Media Monitoring per 05-04-2019 - Rassegna stampa del 04-04-2019 - Ruggi

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Media Monitoring per 05-04-2019 - Rassegna stampa del 04-04-2019 - Ruggi
05-04-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 04-04-2019
Media Monitoring per 05-04-2019 - Rassegna stampa del 04-04-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      04/04/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            «Diagnostica veloce così liberiamo il pronto soccorso» ......................................................... 1
      04/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Furbetti del cartellino al Ruggi Cambia il giudice, c'è il rinvio ............................................... 3
      04/04/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Una bed manager al Ruggi? De Luca istituzionalizza il clientelismo" ..................................... 4
      03/04/2019 - WWW.CRONACHEDELLACAMPANIA.IT
            Al pronto soccorso dell’ospedale Ruggi di Salerno arriva la ‘bed manager’ .......................... 5
      03/04/2019 - WWW.ILPORTICO.IT
            Carenza di personale all'ospedale di Cava, Biondino: «Nessuno risponde agli annunci» ....... 6
      03/04/2019 - PUNTOAGRONEWS.IT
            Cava de' Tirreni. Raddoppiano le sedute operatorie al Santa Maria dell'Olmo ....................... 7
      03/04/2019 - WWW.SALERNONOTIZIE.IT
            Salerno: bagni sporchi e rifiuti in alcune aree del Ruggi, la denuncia ................................... 8
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 9
      04/04/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            «Occorre dare voce e far valere i diritti degli stomizzati salernitani» .................................... 9
      04/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            I farmaci per i tumori? «Li può gettare» ............................................................................... 12
      04/04/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            La lenta "morte" dell' ospedale dell' Immacolata: «Governatore, intervenga» ..................... 14
      04/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Medici in pensione, Pediatria cerca rinforzi ......................................................................... 16
      04/04/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
        Morte in corsia, medici prosciolti ma la Procura insiste: «A processo» ................................ 17
Sanità Campania ............................................................................................................................. 19
      04/04/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            «Intesa con Asl Foggia per il 118» ........................................................................................ 19
      04/04/2019 - IL MATTINO
            «San Giovanni Bosco, staccata la corrente ai distributori di snack abusivi» ........................ 20
      04/04/2019 - CRONACHE DI NAPOLI
            Camici bianchi in piazza: niente turn over ........................................................................... 21
      04/04/2019 - IL MATTINO
            CAMPANIA, I COSTI DELL' ESODO DEI MALATI. MA C' È UN RIMEDIO .................................... 22
      04/04/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Doppi stipendi verifiche estese ad altri due anni ................................................................. 24
      04/04/2019 - IL ROMA
            Ennesima aggressione agli operatori del 118: «Riconoscere lo status di pubblico ufficiale» ...
            26
      04/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            I direttore sanitario Asl: «Piccoli rilievi a Sessa» ................................................................. 27
      04/04/2019 - CRONACHE DI NAPOLI
            Medici in pensione, emergenza dimenticata da De Luca e Grillo .......................................... 29
      04/04/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            Ospedale, il ministro invia gli ispettori: «Subito le verifiche» .............................................. 32
      04/04/2019 - CRONACHE DI NAPOLI
            Precari dalla sanità da assumere e "quota 100", l' appello dei sindacati ai consiglieri regionali
             .............................................................................................................................................. 34
      04/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Senza autorizzazione 50% ospedali campani ....................................................................... 36
      04/04/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Sessa, medici assenteisti Il secondo Policlinico: «Estranei alla vicenda» ............................. 38
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 39
      04/04/2019 - LA REPUBBLICA
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"I computer vedono cose che noi umani..." .......................................................................... 39
04/04/2019 - AVVENIRE
     Aism e ministro Grillo fanno la pace: sclerosi multipla, percorsi uniformi ........................... 41
04/04/2019 - LA VERITÀ
     Allergie, quanti guai con i farmaci fai da te ......................................................................... 42
04/04/2019 - LA REPUBBLICA
     Il robot in camice bianco è la medicina del futuro ................................................................ 45
04/04/2019 - LA REPUBBLICA
     Ma non sostituiranno il dottore in carne e ossa ................................................................... 46
04/04/2019 - LIBERO
     Medici in tutte le scuole contro bullismo e droghe .............................................................. 48
04/04/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
     Ministra Grillo, ascolti l' appello dei suoi medici .................................................................. 50
04/04/2019 - LA STAMPA
     Neonato muore per la circoncisione in casa Arrestati il santone, la madre e la nonna ........ 52
04/04/2019 - AVVENIRE
     Obiezione di coscienza, libertà in gioco ............................................................................... 54
04/04/2019 - LA STAMPA
     Ogni anno 2mila interventi compiuti da finti medici I pediatri: "Siano gratuiti" .................. 56
04/04/2019 - LA REPUBBLICA
     Sì, le macchine faranno la differenza ................................................................................... 58
04/04/2019 - ITALIA OGGI
     Si tornerà ad assumere medici ............................................................................................. 60
04/04/2019 - IL GIORNALE
     Una sentenza che fa storia: la vita non è mai un danno ....................................................... 62
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04/04/2019                                                                                                                  Pagina 27
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 11.178
                                                                                                                            Lettori: 133.364
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

