Media Monitoring per 16-05-2019 - Rassegna stampa del 16-05-2019 - Ruggi
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 16/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Infarto in sala operatoria: medico salvo ................................................................................. 1 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 2 16/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Cure prescritte ai morti per guadagnare di più sei medici a processo ................................... 2 16/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Infermieri usati per un'emergenza ......................................................................................... 4 16/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Privati in ambulanza e assunti in ufficio ................................................................................. 5 16/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Sempre più anziani, curarli costa caro: ottanta milioni l' anno, 708 euro a testa .................. 7 Sanità Campania ............................................................................................................................... 9 16/05/2019 - IL ROMA Allarme antibiotici, Triassi: «Uso dissennato» ....................................................................... 9 16/05/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) «Ospedale, il ministro firmi il decreto» ................................................................................ 11 16/05/2019 - IL MATTINO Donna morta dopo dieci ore d' attesa in corsia l' Asl apre un' indagine: in campo gli ispettori .............................................................................................................................................. 13 16/05/2019 - IL MATTINO GABRIELE COME ALEX, CERCASI DONATORE ........................................................................ 14 16/05/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Liste d' attesa, tempi più brevi La media cala fino a 47 giorni ............................................. 16 16/05/2019 - IL ROMA Pascale sempre più proiettato verso una medicina innovativa ............................................ 18 16/05/2019 - IL ROMA Una rete universale per combattere il male del secolo ........................................................ 19 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 20 16/05/2019 - AVVENIRE Assistenza domiciliare ai pazienti oncologici: «Così riempiamo il vuoto dello Stato» .......... 20 16/05/2019 - AVVENIRE «Con i malati, contro l' eutanasia» ....................................................................................... 22 16/05/2019 - CORRIERE DELLA SERA «Matilde potrà curarsi in Florida» La 13enne vince in Cassazione ....................................... 24 16/05/2019 - IL SOLE 24 ORE «Pronti a sbarcare in Arabia Saudita e Nord Africa» ............................................................ 26 16/05/2019 - LA STAMPA Boom di infezioni negli ospedali: 49 mila morti in un solo anno .......................................... 27 16/05/2019 - LA REPUBBLICA I bambini curati con le playlist e a sorpresa arriva Mengoni ................................................ 29 16/05/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO I furbetti dell' Asl: al mare durante l' orario di lavoro .......................................................... 30 16/05/2019 - IL SOLE 24 ORE Il re della sanità punta 30 milioni su Castrocaro .................................................................. 31 16/05/2019 - AVVENIRE Italia sempre più longeva (nonostante i vizi) ....................................................................... 33 16/05/2019 - AVVENIRE La dislessia si può battere con i libri tecnologici? ................................................................ 35 16/05/2019 - IL SOLE 24 ORE La fecondazione postuma trasmette il cognome del padre .................................................. 37 16/05/2019 - LIBERO La laurea facile si prende fuori dall' Italia ............................................................................ 39 16/05/2019 - AVVENIRE Le cure palliative diritto di tutti ........................................................................................... 41
16/05/2019 - LA REPUBBLICA No all' aborto anche dopo lo stupro in Alabama la legge dell' ultradestra ........................... 43 16/05/2019 - IL MANIFESTO Quando i tagli alla Sanità spingono verso i privati ............................................................... 45 16/05/2019 - IL GIORNALE Quando una macchia scura è la spia di un tumore ............................................................... 47 16/05/2019 - IL GIORNO Robot in sala operatoria, ma mancano medici ..................................................................... 48 16/05/2019 - IL GIORNALE Se la salute è un lusso: curare un tumore costa 40mila euro l' anno ................................... 49 16/05/2019 - IL GIORNO Se ti ammali lo prevede l' algoritmo .................................................................................... 51 16/05/2019 - IL GIORNALE Unghie sott' occhio Basta uno sguardo per sapere come stiamo ......................................... 53 16/05/2019 - IL GIORNALE Vademecum per proteggere il cervello ................................................................................ 55
16/05/2019 Pagina 9 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Infarto in sala operatoria: medico salvo L'hanno salvato i suoi colleghi del Ruggi, con un intervento rapido ed efficace. Il chirurgo dell'Emergenza, Cosimo Mazzeo, ha ora tre stent coronarici e la certezza di poter continuare il suo prezioso lavoro in ospedale. Tutto è accaduto qualche giorno fa quando Mazzeo era impegnato in sala operatoria per un intervento. All'improvviso ha accusato un malore ed è stato subito soccorso dai colleghi. Che in poco tempo si sono accorti che il chirurgo era stato colpito da infarto. Il tempo di stabilizzarlo ed è stato subito trasferito nella torre cardiologica e sottoposto a intervento chirurgico. Per fortuna tutto è andato per il meglio: al dottor Mazzeo sono stati applicati tre stent coronarici, un dispositivo medico, impiegato durante le procedure di angioplastica coronarica. Ora il dottor Mazzeo sta bene, anche grazie alla prontezza di riflessi dei suoi colleghi in sala operatoria e l'immediato trasferimento nella torre cardiologica. Al noto chirurgo salernitano sono giunti gli auguri di pronta guarigione da colleghi e pazienti del Ruggi, a lui affezionati per le grandi doti umane e professionali, indispensabili anche per sopportare i massacranti turni di lavoro a cui si è sottoposti in ospedale, in particolare nel settore dell'emergenza. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 32 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 4.246 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Salerno e provincia Cure prescritte ai morti per guadagnare di più sei medici a processo NOCERA INFERIORE Nicola Sorrentino Sei medici finiscono a processo per falso ideologico in atto pubblico. Secondo le accuse della procura, avrebbero emesso prescrizioni sanitarie per persone decedute in un periodo antecedente. L' inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Angelo Rubano, con indagini materialmente svolte dal Nucleo Speciale spesa pubblica della guardia di finanza di Salerno, contesta agli attuali imputati di aver prescritto visite specialistiche domiciliari, oltre all' emissione di referti medici che attestavano l' esecuzione delle visite, nei confronti di persone che erano già decedute. LA VISITA POSTUMA Per prendere uno dei tanti esempi finiti in un' informativa, una donna deceduta il 25 settembre del 2010, fu indicata come beneficiaria di una visita domiciliare effettuata il 29 novembre del 2012. Le persone coinvolte sono medici di base e specialisti. Una volta chiusa l' indagine, la procura aveva emesso per tutti un decreto penale di condanna, e cioè una sanzione pecuniaria da pagare all' Erario, pari a circa 27mila euro, in ragione della tenuità dell' accusa. Una disposizione fissata poi dal gip, alla quale tutti i professionisti si erano opposti, attraverso i propri legali difensori. Questo ha portato, per legge, lo stesso gip a fissare per tutti il processo, attraverso il rito immediato. La posizione di un settimo medico, invece, è stata archiviata. La difesa, in questo caso, ha dimostrato che il paziente visitato era vivo. Il disguido era legato infatti ad un caso di omonimia. Il resto dei medici dovrà invece difendersi al processo. I fatti contestati vanno dal 2011 al 2013, registrati in diversi comuni del circondario, quali Cava de' Tirreni, Sant' Egidio del Monte Albino, Nocera Superiore e Angri. In un caso, la procura contesta il falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e quella materiale a due medici. Il primo, in qualità di medico di medicina generale avrebbe Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
prescritto una «falsa visita dermatologica con trattamento crioterapeutico» ad una donna, deceduta il 25 settembre 2010. La prescrizione reca la firma del 29 novembre 2012. Il secondo medico, in questo caso, avrebbe poi certificato «falsamente» di aver effettuato quella stessa visita specialistica il 19 dicembre 2012. L' ipotesi formulata degli investigatori è che l' erogazione di queste prestazioni serviva ad ottenere compensi aggiuntivi, che spettano sia ai medici di base sia a quelli che prestano assistenza sul territorio a pazienti non trasportabili. Durante le indagini, i medici erano stati anche chiamati a fornire chiarimenti. E molti di questi avevano parlato di casi di omonimia, negando di aver prescritto visite a soggetti defunti, segnalando inoltre errori commessi anche al centro unico di prenotazione dell' Asl. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 9 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Infermieri usati per un'emergenza Quei due infermieri assunti per essere impiegati all'interno del carcere sono stati spostati solo in via provvisoria all'ospedale di Oliveto Citra: lì resteranno per un mese per tamponare «una criticità imprevista, che rischiava di compromettere l'erogazione dei servizi alla popolazione. Trascorso un mese lasceranno l'ospedale: del resto «hanno sottoscritto comunque il contratto per l'assegnazione alla sanità penitenziaria». La precisazione arriva direttamente dall'Asl Salerno, dopo le polemiche sollevate dal Movimento Infermieri Campania e Professioni Sanitarie. «Il personale sanitario dell'Asl di Salerno, inserito in un'apposita graduatoria, non è stato correttamente collocato -aveva affermato Giovanni Petrillo , vicepresidente del Mic - Ci sono persone che hanno saltato anche 700 posti nell'elenco venendo assegnati all'ospedale di Oliveto Citra invece che nelle case circondariali per le quali avevano dato disponibilità ». «Dopo la procedura di selezione - aveva sottolineato Petrillo - l'Asl ha avviato una manifestazione d'interesse per coloro che volessero lavorare nelle carceri, garantendo priorità in graduatoria. Dopo i primi dieci collocamenti, gli altri sono stati invece assegnati all'hospice e al presidio ospedaliero di Oliveto Citra in barba alla manifestazione d'interesse e a quelle persone che hanno rispettato le regole. Il paradosso è che gli stessi effettuano anche straordinari proprio nelle carceri visto che, essendo stata disattesa la procedura, continuano ad essere in carenza di organico ». A rincarare la dose ci aveva pensato Francesco Emilio Borrelli , consigliere regionale dei Verdi e componente della commissione Sanità, per il quale bisognava subito «ripristinare la legalità nella gestione delle graduatorie degli infermieri nell'azienda sanitaria». L'Asl ha dunque chiarito che «nessuno degli infermieri reclutati a seguito della manifestazione di interesse per la sanità penitenziaria è stata fatta l'assegnazione a una diversa struttura aziendale». I due mandati ad Oliveto dovevano risolvere un'emergenza. Un mese e torneranno al loro posto, assicurano da via Nizza. (m.c.) Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 9 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Privati in ambulanza e assunti in ufficio Marcella Cavaliere L'Asl ha disposto l'acquisto di nuove ambulanze per gli ospedali di Nocera Inferiore, Eboli e Vallo della Lucania. Il sindacato degli infermieri Nursind, però, punta il dito sui tempi relativi alle procedure e sulle modalità di formazione della graduatoria grazie alla quale società esterne all'Azienda sanitaria si aggiudicheranno il servizio di trasporto secondario, cioè quello necessario per trasferire un paziente da una struttura all'altra nel caso in cui debbano essere eseguiti esami diagnostici. Per il sindacato, rappresentato dal segretario territoriale Biagio Tomasco , è inopportuna l'esternalizzazione completa del servizio in quanto l'Asl è dotata di propri infermieri e autisti e pertanto ritiene giusto procedere al solo fitto temporaneo delle ambulanze fino a quando non arriveranno quelle nuove, così come chiesto dalle direzioni sanitarie dei tre presidi. «All'ospedale di Vallo, come di norma negli altri - spiega il sindacalista - gli autisti dell'Asl utilizzati per il