Media Monitoring per 22-01-2019 - Rassegna stampa del 22-01-2019 - Ruggi

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Media Monitoring per 22-01-2019 - Rassegna stampa del 22-01-2019 - Ruggi
22-01-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 22-01-2019
Media Monitoring per 22-01-2019 - Rassegna stampa del 22-01-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      21/01/2019 - WWW.OTTOPAGINE.IT
            Morto a 13 anni in ospedale, l'inchiesta è ferma:"Sconcertati" .............................................. 1
      22/01/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            In aumento i casi di epatite C e di sifilide .............................................................................. 2
      22/01/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Morte di Alessandro, il sindaco Morra «Siamo sconcertati» ................................................... 3
      22/01/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Rene, al Ruggi polo di eccellenza ........................................................................................... 4
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 6
      22/01/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            "Si parla di cuore" è il tema del progetto dedicato alle patologie cardiovascolari delle donne
             ................................................................................................................................................ 6
      22/01/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            «Dopo 20 anni riapre la guardia medica» ............................................................................... 7
      22/01/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Sicurezza e orari alla Tin Esposto degli infermieri ................................................................. 8
Sanità Campania ............................................................................................................................. 10
      21/01/2019 - CRONACHE DI NAPOLI
            Sanità, la Cgil: a rischio 400mila abitanti ............................................................................. 10
      22/01/2019 - CRONACHE DI NAPOLI
            "Caduto da una barella", scatta la denuncia ........................................................................ 12
      22/01/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            «Pro ospedale», appello a Pizzuti per un incontro ............................................................... 14
      22/01/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Cantiere Policlinico cassa integrazione solo a 5 operai su 25 .............................................. 15
      22/01/2019 - IL MATTINO
            Case con vista sul golfo la maxi -vendita dell' Asl ................................................................ 17
      22/01/2019 - IL MATTINO
            Disturbi alimentari, una Rete (anche in Campania) per i giovani ......................................... 19
      22/01/2019 - IL ROMA
            Il Pascale accoglie dieci dottorandi dal Nord Africa ............................................................. 22
      22/01/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Legge 194 e i diritti .............................................................................................................. 23
      22/01/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Maurizio Di Mauro "Policlinico Vanvitelli, presto l' emergenza" ........................................... 25
      22/01/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Morti da emoderivati, il pm: "Assolvete Poggiolini e altri otto" ........................................... 27
      22/01/2019 - IL MATTINO
            Neuroendoscopia, corso con esperti da tutto il mondo ........................................................ 29
      22/01/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Operatori socio sanitari in bilico il Senato risponde ai 170 lavoratori .................................. 30
      22/01/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Picco influenza ma si ammalano meno anziani "Vaccini ok" ................................................. 31
      22/01/2019 - IL ROMA
            Vecchio Pellegrini, radiologia fuori uso ................................................................................ 33
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 35
      22/01/2019 - AVVENIRE
            ABORTO, CINQUE DOMANDE E UN' AMARA CERTEZZA .......................................................... 35
      22/01/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            «Avatar» in pediatria Un robot contro la paura .................................................................... 37
      22/01/2019 - IL MESSAGGERO
            Blitz del ministro Grillo all' ospedale Pertini ........................................................................ 39
      22/01/2019 - LA STAMPA
            Cura genica per trattare la beta talassemia ......................................................................... 40
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22/01/2019 - LA REPUBBLICA
     Favorì il figlio primario licenziato ......................................................................................... 41
22/01/2019 - LA STAMPA
     L' app ti guarda e scopre la malattia .................................................................................... 43
22/01/2019 - ITALIA OGGI
     L' influenza aumenta il rischio degli infarti .......................................................................... 45
22/01/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
     L' Oms: i migranti non portano malattie, si ammalano qui ................................................... 46
22/01/2019 - LA VERITÀ
     La Grillo oggi vuole imporre i vaccini Ma ieri chiedeva di abolirli nella Pa ........................... 47
22/01/2019 - LA STAMPA
     La trasfusione è sicura anche se i globuli rossi sono "vecchi" .............................................. 49
22/01/2019 - CORRIERE DELLA SERA
     Meningite, morto un bambino di due anni ........................................................................... 51
22/01/2019 - AVVENIRE
     Sospeso lo sciopero ............................................................................................................. 52
22/01/2019 - IL SOLE 24 ORE
     Spesa farmaceutica, pace da 2,4 miliardi ............................................................................. 53
22/01/2019 - LA STAMPA
     Sta scritto nel sangue Sofisticati e non invasivi: i test sui rischi di ammalarsi Dall' infarto all'
     Alzheimer ............................................................................................................................. 55
22/01/2019 - LA STAMPA
     Via alle cure per il Parkinson con dosi mirate a base di mille super-proteine ...................... 57
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21/01/2019

                                                                                                                         EAV: € 1.154
                                                                                                                         Lettori: 19.200
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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              Morto a 13 anni in ospedale, l'inchiesta è
                        ferma:"Sconcertati"

 La rabbia del sindaco e zio di Alessandro
 Farina: "Pessima sanità e giustizia che
 non funziona" Pellezzano.            "Siamo
 davanti ad un classico caso di rimpallo e
 di rinvii, che ad oltre 13 mesi portano me
 e la mia famiglia a stare ancora così
 appesi senza sapere. Senza poter
 conoscere la verità, senza poter dare a
 mio nipote Alessandro il rispetto che
 merita la morte assurda di un ragazzo di 13 anni". E' uno dei passaggi con cui il
 sindaco di Pelezzanno, Francesco Morra, esprime tutto il proprio dolore misto a
 rabbia per le vicissitudini giudiziarie in merito alle indagini per la morte di
 Alessandro Farina. Oltre che una fascia tricolore, a parlare è anche lo zio della
 piccola vittima che ha perso la vita il 27 dicembre 2017 all'ospedale Ruggi d'Aragona
 di Salerno. Secondo l'accusa, nessuno dei sanitari che lo prese in cura si accorse
 della chetoacidosi diabetica del 13enne. A distanza di oltre un anno, le indagini
 proseguono ma l'inchiesta è stata trasferita ad un altro magistrato, chiamato ora a
 studiare lle carte e valutare se ci sono altre persone potenzialmente responsabili per
 quella tragica morte. Il sindaco di Pellezzano, senza giri di parole, si dice
 "sconcertato e incredulo. Ormai la nostra pazienza ha superato ogni limite.
 Confidiamo nell'operato del nostro legale di fiducia, Federico Conte, affinché anche
 attraverso un'istanza al procuratore capo possa mettere quanto prima la parola fine
 ad un susseguirsi di eventi che vanno avanti da quel tragico dicembre 2017". Non
 solo. "Da persona impegnato nelle istituzioni e che vivo questo dramma sulla mia
 pelle sono profondamente amareggiato per la presa di coscienza di un sistema di
 ingiustizie - è il durissimo affondo di Francesco Morra - che provengono da una
 pessima sanità e da un apparato giudiziario che ahimé non funziona".

