Media Monitoring per 24-06-2019 - Rassegna stampa del 23-06-2019 - Azienda Ospedaliera Universitaria ...

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24-06-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 23-06-2019
Media Monitoring per 24-06-2019 - Rassegna stampa del 23-06-2019 - Azienda Ospedaliera Universitaria ...
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      23/06/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Al dottor Pasquale Totaro il riconoscimento per il migliore contributo scientifico del
            congresso ............................................................................................................................... 1
      23/06/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Cinque anni, cade in piscina soccorso e salvato dal papà ...................................................... 2
      23/06/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Ruggi, ai piccoli malati un attestato di coraggio .................................................................... 4
      23/06/2019 - WWW.SALERNONOTIZIE.IT
            Salerno: «attestato di coraggio» ai piccoli malati del ‘Ruggi’ ................................................ 6
      22/06/2019 - WWW.SALERNONOTIZIE.IT
            Morì dopo un intervento al femore, medici dell’Ospedale Ruggi assolti ................................ 7
      22/06/2019 - WWW.SALERNOTODAY.IT
            Morta dopo l'operazione al femore, al Ruggi: assolti i tre medici .......................................... 8
      20/06/2019 - WWW.VIRGILIO.IT
        Ruggi, il sindacato infermieri scrive ai vertici: 'Trasferimenti di favore' ................................ 9
Sanità Salerno e provincia ............................................................................................................ 10
      23/06/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            «Abbiamo fatto di tutto per salvarla uno strazio difficile da dimenticare» .......................... 10
      23/06/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            «È una famiglia dalle condizioni fragili ma lei non ha mai denunciato violenze» ................. 12
      23/06/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Infermieri in lacrime davanti a quel corpo martoriato ......................................................... 14
      23/06/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            La tragedia di Sant' Egidio ................................................................................................... 15
      23/06/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Muore a 8 mesi, lividi sul corpo Genitori indagati per omicidio ........................................... 17
Sanità Campania ............................................................................................................................. 19
      23/06/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            Ospedale, addio sit-in tra le polemiche ................................................................................ 19
      23/06/2019 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO NORD)
            Veleni nel piatto, il blitz Sequestrati pesci e panini ............................................................. 21
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 23
      23/06/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            «In auto nel tunnel allagato» Il neonato e i due bimbi tirati fuori dai finestrini ................... 23
      23/06/2019 - IL MESSAGGERO
            Cremona, uccide la figlia di 2 anni si stava separando dalla moglie .................................... 25
      23/06/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            Fiumi esondati e grandine Un 65enne morto a Torino ......................................................... 27
      23/06/2019 - LA REPUBBLICA
            Il primario "I turni di notte ora potrebbero toccare a me" ................................................... 29
      23/06/2019 - LA REPUBBLICA
            L' Italia senza medici ............................................................................................................ 31
      23/06/2019 - LA REPUBBLICA
            La maratoneta "Addio Mondiali devo restare qui in reparto" ............................................... 33
      23/06/2019 - LA REPUBBLICA
            Lite sulla separazione, uccide figlia di due anni ................................................................... 35
      23/06/2019 - AVVENIRE
            Londra, sanità da «rottamare» ............................................................................................. 36
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23/06/2019                                                                                                               Pagina 5

                                                                                                                         EAV: € 670
                                                                                                                         Lettori: 29.750
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

   Al dottor Pasquale Totaro il riconoscimento per il migliore
              contributo scientifico del congresso

 SALERNO Fu scelto dall' ex Dg Cantone
 come       primario      del     Ruggi     a
 Cardiochirurgia La sua nomina a primario
 di cardiochirurgia al Ruggi costò la
 revoca al Dg Cantone che non aveva
 scelto Enrico Coscioni. Pasquale Totaro,
 un luminare nel suo campo, ha
 partecipato a Salerno (dal 12 al 14
 Giugno) ad un importante Congresso
 Scientifico Internazionale incentrato su
 temi     correlati    alle    tecniche    di
 circolazione extracorporea. "In tale
 occasione - scrive il dottor Totaro - ho
 avuto l' onore di rappresentare al meglio
 la     "Scuola      Medica      Salernitana"
 presentando ben 4 contributi scientifici.
 In particolare uno di questi mi ha
 permesso di ricevere (come risulta dalla
 pagina ufficiale del congresso il "Best
 Paper Award" riconoscimento per il
 migliore     contributo    scientifico    del
 congresso. E' la conferma del senso di
 profondo legame con la città di Salerno e la mia profonda soddisfazione per essere
 stato, in questa occasione, "Propheta in Patria". Complimenti ma per anche
 amarezza per una scelta di grande spessore fatta da Cantone bruciata sull' altare
 della politica.

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23/06/2019                                                                                                                Pagina 24
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 3.828
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

    Cinque anni, cade in piscina soccorso e salvato dal papà

 LA STORIA Marco Di Bello È stata una
 giornata particolarmente intensa, quella
 di ieri, per i sanitari. Ieri, alla prima
 prova di un weekend d' estate, in una
 delle    piscine   dell'    Aquafarm      di
 Battipaglia è stata sfiora la tragedia. Un
 bambino di appena cinque anni è caduto
 in essa, rischiando l' annegamento.
 Secondo il racconto dei sanitari della
 Croce Verde di Battipaglia, allertati in
 codice giallo alle 13, 31 e intervenuti
 pochi minuti dopo, al loro arrivo il
 bambino versava in condizioni di semi-
 incoscienza.     Mentre    la     dottoressa
 Gemma D' Acampora coadiuvata dall'
 infermiera Dina Pizzuti rilevavano i
 parametri vitali, i genitori del piccolo
 hanno        raccontato        che       era
 improvvisamente caduto in acqua.
 Immediatamente soccorso dal padre,
 non era chiaro se avesse inalato e
 ingerito dell' acqua. Col passare dei
 minuti, però, la situazione del piccolo è
 andata via via peggiorando. Come
 spiegato dai sanitari, infatti, l' annegamento da acqua dolce porta tipicamente a un
 repentino peggioramento. Ed è proprio ciò che è avvenuto. Mentre i parametri del
 minore continuavano a peggiorare, i sanitari hanno deciso di tramutare il codice di
 allerta da giallo a rosso. L' ODISSEA A quel punto è stata anche richiesta un'
 ambulanza di tipo rianimativa, che però risultava impegnata altrove su un altro
 intervento. Per questo, l' autista dell' ambulanza del Saut di Battipaglia, Andrea
 Frunzo, ha iniziato il trasporto verso l' ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'
 Aragona. Vista la gravità della situazione, di comune accordo con la centrale
 operativa del 118, è stato deciso di dirottare il piccolo paziente nel più vicino pronto
 soccorso del Santa Maria della Speranza di Battipaglia. Qui i medici hanno iniziato a
 sottoporre il piccolo alle analisi del caso. Il minore, che fino a quel momento non
 aveva espulso liquido, non appena gli è stato applicato il sondino, ha iniziato a
 rimettere l' acqua ingerita in piscina. Alla fine del trattamento, secondo i sanitari, il
 piccolo aveva espulso circa un litro d' acqua. Dopo circa sette ore, durante le quali il
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bambino è stato posto sotto osservazione dal personale del nosocomio battipagliese,
il piccolo è stato dimesso fortunatamente senza conseguenze, a parte il
considerevole spavento della famiglia. Non è la prima volta che un minore rischia la
vita nel parco acquatico di via Spineta. Già lo scorso anno, infatti, un 14enne fu colto
da un malore mentre si trovava nella struttura balneare. Anche in quell' occasione,
però, i sanitari riuscirono a salvargli la vita. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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23/06/2019                                                                                                                  Pagina 24
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 5.296
                                                                                                                            Lettori: 107.296
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

