percopo, in questi giorni fuori sede per improrogabili impegni,
 al suo rientro si farà «carico di esaminare la vicenda con tutti i soggetti interessati».
 È quello che tutti si aspettano per porre un freno all' escalation di violenza. Nel
 reparto del primario Antonino Maffei, la situazione, da sempre critica a causa dell'
 atavica carenza di organico, è precipitata in concomitanza del picco influenzale:
 sono, infatti, aumentati gli accessi se ne registrano più di 100 al giorno - con codici
 minori che determinano il congestionamento e dilatano i tempi di attesa. Una
 condizione riconosciuta sia dal primario, che attende i rinforzi più volte annunciati,
 sia da Percopo, che ha intenzione di concedere, l' ormai nota, indennità di disagio al
 personale (circa 400 euro lordi in busta paga per tre mesi al momento congelati per

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via di alcuni cavilli burocratici). Reclamano con forza i propri diritti gli infermieri e gli
operatori sociosanitari - la maggior parte dei quali non è sindacalizzata - che in un
appello al Mattino ribadiscono: «Non è accettabile che nello stesso spazio si
forniscano sia prestazioni di emergenza sia di reparto. Siamo allo stremo, facciamo il
nostro dovere e anche di più. È un' esigenza il riconoscimento economico pensato
per noi dall' Azienda: deve essere concesso subito». «L' assistenza che offriamo -
concludono - è diventata di area critica e il contratto prevede per queste aree un'
indennità di disagio». Sulla questione, come ha ricordato il segretario provinciale del
Nursind Romina Iannuzzi, un paio di mesi di fa c' è stata un' interrogazione
parlamentare del senatore Davide Faraone (Pd) che rileva la «sempre maggiore
frequenza con la quale si registrano casi di aggressione a medici e operatori sanitari
impegnati nei pronto soccorso». Un fenomeno che sta assumendo dimensioni
preoccupanti, «in particolar modo nel Sud del Paese» e le cui cause «sono da
ricercare, da un lato, nell' esasperazione di pazienti e familiari per le lunghe attese
e, dall' altro lato, nella scarsa presenza di misure di vigilanza». In risposta all'
interrogazione, il sottosegretario per la Salute, Armando Bartolazzi ha ricordato che
«nel decreto-legge sicurezza e immigrazione, si è voluta inserire una specifica
disposizione che rafforza la tutela preventiva dei presidi sanitari». Il riferimento è all'
estensione del Daspo urbano anche ai presidi sanitari. Inoltre, c' è uno specifico
disegno di legge che propone la costituzione di un osservatorio nazionale sulla
sicurezza di tutto il personale della sanità. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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20/02/2019                                                                                                                 Pagina 25

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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

             Non solo soldi ma anche apparecchi elettronici

 Nell' inchiesta sugli stipendi doppi all' Asl
 vengono fuori anche i tipi umani. Se per
 il medico dell' Alta Irpinia (coinvolto suo
 malgrado, come fa intendere il suo
 difensore), il vantaggio economico era
 cash, per il contabile che gestiva le fila
 della truffa, i vantaggi non erano
 necessariamente soldi in contanti o sotto
 forma di trasferimenti su carta di credito.
 In particolare il contabile dell' Asl era in
 grado di farsi consegnare quelle che il
 legale definisce esigenze. In sostanza
 apparecchiature elettroniche di ultima
 generazione, come un drone da 1600
 euro che, prenotato (e pagato) dal
 medico, veniva ritirato dal dipendente
 pubblico. In altri casi si trattava invece di
 specialità cosmetiche o medicinali
 estremamente costosi. «Mi serve, so che
 tu puoi, prendilo per me...». ©
 RIPRODUZIONE RISERVATA.

