Media Monitoring per 18-06-2019 - Rassegna stampa del 17-06-2019 - Ruggi

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Media Monitoring per 18-06-2019 - Rassegna stampa del 17-06-2019 - Ruggi
18-06-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 17-06-2019
Media Monitoring per 18-06-2019 - Rassegna stampa del 17-06-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      17/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            «Futuro difficile, non si deve banalizzare» ............................................................................. 1
      17/06/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            «La classe medica è stanca di essere il tappabuchi delle errate scelte di programmazione
            sanitaria» ............................................................................................................................... 3
      17/06/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Il medico musicista al piano per i bimbi in lotta con il tumore ............................................... 4
      17/06/2019 - CRONACHE DI SALERNO
        Sono in pochi i medici al Pronto soccorso del Ruggi .............................................................. 6
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 8
      17/06/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Assistenza a ostacoli e caos ambulanze Sos dal Cilento: «Ci prendono in giro» ..................... 8
      17/06/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            La gastroenterologia nella rete della Specializzazione della Facoltà di Medicina dell'Unisa ...
            10
      17/06/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Ospedale: Assumetevi le vostre responsabilità .................................................................... 11
      16/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Nefrologi premiati a Budapest ............................................................................................. 13
Sanità Campania ............................................................................................................................. 14
      17/06/2019 - IL MATTINO
            Alcol, sos minori primo bicchiere già a undici anni .............................................................. 14
      17/06/2019 - IL MATTINO
            Pascale, contro la fuga dei cervelli premio ai giovani ricercatori ......................................... 16
      17/06/2019 - CRONACHE DI CASERTA
            Sabotata l' Oncologia del Moscati ........................................................................................ 17
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 18
      17/06/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
            "Il pubblico deve tornare appetibile, in molti fuggono" ....................................................... 18
      17/06/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
            2025, corsie vuote: Pronto soccorso senza 4mila medici ..................................................... 20
      17/06/2019 - ITALIA OGGI SETTE
            I medici ingegneri ................................................................................................................ 23
      17/06/2019 - IL MESSAGGERO
            L' idea Al pronto soccorso dell' ospedale di Rieti un' app collega i parenti del malato con i
            medici .................................................................................................................................. 25
      17/06/2019 - AFFARI & FINANZA
            La salute non ha prezzo ....................................................................................................... 26
      17/06/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Paradosso-concorsi: pagati solo i dirigenti .......................................................................... 28
      17/06/2019 - AFFARI & FINANZA
            Quanto costa essere sani? Il benessere in Italia vale 43 miliardi ......................................... 30
      17/06/2019 - ITALIA OGGI SETTE
            Registro per la sclerosi ........................................................................................................ 32
      17/06/2019 - AFFARI & FINANZA
            Sanità, sale la necessità di pagarsi le cure e l' assistenza integrativa prende quota ........... 34
      17/06/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
            Test diagnosi neonatale in Lazio e Toscana ......................................................................... 36
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17/06/2019                                                                                                                Pagina 6
                                           La Città di Salerno
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

               «Futuro difficile, non si deve banalizzare»
 Gaetano de Stefano
 Non entra nei dettagli, né dà indicazioni
 di voto in vista dell'elezioni all'Università
 di Salerno, che dovrà scegliere il nuovo
 rettore.    L'ex   magnifico        Raimondo
 Pasquino , tuttavia, pur non citando mai
 il suo erede, Aurelio Tommasetti , ne
 critica la gestione. E, allo stesso modo,
 esprime giudizi tranchant su qualche
 programma dei 5 aspiranti rettori. E,
 soprattutto, si augura, al di là del
 risultato, che «si ripristini il clima di
 comunità che abbiamo sempre avuto nel
 campus universitario salernitano e che è venuto a mancare in questi ultimi tempi».
 Professore, cosa ne pensa dei cinque candidati? Ho visto crescere tutti e non ho
 alcuna antipatia verso nessuno di loro. Anzi, mi sono tutti simpatici. Detto questo,
 devo aggiungere che non tutti, a mio avviso, hanno espresso nei loro programmi un
 aspetto compiuto di un rettorato che voglia lasciare il segno. Qualcuno ha addirittura
 espresso il vuoto assoluto nei contenuti. Perciò, se dovesse vincere, i risultati
 saranno pessimi per l'Università. E questo mi dispiace molto, perché avendo
 lavorato tanti anni in questo ateneo, mi aspetto che ci sia un progredire e non un
 regredire. Qual è, secondo lei, il miglior programma? Indubbiamente quello che
 rappresenta un contenuto di prospettive per la nostra Università. E il contenuto di
 prospettive è quello che tende ad esprimere gli aspetti che sono importanti, che
 sono le precondizioni. Il fatto che si faccia una buona didattica, una buona ricerca,
 un buon trasferimento tecnologico di ciò che si produce all'Università, non possono
 essere gli elementi che caratterizzano l'aspetto programmatico di un candidato. Il
 candidato rettore deve avere proprietà eccezionali e particolari, deve programmare
 il futuro dell'Università, secondo concetti che sono d'innovazione e di un'originale
 posizione di governo. Non si può tirare a campare. Che giudizio dà dell'Università di
 Salerno? Chi pensa che abbia raggiunto un obiettivo non conosce bene i parametri
 con i quali si misurano le valutazioni. Perché la nostra Università ha raggiunto sì
 livelli elevati ma ha bisogno ancora di tanto impegno. Che non significa cercare di
 lucrare su quello che finora si è ottenuto. Abbiamo bisogno di formare gli studenti
 con un impegno quotidiano, legato all'attività di ricerca. Il prossimo rettore avrà
 davanti a sé una strada in salita o in discesa? È la strada di un impegno importante,
 che però non può essere affrontata da chi non conosce il sistema universitario. La
 strada è difficile, complessa, e non può essere banalizzata. Ho letto programmi in cui
 abbondano le ovvietà. Si parla di costruire un nuovo ospedale ignorando che è in
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fase di progettazione il nuovo Ruggi d'Aragona e ci sono 340 milioni già finanziati.
Parlare di un ospedale in un luogo diverso dalla città di Salerno è come se non si
fosse capito nulla della Facoltà di Medicina. Purtroppo questo è il dramma che noi
scontiamo e che ha fatto sì che, negli ultimi sei anni, Medicina abbia stentato a
progredire». Quale Università ha lasciato e quale università troverà il nuovo rettore?
L'Università che ho lasciato io non è la stessa che sto vivendo da professore emerito.
Non trovo nessuno degli impegni che erano stati portati avanti dalla vecchia
amministrazione che siano stati programmati, a meno di qualche operetta esterna al
sistema universitario, che però ha portato solo ulteriori spese. C'era una
internazionalizzazione che era stata avviata con i docenti, con scambi con Università
estere. E oggi sento parlare di studenti cinesi che vengono comprati. Se vogliamo
fare un'internazionalizzazione seria non possiamo trascurare i nostri studenti per
avere in cambio studenti cinesi. Questi sono escamotage delle Università di piccolo
cabotaggio. L'internazionalizzazione deve essere una scelta degli studenti che
vogliono venire, avendo le condizioni per i servizi, una didattica adeguata e la
possibilità di un inserimento nel tessuto vivo del campus universitario».

