Media Monitoring per 18-02-2019 - Rassegna stampa del 18-02-2019 - Ruggi
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 17/02/2019 - AMALFINOTIZIE.IT Salerno: sovraffollamento pronto soccorso Ruggi, ecco le iniziative aziendali ...................... 1 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 3 18/02/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Battipaglia intervento mini-invasivo alla tiroide .................................................................... 3 Sanità Campania ............................................................................................................................... 4 18/02/2019 - CRONACHE DI NAPOLI Asl Na1, i sindacati pressano Verdoliva ................................................................................. 4 18/02/2019 - IL MATTINO «Blatte in ospedale un sindacalista capo dei sabotatori» ...................................................... 6 18/02/2019 - IL GIORNALE Blatte e formiche in ospedale «Sabotaggio degli infermieri» ................................................. 8 18/02/2019 - IL ROMA Blatte in ospedale, infermieri: via i colpevoli ....................................................................... 10 18/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Gli infermieri con partita Iva in 30 assunti nelle carceri ...................................................... 12 18/02/2019 - IL MATTINO Niente pinze: fermo «robot» da 3,5 milioni .......................................................................... 14 18/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Ospedale Landolfi pressing sulla Regione per il parto indolore ........................................... 16 18/02/2019 - CRONACHE DI NAPOLI Prevenire i tumori, scendono in campo i medici di famiglia ................................................. 18 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 20 18/02/2019 - IL GIORNO Calca al pronto soccorso, blitz dei Nas ................................................................................. 20 18/02/2019 - IL SOLE 24 ORE Con le linee guida paracadute al penale .............................................................................. 22 18/02/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO Epatite C, salasso per i farmaci ............................................................................................ 23 18/02/2019 - AFFARI & FINANZA Genenta, la startup che lotta con l' hi-tech contro i tumori ................................................. 24 18/02/2019 - IL GIORNO I medici esasperati: «Troppi tagli a posti letto e personale» ............................................... 26 18/02/2019 - CORRIERE DELLA SERA Il medico: «Successo merito del dialogo e di rapporti stretti con le famiglie» ..................... 28 18/02/2019 - CORRIERE DELLA SERA LA RIVINCITA DEI VACCINI .................................................................................................... 30 18/02/2019 - IL SOLE 24 ORE Medici, prova incerta sugli errori pre-riforma ...................................................................... 32
17/02/2019 amalfinotizie.it EAV: € 438 Lettori: 1.333 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Salerno: sovraffollamento pronto soccorso Ruggi, ecco le iniziative aziendali Gli ultimi mesi hanno fatto registrare un continuo incremento di accessi ai Pronto Soccorso (PS) della Regione Campania, con numeri maggiori rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Anche sul territorio della provincia di Salerno, ed in particolar modo presso i Pronto Soccorso della AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona ed in maniera più significativa presso l’Ospedale di Salerno, si registrano in questi ultimi mesi condizioni di iperafflusso e sovraffollamento. Solo nell’ultimo mese si è registrata, presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Ruggi, una media di circa 250 accessi al giorno e, di questi, la maggior parte ha avuto necessità di ricovero. Il fenomeno del sovraffollamento periodico dei Pronto Soccorso, come già detto, è largamente presente su tutto il territorio nazionale e in molti altri Paesi dotati di sistemi sanitari avanzati, cosa che dà luogo ad una condizione in cui le richieste per i servizi di emergenza superano le risorse disponibili per la cura dei pazienti in Pronto Soccorso. Tale iperafflusso ha una fisiologica e naturale ricaduta, con conseguente sovraffollamento in alcuni reparti, e rispecchia, come già riportato, l’attuale situazione regionale e nazionale. Tra le principali problematiche