Media Monitoring per 06-03-2019 - Rassegna stampa del 06-03-2019 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...

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06-03-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 06-03-2019
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      06/03/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Caccia a Fukushima il neurochirurgo è irrintracciabile .......................................................... 1
      06/03/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Metropolitana fino all' aeroporto ecco il progetto .................................................................. 3
      05/03/2019 - WWW.OCCHIODISALERNO.IT
            “Quota 100”, fuga dalle aziende sanitarie pubbliche di Salerno ............................................ 5
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 6
      06/03/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
        Le 15 giovani ostetriche eredi di Trotula missione in Africa per salvare vite ......................... 6
Sanità Campania ............................................................................................................................... 8
      06/03/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            Addetta in pensione, stop all' Ufficio relazioni con il pubblico ............................................... 8
      06/03/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            De Luca: lotta ai tumori basta viaggi della speranza ........................................................... 10
      06/03/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Gridelli: in questa struttura possiamo curare chiunque ....................................................... 12
      06/03/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            I sindacati: «Atto aziendale illegittimo» ............................................................................... 14
      06/03/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Marcianise, pronto soccorso senza vigilanza diurna Guardia giurata solo di notte .............. 15
      06/03/2019 - IL MATTINO
            Nuovi Lea, Campania in coda ............................................................................................... 17
      06/03/2019 - IL MATTINO
            Telecamere e triage così rinasce l' ospedale ........................................................................ 18
      06/03/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Tubercolosi, troppi ricoveri in ospedale Zinzi chiede chiarezza ........................................... 20
      06/03/2019 - IL MATTINO
            Tumori, Napoli -Caserta è il picco del Centrosud .................................................................. 22
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 25
      06/03/2019 - LA REPUBBLICA
            "Noi pionieri a Berlino ora meno soli" .................................................................................. 25
      06/03/2019 - LA REPUBBLICA
            Aids, il miracolo delle staminali " Ora la speranza è nella terapia genica" ........................... 27
      06/03/2019 - IL MESSAGGERO
            Aids, le staminali cancellano il virus .................................................................................... 30
      06/03/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            «È una strategia applicabile solo a pochi casi» .................................................................... 32
      06/03/2019 - AVVENIRE
            Crepe e muffe Blitz in ospedale a Vibo Valentia ................................................................... 34
      06/03/2019 - AVVENIRE
            E a Padova un fegato incurabile si rigenera con il trapianto ................................................ 35
      06/03/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            Era inoperabile: salvato ....................................................................................................... 37
      06/03/2019 - IL SOLE 24 ORE
            I fondi sanitari contrattuali crescono e coprono oltre 4 milioni di lavoratori ....................... 38
      06/03/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            L' Hiv sparito con il trapianto di staminali «In quel paziente non c' è più il virus» ............... 40
      06/03/2019 - LA VERITÀ
            La sanità pubblica passa la puntura per far cambiare il sesso ai minori .............................. 42
      06/03/2019 - AVVENIRE
            Manovra sbagliata sulle malattie rare .................................................................................. 44
      06/03/2019 - LA REPUBBLICA
            Morbillo, il piano del governo " Niente concorsi senza vaccino" .......................................... 45
      06/03/2019 - IL DUBBIO
            Quasi 1.000 bebè l' anno nella Tin del Gemelli la rivoluzione h24 ........................................ 47
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06/03/2019 - IL MESSAGGERO
    Sanità, dossier dipendenti «Uno su quattro è inabile» Il record all' Umberto I .................... 49
06/03/2019 - IL MESSAGGERO
    Seno, scoperti i geni del rischio metastasi ........................................................................... 51
06/03/2019 - CORRIERE DELLA SERA
    Tecnologia e psicologia: così cambia la sanità ..................................................................... 53
06/03/2019 - PANORAMA
    TUMORI IL VERO IL FALSO L'IMPROBABILE ........................................................................... 55
06/03/2019 - AVVENIRE
    Via libera al farmaco gender? .............................................................................................. 57
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06/03/2019                                                                                                                    Pagina 27
                                         Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                              EAV: € 9.135
                                                                                                                              Lettori: 133.364
                        Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

       Caccia a Fukushima il neurochirurgo è irrintracciabile
 Petronilla Carillo
 Udienza Fukushima, ennesimo rinvio. Il
 guru della neurochirurgia mondiale è
 irrintracciabile. Per l' ufficio di cancelleria
 del gip di Salerno la cosa più difficile
 sembrerebbe        proprio    notificare     a
 Takanori Fukushima la convocazione per
 discutere la richiesta di opposizione all'
 archiviazione della propria posizione in
 merito all' inchiesta che ha travolto il
 reparto di Neurochirurgia dell' azienda
 ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi
 d' Aragona e portato all' arresto - tra gli
 altri indagati - di uno dei suoi pupilli, il
 primario Luciano Brigante. E così ieri il
 gup Maria Zambrano non ha potuto far
 altro che rinviare ancora l' udienza. L'
 INCHIESTA Era il 2016 quando la bufera
 giudiziaria travolge il primario del
 reparto di neurochirurgia del Ruggi,
 accusato tra l' altro di aver preso
 mazzette dai propri pazienti per forzare
 le liste d' attesa. Nell' inchiesta, oltre
 alla caposala del reparto e ad un altro
 medico, viene coinvolto anche Takanori
 Fukushima, il guru della Neurochirurgia che spesso veniva a Salerno per eseguire
 degli interventi. Anche senza autorizzazione, a scopo didattico. Almeno
 ufficialmente. In concreto, invece, veniva ad operare pazienti che il suo braccio
 destra toscano, Gaetano Liberti, dirottava su Salerno. Al San Giovanni di Dio e Ruggi
 d' Aragona, il suo pupillo, Luciano Brigante, era sempre stato molto chiacchierato
 per quella «abitudine» a chiedere soldi ai propri pazienti facendo leva soprattutto
 sulle loro labili condizioni psicologiche. In pratica, la maggior parte dei pazienti era
 condannata a morte certa, e Brigante con la sua esperienza e il suo curriculum li
 convinceva a sborsare anche ventimila euro per essere operati da lui con la
 supervisione di Fukushima. Ma a Salerno il professore di fama internazionale non ha
 mai messo piede durante la bufera giudiziaria: non è neanche stato interrogato
 proprio perché sempre all' estero. A far partire le indagini, la parente di una paziente
 ricoverata, sottoposta a un intervento alla testa e poi deceduta. Secondo la
 denuncia, l' operazione chirurgica era stata preceduta dal versamento di una somma
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in denaro per accelerare i tempi in lista d' attesa. Secondo gli inquirenti, i medici
coinvolti effettuavano gli interventi solo apparentemente in regime di intramoenia,
con prenotazioni e pianificazioni delle operazioni chirurgiche fittizie, visto che poi i
responsabili modificavano le liste d' attesa in cambio di quote di denaro. Le somme
da versare andavano da 1.500 a 60mila euro. IL PERSONAGGIO Fukushima ha
sempre fatto parlare di se anche al di fuori della propria «missione» medica. I
carabinieri di Salerno che lo misero sotto inchiesta, ascoltarono una conversazione
tra due dipendenti del Ruggi che parlavano di lui additandolo come «quello che gira
in Ferrari ed ha ucciso un uomo di 35 anni». Una vita trascorsa in giro per il mondo,
e che non esita a raccontare anche sul suo sito persone. «Ho dedicato me stesso a
fare il massimo possibile per assicurarmi di poter salvare il maggior numero di
pazienti»: è la motivazione della sua missione, quella che il neurochirurgo nipponico
esprime nella sua home page. Proprio mentre i carabinieri di Salerno indagavano su
di lui, fece parlare di se per un presunto consulto, poi smentito, a papa Francesco. Si
fece anche una foto con Francesco, mentre gli stringeva la mano. Così come le sue
foto compaiono accanto ad un elicottero o all' interno di lussuosissime auto. ©
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06/03/2019                                                                                                                   Pagina 23
                                        Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                             EAV: € 10.786
                                                                                                                             Lettori: 133.364
                       Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

