Media Monitoring per 03-04-2019 - Rassegna stampa del 03-04-2019 - San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 03/04/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Assenteisti in corsia, il difensore civico «C' è stata disparità di trattamento» ....................... 1 03/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Concorso, fuori per una 'B' I giudici lo riammettono .............................................................. 3 03/04/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Ruggi, una donna bed manager: è già meno caos .................................................................. 5 02/04/2019 - WWW.PUNTOAGRONEWS.IT Cava de' Tirreni. Raddoppiano le sedute operatorie al Santa Maria dell'Olmo ....................... 7 02/04/2019 - WWW.ISTITUZIONI24.IT Sclerosi multipla e gravidanza, riconoscimento per il Ruggi di Salernoì ................................ 8 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 9 03/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO «Chirurgia oncologica, interventi a rischio» ........................................................................... 9 03/04/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Clinica Cobellis, Sos a De Luca «Più fondi o posti a rischio» ................................................ 11 03/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Prima lo stop a Dermatologia ............................................................................................... 12 03/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Tubercolosi in ospedale Niente posti per lo straniero .......................................................... 13 Sanità Campania ............................................................................................................................. 14 03/04/2019 - IL ROMA "Tour" di Verdoliva negli ospedali ........................................................................................ 14 03/04/2019 - IL ROMA Appalti della sanità, al via il processo sulle presunte irregolarità nelle forniture ................ 15 03/04/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Asl, doppi stipendi: nuovi indagati ....................................................................................... 16 03/04/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Assenteismo in ospedale: 28 indagati .................................................................................. 18 03/04/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) «Ospedale a pezzi e il Rummo rischia» ................................................................................. 20 03/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Dall' Asl nessuno sconto ai «furbetti»: «Licenzieremo chi ci ha danneggiato» ..................... 22 03/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Il male oscuro della sanità tra inefficienze e incoscienza ..................................................... 24 03/04/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) IL MEZZOGIORNO STROZZATO DALLA BUROCRAZIA ............................................................. 26 03/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Il primario di Anestesia regista della megatruffa ................................................................. 28 03/04/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) LA FEDERICO II SCOPRE I SEGRETI DELLA MELANINA ........................................................... 30 03/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Sequestrato il San Rocco «Senza licenza e pericoloso» ........................................................ 32 03/04/2019 - IL MATTINO Testamento biologico, Campania fanalino di coda ............................................................... 34 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 36 03/04/2019 - LA STAMPA "Costretti a richiamare i medici in pensione Negli ultimi vent' anni la politica ha fallito" .... 36 03/04/2019 - IL MESSAGGERO «Segnale importante per le donne Il governo dura? Imprevedibile» .................................... 38 03/04/2019 - ITALIA OGGI Dagli ospedali universitari pari trattamento ai prof ............................................................. 40 03/04/2019 - LIBERO Dal Gemelli cure su misura con il cibo .................................................................................. 42 03/04/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO Davvero temete di essere operati da un chirurgo coetaneo delle Kessler? .......................... 43
03/04/2019 - ITALIA OGGI Dirigenti della sanità, pochi soldi per il Ccnl ........................................................................ 45 03/04/2019 - ITALIA OGGI Donatori new style ............................................................................................................... 47 03/04/2019 - IL MANIFESTO In Umbria se non ti sbrighi a guarire paghi .......................................................................... 49 03/04/2019 - IL SOLE 24 ORE La terapia genica il vero asso della sanità pubblica del futuro ............................................ 51 03/04/2019 - IL GIORNALE Medici sotto organico? Il Policlinico lancia il «super infermiere» ......................................... 54 03/04/2019 - ITALIA OGGI Per le professioni sanitarie nuovo test con meno logica ...................................................... 56 03/04/2019 - IL GIORNALE San Raffaele, laparoscopia al femminile .............................................................................. 58 03/04/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO Vaccini, possibile obbligo dei certificati solo per il morbillo ................................................ 59
