Media Monitoring per 22-02-2019 - Rassegna stampa del 22-02-2019 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...

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22-02-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 22-02-2019
Media Monitoring per 22-02-2019 - Rassegna stampa del 22-02-2019 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      22/02/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            «Lavoro serio e notti in laboratorio si apre un orizzonte di speranza» .................................. 1
      22/02/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Legata al letto ma non fu maltrattata assolti in tre ............................................................... 3
      22/02/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Tumori, una scoperta per combatterli .................................................................................... 4
      21/02/2019 - WWW.POSITANONEWS.IT
            Amalfi. Un uomo di 56 anni colpito da infarto viene salvato dai medici del Pronto Soccorso di
            Castiglione ............................................................................................................................. 6
      21/02/2019 - WWW.NURSETIMES.ORG
            Cava de’ Tirreni, riaprono le sale operatorie. Ora mancano gli infermieri ............................. 7
      21/02/2019 - NAPOLI.REPUBBLICA.IT
            Morì al "Ruggi d'Aragona": cambiano 4 pm, indagini a rilento ............................................... 9
Sanità Salerno e provincia ............................................................................................................ 10
      22/02/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            D' Ambrosio, disservizi all' ospedale .................................................................................... 10
      22/02/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Ucciso a due anni dalla meningite «Non era vaccinato» ....................................................... 11
Sanità Campania ............................................................................................................................. 13
      22/02/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Ambulanze negli ospedali, giro di vite di Verdoliva: no ai privati senza permessi ............... 13
      22/02/2019 - IL MATTINO
            Appalti, lady Asl va a processo ............................................................................................ 15
      22/02/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Cari concittadini del Nord, caro Zaia, le riforme non ci spaventano Ma la fretta è spesso
            cattiva maestra .................................................................................................................... 16
      22/02/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            Di Bernardo: «Ai malati bisogna assicurare cure, rispetto e privacy» .................................. 19
      22/02/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Direttori sanitari, caos in 4 ospedali .................................................................................... 21
      22/02/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            Emergenza e tempi lunghi, ecco la mappa dell' attesa ........................................................ 23
      22/02/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Forniture all' ospedale di Caserta, Ovaiolo e Tufarelli a giudizio ......................................... 25
      22/02/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Primari psichiatria l' ultimo atto dell' ex dg Forlenza: aperto il concorso anche agli psicologi
             .............................................................................................................................................. 27
      22/02/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            Pronto soccorso lavori in ritardo disagi al «Rummo» ........................................................... 29
      22/02/2019 - IL MATTINO
            Romeo, in 56 a rischio processo ........................................................................................... 31
      22/02/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Romeo, inchiesta chiusa per 55 c' è anche il manager Verdoliva ......................................... 33
      22/02/2019 - IL MATTINO
            Sanità, i dirigenti rischiano il posto per le liste d' attesa ..................................................... 35
      22/02/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Sindacati -direzione S. Anna Scontro muro contro muro ...................................................... 37
      22/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Stipendi Asl, ai raggi x i mandati dal 2014 ........................................................................... 39
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 41
      22/02/2019 - IL TEMPO
            «Con la mano bionica sono rinata ........................................................................................ 41
      22/02/2019 - LA VERITÀ
            «I prezzi dei vaccini vanno abbassati Ma la Lega è per la libertà di scelta» ......................... 43
      22/02/2019 - IL GIORNO
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«Pancreas artificiale e staminali» L' esperto: ecco il futuro delle cure ................................ 46
22/02/2019 - LA STAMPA
     La via italiana alla terapia anticancro Il governo appoggia i brevetti low cost .................... 47
22/02/2019 - ITALIA OGGI
     Liste d' attesa, prove di taglio ............................................................................................. 49
22/02/2019 - AVVENIRE
     Neonato morto L' ospedale: era nella norma ....................................................................... 51
22/02/2019 - LA REPUBBLICA
     Ospedali, niente visite private se le liste d' attesa sono lunghe .......................................... 52
22/02/2019 - IL VENERDÌ DI REPUBBLICA
     TUTTI BOCCIATI AL CONCORSO DELL'OSPEDALE .................................................................. 54
22/02/2019 - LA STAMPA
     Un mese per la verità sulla morte di Giacinto "Un dolore infinito" ....................................... 55
22/02/2019 - LA STAMPA
     Varato il piano per ridurre le liste d' attesa Per i ricoveri dai privati si paga solo il ticket ...
     57
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22/02/2019                                                                                                                Pagina 28
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 6.409
                                                                                                                          Lettori: 133.364
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

   «Lavoro serio e notti in laboratorio si apre un orizzonte di
                            speranza»

 L' intervista Alessandro Weisz Professor
 Weisz, dopo l' individuazione dell'
 interruttore molecolare, quali saranno i
 prossimi     step    della     ricerca   del
 laboratorio di Medicina molecolare e
 genomica nell' azione di contrasto e
 terapia del cancro al seno? «Abbiamo
 aperto una porta su una nuova
 prospettiva. È importante continuare a
 studiare e a trovare nuovi finanziamenti
 per la ricerca. Come direttore del
 Programma di Genomica Medica, stiamo
 organizzando adesso anche il Ruggi d'
 Aragona con il laboratorio di diagnostica
 per i tumori e le malattie genetiche».
 Come si compone il gruppo di ricerca di
 ateneo? «Siamo a Salerno da otto anni,
 dall' istituzione della facoltà e ci
 troviamo benissimo nel dipartimento di
 medicina. Siamo sostenuti dall' Airc e il
 nostro team rientra in Campania lotta
 contro il cancro, una nuova iniziativa
 della Regione e ciò ci aiuta». Chi sono i
 ricercatori? «Il gruppo è composto da
 tutti giovani ricercatori. Giovanni Nassa e Giorgio Giurato sono stati il motore,
 abbiamo trascorso notti a lavoro, è stato durissimo. Sono giovani entusiasti,
 bravissimi, con contratti di ricerca triennali, quindi precari. Sono i primi co-autori di
 questo lavoro scientifico pubblicato dalla rivista internazionale Science Advances.
 Giurato arriva dalla Sicilia, è un bioinformatico, lavora sui big data del genoma delle
 cellule tumorali che tiriamo fuori dalle nostre ricerche: la parte informatica e di
 calcolo è fondamentale. Sono tante le competenze necessarie. Autori dell' articolo
 sono anche Annamaria Salvati, Roberta Tarallo e Valerio Gigantino. Un bel team di
 lavoro, quello che ha reso noti i risultati della ricerca attraverso la prestigiosa rivista
 scientifica Science Advances». Cosa si augura? «Ripeto, è una ricerca seria, che
 portiamo avanti da anni, con enorme sacrificio e passione, soprattutto dei giovani.
 Notti trascorse in laboratorio. Siamo sempre molto cauti, non vogliamo che nascano