           Metropolitana fino all' aeroporto ecco il progetto
 Diletta Turco
 L’intervento da 100 milioni presentato
 alla Regione da Italferr Previste altre tre
 fermate, una sarà all’interno del nuovo
 Ruggi Tre nuove fermate «certe», con la
 possibilità di averne una quarta. Inizia a
 prendere       forma      il   progetto    di
 prolungamento         della    metropolitana
 leggera di Salerno. In direzione sud, e
 cioè verso l' aeroporto Costa d' Amalfi.
 Con una prima, importante, certezza: il
 nuovo ospedale di Salerno avrà la
 propria fermata dedicata, anche con un
 percorso pedonale che collegherà
 direttamente la cittadella al terminal. L'
 INCONTRO A discutere di quello che sarà
 il futuro della linea ferroviaria sono stati i
 vertici     di    Rfi     e    Italferr  (che
 materialmente         si     occupa     della
 realizzazione del progetto), la Regione
 Campania, la Provincia di Salerno e in
 sindaci dei territori coinvolti, e cioè
 Pontecagnano Faiano e Bellizzi. Proprio
 la società del gruppo Ferrovie dello Stato
 ha presentato alle istituzioni uno studio
 di fattibilità dell' opera, che ha un valore complessivo di 100 milioni di euro. Poche
 pagine in cui, però, la società ha condensato non solo il percorso che avrà la futura
 linea ferrata: si amplieranno i binari esistenti, ma, ovviamente, si devono ipotizzare
 non solo nuove stazioni, ma anche ammodernare le precedenti e prevedere raccordi
 stradali per evitare che i terminal siano cattedrali nel deserto. «Il completamento
 della metropolitana di Salerno - si legge nel documento - si inquadra nell' ambito dei
 potenziamenti dei sistemi di trasporto di massa dell' area urbana di Salerno, e del
 miglioramento dell' accessibilità su ferro dei principali aeroporti. Il completamento
 della metropolitana prevede la realizzazione di un nuovo binario per circa 8,8
 chilometri - continua lo studio - con inizio dall' attuale stazione Arechi fino in
 prossimità dell' aeroporto. Il nuovo tracciato sarà in affiancamento con la linea
 Salerno-Battipaglia». Il prolungamento in itinere non è altro che il contenuto dell'
 originaria intesa istituzionale del 2001 tra la Regione Campania e il Governo, che
 prevedeva, appunto, la realizzazione di due ulteriori lotti rispetto a quello iniziale,
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relativo al territorio cittadino. Il secondo lotto univa la stazione Arechi con quella di
Pontecagnano; il terzo, invece, collegava l' aeroporto. Per entrambi i lotti, adesso,
sono state pensate fermate intermedie. La prima, come detto, al nuovo ospedale di
Salerno; la seconda ancora da ipotizzare. Il progetto è ancora in fase preliminare,
ma i tempi per la conclusione di questo iter burocratico non dovrebbero essere
lunghi. «Ci sono arrivate rassicurazioni - dice Luca Cascone, presidente della
commissione regionale Trasporti - sulla conclusione del progetto entro fine anno. I
tempi per il passaggio dalla fase preliminare a quella esecutiva saranno ridottissimi,
tanto da poter andare a gara anche all' inizio del 2020. Sarebbe una cosa
importante, perché è un' opera importante per lo sviluppo del territorio». E dell'
aeroporto di Salerno. Che, al momento, dopo una breve parentesi temporale di
collegamenti pubblici tramite la linea numero 8 dell' allora Cstp, in maniera
concomitante alla presenza di Alitalia, non può essere raggiunto con mezzi che non
siano privati. I SINDACI «È stato un incontro preliminare - dice Mimmo Volpe, sindaco
di Bellizzi - durante il quale, oltre a mettersi in sintonia con il progetto di
ampliamento dell' ospedale, con un ingresso diretto alla cittadella sanitaria, si è
discusso anche di realizzare un vero e proprio terminal a Bellizzi per una corsia
diretta in aeroporto. Nello specifico, la struttura, dotata di scale mobili, dovrebbe
essere realizzata nella zona del vecchio passaggio a livello di via Olmo». Altrettanto
impegnativa la mole di lavoro che riguarderà il vicino territorio di Pontecagnano, per
il quale il fronte dei lavori potrebbe essere doppio: «Innanzitutto - spiega il sindaco
Giuseppe Lanzara - la stazione esistente sarà rimodernata; poi ci sarebbe la
possibilità di una fermata intermedia tra Pontecagnano e l' aeroporto. A questo
proposito, credo che la soluzione migliore sia a Sant' Antonio perché si trova a metà
via ed è la zona con maggiore densità abitativa. Ad ogni modo, la cosa positiva è
che la Regione e Ferrovie dello Stato si sono resi disponibili a condividere il progetto
con il comune di Pontecagnano Faiano». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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05/03/2019

                                                                                                                         EAV: € 379
                                                                                                                         Lettori: 2.100
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                       Link alla pagina web

     “Quota 100”, fuga dalle aziende sanitarie pubbliche di
                            Salerno

 SALERNO. Quasi cento richieste di
 pensionamento all’ospedale di Salerno: è
 emergenza. Oltre 80 domande già
 presentate per il pensionamento “quota
 100” chieste dai lavoratori delle Asl e
 dell’azienda ospedaliera universitaria
 “Ruggi d’Aragona“. Un esercito di
 infermieri, Oss (operatori socio sanitari)
 e medici si prepara lasciare il posto di
 lavoro, così come in altri settori. Rischio
 pensionamenti all’ospedale di Salerno
 Per le strutture ospedaliere e quelle
 ambulatoriali, può essere un duro colpo,
 c’è rischio di non riuscire a garantire la
 continuità del lavoro. L'articolo “Quota 100”, fuga dalle aziende sanitarie pubbliche
 di Salerno proviene da L'Occhio di Salerno.