03/04/2019 Pagina 23 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 7.509 Lettori: 133.364 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Assenteisti in corsia, il difensore civico «C' è stata disparità di trattamento» IL PROVVEDIMENTO Il difensore civico della Regione Campania, Giuseppe Fortunato, «invita l' azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d' Aragona a un riesame, congruamente e dettagliatamente motivando ed esaminando» la decisione in base alla quale sono stati licenziati soltanto alcuni degli imputati dell' inchiesta Just in time, ovvero gli assenteisti dell' ospedale, quindi a riaprire i procedimenti «nel segno dell' eguaglianza, della ragionevolezza, del buon andamento e dell' imparzialità della pubblica amministrazione, sulla base di istruttoria ponderata e specifica. L' invito arriva dopo aver esaminato il ricorso presentato dai dipendenti della prima fase dell' inchiesta, quelli che furono pedinati dai militari del Gruppo Salerno della guardia di finanza e quindi sottoposti a misure di sospensione dall' attività. Sospensione che la dirigenza del Ruggi ha poi trasformato in licenziamenti. Sono sette e rientrano tra gli undici «sospesi» per volontà della magistratura. Ora sono tutti a processo, eccetto la caposala che ha scelto il rito abbreviato. Si tratta di Maria Luisa Palo (infermiera), Santo Pepe (pulizie esterne), Carmine De Chiaro (infermiere), Ciro Cuciniello (operatore servizi tecnici), Elena D' Ambrosio (caposala), Vincenzo Califano (sterilizzazione), Carmela Di Paolo (caposala). Per loro, dunque, si apre un nuovo spiraglio per riavere il lavoro. LE VALUTAZIONI Secondo il difensore civico della Regione Campania, dagli atti presentati dai ricorrenti emergono tre circostanze che andrebbero approfondite e motivate in quanto i ricorrenti riferiscono di due conclusioni di procedimenti penali- sentenza della Corte d' Appello - che delimitano gli accaduti; quindi di altri dipendenti coinvolti nelle stesse indagini che hanno ottenuto la sospensione dei procedimenti disciplinari e agli atti, non risultano differenze dirimenti, «non essendo Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ovviamente sufficiente in se l' affermazione che altri non sono stati destinatari di pedinamenti», scrive l' avvocato Fortunato; infine, secondo il difensore, «non risultata, quantunque giustamente richiesta e sollecitata, l' autorizzazione per l' incarico al professor Perugini sulla base del cui parere è stato respinto l' affermato conflitto di interesse asserito dai ricorrenti ed è stato concluso il procedimento disciplinare». Altri procedimenti interni, difatti, sono stati sospesi proprio in attesa dell' esito della vicenda giudiziaria ancora in corso. pe.car. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 11 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Concorso, fuori per una 'B' I giudici lo riammettono Quel segnetto da solo sul foglio della prova di selezione non poteva bastare da solo ad escluderla dalla selezione; soprattutto se si considera che il controllo delle risposte era automatico e non implicava, dunque, alcun controllo umano. Questi i motivi che hanno indotto i giudici del Tar ad accogliere il ricorso presentato da uno dei candidati al concorso Pubblico per nove posti di assistente amministrativo bandito dall'Azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona nel 2016. Il candidato era stato escluso dal concorso per irregolarità formali nella compilazione del foglio delle risposte nella prova scritte, perché sul foglio del quiz a risposta multipla, a penna, ci sarebbe stato un segno di riconoscimento: una lettera B. Il concorrente ha così proposto ricorso al Tar sottolineando l'illegittimità dell'esclusione per diversi motivi: l'assenza di qualsivoglia margine di discrezionalità nella valutazione delle prove, destinate ad una correzione automatizzata, peraltro affidata a ditta esterna (Ibs Informatica Basilicata Sistemi srls); la non riconducibilità del segno grafico contestato alla categoria dei cosiddetti segni di riconoscimento; che già in fase di prova, avendo segnalato al personale l'apposizione del segno grafico contestato, era stata rassicurata sull'assenza di conseguente ai fini della correzione e dell'eventuale accesso alla fase successiva, proprio in ragione della tipologia di prove e della correzione automatizzata degli elaborati. Alla fine i giudici del Tar hanno accolto il ricorso: «la tipologia della prova somministrata (quiz a risposta chiusa) con risposte da annerire su modulo prestampato e correzione con tecnica automatica ed anonima, priva di margini di discrezionalità (tanto da essere affidata ad un esecutore esterno, delle cui operazioni la Commissione si è limitata a prendere atto), portano a ritenere inapplicabile, al caso di esame, dei principi in materia di segno di riconoscimento ». Inoltre, dall'esame della scheda, emerge come la lettera B apposta a penna, «non possa ritenersi eterogenea ed avulsa rispetto al contesto del modulo di esame (contenente, per l'appunto e come visto sopra, una Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
quantità di caselle, contrassegnate con le lettere a, b, c e d), non potendosi ragionevolmente escludere che, con essa, la candidata abbia voluto, lungi dal rendere identificabile il proprio compito, semplicemente prendere un appunto/promemoria di un ragionamento durante lo svolgimento della prova o di un singolo quesito». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 23 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 9.957 Lettori: 133.364 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Ruggi, una donna bed manager: è già meno caos Sabino Russo È Rosa Frammartino la bed manager individuato per contrastare il sovraffollamento del pronto soccorso al Ruggi. Il direttore dei letti avrà tra i suoi compiti quello di garantire l' appropriatezza dei ricoveri, che dovrebbe evitare, così, la diminuzione dei posti nei reparti, con l' inevitabile imbuto che si crea nel trasferimento dei reparti. Referente del bed management è Grazia Cioffi, coadiuvata anche dall' assistente sociale Tiziana Cardaropoli, che ha il compito di prendere in carico i pazienti a maggiore rischio di difficoltà di dimissione già dal momento dell' accettazione al pronto soccorso o del ricovero in reparto, attivando tutte le dovute procedure per l' assistenza domiciliare integrata, la dimissione protetta socio-sanitaria, la lungodegenza. LA MANAGER Frammartino, 50enne, laureata in scienze infermieristiche, vive a Salerno ed è componente dello staff della direzione medica di presidio del Ruggi. Il suo incarico, per nomina della direzione strategica dell' azienda ospedaliera universitaria, giunge a completamento di un ampio lavoro portato avanti con tutti i reparti che fanno parte dell' area dell' emergenza-urgenza, presi d' assalto negli ultimi tempi. E il suo lavoro, in questi giorni, inizia a far vedere anche i suoi frutti, con il pronto soccorso che risulta più ordinato e snello. IL RUOLO Il bed manager ha il compito di garantire un' adatta movimentazione del paziente, dall' ammissione alla dimissione, creando le condizioni per usare al meglio tutti i posti letto disponibili nella struttura, attraverso la programmazione di tutta l' attività di ricovero, l' attività chirurgica, l' attività ambulatoriale e pianificando in modo dinamico la logistica dei pazienti in base alle fasi della degenza. Nello specifico, interviene: nel monitoraggio dei ricoveri dal pronto soccorso verso i reparti; nella gestione dei posti letto, chiudendo i posti letto non disponibili oppure programmandone la riapertura; nello sfollamento dei pazienti delle aree critiche e del pronto soccorso, con l' allocazione dei pazienti nei diversi Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