trasporto sono non meno di cinque per coprire la turnazione settimanale e dunque per i tre presidi sono almeno 15». Un autista, secondo Tomasco, costa all'Asl circa 1500 euro al mese e un infermiere circa 1800 euro, incluso l'ambulanza i costi aziendali dovrebbero aggirare intorno ai 5mila euro al mese. Le convenzioni esterne, secondo Tomasco, non fanno risparmiare nell'Azienda che, tramite convenzione, ricorre non solo alle ambulanze esterne ma anche al personale privato, pagando così il doppio. «Tramite le convenzioni esterne si arriva a spendere 9mila euro al mese per un'ambulanza con un autista e un infermiere; perciò per 6 mesi si spendono almeno 54mila euro». E in attesa che lAsl acquisti le ambulanze, i cui costi verrebbero poi ammortizzati, si ricorrerà ancora alle convenzioni esterne: «In pratica fino a quando non si procederà concretamente con gli acquisti, rimarranno in vigore i rapporti con i privati, che cesseranno solo con l'arrivo dei nuovi mezzi in dotazione all'Asl». Perciò Tomasco ha chiesto al commissario straordinario Iervolino una serie di chiarimenti sulla manifestazione d'interessi per l'acquisto delle tre ambulanze, rispettivamente una per ognuno dei Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
tre presidi. «I tempi di gara sono lunghi e non è escluso che vengano prolungati premette Tomasco e, per giunta, mentre per i presidi di Nocera ed Eboli la gara è tuttora aperta, a Vallo è stata bloccata». Il rappresentante del Nursind chiede anche altre delucidazioni: «Mi chiedo come saranno impiegati gli autisti delle ambulanze dell'Asl che si occupano del servizio trasporto secondario, visto che le convenzioni prevedono anche l'utilizzo di personale esterno all'Asl. Si occuperanno solo delle emergenze? » si chiede, ma «in tal caso i tempi d'impegno lavorativo verrebbero molto ridotti. Nel bando è scritto che sarà redatta una graduatoria, ma non è chiaro come sarà formata e come si stabilirà la rotazione di tre mesi in tre mesi tra i vari vincitori». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 27 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.433 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Salerno e provincia Sempre più anziani, curarli costa caro: ottanta milioni l' anno, 708 euro a testa LA SANITÀ Sabino Russo Una provincia che invecchia e che fa i conti con le malattie croniche. Nel 2018 i salernitani over 65enni sono 222mila (il 20,3 per cento della popolazione totale), alle prese con patologie che pesano per circa l' 80 per cento sui costi sanitari. L' identikit emerge dal Rapporto Osservasalute 2018, che stima come nel 2017 il costo medio annuo grezzo della popolazione in carico ai medici di medicina generale affetta da almeno una patologia cronica sia stato di 708 euro a paziente. Tradotto in cifre, sono circa 80 milioni di euro (circa il 50 per cento della platea presa in considerazione). Con differenze di genere: gli uomini generano un costo medio annuo per il sistema sanitario superiore a quello delle donne (738 contro 685 euro). Per i pazienti cronici si spende di più al crescere dell' età, raggiungendo il picco a 80-84 anni (34,5 mila anziani per 1129 euro ciascuno), per un valore complessivo di circa 20 milioni euro, e 75-79 anni (platea di 43 mila nonnini, con un costo di 1.115 euro ciascuno, per totali 25 milioni di euro), per poi calare leggermente nelle classi di età successive. Dal lato dell' assistenza primaria, inoltre, i dati raccolti dai medici di famiglia riferiscono che mediamente in un anno si spendono 1.500 euro per un paziente con uno scompenso cardiaco congestizio (questi malati assorbono il 5,6 per cento delle prescrizioni farmaceutiche a carico del servizio sanitario nazionale, il 4 per cento delle richieste di visite specialistiche e il 4,1 per cento per le prescrizioni di accertamenti diagnostici). Circa 1.400 euro annui li «brucia» un paziente con malattie ischemiche del cuore (destinatario del 16 per centodelle prescrizioni farmaceutiche a carico del sistema sanitario nazionale, del 10,6% delle richieste di visite specialistiche e del 10,1% degli accertamenti diagnostici). Quasi 1.300 euro vengono spesi per un malato di diabete tipo 2, mentre uno con osteoporosi costa Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
circa 900 euro annui e uno con ipertensione arteriosa 864 euro. Oltre alle malattie croniche, a condizionare la vita di un anziano sono i disturbi depressivi, che colpiscono quasi un anziano su 5: il 19,5 per cento degli ultra 75enni, con una differenza di genere a svantaggio delle donne: tra le over 75 quasi una su 4 soffre di sintomi depressivi (23 per cento), a fronte del 14,2 per cento tra gli uomini. LE CARENZE Inoltre risulta carente l' assistenza dedicata agli anziani: nonostante l' elevata percentuale di ultra 80enni, è ancora troppo bassa la quota della spesa sanitaria complessiva destinata dal sistema sanitario all' assistenza a lungo termine (10,1 per cento), se confrontata con quella di Paesi con simile livello di invecchiamento. «Risulta quindi prioritario per il nostro sistema sanitario orientarsi alle necessità della popolazione che invecchia - sottolinea Osservasalute nel report - potenziando l' assistenza a lungo termine e quella domiciliare, con maggiori e rinnovate risorse economiche e umane, soprattutto infermieri e personale specializzato nell' assistenza domiciliare». Stando a quanto più volte denunciato dal sindacato degli anziani, i nonnini che necessitano di assistenza sanitaria e che hanno difficoltà a curarsi per problemi di reddito in provincia sarebbero quasi la metà dell' esercito dei 222mila over 65enni, il 20 per cento della popolazione che vive nel salernitano, che vivono con una pensione al di sotto di 800 euro al mese. Di questi, circa 20mila, necessitano di assistenza a vario titolo, sia sanitaria che sociale. Altri 20mila, quasi 1 su 4 degli over 65enni residenti in provincia, inoltre, vivono da soli. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 15 EAV: € 921 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Allarme antibiotici, Triassi: «Uso dissennato» NAPOLI. «Vietare la vendita di antibiotici senza prescrizione medica» è la proposta che lancia Maria Trias si (direttore del Dipartimento di Salute Pubblica della Federico II) in merito all' allarme lanciato da Walter Ricciardi, direttore dell' Osservatorio nazionale sulla salute, sulle infezioni ospedaliere. Per Triassi questo sarebbe un primo importante passo per «evitare di proseguire in una strada che porterà molto presto a centinaia di migliaia di morti l' anno». I dati del Rapporto Osservasalute, presentati a Roma, sono inquietan ti. Le morti da infezioni ospedaliere sono passate da 18.668 nel 2003 a 49.301 nel 2016. L' Italia conta il 30% di tutte le morti per sepsi nei 28 Paesi Ue. Tra luci ed ombre la posizione della Campania. Se da un lato la nostra regione sconta ancora ritardi e carenze strutturali, dall' altro la politica ha fatto molto per promuovere le buone pratiche e ridurre i rischi. «Si muore sempre più per polmoniti batteriche e sepsi, ma nell' analisi delle cause di questi decessi non si possono trascurare tre elementi - spiega Triassi -. In primo luogo, non mi stancherò mai di dirlo, c' è un uso dissennato degli antibiotici. Oggi, con Google, molti cittadini diventano medici di se stessi. Alle prime linee di febbre corrono in farmacia e comprano antibiotici per far sparire i sintomi, senza rendersi conto che questo è un comportamento ad alto rischio. Ecco perché ritengo che questi farmaci dovrebbero essere venduti solo dietro prescrizione medica. In secondo luogo, c' è il paradosso delle migliori cure. Grazie alle nuove terapie, penso ad Hiv e tumori, abbiamo negli ospedali un numero crescente di soggetti immu nodepressi. Soggetti ad alto rischio che spesso finiscono per pagare lo scotto più alto. Infine, il problema degli investimenti ridotti in nuovi antibiotici. Un campo che al momento non sembra essere prioritario per i grandi gruppi farmaceutici». Triassi sottolinea che la Campania è nella lotta alle infezioni ospedaliere «al passo con i tempi. Di recente - spiega - è partita dalla Regione un' iniziativa che vede ad un tavolo la Direzione Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Generale Salute, le Università Federico II e Van vitelli e società scientifiche, così da promuovere buone pratiche». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 29 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 5.418 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania «Ospedale, il ministro firmi il decreto» Giuseppe Piscitelli SANT' AGATA DE' GOTI Continua l' attesa dell' ok del Ministero della Salute al decreto 41 del 9 maggio scorso, firmato dal commissario ad acta per la sanità regionale, il governatore Vincenzo De Luca, che prevede la nuova configurazione del presidio ospedaliero «Sant' Alfonso». E continua anche il sit-in di protesta del comitato «Curiamo la vita», nel cui tendone posto di fronte all' ingresso principale dell' ospedale lo scorso 30 marzo, affianco alle pasionarie «storiche (Mena Di Stasi, Michela Ottobre, Stella Truocchio, Pina De Masi, Margherita Rossano, Angelina Vene e Marisa Di Nello) si sono aggiunti altri componenti, malgrado il freddo e l' atmosfera gelida di questo maggio invernale. Dovrebbe poi fare seguito l' ok del Ministero dell' Economia e delle Finanze, in quanto la proposta avanzata da De Luca per il «Sant' Alfonso» produce una perdita di 5 milioni di euro all' anno da far passare al vaglio ministeriale e la spesa deve essere autorizzata dal governo nazionale. Lo farà? Lo farà prima dello svolgimento delle elezioni europee e amministrative, che interessano anche Sant' Agata dei Goti? Lo farà dopo il 26 maggio prossimo? Sono due gli appelli che la presidente del comitato «Curiamo la vita», Mena Di Stasi rivolge. Il primo è indirizzato al Ministro della salute Giulia Grillo: «Il governatore Vincenzo De Luca, nell' incontro svoltosi nella sala convegni dell' ospedale Rummo a Benevento lo scorso 30 aprile - afferma - ci disse che avrebbe fatto un decreto che salvava il nostro ospedale e avrebbe cercato di farlo in modo che il Ministero della Salute non lo avesse potuto bocciare. De Luca ha fatto il suo passo. Ha firmato il decreto, pubblicato sul Burc. Adesso è tutto nelle sue mani, ministro Giulia Grillo. Tocca a lei. Ho letto che parla a volte anche da mamma. Ebbene qua, sotto questo tendone, ci sono mamme e alcune nonne. Le chiediamo di ridarci il nostro diritto alla salute. Occorre la sua firma sul decreto di De Luca. Dia al nostro ospedale una possibilità di rinascere. Spero che firmi il decreto. A titolo personale sinceramente, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
dopo otto mesi di promesse non mantenute, credo che bisogna arrivare ad atti di forza, dettati dalla disperazione, per avere qualcosa. Quando il governatore De Luca passò la palla a lei, lei gliela ridiede indietro. Fino a che lei non firma io non ci credo. Vediamo se questo tendone della speranza possiamo rimuoverlo, noi non molliamo». L' altro appello di Mena Di Stasi è rivolto al presidente della Provincia, Antonio Di Maria: «Intervenga subito per il completamento della Fondovalle Isclero nel tratto che dall' ospedale di contrada San Pietro giunge alle Tre Masserie di Moiano, meno di 3 chilometri. I fondi, di 9 milioni e 300mila euro, ci sono e sono stati sbloccati. Ognuno ha fatto la sua parte, la faccia anche lei, completi l' arteria, che è un collegamento viario vitale che può far tornare a vivere ed a rianimare il nostro nosocomio». «Curiamo la vita» sottolinea che «nessun membro del comitato è candidato o vicino a una delle due liste presentate per il rinnovo del consiglio comunale» e di avere «soltanto una lista, quella dell' articolo 32 della Costituzione, che tratta del diritto alla salute». Nei post sui social spicca la frase: «Io non voto». Il sindaco di Sant' Agata Carmine Valentino afferma: «Sono certo dell' ok ministeriale al decreto del governatore Vincenzo De Luca per l' ospedale di Sant' Agata, che è un atto importante per garantire un adeguato servizio sanitario a questa vasta zona del Sannio. Non vedo motivi ostativi. Anzi, se letto, il decreto dà molti elementi a supporto di un ok definitivo. Credo che il Ministero, per quanto di competenza, non abbia nulla da poter eccepire a tal riguardo». Della questione dell' ospedale ne parleranno dal palco di piazza Trieste domenica alle 19, in un comizio per le elezioni europee, parlamentari del Movimento 5 Stelle, che non ha presentato alcuna lista per le comunali. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 27 EAV: € 2.280 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Donna morta dopo dieci ore d' attesa in corsia l' Asl apre un' indagine: in campo gli ispettori Il commissario della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva ha istituito una commissione d' inchiesta interna sul presunto caso di malasanità al San Giovanni Bosco, denunciato dai familiari di Anna Rosaria Olmo, 66enne morta dopo un' odissea iniziata al pronto soccorso dell' ospedale della Doganella il 10 maggio scorso per un' infezione urinaria. La morte è poi giunta all' emergency del Cardarelli dove la donna è stata trasportata tardivamente dopo vani tentativi di trovare posto in un reparto specialistico di urologia. Gli ispettori guidati da Luciano Hengeller hanno acquisito copia della documentazione clinica. Domani ci sarà un ulteriore accesso in ospedale con le testimonianze del personale coinvolto. Entro mercoledì è attesa la consegna della relazione finale. In base alle prime risultanze la donna, in codice giallo al pronto soccorso della Doganella, aveva febbre ma globuli bianchi, spia dell' infezione, non molto alti. e. m. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 33 EAV: € 5.118 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania GABRIELE COME ALEX, CERCASI DONATORE Barbara Tafuri Un caso solo in Italia, venti al mondo. Un' unica grande speranza: quella di riuscire a smuovere le coscienze e trovare un «gemello genetico», come è stato tentato ad ottobre per il piccolo Alex. La macchina della solidarietà è già partita e Napoli è pronta: il 24 maggio, dalle 9 alle 20, l' Admo (associazione donatori midollo osseo) allestirà in piazza Dante una postazione per cercare chi potrebbe essere «compatibile» con Gabriele, il bimbo di 19 mesi affetto da una malattia dal nome impronunciabile: la Sifd (anemia sideroblastica con immunodeficienza delle cellule B, febbri periodiche e ritardo dello sviluppo). «Riempiamo un' altra piazza»: non poteva essere diverso il messaggio dei genitori Filomena e Cristiano che, aiutati dalla amorevole zia Monica, hanno lanciato un appello che ha oramai attraversato gran parte dell' Italia. Per Gabriele e i suoi occhi azzurri, il papà, napoletano emigrato a Milano, e la mamma hanno creato una pagina Facebook che si chiama con lo stesso nomignolo del loro bambino: Gabry little hero, un bimbo che nella sua breve vita, nato sordo, ha già subito due interventi e ben quindici ricoveri. Dalla scoperta della malattia, infatti, la casa del bimbo e della sua mamma, che non lo ha mai lasciato solo, è diventata una stanza dell' ospedale: Filomena segue Gabriele che ha bisogno di assistenza continua per le numerose visite e sedute di logopedia, di fisioterapia, di psicomotricità. Una vita in stand by, come si legge dal commovente post dedicato a lei nel giorno della festa della mamma: «Ha avuto la forza di separarsi dalla mia gemella quando aveva solo 20 giorni perché io avevo bisogno di lei nella mia seconda casa, il Niguarda. Ha perso molti momenti con lei pur di stare con me, si è persa la sua prima parolina, la prima volta che ha camminato, la prima volta che ha fatto la pappa da sola, sempre per stare con me che avevo bisogno. Ha messo in pausa la sua vita per dedicarsi a quella mia e della mia adorata sorellina». La malattia del bimbo è talmente rara, come ha raccontato la zia, che i medici stessi Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
non possono prevederne evoluzioni, ma grazie a una immunologa di Brescia che ha studiato il caso si sa che con un trapianto di midollo si potrebbero almeno contrastare gli effetti della immunodeficienza e migliorare la qualità della vita. L' appello sui social network, diventato virale, è partito appena ci si è resi conto che la gemellina Benedetta, nata sana, non è geneticamente compatibile così come non lo sono genitori e parenti. Le probabilità e i numeri, c' è da dire, non giocano a favore di Gabriele perché le possibilità di trovare un donatore che sia adatto per effettuare il trapianto di cellule sono come quelle, per dirla con un proverbio, di «trovare un ago in pagliaio». Come spiega l' Admo, infatti, la compatibilità tra due estranei è bassissima: 1 a 100.000 ed è per questo che occorre una partecipazione massiccia alla iniziativa che si svolgerà fra qualche giorno nel capoluogo partenopeo. Per diventare donatori di midollo osseo, e quindi sottoporsi alla tipizzazione che consente di scoprire se come dice il tam tam sul web - si è «il tipo giusto per Gabriele» bisogna avere tra i 18 e i 35 anni, pesare almeno 50 chili, e godere di buona salute. La disponibilità del donatore rimane valida fino al raggiungimento dei 55 anni. Dopo un colloquio con i medici, che il 24 maggio saranno al gazebo dell' associazione in piazza Dante, i volontari verranno sottoposto a un prelievo di sangue o saliva, per estrarre i dati genetici necessari a verificare la compatibilità con chi ha bisogno di trapianto. E i dati saranno poi inseriti nel registro italiano donatori midollo osseo. Per aiutare Gabriele o gli altri piccoli e grandi pazienti in attesa di cure. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 8 EAV: € 1.340 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Liste d' attesa, tempi più brevi La media cala fino a 47 giorni NAPOLI Sui tempi di attesa per una visita specialistica l' Emilia Romagna risulta essere la prima regione d' Italia, con una media complessiva di 30 giorni. La Campania (47 giorni per le strutture pubbliche; 23 per quelle private in convenzione) segue di poco assieme alla Liguria, registrando, dunque, un trend di recupero. Ma la vera differenza, oltre che sui tempi, la spiega il report della Cgil Funzione pubblica ed è quella stabilita dalla carenza di personale. Infatti, mentre l' Emilia ha proceduto ad oltre 5 mila assunzioni nell' ultimo biennio, di cui 1.450 precari stabilizzati, la Campania ha iniziato a bandire i concorsi soltanto da pochi mesi, pur avendo perso oltre 14 mila unità negli ultimi anni. Tra l' altro, a fronte di una media di 11,8 unità di personale del Servizio sanitario nazionale per 1.000 residenti (comprese quelle relative alle strutture private equiparate alle pubbliche) a livello nazionale, si va dalle 8,6 della Campania alle 16,6 della Valle d' Aosta. La Campania è quindi la Regione (fra le otto sinora rilevate) in cui la «copertura» da parte di personale di strutture pubbliche (o equiparate) del Ssn è minore; segue la Sicilia, con 9,7, il Lazio con 11,1; la Lombardia con 11,7 (praticamente pari alla media), le Marche con 12,2, l' Emilia Romagna con 13,5, il Veneto con 13,6. «Valutazioni analoghe - si afferma nel documento della Cgil - si possono fare considerando i posti letto nelle strutture private accreditate; a fronte di una media nazionale di 0,75 ogni 1.000 residenti, il range è estremamente ampio: la Campania ne ha 1,06 e la Liguria 0,13. Per le Regioni di interesse troviamo, quindi, ancora prima la Campania, che si conferma la Regione con la maggiore quota di privato, seguita da vicino dall' Emilia Romagna (1,04), dal Lazio (0,91), dalla Sicilia (0,87), dalla Lombardia (0,83), dalle Marche (0,59) e dal Veneto con 0,26 letti privati accreditati ogni 1.000 residenti». Ovviamente i dati sopra citati si riverberano sulle risorse destinate all' acquisto di servizi sanitari in convenzione-accreditamento. A fronte di una spesa media procapite nazionale per il 2015 di 300,12 euro, la Campania registrava nel 2017 377 Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