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20/02/2019                                                                                                                Pagina 8

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                                          Argomento: Sanità Campania

                 REGIONALISMO, ORA IL SUD ALZI LA VOCE
 PAOLA DE VIVO
 La politica C' è voluta la concreta
 minaccia dell' autonomia regionale e l'
 appello di intellettuali di varia estrazione
 disciplinare,     me      compresa,      per
 risvegliare le forze politiche del
 Mezzogiorno dal profondo torpore in cui
 erano cadute. Seppure con accenti
 differenti e ancora divise sul da farsi, la
 rincorsa delle regioni del Sud si è
 avviata, anche se con colpevole ritardo.
 La frenata che ha avuto in Consiglio dei
 ministri la proposta della leghista
 Stefani, può essere allora interpretata
 come un segnale di apertura, per effetto
 dei dubbi che sta sollevando, di una
 discussione che sembrava del tutto
 blindata? Oppure si può ipotizzare più
 semplicemente che sia una battuta d'
 arresto     temporanea,       dovuta      all'
 ennesimo chiarimento interno alla
 maggioranza? Un arresto che non
 produrrà alcun passo all' indietro da
 parte della Lega, la quale sta dando per scontato l' esito finale di una partita che sta
 giocando con una certa arroganza, sicura del consenso che sta registrando e su cui
 si appoggia. Sia nell' una che nell' altra ipotesi, rimane da rimarcare che la
 questione è più spinosa e grave di quanto già non sia evidenziata. In essa appare
 centrale la redistribuzione delle risorse finanziarie da parte dello Stato e i modi per
 allocarle alle Regioni tenendo conto del residuo fiscale, ammantando quest'
 operazione in un presunto scenario neutrale, dove tutte le amministrazioni regionali
 ci guadagnano, potendo decidere in base ai fabbisogni che hanno dove, quando e
 come spendere. La logica ricalca uno schema di efficienza e di efficacia
 amministrativa, concepito però come un fine in stesso. In che senso, vi chiederete?
 Adesso lo spiego in tre punti. Il primo, parte da quanto recita l' articolo 3 della
 Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
 legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
 politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli
 ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'
 eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'
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effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all' organizzazione politica, economica e
sociale del Paese". Ciò che voglio affermare è noto, ma vale la pena qui ribadirlo. Le
condizioni di partenza sono differenti, il Sud rimane la parte più arretrata dell' Italia,
presenta divari economici e civili, che vanno rimossi per rispettare i principi di
eguaglianza e di solidarietà. L' autonomia differenziata e rafforzata, per come si
presenta, riduce la complessità dell' azione pubblica in un recinto di egoismo
finanziario: chi ha più servizi e dotazioni infrastrutturali ne vuole e ne deve avere