             Ruggi, ai piccoli malati un attestato di coraggio
 Sabino Russo
 Si chiama «attestato di coraggio» e
 viene rilasciato solo ai bambini che non
 piangono, quelli coraggiosi, appunto,
 capaci di non versare nessuna lacrima
 durante il prelievo del sangue nel
 reparto clinica-endocrinologica, guidata
 dal professore Mario Vitale. L' idea, che
 entusiasma piccini e genitori, porta la
 firma della caposala Tiziana Trimarco,
 che da circa cinque anni consegna l'
 autorevole certificazione. Si tratta di un
 semplice foglio A4. Una piccola sfida,
 capace di regalare un sorriso a chi
 dovrebbe trascorrere il tempo solo a
 giocare e non certo a stare in una corsia
 d'     ospedale.     Così,    quello    che
 comunemente si definisce «percorso di
 umanizzazione», lo si può trovare nel
 reparto dove giungono bambini anche di
 sei anni che, coraggiosi, trattengono i
 lacrimoni fatti scivolare solo dopo il
 prelievo, pur di avere il certificato che a
 casa     finisce     incorniciato.    «Basta
 veramente poco per rendere meno
 difficile la degenza ad un bambino - spiega Trimarco - Il sorriso che compare sui loro
 volti, quando stringono il premio tra le mani, non ha prezzo». Un po' come fa nel
 reparto di radioterapia pediatrica il medico Ernesto Falcone, che ogni giorno, al suo
 ordinario turno di lavoro, aggiunge l' amore per la musica che offre ai suoi piccoli
 pazienti, suonando quel pianoforte a muro da studio posto nella colorata sala di
 accoglienza. Il piano ha così cambiato il concetto di concepire i tempi e gli spazi dell'
 ospedale. Ernesto si siede e, quasi sfiorando quei tasti bianchi e neri, incanta chi lo
 ascolta. Le note si diffondono nel reparto. Tutti si fermano e, all' unisono, gli angoli
 della bocca dei presenti, vanno verso l' alto. I piccoli, infatti, giocano mentre il
 medico parla loro con il linguaggio universale della musica. Brividi, emozioni, sorrisi.
 La magia della musica in corsia stravolge un luogo che non è solo cura, sofferenza,
 ma anche riflessione. LE TERAPIE La clinica endocrinologica e diabetologia del Ruggi
 è centro di riferimento regionale per le patologie ipotalamo-ipofsarie e in particolare
 per i disturbi della crescita dei bambini. La patologia tiroidea può essere affrontata
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in tutte le sue problematiche, potendo contare sul rapporto di altre strutture
specializzate (medicina nucleare, rianimazione, radiologia, anatomia e istologia
patologica) e quindi diagnosi e controlli periodici delle neoplasie, diagnosi e terapia
dei distiroidismi (terapia radiometabolica). Particolare esperienza e gestione della
patologia surrenalica e della patologia ginecologica di interesse endocrino in
collaborazione. Nel settore metabolico la diabetologia garantisce il terzo livello di
assistenza nella rete dei servizi offerti, con una competenza nella gestione delle
complicanze ed in particolar modo in quella del piede diabetico. LA NOVITÀ Proprio
per i pazienti affetti da questa patologia, nelle scorse settimane, è giunta una
importante novità. Sono stati applicati al Ruggi, infatti, i primi 12 pancreas artificiali
ibridi. Si tratta di particolari dispositivi, destinati a chi è trattato con insulina,
costituiti da più sistemi che, interagendo tra loro, sono in grado di «mimare» la
funzione di regolazione dei livelli glicemici svolta dalla ghiandola sana. In
particolare, il device è composto da un sensore per il monitoraggio continuo della
glicemia, una pompa per l' infusione sottocutanea di insulina e un algoritmo
matematico che connette il sensore e la pompa. In questo modo il sistema è in
grado di dosare automaticamente, nel periodo fra i due pasti e quello notturno, la
somministrazione di insulina, riducendo i valori elevati di glicemia e minimizzando il
rischio di ipoglicemia. È ancora necessario l' intervento del paziente, invece, per
stabilire la dose di insulina necessaria ai pasti, calcolata in base ai carboidrati
assunti. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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23/06/2019
                                             salernonotizie.it
                                                                                                                         EAV: € 773
                                                                                                                         Lettori: 10.300
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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  Salerno: «attestato di coraggio» ai piccoli malati del ‘Ruggi’

 Per i bimbi più coraggiosi l’Ospedale di
 Salerno rilascia un attestato di coraggio.
 A darne notizia il quotidiano Il Mattino
 oggi in edicola. Si tratta di una iniziativa
 che va avanti da anni e porta la firma
 della caposala Tiziana Trimarco che
 consegna la certificazione ai piccoli che
 non piangono durante il prelievo del
 sangue nel reparto clinica-endocrinologica, guidata dal professore Mario Vitale. Una
 modo originale per far passare la paura ma anche aumentare il coraggio dei più
 piccoli alle prese con prove spesso molto dure nelle corsie di un ospedale. Si tratta
 soprattutto di quello che comunemente si definisce «percorso di umanizzazione»
 degli ospedali Iniziativa simile a quella portata avanti nel reparto di radioterapia
 pediatrica dal medico Ernesto Falcone, che ogni giorno, al suo ordinario turno di
 lavoro, aggiunge l’amore per la musica che offre ai suoi piccoli pazienti, suonando
 quel pianoforte a muro da studio posto nella colorata sala di accoglienza.

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22/06/2019
                                             salernonotizie.it
                                                                                                                         EAV: € 754
                                                                                                                         Lettori: 10.300
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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    Morì dopo un intervento al femore, medici dell’Ospedale
                         Ruggi assolti

 Sono stati asssolti, perchè il fatto non
 sussiste, i medici Antonino Valente,
 Dario Caputo e Pasquale Palumbo. La
 sentenza è stata emessa dal giudice
 monocratico della seconda sezione
 penale Enrichetta Cioffi del Tribunale di
 Salerno. I tre non sono responsabili
 della morte di una donna avvenuta
 nell’agosto    del   2012     in     seguito
 all’intervento al femore. Lo scrive Il
 Mattino oggi in edicola La donna era
 stata operata al femore sinistro in seguito ad una frattura: secondo le accuse, i
 medici avevano autorizzato le dimissioni della paziente omettendo di indicare e
 prescrivere specifiche indagini che avrebbero diagnosticato l’infezione della ferita.
 Attraverso prove a discarico – si è chiarita la non responsabilità dei sanitari che
 ebbero in cura la donna. E, così, è stata emessa sentenza di assoluzione perchè il
 fatto non sussiste a carico di tutti e tre i medici.

