Uccelli comuni in Italia - Gli andamenti di popolazione dal 2000 al 2010
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Documento realizzato dal Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale. Testi e grafici Jacopo G. Cecere, Patrizia Rossi e Laura Silva (LIPU); Guido Tellini Florenzano (D.R.E.Am. Italia) Hanno collaborato: Rossana Bigliardi, Claudio Celada, Elena D’Andrea, Giorgia Gaibani e Marco Gustin (LIPU); Paolo Bonazzi, Lia Buvoli, Gianpiero Calvi, Elisabetta de Carli e Lorenzo Fornasari (FaunaViva); Tommaso Campedelli, Simonetta Cutini e Guglielmo Londi (D.R.E.Am. Italia); Antonella Trisorio (INEA) Si ringraziano, inoltre: Giuseppe Blasi e Graziella Romito (MiPAAF), tutti i fotografi per le splendide immagini Disegni Sabrina Luoni Progetto grafico e impaginazione Tracce srl, Modena - www.tracce.com Siti web correlati www.lipu.it www.mito2000.it - www.ebcc.info www.reterurale.it/farmlandbirdindex Stampato su carta riciclata Per la citazione del documento, si raccomanda: Rete Rurale Nazionale & LIPU (2011). Gli andamenti di popolazione degli uccelli comuni in Italia 2000-2010. MiPAAF. Monitoraggio In copertina ITaliano Averla capirossa ssp. badius, Ornitologico di Roberto Ragno Dal 1994 la LIPU è il partner italiano di BirdLife International, il grande network che riunisce oltre 100 associazioni per la protezione degli uccelli in tutto il mondo. www.birdlife.org Stiaccino, William Vivarelli 2
4 Indice 4 Gli uccelli come indicatori di biodiversità 5 La politica di sviluppo rurale: strumento e opportunità per Ghiandaia, William Vivarelli la conservazione della biodiversità Premessa LIPU 6 Population trends of common breeding birds in Italy 2000 – 2010 12 7 Monitoraggio degli uccelli comuni nidificanti 12 Andamento degli indici aggregati Picchio rosso maggiore, William Vivarelli 14 Specie target del monitoraggio 18 Zone Ornitologiche Indici nazionali 20 Rete Natura 2000 Indici locali 18 22 Le specie del Farmland Bird Index 23 Tortora selvatica Codirosso spazzacamino, William Vivarelli 24 Allodola 25 Calandrella 26 Cappellaccia 27 Rondine Specie 22 28 Passera mattugia e Passera d’Italia 29 Averla piccola Cornacchia grigia, Roberto Cobianchi 30 Gazza e Cornacchia grigia 31 Tra l’Europa e l’Africa 32 Gli uccelli, affidabili indicatori di impatto dei Programmi di Sviluppo Rurale 32 33 Il monitoraggio degli uccelli comuni: un utile strumento per la gestione del territorio 34 Ringraziamenti Pettirosso, Roberto Ragno 35 Bibliografia Utilizzo degli Indici 3
Premessa LIPU Schede Gli uccelli come indicatori di biodiversità di Danilo Mainardi presidente onorario LIPU P resentando questo libro vorrei evitare comuni passeri risultano in crisi. E siccome sto per quanto possibile le difficili parole parlando di bellezza, cioè di qualità del pae- della scienza. Vorrei, anzi, invitare chi lo saggio di cui gli uccelli indubbiamente fanno sfoglierà a soffermarsi sulla bellezza delle parte, allora anche in questo senso la qualità immagini. Ciò non perché questo sia un libro della nostra vita s’è abbassata. E badate, se la da guardare: i contenuti scritti, parole, numeri misura rappresentata dal “a memoria d’uomo” e grafici sono certo più importanti. Però io mi si fa sentire così robustamente, allora sì che ci sono incantato nel ritrovare uccelli che quand’e- troviamo di fronte una vera e profonda crisi. ro un ragazzo nelle mie campagne erano fre- La crisi però tocca problemi più gravi della quenti ed ora non lo sono più. Penso alle tante fruizione estetica d’un paesaggio. Sono in averle, alle tortore selvatiche, quelle migratrici. gioco altri aspetti della qualità della nostra Pochi decenni e tutto è peggiorato. Persino i (e altrui) vita. Ed è perciò che è utile studia- re l’andamento della presenza/assenza degli uccelli. Perché loro, contrariamente ad altri esseri più fisicamente legati al territorio – direi quasi abbarbicati – sanno informarci di ciò che sta succedendo con una tempestività che li rende unici. Se un micromammifero, un anfibio, un invertebrato terrestre scompaiono da un ambiente, ciò significa che, almeno in quell’ambiente, si sono estinti. Troppo difficile, per loro, fare una diagno- si tempestiva e spostarsi. Così come difficile per loro sarà subito tornare, se l’ambiente risulterà nuovamente accogliente. Gli uccelli invece hanno i mezzi fisici e la sensibilità – lasciatemi usare la parola intelligenza – per percepire subito se un ambiente fa o non fa per loro. Perciò sanno dirci rapidamente come vanno le cose sia nel male che nel bene. Ebbene, quello che sta accadendo dipende solo dalla nostra specie. Più sopra ho evoca- to, per gli uccelli, l’intelligenza che, secondo tradizione, sarebbe una qualità esclusivamente umana. Vorrei azzardarne, qui, una definizione “molto ecologica”: la capacità di produrre comportamenti adattativi. Se non è intelligenza questa… Loro, a ogni modo, nel loro piccolo sanno farlo. Noi, se non altro, gli strumenti dovremmo averli (questo libro per esempio). Vediamo dunque di essere, per il futuro (sul passato stendiamo un velo pietoso), sempre più “ecologicamente intelligenti”. Sarà un bene per tutti. Upupa, Roberto Ragno 4
L a conservazione della biodi- Premessa Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali versità e la tutela dei sistemi agricoli e forestali ad Alto Valore Naturale costituisco- La politica di sviluppo rurale: no due degli obiettivi prioritari della strumento e opportunità politica per lo sviluppo rurale, in- dividuata dall’Unione europea ed per la conservazione attuata attraverso i Programmi di sviluppo rurale 2007-2013. della biodiversità La politica di sviluppo rurale rap- di Giuseppe Blasi Direttore generale della competitività per lo sviluppo rurale Mipaaf presenta un’importante oppor- tunità per la conservazione della biodiversità, non solo per la dotazione finanziaria, tura, sulla qualità ambientale degli agro-ecosistemi ma anche per le azioni di sensibilizzazione degli e sulla loro evoluzione nel tempo. operatori sui temi della biodiversità, per la capacità Il presente volume, attraverso una panoramica sugli di promuovere l’interazione tra soggetti istituzionali andamenti di popolazione degli uccelli comuni in diversi, per l’aumento della conoscenza, la diffusione Italia, evidenzia le potenzialità dell’uso di questo delle informazioni e lo sviluppo di sinergie. particolare indicatore, nel processo di attuazione, La Rete Rurale Nazionale, programma cofinanziato monitoraggio e valutazione della politica agricola dallo Stato, dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo comune e dello sviluppo rurale. Gli indici di biodi- Rurale e coordinato dal Ministero delle politiche agricole versità legati all’avifauna sono, infatti, in grado di alimentari e forestali (Mipaaf), accompagna e integra cogliere le differenze nella gestione del territorio e tutte le attività legate allo sviluppo delle aree rurali. Tra di distinguere i diversi sistemi agricoli secondo gli queste azioni si inserisce il monitoraggio dell’avifauna effetti che producono sulla biodiversità. degli ambienti agricoli e forestali su tutto il territorio Continuando ad investire negli strumenti di mo- nazionale, che ha come scopo il miglioramento della nitoraggio e valutazione ambientale, il MiPAAF conoscenza sulla biodiversità secondo quanto auspi- intende mettere il sistema agricolo nazionale nella cato dalla nuova strategia europea fino al 2020. condizione di poter affrontare adeguatamente il Il monitoraggio dell’avifauna, realizzato in collaborazio- nuovo periodo di programmazione della politica ne con la LIPU, è finalizzato a disporre di informazioni agricola comunitaria, ancor più orientata alla tutela aggiornate sulla performance ambientale dell’agricol- dell’ambiente e della biodiversità. Paesaggio agricolo, Jacopo G. Cecere 5
