Media Monitoring per 27-11-2019 - Rassegna stampa del 27-11-2019 - Ruggi

Pagina creata da Caterina Neri
 
CONTINUA A LEGGERE
Media Monitoring per 27-11-2019 - Rassegna stampa del 27-11-2019 - Ruggi
27-11-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 27-11-2019
Media Monitoring per 27-11-2019 - Rassegna stampa del 27-11-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      26/11/2019 - BLOG.EDISES.IT
            Concorso infermieri all'Ospedale di Salerno: bando160 posti ................................................ 1
      26/11/2019 - WWW.CRONACHESALERNO.IT
            Lo specialista della tecnica Laac fa tappa a Salerno .............................................................. 2
      26/11/2019 - WWW.ILQUOTIDIANODISALERNO.IT
            SANITA’: Ruggi, storia di ordinaria follia !! ............................................................................ 3
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 6
      27/11/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Ambulatorio arriva il nuovo software stop alle attese ........................................................... 6
      27/11/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Il percorso della donazione e del trapianto organi in Campania ............................................ 8
Sanità Campania ............................................................................................................................... 9
      27/11/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Irpini sempre più vecchi: uno su quattro alle prese con patologie cardiovascolari ................ 9
      27/11/2019 - IL MATTINO
            Lettera al direttore/CONTRO L'EMERGENZA BARELLE IL LAVORO È GIÀ INIZIATO ................ 11
      27/11/2019 - IL ROMA
            Sanità 3.0, il futuro entra negli studi ................................................................................... 13
      27/11/2019 - IL SANNIO
            Spesa sanitaria, il Sannio è virtuoso .................................................................................... 15
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 17
      27/11/2019 - LA STAMPA
            "L 'urgenza non sia garantire il fine vita, ma le cure palliative" ........................................... 17
      27/11/2019 - IL MESSAGGERO
            Aids, è ancora allarme: troppe diagnosi tardive .................................................................. 20
      27/11/2019 - IL GIORNALE
            «I malati gravi triplicheranno da qui al 2050» ...................................................................... 22
      27/11/2019 - IL MESSAGGERO
            Come l' orologio sa registrare il mal di cuore ....................................................................... 24
      27/11/2019 - IL MESSAGGERO
            Esce dall' ospedale e muore «Ora diteci cosa è successo» ................................................... 26
      27/11/2019 - LA NAZIONE
            Il ministro Speranza: «Il 118 è una risorsa preziosa e va curata» ........................................ 28
      27/11/2019 - IL GIORNALE
            La «Soi» guarda più lontano E salva la vista agli italiani ...................................................... 29
      27/11/2019 - IL GIORNALE
            La visita dall' urologo? Anche per l' uomo la regola è prevenire .......................................... 31
      27/11/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            Leslie, il papà che lotta per portare in Irlanda i test del Dna ai neonati .............................. 33
      27/11/2019 - LA STAMPA
            Marcorè porta i libri in ospedale "La lettura è terapeutica" ................................................. 35
      27/11/2019 - IL GIORNALE
            Stop danni da tabacco grazie a innovazione e ricerca scientifica ........................................ 37
      27/11/2019 - IL MESSAGGERO
            Tumore al seno, test e nuove cure se nella diagnosi ci sono metastasi ............................... 39
Media Monitoring per 27-11-2019 - Rassegna stampa del 27-11-2019 - Ruggi
26/11/2019
                                                   blog.edises.it
                                                                                                                            EAV: € 1.136
                                                                                                                            Lettori: 10.233
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                          Link alla pagina web

  Concorso infermieri all'Ospedale di Salerno: bando160 posti
 Sul sito dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi
 D’Aragona di Salerno è stata pubblicata la Deliberazione n. 195 del 19/11/2019
 relativa al concorso pubblico, per titoli ed esami, per l’assunzione di 160 infermieri,
 categoria D, a tempo pieno e indeterminato, con riserva del 40% dei posti riservato
 al personale precario. Requisiti e domande di partecipazione Per prendere parte al
 concorso per 160 infermieri all’Ospedale di Salerno i candidati devono essere in
 possesso dei requisiti generali per l’accesso alle selezioni pubbliche e dei seguenti
 requisiti specifici: laurea in Infermieristica, Lauree delle Professioni sanitarie
 Infermieristiche e Professione sanitaria ostetrica ovvero diploma universitario di
 infermiere conseguito con il precedente ordinamento, ovvero titoli equipollenti;
 iscrizione all’Albo Professionale. La domanda di partecipazione al concorso deve
 essere presentata, pena esclusione, esclusivamente per via telematica, entro il 30°
 giorno successivo alla data di pubblicazione del bando nella Gazzetta Ufficiale,
 utilizzando la piattaforma informatica all’indirizzo web dell’ AOU San Giovanni e
 Ruggi iscrizione concorsi e seguendo le relative istruzioni. Fasi di selezione Il
 concorso prevede le seguenti prove: prova scritta: svolgimento di un tema o
 soluzione di quesiti a risposta sintetica o multipla attinenti gli ambiti di competenza
 della professione di infermiere;; prova pratica: esecuzione di tecniche specifiche o
 nella predisposizione di atti connessi alla qualificazione professionale di infermiere;;
 prova orale: verterà sulle materie attinenti al profilo per cui si concorre. La prova
 orale comprenderà anche l’accertamento delle conoscenze informatiche e la verifica
 della conoscenza della lingua ingelese o francese. Risorse per la preparazione Per le
 varie fasi della selezione del concorso per 160 infermieri a Salerno puoi prepararti
 con il nuovo        Kit EdiSES              composto da: Manuale Test Video-corso di tecniche
 infermieristiche Software di simulazione per effettuare infinite esercitazioni di test
 preselettivo               Per la verifica di informatica ed il colloquio in lingua straniera,
 consulta i manuali specifici .

                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 27-11-2019 - Rassegna stampa del 27-11-2019 - Ruggi
26/11/2019
                                          cronachesalerno.it
                                                                                                                         EAV: € 341
                                                                                                                         Lettori: 900
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                       Link alla pagina web

