Media Monitoring per 22-02-2019 - Rassegna stampa del 22-02-2019 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 22/02/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) «Lavoro serio e notti in laboratorio si apre un orizzonte di speranza» .................................. 1 22/02/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Legata al letto ma non fu maltrattata assolti in tre ............................................................... 3 22/02/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Tumori, una scoperta per combatterli .................................................................................... 4 21/02/2019 - WWW.POSITANONEWS.IT Amalfi. Un uomo di 56 anni colpito da infarto viene salvato dai medici del Pronto Soccorso di Castiglione ............................................................................................................................. 6 21/02/2019 - WWW.NURSETIMES.ORG Cava de’ Tirreni, riaprono le sale operatorie. Ora mancano gli infermieri ............................. 7 21/02/2019 - NAPOLI.REPUBBLICA.IT Morì al "Ruggi d'Aragona": cambiano 4 pm, indagini a rilento ............................................... 9 Sanità Salerno e provincia ............................................................................................................ 10 22/02/2019 - CRONACHE DI SALERNO D' Ambrosio, disservizi all' ospedale .................................................................................... 10 22/02/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Ucciso a due anni dalla meningite «Non era vaccinato» ....................................................... 11 Sanità Campania ............................................................................................................................. 13 22/02/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Ambulanze negli ospedali, giro di vite di Verdoliva: no ai privati senza permessi ............... 13 22/02/2019 - IL MATTINO Appalti, lady Asl va a processo ............................................................................................ 15 22/02/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Cari concittadini del Nord, caro Zaia, le riforme non ci spaventano Ma la fretta è spesso cattiva maestra .................................................................................................................... 16 22/02/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) Di Bernardo: «Ai malati bisogna assicurare cure, rispetto e privacy» .................................. 19 22/02/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Direttori sanitari, caos in 4 ospedali .................................................................................... 21 22/02/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) Emergenza e tempi lunghi, ecco la mappa dell' attesa ........................................................ 23 22/02/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Forniture all' ospedale di Caserta, Ovaiolo e Tufarelli a giudizio ......................................... 25 22/02/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Primari psichiatria l' ultimo atto dell' ex dg Forlenza: aperto il concorso anche agli psicologi .............................................................................................................................................. 27 22/02/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) Pronto soccorso lavori in ritardo disagi al «Rummo» ........................................................... 29 22/02/2019 - IL MATTINO Romeo, in 56 a rischio processo ........................................................................................... 31 22/02/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Romeo, inchiesta chiusa per 55 c' è anche il manager Verdoliva ......................................... 33 22/02/2019 - IL MATTINO Sanità, i dirigenti rischiano il posto per le liste d' attesa ..................................................... 35 22/02/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Sindacati -direzione S. Anna Scontro muro contro muro ...................................................... 37 22/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Stipendi Asl, ai raggi x i mandati dal 2014 ........................................................................... 39 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 41 22/02/2019 - IL TEMPO «Con la mano bionica sono rinata ........................................................................................ 41 22/02/2019 - LA VERITÀ «I prezzi dei vaccini vanno abbassati Ma la Lega è per la libertà di scelta» ......................... 43 22/02/2019 - IL GIORNO
«Pancreas artificiale e staminali» L' esperto: ecco il futuro delle cure ................................ 46 22/02/2019 - LA STAMPA La via italiana alla terapia anticancro Il governo appoggia i brevetti low cost .................... 47 22/02/2019 - ITALIA OGGI Liste d' attesa, prove di taglio ............................................................................................. 49 22/02/2019 - AVVENIRE Neonato morto L' ospedale: era nella norma ....................................................................... 51 22/02/2019 - LA REPUBBLICA Ospedali, niente visite private se le liste d' attesa sono lunghe .......................................... 52 22/02/2019 - IL VENERDÌ DI REPUBBLICA TUTTI BOCCIATI AL CONCORSO DELL'OSPEDALE .................................................................. 54 22/02/2019 - LA STAMPA Un mese per la verità sulla morte di Giacinto "Un dolore infinito" ....................................... 55 22/02/2019 - LA STAMPA Varato il piano per ridurre le liste d' attesa Per i ricoveri dai privati si paga solo il ticket ... 57
