Media Monitoring per 03-04-2019 - Rassegna stampa del 03-04-2019 - San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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03-04-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 03-04-2019
Media Monitoring per 03-04-2019 - Rassegna stampa del 03-04-2019 - San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      03/04/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Assenteisti in corsia, il difensore civico «C' è stata disparità di trattamento» ....................... 1
      03/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Concorso, fuori per una 'B' I giudici lo riammettono .............................................................. 3
      03/04/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Ruggi, una donna bed manager: è già meno caos .................................................................. 5
      02/04/2019 - WWW.PUNTOAGRONEWS.IT
            Cava de' Tirreni. Raddoppiano le sedute operatorie al Santa Maria dell'Olmo ....................... 7
      02/04/2019 - WWW.ISTITUZIONI24.IT
            Sclerosi multipla e gravidanza, riconoscimento per il Ruggi di Salernoì ................................ 8
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 9
      03/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            «Chirurgia oncologica, interventi a rischio» ........................................................................... 9
      03/04/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Clinica Cobellis, Sos a De Luca «Più fondi o posti a rischio» ................................................ 11
      03/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Prima lo stop a Dermatologia ............................................................................................... 12
      03/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Tubercolosi in ospedale Niente posti per lo straniero .......................................................... 13
Sanità Campania ............................................................................................................................. 14
      03/04/2019 - IL ROMA
            "Tour" di Verdoliva negli ospedali ........................................................................................ 14
      03/04/2019 - IL ROMA
            Appalti della sanità, al via il processo sulle presunte irregolarità nelle forniture ................ 15
      03/04/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Asl, doppi stipendi: nuovi indagati ....................................................................................... 16
      03/04/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Assenteismo in ospedale: 28 indagati .................................................................................. 18
      03/04/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            «Ospedale a pezzi e il Rummo rischia» ................................................................................. 20
      03/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Dall' Asl nessuno sconto ai «furbetti»: «Licenzieremo chi ci ha danneggiato» ..................... 22
      03/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Il male oscuro della sanità tra inefficienze e incoscienza ..................................................... 24
      03/04/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            IL MEZZOGIORNO STROZZATO DALLA BUROCRAZIA ............................................................. 26
      03/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Il primario di Anestesia regista della megatruffa ................................................................. 28
      03/04/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            LA FEDERICO II SCOPRE I SEGRETI DELLA MELANINA ........................................................... 30
      03/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Sequestrato il San Rocco «Senza licenza e pericoloso» ........................................................ 32
      03/04/2019 - IL MATTINO
            Testamento biologico, Campania fanalino di coda ............................................................... 34
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 36
      03/04/2019 - LA STAMPA
            "Costretti a richiamare i medici in pensione Negli ultimi vent' anni la politica ha fallito" .... 36
      03/04/2019 - IL MESSAGGERO
            «Segnale importante per le donne Il governo dura? Imprevedibile» .................................... 38
      03/04/2019 - ITALIA OGGI
            Dagli ospedali universitari pari trattamento ai prof ............................................................. 40
      03/04/2019 - LIBERO
            Dal Gemelli cure su misura con il cibo .................................................................................. 42
      03/04/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
            Davvero temete di essere operati da un chirurgo coetaneo delle Kessler? .......................... 43
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03/04/2019 - ITALIA OGGI
     Dirigenti della sanità, pochi soldi per il Ccnl ........................................................................ 45
03/04/2019 - ITALIA OGGI
     Donatori new style ............................................................................................................... 47
03/04/2019 - IL MANIFESTO
     In Umbria se non ti sbrighi a guarire paghi .......................................................................... 49
03/04/2019 - IL SOLE 24 ORE
     La terapia genica il vero asso della sanità pubblica del futuro ............................................ 51
03/04/2019 - IL GIORNALE
     Medici sotto organico? Il Policlinico lancia il «super infermiere» ......................................... 54
03/04/2019 - ITALIA OGGI
     Per le professioni sanitarie nuovo test con meno logica ...................................................... 56
03/04/2019 - IL GIORNALE
     San Raffaele, laparoscopia al femminile .............................................................................. 58
03/04/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
     Vaccini, possibile obbligo dei certificati solo per il morbillo ................................................ 59
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03/04/2019                                                                                                               Pagina 23
                                    Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                         EAV: € 7.509
                                                                                                                         Lettori: 133.364
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

  Assenteisti in corsia, il difensore civico «C' è stata disparità
                          di trattamento»

 IL PROVVEDIMENTO Il difensore civico
 della Regione Campania, Giuseppe
 Fortunato, «invita l' azienda ospedaliera
 universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi
 d' Aragona a un riesame, congruamente
 e     dettagliatamente      motivando     ed
 esaminando» la decisione in base alla
 quale sono stati licenziati soltanto alcuni
 degli imputati dell' inchiesta Just in time,
 ovvero gli assenteisti dell' ospedale,
 quindi a riaprire i procedimenti «nel
 segno        dell'    eguaglianza,      della
 ragionevolezza, del buon andamento e
 dell'     imparzialità    della     pubblica
 amministrazione, sulla base di istruttoria
 ponderata e specifica. L' invito arriva
 dopo      aver     esaminato     il  ricorso
 presentato dai dipendenti della prima
 fase dell' inchiesta, quelli che furono
 pedinati dai militari del Gruppo Salerno
 della guardia di finanza e quindi
 sottoposti a misure di sospensione dall'
 attività. Sospensione che la dirigenza del
 Ruggi       ha     poi    trasformato      in
 licenziamenti. Sono sette e rientrano tra gli undici «sospesi» per volontà della
 magistratura. Ora sono tutti a processo, eccetto la caposala che ha scelto il rito
 abbreviato. Si tratta di Maria Luisa Palo (infermiera), Santo Pepe (pulizie esterne),
 Carmine De Chiaro (infermiere), Ciro Cuciniello (operatore servizi tecnici), Elena D'
 Ambrosio (caposala), Vincenzo Califano (sterilizzazione), Carmela Di Paolo
 (caposala). Per loro, dunque, si apre un nuovo spiraglio per riavere il lavoro. LE
 VALUTAZIONI Secondo il difensore civico della Regione Campania, dagli atti
 presentati dai ricorrenti emergono tre circostanze che andrebbero approfondite e
 motivate in quanto i ricorrenti riferiscono di due conclusioni di procedimenti penali-
 sentenza della Corte d' Appello - che delimitano gli accaduti; quindi di altri
 dipendenti coinvolti nelle stesse indagini che hanno ottenuto la sospensione dei
 procedimenti disciplinari e agli atti, non risultano differenze dirimenti, «non essendo

