Media Monitoring per 11-10-2018 - Rassegna stampa del 11-10-2018 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 Campania, Sindacato Fisi: Trasmessi all'Anac gli atti sulle esternalizzazioni in Campania ............................................................................................................................. 1 Granfondo Nazionale Trapiantati: tappa al “Ruggi” di Salerno ........................................ 3 Studentessa deceduta dopo un intervento alle tonsille, l'Unisa si unisce al dolore ................................................................................................................................................ 4 Appalti per le figure professionali nelle strutture sanitarie, la denuncia ....................... 5 Multe a Ravello La minoranza scrive al Prefetto .................................................................. 7 Sanità, bilanci in ordine Ok della Corte di Conti .................................................................. 8 Studentessa muore a Roma per intervento alle tonsille lezioni sospese al Campus .............................................................................................................................................. 10 Sanità Salerno e provincia ............................................................................................................ 12 «Legge 194 un diritto delle donne» ..................................................................................... 12 Bimbo morto per crisi d' asma il pm: «Processo alla pediatra» ....................................... 14 Medici di famiglia boom di pensionati assistenza a rischio ............................................. 16 Morì a 4 anni, imputata la pediatra ...................................................................................... 18 Sanità Campania ............................................................................................................................. 19 «Sbagliarono l' intervento» Condannato il Cardarelli, 300mila euro ai familiari .......... 19 Infermiere aggredito al triage ............................................................................................... 21 Morì di malasanità,un milione dopo 7 anni ......................................................................... 23 Ospedale «Moscati» «Ripuliremo la struttura» .................................................................. 25 Ospedale del Mare, Sos dei medici ....................................................................................... 26 Ricette e analisi fantasma: due arresti ................................................................................ 28 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 30 " Quelle parole offendono me e le donne io applico solo la legge" ................................. 30 Aborto, il Papa mai così duro "È come affittare un sicario" ............................................. 32 ABORTO, PERCHÉ VA DIFESA LA LEGGE 194 ....................................................................... 34 Assedio alla 194: dal Papa al boom dei medici obiettori .................................................. 36 CUORE MATTO, PREVENIRE SI PUÒ... E SI DEVE ................................................................. 38 I maggiori risparmi? Con i biologici ...................................................................................... 40 I pm smantellano le denunce No Vax ................................................................................... 42 Il medico bravo può parcheggiare ........................................................................................ 44 Il test alla prostata porta più danni che benefici ............................................................... 45 L' immunoterapia premiata con il Nobel ha fatto 613 morti per effetti collaterali ...... 47 La sfida degli equivalenti ....................................................................................................... 49 Medici al Nord più preparati dei colleghi al Sud ................................................................ 52 Ospedali colorati, la nuova terapia per la felicità .............................................................. 53 Più di due ginecologi su tre sono obiettori di coscienza .................................................. 55 Riso e latticini al supermarket Il Policlinico si fa produttore ........................................... 57 Se rifiuti l' aspirina che peste ti colga ................................................................................. 59 Vaccini, bufera sul presidente dei medici ........................................................................... 61
10/10/2018 seitv.it EAV: € 526 Lettori: 1.167 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Campania, Sindacato Fisi: Trasmessi all'Anac gli atti sulle esternalizzazioni in Campania Trasmessi tutti gli atti all’ANAC (organismo nazionale per il contrasto alla corruzione) ed alla Corte dei Conti della Regione Campania sulle esternalizzazioni selvagge in essere in Regione Campania ed in sanità. Nella fattispecie si è denunciato che si è esternalizzato un servizio, con personale pubblico comunque presente, per € 58.244.319,86 (ASL SALERNO) e € 18.000.000 circa (A.O.U. “Ruggi D’Aragona) che in realtà, secondo la scrivente, ha ad oggetto una somministrazione di personale – attività, quest’ultima, ex lege riservata alle Agenzie per il Lavoro iscritte nell’apposito Albo presso il Ministero del Lavoro. Questa abitudine sta prendendo sempre più piede nelle Asl e negli ospedali che per far fronte alla carenza di personale (infermieri, Oss, ausiliari, ma anche personale tecnico e amministrativo) in regime di blocco delle assunzioni utilizzano il meccanismo degli appalti per migliaia di figure professionali, spendendo centinaia di milioni e affidando l’organizzazione all’esterno. Tale fattispecie non è atto singolo, infatti nella ASL di SALERNO vige in proroga un appalto con la ditta cooperativa “CNS” di ausiliariato che espleta ausiliariato nelle corsie a dirette dipendenze del personale pubblico (anche qui decine di milioni di euro di appalto). Tale costume adottato dalle ASL ed Aziende Ospedaliere della Campania, quindi, è un meccanismo per aggirare il blocco delle assunzioni con il quale si sostituisce personale, si creano degli esuberi da riallocare con un certo aumento di spesa. Non è trascurabile, nemmeno, la possibilità di “interferenza” sulle assunzioni di personale che può sempre essere nascosta nelle esternalizzazioni in quanto non vi è trasparenza e controllo essendovi libertà imprenditoriale: casi di parentopoli sono nati a Salerno proprio su queste procedure su cui sta indagando la Procura della Repubblica. Dal lato delle esternalizzazioni sul settore pulizie ed ausiliariato la ASL con delibera n 183 ha fatto sapere di voler riprendere il bando di gara. L’appalto sarà diviso in otto lotti procedendo, per ogni singolo lotto, alla aggiudicazione con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. La spesa del Servizio è pari a 145milioni. Il bando “rivisto” arriva dopo la bocciatura del tar che aveva accolto il ricorso della “Lamper Fm S.r.l.” contro l’Azienda sanitaria salernitana per l’annullamento del bando. Il valore economico dell’appalto è superiore a quello esistente attualmente e già si vocifica che saranno Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
