Media Monitoring per 22-01-2019 - Rassegna stampa del 22-01-2019 - Ruggi
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 21/01/2019 - WWW.OTTOPAGINE.IT Morto a 13 anni in ospedale, l'inchiesta è ferma:"Sconcertati" .............................................. 1 22/01/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO In aumento i casi di epatite C e di sifilide .............................................................................. 2 22/01/2019 - CRONACHE DI SALERNO Morte di Alessandro, il sindaco Morra «Siamo sconcertati» ................................................... 3 22/01/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Rene, al Ruggi polo di eccellenza ........................................................................................... 4 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 6 22/01/2019 - CRONACHE DI SALERNO "Si parla di cuore" è il tema del progetto dedicato alle patologie cardiovascolari delle donne ................................................................................................................................................ 6 22/01/2019 - CRONACHE DI SALERNO «Dopo 20 anni riapre la guardia medica» ............................................................................... 7 22/01/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Sicurezza e orari alla Tin Esposto degli infermieri ................................................................. 8 Sanità Campania ............................................................................................................................. 10 21/01/2019 - CRONACHE DI NAPOLI Sanità, la Cgil: a rischio 400mila abitanti ............................................................................. 10 22/01/2019 - CRONACHE DI NAPOLI "Caduto da una barella", scatta la denuncia ........................................................................ 12 22/01/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) «Pro ospedale», appello a Pizzuti per un incontro ............................................................... 14 22/01/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Cantiere Policlinico cassa integrazione solo a 5 operai su 25 .............................................. 15 22/01/2019 - IL MATTINO Case con vista sul golfo la maxi -vendita dell' Asl ................................................................ 17 22/01/2019 - IL MATTINO Disturbi alimentari, una Rete (anche in Campania) per i giovani ......................................... 19 22/01/2019 - IL ROMA Il Pascale accoglie dieci dottorandi dal Nord Africa ............................................................. 22 22/01/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Legge 194 e i diritti .............................................................................................................. 23 22/01/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Maurizio Di Mauro "Policlinico Vanvitelli, presto l' emergenza" ........................................... 25 22/01/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Morti da emoderivati, il pm: "Assolvete Poggiolini e altri otto" ........................................... 27 22/01/2019 - IL MATTINO Neuroendoscopia, corso con esperti da tutto il mondo ........................................................ 29 22/01/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Operatori socio sanitari in bilico il Senato risponde ai 170 lavoratori .................................. 30 22/01/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Picco influenza ma si ammalano meno anziani "Vaccini ok" ................................................. 31 22/01/2019 - IL ROMA Vecchio Pellegrini, radiologia fuori uso ................................................................................ 33 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 35 22/01/2019 - AVVENIRE ABORTO, CINQUE DOMANDE E UN' AMARA CERTEZZA .......................................................... 35 22/01/2019 - CORRIERE DELLA SERA «Avatar» in pediatria Un robot contro la paura .................................................................... 37 22/01/2019 - IL MESSAGGERO Blitz del ministro Grillo all' ospedale Pertini ........................................................................ 39 22/01/2019 - LA STAMPA Cura genica per trattare la beta talassemia ......................................................................... 40
22/01/2019 - LA REPUBBLICA Favorì il figlio primario licenziato ......................................................................................... 41 22/01/2019 - LA STAMPA L' app ti guarda e scopre la malattia .................................................................................... 43 22/01/2019 - ITALIA OGGI L' influenza aumenta il rischio degli infarti .......................................................................... 45 22/01/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO L' Oms: i migranti non portano malattie, si ammalano qui ................................................... 46 22/01/2019 - LA VERITÀ La Grillo oggi vuole imporre i vaccini Ma ieri chiedeva di abolirli nella Pa ........................... 47 22/01/2019 - LA STAMPA La trasfusione è sicura anche se i globuli rossi sono "vecchi" .............................................. 49 22/01/2019 - CORRIERE DELLA SERA Meningite, morto un bambino di due anni ........................................................................... 51 22/01/2019 - AVVENIRE Sospeso lo sciopero ............................................................................................................. 52 22/01/2019 - IL SOLE 24 ORE Spesa farmaceutica, pace da 2,4 miliardi ............................................................................. 53 22/01/2019 - LA STAMPA Sta scritto nel sangue Sofisticati e non invasivi: i test sui rischi di ammalarsi Dall' infarto all' Alzheimer ............................................................................................................................. 55 22/01/2019 - LA STAMPA Via alle cure per il Parkinson con dosi mirate a base di mille super-proteine ...................... 57