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22/06/2019
                                               salernotoday.it
                                                                                                                          EAV: € 675
                                                                                                                          Lettori: 7.133
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

    Morta dopo l'operazione al femore, al Ruggi: assolti i tre
                            medici

 Operata al femore sinistro in seguito ad
 una frattura, la donna, secondo le
 accuse,     era    stata    dimessa     con
 l'omissione, da parte dei medici, di
 indicare e prescrivere specifiche indagini
 Approfondimenti Dramma al Ruggi,
 anziana muore dopo un intervento al
 femore 18 dicembre 2015 Ruggi, donna
 muore dopo una frattura al femore:
 aperta un'inchiesta 13 ottobre 2017 Assolti, perchè il fatto non sussiste, tre medici
 dell'ospedale Ruggi di Salerno: è quanto stabilito dal giudice monocratico della
 seconda sezione penale Enrichetta Cioffi del Tribunale di Salerno. I tre medici non
 sono responsabili della morte della donna avvenuta nell’agosto del 2012, dopo
 l'intervento al femore. La decisione Operata al femore sinistro in seguito ad una
 frattura, la donna, secondo le accuse, era stata dimessa con l'omissione, da parte
 dei medici, di indicare e prescrivere specifiche indagini che avrebbero diagnosticato
 l’infezione della ferita. Ma la responsabilità non risulta essere stata dei 3 sanitari che
 ebbero in cura la donna: i dottori, dunque, sono stati assolti.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
20/06/2019

                                                                                                                          EAV: € 3.655
                                                                                                                          Lettori: 427.600
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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  Ruggi, il sindacato infermieri scrive ai vertici: 'Trasferimenti
                            di favore'

 Approfondimenti               Cardiologia
 Interventistica: nuovi traguardi per
 l'ospedale Ruggi 19 giugno 2019 Una
 nuova polemica divampa tra i corridoi '
 Ruggi d'Aragona ' di Salerno . Il
 segretario del sindacato... Leggi tutta la
 notizia da Salerno Today

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
23/06/2019                                                                                                                Pagina 25
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 3.905
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

   «Abbiamo fatto di tutto per salvarla uno strazio difficile da
                         dimenticare»

 IL RACCONTO «Abbiamo fatto di tutto
 per aiutare quella bambina, abbiamo
 tentato più volte di rianimarla durante la
 corsa in ospedale, ma non c' è stato
 modo di salvarla». A parlare è una delle
 infermiere dell' equipe medica che, l'
 altra notte, è intervenuta in via
 Santissimi Martiri con l' ambulanza del
 servizio 118. Ha gli occhi lucidi e la voce
 che trema mentre ricostruisce quei
 momenti tragici, dal momento in cui è
 scattato l' intervento fino all' arrivo in
 ospedale, dopo una folle corsa. «Non
 abbiamo pensato a null' altro se non
 correre in ospedale, purtroppo non è
 servito a nulla. Una cosa è certa. Non
 dimenticherò mai più gli occhi di quella
 bambina». Poche parole, per ricordare i
 momenti concitati di una tragedia che
 segna. Sarebbe stata la pediatra del
 servizio di emergenza a prendere la
 piccola Jolanda tra le braccia e portarla
 in ambulanza, dopo averla avvolta in un
 lenzuolino bianco. «È stato uno strazio
 vedere quella dottoressa che correva verso l' ambulanza con la bambina in braccio -
 dice una vicina di casa della famiglia Passariello - Correva velocemente,
 preoccupata, insieme agli infermieri. Ho visto che la piccola aveva il volto viola.
 Credo fosse già morta. Non respirava. Una scena terribile. Sua madre aveva l' altro
 bambino in braccio, l' ha lasciato a me, gridando che Jolanda era morta. Una scena
 terribile, davvero». Nel quartiere di via Santissimi Martiri sono tutti sconvolti.
 «Vogliamo sapere cosa è successo a quel piccolo angelo - dice un pensionato - Non
 possiamo credere che in quella casa siano stati capaci di farle del male. Ci rifiutiamo
 di immaginare tanta cattiveria. Non può essere». Qualcuno, l' altra sera, sentendo le
 urla provenire dall' appartamento della famiglia Passariello, aveva pensato all'
 ennesimo litigio tra coniugi. Capitava spesso. «Sì, era all' ordine del giorno - dice un'
 altra vicina di casa - ma nessuno immaginava tanto. Tutti sapevamo che quella

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famiglia vivesse in condizioni precarie, ma sapevamo anche che i servizi sociali
comunali seguivano con particolare attenzione quel caso. Eravamo convinti che la
situazione fosse sotto controllo. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che la
situazione potesse precipitare cosi». Qualcun altro va oltre e si lascia andare ad un
commento che fa riflettere. «Spero che la piccola ora sia finalmente serena. Forse il
Signore ha voluto liberarla una volta e per sempre dal dolore». da.fa. ©
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23/06/2019                                                                                                                Pagina 25
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
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                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

    «È una famiglia dalle condizioni fragili ma lei non ha mai
                     denunciato violenze»

 LE REAZIONI Daniela Faiella Due
 confezioni di fiori bianchi lasciati davanti
 all' uscio di casa, al civico 67 di via
 Santissimi Martiri. Spiccano sul marrone
 scuro della porta di ingresso, chiusa,
 sbarrata, quasi a voler nascondere l'
 orrore della tragedia che si è consumata
 all' interno di quell' appartamento, nel
 cuore del centro storico di Sant' Egidio
 del Monte Albino. Quei fiori sono per la
 piccola Jolanda, Joly come la chiamavano
 tutti. Bianchi, a simboleggiare la sua
 innocenza, la purezza della sua anima,
 che traspariva da quegli occhioni color
 smeraldo. Cosa è successo alla piccola
 Jolanda? Se lo chiede anche una vicina di
 casa che, con le lacrime agli occhi, fissa
 bene quei fiori sul pomo in ottone della
 porta d' ingresso di casa Passariello.
 Tutti sanno, in quel quartiere, che la
 piccola Jolanda non c' è più, ma nessuno
 sa perché. Nessuno vuole credere alla
 storia delle violenze. «Non vogliamo
 nemmeno immaginare tanta atrocità»,
 dice la donna coprendosi il volto con le mani. Eppure il referto del pronto soccorso
 dell' ospedale di Nocera Inferiore parla chiaramente di un edema sul volto, ma anche
 di ecchimosi, escoriazioni, lesioni, addirittura di piccole ustioni, che sono state
 trovate sul corpicino della bambina. A Sant' Egidio sono tutti sotto choc. Joly aveva
 solo otto mesi e viveva con i suoi genitori, Giuseppe e Imma, gli unici a sapere cosa
 è successo realmente a quella bambina. Lui, di Pagani, tossicodipendente, noto alle
 forze dell' ordine per piccoli precedenti, arrestato diversi anni fa per rissa, era stato
 anche in una comunità di recupero. Lei, di Angri, moglie e madre insospettabile. Si
 erano trasferiti da un annetto e mezzo in quel quartiere di via Santissimi Martiri ma
 non erano affatto felici. Vivevano in grosse difficoltà economiche. LE VOCI Lo sanno
 bene i vicini di casa e anche le operatrici dei servizi sociali comunali, come conferma
 il sindaco Nunzio Carpentieri. «Una situazione della quale immediatamente i nostri

