Media Monitoring per 17-05-2019 - Rassegna stampa del 17-05-2019 - Ruggi d'Aragona

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Media Monitoring per 17-05-2019 - Rassegna stampa del 17-05-2019 - Ruggi d'Aragona
17-05-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 17-05-2019
Media Monitoring per 17-05-2019 - Rassegna stampa del 17-05-2019 - Ruggi d'Aragona
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      17/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Cibo e sport, ecco il Villaggio della Salute ............................................................................. 1
      16/05/2019 - WWW.SALERNOTODAY.IT
            Piazza della Concordia si trasforma in "Piazza della Salute" .................................................. 2
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 4
      17/05/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Assunzioni per riaprire reparti ospedalieri: web petizione ..................................................... 4
      17/05/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            «Un tavolo per l' ospedale» .................................................................................................... 5
      17/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Cancro al colon retto, sfida da Oliveto Citra .......................................................................... 6
      17/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Imboscati negli uffici L'Asl: «Ora devono ritornare in corsia» ................................................ 7
      17/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Le ambulanze affidate ai privati «Bando regolare» ................................................................ 9
      17/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Nas in ospedale Via ai controlli sui distributori di bevande ................................................. 10
      17/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Servizio ambulanze scontro per tre ospedali ....................................................................... 11
Sanità Campania ............................................................................................................................. 12
      17/05/2019 - IL MATTINO
            Caos barelle e blackout pronto soccorso in tilt .................................................................... 12
      17/05/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Guardia medica svolta al Tar annullati i tagli ....................................................................... 14
      17/05/2019 - CRONACHE DI CASERTA
            Trapiantati di fegato, vertici confermati .............................................................................. 16
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 17
      17/05/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            «Alex gioca e ride Il nostro bimbo è nato tre volte» ............................................................. 17
      17/05/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            «Un' arma verde contro il cancro» ........................................................................................ 19
      17/05/2019 - AVVENIRE
            Cancro, i malati spendono 5 miliardi l' anno ........................................................................ 21
      17/05/2019 - AVVENIRE
            Contro anche gli infermieri: «Più dignità» ............................................................................ 22
      17/05/2019 - AVVENIRE
            Eutanasia e suicidio assistito «Noi medici fermi sul no» ...................................................... 23
      17/05/2019 - AVVENIRE
            Galeazzi, l' ospedale si apre alle culture del mondo ............................................................. 25
      17/05/2019 - IL GIORNO
            Malati di tumore, curarsi costa 5 miliardi ............................................................................ 27
      17/05/2019 - AVVENIRE
            Quei dottori 'millennials' che puntano sulle tecnologie ........................................................ 29
      17/05/2019 - IL MESSAGGERO
            Sanità, peculato per altri 4 dirigenti .................................................................................... 31
      17/05/2019 - ITALIA OGGI
            Turismo sanitario, boom in Giappone I cinesi volano a Tokyo per farsi curare .................... 33
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17/05/2019                                                                                                                Pagina 9
                                           La Città di Salerno
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

               Cibo e sport, ecco il Villaggio della Salute

 Avere un'alimentazione adeguata e
 praticare un'attività sportiva sono
 fondamentali per l'organismo e a
 occuparsi di attività fisica e dieta è stata
 l'Asl di Salerno insieme all'Azienda
 ospedaliera universitaria San Giovanni di
 Dio e Ruggi d'Aragona e numerose altre
 realtà presenti sul territorio. È partito il
 Villaggio della salute, un'occasione per
 promuovere corretti stili di vita ma
 anche consulenze e tante occasioni utili
 a conoscere meglio i prodotti genuini del
 nostro territorio e promuovere diverse pratiche sportive. Alimenta la salute con stili
 di vita corretti è in programma per sabato 25 maggio, dalle 10.30 alle 18 in piazza
 della Concordia a Salerno che si trasformerà per un giorno in una villaggio della
 salute per ribadire l'importanza del trinomio alimentazione- sport-salute. «Il progetto
 intende fornire corrette informazioni alla popolazione sull'alimentazione e sugli stili
 di vita da perseguire », ha spiegato il presidente dell'Ordine dei medici e odontoiatri
 di Salerno, Giovanni D'Angelo . Per questo l'Asl Salerno scenderà in piazza con info
 point, consigli utili con gli esperti del Sert e dimostrazioni pratiche delle manovre di
 primo soccorso ad opera degli operatori del 118. Ci saranno occasioni per capire
 meglio come mangiare sano, con consigli dei nutrizionisti, ma ci saranno anche altre
 occasioni. Come, ad esempio, Il pediatra risponde: impariamo a magiare fin da
 piccoli o a conoscere che esiste una medicina di genere o ci sarà il momento
 dedicato ad ascoltare il tuo dentista, ispezione al cavo orale. Oppure ci saranno
 ancora consulenze diabetologiche con info point e scenderà in piazza anche l'Avis
 con i suoi volontari. Grazie ad una capillare organizzazione è stato organizzato
 anche un vero e proprio Villaggio agro-alimentare per far conoscere ulteriormente le
 delizie del territorio sotto l'egida della dieta mediterranea, con attenzione
 particolare anche alla corretta preparazione e conservazione dei cibi grazie
 all'allestimento di alcuni laboratori didattici. Il villaggio sarà strutturato con
 approfondimenti sul nostro territorio con la presenza di Coldiretti e delle aziende di
 Campagna Amica. Ci sarà infine il Villaggio dello sport per rinforzare il concetto che
 una sana alimentazione va di pari passo con una buona pratica sportiva ed è in
 programma l'esibizione di alcuni atleti della scherma. Ci sarà, infine, spazio anche
 per imparare ad andare in canoa e tantissimo altro. (m.c.)

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16/05/2019
                                               salernotoday.it
                                                                                                                          EAV: € 819
                                                                                                                          Lettori: 7.133
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

  Piazza della Concordia si trasforma in "Piazza della Salute"

