Unione della Romagna Faentina - lunedì, 23 marzo 2020 - Unione Romagna Faentina

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Unione della Romagna Faentina
     lunedì, 23 marzo 2020
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Unione della Romagna Faentina
                                                     lunedì, 23 marzo 2020

Prime Pagine

 23/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) - Interna                                            4
 Prima pagina del 23/03/2020

 23/03/2020    Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)                                                 5
 Prima pagina del 23/03/2020
 23/03/2020    Il Sole 24 Ore                                                                          6
 Prima pagina del 23/03/2020
 23/03/2020    Italia Oggi Sette                                                                       7
 Prima pagina del 23/03/2020

Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

 23/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 30                                            8
 Morto un uomo di 59 anni Già più di trecento contagi
 23/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 31                                           10
 Altri 22 positivi, ma anche tre guariti
 23/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 33                                           11
 Domenica di dubbi: «Domani si lavora o no?»
 23/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 34                                           13
 «Pronto, sono il sindaco. Non esca»
 23/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 34                                           15
 «Il Dlf di Faenza non è un focolaio»

 23/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 39                                           16
 La 100 Km del Passatore in sospeso: la decisione non prima del 3 aprile

 23/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 40                                           17
 Annullate le competizioni di aprile, già a rischio anche lo slalom di Brisighella

Corriere di Romagna (ed. Ravenna)

 23/03/2020    Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 3                                       18
 I contagiati in regione sono 7.555 816 le vittime, i guariti 349
 23/03/2020    Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 27                     MICHELE DONATI   20
 «Si è appena concluso l' inverno più caldo di sempre»
 23/03/2020    Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 30                     SERGIO SERMASI   21
 La "Romagna Futurista" di Francesco Bagnaresi

Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

 23/03/2020    Il Sole 24 Ore Pagina 3                                                                23
 Per la Tari rinvii solo a livello locale
 23/03/2020    Il Sole 24 Ore Pagina 19                                                               24
 Personale, iter in tre mosse per assenze e smart working
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23/03/2020    Il Sole 24 Ore Pagina 19                                          T.Grand.M.Zamb.      26
Il cumulo di permessi allunga l' assenza

23/03/2020    Il Sole 24 Ore Pagina 19                               Anna GuiducciPatrizia Ruffini   28
Riaccertamento, l' extradeficit blocca l' avanzo anticrisi

23/03/2020    Il Sole 24 Ore Pagina 19                                            Pasquale Mirto     30
Tari, la proroga a giugno dimentica i regolamenti

23/03/2020    Il Sole 24 Ore Pagina 19                                            Pasquale Mirto     32
Anticipo del 20% per appalti d'urgenza
23/03/2020    Italia Oggi Sette Pagina 11                                                            33
Aree edificabili, limiti ai bonus
23/03/2020    Italia Oggi Sette Pagina 11                                      SERGIO TROVATO        34
Imu, pensionati senza benefici
23/03/2020    Italia Oggi Sette Pagina 24                                                            36
Niente Imu sull' immobile abusivo
23/03/2020    Italia Oggi Sette Pagina 42                      PAGINE A CURA DI DANIELE CIRIOLI      38
Dal congedo al bonus di 100 gli aiuti per resistere al virus
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[ § 1 § ]

     lunedì 23 marzo 2020
                            Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) - Interna

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[ § 2 § ]

            lunedì 23 marzo 2020
                                   Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)

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[ § 3 § ]

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                                                    Il Sole 24 Ore

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[ § 4 § ]

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                                                  Italia Oggi Sette

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[ § 1 5 5 9 0 5 1 2 § ]

                          lunedì 23 marzo 2020
                          Pagina 30

                                                                 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                      Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Morto un uomo di 59 anni Già più di trecento contagi
                          Gianluca Marcolini è la vittima più giovane, il ricordo degli amici Ieri 22 nuovi casi e due vittime tra cui una donna di
                          87 anni al Cecilia Hospital

                          Di anni ne aveva appena 59 e a Ravenna è la vittima del coronavirus più
                          giovane. Gianluca Marcolini è morto in ospedale a Ravenna. Su
                          facebook gli amici ne ricordano con parole d' affetto la generosità e la
                          passione per la cucina: «Ti ho conosciuto nel tuo capanno, meravigliose
                          serate, spensierate. Ti ricorderemo così, speciale come la tua
                          accoglienza e la tua voglia di farci mangiare bene». E un altro messaggio:
                          «Ciao Luca, sei stato un amico meraviglioso, dolce e generoso». Aveva
                          invece 87 anni Emilia Ravaioli, pure di Ravenna, che si è spenta al Cecilia
                          Hospital di Cotignola. Entrambi, fa sapere la Provincia, avevano patologie
                          pregresse. Complessivamente sale dunque a dieci il numero delle vittime
                          ravennati. Intanto nella giornata di ieri si sono registrati nuovi 22 casi di
                          contagio. Di questi 13 sono donne e 9 uomini, dunque si sta registrando
                          un' inversione di tendenza. Quattro pazienti si trovano in isolamento
                          domiciliare poiché privi di sintomi o con sintomi leggeri, 15 sono
                          ricoverati non in terapia intensiva, mentre per gli altri 4 si sta valutando l'
                          eventuale ricovero. In massima parte si tratta di pazienti con contatti stretti già in isolamento e sorveglianza che
                          hanno presentato sintomi nei quattordici giorni di sorveglianza attiva. Nessuno dei nuovi casi registrati nella giornata
                          di ieri sarebbe legato al focolaio della palestra. Oltre alle vittime - comunicata ufficialmente ieri anche il decesso dell'
                          85enne Maria Pia Ronchi - si registrano anche tre ulteriori guarigioni cliniche, due donne e un uomo.
                          Complessivamente i casi di contagio da Covid-19 salgono dunque a 309. «Scostamenti in alto come quello di ieri -
                          dichiara Michele de Pascale sindaco di Ravenna e presidente della Provincia - o in basso come quello di oggi non
                          devono deprimere o entusiasmare perché sono anche frutto di dinamiche organizzative legate allo straordinario
                          lavoro di indagine epidemiologica che sta svolgendo il Dipartimento di Salute Pubblica di Ravenna dell' Ausl della
                          Romagna. Il dato più importante, che ci deve dare fiducia, è il ristretto numero, per ora, di casi di cui non si conosce la
                          ragione del contagio, rispetto invece alla stragrande maggioranza per i quali è noti o altamente probabile. Dobbiamo
                          semplicemente perseverare nelle misure di contenimento, potenziare i servizi sanitari ed essere solidali con quanti
                          stanno continuando a lavorare, con grande sacrificio personale e nell' interesse di tutti». «Un' altra giornata pesante
                          per la nostra comunità - scrive il sindaco di Faenza, Malpezzi -.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 8
Unione della Romagna Faentina - lunedì, 23 marzo 2020 - Unione Romagna Faentina
[ § 1 5 5 9 0 5 1 2 § ]

                          lunedì 23 marzo 2020

                                                                Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                     Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          I nuovi casi di contagiati nel nostro comune sono 7 ( 4 uomini e tre donne), di età compresa fra i 40 e gli 85 anni.
                          Fortunatamente, nessuno di loro è attualmente ricoverato in Terapia intensiva. La persona più giovane è un
                          operatrice sanitaria del nostro ospedale, già dimessa e posta in quarantena a domicilio. Sale così a 44 il numero dei
                          faentini contagiati, mentre è di circa 90 il numero complessivo di persone poste in quarantena domiciliare». Nuovi
                          due casi anche a Lugo: «Sale a 25 il totale dei lughesi contagiati - scrive il sindaco Ranalli -. Uno dei due nuovi casi è
                          attualmente ricoverato in terapia intensiva, mentre il secondo si trova in ospedale sotto osservazione. L' ufficio
                          preposto dell' Ausl sta già conducendo le indagini epidemiologiche».