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servizi sociali si erano fatti carico, attivando da un lato le procedure per consentire l'
accesso a piccoli contributi per sostenere economicamente il nucleo familiare, dall'
altro segnalando all' autorità competente questa particolare situazione. Mai però, né
al Comune né ai carabinieri, la mamma della bimba o i suoi familiari avevano
denunciato o confermato episodi di violenza che avrebbero potuto lasciar presagire
qualcosa di così drammatico». Negli ultimi tempi c' erano state anche segnalazioni
di violenti litigi tra marito e moglie. Qualcuno parla di atteggiamenti aggressivi dell'
uomo nei confronti della donna. La tragedia della piccola Joly ha sconvolto l' intera
comunità dell' Agro. «Una morte assurda che interroga le menti e scuote le
coscienze - commenta il neo sindaco di Pagani Alberico Gambino - Noi
rappresentanti delle istituzioni abbiamo il compito di lavorare con determinazione e
impegno, in maniera sinergica, affinché episodi del genere non si ripetano più». Gli
fa eco Cristoforo Salvati, primo cittadino di Scafati. «Non ci sono parole per
commentare simili tragedie, che non dovrebbero mai accadere ma che ci inducono a
riflettere. Spero che le autorità competenti facciano al più presto chiarezza sui fatti,
accertando le responsabilità». Invita alla riflessione anche il sindaco di Nocera
Inferiore Manlio Torquato. «Qualunque cosa sia accaduta davvero, anche la
peggiore, dovremmo capire che l' aberratio è parte della nostra natura di essere
umani, fragili, inadeguati feroci e reattivi, nei confronti di chiunque». ©
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23/06/2019                                                                                                                Pagina 2

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

       Infermieri in lacrime davanti a quel corpo martoriato

 UMBERTO I Dall' ospedale Umberto I di
 Nocera c' è poca voglia di parlare. E'
 stata una giornata drammatica per
 quello che è successo in nottata. L'
 arrivo dell' ambulanza, una corsa
 disperata dalla abitazione di S. Egidio al
 pronto intervento dei medici per tentare
 di salvare la piccola Iolanda. Non c' è
 stato nulla da fare. Un infermiere di
 turno al nosocomio ha proferito poche
 parole e dichiarato: " Gli infermieri a
 Nocera che hanno visto la bimba, sono
 rimasti sconvolti. Non hanno potuto
 trattenere le lacrime di fronte a quel
 corpo martiriato". Ora la salma della
 piccola è nell' obitorio del nosocomio
 Umberto I. Domani ci sarà l' autopsia che
 dovrà chiarire anche le causa del
 decesso. Un passaggio fondamentale
 anche per il proseguo delle indagini della
 Procura di Nocera. re.cro.

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23/06/2019                                                                                                                    Pagina 25
                                         Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                              EAV: € 4.435
                                                                                                                              Lettori: 107.296
                                      Argomento: Sanità Salerno e provincia

                                     La tragedia di Sant' Egidio
 Petronilla Carillo
 Inviato Nocera Inferiore. «Vergogna,
 vergogna». «Ammazzate anche loro!».
 Sono stati tanti i cittadini che, passando
 davanti al cancello del commissariato di
 polizia di Nocera Inferiore, hanno gridato
 parole di sdegno nei confronti dei due
 genitori indagati per concorso in
 omicidio della propria figlioletta di otto
 mesi. Giuseppe Passariello e Imma
 Monti, padre e madre della piccola
 Jolanda, giunta morta alle 4.10 di ieri
 mattina all' ospedale Umberto I, sono
 stati chiusi all' interno di quelle mura per
 tutta la giornata, a disposizione dell'
 autorità giudiziaria. Inconsapevoli che, al
 di fuori, la notizia della morte della loro
 figlioletta era rimbalzata sui siti web e di
 bocca in bocca in tutto lo Stivale. Per l'
 opinione     pubblica      sono    loro   gli
 «assassini» della bimba, per i poliziotti
 della Squadra mobile (agli ordini dei
 vicequestori Marcello Castello e Aniello
 Ingenito) assieme ai colleghi del
 commissariato di Nocera Inferiore, diretti
 dal vicequestore Luigi Amato, invece i punti da chiarire sono ancora tanti. Anche se,
 nel pomeriggio di ieri, i due sono stati iscritti nel registro degli indagati con l' accusa
 di concorso in omicidio. IL REFERTO Mentre il referto dei medici dell' Umberto I è
 chiaro e parla di un «edema al volto con chiazze ecchimotiche estese al collo ed
 escoriazioni in fase crostosa». Constatando anche l' esistenza di «lesioni simili ad
 ustioni estese al palmo della mano bilateralmente profonde e meno profonde anche
 al dorso dei piedi e alla pianta», quindi di «lesioni aftose-ulcerative al cavo orale,
 congiuntive endematose bilaterali, ecchimosi più recenti al braccio destro e al
 dorso», i vicini di casa della famiglia Passariello raccontano di un suo problema di
 salute, agli arti superiori, che la faceva piangere spesso. Per questo motivo, la
 piccola Jolanda era stata anche portata al Santobono di Napoli per una visita
 specialistica. Elementi, questi, sui quali gli agenti di polizia stanno ora raccogliendo
 prove e materiale, in attesa dell' esito dell' autopsia che si terrà lunedì pomeriggio.
 Se da un lato, qualcuno avanza l' ipotesi di ecchimosi intese come macchie legate ad
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una mancanza di piastrine o ad una porpora, il referto medico non lascia dubbi: se
anche le ecchimosi possano ritenersi compatibili, le piccole ustioni e le escoriazioni
no anche perchè, ad otto mesi, una bimba non si può grattare. GLI INTERROGATORI
Imma Monti e Giuseppe Passariello sono rimasti in commissariata per l' intera
giornata. «Al momento a carico dei genitori non c' è alcun provvedimento di fermo -
ha spiegato il loro legale, Ilaria Ruocco - sono stati portati in caserma solo per
chiarire cosa è successo». Lei li ha visti soltanto nel pomeriggio, non ha parlato con
loro. «Ma li ho trovati provati - ha aggiunto - soprattutto la mamma, ha avvertito
anche un malore durante gli interrogatori». Ed infatti sul posto è stata chiamata
anche un' ambulanza: i sanitari hanno però provveduto ad assistere la donna
direttamente in commissariato e, dopo un po', sono andati via. Inizialmente sotto
choc, i due si sono poi calmati. E hanno spiegato cosa è accaduto durante la
precedente nottata. Ma sono stati sentiti anche gli assistenti sociali, i parenti dei
coniugi per confrontare le testimonianze ed analizzare eventuali discordanze. ©
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23/06/2019                                                                                                                   Pagina 5