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fraintendimenti o illusioni terapeutiche. Di sicuro abbiamo trovato una chiave che
apre una porta, abbiamo individuato un nuovo orizzonte di speranza». ba. la. ©
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22/02/2019                                                                                                               Pagina 29
                                    Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                         EAV: € 3.907
                                                                                                                         Lettori: 133.364
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

        Legata al letto ma non fu maltrattata assolti in tre

 Nessun maltrattamento da parte dei
 sanitari del Ruggi accusati di aver legato
 una paziente per i polsi alle sbarre del
 letto. Si è chiusa con tre archiviazioni l'
 inchiesta della Procura a carico di tre
 sanitari, un medico e due infermieri del
 reparto di neurochirurgia dell' ospedale
 cittadino, denunciati dai familiari di un'
 anziana       paziente     ricoverata      in
 gravissime condizioni nel nosocomio di
 via San Leonardo. Il gup Alfonso
 Scermino ha rigettato l' opposizione fatta
 dai familiari all' istanza di archiviazione
 avanzata dalla Procura. Secondo la tesi
 del pm, accolta dal gip, «il ricorso a tali
 mezzi viene regolarmente effettuato in
 pazienti che presentano uno stato
 psichico e della coscienza alterato onde
 evitare atti autolesionistici, anche di tipo
 meccanico o involontario, che il paziente
 può mettere in atto in uno stato di
 agitazione. Anche ove fosse provata l'
 applicazione di sistemi di contenzione ai
 polsi, tali presidi sarebbero comunque a
 tutela del paziente e, in ogni caso, non impedirebbero del tutto i movimenti delle
 braccia ma limiterebbero, solamente, la possibilità per il soggetto di accedere ai
 sistemi di drenaggio e di infusione in atto». v.dv. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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22/02/2019                                                                                                                   Pagina 28
                                        Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                             EAV: € 9.279
                                                                                                                             Lettori: 133.364
                       Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                       Tumori, una scoperta per combatterli
 Barbara Landi
 Tumore al seno: l' università di Salerno
 protagonista di un' importante scoperta
 per il contrasto alla malattia con la
 ricerca condotta dal dipartimento di
 Medicina, Chirurgia e Odontoiatria
 Scuola Medica Salernitana. «Una ricerca
 seria, che portiamo avanti da anni, che
 apre uno spiraglio su cui ancora si deve
 lavorare molto. Non si tratta di far
 nascere illusioni terapeutiche, ma di
 sicuro abbiamo trovato una chiave che
 apre una porta», sottolinea il professore
 Alessandro Weisz, coordinatore del
 gruppo      di    ricerca    internazionale,
 sostenuto anche dall' Associazione
 Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) e
 dal progetto regionale La Campania lotta
 contro il Cancro, condotto dai dottori
 Giovanni Nassa e Giorgio Giurato, in
 collaborazione con ricercatori delle
 Università di Catanzaro, Helsinki, Turku e
 Oslo, del CNR-ITB di Milano e della start-
 up biotech Genomix4Life. I RISULTATI I
 risultati della ricerca sono stati resi noti
 attraverso la prestigiosa rivista scientifica Science Advances. Lo studio rivela come
 all' interno delle cellule del cancro della mammella esista un interruttore molecolare,
 la proteina DOT1L che, agendo sul genoma, è in grado di controllare la crescita e la
 moltiplicazione delle cellule malate (che è il problema chiave del tumore alla
 mammella, che colpisce una donna su 8 e rappresenta una delle patologie più
 frequenti del genere femminile). L' inibizione di tale molecola con farmaci specifici,
 in particolare il farmaco pinometostat/EPZ-5676, in studio clinico per il trattamento
 alcune forme di leucemia, è in grado di ridurre la crescita tumorale e indurre la
 morte delle cellule cancerose, in particolare quelle dei tumori resistenti all'
 endocrino-terapia. «Abbiamo provato e verificato in cellule tumorali umane, in vitro
 e in vivo, nei modelli sperimentali degli studi pre-clinici. Quando si bloccano con il
 farmaco, le cellule si frenano bruscamente e iniziano a morire - spiega il professor
 Weisz, docente della cattedra di Patologia generale - Il tumore inizia così a ridursi. Ci
 sono due punti importanti da sottolineare: in primis il farmaco utilizzato, il
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pinometostat/EPZ-5676 , già in fase di studio clinico (anche se non applicativo) per
le leucemie. Introdurre un farmaco ha tempi molto lunghi, bisogna verificarne ad
esempio lo studio di tossicità per l' essere umano. In questo caso è già in fase di
studio clinico con risultati incoraggianti, laddove arrivasse al letto del paziente con
leucemie, sarebbe molto meno costoso. Se si dimostra efficace, sarebbe possibile un
suo riposizionamento anche per il tumore alla mammella, senza aspettare tempi di
10-15 anni. Per usare un esempio semplice, è come se avessimo scoperto che l'
aspirina può essere usata in contesti differenti». Il secondo aspetto, molto più
importante secondo il prof Weisz, è quello biologico. «Nei tumori alla mammella una
delle terapie efficaci per il trattamento, la più utilizzata, si basa sull' impiego di
antagonisti degli ormoni estrogeni (endocrino- terapia), con il farmaco tamoxifene,
molto efficace perché blocca gli ormoni che sono accelleratori del cancro. L'
endocrino terapia, però, ha una frazione del 20per cento circa che dopo alcuni anni
tende ad una ricaduta, con ricomparsa del tumore particolarmente aggressiva, che
non è più responsiva alla cura e crea metastasi, creando resistenza. Il farmaco
Pinometostat, tuttavia, riesce a bloccare anche la crescita del tumore resistente alla
terapia endocrina di primo livello. Noi abbiamo trovato un farmaco in uno stadio
avanzato di studio clinico, che colpisce il punto chiave delle cellule tumorali
resistenti. Ci dà la speranza di aver trovato una strada». © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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21/02/2019

                                                                                                                         EAV: € 655
                                                                                                                         Lettori: 6.100
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                       Link alla pagina web

   Amalfi. Un uomo di 56 anni colpito da infarto viene salvato
         dai medici del Pronto Soccorso di Castiglione

 Amalfi. Un 56enne, preoccupato per
 dolori al torace, ha raggiunto questa
 mattina il Pronto Soccorso dell’ospedale
 di Castiglione di Ravello dove il
 cardiologo lo ha sottoposto a visita
 rendendo conto che i dolori erano
 causati da un infarto in corso.
 Immediatamente gli ha somministrato le
 prime cure per stabilizzare il quadro
 clinico e ne ha disposto il trasferimento presso il nosocomio “Ruggi d’Aragona” di
 Salerno. Al porto di Maiori un’eliambulanza ha atteso il 56enne e lo ha trasportato
 presso la struttura ospedaliera nel reparto di Cardiologia dove è stato sottoposto
 d’urgenza ad un intervento chirurgico che gli ha salvato la vita. L'articolo Amalfi. Un
 uomo di 56 anni colpito da infarto viene salvato dai medici del Pronto Soccorso di
 Castiglione proviene da Positanonews.