reparti, sulla base di disponibilità giornaliere concordate. IL DG «Abbiamo messo in atto tutta una serie di azioni per snellire il pronto soccorso spiega il manager Giuseppe Longo Queste vanno dal blocco dei ricoveri programmati dell' area medica all' aumento dei posti letto, oltre al tavolo tecnico permanente e all' unità di crisi. Il bed manager e bed management, che garantiscono un rapporto diretto tra il pronto soccorso e i reparti, proprio per governare la domanda del ps rispetto alla risposta delle corsie». La rete intraospedaliera governata dal bed manager è costituita dai primari, garanti dell' appropriatezza del setting assistenziale e del giro degli esami diagnostici, dettati dai protocolli operativi elaborati in funzione dell' ottimizzazione dell' indice di rotazione dei posti letto e del tasso di occupazione degli stessi. Sono anche responsabili delle dimissioni che dovranno essere garantite anche nei giorni festivi. A questi si aggiungono i coordinatori, che dovranno quotidianamente informare delle probabili dimissioni del giorno successivo e delle dimissioni del giorno stesso, e i direttori delle strutture di diagnostica strumentale e per immagine, dei laboratori e i consulenti, individuati come garanti della tempistica necessaria per la dimissione o evitare il ricovero. LA NOVITÀ Altra novità è la «discharge room centralizzata», camera delle dimissioni. Il primario, al momento della dimissione, verificato che questo abbia i criteri per poter accedere a questa stanza, comunica la necessità del posto e al momento opportuno lo fa accompagnare. Nella discharge room i pazienti dimessi trovano una zona relax con televisore, spazio per eventuale ristoro, servizi igienici, la modulistica per eventuale richiesta di cartella clinica e personale a loro dedicato. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/04/2019 puntoagronews.it EAV: € 353 Lettori: 1.500 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Cava de' Tirreni. Raddoppiano le sedute operatorie al Santa Maria dell'Olmo Buone notizie per l’ospedale Santa Maria dell’Olmo di Cava de’ Tirreni. Sedute operatorie raddoppiano e arrivano a quattordici giornaliere. Nel corso di un incontro con i rappresentanti sindacali e il manager dell’Azienda Ospedaliera e Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’ Aragona, Giuseppe Longo, ha dato il via libero all’aumento del numero giornaliero con una sorta di sforamento degli orari di servizio del personale. Saranno riaperte le sale operatorie, interessate dai lavori di ristrutturazione. Dopo la carenza di rianimatori della scorsa estate e l’avvio dei lavori di ristrutturazione a ottobre oggi sembra arrivare la parola fine ai disagi al Santa Maria dell’Olmo. La ristrutturazione delle sale operatorie ha previsto opere importanti di ripavimentazione, oltre all’ammodernamento delle apparecchiature. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/04/2019 istituzioni24.it EAV: € 503 Lettori: 1.667 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Sclerosi multipla e gravidanza, riconoscimento per il Ruggi di Salernoì SALERNO. Riconoscimento assegnato alla Neurologia dell’azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno ed al Centro sclerosi multipla. L’Unità è infatti tra i 77 centri in tutta Italia segnalati nell’ambito di “Una Cicogna per la sclerosi multipla”. Si tratta di un progetto promosso dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, con il patrocinio dell’Aism e della Società italiana di neurologia, relativo al miglioramento dell’accessibilità ai servizi erogati dai centri clinici di sclerosi multipla per sostenere le donne colpite dalla malattia che vorrebbero diventare mamma. L’obiettivo del progetto è dimostrare che questa malattia non rappresenta più un ostacolo al desiderio di maternità; questo sogno può essere realizzato attraverso un supporto qualificato di un team multidisciplinare, seguendo un percorso che accompagna la donna nelle varie fasi, dal concepimento fino alla nascita del bambino. Il reparto di Neurologia di Salerno è diretto dal professore Paolo Barone, presso il centro operano le dottoresse Maddalena Cianfrani, Maria Di Gregorio e Sara Scannapieco. 2 Aprile 2019 © istituzioni24.it - Il portale delle istituzioni italiane Registrazione n. 47 del 08/11/2018 presso il Tribunale di Napoli Società editrice: Associazione Nuovo Avvenire Grafica e webmaster: Faber Edizioni - www.faberedizioni.it Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 16 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia «Chirurgia oncologica, interventi a rischio» Salvatore De Napoli «Non sappiamo fino a quando riusciremo a garantire questa tipologia di interventi oncologici in laporoscopia che richiedono un'assistenza continua e più impegnativa dei pazienti». A lanciare l'allarme è Massimiliano Fabozzi , primario di Chirurgia oncologica all'ospedale Andrea Tortora di Pagani, che da otto mesi ha raggiunto notevoli risultati, nonostante il numero insufficiente di personale e strumentazioni che ha a disposizione. Le difficoltà stanno diventando inarginabili. Già ora, gli interventi laparoscopici si eseguono solo due volte a settimana e sono interventi altamente innovativi che hanno attirato pazienti anche da altre provincie della regione ed oltre, ma la situazione degli organici è peggiorata notevolmente: «Nonostante gli sforzi e i risultati che stiamo raggiungendo continuiamo a perdere personale - afferma il primario - . Riusciamo a fare con difficoltà i turni degli infermieri che stanno facendo dei grossi sacrifici per garantire l'assistenza ai pazienti». Occorrerebbero cinque infermieri nel reparto - ma ci sono anche carenze di personale in sala operatoria e di medici - per garantire assistenza adeguata e aumentare il numero di interventi. Su tutte le furie, Gennaro D'Andretta , rappresentante della Cgil funzione pubblica e coordinatore infermieristico al Tortora: «La sanità nell'Agro è prossima allo sfascio. E le istituzioni, ma più in particolare la dirigenza dell'Asl Salerno, sta a guardare. Si pensa di risolvere il grave vuoto di organico, a partire da figure indispensabili qual è quella degli infermieri professionali, chiudendo, riducendo, accorpando i reparti o intervenendo con misure palliative quali lo straordinario o altro. La gravissima situazione venutasi a creare negli ultimi mesi riguarda, in larga parte, i plessi ospedalieri, dei relativi Pronto soccorso e dei Punti di primo soccorso». Per il sindacalista, dunque, «non ci sono più le condizioni per garantire un adeguato percorso diagnostico, medico, chirurgico e assistenziale ai pazienti, in particolare a Nocera e Pagani. I più esposti sono quelli della rete oncologica, che ovviamente fa acqua: non sono coperti in modo serio i reparti, insufficienza cronica di figure Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