22/02/2019 Pagina 28 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 6.409 Lettori: 133.364 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona «Lavoro serio e notti in laboratorio si apre un orizzonte di speranza» L' intervista Alessandro Weisz Professor Weisz, dopo l' individuazione dell' interruttore molecolare, quali saranno i prossimi step della ricerca del laboratorio di Medicina molecolare e genomica nell' azione di contrasto e terapia del cancro al seno? «Abbiamo aperto una porta su una nuova prospettiva. È importante continuare a studiare e a trovare nuovi finanziamenti per la ricerca. Come direttore del Programma di Genomica Medica, stiamo organizzando adesso anche il Ruggi d' Aragona con il laboratorio di diagnostica per i tumori e le malattie genetiche». Come si compone il gruppo di ricerca di ateneo? «Siamo a Salerno da otto anni, dall' istituzione della facoltà e ci troviamo benissimo nel dipartimento di medicina. Siamo sostenuti dall' Airc e il nostro team rientra in Campania lotta contro il cancro, una nuova iniziativa della Regione e ciò ci aiuta». Chi sono i ricercatori? «Il gruppo è composto da tutti giovani ricercatori. Giovanni Nassa e Giorgio Giurato sono stati il motore, abbiamo trascorso notti a lavoro, è stato durissimo. Sono giovani entusiasti, bravissimi, con contratti di ricerca triennali, quindi precari. Sono i primi co-autori di questo lavoro scientifico pubblicato dalla rivista internazionale Science Advances. Giurato arriva dalla Sicilia, è un bioinformatico, lavora sui big data del genoma delle cellule tumorali che tiriamo fuori dalle nostre ricerche: la parte informatica e di calcolo è fondamentale. Sono tante le competenze necessarie. Autori dell' articolo sono anche Annamaria Salvati, Roberta Tarallo e Valerio Gigantino. Un bel team di lavoro, quello che ha reso noti i risultati della ricerca attraverso la prestigiosa rivista scientifica Science Advances». Cosa si augura? «Ripeto, è una ricerca seria, che portiamo avanti da anni, con enorme sacrificio e passione, soprattutto dei giovani. Notti trascorse in laboratorio. Siamo sempre molto cauti, non vogliamo che nascano Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
fraintendimenti o illusioni terapeutiche. Di sicuro abbiamo trovato una chiave che apre una porta, abbiamo individuato un nuovo orizzonte di speranza». ba. la. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/02/2019 Pagina 29 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 3.907 Lettori: 133.364 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Legata al letto ma non fu maltrattata assolti in tre Nessun maltrattamento da parte dei sanitari del Ruggi accusati di aver legato una paziente per i polsi alle sbarre del letto. Si è chiusa con tre archiviazioni l' inchiesta della Procura a carico di tre sanitari, un medico e due infermieri del reparto di neurochirurgia dell' ospedale cittadino, denunciati dai familiari di un' anziana paziente ricoverata in gravissime condizioni nel nosocomio di via San Leonardo. Il gup Alfonso Scermino ha rigettato l' opposizione fatta dai familiari all' istanza di archiviazione avanzata dalla Procura. Secondo la tesi del pm, accolta dal gip, «il ricorso a tali mezzi viene regolarmente effettuato in pazienti che presentano uno stato psichico e della coscienza alterato onde evitare atti autolesionistici, anche di tipo meccanico o involontario, che il paziente può mettere in atto in uno stato di agitazione. Anche ove fosse provata l' applicazione di sistemi di contenzione ai polsi, tali presidi sarebbero comunque a tutela del paziente e, in ogni caso, non impedirebbero del tutto i movimenti delle braccia ma limiterebbero, solamente, la possibilità per il soggetto di accedere ai sistemi di drenaggio e di infusione in atto». v.dv. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/02/2019 Pagina 28 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 9.279 Lettori: 133.364 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Tumori, una scoperta per combatterli Barbara Landi Tumore al seno: l' università di Salerno protagonista di un' importante scoperta per il contrasto alla malattia con la ricerca condotta dal dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria Scuola Medica Salernitana. «Una ricerca seria, che portiamo avanti da anni, che apre uno spiraglio su cui ancora si deve lavorare molto. Non si tratta di far nascere illusioni terapeutiche, ma di sicuro abbiamo trovato una chiave che apre una porta», sottolinea il professore Alessandro Weisz, coordinatore del gruppo di ricerca internazionale, sostenuto anche dall' Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) e dal progetto regionale La Campania lotta contro il Cancro, condotto dai dottori Giovanni Nassa e Giorgio Giurato, in collaborazione con ricercatori delle Università di Catanzaro, Helsinki, Turku e Oslo, del CNR-ITB di Milano e della start- up biotech Genomix4Life. I RISULTATI I risultati della ricerca sono stati resi noti attraverso la prestigiosa rivista scientifica Science Advances. Lo studio rivela come all' interno delle cellule del cancro della mammella esista un interruttore molecolare, la proteina DOT1L che, agendo sul genoma, è in grado di controllare la crescita e la moltiplicazione delle cellule malate (che è il problema chiave del tumore alla mammella, che colpisce una donna su 8 e rappresenta una delle patologie più frequenti del genere femminile). L' inibizione di tale molecola con farmaci specifici, in particolare il farmaco pinometostat/EPZ-5676, in studio clinico per il trattamento alcune forme di leucemia, è in grado di ridurre la crescita tumorale e indurre la morte delle cellule cancerose, in particolare quelle dei tumori resistenti all' endocrino-terapia. «Abbiamo provato e verificato in cellule tumorali umane, in vitro e in vivo, nei modelli sperimentali degli studi pre-clinici. Quando si bloccano con il farmaco, le cellule si frenano bruscamente e iniziano a morire - spiega il professor Weisz, docente della cattedra di Patologia generale - Il tumore inizia così a ridursi. Ci sono due punti importanti da sottolineare: in primis il farmaco utilizzato, il Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
pinometostat/EPZ-5676 , già in fase di studio clinico (anche se non applicativo) per le leucemie. Introdurre un farmaco ha tempi molto lunghi, bisogna verificarne ad esempio lo studio di tossicità per l' essere umano. In questo caso è già in fase di studio clinico con risultati incoraggianti, laddove arrivasse al letto del paziente con leucemie, sarebbe molto meno costoso. Se si dimostra efficace, sarebbe possibile un suo riposizionamento anche per il tumore alla mammella, senza aspettare tempi di 10-15 anni. Per usare un esempio semplice, è come se avessimo scoperto che l' aspirina può essere usata in contesti differenti». Il secondo aspetto, molto più importante secondo il prof Weisz, è quello biologico. «Nei tumori alla mammella una delle terapie efficaci per il trattamento, la più utilizzata, si basa sull' impiego di antagonisti degli ormoni estrogeni (endocrino- terapia), con il farmaco tamoxifene, molto efficace perché blocca gli ormoni che sono accelleratori del cancro. L' endocrino terapia, però, ha una frazione del 20per cento circa che dopo alcuni anni tende ad una ricaduta, con ricomparsa del tumore particolarmente aggressiva, che non è più responsiva alla cura e crea metastasi, creando resistenza. Il farmaco Pinometostat, tuttavia, riesce a bloccare anche la crescita del tumore resistente alla terapia endocrina di primo livello. Noi abbiamo trovato un farmaco in uno stadio avanzato di studio clinico, che colpisce il punto chiave delle cellule tumorali resistenti. Ci dà la speranza di aver trovato una strada». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 EAV: € 655 Lettori: 6.100 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Amalfi. Un uomo di 56 anni colpito da infarto viene salvato dai medici del Pronto Soccorso di Castiglione Amalfi. Un 56enne, preoccupato per dolori al torace, ha raggiunto questa mattina il Pronto Soccorso dell’ospedale di Castiglione di Ravello dove il cardiologo lo ha sottoposto a visita rendendo conto che i dolori erano causati da un infarto in corso. Immediatamente gli ha somministrato le prime cure per stabilizzare il quadro clinico e ne ha disposto il trasferimento presso il nosocomio “Ruggi d’Aragona” di Salerno. Al porto di Maiori un’eliambulanza ha atteso il 56enne e lo ha trasportato presso la struttura ospedaliera nel reparto di Cardiologia dove è stato sottoposto d’urgenza ad un intervento chirurgico che gli ha salvato la vita. L'articolo Amalfi. Un uomo di 56 anni colpito da infarto viene salvato dai medici del Pronto Soccorso di Castiglione proviene da Positanonews. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 nursetimes.org EAV: € 549 Lettori: 2.333 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Cava de’ Tirreni, riaprono le sale operatorie. Ora mancano gli infermieri Dopo vari intoppi, è giunta a termine la ristrutturazione. Resta il problema della carenza di personale. Per lunedì è prevista la conclusione dei lavori di ristrutturazione delle sale operatorie. Dal primo marzo l’attività chirurgica dovrebbe riprendere a pieno regime e, con le emergenze, anche gli interventi cosiddetti di elezione (programmati). Una buona notizia per l’ospedale Santa Maria dell’Olmo di Cava de’ Tirreni, dopo mesi di sacrifici e disagi. La storia recente delle sale operatorie, e ancor di più dell’attività chirurgica, è segnata da continui stop dall’estate scorsa. Da quando, cioè, con la carenza di rianimatori, fu compromessa l’emergenza, garantita solo grazie al sacrificio dei rianimatori in servizio che rinunciarono alle ferie. Gli interventi programmati furono bloccati, con il conseguente allungamento delle liste di attesa. In autunno una prima boccata di ossigeno, con una ripresa, se pure a regime ridotto, degli interventi programmati. Ma per gli utenti cavesi il calvario non finì. A novembre nuovo stop per la ristrutturazione delle sale operatorie, che necessitavano di un ammodernamento. «La ristrutturazione – aveva spiegato il sindaco Vincenzo Servalli – prova l’intenzione dei vertici aziendali di investire nel nostro ospedale». L’avvio dei lavori ha di nuovo comportato lo stop degli interventi di elezione e tempi di attesa ancora dilatati. «C’è finalmente una buona notizia – spiega Gaetano Biondino, sindacalista della Cisl e coordinatore del comparto area chirurgica –. II 25 febbraio dovrebbero terminare i lavori di ristrutturazione delle sale operatorie. Dal primo marzo anche l’attività chirurgica dovrebbe tornare a regime». La ripresa degli interventi programmati vuol dire procedere con lo scorrimento delle liste di attesa. Sono tanti i cavesi che attendono da mesi per sottoporsi a interventi non urgenti, ma necessari. In attesa della ripresa a regime dell’attività operatoria, resta la carenza di personale, in particolare del comparto infermieristico. Già esiguo, rischia di ridursi all’osso con pensionamenti e adesioni a “quota 100”. I sindacalisti ospedalieri hanno lanciato un ultimatum alla direzione dell’Azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona per trovare una soluzione al problema. «Se non saranno potenziati gli organici, viste le uscite per pensionamenti e quota 100 – riferiscono -, con questo personale non potremo garantire il mantenimento delle divisioni esistenti». Come Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
dire: se non arriva personale, non c’è altra soluzione che la chiusura dei reparti. L’ipotesi, sebbene suoni come una provocazione, fa riflettere e impone l’attenzione di chi dovrà adottare nei prossimi mesi importanti decisioni. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 napoli.repubblica.it EAV: € 12.013 Lettori: 73.333 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Morì al "Ruggi d'Aragona": cambiano 4 pm, indagini a rilento E’ passata al quarto pubblico ministero in poco più di un anno l’inchiesta sulla morte di Alessandro Farina, 13enne di Pellezzano deceduto il 27 dicembre 2017 all’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno. Un cambio di pm giustificato da incompatibilità e che ha rallentato notevolmente il corso dell’inchiesta. Ora l’indagine è affidata al pubblico ministero Benincasa della Procura di Salerno ma la famiglia è preoccupata che i tempi possano ulteriormente allungarsi. Sul registro degli indagati, al momento, sono sette le persone iscritte. Si tratta dei medici del “Ruggi d’Aragona” che visitarono il bambino fin dal suo primo accesso in pronto soccorso e poi in pediatria e in rianimazione, della dottoressa del 118 che prestò le prime cure e del pediatra di Alessandro. La relazione dei consulenti medico–legali, già in possesso della Procura dal 9 aprile 2018, aveva ipotizzato «disfunzioni organizzative sia nel percorso di pronto soccorso che nella gestione dei ricovero». In particolare, secondo il professore Correra e il dottore Tarsitano: «I medici curanti del piccolo e chi ha avuto contatto con Alessandro hanno ignorato i sintomi del diabete». Era il 23 dicembre quando Alessandro fu accompagnato la prima volta, dalla madre, al pronto soccorso dell’ospedale di Salerno. I medici in servizio, dopo aver visitato il 13enne e fatto la diagnosi, prescrissero dei farmaci a base di cortisone, tra cui il Bentelan, da assumere anche nei giorni successivi. Il bimbo fu dimesso e rimandato a casa. Il giorno seguente la madre provò a contattare il pediatra di fiducia che risultò, però, essere irraggiungibile, con le condizioni di Alessandro che non accennarono a migliorare. Il giorno di Natale peggiorarono al punto che la madre fu costretta a richiedere l’intervento del 118. Giunti al “Ruggi”, il ragazzino fu sottoposto a esami clinici, tra cui quelli ematici, che evidenziarono un altissimo livello di glicemia (oltre i 1200). Una situazione che indusse a disporre il ricovero in pediatria a l’avvio del trattamento per la regolarizzazione della glicemia. Il giorno di Santo Stefano, il cuore di Alessandro Farina smise di battere. Ed è da quel 26 dicembre che la mamma e tutti i familiari del 13enne lottano per conoscere la verità. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/02/2019 Pagina 18 EAV: € 571 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia D' Ambrosio, disservizi all' ospedale BATTIPAGLIA/ Appello al sindaco e ai consiglieri comunali, situazione difficile Si moltiplicano i reclami per i disservizi riscontrati dall' utenza nel pronto soccorso dell' ospedale Santa Maria della Speranza di Battipaglia. A fare appello al sindaco Cecilia Francese ed ai consiglieri di maggioranza affinchè si attivino per arginare la situazione di disagio riscontrata nel nosocomio cittadino è stato Massimo d' Ambrosio del Movimento Pro Battipaglia. Secondo il presidente dell' associazione civica i cittadini che si rivolgono quotidianamente al presidio di emergenza cittadino sarebbero costretti ad attendere in alcuni casi fino a sette ore per poter essere sottoposti ad una visita medica. "La sindaca per ovvi impegni istituzionali non può essere sempre presente sui social ha dichiarato in una nota l' esponente del movimento - Ma essendo la sindaca il garante della salute pubblica della cittá una telefonata al direttore sanitario dovrebbe farla quantomeno per comprendere il quadro della situazione". L' appello social di D' Ambrosio è stato rivolto anche ai consiglieri comunali di maggioranza, a suo parere non esenti da responsabilità nella mancata segnalazione di questi importanti disservizi: "Tanti consiglieri sono molto social, sarebbe il caso che informiate la Sindaca". and.bign. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/02/2019 Pagina 29 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 9.056 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Ucciso a due anni dalla meningite «Non era vaccinato» Nicola Sorrentino `La perizia medica scagiona i cinque sanitari indagati e indica nella mancata profilassi la causa della morte del bimbo di Sarno Nessuna colpa medica. Il piccolo Aniello Benisatto, morto ad ottobre scorso a causa di una forma di meningite fulminante, non era stato sottoposto alla profilassi vaccinale. Sono queste, in sintesi, le conclusioni della perizia redatta dai medici Angelo Mascolo, Giuseppe De Rosa e Lucio Giordano, che al momento scagionano i cinque medici indagati per omicidio colposo dalla procura di Nocera Inferiore, per la morte del piccolo di due anni di Sarno. L' accusa riguardava tre medici dell' ospedale «Villa Malta» di Sarno e due dell' Umberto I di Nocera Inferiore. I due presidi presso i quali i genitori del piccolo si erano recati, durante quei due giorni che avevano preceduto il decesso del proprio figlio. Il sostituto procuratore Anna Chiara Fasano, titolare dell' indagine, aveva avviato un' inchiesta dopo la denuncia sporta dalla famiglia il 31 ottobre scorso. I QUESITI Due i quesiti che erano stati posti dalla procura ai periti: comprendere le cause della morte del piccolo e verificare se, con un ricovero, avrebbe potuto salvarsi. Nella loro consulenza, i medici giudicano prima le condotte dei sanitari: «Le cure furono sempre corrette ed adeguate alle gravi condizioni cliniche del bambino, per cui nella causazione della morte non sono ravvisabili condotte omissive e/o commissive da parte del personale sanitario sia del presidio di Sarno che di quello di Nocera Inferiore, nonché non c' è stata violazione dell' ars medica». I periti entrano poi nello specifico delle cause della morte del piccolo Nello: «Fu dovuta ad una sindrome di Waterhouse-Friderichsen caratterizzata da porpora cutanea, sepsi meningococcica e necrosi emorragica bilaterale delle surrenali, che determinava un quadro di shock con arresto cardiocircolatorio irreversibile». La patologia avrebbe avuto «decorso fulminante». Ma i medici hanno detto anche altro. E cioè, che il bimbo non era stato sottoposto a profilassi vaccinale antimeningococcica. «I vaccini antimeningococco Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
sono raccomandati - si legge nella consulenza - dal piano nazionale per la prevenzione vaccinale 2017-2019 ma non sono obbligatori. Il vaccino antimeningococco C, più aggressivo, è offerto gratuitamente per i bambini che abbiano compiuto il primo anno di età. Il vaccino contro il meningococco B è disponibile ma non gratuito. Nel caso del piccolo Aniello Benisatto, il germe responsabile dell' infezione mortale è stato proprio il meningococco di gruppo B». LA STORIA Il 30 ottobre scorso, intorno alle 21, la famiglia del piccolo era giunta in pronto soccorso a Sarno. Dopo una visita, i medici richiesero una consulenza pediatrica, ma il medico era impegnato in sala parto. I genitori, dunque, si spostarono a Nocera Inferiore, intorno alle 22, facendo rientro a casa dopo una serie di accertamenti. Verso le 6 del giorno dopo il bimbo era stato portato nuovamente a Sarno, in condizioni gravissime, con febbre molto alta e difficoltà a respirare. Ricoverato d' urgenza, era poi deceduto, nonostante i tentativi di rianimarlo. Nel collegio difensivo i legali Vincenzo Desiderio, Marco Epifania, Rodolfo Viserta e Mario Gallo. La famiglia del piccolo è assistita dall' avvocato Antonio Vecchione. Il prossimo step della procura, vista la consulenza, potrebbe essere l' archiviazione dell' indagine. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/02/2019 Pagina 11 EAV: € 1.495 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Ambulanze negli ospedali, giro di vite di Verdoliva: no ai privati senza permessi Raffaele Nespoli Circolare ai manager: non si approfitta del dolore degli altri napoli «Per nessuna ragione gli ospedali dell' Asl Napoli 1 Centro devono essere oggetto di interessi da parte di privati». A scriverlo in una circolare indirizzata a tutti i direttori sanitari è il neo commissario Ciro Verdoliva, che a meno di due settimane dal suo insediamento di fatto dichiara guerra al fenomeno dell' ambulanza "selvaggia". In poche righe, ma estremamente incisive, il commissario straordinario stigmatizza uno dei tanti problemi rilevati nei sopralluoghi fatti presso gli ospedali: «Nel corso delle visite ho notato, in modo lampante, la presenza di autoambulanze "private" in sosta nelle aree esterne (parcheggi, strade, ecc.) e interne ai complessi ospedalieri», scrive. «Ho notato la presenza di personale di società private relative a trasporto infermi senza - apparentemente - essere impegnate in trasporto attivo. E ho notato tanti biglietti pubblicitari di società private trasporto infermi diffusi all' interno delle aree operative e nelle aree comuni». Insomma, tappezzate di volantini e biglietti da visita, le strutture ospedaliere vengono spesso usate per farsi pubblicità. Nella nota il commissario si riferisce solo ed esclusivamente a chi, con mezzi scorretti, approfitta del dolore o della scarsa lucidità legata ad un momento di sofferenza per vendere il proprio servizio. Nulla a che vedere con le moltissime associazioni o società che operano in modo corretto e senza speculazioni. La direttiva del commissario Asl danneggerà solo chi cerca di trarre profitto dal dolore altrui, sfruttando gli ospedali pubblici come enormi territori di "caccia". Leggendo la circolare, infatti, il marketing della sofferenza non sarà più tollerato. Niente volantini, niente biglietti da visita attaccati nei reparti o addirittura consegnati al letto del malato. Niente sosta di mezzi privati che all' occorrenza si trovano già «pronti e disponibili al servizio». L' invito ai Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
direttori sanitari è anzi di provvedere ad emettere formali divieti, regolamentando gli accessi attraverso le guardie giurate. E in caso di inosservanza del provvederanno, i direttori dovranno segnalare l' accaduto alle forze dell' ordine e denunciare alle autorità competenti. Una linea dura ha creato immediatamente malumori, e su Facebook c' è chi lancia accuse pesantissime. «Il sig. Ciro Verdoliva stamattina si svegliato nervoso», scrive un utente che nel suo profilo si definisce "responsabile dell' organizzazione" di una nota società di ambulanze private. «Ha deciso - prosegue il post - che nell' Ospedale del Mare le ambulanze private non possono fare volantinaggio, ma come e possibile dopo tanti anni stando al Cardarelli ha fatto finta di non vedere, sentire, che esercita da anni una sola società della camorra all' interno del Cardarelli». Ad onor del vero nell' ospedale del Vomero l' unica società di ambulanze private che opera (per effetto di una gara d' appalto ad evidenza pubblica) ha il compito di trasportare pazienti da un padiglione all' altro o verso altre strutture ospedaliere. Nessun trasporto privato verso casa o comunque su richiesta dei familiari. Per quel che riguarda il post è lapidario il commento della struttura commissariale, che fa sapere che il manager ha già dato mandato al proprio legale «affinché valuti le necessarie azioni contro queste accuse diffamatorie». Quella contro il "bagarinaggio assistenziale" è solo una delle tante iniziative che il commissario sta portando avanti con l' obiettivo, come ha più volte sottolineato, di restituire dignità alla Asl più grande d' Europa. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/02/2019 Pagina 29 EAV: € 2.438 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Appalti, lady Asl va a processo Turbativa d' asta per gli appalti sbloccati dall' Asl Napoli 1 e dall' ospedale Sant' Anna e San Sebastiano di Caserta. Le ditte «favorite» per l' assegnazione di lavori o la fornitura di apparecchiature, per il pm Valter Brunetti della procura di Napoli, erano sempre le stesse, quelle di Vincenzo Dell' Accio, legato a doppio filo con lady Asl, l' ex dirigente dell' azienda sanitaria Loredana Di Vico. Dell' Accio e Di Vico affronteranno il processo davanti ai giudici della prima sezione, collegio B, presidente Francesco Pellecchia. Dopo una storia sentimentale finita, appalti con prezzi maggiorati anche di 250mila euro. A giudizio anche l' ex direttore amministrativo dell' ospedale di Caserta «Sant' Anna e San Sebastiano», Domenico Ovaiolo. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/02/2019 Pagina 4 EAV: € 3.171 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Cari concittadini del Nord, caro Zaia, le riforme non ci spaventano Ma la fretta è spesso cattiva maestra Vincenzo De Luca La lettera Cari cittadini del Nord, ho letto con interesse - sul Corriere del Mezzogiorno di ieri - la riflessione del collega e amico Luca Zaia, Presidente del Veneto, sul tema dell' autonomia differenziata. Ritengo sia necessario avviare un confronto pubblico, approfondito e impegnativo su questioni decisive per il futuro dell' Italia. Colgo nelle parole di Zaia la consapevolezza del valore dell' unità nazionale. Parliamo dunque di valori fondamentali su cui si regge la nostra patria, non solo di conti, di dare e avere. C' è una posta in gioco molto più elevata e nobile.Credo che dobbiamo partire da una grande «operazione verità», sul rapporto Nord- Sud, sulla vera distribuzione delle risorse statali. Ribadisco che si può discutere se si hanno le carte in regola. Io voglio rappresentare non il Sud della lamentazione, del parassitismo, dell' incapacità amministrativa, ma il Sud che accetta senza riserve la sfida dell' efficienza, della correttezza, del rigore spartano. In questo sono più determinato di ogni altro nel combattere le degenerazioni ancora presenti nel Sud (senza generalizzazioni...), perché queste offendono la nostra immagine e ci tolgono credibilità. Credo che possiamo concordare sull' assunzione, come punto di partenza comune, dell' articolo 119 della Costituzione: aperture a forme di autonomia fiscale; necessità di un fondo perequativo Nord-Sud, fondo di coesione per le aree svantaggiate. 1 - Ritengo indispensabile che, prima di procedere oltre, si definiscano preventivamente i fabbisogni standard e i costi standard. Non capisco come si possa fare un lavoro serio e ordinato, senza aver acquisito prima, in maniera certa, questi punti. 2 - Spesa storica. Si dice: non togliamo un euro al Sud. Ma la spesa storica è calcolata sulla quantità/qualità dei servizi preesistenti, e dunque, in generale, è fortemente penalizzante per il Sud. Nel campo dei servizi sociali ci sono realtà del Nord e del Centro che ricevono dallo Stato Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