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21/02/2019
                                               nursetimes.org
                                                                                                                          EAV: € 549
                                                                                                                          Lettori: 2.333
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

   Cava de’ Tirreni, riaprono le sale operatorie. Ora mancano
                           gli infermieri

 Dopo vari intoppi, è giunta a termine la
 ristrutturazione. Resta il problema della
 carenza di personale. Per lunedì è
 prevista la conclusione dei lavori di
 ristrutturazione delle sale operatorie. Dal
 primo     marzo       l’attività  chirurgica
 dovrebbe riprendere a pieno regime e,
 con le emergenze, anche gli interventi
 cosiddetti di elezione (programmati).
 Una buona notizia per l’ospedale Santa
 Maria dell’Olmo di Cava de’ Tirreni, dopo mesi di sacrifici e disagi. La storia recente
 delle sale operatorie, e ancor di più dell’attività chirurgica, è segnata da continui
 stop dall’estate scorsa. Da quando, cioè, con la carenza di rianimatori, fu
 compromessa l’emergenza, garantita solo grazie al sacrificio dei rianimatori in
 servizio che rinunciarono alle ferie. Gli interventi programmati furono bloccati, con il
 conseguente allungamento delle liste di attesa. In autunno una prima boccata di
 ossigeno, con una ripresa, se pure a regime ridotto, degli interventi programmati.
 Ma per gli utenti cavesi il calvario non finì. A novembre nuovo stop per la
 ristrutturazione delle sale operatorie, che necessitavano di un ammodernamento.
 «La ristrutturazione – aveva spiegato il sindaco Vincenzo Servalli – prova l’intenzione
 dei vertici aziendali di investire nel nostro ospedale». L’avvio dei lavori ha di nuovo
 comportato lo stop degli interventi di elezione e tempi di attesa ancora dilatati. «C’è
 finalmente una buona notizia – spiega Gaetano Biondino, sindacalista della Cisl e
 coordinatore del comparto area chirurgica –. II 25 febbraio dovrebbero terminare i
 lavori di ristrutturazione delle sale operatorie. Dal primo marzo anche l’attività
 chirurgica dovrebbe tornare a regime». La ripresa degli interventi programmati vuol
 dire procedere con lo scorrimento delle liste di attesa. Sono tanti i cavesi che
 attendono da mesi per sottoporsi a interventi non urgenti, ma necessari. In attesa
 della ripresa a regime dell’attività operatoria, resta la carenza di personale, in
 particolare del comparto infermieristico. Già esiguo, rischia di ridursi all’osso con
 pensionamenti e adesioni a “quota 100”. I sindacalisti ospedalieri hanno lanciato un
 ultimatum alla direzione dell’Azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e
 Ruggi d’Aragona per trovare una soluzione al problema. «Se non saranno potenziati
 gli organici, viste le uscite per pensionamenti e quota 100 – riferiscono -, con questo
 personale non potremo garantire il mantenimento delle divisioni esistenti». Come

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
dire: se non arriva personale, non c’è altra soluzione che la chiusura dei reparti.
L’ipotesi, sebbene suoni come una provocazione, fa riflettere e impone l’attenzione
di chi dovrà adottare nei prossimi mesi importanti decisioni.

            Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019
                                          napoli.repubblica.it
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                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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 Morì al "Ruggi d'Aragona": cambiano 4 pm, indagini a rilento

 E’ passata al quarto pubblico ministero
 in poco più di un anno l’inchiesta sulla
 morte di Alessandro Farina, 13enne di
 Pellezzano deceduto il 27 dicembre 2017
 all’ospedale      “Ruggi    d’Aragona”     di
 Salerno. Un cambio di pm giustificato da
 incompatibilità e che ha rallentato
 notevolmente il corso dell’inchiesta. Ora
 l’indagine è affidata al pubblico
 ministero Benincasa della Procura di Salerno ma la famiglia è preoccupata che i
 tempi possano ulteriormente allungarsi. Sul registro degli indagati, al momento,
 sono sette le persone iscritte. Si tratta dei medici del “Ruggi d’Aragona” che
 visitarono il bambino fin dal suo primo accesso in pronto soccorso e poi in pediatria
 e in rianimazione, della dottoressa del 118 che prestò le prime cure e del pediatra di
 Alessandro. La relazione dei consulenti medico–legali, già in possesso della Procura
 dal 9 aprile 2018, aveva ipotizzato «disfunzioni organizzative sia nel percorso di
 pronto soccorso che nella gestione dei ricovero». In particolare, secondo il
 professore Correra e il dottore Tarsitano: «I medici curanti del piccolo e chi ha avuto
 contatto con Alessandro hanno ignorato i sintomi del diabete». Era il 23 dicembre
 quando Alessandro fu accompagnato la prima volta, dalla madre, al pronto soccorso
 dell’ospedale di Salerno. I medici in servizio, dopo aver visitato il 13enne e fatto la
 diagnosi, prescrissero dei farmaci a base di cortisone, tra cui il Bentelan, da
 assumere anche nei giorni successivi. Il bimbo fu dimesso e rimandato a casa. Il
 giorno seguente la madre provò a contattare il pediatra di fiducia che risultò, però,
 essere irraggiungibile, con le condizioni di Alessandro che non accennarono a
 migliorare. Il giorno di Natale peggiorarono al punto che la madre fu costretta a
 richiedere l’intervento del 118. Giunti al “Ruggi”, il ragazzino fu sottoposto a esami
 clinici, tra cui quelli ematici, che evidenziarono un altissimo livello di glicemia (oltre i
 1200). Una situazione che indusse a disporre il ricovero in pediatria a l’avvio del
 trattamento per la regolarizzazione della glicemia. Il giorno di Santo Stefano, il cuore
 di Alessandro Farina smise di battere. Ed è da quel 26 dicembre che la mamma e
 tutti i familiari del 13enne lottano per conoscere la verità.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/02/2019                                                                                                               Pagina 18

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                                                                                                                         Lettori: 29.750
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

                     D' Ambrosio, disservizi all' ospedale

 BATTIPAGLIA/ Appello al sindaco e ai
 consiglieri comunali, situazione difficile
 Si moltiplicano i reclami per i disservizi
 riscontrati dall' utenza nel pronto
 soccorso dell' ospedale Santa Maria della
 Speranza di Battipaglia. A fare appello al
 sindaco Cecilia Francese ed ai consiglieri
 di maggioranza affinchè si attivino per
 arginare la situazione di disagio
 riscontrata nel nosocomio cittadino è
 stato     Massimo    d'    Ambrosio     del
 Movimento Pro Battipaglia. Secondo il
 presidente dell' associazione civica i
 cittadini      che       si      rivolgono
 quotidianamente       al    presidio     di
 emergenza cittadino sarebbero costretti
 ad attendere in alcuni casi fino a sette
 ore per poter essere sottoposti ad una
 visita medica. "La sindaca per ovvi
 impegni istituzionali non può essere
 sempre presente sui social ha dichiarato
 in una nota l' esponente del movimento -
 Ma essendo la sindaca il garante della salute pubblica della cittá una telefonata al
 direttore sanitario dovrebbe farla quantomeno per comprendere il quadro della
 situazione". L' appello social di D' Ambrosio è stato rivolto anche ai consiglieri
 comunali di maggioranza, a suo parere non esenti da responsabilità nella mancata
 segnalazione di questi importanti disservizi: "Tanti consiglieri sono molto social,
 sarebbe il caso che informiate la Sindaca". and.bign.

