Media Monitoring per 17-05-2019 - Rassegna stampa del 17-05-2019 - Ruggi d'Aragona
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 17/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Cibo e sport, ecco il Villaggio della Salute ............................................................................. 1 16/05/2019 - WWW.SALERNOTODAY.IT Piazza della Concordia si trasforma in "Piazza della Salute" .................................................. 2 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 4 17/05/2019 - CRONACHE DI SALERNO Assunzioni per riaprire reparti ospedalieri: web petizione ..................................................... 4 17/05/2019 - CRONACHE DI SALERNO «Un tavolo per l' ospedale» .................................................................................................... 5 17/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Cancro al colon retto, sfida da Oliveto Citra .......................................................................... 6 17/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Imboscati negli uffici L'Asl: «Ora devono ritornare in corsia» ................................................ 7 17/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Le ambulanze affidate ai privati «Bando regolare» ................................................................ 9 17/05/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Nas in ospedale Via ai controlli sui distributori di bevande ................................................. 10 17/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Servizio ambulanze scontro per tre ospedali ....................................................................... 11 Sanità Campania ............................................................................................................................. 12 17/05/2019 - IL MATTINO Caos barelle e blackout pronto soccorso in tilt .................................................................... 12 17/05/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Guardia medica svolta al Tar annullati i tagli ....................................................................... 14 17/05/2019 - CRONACHE DI CASERTA Trapiantati di fegato, vertici confermati .............................................................................. 16 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 17 17/05/2019 - CORRIERE DELLA SERA «Alex gioca e ride Il nostro bimbo è nato tre volte» ............................................................. 17 17/05/2019 - CORRIERE DELLA SERA «Un' arma verde contro il cancro» ........................................................................................ 19 17/05/2019 - AVVENIRE Cancro, i malati spendono 5 miliardi l' anno ........................................................................ 21 17/05/2019 - AVVENIRE Contro anche gli infermieri: «Più dignità» ............................................................................ 22 17/05/2019 - AVVENIRE Eutanasia e suicidio assistito «Noi medici fermi sul no» ...................................................... 23 17/05/2019 - AVVENIRE Galeazzi, l' ospedale si apre alle culture del mondo ............................................................. 25 17/05/2019 - IL GIORNO Malati di tumore, curarsi costa 5 miliardi ............................................................................ 27 17/05/2019 - AVVENIRE Quei dottori 'millennials' che puntano sulle tecnologie ........................................................ 29 17/05/2019 - IL MESSAGGERO Sanità, peculato per altri 4 dirigenti .................................................................................... 31 17/05/2019 - ITALIA OGGI Turismo sanitario, boom in Giappone I cinesi volano a Tokyo per farsi curare .................... 33
17/05/2019 Pagina 9 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Cibo e sport, ecco il Villaggio della Salute Avere un'alimentazione adeguata e praticare un'attività sportiva sono fondamentali per l'organismo e a occuparsi di attività fisica e dieta è stata l'Asl di Salerno insieme all'Azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona e numerose altre realtà presenti sul territorio. È partito il Villaggio della salute, un'occasione per promuovere corretti stili di vita ma anche consulenze e tante occasioni utili a conoscere meglio i prodotti genuini del nostro territorio e promuovere diverse pratiche sportive. Alimenta la salute con stili di vita corretti è in programma per sabato 25 maggio, dalle 10.30 alle 18 in piazza della Concordia a Salerno che si trasformerà per un giorno in una villaggio della salute per ribadire l'importanza del trinomio alimentazione- sport-salute. «Il progetto intende fornire corrette informazioni alla popolazione sull'alimentazione e sugli stili di vita da perseguire », ha spiegato il presidente dell'Ordine dei medici e odontoiatri di Salerno, Giovanni D'Angelo . Per questo l'Asl Salerno scenderà in piazza con info point, consigli utili con gli esperti del Sert e dimostrazioni pratiche delle manovre di primo soccorso ad opera degli operatori del 118. Ci saranno occasioni per capire meglio come mangiare sano, con consigli dei nutrizionisti, ma ci saranno anche altre occasioni. Come, ad esempio, Il pediatra risponde: impariamo a magiare fin da piccoli o a conoscere che esiste una medicina di genere o ci sarà il momento dedicato ad ascoltare il tuo dentista, ispezione al cavo orale. Oppure ci saranno ancora consulenze diabetologiche con info point e scenderà in piazza anche l'Avis con i suoi volontari. Grazie ad una capillare organizzazione è stato organizzato anche un vero e proprio Villaggio agro-alimentare per far conoscere ulteriormente le delizie del territorio sotto l'egida della dieta mediterranea, con attenzione particolare anche alla corretta preparazione e conservazione dei cibi grazie all'allestimento di alcuni laboratori didattici. Il villaggio sarà strutturato con approfondimenti sul nostro territorio con la presenza di Coldiretti e delle aziende di Campagna Amica. Ci sarà infine il Villaggio dello sport per rinforzare il concetto che una sana alimentazione va di pari passo con una buona pratica sportiva ed è in programma l'esibizione di alcuni atleti della scherma. Ci sarà, infine, spazio anche per imparare ad andare in canoa e tantissimo altro. (m.c.) Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