        Lo specialista della tecnica Laac fa tappa a Salerno
 di Erika NoscheseIl dottore Antonio Sagone, responsabile di Elettrofisiologia
 dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico MultiMedica di Sesto San
 Giovanni farà tappa a Salerno quest’oggi. Il noto professionista, conosciuto a livello
 nazionale ma anche nel salernitano dove è stato “ospite” presso alcuni ospedali sia
 nell’Agro nocerino che ad Eboli, di fatti, questa mattina sarà all’ospedale San
 Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, intercettato dalle migliori professionalità della
 cardiochirurgia per intervenire in casi particolarmente complessi che risultano
 essere invece risolutivi con la tecnica operatoria non invasiva da lui praticata. La
 procedura, in inglese Laac, consiste nella chiusura meccanica dell’auricola sinistra
 che può considerarsi una valida alternativa alla terapia anticoagulante nei pazienti
 con un maggior rischio di sanguinamento. In Italia, solo due primari sono
 specializzati in tale tecnica e sono entrambi in Lombardia. Il dottor Sagone si è
 dunque rivolto a Fiorinda Mirabile, responsabile dello studio-sportello Sos Corte di
 Giustizia Europea, segnalando proprio la carenza di queste figure professionali che
 potrebbero salvare la vita di numerosi pazienti. L’avvocato Mirabile, dal canto suo,
 ha già provveduto a scrivere al presidente della Regione Campania Vincenzo De
 Luca e al sindaco di Salerno Vincenzo Napoli per chiedere un’audizione per chiedere
 la possibilità di avviare una formazione per implementare questi interventi salva vita
 anche nella regione Campania. Il dottor Sagone approderà questa mattina al Ruggi
 dopo un “tour” internazionale che lo ha visto far tappa prima a Tokio poi Berlino e
 Roma. Lo specialista è un proctor, una sorta di supervisore che accompagna le
 equipe mediche verso la specializzazione in determinate procedure.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 27-11-2019 - Rassegna stampa del 27-11-2019 - Ruggi
26/11/2019
                                     ilquotidianodisalerno.it
                                                                                                                          EAV: € 285
                                                                                                                          Lettori: 300
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

              SANITA’: Ruggi, storia di ordinaria follia !!

 Al.Bi. SALERNO – Quella che sto per
 raccontarvi è la storia di una mattina di
 “ordinaria follia” consumata all’ombra di
 una sanità pubblica che spesso non
 funziona, e che in specifici casi assume i
 contorni pessimi e delittuosi. L’aggettivo
 “ordinaria” aggiunto alla parola “follia” è
 utile a spiegare che solitamente la follia nel mondo della sanità pubblica è ordinaria.
 Scontato ribadire che in campo, però, ci sono fulgidissimi esempi (e non sono pochi)
 di singoli medici e paramedici che, spesso andando al di là del modulo di lavoro e
 dei tanto decantati protocolli, riescono letteralmente a salvare la vita della gente
 che in un sistema democratico ha diritto, ripeto “ha diritto di curarsi dove, come,
 quando e quanto vuole”. Ma le eccezioni, come si sa, confermano la regola. Il
 racconto (suddisivo in più puntate per ragioni di brevità ) che sto per farvi, quindi,
 non intende attaccare il singolo medico o il singolo paramedico ma il “sistema
 sanitario nazionale” (S.S.N.) nel suo complesso che non può rimanere incollato
 all’ordinaria follia di qualche anonimo e freddo funzionario o, peggio ancora, alla
 gestione di moduli lavorativi e protocolli sanitari che, per quanto vi dirò, appaiono
 palesemente ai limiti dell’incostituzionalità e, forse, del codice penale. FATTO: F.B. la
 sera del 9 novembre scorso viene colto da “emorragia cerebrale” mentre è a Messa
 nella Chiesa di Santa Croce a Torrione. Prontamente soccorso viene subito
 ricoverato presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria (A.O.U.) “San Giovanni di Dio e
 Ruggi d’Aragona ” nella Stroke-Unit annessa al reparto di neurologia, al quinto piano
 della palazzina “C-D” della cittadella sanitaria di San Leonardo. Dopo alcuni giorni di
 degenza ed un’adeguata assistenza presso la Stroke-Unit, superata la fase acuta, il
 paziente viene trasferito in un letto del Reparto di Neurologia; e i medici pianificano
 come da prassi il trasferimento presso un Centro di Riabilitazione Intensiva post-
 acuzie per mettere in atto tutte le procedure assistenziali necessarie al recupero
 funzionale. E qui iniziano i problemi … !!! Il paziente presenta un grave deficit
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 27-11-2019 - Rassegna stampa del 27-11-2019 - Ruggi
motorio con paralisi del braccio e della gamba destra e con un terribile disturbo
chiamato afasia, che consiste nell’incapacità di capire il linguaggio verbale e di
pronunciare le parole. Ebbene, i familiari vengono a conoscenza che la struttura a
cui il paziente è destinato, l’Ospedale Giovanni Da Procida, non è dotata di un
Servizio di Logopedia e che bisogna chiamare un logopedista esterno; si
preoccupano e studiano una nuova soluzione, perché depositare il paziente in una
struttura carente di adeguata professionalità potrebbe voler dire che quella struttura
è anche priva delle necessarie attrezzature. Decidono di trasferire il paziente a
Roma presso il San Raffaele, una struttura riabilitativa all’avanguardia dotata
dell’indispensabile Servizio di Logopedia. Ed ecco levarsi all’improvviso un muro
invalicabile … I familiari si sentono rispondere che i “protocolli vigenti” non
ammettono il trasferimento del paziente in una struttura situata fuori dalla Regione
Campania! C’è una sola possibilità: provvedere autonomamente al trasporto del
paziente mediante un’ambulanza privata. I familiari ritengono la cosa ragionevole,
confermano la propria volontà di trasferire il paziente a Roma e si adoperano per
organizzare il trasporto. Ma i problemi non finiscono qui … Il trasferimento richiesto
dai congiunti viene convalidato dall’istituto sanitario capitolino e i Dirigenti Medici
della Neurologia del San Leonardo compilano e sottoscrivono, come richiesto dalla
prassi, il modulo necessario a fornire all’altro nosocomio tutte le informazioni
necessarie sul paziente . Sembra fatta ma ecco levarsi un altro incredibile ostacolo:
ai congiunti viene comunicato che i “protocolli vigenti ” impediscono all’ospedale
San Leonardo di inviare il fax di richiesta posto letto a un ospedale situato fuori dalla
Regione Campania per cui i familiari devono provvedere in via autonoma all’invio del
fax stesso! Peccato che una delle più elementari norme del Servizio Sanitario
Nazionale stabilisce che un Centro di Riabilitazione post-acuzie può accettare
esclusivamente richieste di trasferimento provenienti da un altro ospedale e non
certo da privati cittadini! Le richieste dei familiari, disorientati e frustrati, continuano
a rimbalzare contro il muro di gomma delle procedure burocratiche che paralizzano
la sanità. Un muro di gomma dietro al quale non è facile individuare le singole
responsabilità. Alla fine, dopo inenarrabili insistenze, il fax viene inviato . Tutti
appaiono colpevoli e tutti sembrano, però, innocenti dietro il paravento della
disposizione organizzativa generale. Inaugurazione unità Stroke H/24 del Ruggi alla
presenza del governatore Vincenzo De Luca OSSERVAZIONI : L’Articolo 32 della
Costituzione sancisce la tutela della salute come diritto inalienabile del cittadino
ancorandolo strettamente sia ad un principio di uguaglianza che ad un principio
di libertà personale: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 27-11-2019 - Rassegna stampa del 27-11-2019 - Ruggi
dell’individuo … Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento
sanitario …“. In altre parole la nostra Costituzione promuove sia il diritto del
cittadino di essere curato dalle malattie che il diritto del cittadino di scegliere come
e dove curarsi . Ma oggi, come dimostra la triste vicenda che abbiamo incominciato
a raccontare, questo diritto è gravemente ostacolato dalla tendenza (cioè la
micidiale “prassi” ) a una gestione regionale “chiusa” della sanità. La politica
sanitaria degli ultimi anni, in particolare con la riforma del 12 Aprile 2016 che ha
alterato l’Articolo 117 della Costituzione , ha radicalmente cambiato l’assetto del
Servizio Sanitario Nazionale, delegando alle singole Regioni responsabilità sempre
maggiori nella programmazione e organizzazione delle attività sanitarie. Ciò ha
determinato il progressivo sviluppo di un fenomeno che merita una profonda
riflessione: da una parte si sta creando una netta sproporzione nella qualità dei
servizi offerti dalle varie Regioni, a seconda delle loro risorse, e dall’altra sta
diventando sempre più difficile per il cittadino spostarsi in una Regione diversa da
quella di residenza al fine di ottenere cure migliori. Ma di tutto questo vi rimando al
prossimo approfondimento; anche perché a questo punto della storia si impone una
domanda precisa: “Ma il paziente, che al di là delle chiacchiere deve essere assistito
al meglio possibile, che fine ha fatto ?”. Beh !!, questo lo scopriremo, insieme, nella
prossima puntata di questa telenovela; e non mancheranno le sorprese che non solo
evidenziano le storture del sistema sanitario cui brevemente si è fatto cenno, ma
anche, se non soprattutto, lo squallido traffico che potrebbe esistere intorno alle
ambulanze ed alle associazioni che lo governano . Un aspetto triste e sconfortante.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 27-11-2019 - Rassegna stampa del 27-11-2019 - Ruggi
27/11/2019                                                                                                                       Pagina 30
                                             Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                                 EAV: € 3.329
                                                                                                                                 Lettori: 107.296
                                         Argomento: Sanità Salerno e provincia