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ovviamente sufficiente in se l' affermazione che altri non sono stati destinatari di
pedinamenti», scrive l' avvocato Fortunato; infine, secondo il difensore, «non
risultata, quantunque giustamente richiesta e sollecitata, l' autorizzazione per l'
incarico al professor Perugini sulla base del cui parere è stato respinto l' affermato
conflitto di interesse asserito dai ricorrenti ed è stato concluso il procedimento
disciplinare». Altri procedimenti interni, difatti, sono stati sospesi proprio in attesa
dell' esito della vicenda giudiziaria ancora in corso. pe.car. © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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03/04/2019                                                                                                                Pagina 11
                                           La Città di Salerno
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

        Concorso, fuori per una 'B' I giudici lo riammettono

 Quel segnetto da solo sul foglio della
 prova di selezione non poteva bastare da
 solo ad escluderla dalla selezione;
 soprattutto se si considera che il
 controllo delle risposte era automatico e
 non implicava, dunque, alcun controllo
 umano. Questi i motivi che hanno indotto
 i giudici del Tar ad accogliere il ricorso
 presentato da uno dei candidati al
 concorso Pubblico per nove posti di
 assistente     amministrativo        bandito
 dall'Azienda ospedaliera universitaria
 San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona
 nel 2016. Il candidato era stato escluso
 dal concorso per irregolarità formali
 nella compilazione del foglio delle
 risposte nella prova scritte, perché sul
 foglio del quiz a risposta multipla, a
 penna, ci sarebbe stato un segno di
 riconoscimento: una lettera B. Il
 concorrente ha così proposto ricorso al
 Tar       sottolineando       l'illegittimità
 dell'esclusione per diversi motivi: l'assenza di qualsivoglia margine di discrezionalità
 nella valutazione delle prove, destinate ad una correzione automatizzata, peraltro
 affidata a ditta esterna (Ibs Informatica Basilicata Sistemi srls); la non riconducibilità
 del segno grafico contestato alla categoria dei cosiddetti segni di riconoscimento;
 che già in fase di prova, avendo segnalato al personale l'apposizione del segno
 grafico contestato, era stata rassicurata sull'assenza di conseguente ai fini della
 correzione e dell'eventuale accesso alla fase successiva, proprio in ragione della
 tipologia di prove e della correzione automatizzata degli elaborati. Alla fine i giudici
 del Tar hanno accolto il ricorso: «la tipologia della prova somministrata (quiz a
 risposta chiusa) con risposte da annerire su modulo prestampato e correzione con
 tecnica automatica ed anonima, priva di margini di discrezionalità (tanto da essere
 affidata ad un esecutore esterno, delle cui operazioni la Commissione si è limitata a
 prendere atto), portano a ritenere inapplicabile, al caso di esame, dei principi in
 materia di segno di riconoscimento ». Inoltre, dall'esame della scheda, emerge come
 la lettera B apposta a penna, «non possa ritenersi eterogenea ed avulsa rispetto al
 contesto del modulo di esame (contenente, per l'appunto e come visto sopra, una
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quantità di caselle, contrassegnate con le lettere a, b, c e d), non potendosi
ragionevolmente escludere che, con essa, la candidata abbia voluto, lungi dal
rendere identificabile il proprio compito, semplicemente prendere un
appunto/promemoria di un ragionamento durante lo svolgimento della prova o di un
singolo quesito».

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03/04/2019                                                                                                                  Pagina 23
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 9.957
                                                                                                                            Lettori: 133.364
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

          Ruggi, una donna bed manager: è già meno caos
 Sabino Russo
 È Rosa Frammartino la bed manager
 individuato       per     contrastare       il
 sovraffollamento del pronto soccorso al
 Ruggi. Il direttore dei letti avrà tra i suoi
 compiti      quello    di     garantire     l'
 appropriatezza       dei    ricoveri,    che
 dovrebbe evitare, così, la diminuzione
 dei posti nei reparti, con l' inevitabile
 imbuto che si crea nel trasferimento dei
 reparti. Referente del bed management
 è Grazia Cioffi, coadiuvata anche dall'
 assistente sociale Tiziana Cardaropoli,
 che ha il compito di prendere in carico i
 pazienti a maggiore rischio di difficoltà di
 dimissione già dal momento dell'
 accettazione al pronto soccorso o del
 ricovero in reparto, attivando tutte le
 dovute procedure per l' assistenza
 domiciliare integrata, la dimissione
 protetta          socio-sanitaria,         la
 lungodegenza.           LA        MANAGER
 Frammartino,       50enne,     laureata    in
 scienze infermieristiche, vive a Salerno
 ed è componente dello staff della
 direzione medica di presidio del Ruggi. Il suo incarico, per nomina della direzione
 strategica dell' azienda ospedaliera universitaria, giunge a completamento di un
 ampio lavoro portato avanti con tutti i reparti che fanno parte dell' area dell'
 emergenza-urgenza, presi d' assalto negli ultimi tempi. E il suo lavoro, in questi
 giorni, inizia a far vedere anche i suoi frutti, con il pronto soccorso che risulta più
 ordinato e snello. IL RUOLO Il bed manager ha il compito di garantire un' adatta
 movimentazione del paziente, dall' ammissione alla dimissione, creando le
 condizioni per usare al meglio tutti i posti letto disponibili nella struttura, attraverso
 la programmazione di tutta l' attività di ricovero, l' attività chirurgica, l' attività
 ambulatoriale e pianificando in modo dinamico la logistica dei pazienti in base alle
 fasi della degenza. Nello specifico, interviene: nel monitoraggio dei ricoveri dal
 pronto soccorso verso i reparti; nella gestione dei posti letto, chiudendo i posti letto
 non disponibili oppure programmandone la riapertura; nello sfollamento dei pazienti
 delle aree critiche e del pronto soccorso, con l' allocazione dei pazienti nei diversi
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reparti, sulla base di disponibilità giornaliere concordate. IL DG «Abbiamo messo in
atto tutta una serie di azioni per snellire il pronto soccorso spiega il manager
Giuseppe Longo Queste vanno dal blocco dei ricoveri programmati dell' area medica
all' aumento dei posti letto, oltre al tavolo tecnico permanente e all' unità di crisi. Il
bed manager e bed management, che garantiscono un rapporto diretto tra il pronto
soccorso e i reparti, proprio per governare la domanda del ps rispetto alla risposta
delle corsie». La rete intraospedaliera governata dal bed manager è costituita dai
primari, garanti dell' appropriatezza del setting assistenziale e del giro degli esami
diagnostici, dettati dai protocolli operativi elaborati in funzione dell' ottimizzazione
dell' indice di rotazione dei posti letto e del tasso di occupazione degli stessi. Sono
anche responsabili delle dimissioni che dovranno essere garantite anche nei giorni
festivi. A questi si aggiungono i coordinatori, che dovranno quotidianamente
informare delle probabili dimissioni del giorno successivo e delle dimissioni del
giorno stesso, e i direttori delle strutture di diagnostica strumentale e per immagine,
dei laboratori e i consulenti, individuati come garanti della tempistica necessaria per
la dimissione o evitare il ricovero. LA NOVITÀ Altra novità è la «discharge room
centralizzata», camera delle dimissioni. Il primario, al momento della dimissione,
verificato che questo abbia i criteri per poter accedere a questa stanza, comunica la
necessità del posto e al momento opportuno lo fa accompagnare. Nella discharge
room i pazienti dimessi trovano una zona relax con televisore, spazio per eventuale
ristoro, servizi igienici, la modulistica per eventuale richiesta di cartella clinica e
personale a loro dedicato. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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02/04/2019
                                            puntoagronews.it
                                                                                                                          EAV: € 353
                                                                                                                          Lettori: 1.500
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