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 9
Unione della Romagna Faentina - lunedì, 23 marzo 2020 - Unione Romagna Faentina
[ § 1 5 5 9 0 5 0 8 § ]

                          lunedì 23 marzo 2020
                          Pagina 31

                                                                 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                      Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Il bilancio

                          Altri 22 positivi, ma anche tre guariti

                          Dei nuovi 22 casi positivi al Coronavirus, 13 sono donne e 9 uomini.
                          Quattro sono in isolamento domiciliare, 15 sono ricoverati non in terapia
                          intensiva, mentre per gli altri 4 si sta valutando l' eventuale ricovero. In
                          massima parte si tratta di pazienti già in isolamento. Si registrano anche
                          3 ulteriori guarigioni cliniche: due donne e un uomo. Complessivamente
                          in provincia i casi di positività sono 309, così ripartiti: 135 a Ravenna 44 a
                          Faenza 27 a Cervia 25 a Lugo 11 a Castel Bolognese 9 ad Alfonsine 8 a
                          Cotignola 7 a Russi, Conselice e Bagnacavallo 4 a Massa Lombarda 3 a
                          Solarolo 2 ciascuno a Sant' Agata sul Santerno, Riolo Terme e Fusignano
                          1 ciascuno per Brisighella e Casola Valsenio 14 infine quelli residenti
                          fuori provincia.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 10
[ § 1 5 5 9 0 5 1 0 § ]

                          lunedì 23 marzo 2020
                          Pagina 33

                                                                Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                     Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Domenica di dubbi: «Domani si lavora o no?»
                          Ore febbrili per interpretare l' ultimo decreto di Conte sulle imprese. Considerata «strategica» la Marcegaglia, resterà
                          aperta

                          Una giornata attaccati al telefono e a WhatsApp. Imprenditori, sindacati,
                          associazioni di categoria. Tutti a cercare di decifrare i codici Ateco, che
                          per farla breve avrebbero dovuto indicare le aziende che, in base al
                          decreto del presidente del Consiglio dei ministri annunciato nella nottata
                          di sabato, avrebbero potuto proseguire l' attività produttiva e quelle che,
                          invece, entro mercoledì avrebbero dovuto chiudere fino al 3 aprile. Un
                          provvedimento mirato a contrastare la diffusione del coronavirus. Ma il
                          decreto si prestava molto a diverse interpretazioni, da qui la necessità di
                          chiarimenti. Certo, peccato che ieri fosse anche domenica, con l' obbligo
                          di restare chiusi in casa, ma con la necessità di spiegare a migliaia di
                          lavoratori cos' avrebbero dovuto fare questa mattina: andare al lavoro o
                          restare a casa. Un delirio di informazioni, che è andato avanti fino alle 20
                          di ieri sera, quando è arrivato il decreto ufficiale. Altro caos. Per ora, l'
                          unica certezza è che le industrie dell' agroalimentare andranno avanti,
                          ma anche quelle strumentali all' attività delle imprese strategiche che,
                          naturalmente, possono proseguire l' attività. Il porto, nella sua complessità di operatori, si è posto il problema di chi
                          poteva operare già ieri di buon mattino. Alcune categorie fondamentali, come chi ripara i container o le gru portuali, o
                          gli ingegneri non erano indicati tra i codici Ateco che potevano continuare a lavorare. Si è innescato un meccanismo
                          che ha visto coinvolti il sindaco de Pascale, l' assessore regionale Corsini, il presidente dell' AdSP Daniele Rossi,
                          Confetra (la confederazione dei trasporti e della logistica) e il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Paola De
                          Micheli. Dopo alcune ore di forti preoccupazioni, la buona notizia: queste attività sono 'strumentali' al funzionamento
                          del porto. Fra le aziende, Marcegaglia ha sciolto i dubbi nel tardo pomeriggio: lo stabilimento siderurgico resterà in
                          produzione, perché la sua è considerata un' attività strategica. Al lavoro anche Unigrà, Unitec, Deco, Euro Company,
                          Bunge, Caviro, Terremerse, Smurfit e, ovviamente, tante altre dell' agroalimentare e dei settori affini. Destinati a
                          sospendere l' attività, a partire da mercoledì e fino al 3 aprile, Tavar, le aziende del gruppo Bucci a Faenza (resta
                          aperta la società di Longarone che opera nel biomedicale), la Cisa (alle prese comunque con la cassa integrazione),
                          Agostini nautica, Atl divani di Faenza. Altre imprese hanno trascorso la notte tra i dubbi: «Domattina (oggi, ndr) vado
                          in ufficio e farò il

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 11
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                                                                    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          punto», come dice il rettore dell' Acmar, Ruggero Rosetti. Lorenzo Tazzari.

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                                                                      Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          «Pronto, sono il sindaco. Non esca»
                          L' iniziativa della giunta di Riolo Terme, telefonate a casa degli anziani per ricordare regole e divieti

                          «Pronto? Sono Alfonso, il vostro sindaco». Quasi mille telefonate per far
                          sentire la vicinanza delle istituzioni ai 'nonnini' di Riolo Terme. E offrire
                          raccomandazioni. Il sindaco Alfonso Nicolardi chiama direttamente a
                          casa degli ultrasettantenni della collina. «Ci siamo resi conto - spiega il
                          primo cittadino - che dopo un po' gli annunci e i post sui social da un lato
                          restavano inascoltati. Inoltre, per forza di cose a causa dell' età di molti
                          residenti, non potevano essere letti. È per questo che assieme ai miei
                          assessori abbiamo deciso di chiamarli telefonicamente uno ad uno. Un
                          modo sia per far sentire loro la nostra vicinanza sia per accertarci che il
                          messaggio di rimanere in casa venga ben compreso». Così da venerdì
                          mattina Nicolardi e gli assessori Francesca Merlini, Lorena Galassi,
                          Marina Lo Conte e Gianmarco Lanzoni si sono fatti consegnare dal
                          personale dell' anagrafe riolese la lista degli ultrasettantenni, circa 900, e
                          dopo averli divisi in fasce d' età li hanno contattati uno per uno. «Una
                          operazione - continua Nicolardi - che riteniamo di portare a termine entro
                          la metà della settimana che entra. Personalmente solo venerdì ho contattato oltre 50 concittadini. Spesso
                          rimangono senza parole o anzi pensano possa trattarsi di uno scherzo telefonico ma visto che Riolo è una comunità
                          piccola, quando faccio capire loro che siamo proprio noi, rimangono di stucco e in perfetto dialetto romagnolo si
                          chiedono cosa possa essere successo per ricevere la telefonata del sindaco o di un assessore». L' iniziativa è volta
                          ad assicurarsi che gli anziani stiano bene e per raccomandarsi con loro di seguire le disposizioni restrittive imposte
                          dal Governo per delimitare la diffusione del virus. «Riolo - continua il sindaco Nicolardi - conta circa 5.500 abitanti,
                          questo vuol dire che la popolazione di ultrasettantenni è circa il 20 per cento del totale, un numero importantissimo.
                          Verifichiamo che stiano bene, chiediamo loro che abbiano la disponibilità dei servizi necessari ed abbiano ben
                          compreso la gravità del periodo che stiamo vivendo. Soprattutto le persone anziane, molte di loro sole, hanno
                          bisogno di sentire la vicinanza di qualcuno e se questa arriva dalle istituzioni è ancora meglio. In effetti alla fine delle
                          domande e delle raccomandazioni la telefonata finisce sempre in un unico modo, un grande ringraziamento da parte
                          loro per essere stati contattati». Nel dettaglio dopo essersi presentati e aver fatto capire che sono effettivamente chi
                          dicono di essere gli amministratori riolesi chiedono agli anziani o chi è con loro, parenti o badanti, le loro condizioni di
                          salute, eventuali necessità e come è composto il nucleo familiare.