professionali necessarie. Reparti importanti come l'oncologia medica sono privi di direzione e di programmazione ». D'Andretta lancia strali pure contro gli imboscati: «Dove sono quelli che dovevano rientrare? Chi li copre? Nonostante sono stati individuati da una apposita Commissione, da anni ancora non lavorano in Reparti e non danno le mansioni per il ruolo professionale e qualifica che ricoprono - ha continuato - La rete dell'Emergenza anch'essa è in forte fibrillazione, e l'unico Pronto soccorso è gravato da una marea di accessi che coinvolge l'intera procedura assistenziale. Questa situazione penalizza i paziente e i lavoratori. I livelli minimi di assistenza sono lontani dagli standard qualitativi e quantitativi previsti dalle leggi». La Cgil chiede al commissario straordinario dell'Asl, Mario Iervolino , di ascoltare le richieste degli operatori, i direttori di strutture complesse e di valutare quali sono le criticità a cui dare risposte: «Questo è l'ultimo appello. Siamo disponibili ad aprire da subito un tavolo monotematico che discuta le priorità dei cittadini, dei pazienti e degli operatori tutti, ritenendo non del tutto esaustivo il continuo confronto su questioni meramente economiche e o di carriera che interessano i soliti potenti di turno ». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 23 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.571 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Clinica Cobellis, Sos a De Luca «Più fondi o posti a rischio» LA VERTENZA LA VERTENZA «Adeguare il budget assegnato alla clinica Cobellis per non perdere quaranta posti letto e trenta operatori». È quanto hanno chiesto alla Regione, ieri mattina, le parti sociali nel corso dell' incontro in prefettura, alla presenza anche della proprietà e del commissario straordinario dell' Asl Mario Iervolino. È stato così condiviso il percorso di avanzare, tramite il governatore De Luca, un approfondimento sulla situazione della clinica. LA STORIA Tutta la vicenda ha inizio nel mese di luglio 2011, quando Cobellis si aggiudicò la gara bandita dall' Asl Salerno per la clinica Venosa, con relativi posti letto e unità lavorative. A questa situazione, però, non si è mai aggiunto il conseguente adeguamento del fondo da parte dell' azienda sanitaria che era stato assegnato alla struttura, che era di 1,7 milioni di euro, successivamente diventato di soli 600 mila euro, meno della metà della cifra attesa. «Questa è una delle poche volte in cui il sindacato concorda e sostiene la proprietà dicono Pasquale Addesso e Angelo Di Giacomo della Cgil Cobellis dal primo giorno ha mantenuto tutti gli impegni, firmando al momento dell' aggiudica il contratto a tempo indeterminato a tutti gli operatori. Non è possibile mantenere una struttura con quaranta posti letto e oltre un milione di euro in meno». Sulla stessa linea anche Cisl e Uil. «L' errore è stato commesso dal vecchio commissario ad acta imposto dal Governo e purtroppo non è risolvibile in sede di Asl. Siamo certi, come sempre accade, che la questione non appena sarà posta all' attenzione di De Luca si troverà la quadra, poiché sia normale che alla casa di cura vengano riconosciute le risorse spettanti, in virtù di una attribuzione aggiuntiva delle quote spettanti e mai pagate». sa.ru. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 16 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Prima lo stop a Dermatologia Qualche settimana fa era stato il turno dello stop ai ricoveri in Dermatologia a Pagani, l'unico reparto del genere in tutta l'Azienda sanitaria locale della provincia di Salerno. Numeri sottodimensionati all'Ufa, il reparto specializzato nella preparazione dei farmaci chemioterapici che al presidio Andrea Tortora sono di altissimo livello e servono più province campane. La carenza di personale non è solo per il presidio sanitario paganese ma si parla anche di togliere due posti letto su quattro alla Rianimazione dell'ospedale Mauro Scarlato di Scafati dove il sindacato protesta a causa del possibile trasferimento di personale da un piano all'altro. Adesso non si esclude che per il caso sollevato da Fabozzi, oltre alla Cgil, possano mobilitarsi anche altre sigle di categoria e delegazioni di parlamentari salernitani per evitare che il reparto ospedaliero paganese continui a operare nella perenne emergenza. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 21 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Tubercolosi in ospedale Niente posti per lo straniero Caso di tubercolosi, scattano le precauzioni in ospedale. L'allarme è partito ieri pomeriggio. Al pronto soccorso sono spuntate mascherine e guanti. Un ragazzo straniero, infatti, è giunto al servizio di emergenza con i sintomi della tubercolosi. Effettuati gli esami, medici e infermieri hanno atteso l'esito avviando la procedura di profilassi. Il paziente dev'essere ricoverato, ma ieri sera non c'era un posto letto disponibile in tutta la Campania. Molti pazienti in attesa sono andati via dal pronto soccorso: «Non è razzismo ma è precauzione». Altri hanno preferito optare per un altro ospedale quando hanno visto medici con guanti e mascherine. Per il Santa Maria Addolorata non è una novità. La presenza di molti stranieri nella piana del Sele (a Eboli ne sono stati censiti cinquemila, ai quali vanno aggiunto gli irregolari) spinse l'Asl a istituire un servizio sanitario per le malattie dei migranti. Con il trascorrere delle ore, il sospetto di tubercolosi è diventato sempre più concreto. Il paziente è stato visitato dagli specialisti. Da ore dovrebbe però non si trova un posto libero in Campania. (f.f.) Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 14 EAV: € 753 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania "Tour" di Verdoliva negli ospedali NAPOLI. Continua il "tour" del nuovo commissario straordinario dell' Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, presso le strutture ospedaliere che rientrano nella sfera di competenza dell' azienda sanitaria locale. Un' abitudine presa dai primi giorni del suo incarico, che ha incontrato immediatamente il favore di tutti, soprattutto di coloro che usufruiscono dei servizi ospedalieri e che si sentono tutelati da un commissario che non si limita a leggere le relazioni, ma si presenta di persona, a sorpresa. Ieri mattina intorno alle 10 è arrivato, senza alcun preavviso, all' Annunziata. Insieme al direttore sanitario, Angelo Mengano, alla sua vice, Silvana Ciaburro, ed al primario dell' Oculistica, dottore Arcangelo Menna, ha provveduto ad una ricognizione per tutti i reparti dello storico presidio napoletano. Nel suo giro il Verdoliva si è intrattenuto a lungo con i piccoli pazienti, visto che l' Annunziata è un presidio pediatrico, del Centro vaccinale diretto dalla dotto ressa Rosa Papa. Il manager si è informato anche con alcune mamme che l' hanno ringraziato per l' impegno messo in questi suo primi giorni da commissario. La sua presenza negli ospedali, le visite a sorpresa per verificate l' effettivo servizio garantito ai pazienti, sono evidentemente molto apprezzate da chi negli ospedali va per ricevere cure. Il Commissario già conosceva la parte storica della struttura di Forcella: a dicembre dello scorso anno era stato premiato nella Sala della Biblioteca Storica con il "Per Sempre Scugnizzo". Trenta minuti, non di più: tanto è durata la visita del nuovo commissario. Non era un esame, quindi non c' è stato un giudizio. Ma l' impressione è stata positiva. Verdoliva ha lasciato l' Annunziata con la promessa di ritornare al più presto. Magari il 4 maggio quando è in programma un convegno sull' assistenza pubblica ai portatori di handicap. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 14 EAV: € 806 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Appalti della sanità, al via il processo sulle presunte irregolarità nelle forniture NEL MIRINO ANCHE L' OSPEDALE DEL MARE NAPOLI. Si è svolta ieri la prima udienza al processo sulle presunte irregolarità nelle forniture di strumentazione medica all' Ospedale del Mare e in altri presidi sanitari dell' Asl Napoli dello scorso mese di novembre. Tra le parti civili figura anche l' Asl Napoli 1. Il dibattimento si è aperto davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Napoli (presidente Pellecchia) con i 28 imputati tra i quali figura Loredana Di Vico, all' epoca dei fatti contestati responsabile Unità operativa complessa Acquisizione Beni e Servizi dell' Asl. Tra gli imputati anche l' imprenditore Vincenzo Dell' Accio, 50 anni, gestore, di fatto, insieme con alcuni familiari, di società per la rivendita di articoli medicali risultate amministrate da prestanome; Rosario, Antonio e Claudia Dell' Accio, parenti dell' imprenditore; Gennaro Ferrigno, collaboratore dei Dell' Accio. Durante l' udienza si sono costituite le parti civili, tra le quali anche l' Asl Napoli 1. I magistrati hanno disposto il rinvio del processo a martedì prossimo quando sarà conferito l' incarico all' ingegnere Porto di trascrivere le numerose intercettazioni che sono al cuore dell' inchiesta e che saranno terreno di "scontro" tra le parti in causa. Le accuse contestate sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali alla turbata libertà degli incanti e alla turbata libertà del procedimento di scelta del contraente con riferimento a plurime forniture di apparecchiature elettromedicali. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 27 EAV: € 9.452 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Asl, doppi stipendi: nuovi indagati GLI SVILUPPI Alessandra Montalbetti Inchiesta doppi stipendi all' Asl di Avellino: sale il numero di medici iscritti nel registro degli indagati. Al momento complessivamente sono 5 le persone (3 medici, un contabile e un dirigente) ad essere finiti nel registro degli indagati e che ad avviso degli inquirenti avrebbero ottenuto stipendi più alti rispetto al dovuto. La guardia di finanza di Avellino continua ad indagare e ad ascoltare i medici dell' Azienda sanitaria locale di via Degli Imbimbo passando al setaccio la loro busta paga e il monte ore di lavoro realmente effettuato dai camici bianchi. Al momento dei medici ascoltati presso il comando di via Pontieri, altri due sarebbero stati raggiunti dagli avvisi di garanzia. Ma l' inchiesta è destinata ad allagarsi ulteriormente in quanto, dalle indagini degli agenti della guardia di finanza di Avellino, agli ordini del colonnello Gennaro Ottaiano, starebbe emergendo che del meccanismo messo in piede dal contabile, finito nell' inchiesta, avrebbero beneficato anche altre persone completamente estranee all' azienda sanitaria locale. Ad intascare somme di denaro non dovute anche altre figure professionali che non risulterebbero né tra i dipendenti (strutturati) tantomeno tra i profili professionali dell' emergenza (non strutturati) dell' Asl di Avellino. Sarebbero emerse già numerose anomalie nei conteggi relativi alle ore di servizio effettuate e quelle pagate dall' Asl. I camici bianchi e non solo, sarebbero stati compensati indebitamente o più del dovuto. L' indagine e comunque destinata ad avere nuovi sviluppi. Da quanto trapela da indiscrezioni, infatti, ci sarebbero altri nomi su cui la procura e le fiamme gialle stanno procedendo con gli accertamenti sui compensi. Intanto dopo la riunione della Commissione Regionale sarebbe stato calcolato intorno ai 600mila euro lordi il totale degli ammanchi accertati. Le verifiche sono state effettuate per gli anni 2015-2018. Intanto il contabile, che ad avviso degli inquirenti avrebbe realizzato il meccanismo per mettere in piedi la truffa, è stato trasferito presso un ufficio Asl della provincia Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