riscontrate nell’utenza: complicanze respiratorie, malattie croniche, traumi e necessità legate ai pazienti più anziani. «Abbiamo rimodulato l’organizzazione dei ricoveri – spiega il Direttore Sanitario dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona Cosimo Maiorino – con un temporaneo blocco dei ricoveri programmati in area medica. In più abbiamo costituito un tavolo tecnico permanente per il costante monitoraggio delle attività di Pronto Soccorso e per l’individuazione delle azioni da realizzare, nonché l’Unità di Crisi per fronteggiare il sovraffollamento nei Pronto Soccorso Aziendali. E’ stata, inoltre, costituita una nuova figura, il Bed Manager, per il sistematico rapporto tra il Pronto Soccorso e le Unità Operative che hanno il compito di rendere disponibili i posti letto per la presa in carico delle esigenze dei cittadini. Il Bed Manager ha inoltre i compiti di sorveglianza su eventuali ritardi nelle dimissioni dei pazienti ricoverati e di gestione organizzativa di temporanei e flessibili posti letto necessari a garantire i ricoveri». Si è, ancora, formulato uno specifico Progetto, d’intesa con la ASL di Salerno, per fronteggiare Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
l’attuale situazione di iperafflusso. Infine, a breve, si concluderanno le procedure per il reclutamento del personale medico e di comparto, necessario per rafforzare l’attuale dotazione. Al fine di garantire la piena sicurezza e qualità delle cure, nonché il rispetto della privacy di ogni cittadino, la Direzione Strategica dell’Azienda ospedaliero- universitaria di Salerno, considerando l’attuale incremento di afflusso, consiglia a tutti i cittadini di rivolgersi al Pronto Soccorso solo in caso di reale necessità. «Pur nella attuale ed evidente difficoltà, si sta lavorando per migliorare i percorsi assistenziali – ha sottolineato il Direttore Generale Giuseppe Longo – affrontando e fronteggiando le criticità grazie allo sforzo di tutti gli operatori!». L'articolo Salerno: sovraffollamento pronto soccorso Ruggi, ecco le iniziative aziendali sembra essere il primo su AmalfiNotizie.it. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 17 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 3.679 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Battipaglia intervento mini-invasivo alla tiroide LA SANITÀ Consente di operare la tiroide praticando una incisione nell' ascella - senza lasciare, quindi, vistose cicatrici visibili - la tecnica transascellare endoscopica eseguita nei giorni scorsi a Battipaglia da Francesco Stanzione, giovane chirurgo campano con esperienza in chirurgia endocrina e laparoscopica. La tecnica per la tiroidectomia, messa a punto nella Corea del Sud dal dottor Woong Youn Chung, (Yonsei University College of Medicine, Seoul), sta avendo una buona diffusione anche nel mondo occidentale. Nei Paesi orientali per motivi religiosi, le cicatrici sul collo non sono gradite, al punto che in Corea sul circa il 60 per cento dei pazienti viene applicata questa tecnica. Con tale intervento, infatti, viene praticata un incisione nell' ascella che non lascia tracce. Una tecnica che è riservata ai casi di noduli di piccole dimensioni. «È una nuova tecnica che agisce positivamente sugli aspetti estetici e psicologici dei pazienti - spiega Stanzione - e ci permette di guardare positivamente al progresso e di aprire con ottimismo nuove frontiere della chirurgia mininvasiva». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 7 EAV: € 1.179 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Asl Na1, i sindacati pressano Verdoliva NAPOLI (Renato Casella) - I soldi dell'Asl Napoli 1 non siano più spesi solo per l'Ospedale del mare, ma per le strutture della Asl Napoli 1 che hanno urgente bisogno di fondi. Questa la posizione del sindacato dei dirigenti medici Cimo che sarà illustrata al commissario della Na 1 Ciro Verdoliva nell'incontro con i rappresentanti di categoria in programma per mercoledì. Ed è fondamentale, spiega il responsabile regionale del sindacato Antonio De Falco, che vengano coperte in pianta stabile le posizioni apicali: Vanno svolti i concorsi, se un dirigente sa che il suo incarico scadrà fra 6 mesi si trova in posizione di debolezza e non può lavorare al meglio per l'azienda. Nei giorni scorsi il commissario nominato dal governatore Vincenzo De Luca si è insediato in azienda in sostituzione di Mario Forlenza, che ha rinunciato all'incarico, come constatato dalla delibera regionale 51 di mercoledì scorso. La Regione ha ringraziato Forlenza per il lavoro svolto e gli ha conferito