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17/06/2019                                                                                                               Pagina 3

                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

     «La classe medica è stanca di essere il tappabuchi delle
           errate scelte di programmazione sanitaria»
 pieffe
 Hanno chiesto l'immediata revoca della
 delibera e una convocazione urgente per
 discutere del da farsi Ennesimo schiaffo
 alla classe medica: ancora una volta si
 vende carne sulla nostra pelle, il
 Governatore, da un lato ringrazia i
 medici per il lavoro che svolgono,
 dall'altro ne mortifica la professionalita.
 La Regione Campania ritiene di
 mantenere         i   livelli   essenziali
 nell'emergenza urgenza riducendo ed
 abbassando i restanti livelli essenziali di
 assistenza!. Scrivono le organizzazioni
 sindacali di categoria in risposta alla
 nota di Postiglione e Patrone. Il tutto in
 dipregio delle piu elementari norme sulle
 relazioni sindacali evitando, su un tema
 cosi     sensibile,  qualsiasi   confronto
 sindacale. La classe medica e stanca di
 essere il tappabuchi delle errate scelte di
 programmazione sanitaria che offendono
 la dignita della professionalitae, cosa
 ancor piugrave, mettono a repentaglio la sicurezza e la qualita dell'assistenza. I
 sindacati hanno chiesto tra le altre cose l'immediato ritiro della circolare, la
 convocazione urgente per concordare soluzioni immediate alla drammatica
 situazione nei printo soccorso al fine di garantire i Livelli di assistenza,
 l'appropriatezza assistenziale e il benessere lavorativo e l' attivazionedi un- Tavolo
 di confronto per avviare una seria programmazione del sistema integrato di
 emergenza sanitaria.

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17/06/2019                                                                                                                  Pagina 24
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 5.470
                                                                                                                            Lettori: 107.296
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

 Il medico musicista al piano per i bimbi in lotta con il tumore
 Sabino Russo
 Una donazione anonima, uno strumento
 di cura. Specie per l' anima. Grazie a
 questo dono, Ernesto Falcone, medico
 del reparto di radioterapia del Ruggi,
 ogni giorno, al suo ordinario turno di
 lavoro, aggiunge l' amore per la musica
 che offre ai suoi piccoli pazienti,
 suonando quel pianoforte a muro da
 studio posto nella colorata sala di
 accoglienza. Il dono è di una nota ditta
 dell' Agro nocerino sarnese, a nord di
 Salerno, che ha avuto l' amorevole
 slancio verso i bambini. Il pianoforte ha
 così cambiato il concetto di concepire i
 tempi e gli spazi dell' ospedale. Lui,
 Ernesto, si siede e, quasi sfiorando quei
 tasti bianchi e neri, incanta chi lo
 ascolta. Le note si diffondono nel
 reparto. Tutti si fermano e, all' unisono,
 gli angoli della bocca dei presenti, vanno
 verso l' alto. NOTE E SORRISI I piccoli
 giocano mentre il medico parla loro con
 il linguaggio universale della musica. «È
 di turno Ernesto, oggi», si dicono i
 colleghi, sorridendo. Ed anche i bambini. Brividi, emozioni, sorrisi. La magia della
 musica in corsia stravolge un luogo che non è solo cura, sofferenza. Ma anche
 riflessione. La radioterapia pediatrica dell' azienda ospedaliera di Salerno è da
 sempre un passo avanti nel percorso che comunemente si definisce di
 «umanizzazione», la capacità di rendere più umana, più sopportabile, una corsia.
 Specie per i bambini. L' ACCOGLIENZA Qui i bimbi vengono accolti in luoghi colorati,
 abbelliti da disegni, da fumetti sulle pareti. La Open onlus, attraverso «30 ore per la
 vita» e la testimonial Lorella Cuccarini, spesso al Ruggi, hanno dato un contributo
 notevole a questa radioterapia, definita una delle più belle d' Italia, una di quelle che
 non mettono in soggezione i bambini, ma li accompagna fantasticando ad effettuare
 la terapia salvavita. Il bunker, infatti, che è lo spazio dove ha luogo il trattamento
 radioterapico dei piccoli pazienti e dove restano soli per ore, grazie ai dipinti dell'
 artista Silvio Irilli, è stato trasformato in un mega acquario, così i piccoli sono accolti
 da paesaggi marini che hanno inondato uno spazio, prima grigio e anonimo, di oltre
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200 metri quadri. Altro elemento fondamentale nel percorso di umanizzazione, poi, è
anche lo spazio giovani: un luogo in cui i ragazzi possano ritrovarsi, condividere del
tempo insieme, parlare delle cose che hanno in comune, vivere dei momenti di
spensieratezza nonostante la malattia. Insieme a questo, il reparto è dotato anche di
una macchina che consente di effettuare una terapia particolarmente moderna ed
efficace, irradiando solamente il tumore e risparmiando i tessuti sani, migliorando l'
intento terapeutico e riducendo gli effetti collaterali. L' ASSISTENZA È diventato
punto di riferimento per i bambini malati di cancro della regione e di tutto il Sud
Italia. Nel Belpaese sono 5 gli centri pubblici di alta specialità, tutti situati da Roma
in su. In Campania, ogni anno, vengono diagnosticati circa 200 nuovi casi di tumore
in età pediatrica. Mentre le leucemie guariscono con la sola chemioterapia, la
radioterapia gioca un ruolo fondamentale nella cura di molte neoplasie e si stima
che circa i due terzi dei piccoli pazienti (circa 70 nuovi trattamenti annui in
Campania) ne possano beneficiare nel corso della malattia, data la spiccata
radiosensibilità dei tessuti durante l' età evolutiva. Al Ruggi, in media, vengono
trattati circa 30 bambini. Grazie alla Open, poi, Salerno è diventata anche capitale
della ricerca scientifica sul cancro pediatrico. Da oltre 15 anni, infatti, la onlus
promuove sul territorio eventi benefici e campagne di raccolta fondi per sostenere la
ricerca e combattere i tumori pediatrici, diventando un punto di riferimento a livello
nazionale ed europeo per la promozione di nuovi studi e ricerche sul neuroblastoma
e i tumori solidi pediatrici. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/06/2019                                                                                                                Pagina 3