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06/03/2019                                                                                                                Pagina 24
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 10.518
                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

   Le 15 giovani ostetriche eredi di Trotula missione in Africa
                         per salvare vite

 IL PROGETTO Giuseppe Pecorelli C' è
 tanta Salerno in Africa. In qualche modo
 è come se la grande medichessa Trotula
 de Ruggiero, mille anni dopo la sua vita
 straordinaria, abbia voluto cedere il
 testimone ad un gruppo di giovani eredi
 che ne hanno «rubato» lo spirito e il
 desiderio di dedicarsi agli altri. Ieri sera,
 a Palazzo arcivescovile, in un incontro
 organizzato dalla Fondazione Rachelina
 Ambrosini, si parla di «Africa tra
 prevenzione e prospettive» e si
 descrivono i progetti in corso di
 realizzazione in Etiopia. La serata è
 introdotta da Raffaella Ferri, attrice dell'
 Officine del dramma antico del Liceo De
 Sanctis, che recita un breve monologo
 indossando i panni di colei che era anche
 chiamata «Trotula dei bambini» per la
 cura speciale che aveva per i più piccoli.
 E il primo progetto, intitolato «Una vita
 tra le tue dita» e promosso dalla
 Fondazione, in collaborazione con l'
 Università    di  Salerno,      ha     come
 protagoniste le Trotula di oggi, 15 ragazze che, segnalate dalla professoressa Rosa
 Rita Oro, coordinatrice del Corso di laurea in ostetricia, si alternano nel fare
 esperienza al Saint Luke di Wolisso, in Etiopia centrale. IL RACCONTO Maria Chiara
 Mauriello, è tornata proprio ieri. «È stato un mese intenso racconta in Africa si
 comprende il senso delle cose, si recupera l' umanità che noi abbiamo perso, la
 bellezza di una camminata sotto al cielo stellato, il parlare senza fretta, il gusto di
 una passeggiata con i bambini». È un' esperienza totalizzante, non solo sotto l'
 aspetto professionale. «Lavorate in quei contesti ha fatto crescere le ragazze, ha
 umanizzato quanto appreso all' università. Hanno compreso che il nostro non è un
 lavoro, ma una missione», commenta la dottoressa Oro, anima del progetto insieme
 all' avvocato Tommaso Maria Ferri, presidente della Fondazione e moderatore dell'
 incontro, presieduto dall' arcivescovo Luigi Moretti, il quale ha sostenuto il progetto

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con la solidarietà concreta e i continui incoraggiamenti. «Abbiamo voluto investire
sui giovani», aggiunge don Dante Carraro, sacerdote e medico, direttore di «Medici
con l' Africa Cuamm». Descrive il progetto chiamato «La casa delle mamme di
Abobo», portato avanti dall' associazione che guida, insieme alla Fondazione
Ambrosini, con cui collabora l' arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno e, in
particolare, il Centro missionario diocesano, diretto da don Pasquale Mastrangelo. L'
IMPEGNO Nella regione di Gambella, in Etiopia occidentale, si trova il campo
profughi di Nguernyyiel, aperto per accogliere 60mila persone in fuga dal Sud Sudan
e arrivato ad ospitarne, in condizioni estreme, 100 mila. In un contesto di terribile
miseria, la «Casa delle mamme di Abobo» sarà una struttura finalizzata ad assistere
donne in gravidanza. Un' opera necessaria. «Pensate prosegue che, al Saint Luke di
Wolisso, si registrano 4300 parti all' anno e il ginecologo è uno soltanto. All'
ospedale di Salerno saranno tra i 1800 e i 1900 e i ginecologi almeno 30. Vogliamo
garantire un futuro dignitoso a tutti. Abbiamo bisogno dell' Africa. Noi stiamo
diventando vecchi, stanchi e depressi. Abbiamo tutto e, a volte, ce l' abbiamo col
mondo». Alle 9.30 di oggi, l' incontro proseguirà nell' aula delle lauree del Campus di
Baronissi, dove sarà presentato anche il «Wolisso project», promosso dal Cuamm in
collaborazione con la sede salernitana del Segretariato italiano degli studenti di
medicina e chirurgia (Sism). I futuri dottori, iscritti al quinto e sesto anno della
Facoltà, presteranno servizio al Saint Luke Catholic Hospital di Wolisso. Stamane ne
parlerà, insieme a don Carraro, anche Maddalena Di Lillo, incaricata del Sism
Salerno. L' incontro sarà introdotto dai saluti del rettore Aurelio Tommasetti e di
Carmine Vecchione, direttore del Dipartimento di Medicina e chirurgia dell'
Università. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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06/03/2019                                                                                                                 Pagina 22
                                   Il Mattino (ed. Benevento)
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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

 Addetta in pensione, stop all' Ufficio relazioni con il pubblico
 Luella De Ciampis
 LA SANITÀ/1Chiuso l' Urp (ufficio
 relazioni con il pubblico) del distretto Asl
 di via 24 Maggio, in seguito al
 pensionamento di Angela De Rosa, che,
 da sola, aveva gestito il servizio negli
 ultimi anni, dopo la quiescenza di
 Vincenza La Peccerella, con cui ne aveva
 condiviso la conduzione. L' attività dell'
 Urp, soppressa a causa di carenza di
 personale, è quella di agevolare i
 cittadini nell' accesso ai servizi,
 attraverso la gestione delle informazioni
 sulla struttura aziendale, sui servizi
 erogati e sulle modalità di accesso, sia in
 modo        diretto,      sia       attraverso
 pubblicazioni e comunicazioni esterne,
 come la stesura della carta dei servizi e
 l' attività di accoglienza. Un servizio di
 vitale importanza, affidato alla De Rosa,
 assistente       sociale,     che      aiutava
 materialmente         gli     utenti      nella
 compilazione della modulistica . I NODI
 «C' è carenza di personale conferma
 Tommaso         Iannotta,     direttore    del
 distretto e quindi non è possibile ripristinare il servizio. Per questo, ogni unità
 operativa è deputata a rispondere alle richieste del pubblico per le proprie
 competenze». Dunque, le figure di riferimento delle diverse unità operative non
 dovranno preoccuparsi solo di procedere all' accettazione e alla catalogazione delle
 pratiche, ma dovranno anche intervenire nella fase di compilazione dei moduli. E
 questo, nei periodi in cui si procede al rinnovo di esenzioni e di altre
 documentazioni, potrebbe rappresentare un elemento in più per l' incremento delle
 file. E infatti, l' ufficio relazioni con il pubblico, ritenuto di grande utilità dagli utenti,
 aveva il merito di fare da cuscinetto tra gli operatori dei vari settori e i pazienti, che
 si presentavano agli sportelli per disbrigare le diverse pratiche, riuscendo a
 velocizzare i tempi di attesa. LA RETE L' Asl ha messo a disposizione del pubblico
 tutta la modulistica necessaria per accedere ai diversi servizi, creando un sistema
 che consente di scaricare i modelli dal web. Sistema utilissimo che, tuttavia,
 funziona per gli utenti in grado di accedere ai documenti e di compilarli, del tutto
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inutile, se invece si ragiona sui grandi numeri, quelli degli anziani e dei disabili che
vivono da soli e delle fasce di cittadini più deboli e meno scolarizzati. ©
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06/03/2019                                                                                                                     Pagina 22