euro pro capite, mentre l' Umbria 151,81 euro. Non solo, circa la metà delle prestazioni mediche prese in considerazione ha un costo inferiore nel privato piuttosto che in intra-moenia. È il caso, per esempio, della ecocardiografia, che in intra-moenia costa in media 109 euro, contro i 98 del privato. Insomma, non solo costi competitivi, in considerazione di tempi di attesa enormemente inferiori, ma addirittura spesso sovrapponibili o più economici dei costi sostenuti per il ticket. Questo spiega il sempre più frequente ricorso a spese «out of pocket» (di tasca propria) per effettuare visite mediche private. Sul fronte delle differenze regionali, poi, il monitoraggio della Fondazione Gimbe sugli adempimenti delle Regioni rispetto ai tempi di accesso alle prestazioni, ai sensi del cosiddetto Decreto trasparenza (Dlgs 14 marzo 2013, n. 33), che dovrebbero essere rese pubblicamente disponibili a tutti, la Campania si classifica tra quelle meno accessibili, rimettendo ai link delle singole Asl o aziende ospedaliere. Infatti, secondo il Gimbe, Campania, Molise e Toscana in pratica non rendono disponibile alcun report. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 15 EAV: € 724 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Pascale sempre più proiettato verso una medicina innovativa NAPOLI. In occasione del centosessantesimo anniversario dalla nascita del fondatore Giovanni Pascale, senatore del Regno Unito, si è tenuto, a Napoli il meeting internazionale: "Advances in Oncology" nel corso del quale, l' Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli, attraverso illustri professionisti, ha evidenziato i suoi progressi, ma soprattutto le innovazioni nel campo dell' oncologia, con riguardo particolare alla chirurgia, alla radioterapia, all' oncologia medica ed alla ricerca traslazionale. Tra i vari interventi quello di Antonio Giordano che, via Skype da Philadelphia, ha ringraziato il direttore generale, Attilio Bianchi, il direttore scientifico, Gerardo Botti, Carmine Mariano e l' amministrazione dell' Istituto per aver reso possibile la collaborazione con la Sbarro Health Research Organization, presso la Temple University. La collaborazione, che vede tra i protagonisti Michelino De Laurentiis e Gerardo Botti, coinvolge entrambe le realtà scientifiche su una linea di ricerca nel campo della genetica molecolare del mesotelioma, del polmone e della mammella anche grazie all' impegno di tanti giovani ricercatori che lavorano presso i laboratori di Mercogliano, e che, pur beneficiando della possibilita' di vivere la re alta' americana non sono costretti ad abban donare l' Italia. «I risultati preliminari afferma Giordano sono incoraggianti. Il nostro impegno e le nostre risorse sono tutte focalizzate su nuove concrete strategie terapeutiche che favoriscano gli ammalati, ma anche i giovani ricercatori italiani». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 15 EAV: € 723 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Una rete universale per combattere il male del secolo NAPOLI. Siglata al Pascale l' Alleanza Mondiale Oncologica in Rete. Silvestro Scotti: «Iniziativa meritoria che vede centri oncologici di tutto il mondo uniti per garantire le migliori terapie possibili a chi lotta contro il cancro». «Questa firma suggella un nuovo importante patto per la salute dei cittadini, contribuendo a garantire ai pazienti campani e non solo le migliori terapie disponibili nella lotta al male del secolo: il cancro. Come presidente dell' Ordine dei Medici di Napoli voglio sottolineare l' importanza di questo evento anche e soprattutto nell' ottica dell' implementazione di un network che, grazie al lavoro portato avanti da Attilio Bianchi, vede sempre più il Pascale protagonista a livello mondiale». Queste le parole del presidente dell' Ordine dei Medici di Napoli Silvestro Scotti a margine della firma di ieri che vede l' Istituto partenopeo quale promotore di questa Alleanza Mondiale Oncologica in Rete (Amore) con le eccellenze di Singapore, Russia, Cile, Colombia e Brasile. «La firma di condivisione, in qualità di presidente dell' Ordine dei Medici di Napoli ma - su invito del presidente Anelli - assume un valore ancor più alto nella considerazione della multidisciplinarietà che ormai coinvolge la battaglia contro il cancro. Si tratta di una malattia che va affrontata a più livelli e con la sinergia di tutti i medici e i ricercatori». Il presidente Scotti ha voluto sottolineare come questa cooperazione proposta da Attilio Bianchi, costituisca nei fatti un valore aggiunto per chi oggi, o nei prossimi anni, dovrà lottare contro una patologia oncologica. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 5 EAV: € 18.144 Lettori: 352.765 Argomento: Sanità nazionale Assistenza domiciliare ai pazienti oncologici: «Così riempiamo il vuoto dello Stato» VIVIANA DALOISO L' IMPEGNO SUL CAMPO CHE CAMBIA VOLTO ALLA SANITÀ Assistenza specialistica gratuita, e domiciliare, ai malati di tumore. Perché la dignità della vita sia preservata in ogni delicata fase della malattia e sino all' ultimo istante di vita. Non ci pensa lo Stato, in Italia. Non potrebbe: la presa in carico di un paziente comporta costi esorbitanti, che restano tali per tutto il periodo medio di presa in carico. E tenendo conto che il costo di una giornata di degenza in una struttura residenziale dedicata alle cure palliative è di circa 240 euro e quella di una giornata di ricovero in un ospedale pubblico è di circa 780 euro, risulta evidente il risparmio che ne deriva. Il merito va alla Fondazione Ant Italia Onlus, la più ampia realtà non profit in Italia in questo campo: dal 1985 ha portato gratuitamente nelle case di oltre 131.000 malati di tumore in 11 regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Marche, Campania, Basilicata, Puglia, Umbria) un' assistenza socio-sanitaria completa, continuativa e integrata. Oltre 9mila ogni anno i malati assistiti dalle 31 équipes sociosanitarie della fondazione, che garantiscono a domicilio cure di livello ospedaliero. Non basta ancora per rendersi conto dell' aiuto fondamentale che anche in questo caso il Terzo settore offre allo Stato, anche in termini occupazionali: in Ant sono oltre 520 - tra medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti, farmacisti, assistenti sociali, operatori - i professionisti che lavorano, garantendo assistenza ai pazienti oncologici 365 giorni l' anno, 24 ore su 24, festività incluse. Per il maggior benessere globale del malato, al lavoro dei sanitari si affianca un servizio socio-assistenziale che prevede - sulla base delle risorse disponibili sul territorio - visite specialistiche domiciliari, cure igieniche, cambio biancheria, biblioteca e cineteca domiciliare, trasporto del paziente da casa all' ospedale per svolgere esami strumentali che non possono essere eseguiti a domicilio. E ancora, la Fondazione conta sull' operato di oltre 2.200 volontari, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