Italian population of farmland Population trends of common breeding birds in Italy 2000 – 2010 bird species had already been Population trends strongly depleted in 2000, when MITO2000 project started. of common breeding birds Of the 18 species that have been classified as forest birds, 3 decli- in Italy 2000-2010 ned, 10 increased and 5 remained stable. All these species were used to compute the Woodland Bird Index (WBI), which slightly incre- ased from 2000 and 2010. The Italian WBI trend did not significan- T his report presents the have increased moderately and 6 tly wander off the European one. population trends of 99 strongly, 23 have declined mode- species breeding in Italy, rately and 2 steeply, while 16 have Common birds as a whole were as well as multi-species remained stable. In only 22 cases stable in Italy during the period indices (indicators). All results species trends remain uncertain. 2000-2010. However, the popu- are based on data collected by lation of many species, including MITO2000 project from 2000 to Of the 26 species that have been the crested lark, have probably 2010. MITO2000 is part of the classified as farmland birds, 12 been strongly depleted since Pan-European Common Bird declined, 11 increased and 3 1980. Monitoring Scheme (PECBMS). remained stable. These species Projects on the assessment of were used to compute an aggre- Both FBI and All Common Spe- bird population trends for each gated index known as Farmland cies Index showed better trends European country, converge in Bird Index (FBI). FBI showed a at medium altitudes than on the PECBMS, and are aimed at as- lightly negative trend during 2000- plain, where farmland bird species sessing the conservation status 2010. The comparison between have strongly declined. This is of “common” birds. the FBI trend in Italy and the Eu- maybe due to human activities ropean one, covering the period (urbanization, intensive agricultu- Of the 99 species covered, 30 1980-2009, suggests that the re…), that are deeply concentra- ted in Pianura Padana. The increase of All Common Spe- cies Index is higher inside the Natura 2000 sites than outside them. Also, the FBI showed hi- gher values inside SPAs (Special Protection Areas) and SCIs (Sites of Community Importance),while the WBI does not show differen- ces. On the whole, these results suggest that Natura 2000 can be an effective conservation tool for the conservation of birds and biodiversity. Following the European expe- rience, the wild bird indicators produced by MITO2000 and LIPU can be successfully used by po- licy makers as official biodiversity indicators in Italy for management and decision making purpose. For example, farmland bird species are suitable to evaluate the effects of Rural Development Plans on biodiversity in many countries, and in particular in Italy. Gruccioni, Roberto Cobianchi 6
Introduzione Monitoraggio degli uccelli comuni nidificanti Fiorrancino, William Vivarelli I n queste pagine viene presentato il primo rappor- 2000-2010. Grazie all’ampliamento del programma to sull’andamento delle popolazioni degli uccelli di monitoraggio che si è potuto realizzare negli ultimi comuni in Italia, realizzato dalla LIPU insieme al due anni per mezzo del contributo della Rete Rurale Coordinamento del progetto MITO2000 con il Nazionale, i risultati sono ora più rappresentativi e contributo della Rete Rurale Nazionale. Il rapporto più precisi. Uno di questi indici, il Farmland Bird presenta gli andamenti di 99 specie e degli indici Index, viene utilizzato come indicatore della biodi- aggregati basati sui dati raccolti in Italia nel periodo versità nell’ambito della politica di sviluppo rurale. Europa A scala continentale, esiste un programma comune: il Pan- un’organizzazione no-profit, Eu- European Common Bird Mo- ropean Bird Census Council nitoring Scheme o Euromoni- (EBCC), che si occupa prima- toring (PECBMS). Il programma riamente di coordinare e analiz- è nato ufficialmente nel 1996, zare dati di popolazione di spe- con un Workshop appositamente cie di uccelli. Uno degli obiettivi organizzato dall’EBCC proprio in dell’EBCC è la realizzazione di Italia, a Varenna (LC), ma è solo un sistema integrato di monito- dopo 6 anni, nel gennaio 2002, raggio delle popolazioni di uccelli che è divenuto realmente opera- nidificanti a livello continentale, tivo. Da questa data il PECBMS capace di far confluire al suo ha avuto una crescita vertiginosa interno tutti i progetti di porta- e già nell’ottobre 2003 erano ta nazionale che attualmente almeno 20 i Paesi europei i cui sono in corso e fanno capo ad dati potevano confluire nella cre- 7
Podalirio, Roberto Ragno azione di andamenti di popola- Italia Introduzione zione comuni, con informazioni Anche l’Italia ha aderito al Pan-Eu- pregresse risalenti in diversi casi ropean Common Bird Monitoring fino all’inizio degli anni ‘80. Scheme attraverso il programma Il progetto mira a sviluppare In- di monitoraggio dell’avifauna ni- dici di popolazione aggregati di dificante denominato MITO2000 larga scala ottenuti combinando (Monitoraggio ITaliano Ornito- i dati delle diverse specie. Del logico), seguendone le indicazioni resto, già il Governo del Regno per le metodologie di rilevamento Unito aveva da tempo incluso tra standardizzate, e fornendo pe- i 15 principali indicatori di Qualità riodicamente al coordinamento della vita, anche il Common bird europeo gli andamenti delle spe- population index; riconoscendo cie relativi all’Italia. Avviato nel dunque gli uccelli come indicatori 2000, il MITO2000 è diretto da della qualità di vita della popola- un coordinamento nazionale ed zione umana. La metodologia uti- è organizzato su base regionale lizzata per lo sviluppo degli indici o sub-regionale, attraverso una aggregati a livello europeo è stata rete di coordinatori individuati tra i quindi adottata dalla comunità gruppi ornitologici regionali o locali. scientifica (Gregory et al., 2003, Il progetto MITO2000 ha il 2005). Sulla base della selettività principale obiettivo di fornire ambientale, vengono calcolati, in indicazioni sugli andamenti di sintesi, tre diversi indici aggregati: popolazione nel tempo delle uno per le specie degli ambienti specie definite “comuni” (Marchant agricoli (Farmland Bird Index), et al., 1997) e di calcolare indici italiano. Come in molti altri pro- uno per le specie degli ambienti aggregati. Secondariamente, è grammi di rilevamento su vasta boschivi (Woodland Bird Index) possibile ottenere su base annuale scala è prevista anche la raccolta ed uno per tutte le specie comuni delle carte di distribuzione semi- di dati accessori relativi alle pre- (All Common Species Index). quantitative per tutto il territorio ferenze ambientali delle specie. Quaglia, Bruno D’Amicis 8