irpina e non licenziato come inizialmente si era paventato. L' indagine avviata dalla Procura della Repubblica e guidata dal pubblico ministero Fabio Del Mauro ha preso il via dopo la denuncia della manager della struttura sanitaria di via degli Imbimbo, Maria Morgante e le prime acquisizioni di documenti furono effettuate poco prima delle festività natalizie. Nel mirino degli agenti della Guardia di Finanza di Avellino, sarebbe finita l' Unità Operativa Complessa del personale non strutturato dell' Azienda sanitaria locale dove, con ogni probabilità, sarebbero state trovate le modalità e gli artifici per gonfiare gli stipendi di alcuni medici di base, agevolandone alcuni e penalizzandone altri. Gli inquirenti stanno accertando se quest' ultimi fossero o meno compiacenti. Per farlo gli agenti della fiamme gialle hanno provveduto ad ascoltare per ben due volte il medico, originario dell' Alta Irpinia, coinvolto nell' inchiesta sui doppi stipendi dell' Asl di Avellino, accompagnato dal suo difensore, l' avvocato Antonio Rosania. Al medico e al contabile gli agenti della guardia di finanza hanno provveduto a consegnare il decreto di sequestro preventivo di tutti i beni a loro riconducibili al fine di garantire l' eventuale ristoro del danno provocato dagli indagati. Sulla vicenda non aveva risparmiato parole dure anche il Governatore Vincenzo De Luca durante la presentazione del calendario, di fine anno, al Ruggi d' Aragona di Salerno : «all' Asl di Avellino qualcuno si paga il doppio stipendio con certificazioni false, so bene quello che abbiamo trovato. Sono decenni di abbandono, di sciatteria, di porcheria». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 11 EAV: € 59.117 Lettori: 704.603 Argomento: Sanità Campania Assenteismo in ospedale: 28 indagati RAFFAELE SARDO Il blitz Al San Rocco di Sessa Aurunca (Caserta) dirigenti medici e infermieri facevano timbrare ad altri il cartellino Accusati di associazione per delinquere e truffa aggravata. I carabinieri del Nas sequestrano l' intero presidio Tutti presenti, tutti in realtà assenti. Ospedale fantasma, il San Rocco di Sessa Aurunca ( Caserta). 28 dipendenti sono finiti in una inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, il nosocomio è stato sequestrato perché privo di autorizzazioni. Diciotto dirigenti medici, infermieri e amministrativi, tutti dipendenti dell' ospedale San Rocco di Sessa Aurunca ( Caserta) tranne due, che sono in organico al policlinico universitario di Napoli, sono finiti sotto inchiesta - grazie anche alle telecamere di videosorveglianza - perché timbravano il cartellino e poi si assentavano dal lavoro uscendo dal retro. I medici indagati erano in servizio soprattutto nel reparto di anestesia, ma anche a quelli di pediatria, psichiatria e al 118. Uno di loro - è emerso dalle indagini - avrebbe fatto un viaggio all' estero facendo timbrare il figlio al posto suo. Nelle telefonate risate e battute dopo un primo controllo dei carabinieri titolari dell' indagine. Frasi del tipo: « Dice che si rischia il posto... Allora l' ospedale rimane vuoto » . Per 18 indagati è stata applicata la misura dell' obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria sia prima che subito dopo l' ingresso nella sede di servizio. Hanno l' obbligo della firma anche quando non lavorano. A eseguire l' ordinanza emessa dal gip di Santa Maria Capua Vetere, Rosaria dello Stritto, sono stati i carabinieri della Compagnia di Capua. Le accuse per gli indagati vanno dall' associazione per delinquere finalizzata alla truffa e truffa aggravata ai danni dello Stato, realizzate attraverso false attestazioni della presenza dei sanitari in servizio, alterando i sistemi di rilevamento della presenza al lavoro. Il danno complessivo cagionato dagli indagati all' Erario è stato stimato in 21.406 euro, che sono stati sequestrati sui conti correnti degli indagati. Nel corso della giornata l' ospedale San Rocco è stato sequestrato dai carabinieri del Nas che hanno riscontrato " la Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
mancanza della prevista autorizzazione all' esercizio della struttura nosocomiale", oltre a " carenze strutturali, funzionali e organizzative". Il Nas ha rilevato la presenza di molteplici carenze strutturali, funzionali e organizzative che interessano, in particolar modo, il complesso delle sale operatorie e il servizio di Radiologia. La struttura continuerà comunque ad operare per evitare disagi agli utenti. «Gli operatori sanitari svolgono un servizio sociale di primaria importanza - dice il procuratore di Santa Maria Capua Vetere Antonietta Troncone - perciò tutto questo mi lascia sconcertata per il loro comportamento. Non solo. Spesso le cose vanno insieme: chi non fa il proprio dovere e il degrado in cui si opera. E a pagare è sempre la povera gente». «Qua o ci arrestano a tutti quanti, o stiamo tutti in grazia di Dio. Tanto, come si dice, chi è senza peccato scagli la prima pietra » . Parlavano così due dei dirigenti medici dell' ospedale "San Rocco" di Sessa Aurunca intercettati dai carabinieri. Le frasi captate - secondo gli inquirenti - dimostrano " il clima di illiceità presente all' interno delle strutture oggetto dell' indagine" e " la spregiudicatezza con cui venivano poste in essere le condotte criminose". La Direzione regionale per la tutela della salute ha disposto una ispezione per individuare responsabilità, la qualità dell' assistenza e garantire la regolare presa in carico dei pazienti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Obbligo di firma per i camici bianchi coinvolti Le intercettazioni: "Se ci arrestano l' ospedale resta vuoto" La Direzione regionale per la tutela della salute ha disposto una visita ispettiva nel nosocomio. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 25 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 12.729 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania «Ospedale a pezzi e il Rummo rischia» Luella De Ciampis IL VERTICE «Abbiamo chiesto al prefetto di interpellare in tempi brevi gli organi regionali e ministeriali per ottenere un tavolo tecnico, da lui presieduto, con la partecipazione del governatore De Luca e dei rappresentanti del Ministero della Salute, per avere risposte certe sul futuro della sanità nel Sannio». Così i sindaci di Sant' Agata de' Goti, Carmine Valentino, e di Airola, Michele Napoletano, in qualità di portavoce di altri 10 sindaci dell' area saticulana e caudina che hanno simbolicamente depositato la fascia tricolore, alla fine dell' incontro con il prefetto Francesco Antonio Cappetta, che ha subito contattato gli organi di competenza. Contestualmente, Cappetta si è impegnato a chiedere al digì dell' azienda sanitaria «San Pio», Renato Pizzuti, il permesso di poter usufruire del medico di guardia del pronto soccorso per visitare gli attivisti del comitato «Curiamo la vita», presenti all' incontro, decisi a continuare lo sciopero della fame fino all' istituzione del tavolo tecnico. I PRIMI CITTADINI «Il Sant' Alfonso è moribondo dice Valentino e c' è