      «Diagnostica veloce così liberiamo il pronto soccorso»
 Sabino Russo
 «Abbiamo avviato un dialogo diretto con
 i reparti e stiamo velocizzando il
 percorso degli esami diagnostici per i
 pazienti». Sono alcuni dei primi
 interventi messi in campo dal nuovo bed
 manager del Ruggi Rosetta Frammartino
 per cercare di snellire l' enorme mole di
 lavoro che pesa sul pronto soccorso e
 migliorare i processi di ricovero che
 vedono       nell'    ingolfamento     dei
 trasferimenti in corsia dei pazienti uno
 dei momenti di maggiore criticità. Allo
 studio anche la possibilità di una
 collaborazione con il centro unico di
 prenotazione aziendale, sfruttando le
 disdette degli utenti per gli accertamenti
 dei ricoverati. I REPARTI «In questa fase,
 in cu stiamo cercando di curare gli
 aspetti più strettamente organizzativi e
 gestionali della risorsa posti letto, la
 prima cosa su cui abbiamo puntato l'
 attenzione è la comunicazione con i
 reparti spiega Frammartino Abbiamo
 avviato un dialogo diretto e costante con
 le corsie. Questo ci consente di avere l' immediata prontezza delle difficoltà che
 riscontrano i dirigenti medici nelle dimissioni e sulla effettiva disponibilità di posti
 letto». Dai primi riscontri, tra le maggiori criticità registrate dal bed managment ci
 sono i tempi dilatati, in diversi casi, negli esami diagnostici e strumentali, che
 andrebbero anche oltre i 7 giorni. Questo, inevitabilmente, cade a cascata anche sui
 tempi di dimissione dei pazienti e di conseguenza anche sulla disponibilità di posti
 letto e sull' ingolfamento nei trasferimenti in reparto. «Stiamo cercando di attuare
 un processo di velocizzazione di tutto il percorso che effettua il paziente continua la
 bed manager I dirigenti medici, per evitare che gli ammalati stazionino troppo tempo
 in attesa degli esami, hanno a disposizione un codice di priorità che consente di
 effettuare gli accertamenti entro 24 ore. Questo, per non ostacolare la dimissione.
 Riusciamo, così, a effettuarne molte di più e avere maggiore disponibilità di posti
 letto». Con Rosetta Frammartino, come referente del bed managment c' è Grazia
 Cioffi, coadiuvata anche dall' assistente sociale Tiziana Cardaropoli, che ha il
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compito di prendere in carico i pazienti a maggiore rischio e difficoltà di dimissione
già dal momento dell' accettazione al pronto soccorso o del ricovero in reparto,
attivando tutte le dovute procedure per l' assistenza domiciliare integrata, la
dimissione protetta socio-sanitaria, la lungodegenza. «Per ora ne abbiamo a
disposizione solo una, in attesa degli altri 4-5 che dovrebbero arrivare a breve
sottolinea Frammartino Quella dell' assistente sociale è una figura strategica nel
processo di miglioramento dei processi, perché aiuta il paziente e la sua famiglia a
trovare la soluzione più adatta. Proprio l' altro giorno, un' anziana suora che aveva
necessità di assistenza riabilitativa, per la quale la sorella non poteva aiutarla, l'
assistente sociale ha trovato un posto letto in una struttura privata accreditata». LA
STANZA DELLE DIMISSIONI Altra novità è la «discharge room centralizzata», camera
delle dimissioni.«Quando i pazienti verranno dimessi, in attesa che i parenti vengono
a prenderli, li trasferiremo in questa stanza anticipa la bed manager liberando
immediatamente il posto». Allo studio, poi, c' è anche un' altra iniziativa che
consentirà alle prenotazioni disdette di non andare perse e un' accelerazione negli
esami diagnostici dei ricoverati. «Quando viene cancellato un esame per un utente
esterno, vorremo sfruttare quel tempo, che resterebbe vuoto, per effettuare gli
esami a pazienti in reparto auspica Frammartino Vogliamo vedere se è possibile
attivare una collaborazione col centro unico di prenotazione. Per ora è solo una cosa
che sta in cantiere, così come altre. C' è ancora tanto lavoro da fare». Nel frattempo
però, la nomina del bed manager incassa anche la prima opposizione politica. «Al
Ruggi avere un posto letto è un lusso per i soli amici del sistema scrive il
parlamentare salernitano di Fdi Edmondo Cirielli Qualcuno dica a De Luca che se
avesse voluto realmente affrontare la problematica dei sovraffollamento dei pronto
soccorso avrebbe adottato un serio piano. La trovata della bed manager è l'
ennesimo atto che dimostra incapacità di gestione della sanità regionale mirata solo
a creare nuove nomine per amici degli amici». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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04/04/2019                                                                                                                Pagina 7
                                           La Città di Salerno
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

 Furbetti del cartellino al Ruggi Cambia il giudice, c'è il rinvio

 Rinviata l'udienza che coinvolge gli
 undici imputati dell'ospedale Ruggi
 d'Aragona di Salerno finiti nel 2015
 nell'inchiesta Just in time della Procura di
 Salerno. Le indagini sui furbetti del
 cartellino si conclusero nel settembre del
 2015, iniziò il processo principale per i
 dipendenti dell'ospedale di via San
 Leonardo, che secondo l'accusa si
 allontanavano dal posto di lavoro dopo
 aver timbrato il cartellino marcatempo. Il
 processo iniziò nel 2016 e gli imputati
 inizialmente erano 12, nel frattempo c'è stato un decesso. Intanto il giudice titolare
 del procedimento è stato trasferito e ora dovrà esserne nominato uno nuovo: così
 l'udienza ieri è stata rinviata per il prossimo 12 giugno in attesa del sostituto. Finora
 in occasione del processo capofila è stato ascoltato un finanziere e da allora è
 trascorso un anno. Sette dei dodici imputati furono inoltre licenziati nel 2016
 dall'Azienda ospedaliera universitaria Ruggi. Un altro processo coinvolge altri 84
 imputati, ma anche in questo caso ieri l'udienza è stata rinviata al prossimo 11
 settembre. I reati contestati furono truffa e violazione del decreto Brunetta. Reati
 che cadono in prescrizione in sette anni e mezzo. (m.c.)

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04/04/2019                                                                                                               Pagina 2

                                                                                                                         EAV: € 567
                                                                                                                         Lettori: 29.750
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

      Una bed manager al Ruggi? De Luca istituzionalizza il
                        clientelismo"

 "Una bed manager al Ruggi contro il
 caos? E' il solito slogan del presidente
 della Regione Campania Vincenzo De
 Luca. Ma soprattutto la nomina serve a
 istituzionalizzare il clientelismo sanitario
 salernitano". Così Edmondo Cirielli,
 Questore della Camera dei Deputati e
 parlamentare di Fdi commenta la nomina
 di Rosa Frammartino, individuata per
 contrastare il sovraffollamento del
 pronto soccorso al Ruggi. "Al Ruggi
 avere un posto letto è un lusso per i soli
 amici del sistema. Qualcuno dica a De
 Luca che se avesse voluto realmente
 affrontare        la    problematica      dei
 sovraffollamento dei pronto soccorso
 avrebbe adottato un serio piano che
 prevede       rafforzamento      dei  servizi
 territoriali, miglioramento dell' accesso
 ai servizi specialistici e diagnostici
 territoriali; maggiore disponibilità di
 strutture sanitarie di post acuzie e Rsa;
 maggior turnover dei pazienti ricoverati ottimizzando l' attività ospedaliera,
 implementando le dimissioni protette e attivando con tempestività "percorsi
 alternativi" - spiega Cirielli.

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03/04/2019

                                                                                                                         EAV: € 458
                                                                                                                         Lettori: 2.467
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                       Link alla pagina web

   Al pronto soccorso dell’ospedale Ruggi di Salerno arriva la
                         ‘bed manager’

 Arriva la bed manager al Pronto
 Soccorso del Ruggi: i compiti di Rosa
 Frammartino La referente del bed
 management è Grazia Cioffi affiancata
 dall’assistente       sociale       Tiziana
 Cardaropoli, che ha il compito di
 prendere in carico i pazienti a maggiore
 rischio di difficoltà di dimissione. Arrivata
 la bed manager del pronto soccorso del
 Ruggi di Salerno. Si tratta di Rosa Frammartino cui spetterà valutare
 l’appropriatezza dei ricoveri, evitando così il sovraffollamento e la diminuzione dei
 posti nei reparti. La referente del bed management è Grazia Cioffi affiancata
 dall’assistente sociale Tiziana Cardaropoli, che ha il compito di prendere in carico i
 pazienti a maggiore rischio di difficoltà di dimissione già dal momento
 dell’accettazione al pronto soccorso o del ricovero in reparto, attivando tutte le
 procedure per l’assistenza domiciliare integrata, la dimissione protetta socio-
 sanitaria, la lungo degenza. Gustavo Gentile Cronache della Campania@2018