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                                                                                                                               Lettori: 133.364
                                               Argomento: Sanità Campania

         De Luca: lotta ai tumori basta viaggi della speranza
 Antonello Plati
 L' INCONTRO «Basta con i viaggi della
 speranza: i cittadini devono avere fiducia
 nel nostro sistema sanitario e sapere che
 possono tranquillamente curarsi qui». Il
 governatore Vincenzo De Luca inaugura
 il Centro oncologico di riferimento
 polispecialistico (Corp) dell' azienda
 ospedaliera «San Giuseppe Moscati» e
 promuove a pieni voti, usando come
 sempre toni trionfalistici, la struttura di
 Contrada Amoretta. «Quello di Avellino
 dice è un ospedale di eccellenza non
 solo campana ma di livello nazionale.
 Con l' attivazione del primo Corp in
 regione, nell' ambito della Rete
 oncologica istituita nel settembre del
 2016, la gestione dei pazienti affetti da
 tumore fa un altro passo in avanti e la
 definizione dei percorsi assistenziali
 raggiunge      un'   appropriatezza     che
 nemmeno       in   Lombardia      possiamo
 trovare». E che il governatore tocca con
 mano,       recandosi       nei     reparti
 accompagnato dal manager Angelo
 Percopo, prima dell' intervento nell' aula magna. «Era in corso - racconta - un'
 operazione chirurgica trasmessa in videoconferenza a più di 200 università e in sala
 operatoria erano presenti alcuni medici dell' Università Sapienza di Roma. Insomma,
 qui vengono a vedere come si fa. Vengono a imparare da noi». Tutto merito «della
 rivoluzione della sanità compiuta in pochi anni», che De Luca ascrive al suo
 mandato. «Eravamo sotto zero sostiene il presidente della Giunta regionale - in
 fondo alla graduatoria dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Nell' ultimo biennio,
 abbiamo recuperato 60 punti e adesso passiamo alla seconda fase, quella di
 innalzare la qualità dei servizi alle persone». Ma, se è vero che è stata finalmente
 raggiunta e superata di tre punti la soglia minima (160) nella griglia che valuta l'
 assistenza collettiva, distrettuale e ospedaliera, c' è però da considerare anche che
 nel 2020 entrerà a regime il nuovo modello di verifica dell' erogazione dei Lea
 secondo il quale, stando all' anteprima diffusa l' altro giorno dal ministero della
 Salute, la Campania precipita di nuovo in classifica davanti solo alla Sardegna e
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quindi tra le 12 regioni che non garantiscono i Lea in base ai nuovi indicatori
sperimentali. Proprio alla responsabile del dicastero che ha diffuso l' anticipazione,
Giulia Grillo, e al suo omologo all' Interno, Matteo Salvini, il governatore riserva i
soliti coloriti attacchi. «Spero che il sedicente ministro della Salute impari almeno a
leggere le carte e si decida a sottoscrivere il Piano ospedaliero e a farci uscire dal
commissariamento: le sue resistenze sono atti di squadrismo politico». E al leader
del Carroccio: «In queste settimane è emerso chiaramente che la Lega è ridiventata
Lega Nord: sono venuti meno i suoi camuffamenti politici. Sull' autonomia
differenziata ha avanzato una proposta che avrebbe spaccato l' Italia in due.
Aspetterò Salvini la prossima volta che verrà a Napoli per dirgli che non può fare il
gioco delle tre carte: prima prende i voti al Sud e poi lo deruba». Quindi un altro paio
di rivendicazioni: «Ricordiamolo a tutti, da una settimana la trattativa riguarda
anche la Campania che ha formalizzato la richiesta per l' autonomia differenziata: il
prossimo 7 marzo si terrà l' incontro tra la Regione e il Governo per entrare nel
merito. Se il rischio secessione è stato allontanato è solo grazie alla nostra
iniziativa». Tornando alle questioni locali, abbandonato il pulpito e a microfono
spento, il presidente della Regione rassicura il sindaco di Solofra Michele Vignola
sulla sorte dell' ospedale «Landolfi». Il decreto che ha sancito il passaggio dall' Asl al
Moscati «sarà applicato in tutte le sue parti», dice De Luca. «Quel decreto è la mia
Bibbia», replica il primo cittadino. «La Bibbia è tua, ma i soldi ce li metto io: stai
tranquillo», conclude il governatore. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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06/03/2019                                                                                                                Pagina 22