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                                                                      Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Successivamente cercano di capire che abbiano qualcuno della famiglia che porti loro la spesa e le medicine,
                          prospettando, nel caso in cui siano gli stessi anziani a recarsi ai negozi, anche la possibilità del servizio della spesa a
                          domicilio attraverso i volontari delle associazioni, che seguendo e mantenendo le debite distanza, sono un supporto
                          importantissimo. «A tal proposito - prosegue Nicolardi - il numero telefonico per questo servizio è quello della
                          protezione civile (366.8274146); c' è inoltre la possibilità di farsi portare direttamente un pasto caldo a casa, tramite il
                          servizio di consegna pasti già esistente da tempo che, ad un prezzo calmierato e convenzionato risolve le
                          problematiche di chi non ha dimestichezza con i fornelli. Per questo basta chiamare lo 0546.77409». Antonio Veca.

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                          lunedì 23 marzo 2020
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                                                                       Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          «Il Dlf di Faenza non è un focolaio»
                          Il presidente del Dopolavoro Ferroviario: «Eccessivo, anche se fra i contagiati ci sono tre nostri frequentatori»

                          «Il Dopolavoro ferroviario di Faenza non può essere definito uno dei
                          focolai della città». Nell' edizione di ieri avevamo dato conto di alcuni
                          casi di persone che frequentavano quei locali contagiati dal virus Covid-
                          9. Il presidente del Dopolavoro Ferroviario Roberto Curcelli ci ha
                          contattato per fornire alcune precisazioni sul caso. «È vero che abbiamo
                          avuto tre casi di persone contagiate dal coronavirus - dichiara - , il tutto
                          partito da un socio 77enne che si era recato a una mostra d' arte a Parma
                          a metà febbraio, ma definire il Dopolavoro un focolaio in città, visto il
                          numero di casi, ci sembra eccessivo. Ho poi personalmente verificato e il
                          74enne deceduto dopo essere stato trasportato all' ospedale di Forlì non
                          risultava essere fra i nostri iscritti; tra i contagiati requentava il Dlf anche
                          l' ex cavaliere del Rione Verde Cristian Malavolti». È anche vero però che
                          dai vertici del Dipartimento di sanità pubblica presso dell' Ausl della
                          Romagna nelle scorse settimane si erano messi in contatto con l'
                          amministrazione comunale manfreda per metterla al corrente di «tre,
                          forse quattro casi di contagio all' interno dell' ambiente del dopolavoro ferroviario», ma potrebbero essere anche di
                          più. Il tracking contact, cioè l' indagine che l' Ausl compie per risalire ai contatti di un paziente colpito da Covid-19 non
                          è sempre facilissimo da effettuare, ma i luoghi di ritrovo abitualmente frequentati da tante persone sono ovviamente
                          gli ambienti dove la diffusione del virus è purtroppo più semplice e veloce.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 15
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                                                                      Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          PODISMO

                          La 100 Km del Passatore in sospeso: la decisione non prima del 3 aprile

                          La partenza sarebbe prevista alle ore 15 di sabato 23 maggio, come da
                          tradizione ormai consolidata della 100 Chilometri del Passatore, ovvero
                          la Firenze-Faenza che si corre appunto alle soglie di giugno. Una data
                          quindi ancora lontana, eppure l' emergenza Coronavirus ha indotto anche
                          gli organizzatori dell' ultramaratona più famosa d' Italia - questa sarebbe
                          la 48ª edizione - a posticipare ogni decisione sul suo svolgimento non
                          prima del 3 aprile: «A partire dai giorni successivi - si legge nella nota
                          ufficiale -, saranno fornite anche informazioni in merito alle iscrizioni già
                          effettuate e a quelle in divenire». Infatti, non viene esclusa alcuna
                          soluzione, dallo spostamento ai mesi seguenti sino alla cancellazione in
                          toto della gara e il rinvio al prossimo anno, in cerca di tempi migliori.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 16
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                                                                Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                     Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          AUTOMOBILISMO

                          Annullate le competizioni di aprile, già a rischio anche lo slalom di Brisighella

                          Anche il mondo dell' automobilismo locale non poteva non subire fin da
                          ora le conseguenze dell' epidemia di coronavirus, nonostante il
                          calendartio delle corse sia spostato a primavera inoltrata. Sono stati
                          infatti già rinviati a data da destinarsi il Rally Bianco Azzurro della
                          Scuderia San Marino, in programma il 19 aprile, la Coppa Città di Meldola-
                          Trofeo della Romagna del Racing Team Le Fonti in agenda il 26 aprile e i
                          raduni del Tricolore (5 aprile) e dell' Isola d' Elba (30 aprile) programmati
                          dall' Hf Club di Santarcangelo. Dubbi anche per lo Slalom Brisighella-
                          Monticino, a cura di Top Driver (Trofeo Nos), in programma il 10 maggio.
                          f. v.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 17
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                                                             Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
                                                                       Corriere di Romagna (ed. Ravenna)

                          I contagiati in regione sono 7.555 816 le vittime, i guariti 349
                          In un giorno i casi sono cresciuti di 850 unità Aumentano i posti letto distribuiti negli ospedali

