Media Monitoring per 16-05-2019 - Rassegna stampa del 16-05-2019 - Ruggi

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Media Monitoring per 16-05-2019 - Rassegna stampa del 16-05-2019 - Ruggi
16-05-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 16-05-2019
Media Monitoring per 16-05-2019 - Rassegna stampa del 16-05-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      16/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Infarto in sala operatoria: medico salvo ................................................................................. 1
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 2
      16/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Cure prescritte ai morti per guadagnare di più sei medici a processo ................................... 2
      16/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Infermieri usati per un'emergenza ......................................................................................... 4
      16/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Privati in ambulanza e assunti in ufficio ................................................................................. 5
      16/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Sempre più anziani, curarli costa caro: ottanta milioni l' anno, 708 euro a testa .................. 7
Sanità Campania ............................................................................................................................... 9
      16/05/2019 - IL ROMA
            Allarme antibiotici, Triassi: «Uso dissennato» ....................................................................... 9
      16/05/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            «Ospedale, il ministro firmi il decreto» ................................................................................ 11
      16/05/2019 - IL MATTINO
            Donna morta dopo dieci ore d' attesa in corsia l' Asl apre un' indagine: in campo gli ispettori
             .............................................................................................................................................. 13
      16/05/2019 - IL MATTINO
            GABRIELE COME ALEX, CERCASI DONATORE ........................................................................ 14
      16/05/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Liste d' attesa, tempi più brevi La media cala fino a 47 giorni ............................................. 16
      16/05/2019 - IL ROMA
            Pascale sempre più proiettato verso una medicina innovativa ............................................ 18
      16/05/2019 - IL ROMA
            Una rete universale per combattere il male del secolo ........................................................ 19
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 20
      16/05/2019 - AVVENIRE
            Assistenza domiciliare ai pazienti oncologici: «Così riempiamo il vuoto dello Stato» .......... 20
      16/05/2019 - AVVENIRE
            «Con i malati, contro l' eutanasia» ....................................................................................... 22
      16/05/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            «Matilde potrà curarsi in Florida» La 13enne vince in Cassazione ....................................... 24
      16/05/2019 - IL SOLE 24 ORE
            «Pronti a sbarcare in Arabia Saudita e Nord Africa» ............................................................ 26
      16/05/2019 - LA STAMPA
            Boom di infezioni negli ospedali: 49 mila morti in un solo anno .......................................... 27
      16/05/2019 - LA REPUBBLICA
            I bambini curati con le playlist e a sorpresa arriva Mengoni ................................................ 29
      16/05/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
            I furbetti dell' Asl: al mare durante l' orario di lavoro .......................................................... 30
      16/05/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Il re della sanità punta 30 milioni su Castrocaro .................................................................. 31
      16/05/2019 - AVVENIRE
            Italia sempre più longeva (nonostante i vizi) ....................................................................... 33
      16/05/2019 - AVVENIRE
            La dislessia si può battere con i libri tecnologici? ................................................................ 35
      16/05/2019 - IL SOLE 24 ORE
            La fecondazione postuma trasmette il cognome del padre .................................................. 37
      16/05/2019 - LIBERO
            La laurea facile si prende fuori dall' Italia ............................................................................ 39
      16/05/2019 - AVVENIRE
            Le cure palliative diritto di tutti ........................................................................................... 41
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16/05/2019 - LA REPUBBLICA
    No all' aborto anche dopo lo stupro in Alabama la legge dell' ultradestra ........................... 43
16/05/2019 - IL MANIFESTO
    Quando i tagli alla Sanità spingono verso i privati ............................................................... 45
16/05/2019 - IL GIORNALE
    Quando una macchia scura è la spia di un tumore ............................................................... 47
16/05/2019 - IL GIORNO
    Robot in sala operatoria, ma mancano medici ..................................................................... 48
16/05/2019 - IL GIORNALE
    Se la salute è un lusso: curare un tumore costa 40mila euro l' anno ................................... 49
16/05/2019 - IL GIORNO
    Se ti ammali lo prevede l' algoritmo .................................................................................... 51
16/05/2019 - IL GIORNALE
    Unghie sott' occhio Basta uno sguardo per sapere come stiamo ......................................... 53
16/05/2019 - IL GIORNALE
    Vademecum per proteggere il cervello ................................................................................ 55
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16/05/2019                                                                                                               Pagina 9
                                          La Città di Salerno
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                Infarto in sala operatoria: medico salvo

 L'hanno salvato i suoi colleghi del Ruggi,
 con un intervento rapido ed efficace. Il
 chirurgo      dell'Emergenza,       Cosimo
 Mazzeo, ha ora tre stent coronarici e la
 certezza di poter continuare il suo
 prezioso lavoro in ospedale. Tutto è
 accaduto qualche giorno fa quando
 Mazzeo era impegnato in sala operatoria
 per un intervento. All'improvviso ha
 accusato un malore ed è stato subito
 soccorso dai colleghi. Che in poco tempo
 si sono accorti che il chirurgo era stato
 colpito da infarto. Il tempo di
 stabilizzarlo ed è stato subito trasferito
 nella torre cardiologica e sottoposto a
 intervento chirurgico. Per fortuna tutto è
 andato per il meglio: al dottor Mazzeo
 sono stati applicati tre stent coronarici,
 un     dispositivo   medico,     impiegato
 durante le procedure di angioplastica
 coronarica. Ora il dottor Mazzeo sta
 bene, anche grazie alla prontezza di
 riflessi dei suoi colleghi in sala operatoria e l'immediato trasferimento nella torre
 cardiologica. Al noto chirurgo salernitano sono giunti gli auguri di pronta guarigione
 da colleghi e pazienti del Ruggi, a lui affezionati per le grandi doti umane e
 professionali, indispensabili anche per sopportare i massacranti turni di lavoro a cui
 si è sottoposti in ospedale, in particolare nel settore dell'emergenza.

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16/05/2019                                                                                                                Pagina 32
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 4.246
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

   Cure prescritte ai morti per guadagnare di più sei medici a
                             processo

