Media Monitoring per 21-02-2019 - Rassegna stampa del 21-02-2019
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 21/02/2019 - CRONACHE DI SALERNO «Meglio realizzare un nuovo Ruggi che rimodernizzare quello vecchio» ................................ 1 21/02/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Ospedale, lavori conclusi riaprono le sale operatorie ora servono gli infermieri ................... 3 20/02/2019 - WWW.RESPONSABILECIVILE.IT Morto dopo un intervento per la riduzione dello stomaco, si indaga ..................................... 5 20/02/2019 - SALERNOSERA.IT Picco influenzale, al Ruggi stop ricoveri programmati ........................................................... 6 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 7 21/02/2019 - CRONACHE DI SALERNO Autismo, ancora prove d' intesa Asl-genitori sul progetto globale ........................................ 7 Sanità Campania ............................................................................................................................... 9 21/02/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) " Legge demagogica: centinaia di medici lasciano gli ospedali" ............................................ 9 21/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Asl, un algoritmo per i doppi stipendi .................................................................................. 11 21/02/2019 - IL MATTINO «Sanità, ora stop al commissario pronta la diffida» ............................................................. 13 21/02/2019 - IL ROMA «Screening neonatale, il tavolo non si è mai riunito» .......................................................... 15 21/02/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Cittadini del Sud, ecco le menzogne sull'autonomia ............................................................ 16 21/02/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Comune e ospedale mettono in campo una rete per il cittadino .......................................... 19 21/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Condannata finta dottoressa aveva ingannato l' ordine irpino ............................................ 21 21/02/2019 - IL ROMA Donazione organi: convegno al Santuario con l' Asl Na 1 ..................................................... 23 21/02/2019 - IL MATTINO Donazioni, pioggia di no sempre meno trapianti .................................................................. 24 21/02/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Intesa tra Asl e sindacati: ok a stabilizzazioni e concorsi ..................................................... 26 21/02/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) Mariella e la gioia per le nuove braccia «Grazie ai medici ora sono unica al mondo» .......... 28 21/02/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Morto in attesa del 118 Denuncia dei familiari .................................................................... 30 21/02/2019 - IL ROMA Premiate le eccellenze del settore per il "bene sanitario" ................................................... 31 21/02/2019 - IL SANNIO Pronto soccorso e medicina: rinforzi al 'Fatebenefratelli' .................................................... 33 21/02/2019 - CRONACHE DI NAPOLI Sanità, De Luca mente sui Lea ............................................................................................. 34 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 36 21/02/2019 - LA REPUBBLICA " È raffreddore, basta l' aerosol" Il neonato muore di polmonite ......................................... 36 21/02/2019 - LA REPUBBLICA "Piangevo ma mi ignoravano per salvare Giacinto bastava una lastra" ............................... 38 21/02/2019 - LA REPUBBLICA "Usiamo l' energia per arrivare ai nuclei delle cellule" ......................................................... 40 21/02/2019 - IL MESSAGGERO Autonomia, la Grillo: la Sanità non si tocca L' allarme dei giuristi ....................................... 42 21/02/2019 - ITALIA OGGI Biogen (Usa) vuole fare i soldi lottando contro l' Alzheimer ................................................ 44 21/02/2019 - AVVENIRE Chi decide qual è il «miglior interesse» del paziente? .......................................................... 46
21/02/2019 - LA REPUBBLICA E ora vi insegno a parlare bene ............................................................................................ 48 21/02/2019 - IL SOLE 24 ORE Ecco chi guida la rivoluzione della salute digitale ................................................................ 50 21/02/2019 - LA REPUBBLICA I limiti dell' Oms? Per il ministro si possono rivedere ........................................................... 52 21/02/2019 - LA REPUBBLICA La luce che ripara il cervello ................................................................................................ 53 21/02/2019 - LA REPUBBLICA La strana storia dei medici non vaccinati ............................................................................. 55 21/02/2019 - AVVENIRE Legge sull' eutanasia, ora si fa sul serio .............................................................................. 57 21/02/2019 - AVVENIRE Qui ci vuole la roboetica ....................................................................................................... 59 21/02/2019 - IL MATTINO Sud in trappola: meno soldi e servizi ................................................................................... 62 21/02/2019 - LA REPUBBLICA Tutto si sfascia, se le regioni canaglia non curano i malati .................................................. 64