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22/01/2019                                                                                                                Pagina 8
                                           La Città di Salerno
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                In aumento i casi di epatite C e di sifilide
 (m.c.)
 All'ospedale Ruggi sono in aumento i
 pazienti bisognosi di curare l'epatite C,
 infezione che aggredisce il fegato.
 Crescono anche i casi di sifilide, malattia
 infettiva trasmessa sessualmente. A
 fornire i dati e a spiegarne i motivi è
 l'infettivologo Luigi Iapicco , medico
 chirurgo presso il reparto Malattie
 infettive del presidio di via San
 Leonardo, con incarico di alta specialità
 in ecografia infettivologica e che si
 occupa del Centro per i trattamenti per
 l'epatite C dell'ospedale. «Aumentano i
 pazienti trattati ma non l'incidenza
 dell'epatite C, che è, invece, in
 diminuzione premette Iapicco E di fatti
 nel 2018 abbiamo curato 380 pazienti,
 nel 2015 all'incirca 250, in tutto dalla
 fine del 2014 a oggi abbiamo seguito
 circa 700 pazienti, la cui età va dai 35 ai
 50 anni». Sono più uomini che donne,
 ma rispetto ai 380 pazienti trattati il 20%
 si è trasformato in cirrosi e il 3% in cancro e in media, sempre rispetto al dato, sono
 circa 50 casi di epatite C contratta da giovani dai 18 ai 28 anni. In ogni caso mentre
 nel 2017 l'incidenza media nazionale è stata dello 0,1 ogni 100mila abitanti, tra il
 2008-2009 la media è stata dello 0,2-0,3 abitanti e cioè tre volte in più. Dunque a
 Salerno è salito il numero dei pazienti trattati in quanto si è diffusa l'informazione
 delle cure effettuate al Ruggi («ogni cura per paziente costa dai 4500 euro a salire
 ») e pertanto un numero maggiore di ammalati si è recato al centro di via San
 Leonardo, anche se l'epatite sta diminuendo. «Sul fronte sifilide, anche se non c'è
 alcun dato empirico, può averne contribuito l'afflusso dei migranti. Non conosciamo
 le loro infezioni spiega Iapicco ma da un paio di anni in ospedale sono in aumento i
 casi di sifilide e ne sono portatori gli extracomunitari e le persone che hanno avuto
 rapporti con chi è sbarcato in città». Ritornando all'epatite C, è dovuta a percing e
 tatuaggi e a rapporti non protetti. «Più che l'ago, può portare infezione il mandrino
 del macchinario in cui viene inserito l'ago. Micro particelle di sangue possono
 rimanere attaccate». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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22/01/2019                                                                                                               Pagina 17

                                                                                                                         EAV: € 773
                                                                                                                         Lettori: 29.750
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

   Morte di Alessandro, il sindaco Morra «Siamo sconcertati»

 "Siamo davanti ad un classico caso di
 rimpallo e di rinvii, che ad oltre 13 mesi
 portano me e la mia famiglia a stare
 ancora così appesi senza sapere. Senza
 poter conoscere la verità, senza poter
 dare a mio nipote Alessandro il rispetto
 che merita la morte assurda di un
 ragazzo di 13 anni". E' uno dei passaggi
 con cui il sindaco di Pelezzanno,
 Francesco Morra, esprime tutto il proprio
 dolore misto a rabbia per le vicissitudini
 giudiziarie in merito alle indagini per la
 morte di Alessandro Farina. Morra oltre
 ad essere il sindaco della città di
 Alessandro è anche lo zio della piccola
 vittima che perse la vita il 27 dicembre
 2017 all' ospedale Ruggi d' Aragona di
 Salerno. Secondo l' accusa, nessuno dei
 sanitari che lo prese in cura si accorse
 della chetoacidosi diabetica del 13enne.
 A distanza di oltre un anno, le indagini
 proseguono ma l' inchiesta è stata
 trasferita ad un altro magistrato, chiamato ora a studiare le carte e valutare se ci
 sono altre persone potenzialmente responsabili per quella tragica morte. Il sindaco
 di Pellezzano si dice "sconcertato e incredulo. Ormai la nostra pazienza ha superato
 ogni limite. Confidiamo nell' operato del nostro legale di fiducia, Federico Conte,
 affinché anche attraverso un' istanza al procuratore capo possa mettere quanto
 prima la parola fine ad un susseguirsi di eventi che vanno avanti da quel tragico
 dicembre 2017". Non solo. "Da persona impegnato nelle istituzioni e che vivo questo
 dramma sulla mia pelle sono profondamente amareggiato per la presa di coscienza
 di un sistema di ingiustizie - è il durissimo affondo di Francesco Morra - che
 provengono da una pessima sanità e da un apparato giudiziario che ahimé non
 funziona".