 NOCERA INFERIORE Nicola Sorrentino Sei
 medici finiscono a processo per falso
 ideologico in atto pubblico. Secondo le
 accuse della procura, avrebbero emesso
 prescrizioni    sanitarie   per    persone
 decedute in un periodo antecedente. L'
 inchiesta     coordinata    dal   sostituto
 procuratore Angelo Rubano, con indagini
 materialmente       svolte   dal    Nucleo
 Speciale spesa pubblica della guardia di
 finanza di Salerno, contesta agli attuali
 imputati di aver prescritto visite
 specialistiche domiciliari, oltre all'
 emissione      di   referti  medici     che
 attestavano l' esecuzione delle visite, nei
 confronti di persone che erano già
 decedute. LA VISITA POSTUMA Per
 prendere uno dei tanti esempi finiti in
 un' informativa, una donna deceduta il
 25 settembre del 2010, fu indicata come
 beneficiaria di una visita domiciliare
 effettuata il 29 novembre del 2012. Le
 persone coinvolte sono medici di base e
 specialisti. Una volta chiusa l' indagine,
 la procura aveva emesso per tutti un decreto penale di condanna, e cioè una
 sanzione pecuniaria da pagare all' Erario, pari a circa 27mila euro, in ragione della
 tenuità dell' accusa. Una disposizione fissata poi dal gip, alla quale tutti i
 professionisti si erano opposti, attraverso i propri legali difensori. Questo ha portato,
 per legge, lo stesso gip a fissare per tutti il processo, attraverso il rito immediato. La
 posizione di un settimo medico, invece, è stata archiviata. La difesa, in questo caso,
 ha dimostrato che il paziente visitato era vivo. Il disguido era legato infatti ad un
 caso di omonimia. Il resto dei medici dovrà invece difendersi al processo. I fatti
 contestati vanno dal 2011 al 2013, registrati in diversi comuni del circondario, quali
 Cava de' Tirreni, Sant' Egidio del Monte Albino, Nocera Superiore e Angri. In un caso,
 la procura contesta il falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e quella
 materiale a due medici. Il primo, in qualità di medico di medicina generale avrebbe

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prescritto una «falsa visita dermatologica con trattamento crioterapeutico» ad una
donna, deceduta il 25 settembre 2010. La prescrizione reca la firma del 29
novembre 2012. Il secondo medico, in questo caso, avrebbe poi certificato
«falsamente» di aver effettuato quella stessa visita specialistica il 19 dicembre
2012. L' ipotesi formulata degli investigatori è che l' erogazione di queste
prestazioni serviva ad ottenere compensi aggiuntivi, che spettano sia ai medici di
base sia a quelli che prestano assistenza sul territorio a pazienti non trasportabili.
Durante le indagini, i medici erano stati anche chiamati a fornire chiarimenti. E molti
di questi avevano parlato di casi di omonimia, negando di aver prescritto visite a
soggetti defunti, segnalando inoltre errori commessi anche al centro unico di
prenotazione dell' Asl. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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16/05/2019                                                                                                                Pagina 9
                                           La Città di Salerno
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

                        Infermieri usati per un'emergenza

 Quei due infermieri assunti per essere
 impiegati all'interno del carcere sono
 stati spostati solo in via provvisoria
 all'ospedale     di   Oliveto    Citra:   lì
 resteranno per un mese per tamponare
 «una criticità imprevista, che rischiava di
 compromettere l'erogazione dei servizi
 alla popolazione. Trascorso un mese
 lasceranno l'ospedale: del resto «hanno
 sottoscritto comunque il contratto per
 l'assegnazione alla sanità penitenziaria».
 La precisazione arriva direttamente
 dall'Asl Salerno, dopo le polemiche sollevate dal Movimento Infermieri Campania e
 Professioni Sanitarie. «Il personale sanitario dell'Asl di Salerno, inserito in
 un'apposita graduatoria, non è stato correttamente collocato -aveva affermato
 Giovanni Petrillo , vicepresidente del Mic - Ci sono persone che hanno saltato anche
 700 posti nell'elenco venendo assegnati all'ospedale di Oliveto Citra invece che nelle
 case circondariali per le quali avevano dato disponibilità ». «Dopo la procedura di
 selezione - aveva sottolineato Petrillo - l'Asl ha avviato una manifestazione
 d'interesse per coloro che volessero lavorare nelle carceri, garantendo priorità in
 graduatoria. Dopo i primi dieci collocamenti, gli altri sono stati invece assegnati
 all'hospice e al presidio ospedaliero di Oliveto Citra in barba alla manifestazione
 d'interesse e a quelle persone che hanno rispettato le regole. Il paradosso è che gli
 stessi effettuano anche straordinari proprio nelle carceri visto che, essendo stata
 disattesa la procedura, continuano ad essere in carenza di organico ». A rincarare la
 dose ci aveva pensato Francesco Emilio Borrelli , consigliere regionale dei Verdi e
 componente della commissione Sanità, per il quale bisognava subito «ripristinare la
 legalità nella gestione delle graduatorie degli infermieri nell'azienda sanitaria». L'Asl
 ha dunque chiarito che «nessuno degli infermieri reclutati a seguito della
 manifestazione di interesse per la sanità penitenziaria è stata fatta l'assegnazione a
 una diversa struttura aziendale». I due mandati ad Oliveto dovevano risolvere
 un'emergenza. Un mese e torneranno al loro posto, assicurano da via Nizza. (m.c.)

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16/05/2019                                                                                                                  Pagina 9
                                             La Città di Salerno
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

                   Privati in ambulanza e assunti in ufficio
 Marcella Cavaliere
 L'Asl ha disposto l'acquisto di nuove
 ambulanze per gli ospedali di Nocera
 Inferiore, Eboli e Vallo della Lucania. Il
 sindacato degli infermieri Nursind, però,
 punta il dito sui tempi relativi alle
 procedure e sulle modalità di formazione
 della graduatoria grazie alla quale
 società esterne all'Azienda sanitaria si
 aggiudicheranno il servizio di trasporto
 secondario, cioè quello necessario per
 trasferire un paziente da una struttura
 all'altra nel caso in cui debbano essere
 eseguiti esami diagnostici. Per il
 sindacato, rappresentato dal segretario
 territoriale   Biagio      Tomasco        ,   è
 inopportuna l'esternalizzazione completa
 del servizio in quanto l'Asl è dotata di
 propri infermieri e autisti e pertanto
 ritiene giusto procedere al solo fitto
 temporaneo delle ambulanze fino a
 quando non arriveranno quelle nuove,
 così come chiesto dalle direzioni
 sanitarie dei tre presidi. «All'ospedale di Vallo, come di norma negli altri - spiega il
 sindacalista - gli autisti dell'Asl utilizzati per il trasporto sono non meno di cinque per
 coprire la turnazione settimanale e dunque per i tre presidi sono almeno 15». Un
 autista, secondo Tomasco, costa all'Asl circa 1500 euro al mese e un infermiere circa
 1800 euro, incluso l'ambulanza i costi aziendali dovrebbero aggirare intorno ai 5mila
 euro al mese. Le convenzioni esterne, secondo Tomasco, non fanno risparmiare
 nell'Azienda che, tramite convenzione, ricorre non solo alle ambulanze esterne ma
 anche al personale privato, pagando così il doppio. «Tramite le convenzioni esterne
 si arriva a spendere 9mila euro al mese per un'ambulanza con un autista e un
 infermiere; perciò per 6 mesi si spendono almeno 54mila euro». E in attesa che lAsl
 acquisti le ambulanze, i cui costi verrebbero poi ammortizzati, si ricorrerà ancora
 alle convenzioni esterne: «In pratica fino a quando non si procederà concretamente
 con gli acquisti, rimarranno in vigore i rapporti con i privati, che cesseranno solo con
 l'arrivo dei nuovi mezzi in dotazione all'Asl». Perciò Tomasco ha chiesto al
 commissario straordinario Iervolino una serie di chiarimenti sulla manifestazione
 d'interessi per l'acquisto delle tre ambulanze, rispettivamente una per ognuno dei
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tre presidi. «I tempi di gara sono lunghi e non è escluso che vengano prolungati
premette Tomasco e, per giunta, mentre per i presidi di Nocera ed Eboli la gara è
tuttora aperta, a Vallo è stata bloccata». Il rappresentante del Nursind chiede anche
altre delucidazioni: «Mi chiedo come saranno impiegati gli autisti delle ambulanze
dell'Asl che si occupano del servizio trasporto secondario, visto che le convenzioni
prevedono anche l'utilizzo di personale esterno all'Asl. Si occuperanno solo delle
emergenze? » si chiede, ma «in tal caso i tempi d'impegno lavorativo verrebbero
molto ridotti. Nel bando è scritto che sarà redatta una graduatoria, ma non è chiaro
come sarà formata e come si stabilirà la rotazione di tre mesi in tre mesi tra i vari
vincitori».