16/05/2019 salernotoday.it EAV: € 819 Lettori: 7.133 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Piazza della Concordia si trasforma in "Piazza della Salute" Il progetto Piazza della Salute Alimenta la salute con stili di vita corretti nasce propriop per fornire corrette informazioni alla popolazione sull’alimentazione e sugli stili di vita da perseguire Il 25 maggio piazza della Concordia diventerà la Piazza della Salute. Anche in Italia, come certificato dal primo Report sulla Salute Alimentare Infantile redatto da Helpcode, in collaborazione con l’Istituto Giannina Gaslini di Genova e l’Università degli studi di Genova, ha certificato che anche in Italia la malnutrizione infantile è un fenomeno ancora molto diffuso. Circa 1 bambino su 3, infatti, è sovrappeso o obeso a causa delle abitudini alimentari non corrette.Il progetto Piazza della Salute Alimenta la salute con stili di vita corretti nasce propriop per fornire corrette informazioni alla popolazione sull’alimentazione e sugli stili di vita da perseguire. Sabato 25 maggio, dalle 10.30 alle 18.00, in piazza della Concordia verranno allestiti 3 grandi villaggi:Qui si svolgeranno attività di screening e visite mediche gratuite, così organizzato:Qui si farà conoscenza, ancora di più, le delizie del nostro territorio sotto l’egida della dieta mediterranea, con attenzione particolare anche alla corretta preparazione e conservazione dei cibi grazie all’allestimento di alcuni laboratori didattici. Nel villaggio ci saranno:Qui si rinforzerà il concetto che una sana alimentazione va di pari passo con una buona pratica sportiva. Si cercherà, all’insegna del divertimento, di far capire a grandi e piccini l’importanza di una sana attività sportiva, con l’iniziativa “Lo sport in piazza open day: scegli il tuo sport”!Durante la manifestazione alcuni allievi dell’Istituto Alberghiero R. Virtuoso sotto la guida dello Chef Stellato Cristian Torsiello della Scuola di Alta Formazione Gastronomica – In Cibum procederanno alla preparazione di un piatto, spiegandolo nel dettaglio, a partire dall’importanza della materia prima, così da valorizzare i prodotti del territorio e con un occhio particolare allo spreco alimentare.Questo evento rappresenta il primo esempio Nazionale di Piazza della Salute Regionale: la manifestazione, infatti, progettata dall’ENPAM e dagli OMCeO provinciali con diverse modalità organizzative, si svolgerà contemporaneamente in tutte e cinque le Province campane e successivamente in molte altre località italiane.La manifestazione Alimenta la salute con stili di vita corretti è organizzata dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Salerno in collaborazione con ENPAM, FNOMCEO, Comune di Salerno, Provincia di Salerno, Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR. San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona – Scuola Medica Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Salernitana, ASL Salerno, Coldiretti, Ordine Nazionale dei Biologi, Fondazione FICO, FIMP, SIRM, Croce Rossa Italiana Comitato di Salerno, AVIS Comunale di Salerno, MegaEllas, ALICe, Associazione Italiana Donne Medico sez. di Salerno, Istituto Professionale Alberghiero “Roberto Virtuoso” di Salerno, InCibum – Scuola di Alta Formazione Gastronomica, Centrale del Latte di Salerno, Circolo Canottieri Irno, FIP, FIPAV, FIS, FIT e UISP. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 16 EAV: € 495 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia Assunzioni per riaprire reparti ospedalieri: web petizione NOCERA INFERIORE «Sbloccare le assunzioni e riaprire i reparti ospedalieri». Al via la petizione online promossa dal presidente della Commissione consiliare Sanità di Nocera Inferiore, Vincenzo Stile. «Il Dea di I livello... penalizzato dalla carenza di personale medico e paramedico -si legge nel testo della petizione-. I trasferimenti degli infermieri predisposti non sono stati possibili per la mancanza dei nulla osta delle strutture di origine. Le conseguenze sono la riduzione di posti letto, la riduzione dei servizi. La salute è un bene primario garantito dalla Costituzione, ma i cittadini come fanno ad aver garantito questo bene se il proprio Ospedale non ha personale? Chiediamo al Ministro della Sanità On.le Giulia Grillo di programmare un piano di assunzioni straordinario in Campania al fine di garantire ai cittadini Campani il pieno diritto alla salute». Enzo Colabene. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 16 EAV: € 739 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia «Un tavolo per l' ospedale» VERSO IL VOTO / La riapertura è tra le priorità del programma elettorale del candidato a sindaco per la lista L' Altra Scafati, Marco Cucurachi «Giù le mani dal "M. Scarlato"» contro possibili strumentalizzazioni elettorali «L' ospedale "Mauro Scarlato" potrebbe sembrare un cavallo di battaglia da utilizzare per condurre una banale campagna elettorale». A lanciare l' allarme è il candidato a sindaco della lista civica L' Altra Scafati, Marco Cucurachi. «Negli anni -prosegue nella nota l' aspirante alla carica di primo cittadino- abbiamo assistito a continue e false promesse da parte di chi lo ha chiuso e di chi lo poteva riaprire e non lo ha fatto. Sicuramente siamo gli unici a poter dire di aver fatto nel concreto tutto il possibile per ottenere la riapertura del nosocomio scafa tese. Siamo, infatti, stati invitati a partecipare alla commissione Sanità della Regione Campania tenutasi il 02/03/16 durante la quale abbiamo proposto il potenziamento del Punto di Primo Intervento, in modo da ottenere un corpo organico che potesse avvicinarsi ad un Punto di Pronto Soccorso della rete emergenziale ospedaliera». Ed ecco che Cucurachi ribadisce quello appare come uno dei punti del suo programma elettorale, le priorità della sua eventuale azione amministrativa. «L' ospedale sarà al centro della nostra azione amministrativa. Intendiamo essere promotori di una sinergia istituzionale tra Comune, Regione e Asl che possa confluire in un tavolo che sia in grado di mettere in campo tutte le azioni necessarie per ottenere la riapertura dell' Ospedale nel giro di 6 mesi». Una partita mai chiusa, dunque, quella legata al destino dell' ospedale "Mauro Scarlato" che continua ad essere un punto di riferimento non solo per la cittadina scafa tese ma anche per l' intero Agro, assieme agli altri nosocomi del comprensorio, e per il comprensorio Vesuviano. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 21 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Cancro al colon retto, sfida da Oliveto Citra Pina Gaudiosi OLIVETO CITRA Il connubio ad Oliveto Citra tra due delle eccellenze dell'ospedale S. Francesco D'Assisi, quali il Servizio di Endoscopia Digestiva, diretto dalla dottoressa Stella Tammaro , e l'Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale, il cui direttore è il dottore Ermanno D'Arco , ha permesso al nosocomio di divenire punto di riferimento dell'intera provincia di Salerno per il trattamento della patologia colo-rettale. Nel 2018, infatti, il Servizio di Endoscopia Digestiva ha effettuato 2140 endoscopie diagnostiche e di screening, nell'ambito del progetto aziendale di screening del cancro del colon - retto. Tali indagini hanno permesso d'identificare un congruo numero di neoplasie le quali hanno richiesto un adeguato trattamento chirurgico che D'Arco, avvalendosi della sua equipe medica ed infermieristica, assicura con l'utilizzo di apparecchiature elettromedicali all'avanguardia, atte alla tecnica laparoscopica. Il direttore dell'Unità di Chirurgia Generale spiega: «Disponiamo, nel presidio ospedaliero S. Francesco D'Assisi, per gli interventi di patologia colon rettale, di una colonna laparoscopica in 3D di ultima generazione e di tutto lo strumentario laparoscopico per il taglio ed il coagulo a radiofrequenza ed a ultrasuoni. L'utilizzo di tali dispositivi ultramoderni permette di raggiungere un'accurata radicalità oncologica, conservando l'integrità della parete addominale, senza praticarvi ampie incisioni, al fine di ottenere un rapido recupero del paziente e la riduzione dei tempi di degenza ospedaliera». Il dottore Ermanno D'Arco sottolinea che tutto questo si realizza grazie all'abnegazione del personale infermieristico di sala operatoria e di reparto che necessita di essere implementato da ulteriori nuove unità per un fisiologico ricambio generazionale. Nei Paesi occidentali il carcinoma del colon -retto rappresenta la seconda neoplasia per incidenza e mortalità, però tale patologia se diagnosticata in una fase iniziale, tramite le suddette indagini endoscopiche, è potenzialmente curabile, per cui le moderne linee guida internazionali consigliano di sottoporsi alla colonscopia diagnostica dopo i 50 anni, per verificare l'eventuale presenza di carcinoma colorettale o per l'asportazione di lesioni pre - neoplastiche che potrebbero successivamente degenerare. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 9 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Imboscati negli uffici L'Asl: «Ora devono ritornare in corsia» Marcella Cavaliere Dopo la denuncia dei sindacati sul caso imboscati e l'avvio delle indagini della Finanza, come annunciato pochi giorni fa, l'Asl di Salerno ha inviato la lettera ai direttori amministrativi e sanitari dei plessi ospedalieri per trasferire nelle corsie degli ospedali il personale collocato impropriamente negli uffici. Il capo del personale, Francesco Avitabile , ha ribadito nell'avviso «l'esigenza di ricondurre il personale interessato nelle mansioni proprie del profilo di appartenenza». Questa è solo l'ultima iniziativa dell'Azienda sanitaria che ha avviato anche un'ispezione interna dopo gli esposti del sindacato Fsi alla Procura, alla Corte dei conti e Nas e dopo le numerose pressioni del sindacato degli infermieri Nursind, che ha invitato più volte i dirigenti a occuparsi del personale tolto dai reparti e trasferito dietro le scrivanie degli uffici pur non possedendo i requisiti e l'inquadramento contrattuale. L'Asl alcune settimane fa aveva già chiesto si responsabili delle macro aree di tutte le strutture aziendali di verificare quanti lavoratori fossero stati trasferiti dalle corsie agli uffici, in particolare coloro in possesso di limitazioni temporanee al lavoro nei reparti dovute a problemi di salute. Limitazioni solo temporanee, però, che implicano cioè di ritornare a lavorare di nuovo nei reparti. Ora la comunicazione formale dell'Asl che riguarderà 216 dipendenti per i quali è trascorso diverso tempo dalle limitazioni al lavoro in corsia che erano state diagnosticate in occasione di visite mediche. Oltre a invitare i dirigenti delle strutture ospedaliere o distrettuali interessate a «ricondurre il personale nelle mansioni proprie del profilo di appartenenza », Avitabile ha fatto riferimento in particolar modo agli infermieri. Di fatti ha puntualizzato che per quanto «attiene le unità di personale infermieristico la necessità di assegnare il personale stesso alla filiera assistenziale è resa più impellente dalla ineluttabilità di dover continuare a erogare a detto personale la indennità professionale specifica legata alla qualifica posseduta ». E una delle categorie che è stata trasferita maggiormente negli uffici è proprio quella degli infermieri, seguita dagli operatori Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
socio sanitari (oss ) e altre figure professionali. Alcuni infermieri continuano a percepire un'indennità professionale che è tipica del lavoro in reparto anche se di fatto lavorano negli uffici. Avitabile pertanto ha ricordato di aver invitato a tutti i dirigenti delle macro aree a fornire «il dettaglio del personale che risultava adibito a mansioni non proprie rispetto alla qualifica e al profilo posseduto» e che ora quel personale deve essere invitato a ritornare nei reparti. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 9 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Le ambulanze affidate ai privati «Bando regolare» Botta e risposta tra l'Asl e il sindacato degli infermieri Nursind sul caso dell'acquisto delle nuove ambulanze per gli ospedali di Nocera inferiore, Eboli e Vallo della Lucania. E sul mancato utilizzo del personale interno. Dopo la richiesta del segretario Biagio Tomasco di fare maggiore chiarezza sull'affidamento esterno del trasporto dei pazienti tra le diverse strutture dell'Asl per eseguire accertamenti, in attesa dell'acquisto di nuove ambulanze da parte dell'Azienda sanitaria, è arrivata la risposta dell'Azienda a cui ha fatto subito seguito un'ulteriore richiesta di delucidazioni da parte del sindacato. L'Asl ha precisato che le Direzioni sanitarie dei tre presidi hanno «constatato lo stato di obsolescenza delle ambulanze in dotazione adibite al servizio, e considerato che tale situazione comprometteva la sicurezza dei pazienti e degli operatori, hanno chiesto alla Direzione commissariale di autorizzare la procedura di sostituzione degli automezzi mediante l'acquisizione di tre nuove ambulanze». Per questo è stata indetta una manifestazione d'interesse per