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22/01/2019                                                                                                                  Pagina 8
                                             La Città di Salerno
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                           Rene, al Ruggi polo di eccellenza
 Marcella Cavaliere
 Il Ruggi punto di riferimento per i
 trapiantati di rene con ben ottanta
 pazienti trattati con successo negli ultimi
 tre anni. Trapianto di rene: stato
 dell'arte     per       il    miglioramento
 dell'outcome clinico è stato il tema
 dell'incontro che si è tenuto al Lloyd's
 Baia Hotel di Salerno. L'organizzatore è
 stato Giuseppe Palladino , direttore
 dell'Unità    operativa     complessa     di
 Nefrolologia,      dialisi    e    trapianto
 dell'Azienda ospedaliera universitaria
 Ruggi       d'Aragona        di     Salerno.
 Un'occasione per approfondire tematiche
 come i percorsi clinico-assistenziali
 diagnostici e riabilitativi dei pazienti
 sottoposti a trapianto renale e i profili di
 assistenza e di cura con professionisti
 provenienti da varie regioni d'Italia.
 Diversi        gli         approfondimenti,
 dall'esperienza trapiantologica maturata
 al Ruggi, all'uso dell'imaging ecografica
 per la diagnosi non invasiva di problematiche come il rigetto e le complicanze
 chirurgiche, oltre all'assegnazione del premio Angelo Santopietro vinto da Ermanno
 Guarino , specializzando di Medicina dell'ateneo salernitano che ha ricevuto mille
 euro per il miglior elaborato sul tema del follow-up del trapianto renale. Dottor
 Palladino un'importante occasione di confronto. Un riconoscimento per la nostra
 attività, per approfondire diversi aspetti sulla gestione delle problematiche del
 paziente trapiantato di rene. Con quali ospiti? Con colleghi di altre realtà italiane, ad
 esempio del Centro trapianti rene e pancreas di Padova. Padova è la realtà italiana
 che esegue più trapianti l'anno e cioè 300. Ma sono arrivati anche da Foggia, Bari,
 Milano e Napoli. Dopo un trapianto di rene, cosa succede? Inizia un percorso nuovo,
 una complessa terapia immunosoppressiva, un controllo sistemico in nefrologia ma
 anche consulti cardiologi e consulenze di altre specialisti, come infettivologi e
 oncologi ad esempio. Perché? Perché occorre una gestione globale del percorso
 clinico, diagnostico e assistenziale di ogni singolo paziente. Occorre in pratica una
 visione ampia per monitorare il paziente per l'insorgere di complessità e dunque
 bisogna eseguire indagini, biopsie renali, ecografie. Quando è inizio il suo impegno
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al Ruggi? Attivammo l'ambulatorio nel 1990, sono quindi passati circa 30 anni in cui
abbiamo implementato la nostra attività, migliorando le tecniche diagnostiche fino al
regime di ricovero in day hospital. Chi riceve assistenza? Pazienti nefropatici,
dializzati e trapiantati renali, con possibilità di ricoveri ordinari e in urgenza per la
gestione di tutte le problematiche cliniche che la malattia renale comporta. Quanti
pazienti accoglie il reparto? Sono 500 pazienti dal 1990, ovviamente c'è da
considerare un turnover in entrata e in uscita, ognuno di loro si sottopone fino a
circa 6 visite l'anno. Seguiamo un protocollo specifico. Quali sono le prestazioni
previste? Ci sono quelle ordinarie e quelle in regime di ricovero in day-hospital, con
visite programmate, prelievi ematici e urinari, monitoraggio della terapia
immunosoppressiva, visite specialistiche ed esami strumentali. Nei casi che lo
richiedono, è garantita la possibilità di ricoveri con tre posti letto esclusivamente
dedicati. Quanti posti letto ci sono reparto? In tutto diciotto, di cui tre per i pazienti
che presentano complessità particolari per cui è indispensabile un posto letto. C'è
chi, faccio un esempio, dopo il trapianto ha bisogno di rientrare in dialisi. Perciò
ricorriamo ad ausili diagnostici per la gestione del rigetto, quali la biopsia renale e
l'imaging ecografico, ed è importante la prevenzione e la gestione di complicanze
infettive e neoplastiche. Quanti sono stati i trapiantati del Ruggi che lei segue? Dal
2008 al 2011, 80 trapiantati di rene che seguiamo noi (i trapianti eseguiti
complessivamente al Ruggi finora 372, ndr ). Ma oltre i pazienti dell'ospedale di
Salerno ci sono quelli che si sono sottoposti a trapianti altrove. Curiamo molti
pazienti operati fuori regione (non a caso il Ruggi è centro di riferimento hub e
secondo in Campania, dopo l'Università Federico II di Napoli, ndr ). Cos'è la sessione
Poster? Abbiamo istituito un premio di mille euro per under 35 per consentire agli
specializzandi di investire nella formazione e nell'aggiornamento.

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22/01/2019                                                                                                                Pagina 11

                                                                                                                          EAV: € 1.000
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

      "Si parla di cuore" è il tema del progetto dedicato alle
               patologie cardiovascolari delle donne

 "Si parla di cuore" è il tema del progetto
 dedicato alle patologie cardiovascolari
 delle donne a cura della cardiologa
 Cinzia      Procaccini,     pensato       dal
 Soroptimist      club    di   Salerno     per
 incentivare la prevenzione e un corretto
 stile di vita. Si parte giovedì 24 gennaio,
 quando alle 17.30, presso il teatro
 Genovesi di via Principessa Sichelgaita,
 si terrà un convegno a cui prenderanno
 parte Giovanni D' Angelo, presidente
 dell' Ordine dei medici di Salerno, Amelia
 Ravera, responsabile Uoc Utic del Ruggi
 e Paolo Apolito, docente di antropologia
 culturale presso l' Università Roma III. Il
 rapporto       tra    donne     e     rischio
 cardiovascolare sarà alla base della
 giornata del 26 gennaio: sul lungomare,
 dalle 10 alle 13, sarà presente un
 camper attrezzato con la presenza di un
 cardiologo per la visita cardiologica di
 screening offerta gratuitamente dal
 Soroptimist. I prossimi due appuntamenti si terranno invece ad aprile (il 5 e il 7) con
 una pièce teatrale che vedrà il coinvolgimento degli alunni del liceo classico De
 Sanctis e una passeggiata nei posti del cuore realizzata in collaborazione con il Fai.
 La medicina di genere ha l' obiettivo di comprendere i meccanismi attraverso i quali
 le differenze legate al genere agiscono sullo stato di salute e sull' insorgenza e il
 decorso della malattia, nonchè sugli outcome delle terapie. Il Soroptimist
 International d' Italia vuole proporre una campagna di informazione sulla medicina di
 genere e in particolare sui rischi legati alle malattie cardiovascolari nel sesso
 femminile e nell' ottica di una salute più equa per tutti, uomini e donne. Qui di
 seguito alcuni dati del Ministero della Salute riferiti al 2016: in Italia la mortalità per
 malattie cardiovascolari è del 48,4 per cento nelle donne e del 38,7 per cento negli
 uomini. La prima causa di morte della donna in tutti i Paesi industrializzati è l' infarto
 del miocardio. Lo scompenso cardiaco colpisce nella terza età più donne che uomini
 e anche l' ictus (nel 55 per cento dei casi è una patologia che riguarda le donne).

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Media Monitoring per 22-01-2019 - Rassegna stampa del 22-01-2019 - Ruggi
22/01/2019                                                                                                                 Pagina 18

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                                                                                                                           Lettori: 29.750
                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