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                                                                                                                             Lettori: 25.449
                                     Argomento: Sanità Salerno e provincia

       Muore a 8 mesi, lividi sul corpo Genitori indagati per
                              omicidio
 Roberto Russo
 Una neonata arrivata senza vita all'
 ospedale Umberto I di Nocera Inferiore Il
 papà ha problemi di droga, la famiglia
 era monitorata dai servizi sociali NAPOLI
 È stata accompagnata intorno alle 3,30
 dell' altra notte all' ospedale Umberto I
 di Nocera Inferiore. La neonata, appena
 otto mesi, era già priva di vita. Inutili le
 manovre per tentare di rianimarla. Ma i
 medici del pronto soccorso si sono subito
 accorti che qualcosa non quadrava: sul
 corpicino      lividi,    ecchimosi      ed
 escoriazioni. Da un esame successivo
 sarebbe risultata pure la presenza di
 lesioni. I camici bianchi hanno chiesto ai
 genitori cosa fosse accaduto, poi hanno
 deciso che era il caso di avvertire la
 polizia del locale commissariato. In
 ospedale dopo poco sono arrivati gli
 agenti di polizia di Nocera Inferiore ma
 anche quelli della Squadra mobile di
 Salerno. I genitori della bimba sono stati
 interrogati dai funzionari di polizia, la
 mamma ha pure accusato un malore. Gli investigatori hanno lavorato in stretto
 contatto con la Procura. Nel pomeriggio di ieri il pm Roberto Lenza ha deciso l'
 iscrizione nel registro degli indagati di entrambi i genitori con l' accusa di omicidio.
 Ma la vicenda resta ancora tutta da chiarire e l' iscrizione nel registro degli indagati
 rappresenta un atto necessario per poter eseguire l' autopsia sul corpo della
 bambina. L' esame autoptico sarà effettuato domani dai periti Rosanna di Concilio e
 Giuseppe Consalvo, gli stessi che hanno già effettuato l' esame esterno del corpo. Si
 è appreso che la bimba aveva un problema clinico agli arti superiori e per questo
 motivo piangeva spesso. La famiglia della vittima vive a Sant' Egidio del Monte
 Albino, piccolo comune non distante da Angri, la bimba morta aveva anche un
 fratellino di due anni. Una famiglia con molte difficoltà. In paese tutti sono a
 conoscenza delle vicissitudini del padre, con una storia di tossicodipendenza e alcuni
 precedenti. Di recente l' uomo aveva anche lasciato la comunità di recupero. Alcuni

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vicini hanno raccontato di aver sentito spesso urla e liti tra marito e moglie e i bimbi
piangere. Tuttavia nessuna denuncia sarebbe stata presentata dalla moglie nei
confronti del marito. Un fatto è certo: il Comune aveva attivato gli assistenti sociali
che, periodicamente, facevano visita alla famiglia per accertarsi delle condizioni dei
bambini. Una sorta di «monitoraggio» costante per valutare una situazione
indubbiamente difficile. Racconta il sindaco Nunzio Carpentieri: «Il 15 giugno è
arrivata una comunicazione ufficiale da parte della Procura che ci chiedeva di
attivare questo monitoraggio. Noi perciò seguivamo la famiglia ed eravamo a
conoscenza delle problematiche; però va anche detto che nessuno aveva mai
presentato denunce per violenze o maltrattamenti, né la mamma dei bimbi, né altri
familiari». Il primo cittadino ha anche assicurato che si farà relazionare di persona
dagli assistenti sociali del Comune sull' attività svolta e su quale fosse la reale
situazione di quella famiglia. È certo che si trattasse di una famiglia problematica
ma, secondo le testimonianze, non vi sarebbe stata percezione di un pericolo
immediati per i figli. Ieri qualcuno dei vicini ha lasciato fiori bianchi davanti al
portone della casa della bimba morta. I due genitori sono originari di Pagani. Su
Facebook il sindaco Alberico Gambino ha scritto di «una morte assurda che interroga
le menti e scuote le coscienze. Dobbiamo lavorare di più affinché episodi del genere
non si ripetano più».

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23/06/2019                                                                                                                Pagina 27
                                  Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                          EAV: € 4.357
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

                  Ospedale, addio sit-in tra le polemiche

 SANT' AGATA DE' GOTI Giuseppe
 Piscitelli Stop allo sciopero della fame,
 abbandono del presidio posto nel
 piazzale davanti all' ingresso principale
 dell' ospedale «Sant' Alfonso» e chiusura
 della tenda della Protezione Civile di
 Airola che ha ospitato per quasi tre mesi
 le pasionarie e gli attivisti del comitato
 «Curiamo la vita». «Profondamente
 offese per le insinuazioni gratuite subite»
 le due pasionarie, la presidente Mena Di
 Stasi e Margherita Rossano, hanno
 interrotto ieri mattina dopo quattro
 giorni lo sciopero della fame e
 contestualmente il comitato ha lasciato il
 presidio di protesta «anche per non
 mettere in imbarazzo la dirigenza
 sanitaria», come si legge in una nota
 dello stesso comitato. Nel testo si fa
 riferimento all' inizio del movimento,
 sorto lo scorso 28 ottobre per
 sensibilizzare l' opinione pubblica sul
 declassamento del Pronto soccorso dell'
 ospedale e sullo spostamento del 118 da
 Limatola a Sant' Agata. «Da allora il Comitato ha posto in essere molteplici forme di
 protesta, tra cui due occupazioni dell' aula consilaire, per invitare alla solidarietà le
 Istituzioni. Le attiviste per dare maggior peso alla protesta si sono viste costrette ad
 incatenarsi ed iniziare due scioperi della fame. La protesta sicuramente è riuscita a
 raggiungere il presidente della Regione De Luca, che, con il decreto 41 del 9
 maggio, ha dato un nuovo e rinnovato riassetto all' azienda ospedaliera San Pio e in
 particolare all' ospedale di Sant' Agata». Il comitato è formato da persone che hanno
 abbandonato famiglia, casa, lavoro per una causa comune, sottoponendosi a sacrifici
 indicibili in nome di un obiettivo che riguarda tutta la popolazione, hanno agito
 soltanto in senso di riconoscenza verso l' operato del personale nei confronti di loro
 familiari e ora ritornano alla loro quotidianità. Aveva anche brindato alla notizia della
 firma del decreto da parte del ministro Giulia Grillo, data da lei stessa in Irpinia lo
 scorso 19 maggio. Da allora, però, è stata vana l' attesa dell' attuazione da Roma di
 quel decreto, sollecitato anche dalla sindaca Giovannina Piccoli nella lettera alla
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Grillo. Il terzo sciopero della fame ha riacceso i riflettori sul caso, ma «non ha sortito
l' effetto sperato, in merito alla certezza dell' approvazione ministeriale del decreto
di De Luca». Infine il comitato stigmatizza il comportamento nei suoi confronti: «Si è
fatta meno fatica per sensibilizzare De Luca che i più vicini; l' opinione pubblica ha
definito l' ultimo sciopero un' ulteriore farsa, quasi a dire che tutto quanto posto in
essere negli ultimi mesi dal comitato è stata una pagliacciata, purtroppo i risultati
raggiunti smentiscono questa approssimata e fatalistica mentalità, tipica di coloro
cui piace guardare dalla finestra». Il comitato comunque non ha alcuna intenzione di
mollare la presa. Infatti non si scioglie. Anzi, avverte che sarà ancora più audace la
protesta, qualora si pensi di rendere vani i risultati raggiunti, e ringrazia quanti sono
stati e saranno vicini ad esso in avvenire, con la convinzione ben consolidata che «il
diritto alla salute non si tocca». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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23/06/2019                                                                                                                Pagina 36
                          Il Mattino (ed. Circondario Nord)
                                                                                                                          EAV: € 4.324
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