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22/02/2019                                                                                                                  Pagina 29
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 9.056
                                                                                                                            Lettori: 133.364
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

      Ucciso a due anni dalla meningite «Non era vaccinato»
 Nicola Sorrentino
 `La perizia medica scagiona i cinque
 sanitari indagati e indica nella mancata
 profilassi la causa della morte del bimbo
 di Sarno Nessuna colpa medica. Il piccolo
 Aniello Benisatto, morto ad ottobre
 scorso a causa di una forma di meningite
 fulminante, non era stato sottoposto alla
 profilassi vaccinale. Sono queste, in
 sintesi, le conclusioni della perizia
 redatta dai medici Angelo Mascolo,
 Giuseppe De Rosa e Lucio Giordano, che
 al momento scagionano i cinque medici
 indagati per omicidio colposo dalla
 procura di Nocera Inferiore, per la morte
 del piccolo di due anni di Sarno. L'
 accusa riguardava tre medici dell'
 ospedale «Villa Malta» di Sarno e due
 dell' Umberto I di Nocera Inferiore. I due
 presidi presso i quali i genitori del
 piccolo si erano recati, durante quei due
 giorni che avevano preceduto il decesso
 del proprio figlio. Il sostituto procuratore
 Anna Chiara Fasano, titolare dell'
 indagine, aveva avviato un' inchiesta
 dopo la denuncia sporta dalla famiglia il 31 ottobre scorso. I QUESITI Due i quesiti
 che erano stati posti dalla procura ai periti: comprendere le cause della morte del
 piccolo e verificare se, con un ricovero, avrebbe potuto salvarsi. Nella loro
 consulenza, i medici giudicano prima le condotte dei sanitari: «Le cure furono
 sempre corrette ed adeguate alle gravi condizioni cliniche del bambino, per cui nella
 causazione della morte non sono ravvisabili condotte omissive e/o commissive da
 parte del personale sanitario sia del presidio di Sarno che di quello di Nocera
 Inferiore, nonché non c' è stata violazione dell' ars medica». I periti entrano poi nello
 specifico delle cause della morte del piccolo Nello: «Fu dovuta ad una sindrome di
 Waterhouse-Friderichsen caratterizzata da porpora cutanea, sepsi meningococcica e
 necrosi emorragica bilaterale delle surrenali, che determinava un quadro di shock
 con arresto cardiocircolatorio irreversibile». La patologia avrebbe avuto «decorso
 fulminante». Ma i medici hanno detto anche altro. E cioè, che il bimbo non era stato
 sottoposto a profilassi vaccinale antimeningococcica. «I vaccini antimeningococco
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sono raccomandati - si legge nella consulenza - dal piano nazionale per la
prevenzione vaccinale 2017-2019 ma non sono obbligatori. Il vaccino
antimeningococco C, più aggressivo, è offerto gratuitamente per i bambini che
abbiano compiuto il primo anno di età. Il vaccino contro il meningococco B è
disponibile ma non gratuito. Nel caso del piccolo Aniello Benisatto, il germe
responsabile dell' infezione mortale è stato proprio il meningococco di gruppo B». LA
STORIA Il 30 ottobre scorso, intorno alle 21, la famiglia del piccolo era giunta in
pronto soccorso a Sarno. Dopo una visita, i medici richiesero una consulenza
pediatrica, ma il medico era impegnato in sala parto. I genitori, dunque, si
spostarono a Nocera Inferiore, intorno alle 22, facendo rientro a casa dopo una serie
di accertamenti. Verso le 6 del giorno dopo il bimbo era stato portato nuovamente a
Sarno, in condizioni gravissime, con febbre molto alta e difficoltà a respirare.
Ricoverato d' urgenza, era poi deceduto, nonostante i tentativi di rianimarlo. Nel
collegio difensivo i legali Vincenzo Desiderio, Marco Epifania, Rodolfo Viserta e Mario
Gallo. La famiglia del piccolo è assistita dall' avvocato Antonio Vecchione. Il
prossimo step della procura, vista la consulenza, potrebbe essere l' archiviazione
dell' indagine. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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22/02/2019                                                                                                                 Pagina 11

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                                                                                                                           Lettori: 29.750
                                           Argomento: Sanità Campania

    Ambulanze negli ospedali, giro di vite di Verdoliva: no ai
                    privati senza permessi
 Raffaele Nespoli
 Circolare ai manager: non si approfitta
 del dolore degli altri napoli «Per nessuna
 ragione gli ospedali dell' Asl Napoli 1
 Centro devono essere oggetto di
 interessi da parte di privati». A scriverlo
 in una circolare indirizzata a tutti i
 direttori sanitari è il neo commissario
 Ciro Verdoliva, che a meno di due
 settimane dal suo insediamento di fatto
 dichiara guerra al fenomeno dell'
 ambulanza "selvaggia". In poche righe,
 ma       estremamente        incisive,     il
 commissario straordinario stigmatizza
 uno dei tanti problemi rilevati nei
 sopralluoghi fatti presso gli ospedali:
 «Nel corso delle visite ho notato, in
 modo      lampante,     la   presenza     di
 autoambulanze "private" in sosta nelle
 aree esterne (parcheggi, strade, ecc.) e
 interne ai complessi ospedalieri», scrive.
 «Ho notato la presenza di personale di
 società private relative a trasporto
 infermi senza - apparentemente - essere
 impegnate in trasporto attivo. E ho notato tanti biglietti pubblicitari di società
 private trasporto infermi diffusi all' interno delle aree operative e nelle aree
 comuni». Insomma, tappezzate di volantini e biglietti da visita, le strutture
 ospedaliere vengono spesso usate per farsi pubblicità. Nella nota il commissario si
 riferisce solo ed esclusivamente a chi, con mezzi scorretti, approfitta del dolore o
 della scarsa lucidità legata ad un momento di sofferenza per vendere il proprio
 servizio. Nulla a che vedere con le moltissime associazioni o società che operano in
 modo corretto e senza speculazioni. La direttiva del commissario Asl danneggerà
 solo chi cerca di trarre profitto dal dolore altrui, sfruttando gli ospedali pubblici come
 enormi territori di "caccia". Leggendo la circolare, infatti, il marketing della
 sofferenza non sarà più tollerato. Niente volantini, niente biglietti da visita attaccati
 nei reparti o addirittura consegnati al letto del malato. Niente sosta di mezzi privati
 che all' occorrenza si trovano già «pronti e disponibili al servizio». L' invito ai