impegnati soprattutto in attività di raccolta fondi e di logistica nelle 120 delegazioni Ant presenti in Italia. «Il Terzo settore è una risorsa per il pubblico e dovrebbe essere incentivata la collaborazione con lo Stato per poter rispondere meglio ai bisogni dei cittadini - spiega Raffaella Pannuti, presidente della fondazione -. Noi per esempio collaboriamo già con diverse Asl per l' assistenza domiciliare dei pazienti oncologici e le cure palliative. È necessaria però una conoscenza più approfondita da parte delle istituzioni e allo stesso tempo maggiore attenzione: sono ancora in attesa di approvazione per esempio i decreti attuativi della riforma del terzo Settore. Un passaggio fondamentale per far crescere il settore». Il risparmio per il pubblico? Enorme. Dall' avvio dei vari progetti di Ant sono state visitate gratuitamente più di 196.000 persone in 90 province italiane finanziando la maggior parte delle attività grazie alle erogazioni di privati cittadini (28%), alle manifestazioni di raccolta fondi organizzate (25%) al contributo del 5x1000 (15%) a lasciti e donazioni (12%). Soltanto il 15% di quanto raccoglie deriva da fondi pubblici. Mentre uno studio condotto da Human Foundation sull' impatto sociale delle attività ha evidenziato che per ogni euro investito nelle attività della fondazione, il valore prodotto è di 1,90 euro. RIPRODUZIONE RISERVATA Oltre 9mila ogni anno i malati seguiti da Fondazione Ant, che garantisce cure gratuite di livello ospedaliero 24 ore su 24: «Ma le istituzioni devono collaborare» Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 15 EAV: € 13.193 Lettori: 352.765 Argomento: Sanità nazionale «Con i malati, contro l' eutanasia» LUIGI FERRAIUOLO Il nuovo Codice deontologico degli infermieri ha debuttato al Convegno nazionale di pastorale sanitaria. Con posizioni chiare Riflessione, dibattito, confronto. Il convegno nazionale di Pastorale della salute è stato per gli infermieri italiani associati nella Fnopi (Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche) il momento per presentare il nuovissimo codice deontologico della professione infermieristica, con un gran numero di professionisti presenti e una notevole varietà di domande, a riprova che il passaggio dalla dimensione teorica all' agire pratico è sempre complesso. C' è stato anche chi si è chiesto se ci fosse stato in pratica un demansionamento della professione infermieristica. «Un dubbio inesistente - ha chiarito Francesca Nappi, esperta di diritto infermieristico - perché fin dal 1999 è stato abolito il mansionario dell' infermiere, diventata di conseguenza una professione sanitaria autonoma che si prende cura del paziente». Al centro delle domande degli infermieri a Caserta la rivoluzione dell' articolo 4 del Codice sulla relazione di cura tra infermiere e malato. «Nell' agire professionale l' in- fermiere stabilisce un vero rapporto utilizzando l' ascolto e il dialogo - ha spiegato la presidente nazionale Fnopi, Barbara Mangiacavalli -. Si fa garante che la persona assistita non sia mai lasciata in stato di abbandono, coinvolgendo con il consenso dell' interessato le sue figure di riferimento, nonché le altre figure professionali e istituzionali ». Netta la posizione sul fine vita: «Non siamo per l' eutanasia perché in ogni caso salvaguardiamo la vita. Un conto infatti è agire in maniera attiva, un altro evitare l' accanimento terapeutico e accompagnare in maniera dignitosa». Grande interesse dei professionisti su come si declinerà la loro funzione nel rispetto delle norme penali, molto cogenti nella tutela dei pazienti. «Centrale l' approccio teorico su cui si è lavorato - ha sottolineato Angela Basile, componente del comitato promotore del nuovo Codice - Abbiamo messo la persona nel cuore del nostro lavoro di stesura delle norme di condotta professionale. Un lavoro che abbiamo sviluppato Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
con decine di incontri e consultazioni con gli ordini territoriali, le religioni, le associazioni, il Ministero e lo stesso ministro della Salute Giulia Grillo». Senza far mancare anche la riflessione teologica e filosofica sull' essere persona e l' aver cura. «I gesti di cura - ha sottolineato Edoardo Manzoni, infermiere e filosofo - sono attesa e compimento di valori, in cui fondamentali sono le parole con cui ci accostiamo al malato». RIPRODUZIONE RISERVATA ACCOLTI.IT «Salvaguardiamo sempre la vita, accompagniamo i pazienti, ci mettiamo in relazione con loro Perché la persona umana orienta in modo decisivo la nostra condotta professionale» Il manifesto del Convegno: colori e materia dell' Antelope Canyon (Usa) Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 23 EAV: € 38.378 Argomento: Sanità nazionale Lettori: 725.830 «Matilde potrà curarsi in Florida» La 13enne vince in Cassazione MARGHERITA DE BAC Il caso È tetraplegica, in Italia non ci sono terapie simili. Il legale: successo per tutti i malati Matilde potrà tornare in Florida per continuare le cure che le hanno fatto recuperare un pezzetto di vita. Ora gira la testa,quando mamma e papà la chiamano dolcemente, li stringe a se e si guarda intorno con maggiore presenza. Poco, pochissimo per i genitori di bambini normali. Una gioia immensa per la famiglia Biancamano, Michele e Monica, che dal 2006 lottano per ottenere il diritto di portare all' estero la loro riccioluta Matilde a spese del servizio sanitario italiano. Il sì definitivo al viaggio della speranza è arrivato il 29 aprile con un' ordinanza della Corte di Cassazione-Sezione lavoro. Una pietra miliare per tutti gli altri malati bisognosi di ricevere terapie al di fuori dell' Italia a certe condizioni. Si può partire, stabilisce la legge del 1985, quando e solo se non esistono da noi alternative efficaci e se c' è da aspettare tempi non compatibili con l' urgenza del caso. E in questo caso alternative non ce n' erano. La medicina iperbarica in Usa è personalizzata, viene graduata in base alla patologia e garantisce una qualità superiore anche se bisogna distinguere caso per caso e i miracoli non esistono. Oggi Matilde ha 13 anni e una storia tartassata da errori sanitari e ritardi della giustizia. È nata tetraplegica all' ospedale di Poggibonsi dopo un travaglio interminabile di 14 ore e una grave sofferenza per asfissia. Doveva essere un parto dolce, in acqua, invece il sogno si è trasformato in tragedia. La causa civile si è conclusa con un risarcimento record di 3 milioni di euro, definito con una transazione, accertate le responsabilità dei sanitari. Da allora un susseguirsi di udienze, attese, delusioni e rinvii per affermare il diritto alle cure. Sembrava non ci sarebbe mai stato un punto d' arrivo. Grazie alla decisione finale della Corte invece Matilde potrà tornare negli Stati Uniti una terza volta e tutte le volte in cui sarà necessario per fare ossigeno terapia iperbarica mista Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