                          BOLOGNA Sono 7.555 casi di positività al Coronavirus, 850 in più di sabato. In
                          totale 28.022 i campioni refertati, con 3.402 test in più sempre rispetto al giorno
                          precedente. Questi i dati relativi all' andamento dell' epidemia in Emilia-
                          Romagna forniti ieri dalla Regione con un aggiornamento a mezzogiorno. Cifre
                          che per quanto riguarda la Romagna sono da rivedere al rialzo (come si può
                          capire dalla tabella nella pagina a fianco). Complessivamente, sono 3.226 le
                          persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non
                          richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (363 in più rispetto aie
                          ri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 269, 4 in più rispetto a ieri.
                          Crescono purtroppo i decessi, passati da 715 a 816: 101, quindi, quelli nuovi, di
                          cui 36 donne e 65 uomini. «È positivo il fatto che, con gli ulteriori 850 casi
                          positivi, abbiamo "consumato" solo 4 posti letto in terapia intensiva in più
                          commenta il commissario ad acta per l' emergenza Coronavi rus, Sergio
                          Venturi-: significa che i casi sono meno gravi. Per i prossimi giorni ci aspettiamo
                          dati più positivi. Anche oggi, purtroppo, c' è l' immenso dolore per i decessi: i
                          numeri rispecchiano l' evoluzione della malattia, fotografano la situazione
                          passata e non il presente, esattamente come i tamponi». Il commissario ha poi espresso soddisfazione per il
                          provvedimento di chiusura su Rimini, «il primo preso da una Regione, che ha rappresentato la base per il nuovo
                          decreto governativo. Stiamo anche stringendo ha concluso Venturi - sui dispositivi di protezione individuali: abbiamo
                          bisogno di tutelare i nostri operatori, che sono a fianco dei pazienti ogni giorno". Le guarigioni raggiungono quota
                          349 (20 in più rispetto a ieri), 323 delle quali riguardano persone "clinicamente guarite", divenute cioè asintomatiche
                          dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all' infezione; 26 sono dichiarate guarite a tutti gli effetti
                          perché risultate negative in due test consecutivi. I nuovi decessi riguardano 33 residenti nella provincia di Piacenza,
                          22 in quella di Parma, 10 in quella di Reggio Emilia, 12 in quella di Modena, 11 in quella di Bologna (di cui 1 del
                          territorio imolese), 1 in quella di Ferrara, 3 in quella di Ravenna, 1 a Forlì, 7 in quella di Rimini. Una vittima era residente
                          fuori regione. Questi i casi di positività sul territorio: Piacenza 1.765, Parma 1.209, Reggio Emilia 1.167, Modena
                          1.010, Bologna 674, 178 a Imola, Ferrara 150, Ravenna 309, Forlì-Cesena 359, Rimini 891. Da Piacenza a Rimini,
                          continua il lavoro all' interno della rete ospedaliera per attuare il piano di rafforzamento dei posti letto disposto dalla
                          Regione. Nella giornata di oggi sono stati infatti allestiti altri 149 posti letto per i pazienti colpiti da

                                                                  Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 18
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                          lunedì 23 marzo 2020

                                                           Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
                                                                     Corriere di Romagna (ed. Ravenna)

                          Coronavirus, che complessivamente passano da 3.305 a 3.454, tra ordinari (2.987, +116) e di terapia intensiva (467,
                          +33). In aumento anche quelli attivati in Romagna, che raggiungono quota 490 (in particolare: 229 a Rimini, di cui 35
                          per terapia intensiva; 100 a Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 55 a Forlì, di cui 8 per terapia intensiva; 73 a
                          Cesena, di cui 17 per terapia intensiva, 24 a Lugo, di cui 6 per terapia intensiva; 9 a Faenza.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019         Pagina 19
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                          lunedì 23 marzo 2020
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                                                            Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
                                                                      Corriere di Romagna (ed. Ravenna)

                          «Si è appena concluso l' inverno più caldo di sempre»

                                                                                                                                  MICHELE DONATI

                          FAENZA «Possiamo dirlo con sicurezza: l' inverno 2019/20 non è praticamente
                          esistito»: parola di Roberto Gentilini dell' Osservatorio Meteorologico "Torricelli".
                          I dati relativi al trimestre dicembre-gennaio-febbraio parlano chiaro: «La
                          temperatura media in questo periodo - afferma Gentilini - è stata di 7,1°, senza
                          dubbio la più alta dal dopoguerra ad oggi. Strapazzato il vecchio record dell'
                          inverno 2013/14, quando la media della colonnina del mercurio si fermò a 6,6°.
                          Un aumento di mezzo grado nel giro di soli sei anni è un dato impressionante».
                          Un inverno fantasma, insomma, più simile ad un lunghissimo anticipo di
                          primavera che alla stagione rigida cui siamo tutti abituati: «Le nevicate di
                          dicembre sono state più che altro coreografiche ed anche di pioggia se ne è
                          vista poca» osserva Gentilini in merito alle precipitazioni.                      FEBBRAIO
                          CALDISSIMO Andando ad osservare i valori mensili salta immediatamente all'
                          occhio la straordinarietà del mese di febbraio, secondo Gentilini «fuori da ogni
                          logica: la temperatura media - afferma - è stata di 9,6°, cioè 4,8° in più rispetto
                          alla normale media storica. Uno scarto del genere non era mai stato osservato
                          in precedenza, nemmeno durante la famosa estate de 2003». Da sottolineare il
                          fatto che la media di febbraio 2020 ha superato perfino quella storica di marzo, di 9°. A provocare uno sbalzo in alto
                          così evidente hanno contribuito alcune giornate che con un eufemismo potrebbero essere definite anomale:
                          «Tantissimi i valori sopra i 15, 16°- continua Gentilini - e addirittura una giornata, l' 11 febbraio, sopra i 20°. Ma anche il
                          12 (18,7°) e il 25 (19,4°) non hanno scherzato. A fronte di ciò sono piovuti solo 3 mm di pioggia e si sono verificate
                          due micro gelate il 6 e l' 8». Quello che solo fino a pochi anni fa sembrava eccezionale oggi non suscita più di tanto
                          lo stupore degli attenti meteorologi: «I record ormai si susseguono senza soluzione di continuità. Per i prossimi giorni
                          la speranza è che non ci siano gelate, dannosissime peril lavoro degli agricoltori». L' aspetto più allarmante del
                          mutamento climatico è la sua velocità: «I picchi di caldo estivi - conclude - Gentilini - non vengono controbilanciati da
                          picchi di freddo invernali, anzi accade il contrario, ed il grafico risulta quindi perennemente in crescita. Dopo il 2012 l'
                          inverno a Faenza è stato sempre più caldo della media».

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 20
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                          lunedì 23 marzo 2020
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                                                           Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
                                                                    Corriere di Romagna (ed. Ravenna)

                          ARTISTI DI ROMAGNA. Le opere di un personaggio di spicco dell' arte riolese

                          La "Romagna Futurista" di Francesco Bagnaresi
                          Dall' adesione al movimento futurista al figurativo lirico applicato alla pittura di paesaggio fino alle più moderne
                          vedute urbane