21/02/2019 Pagina 5 EAV: € 1.411 Lettori: 29.750 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona «Meglio realizzare un nuovo Ruggi che rimodernizzare quello vecchio» «5 anni? Lasso di tempo fattibile ma si tratta di una struttura pubblica, a Salerno» «Meglio realizzare strutture ex novo che rimodernizzare quelle vecchie». Con queste parole Maurizio Mauri, presidente del Cneto - Centro nazionale per l' edilizia e la tecnica ospedaliera - si schiera a favore della realizzazione del nuovo Ruggi. E non potrebbe essere diversamente: Mauri, infatti, è tra le 15 cordate in corsa per aggiudicarsi la gara e la tecnica ospedaliera - nonché tra le 15 cordate che stanno partecipando alla maxi -gara per assegnare il servizio di progettazione, di fattibilità tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva, oltre al coordinamento per la sicurezza per la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero. Presidente, lei è assolutamente favorevole alla realizzazione del nuovo Ruggi... «Si, sono favorevole alla rea partecipo anche ad una delle cordate che si sono proposte per la gara di realizzazione». Secondo lei perchè una città come Salerno ha bisogno di una nuova struttura ospedaliera piuttosto che riqualificare l' attuale? «Perchè rimodernare strutture vecchie non dà un risultato di qualità sufficiente e non viene fuori l' ospedale funzionale, bello ed economicamente sostenibile; secondo, non si sa mai quanto si spende perchè un conto è la struttura ex novo e un altro conto la struttura già esistente; terzo, la possibilità di continuare a lavorare tranquillamente senza disturbare tutti perchè una ristrutturazione importante in una struttura ospedaliera potrebbe provocare anni e anni di scarsa qualità, nei confronti dei pazienti». Cinque anni, secondo lei, sono un lasso di tempo fattibile per la realizzazione del nuovo ospedale? «Si ma se mi chiede se ci scommetterei le dico di no però è possibile. Negli ospedali pubblici, purtroppo, passa un lasso di tempo inaccettabile, solo per le procedure burocratiche di ricorsi. Ospedali importanti come l' Humanitas, a cui ho partecipato, l' abbiamo realizzato in due anni e mezzo. In 5 Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
anni si può tranquillamente realizzare un ospedale nuovo, ristrutturare uno vecchio invece ci vogliono almeno 10 anni e non si sa come va a finire. Io ho lavorato tanti anni nel pubblico e tanti anni nel privato, ho potuto toccare con mano le difficoltà, pregi e difetti di una situazione e dell' altra e certamente il pubblico non brilla per efficienza e velocità. Ripeto, è fattibile ma siamo nel settore del pubblico ed è Salerno». Due strutture ospedaliere che sarebbero 500 metri di distanza l' una dall' altra. Non è secondo lei uno spreco di fondi? «Perchè spreco? Si fa il nuovo ospedale e poi sul vecchio si dovrebbe decidere cosa fare ma bisognerebbe deciderlo prima». Secondo lei, ad oggi, il Ruggi è un polo d' eccellenza? «Mi sembra che sia una struttura di livello, di eccellenza in qualche punto ma credo che Salerno debba avere un ospedale d' eccellenza. Non fosse altro che per la Scuola Medica Salernitana ma merita una struttura d' eccellenza. Anche dal punto di vista economico, un ospedale fatto bene ti da servizi migliori, risparmiando soldi. Rispetto ad una struttura malmessa, una moderna che consenta di lavorare per processi centrali sul paziente o sul cittadino consente un risparmio del 25% del budget annuale. Per combinazione, il costo d' investimento di un ospedale è uguale al costo della sua produzione. Di solito non ci sono i soldi per gli investimenti ma quando ci sono ben venga. Si lavora sempre meglio in una struttura nuova». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 Pagina 34 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 8.561 Lettori: 133.364 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Ospedale, lavori conclusi riaprono le sale operatorie ora servono gli infermieri `Il primo marzo l' attività chirurgica riparte a pieno regime Si prevede la riduzione dei tempi per le lunghe liste d' attesa CAVA DE' TIRRENI Simona Chiariello Per lunedì è prevista la conclusione dei lavori di ristrutturazione della sala operatoria. Dal primo marzo l' attività chirurgica dovrebbe riprendere a pieno regime, e con le emergenze anche gli interventi cosiddetti di elezione (programmati). Una buona notizia per l' ospedale Santa Maria dell' Olmo, dopo mesi di sacrifici e disagi. La storia recente delle sale operatorie e ancor di più dell' attività chirurgica, è segnata da continui stop dall' estate scorsa, da quando, con la carenza di rianimatori, fu compromessa l' emergenza, garantita solo grazie al sacrificio dei rianimatori in servizio che rinunciarono alle ferie. L' EMERGENZA Gli interventi programmati furono bloccati con il conseguente allungamento delle liste di attesa. In autunno una prima boccata di ossigeno con una ripresa, se pure a regime ridotto, degli interventi programmati. Ma per gli utenti cavesi il calvario non finì. A novembre nuovo stop, per la ristrutturazione delle sale operatorie che necessitavano di un ammodernamento. «La ristrutturazione - aveva spiegato il sindaco Servalli - prova l' intenzione dei vertici aziendali di investire nel nostro ospedale». L' avvio dei lavori ha di nuovo comportato lo stop degli interventi di elezione e tempi di attesa ancora dilatati. «C' è finalmente una buona notizia - spiega Gaetano Biondino, sindacalista della Cisl e coordinatore del comparto area chirurgica - Il 25 febbraio dovrebbero terminare i lavori di ristrutturazione delle sale operatorie. Dal primo marzo anche l' attività chirurgica dovrebbe tornare a regime». La ripresa degli interventi programmati vuol dire procedere con lo scorrimento delle liste di attesa. Sono tanti i cavesi che attendono da mesi per sottoporsi a interventi non urgenti, ma necessari. In attesa della ripresa Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
a regime dell' attività operatoria resta la carenza di personale, in particolare del comparto infermieristico. Già esiguo, rischia di ridursi all' osso con pensionamenti e adesioni a quota cento. I sindacalisti ospedalieri hanno lanciato un ultimatum alla direzione dell' Azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d' Aragona, per trovare una soluzione al problema. «Se non saranno potenziati gli organici, viste le uscite per pensionamenti e quota cento - riferiscono i sindacati - con questo personale non potremo garantire il mantenimento delle divisioni esistenti». Come dire se non arriva personale non c' è altra soluzione che la chiusura dei reparti. L' ipotesi, se pure suona come una provocazione, fa riflettere e impone l' attenzione di chi dovrà adottare nei prossimi mesi importanti decisioni. Intanto i pazienti cavesi e non solo, si godono la buona notizia di sale operatorie ristrutturate e della ripresa dell' attività chirurgica di elezione che si affianca a quella di emergenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