  Cava de' Tirreni. Raddoppiano le sedute operatorie al Santa
                        Maria dell'Olmo

 Buone notizie per l’ospedale Santa Maria
 dell’Olmo di Cava de’ Tirreni. Sedute
 operatorie raddoppiano e arrivano a
 quattordici giornaliere. Nel corso di un
 incontro con i rappresentanti sindacali e
 il manager dell’Azienda Ospedaliera e
 Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi
 D’ Aragona, Giuseppe Longo, ha dato il
 via libero all’aumento del numero
 giornaliero con una sorta di sforamento
 degli orari di servizio del personale.
 Saranno riaperte le sale operatorie,
 interessate dai lavori di ristrutturazione. Dopo la carenza di rianimatori della scorsa
 estate e l’avvio dei lavori di ristrutturazione a ottobre oggi sembra arrivare la parola
 fine ai disagi al Santa Maria dell’Olmo. La ristrutturazione delle sale operatorie ha
 previsto opere importanti di ripavimentazione, oltre all’ammodernamento delle
 apparecchiature.

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02/04/2019
                                                istituzioni24.it
                                                                                                                          EAV: € 503
                                                                                                                          Lettori: 1.667
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

  Sclerosi multipla e gravidanza, riconoscimento per il Ruggi
                           di Salernoì

 SALERNO. Riconoscimento assegnato
 alla Neurologia dell’azienda ospedaliera
 universitaria “San Giovanni di Dio e
 Ruggi d’Aragona” di Salerno ed al Centro
 sclerosi multipla. L’Unità è infatti tra i 77
 centri in tutta Italia segnalati nell’ambito
 di “Una Cicogna per la sclerosi multipla”.
 Si tratta di un progetto promosso
 dall’Osservatorio nazionale sulla salute
 della donna, con il patrocinio dell’Aism e
 della Società italiana di neurologia,
 relativo          al          miglioramento
 dell’accessibilità ai servizi erogati dai centri clinici di sclerosi multipla per sostenere
 le donne colpite dalla malattia che vorrebbero diventare mamma. L’obiettivo del
 progetto è dimostrare che questa malattia non rappresenta più un ostacolo al
 desiderio di maternità; questo sogno può essere realizzato attraverso un supporto
 qualificato di un team multidisciplinare, seguendo un percorso che accompagna la
 donna nelle varie fasi, dal concepimento fino alla nascita del bambino. Il reparto di
 Neurologia di Salerno è diretto dal professore Paolo Barone, presso il centro operano
 le dottoresse Maddalena Cianfrani, Maria Di Gregorio e Sara Scannapieco. 2 Aprile
 2019 © istituzioni24.it - Il portale delle istituzioni italiane Registrazione n. 47 del
 08/11/2018 presso il Tribunale di Napoli Società editrice: Associazione Nuovo
 Avvenire Grafica e webmaster: Faber Edizioni - www.faberedizioni.it

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03/04/2019                                                                                                                 Pagina 16
                                            La Città di Salerno
                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

               «Chirurgia oncologica, interventi a rischio»
 Salvatore De Napoli
 «Non sappiamo fino a quando riusciremo
 a garantire questa tipologia di interventi
 oncologici in laporoscopia che richiedono
 un'assistenza continua e più impegnativa
 dei pazienti». A lanciare l'allarme è
 Massimiliano Fabozzi , primario di
 Chirurgia oncologica all'ospedale Andrea
 Tortora di Pagani, che da otto mesi ha
 raggiunto notevoli risultati, nonostante il
 numero insufficiente di personale e
 strumentazioni che ha a disposizione. Le
 difficoltà stanno diventando inarginabili.
 Già ora, gli interventi laparoscopici si
 eseguono solo due volte a settimana e
 sono interventi altamente innovativi che
 hanno attirato pazienti anche da altre
 provincie della regione ed oltre, ma la
 situazione degli organici è peggiorata
 notevolmente: «Nonostante gli sforzi e i
 risultati   che    stiamo    raggiungendo
 continuiamo a perdere personale -
 afferma il primario - . Riusciamo a fare
 con difficoltà i turni degli infermieri che stanno facendo dei grossi sacrifici per
 garantire l'assistenza ai pazienti». Occorrerebbero cinque infermieri nel reparto - ma
 ci sono anche carenze di personale in sala operatoria e di medici - per garantire
 assistenza adeguata e aumentare il numero di interventi. Su tutte le furie, Gennaro
 D'Andretta , rappresentante della Cgil funzione pubblica e coordinatore
 infermieristico al Tortora: «La sanità nell'Agro è prossima allo sfascio. E le istituzioni,
 ma più in particolare la dirigenza dell'Asl Salerno, sta a guardare. Si pensa di
 risolvere il grave vuoto di organico, a partire da figure indispensabili qual è quella
 degli infermieri professionali, chiudendo, riducendo, accorpando i reparti o
 intervenendo con misure palliative quali lo straordinario o altro. La gravissima
 situazione venutasi a creare negli ultimi mesi riguarda, in larga parte, i plessi
 ospedalieri, dei relativi Pronto soccorso e dei Punti di primo soccorso». Per il
 sindacalista, dunque, «non ci sono più le condizioni per garantire un adeguato
 percorso diagnostico, medico, chirurgico e assistenziale ai pazienti, in particolare a
 Nocera e Pagani. I più esposti sono quelli della rete oncologica, che ovviamente fa
 acqua: non sono coperti in modo serio i reparti, insufficienza cronica di figure
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professionali necessarie. Reparti importanti come l'oncologia medica sono privi di
direzione e di programmazione ». D'Andretta lancia strali pure contro gli imboscati:
«Dove sono quelli che dovevano rientrare? Chi li copre? Nonostante sono stati
individuati da una apposita Commissione, da anni ancora non lavorano in Reparti e
non danno le mansioni per il ruolo professionale e qualifica che ricoprono - ha
continuato - La rete dell'Emergenza anch'essa è in forte fibrillazione, e l'unico Pronto
soccorso è gravato da una marea di accessi che coinvolge l'intera procedura
assistenziale. Questa situazione penalizza i paziente e i lavoratori. I livelli minimi di
assistenza sono lontani dagli standard qualitativi e quantitativi previsti dalle leggi».
La Cgil chiede al commissario straordinario dell'Asl, Mario Iervolino , di ascoltare le
richieste degli operatori, i direttori di strutture complesse e di valutare quali sono le
criticità a cui dare risposte: «Questo è l'ultimo appello. Siamo disponibili ad aprire da
subito un tavolo monotematico che discuta le priorità dei cittadini, dei pazienti e
degli operatori tutti, ritenendo non del tutto esaustivo il continuo confronto su
questioni meramente economiche e o di carriera che interessano i soliti potenti di
turno ».