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

      Gridelli: in questa struttura possiamo curare chiunque

 Il responsabile I GIUDIZI «Quella del Corp
 è una buona pratica da estendere anche
 ad altri reparti della città ospedaliera. Ed
 è la conferma che se si vuole si può
 fare».     Il   direttore    generale    del
 «Moscati», Angelo Percopo, presenta il
 Centro       oncologico     di   riferimento
 polispecialistico (Corp) e auspica una
 svolta complessiva a Contrada Amoretta.
 Il riferimento è, in particolare, alla
 situazione del Pronto soccorso: «Stiamo
 lavorando per decongestionare i flussi».
 E alle liste di attesa: «Contiamo di
 attivare al più presto il Centro unico di
 prenotazione (Cup) che realizzando una
 sinergia con l' Asl sicuramente servirà ad
 abbattere       i    tempi».    Circostanza
 confermata dal consigliere alla Sanità
 del Presidente della Regione, Enrico
 Coscioni: «È nostra intenzione investire
 in questo senso. Per questo stiamo
 definendo tramite la nostra centrale di
 committenza, Soresa, un progetto che
 mira alla realizzazione di Cup provinciali
 e regionali attraverso una piattaforma informatica che si chiamerà Sinfonia. In
 questo modo sarà superato il problema della mancanza di comunicazione tra sistemi
 informativi diversi. Contiamo di portare a termine il progetto entro il prossimo
 autunno». Nell' aula magna, oltre a Percopo, Coscioni e al governatore De Luca, il
 direttore generale dell' Istituto nazionale tumori «Pascale» di Napoli, Attilio Bianchi,
 il coordinatore scientifico della Rete oncologica campana (Roc), Sandro Pignata, il
 direttore del dipartimento di Onco-Ematologia del «Moscati» e coordinatore del Corp,
 Cesare Gridelli, e il direttore sanitario dell' Azienda ospedaliera, Maria Concetta
 Conte. «Dal Corp non si torna indietro», dice la manager. «Ma per proseguire su
 questa strada è necessario il sostegno e il massimo impegno di tutti i dipartimenti.
 In quanto - conclude Conte - prevediamo di effettuare una mole considerevole di
 prestazioni». Un aspetto che anche Gridelli sottolinea, ricordando che «per rendere
 operativo il Corp sono state inserire in organico 28 nuove unità» e che «è stato
 predisposto anche un piano di informazione e di comunicazione» perché «i cittadini
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devono sapere che strutture come la nostra esistono e che, quindi, non è necessario
rivolgersi altrove». Dunque, anche il direttore di Onco-Ematologia ribadisce il
concetto espresso da De Luca: «Basta con i viaggi della speranza: siamo in grado di
curare chiunque». Quindi, spiega cos' è il Corp: «Si tratta di un Centro per la
gestione dei pazienti affetti da tumore e per la definizione di appropriati percorsi
assistenziali. Al suo interno sono attivi i Gruppi oncologici multidisciplinari (Gom) in
grado di analizzare sotto ogni aspetto qualsiasi forma di tumore: il chirurgo, il
radiologo, il radioterapista, come ogni altro specialista, lavorano fianco a fianco nella
gestione di casi complessi e insieme definiscono gli esami ai quali sottoporre il
paziente e la sua presa in carico». Il Corp si inserisce nella Rete oncologica
campana, istituita per decreto nel 2016, sotto l' egida del «Pascale» di Napoli: «C' è
grande entusiasmo intorno a questa realtà», sostiene il direttore generale Bianchi.
«È stata realizzata una piattaforma informatica informa attraverso la quale il
paziente è seguito durante la terapia e che presto sarà accessibile ai medici di
base». E un altro importante risultato raggiunto è «la produzione di 19 Percorsi
diagnostico terapeutici assistenziali (Pdta) pari a circa il 70 per cento dei tumori
diagnosticati: nessuno in Italia c' era riuscito prima. Attualmente siamo la più grande
rete oncologica del Paese». A margine degli interventi, una tavola rotonda sulle
problematiche emerse nell' attività dei Gom con i direttori di dipartimento dell'
ospedale di Avellino, Virgilio Cicalese, Emilio Di Lorenzo, Nicola Giardullo, Carmelo
Lombardi, Antonio Medici e Antonio Vitale. an. pl. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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06/03/2019                                                                                                                Pagina 22
                                  Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                          EAV: € 3.142
                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

                 I sindacati: «Atto aziendale illegittimo»

 Le organizzazioni sindacali Cisl Pta, Cisl
 e Uil Medici e Cimo, chiedono al direttore
 generale dell' Asl, Franklin Picker (nella
 foto), l' annullamento della delibera di
 proposta dell' atto aziendale. «L' atto
 aziendale dell' Asl si legge nella nota dei
 sindacati    è   stato     approvato     dal
 commissario ad acta, per l' attuazione
 del piano di rientro, con misure
 prescrittive cui adempiere entro il 31
 gennaio.     Misure     che    evidenziano
 difformità di legge che il commissario ad
 acta ha evidenziato e censurato, facendo
 riferimento alla mancata rimodulazione
 organizzativa    delle     diverse     unità
 operative, alla dipendenza diretta di
 alcune di esse dai vertici aziendali, alla
 mancata soppressione dei dipartimenti
 amministrativo e sanitario e rimodulando
 gli incarichi aziendali dei dirigenti in
 modo da non tener conto della
 distinzione dei ruoli. A questo si
 aggiunge la richiesta di aggiungere un'
 ulteriore proroga di 90 giorni, alla deroga
 già concessa».

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06/03/2019                                                                                                                Pagina 24

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

  Marcianise, pronto soccorso senza vigilanza diurna Guardia
                     giurata solo di notte

 LA SANITA' / 2 Nessun controllo nelle ore
 diurne al Pronto Soccorso dell' ospedale
 di Marcianise. Nessuno sorveglia e
 assicura sicurezza ad utenti e operatori
 durante la giornata. Unico elemento di
 controllo è la guardia giurata che
 sorveglia il reparto e gli ingressi dalle 20
 alle 8. Il grido d' allarme sulle assenti
 condizioni di sicurezza del Pronto
 Soccorso è lanciato proprio dai camici
 bianchi che operano all' interno del
 nosocomio, che rappresenta una delle
 punte dell' Asl casertana sul territorio
 provinciale. «Manca qualcuno che
 sorvegli. Eppure la nostra utenza non è
 affatto facile. A qualsiasi ora, per
 qualsiasi tipo di problema, non è difficile
 trovare il contesto familiare aggressivo e
 violento, sia verso di noi che verso l'
 utenza», spiegano i camici bianchi che si
 fanno portavoce di un problema sentito
 da tutti, anche da infermieri e operatori.
 L' allarme di oggi in realtà ripete un
 allarme di un po' di tempo fa, che fino ad
 ora, a quanto pare, continua a non essere ascoltato. E' di giusto tre anni fa (primo
 marzo 2016) una richiesta diretta al commissario straordinario dell' Asl, allora in
 carica a Caserta, e al direttore del presidio di Marcianise perchè venisse riattivato in
 modo urgente il servizio di vigilanza/portineria presso l' ospedale. Nella lettera, oltre
 a leggere del «notevole pericolo per gli operatori sanitari ed i pazienti stessi,
 considerato il grave disordine e l' ingiustificabile caos, in cui ci si trova ad operare»,
 si evidenzia come il personale sanitario «viene distratto continuamente dalle sua
 istituzionali e fondamentali mansioni per adempiere a quelle di dirigenti del
 traffico'», oltre al fatto che «la privacy dei pazienti è diventata inesistente (molti gli
 episodi di estranei che circolando indisturbati per i corridoi del Pronto Soccorso
 entrano arbitrariamente nei box visita durante l' espletamento della visita stessa)».
 Inoltre, «il caos e il disordine sono presupposto sufficiente a che si creino condizioni