 Il progetto Piazza della Salute Alimenta
 la salute con stili di vita corretti nasce
 propriop per fornire corrette informazioni
 alla popolazione sull’alimentazione e
 sugli stili di vita da perseguire Il 25
 maggio piazza della Concordia diventerà
 la Piazza della Salute. Anche in Italia,
 come certificato dal primo Report sulla
 Salute Alimentare Infantile redatto da
 Helpcode, in collaborazione con l’Istituto Giannina Gaslini di Genova e l’Università
 degli studi di Genova, ha certificato che anche in Italia la malnutrizione infantile è un
 fenomeno ancora molto diffuso. Circa 1 bambino su 3, infatti, è sovrappeso o obeso
 a causa delle abitudini alimentari non corrette.Il progetto Piazza della Salute
 Alimenta la salute con stili di vita corretti nasce propriop per fornire corrette
 informazioni alla popolazione sull’alimentazione e sugli stili di vita da perseguire.
 Sabato 25 maggio, dalle 10.30 alle 18.00, in piazza della Concordia verranno allestiti
 3 grandi villaggi:Qui si svolgeranno attività di screening e visite mediche gratuite,
 così organizzato:Qui si farà conoscenza, ancora di più, le delizie del nostro territorio
 sotto l’egida della dieta mediterranea, con attenzione particolare anche alla corretta
 preparazione e conservazione dei cibi grazie all’allestimento di alcuni laboratori
 didattici. Nel villaggio ci saranno:Qui si rinforzerà il concetto che una sana
 alimentazione va di pari passo con una buona pratica sportiva. Si cercherà,
 all’insegna del divertimento, di far capire a grandi e piccini l’importanza di una sana
 attività sportiva, con l’iniziativa “Lo sport in piazza open day: scegli il tuo
 sport”!Durante la manifestazione alcuni allievi dell’Istituto Alberghiero R. Virtuoso
 sotto la guida dello Chef Stellato Cristian Torsiello della Scuola di Alta Formazione
 Gastronomica – In Cibum procederanno alla preparazione di un piatto, spiegandolo
 nel dettaglio, a partire dall’importanza della materia prima, così da valorizzare i
 prodotti del territorio e con un occhio particolare allo spreco alimentare.Questo
 evento rappresenta il primo esempio Nazionale di Piazza della Salute Regionale: la
 manifestazione, infatti, progettata dall’ENPAM e dagli OMCeO provinciali con diverse
 modalità organizzative, si svolgerà contemporaneamente in tutte e cinque le
 Province campane e successivamente in molte altre località italiane.La
 manifestazione Alimenta la salute con stili di vita corretti è organizzata dall’Ordine
 dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Salerno in collaborazione con
 ENPAM, FNOMCEO, Comune di Salerno, Provincia di Salerno, Azienda Ospedaliera
 Universitaria OO.RR. San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona – Scuola Medica
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Media Monitoring per 17-05-2019 - Rassegna stampa del 17-05-2019 - Ruggi d'Aragona
Salernitana, ASL Salerno, Coldiretti, Ordine Nazionale dei Biologi, Fondazione FICO,
FIMP, SIRM, Croce Rossa Italiana Comitato di Salerno, AVIS Comunale di Salerno,
MegaEllas, ALICe, Associazione Italiana Donne Medico sez. di Salerno, Istituto
Professionale Alberghiero “Roberto Virtuoso” di Salerno, InCibum – Scuola di Alta
Formazione Gastronomica, Centrale del Latte di Salerno, Circolo Canottieri Irno, FIP,
FIPAV, FIS, FIT e UISP.

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Media Monitoring per 17-05-2019 - Rassegna stampa del 17-05-2019 - Ruggi d'Aragona
17/05/2019                                                                                                                Pagina 16

                                                                                                                          EAV: € 495
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

    Assunzioni per riaprire reparti ospedalieri: web petizione

 NOCERA       INFERIORE      «Sbloccare    le
 assunzioni      e    riaprire    i   reparti
 ospedalieri». Al via la petizione online
 promossa        dal     presidente     della
 Commissione consiliare Sanità di Nocera
 Inferiore, Vincenzo Stile. «Il Dea di I
 livello... penalizzato dalla carenza di
 personale medico e paramedico -si legge
 nel testo della petizione-. I trasferimenti
 degli infermieri predisposti non sono
 stati possibili per la mancanza dei nulla
 osta delle strutture di origine. Le
 conseguenze sono la riduzione di posti
 letto, la riduzione dei servizi. La salute è
 un bene primario garantito dalla
 Costituzione, ma i cittadini come fanno
 ad aver garantito questo bene se il
 proprio Ospedale non ha personale?
 Chiediamo al Ministro della Sanità On.le
 Giulia Grillo di programmare un piano di
 assunzioni straordinario in Campania al
 fine di garantire ai cittadini Campani il
 pieno diritto alla salute». Enzo Colabene.

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Media Monitoring per 17-05-2019 - Rassegna stampa del 17-05-2019 - Ruggi d'Aragona
17/05/2019                                                                                                               Pagina 16

                                                                                                                         EAV: € 739
                                                                                                                         Lettori: 29.750
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

                               «Un tavolo per l' ospedale»

 VERSO IL VOTO / La riapertura è tra le
 priorità del programma elettorale del
 candidato a sindaco per la lista L' Altra
 Scafati, Marco Cucurachi «Giù le mani
 dal "M. Scarlato"» contro possibili
 strumentalizzazioni       elettorali    «L'
 ospedale "Mauro Scarlato" potrebbe
 sembrare un cavallo di battaglia da
 utilizzare per condurre una banale
 campagna elettorale». A lanciare l'
 allarme è il candidato a sindaco della
 lista civica L' Altra Scafati, Marco
 Cucurachi. «Negli anni -prosegue nella
 nota l' aspirante alla carica di primo
 cittadino- abbiamo assistito a continue e
 false promesse da parte di chi lo ha
 chiuso e di chi lo poteva riaprire e non lo
 ha fatto. Sicuramente siamo gli unici a
 poter dire di aver fatto nel concreto tutto
 il possibile per ottenere la riapertura del
 nosocomio scafa tese. Siamo, infatti,
 stati    invitati   a   partecipare    alla
 commissione Sanità della Regione Campania tenutasi il 02/03/16 durante la quale
 abbiamo proposto il potenziamento del Punto di Primo Intervento, in modo da
 ottenere un corpo organico che potesse avvicinarsi ad un Punto di Pronto Soccorso
 della rete emergenziale ospedaliera». Ed ecco che Cucurachi ribadisce quello appare
 come uno dei punti del suo programma elettorale, le priorità della sua eventuale
 azione amministrativa. «L' ospedale sarà al centro della nostra azione
 amministrativa. Intendiamo essere promotori di una sinergia istituzionale tra
 Comune, Regione e Asl che possa confluire in un tavolo che sia in grado di mettere
 in campo tutte le azioni necessarie per ottenere la riapertura dell' Ospedale nel giro
 di 6 mesi». Una partita mai chiusa, dunque, quella legata al destino dell' ospedale
 "Mauro Scarlato" che continua ad essere un punto di riferimento non solo per la
 cittadina scafa tese ma anche per l' intero Agro, assieme agli altri nosocomi del
 comprensorio, e per il comprensorio Vesuviano.