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03/04/2019                                                                                                               Pagina 23
                                    Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                         EAV: € 5.571
                                                                                                                         Lettori: 133.364
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

   Clinica Cobellis, Sos a De Luca «Più fondi o posti a rischio»

 LA VERTENZA LA VERTENZA «Adeguare il
 budget assegnato alla clinica Cobellis
 per non perdere quaranta posti letto e
 trenta operatori». È quanto hanno
 chiesto alla Regione, ieri mattina, le parti
 sociali nel corso dell' incontro in
 prefettura, alla presenza anche della
 proprietà e del commissario straordinario
 dell' Asl Mario Iervolino. È stato così
 condiviso il percorso di avanzare, tramite
 il    governatore      De      Luca,     un
 approfondimento sulla situazione della
 clinica. LA STORIA Tutta la vicenda ha
 inizio nel mese di luglio 2011, quando
 Cobellis si aggiudicò la gara bandita dall'
 Asl Salerno per la clinica Venosa, con
 relativi posti letto e unità lavorative. A
 questa situazione, però, non si è mai
 aggiunto il conseguente adeguamento
 del fondo da parte dell' azienda sanitaria
 che era stato assegnato alla struttura,
 che era di 1,7 milioni di euro,
 successivamente diventato di soli 600
 mila euro, meno della metà della cifra
 attesa. «Questa è una delle poche volte in cui il sindacato concorda e sostiene la
 proprietà dicono Pasquale Addesso e Angelo Di Giacomo della Cgil Cobellis dal primo
 giorno ha mantenuto tutti gli impegni, firmando al momento dell' aggiudica il
 contratto a tempo indeterminato a tutti gli operatori. Non è possibile mantenere una
 struttura con quaranta posti letto e oltre un milione di euro in meno». Sulla stessa
 linea anche Cisl e Uil. «L' errore è stato commesso dal vecchio commissario ad acta
 imposto dal Governo e purtroppo non è risolvibile in sede di Asl. Siamo certi, come
 sempre accade, che la questione non appena sarà posta all' attenzione di De Luca si
 troverà la quadra, poiché sia normale che alla casa di cura vengano riconosciute le
 risorse spettanti, in virtù di una attribuzione aggiuntiva delle quote spettanti e mai
 pagate». sa.ru. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/04/2019                                                                                                               Pagina 16
                                          La Città di Salerno
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

                             Prima lo stop a Dermatologia

 Qualche settimana fa era stato il turno
 dello stop ai ricoveri in Dermatologia a
 Pagani, l'unico reparto del genere in
 tutta l'Azienda sanitaria locale della
 provincia      di     Salerno.     Numeri
 sottodimensionati all'Ufa, il reparto
 specializzato nella preparazione dei
 farmaci chemioterapici che al presidio
 Andrea Tortora sono di altissimo livello e
 servono più province campane. La
 carenza di personale non è solo per il
 presidio sanitario paganese ma si parla
 anche di togliere due posti letto su
 quattro alla Rianimazione dell'ospedale
 Mauro Scarlato di Scafati dove il
 sindacato protesta a causa del possibile
 trasferimento di personale da un piano
 all'altro. Adesso non si esclude che per il
 caso sollevato da Fabozzi, oltre alla Cgil,
 possano mobilitarsi anche altre sigle di
 categoria e delegazioni di parlamentari
 salernitani per evitare che il reparto
 ospedaliero paganese continui a operare nella perenne emergenza.

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03/04/2019                                                                                                                Pagina 21
                                           La Città di Salerno
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

       Tubercolosi in ospedale Niente posti per lo straniero

 Caso di tubercolosi, scattano le
 precauzioni in ospedale. L'allarme è
 partito ieri pomeriggio. Al pronto
 soccorso sono spuntate mascherine e
 guanti. Un ragazzo straniero, infatti, è
 giunto al servizio di emergenza con i
 sintomi della tubercolosi. Effettuati gli
 esami, medici e infermieri hanno atteso
 l'esito avviando la procedura di
 profilassi.    Il   paziente      dev'essere
 ricoverato, ma ieri sera non c'era un
 posto letto disponibile in tutta la
 Campania. Molti pazienti in attesa sono
 andati via dal pronto soccorso: «Non è
 razzismo ma è precauzione». Altri hanno
 preferito optare per un altro ospedale
 quando hanno visto medici con guanti e
 mascherine.      Per    il   Santa    Maria
 Addolorata non è una novità. La
 presenza di molti stranieri nella piana
 del Sele (a Eboli ne sono stati censiti
 cinquemila, ai quali vanno aggiunto gli
 irregolari) spinse l'Asl a istituire un servizio sanitario per le malattie dei migranti.
 Con il trascorrere delle ore, il sospetto di tubercolosi è diventato sempre più
 concreto. Il paziente è stato visitato dagli specialisti. Da ore dovrebbe però non si
 trova un posto libero in Campania. (f.f.)

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03/04/2019                                                                                                                Pagina 14

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

                         "Tour" di Verdoliva negli ospedali

 NAPOLI. Continua il "tour" del nuovo
 commissario straordinario dell' Asl Napoli
 1, Ciro Verdoliva, presso le strutture
 ospedaliere che rientrano nella sfera di
 competenza dell' azienda sanitaria
 locale. Un' abitudine presa dai primi
 giorni del suo incarico, che ha incontrato
 immediatamente il favore di tutti,
 soprattutto di coloro che usufruiscono
 dei servizi ospedalieri e che si sentono
 tutelati da un commissario che non si
 limita a leggere le relazioni, ma si
 presenta di persona, a sorpresa. Ieri
 mattina intorno alle 10 è arrivato, senza
 alcun preavviso, all' Annunziata. Insieme
 al direttore sanitario, Angelo Mengano,
 alla sua vice, Silvana Ciaburro, ed al
 primario     dell'    Oculistica,   dottore
 Arcangelo Menna, ha provveduto ad una
 ricognizione per tutti i reparti dello
 storico presidio napoletano. Nel suo giro
 il Verdoliva si è intrattenuto a lungo con i
 piccoli pazienti, visto che l' Annunziata è
 un presidio pediatrico, del Centro
 vaccinale diretto dalla dotto ressa Rosa Papa. Il manager si è informato anche con
 alcune mamme che l' hanno ringraziato per l' impegno messo in questi suo primi
 giorni da commissario. La sua presenza negli ospedali, le visite a sorpresa per
 verificate l' effettivo servizio garantito ai pazienti, sono evidentemente molto
 apprezzate da chi negli ospedali va per ricevere cure. Il Commissario già conosceva
 la parte storica della struttura di Forcella: a dicembre dello scorso anno era stato
 premiato nella Sala della Biblioteca Storica con il "Per Sempre Scugnizzo". Trenta
 minuti, non di più: tanto è durata la visita del nuovo commissario. Non era un
 esame, quindi non c' è stato un giudizio. Ma l' impressione è stata positiva. Verdoliva
 ha lasciato l' Annunziata con la promessa di ritornare al più presto. Magari il 4
 maggio quando è in programma un convegno sull' assistenza pubblica ai portatori di
 handicap.