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altamente pericolose per i pazienti afferenti in Pronto Soccorso, per gli estranei
avventori' e non di ultima importanza per gli operatori sanitari, esponendo tutti ad u
n rischio inaccettabile perchè facilmente prevedibile ed evitabile». Secondo alcuni
degli operatori del Pronto Soccorso di Marcianise, «la situazione è uguale a quella
descritta nella lettera - dicono -. Forse qualcosa è stato fatto in teoria e forse sulla
carta, ma qui non è percepito alcun provvedimento adottato per risolvere il
problema». Da considerare che gli accessi al pronto soccorso superano all' incirca i
30.000 all' anno e sul problema della sicurezza pesa anche un lieve problema di
organico. Qui infatti sono previste figure di dirigenti medici, sia chirurgiche che
internistiche. Allo stato attuale mancano due unità di medici internisti e questo ha
una conseguenza sulla erogazione delle prestazioni. Fatto sta che a sopperire
almeno una delle due unità, ne è stata trasferita una dal nosocomio di Sessa
Aurunca che potrebbe restare per l' intero mese di marzo. or. min. © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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06/03/2019                                                                                                                Pagina 9

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

                              Nuovi Lea, Campania in coda

 Il ministero guidato da Giulia Grillo ha
 preparato     un    nuovo     sistema     di
 valutazione dei Lea, i livelli essenziali di
 assistenza. La griglia di valutazione,
 suddivisa in tre categorie, sarà operativa
 dal 2020 ma in base a una simulazione
 su dati 2016 solo 9 territori su 21
 garantiscono i Lea per tutte le tre
 categorie. La Campania, già ultima con l'
 attuale metodologia, finisce in coda
 anche in tale caso. Per l' esattezza, nella
 prevenzione la Campania è terzultima
 con 50,21 punti (la sufficienza è a 60).
 Fanno peggio Bolzano e la Sicilia. Nell'
 assistenza distrettuale la Campania è
 ultima a 29,05 punti con la Sardegna
 penultima     a    35,48.     Nel   campo
 ospedaliero la Campania è ultima a
 25,41 con il Molise penultimo a 33,38.
 Secondo Vincenzo De Luca però nel 2018
 la Campania ha raggiunto la sufficienza a
 163 punti, sul vecchio metodo.

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06/03/2019                                                                                                                    Pagina 26

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                                                                                                                              Lettori: 133.364
                                              Argomento: Sanità Campania

              Telecamere e triage così rinasce l' ospedale
 Ettore Mautone
 LE NOVITÀ Via al triage al pronto
 soccorso del San Giovanni Bosco. Da ieri
 è attivo il filtro che disciplina gli accessi
 in emergenza attribuendo un codice di
 gravità ai pazienti (dal bianco al rosso
 passando per il verde e il giallo). Acceso
 anche l' occhio elettronico di 16
 telecamere di sicurezza che sorvegliano
 l' area dell' emergency. «Un primo passo
 - commenta il commissario Ciro
 Verdoliva - che mira a restituire dignità a
 questa Asl e ai pazienti. Donne e uomini
 di straordinaria qualità che hanno
 sposato il progetto di cambiamento e
 riqualificazione». Il governatore Vincenzo
 De Luca aveva dato un mese di tempo a
 Verdoliva per centrare l' obiettivo. Dal
 suo insediamento (il 9 febbraio) l' ex
 manager del Cardarelli di giorni ne ha
 impiegati venti. Merito anche del
 direttore del presidio della Doganella,
 Vito Roberto Rago, che il predecessore di
 Verdoliva aveva prima spostato al San
 Paolo e poi messo in panchina, ora
 rimesso in sella. Forte e sentito il senso del riscatto sia da Rago sia da tutto il
 personale dell' ospedale di via Filippo Maria Briganti, da mesi nel tritacarne a causa
 delle formiche. «Ho chiamato a raccolta le forze sane dell' ospedale - chiarisce Rago
 - abbiamo stilato l' elenco di ciò che mancava per condurre in porto già che avevo
 progettato in due anni e mezzo di lavoro. Verdoliva ci ha sostenuti in pieno. In 15
 giorni sono arrivati ventilatori polmonari, monitor multiparametrici, poltroncine e
 sedie di attesa, tende nuove. Valorizzeremo le eccellenze di questo presidio». IL
 PIANO OSPEDALIERO I prossimi obiettivi, per il San Giovanni Bosco, incrociano l'
 attuazione del Piano ospedaliero. Un riordino che riguarda tutti gli ospedali campani
 ma dopo il via libera incassato a Roma, a fine anno sul piano tecnico, la norma non
 ha ancora avuto il definitivo lasciapassare del ministero della Salute. «Stiamo ancora
 aspettando che il ministro Giulia Grillo metta il timbro - è l' affondo del presidente
 della Regione VincenzoDeLuca intervenuto adAvellino all' inaugurazione del Centro
 oncologico dell' ospedale Moscati - abbiamo ridotto 60 unità complesse (quelle
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affidate ai primari ndr) e sbloccato 7mila assunzioni - ha aggiunto - ma il ministro
non fa quel che dovrebbe e sui territori i suoi fanno sciacallaggio dimenticando che i
tagli sono stati imposti proprio dal loro ministro. Siamo stati commissariati perché
accumulavano debiti ma oggi non c' è più motivo per mantenerlo». Quindi le bordate
a Beppe Grillo: «A causa delle mancate vaccinazioni, in Italia sono morti bambini per
il morbillo. Quel caprone di Grillo ci ha impiegato dieci anni per capirlo, dieci anni di
imbecillità totale». LA RETE STROKE Nel riordino del San Giovanni Bosco è previsto a
breve il decollo della neuroradiologia interventistica (già attiva) che conta su una
struttura semplice dipartimentale guidata da Luigi Delehaye e su altri due medici. Se
si arriva a 5 unità mediche il presidio potrà diventare, prima dell' Ospedale del Mare,
un vero polo per il trattamento in urgenza degli Ictus. Il centro di Napoli est, infatti,
pur sulla carta deputato ad essere un hub di riferimento, stenta a decollare e non ha
raggiunto gli standard attesi anche nella più semplice pratica delle trombolisi. Alla
Doganella invece, con un solo agiografo ad arco - che serve le coronarografie, la
radiologia interventistica, la neuroradiologia e la chirurgia vascolare - si lavora con
buone prospettive. Un secondo agiografo digitale e una terza apparecchiatura
saranno montate nei prossimi mesi. Una squadra di 10 infermieri è in formazione e
sarà dedicata alla disciplina. Resta il nodo dei tecnici di radiologia: tre vanno in
pensione e dovranno essere sostituiti. In pista c' è anche l' attivazione di una sala
operatoria della Day surgery per la chirurgia ambulatoriale. In cantiere la
suddivisione della Chirurgia generale e d' urgenza in due aree di 10 e 15 posti letto
e un progetto per la chirurgia bariatrica di cui è esperto il primario Luigi Angrisani. Si
attende che Verdoliva modifichi l' atto aziendale per consentire di trattenere la
Chirurgia vascolare. Dovrebbe atterrare anche la Pediatria ma resta l' incertezza che
possa trattarsi del reparto da 16 posti letto ancora attivo all' Annunziata che, sulla
carta, è del Santobono ma conteso anche dall' ospedale del mare. L' ultima incognita
riguarda il destino della cappa per i farmaci antitumorali, nuova di zecca, realizzata
10 anni fa, destinata un tempo a una delle due gloriose oncoematologie della Asl
che oggi residua in parcheggio al Loreto mare in attesa di trovare casa. ©
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06/03/2019                                                                                                                 Pagina 24