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17/05/2019                                                                                                                   Pagina 21
                                              La Città di Salerno
                                     Argomento: Sanità Salerno e provincia

                 Cancro al colon retto, sfida da Oliveto Citra
 Pina Gaudiosi
 OLIVETO CITRA Il connubio ad Oliveto
 Citra    tra    due     delle    eccellenze
 dell'ospedale S. Francesco D'Assisi, quali
 il Servizio di Endoscopia Digestiva,
 diretto dalla dottoressa Stella Tammaro ,
 e l'Unità Operativa Complessa di
 Chirurgia Generale, il cui direttore è il
 dottore Ermanno D'Arco , ha permesso al
 nosocomio      di    divenire    punto    di
 riferimento dell'intera provincia di
 Salerno per il trattamento della patologia
 colo-rettale. Nel 2018, infatti, il Servizio
 di Endoscopia Digestiva ha effettuato 2140 endoscopie diagnostiche e di screening,
 nell'ambito del progetto aziendale di screening del cancro del colon - retto. Tali
 indagini hanno permesso d'identificare un congruo numero di neoplasie le quali
 hanno richiesto un adeguato trattamento chirurgico che D'Arco, avvalendosi della
 sua equipe medica ed infermieristica, assicura con l'utilizzo di apparecchiature
 elettromedicali all'avanguardia, atte alla tecnica laparoscopica. Il direttore dell'Unità
 di Chirurgia Generale spiega: «Disponiamo, nel presidio ospedaliero S. Francesco
 D'Assisi, per gli interventi di patologia colon rettale, di una colonna laparoscopica in
 3D di ultima generazione e di tutto lo strumentario laparoscopico per il taglio ed il
 coagulo a radiofrequenza ed a ultrasuoni. L'utilizzo di tali dispositivi ultramoderni
 permette di raggiungere un'accurata radicalità oncologica, conservando l'integrità
 della parete addominale, senza praticarvi ampie incisioni, al fine di ottenere un
 rapido recupero del paziente e la riduzione dei tempi di degenza ospedaliera». Il
 dottore Ermanno D'Arco sottolinea che tutto questo si realizza grazie
 all'abnegazione del personale infermieristico di sala operatoria e di reparto che
 necessita di essere implementato da ulteriori nuove unità per un fisiologico ricambio
 generazionale. Nei Paesi occidentali il carcinoma del colon -retto rappresenta la
 seconda neoplasia per incidenza e mortalità, però tale patologia se diagnosticata in
 una fase iniziale, tramite le suddette indagini endoscopiche, è potenzialmente
 curabile, per cui le moderne linee guida internazionali consigliano di sottoporsi alla
 colonscopia diagnostica dopo i 50 anni, per verificare l'eventuale presenza di
 carcinoma colorettale o per l'asportazione di lesioni pre - neoplastiche che
 potrebbero successivamente degenerare.

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17/05/2019                                                                                                                  Pagina 9
                                             La Città di Salerno
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

  Imboscati negli uffici L'Asl: «Ora devono ritornare in corsia»
 Marcella Cavaliere
 Dopo la denuncia dei sindacati sul caso
 imboscati e l'avvio delle indagini della
 Finanza, come annunciato pochi giorni
 fa, l'Asl di Salerno ha inviato la lettera ai
 direttori amministrativi e sanitari dei
 plessi ospedalieri per trasferire nelle
 corsie degli ospedali il personale
 collocato impropriamente negli uffici. Il
 capo del personale, Francesco Avitabile ,
 ha ribadito nell'avviso «l'esigenza di
 ricondurre il personale interessato nelle
 mansioni      proprie    del    profilo     di
 appartenenza». Questa è solo l'ultima
 iniziativa dell'Azienda sanitaria che ha
 avviato anche un'ispezione interna dopo
 gli esposti del sindacato Fsi alla Procura,
 alla Corte dei conti e Nas e dopo le
 numerose pressioni del sindacato degli
 infermieri Nursind, che ha invitato più
 volte i dirigenti a occuparsi del personale
 tolto dai reparti e trasferito dietro le
 scrivanie degli uffici pur non possedendo
 i requisiti e l'inquadramento contrattuale. L'Asl alcune settimane fa aveva già
 chiesto si responsabili delle macro aree di tutte le strutture aziendali di verificare
 quanti lavoratori fossero stati trasferiti dalle corsie agli uffici, in particolare coloro in
 possesso di limitazioni temporanee al lavoro nei reparti dovute a problemi di salute.
 Limitazioni solo temporanee, però, che implicano cioè di ritornare a lavorare di
 nuovo nei reparti. Ora la comunicazione formale dell'Asl che riguarderà 216
 dipendenti per i quali è trascorso diverso tempo dalle limitazioni al lavoro in corsia
 che erano state diagnosticate in occasione di visite mediche. Oltre a invitare i
 dirigenti delle strutture ospedaliere o distrettuali interessate a «ricondurre il
 personale nelle mansioni proprie del profilo di appartenenza », Avitabile ha fatto
 riferimento in particolar modo agli infermieri. Di fatti ha puntualizzato che per
 quanto «attiene le unità di personale infermieristico la necessità di assegnare il
 personale stesso alla filiera assistenziale è resa più impellente dalla ineluttabilità di
 dover continuare a erogare a detto personale la indennità professionale specifica
 legata alla qualifica posseduta ». E una delle categorie che è stata trasferita
 maggiormente negli uffici è proprio quella degli infermieri, seguita dagli operatori
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socio sanitari (oss ) e altre figure professionali. Alcuni infermieri continuano a
percepire un'indennità professionale che è tipica del lavoro in reparto anche se di
fatto lavorano negli uffici. Avitabile pertanto ha ricordato di aver invitato a tutti i
dirigenti delle macro aree a fornire «il dettaglio del personale che risultava adibito a
mansioni non proprie rispetto alla qualifica e al profilo posseduto» e che ora quel
personale deve essere invitato a ritornare nei reparti.

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17/05/2019                                                                                                                Pagina 9
                                           La Città di Salerno
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

         Le ambulanze affidate ai privati «Bando regolare»

 Botta e risposta tra l'Asl e il sindacato
 degli infermieri Nursind sul caso
 dell'acquisto delle nuove ambulanze per
 gli ospedali di Nocera inferiore, Eboli e
 Vallo della Lucania. E sul mancato
 utilizzo del personale interno. Dopo la
 richiesta del segretario Biagio Tomasco
 di      fare       maggiore        chiarezza
 sull'affidamento esterno del trasporto dei
 pazienti tra le diverse strutture dell'Asl
 per eseguire accertamenti, in attesa
 dell'acquisto di nuove ambulanze da
 parte dell'Azienda sanitaria, è arrivata la
 risposta dell'Azienda a cui ha fatto subito
 seguito      un'ulteriore    richiesta     di
 delucidazioni da parte del sindacato.
 L'Asl ha precisato che le Direzioni
 sanitarie     dei    tre  presidi     hanno
 «constatato lo stato di obsolescenza
 delle ambulanze in dotazione adibite al
 servizio,    e    considerato    che     tale
 situazione comprometteva la sicurezza
 dei pazienti e degli operatori, hanno chiesto alla Direzione commissariale di
 autorizzare la procedura di sostituzione degli automezzi mediante l'acquisizione di
 tre nuove ambulanze». Per questo è stata indetta una manifestazione d'interesse
 per l'affidamento esterno a enti pubblici, associazioni di volontariato e Croce rossa
 Italiana per tre mesi, pubblicata sul sito web aziendale. Tra le varie osservazioni,
 Tomasco, ha sottolineato che «la pubblicazione della graduatoria dei vincitori ancora
 non è stata pubblicata sulla pagina web in questione» e si è chiesto «se sia vero,
 come sembra, che l'acquisto dell'autoambulanza da destinare a Vallo della Lucania
 sia stato bloccato». In tal caso, ha aggiunto «vorrei conoscere le motivazioni, oltre a
 voler conoscere quale sia la prima associazione classificata a Vallo della Lucania in
 quanto non risulta sottoscrizione, nonostante il servizio sia più che attivo». In
 conclusione Tomasco ha chiesto all'Asl di Salerno di informare il sindacato sulla data
 di sottoscrizione della convenzione, auspicando un incontro «chiarificatore tra le
 parti». Soprattutto sul problema del personale addetto al trasporto dei vari ospedali,
 che per tre mesi, dovrà cedere il passo ai privati.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019                                                                                                                Pagina 13
                                           La Città di Salerno
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