MITO2000 aveva selezionato ini- Introduzione zialmente 103 specie “candidate” (Fornasari et al., 2004). Alla prova dei fatti, ovvero considerando il numero di dati presenti in archivio, quattro di queste (Magnanina sar- da Sylvia undata, Passera europea Passer domesticus, Fringuello alpi- no Montifringilla nivalis, Venturone alpino e corso Carduelis citrinella/ corsicana) sono risultate troppo rare per essere efficacemente mo- nitorate. Ne risulta pertanto che le specie oggetto del progetto MITO2000 a scala nazionale sono 99 (Tabella a pag. 15). Programma di monitoraggio La struttura del campionamento del progetto MITO2000, in parti- colare la sua base randomizzata, mira ad essere rappresentativa Questo permette, oltre che valu- (ad es. molti passeriformi territo- della distribuzione degli uccelli e tare la tendenza al decremento o riali), mentre non lo sono le specie degli ambienti su tutto il territo- all’incremento delle popolazioni, di che si riuniscono in colonie, come rio italiano e quindi permettere individuarne le relative cause, com- i gabbiani o i rondoni (Fornasari et una descrizione oggettiva del prese quelle di carattere ambien- al., 2004). Infine, non sono idonee quadro ornitologico nazionale. Il tale (Wiens & Rotenberry, 1981). per questo programma di monito- progetto ha previsto l’esecuzione raggio anche le specie che vanno di campionamenti randomizzati incontro a forti fluttuazioni numeri- indipendenti nei primi due anni di MITO2000, che tra anni diversi, in dipendenza rilevamenti al fine di incrementare le specie target del clima o delle risorse alimentari. il grado di copertura del territorio I programmi di monitoraggio degli nazionale. Il programma di rileva- In base a questi tre criteri di scelta, uccelli nidificanti come il progetto mento randomizzato ha previsto il gruppo di lavoro del progetto MITO2000 sono in grado di rac- cogliere dati su un gran numero di specie. Nell’archivio, ad oggi, dopo 11 anni di rilevamenti, vi sono in- formazioni su ben 233 specie. Per molte di queste, però, i dati raccolti sono troppo scarsi per poterli uti- lizzare a fini di monitoraggio, per cui si rende necessario selezio- nare le specie cosiddette “co- muni”, le cui popolazioni possono essere efficacemente monitorate nel tempo dal progetto. La scelta delle specie dipende da tre fattori. Il primo è che la specie deve esse- re sufficientemente diffusa sul ter- ritorio da poter essere contattata un numero sufficiente di volte ogni anno. Il secondo riguarda il tipo di distribuzione spaziale: sono idonee ad essere monitorate le specie che hanno una distribuzione continua Scricciolo, Roberto Ragno 9
Introduzione l’esecuzione di punti d’ascolto Distribuzione delle particelle UTM (10x10 km) coperte, dal 2000 al 2010, in ciascuna delle 181 unità di dai rilievi ornitologici del progetto di monitoraggio MITO2000, secondo 50 km di lato della griglia UTM il programma randomizzato. Nella Figura le particelle vengono rappre- (le “maglie”) identificabili per il sentate con diversi colori, in relazione al numero di censimenti annuali territorio italiano (escluse le ma- realizzati nel periodo 2000-2010, e suddivise in tre intervalli: particelle glie in cui ricade una porzione di monitorate una sola volta (non ripetute), particelle ripetute almeno 2 anni territorio ridotta). Per ciascuna e non più di 7, particelle monitorate per più di 8 anni. maglia è stata effettuata la sele- zione casuale di 4 unità di 10x10 km di lato, denominate “parti- celle”. Inoltre, al fine di disporre di dati utilizzabili per il calcolo degli andamenti di popolazione, a partire dal secondo anno è stata effettuata la parziale ripe- tizione dei rilevamenti eseguiti negli anni precedenti. All’interno di ciascuna particella si è previsto di effettuare 15 punti d’ascolto, in stazioni parimenti selezionate in modo randomizzato, all’interno dei 100 quadrati di 1 km di lato che compongono la particella. Attualmente i campionamenti ripetuti costituiscono il cuore del programma di rilevamento. Metodologia di monitoraggio La tecnica di rilevamento pre- scelta è quella dei punti di ascolto (Blondel et al., in Ralph & Scott, 1981). La durata dell’a- scolto in ciascun punto è di 10 minuti (Fornasari et al., 2002). I punti vengono eseguiti compa- tibilmente con l’inizio della sta- gione riproduttiva in base alle condizioni locali (latitudine, quota delle stazioni), indicativamente in maggio e giugno. I rilevamenti iniziano poco dopo l’alba (evi- tando giornate con condizioni meteorologiche sfavorevoli, ossia con vento forte o precipitazioni intense), visitando ogni stazione una sola volta per anno. Si ri- chiede ai rilevatori di distinguere tra gli uccelli visti e sentiti entro un raggio di 100 m e oltre tale raggio. Allo scopo di trasformare il dato relativo al numero d’indi- vidui rilevati in stima del numero di coppie nidificanti, si uniscono al numero di uccelli osservati alcuni semplici codici relativi alle caratteristiche dell’osservazione. Cinciarella, Roberto Ragno 10
Pecore al pascolo, Bruno D’Amicis Introduzione Con appositi algoritmi, sulla base La stessa Politica Agricola Co- L’attuale normativa europea sullo dei dati raccolti sul campo, viene mune (PAC) dell’Unione Europea sviluppo rurale (Regolamenti (CE) calcolato il “numero di coppie” è interessata alle dinamiche di n. 1698/2005 e n. 1974/2006) contattate. popolazione degli animali, poi- stabilisce un approccio strategico, ché uno dei suoi scopi è quello basato sugli obiettivi e non sulle Indicatori ornitici di arrestare la perdita di bio- misure. Al fine di monitorare il e politica agricola diversità mediante il coinvolgi- conseguimento degli obiettivi è Negli ultimi anni gli indici prodotti mento di tutti gli Stati membri stata definita, quindi, una serie dal PECBMS sono stati sempre (de la Concha, 2005; Oñate, comune di indicatori che le re- più utilizzati per scopi gestionali, 2005). In questo contesto risulta gioni e province autonome hanno sia a livello europeo sia nazio- quindi fondamentale disporre di meglio dettagliato in ciascun