21/01/2019 EAV: € 1.154 Lettori: 19.200 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Morto a 13 anni in ospedale, l'inchiesta è ferma:"Sconcertati" La rabbia del sindaco e zio di Alessandro Farina: "Pessima sanità e giustizia che non funziona" Pellezzano. "Siamo davanti ad un classico caso di rimpallo e di rinvii, che ad oltre 13 mesi portano me e la mia famiglia a stare ancora così appesi senza sapere. Senza poter conoscere la verità, senza poter dare a mio nipote Alessandro il rispetto che merita la morte assurda di un ragazzo di 13 anni". E' uno dei passaggi con cui il sindaco di Pelezzanno, Francesco Morra, esprime tutto il proprio dolore misto a rabbia per le vicissitudini giudiziarie in merito alle indagini per la morte di Alessandro Farina. Oltre che una fascia tricolore, a parlare è anche lo zio della piccola vittima che ha perso la vita il 27 dicembre 2017 all'ospedale Ruggi d'Aragona di Salerno. Secondo l'accusa, nessuno dei sanitari che lo prese in cura si accorse della chetoacidosi diabetica del 13enne. A distanza di oltre un anno, le indagini proseguono ma l'inchiesta è stata trasferita ad un altro magistrato, chiamato ora a studiare lle carte e valutare se ci sono altre persone potenzialmente responsabili per quella tragica morte. Il sindaco di Pellezzano, senza giri di parole, si dice "sconcertato e incredulo. Ormai la nostra pazienza ha superato ogni limite. Confidiamo nell'operato del nostro legale di fiducia, Federico Conte, affinché anche attraverso un'istanza al procuratore capo possa mettere quanto prima la parola fine ad un susseguirsi di eventi che vanno avanti da quel tragico dicembre 2017". Non solo. "Da persona impegnato nelle istituzioni e che vivo questo dramma sulla mia pelle sono profondamente amareggiato per la presa di coscienza di un sistema di ingiustizie - è il durissimo affondo di Francesco Morra - che provengono da una pessima sanità e da un apparato giudiziario che ahimé non funziona". Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 8 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona In aumento i casi di epatite C e di sifilide (m.c.) All'ospedale Ruggi sono in aumento i pazienti bisognosi di curare l'epatite C, infezione che aggredisce il fegato. Crescono anche i casi di sifilide, malattia infettiva trasmessa sessualmente. A fornire i dati e a spiegarne i motivi è l'infettivologo Luigi Iapicco , medico chirurgo presso il reparto Malattie infettive del presidio di via San Leonardo, con incarico di alta specialità in ecografia infettivologica e che si occupa del Centro per i trattamenti per l'epatite C dell'ospedale. «Aumentano i pazienti trattati ma non l'incidenza dell'epatite C, che è, invece, in diminuzione premette Iapicco E di fatti nel 2018 abbiamo curato 380 pazienti, nel 2015 all'incirca 250, in tutto dalla fine del 2014 a oggi abbiamo seguito circa 700 pazienti, la cui età va dai 35 ai 50 anni». Sono più uomini che donne, ma rispetto ai 380 pazienti trattati il 20% si è trasformato in cirrosi e il 3% in cancro e in media, sempre rispetto al dato, sono circa 50 casi di epatite C contratta da giovani dai 18 ai 28 anni. In ogni caso mentre nel 2017 l'incidenza media nazionale è stata dello 0,1 ogni 100mila abitanti, tra il 2008-2009 la media è stata dello 0,2-0,3 abitanti e cioè tre volte in più. Dunque a Salerno è salito il numero dei pazienti trattati in quanto si è diffusa l'informazione delle cure effettuate al Ruggi («ogni cura per paziente costa dai 4500 euro a salire ») e pertanto un numero maggiore di ammalati si è recato al centro di via San Leonardo, anche se l'epatite sta diminuendo. «Sul fronte sifilide, anche se non c'è alcun dato empirico, può averne contribuito l'afflusso dei migranti. Non conosciamo le loro infezioni spiega Iapicco ma da un paio di anni in ospedale sono in aumento i casi di sifilide e ne sono portatori gli extracomunitari e le persone che hanno avuto rapporti con chi è sbarcato in città». Ritornando all'epatite C, è dovuta a percing e tatuaggi e a rapporti non protetti. «Più che l'ago, può portare infezione il mandrino del macchinario in cui viene inserito l'ago. Micro particelle di sangue possono rimanere attaccate». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 17 EAV: € 773 Lettori: 29.750 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Morte di Alessandro, il sindaco Morra «Siamo sconcertati» "Siamo davanti ad un classico caso di rimpallo e di rinvii, che ad oltre 13 mesi portano me e la mia famiglia a stare ancora così appesi senza sapere. Senza poter conoscere la verità, senza poter dare a mio nipote Alessandro il rispetto che merita la morte assurda di un ragazzo di 13 anni". E' uno dei passaggi con cui il sindaco di Pelezzanno, Francesco Morra, esprime tutto il proprio dolore misto a rabbia per le vicissitudini giudiziarie in merito alle indagini per la morte di Alessandro Farina. Morra oltre ad essere il sindaco della città di Alessandro è anche lo zio della piccola vittima che perse la vita il 27 dicembre 2017 all' ospedale Ruggi d' Aragona di Salerno. Secondo l' accusa, nessuno dei sanitari che lo prese in cura si accorse della chetoacidosi diabetica del 13enne. A distanza di oltre un anno, le indagini proseguono ma l' inchiesta è stata trasferita ad un altro magistrato, chiamato ora a studiare le carte e valutare se ci sono altre persone potenzialmente responsabili per quella tragica morte. Il sindaco di Pellezzano si dice "sconcertato e incredulo. Ormai la nostra pazienza ha superato ogni limite. Confidiamo nell' operato del nostro legale di fiducia, Federico Conte, affinché anche attraverso un' istanza al procuratore capo possa mettere quanto prima la parola fine ad un susseguirsi di eventi che vanno avanti da quel tragico dicembre 2017". Non solo. "Da persona impegnato nelle istituzioni e che vivo questo dramma sulla mia pelle sono profondamente amareggiato per la presa di coscienza di un sistema di ingiustizie - è il durissimo affondo di Francesco Morra - che provengono da una pessima sanità e da un apparato giudiziario che ahimé non funziona". Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 8 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Rene, al Ruggi polo di eccellenza Marcella Cavaliere Il Ruggi punto di riferimento per i trapiantati di rene con ben ottanta pazienti trattati con successo negli ultimi tre anni. Trapianto di rene: stato dell'arte per il miglioramento dell'outcome clinico è stato il tema dell'incontro che si è tenuto al Lloyd's Baia Hotel di Salerno. L'organizzatore è stato Giuseppe Palladino , direttore dell'Unità operativa complessa di Nefrolologia, dialisi e trapianto dell'Azienda ospedaliera universitaria Ruggi d'Aragona di Salerno. Un'occasione per approfondire tematiche come i percorsi clinico-assistenziali diagnostici e riabilitativi dei pazienti sottoposti a trapianto renale e i profili di assistenza e di cura con professionisti provenienti da varie regioni d'Italia. Diversi gli approfondimenti, dall'esperienza trapiantologica maturata al Ruggi, all'uso dell'imaging ecografica per la diagnosi non invasiva di problematiche come il rigetto e le complicanze chirurgiche, oltre all'assegnazione del premio Angelo Santopietro vinto da Ermanno Guarino , specializzando di Medicina dell'ateneo salernitano che ha ricevuto mille euro per il miglior elaborato sul tema del follow-up del trapianto renale. Dottor Palladino un'importante occasione di confronto. Un riconoscimento per la nostra attività, per approfondire diversi aspetti sulla gestione delle problematiche del paziente trapiantato di rene. Con quali ospiti? Con colleghi di altre realtà italiane, ad esempio del Centro trapianti rene e pancreas di Padova. Padova è la realtà italiana che esegue più trapianti l'anno e cioè 300. Ma sono arrivati anche da Foggia, Bari, Milano e Napoli. Dopo un trapianto di rene, cosa succede? Inizia un percorso nuovo, una complessa terapia immunosoppressiva, un controllo sistemico in nefrologia ma anche consulti cardiologi e consulenze di altre specialisti, come infettivologi e oncologi ad esempio. Perché? Perché occorre una gestione globale del percorso clinico, diagnostico e assistenziale di ogni singolo paziente. Occorre in pratica una visione ampia per monitorare il paziente per l'insorgere di complessità e dunque bisogna eseguire indagini, biopsie renali, ecografie. Quando è inizio il suo impegno Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
al Ruggi? Attivammo l'ambulatorio nel 1990, sono quindi passati circa 30 anni in cui abbiamo implementato la nostra attività, migliorando le tecniche diagnostiche fino al regime di ricovero in day hospital. Chi riceve assistenza? Pazienti nefropatici, dializzati e trapiantati renali, con possibilità di ricoveri ordinari e in urgenza per la gestione di tutte le problematiche cliniche che la malattia renale comporta. Quanti pazienti accoglie il reparto? Sono 500 pazienti dal 1990, ovviamente c'è da considerare un turnover in entrata e in uscita, ognuno di loro si sottopone fino a circa 6 visite l'anno. Seguiamo un protocollo specifico. Quali sono le prestazioni previste? Ci sono quelle ordinarie e quelle in regime di ricovero in day-hospital, con visite programmate, prelievi ematici e urinari, monitoraggio della terapia immunosoppressiva, visite specialistiche ed esami strumentali. Nei casi che lo richiedono, è garantita la possibilità di ricoveri con tre posti letto esclusivamente dedicati. Quanti posti letto ci sono reparto? In tutto diciotto, di cui tre per i pazienti che presentano complessità particolari per cui è indispensabile un posto letto. C'è chi, faccio un esempio, dopo il trapianto ha bisogno di rientrare in dialisi. Perciò ricorriamo ad ausili diagnostici per la gestione del rigetto, quali la biopsia renale e l'imaging ecografico, ed è importante la prevenzione e la gestione di complicanze infettive e neoplastiche. Quanti sono stati i trapiantati del Ruggi che lei segue? Dal 2008 al 2011, 80 trapiantati di rene che seguiamo noi (i trapianti eseguiti complessivamente al Ruggi finora 372, ndr ). Ma oltre i pazienti dell'ospedale di Salerno ci sono quelli che si sono sottoposti a trapianti altrove. Curiamo molti pazienti operati fuori regione (non a caso il Ruggi è centro di riferimento hub e secondo in Campania, dopo l'Università Federico II di Napoli, ndr ). Cos'è la sessione Poster? Abbiamo istituito un premio di mille euro per under 35 per consentire agli specializzandi di investire nella formazione e nell'aggiornamento. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 11 EAV: € 1.000 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia "Si parla di cuore" è il tema del progetto dedicato alle patologie cardiovascolari delle donne "Si parla di cuore" è il tema del progetto dedicato alle patologie cardiovascolari delle donne a cura della cardiologa Cinzia Procaccini, pensato dal Soroptimist club di Salerno per incentivare la prevenzione e un corretto stile di vita. Si parte giovedì 24 gennaio, quando alle 17.30, presso il teatro Genovesi di via Principessa Sichelgaita, si terrà un convegno a cui prenderanno parte Giovanni D' Angelo, presidente dell' Ordine dei medici di Salerno, Amelia Ravera, responsabile Uoc Utic del Ruggi e Paolo Apolito, docente di antropologia culturale presso l' Università Roma III. Il rapporto tra donne e rischio cardiovascolare sarà alla base della giornata del 26 gennaio: sul lungomare, dalle 10 alle 13, sarà presente un camper attrezzato con la presenza di un cardiologo per la visita cardiologica di screening offerta gratuitamente dal Soroptimist. I prossimi due appuntamenti si terranno invece ad aprile (il 5 e il 7) con una pièce teatrale che vedrà il coinvolgimento degli alunni del liceo classico De Sanctis e una passeggiata nei posti del cuore realizzata in collaborazione con il Fai. La medicina di genere ha l' obiettivo di comprendere i meccanismi attraverso i quali le differenze legate al genere agiscono sullo stato di salute e sull' insorgenza e il decorso della malattia, nonchè sugli outcome delle terapie. Il Soroptimist International d' Italia vuole proporre una campagna di informazione sulla medicina di genere e in particolare sui rischi legati alle malattie cardiovascolari nel sesso femminile e nell' ottica di una salute più equa per tutti, uomini e donne. Qui di seguito alcuni dati del Ministero della Salute riferiti al 2016: in Italia la mortalità per malattie cardiovascolari è del 48,4 per cento nelle donne e del 38,7 per cento negli uomini. La prima causa di morte della donna in tutti i Paesi industrializzati è l' infarto del miocardio. Lo scompenso cardiaco colpisce nella terza età più donne che uomini e anche l' ictus (nel 55 per cento dei casi è una patologia che riguarda le donne). Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 18 EAV: € 812 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia «Dopo 20 anni riapre la guardia medica» Andrea Bignardi. Ritorna, e con un' inaugurazione in pompa magna, la guardia medica a Pontecagnano Faiano. A dare l' annuncio ufficiale della prossima inaugurazione, che si terrà venerdí 25 alle ore 16:00 nel piazzale antistante l' ex tabacchificio Centola è stato il primo cittadino di Pontecagnano Giuseppe Lanzara che ha salutato con soddisfazione la riapertura del presidio di continuità assistenziale. L' inaugurazione avverrá alla presenza del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ha manifestato interesse per il ritorno all' operatività del presidio. "Dopo 20 anni ritorna la guardia medica a Pontecagnano Faiano. È un primo grande passo per dimostrare che ho a cuore i miei cittadini e che le cose che prometto le mantengo", ha dichiarato il primo cittadino di Pontecagnano. "Siamo impegnati in ogni istante a lavorare per l' esclusivo interesse della nostra comunità e nei prossimi mesi ci saranno tante importanti novità che metteremo in campo. La Guardia Medica è solo l' inizio del cambiamento", ha aggiunto il neosindaco Lanzara. Anche il leader dell' opposizione Francesco Pastore ha espresso soddisfazione per la riapertura della Guardia Medica, anche se non senza perplessità. Il capogruppo dei "Moderati - Forza Italia" ha infatti sottolineato che tale inaugurazione potrebbe avere risvolti propagandistici. Pastore ha infatti auspicato che il ripristino del servizio di guardia medica "non vada a danno di altri servizi essenziali come il 118 e non duri soltanto fino alle prossime elezioni regionali". "Se non fosse così sono pronto a fare le mie felicitazioni pubbliche a chi ha avuto la capacità di riportare il servizio in città, ha rilanciato Pastore, che ha espresso parole di ringraziamento per i medici di base che hanno portato avanti la battaglia per la ripresa regolare del servizio di continuità assistenziale ed alla protezione civile, esprimendo anche la necessitá per quest' ultima, di trovare una sede in cui operare adeguatamente. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 13 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Sicurezza e orari alla Tin Esposto degli infermieri Salvatore D'Angelo L'Asl non si preoccuperebbe dei problemi della terapia intensiva neonatale dell'ospedale Umberto I, della sicurezza e delle condizioni di lavoro degli operatori in servizio a Nocera Inferiore: scatta la segnalazione in procura. La diffida avanzata negli ultimi giorni del 2018 è rimasta lettera morta, nessuno dall'azienda sanitaria, dal presidio e nemmeno dalla Regione ha risposto alle domande poste dagli infermieri. I dieci giorni di tempo dati per discutere della situazione dell'importantissimo reparto nocerino sono trascorsi e così gli operatori sanitari hanno chiesto al loro legale di fiducia, Antonietta Pelella , di preparare un esposto da presentare ai magistrati di Nocera Inferiore. Nella diffida si richiamava la convergenza del personale del nido con quello della Tin. Una decisione che ha creato «una grave situazione disorganizzativa ». In questo modo le postazioni di terapia intensiva rischiano di restare sguarnite e il personale è «esposto a un elevato pericolo professionale». Gli infermieri contestavano e contestano «l'atteggiamento assunto dall'Asl Salerno e in particolare dal direttore sanitario del Dea». Per questo precisavano che «ogni problema o disservizio sarà ascrivibile ad esclusiva responsabilità dell'amministrazione » e diffidavano «l'Asl dal continuare a porre in essere» tale comportamento. Parole al vento. L'unico riscontro è arrivato da Rolando Scotillo , segretario del sindacato Fisi. «È grave e negligente afferma l'avvocato Pelella il comportamento del datore di lavoro che comanda la riunificazione di un reparto il 21 dicembre 2018, lasciando tutto il personale in confusione per l'intero periodo natalizio, generando malumori e disservizi, e non cerca di dare spiegazioni, né di rispondere alle richieste di chiarimento o di dialogo al fine di rendere efficiente il servizio svolto dagli operatori della terapia intensiva neonatale». Chissà se l'intervento della magistratura potrà agevolare un dialogo. Intanto, nei prossimi giorni è atteso un sopralluogo per fare una disamina tecnica dei locali, per riscontrare se sono utilizzati correttamente. Inoltre, si continua a ricoverare al di sopra delle possibilità, con il personale sottodimensionato. Gli Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
infermieri lamentano che all'ordine di servizio che ha accorpato il nido alla Tin, delegando la gestione a un unico coordinatore, non sono seguite azioni per garantire l'idoneità dei locali, il rispetto dei percorsi e dei protocolli. Direttive che non terrebbero, dunque, conto della sicurezza degli operatori e dei pazienti. In poco meno di un mese sarebbero stati firmati venti ordini di servizio per consentire agli infermieri della terapia intensiva neonatale di spostarsi verso il nido per la preparazione del latte per i neonati. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
21/01/2019 Pagina 13 EAV: € 1.270 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Sanità, la Cgil: a rischio 400mila abitanti FRATTAMAGGIORE (Teresa Cerisoli) - Allarme della Cgil Funzione Pubblica per il presidio ospedaliero San Giovanni di Dio. A firmare il manifesto alla cittadinanza sono Bruno Di Giacomo della segreteria Cgil Fp Asl Napoli 2 Nord e Giosuè Di Maro. La questione non è solo la chiusura del Reparto di Cardiologia - Utic. La Cgil avverte i cittadini che è a rischio "il mantenimento dei servizi ospedalieri" per i residenti dei comuni dell' ex Asl Napoli 3, oltre 400mila abitanti a cui si aggiungono quelli dei vicini comuni della provincia di Caserta, Orta di Atella, Succivo, Sant' Arpino e Cesa. Il "piano regionale di programmazione della rete ospedaliera ai sensi del D. M. 70/2015 - aggiornamento dicembre 2018" è per la Cgil "un palese attacco al diritto alla salite dei comuni afferenti al territorio della ex Asl Napoli 3, nonché ai lavoratori" per una serie di motivi. Il primo è che "non è stato rispettato lo stesso criterio utilizzato per altri presidi ospedalieri della Regione che ha individuato come P.S.A. i presidi ospedalieri con accessi di pronto soccorso annui tra i 20mila e 45mila a fronte delle 60milaprestazioni del San Giovanni di Dio". Il secondo è che "non è stato utilizzato, assolutamente un criterio di equa distribuzione di livelli di presidio per le 6 Macro Aree individuate dal Piano Ospedaliero Regionale, con una evidente sperequazione tra popolazione afferente e numero di presidi sanitari sede di Dea di primo livello a discapito della sola macro area della Asl Napoli 2, considerato che il San Giovanni di Dio avrebbe tutte le caratteristiche di un Dea di primo livello per bacino di utenza e per numero di accesso annui al pronto soc corso. La Cgil sottolinea anche che l' abolizione dei posti letto di Cardiologia - Utic è un paradosso essendo stata considerata dalla Agenas la prima in Campania e tra le più sicure per la cura dell' infarto: per garantire un intervento di emodinamica d' urgenza (angioplastica primaria, ndr) nel rispetto della "golden hour" bisognerà traferire i pazienti presso Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