         Ambulatorio arriva il nuovo software stop alle attese

 CAVA DE' TIRRENI Simona Chiariello
 Dopo lunghe file e una buona dose di
 attesa, la risposta che non ti aspetti:
 stop forzato alle pratiche per esenzione
 ticket, alle prenotazioni e alla scelta del
 medico         di         base.        Il      motivo?             L'
 installazione di un nuovo software e la
 formazione           di     nuovi           operatori.         Una
 settimana di disagi per gli utenti del
 distretto sanitario che ora possono tirare
 un sospiro di sollievo: «La cosiddetta
 emergenza è rientrata e non ci saranno
 più disagi per gli utenti - spiega il
 direttore sanitario - gli intoppi si sono
 registrati circa una settimana fa. Il
 distretto sanitario, come gli altri presidi
 dell'   Asl,        ha       dovuto           procedere             a
 rimodernare                il         suo             software,
 installandone un nuovo che si chiama
 sinfonia. Ci sono voluti dei tempi tecnici, cui sono seguiti altri giorni per consentire la
 formazione degli operatori che devono utilizzarla. Ci sono stati degli stop e dei ritardi
 ragionevoli, perchè causati da una questione tecnica e cioè dall' installazione di un
 nuovo software, ma ripeto ci sono stati una settimana fa». «Oggi la situazione è
 tornata alla normalità - assicura - e pertanto gli utenti potranno sbrigare le proprie
 pratiche senza alcun intoppo o black out informatico». IL PRECEDENTE Nei giorni
 scorsi molti utenti si sono recati agli sportelli del poliambulatorio di via Gramsci e,
 dopo lunghe file e attese, non sono riusciti a sbrigare le proprie pratiche perchè i
 computer erano fuori uso. «In realtà pensavamo che i disagi ed i tempi per l'
 installazione e la formazione fossero più lunghi - ammette il direttore Vecchione - ed

                     Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 27-11-2019 - Rassegna stampa del 27-11-2019 - Ruggi
invece sono stati molto stretti. Si è trattato solo di un stop temporaneo, ma oggi
tutto è tornato alla normalità. L' emergenza, per così dire, è rientrata: file e lunghe
attese sono state prontamente smaltite». Già negli anni passati al poliambulatorio di
via Gramsci si sono registrati disagi e diservizi specie per gli utenti anziani, ma in
questo caso, come precisato dallo stesso direttore Vecchione, si è trattato di un
problema tecnico, legato all' installazione di un nuovo programma software. La
situazione è ora rientrata e per gli utenti non ci sono più disagi. © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 27-11-2019 - Rassegna stampa del 27-11-2019 - Ruggi
27/11/2019                                                                                                                    Pagina 5

                                                                                                                              EAV: € 564
                                                                                                                              Lettori: 29.750
                                      Argomento: Sanità Salerno e provincia

       Il percorso della donazione e del trapianto organi in
                            Campania

 L' EVENTO Oggi, presso l' Ordine dei
 Medici di Salerno si terrà l' evento
 formativo "Il percorso della donazione e
 del   trapianto           organi        nella        Regione
 Campania". L' incontro si prefigge di
 favorire la conoscenza delle disposizioni
 di legge in materia, degli stili di vita utili
 a prevenire l' insorgenza di patologie che
 possano richiedere come terapia anche il
 trapianto       di    organi,        delle       possibilità
 terapeutiche          e     delle        problematiche
 scientifiche collegate al trapianto di
 organi      e    di       tessuti.       L'     evento           è
 organizzato           dallo        Sportello            Amico
 Trapianti dell' Asl Salerno, di cui è
 referente Maria Immacolata Borrelli, è
 vedrà, tra gli altri, la presenza di
 Vincenzo del Giudice, referente Area Sanitaria del Centro Regionale Trapianti. I
 partecipanti saranno formati sulle procedure previste dalla legislazione in merito alla
 donazione degli organi e tessuti e sulle procedure amministrative attivate in Regione
 Campania. Saranno aggiornati, inoltre, sulle più recenti novità in merito alla gestione
 clinica dei pazienti trapiantati o in attesa di trapianto.

                  Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/11/2019                                                                                                                        Pagina 24

                                                                                                                                  EAV: € 5.758
                                                                                                                                  Lettori: 107.296
                                                     Argomento: Sanità Campania

       Irpini sempre più vecchi: uno su quattro alle prese con
                      patologie cardiovascolari

 I   DATI       Antonello            Plati       La         Regione
 approva il Piano della rete di assistenza
 sanitaria       territoriale              per        il    triennio
 2019-2021: tanti gli interventi previsti
 per la nostra provincia dove si registra
 un indice di invecchiamento secondo
 solo a Benevento con una speranza di
 vita alla nascita che supera gli 80 anni e
 oltre 100mila persone (irpino su 4) che
 soffre      o     ha        sofferto          per           patologie
 cardiovascolari. Quindi c' è molto da fare
 per garantire cure a una popolazione
 avanti         con        gli      anni.            Le      misure
 programmate vanno dal potenziamento
 dei     sistemi         informativi             e     digitali       a
 supporto della rete territoriale nonché
 della     telemedicina                a     domicilio            alla
 definizione dei fabbisogni dell' offerta
 pubblica e privata accreditata, delle
 tariffe e degli interventi di edilizia sanitaria programmati. Ma anche più attenzione al
 ruolo delle reti assistenziali in particolare di quelle connesse alle malattie croniche e
 un cronoprogramma delle azioni di riorganizzazione, della pianificazione aziendale e
 del relativo monitoraggio con una valutazione dell' impatto economico. Insomma,
 una rivoluzione se si considerano le attuali difficoltà della medicina territoriale in
 Irpinia con la continuità assistenziale (medici di guardia) sottodimensionata e l'
 emergenza (118) che quotidianamente deve far fronte alle esigenze di migliaia di
 pazienti. Condizioni che si ripercuotono negativamente sulla gestione dei Pronti
 soccorso,        in       particolare               quello      della        cittadella          ospedaliera              costantemente