                    «Dopo 20 anni riapre la guardia medica»
 Andrea Bignardi.
 Ritorna, e con un' inaugurazione in
 pompa magna, la guardia medica a
 Pontecagnano Faiano. A dare l' annuncio
 ufficiale della prossima inaugurazione,
 che si terrà venerdí 25 alle ore 16:00 nel
 piazzale antistante l' ex tabacchificio
 Centola è stato il primo cittadino di
 Pontecagnano Giuseppe Lanzara che ha
 salutato con soddisfazione la riapertura
 del presidio di continuità assistenziale. L'
 inaugurazione avverrá alla presenza del
 presidente della Regione Campania
 Vincenzo De Luca, che ha manifestato
 interesse per il ritorno all' operatività del
 presidio. "Dopo 20 anni ritorna la
 guardia medica a Pontecagnano Faiano.
 È un primo grande passo per dimostrare
 che ho a cuore i miei cittadini e che le
 cose che prometto le mantengo", ha
 dichiarato     il   primo     cittadino    di
 Pontecagnano. "Siamo impegnati in ogni
 istante a lavorare per l' esclusivo
 interesse della nostra comunità e nei prossimi mesi ci saranno tante importanti
 novità che metteremo in campo. La Guardia Medica è solo l' inizio del
 cambiamento", ha aggiunto il neosindaco Lanzara. Anche il leader dell' opposizione
 Francesco Pastore ha espresso soddisfazione per la riapertura della Guardia Medica,
 anche se non senza perplessità. Il capogruppo dei "Moderati - Forza Italia" ha infatti
 sottolineato che tale inaugurazione potrebbe avere risvolti propagandistici. Pastore
 ha infatti auspicato che il ripristino del servizio di guardia medica "non vada a danno
 di altri servizi essenziali come il 118 e non duri soltanto fino alle prossime elezioni
 regionali". "Se non fosse così sono pronto a fare le mie felicitazioni pubbliche a chi
 ha avuto la capacità di riportare il servizio in città, ha rilanciato Pastore, che ha
 espresso parole di ringraziamento per i medici di base che hanno portato avanti la
 battaglia per la ripresa regolare del servizio di continuità assistenziale ed alla
 protezione civile, esprimendo anche la necessitá per quest' ultima, di trovare una
 sede in cui operare adeguatamente.

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22/01/2019                                                                                                                 Pagina 13
                                            La Città di Salerno
                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

          Sicurezza e orari alla Tin Esposto degli infermieri
 Salvatore D'Angelo
 L'Asl non si preoccuperebbe dei problemi
 della    terapia    intensiva    neonatale
 dell'ospedale Umberto I, della sicurezza
 e delle condizioni di lavoro degli
 operatori in servizio a Nocera Inferiore:
 scatta la segnalazione in procura. La
 diffida avanzata negli ultimi giorni del
 2018 è rimasta lettera morta, nessuno
 dall'azienda sanitaria, dal presidio e
 nemmeno dalla Regione ha risposto alle
 domande poste dagli infermieri. I dieci
 giorni di tempo dati per discutere della
 situazione dell'importantissimo reparto
 nocerino sono trascorsi e così gli
 operatori sanitari hanno chiesto al loro
 legale di fiducia, Antonietta Pelella , di
 preparare un esposto da presentare ai
 magistrati di Nocera Inferiore. Nella
 diffida si richiamava la convergenza del
 personale del nido con quello della Tin.
 Una decisione che ha creato «una grave
 situazione disorganizzativa ». In questo
 modo le postazioni di terapia intensiva rischiano di restare sguarnite e il personale è
 «esposto a un elevato pericolo professionale». Gli infermieri contestavano e
 contestano «l'atteggiamento assunto dall'Asl Salerno e in particolare dal direttore
 sanitario del Dea». Per questo precisavano che «ogni problema o disservizio sarà
 ascrivibile ad esclusiva responsabilità dell'amministrazione » e diffidavano «l'Asl dal
 continuare a porre in essere» tale comportamento. Parole al vento. L'unico riscontro
 è arrivato da Rolando Scotillo , segretario del sindacato Fisi. «È grave e negligente
 afferma l'avvocato Pelella il comportamento del datore di lavoro che comanda la
 riunificazione di un reparto il 21 dicembre 2018, lasciando tutto il personale in
 confusione per l'intero periodo natalizio, generando malumori e disservizi, e non
 cerca di dare spiegazioni, né di rispondere alle richieste di chiarimento o di dialogo
 al fine di rendere efficiente il servizio svolto dagli operatori della terapia intensiva
 neonatale». Chissà se l'intervento della magistratura potrà agevolare un dialogo.
 Intanto, nei prossimi giorni è atteso un sopralluogo per fare una disamina tecnica dei
 locali, per riscontrare se sono utilizzati correttamente. Inoltre, si continua a
 ricoverare al di sopra delle possibilità, con il personale sottodimensionato. Gli
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infermieri lamentano che all'ordine di servizio che ha accorpato il nido alla Tin,
delegando la gestione a un unico coordinatore, non sono seguite azioni per garantire
l'idoneità dei locali, il rispetto dei percorsi e dei protocolli. Direttive che non
terrebbero, dunque, conto della sicurezza degli operatori e dei pazienti. In poco
meno di un mese sarebbero stati firmati venti ordini di servizio per consentire agli
infermieri della terapia intensiva neonatale di spostarsi verso il nido per la
preparazione del latte per i neonati.

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21/01/2019                                                                                                               Pagina 13

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                                                                                                                         Lettori: 29.750
                                         Argomento: Sanità Campania

               Sanità, la Cgil: a rischio 400mila abitanti

 FRATTAMAGGIORE (Teresa Cerisoli) -
 Allarme della Cgil Funzione Pubblica per
 il presidio ospedaliero San Giovanni di
 Dio. A firmare il manifesto alla
 cittadinanza sono Bruno Di Giacomo
 della segreteria Cgil Fp Asl Napoli 2 Nord
 e Giosuè Di Maro. La questione non è
 solo la chiusura del Reparto di
 Cardiologia - Utic. La Cgil avverte i
 cittadini che è a rischio "il mantenimento
 dei servizi ospedalieri" per i residenti dei
 comuni dell' ex Asl Napoli 3, oltre
 400mila abitanti a cui si aggiungono
 quelli dei vicini comuni della provincia di
 Caserta, Orta di Atella, Succivo, Sant'
 Arpino e Cesa. Il "piano regionale di
 programmazione della rete ospedaliera
 ai sensi del D. M. 70/2015 -
 aggiornamento dicembre 2018" è per la
 Cgil "un palese attacco al diritto alla
 salite dei comuni afferenti al territorio
 della ex Asl Napoli 3, nonché ai
 lavoratori" per una serie di motivi. Il
 primo è che "non è stato rispettato lo
 stesso criterio utilizzato per altri presidi
 ospedalieri della Regione che ha individuato come P.S.A. i presidi ospedalieri con
 accessi di pronto soccorso annui tra i 20mila e 45mila a fronte delle
 60milaprestazioni del San Giovanni di Dio". Il secondo è che "non è stato utilizzato,
 assolutamente un criterio di equa distribuzione di livelli di presidio per le 6 Macro
 Aree individuate dal Piano Ospedaliero Regionale, con una evidente sperequazione
 tra popolazione afferente e numero di presidi sanitari sede di Dea di primo livello a
 discapito della sola macro area della Asl Napoli 2, considerato che il San Giovanni di
 Dio avrebbe tutte le caratteristiche di un Dea di primo livello per bacino di utenza e
 per numero di accesso annui al pronto soc corso. La Cgil sottolinea anche che l'
 abolizione dei posti letto di Cardiologia - Utic è un paradosso essendo stata
 considerata dalla Agenas la prima in Campania e tra le più sicure per la cura dell'
 infarto: per garantire un intervento di emodinamica d' urgenza (angioplastica
 primaria, ndr) nel rispetto della "golden hour" bisognerà traferire i pazienti presso
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altro nosocomio. Sono previste, inoltre: la trasformazione dell' Unità Operativa
Complessa di Chirurgia in Unità semplice, ridimensionando e cancellando una realtà
che effettua circa mille interventi annui; la trasformazione dell' Unità Complessa di
Ortopedia e Traumatologia rendendo impossibile l' effettuazione di 450 interventi
annui di grossa traumatologia; la trasformazione dell' Unità Complessa di
Ginecologia ed Ostetricia in punto di nascita. "Chi governa - si legge nel mani festo -
non può ignorare che il San Giovanni di dio è un riferimento per una popolazione che
vive in un contesto socio-economico difficile, che risente anche della mancanza di
infrastrutture in grado di agevolare lo spostamento della cittadinanza. In assenza di
un urgente riscontro si attiverà per una mobilitazione generale a tutela dei livelli
essenziali di assistenza ed a garanzia del diritto alla salute per i cittadini dei comuni
afferenti al nostro territorio. Si fa appello alla cittadinanza, a tutte le forze politiche,
ai sindaci, ai consiglieri regionali, ai parlamentari ed alle associazione a produrre il
massimo sforzo per scongiurare il pericolo che incombe e fare di tutto perché il
nostro ospedale resti con gli attuali standard assistenziali".