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03/04/2019
                                                    ilportico.it
                                                                                                                         EAV: € 214
                                                                                                                         Lettori: 233
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                       Link alla pagina web

       Carenza di personale all'ospedale di Cava, Biondino:
                «Nessuno risponde agli annunci»

 Il Santa Maria dell'Olmo necessita di
 nuovi infermieri e operatori, ma nessuno
 risponde agli annunci. A lanciare
 l'appello     è     Gaetano      Biondino,
 rappresentante sindacale della Cisl
 nonché coordinatore dell' area chirurgica
 dell'ospedale di Cava de' Tirreni.
 Secondo Biondino, la mancanza di
 risposte sarebbe dovuta a problemi di comunicazione: «I nominativi in graduatoria
 possono aver cambiato numero telefonico o indirizzo mail - dichiara il
 rappresentante della Cisl - Chiunque è interessato e si trova in graduatoria può
 rivolgersi all'ufficio concorsi in direzione ed ottenere tutte le informazioni
 necessarie». Ma cosa succederà se non ci saranno nuovi operatori? Biondino spiega
 che si dovranno prendere provvedimenti: «Le sedute degli interventi di elezione
 (programmati) saranno dimezzate perché mancano gli infermieri e gli operatori
 socio-sanitari. Saranno coperti solo i turni della mattina».

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03/04/2019
                                            puntoagronews.it
                                                                                                                          EAV: € 353
                                                                                                                          Lettori: 1.500
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

  Cava de' Tirreni. Raddoppiano le sedute operatorie al Santa
                        Maria dell'Olmo

 Buone notizie per l’ospedale Santa Maria
 dell’Olmo di Cava de’ Tirreni. Sedute
 operatorie raddoppiano e arrivano a
 quattordici giornaliere. Nel corso di un
 incontro con i rappresentanti sindacali e
 il manager dell’Azienda Ospedaliera e
 Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi
 D’ Aragona, Giuseppe Longo, ha dato il
 via libero all’aumento del numero
 giornaliero con una sorta di sforamento
 degli orari di servizio del personale.
 Saranno riaperte le sale operatorie,
 interessate dai lavori di ristrutturazione. Dopo la carenza di rianimatori della scorsa
 estate e l’avvio dei lavori di ristrutturazione a ottobre oggi sembra arrivare la parola
 fine ai disagi al Santa Maria dell’Olmo. La ristrutturazione delle sale operatorie ha
 previsto opere importanti di ripavimentazione, oltre all’ammodernamento delle
 apparecchiature.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
03/04/2019
                                             salernonotizie.it
                                                                                                                         EAV: € 733
                                                                                                                         Lettori: 10.300
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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   Salerno: bagni sporchi e rifiuti in alcune aree del Ruggi, la
                            denuncia

 Un lettore di Salernonotizie segnala
 precarie condizioni igieniche in alcune
 aree del Ruggi per una scarsa pulizia e
 manutenzione. Nelle foto inviate alla
 nostra redazione si evidenzia la
 situazione nei giorni di venerdì 29 marzo
 e sabato 30 marzo. I bagni per gli utenti
 – scrive il lettore nella segnalazione alla
 nostra redazione – risultavano in condizioni igieniche molto precarie a causa del
 mancato intervento degli addetti alle pulizie.La foto delle scale è stata scattata
 giovedì 28 marzo e mostrano l situazione intorno agli ascensori nel primo e secondo
 piano del corpo A B. Anche qui evidenti carenze igieniche La foto del bagno, invece,è
 quella del piano dell’ ‘oculistica’ del corpo C e D. Infine lo spogliatoio delle cucine
 mostra la situazione immortalata sabato 31 marzo

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04/04/2019                                                                                                                Pagina 8

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

     «Occorre dare voce e far valere i diritti degli stomizzati
                          salernitani»

 CASTEL SAN GIORGIO - Una disabilità
 che coinvolge circa 80mila persone, una
 disabilità invisibile, che ti accompagna
 per tutta la vita; della quale, spesso, si
 preferisce non parlarne, perché chi ne è
 affetto, per esperienza personale, sa che
 chi lo ascolta, o chi è a conoscenza del
 sua handicap, abbina il termine
 stomizzato a sporco, un accostamento
 che fa vergognare e soffrire, anche
 psicologicamente chi ne è affetto. Ma per
 saperne di più e far si che gli "invisibili"
 diventino visibili come chi conduce una
 vita normale e ricominciare nuovamente
 a vivere la loro, ne parliamo con la
 dottoressa in scienze del servizio sociale
 Carolina      Sarno,      stomizzata       e
 responsabile del gruppo stomizzati
 Salerno aderente a Fais Onlus; che ha
 anche accettato di mettere a nudo il suo
 quotidiano senza ma e senza se.
 Dottoressa Sarno, quali suoi compiti ed
 impegni all' interno della Fais? «Attualmente sono la responsabile del gruppo
 Stomizzati Salerno, la portavoce Fais per l' associazione Cramcred, in collaborazione
 con il presidente Pier Raffaele Spena, la past -president Marina Per rotta e la
 responsabile della segreteria organizzativa Annalisa Molteni. L' intento è quello di far
 crescere il gruppo salernitano e di divulgare quelle che sono le principali attività Fais
 in modo da poter aver voce e far valere i diritti degli stomizzati salernitani nello
 scenario sociosanitario provinciale. A tal proposito, stiamo organizzando un
 convegno Fais, che con molta probabilità, si terrà in Castel San Giorgio». Prima di
 entrare nei particolari, vuole spiegare che cosa è la Fais, dove, quando e come è
 nata? «La Fais è un' associazione di promozione sociale Onlus nata nel 2002, per la
 tutela dei diritti dei pazienti portatori di stomia e incontinenti attraverso attività di
 informazione, assistenza, interventi legislativi e promozioni di campagne di
 sensibilizzazione, una su tutte "Un Sacco Da Raccontare", miranti al miglioramento
 della qualità della vita delle persone incontinenti e stomizzate». Parliamo della Fais e