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16/05/2019                                                                                                                Pagina 27
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 5.433
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

     Sempre più anziani, curarli costa caro: ottanta milioni l'
                    anno, 708 euro a testa

 LA SANITÀ Sabino Russo Una provincia
 che invecchia e che fa i conti con le
 malattie croniche. Nel 2018 i salernitani
 over 65enni sono 222mila (il 20,3 per
 cento della popolazione totale), alle
 prese con patologie che pesano per circa
 l' 80 per cento sui costi sanitari. L'
 identikit    emerge        dal     Rapporto
 Osservasalute 2018, che stima come nel
 2017 il costo medio annuo grezzo della
 popolazione in carico ai medici di
 medicina generale affetta da almeno una
 patologia cronica sia stato di 708 euro a
 paziente. Tradotto in cifre, sono circa 80
 milioni di euro (circa il 50 per cento della
 platea presa in considerazione). Con
 differenze di genere: gli uomini generano
 un costo medio annuo per il sistema
 sanitario superiore a quello delle donne
 (738 contro 685 euro). Per i pazienti
 cronici si spende di più al crescere dell'
 età, raggiungendo il picco a 80-84 anni
 (34,5 mila anziani per 1129 euro
 ciascuno), per un valore complessivo di
 circa 20 milioni euro, e 75-79 anni (platea di 43 mila nonnini, con un costo di 1.115
 euro ciascuno, per totali 25 milioni di euro), per poi calare leggermente nelle classi
 di età successive. Dal lato dell' assistenza primaria, inoltre, i dati raccolti dai medici
 di famiglia riferiscono che mediamente in un anno si spendono 1.500 euro per un
 paziente con uno scompenso cardiaco congestizio (questi malati assorbono il 5,6 per
 cento delle prescrizioni farmaceutiche a carico del servizio sanitario nazionale, il 4
 per cento delle richieste di visite specialistiche e il 4,1 per cento per le prescrizioni
 di accertamenti diagnostici). Circa 1.400 euro annui li «brucia» un paziente con
 malattie ischemiche del cuore (destinatario del 16 per centodelle prescrizioni
 farmaceutiche a carico del sistema sanitario nazionale, del 10,6% delle richieste di
 visite specialistiche e del 10,1% degli accertamenti diagnostici). Quasi 1.300 euro
 vengono spesi per un malato di diabete tipo 2, mentre uno con osteoporosi costa

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circa 900 euro annui e uno con ipertensione arteriosa 864 euro. Oltre alle malattie
croniche, a condizionare la vita di un anziano sono i disturbi depressivi, che
colpiscono quasi un anziano su 5: il 19,5 per cento degli ultra 75enni, con una
differenza di genere a svantaggio delle donne: tra le over 75 quasi una su 4 soffre di
sintomi depressivi (23 per cento), a fronte del 14,2 per cento tra gli uomini. LE
CARENZE Inoltre risulta carente l' assistenza dedicata agli anziani: nonostante l'
elevata percentuale di ultra 80enni, è ancora troppo bassa la quota della spesa
sanitaria complessiva destinata dal sistema sanitario all' assistenza a lungo termine
(10,1 per cento), se confrontata con quella di Paesi con simile livello di
invecchiamento. «Risulta quindi prioritario per il nostro sistema sanitario orientarsi
alle necessità della popolazione che invecchia - sottolinea Osservasalute nel report -
potenziando l' assistenza a lungo termine e quella domiciliare, con maggiori e
rinnovate risorse economiche e umane, soprattutto infermieri e personale
specializzato nell' assistenza domiciliare». Stando a quanto più volte denunciato dal
sindacato degli anziani, i nonnini che necessitano di assistenza sanitaria e che hanno
difficoltà a curarsi per problemi di reddito in provincia sarebbero quasi la metà dell'
esercito dei 222mila over 65enni, il 20 per cento della popolazione che vive nel
salernitano, che vivono con una pensione al di sotto di 800 euro al mese. Di questi,
circa 20mila, necessitano di assistenza a vario titolo, sia sanitaria che sociale. Altri
20mila, quasi 1 su 4 degli over 65enni residenti in provincia, inoltre, vivono da soli.
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16/05/2019                                                                                                                Pagina 15

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

             Allarme antibiotici, Triassi: «Uso dissennato»

 NAPOLI. «Vietare la vendita di antibiotici
 senza prescrizione medica» è la proposta
 che lancia Maria Trias si (direttore del
 Dipartimento di Salute Pubblica della
 Federico II) in merito all' allarme lanciato
 da Walter Ricciardi, direttore dell'
 Osservatorio nazionale sulla salute, sulle
 infezioni ospedaliere. Per Triassi questo
 sarebbe un primo importante passo per
 «evitare di proseguire in una strada che
 porterà molto presto a centinaia di
 migliaia di morti l' anno». I dati del
 Rapporto Osservasalute, presentati a
 Roma, sono inquietan ti. Le morti da
 infezioni ospedaliere sono passate da
 18.668 nel 2003 a 49.301 nel 2016. L'
 Italia conta il 30% di tutte le morti per
 sepsi nei 28 Paesi Ue. Tra luci ed ombre
 la posizione della Campania. Se da un
 lato la nostra regione sconta ancora
 ritardi e carenze strutturali, dall' altro la
 politica ha fatto molto per promuovere le
 buone pratiche e ridurre i rischi. «Si
 muore sempre più per polmoniti
 batteriche e sepsi, ma nell' analisi delle cause di questi decessi non si possono
 trascurare tre elementi - spiega Triassi -. In primo luogo, non mi stancherò mai di
 dirlo, c' è un uso dissennato degli antibiotici. Oggi, con Google, molti cittadini
 diventano medici di se stessi. Alle prime linee di febbre corrono in farmacia e
 comprano antibiotici per far sparire i sintomi, senza rendersi conto che questo è un
 comportamento ad alto rischio. Ecco perché ritengo che questi farmaci dovrebbero
 essere venduti solo dietro prescrizione medica. In secondo luogo, c' è il paradosso
 delle migliori cure. Grazie alle nuove terapie, penso ad Hiv e tumori, abbiamo negli
 ospedali un numero crescente di soggetti immu nodepressi. Soggetti ad alto rischio
 che spesso finiscono per pagare lo scotto più alto. Infine, il problema degli
 investimenti ridotti in nuovi antibiotici. Un campo che al momento non sembra
 essere prioritario per i grandi gruppi farmaceutici». Triassi sottolinea che la
 Campania è nella lotta alle infezioni ospedaliere «al passo con i tempi. Di recente -
 spiega - è partita dalla Regione un' iniziativa che vede ad un tavolo la Direzione
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Generale Salute, le Università Federico II e Van vitelli e società scientifiche, così da
promuovere buone pratiche».