il concreto rischio che trascini con sé anche l' ospedale Rummo. Per questo, chiediamo che sia fatta chiarezza e che la Regione faccia un passo indietro sul decreto attuativo che, di fatto, ha determinato lo smantellamento del nostro ospedale. Nessun rimpallo sulle responsabilità sia per garantire il diritto alla salute dei cittadini, sia per restituire credibilità alle istituzioni». La fusione tra il «Rummo» e il «Sant' Alfonso» che prevedeva la trasformazione del pronto soccorso in punto di primo soccorso, la chiusura dei reparti di Cardiologia e Ortopedia a Sant' Agata e il potenziamento di altre branche, in virtù della creazione del nuovo polo oncologico, con 142 posti letto, è stata ribaltata dopo la riattivazione del Pronto Soccorso. E quindi, con il successivo decreto 103/2018 del commissario ad acta, i posti letto sono stati ridotti a 89 complessivi. IL COMITATO «Non sapevo ha spiegato Mena Di Stasi, presidente del comitato - che salvare il pronto soccorso potesse significare perdere buona parte dei Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
reparti. Vogliamo un ospedale funzionante con un pronto soccorso efficiente e con le unità operative alle spalle, indispensabili per l' erogazione di tutti i servizi di cui abbiamo bisogno. Abbiamo avviato, simbolicamente, la consegna delle schede elettorali per far valere il nostro diritto alla salute». Le attiviste continueranno a presidiare il Sant' Alfonso e a reiterare lo sciopero della fame, nonostante le raccomandazioni del vescovo Battaglia di interromperlo. «Il futuro del Sant' Alfonso conclude Napoletano non riguarda solo Sant' Agata, ma 100mila abitanti solo in provincia di Benevento, oltre a quelli di alcuni comuni delle province di Caserta e Avellino. Tutto può cambiare e la Regione deve modificare questo decreto organizzativo, perché con la soppressione dei reparti di Cardiologia e Ortopedia, non è più possibile espletare attività di pronto soccorso». LA SOLIDARIETÀ A esprimere solidarietà alle attiviste anche l' assessora del Comune di Benevento, Anna Orlando: «Sono rimasta scossa nel vedere, specialmente in una giornata di sole, donne in catene manifestare per il diritto alla salute. Condivido l' attività parlamentare della senatrice Sandra Lonardo, che ha dimostrato la sua solidarietà attraverso le interrogazioni parlamentari al ministro Grillo, ma ad oggi non ha avuto ancora delle risposte. Ho visto la partecipazione attiva di molti sindaci e organizzazioni di terzo settore che hanno condiviso gli obiettivi del comitato. Tra le proposte, in qualità di giovane amministratrice di una comunità, penso sia necessario ribadire che il Sant' Alfonso ritorni sotto la gestione Asl e attraverso deroga centrale diventare Dea di primo livello, garantire il Dea di secondo livello al Rummo, eliminando il concetto di macro area Avellino-Benevento, utilizzare tutte le strutture presenti nella provincia organizzando almeno dei Ppi con dei servizi indispensabili ed essenziali per la comunità». IL DEMOCRAT Sulla vicenda ospedale è intervenuto anche il deputato Pd Umberto Del Basso De Caro: «Condivido le parole del vescovo Battaglia: non puntiamo il dito contro qualcuno, non strumentalizziamo la vicenda ma ora è il momento di lavorare insieme per cercare soluzioni concrete e reali per salvaguardare l' ospedale di Sant' Agata. Sono pronto ad intraprendere qualsiasi iniziativa affinché il Commissariato alla Sanità della Regione e il Ministero della Sanità rendano il Sant' Alfonso un ospedale degno di essere definito tale, con tutti quei reparti previsti per un presidio ospedaliero di base con Medicina, Chirurgia, Ortopedia, Cardiologia e Rianimazione. Quindi bene la riattivazione del Pronto Soccorso ma senza l' attivazione dei reparti non ha motivo di esistere. Naturalmente il tutto in vista dell' attivazione del Polo Oncologico che non può più attendere. Non strumentalizziamo la vicenda e abbandoniamo le magliette di partito» Intanto, oggi (ore 18.30) a Sant' Agata conferenza dei capigruppo, per per concordare nuove azioni da mettere in atto e discutere in consiglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 24 EAV: € 10.422 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Dall' Asl nessuno sconto ai «furbetti»: «Licenzieremo chi ci ha danneggiato» LE REAZIONI / 2 Ornella Mincione «Per questi medici è previsto il licenziamento, naturalmente. Quello che hanno fatto è inaccettabile, soprattutto nella sanità pubblica. Sono esterrefatto». Il direttore generale Mario de Biasio dice di non avere ancora letto tutti gli incartamenti delle indagini iniziate nel 2017 e che ieri hanno portato a 18 misure cautelari dell' obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per assenteismo all' ospedale di Sessa Aurunca e all' azienda universitaria Federico II di Napoli. In aggiunta, i carabinieri del Nas di Caserta, nello svolgere un' ispizione al San Rocco di Sessa Aurunca, hanno accertato la mancanza dell' autorizzazione all' esercizio nosocomiale, come previsto dal testo Unico Leggi Sanitarie, che la direzione motiva con uno stato di deroga' del nosocomio, in attesa del completamento dei lavori di adeguamento degli ambienti. Su questo secondo punto, la direzione dell' Asl di Caserta ha scelto di esprimersi soltanto attraverso un comunicato stampa ufficiale, diramato n el tardo pomeriggio. Per quanto riguarda gli arresti, in realtà ci sono 28 indagati e si tratta di dirigenti medici e personale infermieristico, ma anche di impiegati del settore amministrativo, che avrebbero stipulato un patto tra loro, al fine di truffare l' azienda ospedaliera. Per alcuni è infatti contestata l' associazione per delinquere finalizzata alla truffa. «Dobbiamo conoscere nel dettaglio le indagini e tutto ciò che emerso - spiega ancora De Biasio, appena acquisita la notizia - ma di sicuro ci comporteremo come abbiamo sempre fatto, ovvero licenzieremo tutte queste persone che si sono m osse ai danni dell' azienda e dell' utenza». Dall' inizio del suo mandato, questo è il secondo caso eclatante di assenteismo che il direttore generale dell' Asl di Caserta Mario De Biasio ha vissuto: l' altro accadde all' Asl di Maddaloni e anche in quel caso ci furono degli arresti e dei licenziamenti. C' è da Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