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22/01/2019                                                                                                               Pagina 18

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                                                                                                                         Lettori: 29.750
                                         Argomento: Sanità Campania

             "Caduto da una barella", scatta la denuncia

 FRATTAMAGGIORE Cade dalla barella
 mentre è ricoverato al reparto di
 Medicina dell' ospedale San Giovanni di
 Dio e riporta contusioni alla caviglia, al
 polso ed escoriazioni al viso, con forti
 dolori al naso. E' questa la brutta
 esperienza        accaduta       ad      un
 trentaquattrenne di Casoria, Jonut
 Palmiero, che ha sporto denuncia presso
 il commissariato di Polizia dell' ospedale
 Cardarelli di Napoli, dove è stato
 ricoverato dopo la dimissione effettuata
 dal nosocomio di Frattamaggiore. Quella
 del trentaquattrenne casoriano è stata
 una vera e propria odissea sanitaria, che
 ancora non ha avuto fine. E' ancora
 ricoverato al Cardarelli, al reparto di
 medicina. La caduta dalla barella è
 avvenuta a Frattamaggiore lo scorso
 trenta    dicembre,      secondo    quanto
 denunciato dal Palmiero, perché la
 stessa aveva la spondina di protezione
 sinistra rotta. L' uomo era ricoverato in
 medicina dal giorno precedente, dopo
 essere arrivato il giorno precedente al
 pronto soccorso. La barella era posizionata in una stanzetta. Era sistemata alla meno
 peggio, ovvero con un tubo dell' ossigeno medicale, come si evince anche dalle foto
 che ha consegnato agli inquirenti (in alto). "Dopo la caduta - ha affermato Palmiero -
 mi assistevano gli stessi medici ed infermieri del reparto, senza portarmi in pronto
 soccorso. Mi hanno portato a fare le radiografie, ma non mi hanno mai medicato né
 con ghiaccio né con pomata, né per la mano, né per la caviglia, per curare le
 contusioni". I lividi sul volto, sopra e sotto l' occhio ogni giorno diventavano più
 evidenti, come il dolore al naso. L' otto gennaio 2019, Jonut Palmiero veniva dimesso
 dal nosocomio di Frattamaggiore e nella stessa giornata, sentendosi nuovamente
 male, veniva condotto presso il pronto soccorso del Cardarelli ed assistito in codi ce
 rosso. Palmiero, dopo il disappunto e perché certe cose non avvengano più, si è
 rivolto alla polizia, chiedendo che "i medici responsabili dell' ospedale di Frattam
 aggi ore ed il primario del reparto di medicina vengano puniti per i reati che l'
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autorità giudiziaria ravviserà". "Sono vittima di un caso di malasanità - dichiara Jonut
Palmiero - cadendo dalla barella ho rischiato. Ho battuto il volto. La barella su cui
sono stato sistemato era rotta e non doveva stare in quel reparto ed in nessun
altro". Palmiero è caduto dalla barella rotta mentre era disorientato per la patologia
per cui era ricoverato. Il riconoscimento della responsabilità, se ci sarà, non sarà
cosa semplice, in quanto tutti i sanitari, in base al loro profilo di competenze,
possono essere ritenuti responsabili della caduta di un paziente.

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22/01/2019                                                                                                               Pagina 24
                                 Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                         EAV: € 4.861
                                                                                                                         Lettori: 133.364
                                         Argomento: Sanità Campania

         «Pro ospedale», appello a Pizzuti per un incontro

 SANT' AGATA DE' GOTI/2 Continuano
 anche sui social le polemiche relative al
 piano     ospedaliero      della    Regione
 Campania approvato dal Ministro per la
 Salute, Giulia Grillo. Stavolta fa sentire la
 sua voce il comitato «Pro ospedale». La
 sua portavoce e presidente, Lucrezia D'
 Abruzzo (nella foto), in una nota ed in un
 post afferma che il direttivo del comitato
 «ha deciso di chiedere un incontro con il
 direttore     generale      dell'   azienda
 ospedaliera San Pio, che riunisce gli
 ospedali Rummo e Sant' Alfonso, Renato
 Pizzuti, da svolgersi a Benevento, alla
 presenza dei rappresentanti istituzionali
 e con dell' altro comitato santagatese
 «Curiamo la vita». Scopo dell' incontro è
 la necessità di chiarire e precisare «cio
 che è stato ottenuto dalla modifica del
 decreto 54 del 5 luglio 2018 che approvò
 l' atto aziendale dell' Asl di Benevento,
 per poter eventualmente chiedere e
 ottenere degli ulteriori aggiustamenti e
 ricevere     alcune     precisazioni».     Si
 provvederà pertanto a inviare gli inviti alle istituzioni. Il comitato «Pro ospedale»
 inoltre sollecita una spiegazione tecnica dell' attuale organizzazione dell' ospedale
 Sant' Alfonso, anche al fine di mettere un punto fermo su tutta la questione. Fu il
 comitato «Pro ospedale» a dare inizio alla contestazione agli inizi dello scorso
 settembre con una manifestazione di protesta pacifica per il ripristino del Pronto
 soccorso h 24 e del circuito dell' emergenza delle ambulanze, alla quale
 parteciparono anche il vescovo Domenico Battaglia e esponenti politici, proseguita
 con la consegna di un documento sottoscritto da 5mila persone. gi.pis. ©
 RIPRODUZIONE RISERVATA.