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direttori sanitari è anzi di provvedere ad emettere formali divieti, regolamentando
gli accessi attraverso le guardie giurate. E in caso di inosservanza del
provvederanno, i direttori dovranno segnalare l' accaduto alle forze dell' ordine e
denunciare alle autorità competenti. Una linea dura ha creato immediatamente
malumori, e su Facebook c' è chi lancia accuse pesantissime. «Il sig. Ciro Verdoliva
stamattina si svegliato nervoso», scrive un utente che nel suo profilo si definisce
"responsabile dell' organizzazione" di una nota società di ambulanze private. «Ha
deciso - prosegue il post - che nell' Ospedale del Mare le ambulanze private non
possono fare volantinaggio, ma come e possibile dopo tanti anni stando al Cardarelli
ha fatto finta di non vedere, sentire, che esercita da anni una sola società della
camorra all' interno del Cardarelli». Ad onor del vero nell' ospedale del Vomero l'
unica società di ambulanze private che opera (per effetto di una gara d' appalto ad
evidenza pubblica) ha il compito di trasportare pazienti da un padiglione all' altro o
verso altre strutture ospedaliere. Nessun trasporto privato verso casa o comunque
su richiesta dei familiari. Per quel che riguarda il post è lapidario il commento della
struttura commissariale, che fa sapere che il manager ha già dato mandato al
proprio legale «affinché valuti le necessarie azioni contro queste accuse
diffamatorie». Quella contro il "bagarinaggio assistenziale" è solo una delle tante
iniziative che il commissario sta portando avanti con l' obiettivo, come ha più volte
sottolineato, di restituire dignità alla Asl più grande d' Europa.

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22/02/2019                                                                                                                Pagina 29

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

                            Appalti, lady Asl va a processo

 Turbativa d' asta per gli appalti sbloccati
 dall' Asl Napoli 1 e dall' ospedale Sant'
 Anna e San Sebastiano di Caserta. Le
 ditte «favorite» per l' assegnazione di
 lavori o la fornitura di apparecchiature,
 per il pm Valter Brunetti della procura di
 Napoli, erano sempre le stesse, quelle di
 Vincenzo Dell' Accio, legato a doppio filo
 con lady Asl, l' ex dirigente dell' azienda
 sanitaria Loredana Di Vico. Dell' Accio e
 Di Vico affronteranno il processo davanti
 ai giudici della prima sezione, collegio B,
 presidente Francesco Pellecchia. Dopo
 una storia sentimentale finita, appalti
 con prezzi maggiorati anche di 250mila
 euro. A giudizio anche l' ex direttore
 amministrativo dell' ospedale di Caserta
 «Sant' Anna e San Sebastiano»,
 Domenico Ovaiolo.

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22/02/2019                                                                                                                Pagina 4

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

      Cari concittadini del Nord, caro Zaia, le riforme non ci
        spaventano Ma la fretta è spesso cattiva maestra
 Vincenzo De Luca
 La lettera Cari cittadini del Nord, ho letto
 con interesse - sul Corriere del
 Mezzogiorno di ieri - la riflessione del
 collega e amico Luca Zaia, Presidente
 del Veneto, sul tema dell' autonomia
 differenziata. Ritengo sia necessario
 avviare      un     confronto     pubblico,
 approfondito e impegnativo su questioni
 decisive per il futuro dell' Italia. Colgo
 nelle parole di Zaia la consapevolezza
 del valore dell' unità nazionale. Parliamo
 dunque di valori fondamentali su cui si
 regge la nostra patria, non solo di conti,
 di dare e avere. C' è una posta in gioco
 molto più elevata e nobile.Credo che
 dobbiamo partire da una grande
 «operazione verità», sul rapporto Nord-
 Sud, sulla vera distribuzione delle risorse
 statali. Ribadisco che si può discutere se
 si hanno le carte in regola. Io voglio
 rappresentare      non     il  Sud     della
 lamentazione, del parassitismo, dell'
 incapacità amministrativa, ma il Sud che
 accetta senza riserve la sfida dell' efficienza, della correttezza, del rigore spartano.
 In questo sono più determinato di ogni altro nel combattere le degenerazioni ancora
 presenti nel Sud (senza generalizzazioni...), perché queste offendono la nostra
 immagine e ci tolgono credibilità. Credo che possiamo concordare sull' assunzione,
 come punto di partenza comune, dell' articolo 119 della Costituzione: aperture a
 forme di autonomia fiscale; necessità di un fondo perequativo Nord-Sud, fondo di
 coesione per le aree svantaggiate. 1 - Ritengo indispensabile che, prima di
 procedere oltre, si definiscano preventivamente i fabbisogni standard e i costi
 standard. Non capisco come si possa fare un lavoro serio e ordinato, senza aver
 acquisito prima, in maniera certa, questi punti. 2 - Spesa storica. Si dice: non
 togliamo un euro al Sud. Ma la spesa storica è calcolata sulla quantità/qualità dei
 servizi preesistenti, e dunque, in generale, è fortemente penalizzante per il Sud. Nel
 campo dei servizi sociali ci sono realtà del Nord e del Centro che ricevono dallo Stato