20/02/2019 responsabilecivile.it EAV: € 332 Lettori: 800 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Morto dopo un intervento per la riduzione dello stomaco, si indaga Aperta un’inchiesta sul decesso di un uomo di 52 anni morto dopo un intervento per la riduzione dello stomaco svolto a Benevento. Iscritti nel registro degli indagati i nomi di tredici medici La Procura di Salerno ha aperto un’inchiesta sul decesso di un uomo di 52 anni, morto dopo un intervento per la riduzione dello stomaco. Sul registro degli indagati sono finiti i nomi di 13 medici che hanno avuto in cura il paziente. Si tratta, nello specifico, di sei camici bianchi di un ospedale di Benevento e sette del “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. Gli avvisi di garanzia spiccati nei loro confronti rappresentano un atto dovuto in vista dello svolgimento dell’autopsia. La vittima, come riportano fonti di stampa locale, aveva deciso di affrontare l’operazione a causa dei problemi di salute derivanti dai suoi oltre 150 kg. Si era quindi ricoverato presso il nosocomio del capoluogo di provincia sannita e dopo un decorso apparentemente regolare era stato dimesso. Una volta a casa, tuttavia, avrebbe cominciato ad avvertire i primi malori. Con il passare delle ore le sue condizioni sarebbero peggiorate, al punto da rendere necessario un nuovo ricovero. Il paziente è stato portato all’ospedale di Salerno, dove sarebbe arrivato già in condizioni gravi. Nonostante due nuovi interventi chirurgici e i disperati tentativi dei sanitari di salvarlo non ce l’ha fatta. I familiari, dopo la scomparsa del proprio caro, hanno deciso di rivolgersi alla magistratura per far luce sulle cause del decesso. Saranno quindi gli esiti degli accertamenti medico legali a fornire risposte circa eventuali responsabilità mediche nella tragedia. Credi di essere vittima di un caso di errore medico? Scrivi per una consulenza gratuita a medicolegale12@gmail.com o invia un sms, anche vocale, al numero WhatsApp 3927945623 Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
20/02/2019 salernosera.it Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Picco influenzale, al Ruggi stop ricoveri programmati Pronto soccorso intasato per 250 arrivi determinati dalla patologia di stagione. Presto la nomina di un manager per garantire i diritti dei pazienti e fronteggiare le emergenze Il pronto soccorso del Ruggi di Salerno intasato per 250 ricoveri al giorni determinati dal picco influenzale Il picco influenzale, che in questi giorni ha raggiunto il suo apice, mette in ginocchio l’ospedale “Ruggi” di Salerno che, da oggi, sospende tutti i ricoveri programmati per poter far fronte all’emergenza. In questa settimana sono in media 250 i ricoveri quotidiani che riguardano in particolare gli anziani, ragion per cui il direttore generale ha assunto l’iniziativa del blocco alla luce della carenza sopravvenuta dei posti letto. Nei prossimi giorni, si accelererà sulla individuazione e nomina di un manager che dovrà gestire il pronto soccorso attualmente intasato, garantendo i livelli di assistenza previsti dalla legge. Entro fine marzo dovrebbero, inoltre, essere completate le procedure concorsuali per l’assunzione di 13 medici da assegnare appunto al pronto soccorso. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 Pagina 4 EAV: € 1.689 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia Autismo, ancora prove d' intesa Asl-genitori sul progetto globale Si riaccende lo scontro tra associazioni a sostegno degli autistici e Asl Salerno. Nei giorni scorsi è stato presentato, nel corso di un incontro organizzato presso l' azienda sanitaria locale di via Nizza, un documento in 10 punti che sintetizza le richieste dei genitori, alla presenza del capo del dipartimento di Salute Mentale dell' Asl Salerno, Giulio Corrivetti; l' assessore comunale all' Istruzione, Eva Avossa, e i neuropsichiatri Aldo Diavoletto, Domenica Senatore e Salvatore Iannuzzi. Ma partiamo dal principio. Il documento, in premessa, fa riferimento "all' utilizzo improprio delle leggi 833/78 e 328/00 ed il praticare da parte dei comuni l' utilizzo di delibere che permettono l' utilizzo di voucher da assegnare alle famiglie e da spendere esclusivamente a favore di specifiche cooperative favorendo una discriminazione evidente nei confronti dei professionisti unici ad essere, ad oggi, davvero correlati all' autismo". Non solo. I riferimenti da cui si parte sono molteplici. Tra le richieste avanzate dalle associazioni, che continuano la loro battaglia per vedere attuato un progetto di vita condiviso dagli attori in campo (Asl, Comune, Scuola) e coordinato dall' azienda sanitaria locale. I genitori chiedono innanzitutto "la costituzione ed avvio della short- list temponea con l' inserimento di tutte le figure di riferimento" e vogliono "conoscere come da verbale del 7 gennaio la tempistica per la short list definitiva con la garanzia della continuità assistenziale". Sempre all' Asl si chiede di conoscere la durata del progetto pilota, il numero di partecipanti, il plafond stanziato, la partenza e la durata del corso di formazione per tutte le manifestazione di interesse, che tipo di utilizzo se ne avrà e le azioni post progetto pilota e "di ricevere entro una settimana - è scritto nel documento - la comunicazione inviata agli altri enti (Comune, Scuola) per l' avvio del Progetto Pilota, per la predisposizione di un glho straordinario che recepisca la "presa in carico globale" per la costituzione di una Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
rete educativa che intervenga nei diversi ambienti di vita del soggetto autistico". Quanto al progetto pilota le associazioni chiedono di conoscere ed avere la documentazione am ministrativa completa. E veniamo a uno dei nodi cruciali. Nel documento si chiede "di modificare ed inserire nella delibera del 25 ottobre, la prescrizione di un monte ore globale definito che valuti la reale esigenza individuale con superamento del criterio anagrafico, formulazione di uno schema valutativo personalizzato più adeguato alla complessità del problema, la specifica del processo da attuare (diagnosi, prescrizione, piano globale, monte ore globale per casa, scuola e sociale, individuazione delle figure specialistiche inserite nella short list, costruzione team che opera nei diversi ambienti di vita, raccordo con scuola-Miur per scelta docenti di sostegno, corpo docente, formazione classe, inserimento nel Ptof di progetti scolastici ed extrascolastici per favorire autonomie ed inclusione, collegamento intra scuole per favorire progetti ponte, pragmatici, per facilitare l' inserimento nella nuova scuola, coinvolgimento diretto del comune, assessorato pubblica istruzione ed assessorato politiche sociali, per condividere al l' atto della programmazione la cogestione delle risorse impegnate". Altro aspetto importante è quello in cui si fa richiesta di interagire con l' Inps per facilitare erogazione di indennità di pensione, di organizzare la visita per l' invalidità, di riconoscimento o di controllo, nei tempi funzionali all' avvio dell' anno scolastico per garantire, nei termini, la richiesta da parte della scuola della docente di sostegno. Ultime tre richieste: prevedere per la prescrizione del piano globale una nuova documentazione idonea per la prescrizione Aba e per la attualizzazione del progetto globale; presenza all' interno degli Npia di figure specialistiche Aba; uniformare l' intervento nei diversi distretti e garantire il monitoraggio dei singoli interventi. L' Asl stavolta darà una risposta o continuerà a fare melina per guadagnare tempo? I genitori, dal canto loro, nell' attesa continuano a provvedere in proprio alle esigenze dei propri figli e, forse, devono sperare di vivere fino a 150 anni per poterli sempre accudire. Se questi sono i tempi dell' Asl. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 Pagina 5 EAV: € 50.166 Lettori: 704.603 Argomento: Sanità Campania " Legge demagogica: centinaia di medici lasciano gli ospedali" Il presidente della Regione De Luca È l' allarme firmato Vincenzo De Luca: «Con Quota 100 molti primari potrebbero andare via dagli ospedali. Potremo trovarci con strutture senza centinaia di medici ». Il governatore critica gli effetti della pensione anticipata nel sistema sanitario nel corso di un convegno sulle eccellenze sanitarie della Campania. Un provvedimento - Quota 100 - approvato dal governo gialloverde che De Luca commenta così: «Raggiungeremo livelli assoluti di irresponsabilità solo per ragioni di demagogia politica». Resta la salute dei cittadini il principale terreno di scontro tra De Luca e il governo. Ieri il presidente è tornato sul commissariamento del settore e ha annunciato che «dalla prossima settimana avvieremo la diffida formale perché il ministero certifichi l' uscita della Campania dal piano di rientro » . L' ex sindaco di Salerno è convinto: « Abbiamo raggiunto la quota di 163 nella griglia dei Livelli essenziali di assistenza, i Lea. Eravamo a quota 104 nel 2015, siamo a 163 oggi. Non c' è più motivo per mantenere il commissariamento, tranne lo squadrismo. La Campania deve tornare all' ordinaria amministrazione, che rimarrà sempre nelle mani del presidente, ve lo dico subito». Insomma, De Luca terrebbe comunque la delega alla Sanità alla vigilia delle Regionali 2020 che lo vedono ricandidato. Non si fanno attendere le bordate dei Cinque stelle che replicano con la consigliera M5s Valeria Ciarambino: « Sono palesi menzogne. Col ministro Grillo siamo stati di recente all' ospedale Pellegrini dove non funziona neppure il radiografo, obsoleto e fuori uso da mesi, mentre il nuovo radiografo digitale acquistato tre anni fa non è stato ancora installato perché non sono stati completati i lavori di adeguamento degli spazi per accoglierlo. In chirurgia, inoltre, mancano persino i gas medicali, nonostante siano stati richiesti da oltre un anno. Paradossale quanto abbiamo scoperto, inoltre, nel corso di una recente visita ispettiva all' ospedale San Paolo. Il Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
reparto di cardiologia, appena ristrutturato, è inattivo in quanto ci sono i cardiologi ma mancano del tutto gli infermieri. La risonanza magnetica acquistata 3 anni fa non è stata mai installata e in Pediatria è impiegato un solo pediatra per 10 posti letto » . Sul caso formiche al San Giovanni Bosco De Luca ieri ha detto: «Altro che formiche, quella si chiama camorra, se non lo avete ancora capito». E il governatore ha lanciato anche la sfida al ministro dell' Interno Salvini sul progetto di autonomia differenziata delle regioni: « Si rischia di spezzare l' Italia e di abbandonare il Mezzogiorno a un destino di declino. Al ministro Salvini ricordo che oggi la Campania è un' eccellenza nazionale. Siamo una delle prime due o tre sanità dell' Italia intera». - a.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il governatore Vincenzo De Luca. Il presidente torna all' attacco del governo e annuncia che avvierà la diffida al ministero contro il commissariamento. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 Pagina 25 EAV: € 10.272 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Asl, un algoritmo per i doppi stipendi L' INCHIESTA Gianni Colucci Non era propriamente un algoritmo, ma ci assomigliava molto. In sostanza il contabile dell' Asl che gestiva il sistema del doppio stipendio, partiva da un codice fiscale e poi giocava su tre combinazioni storpiate di uno stesso nome. Tra cui quello esatto del medico dell' Alta Irpinia finito nell' inchiesta insieme al dirigente dell' azienda che avrebbe dovuto vigilare. Stesso codice fiscale, tre identità distinte, tre mandati di pagamento. La truffa all' Asl di Avellino si sviluppava di mese in mese fino a superare la cifra di 600 mila euro. Ma il contabile non presidiava ogni giorno l' ufficio e quindi qualcuno al suo posto avrà individuato l' anomalia: tre mandati di pagamento mensili allo stesso codice fiscale, non si può. Così l' intestazione del mandato, diversa nell' estensione ma uguale nella composizione delle cifre del codice fiscale (è l' attività che il magistrato configura come una truffa), riusciva a superare il vaglio dei computer e del sistema contabile dell' Asl. Poi qualcosa è cambiato. Un controllo umano che confrontasse nome e codice fiscale, invece, affidato all' occhio di un impiegato in carne ed ossa avrebbe invece scoperto l' inganno. E così è stato. Il contabile, difeso da Umberto Del Basso De Caro, il 5 marzo racconterà la sua verità alla commissione disciplinare dell' Asl. Dovrà ricostruire quale sia stato il suo ruolo nell' intera vicenda. Alla comunicazione da parte dell' azienda di contestazione dell' addebito dovrà rispondere con una memoria o di persona. E la ricostruzione del suo ruolo, sostanzialmente, è quella che corrisponde ad un esecutore di ordini. La sua era una funzione di trasferimento di dati attraverso il suo ufficio. Né più né meno. Chi dunque gestiva le fila dell' imbroglio ai danni delle casse dell' azienda sanitaria? Se il contabile era l' esecutore, ci sarà da verificare i comportamenti sia del medico dell' Alta Irpinia a cui erano accreditati i bonifici, sia del dirigente del servizio che avrebbe dovuto controllare. I tre per il momento sono indagati dalla procura di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Avellino per truffa. L' indagine era partita da una denuncia presentata dal manager