altro nosocomio. Sono previste, inoltre: la trasformazione dell' Unità Operativa Complessa di Chirurgia in Unità semplice, ridimensionando e cancellando una realtà che effettua circa mille interventi annui; la trasformazione dell' Unità Complessa di Ortopedia e Traumatologia rendendo impossibile l' effettuazione di 450 interventi annui di grossa traumatologia; la trasformazione dell' Unità Complessa di Ginecologia ed Ostetricia in punto di nascita. "Chi governa - si legge nel mani festo - non può ignorare che il San Giovanni di dio è un riferimento per una popolazione che vive in un contesto socio-economico difficile, che risente anche della mancanza di infrastrutture in grado di agevolare lo spostamento della cittadinanza. In assenza di un urgente riscontro si attiverà per una mobilitazione generale a tutela dei livelli essenziali di assistenza ed a garanzia del diritto alla salute per i cittadini dei comuni afferenti al nostro territorio. Si fa appello alla cittadinanza, a tutte le forze politiche, ai sindaci, ai consiglieri regionali, ai parlamentari ed alle associazione a produrre il massimo sforzo per scongiurare il pericolo che incombe e fare di tutto perché il nostro ospedale resti con gli attuali standard assistenziali". Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 18 EAV: € 1.035 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania "Caduto da una barella", scatta la denuncia FRATTAMAGGIORE Cade dalla barella mentre è ricoverato al reparto di Medicina dell' ospedale San Giovanni di Dio e riporta contusioni alla caviglia, al polso ed escoriazioni al viso, con forti dolori al naso. E' questa la brutta esperienza accaduta ad un trentaquattrenne di Casoria, Jonut Palmiero, che ha sporto denuncia presso il commissariato di Polizia dell' ospedale Cardarelli di Napoli, dove è stato ricoverato dopo la dimissione effettuata dal nosocomio di Frattamaggiore. Quella del trentaquattrenne casoriano è stata una vera e propria odissea sanitaria, che ancora non ha avuto fine. E' ancora ricoverato al Cardarelli, al reparto di medicina. La caduta dalla barella è avvenuta a Frattamaggiore lo scorso trenta dicembre, secondo quanto denunciato dal Palmiero, perché la stessa aveva la spondina di protezione sinistra rotta. L' uomo era ricoverato in medicina dal giorno precedente, dopo essere arrivato il giorno precedente al pronto soccorso. La barella era posizionata in una stanzetta. Era sistemata alla meno peggio, ovvero con un tubo dell' ossigeno medicale, come si evince anche dalle foto che ha consegnato agli inquirenti (in alto). "Dopo la caduta - ha affermato Palmiero - mi assistevano gli stessi medici ed infermieri del reparto, senza portarmi in pronto soccorso. Mi hanno portato a fare le radiografie, ma non mi hanno mai medicato né con ghiaccio né con pomata, né per la mano, né per la caviglia, per curare le contusioni". I lividi sul volto, sopra e sotto l' occhio ogni giorno diventavano più evidenti, come il dolore al naso. L' otto gennaio 2019, Jonut Palmiero veniva dimesso dal nosocomio di Frattamaggiore e nella stessa giornata, sentendosi nuovamente male, veniva condotto presso il pronto soccorso del Cardarelli ed assistito in codi ce rosso. Palmiero, dopo il disappunto e perché certe cose non avvengano più, si è rivolto alla polizia, chiedendo che "i medici responsabili dell' ospedale di Frattam aggi ore ed il primario del reparto di medicina vengano puniti per i reati che l' Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
autorità giudiziaria ravviserà". "Sono vittima di un caso di malasanità - dichiara Jonut Palmiero - cadendo dalla barella ho rischiato. Ho battuto il volto. La barella su cui sono stato sistemato era rotta e non doveva stare in quel reparto ed in nessun altro". Palmiero è caduto dalla barella rotta mentre era disorientato per la patologia per cui era ricoverato. Il riconoscimento della responsabilità, se ci sarà, non sarà cosa semplice, in quanto tutti i sanitari, in base al loro profilo di competenze, possono essere ritenuti responsabili della caduta di un paziente. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 24 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 4.861 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania «Pro ospedale», appello a Pizzuti per un incontro SANT' AGATA DE' GOTI/2 Continuano anche sui social le polemiche relative al piano ospedaliero della Regione Campania approvato dal Ministro per la Salute, Giulia Grillo. Stavolta fa sentire la sua voce il comitato «Pro ospedale». La sua portavoce e presidente, Lucrezia D' Abruzzo (nella foto), in una nota ed in un post afferma che il direttivo del comitato «ha deciso di chiedere un incontro con il direttore generale dell' azienda ospedaliera San Pio, che riunisce gli ospedali Rummo e Sant' Alfonso, Renato Pizzuti, da svolgersi a Benevento, alla presenza dei rappresentanti istituzionali e con dell' altro comitato santagatese «Curiamo la vita». Scopo dell' incontro è la necessità di chiarire e precisare «cio che è stato ottenuto dalla modifica del decreto 54 del 5 luglio 2018 che approvò l' atto aziendale dell' Asl di Benevento, per poter eventualmente chiedere e ottenere degli ulteriori aggiustamenti e ricevere alcune precisazioni». Si provvederà pertanto a inviare gli inviti alle istituzioni. Il comitato «Pro ospedale» inoltre sollecita una spiegazione tecnica dell' attuale organizzazione dell' ospedale Sant' Alfonso, anche al fine di mettere un punto fermo su tutta la questione. Fu il comitato «Pro ospedale» a dare inizio alla contestazione agli inizi dello scorso settembre con una manifestazione di protesta pacifica per il ripristino del Pronto soccorso h 24 e del circuito dell' emergenza delle ambulanze, alla quale parteciparono anche il vescovo Domenico Battaglia e esponenti politici, proseguita con la consegna di un documento sottoscritto da 5mila persone. gi.pis. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 24 EAV: € 9.775 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Cantiere Policlinico cassa integrazione solo a 5 operai su 25 Enzo Mulieri L' IMPASSE Potrebbe essere febbraio il mese giusto per dare l' impulso maggiore al programma di ripartenza del Policlinico di Tredici. Dopo il varo della cassa integrazione straordinaria a rotazione per i lavoratori di Concorsu, il prossimo appuntamento che attende sia la committente Università Luigi Vanvitelli sia la società appaltatrice Condotte (legge Marzano) dovrebbe consistere nella firma di un atto transattivo che dia conto della situazione contrattuale che insiste tra le parti, con l' attribuzione delle competenze economiche di reciproca rilevanza. LA SCADENZA Entro febbraio, così come ha previsto ieri la Filca Cisl di Caserta, attraverso il segretario provinciale Antonio Gelo, la partita dovrebbe essere sottoposta al vaglio di un notaio nell' intento di portare a definizione un contenzioso che dura da troppo tempo, ancor prima della gestione commissariale di Condotte. Alla risoluzione della controversia, d' altronde, è collegata un' ipotesi di accordo che possa corrispondere alle rivendicazioni dell' una e dell' altra parte e che possa costituire snodo per la ripartenza dell' infrastruttura. Per questo scopo si tratterà di superare un passaggio burocratico non semplice, quasi una clausola. In primis, da parte dell' Università che in diverse occasioni aveva dato assicurazioni sulla disponibilità di risorse idonee a proseguire l' appalto. I FONDI «Ma al di là della disponibilità dei fondi - ha aggiunto Gelo- bisogna stabilire il quantum dei diversi corrispettivi onde evitare in futuro possibili disguidi». Della complessità di questa fase è convinta comunque la Feneal Uil, col segretario provinciale Antonio Cirillo, già intenzionato a chiedere lumi: «Sarà necessario stabilire con il beneplacito del Ministero -così ha rilevato -un crono programma degli interventi da realizzare fissando gli stati di avanzamento dei lavori». Febbraio, insomma, vigilia di trattative e di decisioni importanti per il Policlinico, un tempo atteso con ansia anche da parte dei lavoratori di Tredici in cassa integrazione dal 10 novembre, ma a rotazione. I LAVORATORI Per loro lo Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
svantaggio maggiore: il sostegno al reddito viene corrisposto ogni mese, di volta in volta, solo per 5 unità presenti sul cantiere, rinviando ad altra data le aspettative degli altri (per avere l' applicazione definitiva, a pieno titolo, occorre il decreto di riferimento da parte del Cipe). «Bisogna ricordare- aggiunge Cirillo- che si tratta di una misura tampone, non di quella risolutiva che passa solo ed esclusivamente per la ripresa dei lavori». LE PROMESSE Promesse che non trovano una risposta, date come erano per certe dalla Regione Campania entro la fine del 2018 e poi rilanciate, dal punto di vista della tempistica, fino al 2020. Ma su tante valutazioni frena La Fillea che non accetta anticipazioni di alcun genere presso altre organizzazioni. «Si tratta di scelte che non riusciamo a capire ha scritto Irene Velotti, segretaria della Cgil- dal momento che stiamo portando avanti insieme tutte le iniziative opportune a sostegno dei lavoratori, così come ci stiamo impegnando per sbloccare la vicenda del Policlinico. Insieme abbiamo seguito lo sforzo che si sta realizzando per salvare il salvabile, per smuovere le resistenze degli istituti di credito. Per questo non siamo d' accordo su fughe in avanti rispetto al percorso unitario che abbiamo sostenuto». CONDOTTE Nel frattempo la situazione del Policlinico resta sempre legata all' andamento delle trattative nazionali che sono in corso per il salvataggio del gruppo delle costruzioni. Com' è noto la UE aveva già deliberato a dicembre dello scorso anno un prestito ponte di 190 milioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 30 EAV: € 8.666 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Case con vista sul golfo la maxi -vendita dell' Asl LE SCELTE Maria Pirro Case con vista sul golfo, palazzine, terreni, negozi, magazzini e depositi. E l' ex manicomio Leonardo Bianchi, esclusa la parte monumentale, al centro delle polemiche: l' Asl mette in vendita 77 immobili. Valore stimato: 164 milioni. «L' operazione, annunciata già quattro anni fa dai nostri predecessori ma mai realizzata, è finalizzata a reperire fondi da utilizzare per riqualificare le strutture sanitarie, in particolare quelle dedicate alla salute mentale, così come prevede la legge», dice il direttore amministrativo Salvatore Guetta, che annuncia «entro un mese» l' avvio dell' asta telematica per cedere un appartamento in via Battistello Caracciolo, cinque vani per 100 metri quadrati, e due maxi-uffici in via Chieti, tra cui un ex poliambulatorio in 877 metri quadrati, soltanto questo al prezzo di 1,1 milioni. L' ITER Chiamati a gestire le procedure i professionisti partenopei dell' Ordine dei notai con cui è stata siglata un' intesa. «Per cedere le altre proprietà, manca esclusivamente il via libera della soprintendenza», spiega Guetta, che così chiarisce i motivi dei ritardi sulla tabella di marcia concordata a marzo scorso con la Regione Campania. Il piano è infatti approvato dalla giunta di Vincenzo De Luca e sintetizzato in due delibere, ma il tentativo di fare cassa, alienando beni inutilizzati, risale al 2014 e, da allora, ulteriori edifici sono stati individuati. «Insomma, stiamo facendo la rivoluzione anche nel patrimonio», vuole sottolineare il manager Mario Forlenza. «E, per alcuni immobili, il valore di mercato è indicato dall' Agenzia delle Entrate di Napoli; per altri, la stima è dell' ufficio tecnico aziendale in base alle quotazioni dell' osservatorio del mercato immobiliare», si legge nel documento di Palazzo Santa Lucia che, in allegato, riporta le integrazioni, tutti gli indirizzi e le caratteristiche. LA MAPPA Le proprietà da alienare sono disseminate in tutta la città. Ad esempio. Nel quartiere Vicaria, in via Sant' Antonio Abbate e in via Cesare Falcone. C' è un magazzino in via Cupa Angara, zona Chiaia. Tre negozi in via Gesù e Maria, ad Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Avvocata, una casa vuota al corso San Giovanni a Teduccio e l' elenco è ancora lungo. Gli uffici in via Chieti sono i primi a finire sul mercato, suddivisi in due particelle catastali: quella di 775 metri quadrati proposta a 1,1 milioni; quella di 102, dal prezzo decisamente inferiore: 153mila euro. Poi c' è l' appartamento in via Battistello Caracciolo, 480mila euro, la cifra orientativa. Ma il palazzo più prestigioso si trova in via Tasso e, da solo, vale oltre 2,7 milioni. L' EX MANICOMIO Caso a sé il Leonardo Bianchi in via Calata Capodichino, l' ex ospedale psichiatrico a cui è legata la storia di Napoli. Nel merito, la decisione assunta dalla Asl è quella di cedere terreni per 152mila metri quadrati e fabbricati per altri 81.278, «conservando il blocco monumentale», ribadisce il direttore amministrativo. Lì un artista del calibro di Roberto de Simone, che utilizzò quei saloni ancora abitati per le prove e i provini della Gatta Cenerentola, propone di creare spazi di socialità e un museo della memoria. E la sua richiesta non è isolata. Per non dimenticare l' orrore, ancora così vicino e così lontano. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 39 EAV: € 15.059 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Disturbi alimentari, una Rete (anche in Campania) per i giovani Mauro Bifulco Le idee I disturbi alimentari sono sempre più dilaganti tra i giovani e si caratterizzano ai nostri giorni come una vera e propria emergenza di salute mentale. Queste patologie, tra le quali l' anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da binge-eating, sono legate a un' alterazione nella percezione della propria immagine corporea e del proprio peso con un conseguente rapporto distorto con il cibo. Pur essendo primariamente dei disturbi psichiatrici, essi comportano spesso complicanze fisiche, secondarie alla malnutrizione e ai comportamenti impropri messi in atto per ottenere il controllo sul peso e la forma del corpo. Tanto più precoce è l' esordio della patologia, maggiore è il rischio di danni permanenti causati dalla malnutrizione, prevalentemente a carico dell' apparato scheletrico e del sistema nervoso centrale che sono nei giovani ancora in pieno stadio di maturazione. Per questi motivi, tali patologie rappresentano complessivamente un importante problema di salute pubblica e una delle più frequenti cause di disabilità nei giovani, gravati da un rischio significativo di mortalità. Secondo l' Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i disturbi alimentari costituiscono la seconda causa di morte per gli adolescenti dopo gli incidenti stradali e per tali motivi sono stati inclusi tra le priorità per la loro tutela della salute mentale. Secondo le stime l' 11-12% del totale della spesa sanitaria è legato ai costi derivanti in qualche modo da questi. Ogni anno nella regione Campania si registrano circa 240 nuovi casi di anoressia nervosa e 360 di bulimia nella popolazione femminile; mentre i nuovi casi di anoressia e di bulimia nervosa sono stimati essere, rispettivamente, 23 e 13 nella popolazione maschile. Nel 2014 la Regione Campania ha speso 4,5 milioni per i ricoveri fuori regione dei pazienti con tali disturbi, circa il 15% della spesa complessiva per tutti i ricoveri fuori regione. Le Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
cause dei disturbi dell' alimentazione non sono ancora del tutto note, ma è opinione condivisa tra gli studiosi che vi concorrano sia fattori personali (biologico-genetici e psicologici) sia fattori ambientali. I fattori personali biologici di tipo genetico sono responsabili della trasmissione della vulnerabilità alla malattia, vulnerabilità che un individuo può portare con sé anche per tutta la vita senza sviluppare la malattia se non incontra fattori precipitanti di tipo ambientale. In questi anni si stanno acquisendo le prime conoscenze certe sulla natura della componente genetica responsabile in particolare della vulnerabilità all' anoressia nervosa, grazie agli studi portati avanti dal Consorzio per la Genetica dell' Anoressia Nervosa, di cui fa parte il Centro Pilota per i disturbi dell' alimentazione dell' Università della Campania. Tra i fattori di rischio ambientali si sta evidenziando un ruolo sempre più di primo piano svolto dai social network, dove i messaggi cui sono sottoposti gli adolescenti enfatizzano, soprattutto per le donne, la snellezza e la magrezza corporea come prerequisiti indispensabili per il successo e l' affermazione sociale. L' insicurezza tipica della giovane età, insieme a problematiche familiari e di accettazione sociale costituiscono il combustibile che alimenta lo svilupparsi della patologia attraverso l' ossessione nei confronti del cibo e delle calorie. Dal punto di vista politico qualcosa si sta muovendo con la proposta nata in seno alla Commissione Sanità del Senato, di un disegno di legge sui disturbi alimentari riguardante nello specifico il riconoscimento del «reato di istigazione al ricorso a pratiche alimentari idonee a provocare l' anoressia o la bulimia, nonché disposizioni in materia di prevenzione e di cura di tali patologie e degli altri disturbi del comportamento alimentare». Molte regioni italiane hanno provveduto alla programmazione di una rete specifica per i disturbi dell' alimentazione, individuando strutture e centri di riferimento secondo specifici modelli organizzativo-gestionali, elaborando linee guida di indirizzo tecnico e protocolli di assistenza sanitaria integrata. E la Regione Campania è all' avanguardia su questo fronte, avendo attivato già dal 2002 presso il Dipartimento di Salute Mentale, Fisica e Medicina Preventiva dell' Università della Campania «Luigi Vanvitelli» il Centro Pilota Regionale per i Disturbi dell' Alimentazione. Purtroppo, attualmente nella nostra regione oltre a questo Centro Pilota esistono pochi ambulatori dedicati specificamente ai disturbi dell' alimentazione e solo presso alcuni Dipartimenti di Salute Mentale, non distribuiti in maniera capillare su tutto il territorio regionale, mentre è stata finora carente l' offerta assistenziale e completamente assente quella relativa alla riabilitazione. Tutto ciò ha generato sovente il fenomeno della migrazione dei pazienti fuori regione con i relativi costi di mobilità passiva e i disagi per pazienti e familiari. Particolarmente di rilievo, quindi, è la notizia che nel mese di dicembre scorso è stata attivata una Rete Assistenziale Regionale per i Disturbi del Comportamento Alimentare, per la terapia ambulatoriale specialistica e intensiva e la riabilitazione residenziale, su iniziativa e con il coordinamento del Centro Pilota Regionale dell' Università degli Studi della Campania «Luigi Vanvitelli» diretto dal Professor Mario Maj e con la collaborazione del Prof. Palmiero Monteleone dell' Università di Salerno. Data la complessità di queste patologie, le attività di prevenzione e di terapia sono fondamentali perché i disturbi, se prontamente e adeguatamente trattati, possono risolversi con la guarigione stabile nel tempo dei pazienti nel 70-80% dei casi in un periodo Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