                      Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
congestionato dai codici in ingresso. Per rendere davvero efficace il Piano a Palazzo
Santa Lucia hanno effettuato un monitoraggio sullo stato di salute dei cittadini. Nella
nostra provincia, preoccupa l' indice di vecchiaia, pari a 179,1, secondo solo a
Benevento (185,9) e che nel complesso ha una distribuzione difforme con valori
molto bassi nelle province di Napoli e Caserta (rispettivamente 116,7 e 116,9) e più
alti nelle restanti province (con Salerno a 153,7). Se la speranza di vita ad Avellino è
di 79,9 anni per gli uomini e 84,5 anni per le donne, un altro dato che consente di
perfezionare l' azione è quello relativo agli indicatori di consumo dei farmaci. Questa
analisi ha permesso di selezionare sia le singole cronicità che le multi-patologie. I
risultati ottenuti consentono di delineare un quadro generale sia dei farmaci sia dei
relativi utilizzatori. Nel territorio dell' Asl di Avellino, ci sono 111mila 408 utilizzatori
di farmaci per patologie cardiovascolari, 34mila 374 per quelle reumatologiche,
26mila 202 per quelle neurologiche e psichiatriche, 18mila 179 per quelle
respiratorie,      24mila          085         per       quelle         diabetiche,             6mila          681          per   quelle
muscoloscheletriche, 5mila 183 per quelle oftalmiche, 2mila 290 per quelle
oncologiche, 2mila 562 per la terapia del dolore, 2mila 181 per le patologie
gastroenteriche, 1.352 per quelle dermatologiche, 433 per quelle epatiche, 98 per
quelle nefrologiche. Entrando nel merito degli interventi, il primo stralcio dell'
accordo di programma prevede il potenziamento dell' offerta territoriale con la
riconversione del presidio di Bisaccia in Ospedale di Comunità. Nel secondo stralcio
sono, invece, previsti la realizzazione dei distretti sanitari di Atripalda e di Baiano
(già ultimata) e l' adeguamento funzionale e impiantistico di diverse strutture
territoriali (Centro Australia di Avellino, distretto sanitario e consultorio di Sant'
Angelo dei Lombardi; Montoro Centro «Tobagi» di Montoro; distretto sanitario di
Ariano Irpino, Sert di Avellino e Grottaminarda, Centro Autismo di Sant' Angelo dei
Lombardi e Rsa di Bisaccia). Poi si agirà anche per potenziare le farmacie dei servizi,
le forme associative delle cure primarie, le strutture intermedie, le cure domiciliari
integrate, la telemedicina e la teleassistenza: tutti servizi che mirano ad aumentare
la   prossimità       alla      popolazione              e     incrementare               la     risposta          ai       bisogni.   ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.

                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/11/2019                                                                                                                  Pagina 42

                                                                                                                            EAV: € 3.478
                                                                                                                            Lettori: 107.296
                                            Argomento: Sanità Campania

     Lettera al direttore/CONTRO L'EMERGENZA BARELLE IL
                     LAVORO È GIÀ INIZIATO

 Gentile     direttore,       ci     risiamo          con       l'
 emergenza barelle come ha raccontato il
 suo giornale. Il più grande ospedale del
 Mezzogiorno, il Cardarelli, che dovrebbe
 essere un vanto ed un presidio di
 riferimento per tutto il Sud, soprattutto
 per le urgenze, in alcuni giorni della
 settimana risulta intasato per i ricoveri.
 E con il picco influenzale credo che la
 situazione peggiorerà. Intanto si registra,
 come ogni fine anno, il brutto spettacolo
 della sospensione delle prestazioni in
 convenzione con il Servizio Sanitario
 Nazionale presso i centri convenzionati
 della Regione Campania. Se dovessi
 giudicare          l'             operato               della
 amministrazione regionale sulla qualità
 della sanità, direi che non raggiunge la
 sufficienza. Credo che i viaggi della
 speranza non finiranno, purtroppo. Massimo Lamanna Email. Caro Massimo, la
 vergogna delle barelle nei corridoi del pronto soccorso al Cardarelli va avanti ormai
 da tempo immemore. Basti pensare che due anni fa era sta annunciato, in pompa
 magna, un piano per rimettere in sesto tutto il sistema delle emergenze. Il piano è
 fermo al palo. I reparti avrebbero dovuto collaborare mettendo a disposizione posti
 letto soprattutto durante il giorno. Di questa collaborazione non c'è traccia. Anche
 l'organizzazione avrebbe dovuto cambiare con un servizio destinato ai codici bianchi
 e verdi e uno destinato a quelli rossi, più gravi. Il quadro, se possibile, è invece
 peggiorato perché nel frattempo molti medici esausti hanno chiesto il trasferimento,

                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
il pronto soccorso notturno del Cto è stato chiuso, quello del San Paolo è a
scartamento ridotto. E il vizio dimolti pazienti di presentarsi al Cardarelli anche per
un semplicemal di pancia, intasando il lavoro dei medici, è duro a morire. In
generale la sanità campana con De Luca ha fatto grossi passi in avanti soprattutto
dal punto di vista del riequilibrio dei conti. I livelli minimi di assistenza sono cresciuti
ma restano ancora troppo bassi per essere toccati davvero con mano dai cittadini. Il
lavoro fatto, chiunque vinca le prossime elezioni regionali, non andrà allora buttato,
riniziando, come spesso accade, da capo.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/11/2019                                                                                                                Pagina 14

                                                                                                                          EAV: € 874
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

                     Sanità 3.0, il futuro entra negli studi

 I medici di famiglia dovranno dotarsi di
 strumentazione per fare prime diagnosi
 NAPOLI. I giovani medici, futuri Medici di
 Medicina Generale della Campania di
 tutti e tre gli anni di corso, si preparano
 già alle novità che verranno introdotte
 con la Legge Finanziaria, relative alla
 dotazione di dispositivi diagnostici per gli
 studi della Medicina Generale. In più di
 300 hanno preso parte a Napoli (nell'
 ambito del corso di Formazione Specifica
 in Medicina Generale) al seminario sullo
 "studio medico 3.0" per l' utilizzo di
 Smart Device negli studi dei Medici di
 Famiglia. A introdurre le novità di questo
 innovativo percorso sono stati Massimo
 Magi (responsabile Fimmg del progetto)
 Francesco     Montanino                (coordinatore
 scientifico del corso) e Vincenzo Schiavo
 (consigliere dell' Ordine dei Medici di Napoli). «Il nostro obiettivo - dice Schiavo - è
 proprio quello di formare le nuove leve all' utilizzo di queste tecnologie nell' ottica di
 un cambiamento che, fortunatamente, sembra ormai alle porte e che migliorerà l'
 assistenza ai cittadini». Elettrocardiografi, holter cardiaci, holter pressori, nevo scopi
 e spirometri digitali collegati in telemedicina con stu di specialistici di riferimento
 consentiranno presto ai Medici di Medicina Generale la possibilità di effettuare prime
 diagnosi senza lunghe liste di attesa e senza ticket per i cittadini. «Studio Medico 3.0
 - spiega Magi - è un progetto che Fimmg attraverso Nusa Servizi mette a
 disposizione dei Medici di Famiglia, una piattaforma organizzativo-gestionale per
 potenziare le attività professionali e facilitare l' accesso alle cure dei cittadini