dell' azienda Maria Morgante che aveva avuto direttamente dai suoi uffici la notizia dei doppi e tripli stipendi pagati ad un unico medico. Poi il governatore della Campania, De Luca, bollando la vicenda come «uno schifo», l' aveva resa pubblica. Il medico intanto nelle sue dichiarazioni in procura avrebbe ricostruito la vicenda confermando che si sarebbe limitato ad intascare un quarto della cifra a lui destinata attraverso bonifici artefatti. Il resto dunque dei 600 mila euro sarebbe finito nelle tasche dei due dipendenti dell' Asl che operavano nell' ufficio contabilità. Per il dirigente apicale non è stato ancora avviato nessun procedimento interno. Per tutte e tre le persone coinvolte invece, la procura di Avellino, ipotizza il reato di truffa. Le indagini che sta svolgendo la guardia di Finanza hanno consentito di verificare che sono stati diversi i passaggi di denaro tra i tre, tutti fondati su una carta di credito ricaricabile delle Poste. Il pm della procura a cui è stata affidata l' inchiesta, Fabio Massimo Del Bene, al momento ha a disposizione soltanto le dichiarazioni spontaneamente fornite dal medico dell' Alta Irpinia (difeso dall' avvocato Antonio Rosania). Non è stato mai ascoltato in procura invece l' uomo che gestiva la contabilità e il servizio paghe e tributi dell' Asl e che aveva l' accesso al sistema informatico. L' impiegato di Avellino aveva la responsabilità delle contabilità relative ai medici non strutturati, specialisti ambulatoriali e guardie mediche. E di quest' ultima categoria faceva parte il medico finito nell' inchiesta. Si indaga sui rapporti tra i tre e su una larvata organizzazione facente capo a uno di loro. Il pm vuole capire infine se i passaggi di denaro e regalie accertati dalla Finanza (c' è anche un drone del valore di 1600 euro comprato dal medico per conto dell' impiegato Asl) fossero una modalità per mascherare il flusso di denaro. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 Pagina 28 EAV: € 8.896 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania «Sanità, ora stop al commissario pronta la diffida» IL CASO Adolfo Pappalardo Una diffida al ministero affinché formalizzi l' uscita dal commissariamento. È l' ultimo atto della guerra tra il governatore De Luca e il ministro della Sanità Grillo iniziata a fine anno: quando nel decreto fiscale viene inserita la norma che vieta il doppio incarico. «Una norma contro di me», tuona De Luca contro i 5 Stelle mentre i suoi uffici immaginavano un ricorso alla Corte costituzionale. In questi giorni, invece, si passa ad una diffida formale al ministero, come annuncia lo stesso governatore-commissario. IL NODO «Abbiamo raggiunto la quota di 163 nella griglia dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza. Non si permetta più nessuno di parlare di commissariamento, dalla prossima settimana avvieremo la diffida formale perché il ministero certifichi l' uscita della Campania dal piano di rientro», attacca De Luca. E aggiunge: «Abbiamo raggiunto e superato la soglia dei 160 punti nella griglia Lea - dice - che è l' obiettivo nazionale. Eravamo a quota 104 nel 2015, siamo a 163 oggi. Non c' è più motivo per mantenere il commissariamento, tranne - attacca - lo squadrismo. La Campania deve tornare all' ordinaria amministrazione, che rimarrà sempre nelle mani del presidente, ve lo dico subito». Poi spiega che «abbiamo già chiesto che si ponga fine al commissariamento e attendiamo che si sveglino a Roma perché non abbiamo tempo da perdere. Eravamo già pronti nel 2017, perché gli ultimi dati della griglia Lea sono del 2017. A Roma arrivano sempre con un anno e mezzo di ritardo. Oggi possiamo certificare con la nostra struttura che siamo arrivati oltre l' obiettivo necessario per uscire dal commissariamento». Un punto su cui De Luca è pronto ad andare sino in fondo. Anche ad uno scontro durissimo perché l' uscita dal commissariamento è uno dei cavalli di battaglia su cui vuole giocarsi la partita delle prossime Regionali. E non far rientrare la sanità nei poteri ordinari, secondo il ragionamento del governatore, vuole dire partire azzoppato verso il voto. Un' esigenza che fa trapelare lui stesso quando spiega che «da oggi in poi sarà ancora Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
più incalzante la nostra battaglia per rientrare nella gestione ordinaria per il nostro sistema sanitario. Che significa avere un po' più di flessibilità anche per rispettare alcune esigenze particolari dei territorio». LO SCONTRO Naturale, quindi, come lo scontro tra il ministero e De Luca sia duro. E ieri il governatore ne serve un assaggio. «Ho saputo che il ministro della Sanità ha deciso di assumere nel suo staff a Roma un mental coach. Condivido la scelta, la ritengono assolutamente necessaria, anzi urgente», ironizza riferendosi alla scelta di assumere un motivatore nel suo staff a Roma. LA DIFESA Naturale, ancora, ribadire ancora come la Regione non c' entri nulla con la vicenda delle formiche negli ospedali quando invece si tratti di un sabotaggio: «Andremo avanti nella sanità senza farci condizionare dalla camorra che abbiamo ancora in qualche ospedale. Altro che formiche, quella si chiama camorra, se non lo avete ancora capito». E infine un allarme: «Quota 100 è un' altra scienziateria degli ultimi tempi. Credo siano decine i primari e gli infermieri che decideranno di usarla, ma qualcuno pensa a cosa succede in una struttura ospedaliera senza 100 primari? Non li assumi in due mesi». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 Pagina 5 EAV: € 674 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania «Screening neonatale, il tavolo non si è mai riunito» NAPOLI. «Apprendiamo con stupore da Asl e ospedali che il tavolo di monitoraggio per la verifica degli adempimenti regionali sullo screening neonatale, istituito nel 2017 presso la struttura commissariale di governo, in Campania non si è mai riunito. Un segmento fondamentale della prevenzione sanitaria abbandonato al suo destino, con fondi Cipe già stanziati e punti Lea che si perdono miseramente per incuria e disattenzione». A dirlo Flora Beneduce (nella foto), consigliera regio nale di Forza Italia e componente della commissione Sanità, a margine delle audizioni tenutesi nella Commissione regionale Sburocratizzazione sullo stato di attuazione e le procedure di informatizzazione degli screening neonatali. «Riscontriamo uno scollamento tra le varie Asl, l' azienda ospedaliera federiciana e la Regione su questo argomento. In passato ho già avuto modo di interrogare la giunta De Luca sulle 40 patologie metaboliche allargate e sullo stanziamento Cipe di 2.8 milioni di euro utili per intervenire in termini di prevenzione su questo fronte ma noto con rammarico che dal question time di ottobre 2017 ad oggi poco si è fatto», spiega la consigliera azzurra. Se questo è l' andazzo non c' è da meravigliarsi poi se il Governo non consente ancora la chiusura della gestione commissariale della sanità in Campania. La superficialità con cui si gestiscono i nuovi Lea è davvero imbarazzante», conclude la stessa Beneduce. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 Pagina 1 EAV: € 2.389 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Cittadini del Sud, ecco le menzogne sull'autonomia Luca Zaia Cari cittadini del Sud, torno a prendere carta e penna perché non posso accettare che sui giornali venga pubblicata una pubblicità in cui il Nord viene accusato di voler uccidere la sanità del Mezzogiorno e perché dunque, nel dibattito sul tema dell' autonomia differenziata, continuo a cogliere l' addensarsi di bugie, falsità, distorsioni più o meno in buona fede, fraintendimenti.Questi ultimi, in particolare, dovuti a scarsa, o volutamente scarsa, informazione. Possiamo partire da un presupposto? Che se il Mezzogiorno ha così tante cose che non vanno e questioni irrisolte non è colpa dell' autonomia richiesta da tre regioni? Assodato ciò, vi scrivo per mettervi in guardia. Perché vi continuano a descrivere l' autonomia richiesta dal Veneto (ma non solo, anche dell' Emilia-Romagna e dalla Lombardia) come la secessione dei ricchi, la definitiva frantumazione di una Repubblica unita e solidale, l' impoverimento senza alternative del Mezzogiorno e del suo sistema socio-sanitario. Quando sappiamo tutti che autonomia significa assunzione di responsabilità: e che piuttosto che recriminare sull' autonomia richiesta dalla mia regione, sarebbe bene che tutte le regioni - anche quella del Sud - avessero la «loro» autonomia. Perché gli amministratori sarebbero costretti a rispondere direttamente ai cittadini e l' autonomia è l' unico modo vero per controllare la qualità dell' amministrazione. Ultimamente gli attacchi hanno avuto come sfondo la sanità. Personalmente, avrei qualche difficoltà a spiegare a mia madre o mio padre, ma soprattutto alla mia coscienza, che stiamo lavorando a una riforma istituzionale storica per togliere qualcosa a qualcuno o, ancor più imbarazzante, perché altri italiani siano curati peggio a vantaggio dei cittadini della mia regione. Lo dico perché è questo il pensiero che ha suscitato in me il banner promosso da un ordine dei medici del Sud e pubblicato ieri dai giornali. Quando l' ho visto e ho letto: «No a un regionalismo che divide - Vogliamo una sanità uguale per tutti», sono rimasto basito perché si sta raccontando una grande menzogna. In Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Veneto c' è un servizio sanitario pubblico in virtù del quale chi è malato viene curato e assistito bene. E non soltanto se è veneto: qui si curano bene tutti, da qualsiasi parte del mondo o dell' Italia giungano (l' immigrazione sanitaria dalle vostre regioni verso il Veneto sta aumentando di anno in anno), senza alcuna differenza. Voi trovate normale che una regione veda i propri cittadini andare a curarsi al Nord e dal Sud si accusi il Nord che li sta curando? Non sarebbe bene guardare un po' di più all' interno della proprie strutture sanitarie? I cittadini veneti vogliono e pretendono di essere curati nel pubblico lasciando il privato marginale (non più del 12 per cento). È una colpa questa? Mi spiego meglio: mentre nella mia regione - a causa dei tagli «orizzontali» decisi dai precedenti governi, quei tagli che premiano le sprecone e riducono alla canna del gas il virtuoso - si fanno i salti mortali per garantire un servizio pubblico più esteso possibile, così come ci è chiesto dai cittadini, gli amministratori della Sicilia destinano il 30% del totale dei posti letto al privato e quelli della Puglia addirittura il 34%. Siamo la regione italiana che spende meno per il personale: 22 euro per abitante contro la media nazionale di 35 euro. Una regione che ha 58 dipendenti ogni mille abitanti quando la media italiana è di 70 e la sola Basilicata ne ha 228. Un dato che la dice lunga sulla gestione sanitaria veneta: da noi la spesa farmaceutica convenzionata nel 2017 è stata pari a poco più del 6 per cento, in Campania, Puglia e Lazio ha superato di gran lunga l' 8 per cento. In queste condizioni, sono certo che il Veneto continuerà a fare bene anche con l' autonomia. Così come in certe realtà del Sud le cose non cambierebbero anche senza autonomia. Mi chiedo e vi chiedo se i medici che hanno promosso il banner abbiano mai constatato o anche soltanto intravisto gli sprechi che sono stati fatti sulle loro teste, o se non siano, loro stessi, le prime vittime di una cattiva gestione che caratterizza molte strutture del Sud. Il Veneto, non ha mai rubato niente a nessuno. Anzi. Ha subìto gli stessi tagli lineari delle altre regioni che, nel 2014, hanno raggiunto il 14,3% della spesa corrente. Lo Stato ha destinato al Nord 3.153 euro procapite. C' è uno scarto di 1.000 euro rispetto al Sud che ne ha ricevuti 4.123. Soltanto guardando alle sanità sono stati 107 euro contro 137. State attenti cittadini del Sud, a quello che vi raccontano i vostri rappresentanti amministrativi e politici! Controllateli bene, perché ancora una volta giocano a tenervi la testa nascosta sotto la sabbia, vogliono che continuiate a non vedere, hanno paura che qualcuno - come sta accadendo in queste settimane - metta definitivamente a nudo i meccanismi con cui hanno governato per decenni tenendovi, come sostengo io, in una condizione di vera e propria mezzadria. Hanno, in definitiva, paura che qualcuno di voi si alzi e chieda a chiare lettere: perché il sistema sanitario del Mezzogiorno è spesso in condizioni disperate? La spiegazione non potrebbero darvela, perché dovrebbero ammettere che il Sud ha avuto le stesse identiche risorse (se non di più) del Nord, ma loro hanno sprecato tutte le occasioni facendo finire le opportunità in un girone dantesco che le ha bruciate. Non potrebbero darvi una spiegazione, perché da anni fanno melina rispetto all' introduzione dei costi e fabbisogni standard. Dovrebbero finalmente esercitare responsabilità ed equilibrio nella spesa pubblica invece di farvi ricadere addosso, nella vostra attività quotidiana, il peso dei loro sprechi. Anche sotto forma di tasse: vi ricordo che in Veneto, oltre a curarsi bene, non si paga neppure l' addizionale Irpef regionale. Se nella mia regione i mezzi pubblici sono Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