        Veleni nel piatto, il blitz Sequestrati pesci e panini

 COSA MANGIAMO Pasquale Guardascione
 Campi Flegrei messi al setaccio dai
 carabinieri del Nas del comando
 provinciale di Napoli negli ultimi giorni.
 Nella zona del porto di Pozzuoli i militari
 dell' arma hanno condotto un' ispezione
 igienico-sanitaria presso una pescheria e
 proceduto al sequestro amministrativo di
 ben 80 chili circa di prodotti ittici e
 crostacei. Gli alimenti erano conservati,
 per la vendita al dettaglio, ma allo stato
 congelato. I carabinieri dopo un' attenta
 verifica hanno rilevato che erano state
 violate le vigenti normative in materia
 sia di tracciabilità che di rintracciabilità
 degli alimenti. Ad Arco Felice, invece, in
 un' altra pescheria i militari dell' arma
 hanno        proceduto       al     sequestro
 amministrativo di 25 chili di cozze prive
 della bollatura sanitaria attestante il
 transito per un centro di spedizione
 autorizzato. Negli ultimi giorni i Nas
 hanno fatto controlli principalmente
 negli esercizi commerciali che vendono
 frutti di mare e prodotti ittici in previsione sia del caldo di questi giorni che del loro
 maggior consumo in vista dell' estate. Sempre a Pozzuoli in un ipermercato, a
 conclusione di una verifica igienico-sanitaria, i militari hanno sequestrato circa 50
 chilogrammi di frutta a pezzi e macedonia di frutta confezionata, priva di indicazioni
 utili alla loro rintracciabilità. «L' operazione è partita a seguito di una segnalazione
 di un privato cittadino», hanno fatto sapere dal comando provinciale del Nas. Nella
 zone di Arco Felice, poi, nel completare un' ispezione igienico sanitaria e
 documentale avviata nello scorso mese di aprile presso una pasticceria, i carabinieri
 hanno rilevato diverse anomalie. I LOCALI Ben 3 locali sono risultati, dal confronto
 con le planimetrie acquisite sia dall' ufficio annona del comune di Pozzuoli che all'
 Asl Napoli 2 nord, non censiti e, a diverso titolo, privi dei requisiti igienico sanitari e
 strutturali. Inoltre, c' era la totale assenza dei requisiti previsti dalla normativa sulla
 sicurezza sui luoghi di lavoro. I militari dell' Arma hanno sottoposto i tre locali alla
 chiusura amministrativa, interdicendo anche l' utilizzo delle attrezzature. Nei pressi
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di via Campana, invece, è stata sottoposta a chiusura un panificio con l' attività che
veniva esercitata in un ulteriore immobile pertinente ed adiacente all' attività. Il
locale era tecnicamente attrezzato per la lavorazione delle materie prime, per la
produzione di prodotti della panificazione e come deposito di farine, ma è risultato
alla fine senza licenza e in pessime condizioni igieniche. LA MOVIDA Sul lungomare
di via Napoli, invece, è stato eseguito un controllo ad un pub dove sono stati
sequestrati dieci chili tra panini e prodotti di rosticceria privi dell' indicazione di
tracciabilità. A Bacoli, infine, nella zona del litorale di Miseno e Miliscola in un
ristorante i Nas hanno chiuso un locale utilizzato come deposito alimenti ma con
gravi carenze igienico sanitarie e strutturali. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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23/06/2019                                                                                                                  Pagina 13

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                                            Argomento: Sanità nazionale                                                     Lettori: 725.830

   «In auto nel tunnel allagato» Il neonato e i due bimbi tirati
                        fuori dai finestrini
 ANDREA GALLI
 Il racconto Monza, 40 veicoli bloccati.
 Soccorsi anche una donna e un disabile
 Milano Galleria San Rocco, chilometro «4
 + 100», tangenziale Nord, Monza. Una
 galleria    trafficata      ma    solitamente
 innocua. Non ieri. Dalle 11.30 alle 12 è
 diventata una trappola. Una quarantina
 le macchine bloccate nel centro del
 tunnel, ricoperte da un metro d' acqua
 che ha danneggiato i motori, spento i
 veicoli,     provocato      tamponamenti,
 impedito l' apertura delle portiere. Due
 pattuglie della polizia hanno evitato
 tragedie. Gli agenti prima hanno fermato
 all' esterno il traffico per arginare un
 ulteriore ammasso di macchine, e poi,
 all' interno del tunnel, nella palude
 originata da un violentissimo temporale,
 si sono messi a correre di finestrino in
 finestrino alla ricerca di casi prioritari d'
 assistenza. «C' erano mamme che
 picchiavano contro quei finestrini...
 picchiavano e urlavano... Non so, mi
 sembravano passeggeri prigionieri dietro gli oblò di una nave che affondava...». I
 casi prioritari d' assistenza erano tre e riguardavano un bimbo di otto mesi, un altro
 di tre anni e una bimba di dieci. Erano insieme ai genitori, impossibilitati a uscire
 dagli abitacoli. Nel timore che il livello dell' acqua potesse crescere ulteriormente, o
 che potessero innescarsi altri tamponamenti, i poliziotti hanno agito. Hanno preso in
 braccio i piccoli e li hanno portati in salvo. Gli agenti sono in forza alla Polstrada di
 Milano e a quella di San Donato Milanese diretta da Pasquale Mastrocinque, il quale,
 appena ha saputo dell' emergenza, è arrivato sul posto e ha dato la sua mano
 (soccorso anche un giovane disabile). Nessun ferito grave, fra gli automobilisti
 coinvolti, il che non ha impedito che quattro di loro siano stati accompagnati in
 ospedale per accertamenti. Lievi contusioni e un grande panico, per lo più,
 alimentato dai lunghi minuti in galleria, dalla colonna ferma di veicoli, dal rumore di
 lamiere e da quel fiume d' acqua che percorreva in discesa l' asfalto. Gli agenti

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hanno trovato persone in piedi sopra i cofani («Qualcuna era terrorizzata, gridava di
non saper nuotare...») e altre che provavano a chiamare i soccorsi («Si sono
inzuppati anche i telefonini, non funzionava più nulla»), pur ricordando che le prime
richieste d' aiuto, quelle che hanno innescato il salvataggio della polizia, sono state
puntualmente accolte dal centro operativo autostrade di Novate Milanese e subito
smistate. Dopodiché, evacuati tutti, s' è prospettato il problema del recupero dei
veicoli, lento ma non così come lo svuotamento dell' acqua in galleria, che ha
impegnato gli operai fino a sera («Era una diga, non un tunnel»). Agli investigatori
non risulta che la San Rocco, lunga trecento metri, abbia difetti strutturali, a
conferma dell' eccezionalità della pioggia, dell' inusuale combinazione tra la quantità
e la velocità, come avvenuto a Baranzate, al confine con Milano, in via Cristina di
Belgioioso, in un sottopasso. Quel tunnel s' è presto trasformato in pozzo, la
macchina di una 50enne è finita dentro ed è stata sommersa, ma la donna non ha
perso un secondo, che sarebbe stato fatale: è saltata fuori dal finestrino, s' è
arrampicata sulla cappotta e ha aspettato i pompieri.