Pro- nale, a conferma della rilevanza indicatori in grado di monitora- gramma di Sviluppo Rurale relati- di questi indici. Lo scopo è di re l’efficacia delle misure prese vo al periodo 2007-2013. L’avi- aiutare i decisori politici e gli am- per la conservazione della bio- fauna in habitat agricolo è uno ministratori, attraverso gli indici diversità (Julliard et al., 2004; degli indicatori comuni iniziali di biodiversità, ad interpretare i Van Strien, 2004; Gregory et al., di biodiversità. Il Manuale del cambiamenti ambientali e a pren- 2005). Gli uccelli sono conside- Quadro comune per il monitorag- dere decisioni più consapevoli ri- rati buoni indicatori ambientali gio e la valutazione stabilisce che guardo alla gestione delle risorse (Diamond & Filion, 1987; Koski- “le relazioni strategiche biennali naturali. Inoltre, le informazioni mies & Väisänen, 1991; Wilson (2010, 2013, 2014) conterranno sugli andamenti delle singole & Fuller, 2001), in particolare un aggiornamento degli indicatori specie hanno un valore di per negli ambienti agricoli (Sauberer iniziali comuni e supplementari sé. Questi dati possono essere et al., 2004). Sebbene quasi correlati agli obiettivi”. utilizzati per definire lo stato di tutti i Paesi UE abbiano attivato Dal 2009 la Rete Rurale Naziona- conservazione delle specie, per specifici programmi di monito- le contribuisce allo svolgimento comprendere i fattori che influen- raggio ornitico (Van Strien et al., del progetto MITO2000 al fine di zano gli andamenti delle specie, 2001; EBCC, 2004), occorrono assicurare i dati ornitologici ne- e le loro modalità di azione a ancora maggiori informazioni, cessari al calcolo dell’indicatore diverse scale temporali e spaziali, soprattutto nella regione medi- di biodiversità comune iniziale di e per dare l’avvio a ricerche più terranea, dove i dati disponibili obiettivo (Indicatore 17, Tabella I, specifiche riguardo alle ragioni sulle tendenze di popolazione allegato VIII, Regolamento (CE) n. da cui dipendono le variazioni di sono tuttora sporadici (Santos, 1974/2006), richiesto sia a livello popolazione. 2000; Tellini Florenzano, 2004). nazionale che regionale. 11
di 21 nazioni europee. Nel loro Indici nazionali complesso, le specie comuni di uccelli hanno subito nel corso degli ultimi 30 anni un lieve Andamento declino in Europa; a mostrare il declino più marcato sono le spe- degli indici aggregati cie legate agli ambienti agricoli, mentre quelle proprie degli am- bienti forestali, sebbene abbiano subito lievi fluttuazioni, nel loro complesso sono stabili. In Italia il monitoraggio delle spe- P er le specie comuni è estre- Grazie al piano di monitoraggio cie comuni è iniziato nel 2000 ad mamente difficile avere la coordinato dal Pan-European opera del progetto MITO2000, percezione dell’andamento di Common Bird Monitoring Sche- pertanto i valori europei prece- popolazione, proprio a causa della me (PECBMS) è oggi possibile denti a tale data non includono loro abbondanza e della facilità avere un quadro chiaro dello stato i dati italiani. Nel nostro Paese, di contatto. Ogni inverno i cieli di generale degli uccelli comuni dal l’insieme di tutte le specie co- Roma sono frequentati durante le 1980. Gli indici sono oggi co- muni (99 specie) sembra avere ore serali da centinaia di migliaia struiti sui piani di monitoraggio nell’ultimo decennio un andamen- di storni; se questi all’improvviso Andamento in percentuale delle popolazioni delle specie comuni diminuissero del 30% non ce ne nidificanti in Italia renderemmo conto, continuereb- 100- bero per noi ad essere centinaia di incerto 90- migliaia. Il rischio che si corre con incremento 80- gli uccelli comuni è di avere la per- stabile 70- cezione della variazione in termini declino 60- di popolazione, quando questa Specie (%) 50- è già estremamente marcata. In 40- questo contesto il monitoraggio, 30- e la conseguente elaborazione di indici capaci di rappresentare 20- l’andamento di popolazione, è 10- essenziale. 0- Specie di habitat agricolo Specie di bosco Tutte le specie Bosco autunnale, Bruno D’Amicis 12
Andamento dei tre indici aggregati in Europa. mostra in Italia un andamento Indici nazionali Nel primo anno si assume 100 come valore di riferimento. lievemente peggiore a quello mo- Dati gentilmente forniti da EBCC/RSPB/BirdLife/Statistics Netherlands strato su scala continentale. Il 130- WBI confronto con la situazione eu- All common species ropea, induce il forte sospetto 110- FBI che il monitoraggio, in Italia, sia iniziato quando gran parte delle 90- popolazioni di specie erano già Indice (%) fortemente diminuite, in particolar 70- modo quelle legate agli ambienti agricoli. Grazie al fatto che gli an- 50- damenti degli indici tra il 2000 ed il 2009 non si discostano molto 30- tra Italia ed Europa, è possibile 1980- 1982- 1984- 1986- 1988- 1990- 1992- 1994- 1996- 1998- 2000- 2002- 2004- 2006- 2008- 2009- ipotizzare che l’andamento degli indici prima del 2000 in Italia sia Andamento dei tre indici aggregati in Italia. stato simile a quello dell’intero Il 2000, primo anno di indagine, assume 100 come valore di riferimento. continente. Da ciò, ne consegue 130- che un andamento stabile in Italia non implica uno stato di conser- 110- vazione sicuro delle specie, in quanto permane la situazione di Indice (%) 90- forte depauperamento rispetto all’inizio degli anni ‘80. In questo 70- WBI contesto le specie legate agli All common species ambienti agricoli, che conti- 50- FBI nuano ancor oggi il loro de- clino, sono quelle che destano 30- maggior preoccupazione. Agire 2000- 2001- 2002- 2003- 2004- 2005- 2006- 2007- 2008- 2009- 2010- sugli ambienti e sulla politica agri- to totale stabile, seppur con lievi le specie (All common species) cola risulta pertanto fondamentale fluttuazioni annue. Il Woodland sia per il WBI, si ha una situazione per salvaguardare gli uccelli legati Bird Index (WBI), calcolato su piuttosto simile a quella mostrata a questi ecosistemi e, quindi, la 18 specie legate agli ambienti per l’intera Europa. Il FBI, invece, nostra stessa qualità di vita. forestali, ha subito un moderato declino tra il 2000 e il 2005 per poi aumentare gradualmente fino a raggiungere nel 2010 un valore di poco superiore a quello regi- strato all’inizio del monitoraggio. Il Farmland Bird Index (FBI), cal- colato su 26 specie proprie degli ambienti agricoli, mostra invece un lieve declino. Confrontando i grafici degli indici aggregati euro- pei ed italiani, si sarebbe portati ad affermare che la situazione ita- liana sia migliore rispetto a quella presentata per l’intera Europa, ma questo accade principalmente perché si confrontano periodi di campionamento estremamente differenti. Se invece si paragona- no gli andamenti all’interno dello stesso periodo di campionamento (2000-2009), emerge che in Italia, sia per l’indice calcolato su tutte Saltimpalo, Roberto Cobianchi 13