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22/01/2019                                                                                                                  Pagina 24

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                                                                                                                            Lettori: 133.364
                                            Argomento: Sanità Campania

  Cantiere Policlinico cassa integrazione solo a 5 operai su 25
 Enzo Mulieri
 L' IMPASSE Potrebbe essere febbraio il
 mese giusto per dare l' impulso
 maggiore al programma di ripartenza del
 Policlinico di Tredici. Dopo il varo della
 cassa integrazione straordinaria a
 rotazione per i lavoratori di Concorsu, il
 prossimo appuntamento che attende sia
 la committente Università Luigi Vanvitelli
 sia la società appaltatrice Condotte
 (legge Marzano) dovrebbe consistere
 nella firma di un atto transattivo che dia
 conto della situazione contrattuale che
 insiste tra le parti, con l' attribuzione
 delle     competenze      economiche     di
 reciproca rilevanza. LA SCADENZA Entro
 febbraio, così come ha previsto ieri la
 Filca Cisl di Caserta, attraverso il
 segretario provinciale Antonio Gelo, la
 partita dovrebbe essere sottoposta al
 vaglio di un notaio nell' intento di
 portare a definizione un contenzioso che
 dura da troppo tempo, ancor prima della
 gestione commissariale di Condotte. Alla
 risoluzione    della     controversia,   d'
 altronde, è collegata un' ipotesi di accordo che possa corrispondere alle
 rivendicazioni dell' una e dell' altra parte e che possa costituire snodo per la
 ripartenza dell' infrastruttura. Per questo scopo si tratterà di superare un passaggio
 burocratico non semplice, quasi una clausola. In primis, da parte dell' Università che
 in diverse occasioni aveva dato assicurazioni sulla disponibilità di risorse idonee a
 proseguire l' appalto. I FONDI «Ma al di là della disponibilità dei fondi - ha aggiunto
 Gelo- bisogna stabilire il quantum dei diversi corrispettivi onde evitare in futuro
 possibili disguidi». Della complessità di questa fase è convinta comunque la Feneal
 Uil, col segretario provinciale Antonio Cirillo, già intenzionato a chiedere lumi: «Sarà
 necessario stabilire con il beneplacito del Ministero -così ha rilevato -un crono
 programma degli interventi da realizzare fissando gli stati di avanzamento dei
 lavori». Febbraio, insomma, vigilia di trattative e di decisioni importanti per il
 Policlinico, un tempo atteso con ansia anche da parte dei lavoratori di Tredici in
 cassa integrazione dal 10 novembre, ma a rotazione. I LAVORATORI Per loro lo
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svantaggio maggiore: il sostegno al reddito viene corrisposto ogni mese, di volta in
volta, solo per 5 unità presenti sul cantiere, rinviando ad altra data le aspettative
degli altri (per avere l' applicazione definitiva, a pieno titolo, occorre il decreto di
riferimento da parte del Cipe). «Bisogna ricordare- aggiunge Cirillo- che si tratta di
una misura tampone, non di quella risolutiva che passa solo ed esclusivamente per
la ripresa dei lavori». LE PROMESSE Promesse che non trovano una risposta, date
come erano per certe dalla Regione Campania entro la fine del 2018 e poi rilanciate,
dal punto di vista della tempistica, fino al 2020. Ma su tante valutazioni frena La
Fillea che non accetta anticipazioni di alcun genere presso altre organizzazioni. «Si
tratta di scelte che non riusciamo a capire ha scritto Irene Velotti, segretaria della
Cgil- dal momento che stiamo portando avanti insieme tutte le iniziative opportune a
sostegno dei lavoratori, così come ci stiamo impegnando per sbloccare la vicenda
del Policlinico. Insieme abbiamo seguito lo sforzo che si sta realizzando per salvare il
salvabile, per smuovere le resistenze degli istituti di credito. Per questo non siamo d'
accordo su fughe in avanti rispetto al percorso unitario che abbiamo sostenuto».
CONDOTTE Nel frattempo la situazione del Policlinico resta sempre legata all'
andamento delle trattative nazionali che sono in corso per il salvataggio del gruppo
delle costruzioni. Com' è noto la UE aveva già deliberato a dicembre dello scorso
anno un prestito ponte di 190 milioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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22/01/2019                                                                                                                 Pagina 30

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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

          Case con vista sul golfo la maxi -vendita dell' Asl

 LE SCELTE Maria Pirro Case con vista sul
 golfo,     palazzine,     terreni,   negozi,
 magazzini e depositi. E l' ex manicomio
 Leonardo Bianchi, esclusa la parte
 monumentale, al centro delle polemiche:
 l' Asl mette in vendita 77 immobili.
 Valore     stimato:    164     milioni.   «L'
 operazione, annunciata già quattro anni
 fa dai nostri predecessori ma mai
 realizzata, è finalizzata a reperire fondi
 da utilizzare per riqualificare le strutture
 sanitarie, in particolare quelle dedicate
 alla salute mentale, così come prevede
 la legge», dice il direttore amministrativo
 Salvatore Guetta, che annuncia «entro
 un mese» l' avvio dell' asta telematica
 per cedere un appartamento in via
 Battistello Caracciolo, cinque vani per
 100 metri quadrati, e due maxi-uffici in
 via Chieti, tra cui un ex poliambulatorio
 in 877 metri quadrati, soltanto questo al
 prezzo di 1,1 milioni. L' ITER Chiamati a
 gestire le procedure i professionisti
 partenopei dell' Ordine dei notai con cui
 è stata siglata un' intesa. «Per cedere le altre proprietà, manca esclusivamente il via
 libera della soprintendenza», spiega Guetta, che così chiarisce i motivi dei ritardi
 sulla tabella di marcia concordata a marzo scorso con la Regione Campania. Il piano
 è infatti approvato dalla giunta di Vincenzo De Luca e sintetizzato in due delibere,
 ma il tentativo di fare cassa, alienando beni inutilizzati, risale al 2014 e, da allora,
 ulteriori edifici sono stati individuati. «Insomma, stiamo facendo la rivoluzione anche
 nel patrimonio», vuole sottolineare il manager Mario Forlenza. «E, per alcuni
 immobili, il valore di mercato è indicato dall' Agenzia delle Entrate di Napoli; per
 altri, la stima è dell' ufficio tecnico aziendale in base alle quotazioni dell'
 osservatorio del mercato immobiliare», si legge nel documento di Palazzo Santa
 Lucia che, in allegato, riporta le integrazioni, tutti gli indirizzi e le caratteristiche. LA
 MAPPA Le proprietà da alienare sono disseminate in tutta la città. Ad esempio. Nel
 quartiere Vicaria, in via Sant' Antonio Abbate e in via Cesare Falcone. C' è un
 magazzino in via Cupa Angara, zona Chiaia. Tre negozi in via Gesù e Maria, ad
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Avvocata, una casa vuota al corso San Giovanni a Teduccio e l' elenco è ancora
lungo. Gli uffici in via Chieti sono i primi a finire sul mercato, suddivisi in due
particelle catastali: quella di 775 metri quadrati proposta a 1,1 milioni; quella di 102,
dal prezzo decisamente inferiore: 153mila euro. Poi c' è l' appartamento in via
Battistello Caracciolo, 480mila euro, la cifra orientativa. Ma il palazzo più prestigioso
si trova in via Tasso e, da solo, vale oltre 2,7 milioni. L' EX MANICOMIO Caso a sé il
Leonardo Bianchi in via Calata Capodichino, l' ex ospedale psichiatrico a cui è legata
la storia di Napoli. Nel merito, la decisione assunta dalla Asl è quella di cedere
terreni per 152mila metri quadrati e fabbricati per altri 81.278, «conservando il
blocco monumentale», ribadisce il direttore amministrativo. Lì un artista del calibro
di Roberto de Simone, che utilizzò quei saloni ancora abitati per le prove e i provini
della Gatta Cenerentola, propone di creare spazi di socialità e un museo della
memoria. E la sua richiesta non è isolata. Per non dimenticare l' orrore, ancora così
vicino e così lontano. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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22/01/2019                                                                                                                   Pagina 39