effettuate numerose nuove assunzioni. “queste voci , se veritiere, aggiungono delle ombre ulteriori sull’appalto: la maggior parte dei dipendenti ha un orario di lavoro part time (circa 24 ore di media in luogo delle 40 previste)” dichiara Rolando Scotillo “è necessario che tutto il personale venga messo in condizioni di avere un full time in quanto , attualmente, gli stipendi non superano di media i 700 euro mensili e quindi sono al di sotto della soglia di povertà prevista dal Governo per il reddito di cittadinanza ( ricordiamo 780 euro). Assumere personale nuovo, in queste condizioni, potrebbe voler significare solo che “qualcuno” ha imposto assunzioni in luogo di aumento di ore per il personale dipendente per fini poco chiari o clientelari. Staremo a vedere.” Sindacato Fisi Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/10/2018 salernotoday.it EAV: € 788 Lettori: 7.133 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Granfondo Nazionale Trapiantati: tappa al “Ruggi” di Salerno La manifestazione ciclistica è organizzata dall’Associazione Amici del Trapianto di Fegato Onlus di Bergamo in collaborazione con la Asst Papa Giovanni di Bergamo Approfondimenti E’ previsto per le 12.30 circa di domani, giovedì 11 ottobre, l’arrivo nel piazzale del “Plesso Ruggi" di Salerno dei partecipanti alla quindicesima edizione della Granfondo Nazionale Trapiantati, manifestazione ciclistica organizzata dall’Associazione Amici del Trapianto di Fegato Onlus di Bergamo in collaborazione con la Asst Papa Giovanni. L’iniziativa Quest’anno l’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, molto attiva in tema di donazione organi e trapianti, è stata coinvolta dal Centro Regionale Trapiantati, proprio a testimonianza del valore assunto a livello regionale dal lavoro svolto dall’Uoc di Anestesia e Rianimazione e dal Centro Trapianti. Taglio del nastro della tappa di domani, quindi, che partirà da Positano, l’Ospedale Ruggi di via San Leonardo, dove arriveranno i 28 ciclisti (trapiantati, volontari, medici) che durante il loro percorso si fanno testimoni dell’importanza del dono. Il messaggio, infatti, che vuole lanciare la Granfondo, è che proprio lo sport offre il miglior supporto al benessere dei trapiantati che, grazie alla generosità altrui, tornano a vivere un’esistenza normale. La Granfondo, competizione sportiva e solidale, anche quest’anno sarà un importante messaggio di speranza per tutti coloro che sono prossimi ad un intervento di trapianto ma anche per tutta la collettività che potrà soffermarsi e ragionare sulla differenza che ciascuno di noi può fare scegliendo di donare gli organi per salvare vite umane. Domani, subito dopo l’arrivo dei ciclisti, ci sarà un incontro nell’Aula Scozia dove studenti e cittadini potranno ascoltare le testimonianze di chi, la famosa telefonata, l’ha ricevuta ed è tornato alla vita. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/10/2018 seitv.it EAV: € 456 Lettori: 1.167 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Studentessa deceduta dopo un intervento alle tonsille, l'Unisa si unisce al dolore Federica Palomba, la studentessa di 25 anni ha perso la vita in un ospedale romano in seguito ad un intervento per l’asportazione delle tonsille la giovane era originaria di Civitavecchia, da 4 anni si era trasferita a Salerno per gli studi in medicina e chirurgia dove in sua memoria oggi, 10 ottobre, l’ateneo ha sospeso le lezioni dei corsi del sesto anno di Medicina e Chirurgia nella sede dell’ospedale Ruggi d’Aragona, a sottolineare il grnade dolore che ha colpito colleghi e professori alla notizia della sua scomparsa. Federica è morta per le complicazioni post operatorie di un intervento chirurgico considerato di routine, per l’asportazione delle tonsille. Lunedì scorso l’intervento a Roma, il rientro a casa a Civitavecchia per la convalescenza e dopo pochi giorni i primi malori: da lì il trasferimento d’urgenza in ospedale, ma la situazione è apparsa subito critica, fino ad arrivare ad un punto di non ritorno, quando ormai non c’era più nulla da fare. Oggi funerali nella cattedrale di Civitavecchia. La madre, in un ultimo gesto di amore, ha deciso di donare i suoi organi. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 2 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Appalti per le figure professionali nelle strutture sanitarie, la denuncia Fatta la legge, trovato l'inganno. Con il meccanismo dell'appalto per l'organizzazione e gestione di personale all'interno delle strutture dell'Asl di Salerno e dell'ospedale Ruggi, sempre di Salerno, si affida il servizio sanitario a cooperative esterne: è questa, di fatto, la denuncia che la Federazione dei Sindacati Indipendenti di Salerno ha ufficialmente presentato all'ANAC ed alla Corte dei Conti della Regione Campania, a firma del segretario territoriale della FSI Rolando Scotillo. Allegando alla denuncia anche le delibere dell'Asl di Salerno, divenute esecutive in data 11 giugno 2018 per volontà dell'ex direttore generale dell'Asl e del tecnico dirigente competente, la FSI denuncia i presunti illeciti che Asl e Azienda Ospedaliera starebbero effettuando, poiché sia l'Asl con oltre 58 milioni di euro sia il Ruggi con circa 18 milioni di euro avrebbero aggirato il blocco delle assunzioni deliberando, di fatto, l'assunzione di personale tramite affidamento a cooperative esterne. Il tutto si basa su una delibera come si legge nella denuncia della So.re.sa. spa n. 68 del 2017 con le quali si sta procedendo all'esternalizzazione dei servizi integrati, facendo fronte alla carenza di personale quali infermieri, Oss, ausiliari e persino personale tecnico ed amministrativo con bandi milionari. Tale costume si legge nella denuncia adottato dalle Asl e dalle Aziende Ospedaliere della Campania, permette di aggirare il blocco delle assunzioni con il quale si sostituisce personale, creando esuberi da riallocare con un certo aumento di spesa. Non è trascurabile neppure la possibilità di interferenza' sulle assunzioni di personale prosegue la denuncia che può sempre essere nascosta nelle esternalizzazioni in quanto non vi è trasparenza e controllo essendovi libertà imprenditoriale: casi di parentopoli sono nati a Salerno proprio su queste procedure su cui sta indagando la Procura della Repubblica. Infine, la denuncia dell'appalto per l'esternalizzazione del settore pulizie ed ausiliarato, che Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