   Nas in ospedale Via ai controlli sui distributori di bevande

 Controllo dei carabinieri del Nas
 all'ospedale Umberto I di Nocera
 Inferiore per alcune criticità rilevate. Ieri
 mattina, i militari del maggiore Vincenzo
 Ferrara , con la collaborazione di
 personale dell'Asl di Salerno, hanno
 eseguito un'ispezione all'interno del
 presidio ospedaliero nocerino. Sono stati
 controllati in modo particolare il pronto
 soccorso e sala gessi. Dalle verifiche è
 emerso la presenza di alcuni problemi
 igienico sanitari e strutturale ed
 organizzativo      come       il   mancato
 funzionamento della porta automatica
 che consente accesso ed uscita dalla
 camera calda, il locale antistante
 l'ingresso al pronto soccorso, dove
 entrano auto o ambulanze con i pazienti
 a bordo, che è climatizzato per evitare
 che le persone da soccorrere prendano
 freddo nello scendere dai mezzi.
 Costatate anche la presenza di sporco
 diffuso sulla pavimentazione, l'assenza di personale di vigilanza esterna ed interna
 della camera calda, la mancanza di cartellonistica di pericolo emergenza. Rilevata,
 inoltre, la presenza di vari distributori automatici di alimenti e di bevande,
 posizionati irregolarmente nei pressi della camera calda e della sala gessi. Disposto
 l'immediato sgombero in quanto i distributori erano installati sul piano di manovra,
 calpestio e transito dei mezzi di soccorso e su superfici dedicate alle attività
 sanitarie, ostacolandone le prestazioni. I carabinieri hanno anche contestato la
 violazione amministrativa relativa alla mancata indicazione degli allergeni sui citati
 distributori automatici nei confronti del titolare dell'azienda che gestisce il servizio.
 L'ispezioni hanno riguardato anche altri ambienti dell'ospedale ma non sono state
 rilevate ulteriori criticità da segnalare all'azienda sanitaria locale che gestisce il
 presidio ospedaliero nocerino. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019                                                                                                               Pagina 23
                                    Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                         EAV: € 2.843
                                                                                                                         Lettori: 107.296
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

             Servizio ambulanze scontro per tre ospedali

 LA QUERELLE LA QUERELLE Scontro a
 distanza tra Asl e sindacati sull'
 affidamento del servizio ambulanze per
 gli ospedali di Nocera Inferiore, Eboli e
 Vallo della Lucania. Dopo i dubbi
 sollevati l' altro giorno dalle parti sociali,
 l' azienda sanitaria ribadisce che la
 procedura è stata messa in campo per
 sostituire i mezzi ormai obsoleti e che la
 scelta di indire una manifestazione d'
 interesse per la copertura temporanea
 del servizio è stata dettata dalle
 lungaggini tecniche per l' acquisto. LE
 PROCEDURE «Le direzioni sanitarie dei
 tre presidi, avendo constatato lo stato di
 obsolescenza,        hanno     chiesto     di
 autorizzare la procedura di sostituzione
 degli automezzi mediante l' acquisizione
 di tre nuove ambulanze scrive l' Asl
 Considerati i tempi tecnici per l'
 espletamento, si è proceduto a indire
 una manifestazione di interesse per l'
 affidamento esterno per la copertura
 temporanea per un periodo di tre mesi, a
 rotazione, del servizio di trasporto secondario». Nonostante la replica dell' azienda
 sanitaria, le parti sociali però, non si dicono ancora soddisfatte e tornano a
 richiedere risposte in merito ai quesiti presentati l' altro giorno. «In che data è
 partita la procedura d' acquisto? chiede Biagio Tomasco, segretario del Nursind
 Come mai non è stata data informativa ai sindacati della completa esternalizzazione
 a Nocera ed Eboli? In che modo sono stati ricollocati gli infermieri e gli autisti e
 come si è giunti alla graduatoria di assegnazione? Al 12 maggio non era stata
 pubblicata». Il sindacato poi, per quanto riguarda il San Luca, vuole vederci chiaro
 sul perché sia stato richiesto solo qui ambulanza e autista. «Si chiede di sapere,
 infine, se è vero che delle tre ambulanze l' unica per cui è stata disposta la
 sospensione dell' acquisto è quella di Vallo della Lucania, dove il servizio non è più
 attivo». sa. ru. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/05/2019                                                                                                                Pagina 28