Specie target del monitoraggio Specie target del monitoraggio L a tabella che segue è la sintesi generale degli • declino moderato () decremento significativo, andamenti di popolazione per gli uccelli co- ovvero la specie è certamente in diminuzione, ma muni, rilevati in Italia dal progetto MITO2000 con un tasso compreso tra 0 e -5% annuo; dal 2000 al 2010. Dopo il nome della specie, è • declino forte () decremento significativamente indicato l’andamento 2000-2010 (%) che rappre- superiore al -5% annuo. Un basso numero di senta il cambiamento totale che ha interessato una coppie contattate e/o un elevato errore standard popolazione nel periodo 2000-2010. La variazione possono rendere non significativo il valore superio- media annuale (%) rappresenta la variazione, media re alla soglia. In questo caso la popolazione viene degli 11 anni, che la popolazione ha subito da un prudenzialmente definita in declino moderato; anno al successivo. La classificazione 2000-2010, • incerto (?) non è possibile affermare se la specie descrive, con l’aiuto di frecce e colori, l’andamento è in aumento o in diminuzione. di popolazione che viene classificato come segue (definizioni raccomandate da EBCC): La colonna coppie censite, che riporta il numero medio di coppie censito ogni anno, permette di • incremento forte () incremento significativamen- constatare le dimensioni del campione disponibile te superiore al +5% annuo. Un basso numero di per ciascuna specie. Infine, la colonna habitat si coppie contattate e/o un elevato errore standard riferisce alla classificazione delle specie italiane in possono rendere non significativo il valore superio- specie degli ambienti agricoli (agricolo), dei boschi re alla soglia. In questo caso la popolazione viene e delle foreste (bosco), o di altri ambienti (altro), prudenzialmente definita in incremento moderato; in base alle preferenze ambientali valutate a scala • incremento moderato () incremento significativo, nazionale. Le specie agricole e le specie di bosco, ovvero la specie è certamente in aumento, ma rispettivamente, sono state utilizzate per la defini- inferiore al +5% annuo; zione di due indici aggregati, il Farmland Bird Index • stabile (=) popolazione significativamente stabile; (FBI) ed il Woodland Bird Index (WBI). Gheppio, Roberto Ragno 14
Specie target del monitoraggio Nome italiano Nome scientifico Andamento Variazione Classificazione Coppie Habitat Indice 2000-2010 media 2000-2010 censite aggregato (%) annuale (media (%) annuale) Allodola Alauda arvensis -30 -2,9 4030 agricolo FBI Averla capirossa Lanius senator -80 -11,0 215 altro Averla piccola Lanius collurio -42 -3,6 800 agricolo FBI Balestruccio Delichon urbicum -30 -2,8 10221 altro Ballerina bianca Motacilla alba 14 1,4 = 1588 agricolo FBI Ballerina gialla Motacilla cinerea 5 62,1 = 302 altro Beccafico Sylvia borin 138 1,0 ? 85 altro Beccamoschino Cisticola juncidis 56 4,0 3388 altro Bigiarella Sylvia curruca 84 1,0 ? 161 altro Melanocorypha Calandra 81 -1,8 ? 553 agricolo FBI* calandra Calandrella Calandrella -66 -14,4 290 agricolo FBI brachydactyla Calandro Anthus campestris -69 -0,5 ? 285 agricolo FBI* Canapino Hippolais 79 4,3 720 altro comune polyglotta Cannaiola Acrocephalus 0 0,7 = 480 altro comune scirpaceus Cannaiola Acrocephalus -14 -5,6 198 altro verdognola palustris Acrocephalus Cannareccione -33 -1,3 ? 380 altro arundinaceus Capinera Sylvia atricapilla 30 2,0 22788 altro Cappellaccia Galerida cristata -18 -0,3 = 4812 agricolo FBI Cardellino Carduelis carduelis -34 -3,6 10317 agricolo FBI Cesena Turdus pilaris -53 -9,2 284 altro Cincia alpestre Poecile montanus -2 -1,1 ? 304 bosco WBI* Cincia bigia Poecile palustris 42 1,2 = 505 bosco WBI Lophophanes Cincia dal ciuffo -32 -0,8 ? 269 bosco WBI* cristatus Cincia mora Periparus ater -26 -4,6 2205 bosco WBI Cinciallegra Parus major 16 1,5 8333 altro Cyanistes Cinciarella 65 5,5 4378 bosco WBI caeruleus Ciuffolotto Pyrrhula pyrrhula -53 -8,1 396 bosco WBI Aegithalos Codibugnolo 66 4,9 1460 bosco WBI caudatus Codirosso Phoenicurus 121 8,0 1174 altro comune phoenicurus Codirosso Phoenicurus 33 0,3 = 1161 altro spazzacamino ochruros Codirossone Monticola saxatilis -34 -2,1 ? 20 agricolo FBI* Colombaccio Columba palumbus 210 12,2 3870 altro Cornacchia Corvus cornix 35 2,8 12704 agricolo FBI grigia Cornacchia nera Corvus corone -30 2,1 ? 476 altro Incremento forte (), incremento moderato (), stabile (=), declino moderato (), declino forte (), incerto (?) 15
Specie target del monitoraggio Nome italiano Nome scientifico Andamento Variazione Classificazione Coppie Habitat Indice 2000-2010 media 2000-2010 censite aggregato (%) annuale (media (%) annuale) Corvo imperiale Corvus corax -13 -2,3 ? 364 altro Cuculo Cuculus canorus 21 -0,1 = 4515 altro Oenanthe Culbianco 21 2,1 ? 436 agricolo FBI* oenanthe Cutrettola Motacilla flava -38 -2,4 1440 agricolo FBI Carduelis Fanello -36 -3,7 1627 altro cannabina Fiorrancino Regulus ignicapilla 88 3,3 771 bosco WBI Fringuello Fringilla coelebs 16 0,6 = 15678 bosco WBI Gazza Pica pica 28 3,2 7207 agricolo FBI Gheppio Falco tinnunculus 15 3,4 1170 agricolo FBI Garrulus Ghiandaia 9 1,9 2576 bosco WBI glandarius Gruccione Merops apiaster 65 7,6 2694 altro Phylloscopus Luì bianco 41 3,8 773 bosco WBI bonelli Phylloscopus Luì piccolo 13 0,3 = 3428 bosco WBI collybita Magnanina Sylvia undata -81 -14,4 33 altro comune Merlo Turdus merula 48 2,8 18056 altro Merlo dal collare Turdus torquatus 34 -2,5 ? 151 altro Nucifraga Nocciolaia -46 -0,5 ? 295 bosco WBI* caryocatactes Sylvia Occhiocotto 0 -1,1 = 4253 altro melanocephala Organetto Carduelis flammea -10 -0,7 ? 291 altro Ortolano Emberiza hortulana 158 9,2 107 agricolo FBI Passer domesticus Passera d'Italia -47 -5,0 3177 agricolo FBI italiae Passera mattugia Passer montanus -35 -3,0 6174 agricolo FBI Passer Passera sarda -41 -6,4 3563 agricolo FBI hispaniolensis Passera Prunella modularis -21 -4,9 451 altro scopaiola Monticola Passero solitario -16 -1,6 ? 102 altro solitarius Pettirosso Erithacus rubecula 28 1,6 4897 bosco WBI Picchio muratore Sitta europaea -9 1,1 = 798 bosco WBI Picchio nero Dryocopus martius -21 0,9 ? 96 bosco WBI* Picchio rosso Dendrocopos 6 3,4 1276 bosco WBI maggiore major Picchio verde Picus viridis 52 4,8 1984 altro Pigliamosche Muscicapa striata -14 -1,2 = 652 altro Poiana Buteo buteo 19 3,7 1073 altro Prispolone Anthus trivialis -36 -3,2 687 altro Incremento forte (), incremento moderato (), stabile (=), declino moderato (), declino forte (), incerto (?) 16