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                                                                                                                             Lettori: 133.364
                                             Argomento: Sanità Campania

     Disturbi alimentari, una Rete (anche in Campania) per i
                             giovani
 Mauro Bifulco
 Le idee I disturbi alimentari sono sempre
 più dilaganti tra i giovani e si
 caratterizzano ai nostri giorni come una
 vera e propria emergenza di salute
 mentale. Queste patologie, tra le quali l'
 anoressia nervosa, la bulimia nervosa e
 il disturbo da binge-eating, sono legate a
 un' alterazione nella percezione della
 propria immagine corporea e del proprio
 peso con un conseguente rapporto
 distorto con il cibo. Pur essendo
 primariamente dei disturbi psichiatrici,
 essi comportano spesso complicanze
 fisiche, secondarie alla malnutrizione e
 ai comportamenti impropri messi in atto
 per ottenere il controllo sul peso e la
 forma del corpo. Tanto più precoce è l'
 esordio della patologia, maggiore è il
 rischio di danni permanenti causati dalla
 malnutrizione, prevalentemente a carico
 dell' apparato scheletrico e del sistema
 nervoso centrale che sono nei giovani
 ancora in pieno stadio di maturazione.
 Per questi motivi, tali patologie
 rappresentano complessivamente un importante problema di salute pubblica e una
 delle più frequenti cause di disabilità nei giovani, gravati da un rischio significativo
 di mortalità. Secondo l' Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i disturbi
 alimentari costituiscono la seconda causa di morte per gli adolescenti dopo gli
 incidenti stradali e per tali motivi sono stati inclusi tra le priorità per la loro tutela
 della salute mentale. Secondo le stime l' 11-12% del totale della spesa sanitaria è
 legato ai costi derivanti in qualche modo da questi. Ogni anno nella regione
 Campania si registrano circa 240 nuovi casi di anoressia nervosa e 360 di bulimia
 nella popolazione femminile; mentre i nuovi casi di anoressia e di bulimia nervosa
 sono stimati essere, rispettivamente, 23 e 13 nella popolazione maschile. Nel 2014
 la Regione Campania ha speso 4,5 milioni per i ricoveri fuori regione dei pazienti con
 tali disturbi, circa il 15% della spesa complessiva per tutti i ricoveri fuori regione. Le

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cause dei disturbi dell' alimentazione non sono ancora del tutto note, ma è opinione
condivisa tra gli studiosi che vi concorrano sia fattori personali (biologico-genetici e
psicologici) sia fattori ambientali. I fattori personali biologici di tipo genetico sono
responsabili della trasmissione della vulnerabilità alla malattia, vulnerabilità che un
individuo può portare con sé anche per tutta la vita senza sviluppare la malattia se
non incontra fattori precipitanti di tipo ambientale. In questi anni si stanno
acquisendo le prime conoscenze certe sulla natura della componente genetica
responsabile in particolare della vulnerabilità all' anoressia nervosa, grazie agli studi
portati avanti dal Consorzio per la Genetica dell' Anoressia Nervosa, di cui fa parte il
Centro Pilota per i disturbi dell' alimentazione dell' Università della Campania. Tra i
fattori di rischio ambientali si sta evidenziando un ruolo sempre più di primo piano
svolto dai social network, dove i messaggi cui sono sottoposti gli adolescenti
enfatizzano, soprattutto per le donne, la snellezza e la magrezza corporea come
prerequisiti indispensabili per il successo e l' affermazione sociale. L' insicurezza
tipica della giovane età, insieme a problematiche familiari e di accettazione sociale
costituiscono il combustibile che alimenta lo svilupparsi della patologia attraverso l'
ossessione nei confronti del cibo e delle calorie. Dal punto di vista politico qualcosa
si sta muovendo con la proposta nata in seno alla Commissione Sanità del Senato, di
un disegno di legge sui disturbi alimentari riguardante nello specifico il
riconoscimento del «reato di istigazione al ricorso a pratiche alimentari idonee a
provocare l' anoressia o la bulimia, nonché disposizioni in materia di prevenzione e
di cura di tali patologie e degli altri disturbi del comportamento alimentare». Molte
regioni italiane hanno provveduto alla programmazione di una rete specifica per i
disturbi dell' alimentazione, individuando strutture e centri di riferimento secondo
specifici modelli organizzativo-gestionali, elaborando linee guida di indirizzo tecnico
e protocolli di assistenza sanitaria integrata. E la Regione Campania è all'
avanguardia su questo fronte, avendo attivato già dal 2002 presso il Dipartimento di
Salute Mentale, Fisica e Medicina Preventiva dell' Università della Campania «Luigi
Vanvitelli» il Centro Pilota Regionale per i Disturbi dell' Alimentazione. Purtroppo,
attualmente nella nostra regione oltre a questo Centro Pilota esistono pochi
ambulatori dedicati specificamente ai disturbi dell' alimentazione e solo presso
alcuni Dipartimenti di Salute Mentale, non distribuiti in maniera capillare su tutto il
territorio regionale, mentre è stata finora carente l' offerta assistenziale e
completamente assente quella relativa alla riabilitazione. Tutto ciò ha generato
sovente il fenomeno della migrazione dei pazienti fuori regione con i relativi costi di
mobilità passiva e i disagi per pazienti e familiari. Particolarmente di rilievo, quindi,
è la notizia che nel mese di dicembre scorso è stata attivata una Rete Assistenziale
Regionale per i Disturbi del Comportamento Alimentare, per la terapia ambulatoriale
specialistica e intensiva e la riabilitazione residenziale, su iniziativa e con il
coordinamento del Centro Pilota Regionale dell' Università degli Studi della
Campania «Luigi Vanvitelli» diretto dal Professor Mario Maj e con la collaborazione
del Prof. Palmiero Monteleone dell' Università di Salerno. Data la complessità di
queste patologie, le attività di prevenzione e di terapia sono fondamentali perché i
disturbi, se prontamente e adeguatamente trattati, possono risolversi con la
guarigione stabile nel tempo dei pazienti nel 70-80% dei casi in un periodo

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relativamente breve (circa 3-4 anni). Ed è fondamentale quindi la creazione di
questa Rete e l' attenzione della Regione Campania dedicata a questo problema di
salute mentale per promuovere percorsi assistenziali efficaci e coordinati. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.