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più risorse perché hanno realizzato reti avanzate di servizi (asili nido... etc.). Io
credo che chi ha ben governato debba essere rispettato. Propongo che il fondo
perequativo destinato ad aiutare la crescita di servizi al Sud sia gestito con rigore.
Così per i trasferimenti ai Comuni. Premialità a chi sa utilizzare le risorse; penalità
per chi non è capace. I fondi non utilizzati siano riversati sulle realtà virtuose del
Nord e del Sud. 3 - Sanità. Prendiamo il caso della Campania. Quanti sanno che la
Campania riceve la quota più bassa d' Italia nel riparto pro capite del fondo sanitario
nazionale? Partiamo da un riparto uguale per ogni cittadino italiano, poi vediamo i
meccanismi correttivi-perequativi. Certo è che la Campania non può essere
penalizzata per 3-400 milioni di euro l' anno. Con le risorse assegnate, e con 13.500
dipendenti in meno negli ultimi anni, come si fa a bloccare la mobilità sanitaria verso
il Nord (mobilità peraltro pagata dalle regioni del Sud - il Sud che finanzia il Nord...!).
È evidente che ci siano ridotti così per i debiti accumulati, per aver fatto per lunghi
anni della sanità più una fabbrica di voti, di clientele di primariati, che il principale
servizio di civiltà. Così per la gestione scorretta della spesa farmaceutica, per la
scarsità di una medicina territoriale, per il basso livello degli screening etc. È una
eredità dura. Ma stiamo facendo, com' è noto, una rivoluzione. E dobbiamo poterlo
fare in una condizione di parità. Oggi ci presentiamo con cinque anni di bilancio
finanziario in attivo e con gli obiettivi Lea raggiunti. E con realtà di eccellenze che
reggono il confronto con le sanità d' Italia e d' Europa. Per il resto, va bene la
rimozione a saldi invariati, dei vincoli di spesa specifici. Ma ipotizzare per i medici
una «specializzazione lavoro» alternativa alle scuole di specializzazione; o piani
separati per l' uso di farmaci A (equivalenza terapeutica) è preoccupante. Si
prospetta una tendenziale frattura del sistema sanitario tra i diversi territori. 4 -
Scuola. Considero la scuola pubblica nazionale, unitaria, uno strumento irrinunciabile
di formazione, di trasmissione di valori, di rafforzamento dell' unità e identità
nazionale. Ragioniamo su miglioramenti organizzativi (scuole in zone disagiate...),
forme di decentramento e qualificazione. Ma se si ha un personale con retribuzioni
differenziate e un' offerta formativa legata alla ricchezza di cui dispone ogni regione,
noi sanciamo il declino del Sud, favoriamo nuove forme di migrazione, e perdiamo il
principale strumento di costruzione di una coscienza nazionale. 5 - Il capitolo
«risorse e autonomia fiscale» è quello più problematico e ricco di potenziali effetti
disgregativi per il Paese. Qui c' è un nodo di fondo: condividere l' obiettivo morale,
ideale e costituzionale del superamento del divario tra Nord e Sud. Lo ha fatto la
Germania con la Ddr; lo abbiamo fatto noi in anni lontani. Poi ci siamo persi per
strada, al punto che oggi sembra un obiettivo del tutto ideologico e illusorio. Anche
su questo ho apprezzato molto i toni e le parole di Luca Zaia. Allora: non si può non
considerare il bilancio dello Stato come una realtà unitaria, verso cui si è
responsabili quando si cresce e quando si arretra. Non ci pare accettabile, intanto,
che si leghi la definizione del fabbisogno standard anche al «gettito dei tributi
maturati nel territorio regionale» (bozza Bressa). E così per la compartecipazione al
gettito: se c' è crescita l' aumento di gettito va alla Regione, se c' è crisi i costi si
scaricano sugli altri. E' il tema decisivo, su cui davvero si spacca l' Italia. In
conclusione. Mi pare ci siano i presupposti per fare un lavoro serio, non
approssimativo, per realizzare forme di autonomia rafforzata, in un contesto di unità

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e solidarietà nazionale : più efficienza e più responsabilità; meno centralismo;
valorizzazione del merito. Noi ci siamo. Liberiamoci dei parassitismi. Rigore per tutti.
Noi siamo in prima fila in questa battaglia ma, intanto, respiriamo un attimo. Non
affrettiamo le cose in maniera irragionevole. Discutiamo tutti insieme, perché le
conseguenze di una singola scelta ricadono alla fine su tutti. Non partiamo in modo
approssimativo, pensando poi di fare correzioni «nei prossimi dieci anni».
Rischieremmo solo di produrre contenziosi paralizzanti. Le forze produttive non
hanno bisogno di impaludarsi nei ricorsi amministrativi o alla Corte Costituzionale.
Hanno bisogno di dinamismo, di sburocratizzazione radicale, e di tempi certi. Pareri
ambientali centrali; rapporti con le Sovrintendenze, norme sul silenzio assenso e le
autocertificazioni; norme su lavori pubblici e urbanistica; incentivi alla produzione;
formazione moderna: questo è quello che importa davvero, e che le autonomie
possono e devono strappare come nuove competenze. Abbiamo bisogno gli uni degli
altri. Il Sud è un mercato coperto per il 70 per cento da prodotti del centro nord. Ed
è una piattaforma strategica verso il Mediterraneo, il Medio Oriente, il continente
africano. Sarebbe una tragedia, e una minaccia permanente, anche per il Nord, un
Sud fatto di degrado, di sottosviluppo, di rabbia sociale e di delinquenza organizzata.
Dunque, accendiamo i riflettori per capire la realtà vera dell' Italia, e portare allo
scoperto ogni responsabilità. Non ci siano più santuari tutelati dalle bandiere di
partito. E coinvolgiamo nel dibattito le autonomie locali, i Comuni che sono la prima
cellula viva della nostra democrazia. Un centralismo regionale sarebbe non meno
intollerabile del centralismo statale. Diamo più respiro a questo dibattito. Sarebbe
imbarazzante perdersi nelle piccole cose di questo o quel territorio, mentre sta
cambiando il mondo, e interi continenti sono in movimento. L' Europa stessa rischia
di non contare nulla negli equilibri globali. L' Italia regge se reggono le sue forze
produttive, la capacità di innovazione e organizzazione, e se non perde i suoi valori
profondi. Mi pare che ci siano tutte le condizioni, se solo ci diamo un attimo di
riflessione, per mettere in campo in tempi rapidi, riforme importanti, profonde, nell'
interesse delle nostre famiglie e del Paese. Intanto, un grande abbraccio fraterno i
nostri concittadini del Veneto, della Lombardia e dell' Emilia.

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22/02/2019                                                                                                                Pagina 26
                                  Il Mattino (ed. Benevento)
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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

   Di Bernardo: «Ai malati bisogna assicurare cure, rispetto e
                            privacy»