Specie target del monitoraggio Nome italiano Nome scientifico Andamento Variazione Classificazione Coppie Habitat Indice 2000-2010 media 2000-2010 censite aggregato (%) annuale (media (%) annuale) Quaglia Coturnix coturnix 78 7,8 1205 altro Rampichino Certhia familiaris -4 -2,0 ? 140 bosco WBI* alpestre Rampichino Certhia 128 8,3 859 bosco WBI comune brachydactyla Regolo Regulus regulus -31 -4,7 420 bosco WBI Rigogolo Oriolus oriolus 133 5,5 2569 agricolo FBI Rondine Hirundo rustica -25 -2,1 13868 agricolo FBI Rondine Ptyonoprogne -16 0,0 = 494 altro montana rupestris Saltimpalo Saxicola torquatus -45 -4,8 1860 agricolo FBI Troglodytes Scricciolo 35 2,1 4653 bosco WBI troglodytes Sordone Prunella collaris -52 -7,6 ? 50 altro Spioncello Anthus spinoletta -18 -2,6 ? 768 altro Sterpazzola Sylvia communis -18 -4,5 834 altro Sterpazzola della Sylvia conspicillata -42 -7,2 64 altro Sardegna Sylvia cantillans/ Sterpazzolina 28 3,4 57 altro subalpina Stiaccino Saxicola rubetra -11 -3,9 ? 189 agricolo FBI* Storno Sturnus vulgaris 2 1,5 16408 agricolo FBI Storno nero Sturnus unicolor 36 3,1 2200 agricolo FBI Strillozzo Emberiza calandra 20 1,8 4801 agricolo FBI Torcicollo Jynx torquilla -56 -4,8 594 agricolo FBI Tordela Turdus viscivorus -1 0,8 = 791 bosco WBI Tordo bottaccio Turdus philomelos 41 3,0 1422 bosco WBI Tortora dal Streptopelia 115 6,8 7557 altro collare decaocto Tortora selvatica Streptopelia turtur 56 3,2 4698 agricolo FBI Tottavilla Lullula arborea 90 4,1 1252 altro Upupa Upupa epops 12 2,5 1666 agricolo FBI Luscinia Usignolo 11 1,4 7724 agricolo FBI megarhynchos Usignolo di fiume Cettia cetti 63 2,5 2140 altro Verdone Carduelis chloris -41 -3,0 6393 agricolo FBI Verzellino Serinus serinus 1 0,7 = 9271 agricolo FBI Zigolo giallo Emberiza citrinella -16 -3,2 ? 394 altro Zigolo muciatto Emberiza cia -39 -2,3 ? 213 altro Zigolo nero Emberiza cirlus 17 0,6 = 4180 altro * specie con andamento incerto e quindi non utilizzata per il calcolo dell’indice aggregato Incremento forte (), incremento moderato (), stabile (=), declino moderato (), declino forte (), incerto (?) 17
Canapino comune, William Vivarelli Indici locali Zone ornitologiche G razie ai dati prodotti dal progetto MITO2000, è stato possibile identificare sulla base della presenza e dell’abbondanza di ogni singola specie, distinte zone ornitologiche presenti in Italia, ciascuna caratte- rizzata da specifici parametri qua- litativi e di abbondanza riguardanti gli uccelli (Londi et al., 2010). Per raggiungere questo obiettivo sono stati usati i dati semi-quantitativi relativi alle 99 specie target del progetto (Fornasari et al., 2004), raccolti nel periodo 2000-2003. L’intero territorio italiano è stato suddiviso in unità spaziali 10x10 km, successivamente raggruppate per mezzo di cluster analysis a seconda del grado di somiglianza Zone ornitologiche identificate sulla base dei dati semi-quantitativi dei parametri ornitologici che le ca- raccolti nell’ambito del progetto MITO2000 (Londi et al., 2010). ratterizzavano. In totale sono state identificate 6 zone ornitologiche, ciascuna con le sue specie indica- trici non esclusive di una data zona ma senza dubbio caratterizzanti da un punto di vista ecologico: 1. zona alpina. Caratterizzata dalla presenza dello Spion- cello, della Bigiarella, dell’Or- ganetto, del Merlo dal collare, del Sordone, della Cincia al- pestre e della Nocciolaia; 2. rilievi prealpini e appenni- nici. Caratterizzati dalla pre- senza della Cincia bigia e del Picchio muratore; 3. sistemi collinari. Caratteriz- zati dalla presenza del Cana- pino comune, della Sterpaz- zolina e della Tottavilla; 4. pianure. Caratterizzate dalla presenza della Cutrettola e del Cannareccione; 18
5. rilievi mediterranei. Carat- di infrastrutture e le opere di ur- cola, l’Ortolano, la Calandrella e Indici locali terizzati dalla presenza del- banizzazione determinano una l’Allodola. la Magnanina comune e del perdita netta di habitat, non più Anche l’indice calcolato su tutte le Passero solitario; recuperabile, con conseguente specie comuni rilevate mostra una 6. “steppe” mediterranee. scomparsa delle specie più sen- differenza tra le zone collinari e la Caratterizzate dalla presenza sibili. Tutti questi fenomeni sono pianura, è infatti in aumento nelle della Calandrella, della Calan- solitamente meno accentuati nelle prime e stabile in pianura, confer- dra e della Cappellaccia. aree collinari, dove più frequen- mando uno stato di conservazio- Successivamente, per le diverse temente le zone agricole sono ne peggiore delle popolazioni di zone ornitologiche è stato cal- caratterizzate da un mosaico di passeriformi e affini in quest’ultima colato l’andamento dei tre indi- ambienti. Tutte le specie sono area. Il WBI non è stato calcolato ci aggregati (FBI, WBI e Specie sensibili alla trasformazione degli in quanto le aree boschive sono Comuni) nel corso degli 11 anni habitat e alcune in maniera più troppo poco rappresentate nelle compresi tra il 2000 e il 2010. spiccata, tra queste l’Averla pic- aree di pianura. Tra questi, emerge una marcata differenza tra l’andamento degli Andamento del FBI nei sistemi collinari e nelle zone di pianura, indici calcolati per le zone col- quest’ultime coincidenti per lo più con la Pianura Padana. linari e le pianure, quest’ultime localizzate quasi esclusivamente Farmland Bird Index 130- nella Pianura Padana. Il FBI, cal- colato sulle specie legate agli 110- ambienti agricoli, mostra un 90- andamento positivo nelle zone collinari e negativo in Pianura 70- Padana. Con ogni probabilità ciò 50- ---- Pianura ---- Collina è dovuto a due fenomeni che, iniziati da tempo, sono continuati 30- - - - - - - - - - - - - 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 anche nell’ultimo decennio, e che agiscono entrambi su larga scala Andamento dell’indice aggregato comprendente tutte le specie e con risultati simili: l’industria- comuni target del MITO2000 nei sistemi collinari e nelle zone di lizzazione delle pratiche agri- pianura, quest’ultime coincidenti per lo più con la Pianura Padana. cole e la sottrazione di habitat determinata dal consumo di 130- All common species suolo dovuto all’urbanizza- zione. Se l’intensificazione delle 110- pratiche agricole implica spes- 90- so la diminuzione dei già residui spazi naturali, come gli incolti e 70- le siepi, e con questi dell’idonei- 50- tà dell’ambiente per molte delle ---- Pianura ---- Collina specie agricole, la costruzione 30- - - - - - - - - - - - - 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Cutrettola, Roberto Ragno 19