ancora di più. In uno Stato di diritto, ciò va rigettato. È attraverso la cultura
democratica che si decide come, ma soprattutto a quali fini collettivi, le risorse
vanno redistribuite e spese in programmi pubblici. Esattamente l' inverso di quanto
sta accadendo. Il secondo, la prova che hanno dato sinora le Regioni, non solo quelle
del Sud come si è propensi a credere, ma anche quelle del Nord, nell' uso dei fondi
pubblici. Gli esempi, in un caso e nell' altro, potrebbero essere molteplici. La
ridefinizione del ruolo dello Stato in società complesse sta incontrando notevoli
difficoltà e i processi di decentramento istituzionale sono stati individuati in molti
paesi del mondo come una risposta alle sfide della globalizzazione. Nel caso italiano,
sin da quando sono state istituite negli anni Settanta, esse sono state concepite con
un debole potere di regolazione ed il loro rafforzamento è stato rilanciato anche dall'
europeizzazione delle politiche per lo sviluppo. Ciò non toglie che sia l' azione
ordinaria che quella legata ai Fondi strutturali abbiano mostrato più di una criticità.
Criticità più presenti al Sud, ma non assenti neppure in alcune Regioni del Nord ( si
pensi agli estesi fenomeni di corruzione sugli appalti in diversi settori: sanità,
trasporti, infrastrutture). Il terzo, la politica intesa come pura competizione
elettorale e non come strumento per la risoluzione di problemi sociali. Il tema dell'
autonomia regionale sta mostrando, in tutta la sua crudezza, la miopia di un ceto
politico che gioca al rialzo su singole problematiche nel mercato dei voti, a secondo
della quota di consenso che sa di incassare, tralasciando una visione di insieme e di
indirizzo generale nelle scelte programmatiche da compiere. Il contratto tra il
Movimento 5 Stelle e Lega ha ratificato questo modo di intendere e rappresentare le
istanze sociali, con il reddito di cittadinanza al Sud e la richiesta di autonomia al
Nord. Due Italie, composte al loro interno da tante regioni convinte di poter in
autosufficienza risolvere i propri problemi, che finiranno per essere sempre più
diverse e sempre più diffidenti l' una verso l' altra. Va detto, tuttavia, che una parte
del Movimento 5 Stelle, nello specifico alcuni parlamentari meridionali, ha
finalmente compreso che il reddito di cittadinanza sarebbe un prezzo troppo alto da
pagare a dispetto dell' aggravamento socio-economico che comporterebbe l'
autonomia regionale per il Mezzogiorno. Infine, una nota in merito al ruolo delle
opposizioni, anche esse frammentate, con il Pd che con Gentiloni ha guidato le
trattative per l' accordo con la Lombardia, il Veneto e l' Emilia Romagna, che si trova
ora a dover governare tale processo, sebbene al suo interno, come al solito, non
tutti sono d' accordo sul che fare e sulla linea da seguire. La speranza di porre un
freno a quanto sta accadendo è nel fatto che si sta formando un' area trasversale
che abbraccia parlamentari di vari partiti, che hanno compreso la gravità della
situazione e nel cui operato si confida. Il dibattito pubblico che si è inoltre
sviluppato, sta penetrando nell' opinione pubblica, rendendola sempre più