con delibera 183 dell'Asl pare si muova verso una ripresa del bando di gara, secondo la Fsi. Si tratta, in questo caso, di una spesa del servizio pari a 145 milioni, dopo che il bando era già stato rivisto dopo la bocciatura del TAR a seguito di un ricorso vinto dalla Lamper Fm, che chiedeva ed ha ottenuto l'annullamento del bando. «Assumere personale nuovo, in queste condizioni, potrebbe voler significare solo che qualcuno ha imposto assunzioni in luogo di aumento di ore per il personale dipendente per fini poco chiari o clientelari. Staremo a vedere », ha dichiarato Scotillo. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 13 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Multe a Ravello La minoranza scrive al Prefetto Salvatore Serio RAVELLO. I consiglieri di minoranza del comune di Ravello, Paolo Vuilleumier e Gianluca Mansi, scrivono alla Provincia di Salerno e alla Prefettura, per segnalare la presunta illegittimità delle contravvenzioni elevate dalla polizia municipale di Ravello nei pressi del presidio ospedaliero di Castiglione. Le motivazioni sarebbero da ricercare nell'inadeguatezza della segnaletica presente nei pressi della zona del presidio ospedaliero: «Con l'adozione dei nuovi dispositivi di traffico e sosta - scrivono i consiglieri ed il rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale su tutto il territorio comunale, che perdura ormai da mesi e non si è interrotto neanche nel mese di agosto, si è provocata tanta confusione per l'utenza oltre che ha presentato situazioni di pericolosità estrema a seguito della individuazione di aree riservate alla sosta dei motorini e strisce pedonali in prossimità di curve». I consiglieri di minoranza hanno specificato che ritengono inadeguata la presenza della segnaletica nelle aree di sosta poste in prossimità ed al servizio dell'ospedale di Ravello e dell'Asl Costa d'Amalfi, unico punto di riferimento sanitario per l'intero territorio: «Si segnala l'incresciosa situazione che si è venuta a creare alla frazione Castiglione, nelle aree di sosta poste in prossimità dell'ospedale di Ravello e dell'Asl Costa d'Amalfi». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 2 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Sanità, bilanci in ordine Ok della Corte di Conti Giovanni Volpe NAPOLI Tornano in ordine i conti della Sanità campana, come attesta la sezione regionale di controllo della Corte dei conti, nel giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione. Un verdetto relativo agli esercizi finanziari 2015 e 2016. Restano, invece, «nettamente al di sotto della soglia di adempienza con un punteggio pari a 106» i Livelli essenziali di assistenza, altra voce determinante per uscire dal tunnel decennale del piano di rientro. «I conti e i Lea devono procedere assieme ricorda la Corte dei conti . La condizione per uscire dal commissariamento o dal piano di rientro non può essere solo quella dell'equilibrio di bilancio, perché il risanamento economico deve essere accompagnato da una valutazione almeno sufficiente dei Lea. Non a caso la normativa denomina il piano di rientro come un programma operativo da attuare non solo sotto il profilo economico- finanziario, ma anche sul versante della riorganizzazione, della riqualificazione dei rispettivi Servizi sanitari regionali ». Dal 2016, ultimo anno contabile all'esame della Corte, la Regione afferma tuttavia che i Lea sono molto risaliti (ma è da capire se fino al minimo richiesto dalla legge, ovvero 160). Ad ogni modo, Palazzo Santa Lucia punta sulla carta dei bilanci vicini al risanamento, quando l'estate scorsa chiede formalmente la fine del commissariamento. Certo, comporta grandi sacrifici lo sforzo per coprire la voragine finanziaria. Risparmi e tagli che ancora incidono sulla qualità complessiva dei servizi. Ma l'austerità è la via concordata sin dall'inizio con Roma, per tornare alla gestione autonoma. E i progressi sono riconosciuti dal Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali e dal Comitato permanente per la verifica dei Lea. Nel verbale del 18 luglio scorso, ad esempio, si rileva che i due organismi «provvedono all'aggiornamento delle valutazioni effettuate, avendo la Regione Campania registrato nel biennio 2016-2017 scrivono i giudici un risultato di gestione che evidenzia un avanzo medio annuo di 19,330 milioni di euro e avendo registrato un trend consolidato nel triennio di risultati di gestione in equilibrio». I numeri degli ultimi consuntivi recitano: avanzo di 49,821 milioni di euro nel 2015; di 30,782 milioni di euro nel 2016; di 7,878 milioni nel 2017. Nel capitolo dell'analisi economico- finanziaria e patrimoniale, si mostra l'evoluzione della spesa sanitaria negli anni 2013, 2014, 2015 e 2016. La Corte evidenzia l'aumento nel 2014, seguito da una consistente riduzione nel 2015 e 2016, a livello di impegni, rispetto a quelli Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
presenti nel bilancio generale regionale. In pratica, sono gli anni in cui la sanità campana avvia l'inversione di tendenza, nel comparto che assorbe oltre il 70% delle risorse regionali. «I conti economici consolidati della sanità relativi agli anni 2015 e 2016 si legge evidenziano un risultato positivo, al lordo delle rettifiche, pari rispettivamente a 68,59 milioni di euro per l'anno 2015 e a 101,30 milioni per l'anno 2016». Dal raffronto dei valori degli anni dal 2012 al 2016, si registra peraltro un andamento oscillante, essenzialmente a causa delle rilevanti variazioni dei finanziamenti ricevuti. Il risultato economico consolidato, infatti, è in peggioramento tra gli esercizi 2014 e 2015, passando da 181,44 a 68,59 milioni. Tuttavia, si certifica un miglioramento del risultato tra 2015 e 2016, con l'aumento da 68,59 a 101,30 milioni. Nel quadriennio 2012-2016 cala il numero di aziende sanitarie col bilancio chiuso in perdita: dalle 8 (su 18 osservate) del 2012 alle 2 del 2016. Per l'Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona, il ruolino parla di -19.549 