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16/05/2019                                                                                                                   Pagina 29
                                     Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                             EAV: € 5.418
                                                                                                                             Lettori: 107.296
                                             Argomento: Sanità Campania

                       «Ospedale, il ministro firmi il decreto»
 Giuseppe Piscitelli
 SANT' AGATA DE' GOTI Continua l' attesa
 dell' ok del Ministero della Salute al
 decreto 41 del 9 maggio scorso, firmato
 dal commissario ad acta per la sanità
 regionale, il governatore Vincenzo De
 Luca,      che     prevede    la    nuova
 configurazione del presidio ospedaliero
 «Sant' Alfonso». E continua anche il sit-in
 di protesta del comitato «Curiamo la
 vita», nel cui tendone posto di fronte all'
 ingresso principale dell' ospedale lo
 scorso 30 marzo, affianco alle pasionarie
 «storiche (Mena Di Stasi, Michela
 Ottobre, Stella Truocchio, Pina De Masi,
 Margherita Rossano, Angelina Vene e
 Marisa Di Nello) si sono aggiunti altri
 componenti, malgrado il freddo e l'
 atmosfera gelida di questo maggio
 invernale. Dovrebbe poi fare seguito l' ok
 del Ministero dell' Economia e delle
 Finanze, in quanto la proposta avanzata
 da De Luca per il «Sant' Alfonso»
 produce una perdita di 5 milioni di euro
 all' anno da far passare al vaglio
 ministeriale e la spesa deve essere autorizzata dal governo nazionale. Lo farà? Lo
 farà prima dello svolgimento delle elezioni europee e amministrative, che
 interessano anche Sant' Agata dei Goti? Lo farà dopo il 26 maggio prossimo? Sono
 due gli appelli che la presidente del comitato «Curiamo la vita», Mena Di Stasi
 rivolge. Il primo è indirizzato al Ministro della salute Giulia Grillo: «Il governatore
 Vincenzo De Luca, nell' incontro svoltosi nella sala convegni dell' ospedale Rummo a
 Benevento lo scorso 30 aprile - afferma - ci disse che avrebbe fatto un decreto che
 salvava il nostro ospedale e avrebbe cercato di farlo in modo che il Ministero della
 Salute non lo avesse potuto bocciare. De Luca ha fatto il suo passo. Ha firmato il
 decreto, pubblicato sul Burc. Adesso è tutto nelle sue mani, ministro Giulia Grillo.
 Tocca a lei. Ho letto che parla a volte anche da mamma. Ebbene qua, sotto questo
 tendone, ci sono mamme e alcune nonne. Le chiediamo di ridarci il nostro diritto alla
 salute. Occorre la sua firma sul decreto di De Luca. Dia al nostro ospedale una
 possibilità di rinascere. Spero che firmi il decreto. A titolo personale sinceramente,
                 Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
dopo otto mesi di promesse non mantenute, credo che bisogna arrivare ad atti di
forza, dettati dalla disperazione, per avere qualcosa. Quando il governatore De Luca
passò la palla a lei, lei gliela ridiede indietro. Fino a che lei non firma io non ci credo.
Vediamo se questo tendone della speranza possiamo rimuoverlo, noi non molliamo».
L' altro appello di Mena Di Stasi è rivolto al presidente della Provincia, Antonio Di
Maria: «Intervenga subito per il completamento della Fondovalle Isclero nel tratto
che dall' ospedale di contrada San Pietro giunge alle Tre Masserie di Moiano, meno
di 3 chilometri. I fondi, di 9 milioni e 300mila euro, ci sono e sono stati sbloccati.
Ognuno ha fatto la sua parte, la faccia anche lei, completi l' arteria, che è un
collegamento viario vitale che può far tornare a vivere ed a rianimare il nostro
nosocomio». «Curiamo la vita» sottolinea che «nessun membro del comitato è
candidato o vicino a una delle due liste presentate per il rinnovo del consiglio
comunale» e di avere «soltanto una lista, quella dell' articolo 32 della Costituzione,
che tratta del diritto alla salute». Nei post sui social spicca la frase: «Io non voto». Il
sindaco di Sant' Agata Carmine Valentino afferma: «Sono certo dell' ok ministeriale
al decreto del governatore Vincenzo De Luca per l' ospedale di Sant' Agata, che è un
atto importante per garantire un adeguato servizio sanitario a questa vasta zona del
Sannio. Non vedo motivi ostativi. Anzi, se letto, il decreto dà molti elementi a
supporto di un ok definitivo. Credo che il Ministero, per quanto di competenza, non
abbia nulla da poter eccepire a tal riguardo». Della questione dell' ospedale ne
parleranno dal palco di piazza Trieste domenica alle 19, in un comizio per le elezioni
europee, parlamentari del Movimento 5 Stelle, che non ha presentato alcuna lista
per le comunali. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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16/05/2019                                                                                                                Pagina 27

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                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

 Donna morta dopo dieci ore d' attesa in corsia l' Asl apre un'
              indagine: in campo gli ispettori

 Il commissario della Asl Napoli 1 Ciro
 Verdoliva ha istituito una commissione d'
 inchiesta interna sul presunto caso di
 malasanità al San Giovanni Bosco,
 denunciato dai familiari di Anna Rosaria
 Olmo, 66enne morta dopo un' odissea
 iniziata al pronto soccorso dell' ospedale
 della Doganella il 10 maggio scorso per
 un' infezione urinaria. La morte è poi
 giunta all' emergency del Cardarelli dove
 la     donna     è     stata   trasportata
 tardivamente dopo vani tentativi di
 trovare posto in un reparto specialistico
 di urologia. Gli ispettori guidati da
 Luciano Hengeller hanno acquisito copia
 della documentazione clinica. Domani ci
 sarà un ulteriore accesso in ospedale con
 le testimonianze del personale coinvolto.
 Entro mercoledì è attesa la consegna
 della relazione finale. In base alle prime
 risultanze la donna, in codice giallo al
 pronto soccorso della Doganella, aveva
 febbre ma globuli bianchi, spia dell'
 infezione, non molto alti. e. m. ©
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16/05/2019                                                                                                                    Pagina 33

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                                                                                                                              Lettori: 107.296
                                              Argomento: Sanità Campania