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delle strutture sul territorio nazionale e dove sono ubicate le sedi? «La Fais ha una
direzione nazionale con sede a Milano, presso l' IRCS, ed è struttura in sessanta
associazioni aderenti alla federazione, disseminate in quasi tutte le province del
territorio italiano». Cos' è una stomia? «La stomia è il risultato di un intervento
chirurgico mediante il quale si crea un apertura sulla parete addominale per mettere
in comunicazione l' apparato intestinale o quello urinario con l' esterno. La creazione
dello stoma rappresenta un salvavita e permette di migliorare la qualità della vita
sia dal punto di vista della salute che socio -relazionale. In Italia oltre 5milioni di
persone hanno problemi di incontinenza renale e quasi 2milioni di incontinenza
fecale. La stomia è sprovvista di muscolatura quindi le feci e le urine non possono
essere trattenute pertanto si utilizzano appositi presidi medico chirurgici
comunemente chiamate sacche che vengono applicate sull' addome ogni due tre
giorni per tutta la vita». Quando e perché le è stata confezionata una stomia? «Nel
settembre del 2015, dopo 23 anni di una malattia cronica intestinale, la retto colite
ulcerosa, venni ricoverata d' urgenza e sottoposta ad un intervento di asportazione
del colon, con conseguente confezionamento di stomia». Vivere con una "borsetta",
quanto ha cambiato la sua vita? «Il post operatorio è stato terribile, il rapporto con il
mio corpo, già non eccellente, è addirittura peggiorato: odiavo quel "buco" sulla pan
cia e quel sacchetto, ero costretta a vestirmi in modo informe, per non parlare, poi,
degli "scherzi" della sacca con conseguenze "poco profumate", perché nessuno mi
aveva insegnato come curare lo stoma e la superfice peristomale, da ciò la paura di
avere una normale vita sociale. Casualmente, mentre ero alla ricerca di personale
qualificato, sono venuta a conoscenza del centro stomie dell' Ospedale Ruggi D'
Aragona di Salerno, egregiamente diretto dal dottor Mario Avossa medico chirurgo,
coadiuvato dagli stomaterapisti Loredana Persiano e Adolfo D' Ambrosio e dalla
psicologa clinica Sabina d' Amato, in questo centro mi hanno insegnato come
convivere e vivere bene con la propria stomia, praticamente sono ritornata vivere.
Alcuni pazienti del centro facevano parte di un' associazione provinciale della Fais».
Gli stomizzati vengono seguiti adeguatamente anche a livello psicologico? «Secondo
la mia personale esperienza nei centri stomie opera personale adeguatamente
qualificato, compresa la figura dello psicologo; in molti centri gli associati Fais
affiancano il personale me dico nel sostegno dei pazienti e dei loro Care Giver, cioè
la persona che si occupa delle necessità dello stomizzato». Come vive la vita
sessuale una persona stomizzata, una donna può procreare? «La vita sessuale può
essere vissuta liberamente se non subentrano blocchi mentali sia da parte del
partner che dello stesso stomizzato, la sto mia, di per se, non impedisce l' atto
sessuale e né tanto meno la riproduzione, tante stomizate hanno portato a termine,
senza problemi, la propria gravidanza». Esiste una prevenzione per tale patologia?
«Lo stato di stomizzato non è una patologia, ma conseguenza e soluzione di alcune
patologie quali potrebbero essere malattie intestinali, tumori colon -retto,
malformazioni, o di problemi all' apparato urinario». Ad un convegno sulle disabilità,
ha detto di essere passata da uno stato di prostrazione alla passerella, ci parla di
questi momenti? «La perdita del lavoro, la sto mia, la difficile convalescenza, la
mancanza di un compagno avevano contribuito a sgretolare la forza che mi aveva
sempre sostenuta, facendomi perdere interesse nella vita, una donna di 50 anni

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nella mia condizione non aveva più alcun motivo per andare avanti, nonostante l'
affetto della mia famiglia. In seguito, grazie anche al sostegno di associati Fais e di
altri stomizzati, ho capito che non ero sola e che era necessario conviverci ed
accettarla, ho cominciato a guardare quel buco e quel sacchetto con occhi diversi:
mi avevano salvato la vita. E' stato un lavoro lento su me stessa, che, per caso e per
scherzo, mi ha portato ad accettare la proposta di diventare modella curvy per un
giorno, di intimo e costumi per stomizzati, e io, che prima della stomia non avevo
mai accettato il mio corpo, ho sfilato quasi nuda in passerella. Perché tante persone
stomizzate, nascondono questa loro condizione? «Stomia uguale cacca e pipì, quindi
considerata socialmente imbarazzante e spesso non se ne parla nemmeno con il
proprio medico di fiducia». Come viene accettata dalla società una persona
stomizzata, e quali difficoltà potrebbe provare e con chi? «Una persona stomizzata è
un disabile invisibile, molti nemmeno se ne accorgono se non ne parli, a volte leggi l'
imbarazzo nelle risposte del tuo interlocutore. Come invalidi avremmo diritto ad
usare i bagni dei disabili, difficilmente lo facciamo proprio per non essere additati».
Lanci un appello a coloro che vivono tale disabilità a non nascondersi e del perché
non farlo? «Desidererei che le persone con la stomia non abbiano più vergogna della
loro disabilità, l' esperienza mi ha fatto capire che è inutile tenersi dentro le proprie
paure e nascondersi, non siamo diversi dagli altri ed ognuno di noi ha un potenziale
dentro di se, parlare con chi ha il nostro stesso problema, ci aiuta tantissimo,
pertanto invito, come responsabile del gruppo stomizzati Salerno, a mettersi in
contatto con la nostra sede provinciale, mettendo da parte, ansie, dubbi incertezze
ed angosce. Siamo presenti su facebook con la pagina stomizzati Salerno e la nostra
e-mail è gruppostomizzatisalerno@gmail.com riferimento Carolina Sarno».

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04/04/2019                                                                                                                 Pagina 21
                                            La Città di Salerno
                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

                  I farmaci per i tumori? «Li può gettare»
 di Francesco Faenza
 Dopo il decesso di un paziente con
 patologia tumorale, i farmaci per le cure
 vanno gettati. Per quanto siano costosi,
 non c'è soluzione. L'Asl non li riprende. I
 medici di famiglia non possono ritirarli. Il
 nodo è sulla loro conservazione. Nelle
 case dei pazienti ci possono essere delle
 alterazioni di temperatura? Nel dubbio,
 anche se il farmaco non è stato usato, va
 gettato. E con lui, migliaia di euro dello
 Stato finiscono nel cestino. Annamaria
 M., ebolitana, non si dà pace: «Facciamo
 qualcosa, evitiamo questo sperpero». Da
 giorni Annamaria sta girando in tutti gli
 uffici dell'Asl. Dal rione Pescara ad
 Acquarita, la risposta che riceve è
 sempre la stessa: «I farmaci tumorali di
 sua madre? Li getti». Annamaria non ci
 sta. Non vuole essere complice di questo
 spreco. L'unica via di uscita che le hanno
 offerto le provoca un sorriso amaro: «Mi
 hanno detto di dare i farmaci a qualche
 mio parente, che in fondo in fondo, non è proprio un bell'augurio». Per i pannoloni,
 qualche familiare anziano si trova. Ma per le fiale antitumorali, per le siringhe da
 mille euro: «è contro la mia natura gettarli in una pattumiera. Sono soldi pubblici
 buttati. Poi ci chiedono di pagare ticket per visite ospedaliere o per gli acquisti in
 farmacia». Da diversi giorni il tour di Annamaria prosegue a ritmo serrato. La signora
 che ha perso di recente la madre, malata tumorale, è proseguito dai medici di
 famiglia. Le risposte ricevute sono un po' più accomodanti. Ma la soluzione non
 cambia: anche i medici di famiglia scuotono la testa: «ci piange il cuore, ma non
 possiamo prenderli- afferma la dottoressa Elisabetta Voza- rischiamo un
 provvedimento dei Nas. La legge prevede che i farmaci vengano gettati». Una
 soluzione a Voza viene in mente: «si dovrebbero creare dei centri di raccolta. Ma
 sono leggi da approvare in Parlamento ». La signora Annamaria non intende tirare i
 remi in barca: «Continuerò a cercare qualcuno che prenda antidolorifici, antitumorali
 e farmaci chemioterapici. Sono fiale che costano mille euro». Medici e dirigenti
 hanno le mani legate. «Non possiamo prenderli- conferma il dottore Antonio Mignone
 , dirigente dell'Hospice di Eboli- noi qui conserviamo i farmaci a temperature
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precise. Non possiamo sapere se i parenti dei malati tumorali, a casa, facciano lo
stesso». I paradossi della sanità? Ai malati tumorali, a volte, vengono negate delle
prestazioni gratuite perchè la regione sfora il budget. Ma se il paziente muore, lo
spreco più grande lo autorizza lo Stato.