                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

         Sono in pochi i medici al Pronto soccorso del Ruggi
 Pina Ferro
 La carenza riguarda anche alcuni reparti
 dell'ospedale di via San Leonardo,
 esonerati e beneficiari della legge 104
 determinano vuoti nelle turnazioni di
 Pina Ferro E' piena emergenza al Pronto
 soccorso dell'ospedale San Giovanni di
 Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno. Allo
 stato attuale si preannuncia un'estate
 rovente in tutti i sensi. Alla mancanza di
 personale infermieristico ora si aggunge
 anche quello medico. Una carenza di
 camici bianchi che investe il Pronto
 soccorso ma anche alcuni reparti del
 nosocomio di via San Leonardo. Alla
 base di tale mancanza vi sono vari
 motivi. Ad esempio vi è un gran numero
 di       camici      bianchi       esonerati
 dall'effettuare turni di lavoro superiori a
 sette ore. Particolare questo che
 automaticamente esclude il camice
 bianco in questione a coprire turni di
 notte. Solitamente, gli esonerati sono
 coloro che presentano dei problemi di salute. Ovviamente, a riempire il vuoto nella
 turnazione che si viene a creare sono i colleghi di reparto che in ogni caso non
 possono effettuare troppi turni notturni durante una settimana o un mese. Ai camici
 bianchi esonerati si aggiungono quelli che poi beneficiano della legge 104. Insomma,
 la situazione sembra essere alquanto critica e, fino ad ora nessuna soluzione è stata
 ipotizzata. Intanto, i sindacati dei camici bianchi sono sul piede di guerra a seguito di
 una nota giunta dalla regione Campania, a firma del direttore Generale per la Tutela
 della salute Antonio Postiglione e dal Dirigente Uod della Regione Campania Gaetano
 Patrone, ed indirizzata ai direttori generali o commissari delle Aziende Sanitarie
 Locali, delle Aziende Ospedaliere e dell'Azienda ospedaliera Universitaria San
 Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona. Nella nota, commissari e direttori generali sono
 stati invitati a valutare l'utilizzo del personale medico appartenenti alle discipline
 medico chirurgiche nell'ambito delle attività di pronto soccorso. Ciò al fine di
 scongiurare il rischio che l'attuale carenza di organico possa causare inefficienze o
 interruzioni di pubblico se rvizio nel sistema dell'emergenza urgenza ospedaliera e
 territoriale nel periodo estivo. Ovviamente, il tutto senza determinare incremnti
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delle prestazioni aggiuntive. La nota ha scatenato l'immediata reazione delle
organizzazioni sindacali di categoria.

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17/06/2019                                                                                                               Pagina 24
                                    Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                         EAV: € 4.387
                                                                                                                         Lettori: 107.296
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

  Assistenza a ostacoli e caos ambulanze Sos dal Cilento: «Ci
                       prendono in giro»

 IL CASO IL CASO Carmela Santi «Cittadini
 del Cilento allertatevi». È il grido di
 allarme che arriva da Agropoli in merito
 alla situazione sanitaria. Dalla chiusura
 dell'      ospedale         cittadino     al
 ridimensionamento        del    numero    di
 ambulanze dopo il caso Squecco. È tutto
 contenuto in un manifesto che da
 Agropoli, a firma di un gruppo di cittadini
 e operatori sanitari, vuole risvegliare l'
 attenzione dei cilentani sulla qualità dell'
 assistenza       sanitaria.     «Ci   viene
 raccontato - si legge - che vengono
 effettuati interventi di potenziamento
 della rete sanitaria nel Cilento. Per l'
 ospedale ci risulta che da quando è stato
 riattivato, il Psaut funziona sempre allo
 stesso modo. Probabilmente chi ci
 informa o non sa cosa c' è nell' ospedale
 o non vuole far sapere la realtà: i
 pazienti che arrivano sono solo di
 passaggio per poi essere dirottati presso
 altri presidi». Il manifesto continua: «I
 vertici dell' Asl e del comune, ringraziano
 associazioni, medici e rianimatori che contribuiranno alla copertura dei turni nelle
 varie postazioni estive. Ma ci prendono per i fondelli? Sappiamo per certo che le 10
 postazioni estive (che ormai da anni vengono attivate), sono composte solo da
 autista-soccorritore e infermiere. Ci chiediamo quindi: questi medici e rianimatori
 che turni devono coprire?». LE AMBULANZE Il manifesto arriva quindi alla situazione
 attuale delle ambulanze. «Fino a meno di una settimana fa, la provincia di Salerno
 era provvista di cinque ambulanze di tipo rianimative, con a bordo personale
 qualificato cui anestesita rianimatore, infermiere e autista, un vero e proprio
 ospedale viaggiante, ubicate a Salerno, Licinella, Agropoli, Vallo e Polla. Si sono
 ridotte a tre per la soppressione di due rianimative a Licinella e Agropoli. Per
 ovviare, l' Asl non ha ritenuto opportuno sostituire le due ambulanze soppresse
 (proprio in vista dell' estate) ma ha pensato bene di spostare la rianimativa di

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Salerno ad Agropoli, lasciando scoperto Salerno città e paesi limitrofi. Un po' come
essere al supermercato ma l' offerto è al contrario, paghi cinque e porti a casa tre».
«E questo sarebbe il potenziamento?» si chiedono i cittadini di Agropoli. L' unica
rianimativa ubicata ad Agropoli ma appartenente a Licinella deve coprire da Eboli ai
paesi dell' alto Cilento con numeri dalle 200 alle 300mila persone. In aggiunta sono
state soppresse tre ambulanze adibite a trasporto interno ospedaliero: Vallo,
Agropoli e Roccadaspide, due delle quali reintegrate in qualche modo. Per tanto le
ambulanze medicalizzate e non, possono essere attivate per trasporti ordinari
ospedalieri sottraendole alla rete di emergenza territoriale. «Non facciamoci
abbindolare - conclude il manifesto - da dichiarazioni di comodo per non far
conoscere la realtà grave ed insostenibile». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/06/2019                                                                                                                Pagina 16

                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

  La gastroenterologia nella rete della Specializzazione della
                Facoltà di Medicina dell'Unisa

 Firmata una convenzionedella durata di
 quattro anni di Vincenzo D'Amico Il
 reparto      di   Gastroenterologia      ed
 Endoscopia Digestiva dell'ospedale Luigi
 Curto di Polla, diretto da dottore
 Riccardo Marmo entra nella rete
 formativa        della       Scuola       di
 Specializzazione Malattie dell'Apparato
 Digerente dell'Università di Salerno. Il
 reparto pollese, fiore all'occhiello della
 struttura ospedaliera e dell'intera Asl
 Salerno, attraverso una convenzione tra
 Azienda Sanitaria Locale di Salerno con
 l'ateneo salernitano. La durata della
 convenzione ha una validità di quattro
 anni. Gli iscritti alla scuola di
 specializzazione      Malattie     Apparato
 Digerente          dell'Unisa        quindi
 frequenteranno l'unità operativa pollese.
 L'Unità Operativa di Gastroenterologia
 ed Endoscopia digestiva è uno dei
 reparti    di   eccellenza     del   plesso
 ospedaliero valdianese, in grado di attrarre pazienti provenienti da tutta Italia. Ogni
 anno vengono effettuati circa tremila esami ed è l'unico reparto in Campania che
 effettua l'esame endoscopico con doppio pallone, motivo per il quale l'unità
 operativa è diventata uno dei centri di riferimento in Italia per le malattie del piccolo
 intestino. Il dottor Marmo è uno dei massimi esperti in per questo tipo di esame.
 Emblematico è stato nel 2017 il caso di un paziente pugliese al quale i medici
 dell'ospedale dove era ricoverato gli avevano indicato due ospedali per effettuare un
 esame endoscopico: il Curto di Polla o in alternativa il Gemelli a Roma. Unico
 problema è la ormai perenne ed endemica carenza di personale e del quale si spera
 che in tempi ragionevoli ci sia la possibilità di una implementazione
 dell'organico.nevdrganico