                  GABRIELE COME ALEX, CERCASI DONATORE
 Barbara Tafuri
 Un caso solo in Italia, venti al mondo. Un'
 unica grande speranza: quella di riuscire
 a smuovere le coscienze e trovare un
 «gemello genetico», come è stato
 tentato ad ottobre per il piccolo Alex. La
 macchina della solidarietà è già partita e
 Napoli è pronta: il 24 maggio, dalle 9 alle
 20, l' Admo (associazione donatori
 midollo osseo) allestirà in piazza Dante
 una postazione per cercare chi potrebbe
 essere «compatibile» con Gabriele, il
 bimbo di 19 mesi affetto da una malattia
 dal nome impronunciabile: la Sifd
 (anemia          sideroblastica         con
 immunodeficienza delle cellule B, febbri
 periodiche e ritardo dello sviluppo).
 «Riempiamo un' altra piazza»: non
 poteva essere diverso il messaggio dei
 genitori Filomena e Cristiano che, aiutati
 dalla amorevole zia Monica, hanno
 lanciato un appello che ha oramai
 attraversato gran parte dell' Italia. Per
 Gabriele e i suoi occhi azzurri, il papà,
 napoletano emigrato a Milano, e la
 mamma hanno creato una pagina Facebook che si chiama con lo stesso nomignolo
 del loro bambino: Gabry little hero, un bimbo che nella sua breve vita, nato sordo,
 ha già subito due interventi e ben quindici ricoveri. Dalla scoperta della malattia,
 infatti, la casa del bimbo e della sua mamma, che non lo ha mai lasciato solo, è
 diventata una stanza dell' ospedale: Filomena segue Gabriele che ha bisogno di
 assistenza continua per le numerose visite e sedute di logopedia, di fisioterapia, di
 psicomotricità. Una vita in stand by, come si legge dal commovente post dedicato a
 lei nel giorno della festa della mamma: «Ha avuto la forza di separarsi dalla mia
 gemella quando aveva solo 20 giorni perché io avevo bisogno di lei nella mia
 seconda casa, il Niguarda. Ha perso molti momenti con lei pur di stare con me, si è
 persa la sua prima parolina, la prima volta che ha camminato, la prima volta che ha
 fatto la pappa da sola, sempre per stare con me che avevo bisogno. Ha messo in
 pausa la sua vita per dedicarsi a quella mia e della mia adorata sorellina». La
 malattia del bimbo è talmente rara, come ha raccontato la zia, che i medici stessi
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non possono prevederne evoluzioni, ma grazie a una immunologa di Brescia che ha
studiato il caso si sa che con un trapianto di midollo si potrebbero almeno
contrastare gli effetti della immunodeficienza e migliorare la qualità della vita. L'
appello sui social network, diventato virale, è partito appena ci si è resi conto che la
gemellina Benedetta, nata sana, non è geneticamente compatibile così come non lo
sono genitori e parenti. Le probabilità e i numeri, c' è da dire, non giocano a favore
di Gabriele perché le possibilità di trovare un donatore che sia adatto per effettuare
il trapianto di cellule sono come quelle, per dirla con un proverbio, di «trovare un
ago in pagliaio». Come spiega l' Admo, infatti, la compatibilità tra due estranei è
bassissima: 1 a 100.000 ed è per questo che occorre una partecipazione massiccia
alla iniziativa che si svolgerà fra qualche giorno nel capoluogo partenopeo. Per
diventare donatori di midollo osseo, e quindi sottoporsi alla tipizzazione che
consente di scoprire se come dice il tam tam sul web - si è «il tipo giusto per
Gabriele» bisogna avere tra i 18 e i 35 anni, pesare almeno 50 chili, e godere di
buona salute. La disponibilità del donatore rimane valida fino al raggiungimento dei
55 anni. Dopo un colloquio con i medici, che il 24 maggio saranno al gazebo dell'
associazione in piazza Dante, i volontari verranno sottoposto a un prelievo di sangue
o saliva, per estrarre i dati genetici necessari a verificare la compatibilità con chi ha
bisogno di trapianto. E i dati saranno poi inseriti nel registro italiano donatori midollo
osseo. Per aiutare Gabriele o gli altri piccoli e grandi pazienti in attesa di cure. ©
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16/05/2019                                                                                                                Pagina 8

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

 Liste d' attesa, tempi più brevi La media cala fino a 47 giorni

 NAPOLI Sui tempi di attesa per una visita
 specialistica l' Emilia Romagna risulta
 essere la prima regione d' Italia, con una
 media complessiva di 30 giorni. La
 Campania (47 giorni per le strutture
 pubbliche; 23 per quelle private in
 convenzione) segue di poco assieme alla
 Liguria, registrando, dunque, un trend di
 recupero. Ma la vera differenza, oltre che
 sui tempi, la spiega il report della Cgil
 Funzione pubblica ed è quella stabilita
 dalla carenza di personale. Infatti,
 mentre l' Emilia ha proceduto ad oltre 5
 mila assunzioni nell' ultimo biennio, di
 cui 1.450 precari stabilizzati, la
 Campania ha iniziato a bandire i concorsi
 soltanto da pochi mesi, pur avendo perso
 oltre 14 mila unità negli ultimi anni. Tra
 l' altro, a fronte di una media di 11,8
 unità di personale del Servizio sanitario
 nazionale per 1.000 residenti (comprese
 quelle relative alle strutture private
 equiparate alle pubbliche) a livello
 nazionale, si va dalle 8,6 della Campania alle 16,6 della Valle d' Aosta. La Campania
 è quindi la Regione (fra le otto sinora rilevate) in cui la «copertura» da parte di
 personale di strutture pubbliche (o equiparate) del Ssn è minore; segue la Sicilia,
 con 9,7, il Lazio con 11,1; la Lombardia con 11,7 (praticamente pari alla media), le
 Marche con 12,2, l' Emilia Romagna con 13,5, il Veneto con 13,6. «Valutazioni
 analoghe - si afferma nel documento della Cgil - si possono fare considerando i posti
 letto nelle strutture private accreditate; a fronte di una media nazionale di 0,75 ogni
 1.000 residenti, il range è estremamente ampio: la Campania ne ha 1,06 e la Liguria
 0,13. Per le Regioni di interesse troviamo, quindi, ancora prima la Campania, che si
 conferma la Regione con la maggiore quota di privato, seguita da vicino dall' Emilia
 Romagna (1,04), dal Lazio (0,91), dalla Sicilia (0,87), dalla Lombardia (0,83), dalle
 Marche (0,59) e dal Veneto con 0,26 letti privati accreditati ogni 1.000 residenti».
 Ovviamente i dati sopra citati si riverberano sulle risorse destinate all' acquisto di
 servizi sanitari in convenzione-accreditamento. A fronte di una spesa media
 procapite nazionale per il 2015 di 300,12 euro, la Campania registrava nel 2017 377
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euro pro capite, mentre l' Umbria 151,81 euro. Non solo, circa la metà delle
prestazioni mediche prese in considerazione ha un costo inferiore nel privato
piuttosto che in intra-moenia. È il caso, per esempio, della ecocardiografia, che in
intra-moenia costa in media 109 euro, contro i 98 del privato. Insomma, non solo
costi competitivi, in considerazione di tempi di attesa enormemente inferiori, ma
addirittura spesso sovrapponibili o più economici dei costi sostenuti per il ticket.
Questo spiega il sempre più frequente ricorso a spese «out of pocket» (di tasca
propria) per effettuare visite mediche private. Sul fronte delle differenze regionali,
poi, il monitoraggio della Fondazione Gimbe sugli adempimenti delle Regioni rispetto
ai tempi di accesso alle prestazioni, ai sensi del cosiddetto Decreto trasparenza
(Dlgs 14 marzo 2013, n. 33), che dovrebbero essere rese pubblicamente disponibili a
tutti, la Campania si classifica tra quelle meno accessibili, rimettendo ai link delle
singole Asl o aziende ospedaliere. Infatti, secondo il Gimbe, Campania, Molise e
Toscana in pratica non rendono disponibile alcun report.