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04/04/2019                                                                                                               Pagina 19

                                                                                                                         EAV: € 1.125
                                                                                                                         Lettori: 29.750
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

         La lenta "morte" dell' ospedale dell' Immacolata:
                    «Governatore, intervenga»

 Credetemi: non so se il Governatore
 della Regione Campania, On.le Vincenzo
 De Luca, politico di lungocorso, che pare
 abbia a cuore le sorti della Sanità
 regionale, conosca nei dettagli le criticità
 dell' Ospedale dell' Immacolata di Sapri,
 aperto, nel mese di luglio di 40 anni or
 sono, dopo una sommossa popolare,
 guidata dall' umile e mite parroco di
 periferia don Giovanni Iantorno! Fino a
 questo momento, ho ascoltato solo
 chiacchiere e penso si continui a
 navigare nel grande mare delle buone
 intenzioni, con "fuoco incrociato" di
 responsabilità e pochi fatti! Bene! A tal
 proposito, comunico che solo la CGIL,
 attraverso il valente sindacalista Mimmo
 Vrenna, ha lanciato seriamente e
 concretamente il grido d' allarme!
 Diciamolo chiaramente e senza peli sulla
 lingua : l' Ospedale di Sapri, si avvia a
 morire lentamente! Mi spiego! Queste le
 criticità, facendo un viaggio di ricognizione, cominciando dal Pronto Soccorso, dove
 mancano: 4 infermieri, 2 O.S.S. e 6 infermieri del Servizio trasporti infermi, che, al
 momento non esiste! Passiamo al Reparto di Medicina: mancano 3 medici, il
 Primario, 4 infermieri e 2 O.S.S.! Nel Reparto di Ortopedia, mancano: il Primario, un
 medico, 5 infermieri e non c' è alcun O.S.S.! Continuiamo la " Via Crucis" in
 Ostetricia e Ginecologia, dove mancano 3 Ostetriche, 3 infermieri , un O.S.S., 2
 medici e il Primario! A Pediatria, non ci sono un medico e 2 infermieri, mentre nel
 Reparto di Dialisi, mancano : il Responsabile, un medico dipendente e 2 infermieri! A
 Radiologia, mancano un medico e 2 tecnici; nel laboratorio Analisi, c' è bisogno di un
 medico, un chimico e 2 tecnici, mentre a Gastroenterologia, manca un medico. Il
 quadro non è ancora completo: al 118, mancano molti infermieri, fisioterapisti, e, al
 Dipartimento di salute mentale, è ben nota la carenza di infermieri e medici! Nell'
 Ufficio veterinario e prevenzione luoghi di lavoro, mancano : 8 tecnici, un veterinario
 e un biologo! "Dulcis in fundo", nel Consultorio familiare, manca la figura dell'

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Ostetrica,e, nel Reparto di Anestesia e Rianimazione, mancano 3 anestesisti e
rianimatori. Aggiungo che il Prima rio del Reparto di Anestesia e Rianimazione andrà
in pensione a settembre, mentre il Primario di Ortopedia e il Direttore Sanitario sono
lavoratori part-time! Dunque, questo è il quadro veramente desolante ed
allarmante! Invito, attraverso queste colonne, il Governatore Vincenzo De Luca a
prenderne atto e ad intervenire in tempi rapidi! L' Ospedale di Sapri, è un Ospedale
di frontiera: va potenziato...non penalizzato! Tonino Luppino.

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04/04/2019                                                                                                                 Pagina 18
                                            La Città di Salerno
                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

               Medici in pensione, Pediatria cerca rinforzi
 Danilo Ruggiero
 Carenza in pediatria, si cercano medici
 all'ospedale Martiri di Villa Malta di
 Sarno dove è stato aperto l'ambulatorio
 endoscopico. È stato pubblicato sul Burc
 della Regione Campania l'avviso rivolto a
 medici specialisti operanti su tutto il
 territorio nazionale per sopperire alla
 carenza numerica nel reparto di
 Pediatria nel presidio ospedaliero di
 Sarno. L'Asl di Salerno, il 7 marzo scorso,
 ha      richiesto    alla     Regione    la
 pubblicazione       di     zona     carente
 straordinaria di pediatria di libera scelta per l'ambito territoriale di Sarno- Pagani.
 Con un decreto dirigenziale del 15 marzo scorso - a firma di Antonio Postiglione ,
 direttore generale Tutela della salute - , viene individuata quale zona carente
 straordinaria per la pediatria di libera scelta l'ambito territoriale di Sarno nel
 distretto sanitario numero 62 nell'Asl salernitana. Nel citato decreto dirigenziale
 viene precisato che, ai fini dell'assegnazione dell'incarico, si ricorrerà alla
 graduatoria regionale definitiva di Pediatria di libera scelta. La misura si è resa
 necessaria visti i numerosi pensionamenti che ha riguardato l'organico del reparto di
 Pediatria dell'ospedale Martiri di Villa Malta di Sarno che, negli ultimi tempi, ha
 salutato anche il primario. Inoltre, sempre l'azienda ospedaliera ha comunicato
 l'attivazione del nuovo ambulatorio multidisciplinare Endoscopico. Il direttore
 sanitario dell'ospedale di Sarno, Rocco Calabrese , ha reso noto che presso i locali
 adiacenti al blocco operatorio è stato attivato il nuovo servizio che vede la
 collaborazione del personale medico ed infermieristico dell'Unità Operativa
 Complessa di Ostetricia e Ginecologia e delle Unità Operative Semplici
 Dipartimentali di Otorinolaringoiatria. Tali attività specialistiche hanno come
 referente, Antonella Calabrese , coordinatrice infermieristica del Blocco Operatorio
 Unico. Un servizio che potrà essere molto utile agli utenti del Villa Malta che
 potranno sottoporsi a Isteroscopia Diagnostica e a piccoli interventi di chirurgia del
 cavo orale. L'ospedale di Sarno intanto cerca rinforzi per il suo reparto di Pediatria
 dopo i pensionamenti che hanno riguardato il personale medico.