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17/06/2019                                                                                                                   Pagina 16

                                     Argomento: Sanità Salerno e provincia

             Ospedale: Assumetevi le vostre responsabilità
 di Pina Ferro
 I difensori del nosocomio invitano tutti a
 confrontarsi     ma      su     cose      serie
 Assumetevi le vostre responsabilità!. Il
 comitato      dei      cittadini     Salviano
 l'Ospedale di Roccadaspide risponde ai
 politici che nei giorni scorsi hanno preso
 posizioni sull'ospedale di Roccadaspide.
 L'emergenza sanità c'è ed è inutile
 nasconderlo.        -      sottolineano        i
 rappresentanti del- Comitato - Si tratta
 di un dato oggettivo ed incontestabile.
 Eppure, pur di non affrontarla in modo
 serio, si attaccano le persone che, nel
 tempo, hanno deciso di far sentire la
 propria voce con educazione e fermezza
 senza offendere nessuno. Il Comitato
 Salviamo l'Ospedale di Roccadaspide e
 della Valle del Calore si è sempre e solo
 occupato di tutelare il diritto alla salute
 dei cittadini. Tutto il resto è veramente
 indecoroso. E se qualcuno scrive un post
 in maniera autonoma rappresenta se
 stesso, perché fare strumentalmente di tutta l'erba un fascio?Proviamo ad avere
 rispetto per il territorio, per i diritti e per la verità. La salute, lo ribadiamo, non può
 essere oggetto di illazioni o arringhe. Contano i fatti i quali, alla luce di quanto
 riportano gli utenti, dicono che non si riesce a garantire a tutti l'assistenza
 adeguata. Se confronto deve esserci che sia su cose serie! Lasciamo, per favore,
 fuori dalle beghe personali un tema così importante come l'Ospedale che è di tutti e
 sta cuore a tutti!. Nei giorni scorsi ad occuparsi dell'ospedale di Roccadaspide era
 stato vicesindaco rocchese Girolamo Auricchio che riferendosi ad un'interrogazione
 presentata in Regione dai consiglieri pentastellati ha affermato: A distanza di circa
 un mese dalla sciagurata interrogazione a risposta scritta del Gruppo consiliare
 regionale dei 5 Stelle sul Dea di I° livello Eboli Battipaglia Roccadaspide, indirizzata
 al Presidente della Giunta Regionale della Campania, On. De Luca, si registra un
 inaccettabile silenzio di quelli che si spacciavano per strenui difensori dell'ospedale
 di Roccadaspide, quelli che volevano fare la rivoluzione, ovviamente a chiacchiere:
 comitati, gruppo consiliare di minoranza del comune di Roccadaspide, amazzoni di
 varia specie e sciacalli dell'ultim'ora. La replica alle parole di Auricchio non tardò ad
                 Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
arrivare. A prendere posizione è stato il gruppo consiliare di minoranza La Svolta
composta dai consiglieri Franco Mauro, Nicoletta Gnazzo, Maddalena Taurone e
Paolo Antico.: Se non fosse patetica, l'ultima uscita del vicesindaco dovrebbe solo far
sorridere! Di fronte ad un'interrogazione in Regione dei 5 stelle, anziché limitarsi a
rispondere ai quesiti posti, non trova di meglio che accusare di fare solo chiacchiere
anche la minoranza di Roccadaspide LaSvolta. Forse perché quando c'è da
accreditarsi dei meriti è sempre e solo lui il titolare, quando invece c'è da sopportare
delle critiche la colpa è di tutti? Eppure, nonostante il caldo, ricorderà che il gruppo
consiliare di minoranza La- Svolta ha dimostrato sempre massimo senso di
responsabilità votando in consiglio comunale (quindi, non a chiacchiere ma nella
sede opportuna) ogni istanza a difesa e tutela della sanità della Valle del Calore e
dell'Ospedale.

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16/06/2019                                                                                                                Pagina 17
                                           La Città di Salerno
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

                             Nefrologi premiati a Budapest

 Premiati i nefrologi dell'ospedale di Eboli
 al Congresso Europeo di Nefrologia. La
 manifestazione si è tenuta a Budapest,
 in Ungheria. Per i sanitari ebolitani si
 tratta     di    un      altro   prestigioso
 riconoscimento che dà lustro alla
 struttura ospedaliera di via Gian Battista
 Vignola. I tre camici bianchi premiati
 sono: il primario Giuseppe Gigliotti , i
 dottori Michelangelo Nigro e Pierluigi
 D'Angiò . Oltre la dialisi, la diagnosi e la
 cura delle malattie renali, l' Unità
 Operativa Complessa dell'Ospedale Maria Santissima Addolorata è un centro di
 riferimento in tutta l'Italia meridionale per gli esami di istopatologia renale. I medici
 e gli specialisti utilizzano microscopi ed apparecchiature all'avanguardia per poter
 tipizzare con la massima accuratezza le cellule tessutali che vengono prelevate con
 agoaspirazioni sotto guida ecografica con la consolidata collaborazione del radiologo
 Vincenzo Ragone . Un esame istologico accurato dei pezzetti di rene prelevati in sala
 operatoria con aghi speciali consente di formulare diagnosi certe e raffinate che
 sono fondamentali per poter adottare le cure più appropriate. Sotto la guida del
 primario Gigliotti, il reparto ebolitano di nefrologia ha scalato diversi posti nella
 classifica nazionale in base alle opinioni di decine di migliaia di pazienti, attestandosi
 al terzo posto. La classifica considera sia la media voto che il numero di opinioni
 espresse. Per ogni reparto è possibile leggere informazioni e recensioni. Il servizio di
 nefrologia e dialisi del Maria Santissima Addolorata negli anni si è guadagnato
 l'appellativo di eccellenza grazie anche al numero di pazienti che giungano da ogni
 angolo della regione Campania. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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17/06/2019                                                                                                                  Pagina 34

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                                                                                                                            Lettori: 107.296
                                            Argomento: Sanità Campania