l'affidamento esterno a enti pubblici, associazioni di volontariato e Croce rossa Italiana per tre mesi, pubblicata sul sito web aziendale. Tra le varie osservazioni, Tomasco, ha sottolineato che «la pubblicazione della graduatoria dei vincitori ancora non è stata pubblicata sulla pagina web in questione» e si è chiesto «se sia vero, come sembra, che l'acquisto dell'autoambulanza da destinare a Vallo della Lucania sia stato bloccato». In tal caso, ha aggiunto «vorrei conoscere le motivazioni, oltre a voler conoscere quale sia la prima associazione classificata a Vallo della Lucania in quanto non risulta sottoscrizione, nonostante il servizio sia più che attivo». In conclusione Tomasco ha chiesto all'Asl di Salerno di informare il sindacato sulla data di sottoscrizione della convenzione, auspicando un incontro «chiarificatore tra le parti». Soprattutto sul problema del personale addetto al trasporto dei vari ospedali, che per tre mesi, dovrà cedere il passo ai privati. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 13 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Nas in ospedale Via ai controlli sui distributori di bevande Controllo dei carabinieri del Nas all'ospedale Umberto I di Nocera Inferiore per alcune criticità rilevate. Ieri mattina, i militari del maggiore Vincenzo Ferrara , con la collaborazione di personale dell'Asl di Salerno, hanno eseguito un'ispezione all'interno del presidio ospedaliero nocerino. Sono stati controllati in modo particolare il pronto soccorso e sala gessi. Dalle verifiche è emerso la presenza di alcuni problemi igienico sanitari e strutturale ed organizzativo come il mancato funzionamento della porta automatica che consente accesso ed uscita dalla camera calda, il locale antistante l'ingresso al pronto soccorso, dove entrano auto o ambulanze con i pazienti a bordo, che è climatizzato per evitare che le persone da soccorrere prendano freddo nello scendere dai mezzi. Costatate anche la presenza di sporco diffuso sulla pavimentazione, l'assenza di personale di vigilanza esterna ed interna della camera calda, la mancanza di cartellonistica di pericolo emergenza. Rilevata, inoltre, la presenza di vari distributori automatici di alimenti e di bevande, posizionati irregolarmente nei pressi della camera calda e della sala gessi. Disposto l'immediato sgombero in quanto i distributori erano installati sul piano di manovra, calpestio e transito dei mezzi di soccorso e su superfici dedicate alle attività sanitarie, ostacolandone le prestazioni. I carabinieri hanno anche contestato la violazione amministrativa relativa alla mancata indicazione degli allergeni sui citati distributori automatici nei confronti del titolare dell'azienda che gestisce il servizio. L'ispezioni hanno riguardato anche altri ambienti dell'ospedale ma non sono state rilevate ulteriori criticità da segnalare all'azienda sanitaria locale che gestisce il presidio ospedaliero nocerino. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 23 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 2.843 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Salerno e provincia Servizio ambulanze scontro per tre ospedali LA QUERELLE LA QUERELLE Scontro a distanza tra Asl e sindacati sull' affidamento del servizio ambulanze per gli ospedali di Nocera Inferiore, Eboli e Vallo della Lucania. Dopo i dubbi sollevati l' altro giorno dalle parti sociali, l' azienda sanitaria ribadisce che la procedura è stata messa in campo per sostituire i mezzi ormai obsoleti e che la scelta di indire una manifestazione d' interesse per la copertura temporanea del servizio è stata dettata dalle lungaggini tecniche per l' acquisto. LE PROCEDURE «Le direzioni sanitarie dei tre presidi, avendo constatato lo stato di obsolescenza, hanno chiesto di autorizzare la procedura di sostituzione degli automezzi mediante l' acquisizione di tre nuove ambulanze scrive l' Asl Considerati i tempi tecnici per l' espletamento, si è proceduto a indire una manifestazione di interesse per l' affidamento esterno per la copertura temporanea per un periodo di tre mesi, a rotazione, del servizio di trasporto secondario». Nonostante la replica dell' azienda sanitaria, le parti sociali però, non si dicono ancora soddisfatte e tornano a richiedere risposte in merito ai quesiti presentati l' altro giorno. «In che data è partita la procedura d' acquisto? chiede Biagio Tomasco, segretario del Nursind Come mai non è stata data informativa ai sindacati della completa esternalizzazione a Nocera ed Eboli? In che modo sono stati ricollocati gli infermieri e gli autisti e come si è giunti alla graduatoria di assegnazione? Al 12 maggio non era stata pubblicata». Il sindacato poi, per quanto riguarda il San Luca, vuole vederci chiaro sul perché sia stato richiesto solo qui ambulanza e autista. «Si chiede di sapere, infine, se è vero che delle tre ambulanze l' unica per cui è stata disposta la sospensione dell' acquisto è quella di Vallo della Lucania, dove il servizio non è più attivo». sa. ru. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 28 EAV: € 6.294 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Caos barelle e blackout pronto soccorso in tilt IL CASO Antonio Menna Barelle nei corridoi, stipate in ogni angolo, perfino nell' atrio, con malati che chiedono aiuto, familiari esasperati dall' attesa, pazienti infortunati appoggiati alle pareti per mancanza perfino di sedie. Aggirarsi negli angusti sotterranei del Pronto soccorso dell' ospedale di Giugliano fa impressione: aperto in pompa magna nel 2016 alla presenza del presidente della Regione De Luca, sembra già allo stremo. Per due giorni consecutivi, questa settimana, una raffica di black- out ha messo a dura prova macchinari e possibilità stessa di lavoro: i gruppi elettrogeni hanno tamponato ma la corrente ha continuato a saltare lasciando al buio tutti. Le condizioni per pazienti e personale sembrano ai limiti. «Mi sono accorta che la fronte di mia madre scottava racconta Marilisa - ho chiesto un termometro, non l' ho avuto. Sono dovuto andare a comprarlo fuori, in parafarmacia, e misurare la temperatura da sola. Naturalmente, la febbre c' era». «Ho avuto un incidente in moto dice un ragazzo di Mugnano - mi hanno portato al Pronto soccorso di Giugliano con l' ambulanza. Sono rimasto su una sedia ore prima di essere visitato. Mi dicevano che c' erano urgenze che io, a vista, non sembravo avere nulla di grave. Ma avvertivo un dolore forte e a un certo punto ho dovuto urlare per farmi sentire». I CONTRASTI Nelle due stanzette destinate a Obi (Osservazione breve) i pazienti rimangono per diverse ore uno accanto all' altro, senza neppure lo spazio per far transitare gli infermieri. I bagni sono spesso senza carta igienica. I malati restano su barelle di ferro con un materassino sottile di pelle nera sotto la schiena. Dietro la testa nessun cuscino. Sono vietati al Pronto soccorso, dicono. Chi può ne introduce furtivamente qualcuno da casa, per dare almeno un po' di sollievo ai malati, in attesa di capire il loro destino. Una stanzetta è destinata alle medicazioni, un' altra ancora ai codici rossi e ai codici gialli, quelli più importanti. Il ritmo, ovviamente, è quello frenetico di tutti i pronto soccorso. Ambulanze e mezzi privati scendono continuamente lungo il Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