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20/02/2019                                                                                                                 Pagina 24

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                                           Argomento: Sanità Campania

        Soccorsi in ritardo muore anziana: scatta l'inchiesta
 Alessandra Montalbetti
 L' INCHIESTA L' ipotesi è omicidio
 colposo: indagati due medici e un'
 operatrice del 118 di Avellino per il
 decesso avvenuto in casa dell' 81enne,
 Filomena Damasco. Nel registro degli
 indagati, con l' accusa di omicidio
 colposo, sono finiti il medico di base dell'
 81enne Amelia Iandolo rappresentata
 dall' avvocato Adriana Maffeo, il
 cardiologo Pasqualino Raviele difeso dall'
 avvocato Antonio Barone e l' operatrice
 del 118 Rosina Petrillo. Ieri il pubblico
 ministero Antonella Salvatore della
 procura di Avellino, titolare dell'
 inchiesta aperta per far luce sulle
 eventuali responsabilità e ritardi che
 potrebbero aver causato il decesso dell'
 anziana, ha conferito l' incarico al
 medico legale Carmen Sementa e all'
 anatomopatologo Noè De Stefano di
 effettuare l' autopsia sulla salma dell'
 81enne, originaria di Cervinara, ma da
 anni residente ad Avellino. Accertamento
 peritale    irripetibile  che    è   stato
 effettuato, presso l' obitorio dell' ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino ieri
 pomeriggio, ma i risultati saranno resi noti tra 90 giorni quando il medico legale
 depositerà la relazione finale. Come consulente di parte la famiglia della donna
 deceduta, a loro avviso a causa dei ritardi nei soccorsi, ha nominato il medico legale
 Oto Macchione che ha presenziato all' esame autoptico protrattosi per diverse ore.
 La morte dell' anziana è avvenuta, lo scorso 15 febbraio, nella sua abitazione di
 Avellino dopo l' intervento dell' ambulanza avvenuto poco dopo della mezzanotte. I
 due figli della donna, rappresentati dall' avvocato Ennio Napolillo, hanno presentato
 denuncia nei confronti dei medici che hanno visitato l' anziana madre dalle 16 del
 pomeriggio del 15 febbraio, quando la badante ucraina chiese un primo intervento di
 un' ambulanza presso l' abitazione. Intervento negato sostengono le persone offese.
 L' operatrice del 118 di turno intorno alle 16 quando giunse la richiesta d' intervento
 - presso la centrale operativa attiva nell' ospedale San Giuseppe Moscati - non
 avrebbe ravvisato gli estremi per mandare un' ambulanza consigliando alla badante
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di rivolgersi al medico di base per una visita. Quest' ultima, dopo aver visitato la
donna intorno alle 20,00 dello stesso giorno, non avrebbe rilevato alcuna emergenza
tale da consigliare il ricovero presso una struttura sanitaria o richiedere nuovamente
l' intervento di un' ambulanza. Intanto la figlia dell' 81enne, residente in Spagna,
allarmata dalle condizioni sempre più critiche dell' anziana madre, raggiunse il
capoluogo ed intorno alla mezzanotte chiese l' intervento di una seconda ambulanza
presso l' abitazione materna. Gli operatori intervenuti, dopo aver visitato l' anziana,
non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell' 81enne. Di qui la rabbia e
le domande dei familiari che hanno presentato denuncia per omicidio colposo presso
la stazione dei carabinieri di Avellino. In seguito alle indagini dei militari dell' Arma è
stato indagato anche il cardiologo che aveva visitato la donna nei giorni precedenti e
con il quale la famiglia, il giorno il decesso, aveva avuto soltanto un consulto
telefonico dopo il primo malore. I familiari dell' anziana - che lamentava malesseri
dalle prime ore del pomeriggio - si chiedono se il decesso della donna potesse
essere evitato qualora l' ambulanza fosse intervenuta alla prima chiamata, ovvero
intorno alle ore 16 del 15 febbraio, prima che la situazione degenerasse fino al
sopraggiungere della morte di Filomena Damasco. A loro avviso i soccorsi sarebbero
arrivati troppo tardi, solo diverse ore dopo dalla prima richiesta d' intervento e solo
quando i familiari dell' 80enne hanno nuovamente chiesto soccorso per l' anziana
madre. Saranno le indagini e i risultati dell' autopsia a far piena luce sul caso di
presunta malasanità. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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20/02/2019                                                                                                                 Pagina 25

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                                           Argomento: Sanità Campania