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04/04/2019                                                                                                                Pagina 31
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 8.056
                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

   Morte in corsia, medici prosciolti ma la Procura insiste: «A
                            processo»

 PAGANI Nicola Sorrentino «La sommaria
 ricostruzione degli eventi appare del
 tutto     slegata     dalle     emergenze
 investigative». La procura di Nocera
 Inferiore presenta appello contro la
 sentenza del gup di non luogo a
 procedere per due medici, inizialmente
 indagati per omicidio colposo per il
 decesso di Carmine Russo, 33enne di
 Pagani, morto il 2 maggio 2017 all'
 ospedale «Umberto I» di Nocera.
 Secondo la sentenza del gup, oltre ad
 elementi «di prova contraddittori» la
 procura non avrebbe ben motivato le
 presunte omissioni dei due medici
 indagati. Ma per il sostituto Angelo
 Rubano, che richiama i contenuti della
 consulenza disposta in fase d' indagine
 «posta tempestivamente la diagnosi
 corretta ed un altrettanto tempestivo iter
 terapeutico, si sarebbe probabilmente
 consentito di emendare l' affezione, con
 probabilità prossima alla certezza di
 evitare l' exitus». Per il gup, invece, il
 medico di guardia predispose con «tempestività» tutte le attività per individuare nel
 più breve tempo possibile la malattia di Russo. L' uomo giunse in ospedale il giorno
 prima con febbre e dolore a mani e piedi. Fu visitato intorno all' una e mezza, ma
 fino alle 4 inoltrate di notte restò su di una barella, in pronto soccorso, fino a quando
 un medico non si accorse di lui, trasferendolo presso malattie infettive. Ma quella
 «permanenza protratta - sempre secondo la procura - configura un ingiustificato
 ritardo, con estremi di responsabilità terapeutica. D' altra parte, anche se
 tardivamente, i sanitari del pronto soccorso sulla scorta della ugualmente tardiva
 consulenza nefrologica decidevano un trasferimento presso Malattie Infettive, anche
 se un arco di tempo di 3-4 ore per valutare un' insufficienza renale acuta, pur con il
 supporto di un laboratorio di analisi, appare eccessivo». Non solo, una volta in
 reparto Russo fu visitato «solo alle 5.30» e il «quadro clinico doveva senz' altro

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essere ormai molto grave. E addirittura la richiesta di consulenza rianimatoria
urgente, fu ottenuta solo alle ore 6.45 e senza che nulla di concreto venisse di fatto
attuato nei confronti di un malato, barellato in un corridoio, tra pronto soccorso e
malattie infettive, da circa 5 ore». L' uomo morì poco dopo, a causa di una «sepsi
gravissima, conclusasi con un quadro clinico di insufficienza multi organica. L'
inchiesta aveva visto anche lo stralcio di altri dieci medici, le cui condotte non
furono oggetto di contestazioni penali, in ragione del fatto che il paziente, quando
arrivò negli altri reparti (Rianimazione, Cardiologia e Nefrologia), presentava un
quadro clinico compromesso. Per la procura, insomma, per ciò che attiene gli altri
due medici «le fonti di prova si prestano ad un' alternatività di valutazioni che solo
con lo svolgimento del dibattimento potranno essere effettuate». © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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04/04/2019                                                                                                                Pagina 26
                                  Il Mattino (ed. Benevento)
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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

                        «Intesa con Asl Foggia per il 118»

 I sindaci di Foiano, Baselice e San
 Bartolome e il consigliere provinciale
 Antonio Ruggiero, hanno chiesto ai
 vertici dell' Asl un incontro sulla
 possibilità di fare un accordo con l'
 azienda sanitaria di Foggia, per poter
 usufruire in casi di necessità, delle
 ambulanze medicalizzate del 118 dei
 comuni pugliesi di Volturara Appula e
 Roseto Valfortore. Questo per poter
 contare su un' altra ambulanza, oltre
 quella del Psaut di San Bartolomeo,
 qualora si verificasse più di un'
 emergenza nello stesso arco temporale.
 Inoltre, nelle ore notturne, le postazioni
 pugliesi potrebbero essere una valida
 sostituzione dell' ambulanza senza
 medico a bordo, dovrebbe arrivare da
 Ginestra, a un' ora di distanza dal
 Foiano. «Sono aperto all' ascolto ha
 dichiarato Picker ma a poter decidere
 sono la Regione Campania e la Regione
 Puglia».

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04/04/2019                                                                                                               Pagina 32

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                                                                                                                         Lettori: 133.364
                                         Argomento: Sanità Campania

   «San Giovanni Bosco, staccata la corrente ai distributori di
                        snack abusivi»

 Sono stati scollegati dalla rete elettrica
 dell' ospedale San Giovanni Bosco i
 distributori automatici di snack e
 bevande installati senza alcun tipo di
 concessione. A segnalare il caso era
 stato il consigliere regionale dei Verdi
 Francesco Borrelli, componente della
 commissione      Sanità    del    Consiglio
 regionale: «Il commissario della Asl
 Napoli 1 Ciro Verdoliva ha disposto la
 rimozione, intimando ai proprietari di
 venire a ritirarli. La rimozione non è
 ancora avvenuta e per il momento l'
 azienda di distribuzione ha esposto sui
 dispositivi un cartello con su scritto
 Guasto (nella foto). Ma quei distributori -
 sottolinea Borrelli - dovranno essere
 rimossi per essere sostituiti in seguito ad
 una regolare gara. Si tratta di un
 ulteriore passo nel processo di ripristino
 della legalità all' interno del San
 Giovanni Bosco». «Secondo quanto
 sostenuto dall' azienda proprietaria, i
 distributori erano lì da anni grazie ad un
 permesso momentaneo, con un forfait di 5 euro al mese che veniva corrisposto per
 ogni distributore. Una situazione assurda che procurava guadagni alla ditta senza un
 ritorno economico per l' azienda sanitaria. Deve essere chiaro che da questo
 momento non sarà più possibile fare i propri comodi all' interno delle strutture del
 sistema sanitario regionale. Ogni attività economica dovrà avvenire in seguito all'
 aggiudicazione di una gara».