pendio accanto all' ospedale, le porte si aprono e i familiari ne approfittano per entrare. A vigilare solo una guardia giurata, spesso anziana e impossibilitata a contenere il via vai. Nelle sale è un continuo introdursi di persone. «Qui può stazionare un parente per malato», urla ogni tanto un infermiere. Ma è un appello che resta inascoltato. Si aggregano spesso gruppi accanto alle barelle. Tra l' altro in tutto il sotterraneo non c' è alcun segnale telefonico. Qualcuno si attacca a una porta di sicurezza per avere un po' di campo e comunicare con l' esterno. Dalla stessa porta di sicurezza entrano ed escono furtivamente in molti, anche fuori dagli orari prestabiliti. IL PIANO «Stiamo lavorando per garantire una migliore assistenza dice Paolo De Rosa, responsabile del Pronto soccorso -. Ogni infermiere è dotato di termometro digitale. Abbiamo riorganizzato completamente i percorsi di assistenza, adottando nuovi protocolli operativi. In quest' ottica abbiamo studiato una risistemazione degli attuali spazi, ottenendo dalla Direzione Aziendale l' autorizzazione ad effettuare alcuni interventi di ristrutturazione». Nel 2018 sono stati 46574 gli accessi in Pronto Soccorso a Giugliano, una media di 128 pazienti al giorno. La metà di quelli fatti dal Cardarelli, che ha ben altre strutture. «Molti di questi accessi dicono dall' Asl Napoli 2 nord - vanno considerati come impropri, in quanto nel 2018 solo 7500 accessi venivano registrati come rossi (pericolo di vita) o gialli (grave rischio per il paziente), in tutti gli altri casi si registravano codici verdi e bianchi. Dei circa 47.000 accessi solo il 10% è arrivato mediante 118, negli altri casi si è trattato di persone che sono venute con propri mezzi, mentre solo il 10% viene ricoverato. Questo testimonia che la maggior parte degli accessi è improprio, in quanto si tratta di persone che si recano al Pronto Soccorso per patologie minori che potrebbero essere trattate anche diversamente». «A Giugliano come in tutta la Campania dice Antonio d' Amore, direttore generale dell' Asl Napoli 2 Nord - si sconta una storica carenza di personale. Abbiamo fatto lo scorso anno un concorso per medici di urgenza, quella graduatoria si è esaurita. Ne stiamo facendo un altro e stiamo aspettando che si concluda il concorso del Cardarelli per aumentare la dotazione degli infermieri». Ma i problemi restano e sono sotto gli occhi di tutti: spazi inadeguati, attrezzature insufficienti, difficoltà a rispondere alle aspettative dell' utenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 26 EAV: € 4.799 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Guardia medica svolta al Tar annullati i tagli Accolto il ricorso di tre camici bianchi, l' Asl dovrà rivedere la riduzione da 11 a 8 unità nel presidio cittadino LA SENTENZA Antonello Plati I tagli alla guardia medica sono illegittimi. Il Tar di Salerno accoglie un ricorso di tre camici bianchi che prestano servizio di continuità assistenziale ad Avellino e impone un passo indietro all' Asl. L' ente di via Degli Imbimbo a maggio dell' anno scorso aveva, infatti, ridotto da 11 a 8 unità l' organico del distretto. C' è attesa anche per una seconda pronuncia dei magistrati amministrativi rispetto a un' altra istanza presentata da 14 guardie mediche per chiedere l' annullamento complessivo della riorganizzazione aziendale che ha portato a oltre 20 esuberi su base provinciale. L' altro giorno, come detto, i togati hanno accolto il ricorso presentato Nicola Chiuchiolo, Concetta D' Andrea e Teresa Vecchione difesi dall' avvocato Silvio Garofalo, sottolineando, tra le altre cose, che l' Asl ha effettuato i tagli al personale attraverso una «mera comunicazione, la nota del 29 maggio 2018, totalmente priva degli elementi formali che usualmente connotano il provvedimento amministrativo. Nel caso di specie, mancano una parte contenente le premesse, quella integrante la motivazione e, infine, quella che esprime il dispositivo». E nemmeno nella memoria difensiva trasmessa al Tar «c' è traccia spiega Garofalo dell' atto per mezzo del quale l' Asl ha provveduto alla riorganizzazione». Di qui, l' annullamento della nota 1094 del 29 maggio 2018 sottoscritta dal direttore del personale non strutturato, Alessandro Alifano, nella parte in cui è prevista la riduzione del numero dei medici operanti presso la sede di continuità assistenziale di Avellino da 11 unità a 8 unità, comunicata il 30 maggio 2018 al coordinatore della sede di continuità assistenziale di Avellino Teresa Vecchione. «Per le zone non disagiate, come il capoluogo irpino, il numero dei medici inseribili nei servizi di continuità assistenziale di ciascuna Asl è definito dal rapporto ottimale di riferimento che prevede un medico ogni 5000 abitanti Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