milioni (2012); -12.806 (2013); 7.777 (2014); 1.919 (2015); 3.633 (2016). Note positive anche in materia di indebitamento: tra 2015 e 2016 si passa da 10.874 a 6.660 milioni. La variazione per l'Asl Salerno è del -25% (-95.550 milioni). «Dallo Stato patrimoniale consolidato del servizio sanita- rio regionale, nel biennio 2015-16 chiosano i giudici contabili , si possono trarre le seguenti considerazioni: consistente riduzione degli utili o perdite portate a nuovo dell'80% circa con un significativo miglioramento del ripiano del disavanzo sanitario regionale; incremento del patrimonio netto del 22% circa; riduzione dei debiti del 30% circa; contrazione delle Immobilizzazioni del 3% che denota una riduzione degli investimenti effettuati nei due esercizi; alla riduzione dei finanziamenti per investimenti da parte dello Stato si assiste a uno sforzo positivo da parte della regione del 20% in più rispetto al 2015. L'abbattimento delle Perdite portate a nuovo è dovuto a un significativo abbattimento dei debiti (-30%) e un contestuale aumento degli utili (+42% circa)». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 31 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 6.441 Lettori: 133.364 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Studentessa muore a Roma per intervento alle tonsille lezioni sospese al Campus LA TRAGEDIA Barbara Landi Intelligente, solare, spinta verso la vita. Amava la natura, il mare e le montagne, Federica Palomba, la studentessa di 25 anni della Facoltà di Medicina, morta in seguito ad un intervento chirurgico. In segno di lutto, l' università di Salerno ieri ha sospeso le lezioni dei corsi del sesto anno di Medicina e Chirurgia nella sede del Ruggi d' Aragona. «È difficile trovare le parole di fronte a una tragedia umana. È assurdo sottolinea con voce commossa il direttore del dipartimento, Mario Capunzo - Per noi docenti, per i nostri studenti e per tutta la comunità è una scomparsa che ci ha colpito in maniera dura. Abbiamo dichiarato il lutto e la sospensione delle attività in concomitanza con i funerali per permettere ai nostri allievi di partecipare alle celebrazioni. È una situazione incredibile, non oso neanche immaginare il dolore della famiglia. Siamo increduli e speriamo di abbracciare i genitori il prima possibile, perché di sicuro organizzeremo qualcosa in ateneo in segno di affetto, per mostrare il valore concreto per la perdita di una ragazza così eccezionale come Federica: così brava, alla fine del suo percorso di studi verso la tesi, studiosa. È una delle tante ragazze che vivono l' università e studiano Medicina con il massimo impegno. Oggi si percepisce tutto il dolore dei nostri giovani». Una studentessa brillante di Medicina che, per un terribile contrappasso dantesco, è morta per le complicazioni mediche di un intervento chirurgico considerato di routine, per l' asportazione delle tonsille, che però, a volte, nel decorso post operatorio, può presentare fenomeni emorragici. Lunedì scorso l' intervento a Roma, il rientro a casa a Civitavecchia per la convalescenza e dopo pochi giorni i primi malori: da lì il trasferimento d' urgenza in ospedale, ma la situazione è apparsa subito critica. Ieri i funerali nella cattedrale di Civitavecchia. Da 4 anni si era Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
trasferita a Salerno per gli studi. La madre, in un ultimo gesto di amore, ha deciso di donare i suoi organi. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 5 Argomento: Sanità Salerno e provincia «Legge 194 un diritto delle donne» Erika Noschese In una città, Salerno, patria degli obiettori di coscienza c'è chi, con non poca fatica, tenta di far rispettare la legge 194 che consente, alle donne, di poter decidere di interrompere la gravidenza. Esempio lampante può essere il collettivo transfemminista Autodeterminiamoci Salerno che da 10 anni lavoro sui temi dell'ivg e salute riproduttiva, facendo anche parte della Rete nazionale molto+di194 con cui proprio di recente è stato organizzato un Convegno al Parlamento su contraccezione e aborto. «Noi stesse abbiamo portato e stiamo portando avanti numerose iniziative e azioni sui temi dell'ivg, tra cui la realizzazione di un opuscolo con tutte le informazioni su ivg e contraccezione con riferimenti di salerno e provincia è una mappatura di tutte le farmacie sulla contraccezione di emergenza, dunque spero di potermi rivolgere a te rispetto a queste argomentazioni», ha dichiarato la psicologa psicoterapeuta, Federica Di Martino. Dottoressa, di cosa si occupa il Collettivo transfemminista? «E' composta da donne e soggetti Lgbt che si occupa di tematiche transfemministe, di temi che riguardano la salute riproduttiva e questioni Lgbt». Numerose le iniziative messe in campo fino ad ora dal collettivo, come ad esempio, quella tenutasi il 28 settembre scorso in occasione della Giornata Mondiale dell'Aborto sicuro e garantito - tenutosi a livello nazionale - con un convegno a Roma, con la rete nazionale Molto più di 194 «in cui sono intervenuta con la tematica post-abortiva, verità e bugia», ha spiegato la dottoressa Di Martino. A livello territoriale, invece, è stato creato un opuscolo Autodeterminiamoci che si occupa di questioni Lgbtqi e salute riproduttiva, dunque contraccezione, Ivg, con riferimenti territoriali ed una mappatura delle farmacie di Salerno e provincia proprio in merito ai contraccettivi di emergenza poichè dal 2015/2016 per questi farmaci non è più necessaria la prescrizione medica. E anche Salerno sembra avere una farmacia che si sarebbe dichiarata obiettrice di coscienza ma sono molto poche quelle che, ad oggi, ancora forniscono informazioni scorrette. L'opuscolo è stato Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