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                                           Argomento: Sanità Campania

        Tubercolosi, troppi ricoveri in ospedale Zinzi chiede
                              chiarezza
 Ornella Mincione
 LA SANITÀ / 1 Casi di tubercolosi all'
 azienda ospedaliera Sant' Anna e San
 Sebastiano di Caserta: è il consigliere
 regionale Gianpiero Zinzi a lanciare l'
 allarme su pazienti affetti ricoverati e a
 siglare un' interrogazione diretta al
 governatore della Campania Vincenzo De
 Luca       affinchè       vengano       svolti
 approfondimenti sia sui casi in questione
 che sulle condizioni di degenza dei
 pazienti     affetti.   L'   interrogazione,
 presentata il primo marzo scorso, su cui
 ieri è stata diramata una nota stampa,
 prenderebbe le mosse da un dato: «Alla
 data del primo marzo, con sintomi simili
 a quelli della tubercolosi, risulterebbe
 ancora ricoverato un adulto a Caserta,
 mentre sei bambini sarebbero stati
 trasferiti al Secondo Policlinico di
 Napoli». Nel comunicato del consigliere
 Zinzi si legge: «Era il mese di luglio
 quando ho lanciato per la prima volta l'
 allarme, invitando la giunta regionale a
 fare i dovuti approfondimenti. Adesso
 siamo in presenza di altri casi. La tubercolosi è una malattia seria, i cittadini hanno il
 diritto di essere informati su quanto accade e di sentirsi protetti sapendo che chi di
 dovere ha posto in essere in tempo le dovute precauzioni. Sulla salute ci aspettiamo
 un' attenzione massima». La risposta da parte dell' azienda ospedaliera casertana è
 chiara: «sono anni che abbiamo casi di tubercolosi, polmonare, linfoghiandolare,
 ossea. Ad oggi ci sono tre ricoveri e rispecchiano la media dei ricoveri per questa
 malattia, da almeno quattro, cinque anni. Siamo arrivati a ricoverarne fino a sei l'
 anno scorso. Abbiamo sempre rispettato l' ordinanza regionale secondo cui i reparti
 di malattie infettive devono ospitare i malati di tubercolosi. Quelli che abbiamo ora,
 sono affetti dalla patologia di tipo polmonare, ma non c' è nessun criterio di
 emergenza rispetto alla normale amministrazione». Secondo alcuni rumors, a
 destare l' attezione sui casi di tubercolosi sarebbe stato il ricovero di una persona

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che lavorava nelle abitazioni di alcune famiglie note del casertano. Forse la persona
non sapeva di essere affetta da tubercolosi polmonare, fatto sta che c' è stata l'
infezione di tubercolosi che ha messo logicamente in allarme tutto il contesto
familiare. La maggior parte dei pazienti sono africani e provenienti dall' Europa dell'
est, spiegano dal reparto delle Malattie Infettive del nosocomio casertano, perchè
non sempre al loro arrivo vengono svolti i controlli specifici. La tipologia ossea, non
infettiva, è riscontrata «per lo più nei giovani africani - dicono ancora -. Quella
respiratoria, infettiva, a dire il vero, è facile che venga contratta anche nei centri
che ospitano le persone provenienti da altri paesi, che magari non sanno di avere
questa malattia». Esiste presso l' ospedale un ambulatorio specifico dedicato a quei
pazienti che vengono ricoverati per tubercolosi, indipendentemente se hanno avuto
una ricaduta della malattia. Ai pazienti dimessi, viene anche rilasciato un certificato
con descritta la storia del paziente. Al contrario, quando arrivano in ospedale per un
ricovero, «non portano alcun tipo di certificato sui controlli fatti, ci sono problemi di
comunicazione con questi pazienti perchè non esiste un mediatore culturale e molti
non parlano inglese. Riusciamo ad interagire un po' di più grazie al francese».
Dunque, avere a che fare con pazienti affetti di tubercolosi (di qualsiasi tipo sia) è
normale amministrazione per l' azienda Sant' Anna e San Sebastiano. Il consigliere
Zinzi, però, nella nota diramata, interroga la giunta regionale per sapere «se siano
stati fatti i necessari approfondimenti in relazione a quanto narrato e quali misure
siano state in conseguenza adottate; se siano stati rintracciati gli eventuali contatti;
se il reparto di malattie infettive dell' aorn di Caserta sia dotato di stanze a
pressione negativa per evitare ogni forma di contagio, oltre che sufficientemente
attrezzato a fornire adeguata assistenza ai malati di Tubercolosi e, in conclusione, se
non sia opportuno e urgente l' invio di una circolare ai medici di famiglia al fine di
evitare una recrudescenza della malattia». Nel reparto di Malattie infettive dell'
ospedale di Caserta, ci sono tre posti letto in isolamento: inoltre, è possibile l'
isolamento di corte, quando il livello di resistenza agli antibiotici è uguale tra alcuni
dei pazienti. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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06/03/2019                                                                                                                    Pagina 9