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
migliorando l' organizzazione delle cure primarie. Studio Medico 3.0 si sviluppa su 2
assi fondamentali, quello digitale per la organizzazione delle attività di studio e
quello diagnostico "in -office". Nel corso della mattinata di formazione i medici Luigi
Sparano, Carmen Ascione e Pina Tommasielli sono intervenuti chiarendo i percorsi
contrattuali che consentiranno ai medici di poter accedere a questo tipo di
strumentazione tecnologica, soffermandosi sulle proposte di inserimento nel mondo
professionale dei giovani Medici in Campania.

            Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/11/2019                                                                                                                 Pagina 6
                                                        Il Sannio
                                                                                                                           EAV: € 856
                                                                                                                           Lettori: 29.750
                                           Argomento: Sanità Campania

                       Spesa sanitaria, il Sannio è virtuoso

 Negli anni scorsi 'economie di guerra'
 per Asl Benevento e Azienda San Pio
 Personale falcidiato e costi ridotti. Più
 che dimezzati però i tempi di pagamento
 per i fornitori Il risanamento della sanità
 regionale    rappresenta               un       processo
 avanzato      (quanto              emerge              dalla
 carrellata   di    dati       relativi         al     Piano
 sanitario regionale triennale 2019-2021)
 che   potrebbe         sancire           il    definitivo
 riequilibrio finanziario e funzionale del
 sistema sanitario campano, e gli enti
 sanitari beneventani, negli anni scorsi,
 hanno rappresenta to una punta di
 diamante riguardo l' ossificazione delle
 spese, con un tasso di virtuosità forse
 finanche eccessivo. Due dati colpiscono nella carrellata di analisi statistiche sugli
 enti sanitari campani: quello relativo alla riduzione del personale (da non imputare
 alla gestione ma al blocco delle assunzioni), soprattutto alla Asl Benevento e la
 riduzione dei tempi di pagamento ai fornitori, indicatore di una gestione finanziaria
 attenta e parsimoniosa dei manager degli anni scorsi. Sul piano del personale vera e
 propria falciadia alla Asl di Benevento che tra 2007 e 2018 è passata da 1.617
 dipendenti a 1.008 con 536 unità in meno. Bilancio pessimo ma non così impattante
 anche all' Azienda Ospedaliera San Pio da 1.355 a 1.266, con 89 addetti in meno
 (non del tutto chiaro però il dato aggregato tra i due presidi). Risanamento
 finanziario che ha ridotto i tempi di pagamento ai fornitori che sono stati più che
 dimezzati: l' Asl Benevento è passata dai 95 giorni del 2015 ai 58 del 2018; l'
 Azienda Ospedaliera San Pio dai 205 giorni del 2015 ai 44 del 2018. Insomma
 almeno i fornitori di servizi e beni hanno di che essere soddisfatti per l' operato degli

               Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ex manager dell' Asl Franklin Picker e dell' Azienda San Pio, Renato Pizzuti. Rigore
finanziario peraltro evidenziato - come già anticipato - dai dati sul ricorso a
consulenze di privati: 163mila euro per la Asl Benevento e 717mila per l' Azienda
Ospedaliera San Pio: dati assolutamente al di sotto della media regionale. La
soddisfazione dei fornitori però evidentemente non si traduce - con sguardo
retrospettivo - in quella degli utenti.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/11/2019                                                                                                                 Pagina 14

                                                                                                                           EAV: € 27.320
                                                                                                                           Lettori: 418.324
                                           Argomento: Sanità nazionale

         "L 'urgenza non sia garantire il fine vita, ma le cure
                              palliative"
 DOMENICO AGASSO JR.

 MONSIGNOR VINCENZO PAGLIA Pontificia
 Accademia per la Vita domenico agasso
 jr. città del vaticano Perché il dibattito
 pubblico si svolga in un clima più sereno
 e per prendere decisioni sagge sui temi
 del fine vita, il punto di partenza è
 «garantire effettivamente l' accesso alle
 cure palliative». Dopo la pubblicazione
 delle motivazioni della sentenza con cui
 la Consulta ha escluso in determinati
 casi la punibilità dell' aiuto al suicidio,
 parla    monsignor            Vincenzo              Paglia,
 presidente della Pontificia Accademia per
 la Vita. Monsignor Paglia, qual è la sua
 valutazione       sulla         decisione              della
 Consulta?     «Partiamo              dagli          aspetti
 positivi. Il primo è che la Consulta non
 riconosce un diritto all' aiuto al suicidio,
 che rimane un crimine. Solamente si stabilisce che non è punibile in condizioni molto
 stringenti: malattia irreversibile, dipendenza da trattamenti di sostegno vitale,
 sofferenza fisica o psichica intollerabile, capacità di prendere decisioni libere e
 consapevoli». Questo che cosa significa? «Il medico non ha l' obbligo di fornire
 questa prestazione a chi la richiede: la risposta è affidata alla sua libertà di
 coscienza. Inoltre, fra le condizioni previe rientra anche l' avvio di un percorso di
 cure palliative, da assicurare al paziente insieme alla terapia del dolore». Le cure
 palliative sono una novità delle motivazioni della sentenza? «La Consulta le aveva
 già menzionate nell' ordinanza n. 207 del 2018. Ma ora devono essere garantite e lo
 ritengo un punto della massima importanza». Perché? «È un elemento di accordo

               Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
molto ampio. Il Comitato nazionale per la bioetica nel suo recente parere sul suicidio
assistito, che pur riportava opinioni differenziate, auspica in modo unanime la
diffusione delle cure palliative. Ma anche la Dichiarazione congiunta delle tre
religioni abramitiche sulle questioni di fine vita, che abbiamo firmato in ottobre in
Vaticano alla presenza di papa Francesco, afferma un comune impegno su questo
fronte. In Italia poi abbiamo la legge n. 38/2010, che è molto valida, ma ampiamente
inapplicata». Cosa si può fare per diffondere le cure palliative? «Il primo passo è di
tipo culturale. Si tratta di promuovere una cultura della cura come stile di relazione
con gli altri». E la medicina? «Occorre passare dalla logica della prestazione e della
guarigione a tutti i costi all' accompagnamento della persona malata in tutte le sue
dimensioni, senza fuggire il limite. Non sempre si può guarire, ma si può, anzi si
deve, continuare a curare la persona e le relazioni in cui è inserita». Quali sono i
passi da compiere? «Il primo, secondo l' espressione di papa Francesco, è superare
la "cultura dello scarto" e la "globalizzazione dell' indifferenza". Come Accademia
per la Vita abbiamo pubblicato un libro bianco che si rivolge ai diversi soggetti che
possono contribuire». Quali sono? «Operatori sanitari, universitari, politici, giornalisti
e altri. È cruciale l' impegno formativo nelle università, dove la medicina palliativa
viene vista come scelta di ripiego, mentre richiede competenze e capacità molto
avanzate. Garantire l' accesso alle cure palliative è condizione importante perché il
dibattito su questi temi possa svolgersi con serenità e senza la paura di sofferenze
che possono invece essere eliminate». Vede altri punti su cui insistere? «Fare
chiarezza   sul     no      all'      accanimento               terapeutico              o,     meglio,          all'"ostinazione
irragionevole" dei trattamenti». Ci spiega? «Bisogna affermare che è legittimo per il
paziente non iniziare o sospendere i trattamenti quando, attraverso un adeguato
dialogo con i medici (e i familiari), egli giudica che siano sproporzionati. In questo
caso non si intende procurare la morte, ma si riconosce di non poterla impedire
(come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2278). I Comitati etici, menzionati
dalla Consulta, possono essere di aiuto in questo dialogo». Quindi una Sentenza
totalmente positiva o vede anche delle difficoltà? «Il rischio che si percorrano
scorciatoie e diminuisca l' impegno nel prendersi cura della vita umana là dove è più
fragile. Ritengo sia un errore pensare che la scelta di togliersi la vita riguardi solo chi
la compie». E per il mondo della sanità? «Per la medicina c' è il rischio che sia
snaturato l' oggetto stesso su cui verte, che consiste nei trattamenti da
somministrare per far fronte alla malattia e non la vita stessa. Nel caso del suicidio
assistito, invece, è proprio sulla vita che si decide, per di più con l' obiettivo di
sopprimerla. Inoltre, nella sentenza non è chiaramente riconoscibile la differenza tra
             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
suicidio assistito ed eutanasia: rimangono indefiniti chi somministra il farmaco letale
e come. Infine, collegando i comportamenti non punibili alla Legge 219, per cui tutti i
trattamenti sono rifiutabili, ci si riferisce a condizioni molto meno restrittive di quelle
stabilite dalla Consulta. Occorre fare attenzione al possibile ampliarsi di questo
perimetro». La versione integrale dell' intervista su www.vaticaninsider.it - ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/11/2019                                                                                                                      Pagina 23

                                                                                                                                EAV: € 16.521
                                                                                                                                Lettori: 292.828
                                                Argomento: Sanità nazionale

             Aids, è ancora allarme: troppe diagnosi tardive

 IL FOCUS È un mostro che conosciamo
 ormai da 40 anni e che non abbiamo
 ancora      imparato            a      curare.         Eppure,
 ancora oggi di Aids ci si ammala, anche
 nel nostro Paese, e su questa malattia
 continuano a circolare vecchi e pericolosi
 pregiudizi. I casi sono certamente di
 meno rispetto al passato, ma ancora
 troppi   per        non       preoccuparsene.                  Per
 questo la Giornata mondiale contro l'
 Aids,    che        si     celebra           la       prossima
 domenica,      potrà           anche          quest'        anno
 diventare l' occasione per puntare i
 riflettori su una malattia che non è mai
 scomparsa,          ma        che        anzi         torna        a
 minacciare seriamente i più giovani,
 meno attenti a proteggersi nei rapporti
 sessuali e sembrerebbe anche meno
 propensi       a         considerarsi             a     rischio.
 Secondo i dati dell' Istituto superiore di sanità (Iss), nel 2018 sono stati diagnosticati
 661 nuovi casi di Aids pari a un' incidenza di 1,1 nuovi casi per 100mila residenti. L'
 incidenza è in lieve diminuzione. Tuttavia, rimane costante negli ultimi anni la
 proporzione delle persone con una nuova diagnosi di Aids che scopre di essere Hiv
 positiva nei pochi mesi precedenti alla diagnosi di Aids. Perché per non arrivare ad
 ammalarsi di Aids è necessario tenere sotto controllo il virus dell' Hiv quando si
 rimane contagiati. È quindi fondamentale scoprire tempestivamente se si è
 sieropositivi. LA SITUAZIONE In Italia purtroppo le diagnosi sono molto spesso
 tardive. Si stima che nel nostro paese ci siano 130mila persone con l' Hiv, di queste
 82mila in terapia antiretrovirale. Questo significa che ci sono 60mila persone che

                    Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
dovrebbero essere trattate e non lo sono, quindi possono trasmettere il virus. Non
conforta dunque il dato positivo relativo allo scorso anno, quello secondo il quale,
per la prima volta, i contagi sono scesi sotto quota 3000, arrivando 2.847, pari a 4,7
nuovi casi per 100mila residenti. Un progresso così importante rischia di essere
annullato da un così ampio sommerso. Non solo. Viene anche minato dai dati,
sempre più preoccupanti, che riguardano le fasce giovanili (in particolare quelle dai
25 ai 29 anni d' età) che restano le più colpite con un calo di diagnosi meno evidente
e, addirittura, una tendenza al rialzo, dal 2015, nella fascia d' età tra i 15 e i 24 anni.
Tra i motivi principali di questo grave calo di attenzione, secondo gli esperti della
Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), ci sarebbe una scarsa
capacità di comunicare efficacemente il problema. «Il fatto che l' incidenza più alta
di nuove diagnosi di Hiv continui a essere registrata tra i giovani adulti, di età
compresa tra i 25 e i 29 anni, ci deve preoccupare», dice il viceministro della Salute
Pierpaolo Sileri. «Tra le nuove generazioni c' è una scarsa consapevolezza e
conoscenza del virus, di come si trasmetta e di cosa fare per difendersi dal rischio di
infezione.   Molti      confondono              -    continua           -    la     prevenzione              delle        gravidanze
indesiderate, mediante l' uso della pillola contraccettiva, con la prevenzione Hiv e
dalle altre malattie che si possono prendere durante un rapporto sessuale non
protetto, contro cui l' unica arma davvero efficace è il profilattico». Addirittura
circola ancora la bufala secondo la quale l' Aids colpisca solo gli omosessuali. Un
falso mito, questo, smentito dagli esperti di Dottoremaeveroche, il sito della
Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo)
contro le fake news. È sufficiente - ribadiscono gli esperti - leggere i dati
epidemiologici, secondo i quali solo quattro casi di nuove infezioni su dieci
riguardano gli omosessuali. Per questo c' è ancora bisogno di una Giornata mondiale
contro l' Aids, un' occasione per educare i giovani alla prevenzione. Nel nostro paese
c' è ad esempio la campagna di sensibilizzazione all' uso dei condom, Aids is not
dead, lanciata da ContestaRockHair e Rufa - Rome University of Fine Arts in
collaborazione con Lila (Lega italiana per la lotta contro l' Aids). È rivolta invece ai
giovanissimi, gli studenti delle scuole medie superiori, la campagna Io&Freddie. Una
specie di magia, che verrà presentata dal Centro studi delle professioni sanitarie per
la giustizia Majorana oggi pomeriggio a Roma. L' iniziativa prevede, da gennaio a
maggio, incontri di informazione e confronto con medici infettivologi, sociologi ed
istituzioni nelle scuole, al termine del quale sarà proiettato il cortometraggio che
porta lo stesso nome della campagna. Valentina Arcovio © RIPRODUZIONE
RISERVATA.
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/11/2019                                                                                                                     Pagina 35