tenuti bene, le strade sono percorribili e pulite, se siamo giudicati i migliori a livello nazionale nella raccolta differenziata, se c' è un tasso di civismo elevato, lo dobbiamo forse all' autonomia che non abbiamo? Il Nord ha bisogno del Sud. E il Sud ha bisogno che la foresta - in continua e impetuosa crescita - di cittadini perbene e consapevoli cominci a mettere in discussione chi li ha finora trattati da sudditi. Un Sud nuovo serve all' Italia intera, ma soltanto con la responsabilità di chi governa può nascere e svilupparsi. E questa responsabilità si chiama: autonomia. Senza, il Paese fallirà. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 Pagina 24 EAV: € 8.111 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Comune e ospedale mettono in campo una rete per il cittadino LA SANITA' / 1 Ornella Mincione «Una rete a tutela della salute del cittadino». E' il sindaco di Caserta Carlo Marino a sintetizzare il senso del convegno che si terrà il 7 marzo nell' aula magna dell' Aorn Sant' Anna e San Sebastiano, presentato questa mattina a palazzo Castropignano. La Sanità incontra la città' è il titolo della tavola rotonda organizzata dal Rotary club Caserta Terra di Lavoro 1954 cui interverranno tutti i protagonisti del settore della sanità casertana: il presidente dell' ordine dei medici di Caserta Erminia Bottiglieri, il coordinatore del Tribunale dei Diritti del Malato Lorenzo Di Guida, il direttore dell' Asl casertana Mario De Biasio e il direttore del' Aorn Mario Ferrante. «In questo convegno sarà possibile fare luce sulle possibilità e le occasioni che ha a disposizione il cittadino e si potrà fare luce su una carta dei servizi, mettendo in rete singole professionalità sanitarie di più ambiti», ha spiegato il sindaco nel corso della presentazione, ricordando anche la convenzione tra Comune e Asl riguardo la nuova sede, presso il rione Vanvitelli, della Centrale operativa e dell' Autoparco del 118, insieme alla guardia medica e ai medici di base pediatrici e generici, che «potrebbe essere pronta per questa estate». In rappresentanza del Rotary Caserta Terra di Lavoro 1954 era presente il vice presidente Vincenzo Cappello, in sostituzione del presidente Alessandro Pasca di Magliano: «abbiamo organizzato questo convegno per fare il punto dela situazione. E' necessario valutare il livello qualitativo della sanità messo a disposizione per i cittadini. Con il Rotary, siamo stati sempre portati a riflettere e focalizzare tanti problemi connessi alla nostra realtà». Non è un caso che, secondo il programma del convegno, dopo i saluti istituzionali, il primo intervento sarà quello della presidente dei Medici di Caserta Bottiglieri, dal titolo La dimensione del problema sanitario a Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Caserta, seguita dalla relazione del referente del Tribunale dei Diritti del Malato, dal titolo La percezione del problema. A seguire, ci saranno le esposizioni da parte dei due direttori generali delle aziende sanitarie della Caserta dei Servizi aziendale. Questa mattina è intervenuto anche il direttore del Sant' Anna e San Sebastiano Ferrante, con un bilancio a due anni dalla sua nomina. «Non siamo più additati per tutto quello che è successo nel recente passato. Ora l' azienda ospedaliera - ha detto il manager - è in uno stato di normalità e può puntare all' eccellenza», ha commentato Ferrante, dopo aver illustrato a grandi linee l' operato, dalle nomine dei direttori di strutture complesse (15) fino ai lavori di ristrutturazione del nosocomio, dove prima di quest' estate è prevista l' inaugurazione del nuovo front office all' ingresso principale dell' edificio F e del nuovo Cup, oltre alla presentazione del nuovo reparto di oncologia, già attivo dal primo dicembre scorso. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 Pagina 25 EAV: € 8.700 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Condannata finta dottoressa aveva ingannato l' ordine irpino Alessandra Montalbetti IL PROCESSO Condanna per il falso medico, Maria Vitolo 40enne di Castel Volturno. Il gup del tribunale di Avellino, Marcello Rotondi, nel pomeriggio di ieri, al termine del rito abbreviato, ha emesso sentenza di condanna a tre anni di reclusione per la donna. Era stata scoperta dagli agenti della guardia di finanza di Avellino ed era finita agli arresti domiciliari il 18 dicembre 2018. Ferdinando Letizia, il legale della falsa professionista - scovata ad esercitare la professione di medico chirurgo presso il pronto soccorso della clinica Camaldoli di Napoli - è pronto a presentare appello contro la sentenza di condanna. La donna è tutt' ora sottoposta agli arresti domiciliari a seguito dell' ordinanza del gip, Paolo Cassano, nell' ambito di un' inchi. La donna è accusata di esercizio abusivo della professione, truffa ai danni dello Stato e plurime falsità ideologiche e materiali. Indagini e capillari accertamenti economico-patrimoniali e bancari, svolti in pochi mesi hanno anzitutto accertato come, nel corso del 2017, la donna fosse riuscita ad iscriversi all' Albo dei Medici producendo una documentazione contraffatta. In questo modo aveva indotto in errore la Commissione dell' Ordine professionale. L' ordine aveva emesso il tesserino d' iscrizione, senza mai consegnarlo. Erano stati i finanzieri a sequestrarlo. La donna tra il novembre del 2016 ed il maggio del 2017, era riuscita ad iscriversi ad un' associazione medica privata di Napoli ed a lavorare in una casa di cura convenzionata con il servizio sanitario nazionale. Anche in questo caso aveva prodotto una laurea in Medicina e Chirurgia e un' abilitazione professionale, poi, risultate false. Nei sette mesi di collaborazione con la clinica napoletana, la donna aveva effettuato controlli sanitari sui pazienti ricoverati, prestato cure mediche, compilato cartelle cliniche, prescritto e somministrato farmaci e, in alcune occasioni, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