grande di quella occupata dalla Indici locali Francia. I siti che compongono la Rete Natura 2000, sono di 2 tipologie: le Zone di Protezione Speciale (ZPS) e i Siti di Importan- Rete Natura 2000 za Comunitaria (SIC), questi ultimi destinati a diventare Zone Speciali di Conservazione (ZSC). Le ZPS - 597 in Italia - sono de- signate sulla base della Direttiva Uccelli (2009/147/CE). Il criterio principale per l’individuazione di questi siti è la presenza di una po- A livello europeo, Rete Na- della natura. Il progetto coinvolge polazione significativa di una spe- tura 2000 è lo strumento 27 nazioni che hanno il comune cie presente nell’“Allegato 1” della principale per la protezio- obiettivo di proteggere le centinaia Direttiva Uccelli (in cui è riportato ne della biodiversità, sia a di specie e ambienti più vulnerabili l’elenco delle specie di uccelli la cui livello di specie che di ambienti. del vecchio continente. protezione è considerata di parti- È possibile definire Rete Natura Rete Natura 2000 è costituita colare importanza a livello europeo) 2000 come l’iniziativa più ambizio- da una serie di siti riconosciuti a o di una specie migratrice anche sa che sia stata mai intrapresa per livello europeo come fondamentali se non inclusa nell’Allegato 1. I conservare il patrimonio naturale per la conservazione della natura. SIC - 2.288 in Italia – sono invece europeo, ma è sicuramente anche Ad oggi sono state individuati in designati sulla base della Direttiva una grande sfida: arrestare il calo Europa quasi 26.000 siti che as- Habitat (92/43/CEE). Si tratta di della biodiversità integrando le at- sieme ricoprono una superficie pari aree in cui si trovano specie in tività umane con la conservazione al 18% del territorio europeo, più pericolo e/o ambienti considerati Paesaggio agrario, Bruno D’Amicis 20
fondamentali per la conservazione Andamenti dei tre indici aggregati dentro e fuori i siti Rete Natura 2000 Indici locali di diverse specie vegetali e animali, (SIC e ZPS). diverse dagli uccelli, minacciate a 130- Woodland Bird Index livello europeo. Grazie al progetto MITO2000 è 110- stato possibile calcolare l’an- 90- damento dei tre indici aggre- gati in maniera differenziata 70- per le aree interne e per quel- 50- le esterne ai siti Rete Natu- ---- Dentro RN2000 ---- Fuori RN2000 ra 2000. Emerge che sia l’indice 30- - - - - - - - - - - - - Specie Comuni, calcolato su tutte 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 le specie target del progetto, sia il FBI, calcolato sulle specie legate 130- agli ambienti agricoli, hanno un All common species andamento simile dentro e fuori le 110- aree Rete Natura 2000, ma i valori 90- degli indici all’interno di queste rimangono sempre leggermente 70- più alti. Non emerge, invece, una differenza sostanziale per il WBI, 50- ---- Dentro RN2000 ---- Fuori RN2000 calcolato sulle specie degli am- 30- bienti boschivi. - - - - - - - - - - - - 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Le ZPS e i SIC, sono state iden- tificate come aree importanti per 130- la conservazione delle specie e Farmland Bird Index 110- 90- 70- 50- ---- Dentro RN2000 ---- Fuori RN2000 30- - - - - - - - - - - - - 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 degli habitat, in quanto all’interno 2000. Confermando che la tutela di esse sono presenti popolazioni delle specie e degli ambienti target significative di specie prioritarie implica, a cascata, un beneficio in per la conservazione. È dunque termini di conservazione su tutte implicita una differenza tra aree le componenti naturali. In partico- interne ed esterne a Rete Natura lare, i valori più alti degli indici FBI 2000 in termini di biodiversità, ma e Specie Comuni all’interno delle non è altrettanto implicita una diffe- aree Rete Natura 2000, potrebbero renza nell’andamento demografico essere in parte dovuti anche al delle specie di uccelli più comuni. minore grado di urbanizzazione e È bene ricordare però che tali in- ad una più rallentata, o meglio mi- dici sono aggregati, pertanto non tigata, trasformazione degli habitat tengono conto dell’andamento di all’interno di SIC e ZPS. I valori del una singola specie, che potrebbe WBI, invece, potrebbero essere anche essere negativo, contraria- dovuti alla normale lentezza con cui mente a molte altre che mostrano eventuali differenze nella gestione andamenti stabili o positivi. È tut- del bosco nei siti Natura 2000 cau- tavia rassicurante che, all’inter- sano degli effetti sulle popolazioni no di tali siti, un maggior nume- di uccelli comuni. ro di specie comuni mostri una Per confermare le dinamiche in tendenza di popolazione all’au- atto e verificare queste ipotesi è mento o alla stabilità rispetto necessario proseguire il monitorag- alle aree esterne la Rete Natura gio delle specie comuni nidificanti. 21
più marcato è la Calandrella, Specie specie migratrice trans-saha- riana particolarmente legata agli ambienti aperti mediter- Le specie del Farmland ranei, seguita dal Torcicollo, piccolo piciforme migratore. Bird Index Nonostante la dieta onnivora e il legame con gli ambienti agricoli anche disturbati, i pas- seri mostrano tutti un declino significativo. Prima fra tutte la Passera d’Italia, seguita dalla Passera sarda e dalla Passera I l Farmland Bird Index è un con una dieta onnivora e poco mattugia. Le cause di declino indice aggregato calcolato at- sensibili alla destrutturazione dei passeri sono molto discus- traverso la media geometrica del paesaggio agrario. Inoltre, se e sembra che tale situazione degli andamenti delle singole mostrano un incremento an- sia da mettere in relazione ad specie che lo compongono. È che 3 delle 4 specie di non- una serie di fattori che interagi- un ottimo strumento per valuta- passeriformi: Gheppio, Upupa sco tra loro, alcuni non ancora zioni di contesto degli ambienti e Tortora selvatica. del tutto chiari. In calo anche agricoli ma per sua natura non Ad essere in declino è circa la la Rondine, l’Allodola e l’Averla descrive lo stato delle singole metà delle specie che compon- piccola. Stabili la Cappellac- specie. Nel dettaglio è possibile gono l’indice aggregato. Tra cia, la Ballerina bianca ed il che i forti incrementi di poche queste, a mostrare il declino Verzellino. specie possano mascherare, per esempio, gli andamenti ne- gativi e moderati di un numero più elevato di specie. Una volta formulato l’indice, è dunque ne- cessaria anche una valutazione di dettaglio. L’indice a livello nazionale è stato costruito sugli andamenti delle 26 specie di uccelli legate agli ambienti agricoli che pre- sentano un andamento definito. Di queste, 12 sono in declino, 11 in incremento e 3 stabili. Ad esclusione dei passeri, le quattro specie più generaliste che compongono l’indice sono in aumento: Gazza, Cornacchia grigia, Storno e Storno nero. Si tratta di specie che per loro natura si adattano bene alle diverse condizioni ambientali, Cardellino, William Vivarelli 22