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03/04/2019                                                                                                                Pagina 14

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

       Appalti della sanità, al via il processo sulle presunte
                     irregolarità nelle forniture

 NEL MIRINO ANCHE L' OSPEDALE DEL
 MARE NAPOLI. Si è svolta ieri la prima
 udienza al processo sulle presunte
 irregolarità     nelle     forniture       di
 strumentazione medica all' Ospedale del
 Mare e in altri presidi sanitari dell' Asl
 Napoli dello scorso mese di novembre.
 Tra le parti civili figura anche l' Asl
 Napoli 1. Il dibattimento si è aperto
 davanti ai giudici della prima sezione
 penale     del    Tribunale    di    Napoli
 (presidente Pellecchia) con i 28 imputati
 tra i quali figura Loredana Di Vico, all'
 epoca dei fatti contestati responsabile
 Unità operativa complessa Acquisizione
 Beni e Servizi dell' Asl. Tra gli imputati
 anche l' imprenditore Vincenzo Dell'
 Accio, 50 anni, gestore, di fatto, insieme
 con alcuni familiari, di società per la
 rivendita di articoli medicali risultate
 amministrate da prestanome; Rosario,
 Antonio e Claudia Dell' Accio, parenti
 dell' imprenditore; Gennaro Ferrigno,
 collaboratore dei Dell' Accio. Durante l'
 udienza si sono costituite le parti civili, tra le quali anche l' Asl Napoli 1. I magistrati
 hanno disposto il rinvio del processo a martedì prossimo quando sarà conferito l'
 incarico all' ingegnere Porto di trascrivere le numerose intercettazioni che sono al
 cuore dell' inchiesta e che saranno terreno di "scontro" tra le parti in causa. Le
 accuse contestate sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di
 pubblici ufficiali alla turbata libertà degli incanti e alla turbata libertà del
 procedimento di scelta del contraente con riferimento a plurime forniture di
 apparecchiature elettromedicali.

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03/04/2019                                                                                                               Pagina 27

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                                                                                                                         Lettori: 133.364
                                         Argomento: Sanità Campania

                       Asl, doppi stipendi: nuovi indagati

 GLI SVILUPPI Alessandra Montalbetti
 Inchiesta doppi stipendi all' Asl di
 Avellino: sale il numero di medici iscritti
 nel registro degli indagati. Al momento
 complessivamente sono 5 le persone (3
 medici, un contabile e un dirigente) ad
 essere finiti nel registro degli indagati e
 che ad avviso degli inquirenti avrebbero
 ottenuto stipendi più alti rispetto al
 dovuto. La guardia di finanza di Avellino
 continua ad indagare e ad ascoltare i
 medici dell' Azienda sanitaria locale di
 via Degli Imbimbo passando al setaccio
 la loro busta paga e il monte ore di
 lavoro realmente effettuato dai camici
 bianchi. Al momento dei medici ascoltati
 presso il comando di via Pontieri, altri
 due sarebbero stati raggiunti dagli avvisi
 di garanzia. Ma l' inchiesta è destinata
 ad allagarsi ulteriormente in quanto,
 dalle indagini degli agenti della guardia
 di finanza di Avellino, agli ordini del
 colonnello Gennaro Ottaiano, starebbe
 emergendo che del meccanismo messo
 in piede dal contabile, finito nell' inchiesta, avrebbero beneficato anche altre
 persone completamente estranee all' azienda sanitaria locale. Ad intascare somme
 di denaro non dovute anche altre figure professionali che non risulterebbero né tra i
 dipendenti (strutturati) tantomeno tra i profili professionali dell' emergenza (non
 strutturati) dell' Asl di Avellino. Sarebbero emerse già numerose anomalie nei
 conteggi relativi alle ore di servizio effettuate e quelle pagate dall' Asl. I camici
 bianchi e non solo, sarebbero stati compensati indebitamente o più del dovuto. L'
 indagine e comunque destinata ad avere nuovi sviluppi. Da quanto trapela da
 indiscrezioni, infatti, ci sarebbero altri nomi su cui la procura e le fiamme gialle
 stanno procedendo con gli accertamenti sui compensi. Intanto dopo la riunione della
 Commissione Regionale sarebbe stato calcolato intorno ai 600mila euro lordi il totale
 degli ammanchi accertati. Le verifiche sono state effettuate per gli anni 2015-2018.
 Intanto il contabile, che ad avviso degli inquirenti avrebbe realizzato il meccanismo
 per mettere in piedi la truffa, è stato trasferito presso un ufficio Asl della provincia
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irpina e non licenziato come inizialmente si era paventato. L' indagine avviata dalla
Procura della Repubblica e guidata dal pubblico ministero Fabio Del Mauro ha preso
il via dopo la denuncia della manager della struttura sanitaria di via degli Imbimbo,
Maria Morgante e le prime acquisizioni di documenti furono effettuate poco prima
delle festività natalizie. Nel mirino degli agenti della Guardia di Finanza di Avellino,
sarebbe finita l' Unità Operativa Complessa del personale non strutturato dell'
Azienda sanitaria locale dove, con ogni probabilità, sarebbero state trovate le
modalità e gli artifici per gonfiare gli stipendi di alcuni medici di base, agevolandone
alcuni e penalizzandone altri. Gli inquirenti stanno accertando se quest' ultimi
fossero o meno compiacenti. Per farlo gli agenti della fiamme gialle hanno
provveduto ad ascoltare per ben due volte il medico, originario dell' Alta Irpinia,
coinvolto nell' inchiesta sui doppi stipendi dell' Asl di Avellino, accompagnato dal suo
difensore, l' avvocato Antonio Rosania. Al medico e al contabile gli agenti della
guardia di finanza hanno provveduto a consegnare il decreto di sequestro preventivo
di tutti i beni a loro riconducibili al fine di garantire l' eventuale ristoro del danno
provocato dagli indagati. Sulla vicenda non aveva risparmiato parole dure anche il
Governatore Vincenzo De Luca durante la presentazione del calendario, di fine anno,
al Ruggi d' Aragona di Salerno : «all' Asl di Avellino qualcuno si paga il doppio
stipendio con certificazioni false, so bene quello che abbiamo trovato. Sono decenni
di abbandono, di sciatteria, di porcheria». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/04/2019                                                                                                                Pagina 11