certificato il decesso di pazienti ricoverati. L' approfondita analisi delle centinaia di cartelle cliniche, predisposte e sottoscritte dal falso professionista, comparata con le risultanze delle indagini economico-patrimoniali, ha permesso di rilevare le effettive presenze ed i relativi prospetti dei compensi che la casa di cura regolarmente le corrispondeva mediante bonifico su conto corrente. Nel corso delle indagini i finanzieri sequestrarono la domanda di iscrizione all' albo professionale, il certificato di laurea, l' attestazione del conseguimento dell' abilitazione all' esercizio della professione, il tesserino di iscrizione all' Ordine dei Medici (quello che la donna non ha mai avuto in mano materialmente). Soddisfatto il presidente dell' Ordine, Francesco Sellitto: «La donna, al momento dell' iscrizione si presentò con la laurea e con l' abilitazione conseguite, a suo dire, presso l' Università Federico II e il Vanvitelli. Circostanza che ci insospettì, ma comunque la donna fu iscritta nel giro di una settimana, attivando i meccanismi di controllo dopo i quali si è appurata la falsità dei titoli. Spero che questa condanna scoraggi altri falsi medici, una piaga che interessa soprattutto l' odontoiatria . Lavoriamo per scoprire e denunciare altri falsi medici». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 Pagina 33 EAV: € 867 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Donazione organi: convegno al Santuario con l' Asl Na 1 POMPEI. Sabato, alle ore 10 al Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario di Pompei (sala Marianna De Fusco), l' Asl Napoli 1 Centro, in collaborazione con il Presidente della Conferenza Episcopale Campana S. Em.za Card. Crescenzio Sepe, presenta il Convegno sulla Donazione di Organi e Tessuti. L' evento rappresenta un appuntamento ormai consueto all' interno della strategia di divulgazione e di sensibilizzazione alla donazione di organi, tessuti e cellule. Il Convegno rientra nell' ambito del programma divulgativo dell' Asl Napoli 1 Centro "Un Donatore Moltiplica la Vita" coordinato da Mariarosaria Focaccio, responsabile del Servizio Divulgazione della Donazione di Organi e Tessuti dell' Asl Napoli 1 Centro e del Centro Regionale Trapianti e supportata da Maria Arca Sco gnamiglio, responsabile della segreteria organizzativa. Nella mission dell' Asl Napoli 1 Centro rientra la campagna divulgativa per l' abbattimento dei pregiudizi alla donazione poiché la scelta in vita di donare gli organi e i tessuti dopo la morte, rappresenta la forma d' amore più nobile, un atto di grande civiltà e di rispetto per la vita per quanti soffrono e che possono ritrovare la vita proprio in conseguenza di questo gesto d' amore. All' incontro interverranno ache Pio Zannetti Direttore Uoc Anestesia e Rianimazione Dell' Ospedale del Mare; Walter Santaniello già Direttore Centro trapianti di fegato della Regione Campania; Ciro Maiello, responsabile Centro Trapianti di cuore A.O. Monaldi; Paride de Rosa direttore Centro Trapianti di rene A.O. San Giovanni e Ruggi d' Aragona di Salerno; Luigi Capas so, oculista, medico prelevatore Banca occhi P.O. Pellegrini eLucia Mastrullo già Direttore Uoc Ematologia P.O. Ascalesi. La conferenza sarà coordinata dal Prof. Vincenzo Caputo in qualità di portavoce delle associazioni di volontariato coinvolte. A corollario della conferenza tecnico -scientifica, ci saranno le testimonianze di un donatore, Giampiero De Honestis, e di un ricevente, Erika Perano. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/02/2019 Pagina 29 EAV: € 8.186 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Donazioni, pioggia di no sempre meno trapianti L' ALLARME C' è chi dice no. Tanti, troppi no. In Campania è record di opposizioni alla donazione degli organi registrate al momento del rinnovo della carta di identità elettronica. Qui il dato più alto in Italia: il 45,7 per cento. E la stessa linea negativa prevale durante l' accertamento di morte in rianimazione, quando spetta cioè ai familiari pronunciarsi per il proprio congiunto: il 41,8 per cento nega il consenso. Così si spiega, in parte, l' enorme differenza tra il numero di trapianti eseguiti nelle regioni centro-settentrionali e nel Sud. IL CONFRONTO Qualche dato per capire. Nel 2018, ci sono stati 1.680 donatori e 3.718 trapianti. In particolare, Torino ha effettuato 168 interventi di rene, Padova 120, Verona 97, mentre Salerno 35 e il Policlinico della Federico II 33. Pisa è risultata invece prima trapianti di fegato (161), seguita da Torino (152) e da Padova (101), mentre Napoli, con il Cardarelli, si è fermata a 37. Ancora: Milano con il Niguarda ha conquistato il primo posto per i trapianti di cuore (31), Napoli con il Monaldi ha garantito 15 operazioni. Qui, il centro pediatrico, unico riferimento nel Mezzogiorno, resta peraltro in stand-by, in attesa dell' autorizzazione dopo lo stop durato già due anni e la battaglia dei genitori dei piccoli pazienti (che stanno anche promuovendo una raccolta fondi per abbellire il nuovo reparto). E, per polmone e pancreas, occorre direttamente emigrare: tutte le strutture, a parte l' Ismett di Palermo, si trovano nel centro-nord. Quanto alle dichiarazioni di volontà per la donazione di organi, la Rete nazionale ne ha raccolte quasi 4 milioni e mezzo. E, tra i cittadini che hanno comunicato la loro volontà, il 18,9 per cento ha notificato un' opposizione. Il 45,7 in Campania. LE REAZIONI «L' alto numero di opposizioni è un indicatore chiaro della scarsa fiducia che i cittadini hanno nella sanità campana. In più, i trapianti non sono al centro dell' agenda della Regione», dice Paride de Rosa, responsabile del centro trapianti di rene all' ospedale di Salerno, spiegando l' importanza delle iniziative di sensibilizzazione, la prossima in programma sabato al Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
santuario. «Occorre puntare innanzitutto sulle campagne di sensibilizzazione nelle scuole», dice Fulvio Calise, per 25 anni alla guida del centro trapianti di fegato dell' ospedale Cardarelli. Annuisce Maurizio Di Mauro, direttore generale del Policlinico Vanvitelli: «Bisogna discutere, insistere e far capire alle persone che gli organi si prelevano veramente quando non c' è più nulla da fare, perché non è ancora chiara a tutti la differenza tra coma e morte cerebrale». Ma incidono anche altri fattori. Come la carenza di personale in organico: «Quando mancano i medici anche per coprire i turni, diventa tutto complicato», aggiunge Calise. «Il presupposto è che non si può chiedere se non si dà», chiarisce Di Mauro, che propone di «aprire le rianimazioni h 24, perché i parenti possano stare accanto ai propri cari. E poi, servono stanze dedicate per i colloqui, luoghi accoglienti che ancora mancano, nonostante gli sforzi». m. p. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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