                                                                                                                               EAV: € 7.731
                                                                                                                               Lettori: 163.650
                                                Argomento: Sanità nazionale

              «I malati gravi triplicheranno da qui al 2050»
 MDL

 L'     INTERVISTA         Il    presidente            Piovella
 lancia un appello alle mamme: «Fate
 controllare i vostri figli fin da neonati»
 Sono i primi 150 anni della «Soi», la
 Società      Oftalmologica                 Italiana.           Ne
 parliamo      con         il    presidente              Matteo
 Piovella    in     occasione             del        congresso
 tenutosi         pochi          giorni          a        Roma,
 coinvolgendo            oltre         7mila           oculisti.
 Professor Piovella, c' è da festeggiare un
 anniversario? «La Soi festeggia i 150
 anni.      Vuol        dire        che         la      Società
 Oftalmologica Italiana è da 150 anni che
 garantisce        le     migliori         cure,        le     più
 avanzate terapie e strumentazioni al
 servizio dei pazienti». Numeri importanti
 «Sì.     Vorrei        aggiungere              una          cosa:
 permetteteci di continuare a farlo. E
 supportateci affinché possiamo continuare a migliorarci. Questo è l' unico significato
 che dobbiamo dare ai 150 anni della Soi». Ora parliamo di oculistica. Cos' è la cecità
 evitabile? «Molto semplice. Oggi le persone pensano che diventare ciechi sia una
 cosa del passato. Ma è giusto dire che da qui al 2050 ci sarà un aumento di tre volte
 delle persone che avranno problemi molto gravi di vista». Cosa si può fare
 realmente? «Tutti sanno che gli occhi hanno tantissime malattie. Purtroppo ci sono
 malattie silenti, nel senso che noi continuiamo a fare test ma non servono a nulla.
 Tutto però si può gestire facendo dei controlli». Sono fruibili le cure con il sistema
 sanitario nazionale? «Gli Stati non ce la fanno con la Sanità. Non esiste nessun
 sostegno economico che garantisca tutto a tutti. Ma sono i politici che devono
 risolvere questo. Non siamo noi oculisti a dover risolvere il problema. Però noi

                   Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
abbiamo il dovere di informare le persone: che ognuno di noi deve prendersi cura
dei propri occhi. Per questo Soi ha stilato un calendario da seguire». Vediamolo nel
dettaglio? «Serve prevenzione. Una visita entro i primi tre anni di età, il primo giorno
di scuola, a 12 anni. Dai 40 ai sessant' anni ogni due anni e dopo i sessanta una
volta l' anno. Chi ha subito un intervento oculistico deve anche lui controllarsi una
volta l' anno. Non è difficile. Basta poco». Quali controlli affrontare? «Cose semplici.
Basta veramente poco. Fate le visite oculistiche. Perché vi salva la vita. E non
dimenticate che l' 83% delle relazioni esterne nella vita passa dagli occhi. Quindi
una persona che non ci vede parte con una penalizzazione dell' 83 per cento». Qual
è la sua indicazione alle neomamme? «La visita alla nascita di un figlio dovrebbe
essere un automatismo. Occupiamoci delle mamme che sono le più attente al
mondo per i propri bambini». Un' altra domanda sulle malattie dell' occhio: il
glaucoma «Sono noioso, il problema è che il glaucoma deve essere seguito da un
medico. E basta con questi autocontrolli attraverso il web. Siamo arrivati a dire che il
glaucoma è qualcosa di pericoloso, ma basta con il fai-da-te. La maggior parte dei
pazienti hanno la malattia perché da anni non si sono fatti controllare. E per anni la
malattia a poco a poco ha rubato la loro vista. È il ladro silenzioso della vista». Le
tecnologie aiutano? «Oggi abbiamo tecnologie invidiabili. Strumenti che quando mi
sono laureato io sembravano portarci sulla Luna. Ma per utilizzarli è necessario che
ci sia una visita medica. Usiamo questi strumenti». Che cosa chiedete alle
istituzioninell' ambito della cura delle patologie dell' occhio? «Non voglio chiedere
nulla. Ma penso che se ci troviamo in difficoltà è perché chi ha la responsabilità di
decidere non ha la giusta competenza. Abbiamo una continua riduzione delle risorse.
Noi di Soi abbiamo una storia lunga 150 anni e abbiamo fatto sempre bene.
Permetteteci di continuare a farlo». MDL.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/11/2019                                                                                                                  Pagina 24

                                                                                                                            EAV: € 14.007
                                                                                                                            Lettori: 292.828
                                            Argomento: Sanità nazionale

               Come l' orologio sa registrare il mal di cuore

 Alla Stanford University in California si è
 deciso di verificare la validità dell' allerta
 cardiaca segnalata dagli smartwatch I
 risultati, dopo diversi controlli, si sono
 dimostrati       attendibili              TECNOLOGIA
 Evidenziare i segnali di una fibrillazione
 atriale con un' applicazione del cellulare,
 anzi meglio, con uno smartwatch è
 possibile? Questo è il quesito che si sono
 posti Marco V. Perez ed i suoi colleghi
 della        divisione              di           Medicina
 cardiovascolare della Stanford University
 (California) in collaborazione con i tecnici
 della Apple, quando hanno progettato l'
 Apple Heart Study, uno studio congiunto
 poi pubblicato dalla rivista scientifica
 New England Journal of Medicine nel
 numero di novembre 2019. Il lavoro è
 stato compiuto su un campione di 419
 mila persone sane che usavano l' Apple watch con l' applicazione per monitorare il
 ritmo cardiaco. Risultato: le allerte segnalate dai sani, dopo un super controllo
 medico e tecnico, si sono rivelate corrispondenti a reali movimenti del cuore. Non si
 sono presentati, per dirla in modo semplice, dei falsi positivi. È stata attestata, con
 successo, l' affidabilità del dispositivo. È chiaro, e questo viene ripetuto sia dai
 ricercatori che dai costruttori dello smartwatch, che le persone con problemi cardiaci
 non posso affidare il monitoraggio unicamente all' orologio. La fibrillazione atriale è
 un' aritmia cardiaca molto frequente. In Italia colpisce circa lo 0.5%-1% della
 popolazione ed il numero è destinato a salire. La sua incidenza cresce con l' età.
 Relativamente bassa tra i giovani, riguarda invece il 4.8% della popolazione tra i 70