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16/05/2019                                                                                                                Pagina 15

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

        Pascale sempre più proiettato verso una medicina
                           innovativa

 NAPOLI.        In       occasione         del
 centosessantesimo anniversario dalla
 nascita del fondatore Giovanni Pascale,
 senatore del Regno Unito, si è tenuto, a
 Napoli    il    meeting      internazionale:
 "Advances in Oncology" nel corso del
 quale, l' Istituto Nazionale Tumori
 Pascale di Napoli, attraverso illustri
 professionisti, ha evidenziato i suoi
 progressi, ma soprattutto le innovazioni
 nel campo dell' oncologia, con riguardo
 particolare      alla     chirurgia,     alla
 radioterapia, all' oncologia medica ed
 alla ricerca traslazionale. Tra i vari
 interventi quello di Antonio Giordano
 che, via Skype da Philadelphia, ha
 ringraziato il direttore generale, Attilio
 Bianchi, il direttore scientifico, Gerardo
 Botti,    Carmine        Mariano     e      l'
 amministrazione dell' Istituto per aver
 reso possibile la collaborazione con la
 Sbarro Health Research Organization,
 presso la Temple University. La
 collaborazione,      che    vede     tra     i
 protagonisti Michelino De Laurentiis e Gerardo Botti, coinvolge entrambe le realtà
 scientifiche su una linea di ricerca nel campo della genetica molecolare del
 mesotelioma, del polmone e della mammella anche grazie all' impegno di tanti
 giovani ricercatori che lavorano presso i laboratori di Mercogliano, e che, pur
 beneficiando della possibilita' di vivere la re alta' americana non sono costretti ad
 abban donare l' Italia. «I risultati preliminari afferma Giordano sono incoraggianti. Il
 nostro impegno e le nostre risorse sono tutte focalizzate su nuove concrete strategie
 terapeutiche che favoriscano gli ammalati, ma anche i giovani ricercatori italiani».

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16/05/2019                                                                                                                Pagina 15

                                                                                                                          EAV: € 723
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

      Una rete universale per combattere il male del secolo

 NAPOLI. Siglata al Pascale l' Alleanza
 Mondiale Oncologica in Rete. Silvestro
 Scotti: «Iniziativa meritoria che vede
 centri oncologici di tutto il mondo uniti
 per garantire le migliori terapie possibili
 a chi lotta contro il cancro». «Questa
 firma suggella un nuovo importante
 patto per la salute dei cittadini,
 contribuendo a garantire ai pazienti
 campani e non solo le migliori terapie
 disponibili nella lotta al male del secolo:
 il cancro. Come presidente dell' Ordine
 dei Medici di Napoli voglio sottolineare l'
 importanza di questo evento anche e
 soprattutto       nell'     ottica     dell'
 implementazione di un network che,
 grazie al lavoro portato avanti da Attilio
 Bianchi, vede sempre più il Pascale
 protagonista a livello mondiale». Queste
 le parole del presidente dell' Ordine dei
 Medici di Napoli Silvestro Scotti a
 margine della firma di ieri che vede l'
 Istituto partenopeo quale promotore di
 questa Alleanza Mondiale Oncologica in
 Rete (Amore) con le eccellenze di Singapore, Russia, Cile, Colombia e Brasile. «La
 firma di condivisione, in qualità di presidente dell' Ordine dei Medici di Napoli ma -
 su invito del presidente Anelli - assume un valore ancor più alto nella considerazione
 della multidisciplinarietà che ormai coinvolge la battaglia contro il cancro. Si tratta di
 una malattia che va affrontata a più livelli e con la sinergia di tutti i medici e i
 ricercatori». Il presidente Scotti ha voluto sottolineare come questa cooperazione
 proposta da Attilio Bianchi, costituisca nei fatti un valore aggiunto per chi oggi, o nei
 prossimi anni, dovrà lottare contro una patologia oncologica.

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16/05/2019                                                                                                                 Pagina 5

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                                                                                                                           Lettori: 352.765
                                           Argomento: Sanità nazionale

        Assistenza domiciliare ai pazienti oncologici: «Così
                 riempiamo il vuoto dello Stato»
 VIVIANA DALOISO
 L' IMPEGNO SUL CAMPO CHE CAMBIA
 VOLTO       ALLA     SANITÀ       Assistenza
 specialistica gratuita, e domiciliare, ai
 malati di tumore. Perché la dignità della
 vita sia preservata in ogni delicata fase
 della malattia e sino all' ultimo istante di
 vita. Non ci pensa lo Stato, in Italia. Non
 potrebbe: la presa in carico di un
 paziente comporta costi esorbitanti, che
 restano tali per tutto il periodo medio di
 presa in carico. E tenendo conto che il
 costo di una giornata di degenza in una
 struttura residenziale dedicata alle cure
 palliative è di circa 240 euro e quella di
 una giornata di ricovero in un ospedale
 pubblico è di circa 780 euro, risulta
 evidente il risparmio che ne deriva. Il
 merito va alla Fondazione Ant Italia
 Onlus, la più ampia realtà non profit in
 Italia in questo campo: dal 1985 ha
 portato gratuitamente nelle case di oltre
 131.000 malati di tumore in 11 regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto,
 Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Marche, Campania, Basilicata, Puglia, Umbria)
 un' assistenza socio-sanitaria completa, continuativa e integrata. Oltre 9mila ogni
 anno i malati assistiti dalle 31 équipes sociosanitarie della fondazione, che
 garantiscono a domicilio cure di livello ospedaliero. Non basta ancora per rendersi
 conto dell' aiuto fondamentale che anche in questo caso il Terzo settore offre allo
 Stato, anche in termini occupazionali: in Ant sono oltre 520 - tra medici, infermieri,
 psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti, farmacisti, assistenti sociali, operatori - i
 professionisti che lavorano, garantendo assistenza ai pazienti oncologici 365 giorni l'
 anno, 24 ore su 24, festività incluse. Per il maggior benessere globale del malato, al
 lavoro dei sanitari si affianca un servizio socio-assistenziale che prevede - sulla base
 delle risorse disponibili sul territorio - visite specialistiche domiciliari, cure igieniche,
 cambio biancheria, biblioteca e cineteca domiciliare, trasporto del paziente da casa
 all' ospedale per svolgere esami strumentali che non possono essere eseguiti a
 domicilio. E ancora, la Fondazione conta sull' operato di oltre 2.200 volontari,