          Alcol, sos minori primo bicchiere già a undici anni
 Giuliana Covella
 IL FENOMENO Quando si ritrovano di
 fronte al barman, come bevitori abituali,
 ordinano con disinvoltura il loro primo
 bicchiere, ovviamente a base di
 superalcolico. Una scena che - appena
 chiudono le scuole per la pausa estiva -
 fa rabbrividire se si pensa che l' età del
 cliente seduto davanti al bancone del
 locale ha appena 11 anni. Una fotografia
 allucinante tracciata dall' Ordine dei
 medici di Napoli, nel corso di un
 convegno che si è svolto pochi giorni fa
 sul tema. I numeri sono un vero e
 proprio bollettino di guerra, tenuto conto
 della fascia d' età dei giovanissimi
 consumatori: tutti minorenni dagli 11 ai
 14 anni che il sabato sera si sballano con
 alcol e droghe. Quella che ormai sta
 diventando una moda, con l' inizio delle
 vacanze scolastiche, preoccupa l' Ordine
 dei medici partenopeo, che ha lanciato l'
 allarme. Le intossicazioni da alcol e
 droga, così come gli incidenti stradali
 legati all' abuso di sostanze, danno vita
 a Napoli e in Campania a un quadro preoccupante. Come lo sono i numeri emersi nel
 corso dell' incontro «I giovani e la febbre del sabato sera», voluto e organizzato dalla
 commissione comunicazione e dal Cug (Comitato unico di garanzia) dell' Omceo
 (Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri) Napoli. I DATI Il primo dato allarmante è il
 debutto alcolico dei giovani, che in Campania è sempre più precoce: più della metà
 dei ragazzi ha bevuto il primo bicchiere tra gli 11 e i 14 anni (52,8%). Oltre la metà a
 11-19 anni beve qualche volta (51,6%), mentre l' 8,2% lo fa spesso. Uno «sballo
 mortale», come lo ha definito Giuseppe Galano, responsabile della centrale
 operativa del 118 di Napoli e attività territoriali.«I dati ci dicono che il consumo di
 allucinogeni, anfetamine e droghe sintetiche - ha spiegato Galano - si diffonde ormai
 con estrema facilità tra i giovani e anche tra gli adolescenti. Ed è un fenomeno in
 continuo aumento, anche perché i costi di queste droghe sono bassi e si possono
 reperire con estrema facilità». Ad aggravare la pericolosità di queste sostanze sono i
 mix letali, dato che spesso le pasticche vengono assunte con alcol. L' IDENTIKIT Ma il
                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
dossier presentato all' Ordine dei Medici rivela un altro aspetto preoccupante: l'
identikit dei giovani a rischio non è quello di ragazzi problematici, bensì di «normali
adolescenti che purtroppo non percepiscono il pericolo, vivono tutto questo in modo
inconsapevole e in preda a un senso di emulazione che fa venire meno quello del
rischio». Ragazzi come Nico, il 20enne napoletano morto la scorsa estate dopo una
notte passata in discoteca a Positano e trovato in un vallone della località turistica.
Proprio il papà del ragazzo ha portato la sua testimonianza nel corso del convegno
dell' Omceo di Napoli: «Una delle esperienze più scioccanti - ha detto - l' ho vissuta
all' uscita della discoteca, quando ancora speravo di poter trovare mio figlio in vita.
Decine e decine di giovanissimi erano accasciati a terra, in preda ai postumi di
sbornie o sotto l' effetto di droghe. Una scena da far rabbrividire, vissuta da tutti
come se fosse la cosa più normale del mondo e un solo unico obiettivo: smaltire
rapidamente per mettersi alla guida e tornare a casa», ha concluso. LE PERCENTUALI
I dati campani descrivono una situazione ormai fuori controllo. In particolare, tra i
15-19enni la percentuale di chi beve qualche volta sale al 65% e solo due su dieci
sono astemi. Un terzo degli intervistati ha giocato con gli amici a chi beve di più
(33,1%) e una identica percentuale rivela di aver visto un amico o un conoscente
riprendersi o farsi riprendere in video mentre beveva.Altrettanto preoccupanti sono i
dati relativi al 2018 che emergono dalla centrale del 118 di Napoli. L' anno scorso le
chiamate di soccorso per abuso di alcol sono state 409 (nei primi 5 mesi del 2019
sono già poco meno di 150), quelle per crisi dovute al consumo di droga 372 (nei
primi 5 mesi del 2019 poco meno di 70).Addirittura 4.673 gli incidenti stradali legati
al consumo di sostanze stupefacenti e alcool (da gennaio a maggio 2019 già 1.395).
Il dossier svela che nei mesi estivi l' accesso al 118 per incidenti stradali e
assunzione di stupefacenti aumenta in modo esponenziale. Due sono inoltre i mesi
più critici, luglio e agosto, che invece dovrebbero essere i periodi migliori per
mettersi alla guida. Sessanta giorni in cui la rete dell' emergenza e urgenza regge a
fatica. Il sovraccarico di lavoro è spesso determinato dal trend dello sballo estivo:
ebbrezza alcolica fino al coma etilico, uso di sostanze stupefacenti rimediate a poco
prezzo all' ingresso di locali e discoteche oppure passeggiando sul lungomare delle
località balneari. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/06/2019                                                                                                                Pagina 24

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                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

       Pascale, contro la fuga dei cervelli premio ai giovani
                            ricercatori

 Intercettare la fuga dei cervelli,
 trattenere in Campania i più brillanti
 giovani ricercatori protagonisti della
 ricerca biologica, clinica e di base sul
 cancro, valorizzare i giovani formatisi
 nelle scuole biomediche della Campania,
 regione      riconosciuta       a      livello
 internazionale come capitale della
 genetica e della biologia molecolare.
 Sono questi gli obiettivi del Premio
 giovani ricercatori che sarà assegnato
 domani nel corso della due giorni in
 programma a Napoli dedicata all'
 approfondimento scientifico, ai giovani e
 alla ricerca biomedica sul cancro. L'
 appuntamento è per oggi e domani
 presso la sala convegni dell' Eremo dei
 Camaldolesi. È atteso l' intervento di
 Armando Bartolazzi, anatomapatologo e
 sottosegretario       alla     Salute.      L'
 organizzazione del premio e delle
 giornate è a cura della direzione
 scientifica del Pascale. Tutti i relatori
 afferiscono ad unità operative cliniche e
 di ricerca dell' Istituto con l' eccezione di Antonio Giordano (nella foto), scienziato
 napoletano docente presso l' Università di Siena e direttore dello Sbarro Institute di
 Philadelphia che terrà una lettura magistrale sul ciclo cellulare e che con il Pascale
 ha sviluppato un rapporto di collaborazione presso il polo di Mercogliano. «Grazie al
 contributo liberale della Banca d' Italia di 50mila euro - avverte Gerardo Botti
 direttore scientifico del Pascale - abbiamo istituito questo premio che intende
 valorizzare i giovani ricercatori campani evitando che vadano all' estero». «Un modo
 concreto - aggiunge Antonio Giordano - per aiutare giovanissimi ricercatori campani,
 alcuni rientrati dagli Usa, che vogliono integrare le loro competenze nel Pascale».
 «Abbiamo dato trasparenza e legittimità a questa iniziativa - conclude il manager del
 Pascale Attilio Bianchi - con una apposita delibera in cui questo Istituto ha ottenuto il
 via libera a 6 progetti di ricerca». e. m. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/06/2019                                                                                                                Pagina 9