 L' INTERVISTA Sulla questione relativa
 alle criticità dei reparti e del pronto
 soccorso dell' ospedale «Rummo», è
 intervenuto il coordinatore territoriale
 del Tribunale dei diritti del malato,
 Rolando Di Bernardo, che ha fornito un
 quadro circostanziato sulle carenze dell'
 azienda ospedaliera, in base alle
 rimostranze dei pazienti. Quali sono le
 segnalazioni effettuate dai pazienti sull'
 ospedale Rummo? «Ci sono sicuramente
 contenziosi messi in atto dai pazienti,
 per motivi specifici, legati a questioni di
 carattere personale, che coinvolgono più
 direttamente medico e paziente».
 Invece, per il Pronto Soccorso che tipo di
 segnalazioni sono arrivate e arrivano?
 «Generalmente, i pazienti lamentano
 soprattutto tre tipi di difficoltà in pronto
 soccorso: la mancanza di privacy nelle
 salette in cui devono ricevere le cure,
 perché l' ambiente è troppo angusto, la
 lunghezza dei tempi di attesa per
 riceverle e la mancanza di cortesia da
 parte di alcuni operatori sanitari». E in merito al funzionamento dei reparti, quali
 rimostranze arrivano al tribunale del malato? «Le segnalazioni che arrivano
 dimostrano che, nel complesso, le unità operative del Rummo funzionano in modo
 adeguato, in quanto, proprio da un attento esame delle rimostranze degli utenti, si
 riesce a mettere a fuoco la presenza di difficoltà che definirei fisiologiche, perché
 comuni a tutti gli ospedali, come la carenza di alcuni farmaci in ambito ospedaliero,
 che purtroppo mancano a livello nazionale, come per esempio il siero antitetanico.
 Ma questo non può essere considerata una responsabilità della struttura». Dunque
 avete la possibilità di vigilare sull' ospedale attraverso le dichiarazioni dei pazienti?
 «Attualmente solo attraverso la loro testimonianza, mentre in passato abbiamo
 avuto una sede in ospedale nel 2004, che ci era stata assegnata dal direttore
 generale dell' epoca, Loretta Mussi e che ci fu tolta successivamente dal

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management che la sostituì, perché mancavano i locali. Contestualmente, il
Tribunale dei diritti del malato aveva avviato la carta della qualità in Chirurgia, che
fu soppressa nello stesso periodo». Che cos' è la carta della qualità? «È un
documento realizzato dal nostro tribunale, per migliorare la sicurezza dei pazienti
ricoverati presso i reparti ospedalieri e per migliorare la qualità degli interventi
chirurgici. Nel documento, si affrontano tematiche ispirate ai diritti sanciti dalla
Carta Europea, dall' accoglienza nei reparti al consenso informato prima di un
intervento, con il principale obiettivo di avvicinare sempre più gli ospedali ai
cittadini. Una garanzia in più per i pazienti, perché, secondo i principi sanciti dalla
carta, i reparti non devono limitarsi unicamente a curare chi ha bisogno, ma devono
consentire ai cittadini di essere soggetti attivi nel percorso di cura che li attende e di
interagire con il personale e con la struttura ospedaliera». l.d.c. © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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22/02/2019                                                                                                                 Pagina 27

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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

                       Direttori sanitari, caos in 4 ospedali
 Ornella Mincione
 IL CASO Sono senza requisiti alcuni dei
 direttori    sanitari   che    attualmente
 operano in presidi ospedalieri casertani.
 La certezza ora è data dal verbale
 trasmesso      dalla     commissione      di
 valutazione, il gruppo di lavoro chiamato
 a verificare i requisiti dei partecipanti all'
 avviso interno pubblicato dal direttore
 generale dell' Asl di Caserta, per l'
 incarico di sostituzione di direttore
 sanitario di presidio ospedaliero. L'
 avviso, indetto il 20 novembre scorso, è
 stato necessario in attesa che venisse
 espletato il concorso pubblico indetto a
 settembre per lo stesso incarico. Ad
 oggi, non solo il concorso non è stato
 ancora espletato, ma i dirigenti chiamati
 a ricoprire il ruolo risultano non idonei.
 Non sono idonei, quindi, Alberico Maffeo
 «facente funzione» all' ospedale di
 Aversa, Salvatore Moretta a Sessa
 Aurunca, Laura Leoncini a Marcianise,
 che è l' unica ad avere requisiti validi
 anche per un incarico di nomina.
 Restano poi scoperte le caselle di direzione sanitaria a Maddaloni e Santa Maria
 Capua Vetere. L' unico direttore sanitario regolarmente in carica è Diego Colaccio,
 del presidio di Piedimonte Matese che, a quanto pare, sta operando anche al
 presidio di Santa Maria. Il verbale del gruppo di lavoro è l' esito, positivo in questo
 caso, dell' audizione voluta dal presidente della V Commissione della Sanità della
 Regione Campania, Stefano Graziano, cui parteciparono tutte le sigle sindacali, ma
 non i vertici dell' Asl di Caserta. IL PUNTO La questione della nomina dei direttori
 sanitari, a questo punto, risulta doppia: da un lato un concorso indetto diversi mesi e
 ancora senza esiti; dall' altro un avviso interno indetto dal manager per sapere della
 disponibilità dei dirigenti che potessero sostituire i direttori, nelle more del risultato
 del concorso. Risultato dell' intera faccenda è che ad oggi c' è soltanto un presidio
 regolarmente coperto da un direttore sanitario, due scoperti, uno con un sostituto
 con requisiti regolari e due con sostituti con requisiti non regolari. «Il direttore ha
 dato il via a una ricognizione con l' avviso interno dei possibili sostituti, in attesa che
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si completi il percorso del concorso», spiega il direttore sanitario dell' Asl Arcangelo
Correra. Ad alzare il polverone a riguardo è stato il sindacato Fials che fece un
sollecito alla direzione dell' Asl per la nomina dei direttori sanitari. Stando alle parole
del segretario della Fials, Salvatore Stabile, «ci sono sostituti in attesa della nomina
dei direttori sanitari. Questo costituisce un disagio, perché tali sostituti che non
hanno qualifiche per assumere questo ruolo, impongono disposizioni di servizio
importanti». DE BIASIO, NODO PENSIONE Intanto, sono momenti di incertezza anche
per il manager generale dell' Asl casertana. Raggiunti da qualche giorno i 65 anni di
età, il direttore Mario De Biasio è in un limbo. Secondo la legge Madia, infatti, in
questo momento dovrebbe scattare il pensionamento. Considerando però che il
contratto del direttore scade il prossimo 20 luglio, si attende che la Regione
comunichi il da farsi. Vale a dire, o lasciare che De Biasio prosegui il suo lavoro fino
al 20 luglio, a scadenza di contratto (più 45 giorni di tempo perché la Regione
nomini un nuovo direttore) oppure far decadere ora il direttore e riservarsi di
nominare da oggi a 45 giorni un nuovo manager aziendale. Il caso di Mario De Biasio
è particolare perché esiste una sovrapposizione: il raggiungimento dell' età
pensionabile e la possibilità di proroga a scadenza di contratto. Su questo potrà
esprimersi soltanto la Regione, in entrambi i casi, inviando una comunicazione
ufficiale all' attuale manager. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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22/02/2019                                                                                                                Pagina 26
                                  Il Mattino (ed. Benevento)
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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