                                                                                                                                SERGIO SERMASI

                          È Remo Panzavolta, pittore, scultore e brillante poeta dialettale riolese
                          recentemente scomparso, a curare nella primavera del 2004 la retrospettiva
                          dedicata a Francesco Bagnaresi (Riolo Terme 1891- Bologna 1968) organizzata
                          dall' assessorato alla Cultura di Riolo Terme con la collaborazione dell'
                          Associazione Comunità e Ambiente nella Rocca Trecentesca della cittadina
                          romagnola. Il catalogo edito dalla locale Tipolito Eleni, contiene gli scritti di
                          Giovanni Fabbri, Ugo Mongardi Fantaguzzi, Luciano Bertacchini che forniscono
                          dettagliati riferimenti biografici oltre a elementi critici sulla pittura di
                          un"personaggio di spicco dell' arte riolese" come lo definisce Panzavolta nella
                          presentazione. A questi contributi, si aggiunge il saggio redatto da Federica
                          Giacomini e Carlo Rossini riguardante l' attività di architetto svolta da Bagnaresi
                          dopo il diploma conseguito all' Accademia di Belle Arti di Bologna. A partire dal
                          1920 realizza progetti di restauro e sistemazione urbanistica, opere pubbliche,
                          come la Chiesina dedicata ai caduti della Grande Guerra, il corpo centrale del
                          cimitero, oltre a numerosi edifici di committenza privata a Riolo Terme,
                          Bagnacavallo e Castel Bolognese. Nonostante i numerosi impegni professionali
                          continua a disegnare, dipingere, con una predilezione per l' acquerello, per tutta la vita. Una passione iniziata durante
                          l' Accademia, condivisa con l' amico e compagno di studi Giorgio Morandi. Nel 1914 aderisce al movimento futurista
                          che abbandona dopo poco tempo per dedicarsi a un figurativo lirico e sentimentale applicato alla pittura di
                          paesaggio specialmente i dintorni del paese natale, i campi, i calanchi, le vallate e le colline, senza escludere le
                          nature morte e i fiori. Più moderno, incisivo ed efficace si rivela quando riprende vedute urbane, scorci di architetture
                          cittadine, strade, vetrine così come stazioni ferroviarie, dove risalta il dinamismo vitale della folla costantemente
                          presente. Un riavvicinamento al primo amore futurista. Un amore che si riaccende dopo l' incontro a Udine con l'
                          aeropittore Tullio Crali, amico di Marinetti che lo porta ad esporre alla XXIII Biennale di Venezia del 1942 cinque
                          opere nel padiglione del futurismo italiano tutte accomunate nel titolo dal termine "dinamismo" applicato alla vita
                          cittadina e ai treni. La partecipazione gli vale l' inserimento fra i protagonisti di "Romagna Futurista", la straordinaria
                          mostra curata da Beatrice Buscaroli Fabbri con la collaborazione di Alessandro Ortenzi nel Museo San Francesco
                          della Repubblica di San Marino nel 2006. L' amicizia con Morandi nata su banchi di scuola continua durante la
                          Grande Guerra, quando Bagnaresi fa parte del 2° Reggimento Genio -Casale al fronte. «Sono un po' il pittore ufficiale
                          del comando della

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 21
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                          lunedì 23 marzo 2020

                                                          Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
                                                                   Corriere di Romagna (ed. Ravenna)

                          mia zona. Rappresento dei settori, e delle posizioni ..», scrive all' amico perché gli procuri materiale da disegno e
                          pittura a Bologna. La frequentazione fra i due continua nel tempo. Da Morandi, l' architetto apprende i segreti delle
                          tecniche incisorie e calcografiche, tanto che nel 1956 il maestro bolognese gli farà dono del proprio preziosissimo e
                          amatissimo torchio a stella.

                                                              Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019           Pagina 22
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                          lunedì 23 marzo 2020
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                                                                 Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          tasse

                          Per la Tari rinvii solo a livello locale

                          Per i tributi locali, il decreto "cura Italia" non ha previsto alcuna
                          sospensione. Non sono sospese neppure le attività di accertamento e
                          riscossione locale. Diversi Comuni hanno rinviato però le scadenze della
                          Tari sui rifiuti (in alcuni casi solo per le utenze non domestiche). L'
                          appuntamento più delicato sarà quello del 16 giugno, quando oltre 20
                          milioni di proprietari dovranno versare la "nuova Imu".

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 23
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                                                                    Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          EMERGENZA COVID-19RISORSE UMANE

                          Personale, iter in tre mosse per assenze e smart working
                          La verifica va ripetuta in continuazione perché cambiano le scadenze Vanno individuate attività indifferibili, a
                          distanza e dipendenti da esentare

                          Tiziano Grandelli, Mirco Zamberlan - La gestione delle risorse umane in
                          periodo di emergenza deve seguire un iter ben preciso, preannunciato nel
                          Dpcm dell' 11 marzo e recepito in toto dal decreto «Cura Italia». La prima
                          fase prevede l' individuazione dei lavori indifferibili, vale a dire quelle attività
                          che non possono essere rimandate. Questa caratteristica è però mutabile
                          nel tempo: un lavoro oggi differibile in quanto legato a una scadenza di fine
                          mese, fra una settimana diventa indifferibile. Quindi la valutazione è
                          oggetto di revisione continua. All' interno dei lavori indifferibili è necessario
                          individuare quali attività debbano essere rese sul luogo di lavoro. Infine, per
                          i lavori indifferibili che sono da eseguire nel luogo di lavoro, si devono
                          individuare i dipendenti strettamente necessari per la loro esecuzione in
                          questo periodo di emergenza, che non necessariamente coincidono con i
                          dipendenti assegnati. Nella seconda fase vanno identificati i servizi che
                          non possono essere resi con lo smart working. Quest' ultimo infatti
                          rappresenta la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione
                          lavorativa, pertanto è necessario procedere per eccezioni, motivando
                          analiticamente la loro esclusione dal lavoro agile. Per l' attivazione dello smart working nella forma semplificata
                          prevista dal decreto è richiesta una regolamentazione interna che ne disciplini gli aspetti gestionali quali: l'
                          individuazione del soggetto che fornisce gli strumenti informatici necessari e ne sopporta le spese (il dipendente o l'
                          amministrazione), come si individuano gli obiettivi assegnati, il diritto di disconnessione del dipendente, al quale, in
                          ogni caso, non può essere imposto il rispetto di un determinato orario di servizio. La terza fase comporta, per i
                          dipendenti non coinvolti nelle prime due fasi, il ricorso a istituti contrattuali che giustifichino l' assenza. Il decreto
                          «Cura Italia» menziona, in primis, le ferie pregresse. Si ricorda che è nei poteri del datore di lavoro assegnare le ferie
                          anche quando il dipendente non ne faccia richiesta ovvero si dichiari contrario. La norma prevede poi l' utilizzo del
                          congedo, anche se non specifica di quale tipologia si tratti: si potrebbe pensare a quello istituito a favore dei genitori
                          con figli piccoli. Prosegue disponendo il ricorso alla banca delle ore, alla rotazione e ad altri istituti analoghi. L' ultima
                          fase comporta l' esenzione dal lavoro. È residuale, in quanto vi si può far ricorso solo quando, esperite le prime tre, il
                          datore di lavoro non è riuscito a giustificare la presenza ovvero

                                                                  Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 24
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                          lunedì 23 marzo 2020

                                                                                  Il Sole 24 Ore
                                                                   Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          l' assenza del dipendente. È anche la più delicata in quanto il servizio esentato è parificato, a tutti gli effetti di legge,
                          a quello prestato, con conseguente riconoscimento dell' intera retribuzione, con eccezione dell' indennità sostitutiva
                          di mensa. L' esenzione deve essere accompagnata da una robusta motivazione, in assenza della quale il soggetto
                          che l' ha disposta può essere chiamato a rispondere del danno erariale.Trattandosi di gestione del rapporto di lavoro,
                          si ritiene che tutti gli atti da assumere, compresa la regolamentazione interna del lavoro agile, possano essere di
                          competenza dei dirigenti ovvero, in loro assenza, dei responsabili di servizio. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 25
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                          lunedì 23 marzo 2020
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                                                                                   Il Sole 24 Ore
                                                                    Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          MISURE EXTRA

                          Il cumulo di permessi allunga l' assenza
                          Cortocircuito sui 12 giorni per chi deve assistere famigliari disabili

                                                                                                                                T.Grand.M.Zamb.