relativamente breve (circa 3-4 anni). Ed è fondamentale quindi la creazione di questa Rete e l' attenzione della Regione Campania dedicata a questo problema di salute mentale per promuovere percorsi assistenziali efficaci e coordinati. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 12 EAV: € 614 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Il Pascale accoglie dieci dottorandi dal Nord Africa NAPOLI. Dopo la Cina, la Colombia, la Russia, il Pascale accoglie dieci dottorandi in Oncologia dal Nord Africa con dieci dottorandi in oncologia in arrivo dall' Etiopia. Kiros Adisu, Beyene Beyene, Dibaba Demis sie, Sufa Helen, sono soltanto i primi quattro nomi di un elenco di 10 medici specializzandi che sono arrivati all' Istituto dei tumori di Napoli. Grazie a un accordo siglato con l' Agenzia internazionale di energia atomica, che finanzia completamente il progetto, dieci dottorandi dell' Università degli Studi di Addis Ababa frequenteranno come residenti il Pascale per migliorare le loro conoscenze radiocliniche e si sottoporranno ad uno stage in Medicina nucleare e in discipline radiologiche. Affiancheranno i medici del Pascale nei reparti di Radiologia e della Medicina Nucleare, guidati rispettivamente da Antonella Petrillo e Dino Lastoria, oltre a seguire progetti di ricerca e di investigazione in oncologia. L' intesa tra il Pascale e l' Etiopia ha avuto inizio nel 2016 con la firma di un protocollo siglato in seguito alla richiesta da parte della Facoltà di Medicina e Chirurgia "Black Lion" dell' Università di Addis Ababa di una cooperazione scientifica in campo oncologico con l' lrccs napoletano. All' inizio del 2017 sono iniziati i primi lavori di collaborazione. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
22/01/2019 Pagina 5 EAV: € 1.401 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Legge 194 e i diritti Rosetta Papa Un Paese che chiede a gran voce interventi di prevenzione mediante divulgazione e diffusione dei metodi contraccettivi, e l' uso del metodo farmacologico al posto dell' intervento chirurgico per l' Interruzione Volontaria di Gravidanza (Ivg). Emerge dalla Relazione 2017 sullo stato di attuazione della legge 194/78, presentata dalla ministra della Salute.Anche quest' anno si conferma la diminuzione progressiva del numero di aborti, senz' altro un dato positivo nel suo insieme. Il monitoraggio del fenomeno però registra solo le interruzioni effettuate e non quelle richieste, quindi l' offerta e non la domanda. Se si analizza l' offerta, secondo la Relazione, solo in Campania e nella Provincia Autonoma di Bolzano il numero di strutture dove si effettuano le IVG è inferiore a quello previsto. Analogamente, solo la Campania, la Basilicata e Bolzano hanno un numero elevato di ginecologi obiettori, mentre sempre in Campania e in Sicilia ogni ginecologo non obiettore ha un carico di lavoro superiore alle 9 IVG/settimanali, (13.6 in Campania e 18.2 in Sicilia). Ma, dal Nord al Sud del Paese, chi lavora nei Consultori o nei Centri IVG, segnala una realtà ben diversa, trasversalmente critica, ormai da tempo. Per motivare la diminuzione del numero di aborti volontari viene riportato l' aumento, negli ultimi anni del consumo dei contraccettivi di emergenza; ma questo dato più che giustificare il ridotto ricorso alla 194, deve richiamare l' attenzione sulla necessità improrogabile di interventi di diffusione dei metodi contraccettivi. Nel 2018 l' Atlante Europeo della Contraccezione pone l' Italia al 26° posto come accesso agli anticoncezionali, dopo la Turchia, la Polonia e la Moldavia. Si ricorda che in Italia attualmente tutti i contraccettivi ormonali orali sono farmaci di fascia C, cioè non rimborsati (nonostante l' ultimo Decreto sui Livelli Essenziali di Assistenza del 12 gennaio 2017), conferma che «il Sistema sanitario nazionale garantisce alle donne, ai minori, alle coppie e alle famiglie la somministrazione dei mezzi necessari per la procreazione responsabile». Alcune Regioni come la Puglia, l' Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Emilia-Romagna, il Piemonte, il Lazio hanno deliberato di garantire, a determinate fasce di popolazione, l' accesso gratuito ai contraccettivi. Ancora la legge 194 all' Art.15 stabilisce, in maniera incredibilmente lungimirante, che le tecniche per l' IVG devono essere appropriate ai tempi «..sull' uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell' integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l' interruzione della gravidanza»; ma da quanto emerge dall' ultima Relazione, la metodica secondo Karman, rappresenta la tecnica più utilizzata anche nel 2017 (50.5% dei casi), mentre l' aborto farmacologico, pur presentando un incremento, rimane utilizzato nel 2017 al 17.8%, con grosse disomogeneità tra le varie regioni. In Campania è possibile interrompere la gravidanza mediante tecnica farmacologica solo presso quattro Centri. A quaranta anni dalla Legge, quindi, è sempre attuale l' ammonimento di Miriam Mafai: «Non ci sono diritti acquisiti per sempre». La Legge 194/78 nacque dalla esigenza di mettere fine alle troppe morti dovute agli aborti clandestini, alle pozioni tossiche e a tutto quel sordido giro di affari che si consumava sulla pelle delle donne, ma anche per promuovere contestualmente competenza e consapevolezza e condurre le donne e le coppie verso una autodeterminazione per i loro progetti riproduttivi. Purtroppo, questo secondo punto della legge è da sempre ignorato. Una maternità cosciente e responsabile, diventerà un diritto acquisito per sempre solo quando la Sanità Pubblica se ne farà veramente carico, e quando si comprenderà che la gravidanza, desiderata o meno, non è un problema delle donne ma di tutti: delle donne e degli uomini, almeno di quelli che meritano questo appellativo. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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