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04/04/2019                                                                                                                Pagina 8

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

               Camici bianchi in piazza: niente turn over

 LA PROTESTA NAPOLI (r.c.) - E i
 pensionamenti stanno falcidiando anche
 i medici di famiglia, mentre il ricambio
 generazionale      tarda   ad      arrivare.
 Quattromila medici di famiglia sono in
 attesa di lavoro, con storie di precariato
 che sfiorano i 20 anni: qualcuno non è
 ancora collocato a 55 anni. E tutto
 questo,    paradossalmente,       in     una
 regione, la Campania, dove non
 mancano le zone sfornite di medici di
 medicina generale. "Ma la Regione,
 nonostante la normativa lo preveda, non
 pubblica con regolarità l' elenco delle
 aree carenti: a oggi non sono stati
 ancora assegnati i posti vacanti del
 2017, gli ultimi pubblicati". E' la
 denuncia di Salvatore Caiazza, portavoce
 del movimento "Medici senza carriere",
 che il 10 maggio scenderà in piazza per
 una manifestazione con appuntamento
 al Centro direzionale di Napoli, sede
 della giunta regionale. Da tempo l' associazione ha denunciato il fatto che "la
 Regione Campania non pubblica le aree carenti. Abbiamo due anni di ritardo. Entro il
 31 marzo avrebbe dovuto pubblicare l' elenco del 2019 ma ancora non è stato
 pubblicato quelle del 2018 né assegnate quelle del 2017, le ultime pubblicate. Tutto
 ciò crea un problema occupazionale per noi, ma anche disagi ai cittadini che hanno
 difficoltà a trovare un medico di famiglia o devono riferirsi a colleghi stracarichi di
 pazienti, che faticano a seguirli". E in questa situazione "la Regione nega il problema
 o, in alcuni casi, fonti sindacali parlano di carenza di personale negli uffici che
 renderebbe difficile all' amministrazione stare nei tempi". Il risultato "è una
 graduatoria di quattromila medici di famiglia. Per fare un paragone il Lombardia
 sono meno di 800 l' anno (molti tra l' altro "fuori sede") e tutti trovano collocazione
 in tempi ragionevoli. E' una differenza inaccettabile nello stesso Paese", conclude.

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04/04/2019                                                                                                                    Pagina 42

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                                                                                                                              Lettori: 133.364
                                              Argomento: Sanità Campania

    CAMPANIA, I COSTI DELL' ESODO DEI MALATI. MA C' È UN
                          RIMEDIO
 Sergio Beraldo
 L' analisi La diffusa tendenza a muoversi
 dalla propria regione di residenza per
 soddisfare altrove i propri bisogni
 sanitari, produce in Italia un notevole
 trasferimento di risorse a compensazione
 delle cure erogate. Nel 2018 le risorse
 così movimentate hanno superato i
 4,365 miliardi di euro, condizionando in
 modo rilevante l' equilibrio finanziario di
 alcune regioni, specie quelle che, come
 la Campania (-302,1 milioni di euro),
 hanno un saldo migratorio negativo. Nel
 2017, circa 53,000 campani sono stati
 ricoverati in regime ordinario fuori
 regione; oltre 18,000 sono stati
 ricoverati in regime diurno (day
 hospital). A fronte di una tendenza
 maggiormente accentuata nel caso della
 Campania, ma che interessa tutte le
 regioni meridionali, la Lombardia e l'
 Emilia Romagna hanno esibito saldi
 migratori fortemente positivi, pari a oltre
 90,000 ricoveri (in regime ordinario o
 diurno) per la Lombardia e oltre 50,000
 per l' Emilia Romagna. È ragionevole ritenere che la riduzione di risorse da destinare
 alla sanità, subita dalle regioni a forte mobilità passiva - tra cui spicca, appunto, la
 Campania - aggravi in prospettiva il problema. Quando s' intensifica la migrazione
 dei pazienti, una parte delle risorse a disposizione per finanziare i servizi sanitari
 deve essere versata alle regioni che erogano le cure. Ciò condiziona negativamente
 la qualità dei servizi erogati, e dunque rafforza la tendenza ad emigrare; s' innesca
 in altri termini un circolo vizioso che accresce le differenze tra i sistemi sanitari
 regionali. Una parte rilevante degli operatori del settore - ma anche del mondo
 politico e finanche dell' Accademia individua le cause della mobilità sanitaria nelle
 sole disparità relative alle risorse disponibili: nelle regioni meridionali minori che
 altrove. In effetti, nel decennio 2007-2016, la spesa sanitaria corrente pubblica pro-
 capite si è attestata, in Campania, intorno ai 1695 euro, contro i 1819 della

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Lombardia e i 1925 dell' Emilia-Romagna rispettivamente. Questa disparità non è
però sufficiente a fornire una spiegazione del fenomeno. È di prossima pubblicazione
un articolo accademico - coordinato da chi scrive e alla cui elaborazione hanno
partecipato il collega Antonio d' Ambrosio e Gaia Strangio - che ha analizzato i dati
relativi alla mobilità sanitaria interregionale nel periodo 2007-2016 al fine di
individuarne le cause. Senza entrare nei dettagli tecnici, l' analisi indica che la
mobilità sanitaria passiva cresce sì se si riducono le risorse a disposizione di una
regione; ma anche se, a parità di risorse, si riduce la qualità dei servizi erogati
(misurata con la capacità di erogare i livelli essenziali delle prestazioni, cd punteggio
Lea). Interessante notare che a parità di risorse e di punteggio Lea, la mobilità in
uscita cresce se le regioni sono in piano di rientro; un effetto che viene addirittura
rafforzato dal commissariamento. L' assetto istituzionale conta. Questi ultimi due
risultati possono essere interpretati notando che la mobilità in uscita cresce anche
quando nella regione si riduce il personale infermieristico rispetto a quello medico
(come tipicamente è avvenuto in Campania); non è dunque solo la scarsità di risorse
che rileva (la spesa pubblica inferiore), ma l' organizzazione complessiva delle
stesse; da cui può scaturire un' assistenza carente (e la scarsezza di personale
infermieristico pare cogliere proprio questo aspetto) pur in presenza di prestazioni
mediche adeguate e di un livello di spesa comparabile. Una domanda che vale la
pena porsi è: cosa accadrebbe qualora passasse l' autonomia differenziata? Fine
della mobilità? Ognuno si cura a casa sua? In realtà le cose andrebbero
diversamente, per la semplice ragione che le regioni con mobilità in entrata
ottengono un vantaggio dalla migrazione sanitaria - anche connesso al sistema di
remunerazione delle prestazioni - e non hanno dunque alcun interesse a bloccare i
flussi. Un' ipotesi che si può avanzare per contenere l' onere della mobilità senza
vietare ai pazienti di curarsi fuori regione, potrebbe sfruttare il differenziale di costo
delle prestazioni, che le regioni con mobilità in entrata tendono a sospingere verso l'
alto per accrescere i rimborsi a compensazione. Sulla base di un principio
correntemente applicato in Europa nel caso della mobilità sanitaria transfrontaliera,
il rimborso per le prestazioni sanitarie potrebbe essere pari al costo che il sistema
sanitario di appartenenza avrebbe sostenuto. Dunque, per le sole prestazioni fornite
in modo appropriato, rispettando cioè un prefissato standard di qualità, e solo per
quelle, si potrebbe predisporre che la Campania pagherà alle altre regioni un
rimborso pari al costo interno delle stesse; l' eventuale parte rimanente sarebbe a
carico di chi decide di emigrare. Poiché le prestazioni per cui varrebbe la proposta
sarebbero solo quelle erogate in modo adeguato, non verrebbe leso il diritto alla
salute dei cittadini campani; né d' altronde verrebbe lesa la loro libertà nella scelta
delle cure. Se le risorse risparmiate fossero poi utilizzate per migliorare la qualità del
sistema sanitario regionale, vi sarebbe un vantaggio per tutti in tempi
ragionevolmente brevi. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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04/04/2019                                                                                                                 Pagina 24