                          Il decreto «Cura Italia» si preoccupa di potenziare quegli istituti che
                          consentono al dipendente di dedicarsi maggiormente ai figli e ai soggetti
                          disabili, ritenuti più deboli in questo periodo di emergenza. Una prima
                          misura è contenuta nell' articolo 24 del Dl 18/2020, il quale dispone che i
                          permessi retribuiti a disposizione dei lavoratori che assistono i soggetti
                          disabili in situazione di gravità, stabiliti in 3 giorni al mese (articolo 33,
                          comma 3, della legge 104/1992) sono incrementati di «ulteriori
                          complessive dodici giornate usufruibili nei mesi di marzo e aprile 2020». La
                          portata della norma non appare chiarissima, in quanto non risulta evidente
                          se l' incremento delle dodici giornate sia da riferirsi al bimestre
                          marzo/aprile ovvero spetti per ciascuno dei due mesi. Nella relazione
                          illustrativa al decreto si legge che il beneficio si concretizza in un
                          incremento di ulteriori 12 giornate del permesso mensile e, quindi,
                          sembrerebbe deporre per la seconda tesi, mentre nella relazione tecnica, l'
                          onere per l' applicazione della norma è calcolato prevedendo la spesa
                          complessiva per soli 12 giorni. Un' interpretazione istituzione è quanto mai
                          urgente. Il beneficio si applica anche ai lavoratori che sono, loro stessi, disabili in condizione di gravità (articolo 33,
                          comma 6). Un ulteriore beneficio è rappresentato da un congedo riconosciuto ai genitori di figli di età non superiore
                          a 12 anni, della durata massima di 15 giorni, con un' indennità pari al 50% della retribuzione, calcolata secondo le
                          modalità previste dal Dlgs 151/2001, e con contribuzione figurativa. Il congedo può essere usufruito dal 5 marzo e
                          fino al termine del periodo di sospensione dell' attività delle scuole contenuta nel Dpcm 4 marzo 2020. Ma quest'
                          ultimo disponeva la sospensione fino al 15 marzo. In più gli effetti del Dpcm sono cessati in base all' articolo 5,
                          comma 3, del Dpcm dell' 8 marzo. Si tratta probabilmente di una svista del legislatore. Con tutta probabilità si vuole
                          far riferimento all' intero periodo di sospensione, compreso delle proroghe già disposte o da venire. Eventuali periodi
                          di congedo parentale fruiti dai genitori in questo arco temporale sono trasformati, di diritto, nel nuovo congedo e non
                          sono più conteggiati nel congedo parentale. Si può registrare un danno, almeno nell' immediato, per il dipendente che
                          ha usufruito dei primi 30 giorni di congedo parentale, i quali sono retribuiti al 100%. Il congedo spetta
                          alternativamente ai due genitori, ma la somma dei giorni di assenza non può superare i 15 giorni. Non spetta se l'
                          altro genitore, qualora facente parte del nucleo familiare, è disoccupato, non lavora ovvero goda di strumenti a
                          sostegno del reddito. Nella relazione illustrativa, viene specificato che non spetta anche quando l' altro genitore è
                          occupato in lavoro agile. Il limite dei 12 anni per il figlio

                                                                  Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019          Pagina 26
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                          lunedì 23 marzo 2020

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                                                                   Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          viene superato quando quest' ultimo è disabile in condizione di gravità, iscritti a scuole o ospitati in centri diurni.
                          Infine, per i genitori di figli compresi fra i 12 e i 16 anni è prevista una sorta di aspettativa non retribuita e, quindi, non
                          coperta da contribuzione, da usufruire nel periodo di sospensione dell' attività scolastica. In sostanza, quindi, il
                          lavoratore che a vario titolo, possa sommare più benefici può assentarsi dal luogo di lavoro da oggi e fino alla fine di
                          aprile senza alcun preavviso. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 27
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                          lunedì 23 marzo 2020
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                                                                                 Il Sole 24 Ore
                                                                    Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          GESTIONE FINANZIARIA

                          Riaccertamento, l' extradeficit blocca l' avanzo anticrisi
                          Tutti i disavanzi di amministrazione fermano la deroga

                                                                                                                             Anna GuiducciPatrizia Ruffini

                          Sono parziali e limitate le soluzioni a sostegno dei bilanci degli enti locali
                          individuate con il Decreto 18/20. Nello specifico il decreto «Cura Italia»
                          contiene alcune novità che liberano risorse, ma sembrano insufficienti ad
                          affrontare l' emergenza Covid-19. L' articolo 109 stabilisce, in deroga agli
                          ordinamenti, (articolo 187, comma 2 del Tuel), la possibilità per Comuni,
                          Province, unioni di Comuni di utilizzare, limitatamente all' esercizio 2020, la
                          quota libera dell' avanzo di amministrazione per il finanziamento di spese
                          correnti connesse con l' emergenza in corso. La deroga, che non si applica
                          nel caso di debiti fuori bilancio da coprire o nelle more dell' adozione di
                          provvedimenti di salvaguardia degli equilibri finanziari, richiede tuttavia l'
                          approvazione da parte del consiglio del rendiconto della gestione 2019, la
                          cui scadenza è peraltro slittata al 31 maggio, secondo quanto disciplinato
                          dall' articolo 107 del citato decreto. Questa misura esclude inoltre gli enti
                          che sono in disavanzo di amministrazione, compreso quello da
                          riaccertamento straordinario. In altri termini, solo gli enti che registrano un
                          avanzo libero di amministrazione potranno utilizzarlo per spese correnti
                          connesse all' emergenza, ma una volta che avranno approvato il rendiconto 2019 e che comunque non ravvisino la
                          necessità di dare priorità alle esigenze di salvaguardia degli equilibri finanziari. Fermo restando l' equilibrio di bilancio,
                          gli enti locali possono inoltre utilizzare anche integralmente, sempre solo per l' esercizio 2020, i proventi delle
                          concessioni edilizie e delle relative sanzioni (a eccezione di quelle indicate dall' articolo 31, comma 4-bis del testo
                          unico in materia edilizia) per il finanziamento di spese urgenti correnti legate all' emergenza da coronavirus. L'
                          adozione di questa misura, pur opportuna, deve tuttavia contemperare l' esigenza attuale di fronteggiare l'
                          emergenza sanitaria con la necessità di rivedere la programmazione in atto in merito alla manutenzione del
                          patrimonio dell' ente. Gli oneri sono infatti risorse sempre riservate a interventi dettagliatamente programmati, la cui
                          revisione può risultare complicata. Appare limitata anche la platea degli enti che possono beneficiare dell'
                          allentamento finanziario per l' ammortamento di mutui e prestiti. L' articolo 122 stabilisce infatti che il pagamento
                          della quota capitale dei soli mutui Cassa depositi e prestiti trasferiti al Mef, in scadenza nell' anno 2020
                          successivamente alla data di entrata in vigore del decreto (17 marzo), sia differita all' anno immediatamente
                          successivo alla data di ammortamento del piano contrattuale, sulla base della periodicità di pagamento prevista nei
                          provvedimenti e nei contratti relativi.