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             Tumori, Napoli -Caserta è il picco del Centrosud
 Marco Esposito
 IL FOCUS La Campania si accende di
 rosso per trentatré volte. In trentatré
 casi - numero simbolo in medicina - la
 mortalità del territorio è decisamente
 sopra la media. E a pesare sono proprio
 le due principali cause di decesso:
 malattie circolatorie e tumori maligni. La
 mappa, anzi la radiografia, delle cause di
 morte in Italia è uno studio senza
 precedenti per dettaglio d' analisi su
 1.333.921 decessi avvenuti dal 2012 al
 2014 e che hanno coinvolto persone fra i
 30 e gli 89 anni d' età. «Un Atlante come
 questo è un modello da seguire per altri
 Paesi», commenta Michael Marmot, dell'
 Istituto per l' equità nella Salute dell'
 Università di Londra. L' obiettivo della
 ricerca era verificare le disuguaglianze di
 mortalità per livello di istruzione. L'
 analisi ha confermato quanto già era
 noto da precedenti studi: chi ha un basso
 titolo di studio muore in genere tre anni
 prima a causa della minore prevenzione
 e di un reddito che non consente di
 accedere alle migliori cure. Ma l' atlante è andato oltre. Ha corretto i dati sulla
 mortalità provincia per provincia in base all' età (che ovviamente influisce sulla
 mortalità) e in base ai livelli di educazione. Ha poi suddiviso le province della
 penisola in cinque fasce colorate in base alla distanza della media, con il verde a
 indicare le aree sotto la media e il rosso quelle in cui la mortalità è superiore
 rispetto a quella attesa in base al titolo di studio e alle fasce di età della popolazione
 fra i 30 e gli 89 anni. I risultati hanno «un livello di dettaglio mai sperimentato prima
 in Italia», come sottolinea il ministro della Salute, Giulia Grillo. L' atlante è composto
 di 66 mappe con la mortalità provinciale, 32 per gli uomini e 34 per le donne. In 33
 delle 66 mappe le province della Campania vanno decisamente peggio della media,
 in dieci cartine i dati campani sono in linea con quelli nazionali e in 23 casi la
 mortalità in Campania è meno grave rispetto al resto della penisola. IL TICINO E IL
 PO Quattro delle 66 mappe sono riprodotte in alto (il documento completo è sul sito
 www.epiprev.it). Nella prima ci sono le malattie del sistema circolatorio per gli
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uomini (ma la cartina per le donne è praticamente identica). È evidente la posizione
di svantaggio del vivere in Campania, come un po' in tutto il Mezzogiorno, Puglia
esclusa. Al Nord emerge in negativo una sorte di T rovesciata che fa male al cuore e
coincide con il percorso dei fiumi Po e Ticino. Questione, secondo gli esperti, tutta da
approfondire. La seconda mappa si riferisce (sempre per gli uomini e anche in tale
caso la cartina per le donne è sovrapponibile) ai decessi per tutte le tipologie di
tumori maligni. Qui è evidente la peggiore condizione del Nord rispetto al
Mezzogiorno, a causa del maggiore inquinamento. Però le due province di Napoli e
Caserta si accendono di rosso, caso unico al Centrosud insieme alla provincia di
Nuoro in Sardegna. La coincidenza con la Terra dei Fuochi appare non casuale. Sui
tumori lo studio permette di entrare nel dettaglio di ben quattordici tipologie e non
sempre la situazione della Campania è negativa. Per il tumore alla mammella (terza
cartina in alto) il rischio delle donne campane è poco sopra la media in provincia di
Napoli, nella media in provincia di Caserta e poco sotto la media nelle altre tre
province: Avellino, Benevento e Salerno. La regione dove il rischio elevato è più
diffuso è la Sardegna. EFFETTO ALLATTAMENTO Il tumore al seno ha una
particolarità: è l' unica causa di decesso per la quale sono favorite le persone meno
istruite. In Campania per esempio se il rischio di morire per un cancro alla mammella
tra le donne laureate è pari a 1, fra le donne con basso titolo di studio scende a
0,87. La ragione? C' è ed è l' attitudine all' allattamento, uno dei comportamenti che
protegge dallo sviluppo del tumore. Negli altri due tumori femminili - utero e ovaio -
la Campania è in situazioni opposte. Il cancro all' utero è più diffuso della media
(soprattutto a Napoli e Benevento) mentre per le ovaie i rischi sono meno elevati in
tutte le province. Per il tumore della prostata, invece, gli uomini campani come un
po' tutti quelli del Mezzogiorno sono decisamente più a rischio della media, a causa
della minore diffusione del test di prevenzione Psa. LA PREVENZIONE Un altro
tumore per il quale è importante la prevenzione è quello al colon retto. In Campania
il rischio è più elevato della media per gli uomini e meno per le donne. I programmi
di screening appaiono efficaci nell' area di Firenze, Modena, Reggio e del Veneto,
tuttavia è difficile considerare i dati univoci. Un classico tumore legato al
comportamento è quello ai polmoni, che colpisce in misura decisamente più intensa
i fumatori. Gli uomini della Campania (soprattutto a Napoli, Salerno e Caserta) hanno
comportamenti dannosi per la propria salute, rispetto ai maschi di altri territori. Le
donne campane invece sono fumatrici assidue soltanto in provincia di Napoli, mentre
nel resto della regione la mortalità è sotto la media femminile. Da notare che in
numerose regioni (ma non in Campania) la mortalità per tumore ai polmoni è più
elevata tra le laureate rispetto a quelle con basso titolo di studio, perché per le
donne spesso il fumo è associato a un più elevato livello sociale. Un tipico tumore da
«Terra dei fuochi» appare quello al fegato. Sia per gli uomini che per le donne, l'
incidenza superiore alla media fa accendere di rosso solo le due province di Napoli e
Caserta. Anche il tumore alla vescica, sia pure con minore precisione geografica, è
un tumore diffuso nella zona, per entrambi i generi. Il cancro al pancreas è invece un
male mediamente meno diffuso in tutto il Mezzogiorno, Campania compresa, sia per
gli uomini sia per le donne. Le leucemie e i tumori al cervello, invece, sono tipologie
di cancro con pochissime differenze territoriali. LE ALTRE CAUSE Tra le altre cause di

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decesso, le malattie croniche della basse vie respiratorie sono in Campania più letali
della media, sia per gli uomini sia per le donne. L' eccesso di mortalità è marcato in
Campania, come un po' in tutto il Mezzogiorno, per le malattie del rene e dell'
uretere, sia per i maschi che per le femmine. Anche il diabete, così come cirrosi,
fibrosi ed epatite cronica sono cause importanti di morte che, per entrambi i generi,
colpiscono la Campania più che altrove. Demenza, Parkinson e Alzheimer, invece,
non si accaniscono particolarmente contro i meridionali. Un dato di difficile
interpretazione è quello degli incidenti. La Campania è in generale una terra nella
quale per gli uomini è difficile morire per cause accidentali (grafico in alto a destra),
mentre per le donne è una delle aree più a rischio. Scendendo nel dettaglio, si
scopre che per la mortalità da sinistro stradale la Campania è uno dei posti più sicuri
d' Italia, sia per gli uomini che per le donne. Infine l' ultima causa di morte presa in
considerazione è il suicidio. E qui i campani come un po' tutti i meridionali si
confermano i più attaccati alla vita. Nonostante vivano tra mille difficoltà, non hanno
alcuna intenzione di farla finita di propria volontà. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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