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                                                                                                                          Lettori: 704.603
                                          Argomento: Sanità Campania

                    Assenteismo in ospedale: 28 indagati
 RAFFAELE SARDO
 Il blitz Al San Rocco di Sessa Aurunca
 (Caserta) dirigenti medici e infermieri
 facevano timbrare ad altri il cartellino
 Accusati di associazione per delinquere e
 truffa aggravata. I carabinieri del Nas
 sequestrano l' intero presidio Tutti
 presenti, tutti in realtà assenti. Ospedale
 fantasma, il San Rocco di Sessa Aurunca
 ( Caserta). 28 dipendenti sono finiti in
 una inchiesta della Procura di Santa
 Maria Capua Vetere, il nosocomio è stato
 sequestrato        perché      privo      di
 autorizzazioni. Diciotto dirigenti medici,
 infermieri    e     amministrativi,     tutti
 dipendenti dell' ospedale San Rocco di
 Sessa Aurunca ( Caserta) tranne due,
 che sono in organico al policlinico
 universitario di Napoli, sono finiti sotto
 inchiesta - grazie anche alle telecamere
 di      videosorveglianza      -     perché
 timbravano il cartellino e poi si
 assentavano dal lavoro uscendo dal
 retro. I medici indagati erano in servizio soprattutto nel reparto di anestesia, ma
 anche a quelli di pediatria, psichiatria e al 118. Uno di loro - è emerso dalle indagini -
 avrebbe fatto un viaggio all' estero facendo timbrare il figlio al posto suo. Nelle
 telefonate risate e battute dopo un primo controllo dei carabinieri titolari dell'
 indagine. Frasi del tipo: « Dice che si rischia il posto... Allora l' ospedale rimane
 vuoto » . Per 18 indagati è stata applicata la misura dell' obbligo di presentazione
 alla polizia giudiziaria sia prima che subito dopo l' ingresso nella sede di servizio.
 Hanno l' obbligo della firma anche quando non lavorano. A eseguire l' ordinanza
 emessa dal gip di Santa Maria Capua Vetere, Rosaria dello Stritto, sono stati i
 carabinieri della Compagnia di Capua. Le accuse per gli indagati vanno dall'
 associazione per delinquere finalizzata alla truffa e truffa aggravata ai danni dello
 Stato, realizzate attraverso false attestazioni della presenza dei sanitari in servizio,
 alterando i sistemi di rilevamento della presenza al lavoro. Il danno complessivo
 cagionato dagli indagati all' Erario è stato stimato in 21.406 euro, che sono stati
 sequestrati sui conti correnti degli indagati. Nel corso della giornata l' ospedale San
 Rocco è stato sequestrato dai carabinieri del Nas che hanno riscontrato " la
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mancanza della prevista autorizzazione all' esercizio della struttura nosocomiale",
oltre a " carenze strutturali, funzionali e organizzative". Il Nas ha rilevato la presenza
di molteplici carenze strutturali, funzionali e organizzative che interessano, in
particolar modo, il complesso delle sale operatorie e il servizio di Radiologia. La
struttura continuerà comunque ad operare per evitare disagi agli utenti. «Gli
operatori sanitari svolgono un servizio sociale di primaria importanza - dice il
procuratore di Santa Maria Capua Vetere Antonietta Troncone - perciò tutto questo
mi lascia sconcertata per il loro comportamento. Non solo. Spesso le cose vanno
insieme: chi non fa il proprio dovere e il degrado in cui si opera. E a pagare è sempre
la povera gente». «Qua o ci arrestano a tutti quanti, o stiamo tutti in grazia di Dio.
Tanto, come si dice, chi è senza peccato scagli la prima pietra » . Parlavano così due
dei dirigenti medici dell' ospedale "San Rocco" di Sessa Aurunca intercettati dai
carabinieri. Le frasi captate - secondo gli inquirenti - dimostrano " il clima di illiceità
presente all' interno delle strutture oggetto dell' indagine" e " la spregiudicatezza
con cui venivano poste in essere le condotte criminose". La Direzione regionale per
la tutela della salute ha disposto una ispezione per individuare responsabilità, la
qualità dell' assistenza e garantire la regolare presa in carico dei pazienti. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA Obbligo di firma per i camici bianchi coinvolti Le
intercettazioni: "Se ci arrestano l' ospedale resta vuoto" La Direzione regionale per
la tutela della salute ha disposto una visita ispettiva nel nosocomio.

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03/04/2019                                                                                                                 Pagina 25
                                   Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                           EAV: € 12.729
                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