             Stipendi doppi, contabile verso il licenziamento

 L' INCHIESTA Gianni Colucci Si replica.
 Come per i furbetti del cartellino, l' Asl
 va verso la scelta del licenziamento per
 coloro che sono finiti coinvolti nella
 vicenda degli stipendi truccati. Il primo a
 correre seriamente il rischio è il
 contabile che si occupa dei dipendenti
 non strutturati, dunque esterni, che
 avrebbe architettato il grande inganno.
 Per lui, già sospeso dal servizio, a
 seguito delle verifiche effettuate dalla
 commissione di indagine interna e delle
 decisione della commissione disciplinare,
 è stato proposto il provvedimento del
 licenziamento. Una decisione estrema
 che tuttavia era stata presa dal
 precedente manager. Mario Ferrante,
 con accanto Maria Morgante (all' epoca
 dirigente che oggi ha preso il suo posto)
 nel giugno del 2016 annunciò il drastico
 provvedimento per alcuni degli indagati
 nell' inchiesta sui furbetti del cartellino.
 Per due dei tre indagati l' Asl ha
 notificato l' addebito disciplinare che
 prevede la possibilità di fornire una propria memoria o dichiarazione alla
 commissione. Il medico che oggi figura tra gli indagati, un professionista di guardia
 medica, non ha ancora incontrato i commissari. Ma dato che la scelta di parlare con
 il magistrato che l' ha indagato ha già avuto seguito, entro la fine del mese ripeterà
 la sua difesa anche in sede amministrativa, all' Asl. In sostanza le due indagini
 vanno avanti parallelamente come avvenne per l' inchiesta sui furbetti del cartellino.
 A rischio il posto di lavoro per chi è coinvolto, ma sopratutto il patrimonio personale,
 come è nel conto una condanna penale. Circa il medico, si va chiarendo che nelle
 sue tasche sia arrivato meno di un quarto della cifra della truffa che supera i 600
 mila euro. Anzi per il medico va delineandosi l' ipotesi di una forte pressione da
 parte della mente della truffa che avrebbe richiesto donativi, esigenze, tramutatesi
 in merci di varia natura. «Tu puoi, sei nella possibilità, mi potresti fornire...». In
 sostanza pur ammettendo una sua responsabilità, attraverso il proprio legale, l'
 avvocato Antonio Rosania, il medico che era destinatario di un vantaggio dalla truffa
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architettata, doveva però rispondere alle richieste che gli venivano fatte dal
funzionario. Il medico tra l' altro -secondo una ricostruzione che egli stesso ha
presentato al magistrato - sarebbe stato coinvolto quasi casualmente. Una matricola
accoppiata alla sua avrebbe consentito al contabile di pagare più volte lo stipendio
ad inesistenti medici non strutturati, cioè specialisti ambulatoriali o della guardia
medica. Il dirigente dell' Asl (il quale non controllava o se lo faceva non esplicitava il
risultato dei suoi controlli) è anch' esso sotto la lente della commissione disciplinare
e del magistrato. Se era a conoscenza della modalità con cui si teneva la doppia
contabilità, anche lui avrebbe potuto pretendere una parte del ricavato. Il medico in
sostanza era il tassello che consentiva di ingannare anche la contabilità interna. E
quando, vedendosi bonifici accreditati per attività mai svolte, si è recato all' ufficio
contabile, automaticamente è stato fatto partecipe del sistema. Al momento la
complessa vicenda va delineandosi sul piano delle responsabilità interne ed esterne.
Quelle proprie dei funzionari pubblici infedeli sono contestate a tre dipendenti Asl:
un dirigente apicale, il contabile e il medico. Il dirigente apicale al momento non ha
un provvedimento diretto a suo carico, come non c' è nessun provvedimento
disciplinare nei confronti del medico. Solo per il contabile la situazione si aggrava .
Appare al momento la mente del sistema architettato per gonfiarsi gli stipendi. La
sua posizione appare difficile. E il provvedimento di licenziamento potrebbe esserci
tra breve. «All' Asl di Avellino qualcuno si paga il doppio stipendio con certificazioni
false, so bene quello che abbiamo trovato. Sono decenni di abbandono, di sciatteria,
di porcheria»: dopo la clamorosa denuncia che fece a Salerno il governatore De
Luca, sulle indagini che riguardavano Avellino, la stessa manager dell' Asl Maria
Morgante era stata sentita dagli inquirenti. Al comandante provinciale della finanza
Gennaro Ottaiano che ha la delega delle indagini coordinate dal procuratore Rosario
Cantelmo e affidate al Pd Fabio Massimo Del Mauro, spiegò che più che una fuga di
notizie, le informazioni fornite al governatore erano «un atto dovuto»: «Quello è il
mio datore di lavoro», disse in sostanza la manager. Fu poi De Luca a raccontare con
i suoi modi roboanti dell' indagine sui nuovi furbetti di Avellino: «Una porcheria». ©
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20/02/2019                                                                                                               Pagina 13

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                                         Argomento: Sanità Campania

         Tumori, al Pascale la Rete oncologica incontra le
                           associazioni