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22/01/2019                                                                                                                Pagina 12

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

        Il Pascale accoglie dieci dottorandi dal Nord Africa

 NAPOLI. Dopo la Cina, la Colombia, la
 Russia, il Pascale accoglie dieci
 dottorandi in Oncologia dal Nord Africa
 con dieci dottorandi in oncologia in
 arrivo dall' Etiopia. Kiros Adisu, Beyene
 Beyene, Dibaba Demis sie, Sufa Helen,
 sono soltanto i primi quattro nomi di un
 elenco di 10 medici specializzandi che
 sono arrivati all' Istituto dei tumori di
 Napoli. Grazie a un accordo siglato con l'
 Agenzia      internazionale   di   energia
 atomica, che finanzia completamente il
 progetto, dieci dottorandi dell' Università
 degli      Studi     di    Addis    Ababa
 frequenteranno come residenti il Pascale
 per migliorare le loro conoscenze
 radiocliniche e si sottoporranno ad uno
 stage in Medicina nucleare e in discipline
 radiologiche. Affiancheranno i medici del
 Pascale nei reparti di Radiologia e della
 Medicina           Nucleare,        guidati
 rispettivamente da Antonella Petrillo e
 Dino Lastoria, oltre a seguire progetti di
 ricerca e di investigazione in oncologia.
 L' intesa tra il Pascale e l' Etiopia ha avuto inizio nel 2016 con la firma di un
 protocollo siglato in seguito alla richiesta da parte della Facoltà di Medicina e
 Chirurgia "Black Lion" dell' Università di Addis Ababa di una cooperazione scientifica
 in campo oncologico con l' lrccs napoletano. All' inizio del 2017 sono iniziati i primi
 lavori di collaborazione.

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22/01/2019                                                                                                                  Pagina 5

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                                                                                                                            Lettori: 29.750
                                            Argomento: Sanità Campania

                                            Legge 194 e i diritti
 Rosetta Papa
 Un Paese che chiede a gran voce
 interventi di prevenzione mediante
 divulgazione e diffusione dei metodi
 contraccettivi, e l' uso del metodo
 farmacologico al posto dell' intervento
 chirurgico per l' Interruzione Volontaria
 di Gravidanza (Ivg). Emerge dalla
 Relazione 2017 sullo stato di attuazione
 della legge 194/78, presentata dalla
 ministra della Salute.Anche quest' anno
 si conferma la diminuzione progressiva
 del numero di aborti, senz' altro un dato
 positivo nel suo insieme. Il monitoraggio
 del fenomeno però registra solo le
 interruzioni effettuate e non quelle
 richieste, quindi l' offerta e non la
 domanda. Se si analizza l' offerta,
 secondo la Relazione, solo in Campania e
 nella Provincia Autonoma di Bolzano il
 numero di strutture dove si effettuano le
 IVG è inferiore a quello previsto.
 Analogamente, solo la Campania, la
 Basilicata e Bolzano hanno un numero
 elevato di ginecologi obiettori, mentre sempre in Campania e in Sicilia ogni
 ginecologo non obiettore ha un carico di lavoro superiore alle 9 IVG/settimanali,
 (13.6 in Campania e 18.2 in Sicilia). Ma, dal Nord al Sud del Paese, chi lavora nei
 Consultori o nei Centri IVG, segnala una realtà ben diversa, trasversalmente critica,
 ormai da tempo. Per motivare la diminuzione del numero di aborti volontari viene
 riportato l' aumento, negli ultimi anni del consumo dei contraccettivi di emergenza;
 ma questo dato più che giustificare il ridotto ricorso alla 194, deve richiamare l'
 attenzione sulla necessità improrogabile di interventi di diffusione dei metodi
 contraccettivi. Nel 2018 l' Atlante Europeo della Contraccezione pone l' Italia al 26°
 posto come accesso agli anticoncezionali, dopo la Turchia, la Polonia e la Moldavia.
 Si ricorda che in Italia attualmente tutti i contraccettivi ormonali orali sono farmaci
 di fascia C, cioè non rimborsati (nonostante l' ultimo Decreto sui Livelli Essenziali di
 Assistenza del 12 gennaio 2017), conferma che «il Sistema sanitario nazionale
 garantisce alle donne, ai minori, alle coppie e alle famiglie la somministrazione dei
 mezzi necessari per la procreazione responsabile». Alcune Regioni come la Puglia, l'
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Emilia-Romagna, il Piemonte, il Lazio hanno deliberato di garantire, a determinate
fasce di popolazione, l' accesso gratuito ai contraccettivi. Ancora la legge 194 all'
Art.15 stabilisce, in maniera incredibilmente lungimirante, che le tecniche per l' IVG
devono essere appropriate ai tempi «..sull' uso delle tecniche più moderne, più
rispettose dell' integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'
interruzione della gravidanza»; ma da quanto emerge dall' ultima Relazione, la
metodica secondo Karman, rappresenta la tecnica più utilizzata anche nel 2017
(50.5% dei casi), mentre l' aborto farmacologico, pur presentando un incremento,
rimane utilizzato nel 2017 al 17.8%, con grosse disomogeneità tra le varie regioni. In
Campania è possibile interrompere la gravidanza mediante tecnica farmacologica
solo presso quattro Centri. A quaranta anni dalla Legge, quindi, è sempre attuale l'
ammonimento di Miriam Mafai: «Non ci sono diritti acquisiti per sempre». La Legge
194/78 nacque dalla esigenza di mettere fine alle troppe morti dovute agli aborti
clandestini, alle pozioni tossiche e a tutto quel sordido giro di affari che si
consumava sulla pelle delle donne, ma anche per promuovere contestualmente
competenza e consapevolezza e condurre le donne e le coppie verso una
autodeterminazione per i loro progetti riproduttivi. Purtroppo, questo secondo punto
della legge è da sempre ignorato. Una maternità cosciente e responsabile, diventerà
un diritto acquisito per sempre solo quando la Sanità Pubblica se ne farà veramente
carico, e quando si comprenderà che la gravidanza, desiderata o meno, non è un
problema delle donne ma di tutti: delle donne e degli uomini, almeno di quelli che
meritano questo appellativo.

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