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                          lunedì 23 marzo 2020

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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Le economie derivanti dalla misura in questione potranno essere utilizzate per il finanziamento di interventi utili a
                          fronteggiare l' emergenza. È però al momento escluso il differimento delle rate di capitale di mutui diversi da quelli
                          citati e le anticipazioni di liquidità previste dal Dl 35/13 e successivi rifinanziamenti, oltre alle rate di ammortamento
                          dei territori colpiti da eventi sismici per le quali è già stato autorizzato il differimento. Infine arriva un fondo di 70
                          milioni per la sanificazione degli ambienti di Province, Città metropolitane e Comuni, che lascia fuori gli altri enti locali
                          come le unioni di Comuni, concorre al finanziamento delle spese di sanificazione e disinfezione degli uffici, degli
                          ambienti e dei mezzi. La sua ripartizione avverrà con decreto del Ministero dell' Interno, di concerto con il ministero
                          dell' Economia, sentita la Conferenza Stato-Città, entro 30 giorni dall' entrata in vigore del decreto. © RIPRODUZIONE
                          RISERVATA.

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                          lunedì 23 marzo 2020
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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          TRIBUTI

                          Tari, la proroga a giugno dimentica i regolamenti
                          Ma è possibile replicare le tariffe 2019 e approvare il Pef entro fine anno

                                                                                                                                Pasquale Mirto

                          Si è provato più volte a rinviare l' applicazione del nuovo metodo tariffario
                          rifiuti previsto dalla delibera n. 443/2019 di Arera, ma nulla di fatto, anche in
                          questa situazione emergenziale. Ciononostante, il Dl 18/2020 assegna più
                          tempo per l' approvazione delle tariffe. L' articolo 107, comma 4, sposta il
                          termine del 30 aprile al 30 giugno 2020. Entro questa data, salvo ulteriori
                          differimenti, dovranno essere approvate le tariffe della Tari tributo e della
                          tariffa corrispettiva. Nessuna proroga, invece, per i regolamenti, da
                          approvare entro il 30 aprile. Il Dl 124/2019, infatti, spostava al 30 aprile il
                          termine per l' approvazione delle tariffe e dei regolamenti, sganciandolo dal
                          termine di approvazione del bilancio, ma il comma 4 differisce solo le
                          tariffe. Nulla si dice in merito al metodo tariffario rifiuti, sicché le tariffe
                          dovranno tenere conto del piano economico finanziario (Pef) redatto e
                          approvato secondo la nuova metodologia di Arera, descritta nella delibera
                          n. 443/2019. Compito già difficile prima dell' emergenza Covid-19, e forse
                          impossibile da realizzare entro giugno visto che le Ato territoriali, ove
                          esistenti, dovranno controllare e validare il Pef entro fine maggio, per poter
                          permettere l' approvazione delle tariffe da parte del consiglio comunale entro giugno. E allora ben venga la
                          previsione contenuta nel successivo comma 5, il quale dispone che «i Comuni possono, in deroga all' articolo 1,
                          commi 654 e 683, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, approvare le tariffe della Tari e della tariffa corrispettiva
                          adottate per l' anno 2019, anche per l' anno 2020, provvedendo entro il 31 dicembre 2020 alla determinazione e
                          approvazione del piano economico finanziario del servizio rifiuti (Pef) per il 2020. L' eventuale conguaglio tra i costi
                          risultanti dal Pef per il 2020 e i costi determinati per l' anno 2019 può essere ripartito in tre anni, a decorrere dal
                          2021». La norma permette ai Comuni di ignorare tutto e di confermare le tariffe del 2019 anche per l' anno 2020,
                          soluzione questa sicuramente apprezzabile data la situazione emergenziale. Si sarebbe potuto però fare di meglio,
                          ovvero permettere di calcolare il Pef secondo le regole del 2019, ovvero in base al Dpr 158/1999. Ma nulla è stato
                          detto e quindi comunque occorrerà approvare il Pef entro il 31 dicembre 2020 col nuovo metodo tariffario. La
                          terminologia utilizzata dal legislatore però non pare puntuale, o meglio mal si adatta a quella utilizzata da Arera,
                          posto che è precisato che i Comuni provvedono entro il 31 dicembre «alla determinazione ed approvazione del Pef».
                          Ma nelle regioni ove sono state istituite le Ato territoriali la determinazione e approvazione (o meglio, «validazione»,
                          secondo Arera) spetta alle Ato e non ai Comuni. Insomma, si aggiungono problemi ai problemi.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019          Pagina 30
[ § 1 5 5 9 0 5 2 2 § ]

                          lunedì 23 marzo 2020

                                                                                Il Sole 24 Ore
                                                                 Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Positiva è la previsione che l' eventuale differenza tra le entrate realizzate con le tariffe 2019 (applicate anche al
                          2020) e i costi risultanti dal Pef 2020 determina un conguaglio che può essere ripartito nel triennio 2021-2023. La
                          soluzione di reiterare le tariffe 2019 appare l' unica soluzione di buon senso anche considerando che il legislatore
                          non considera gli effetti sulle entrate Tari, quasi dando per scontato che queste non avranno alcuna flessione. Ma il
                          problema c' è, e non si potrà pretendere dai ristoratori, dagli albergatori e dalle altre categorie commerciali chiuse di
                          pagare la tariffa piena, e questo anche nel caso di applicazione della Tari corrispettiva sulla base di svuotamenti
                          minimi obbligatori fotografati in un regolamento che non tiene conto della nuova realtà. Né si potrà pretendere che le
                          mancate entrate siano spalmate (addebitate) agli altri utenti del servizio rifiuti, comprese le famiglie. È inevitabile l'
                          intervento dello Stato e purtroppo i precedenti non mancano, ovvero i contributi erogati per sopperire alle minori
                          entrate Tari a causa degli eventi sismici degli ultimi anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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[ § 1 5 5 9 0 5 2 5 § ]

                          lunedì 23 marzo 2020
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                                                                                Il Sole 24 Ore
                                                                 Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          EMERGENZA COVID-19