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23/06/2019                                                                                                                Pagina 14

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                                                                                                                          Lettori: 292.828
                                          Argomento: Sanità nazionale

   Cremona, uccide la figlia di 2 anni si stava separando dalla
                             moglie

 IL DRAMMA CREMONA Una bambina di
 due anni è stata trovata uccisa a
 coltellate in un' abitazione di Cremona.
 Quando sono intervenuti i carabinieri,
 accanto alla piccola c' era il padre, a sua
 volta ferito da una coltellata. L' ipotesi è
 che Jacob Danho Kouao, 36 anni, della
 Costa d' Avorio, abbia ucciso la piccola
 Gloria e abbia poi cercato di togliersi la
 vita. SEPARATI L' uomo è piantonato in
 ospedale in attesa dei provvedimenti
 dell' autorità giudiziaria. Secondo quanto
 è stato spiegato dai carabinieri di
 Cremona, la madre della piccola e il
 padre non vivevano nella stessa
 abitazione ed è pertanto probabile che la
 bambina fosse stata affidata al 36enne
 per qualche ora. All' arrivo dei
 soccorritori del 118 in via Massarotti 4,
 la bambina era già morta. OPERAIO Sono
 stati quindi avvertiti i militari, che hanno
 preso in consegna il padre e lo hanno
 portato in ospedale, dove è attualmente
 piantonato.       Secondo       le     prime
 informazioni, l' uomo, che lavorava come operaio in un' azienda della zona, si
 sarebbe inferto una coltellata al ventre più altre meno gravi: ha perso molto sangue
 ed è in pericolo di vita. L' immigrato, probabilmente, si è piantato il coltello nell'
 addome subito dopo aver commesso l' omicidio in quell' appartamento in cui abitava
 da poche settimane con un contratto d' affitto regolarmente registrato. Poi ha
 telefonato al pronto intervento 118 spiegando solo di non sentirsi bene. Infine, forse
 temendo di non riuscire ad aprire la porta ai soccorritori, ha chiamato i proprietari
 dell' abitazione invitandoli a raggiungerlo. Non c' è stato tuttavia nulla da fare per la
 bambina colpita da numerose coltellate. L' uomo, negli ultimi tempi, aveva fatto
 capire di non accettare la separazione, ma nessuno si sarebbe atteso una reazione
 del genere. CASA PROTETTA Sembra che la moglie, 34 anni, viva ora in una casa
 protetta in quanto il rapporto tra i due era burrascoso, ma non risultano condanne o

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provvedimenti a carico dell' uomo. Resta da capire per quale ragione la bambina
fosse col padre. Un vicino ha riferito di aver sentito dei pianti nel pomeriggio, ma
nessuno, nella corte, salvo la proprietaria, conosceva l' uomo che ora è piantonato in
ospedale dai carabinieri, in attesa si poter essere interrogato dal pm di ©
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23/06/2019                                                                                                                  Pagina 12

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                                            Argomento: Sanità nazionale                                                     Lettori: 725.830

       Fiumi esondati e grandine Un 65enne morto a Torino
 Alessandro Fulloni
 A Milano straripa il Seveso, evacuate 150
 persone in Valtellina Tempeste con forti
 raffiche di vento a Bologna e Modena: 50
 i feriti Frane, fiumi straripati, case
 evacuate, chicchi di grandine grossi
 come arance che hanno flagellato
 coltivazioni, danneggiato tetti, spaccato
 migliaia di parabrezza e lunotti e ferito
 oltre una cinquantina di persone, tutte in
 ospedale con tagli e contusioni. C' è
 anche un morto, un 65enne forse
 probabilmente scivolato in un torrente
 nel Torinese ingrossato dalla pioggia
 continua.      Sono      le   conseguenze
 pesantissime del maltempo che ieri ha
 flagellato tutto il Nord Italia. I danni
 maggiori      si    sono    registrati   tra
 Lombardia,       Piemonte     ed     Emilia-
 Romagna. A Milano il Seveso è esondato
 due volte in mattinata. Una donna ha
 rischiato di morire in auto a Baranzate:
 intrappolata in un sottopasso allagato è
 riuscita a salvarsi prima di essere
 sommersa dall' acqua. In una galleria sulla tangenziale Nord a Monza gli agenti
 hanno soccorso una quarantina di automobilisti, estraendo dagli abitacoli un
 neonato e due bimbi. All' ospedale Sacco di Milano alcuni pannelli dei controsoffitti
 sono parzialmente crollati. Grave la situazione a Modena, colpita da quel violento
 fenomeno che i meteorologi chiamano «downburst». Ovvero un forte vento
 discendente da nubi temporalesche a bassa quota che portano anche fitta grandine.
 Per una decina di minuti, dopo le 15, le raffiche sono arrivate a 111 chilometri orari -
 il record qui è stato di 112, registrato nel 2004 -, facendo crollare alberi, sradicando
 pali della luce e segnaletici. L' improvviso «bombardamento» di chicchi gelati ha
 colpito tanta gente in strada: trenta i ricoveri in città (dove per precauzione il
 sindaco ha fatto chiudere la torre della Ghirlandina, allagata) e venti nel Bolognese.
 Pesanti i disagi tra Piemonte e Val d' Aosta dove l' autostrada «A5» è stata chiusa
 tutto il giorno per via di una frana arrivata minacciosamente a lambire corsie e case
 all' altezza di Quincinetto, paese dove il sindaco Clapetto, assai arrabbiato, ora parla
 di «smottamento segnalato già nel 2012». Il traffico è stato deviato per 18 chilometri
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con le auto costrette a passare dal centro di Ivrea e l' autostrada (gestita da Ativa)
ha riaperto in serata. Ma le polemiche restano. Il governatore della Val d' Aosta
Antonio Fosson ha detto «che non è possibile lasciare territori isolati, in situazione di
estremo disagio» e ha chiesto al governo di «affrontare la questione». Sempre nel
Torinese è rimasto vittima del maltempo Livio Folco, veterinario, uscito di casa per
andare a funghi e forse travolto dalla piena di un torrente a Villarfinocchiardo.
Pericolo frane anche in Valtellina con 150 persone evacuate in Val Lesina e altre 250
con le valigie pronte nel caso il meteo peggiorasse. Coldiretti adesso parla di
«evento disastroso» che ha provocato danni gravi in tutta la Pianura Padana. La
grandine ha distrutto vigneti, soprattutto lambrusco e sangiovese, e pereti,
devastando anche coltivazioni di mais e frumento proprio nei giorni in cui comincia
la mietitura. Il bollettino meteo annuncia per i prossimi giorni un miglioramento: in
tutta Italia è atteso da domani un caldo record, anche sopra i 40°.