                     «Ospedale a pezzi e il Rummo rischia»
 Luella De Ciampis
 IL VERTICE «Abbiamo chiesto al prefetto
 di interpellare in tempi brevi gli organi
 regionali e ministeriali per ottenere un
 tavolo tecnico, da lui presieduto, con la
 partecipazione del governatore De Luca
 e dei rappresentanti del Ministero della
 Salute, per avere risposte certe sul
 futuro della sanità nel Sannio». Così i
 sindaci di Sant' Agata de' Goti, Carmine
 Valentino,     e    di    Airola,   Michele
 Napoletano, in qualità di portavoce di
 altri 10 sindaci dell' area saticulana e
 caudina che hanno simbolicamente
 depositato la fascia tricolore, alla fine
 dell' incontro con il prefetto Francesco
 Antonio Cappetta, che ha subito
 contattato gli organi di competenza.
 Contestualmente,       Cappetta      si   è
 impegnato a chiedere al digì dell'
 azienda sanitaria «San Pio», Renato
 Pizzuti, il permesso di poter usufruire del
 medico di guardia del pronto soccorso
 per visitare gli attivisti del comitato
 «Curiamo la vita», presenti all' incontro,
 decisi a continuare lo sciopero della fame fino all' istituzione del tavolo tecnico. I
 PRIMI CITTADINI «Il Sant' Alfonso è moribondo dice Valentino e c' è il concreto rischio
 che trascini con sé anche l' ospedale Rummo. Per questo, chiediamo che sia fatta
 chiarezza e che la Regione faccia un passo indietro sul decreto attuativo che, di
 fatto, ha determinato lo smantellamento del nostro ospedale. Nessun rimpallo sulle
 responsabilità sia per garantire il diritto alla salute dei cittadini, sia per restituire
 credibilità alle istituzioni». La fusione tra il «Rummo» e il «Sant' Alfonso» che
 prevedeva la trasformazione del pronto soccorso in punto di primo soccorso, la
 chiusura dei reparti di Cardiologia e Ortopedia a Sant' Agata e il potenziamento di
 altre branche, in virtù della creazione del nuovo polo oncologico, con 142 posti letto,
 è stata ribaltata dopo la riattivazione del Pronto Soccorso. E quindi, con il successivo
 decreto 103/2018 del commissario ad acta, i posti letto sono stati ridotti a 89
 complessivi. IL COMITATO «Non sapevo ha spiegato Mena Di Stasi, presidente del
 comitato - che salvare il pronto soccorso potesse significare perdere buona parte dei
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reparti. Vogliamo un ospedale funzionante con un pronto soccorso efficiente e con le
unità operative alle spalle, indispensabili per l' erogazione di tutti i servizi di cui
abbiamo bisogno. Abbiamo avviato, simbolicamente, la consegna delle schede
elettorali per far valere il nostro diritto alla salute». Le attiviste continueranno a
presidiare il Sant' Alfonso e a reiterare lo sciopero della fame, nonostante le
raccomandazioni del vescovo Battaglia di interromperlo. «Il futuro del Sant' Alfonso
conclude Napoletano non riguarda solo Sant' Agata, ma 100mila abitanti solo in
provincia di Benevento, oltre a quelli di alcuni comuni delle province di Caserta e
Avellino. Tutto può cambiare e la Regione deve modificare questo decreto
organizzativo, perché con la soppressione dei reparti di Cardiologia e Ortopedia, non
è più possibile espletare attività di pronto soccorso». LA SOLIDARIETÀ A esprimere
solidarietà alle attiviste anche l' assessora del Comune di Benevento, Anna Orlando:
«Sono rimasta scossa nel vedere, specialmente in una giornata di sole, donne in
catene manifestare per il diritto alla salute. Condivido l' attività parlamentare della
senatrice Sandra Lonardo, che ha dimostrato la sua solidarietà attraverso le
interrogazioni parlamentari al ministro Grillo, ma ad oggi non ha avuto ancora delle
risposte. Ho visto la partecipazione attiva di molti sindaci e organizzazioni di terzo
settore che hanno condiviso gli obiettivi del comitato. Tra le proposte, in qualità di
giovane amministratrice di una comunità, penso sia necessario ribadire che il Sant'
Alfonso ritorni sotto la gestione Asl e attraverso deroga centrale diventare Dea di
primo livello, garantire il Dea di secondo livello al Rummo, eliminando il concetto di
macro area Avellino-Benevento, utilizzare tutte le strutture presenti nella provincia
organizzando almeno dei Ppi con dei servizi indispensabili ed essenziali per la
comunità». IL DEMOCRAT Sulla vicenda ospedale è intervenuto anche il deputato Pd
Umberto Del Basso De Caro: «Condivido le parole del vescovo Battaglia: non
puntiamo il dito contro qualcuno, non strumentalizziamo la vicenda ma ora è il
momento di lavorare insieme per cercare soluzioni concrete e reali per
salvaguardare l' ospedale di Sant' Agata. Sono pronto ad intraprendere qualsiasi
iniziativa affinché il Commissariato alla Sanità della Regione e il Ministero della
Sanità rendano il Sant' Alfonso un ospedale degno di essere definito tale, con tutti
quei reparti previsti per un presidio ospedaliero di base con Medicina, Chirurgia,
Ortopedia, Cardiologia e Rianimazione. Quindi bene la riattivazione del Pronto
Soccorso ma senza l' attivazione dei reparti non ha motivo di esistere. Naturalmente
il tutto in vista dell' attivazione del Polo Oncologico che non può più attendere. Non
strumentalizziamo la vicenda e abbandoniamo le magliette di partito» Intanto, oggi
(ore 18.30) a Sant' Agata conferenza dei capigruppo, per per concordare nuove
azioni da mettere in atto e discutere in consiglio. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/04/2019                                                                                                               Pagina 24

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                                                                                                                         Lettori: 133.364
                                         Argomento: Sanità Campania

   Dall' Asl nessuno sconto ai «furbetti»: «Licenzieremo chi ci
                        ha danneggiato»

 LE REAZIONI / 2 Ornella Mincione «Per
 questi medici è previsto il licenziamento,
 naturalmente. Quello che hanno fatto è
 inaccettabile, soprattutto nella sanità
 pubblica. Sono esterrefatto». Il direttore
 generale Mario de Biasio dice di non
 avere ancora letto tutti gli incartamenti
 delle indagini iniziate nel 2017 e che ieri
 hanno portato a 18 misure cautelari dell'
 obbligo di presentazione alla polizia
 giudiziaria per assenteismo all' ospedale
 di Sessa Aurunca e all' azienda
 universitaria Federico II di Napoli. In
 aggiunta, i carabinieri del Nas di
 Caserta, nello svolgere un' ispizione al
 San Rocco di Sessa Aurunca, hanno
 accertato       la     mancanza       dell'
 autorizzazione all' esercizio nosocomiale,
 come previsto dal testo Unico Leggi
 Sanitarie, che la direzione motiva con
 uno stato di deroga' del nosocomio, in
 attesa del completamento dei lavori di
 adeguamento degli ambienti. Su questo
 secondo punto, la direzione dell' Asl di
 Caserta ha scelto di esprimersi soltanto attraverso un comunicato stampa ufficiale,
 diramato n el tardo pomeriggio. Per quanto riguarda gli arresti, in realtà ci sono 28
 indagati e si tratta di dirigenti medici e personale infermieristico, ma anche di
 impiegati del settore amministrativo, che avrebbero stipulato un patto tra loro, al
 fine di truffare l' azienda ospedaliera. Per alcuni è infatti contestata l' associazione
 per delinquere finalizzata alla truffa. «Dobbiamo conoscere nel dettaglio le indagini e
 tutto ciò che emerso - spiega ancora De Biasio, appena acquisita la notizia - ma di
 sicuro ci comporteremo come abbiamo sempre fatto, ovvero licenzieremo tutte
 queste persone che si sono m osse ai danni dell' azienda e dell' utenza». Dall' inizio
 del suo mandato, questo è il secondo caso eclatante di assenteismo che il direttore
 generale dell' Asl di Caserta Mario De Biasio ha vissuto: l' altro accadde all' Asl di
 Maddaloni e anche in quel caso ci furono degli arresti e dei licenziamenti. C' è da