                                                                                                                          EAV: € 6.294
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

             Caos barelle e blackout pronto soccorso in tilt

 IL CASO Antonio Menna Barelle nei
 corridoi, stipate in ogni angolo, perfino
 nell' atrio, con malati che chiedono
 aiuto, familiari esasperati dall' attesa,
 pazienti infortunati appoggiati alle pareti
 per mancanza perfino di sedie. Aggirarsi
 negli angusti sotterranei del Pronto
 soccorso dell' ospedale di Giugliano fa
 impressione: aperto in pompa magna nel
 2016 alla presenza del presidente della
 Regione De Luca, sembra già allo
 stremo. Per due giorni consecutivi,
 questa settimana, una raffica di black-
 out ha messo a dura prova macchinari e
 possibilità stessa di lavoro: i gruppi
 elettrogeni hanno tamponato ma la
 corrente ha continuato a saltare
 lasciando al buio tutti. Le condizioni per
 pazienti e personale sembrano ai limiti.
 «Mi sono accorta che la fronte di mia
 madre scottava racconta Marilisa - ho
 chiesto un termometro, non l' ho avuto.
 Sono dovuto andare a comprarlo fuori, in
 parafarmacia, e misurare la temperatura
 da sola. Naturalmente, la febbre c' era». «Ho avuto un incidente in moto dice un
 ragazzo di Mugnano - mi hanno portato al Pronto soccorso di Giugliano con l'
 ambulanza. Sono rimasto su una sedia ore prima di essere visitato. Mi dicevano che
 c' erano urgenze che io, a vista, non sembravo avere nulla di grave. Ma avvertivo un
 dolore forte e a un certo punto ho dovuto urlare per farmi sentire». I CONTRASTI
 Nelle due stanzette destinate a Obi (Osservazione breve) i pazienti rimangono per
 diverse ore uno accanto all' altro, senza neppure lo spazio per far transitare gli
 infermieri. I bagni sono spesso senza carta igienica. I malati restano su barelle di
 ferro con un materassino sottile di pelle nera sotto la schiena. Dietro la testa nessun
 cuscino. Sono vietati al Pronto soccorso, dicono. Chi può ne introduce furtivamente
 qualcuno da casa, per dare almeno un po' di sollievo ai malati, in attesa di capire il
 loro destino. Una stanzetta è destinata alle medicazioni, un' altra ancora ai codici
 rossi e ai codici gialli, quelli più importanti. Il ritmo, ovviamente, è quello frenetico di
 tutti i pronto soccorso. Ambulanze e mezzi privati scendono continuamente lungo il
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
pendio accanto all' ospedale, le porte si aprono e i familiari ne approfittano per
entrare. A vigilare solo una guardia giurata, spesso anziana e impossibilitata a
contenere il via vai. Nelle sale è un continuo introdursi di persone. «Qui può
stazionare un parente per malato», urla ogni tanto un infermiere. Ma è un appello
che resta inascoltato. Si aggregano spesso gruppi accanto alle barelle. Tra l' altro in
tutto il sotterraneo non c' è alcun segnale telefonico. Qualcuno si attacca a una
porta di sicurezza per avere un po' di campo e comunicare con l' esterno. Dalla
stessa porta di sicurezza entrano ed escono furtivamente in molti, anche fuori dagli
orari prestabiliti. IL PIANO «Stiamo lavorando per garantire una migliore assistenza
dice Paolo De Rosa, responsabile del Pronto soccorso -. Ogni infermiere è dotato di
termometro digitale. Abbiamo riorganizzato completamente i percorsi di assistenza,
adottando nuovi protocolli operativi. In quest' ottica abbiamo studiato una
risistemazione degli attuali spazi, ottenendo dalla Direzione Aziendale l'
autorizzazione ad effettuare alcuni interventi di ristrutturazione». Nel 2018 sono
stati 46574 gli accessi in Pronto Soccorso a Giugliano, una media di 128 pazienti al
giorno. La metà di quelli fatti dal Cardarelli, che ha ben altre strutture. «Molti di
questi accessi dicono dall' Asl Napoli 2 nord - vanno considerati come impropri, in
quanto nel 2018 solo 7500 accessi venivano registrati come rossi (pericolo di vita) o
gialli (grave rischio per il paziente), in tutti gli altri casi si registravano codici verdi e
bianchi. Dei circa 47.000 accessi solo il 10% è arrivato mediante 118, negli altri casi
si è trattato di persone che sono venute con propri mezzi, mentre solo il 10% viene
ricoverato. Questo testimonia che la maggior parte degli accessi è improprio, in
quanto si tratta di persone che si recano al Pronto Soccorso per patologie minori che
potrebbero essere trattate anche diversamente». «A Giugliano come in tutta la
Campania dice Antonio d' Amore, direttore generale dell' Asl Napoli 2 Nord - si
sconta una storica carenza di personale. Abbiamo fatto lo scorso anno un concorso
per medici di urgenza, quella graduatoria si è esaurita. Ne stiamo facendo un altro e
stiamo aspettando che si concluda il concorso del Cardarelli per aumentare la
dotazione degli infermieri». Ma i problemi restano e sono sotto gli occhi di tutti:
spazi inadeguati, attrezzature insufficienti, difficoltà a rispondere alle aspettative
dell' utenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/05/2019                                                                                                                Pagina 26

                                                                                                                          EAV: € 4.799
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

             Guardia medica svolta al Tar annullati i tagli

 Accolto il ricorso di tre camici bianchi, l'
 Asl dovrà rivedere la riduzione da 11 a 8
 unità nel presidio cittadino LA SENTENZA
 Antonello Plati I tagli alla guardia medica
 sono illegittimi. Il Tar di Salerno accoglie
 un ricorso di tre camici bianchi che
 prestano      servizio      di    continuità
 assistenziale ad Avellino e impone un
 passo indietro all' Asl. L' ente di via Degli
 Imbimbo a maggio dell' anno scorso
 aveva, infatti, ridotto da 11 a 8 unità l'
 organico del distretto. C' è attesa anche
 per    una     seconda      pronuncia     dei
 magistrati amministrativi rispetto a un'
 altra istanza presentata da 14 guardie
 mediche per chiedere l' annullamento
 complessivo       della     riorganizzazione
 aziendale che ha portato a oltre 20
 esuberi su base provinciale. L' altro
 giorno, come detto, i togati hanno
 accolto il ricorso presentato Nicola
 Chiuchiolo, Concetta D' Andrea e Teresa
 Vecchione difesi dall' avvocato Silvio
 Garofalo, sottolineando, tra le altre cose,
 che l' Asl ha effettuato i tagli al personale attraverso una «mera comunicazione, la
 nota del 29 maggio 2018, totalmente priva degli elementi formali che usualmente
 connotano il provvedimento amministrativo. Nel caso di specie, mancano una parte
 contenente le premesse, quella integrante la motivazione e, infine, quella che
 esprime il dispositivo». E nemmeno nella memoria difensiva trasmessa al Tar «c' è
 traccia spiega Garofalo dell' atto per mezzo del quale l' Asl ha provveduto alla
 riorganizzazione». Di qui, l' annullamento della nota 1094 del 29 maggio 2018
 sottoscritta dal direttore del personale non strutturato, Alessandro Alifano, nella
 parte in cui è prevista la riduzione del numero dei medici operanti presso la sede di
 continuità assistenziale di Avellino da 11 unità a 8 unità, comunicata il 30 maggio
 2018 al coordinatore della sede di continuità assistenziale di Avellino Teresa
 Vecchione. «Per le zone non disagiate, come il capoluogo irpino, il numero dei
 medici inseribili nei servizi di continuità assistenziale di ciascuna Asl è definito dal
 rapporto ottimale di riferimento che prevede un medico ogni 5000 abitanti
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
residenti», spiega ancora il legale. «I ricorrenti - prosegue Garofalo - hanno poi
dedotto che la popolazione per la zona di Avellino è pari a 56mila 757 abitanti
residenti, sicché i medici in servizio avrebbero dovuto essere pari a 11 unità,
secondo l' Accordo collettivo nazionale di medicina generale, o addirittura di 14
unità secondo una delibera di giunta regionale invocata nel ricorso». Adesso, l' Asl,
prima di riportare in quota l' organico, potrà impugnare la sentenza al Consiglio di
Stato. A via Degli Imbimbo, però, potrebbero anche decidere di emettere un atto
formale che giustifichi la riduzione del numero delle guardie mediche, condizione
che determinerebbe un nuovo e forse più aspro scontro. Riaccendendo la protesta
che Il 20 aprile scorso ha portato i medici di continuità e quelli del 118 a manifestare
il proprio dissenso con un presidio sotto la sede dell' Asl di Avellino. Forti i toni usati
in quell' occasione dai rappresentanti sindacali di Fismu e Smi: «Siamo defraudati
con stipendi a piacimento. Ciclicamente dimezzati e inascoltati quando chiediamo un
servizio migliore». In totale, sono una ventina le unità considerate in esubero: tre,
appunto, nel capoluogo, le altre tra Atripalda, Baiano, Fontanarosa, Mercogliano,
Mirabella Eclano, Montoro, San Mango sul Calore e Volturara Irpina. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.