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impegnati soprattutto in attività di raccolta fondi e di logistica nelle 120 delegazioni
Ant presenti in Italia. «Il Terzo settore è una risorsa per il pubblico e dovrebbe
essere incentivata la collaborazione con lo Stato per poter rispondere meglio ai
bisogni dei cittadini - spiega Raffaella Pannuti, presidente della fondazione -. Noi per
esempio collaboriamo già con diverse Asl per l' assistenza domiciliare dei pazienti
oncologici e le cure palliative. È necessaria però una conoscenza più approfondita da
parte delle istituzioni e allo stesso tempo maggiore attenzione: sono ancora in
attesa di approvazione per esempio i decreti attuativi della riforma del terzo Settore.
Un passaggio fondamentale per far crescere il settore». Il risparmio per il pubblico?
Enorme. Dall' avvio dei vari progetti di Ant sono state visitate gratuitamente più di
196.000 persone in 90 province italiane finanziando la maggior parte delle attività
grazie alle erogazioni di privati cittadini (28%), alle manifestazioni di raccolta fondi
organizzate (25%) al contributo del 5x1000 (15%) a lasciti e donazioni (12%).
Soltanto il 15% di quanto raccoglie deriva da fondi pubblici. Mentre uno studio
condotto da Human Foundation sull' impatto sociale delle attività ha evidenziato che
per ogni euro investito nelle attività della fondazione, il valore prodotto è di 1,90
euro. RIPRODUZIONE RISERVATA Oltre 9mila ogni anno i malati seguiti da
Fondazione Ant, che garantisce cure gratuite di livello ospedaliero 24 ore su 24: «Ma
le istituzioni devono collaborare»

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16/05/2019                                                                                                                Pagina 15

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                                                                                                                          Lettori: 352.765
                                          Argomento: Sanità nazionale

                        «Con i malati, contro l' eutanasia»
 LUIGI FERRAIUOLO
 Il nuovo Codice deontologico degli
 infermieri ha debuttato al Convegno
 nazionale di pastorale sanitaria. Con
 posizioni chiare Riflessione, dibattito,
 confronto. Il convegno nazionale di
 Pastorale della salute è stato per gli
 infermieri italiani associati nella Fnopi
 (Federazione nazionale ordini professioni
 infermieristiche)     il     momento     per
 presentare       il   nuovissimo      codice
 deontologico         della       professione
 infermieristica, con un gran numero di
 professionisti presenti e una notevole
 varietà di domande, a riprova che il
 passaggio dalla dimensione teorica all'
 agire pratico è sempre complesso. C' è
 stato anche chi si è chiesto se ci fosse
 stato in pratica un demansionamento
 della professione infermieristica. «Un
 dubbio     inesistente     -   ha    chiarito
 Francesca Nappi, esperta di diritto
 infermieristico - perché fin dal 1999 è
 stato abolito il mansionario dell' infermiere, diventata di conseguenza una
 professione sanitaria autonoma che si prende cura del paziente». Al centro delle
 domande degli infermieri a Caserta la rivoluzione dell' articolo 4 del Codice sulla
 relazione di cura tra infermiere e malato. «Nell' agire professionale l' in- fermiere
 stabilisce un vero rapporto utilizzando l' ascolto e il dialogo - ha spiegato la
 presidente nazionale Fnopi, Barbara Mangiacavalli -. Si fa garante che la persona
 assistita non sia mai lasciata in stato di abbandono, coinvolgendo con il consenso
 dell' interessato le sue figure di riferimento, nonché le altre figure professionali e
 istituzionali ». Netta la posizione sul fine vita: «Non siamo per l' eutanasia perché in
 ogni caso salvaguardiamo la vita. Un conto infatti è agire in maniera attiva, un altro
 evitare l' accanimento terapeutico e accompagnare in maniera dignitosa». Grande
 interesse dei professionisti su come si declinerà la loro funzione nel rispetto delle
 norme penali, molto cogenti nella tutela dei pazienti. «Centrale l' approccio teorico
 su cui si è lavorato - ha sottolineato Angela Basile, componente del comitato
 promotore del nuovo Codice - Abbiamo messo la persona nel cuore del nostro lavoro
 di stesura delle norme di condotta professionale. Un lavoro che abbiamo sviluppato
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con decine di incontri e consultazioni con gli ordini territoriali, le religioni, le
associazioni, il Ministero e lo stesso ministro della Salute Giulia Grillo». Senza far
mancare anche la riflessione teologica e filosofica sull' essere persona e l' aver cura.
«I gesti di cura - ha sottolineato Edoardo Manzoni, infermiere e filosofo - sono attesa
e compimento di valori, in cui fondamentali sono le parole con cui ci accostiamo al
malato». RIPRODUZIONE RISERVATA ACCOLTI.IT «Salvaguardiamo sempre la vita,
accompagniamo i pazienti, ci mettiamo in relazione con loro Perché la persona
umana orienta in modo decisivo la nostra condotta professionale» Il manifesto del
Convegno: colori e materia dell' Antelope Canyon (Usa)

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16/05/2019                                                                                                                Pagina 23

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                                          Argomento: Sanità nazionale                                                     Lettori: 725.830

       «Matilde potrà curarsi in Florida» La 13enne vince in
                           Cassazione
 MARGHERITA DE BAC
 Il caso È tetraplegica, in Italia non ci
 sono terapie simili. Il legale: successo
 per tutti i malati Matilde potrà tornare in
 Florida per continuare le cure che le
 hanno fatto recuperare un pezzetto di
 vita. Ora gira la testa,quando mamma e
 papà la chiamano dolcemente, li stringe
 a se e si guarda intorno con maggiore
 presenza. Poco, pochissimo per i genitori
 di bambini normali. Una gioia immensa
 per la famiglia Biancamano, Michele e
 Monica, che dal 2006 lottano per
 ottenere il diritto di portare all' estero la
 loro riccioluta Matilde a spese del
 servizio sanitario italiano. Il sì definitivo
 al viaggio della speranza è arrivato il 29
 aprile con un' ordinanza della Corte di
 Cassazione-Sezione lavoro. Una pietra
 miliare per tutti gli altri malati bisognosi
 di ricevere terapie al di fuori dell' Italia a
 certe condizioni. Si può partire, stabilisce
 la legge del 1985, quando e solo se non
 esistono da noi alternative efficaci e se c'
 è da aspettare tempi non compatibili con l' urgenza del caso. E in questo caso
 alternative non ce n' erano. La medicina iperbarica in Usa è personalizzata, viene
 graduata in base alla patologia e garantisce una qualità superiore anche se bisogna
 distinguere caso per caso e i miracoli non esistono. Oggi Matilde ha 13 anni e una
 storia tartassata da errori sanitari e ritardi della giustizia. È nata tetraplegica all'
 ospedale di Poggibonsi dopo un travaglio interminabile di 14 ore e una grave
 sofferenza per asfissia. Doveva essere un parto dolce, in acqua, invece il sogno si è
 trasformato in tragedia. La causa civile si è conclusa con un risarcimento record di 3
 milioni di euro, definito con una transazione, accertate le responsabilità dei sanitari.
 Da allora un susseguirsi di udienze, attese, delusioni e rinvii per affermare il diritto
 alle cure. Sembrava non ci sarebbe mai stato un punto d' arrivo. Grazie alla
 decisione finale della Corte invece Matilde potrà tornare negli Stati Uniti una terza
 volta e tutte le volte in cui sarà necessario per fare ossigeno terapia iperbarica mista