presentato con la dottoressa Carla Ciccone, ginecologa in pensione ed ex responsabile del reparto di ginecologia presso l'ospedale Moscati di Avellino. «In occasione dell'anniversario della 194 abbiamo trasmesso un documentario presso il Riff Raff di Salerno per aprire un dibattito circa la situazione della 194 in Italia», ha spiegato ancora la psicologa e psicoterapeuta. Dottoressa, come mantenere viva l'attenzione sulla 194? «Secondo me le parole chiavi sono formarsi, informarsi, fare rete tra donne e professionisti che operano nel settore per ampliare gli orizzonti e segnalare eventuali disfunzioni sia all'interno del sistema sanitario pubblico sia a livello personale per mantenere sempre alta l'attenzione ». Intanto, a breve si partirà con una consultoria femminista autogestita per informare e rivendicare spazi pubblici forniti dalle donne per occuparsi di dare informazioni corrette circa i temi della contraccezione e di dare dei riferimenti territoriali per evitare alle donne di non riuscire a trovare un punto di riferimento concreto. Insomma, un lavoro preciso sul territorio di Salerno proprio per mantenere alta l'attenzione sulla legge 194, ancora troppo poco rispettata. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 31 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 6.116 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Bimbo morto per crisi d' asma il pm: «Processo alla pediatra» L' INCHIESTA Viviana De Vita Morì a 4 anni e mezzo per una crisi asmatica. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per A.M., la pediatra che ebbe in cura Liberato Calandra, il piccolo di Campagna deceduto nel marzo 2017 all' ospedale Maria Santissima dell' addolorata di Eboli dove era giunto già in fin di vita. Omicidio colposo è l' ipotesi di reato formulata dal sostituto procuratore Roberto Penna a carico della dottoressa che, secondo le risultanze investigative espletate dalla Procura anche sulla base di una complessa e particolareggiata consulenza medico legale, avrebbe somministrato al piccolo, affetto da asma bronchiale, una terapia non idonea alle sue condizioni di salute. Archiviata, invece, la posizione dei genitori del bimbo finiti anche loro in un primo momento sul registro degli indagati; a parere della Procura non ebbero alcuna responsabilità nella morte del figlio, curato negli ultimi tre mesi di vita attraverso dei dosaggi di medicinale non adeguati. Potrebbe quindi approdare presto davanti al gup la drammatica vicenda consumatasi nel marzo dello scorso anno quando il cuoricino del piccolo di Torretta, frazione di Campagna, smise di battere. In ospedale il piccolo, che a soli 4 anni e mezzo pesava già 50 chili, giunse intorno alle 19.30 del 25 marzo ma, i problemi respiratori, erano cominciati già in mattinata. Fu il padre, quando il figlio si aggravò, a tentare una disperata corsa contro il tempo trasportandolo al pronto soccorso dell' ospedale ebolitano dove, però, Liberato giunse già in gravissime condizioni: aveva perso conoscenza e non dava più segni di vita tanto che i sanitari dell' ospedale ebolitano non poterono far nulla per rianimarlo. L' inchiesta, affidata al sostituto procuratore Roberto Penna, è riuscita attraverso le consulenze medico legali, a chiarire i motivi del decesso del piccolo ascrivibili, quindi, all' erronea terapia somministratagli dal medico di base. Dopo la Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura, presto la pediatra potrebbe finire davanti al gup. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 34 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 8.117 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Medici di famiglia boom di pensionati assistenza a rischio NOCERA INFERIORE Nello Ferrigno C' è il rischio concreto che nei prossimi mesi migliaia di persone restino senza medico di famiglia. Numerosi professionisti, infatti, stanno per andare in pensione. Solo a Nocera Inferiore saranno cinque entro i prossimi sei mesi. Calcolando che ognuno di loro conta 1. 500 assistiti il calcolo è semplice, novemila persone devono passare ad un altro medico. Secondo i dati dell' Enpam, l' ente di previdenza dei medici, dai mille medici di base attualmente al lavoro in provincia di Salerno, tra cinque anni saranno la metà se non di meno. IL TURN OVER Il problema è che manca il ricambio. Negli ultimi giorni si sono allungate le file agli sportelli del distretto sanitario numero 60 che ha competenze oltre che su Nocera Inferiore anche su Nocera Superiore, Castel San Giorgio e Roccapiemonte. Qui si può scegliere a chi affidare la propria salute. Ma più che scelta si è quasi obbligati. Insomma il medico viene individuato tra quelli che non hanno ancora raggiunto il tetto di assistiti. E sono davvero pochi. «È un problema di carattere generale», ha spiegato il dottor Francesco Benevento, segretario provinciale della Fimmg, la Federazione nazionale dei medici di famiglia. «In Campania è più acuito perchè ha spiegato - la Regione aggiorna le graduatorie ogni due anni. In altre regioni lo stanno facendo ogni anno. Se non si trova una soluzione nei prossimi anni i medici di famiglia diventeranno davvero pochi rispetto agli assistiti». Ma non è soltanto la graduatoria bloccata a creare i disagi. Oltre al numero chiuso alla facoltà di Medicina c' è lo scarso appeal nei confronti di una figura professionale che sembra essere la cenerentola in termini di remunerazione. Per cui il laureato in medicina preferisce affrontare una specializzazione che lo proietta in altri ambiti, come quello ospedaliero, scartando la medicina generale che gli potrebbe assicurare una certezza occupazionale dopo diversi anni. A meno che non si decide di andare altrove dove le graduatorie vengono aggiornate più spesso. «Come ha dovuto fare Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
mio figlio che ora lavora a Modena» ha raccontato il dottor Gerardo Forte medico prossimo alla pensione che ha già ordinato ai suoi assistiti il «rompete le righe». LE BORSE DI STUDIO «Un altro handicap ha precisato il dottore Benevento sono le borse di studio per gli specializzandi in medicina generale, sono poche e non certo ricche, con cifre che sono la metà di quelle della altre specializzazioni». E pensare che secondo le direttive nazionali il medico di famiglia deve contribuire a ridurre le liste di attesa negli ospedali. «Ma ci vuole ha continuato Benevento una nuova organizzazione dello studio con nuove figure professionali, come un infermiere e un assistente. In tal modo il medico può fare il suo mestiere e non il burocrate come sta accadendo. E davvero potremmo dare una mano nel ridurre gli accessi negli ospedali ed effettuare prevenzione con gli screening». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 21 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Morì a 4 anni, imputata la pediatra (c.d.m.) CAMPAGNA Era il 25 marzo dello scorso anno: il padre di Liberato Pio Calandra , 4 anni appena, correva in auto dalla sua abitazione di Campagna all'ospedale di Eboli, con accanto il figlioletto in preda a una violenta crisi respiratoria, che ad ogni chilometro sembrava sottrargli più aria. Quella corsa disperata non bastò a salvarlo; quando giunse al pronto soccorso, Liberato Pio era già privo di sensi e i medici tentarono senza esito le manovre di rianimazione. Ora per la sua morte c'è un imputato: la pediatra che ne seguiva lo stato di salute e che gli aveva prescritto, negli ultimi mesi, una cura che secondo gli inquirenti si sarebbe rivelata inadeguata. Il sostituto procuratore Roberto Penna ne ha chiesto il rinvio a giudizio con l'accusa di omicidio colposo, e si attende che sia fissata la data dell'udienza preliminare. Nel capo d'imputazione con cui si chiede che la donna sia processata si parla di «dosaggi terapeutici non idonei e non continui», una somministrazione «intermittente» che sarebbe stata la causa di quella acuta crisi asmatica che ha condotto il bimbo alla morte. Dall'esame delle cartelle cliniche del piccolo, i medici incaricati della consulenza tecnica per la Procura hanno individuato una patologia identificata come asma bronchiale, che tuttavia sarebbe stata curata negli ultimi mesi di vita del bambino con un protocollo terapeutico più blando di quello previsto per questo genere di problemi respiratori. Secondo la Procura il medico curante sarebbe stato tratto in inganno dalla letteratura scientifica che esclude, nei pazienti così piccoli, l'ascrizione delle difficoltà respiratorie a una diagnosi di asma bronchiale. Nel caso di Liberato Pio, però, questa diagnosi sarebbe stata possibile tenendo conto delle sue condizioni fisiche, che rivelavano un evidente sovrappeso rispetto ai coetanei. Se sia davvero stato un errore a provocare la morte del bimbo della frazione Puglietta saranno i giudici a stabilirlo. Intanto la Procura ha disposto l'archiviazione delle accuse nei confronti dei genitori, che inizialmente erano finiti nel registro degli indagati per il sospetto di sbagli o negligenze nella somministrazione della terapia. Gli accertamenti medico legali hanno invece riscontrato che la famiglia si era attenuta in modo scrupoloso alle indicazioni. E adesso il dubbio è che fossero proprio quelle prescrizioni ad essere sbagliate. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 2 EAV: € 1.194 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania «Sbagliarono l' intervento» Condannato il Cardarelli, 300mila euro ai familiari Paziente morta Napoli Maria I., trentanovenne ricoverata al Cardarelli il 2 ottobre 2009, morì tre settimane più tardi per le complicanze che si verificarono durante la rimozione di una cisti al cervello. Il giudice Francesco Russo stabilisce ora che i familiari della donna hanno diritto ad un risarcimento di 300.000 euro. Il magistrato ha accolto l' istanza dei parenti, patrocinati dagli avvocati Raffaele Caiazza e Carmine Russo. La sentenza è esecutiva perché l' ospedale ha rinunciato a presentare appello. Maria, residente in un Comune dell' hinterland napoletano, entrò in ospedale dopo settimane difficili in compagnia di feroci ed incessanti mal di testa. La diagnosi di accettazione fu: cisti colloide - un tumore benigno - al terzo ventricolo. Le si prospettava un intervento chirurgico. I sanitari scelsero, tra le varie possibilità, la tecnica dell' endoscopia. Il 6 ottobre, però, nel corso dell' operazione si verificò una emorragia cerebrale. Maria fu sottoposta urgentemente ad un secondo intervento, stavolta a cranio aperto, da una equipe operatoria diversa dalla precedente e finalizzato a bloccare il copioso sanguinamento. Nelle due settimane successive - trascorse tra terapia intensiva e reparto - le sue condizioni furono altalenanti. Il 23 ottobre morì. A quattro anni di distanza, nel 2013, i familiari hanno citato in giudizio il Cardarelli. La sentenza del Tribunale sancisce ora che la morte della signora fu determinata da errori commessi in sala operatoria. Argomenta infatti il professore Claudio Buccelli, consulente del giudice e presidente della Società Italiana di Medicina Legale: «L' intervento in oggetto fu complicato da un sanguinamento, con elevata probabilità determinato dalla reiterazione degli infruttuosi tentativi di escissione completa della cisti o da incongrua trazione dell' endoscopio sui vasi. Detto sanguinamento evidentemente non fu adeguatamente trattato, posto che la paziente, di lì a poco, fu risottoposta ad Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
un reintervento in open». Buccelli rileva che i chirurgi sbagliarono. «Questo comportamento - scrive nella relazione in base alla quale il Tribunale ha condannato il Cardarelli - configura profili di imprudenza». La vicenda ripropone il tema delle modalità organizzative necessarie se non ad azzerare almeno a ridurre al minimo gli errori che possono verificarsi nel trattamento dei pazienti ospedalizzati.Ciro Verdoliva, il manager che dirige da alcuni anni il più grande ospedale del Mezzogiorno, garantisce che al Cardarelli si sta lavorando da tempo con questo obiettivo. «Abbiamo - dice - un audit interno per esaminare, quando si verifichino errori o negligenze, se i processi siano stati all' altezza e per evitare che quanto accaduto si ripeta». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 28 EAV: € 978 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Infermiere aggredito al triage ACERRA «Visitatemi subito»: una donna colpisce al volto il camice bianco di Villa dei Fiori con un telefonino ACERRA. Ennesima aggressione in danno di un infermiere del pronto soccorso di Villa dei Fiori (nella foto). Stavolta l' aggressione è avvenuta all' interno dello sportello dedicato al triage. A mettere a segno il raid è stata una donna, probabilmente residente a Casalnuovo di Napoli, che era giunta pochi minuti prima dinanzi allo sportello del triage, chiedendo di essere visitata d' urgenza da un ortopedico ad una mano senza farsi identificare. Per entrare a preso a calci le Porte d' ingresso ai box del Pronto soccorso e come una furia scatenata si è lanciata contro l' infermiere addetto al triage, dopo aver attraversato l' intero corridoio. La vittima di turno è stata colpita con un telefonino alla fronte, riportando una profonda ferita lacero contusa, medicata dai sanitari del Pronto soccorso, quando nella struttura è tornata la calma. La "colpa" dell' infermiere è stata quella di pretendere di identificare compiutamente la donna, giunta all' interno del pronto soccorso con un dolore ad una mano. Dopo aver colpito il camice bianco, la donna è poi fuggita via facendo perdere le proprie tracce. L' episodio si è verificato durante il turno pomeridiano, poco dopo le 15.30 di ieri. Naturalmente tutto si è svolto sotto gli occhi di decine di persone in attesa di essere visitate. Subito dopo l' ennesima aggressione, i medici di turno hanno provveduto ad avvertire dell' accaduto i carabinieri della locale stazione, che successivamente hanno provveduto ad inviare sul posto i militari che, do po aver raccolto la denuncia dell' infermiere ferito alla fronte, hanno acquisito le immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso poste a tutela del personale della struttura sanitaria e degli stessi pazienti. Nei mesi scorsi, dopo una serie di sistematiche aggressioni a medici e paramedici, la direzione sanitaria ha provveduto ad affidare il servizio di reception ad una società specializzata nella sicurezza, ma sembra che l' assistenza non abbia dato i frutti Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