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17/05/2019                                                                                                                Pagina 6

                                                                                                                          EAV: € 851
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

                 Trapiantati di fegato, vertici confermati

 CASERTA (r.c.) - Nuovo direttivo
 provinciale dell' Associazione italiana
 trapiantati di fegato per il quinquennio
 2019-2023. Lo ha stabilito l' assemblea
 elettiva, riunita mercoledì mattina al
 centro "Città di Pace" a Puccianiello. Per
 il direttivo provinciale sono stati eletti
 Eduardo Casertano, Nicola Corvaglia,
 Francesco Della Valle, Raffaele De Zardo,
 Cuono Crispo, Alessandra Falcone,
 Franco Martino, Nicola Menale e Veronica
 Palmieri. Il neo direttivo, all' unanimità,
 ha riconfermato quale presidente dell'
 Aitf provinciale Martino, vice presidente
 la Palmieri e tesoriere Casertano. All'
 appuntamento hanno partecipato, tra i
 presenti e i deleganti, oltre centodieci
 associati, in rappresentanza di 538
 iscritti all' Associazione. E' stato fatto
 anche il punto sule attività svolte dal
 sodalizio. I lavori sono stati introdotti
 dalla relazione del presidente uscente
 Martino, che ha tracciato un bilancio sulle iniziative svolte dall' Associazione nell'
 anno 2018 e in questi primi mesi del 2019, illustrando i progetti conclusi e quelli
 tuttora in corso, che hanno avuto come azione prioritaria, oltre quella di assicurare
 un' assistenza dignitosa ai propri adepti, anche e soprattutto l' impegno dell' Aitf per
 informare la cittadinanza sulla importante questione della donazione degli organi e
 dei trapianti. L' assemblea ha voluto dedicare una speciale attenzione sull'
 importante questione riguardante il futuro della unità operativa semplice
 dipartimentale Satte (Servizio assistenza trapiantati trapiantandi epatici) a causa
 dell' imminente collocamento in quiescenza del dirigente medico responsabile. Nel
 corso del dibattito, infatti, è venuta fuori chiaramente la grande preoccupazione che
 attanaglia le menti di tutti i trapiantati e trapiantandi presenti in sala. Viene notato
 "l' incomprensibile atteggiamento tenuto dalla direzione strategica dell' azienda
 ospedaliera che, a poco meno di due mesi dalla partenza del precitato pensionando,
 ancora non ha bandito alcun concorso per individuare il medico che andrà a
 sostituire il responsabile dell' unità operativa.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019                                                                                                                Pagina 16

                                                                                                                          EAV: € 37.026
                                          Argomento: Sanità nazionale                                                     Lettori: 725.830

        «Alex gioca e ride Il nostro bimbo è nato tre volte»

 Il piccolo guarito A Napoli con i genitori:
 ora il futuro non fa più paura La terrazza
 che dà sui tetti di Chiaia è tutta azzurra
 di palloncini e pupazzi. Questa casa a
 due passi da piazza del Plebiscito è in
 festa per un bimbo speciale: Alessandro
 Maria Montresor, di due anni, per il quale
 lo scorso inverno si è mobilitata l' Italia.
 Aveva bisogno di un trapianto di midollo
 per sconfiggere una malattia rara e dal
 nome       difficile,    la    linfoistiocitosi
 emofagocitica, e ce l' ha fatta grazie ai
 medici dell' ospedale Bambino Gesù
 benché nessuno tra i tantissimi donatori
 si sia rivelato compatibile: gli sono state
 trapiantate cellule prelevate dal papà.
 Adesso che è arrivata la guarigione, Alex
 comincia piano piano ad assaporare una
 vita normale. Questa è la prima volta
 che viene a Napoli da quando, lo scorso
 agosto, si sono manifestati i sintomi
 della malattia. Trascorre una settimana
 in casa dei nonni materni, Ulderico e
 Rosemary. Il tempo è cattivo e non può uscire molto, perché si raffredderebbe, ma
 anche in casa non ha il tempo di annoiarsi. «Gli piacciono le bolle di sapone e ama
 giocare con le macchinine», racconta la madre, Cristiana Console, con occhi che
 finalmente splendono di gioia. «Quando siamo a Roma, ogni mattina, andiamo a
 passeggiare a Trastevere. Lì c' è un' edicola dove ne sono esposte in vendita tante.
 Alessandro le guarda tutte, le tocca, le esamina: il giornalaio è paziente, lo lascia
 fare. Alla fine, trascorsa una mezz' ora, sceglie quella che vuole e porta a casa il suo
 trofeo». Questo pomeriggio però è una Vespa in miniatura il giocattolo che gli tiene
 compagnia: la spinge avanti e indietro sul parquet, ci salta su, se la stringe al petto.
 Ai genitori, che durante la fase acuta della malattia lo hanno visto completamente
 inerte, con febbre oltre i 40 gradi, non sembra vero. «Il nostro bambino è nato tre
 volte», si ripetono Cristiana e Paolo, suo marito. Ed elencano: la prima, quando è
 venuto alla luce prematuro e debolissimo. La seconda, quando è riuscito a
 recuperare peso e a lasciare l' incubatrice. La terza, quando il professor Locatelli e la
 sua équipe sono riusciti a sconfiggere la malattia. Malattia che, si pensa ora, è stata
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
la causa anche dei problemi precedenti. Un caso davvero singolare, quello di
Alessandro Maria. Paolo, che è di Verona, e Cristiana, che è di Napoli, sono entrambi
portatori sani, ma non ne avevano contezza. Si sono incontrati a Londra, dove
entrambi lavorano, e si sono innamorati. Il loro bambino però ha contratto il male.
«Quando è arrivata la diagnosi eravamo disperati. Ed è stato per la forza della
disperazione che abbiamo provato a lanciare quell' appello ai possibili donatori. Non
ci aspettavamo una risposta così forte e il merito è anche di Gigi D' Alessio, che è
stato tra i primi a rilanciarlo. Anche se per Alex non si è trovato il donatore giusto,
quanti hanno atteso per ore il loro turno sappiano che hanno aiutato molti bambini
malati di leucemia o di tumore. Ci hanno contattato i genitori per dircelo». Ancora
per qualche mese Alex e la sua mamma resteranno a Roma, mentre il papà ha
ripreso il lavoro a Londra e li raggiunge nei weekend. «Il momento più bello - spiega
Cristiana - è quando la sera ci troviamo tutti e tre nel lettone. Vedo Alex dormire
sereno e mi si allarga il cuore». Certo, ci sono ancora difficoltà da affrontare: i
farmaci sono indispensabili, come pure i controlli periodici in ospedale; i contatti con
gli altri bambini sono vietati, perché lui non è vaccinato, e l' alimentazione è
soprattutto liquida: brodino, passato di verdure, omogeneizzato. Ma il futuro adesso
non fa più paura. Il 31 marzo, giorno del suo compleanno, due famiglie gli si sono
strette attorno per fargli gli auguri: la sua e quella, più numerosa, dell' ospedale
Bambino Gesù. Due feste, due canzoncine, due torte di colori diversi. Con i
personaggi di Cars, ovviamente.