                          Anticipo del 20% per appalti d'urgenza

                                                                                                                                Pasquale Mirto

                          Le amministrazioni possono anticipare parte del corrispettivo dell'appalto
                          anche in caso di consegna di urgenza e devono valutare attentamente
                          l'incidenza della situazione emergenziale sulla resa delle prestazioni da
                          parte degli appaltatori. Il Dl 18/2020, cosiddetto «Cura Italia», introduce una
                          modifica e una serie di deroghe alle disposizioni del codice dei contratti
                          pubblici, al fine di consentire alle stazioni appaltanti di far fronte alle
                          problematiche determinate dalla diffusione del Covid-19. La disposizione di
                          maggiore portata generale è contenuta nel comma 2 dell'articolo 91 del
                          decreto, nel quale si stabilisce che l'erogazione dell'anticipazione del
                          prezzo (prevista obbligatoriamente dall'articolo 35, comma 18 del Dlgs
                          50/2016 nella quantità del 20 per cento del valore del contratto in tutti gli
                          appalti di lavori, servizi e forniture) è ora consentita anche quando l'appalto
                          sia avviato d'urgenza prima della stipulazione del contratto.Lo stesso
                          articolo 91 del Dl 18/2020 pone in capo alle amministrazioni un'attenta
                          verifica delle possibili problematiche che possono aversi nell'esecuzione
                          degli appalti, obbligandole a tener conto della situazione emergenziale.
                          Pertanto, qualora una stazione appaltante rilevi in un appalto problematiche derivanti da ritardi nell'esecuzione delle
                          prestazioni, prima di avviare la procedura per l'applicazione delle penali deve verificare quanto questi ritardi siano
                          determinati dalle particolari condizioni di lavoro imposte dai decreti sulla normativa emergenziale. Alberto Barbiero Il
                          testo integrale dell'articolo su: quotidianoentilocali.ilsole24ore.com

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019           Pagina 32
[ § 1 5 5 9 0 5 1 6 § ]

                          lunedì 23 marzo 2020
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                                                                   Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Aree edificabili, limiti ai bonus

                          Anche con la nuova Imu spettano le agevolazioni agli agricoltori ma, a
                          differenza che in passato, sono limitate alla quota di possesso e non si
                          estendono al contitolare. I benefici fiscali per i terreni edificabili spettano al
                          coltivatore o imprenditore agricolo limitatamente alla quota posseduta e non
                          possono essere riconosciuti agli altri contitolari che non sono agricoltori. Il
                          comma 743 della legge di bilancio 2020 (160/2019), infatti, limita il diritto a
                          fruirne solo ai soggetti passivi del tributo per la quota di possesso dell'
                          immobile. Il comma 743 stabilisce che, in presenza di più soggetti passivi
                          con riferimento a uno stesso immobile, «ognuno è titolare di un' autonoma
                          obbligazione tributaria». E nell' applicazione dell' Imu va tenuto conto degli
                          elementi soggettivi e oggettivi riferiti a ogni singola quota di possesso,
                          «anche nei casi di applicazione delle esenzioni o agevolazioni». Stando così
                          le cose anche i terreni agricoli, qualificati edificabili dal piano regolatore
                          comunale, sono soggetti a imposizione in base al loro valore di mercato se i
                          contitolari delle aree non hanno la qualifica di coltivatori diretti o imprenditori
                          agricoli. La norma va oltre quanto ripetutamente affermato dalla Cassazione,
                          che in passato ha sempre riconosciuto la finzione giuridica di non edificabilità e, quindi, l' intassabilità integrale dell'
                          area, anche per la parte posseduta da soggetti che non avevano i requisiti di legge, poiché l' agevolazione aveva un'
                          impronta oggettiva e non soggettiva. Il comma 741 della legge 160/2019, lettera d), inoltre, prevede che per area
                          fabbricabile s' intende l' area utilizzabile a scopo edificatorio in base agli strumenti urbanistici generali o attuativi,
                          ovvero in base alle possibilità effettive di edificazione determinate secondo i criteri previsti agli effetti dell' indennità
                          di espropriazione per pubblica utilità. Tuttavia, sono considerati non fabbricabili i terreni posseduti e condotti dai
                          coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali di cui all' articolo 1 del decreto legislativo 99/2004, iscritti
                          nella previdenza agricola, comprese le società agricole, sui quali vengono esercitate le attività di coltivazione del
                          fondo, di allevamento di animali e via dicendo. Le agevolazioni spettano all' agricoltore solo nel caso in cui possieda,
                          di diritto, il terreno. La norma di legge richiede il possesso del bene da parte del titolare, nella sua qualità di soggetto
                          passivo, oltre che la conduzione del terreno da parte dello stesso. Se la conduzione del terreno è effettuata sulla
                          base di un contratto di affitto o di comodato da parte di un soggetto diverso dal proprietario non si ha diritto al
                          trattamento agevolato. © Riproduzione riservata.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                Pagina 33
[ § 1 5 5 9 0 5 1 8 § ]

                          lunedì 23 marzo 2020
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                                                                   Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Lo ha affermato la Ctp Modena: l' attività agricola non è la fonte esclusiva di reddito

                          Imu, pensionati senza benefici
                          Lo status esclude che il soggetto sia un coltivatore diretto

                                                                                                                                 SERGIO TROVATO

                          L' agricoltore pensionato paga l' Imu. Lo status di pensionato non consente
                          di fruire delle agevolazioni fiscali, considerato che chi è in pensione non
                          ritrae dall' attività agricola la fonte esclusiva di reddito. L' importante principio
                          è stato affermato dalla Commissione tributaria provinciale di Modena, prima
                          sezione, con la sentenza 18 del 10 febbraio 2020. Per i giudici tributari, il
                          contribuente non ha diritto alle agevolazioni Imu previste per gli agricoltori
                          poiché è titolare di una pensione erogata dall' lnps. Il trattamento
                          pensionistico «esclude che il soggetto possa essere ritenuto coltivatore
                          diretto». Lo status di pensionato è di ostacolo al riconoscimento dei benefici
                          fiscali, «indipendentemente dal fatto che la pensione si riferisca o meno all'
                          attività lavorativa in agricoltura ed essendo irrilevante che la persona possa
                          tuttora essere iscritta negli elenchi comunali e previdenziali e continui per
                          libera scelta a versare i contributi volontari». In realtà, la ratio della
                          disposizione agevolativa «è quella di incentivare la coltivazione della terra e
                          di alleggerire dal carico tributario quei soggetti che ritraggono dal lavoro della
                          stessa, connesso alla finalità di razionale sfruttamento del suolo, ex art. 44
                          della Costituzione, la loro esclusiva principale fonte di reddito». Secondo la Commissione provinciale, «non
                          sussistono nella situazione in disamina i presupposti per accedere all' esenzione e/o alla riduzione della tassazione,
                          difettando esattamente le condizioni idonee alla concessione dei previsti privilegi a chi sia titolare di maturata
                          pensione». La tesi ministeriale. In senso contrario sulla questione de qua si è espresso il dipartimento delle finanze
                          del ministero dell' economia, con la risoluzione 1/2018. Per il ministero, a differenza di quanto previsto per l' Ici, i
                          coltivatori pensionati hanno diritto alle agevolazioni Imu sui terreni. Lo status di pensionato non fa venir meno il
                          diritto a fruire dei benefici fiscali previsti per i terreni agricoli, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli
                          imprenditori agricoli professionali, iscritti nella previdenza agricola, a prescindere dalla loro ubicazione. Nella citata
                          risoluzione si pone in rilievo che sono esenti tutti i terreni agricoli, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli
                          imprenditori agricoli professionali, iscritti nella previdenza agricola, anche se già pensionati. E devono essere
                          considerati non fabbricabili i terreni posseduti e condotti dagli stessi soggetti. La tesi ministeriale è fondata sulla
                          diversità di trattamento normativo tra l' Ici e l' Imu. In effetti, nonostante la diversa formulazione letterale delle norme
                          di legge che disciplinano i due tributi, non si condivide l' interpretazione che riconosce al pensionato in agricoltura un
                          beneficio

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 34
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