sperati. Sabato notte invece, un energumeno (ovviamente filmato dalle telecamere di sorveglianza poste GRUMO NEVANO. Allarme delle mamme degli alunni della scuola elementare di via Giotto: parte dell' intonaco del soffitto si è già staccato, mostrando la precarietà della parte restante (nella all' interno del presidio ospedaliero, si è impossessato di un estintore carrellato, svuotando il contenuto nella hall rendendo il locale inutilizzabile per alcune. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 2 EAV: € 1.557 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Morì di malasanità,un milione dopo 7 anni Titti Beneduce Napoli Anna - la chiameremo così - aveva 38 anni e due bambini piccoli quando, nel 2011, morì per un sarcoma epitelioide che nell' ospedale dei Pellegrini le avevano curato per mesi come postumo di un intervento al tunnel carpale. Quando i medici dell' Istituto dell' Immacolata di Roma finalmente le diagnosticarono il male, furono inutili tutti i tentativi di salvarla, dalla chemioterapia all' amputazione del braccio. Sette anni dopo la sua morte, il giudice Stefania Pisciotta, dell' VIII sezione civile del Tribunale, accogliendo la richiesta degli avvocati Francesco Paolo Coppola ed Elena Mauro, ha disposto nei confronti dell' Asl Napoli Centro un risarcimento record nei confronti del marito e dei due figli di Anna, che oggi hanno 21 e 17 anni: un milione di euro. In particolare, 20.000 euro a testa sono per la perdita di chance di sopravvivenza della paziente: se il sarcoma le fosse stato diagnosticato al secondo stadio, quando si ricoverò per la prima volta al Pellegrini, avrebbe avuto il 70 per cento di possibilità di sopravvivenza; quando i medici romani cominciarono a curarla, invece, il male era ormai al quarto stadio e le possibilità di sopravvivenza erano solo il 10 per cento. Altri 25.000 euro a testa sono liquidati a titolo di danno per la perdita del coniuge o della madre. Ma la somma più consistente, 292.454 euro a testa, è per il danno biologico sofferto dagli eredi di Anna: per la sofferenza e lo stress sopportati durante la sua malattia e dopo la sua morte. Anna, casalinga attivissima e madre sempre presente, nel 2009 si operò al tunnel carpale: un intervento considerato banale e portato a termine senza difficoltà. Pochi mesi dopo, tuttavia, cominciò ad avere dolore al polso, dove le si aprì una ferita che non voleva saperne di cicatrizzarsi. I medici del Pellegrini la curarono in maniera del tutto inadeguata, arrivando a prescriverle la fisioterapia (che le provocava dolori lancinanti) e poi addirittura a intascarle la mano nell' addome sperando che la pelle si riformasse. Scrive il giudice nella sentenza, cirando il consulente tecnico d' ufficio: «Le cure e gli interventi Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
chirurgici adottati dai sanitari della struttura ospedaliera del Pellegrini non appaiono assolutamente idonei alla situazione clinica presentata dalla paziente». Sarebbero dovuti essere prescritti accertamenti diagnostici e quindi «sarebbe stato necessario modificare radicalmente il piano terapeutico e successivamente reimpostarlo a seconda dello stadio della malattia neoplastica sarcomatosa riscontrato. In assenza di una corretta diagnosi di sarcoma, le cure erano inadeguate e hanno peggiorato la neoplasia, favorendone la diffusione». Per questo motivo, si legge ancora nella sentenza depositata in cancelleria il 9 ottobre, «il comportamento dei sanitari è stato sicuramente censurabile sotto il profilo della negligenza e dell' imperizia». Negligenza e imperizia da cui «è scaturito un ritardo diagnostico foriero di danno. Conseguenza della ritardata diagnosi per ritenuta colpa professionale, la perdita di una significativa percentuale di chance di sopravvivenza per la defunta signora». I medici del Pellegrini, sottolinea la difesa, nel febbraio 2010 disponevano addirittura del referto istologico per poter formulare la diagnosi, ma furono i loro colleghi romani, due mesi dopo, a interpretare correttamente i dati. Quella ferita al polso, dunque, non era il postumo dell' intervento al tunnel carpale, ma un sarcoma epitelioide che così definisce Wikipedia: «un tumore maligno dei tessuti molli, detto anche connettivo (alcune volte coinvolge anche i tendini). Il sarcoma epitelioide è detto anche "tumore del giovane adulto", perché di norma colpisce soggetti dai 15 ai 35 anni». La sentenza, ovviamente, è appellabile. L' Asl, però, potrebbe decidere di non farlo, riparando così in minima parte alla perdita, da parte del marito e dei figli, di una donna ancora giovane e attiva. Lo stesso giudice, del resto, nel calcolare le somme da liquidare agli eredi, ha tenuto conto dell' età della vittima e dei congiunti (all' epoca dei fatti i figli avevano dieci e quattordici anni). Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 32 EAV: € 4.353 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Ospedale «Moscati» «Ripuliremo la struttura» AVERSA / 2 Basta con il «Moscati» assediato da cumuli di rifiuti, prodotti dallo stesso nosocomio e depositati a pochi passi dall' edificio. Discariche a cielo aperto alle quali hanno posto fine le due amministrazioni, quella comunale e quella sanitaria, che hanno tenuto un incontro in ospedale. Presenti, l' assessore all' ambiente Marica De Angelis, le due componenti del nucleo ecologico, alcuni consiglieri comunali, il coordinatore della Senesi, la direttrice del nosocomio normanno Angela Maffeo e i coordinatori dei diversi reparti. Lo scopo dell' incontro è stato quello di intervenire in modo sistemico per risolvere le problematiche connesse alla raccolta differenziata che, di fatto, fino ad oggi non si è mai effettuata. Primo risultato utile la rimozione dei cumuli di rifiuti presenti nel recinto dell' ospedale. «In pratica - ha dichiarato l' assessora all' ambiente - devono differenziare. Il sistema sarà quello di riconoscere i sacchetti per singoli reparti. Sulla scia di questa iniziativa abbiamo previsto incontri con tutte le altre grandi utenze comprese le scuole cittadine». Da parte sua la De Angelis evidenzia quanto si sta facendo anche con il nucleo ambientale: «Non fermandoci nemmeno di domenica, abbiamo verbalizzato sei persone in meno di due giorni, non solo esercizi commerciali, ma anche privati. Deve essere evidenziato che esiste un grande lavoro di controllo». li.fa. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 4 EAV: € 58.391 Lettori: 704.603 Argomento: Sanità Campania Ospedale del Mare, Sos dei medici ANNA LAURA DE ROSA Ponticelli In 15 giorni 3000 accessi al pronto soccorso: "Ma servono subito camici bianchi e infermieri in tutti i reparti" Ospedale del Mare, due lunghe riunioni in direzione sanitaria: una con medici e primari della struttura di Ponticelli per risolvere criticità; l' altra con il direttore generale Mario Forlenza e il commissario ad acta Ciro Verdoliva per promuovere entro fine mese il pronto soccorso a Dea ( Dipartimento di emergenza e accettazione). Tradotto: più servizi e pezzi di reparti aperti. Ma i medici lanciano l' allarme: « Stiamo lavorando a mille, oltre le nostre possibilità, per un ospedale che offre eccezionali opportunità diagnostiche e per i pazienti che, eticamente, non possiamo rimandare indietro. Ma chi si assume la responsabilità di aprire altri reparti senza personale sufficiente? Abbiamo bisogno subito di medici e infermieri o a Natale esploderà una bomba con l' aumento di accessi e ricoveri». Ci sono reparti aperti solo parzialmente (ad esempio Chirurgia, Ortopedia, Neurologia) e dove la copertura di personale va in media dal 30 al 50 per cento. Su 20 sale operatorie ne funzionano 8, dove però si opera no stop, notte e giorno, per affrontare le urgenze, « mentre gli interventi di routine sono in sofferenza - dicono i medici - e aumentano i tempi di degenza con spreco di professionalità, spazi e strumenti all' avanguardia ». Nella struttura super tecnologica alcuni specialisti sono obbligati ad accontentarsi di pochi posti letto. In Chirurgia, ad esempio, ne sono attivi 15: i 12 pazienti in esubero sono stati accolti in altri reparti per evitare barelle. Per consentire l' individuazione dei ricoverati spostati altrove nelle cartelle informatizzate - che hanno sostituito quelle cartacee - è stato necessario intervenire sul sistema digitale. I pazienti intanto non aspettano. Chi sta male si reca nell' ospedale più vicino, a prescindere da sigle e classifiche delle strutture. E il pronto soccorso di Ponticelli ha registrato un boom di accessi dall' apertura: tremila in 15 giorni (dal 15 settembre) con la media di 200 al giorno. Il 60 per cento circa degli ammalati proviene dall' Asl Napoli 3, il 40 dalla Napoli 1. A fronteggiare tutto per Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ogni turno ci sono tre medici e tre infermieri (oltre ai 4 infermieri del triage). Il personale dell' ospedale non si risparmia, ovviamente accoglie tutti, a partire dai codici rossi ( infarti, ictus, emorragie e politraumi) e fino alle consulenze non urgenti. « Lunedì notte qui non si è capito niente - si sfoga un infermiere - è arrivata una marea di gente. Non si possono negare le cure a chi sta male. Poco fa è atterrata una eliambulanza da Sorrento con a bordo un uomo colpito da emorragia». In città, è il Cardarelli il presidio che registra il più alto numero di accessi al pronto soccorso, 250 al giorno, con 8 medici e 20 infermieri. In osservazione possono essere accolti fino a 100 pazienti. Il Loreto Mare invece segna un calo: 10mila accessi in 3 mesi. Il Pellegrini è in una morsa con un boom di ben 15mila pazienti in tre mesi. E al San Paolo, a Fuorigrotta, si registrano 12 mila pazienti in 90 giorni. Il San Giovanni Bosco, invece, è informatizzato solo in parte, quindi manca il dato completo. Il personale carente è un nodo diffcile da sciogliere, tra mobilità, tempi lunghi dei concorsi, nullaosta che arrivano tardi e medici che rinunciano. Ma da Ponticelli segnalano punti di eccellenza che andrebbero potenziati con altre unità: laboratorio analisi, radiologia, chirugia, trauma center. Da aprire: nefrologia, gastroenterologia, stroke unit. E per finire, ci sono reparti ancora privi di arredi: mancano ad esempio sedie per i familiari dei pazienti e armadi per i farmaci. © RIPRODUZIONE RISERVATA La struttura Nella foto in alto il ponte che conduce nella palazzina della direzione sanitaria. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
11/10/2018 Pagina 42 Il Mattino (ed. Circondario Nord) EAV: € 6.006 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Ricette e analisi fantasma: due arresti Analisi, radiografie, tac e risonanze magnetiche fantasma. Prescritte da due camici sporchi a pazienti morti o, se vivi, ignari di tutto. Per tutte quelle ricette prescritte in due anni, ( 2015-2016) il centro clinico Ippocrate di Mugnano ha presentato un conto di circa settantamila euro al servizio sanitario regionale. Il bottino della truffa. Ieri sono scattate le manette per il legale rappresentante del centro Ippocrate, Raffaele La Montagna, 53 anni, residente a Marigliano e per un medico di base, Mario Mauriello, 64 anni, di Mugnano. Un altro medico di Mugnano ha evitato l' onta dell' arresto, eseguito dai carabinieri del Noe di Napoli, perché deceduto nel frattempo. Per i due, il gip del tribunale di Napoli nord, al quale il pubblico ministero Giovanni Corona della procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco aveva chiesto la detenzione in carcere, se pure accusati in concorso di truffa aggravata e continuata ai danni del sistema sanitario regionale, ha disposto gli arresti domiciliari in quanto incensurati. L' indagine è partita a seguito di un normale controllo delle forze dell' ordine nei centri clinici convenzionati. Incrociando i dati delle prestazioni prescritte, quelle effettuate e soprattutto sui pazienti, i carabinieri del Noe si sono trovati di fronte ad uno scenario sconfortante : persone decedute da tempo che anche post mortem avevano chiesto ed effettuato più volte risonanze magnetiche total body, oppure tac, ecografie e altre prestazioni specialistiche di diagnostica per immagini, che hanno un costo elevatissimo. Stesso copione anche per pazienti vivi, del tutto ignari delle prescrizioni a loro nome. I presunti pazienti, interrogati, sono letteralmente caduti dalle nuvole. Gli investigatori hanno accertato che tutta la documentazione relativa alle prescrizioni pezzottate finiva nelle mani di Raffaele La Montagna che certificava l' avvenuta prestazione delle indagini cliniche, per poi presentare il conto in Regione (70mila euro in due anni per analisi fantasma). Indagini e testimonianze hanno consentito agli inquirenti di delineare un gravissimo quadro indiziario che ha indotto Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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