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17/05/2019                                                                                                               Pagina 17

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                       «Un' arma verde contro il cancro»
 GIANGIACOMO SCHIAVI
 L' intervista Harvard, la scoperta del
 team guidato da Pier Paolo Pandolfi «Nei
 broccoli un composto che attiva un
 soppressore dei tumori Avremo farmaci
 più potenti, ora gli studi clinici sull'
 uomo» La lotta al cancro si nutre anche
 di suggestioni. Contro l' alieno, come lo
 chiamava Oriana Fallaci, l' arma letale
 potrebbe essere un ortaggio neanche tra
 i più gettonati ma capace di risvegliare
 un combattente nato, un Rambo in
 sonno che i ricercatori hanno paragonato
 ai mitici Titani pietrificati da Zeus. Nome
 in codice: Pten. Ecco, un composto
 estratto dai broccoli può attivare questo
 titano della soppressione tumorale e
 colpire l' alieno infiltrato nelle cellule. I
 ricercatori dell' Harvard Medical School
 guidati dall' italiano Pier Paolo Pandolfi
 hanno individuato l' interruttore che
 teneva spento questo titano-Rambo e l'
 autorevole Science ne certifica la
 scoperta pubblicando un lavoro che apre
 nuove prospettive nella ricerca sui tumori. Ma la prima domanda, inevitabile,
 riguarda i broccoli. Ci sarà un effetto boom nelle vendite e nel consumo, dopo questa
 certificazione? Pandolfi mette le mani avanti e lascia poche illusioni: per assumere
 dosi efficaci del composto si dovrebbero mangiare sette chilogrammi di broccoli.
 Meglio affidarsi a un estratto farmacologico, dopo aver sviluppato trials clinici.
 Perché la scoperta permetterà di sviluppare altre molecole di sintesi ancora più
 potenti e specifiche, in tempi che potrebbero essere brevi. «Ci stiamo già lavorando
 - dice - e saremo in buona compagnia». Professor Pandolfi, delle proprietà dei
 broccoli e delle crucifere, come i cavolfiori, già si sapeva. Fanno bene, dicevano le
 nostre nonne. Qual è la vera novità della ricerca? «La novità è di avere scoperto il
 perché i broccoli fanno bene, cioè il meccanismo che è alla base di questi effetti
 antitumorali, e subito dopo il suo target che ha come sigla Wwp1: è quello che tiene
 bloccato il nostro titano che abbiamo definito con il codice Pten». I broccoli come gli
 spinaci per Braccio di ferro... «Semplificando, si può anche dire così. In realtà
 analizzando i meccanismi che regolano l' attivazione del titano della soppressione
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tumorale, abbiamo trovato l' interruttore, quello che ha come sigla Wwp1, che tiene
spento il regolatore negativo di Pten». E poi? «Poi abbiamo trovato il modo di
riattivare il Titano andando a bloccare Wwp1 con il composto rilevato nei broccoli. In
sintesi Pten è il Titano buono, quello che lei ha chiamato Rambo. Invece Wwp1 è l'
oncogene cattivo, anzi direi cattivissimo». Questo può cambiare la strategia nella
lotta ai tumori? «Alla luce di queste scoperte abbiamo un' altra chiave a nostra
disposizione per prevenire e trattare il tumore. L' inattivazione del "Titano" Pten è
frequente e il poterlo risvegliare farmacologicamente è un' arma importante a nostro
favore». Dal punto di vista pratico, che cosa suggerisce questa scoperta? Che
bisogna cambiare anche la nostra dieta e la nostra alimentazione? «Questa scoperta
enfatizza l' importanza di introdurre nella dieta alimenti vegetali come le crucifere, i
broccoli e i cavolfiori . Un' altra dimostrazione è che una dieta a alto contenuto di
vegetali e fibre fa davvero bene, comunque». Non si rischia di alimentare speranze
che poi non vanno a buon fine? «Quando si scoprono cose nuove e importanti si
aprono nuove strade e nuove opportunità di cura. Quindi questo è sempre positivo.
Dà entusiasmo ai ricercatori e trasmette entusiasmo. Abbiamo a disposizione una
molecola naturale, chiamata I3C, che potremo studiare in maniera rigorosa
attraverso trial clinici». Come reagirà la comunità scientifica? «La comunità
scientifica sarà ora in grado di sviluppare composti ancora più selettivi e potenti in
tempi brevi contro il cancro». La sperimentazione è un passaggio decisivo. Per ora si
fa sui topi. Quando si passerà sugli esseri umani? «Stiamo sperimentando sui
topolini nell' ospedale del topo e i dati sono fantastici sia in chiave di prevenzione
che di terapia del tumore. Possiamo usare I3C nell' uomo in studi clinici già da oggi,
e avremo farmaci più potenti e selettivi in tempi brevi. Tutto questo è "exciting".
Quello che è però fondamentale ricordare è che non si può prescindere da studi
clinici rigorosi nell' uomo. Questa fase è necessaria e imprescindibile. Dobbiamo
dimostrare l' efficacia di queste molecole nell' uomo, ma anche capire se hanno
tossicità inaspettate».

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17/05/2019                                                                                                                Pagina 18

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                                          Argomento: Sanità nazionale

             Cancro, i malati spendono 5 miliardi l' anno

 LA RICERCA DELLE ASSOCIAZIONI DI
 VOLONTARIATO Imalati di cancro in Italia
 sono circa 3.300.000, di cui quasi
 700mila in trattamento. Per loro, rileva
 la     Favo      (Federazione       italiana
 associazioni volontariato in oncologia), il
 Servizio sanitario nazionale spende circa
 il 14% della spesa complessiva, pari a
 circa 16 miliardi di euro (dato stimato
 per il 2018). Ma «nonostante l'
 innegabile impegno del sistema pubblico
 - evidenzia il Rapporto -, il malato di
 cancro è chiamato spesso a mettere
 mano al portafoglio per sopperire a una
 serie di esigenze, di tipo sua medico sia
 assistenziale non del tutto compensate
 dall' assistenza pubblica». L' indagine
 Favo - realizzata mediante interviste a
 oltre 1.200 malati e altrettanti caregiver
 - rileva che il 57,5% dei malati
 rispondenti all' indagine (corrispondenti
 a circa 1milione e 900 mila pazienti affetti da cancro) ha speso di tasca propria per
 visite, accertamenti diagnostici, farmaci, trasporti, vitto, alloggio, e assistenza
 badanti, complessivamente, 5 miliardi di euro. E a rendere ancora più complicata la
 quotidianità dei malati oncologici è anche la difficoltà a conservare il proprio posto di
 lavoro, soprattutto per le donne e i lavoratori autonomi. «La rappresentazione del
 costo reale del cancro si arricchisce così di nuovi elementi rilevanti e di
 fondamentale utilità per la programmazione delle politiche sanitarie e per l'
 allocazione corretta delle risorse da parte dei decisori politici», ha affermato il
 presidente Favo Francesco De Lorenzo. E per Giordano Beretta, presidente eletto
 dell' Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), «il nostro sistema sanitario
 consente a tutti i cittadini di accedere ai trattamenti necessari per la diagnosi e la
 cura dei tumori. Malgrado ciò, dall' indagine emerge che esistono ad esempio
 problematiche legate alla necessità, in alcuni casi, di effettuare accertamenti al di
 fuori del Ssn e ciò a causa delle lunghe liste d' attesa». RIPRODUZIONE RISERVATA In
 3 milioni colpiti da tumore: il Ssn copre il 14% della spesa ma visite, farmaci,
 trasporti sono a carico dell' utente.