residenti», spiega ancora il legale. «I ricorrenti - prosegue Garofalo - hanno poi dedotto che la popolazione per la zona di Avellino è pari a 56mila 757 abitanti residenti, sicché i medici in servizio avrebbero dovuto essere pari a 11 unità, secondo l' Accordo collettivo nazionale di medicina generale, o addirittura di 14 unità secondo una delibera di giunta regionale invocata nel ricorso». Adesso, l' Asl, prima di riportare in quota l' organico, potrà impugnare la sentenza al Consiglio di Stato. A via Degli Imbimbo, però, potrebbero anche decidere di emettere un atto formale che giustifichi la riduzione del numero delle guardie mediche, condizione che determinerebbe un nuovo e forse più aspro scontro. Riaccendendo la protesta che Il 20 aprile scorso ha portato i medici di continuità e quelli del 118 a manifestare il proprio dissenso con un presidio sotto la sede dell' Asl di Avellino. Forti i toni usati in quell' occasione dai rappresentanti sindacali di Fismu e Smi: «Siamo defraudati con stipendi a piacimento. Ciclicamente dimezzati e inascoltati quando chiediamo un servizio migliore». In totale, sono una ventina le unità considerate in esubero: tre, appunto, nel capoluogo, le altre tra Atripalda, Baiano, Fontanarosa, Mercogliano, Mirabella Eclano, Montoro, San Mango sul Calore e Volturara Irpina. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 6 EAV: € 851 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Trapiantati di fegato, vertici confermati CASERTA (r.c.) - Nuovo direttivo provinciale dell' Associazione italiana trapiantati di fegato per il quinquennio 2019-2023. Lo ha stabilito l' assemblea elettiva, riunita mercoledì mattina al centro "Città di Pace" a Puccianiello. Per il direttivo provinciale sono stati eletti Eduardo Casertano, Nicola Corvaglia, Francesco Della Valle, Raffaele De Zardo, Cuono Crispo, Alessandra Falcone, Franco Martino, Nicola Menale e Veronica Palmieri. Il neo direttivo, all' unanimità, ha riconfermato quale presidente dell' Aitf provinciale Martino, vice presidente la Palmieri e tesoriere Casertano. All' appuntamento hanno partecipato, tra i presenti e i deleganti, oltre centodieci associati, in rappresentanza di 538 iscritti all' Associazione. E' stato fatto anche il punto sule attività svolte dal sodalizio. I lavori sono stati introdotti dalla relazione del presidente uscente Martino, che ha tracciato un bilancio sulle iniziative svolte dall' Associazione nell' anno 2018 e in questi primi mesi del 2019, illustrando i progetti conclusi e quelli tuttora in corso, che hanno avuto come azione prioritaria, oltre quella di assicurare un' assistenza dignitosa ai propri adepti, anche e soprattutto l' impegno dell' Aitf per informare la cittadinanza sulla importante questione della donazione degli organi e dei trapianti. L' assemblea ha voluto dedicare una speciale attenzione sull' importante questione riguardante il futuro della unità operativa semplice dipartimentale Satte (Servizio assistenza trapiantati trapiantandi epatici) a causa dell' imminente collocamento in quiescenza del dirigente medico responsabile. Nel corso del dibattito, infatti, è venuta fuori chiaramente la grande preoccupazione che attanaglia le menti di tutti i trapiantati e trapiantandi presenti in sala. Viene notato "l' incomprensibile atteggiamento tenuto dalla direzione strategica dell' azienda ospedaliera che, a poco meno di due mesi dalla partenza del precitato pensionando, ancora non ha bandito alcun concorso per individuare il medico che andrà a sostituire il responsabile dell' unità operativa. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 16 EAV: € 37.026 Argomento: Sanità nazionale Lettori: 725.830 «Alex gioca e ride Il nostro bimbo è nato tre volte» Il piccolo guarito A Napoli con i genitori: ora il futuro non fa più paura La terrazza che dà sui tetti di Chiaia è tutta azzurra di palloncini e pupazzi. Questa casa a due passi da piazza del Plebiscito è in festa per un bimbo speciale: Alessandro Maria Montresor, di due anni, per il quale lo scorso inverno si è mobilitata l' Italia. Aveva bisogno di un trapianto di midollo per sconfiggere una malattia rara e dal nome difficile, la linfoistiocitosi emofagocitica, e ce l' ha fatta grazie ai medici dell' ospedale Bambino Gesù benché nessuno tra i tantissimi donatori si sia rivelato compatibile: gli sono state trapiantate cellule prelevate dal papà. Adesso che è arrivata la guarigione, Alex comincia piano piano ad assaporare una vita normale. Questa è la prima volta che viene a Napoli da quando, lo scorso agosto, si sono manifestati i sintomi della malattia. Trascorre una settimana in casa dei nonni materni, Ulderico e Rosemary. Il tempo è cattivo e non può uscire molto, perché si raffredderebbe, ma anche in casa non ha il tempo di annoiarsi. «Gli piacciono le bolle di sapone e ama giocare con le macchinine», racconta la madre, Cristiana Console, con occhi che finalmente splendono di gioia. «Quando siamo a Roma, ogni mattina, andiamo a passeggiare a Trastevere. Lì c' è un' edicola dove ne sono esposte in vendita tante. Alessandro le guarda tutte, le tocca, le esamina: il giornalaio è paziente, lo lascia fare. Alla fine, trascorsa una mezz' ora, sceglie quella che vuole e porta a casa il suo trofeo». Questo pomeriggio però è una Vespa in miniatura il giocattolo che gli tiene compagnia: la spinge avanti e indietro sul parquet, ci salta su, se la stringe al petto. Ai genitori, che durante la fase acuta della malattia lo hanno visto completamente inerte, con febbre oltre i 40 gradi, non sembra vero. «Il nostro bambino è nato tre volte», si ripetono Cristiana e Paolo, suo marito. Ed elencano: la prima, quando è venuto alla luce prematuro e debolissimo. La seconda, quando è riuscito a recuperare peso e a lasciare l' incubatrice. La terza, quando il professor Locatelli e la sua équipe sono riusciti a sconfiggere la malattia. Malattia che, si pensa ora, è stata Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
la causa anche dei problemi precedenti. Un caso davvero singolare, quello di Alessandro Maria. Paolo, che è di Verona, e Cristiana, che è di Napoli, sono entrambi portatori sani, ma non ne avevano contezza. Si sono incontrati a Londra, dove entrambi lavorano, e si sono innamorati. Il loro bambino però ha contratto il male. «Quando è arrivata la diagnosi eravamo disperati. Ed è stato per la forza della disperazione che abbiamo provato a lanciare quell' appello ai possibili donatori. Non ci aspettavamo una risposta così forte e il merito è anche di Gigi D' Alessio, che è stato tra i primi a rilanciarlo. Anche se per Alex non si è trovato il donatore giusto, quanti hanno atteso per ore il loro turno sappiano che hanno aiutato molti bambini malati di leucemia o di tumore. Ci hanno contattato i genitori per dircelo». Ancora per qualche mese Alex e la sua mamma resteranno a Roma, mentre il papà ha ripreso il lavoro a Londra e li raggiunge nei weekend. «Il momento più bello - spiega Cristiana - è quando la sera ci troviamo tutti e tre nel lettone. Vedo Alex dormire sereno e mi si allarga il cuore». Certo, ci sono ancora difficoltà da affrontare: i farmaci sono indispensabili, come pure i controlli periodici in ospedale; i contatti con gli altri bambini sono vietati, perché lui non è vaccinato, e l' alimentazione è soprattutto liquida: brodino, passato di verdure, omogeneizzato. Ma il futuro adesso non fa più paura. Il 31 marzo, giorno del suo compleanno, due famiglie gli si sono strette attorno per fargli gli auguri: la sua e quella, più numerosa, dell' ospedale Bambino Gesù. Due feste, due canzoncine, due torte di colori diversi. Con i personaggi di Cars, ovviamente. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 17 EAV: € 40.070 Argomento: Sanità nazionale Lettori: 725.830 «Un' arma verde contro il cancro» GIANGIACOMO SCHIAVI L' intervista Harvard, la scoperta del team guidato da Pier Paolo Pandolfi «Nei broccoli un composto che attiva un soppressore dei tumori Avremo farmaci più potenti, ora gli studi clinici sull' uomo» La lotta al cancro si nutre anche di suggestioni. Contro l' alieno, come lo chiamava Oriana Fallaci, l' arma letale potrebbe essere un ortaggio neanche tra i più gettonati ma capace di risvegliare un combattente nato, un Rambo in sonno che i ricercatori hanno paragonato ai mitici Titani pietrificati da Zeus. Nome in codice: Pten. Ecco, un composto estratto dai broccoli può attivare questo titano della soppressione tumorale e colpire l' alieno infiltrato nelle cellule. I ricercatori dell' Harvard Medical School guidati dall' italiano Pier Paolo Pandolfi hanno individuato l' interruttore che teneva spento questo titano-Rambo e l' autorevole Science ne certifica la scoperta pubblicando un lavoro che apre nuove prospettive nella ricerca sui tumori. Ma la prima domanda, inevitabile, riguarda i broccoli. Ci sarà un effetto boom nelle vendite e nel consumo, dopo questa certificazione? Pandolfi mette le mani avanti e lascia poche illusioni: per assumere dosi efficaci del composto si dovrebbero mangiare sette chilogrammi di broccoli. Meglio affidarsi a un estratto farmacologico, dopo aver sviluppato trials clinici. Perché la scoperta permetterà di sviluppare altre molecole di sintesi ancora più potenti e specifiche, in tempi che potrebbero essere brevi. «Ci stiamo già lavorando - dice - e saremo in buona compagnia». Professor Pandolfi, delle proprietà dei broccoli e delle crucifere, come i cavolfiori, già si sapeva. Fanno bene, dicevano le nostre nonne. Qual è la vera novità della ricerca? «La novità è di avere scoperto il perché i broccoli fanno bene, cioè il meccanismo che è alla base di questi effetti antitumorali, e subito dopo il suo target che ha come sigla Wwp1: è quello che tiene bloccato il nostro titano che abbiamo definito con il codice Pten». I broccoli come gli spinaci per Braccio di ferro... «Semplificando, si può anche dire così. In realtà analizzando i meccanismi che regolano l' attivazione del titano della soppressione Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
tumorale, abbiamo trovato l' interruttore, quello che ha come sigla Wwp1, che tiene spento il regolatore negativo di Pten». E poi? «Poi abbiamo trovato il modo di riattivare il Titano andando a bloccare Wwp1 con il composto rilevato nei broccoli. In sintesi Pten è il Titano buono, quello che lei ha chiamato Rambo. Invece Wwp1 è l' oncogene cattivo, anzi direi cattivissimo». Questo può cambiare la strategia nella lotta ai tumori? «Alla luce di queste scoperte abbiamo un' altra chiave a nostra disposizione per prevenire e trattare il tumore. L' inattivazione del "Titano" Pten è frequente e il poterlo risvegliare farmacologicamente è un' arma importante a nostro favore». Dal punto di vista pratico, che cosa suggerisce questa scoperta? Che bisogna cambiare anche la nostra dieta e la nostra alimentazione? «Questa scoperta enfatizza l' importanza di introdurre nella dieta alimenti vegetali come le crucifere, i broccoli e i cavolfiori . Un' altra dimostrazione è che una dieta a alto contenuto di vegetali e fibre fa davvero bene, comunque». Non si rischia di alimentare speranze che poi non vanno a buon fine? «Quando si scoprono cose nuove e importanti si aprono nuove strade e nuove opportunità di cura. Quindi questo è sempre positivo. Dà entusiasmo ai ricercatori e trasmette entusiasmo. Abbiamo a disposizione una molecola naturale, chiamata I3C, che potremo studiare in maniera rigorosa attraverso trial clinici». Come reagirà la comunità scientifica? «La comunità scientifica sarà ora in grado di sviluppare composti ancora più selettivi e potenti in tempi brevi contro il cancro». La sperimentazione è un passaggio decisivo. Per ora si fa sui topi. Quando si passerà sugli esseri umani? «Stiamo sperimentando sui topolini nell' ospedale del topo e i dati sono fantastici sia in chiave di prevenzione che di terapia del tumore. Possiamo usare I3C nell' uomo in studi clinici già da oggi, e avremo farmaci più potenti e selettivi in tempi brevi. Tutto questo è "exciting". Quello che è però fondamentale ricordare è che non si può prescindere da studi clinici rigorosi nell' uomo. Questa fase è necessaria e imprescindibile. Dobbiamo dimostrare l' efficacia di queste molecole nell' uomo, ma anche capire se hanno tossicità inaspettate». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 18 EAV: € 10.254 Lettori: 352.765 Argomento: Sanità nazionale Cancro, i malati spendono 5 miliardi l' anno LA RICERCA DELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO Imalati di cancro in Italia sono circa 3.300.000, di cui quasi 700mila in trattamento. Per loro, rileva la Favo (Federazione italiana associazioni volontariato in oncologia), il Servizio sanitario nazionale spende circa il 14% della spesa complessiva, pari a circa 16 miliardi di euro (dato stimato per il 2018). Ma «nonostante l' innegabile impegno del sistema pubblico - evidenzia il Rapporto -, il malato di cancro è chiamato spesso a mettere mano al portafoglio per sopperire a una serie di esigenze, di tipo sua medico sia assistenziale non del tutto compensate dall' assistenza pubblica». L' indagine Favo - realizzata mediante interviste a oltre 1.200 malati e altrettanti caregiver - rileva che il 57,5% dei malati rispondenti all' indagine (corrispondenti a circa 1milione e 900 mila pazienti affetti da cancro) ha speso di tasca propria per visite, accertamenti diagnostici, farmaci, trasporti, vitto, alloggio, e assistenza badanti, complessivamente, 5 miliardi di euro. E a rendere ancora più complicata la quotidianità dei malati oncologici è anche la difficoltà a conservare il proprio posto di lavoro, soprattutto per le donne e i lavoratori autonomi. «La rappresentazione del costo reale del cancro si arricchisce così di nuovi elementi rilevanti e di fondamentale utilità per la programmazione delle politiche sanitarie e per l' allocazione corretta delle risorse da parte dei decisori politici», ha affermato il presidente Favo Francesco De Lorenzo. E per Giordano Beretta, presidente eletto dell' Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), «il nostro sistema sanitario consente a tutti i cittadini di accedere ai trattamenti necessari per la diagnosi e la cura dei tumori. Malgrado ciò, dall' indagine emerge che esistono ad esempio problematiche legate alla necessità, in alcuni casi, di effettuare accertamenti al di fuori del Ssn e ciò a causa delle lunghe liste d' attesa». RIPRODUZIONE RISERVATA In 3 milioni colpiti da tumore: il Ssn copre il 14% della spesa ma visite, farmaci, trasporti sono a carico dell' utente. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 18 EAV: € 6.299 Lettori: 352.765 Argomento: Sanità nazionale Contro anche gli infermieri: «Più dignità» IL FATTO «Non siamo per l' eutanasia perché in ogni caso salvaguardiamo la vita. Un conto infatti è agire in maniera attiva, un altro evitare l' accanimento terapeutico e accompagnare in maniera dignitosa». Se il presidente dei medici italiani Filippo Anelli ha concluso ieri il Convegno Cei di pastorale della salute con il suo «no» a ogni forma di fine anticipata della vita, Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche, con un identico «no» aveva aperto le giornate casertane. «Abbiamo inteso salvaguardare la libertà di coscienza degli infermieri - ha aggiunto Mangiacavalli presentando il nuovo Codice deontologico della categoria -, riconoscere quindi gli infermieri come persone che si relazionano con un' altra persona. È un' innovazione che affonda le radici nella nostra storia ma guarda al futuro». Critica la posizione sulla legge 219, quella sul biotestamento, che «mette in evidenza la relazione medicopaziente, senza considerare che nel fine vita la professionalità più vicina alla persona è proprio quella dell' infermiere». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 Pagina 18 EAV: € 19.733 Lettori: 352.765 Argomento: Sanità nazionale Eutanasia e suicidio assistito «Noi medici fermi sul no» ELISABETTA GRAMOLINI Caserta Contrari a eutanasia e suicidio assistito. Senza se senza ma. A ribadire la loro posizione sono stati i vertici dei medici della Fnomceo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odon-toiatri, e degli infermieri della Fnopi, la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche, durante il convegno nazionale di pastorale della salute che si è concluso ieri a Caserta. «Da sempre la morte è il male per i medici - ha detto Filippo Anelli, presidente Fnomceo -. La consideriamo il nemico numero uno». Come sanitari «siamo chiamati a migliorare la vita, abbiamo nel Dna il rispetto della dignità, l' alleviare, il venire incontro. Non abbiamo mai pensato di trasformare questo paradigma usando la morte per alleviare le sofferenze ». Schierandosi apertamente contro ogni forma di morte a richiesta, Anelli ha parlato anche dell' ordinanza 207 della Corte Costituzionale con cui i giudici il 16 novembre 2018 hanno richiesto un nuovo intervento legislativo del Parlamento su casi estremi come quello di dj Fabo. «La Corte ci impone di considerare il caso in cui il cittadino voglia porre fine alle sofferenze con la morte - ha detto Anelli -. Per noi medici questo cambia un paradigma, cosa che naturalmente non vogliamo fare, anche se comprendiamo le ragioni e le circostanze che sono evidenziate da un organismo così importante come la Consulta». Nella pronuncia «sono già definiti dei parametri », i giudici «hanno detto che sono disponibili a considerare il diritto al suicidio e che, nel caso in cui il Parlamento non approvi una legge entro il 24 settembre 2019, loro comunque interverranno ». Nessuna pronuncia può far cambiare l' etica professionale su un punto decisivo come questo: «Noi vogliamo continuare a fare i medici» è la posizione di Anelli a nome di tutti i colleghi. Ai camici bianchi, hanno fatto da eco gli infermieri. Sempre a Caserta la presidente Fnopi, Barbara Mangiacaval-li, ha presentato il nuovo Codice deontologico nel quale «abbiamo rimarcato che non siamo per l' eutanasia perché in ogni caso salvaguardiamo la vita. Un conto infatti è accompagnare in maniera dignitosa nel fine vita, evitando l' accanimento Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
terapeutico, un altro è agire in maniera attiva». Durante il convegno organizzato dall' Ufficio Cei di pastorale della salute è emersa con forza l' esigenza di puntare a una maggiore diffusione in Italia de- gli hospice e, in generale, della cultura delle cure palliative per le quali «andrebbe creato un servizio dedicato in tutte le strutture ospedaliere», ha suggerito Giovanni Zaninetta, responsabile dell' Hospice Domus Salutis di Brescia. «È impossibile pensare che questo possa azzerare le richieste di suicidio assistito - ha riconosciuto Zaninetta, che è anche past president della Società italiana di cure palliative (Sicp) - ma abbiamo il dovere etico e morale di creare tutte le premesse affinché le persone non si sentano abbandonate, siano curate bene e si rendano conto di valere anche se attorno a loro gli si dice che non valgono nulla. Se una persona percepisce di essere ancora un valore, nonostante la condizione precaria, è difficile che senta il bisogno di morire». La posizione di due organizzazioni così importanti come quelle dei medici e degli infermieri certo non garantisce che tutti gli operatori sanitari italiani siano contrari all' eutanasia. «Ne siamo consapevoli - ha commentato don Massimo Angelelli, direttore dell' Ufficio Cei di pastorale della salute -, ma per noi costituisce un fatto importante che le due principali federazioni professionali che rappresentano decine di migliaia di iscritti condividano il nostro no. Lo consideriamo un segnale significativo della maturità del dibattito giunto finora all' interno delle professioni sanitarie e siamo contenti che i due presidenti abbiano scelto di ribadire le loro convinzioni durante il convegno organizzato dalla Chiesa italiana», che ha visto la partecipazione in quattro giorni di 600 persone e 125 relatori, distribuiti in 21 sessioni tematiche e quattro plenarie. RIPRODUZIONE RISERVATA ETICA E SALUTE Il presidente della Federazione nazionale (Fnomceo) prende posizione al convegno Cei di pastorale della salute «La morte è il nemico dei professionisti della medicina, mai la potremo dare per alleviare sofferenze» Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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