 NAPOLI. Uniti per migliorare l' oncologia
 campana. La Rete oncologica ha voluto
 incontrare le associazioni che operano
 sul territorio, da Cittadinanza Attiva a
 Favo, da Acto a Amdos, da Aistom a
 Ficopp, da Abracadabra a Aistom, da
 Associazione noi per te all' Associazione
 italiana tumori del testicolo. All' Istituto
 Pascale il direttore generale, Attilio
 Bianchi, e il responsabile scientifico della
 Rete, Sandro Pignata, hanno riunito i
 rappresentanti     di  quasi     tutte    le
 associazioni nate per supportare e
 rappresentare gli ammalati di cancro in
 Campania. Obiettivo dell' incontro
 informare le associazioni sul percorso
 fino ad oggi compiuto dalla Rete e la
 programmazione di progetti comuni. Il
 primo progetto definirà un percorso volto
 a definire un algoritmo che identifichi
 per ogni fase assistenziale risposte
 precise da ospedali e territorio, partendo
 dalla fase dell' accoglienza nei centri
 oncologici alla continuità territoria le
 dopo le cure ospedaliere, in modo da accompagnare il paziente per tutto il percorso
 della malattia. «Gli obiettivi della Rete sono orientati al miglioramento delle cure,
 alla semplificazione dei percorsi - spiega Sandro Pignata - e la totale presa in cura
 dei pazienti negli ospedali e sul territorio, sono alla base dei documenti approvati e
 oggetto di 3 decreti regionali sulla Roc e della piattaforma informatica che in queste
 settimane sta entrando nel pieno della attività». Soddisfatto il direttore generale
 Bianchi per il quale «è iniziata una collaborazione che arricchirà ulteriormente i
 contenuti della Rete oncologica campana ponendo sempre più la Roc al servizio
 degli ammalati». Il team di lavoro costituito «porterà dunque avanti in modo
 collaborativo le diverse progettualità discusse. E di questo ringrazio fortemente le
 associazioni che hanno prontamente e fattivamente risposto all' invito».

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20/02/2019                                                                                                                Pagina 9

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                                          Argomento: Sanità Campania

      Verdoliva:primari e assunzioni all'Asl Ecco il piano per
                     convincere i sindacati

 napoli In dieci giorni Ciro Verdoliva ha
 visitato personalmente i principali
 ospedali cittadini, ha nominato i suoi
 subcommissari         (amministrativo      e
 sanitario) e ha rivisto le posizioni apicali
 di ciascun nosocomio. Con questo
 biglietto da visita Verdoliva riceve
 stamane i sindacati, ai quali illustrerà i
 punti salienti del piano di rilancio per l'
 azienda sanitaria. L' obiettivo è
 ambizioso: fermare l' inerzia di un
 disastro assistenziale ormai insostenibile
 e imprimere all' Asl Napoli 1 l' abbrivio
 necessario a recuperare punti nella
 griglia    Lea    (Livelli  essenziali    di
 assistenza). Per riuscire bisognerà avere
 le idee molto chiare e allo stesso modo
 sarà sempre indispensabile il confronto,
 anche molto aspro, ma leale. A questo
 servirà il confronto di oggi: ascoltare la
 voce di quanti sono impegnati sul
 campo, in prima linea, e cercare di
 tracciare    una     strada   comune.      Il
 commissario straordinario ha dalla sua un rispetto conquistato negli anni, prima per
 aver realizzato l' Ospedale del Mare, poi per aver cambiato il volto del Cardarelli in
 appena 30 mesi. Ragionando per obiettivi, il primo sarà quello di far partire in tempi
 rapidissimi le procedure per affidare gli incarichi da primario che oggi sono ricoperti
 da facenti funzioni. L' esempio del Cardarelli è lampante. Obiettivo numero due,
 procedere con nuove assunzioni per dare respiro a chi lavora in sanità in condizioni
 oggi massacranti e ottimizzare le risorse umane già disponibili. Uno scoglio da
 abbattere sarà certamente legato alla diffidenza dei sindacati di comparto, che
 rappresentano lavoratori le cui professionalità sono state frustrate per anni. Benché
 dalla struttura commissariale non trapeli nulla, è legittimo credere che Verdoliva
 abbia tutta l' intenzione di valorizzare il ruolo di operatori sociosanitari e infermieri.
 Tanto per fare un esempio, oggi non esiste neanche una direzione infermieristica
 che possa coordinare e rendere più razionale il lavoro. Step fondamentale sarà

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