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dire, però, che proprio da quando De Biasio è in carica, vale a dire dall' estate dl
2016, «l' azienda ha adottato misure proprio per monitorare il fenomeno dell'
assenteismo -. Nel 2017 adottammo la misura delle impronte digitali, che ad oggi
funzionano, sebbene in molti sostengano il contrario», commenta ancora il direttore
De Biasio. E' sempre il direttore, però, che tiene a precisare che «nell' ultimo anno
sono diminuiti fenomeni di assenteismo e di mancata giustificazione o
comunicazione circa ritardo o assenza dal turno di servizio. Con il dato biometrico (l'
impronta digitale) non c' è possibilità di sfuggire al controllo, perchè tutto viene
registrato». A seguire, nel pomeriggio, è stato diffuso il comunicato di commento sia
agli arresti che al sequestro dell' ospedale di Sessa Aurunca, comunque aperto al
pubblico, al fine di non interrompere l' assistenza sanitaria di base. «Le forze dell'
ordine hanno notificato al direttore sanitario del presidio la chiusura dell' indagine
nei confronti di 14 dipendenti coinvolti in una inchiesta sull' assenteismo risalente al
2016 - si legge nella nota diramata dal direttore sanitario dell' Asl di Caserta
Arcangelo Correra -. Reati già bloccati per iniziativa dell' Asl da oltre un anno. Poche
ore dopo nello stesso presidio sono intervenuti i carabinieri dei Nas per un'
ispezione, al termine della quale sono state dettate una serie di prescrizioni in
relazione a rilievi non sostanziali, che non pregiudicano il funzionamento del
presidio. L' ospedale è in attività e continua a offrire assistenza ai degenti. Si rileva,
infine, che sulla base di una normativa relativa al completamento degli interventi
sulla rete ospedaliera tutti gli ospedali sono autorizzati all' esercizio in deroga alla
normativa in vigore, fino al completamento delle opere». © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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03/04/2019                                                                                                                 Pagina 21

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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

     Il male oscuro della sanità tra inefficienze e incoscienza
 Francesco Vastarella
 L' analisi Medici furbetti del cartellino.
 Professionisti responsabili della vita delle
 persone che si comportano come
 studenti che marinano la scuola. Come
 se fosse la stessa cosa «fuggire» dall'
 ospedale e disertare una lezione. Tutto
 questo, a Sessa Aurunca come prima in
 ospedali a Napoli e nel resto della
 Campania, con un' aggravante: la truffa
 quotidiana, ripetuta, in associazione, a
 delinquere, a danno prima di tutto di chi
 i medici dovrebbero curare. Incoscienza
 e inefficienza si confondono in questa
 triste storia: un perverso, micidiale
 groviglio. Un male oscuro fino a quando
 non esplode, come ieri. Chi non mette la
 coscienza nel lavoro. Chi guarda dall'
 altra parte invece di controllare l'
 efficienza. Che faccia tosta deve avere
 avuto il medico che ha mandato il figliolo
 a passare il badge al proprio posto. E
 che idea si sarà fatto il ragazzo della vita
 e dei doveri? Una vittima anche lui,
 probabilmente. Sessa Aurunca è lo
 stesso ospedale dove otto mesi fa un paziente immigrato, sfuggendo ai controlli,
 uccise un ricoverato che se ne stava tranquillo nel suo letto. Conseguenza della
 pazzia, certo, ma anche inefficienza del controllo. Guardacaso, è successo in una
 struttura di frontiera, con poco personale e addirittura senza autorizzazioni, hanno
 scoperto ieri i carabinieri del Nas a poche ore dal provvedimento della Procura che
 ha smascherato i furbetti. Sessa Aurunca non autorizzato come il 50 per cento degli
 ospedali campani, stimano inquirenti ed esperti: reparti strategici che funzionano
 per tirare a campare, per non chiudere. Per questo ci si arrende e ci si rassegna all'
 inefficienza permanente. Non può essere un caso se in un ospedale come il Sant'
 Anna e San Sebastiano di Caserta sabato scorso un principio di incendio provocato
 da una cicca di sigaretta ha messo a repentaglio un reparto come la rianimazione
 per trenta lunghi minuti. Qualche sera prima una paziente disperata si era rivolta
 alle redazioni dei giornali per raccontare di avere visto un medico fumare mentre era
 in servizio. Peccato veniale, si potrebbe dire, rispetto ai disastri della sanità. Ma se
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non si riesce a far rispettare un divieto di fumo o gli orari di lavoro come si può
mettere mano a tutto il resto? © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/04/2019                                                                                                                Pagina 18

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                                                                                                                          Lettori: 704.603
                                          Argomento: Sanità Campania

        IL MEZZOGIORNO STROZZATO DALLA BUROCRAZIA
 DORIANA BUONAVITA
 L' intervento Diretta conseguenza della
 crisi risulta essere l' accentuazione del
 divario Nord-Sud, il peggiore e più
 preoccupante in tutta Europa La Cisl
 Campania su questi temi intende
 sviluppare un' azione sicuramente di
 proposta e di partecipazione attiva Caro
 direttore, la crisi socio economica del
 Mezzogiorno, con particolare riferimento
 alla Campania, ulteriormente aggravata
 dalla fase recessiva all' indomani del
 2008, per essere affrontata al di là di
 norme e regole passa esclusivamente
 attraverso l' assunzione di ogni singola
 responsabilità     istituzionale,  politica,
 tecnocratica e delle rappresentanze
 sociali. Diretta conseguenza di tale crisi
 risulta essere l' accentuazione del
 divario Nord-Sud, il peggiore e più
 preoccupante in tutta Europa. E ci
 riferiamo al mondo della produzione
 industriale, artigianale, a turismo,
 agricoltura, ambiente, sicurezza, istruzione, deservizi, dal terzo settore alla sanità e
 mobilità, in rapporto anche al riconoscimento dei diritti fondamentali e inviolabili dei
 cittadini. Insieme alle scelte di politiche industriali e di modello di società in capo al
 governo e alle autonomie locali, che peraltro sono in molti casi demagogici e alla
 ricerca di consenso che parla alla pancia delle persone, bisogna avere il coraggio di
 cambiare le cose, abbandonando definitivamente le farraginose procedure della
 pubblica amministrazione che sono la vera causa del ritardo nello sviluppo. Occorre
 eliminare i nodi della burocrazia: le troppe e articolate regole, i tempi di risposta
 lunghi e incerti, i costi inammissibili della macchina pubblica, anche della politica,
 limitano lo sviluppo. La semplificazione rilancia la crescita. Un aumento dell'
 efficienza della pubblica amministrazione può significare un incremento del Pil pro
 capite, ma anche una crescita degli investimenti con effetti positivi sull'
 occupazione. Non ci riferiamo ai contenuti normativi, che andrebbero addirittura
 ridotti, bensì all' esercizio della funzione di responsabilità istituzionale politica e
 tecnico amministrativa. La realizzazione del bisogno della persona e dell' impresa è
 l' obiettivo a cui le responsabilità di cui si parlava devono mirare in maniera
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