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

                         Sabotata l' Oncologia del Moscati

 Reparto     allagato     con    la   pompa
 antincendio, manomessi apparecchi per
 preparare farmaci AVERSA (Renato
 Casella) - Doppio sabotaggio al reparto
 Oncologia dell' ospedale Moscati. L'
 episodio è avvenuto venerdì scorso ed è
 stato denunciato alla polizia. Nella
 mattinata, qualcuno ha aperto il
 rubinetto della manichetta antincendio,
 allagando il reparto (che si trova al
 quarto piano dell' edificio). Inoltre, sono
 state     manomesse        apparecchiature
 utilizzate per preparare i farmaci
 antiblastici. Il personale del reparto è
 corso ai ripari e le medicine sono state
 preparate         nel       reparto       di
 Oncoematologia.       L'     organizzazione
 interna ha quindi fatto in modo che i
 pazienti ricevessero comunque i propri
 farmaci. Nel pomeriggio il dirigente di
 Oncologia Enrico Barbato si è recato al
 commissariato di polizia, guidato dal
 primo dirigente Vincenzo Gallozzi, e ha presentato denuncia contro ignoti. La polizia
 scientifica ha quindi effettuato un sopralluogo nel reparto, anche se di tracce non ne
 erano rimaste molte: il personale ospedaliero era ovviamente intervenuto per
 rimediare al danno e poter proseguire l' attività di assistenza e quindi la "scena del
 crimine" era ampiamente contaminata. C' è un altro elemento che complica
 ulteriormente le indagini: in questo periodo ci sono lavori in corso nell' ospedale e
 quindi ci sono in giro gli addetti delle ditte incaricate, per cui è facile che persone
 estranee non vengano notate. La polizia ha trasmesso segnalazione dell' accaduto
 alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. Difficile comprendere
 i motivi del sabotaggio: si spera che dalle indagini possano emergere elementi utili.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/06/2019                                                                                                                Pagina 14

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                                                                                                                          Lettori: 101.864
                                          Argomento: Sanità nazionale

      "Il pubblico deve tornare appetibile, in molti fuggono"
 Rob. Rot.
 L'    intervista.   Pierpaolo      Sileri   -
 Commissione          Sanità         (Senato)
 "Posticipare di poco l' età pensionabile
 dei medici per affrontare l' emergenza".
 Un' idea che andrebbe presa in
 considerazione secondo Pierpaolo Sileri (
 M5S ), presidente della commissione
 Sanità in Senato, in questa fase di
 carenza negli ospedali. Onorevole Sileri,
 abbiamo già perso 10 mila medici ed
 entro il 2025 ne mancheranno altri
 16.700.       L'     immissione         degli
 specializzandi dal penultimo anno sarà
 risolutivo? Sicuramente è un enorme
 passo avanti per risolvere una situazione
 causata dall' errata programmazione
 degli anni passati. L' immissione nel
 mercato del lavoro degli specializzandi,
 con l' aumento delle borse di
 specializzazione, 1.800 in più e 840 per
 la medicina generale, e lo sblocco del
 turn over rimetteranno in marcia un
 sistema fermo. In ultima istanza, si
 potrebbe valutare l' ipotesi di posticipare di pochi anni la pensione per i medici,
 prolungare l' età pensionabile per far fronte a un' emergenza. Le borse di
 specializzazione sono state portate a 8 mila, ma per sbloccare l' imbuto formativo ne
 servono 10 mila all' anno È un' idea che dovranno valutare ministero della Salute e
 Miur. Per i sindacati, il servizio sanitario nazionale rischia di essere poco attrattivo
 per i giovani specialisti. Cosa si può fare per spingerli nel pubblico in Italia? Rispondo
 da medico prestato alla politica: so che significa lavorare nel pubblico, la situazione
 poi varia da regione a regione. Laddove c' è stato il blocco del turn-over i medici
 hanno sofferto carenza di personale e turni massacranti. I numerosi e spesso
 incomprensibili tagli hanno aggravato le condizioni lavorative. Per rendere più
 attrattivo il pubblico è necessario assicurare condizioni migliori di lavoro e
 valorizzare il lavoro stesso: deve essere rinnovato il contratto dei medici. Basterà
 aumentare gli stipendi? Bisogna anche agire per il contenzioso medico-legale che,
 sommato ai fattori citati, allontana i medici dal Servizio sanitario nazionale, anche
 sul finire di carriera. Medici che scelgono di andare nel privato. Non va dimenticato
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che ci sono sì concorsi che vanno deserti, ma che in altri si presentano a decine
quando magari ci sono solo due posti disponibili. C' è chi dice che gli specializzandi
al penultimo anno non siano ancora pronti. Metterli al lavoro potrebbe aumentare le
cause civili contro lo Stato? Obiezione sensata, ma bisogna ricordarsi che lo
specializzando è già un medico abilitato a tutti gli effetti. È fondamentale a mio
avviso il ruolo del consiglio della scuola di specializzazione e la valutazione del
percorso formativo del candidato per definire la sua maturità lavorativa. Maturità e
completezza lavorativa da raggiungere solo in quelle strutture appartenenti alla rete
formativa. La maggioranza vuole riformare la formazione? Come vedrebbe la nascita
di contratti di formazione-lavoro e il coinvolgimento di ospedali di apprendimento? Il
contratto per la scuola di specializzazione è già una sorta di formazione-lavoro.
Creare ospedali di distretto collegati con l' università è necessario per formare
quanti più medici possibili, ma con standard definiti e di qualità alta. Personalmente,
dunque, sarei più che favorevole, sempre nell' ambito di reti formative universitarie
o di ospedali affiliati, validati come idonei alla formazione con monitoraggio continuo
per qualità e volume dell' offerta formativa.

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17/06/2019                                                                                                                Pagina 14

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                                                                                                                          Lettori: 101.864
                                          Argomento: Sanità nazionale