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a riabilitazione fisica intensiva in una rete di centri americani. Il primo trattamento
nel 2010, su autorizzazione e col rimborso della Usl 7 Siena che dopo è tornata sui
suoi passi probabilmente perché nel frattempo la situazione economica dell' azienda
era peggiorata. No, alla bambina il rimborso doveva essere negato, andavano
benissimo le cure nei centri italiani. Eppure nella delibera iniziale la superiorità dell'
assistenza specialistica all' estero era stata riconosciuta. Non solo, al ritorno dagli
Stati Uniti i medici dell' ospedale Meyer di Firenze avevano visitato la piccola,
dichiarando che aveva fatto progressi. Michele e Monica non si sono arresi e hanno
sostenuto le spese del secondo viaggio, 70-100mila euro escluso volo e soggiorno.
Dovranno essere rimborsati. La famiglia è stata seguita dall' avvocato Mario
Cicchetti: «Per la prima volta la Cassazione è stata chiamata a esprimersi sul tema
dei viaggi della speranza, le trasferte in località estere cui sono obbligati gli italiani
che non possono ottenere assistenza con tempestività o in forma adeguata alle
condizioni di salute. È la vittoria di tutti i malati. Purtroppo ancora una volta la
giustizia non ha risposto in tempi umani. Ecco perché spesso i cittadini desistono e
non solo quando c' è di mezzo la salute». Tra la sentenza del 2013 con la quale la
Corte d' Appello di Firenze rigettava la domanda di restituzione del primo rimborso
spese presentata dalla Usl 7 assieme alla Regione Toscana («iniziativa deplorevole»,
dice Cicchetti) e l' ordinanza di aprile sono trascorsi 6 anni. I genitori di Matilde
vivono a Colle Val d' Elsa. Lui è un ex imprenditore edile, lei impiegata in un'
industria di piastrelle. Alla nascita della bambina hanno lasciato entrambi il lavoro,
non c' era tempo per altri impegni e fortuna che potevano contare sull' aiuto di
quattro preziosissimi nonni. Senza di loro non avrebbero potuto farcela.

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16/05/2019                                                                                                                Pagina 13

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                                                                                                                          Lettori: 259.917
                                          Argomento: Sanità nazionale

         «Pronti a sbarcare in Arabia Saudita e Nord Africa»
 I.Ve.
 le cliniche Fondatore, presidente e ad
 del gruppo Gvm Care & Research è
 Ettore Sansavini, romagnolo di Lugo,
 classe 1944, self-made-man che non
 ama le interviste e preferisce lasciar
 parlare i fatti. Rimasto orfano da piccolo
 e diplomatosi ragioniere alle scuole
 serali (si è laureato in Economia tre anni
 fa) Sansavini ha iniziato la sua carriera
 imprenditoriale nella sanità nel 1973,
 assunto come direttore amministrativo
 della prima clinica privata di Cotignola,
 Villa Maria, dopo una gavetta partita
 dieci anni prima. Già allora, neppure
 trentenne, aveva posto due condizioni
 per assumere l' incarico: comandare da
 solo e diventare socio con la possibilità
 di crescere. Ha sviluppato prima in
 Romagna e poi in Italia, attraverso un
 percorso di M&A, il modello americano di
 cliniche private di alta complessità, con
 attrezzature moderne e specialisti di fama internazionale, in convenzione con il
 sistema sanitario («il modello di sanità che ho in mente è universalistico, non
 elitario», spiega), fino ad arrivare all' attuale assetto: 31 ospedali in Italia in dieci
 regioni con 3.200 posti letto e 12 cliniche all' estero. Uno sviluppo autofinanziato:
 «Ho reinvestito sempre integralmente gli utili fin dagli anni Settanta e dal secondo
 anno di gestione in poi non ho mai chiuso un bilancio in perdita», rimarca Sansavini,
 tre figlie in azienda e tanti corteggiatori del gruppo ma nessuna intenzione, per ora,
 di cederlo o quotarlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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16/05/2019                                                                                                                 Pagina 15

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                                                                                                                           Lettori: 418.324
                                           Argomento: Sanità nazionale

    Boom di infezioni negli ospedali: 49 mila morti in un solo
                              anno
 PAOLO RUSSO
 ROMA ITALIA Negli ospedali italiani
 triplicano le morti per infezioni contratte
 durante un ricovero. I casi erano vicini a
 quota 15mila nel 2003, sono diventati
 circa 45mila nel 2016. A rilevarlo è il
 rapporto      stilato  dall'   Osservatorio
 nazionale della salute dell' Università
 Cattolica di Roma, diretto da Walter
 Ricciardi. Che punta l' indice contro
 «quei modelli organizzativi ancora poco
 rigorosi in fatto di igiene e le
 antibioticoresistenze generate da un
 utilizzo non sempre necessario di questi
 farmaci». Il rapporto in realtà parla di
 49.301 morti sepsi-correlate, ma una
 tabella specifica poi che di queste l' 89%
 tra gli uomini e l' 86% tra le donne si
 sono verificate proprio negli ospedali,
 dove si dovrebbe entrare per curarsi e
 non per ammalarsi in modo così spesso
 fatale. Numeri da far tremare i polsi, ben
 distanti dalla stima di 4.500-7.000
 vittime, indicata meno di due anni fa
 dall' Istituto superiore sanità, ricavata però considerando solo le schede di dimissioni
 ospedaliere che indicavano l' infezione come prima causa di morte, mentre i dati di
 "Osservasalute" considerano morti correlate anche quelle dove la sepsi è una
 concausa. «C' è una strage in corso» Per Ricciardi «c' è comunque una strage in
 corso e il fenomeno è sottovalutato e non si interviene come si dovrebbe, per
 esempio attuando il Piano nazionale contro l' antiobioticoresistenza che è rimasto
 lettera morta». A pagarne le conseguenze è soprattutto la popolazione anziana. In
 tre casi su quattro le morti in ospedale correlate alle infezioni riguardano i ricoverati
 dai 75 anni in su, fatto che il rapporto spiega con lo scadimento delle condizioni
 fisiche di chi, a una certa età, deve fare i conti con più malattie croniche
 contemporaneamente. A livello regionale invece questa volta è il centro-nord a stare
 peggio del sud. Tra la popolazione anziana i tassi più alti di mortalità correlata alle
 infezioni ospedaliere si registrano in Emilia Romagna con 111,4 decessi ogni 10mila

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