                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
e 79 anni e l' 8.8% tra gli 80 ed 89 anni. Ma l' esperienza quotidiana nei reparti di
cardiologia ci dimostra che l' età si sta abbassando. Secondo stime dell' Istituto
Superiore di Sanità in Italia 600.000 persone hanno la fibrillazione atriale e negli
ultimi venti anni si è osservato un incremento del 66% delle ospedalizzazioni dovute
alla malattia. I COSTI Il disturbo è diventato un problema di sanità pubblica perché
notevolmente costoso. Se il problema non è diagnosticato in temp può generare
scompenso cardiaco o ictus. E la diagnosi, non è sempre così semplice. Anche
perché nelle prime fasi di questa patologia, gli attacchi di fibrillazione possono
essere di breve durata e terminare spontaneamente dopo aver magari causato danni
cerebrali. Un importante studio internazionale sull' Ictus criptogenetico ( di cui cioè
non si trova la causa) coordinato da Tommaso Sanna del Policlinico Gemelli e
pubblicato sul New England Journal of Medicine nel 2014, ha dimostrato che una
monitorizzazione per lungo tempo del ritmo cardiaco permetteva di attribuire l' ictus
ad una fibrillazione atriale misconosciuta in una notevole percentuale dei
casi.Proprio da questo lavoro è partito l' Apple Heart Study che è durato circa otto
mesi. Nei casi in cui l' orologio evidenziava una irregolarità del battito o addirittura
una fibrillazione atriale, veniva immediatamente effettuato un colloquio medico a
distanza e successivamente l' esito di questo veniva inviato al paziente un
dispositivo che permetteva di monitorare l' eletteocardiogramma per almeno una
settimana. L' AVVISO Di tutti i partecipanti 2161 ha ricevuto dal dispositivo un avviso
di irregolarità di battito. Si trattava di persone anziane, soprattutto maschi e con più
fattori di rischio. Come il diabete o l' ipertensione. La ricerca ha comportato diversi
controlli incrociati. In conclusione, lo smartwatch può essere un valido strumento per
metterci in allarme. Ma poi ci si deve rivolgere subito al medico. Antonio G.Rebuzzi
Direttore Cardiologia intensiva Policlinico Gemelli Università Cattolica Roma ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
27/11/2019                                                                                                                Pagina 44

                                                                                                                          EAV: € 16.624
                                                                                                                          Lettori: 292.828
                                          Argomento: Sanità nazionale

    Esce dall' ospedale e muore «Ora diteci cosa è successo»

 Giuseppe è stato dimesso dal Cristo Re
 La madre: «Soffriva solo di una gastrite»
 Anche le quattro sorelle non si danno
 pace: «Non vorremmo fosse malasanità»
 IL COLLOQUIO Al sesto piano di una
 palazzina in via Bernardo da Bibbiena
 quartiere Primavalle a pochi metri dall'
 edificio dove morirono i fratelli Mattei, la
 signora Concetta appoggia le mani sul
 tavolo del soggiorno e dice: «Nessuno mi
 ridarà mai Giuseppe ma voglio tanto
 capire se c' è stato un errore nella
 diagnosi o se i medici non c' entrano
 nulla e lui è morto perché doveva andare
 così». Negligenza o fatalità? Confini
 troppo distanti e nessuna certezza per
 poter prendere una posizione. E lei,
 questa donna che lunedì notte ha visto il
 figlio   morire        sul        pavimento               del
 soggiorno, aspetta solo di capire quale strada prendere per poter poi salutare per l'
 ultima volta il suo primogenito. È circondata dall' affetto delle altre quattro figlie che
 aspettano l' esito dell' autopsia (in programma oggi all' ospedale Gemelli per volere
 della Procura che ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo) sul corpo
 di Giuseppe Mura, 54 anni, morto nella notte tra domenica e lunedì scorsi dopo esser
 stato dimesso dal pronto soccorso dell' ospedale Cristo Re. Cosa è accaduto? «Già
 dal pomeriggio di domenica racconta mamma Concetta mio figlio aveva accusato
 dolori allo stomaco, all' addome, che non passavano. Non ha mai sofferto di nulla
 fatto salvo una gastrite che si trascinava da qualche tempo e che era provocata
 forse dallo stress e da una dermatite che stava curando». Sono circa le 19 di

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
domenica e Giuseppe, che passa molto tempo a casa della madre per accudirla dopo
l' infarto che l' ha colpita, non riesce neanche a bere dell' acqua. Con lui c' è anche il
figlio, diciassettenne. Alla fine decide di andare in ospedale perché «quei crampi
prosegue la madre non gli davano tregua». Passa un' altra ora e alla fine il 54enne
varca l' ingresso del pronto soccorso del Cristo Re. «È tornato a casa poco dopo la
mezzanotte prosegue la madre mi ha detto che si sentiva un po' meglio, che i medici
gli avevano detto che se voleva, poteva anche mangiare e lui aveva fame per cui ha
spizzicato qualcosa che avevo lasciato in cucina ma nella notte si è sentito
nuovamente male». Non è escluso che i medici abbiano creduto che Mura avesse in
corso un infarto senza valutare altre ipotesi, come, ad esempio, un aneurisma dell'
aorta addominale. I SOCCORSI Fino a che intorno alle 5 del mattino Giuseppe si è
alzato dal letto, ha urlato, ha chiesto aiuto, la madre Concetta ha chiamato l' ex
cognata che le abita di fronte. «Sono stata io a toccarlo in viso mentre era caduto in
terra aggiunge la zia per provare a rianimarlo, ho visto che gli si gonfiava la vena sul
collo e poi con gli occhi sbarrati ha esalato un ultimo respiro». Tutta la famiglia è
riunita in questo piccolo appartamento alla periferia di Roma. «Siamo cresciuti qui
aggiunge la sorella di Giuseppe, Cristina vogliamo capire cosa è successo e
confidiamo che non si sia trattato di un errore medico, di una leggerezza perché per
noi sarebbe uno strazio: sapere che forse Giuseppe si sarebbe potuto salvare invece
di morire in questo modo». Alto, allegro, solo lo scorso 14 novembre Giuseppe aveva
festeggiato il suo compleanno a casa della madre. «Non la voleva fare affaticare in
cucina spiega ancora la sorella e così aveva portato la pizza per tutti». La sua,
ricordano i parenti, è stata una vita «normale» ma non per questo «scontata». «MI
MANCHI PAPÀ» Dopo il lavoro per una ditta di pulizie di Ciampino, dove era
impiegato da ormai trent' anni, Giuseppe passava il suo tempo libero con il figlio
ancora adolescente che proprio ieri su Facebook ha scritto un post che ha strappato
via altre lacrime. «Ciao papà i momenti più belli della mia vita li ho passati con te e
le cose che abbiamo fatto insieme non le farò mai con nessuno... mi manchi perché
non te lo meritavi sia perché non avevi fatto niente di male sia perché in Italia a
nessuno frega niente del prossimo». La famiglia di Giuseppe non punta il dito e non
accusa. «Non abbiamo sporto denuncia conclude la sorella Cristina perché ci ha
pensato la polizia, ora attendiamo solo di capire perché Giuseppe è morto e
speriamo davvero di non dover fare i conti con un caso di malasanità». Camilla
Mozzetti © RIPRODUZIONE RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Puoi anche leggere