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17/05/2019                                                                                                               Pagina 18

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                                         Argomento: Sanità nazionale

              Contro anche gli infermieri: «Più dignità»

 IL FATTO «Non siamo per l' eutanasia
 perché in ogni caso salvaguardiamo la
 vita. Un conto infatti è agire in maniera
 attiva, un altro evitare l' accanimento
 terapeutico e accompagnare in maniera
 dignitosa». Se il presidente dei medici
 italiani Filippo Anelli ha concluso ieri il
 Convegno Cei di pastorale della salute
 con il suo «no» a ogni forma di fine
 anticipata       della     vita,     Barbara
 Mangiacavalli,         presidente       della
 Federazione nazionale ordini professioni
 infermieristiche, con un identico «no»
 aveva aperto le giornate casertane.
 «Abbiamo inteso salvaguardare la libertà
 di coscienza degli infermieri - ha
 aggiunto Mangiacavalli presentando il
 nuovo      Codice      deontologico     della
 categoria -, riconoscere quindi gli
 infermieri     come     persone     che    si
 relazionano con un' altra persona. È un'
 innovazione che affonda le radici nella nostra storia ma guarda al futuro». Critica la
 posizione sulla legge 219, quella sul biotestamento, che «mette in evidenza la
 relazione medicopaziente, senza considerare che nel fine vita la professionalità più
 vicina alla persona è proprio quella dell' infermiere».

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17/05/2019                                                                                                                Pagina 18

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                                          Argomento: Sanità nazionale

     Eutanasia e suicidio assistito «Noi medici fermi sul no»
 ELISABETTA GRAMOLINI
 Caserta Contrari a eutanasia e suicidio
 assistito. Senza se senza ma. A ribadire
 la loro posizione sono stati i vertici dei
 medici della Fnomceo, la Federazione
 nazionale degli ordini dei medici
 chirurghi e degli odon-toiatri, e degli
 infermieri della Fnopi, la Federazione
 nazionale         ordini        professioni
 infermieristiche, durante il convegno
 nazionale di pastorale della salute che si
 è concluso ieri a Caserta. «Da sempre la
 morte è il male per i medici - ha detto
 Filippo Anelli, presidente Fnomceo -. La
 consideriamo il nemico numero uno».
 Come sanitari «siamo chiamati a
 migliorare la vita, abbiamo nel Dna il
 rispetto della dignità, l' alleviare, il
 venire incontro. Non abbiamo mai
 pensato      di     trasformare     questo
 paradigma usando la morte per alleviare
 le      sofferenze       ».   Schierandosi
 apertamente contro ogni forma di morte a richiesta, Anelli ha parlato anche dell'
 ordinanza 207 della Corte Costituzionale con cui i giudici il 16 novembre 2018 hanno
 richiesto un nuovo intervento legislativo del Parlamento su casi estremi come quello
 di dj Fabo. «La Corte ci impone di considerare il caso in cui il cittadino voglia porre
 fine alle sofferenze con la morte - ha detto Anelli -. Per noi medici questo cambia un
 paradigma, cosa che naturalmente non vogliamo fare, anche se comprendiamo le
 ragioni e le circostanze che sono evidenziate da un organismo così importante come
 la Consulta». Nella pronuncia «sono già definiti dei parametri », i giudici «hanno
 detto che sono disponibili a considerare il diritto al suicidio e che, nel caso in cui il
 Parlamento non approvi una legge entro il 24 settembre 2019, loro comunque
 interverranno ». Nessuna pronuncia può far cambiare l' etica professionale su un
 punto decisivo come questo: «Noi vogliamo continuare a fare i medici» è la
 posizione di Anelli a nome di tutti i colleghi. Ai camici bianchi, hanno fatto da eco gli
 infermieri. Sempre a Caserta la presidente Fnopi, Barbara Mangiacaval-li, ha
 presentato il nuovo Codice deontologico nel quale «abbiamo rimarcato che non
 siamo per l' eutanasia perché in ogni caso salvaguardiamo la vita. Un conto infatti è
 accompagnare in maniera dignitosa nel fine vita, evitando l' accanimento
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terapeutico, un altro è agire in maniera attiva». Durante il convegno organizzato
dall' Ufficio Cei di pastorale della salute è emersa con forza l' esigenza di puntare a
una maggiore diffusione in Italia de- gli hospice e, in generale, della cultura delle
cure palliative per le quali «andrebbe creato un servizio dedicato in tutte le strutture
ospedaliere», ha suggerito Giovanni Zaninetta, responsabile dell' Hospice Domus
Salutis di Brescia. «È impossibile pensare che questo possa azzerare le richieste di
suicidio assistito - ha riconosciuto Zaninetta, che è anche past president della
Società italiana di cure palliative (Sicp) - ma abbiamo il dovere etico e morale di
creare tutte le premesse affinché le persone non si sentano abbandonate, siano
curate bene e si rendano conto di valere anche se attorno a loro gli si dice che non
valgono nulla. Se una persona percepisce di essere ancora un valore, nonostante la
condizione precaria, è difficile che senta il bisogno di morire». La posizione di due
organizzazioni così importanti come quelle dei medici e degli infermieri certo non
garantisce che tutti gli operatori sanitari italiani siano contrari all' eutanasia. «Ne
siamo consapevoli - ha commentato don Massimo Angelelli, direttore dell' Ufficio Cei
di pastorale della salute -, ma per noi costituisce un fatto importante che le due
principali federazioni professionali che rappresentano decine di migliaia di iscritti
condividano il nostro no. Lo consideriamo un segnale significativo della maturità del
dibattito giunto finora all' interno delle professioni sanitarie e siamo contenti che i
due presidenti abbiano scelto di ribadire le loro convinzioni durante il convegno
organizzato dalla Chiesa italiana», che ha visto la partecipazione in quattro giorni di
600 persone e 125 relatori, distribuiti in 21 sessioni tematiche e quattro plenarie.
RIPRODUZIONE RISERVATA ETICA E SALUTE Il presidente della Federazione nazionale
(Fnomceo) prende posizione al convegno Cei di pastorale della salute «La morte è il
nemico dei professionisti della medicina, mai la potremo dare per alleviare
sofferenze»

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