     2025, corsie vuote: Pronto soccorso senza 4mila medici
 Roberto Rotunno
 Sono quasi dieci anni che si parla di
 come i nostri ospedali pubblici si stiano
 svuotando di medici. La stretta sui fondi
 alla sanità, scelta presa dai governi dopo
 lo scoppio della crisi del 2008, ci ha già
 fatto perdere 10 mila camici bianchi.
 Entro il 2025, in 52 mila andranno in
 pensione - anche grazie a Quota 100 -
 mentre mantenendo gli attuali ritmi di
 reclutamento ne entrerebbero solo 36
 mila. Questo porterà l' ammanco a oltre
 26 mila, con l' effetto di indebolire
 ancora il servizio sanitario nazionale e di
 renderlo sempre meno capace di
 rispondere     alle   esigenze     di   una
 popolazione      che    invecchia.    Meno
 assistenza ai bimbi e per le cure in
 emergenza A essere penalizzati saranno
 soprattutto i pronto soccorso, ma anche
 pediatria, medicina interna, anestesia,
 rianimazione e chirurgia. In questi giorni
 il governo è impegnato nel tentativo di
 tamponare questa emergenza con una
 norma contenuta nel decreto Calabria. Il provvedimento, che è all' esame del
 Senato, prevede un paio di novità importanti. La prima è lo sblocco del turn-over, il
 quale permetterà di far saltare il tappo che in questi anni ha limitato gli ingressi. La
 seconda è la possibilità di assumere con contratti a tempo determinato gli
 specializzandi a partire dal penultimo anno del corso di studi; mettere a lavoro con
 due anni di anticipo i quasi-specialisti, insomma. Una soluzione che sulla carta
 avrebbe la capacità di dare una grossa mano, perché permetterebbe 12 mila
 arruolamenti solo nel corso di quest' anno, ma che è stata molto criticata dalla
 Conferenza dei rettori universitari italiani (Crui) in quanto ritiene sia incostituzionale.
 A prescindere da come la si pensi su questo punto, si tratta comunque di una toppa,
 che tra l' altro potrebbe non essere incisiva in tutti i territori e in tutte le aree. Il
 motivo è che oggi la carenza di medici non dipende solo dalla quantità di sanitari
 ammessi alla specialistica, ma anche dalla distribuzione tra le diverse tipologie.
 Questo è conseguenza delle scelte individuali dei giovani dottori, che come tali sono
 difficili da controllare o indirizzare. Secondo il sindacato Anaao-Assomed, però,
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bisognerebbe innanzitutto incentivarli a optare per il servizio sanitario garantendo
stipendi in linea con gli altri paesi europei e possibilità di avanzamenti di carriera. E
soprattutto retribuendo in modo adeguato il disagio, i turni notturni e le mansioni
pericolose. Questo spingerebbe più ragazzi a scegliere settori come la medicina di
emergenza e urgenza, che come detto è quello più esposto allo svuotamento. Il
meridione sempre più penalizzato Nelle stanze dei pronto soccorso, secondo lo
studio redatto dall' Anaao, la carenza per le mancate sostituzioni dei pensionati
arriverà 4.241 unità nel 2025. In Campania mancheranno ben 800 specialisti di
quest' area, nel Lazio 544, in Puglia 498, in Sicilia 356. Insomma, a essere colpito
sarebbe soprattutto il Sud, mentre nelle strutture al Nord il gap di personale sarebbe
un po' più contenuto. A salvarsi saranno solo l' Umbria, oltre che le Regioni più
piccole, ovvero il Molise e la Valle d' Aosta. Al secondo posto della classifica di chi
subirà le maggiori conseguenze è la pediatria, che registrerà tra sei anni un
ammanco di 3.394 camici bianchi. In questo caso la distribuzione geografica è più
composita, perché la più colpita sarà la Lombardia, con 510 caselle vuote, seguita
dalla Sicilia con 471 e dalla Toscana con 329. Il territorio attorno a Milano sarà il più
sfortunato anche per la medicina interna, con un buco da 377 specialisti. Se la
passeranno male anche l' Emilia Romagna (238) e la Toscana (202). Tutti questi
numeri derivano dalla fotografia scattata prima che arrivasse il decreto Calabria.
Quindi saranno mitigati, non si sa ancora in che misura, dall' immissione di
specializzandi al penultimo anno. Ma, secondo i sindacati, la strada per risolvere la
situazione è ancora lunga. Fino a oggi, ogni Regione aveva un limite di spesa per il
personale sanitario, pari a quanto speso nel 2004 meno l' 1,4%. Ora invece il
parametro che costituirà il limite massimo sarà la cifra investita nel 2018 e
aumentata ogni anno di una somma pari al 5% dell' incremento del fondo sanitario
regionale. "Questo penalizzerà le regioni che in questi anni sono state sottoposte a
piano di rientro - afferma Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao Assomed - Molti
dei 10 mila medici mancanti sono in Sicilia, Campania, Puglia, Calabria". In sostanza,
si prende come riferimento un livello di spesa al quale si è arrivati dopo anni di tagli.
Quindi un punto di partenza che sarà ancora basso soprattutto per chi ha dovuto
contenersi per risanare i bilanci. Questi risparmi, secondo una stima della Fp Cgil,
hanno portato gli organici del comparto sanità (non solo i medici) a ridursi di 43 mila
unità tra il 2007 e il 2017. L' imbuto dopo l' università. Specializzazione per pochi
Parallelo al problema delle corsie vuote c' è quello del cosiddetto imbuto formativo.
Cioè della schiera di laureati in medicina che non sono riusciti a entrare nelle scuole
di specializzazione, a causa dei pochi posti disponibili, e sono fermi. Al momento ne
abbiamo 8 mila, ma molti si aspettano che superino i 10 mila con il prossimo
concorso. Lo stato Italiano ha speso 150 mila euro per ognuno - a tanto ammonta la
spesa pubblica per un laureato - ma ora non dà loro la possibilità di far fruttare le
competenze acquisite all' università tenendoli fuori dalle specializzazioni. Ogni anno
la facoltà di Medicina sforna quasi 10 mila nuovi dottori. I posti banditi nelle scuole
post-laurea fino allo scorso anno erano solo 6.100. A partire dal 2019 il governo li ha
aumentati fino ad arrivare ad 8 mila, ai quali si sommano i 2 mila per medicina
generale. Questo vuol dire che nei prossimi anni ci sarà equilibrio tra numero di
laureati e numero di borse per le specializzazioni. "Secondo noi andrebbero

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comunque ancora aumentate - dice Carlo Palermo - per assorbire chi è rimasto fuori
per l' imbuto formativo degli scorsi anni". Tra l' altro, avere 10 mila posti per
specializzandi non dà la certezza che tutti loro, una volta terminati gli studi,
andranno a lavorare per il servizio pubblico. "Alcuni sceglieranno il privato, altri l'
estero. Qui da noi nei primi cinque anni di carriera si prendono 2.300 euro, negli altri
Paesi europei si guadagna circa il doppio". Inoltre nell' ultima legge di stabilità la
Lega ha fatto inserire l' estensione dell' aliquota minima al 15% per le partite iva
fino a 65 mila euro di reddito. Quella che impropriamente viene definita "flat tax",
perché permangono gli altri scaglioni, finisce comunque per creare un incentivo alla
libera professione, che quindi può indurre i medici a preferire il vantaggio fiscale
piuttosto che un percorso da dipendenti del servizio sanitario pubblico nazionale.