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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

             Doppi stipendi verifiche estese ad altri due anni

 GLI SVILUPPI Alessandra Montalbetti
 Inchiesta sui doppi stipendi all' Asl di
 Avellino, le verifiche vengono estese
 anche alla contabilità relativa agli anni
 2013 e 2014. Dunque l' ammontare della
 truffa realizzata dai cinque indagati (3
 medici, un contabile e un dirigente)
 potrebbe aumentare notevolmente. Gli
 agenti della guardia di finanza di
 Avellino, agli ordini del comandante
 Gennaro Ottaiano, stanno verificando la
 documentazione relativa anche ad altri
 due anni precedenti al periodo preso
 finora in considerazione (2015-2018) per
 far emergere presunte disparità tra le
 ore di prestazioni effettuate dai
 dipendenti e le somme realmente
 intascate dagli stessi. Un lavoro
 complesso quello che stanno svolgendo
 gli agenti delle fiamme gialle del
 comando di via Pontieri dopo le
 dichiarazioni     rese    dalle   persone
 ascoltate finora. Versioni e chiarimenti
 che vanno confrontati con i documenti
 contabili acquisiti dagli inquirenti. Dopo la riunione della Commissione Regionale
 sarebbe stato calcolato intorno ai 600mila euro lordi il totale degli ammanchi
 accertati. Ma l' ammontare complessivo della truffa potrebbe subire ulteriori
 variazioni al rialzo al termine degli accertamenti delle Fiamme gialle. Le indagini
 della guardia di finanza di Avellino continuano a ritmo serrato. Infatti nei giorni
 scorsi sono stati ascoltati altri medici dell' Azienda sanitaria locale di via Degli
 Imbimbo e sono state passate al setaccio le loro buste paga e il monte ore di lavoro
 realmente effettuato. Due camicvi bianchi, ascoltati di recente dalle Fiamme gialle,
 sono stati raggiunti dagli avvisi di garanzia. Ma l' inchiesta è destinata ad allagarsi
 ulteriormente in quanto, dalle indagini degli agenti della guardia di finanza di
 Avellino, starebbe emergendo che del meccanismo messo in piede dal contabile,
 finito nell' inchiesta, avrebbero beneficiato anche altre persone completamente
 estranee all' Azienda sanitaria locale. Ad intascare somme di denaro non dovute
 anche altre figure professionali che non risulterebbero né tra i dipendenti
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(strutturati) né tantomeno tra i profili professionali dell' emergenza (non strutturati)
dell' Asl di Avellino. Sarebbero emerse già numerose anomalie nei conteggi relativi
alle ore di servizio effettuate e quelle pagate dall' Asl. I camici bianchi e non solo,
sarebbero stati compensati indebitamente o più del dovuto. Il contabile, che ad
avviso degli inquirenti avrebbe ideato il meccanismo per mettere in piedi la truffa, è
stato trasferito presso un ufficio Asl della provincia irpina e non licenziato come
inizialmente si era detto. L' indagine avviata dalla Procura della Repubblica e, in
particolare dal sostituto Fabio Del Mauro, ha preso il via dopo la denuncia della
manager della struttura sanitaria di via degli Imbimbo, Maria Morgante. Le prime
acquisizioni di documenti furono effettuate poco prima delle festività natalizie. Nel
mirino degli agenti della Guardia di Finanza di Avellino, sarebbe finita l' Unità
Operativa Complessa del personale non strutturato dell' Azienda sanitaria locale
dove, con ogni probabilità, sarebbero state trovate le modalità e gli artifici per
gonfiare gli stipendi di alcuni medici di base, agevolandone alcuni e penalizzandone
altri. Gli inquirenti stanno accertando se quest' ultimi fossero o meno compiacenti.
Per farlo gli agenti della Fiamme gialle hanno provveduto ad ascoltare per ben due
volte il medico, originario dell' Alta Irpinia, coinvolto nell' inchiesta sui doppi stipendi
dell' Asl di Avellino, accompagnato dal suo difensore, l' avvocato Antonio Rosania. Al
medico e al contabile gli agenti della guardia di finanza hanno provveduto a
consegnare il decreto di sequestro preventivo di tutti i beni a loro riconducibili al fine
di garantire l' eventuale ristoro del danno provocato alle casse dell' azienda sanitaria
locale dagli indagati. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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04/04/2019                                                                                                                Pagina 13

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

  Ennesima aggressione agli operatori del 118: «Riconoscere
               lo status di pubblico ufficiale»

 NAPOLI. Ennesima aggressione agli
 operatori del 118, è la 25esima dall'
 inizio dell' anno ed è stato di emergenza.
 L' ultimo episodio, accaduto nella zona di
 Agnano e subito denunciato sulla pagina
 Facebook dell' associazione Nessuno
 Tocchi Ippocrate, sottolinea ancora una
 volta la gravità della situazione. Il primo
 ad aver subito diverse aggressioni è
 stato proprio Manuel Ruggiero, (nella
 foto) vittima numero 16 nel 2019, e
 presidente dell' associazione Nessuno
 Tocchi Ippocrate. Come garantire una
 maggiore sicurezza? «Prima di tutto
 riconoscendo lo status di "pubblico
 ufficiale" a tutto il personale in servizio
 sui mezzi di soccorso ed in secondo
 luogo, come già sta facendo il
 commissario       Verdoliva,    dotare    il
 personale ed i mezzi di soccorso di
 telecamere, oltre a una buona campagna
 d' informazione all' utenza». Lei ha
 detto: «Se potessi lascerei questo
 lavoro». Conferma? «Ogni volta che
 strisciamo il cartellino, abbiamo paura dell' ignoto e di tutto ciò che ci può accade re
 durante la nostra giornata di lavoro. Nonostante tutto, continuo il mio servizio con
 passione e professionalità». A lei cosa è accaduto? «Quel pomeriggio sono stato
 schiaffeggiato da una paziente che aveva tentato il suicidio». A Napoli c' è una
 media di 2 aggressioni al mese. Ma nelle altre città è lo stesso? «Mediamente sono 8
 aggressioni al mese. Purtroppo Napoli è la "maglia nera", dove avvengono circa il
 90% delle aggressioni in Campania». Ora che con la cosiddetta Quota cento molti
 medici andranno in pensione, come si farà a garantire il pronto intervento ai
 napoletani? «Bisognerebbe stabilizzare i precari in servizio. Poi bandire nuovi
 concorsi nei quali si dà l' opportunità ai medici che hanno effettuato il "corso di
 idoneità all' emergenza" di lavorare nel 118».

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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