Specie Tortora selvatica Bruno D’Amicis L a Tortora selvatica è un columbiforme migratore che diminuita come risulta evidente osservando il grafico. nidifica in tutta Europa e trascorre l’inverno nelle La specie non è classificata a rischio di estinzione in Italia regioni sub-sahariane. In Italia è ampiamente diffusa, secondo la recente Lista Rossa nazionale degli uccelli isole maggiori comprese; assente come nidificante dalle nidificanti (Peronace et al., in stampa); ciononostante quote più elevate e da gran parte della Puglia. lo stato di conservazione della specie è valutato cattivo Nidifica in zone alberate diversificate e boscate aperte, (Gustin et al., 2010a). A livello continentale è classificata calde e soleggiate, prediligendo quelle rurali di pianura SPEC 3, in quanto nel complesso è in declino tutta la e coltivate a cereali (Brichetti & Fracasso, 2006). No- popolazione europea (BirdLife International, 2004). nostante per costruire il nido, necessiti di almeno una La popolazione italiana non è tra le più abbondanti piccola formazione boschiva o comunque di alberi, è in Europa, ciononostante il nostro Paese svolge un molto legata agli ambienti agricoli. Per questa ragione importante ruolo durante i periodi di migrazione, tro- si può considerare un buon indicatore di ambienti vandosi in posizione strategica per l’attraversamento agricoli non semplificati sul piano naturale. Si alimenta del Mediterraneo. La gestione in Italia di ambienti prevalentemente in zone aperte e frequenta quindi idonei per la sosta e il recupero energetico durante la campagne caratterizzate dalla presenza di boschetti, migrazione, può quindi contribuire alla conservazione filari alberati con arbusti e siepi, incolti e spesso con di diverse popolazioni europee. presenza di fiumi, zone umide e raccolte di acqua. A livello europeo, la causa principale di minaccia per la specie è identificata nella banalizzazione degli La serie storica in Europa ha inizio nel 1980, data che ambienti agricoli: perdita di frammenti boschivi anche assume quindi valore di riferimento 100 (asse delle ordi- di piccole dimensioni, diminuzione degli incolti e dei nate a sx). Mentre in Italia i campionamenti hanno avuto pascoli. Inoltre, possono contribuire al suo declino, inizio con il progetto MITO2000, a livello nazionale è dun- que l’anno 2000 ad assumere valore di riferimento 100 minacce presenti nei quartieri africani di svernamento (asse delle ordinate a dx). e la pressione venatoria. I Programmi di Sviluppo Rurale possono contribuire 160 500 a migliorare lo stato di conservazione della Tortora 460 140 ■ Europa ■ Italia 420 selvatica attivando misure che favoriscano le seguenti pratiche agronomiche: creazione e mantenimento INDICE DI POPOLAZIONE (%) 120 380 340 di boschetti, siepi, filari; colture a perdere; manteni- 100 300 mento delle stoppie; creazione e mantenimento di 80 260 superfici a riposo; agricoltura biologica. 220 60 180 +56% 140 40 100 -69% 60 20 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 Gli andamenti a livello europeo sono stati forniti da EBCC/RSPB/BirdLife/Statistics Netherlands. Dai rilevamenti effettuati nell’ambito del progetto MITO2000, per la Tortora selvatica risulta un incremen- to moderato. La situazione italiana si discosta da quella Europea: decremento marcato nel periodo 1980-90 e declino moderato dal 1990 in poi (PECBMS, 2009). Il confronto tra la situazione europea e quella italiana induce a pensare che il monitoraggio in Italia sia iniziato quando la popolazione di Tortora era già fortemente 23
Specie Allodola Roberto Ragno L’ Allodola è una specie migratrice a corto raggio che nidifica in tutta Europa. In Italia, durante la La serie storica in Europa ha inizio nel 1980, data che stagione invernale, migliaia di individui provenienti assume quindi valore di riferimento 100 (asse delle ordinate a sx). Mentre in Italia i campionamenti hanno dal nord Europa si uniscono alle coppie che hanno avuto inizio con il progetto MITO2000, a livello nazionale nidificato in estate. Nel mese di gennaio le popolazioni è dunque l’anno 2000 ad assumere valore di riferimento svernanti iniziano il viaggio che le porterà ai loro quartieri 100 (asse delle ordinate a dx). di nidificazione situati in Europa nord-orientale (Spina 120 195 & Volponi, 2008). È una specie particolarmente legata ■ Europa ■ Italia all’agricoltura. Nidifica in ambienti aperti erbosi dalla 100 175 pianura alle praterie montane, sia all’interno di incolti INDICE DI POPOLAZIONE (%) 155 che di coltivi e pascoli. In zone di pianura nidifica anche 80 135 all’interno di colture di mais, soia, barbabietola, sebbene 115 in molte situazioni sembri comunque preferire gli incolti 60 -46% 95 e le foraggere. In collina e montagna nidifica prevalen- 75 temente negli incolti, pascoli e campi caratterizzati da 40 -30% agricoltura di tipo estensivo. Durante lo svernamento, 55 forma gruppi composti anche da centinaia di individui 20 35 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 e frequenta generalmente aree a quote non elevate Gli andamenti a livello europeo sono stati forniti da caratterizzate da prati, pascoli, mais trebbiato (Brichetti EBCC/RSPB/BirdLife/Statistics Netherlands. & Fracasso, 2007; Gustin et al., 2010b). Dai rilevamenti effettuati nell’ambito del progetto ciononostante il nostro Paese svolge un importante MITO2000, per l’Allodola risulta un declino annuo del ruolo durante il periodo di svernamento per numerose 3% circa. Questo risultato è in accordo con lo stato popolazioni provenienti da diversi altri paesi europei. La di conservazione della specie in Italia, valutato cattivo gestione in Italia di ambienti idonei allo svernamento può (Gustin et al., 2010b). La specie, inoltre, è classificata contribuire quindi alla conservazione di diverse popola- Vulnerabile per il rischio di estinzione come nidificante in zioni europee. Le principali cause che hanno portato la Italia secondo la più aggiornata Lista Rossa degli uccelli specie al presente stato di conservazione, sono attribuibili nidificanti in Italia (Peronace et al., in stampa). A livello Eu- all’uso dei pesticidi, alla degradazione degli habitat per ropeo l’Allodola è classificata SPEC 3: è in declino in molti bonifiche agricole, alla meccanizzazione e industrializ- paesi, da quelli scandinavi all’Italia, passando per quelli zazione agricola e perdita di habitat per urbanizzazione. dell’Europa centrale; al momento la popolazione europea Nelle aree montane, anche all’abbandono dell’agricoltura non si è ripresa dal forte declino che l’ha caratterizzata tradizionale con conseguente aumento della superficie nella seconda metà del ‘900 (BirdLife International, 2004). boschiva a discapito delle aree aperte. Infine la pressione La popolazione italiana non è una delle più abbondanti, venatoria e le catture illegali possono essere considerate concause dell’attuale stato di conservazione cattivo della specie (Brichetti & Fracasso, 2007; Gustin et al., 2010b). I Programmi di Sviluppo Rurale possono contribuire a migliorare lo stato di conservazione dell’Allodola attivando misure che favoriscano le seguenti pra- tiche agronomiche: mantenimento di prati stabili e pascoli; conversione di seminativi in prati e pascoli; colture a perdere; mantenimento delle stoppie in periodo invernale; creazione di margini inerbiti ai bordi dei campi; creazione e mantenimento di superfici a riposo; agricoltura biologica. 24
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