più risorse perché hanno realizzato reti avanzate di servizi (asili nido... etc.). Io credo che chi ha ben governato debba essere rispettato. Propongo che il fondo perequativo destinato ad aiutare la crescita di servizi al Sud sia gestito con rigore. Così per i trasferimenti ai Comuni. Premialità a chi sa utilizzare le risorse; penalità per chi non è capace. I fondi non utilizzati siano riversati sulle realtà virtuose del Nord e del Sud. 3 - Sanità. Prendiamo il caso della Campania. Quanti sanno che la Campania riceve la quota più bassa d' Italia nel riparto pro capite del fondo sanitario nazionale? Partiamo da un riparto uguale per ogni cittadino italiano, poi vediamo i meccanismi correttivi-perequativi. Certo è che la Campania non può essere penalizzata per 3-400 milioni di euro l' anno. Con le risorse assegnate, e con 13.500 dipendenti in meno negli ultimi anni, come si fa a bloccare la mobilità sanitaria verso il Nord (mobilità peraltro pagata dalle regioni del Sud - il Sud che finanzia il Nord...!). È evidente che ci siano ridotti così per i debiti accumulati, per aver fatto per lunghi anni della sanità più una fabbrica di voti, di clientele di primariati, che il principale servizio di civiltà. Così per la gestione scorretta della spesa farmaceutica, per la scarsità di una medicina territoriale, per il basso livello degli screening etc. È una eredità dura. Ma stiamo facendo, com' è noto, una rivoluzione. E dobbiamo poterlo fare in una condizione di parità. Oggi ci presentiamo con cinque anni di bilancio finanziario in attivo e con gli obiettivi Lea raggiunti. E con realtà di eccellenze che reggono il confronto con le sanità d' Italia e d' Europa. Per il resto, va bene la rimozione a saldi invariati, dei vincoli di spesa specifici. Ma ipotizzare per i medici una «specializzazione lavoro» alternativa alle scuole di specializzazione; o piani separati per l' uso di farmaci A (equivalenza terapeutica) è preoccupante. Si prospetta una tendenziale frattura del sistema sanitario tra i diversi territori. 4 - Scuola. Considero la scuola pubblica nazionale, unitaria, uno strumento irrinunciabile di formazione, di trasmissione di valori, di rafforzamento dell' unità e identità nazionale. Ragioniamo su miglioramenti organizzativi (scuole in zone disagiate...), forme di decentramento e qualificazione. Ma se si ha un personale con retribuzioni differenziate e un' offerta formativa legata alla ricchezza di cui dispone ogni regione, noi sanciamo il declino del Sud, favoriamo nuove forme di migrazione, e perdiamo il principale strumento di costruzione di una coscienza nazionale. 5 - Il capitolo «risorse e autonomia fiscale» è quello più problematico e ricco di potenziali effetti disgregativi per il Paese. Qui c' è un nodo di fondo: condividere l' obiettivo morale, ideale e costituzionale del superamento del divario tra Nord e Sud. Lo ha fatto la Germania con la Ddr; lo abbiamo fatto noi in anni lontani. Poi ci siamo persi per strada, al punto che oggi sembra un obiettivo del tutto ideologico e illusorio. Anche su questo ho apprezzato molto i toni e le parole di Luca Zaia. Allora: non si può non considerare il bilancio dello Stato come una realtà unitaria, verso cui si è responsabili quando si cresce e quando si arretra. Non ci pare accettabile, intanto, che si leghi la definizione del fabbisogno standard anche al «gettito dei tributi maturati nel territorio regionale» (bozza Bressa). E così per la compartecipazione al gettito: se c' è crescita l' aumento di gettito va alla Regione, se c' è crisi i costi si scaricano sugli altri. E' il tema decisivo, su cui davvero si spacca l' Italia. In conclusione. Mi pare ci siano i presupposti per fare un lavoro serio, non approssimativo, per realizzare forme di autonomia rafforzata, in un contesto di unità Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
e solidarietà nazionale : più efficienza e più responsabilità; meno centralismo; valorizzazione del merito. Noi ci siamo. Liberiamoci dei parassitismi. Rigore per tutti. Noi siamo in prima fila in questa battaglia ma, intanto, respiriamo un attimo. Non affrettiamo le cose in maniera irragionevole. Discutiamo tutti insieme, perché le conseguenze di una singola scelta ricadono alla fine su tutti. Non partiamo in modo approssimativo, pensando poi di fare correzioni «nei prossimi dieci anni». Rischieremmo solo di produrre contenziosi paralizzanti. Le forze produttive non hanno bisogno di impaludarsi nei ricorsi amministrativi o alla Corte Costituzionale. Hanno bisogno di dinamismo, di sburocratizzazione radicale, e di tempi certi. Pareri ambientali centrali; rapporti con le Sovrintendenze, norme sul silenzio assenso e le autocertificazioni; norme su lavori pubblici e urbanistica; incentivi alla produzione; formazione moderna: questo è quello che importa davvero, e che le autonomie possono e devono strappare come nuove competenze. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Il Sud è un mercato coperto per il 70 per cento da prodotti del centro nord. Ed è una piattaforma strategica verso il Mediterraneo, il Medio Oriente, il continente africano. Sarebbe una tragedia, e una minaccia permanente, anche per il Nord, un Sud fatto di degrado, di sottosviluppo, di rabbia sociale e di delinquenza organizzata. Dunque, accendiamo i riflettori per capire la realtà vera dell' Italia, e portare allo scoperto ogni responsabilità. Non ci siano più santuari tutelati dalle bandiere di partito. E coinvolgiamo nel dibattito le autonomie locali, i Comuni che sono la prima cellula viva della nostra democrazia. Un centralismo regionale sarebbe non meno intollerabile del centralismo statale. Diamo più respiro a questo dibattito. Sarebbe imbarazzante perdersi nelle piccole cose di questo o quel territorio, mentre sta cambiando il mondo, e interi continenti sono in movimento. L' Europa stessa rischia di non contare nulla negli equilibri globali. L' Italia regge se reggono le sue forze produttive, la capacità di innovazione e organizzazione, e se non perde i suoi valori profondi. Mi pare che ci siano tutte le condizioni, se solo ci diamo un attimo di riflessione, per mettere in campo in tempi rapidi, riforme importanti, profonde, nell' interesse delle nostre famiglie e del Paese. Intanto, un grande abbraccio fraterno i nostri concittadini del Veneto, della Lombardia e dell' Emilia. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/02/2019 Pagina 26 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 8.275 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Di Bernardo: «Ai malati bisogna assicurare cure, rispetto e privacy» L' INTERVISTA Sulla questione relativa alle criticità dei reparti e del pronto soccorso dell' ospedale «Rummo», è intervenuto il coordinatore territoriale del Tribunale dei diritti del malato, Rolando Di Bernardo, che ha fornito un quadro circostanziato sulle carenze dell' azienda ospedaliera, in base alle rimostranze dei pazienti. Quali sono le segnalazioni effettuate dai pazienti sull' ospedale Rummo? «Ci sono sicuramente contenziosi messi in atto dai pazienti, per motivi specifici, legati a questioni di carattere personale, che coinvolgono più direttamente medico e paziente». Invece, per il Pronto Soccorso che tipo di segnalazioni sono arrivate e arrivano? «Generalmente, i pazienti lamentano soprattutto tre tipi di difficoltà in pronto soccorso: la mancanza di privacy nelle salette in cui devono ricevere le cure, perché l' ambiente è troppo angusto, la lunghezza dei tempi di attesa per riceverle e la mancanza di cortesia da parte di alcuni operatori sanitari». E in merito al funzionamento dei reparti, quali rimostranze arrivano al tribunale del malato? «Le segnalazioni che arrivano dimostrano che, nel complesso, le unità operative del Rummo funzionano in modo adeguato, in quanto, proprio da un attento esame delle rimostranze degli utenti, si riesce a mettere a fuoco la presenza di difficoltà che definirei fisiologiche, perché comuni a tutti gli ospedali, come la carenza di alcuni farmaci in ambito ospedaliero, che purtroppo mancano a livello nazionale, come per esempio il siero antitetanico. Ma questo non può essere considerata una responsabilità della struttura». Dunque avete la possibilità di vigilare sull' ospedale attraverso le dichiarazioni dei pazienti? «Attualmente solo attraverso la loro testimonianza, mentre in passato abbiamo avuto una sede in ospedale nel 2004, che ci era stata assegnata dal direttore generale dell' epoca, Loretta Mussi e che ci fu tolta successivamente dal Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
management che la sostituì, perché mancavano i locali. Contestualmente, il Tribunale dei diritti del malato aveva avviato la carta della qualità in Chirurgia, che fu soppressa nello stesso periodo». Che cos' è la carta della qualità? «È un documento realizzato dal nostro tribunale, per migliorare la sicurezza dei pazienti ricoverati presso i reparti ospedalieri e per migliorare la qualità degli interventi chirurgici. Nel documento, si affrontano tematiche ispirate ai diritti sanciti dalla Carta Europea, dall' accoglienza nei reparti al consenso informato prima di un intervento, con il principale obiettivo di avvicinare sempre più gli ospedali ai cittadini. Una garanzia in più per i pazienti, perché, secondo i principi sanciti dalla carta, i reparti non devono limitarsi unicamente a curare chi ha bisogno, ma devono consentire ai cittadini di essere soggetti attivi nel percorso di cura che li attende e di interagire con il personale e con la struttura ospedaliera». l.d.c. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/02/2019 Pagina 27 EAV: € 9.302 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Direttori sanitari, caos in 4 ospedali Ornella Mincione IL CASO Sono senza requisiti alcuni dei direttori sanitari che attualmente operano in presidi ospedalieri casertani. La certezza ora è data dal verbale trasmesso dalla commissione di valutazione, il gruppo di lavoro chiamato a verificare i requisiti dei partecipanti all' avviso interno pubblicato dal direttore generale dell' Asl di Caserta, per l' incarico di sostituzione di direttore sanitario di presidio ospedaliero. L' avviso, indetto il 20 novembre scorso, è stato necessario in attesa che venisse espletato il concorso pubblico indetto a settembre per lo stesso incarico. Ad oggi, non solo il concorso non è stato ancora espletato, ma i dirigenti chiamati a ricoprire il ruolo risultano non idonei. Non sono idonei, quindi, Alberico Maffeo «facente funzione» all' ospedale di Aversa, Salvatore Moretta a Sessa Aurunca, Laura Leoncini a Marcianise, che è l' unica ad avere requisiti validi anche per un incarico di nomina. Restano poi scoperte le caselle di direzione sanitaria a Maddaloni e Santa Maria Capua Vetere. L' unico direttore sanitario regolarmente in carica è Diego Colaccio, del presidio di Piedimonte Matese che, a quanto pare, sta operando anche al presidio di Santa Maria. Il verbale del gruppo di lavoro è l' esito, positivo in questo caso, dell' audizione voluta dal presidente della V Commissione della Sanità della Regione Campania, Stefano Graziano, cui parteciparono tutte le sigle sindacali, ma non i vertici dell' Asl di Caserta. IL PUNTO La questione della nomina dei direttori sanitari, a questo punto, risulta doppia: da un lato un concorso indetto diversi mesi e ancora senza esiti; dall' altro un avviso interno indetto dal manager per sapere della disponibilità dei dirigenti che potessero sostituire i direttori, nelle more del risultato del concorso. Risultato dell' intera faccenda è che ad oggi c' è soltanto un presidio regolarmente coperto da un direttore sanitario, due scoperti, uno con un sostituto con requisiti regolari e due con sostituti con requisiti non regolari. «Il direttore ha dato il via a una ricognizione con l' avviso interno dei possibili sostituti, in attesa che Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
si completi il percorso del concorso», spiega il direttore sanitario dell' Asl Arcangelo Correra. Ad alzare il polverone a riguardo è stato il sindacato Fials che fece un sollecito alla direzione dell' Asl per la nomina dei direttori sanitari. Stando alle parole del segretario della Fials, Salvatore Stabile, «ci sono sostituti in attesa della nomina dei direttori sanitari. Questo costituisce un disagio, perché tali sostituti che non hanno qualifiche per assumere questo ruolo, impongono disposizioni di servizio importanti». DE BIASIO, NODO PENSIONE Intanto, sono momenti di incertezza anche per il manager generale dell' Asl casertana. Raggiunti da qualche giorno i 65 anni di età, il direttore Mario De Biasio è in un limbo. Secondo la legge Madia, infatti, in questo momento dovrebbe scattare il pensionamento. Considerando però che il contratto del direttore scade il prossimo 20 luglio, si attende che la Regione comunichi il da farsi. Vale a dire, o lasciare che De Biasio prosegui il suo lavoro fino al 20 luglio, a scadenza di contratto (più 45 giorni di tempo perché la Regione nomini un nuovo direttore) oppure far decadere ora il direttore e riservarsi di nominare da oggi a 45 giorni un nuovo manager aziendale. Il caso di Mario De Biasio è particolare perché esiste una sovrapposizione: il raggiungimento dell' età pensionabile e la possibilità di proroga a scadenza di contratto. Su questo potrà esprimersi soltanto la Regione, in entrambi i casi, inviando una comunicazione ufficiale all' attuale manager. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/02/2019 Pagina 26 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 7.038 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Emergenza e tempi lunghi, ecco la mappa dell' attesa LO STUDIO LO STUDIO Domenico Zampelli Ospedali sanniti, tendono ad aumentare i tempi di attesa nel Pronto soccorso. Nella quasi totalità, peraltro, contenuti nelle 12 ore, ma con un piccolo incremento sia nella fascia 12-24 ore che in quella riguardante permanenze oltre le 24 ore. E i numeri dicono che gli accessi del «Rummo» superano decisamente quelli del «Fatebenefratelli», dove i tempi (forse proprio per i minori accessi) tendono ad essere più rapidi. Lo rivelano i dati di Agenas, l' agenzia pubblica che supporta il sistema nazionale sanitario attraverso analisi e valutazioni, e che ha sviluppato il Programma nazionale esiti. Numeri aggiornati al 2016, non proprio ieri né l' altroieri, ma comunque utili per rendere un' idea sia della situazione generale in Italia che, in dettaglio, dei singoli ospedali. I NUMERI Nel 2016 in 35.868 si sono recati presso il Pronto soccorso dell' ospedale civile, mentre nel nosocomio di viale Principe di Napoli gli accessi sono stati 31.933. Con tempistiche sensibilmente diverse. Infatti al « Rummo» il 92% degli accessi è stato risolto in meno di 12 ore, mentre al «Fatebenefratelli» la percentuale sale al 99%. Segue a distanza l' ospedale di Sant' Agata, il cui Pronto soccorso ha accolto 9.494 pazienti, con una percentuale di permanenza sugli stessi livelli del «Fatebenefratelli». LA CASISTICA Quanto ai codici maggiormente ricorrenti, il verde (poco critico, assenza di rischi evolutivi, prestazioni differibili), copre il 69% degli accessi al «Rummo», il 75% a Sant' Agata e l' 85% al «Fatebenefratelli». E risulta interessante verificare i tempi di permanenza sui due codici più delicati. Partendo dal codice giallo (che indica situazioni mediamente critiche, ma con presenza di rischio evolutivo e possibile pericolo di vita) la medicina d' urgenza del «Rummo» può impiegare fino a 34 ore. Quasi una giornata e mezza. Dieci ore al massimo è invece la tempistica al «Fatebenefratelli». Tempi ancora più contenuti a Sant' Agata dei Goti, con una punta massima che si aggira intorno alle otto-nove ore. Per quanto riguarda invece il Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
temuto codice rosso (paziente molto critico, in pericolo di vita, da cui priorità massima e accesso immediato alle cure) al «Rummo» può capitare, al più, che la permanenza si protragga per una intera giornata. Stessa soglia di dieci ore, invece, per quanto riguarda il «Fatebenefratelli». Va invece un po' più in affanno l' ospedale di Sant' Agata dei Goti, dove la totalità degli interventi viene completata in 12-13 ore al massimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/02/2019 Pagina 27 EAV: € 9.281 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Forniture all' ospedale di Caserta, Ovaiolo e Tufarelli a giudizio SANITÀ Marilù Musto Turbativa d' asta per gli appalti sbloccati dall' Asl Napoli 1 e dall' ospedale Sant' Anna e San Sebastiano di Caserta. Le ditte «favorite» per l' assegnazione di lavori o la fornitura di apparecchiature, per il pm Valter Brunetti della procura di Napoli, erano sempre le stesse, quelle di Vincenzo Dell' Accio, legato a doppio filo con lady Asl, l' ex dirigente dell' azienda sanitaria Loredana Di Vico. LA DECISIONE E Dell' Accio e Di Vico affronteranno il processo davanti ai giudici della prima sezione, collegio B, presidente Francesco Pellecchia. Dopo una storia sentimentale finita, appalti con prezzi maggiorati anche di 250mila euro, emoticon con tanto di faccine sorridenti, occhi strizzati e coriandoli nelle chat di whatsapp fra i due vertici della storia, lei dirigente Asl, lui imprenditore di successo, si incontreranno il 2 aprile come imputati nel palazzo di giustizia di Napoli accompagnati dai loro legali, gli avvocati Alfonso e Guido Furgiuele e Massimo Scalfati. Ieri, sono stati rinviati a giudizio. LE INTERCETTAZIONI Tutti e due, erano i fondatori (per la Procura) di quella che, a dirla con Vincenzo Dell' Accio era solo una «repubblica fondata sul lavoro». Questo il tenore delle sue conversazioni con un socio. Ebbene, lui e lei si amavano, ma tessevano affari. Al centro degli interessi c' era l' Asl di Napoli, vera cassaforte dell' imprenditore. Ma lei cosa chiedeva? Dalle intercettazioni, emergerebbe un desiderio morboso di Lady Asl per la casa, la «reggia», la «casa per me e mio figlio, la casa che mi devi comprare al Vomero, in piazza Vanvitelli». Eccoli i due presunti soci in affari, intercettati mentre di inviano messaggi. IL FILONE CASERTANO A giudizio anche l' ex direttore amministrativo dell' ospedale di Caserta «Sant' Anna e San Sebastiano», Domenico Ovaiolo (nella foto, difeso dai legali Luca Rubinacci e Paolo Di Furia) con Nicola Tufarelli (difeso dal Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
legale Vittorio Giaquinto), ex direttore della Unità Tecnologica ospedaliera del Sant' Anna, persona preposta all' istruzione delle procedure per la fornitura di ben e servizi nell' ambito dell' innovazione tecnologica dell' ospedale. Archiviata la posizione di Franco Bottino, ex manager dell' ospedale Sant' Anna e San Sebastiano. Prosciolta anche Angela Maddalena. Al centro delle contestazioni, la procedura di affidamento per la fornitura di quattro colonne laparoscopiche Nbi di marca Olympus per l' azienda ospedaliera di Caserta, unico ospedale in Italia commissariato per camorra. La procedura sotto accusa è oggetto di una delibera del 12 dicembre del 2012. LA PROCURA La procura di Napoli sostiene che i vertici dell' ospedale di Caserta si accordarono con i Dell' Accio, gestori di fatto della società Lga Srl Meflamd, Vicamed Srl Soteme srl, Fed Medical, Euromed, Frag Hospital, per l' acquisto di un macchinario. Le aziende di Dell' Accio, secondo i pm della Procura diretta da Giovanni Melillo, sarebbero state favorite rispetto alle altre. Venti le persone rinviate a giudizio. Tra gli ospedali coinvolti l' Ascalesi, il San Giovanni Bosco, il San Paolo, il Loreto Mare, tutti a Napoli, oltre, come detto, al Sant' Anna e San Sebastiano di Caserta. Il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio anche per Rosario, Antonio e Claudia Dell' Accio, difesi dai legali Alfonso Furgiuele e Massimo Scalfati. Corrado Ursumando, Salvatore Belfiore, Antonio Carotenuto e altri. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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