      Emergenza e tempi lunghi, ecco la mappa dell' attesa

 LO STUDIO LO STUDIO Domenico
 Zampelli Ospedali sanniti, tendono ad
 aumentare i tempi di attesa nel Pronto
 soccorso. Nella quasi totalità, peraltro,
 contenuti nelle 12 ore, ma con un piccolo
 incremento sia nella fascia 12-24 ore che
 in quella riguardante permanenze oltre
 le 24 ore. E i numeri dicono che gli
 accessi     del     «Rummo»        superano
 decisamente             quelli           del
 «Fatebenefratelli», dove i tempi (forse
 proprio per i minori accessi) tendono ad
 essere più rapidi. Lo rivelano i dati di
 Agenas, l' agenzia pubblica che supporta
 il sistema nazionale sanitario attraverso
 analisi e valutazioni, e che ha sviluppato
 il Programma nazionale esiti. Numeri
 aggiornati al 2016, non proprio ieri né l'
 altroieri, ma comunque utili per rendere
 un' idea sia della situazione generale in
 Italia che, in dettaglio, dei singoli
 ospedali. I NUMERI Nel 2016 in 35.868 si
 sono recati presso il Pronto soccorso dell'
 ospedale civile, mentre nel nosocomio di
 viale Principe di Napoli gli accessi sono stati 31.933. Con tempistiche sensibilmente
 diverse. Infatti al « Rummo» il 92% degli accessi è stato risolto in meno di 12 ore,
 mentre al «Fatebenefratelli» la percentuale sale al 99%. Segue a distanza l'
 ospedale di Sant' Agata, il cui Pronto soccorso ha accolto 9.494 pazienti, con una
 percentuale di permanenza sugli stessi livelli del «Fatebenefratelli». LA CASISTICA
 Quanto ai codici maggiormente ricorrenti, il verde (poco critico, assenza di rischi
 evolutivi, prestazioni differibili), copre il 69% degli accessi al «Rummo», il 75% a
 Sant' Agata e l' 85% al «Fatebenefratelli». E risulta interessante verificare i tempi di
 permanenza sui due codici più delicati. Partendo dal codice giallo (che indica
 situazioni mediamente critiche, ma con presenza di rischio evolutivo e possibile
 pericolo di vita) la medicina d' urgenza del «Rummo» può impiegare fino a 34 ore.
 Quasi una giornata e mezza. Dieci ore al massimo è invece la tempistica al
 «Fatebenefratelli». Tempi ancora più contenuti a Sant' Agata dei Goti, con una punta
 massima che si aggira intorno alle otto-nove ore. Per quanto riguarda invece il
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temuto codice rosso (paziente molto critico, in pericolo di vita, da cui priorità
massima e accesso immediato alle cure) al «Rummo» può capitare, al più, che la
permanenza si protragga per una intera giornata. Stessa soglia di dieci ore, invece,
per quanto riguarda il «Fatebenefratelli». Va invece un po' più in affanno l' ospedale
di Sant' Agata dei Goti, dove la totalità degli interventi viene completata in 12-13
ore al massimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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22/02/2019                                                                                                                Pagina 27

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

     Forniture all' ospedale di Caserta, Ovaiolo e Tufarelli a
                             giudizio

 SANITÀ Marilù Musto Turbativa d' asta
 per gli appalti sbloccati dall' Asl Napoli 1
 e dall' ospedale Sant' Anna e San
 Sebastiano       di  Caserta.      Le    ditte
 «favorite» per l' assegnazione di lavori o
 la fornitura di apparecchiature, per il pm
 Valter Brunetti della procura di Napoli,
 erano sempre le stesse, quelle di
 Vincenzo Dell' Accio, legato a doppio filo
 con lady Asl, l' ex dirigente dell' azienda
 sanitaria     Loredana      Di    Vico.    LA
 DECISIONE E Dell' Accio e Di Vico
 affronteranno il processo davanti ai
 giudici della prima sezione, collegio B,
 presidente Francesco Pellecchia. Dopo
 una storia sentimentale finita, appalti
 con prezzi maggiorati anche di 250mila
 euro, emoticon con tanto di faccine
 sorridenti, occhi strizzati e coriandoli
 nelle chat di whatsapp fra i due vertici
 della storia, lei dirigente Asl, lui
 imprenditore        di      successo,        si
 incontreranno il 2 aprile come imputati
 nel palazzo di giustizia di Napoli
 accompagnati dai loro legali, gli avvocati Alfonso e Guido Furgiuele e Massimo
 Scalfati. Ieri, sono stati rinviati a giudizio. LE INTERCETTAZIONI Tutti e due, erano i
 fondatori (per la Procura) di quella che, a dirla con Vincenzo Dell' Accio era solo una
 «repubblica fondata sul lavoro». Questo il tenore delle sue conversazioni con un
 socio. Ebbene, lui e lei si amavano, ma tessevano affari. Al centro degli interessi c'
 era l' Asl di Napoli, vera cassaforte dell' imprenditore. Ma lei cosa chiedeva? Dalle
 intercettazioni, emergerebbe un desiderio morboso di Lady Asl per la casa, la
 «reggia», la «casa per me e mio figlio, la casa che mi devi comprare al Vomero, in
 piazza Vanvitelli». Eccoli i due presunti soci in affari, intercettati mentre di inviano
 messaggi. IL FILONE CASERTANO A giudizio anche l' ex direttore amministrativo dell'
 ospedale di Caserta «Sant' Anna e San Sebastiano», Domenico Ovaiolo (nella foto,
 difeso dai legali Luca Rubinacci e Paolo Di Furia) con Nicola Tufarelli (difeso dal

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legale Vittorio Giaquinto), ex direttore della Unità Tecnologica ospedaliera del Sant'
Anna, persona preposta all' istruzione delle procedure per la fornitura di ben e
servizi nell' ambito dell' innovazione tecnologica dell' ospedale. Archiviata la
posizione di Franco Bottino, ex manager dell' ospedale Sant' Anna e San Sebastiano.
Prosciolta anche Angela Maddalena. Al centro delle contestazioni, la procedura di
affidamento per la fornitura di quattro colonne laparoscopiche Nbi di marca Olympus
per l' azienda ospedaliera di Caserta, unico ospedale in Italia commissariato per
camorra. La procedura sotto accusa è oggetto di una delibera del 12 dicembre del
2012. LA PROCURA La procura di Napoli sostiene che i vertici dell' ospedale di
Caserta si accordarono con i Dell' Accio, gestori di fatto della società Lga Srl
Meflamd, Vicamed Srl Soteme srl, Fed Medical, Euromed, Frag Hospital, per l'
acquisto di un macchinario. Le aziende di Dell' Accio, secondo i pm della Procura
diretta da Giovanni Melillo, sarebbero state favorite rispetto alle altre. Venti le
persone rinviate a giudizio. Tra gli ospedali coinvolti l' Ascalesi, il San Giovanni
Bosco, il San Paolo, il Loreto Mare, tutti a Napoli, oltre, come detto, al Sant' Anna e
San Sebastiano di Caserta. Il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio anche per Rosario,
Antonio e Claudia Dell' Accio, difesi dai legali Alfonso Furgiuele e Massimo Scalfati.
Corrado Ursumando, Salvatore Belfiore, Antonio Carotenuto e altri. ©
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