a riabilitazione fisica intensiva in una rete di centri americani. Il primo trattamento nel 2010, su autorizzazione e col rimborso della Usl 7 Siena che dopo è tornata sui suoi passi probabilmente perché nel frattempo la situazione economica dell' azienda era peggiorata. No, alla bambina il rimborso doveva essere negato, andavano benissimo le cure nei centri italiani. Eppure nella delibera iniziale la superiorità dell' assistenza specialistica all' estero era stata riconosciuta. Non solo, al ritorno dagli Stati Uniti i medici dell' ospedale Meyer di Firenze avevano visitato la piccola, dichiarando che aveva fatto progressi. Michele e Monica non si sono arresi e hanno sostenuto le spese del secondo viaggio, 70-100mila euro escluso volo e soggiorno. Dovranno essere rimborsati. La famiglia è stata seguita dall' avvocato Mario Cicchetti: «Per la prima volta la Cassazione è stata chiamata a esprimersi sul tema dei viaggi della speranza, le trasferte in località estere cui sono obbligati gli italiani che non possono ottenere assistenza con tempestività o in forma adeguata alle condizioni di salute. È la vittoria di tutti i malati. Purtroppo ancora una volta la giustizia non ha risposto in tempi umani. Ecco perché spesso i cittadini desistono e non solo quando c' è di mezzo la salute». Tra la sentenza del 2013 con la quale la Corte d' Appello di Firenze rigettava la domanda di restituzione del primo rimborso spese presentata dalla Usl 7 assieme alla Regione Toscana («iniziativa deplorevole», dice Cicchetti) e l' ordinanza di aprile sono trascorsi 6 anni. I genitori di Matilde vivono a Colle Val d' Elsa. Lui è un ex imprenditore edile, lei impiegata in un' industria di piastrelle. Alla nascita della bambina hanno lasciato entrambi il lavoro, non c' era tempo per altri impegni e fortuna che potevano contare sull' aiuto di quattro preziosissimi nonni. Senza di loro non avrebbero potuto farcela. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 13 EAV: € 5.913 Lettori: 259.917 Argomento: Sanità nazionale «Pronti a sbarcare in Arabia Saudita e Nord Africa» I.Ve. le cliniche Fondatore, presidente e ad del gruppo Gvm Care & Research è Ettore Sansavini, romagnolo di Lugo, classe 1944, self-made-man che non ama le interviste e preferisce lasciar parlare i fatti. Rimasto orfano da piccolo e diplomatosi ragioniere alle scuole serali (si è laureato in Economia tre anni fa) Sansavini ha iniziato la sua carriera imprenditoriale nella sanità nel 1973, assunto come direttore amministrativo della prima clinica privata di Cotignola, Villa Maria, dopo una gavetta partita dieci anni prima. Già allora, neppure trentenne, aveva posto due condizioni per assumere l' incarico: comandare da solo e diventare socio con la possibilità di crescere. Ha sviluppato prima in Romagna e poi in Italia, attraverso un percorso di M&A, il modello americano di cliniche private di alta complessità, con attrezzature moderne e specialisti di fama internazionale, in convenzione con il sistema sanitario («il modello di sanità che ho in mente è universalistico, non elitario», spiega), fino ad arrivare all' attuale assetto: 31 ospedali in Italia in dieci regioni con 3.200 posti letto e 12 cliniche all' estero. Uno sviluppo autofinanziato: «Ho reinvestito sempre integralmente gli utili fin dagli anni Settanta e dal secondo anno di gestione in poi non ho mai chiuso un bilancio in perdita», rimarca Sansavini, tre figlie in azienda e tanti corteggiatori del gruppo ma nessuna intenzione, per ora, di cederlo o quotarlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 Pagina 15 EAV: € 14.947 Lettori: 418.324 Argomento: Sanità nazionale Boom di infezioni negli ospedali: 49 mila morti in un solo anno PAOLO RUSSO ROMA ITALIA Negli ospedali italiani triplicano le morti per infezioni contratte durante un ricovero. I casi erano vicini a quota 15mila nel 2003, sono diventati circa 45mila nel 2016. A rilevarlo è il rapporto stilato dall' Osservatorio nazionale della salute dell' Università Cattolica di Roma, diretto da Walter Ricciardi. Che punta l' indice contro «quei modelli organizzativi ancora poco rigorosi in fatto di igiene e le antibioticoresistenze generate da un utilizzo non sempre necessario di questi farmaci». Il rapporto in realtà parla di 49.301 morti sepsi-correlate, ma una tabella specifica poi che di queste l' 89% tra gli uomini e l' 86% tra le donne si sono verificate proprio negli ospedali, dove si dovrebbe entrare per curarsi e non per ammalarsi in modo così spesso fatale. Numeri da far tremare i polsi, ben distanti dalla stima di 4.500-7.000 vittime, indicata meno di due anni fa dall' Istituto superiore sanità, ricavata però considerando solo le schede di dimissioni ospedaliere che indicavano l' infezione come prima causa di morte, mentre i dati di "Osservasalute" considerano morti correlate anche quelle dove la sepsi è una concausa. «C' è una strage in corso» Per Ricciardi «c' è comunque una strage in corso e il fenomeno è sottovalutato e non si interviene come si dovrebbe, per esempio attuando il Piano nazionale contro l' antiobioticoresistenza che è rimasto lettera morta». A pagarne le conseguenze è soprattutto la popolazione anziana. In tre casi su quattro le morti in ospedale correlate alle infezioni riguardano i ricoverati dai 75 anni in su, fatto che il rapporto spiega con lo scadimento delle condizioni fisiche di chi, a una certa età, deve fare i conti con più malattie croniche contemporaneamente. A livello regionale invece questa volta è il centro-nord a stare peggio del sud. Tra la popolazione anziana i tassi più alti di mortalità correlata alle infezioni ospedaliere si registrano in Emilia Romagna con 111,4 decessi ogni 10mila Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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