dire, però, che proprio da quando De Biasio è in carica, vale a dire dall' estate dl 2016, «l' azienda ha adottato misure proprio per monitorare il fenomeno dell' assenteismo -. Nel 2017 adottammo la misura delle impronte digitali, che ad oggi funzionano, sebbene in molti sostengano il contrario», commenta ancora il direttore De Biasio. E' sempre il direttore, però, che tiene a precisare che «nell' ultimo anno sono diminuiti fenomeni di assenteismo e di mancata giustificazione o comunicazione circa ritardo o assenza dal turno di servizio. Con il dato biometrico (l' impronta digitale) non c' è possibilità di sfuggire al controllo, perchè tutto viene registrato». A seguire, nel pomeriggio, è stato diffuso il comunicato di commento sia agli arresti che al sequestro dell' ospedale di Sessa Aurunca, comunque aperto al pubblico, al fine di non interrompere l' assistenza sanitaria di base. «Le forze dell' ordine hanno notificato al direttore sanitario del presidio la chiusura dell' indagine nei confronti di 14 dipendenti coinvolti in una inchiesta sull' assenteismo risalente al 2016 - si legge nella nota diramata dal direttore sanitario dell' Asl di Caserta Arcangelo Correra -. Reati già bloccati per iniziativa dell' Asl da oltre un anno. Poche ore dopo nello stesso presidio sono intervenuti i carabinieri dei Nas per un' ispezione, al termine della quale sono state dettate una serie di prescrizioni in relazione a rilievi non sostanziali, che non pregiudicano il funzionamento del presidio. L' ospedale è in attività e continua a offrire assistenza ai degenti. Si rileva, infine, che sulla base di una normativa relativa al completamento degli interventi sulla rete ospedaliera tutti gli ospedali sono autorizzati all' esercizio in deroga alla normativa in vigore, fino al completamento delle opere». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 21 EAV: € 6.448 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Il male oscuro della sanità tra inefficienze e incoscienza Francesco Vastarella L' analisi Medici furbetti del cartellino. Professionisti responsabili della vita delle persone che si comportano come studenti che marinano la scuola. Come se fosse la stessa cosa «fuggire» dall' ospedale e disertare una lezione. Tutto questo, a Sessa Aurunca come prima in ospedali a Napoli e nel resto della Campania, con un' aggravante: la truffa quotidiana, ripetuta, in associazione, a delinquere, a danno prima di tutto di chi i medici dovrebbero curare. Incoscienza e inefficienza si confondono in questa triste storia: un perverso, micidiale groviglio. Un male oscuro fino a quando non esplode, come ieri. Chi non mette la coscienza nel lavoro. Chi guarda dall' altra parte invece di controllare l' efficienza. Che faccia tosta deve avere avuto il medico che ha mandato il figliolo a passare il badge al proprio posto. E che idea si sarà fatto il ragazzo della vita e dei doveri? Una vittima anche lui, probabilmente. Sessa Aurunca è lo stesso ospedale dove otto mesi fa un paziente immigrato, sfuggendo ai controlli, uccise un ricoverato che se ne stava tranquillo nel suo letto. Conseguenza della pazzia, certo, ma anche inefficienza del controllo. Guardacaso, è successo in una struttura di frontiera, con poco personale e addirittura senza autorizzazioni, hanno scoperto ieri i carabinieri del Nas a poche ore dal provvedimento della Procura che ha smascherato i furbetti. Sessa Aurunca non autorizzato come il 50 per cento degli ospedali campani, stimano inquirenti ed esperti: reparti strategici che funzionano per tirare a campare, per non chiudere. Per questo ci si arrende e ci si rassegna all' inefficienza permanente. Non può essere un caso se in un ospedale come il Sant' Anna e San Sebastiano di Caserta sabato scorso un principio di incendio provocato da una cicca di sigaretta ha messo a repentaglio un reparto come la rianimazione per trenta lunghi minuti. Qualche sera prima una paziente disperata si era rivolta alle redazioni dei giornali per raccontare di avere visto un medico fumare mentre era in servizio. Peccato veniale, si potrebbe dire, rispetto ai disastri della sanità. Ma se Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
non si riesce a far rispettare un divieto di fumo o gli orari di lavoro come si può mettere mano a tutto il resto? © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019 Pagina 18 EAV: € 65.834 Lettori: 704.603 Argomento: Sanità Campania IL MEZZOGIORNO STROZZATO DALLA BUROCRAZIA DORIANA BUONAVITA L' intervento Diretta conseguenza della crisi risulta essere l' accentuazione del divario Nord-Sud, il peggiore e più preoccupante in tutta Europa La Cisl Campania su questi temi intende sviluppare un' azione sicuramente di proposta e di partecipazione attiva Caro direttore, la crisi socio economica del Mezzogiorno, con particolare riferimento alla Campania, ulteriormente aggravata dalla fase recessiva all' indomani del 2008, per essere affrontata al di là di norme e regole passa esclusivamente attraverso l' assunzione di ogni singola responsabilità istituzionale, politica, tecnocratica e delle rappresentanze sociali. Diretta conseguenza di tale crisi risulta essere l' accentuazione del divario Nord-Sud, il peggiore e più preoccupante in tutta Europa. E ci riferiamo al mondo della produzione industriale, artigianale, a turismo, agricoltura, ambiente, sicurezza, istruzione, deservizi, dal terzo settore alla sanità e mobilità, in rapporto anche al riconoscimento dei diritti fondamentali e inviolabili dei cittadini. Insieme alle scelte di politiche industriali e di modello di società in capo al governo e alle autonomie locali, che peraltro sono in molti casi demagogici e alla ricerca di consenso che parla alla pancia delle persone, bisogna avere il coraggio di cambiare le cose, abbandonando definitivamente le farraginose procedure della pubblica amministrazione che sono la vera causa del ritardo nello sviluppo. Occorre eliminare i nodi della burocrazia: le troppe e articolate regole, i tempi di risposta lunghi e incerti, i costi inammissibili della macchina pubblica, anche della politica, limitano lo sviluppo. La semplificazione rilancia la crescita. Un aumento dell' efficienza della pubblica amministrazione può significare un incremento del Pil pro capite, ma anche una crescita degli investimenti con effetti positivi sull' occupazione. Non ci riferiamo ai contenuti normativi, che andrebbero addirittura ridotti, bensì all' esercizio della funzione di responsabilità istituzionale politica e tecnico amministrativa. La realizzazione del bisogno della persona e dell' impresa è l' obiettivo a cui le responsabilità di cui si parlava devono mirare in maniera Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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