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23/06/2019                                                                                                                Pagina 2

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                                          Argomento: Sanità nazionale

    Il primario "I turni di notte ora potrebbero toccare a me"
 - MI.BO.
 L' intervista / 1 Deve organizzare i turni
 estivi con un organico ridotto di un terzo
 e in più non trova agenzie che mandino
 medici a gettone o in affitto a dare una
 mano. Aldo Tua, primario del pronto
 soccorso di Biella, in questi giorni è
 pieno di problemi. Da quanto tempo
 faticate a chiudere i turni? «Da due o tre
 anni. L' anno scorso però ci aveva
 aiutato l' agenzia, che mandava colleghi
 per coprire i giorni più complicati. A
 Biella arrivavano 5 professionisti che
 facevano le notti». E quest' anno? «L'
 appalto è scaduto ora, la Asl ha
 rinnovato la richiesta per coprire 144
 turni da qui a dicembre, ma non ha
 risposto nessuno». Perché il problema è
 la notte? «Nel mio reparto ci sono
 diciotto medici, oltre a me, invece che
 26. In più, sette sono stati dichiarati
 inabili al lavoro notturno per problemi di
 salute.     Quindi    restiamo    scoperti
 soprattutto dalle 20 alle 8». Ha chiesto aiuto alla Asl? «Certo. Le cose sono molto
 diverse da un tempo, quando se chiedevi personale controbattevano che non c'
 erano risorse. Oggi il direttore mi dice: "Trova i dottori e te li assumo in qualunque
 forma: concorso, agenzia, rapporto libero professionale, bando di mobilità". Ma di
 medici in giro non ce ne sono». Perché quelli del pronto soccorso sono i più difficili
 da reclutare? «È un problema articolato. Intanto le carenze riguardano molti reparti
 ospedalieri, i cui professionisti non ci danno più una mano come succedeva un
 tempo. Poi gli specialisti in medicina di urgenza sono troppo pochi. Chi può sceglie
 un lavoro svolto in orario di ufficio, con il fine settimana libero e la reperibilità
 notturna invece che un impegno come il nostro, sette giorni su sette con tre
 weekend al mese in ospedale, a parità di compenso opta per la prima possibilità. Poi
 al pronto soccorso c' è scarsa progressione di carriera. Per me però questo resta il
 lavoro più bello che si possa fare, se svolto nelle condizioni ideali». Come incide sull'
 assistenza avere un terzo di medici in meno? «Cambia la qualità del rapporto
 medico-paziente. C' è meno tempo a disposizione e si rischia di sottovalutare l'
 urgenza minore, cosa che fa finire sotto le scarpe la soddisfazione percepita del
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
malato. Se hai pochi medici che si occupano dei casi, prendi intanto quelli
veramente gravi. Purtroppo però non tutti li inquadri subito così bene da capire che
sono gravi. Magari metti tra i codici verdi qualcuno che in realtà ha un problema
importante, da codice giallo o rosso». Quanti turni di notte aspettano i suoi medici
quest' estate? «Se non riusciamo a fare neanche un contratto libero professionale,
cosa che ancora spero, anche sette al mese, che si aggiungono a quindici turni di
mattina e pomeriggio». E lei? «Sono già in turno tutti i giorni e quando serve faccio i
festivi. Sarebbe anche più comodo lavorare la notte perché il giorno dopo starei a
casa. Ma devo organizzare pronto soccorso e degenza da 16 posti, la mia presenza è
necessaria. Comunque, se serve ci si tirano su le maniche e si fa tutto quello di cui c'
è bisogno». ©RIPRODUZIONE RISERVATA f Anni fa mi dicevano: non abbiamo soldi
Oggi mi dicono: ti assumiamo chi vuoi Ma non trovo nessuno g DIRIGENTE Aldo tua,
50 anni, PRIMARIO A BIELLA.

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23/06/2019                                                                                                                Pagina 2

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                                                                                                                          Lettori: 546.032
                                          Argomento: Sanità nazionale

                                        L' Italia senza medici
 DI MICHELE BOCCI
 Pensionamenti, blocco del turnover e
 pochi giovani: negli ospedali mancano
 ottomila camici bianchi E d' estate è
 crisi, soprattutto nei pronto soccorso
 Nelle torride corsie estive si aggirano
 tanti pazienti e pochi camici bianchi. I
 medici che un tempo riempivano i reparti
 oggi non ci sono più, hanno lasciato per
 raggiunti limiti di età e non stati
 sostituiti. Del resto fuori, quando
 vengono banditi i concorsi, non si
 trovano nuove leve, e in periodo di ferie
 la loro assenza si fa sentire più del solito
 per i colleghi che sono rimasti al loro
 posto e per i primari che cercano senza
 successo di far quadrare i turni. Per
 affrontare le carenze, nei mesi scorsi, gli
 assessorati alla Salute hanno messo in
 piedi misure di grande creatività, anche
 se non sempre di grande efficacia. Per
 tappare i buchi si è fatto ricorso a medici
 pensionati,         stranieri,      militari,
 neolaureati, gettonati e affittati. Ad oggi, stimano i sindacati, nelle corsie sono
 scomparsi 8mila professionisti rispetto ad alcuni anni fa. Ed è solo l' inizio: altri
 16.500 mancheranno da qui al 2025. D' estate, con le ferie, le difficoltà diventano
 quasi insormontabili. Gli ospedali, anche se la domanda sanitaria nei mesi caldi cala
 meno di un tempo, riducono i letti e tagliano gli interventi chirurgici programmati
 anche di un quarto per lasciare posto solo a quelli urgenti. Il pronto soccorso
 continua a lavorare a pieno regime pur essendo uno dei reparti con più difficoltà,
 insieme a Pediatria, Medicina interna, Anestesia e chirurgia generale. I motivi delle
 carenze Schematicamente, il problema del sistema sanitario è che escono più medici
 di quanti ne entrino, non solo a causa del blocco del turnover nelle Regioni con il
 piano di rientro dal debito (che tra l' altro è stato appena tolto). No: la chiave del
 problema, quello che tutti chiamano «l' imbuto », sono le scuole di specializzazione
 post-laurea. Durano quattro o cinque anni e hanno ancora troppo pochi posti. Da qui
 al 2025, stima il sindacato Anaao, daranno al sistema circa 36 mila professionisti.
 Molti altri, circa 14 mila specializzati, andranno invece a lavorare nel privato, nelle
 case farmaceutiche o sul ben più attraente - dal punto di vista delle soddisfazioni
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