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17/06/2019                                                                                                                Pagina 42

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità nazionale

                                            I medici ingegneri
 PAGINA A CURA DI FILIPPO GROSSI
 Humanitas e Politecnico lanciano la
 Medtec school Cure innovative con la
 tecnologia Medicina di precisione,
 terapie geniche, intelligenza artificiale,
 neuro-robotica e big data: sono solo
 alcuni dei temi con cui i futuri medici si
 troveranno sempre più a confrontarsi
 quotidianamente e che dovranno saper
 gestire al meglio per il bene del
 paziente. È questa l' essenza di Medtec
 school, il nuovo corso di laurea
 internazionale in medicina di Humanitas
 university e Politecnico di Milano, che
 integra e potenzia le competenze della
 figura professionale del medico chirurgo
 con quelle tipiche dell' ingegneria
 biomedica.      Un     corso     che,    per
 caratteristiche e durata, è oggi unico al
 mondo. Il nuovo corso di laurea, in lingua
 inglese, offre un percorso formativo di 6
 anni del tutto innovativo e creato ad hoc
 con     l'   obiettivo    di    formare      i
 «medici.ingegneri» in grado di comprendere a fondo e gestire consapevolmente le
 tecnologie avanzate che caratterizzano - e sempre più caratterizzeranno in futuro -
 la professione medica, per offrire ai pazienti cure innovative e personalizzate. Al
 termine del percorso di studi, i laureati in medicina potranno richiedere al
 Politecnico il rilascio anche della laurea triennale in ingegneria biomedica, per poi
 proseguire secondo la loro vocazione: nella pratica medica nelle scuole di
 specializzazione, nella ricerca medica e ingegneristica con PhD tecnici o
 direttamente nell' ambito dell' industria. Con 50 posti disponibili per anno, il corso
 sarà ospitato in un nuovo edificio in grado di riflettere anche architettonicamente e
 nell' organizzazione degli spazi l' integrazione tra medicina e ingegneria
 caratteristica del percorso: laboratori aperti e modulabili, che si connettono con le
 aule in cui si svolgono le lezioni frontali, infatti favoriranno lo scambio di conoscenze
 e la comunicazione tra studenti e docenti di discipline diverse. L' appuntamento con
 il test d' ingresso è previsto per il prossimo 6 settembre. Il test, interamente in
 lingua inglese, è volto a cogliere l' attitudine e la propensione dei candidati allo
 studio sia delle life science tipiche della medicina che delle hard science tipiche dell'
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ingegneria. Per iscriversi e per avere maggiori informazioni, consultare il sito web:
www.polimi.it.

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17/06/2019                                                                                                               Pagina 18

                                                                                                                         EAV: € 9.322
                                                                                                                         Lettori: 292.828
                                         Argomento: Sanità nazionale

    L' idea Al pronto soccorso dell' ospedale di Rieti un' app
             collega i parenti del malato con i medici

 L' EMERGENZA Preoccupazione, tante
 domande e poche informazioni. Le sale
 di attesa del Pronto soccorso sono un
 luogo in cui è difficile restare tranquilli.
 Dall' altro lato di una porta si trova una
 persona cara che sta male e sulle cui
 condizioni, spesso, si riesce a sapere
 poco. Una difficoltà nota che l' ospedale
 di Rieti San Camillo de Lellis ha scelto di
 affrontare con una soluzione tech. Al
 Pronto soccorso è in funzione la prima
 app in Italia in grado di fornire un
 collegamento tra l' interno e l' esterno
 della struttura d' emergenza. Una
 soluzione innovativa che tiene informati
 parenti e familiari sugli interventi
 diagnostici e terapeutici a cui sono
 sottoposti i loro cari. In pratica dopo che
 il paziente - o chi per lui - ha firmato un
 consenso informato, viene data la
 possibilità di ricevere tutte notizie sullo
 smartphone. «Una volta comunicato il
 numero       di     cellulare    del    suo
 accompagnatore quest' ultimo riceverà
 un link che gli permetterà di accedere alle notizie riguardanti il congiunto». A
 spiegarlo è Flavio Mancini, direttore dell' Unità di Medicina e Chirurgia d'
 accettazione e d' urgenza dell' ospedale. IL RICOVERO «Naturalmente - aggiunge - la
 procedura sviluppata è compatibile con qualsiasi apparato, è solo necessaria una
 connessione ad internet». Pochi passaggi per conoscere codice di accettazione,
 elenco cronologico degli eventi, stanza di ricovero temporaneo, visite ed esami
 diagnostico-strumentali, colore del triage, parametri vitali o anche un alert nel caso
 in cui sia necessario un colloquio con l' accompagnatore da parte del personale
 sanitario. Uno strumento che, come ha sottolineato il direttore generale dell' Asl di
 Rieti Marinella D' Innocenzo, consente «di non far più sentire pazienti e familiari in
 attesa come un numero dietro una porta». F.Mal. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/06/2019                                                                                                               Pagina 69

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                                                                                                                         Lettori: 724.276
                                         Argomento: Sanità nazionale

                                    La salute non ha prezzo
 RICERCA E SVILUPPO PARTNER
 La proposta Marco Frojo, milano Gilead
 ha lanciato l' idea all' Agenzia nazionale:
 il costo delle terapie cellulari d'
 avanguardia può variare a seconda dell'
 efficacia sui pazienti L o sviluppo di
 nuovi farmaci costa moltissimo perché
 solo una molecola su 10 mila arriva sul
 mercato. D' altro canto un sistema
 sanitario come quello italiano, già sotto
 pressione per i vincoli del bilancio
 statale, ha limitati margini nell'
 aumentare la spesa per la sanità, che
 quest' anno terrà a mala pena il passo
 con l' inflazione. Per conciliare queste
 due opposte esigenze, quella delle
 aziende farmaceutiche di rientrare degli
 investimenti fatti in ricerca e sviluppo e
 quella dello Stato di contenere le uscite,
 Gilead ha proposto all' Aifa, l' Agenzia
 italiana del farmaco, una soluzione
 innovativa,     che     prevede    che    i
 trattamenti all' avanguardia, ovvero le
 terapie cellulari, vengano pagate alle case farmaceutiche in maniera commisurata ai
 benefici reali che apportano ai pazienti in termini di salute. «In un sistema a risorse
 limitate è essenziale che al costo del farmaco corrispondano i benefici previsti
 spiega Valentino Confalone, vice presidente e general manager di Gilead - E per
 quanto i farmaci più innovativi possano essere apparentemente cari, il risparmio che
 essi possono garantire al sistema sanitario ad esempio in termini di minori interventi
 chirurgici e ospedalizzazioni va preso in considerazione quando si valuta il loro
 acquisto». Il ragionamento è semplice: un paziente guarito grazie a un farmaco di
 alto livello non peserà più sul sistema sanitario e, alla fine, anche il bilancio
 finanziario, oltre a quello sanitario, sarà positivo, anche a fronte di un maggior
 esborso. La soluzione avrebbe fra le altre cose anche il vantaggio di favorire la
 prescrizione del farmaco più appropriato, visto che quello inadeguato a curare la
 patologia non verrebbe pagato. L' Aifa ha mostrato interesse per la proposta ma gli
 aspetti da discutere e chiarire sono ancora molti. Come per esempio il seguente: nel
 caso di un trattamento con più farmaci di aziende diverse a chi va riconosciuto il
 merito della guarigione e quindi il pagamento? «La nostra azienda è impegnata sia
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