un incarico nella struttura commissariale nella quale si occuperà delle rete di medicina territoriale. Negli stessi giorni, il commissario della Asl ha passato le consegne al Cardarelli al direttore amministrativo Anna Iervolino, che al momento guiderà l'azienda ospedaliera ad interim. E di recente il commissario De Luca ha approvato con decreto il Piano triennale del fabbisogno di personale della Asl per il triennio 20182020. Adesso la Napoli 1 dovrà garantire il costante monitoraggio e controllo dell'andamento della spesa relativa al costo personale, anche autorizzato. In caso di mancato rispetto del valore complessivo del costo del personale, sia per l'anno in corso sia in previsione per i due anni successivi, nonché in caso di mancato rispetto delle disposizioni di organizzazione della rete dell'assistenza, della programmazione e pianificazione regionale, dei piani strategici aziendali, degli atti aziendali, dei vincoli economico- finanziari operanti in materia, si procederà alla sospensione delle procedure di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
selezione nonché all'adozione dei necessari atti di modifica o integrazione del piano assunzionale, sia per l'anno di riferimento sia, eventualmente, per gli anni successivi. Le assunzioni attribuite al'azienda sanitaria con l'approvazione del Piano triennale potranno essere oggetto di variazioni, modificazioni, integrazioni in considerazione dell'adozione del Piano 2019/2021, da adottare entro marzo prossimo. Fra l'altro, la Asl dovrà privilegiare le assunzioni tese a ridurre le forme contrattuali atipiche, in coerenza con le disposizioni concernenti le procedure concorsuali riservate per l'assunzione di personale precario del comparto sanità e definire gli obiettivi e verificare il rispetto del limite di spesa del personale. I dipendenti in servizio al 31 dicembre 2017 sono 5.982 e il fabbisogno è di altre 547 unità. La maggior parte riguarda proprio l'anno in corso, con 330 unità. A fare la pare del leone è il ruolo sanitario, con 334 unità di fabbisogno, mentre nel ruolo tecnico ne servono 70 e in quello amministrativo 139. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 18 EAV: € 10.402 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania «Blatte in ospedale un sindacalista capo dei sabotatori» Viviana Lanza LE INDAGINI Lo scenario si fa sempre più circoscritto e l' obiettivo stringe sul possibile ideatore. I carabinieri del Nas, che lavorano al caso delle blatte nel bagno del pronto soccorso del Vecchio Pellegrini, sembrano seguire una pista ben precisa. E nel mirino delle indagini finisce un infermiere sindacalista. Il sospetto è che possa essere stata sua la regìa del sabotaggio, sua la leadership su un gruppetto di colleghi intenzionati a fare in modo che si accendessero i riflettori sul pronto soccorso della Pignasecca per sbloccare o provocare trasferimenti di personale a una diversa struttura ospedaliera. Eccolo, dunque, il sospetto che prende corpo man mano che le indagini proseguono tra sopralluoghi e testimonianze. Almeno in questa fase gli investigatori, coordinati dalla Procura di Napoli, seguono l' ipotesi di un' azione dolosa e lavorano alacremente alle indagini per verificare il sospetto che il sabotaggio possa essere stato opera di un gruppo di infermieri legati a una sigla sindacale e interessati ai trasferimenti nella nuova struttura di Napoli est, l' Ospedale del Mare. Del resto che vi fosse una sorta di guerra, anche e soprattutto sul fronte sindacale, interna alla categoria in relazione ai trasferimenti nel nuovo ospedale di Ponticelli era emerso già a settembre scorso quando, proprio poco prima della inaugurazione dell' Ospedale del Mare, fu sabotata la fontana di uno dei bagni causando un allagamento. Coincidenze? Gli investigatori vogliono vederci chiaro e, dopo aver fatto sopralluoghi e ascoltato testimoni, stanno orientando le indagini verso la pista sindacale per verificare se possa essere attendibile la ricostruzione in base alla quale le blatte siano state liberate nel bagno del Vecchio Pellegrini con il preciso intento di creare un caso e ottenere così la chiusura del pronto soccorso e il trasferimento di personale in una struttura meno disagiata e con diverse condizioni di turni e straordinari. L' OFFERTA SUL WEB Comprare blatte è semplicissimo e molto economico. Basta cercare alla voce cibo vivo per rettili. Sul web fioccano le offerte: Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
con poco più di tre euro si compra una scatola da dieci insetti, con dodici euro la confezione da 50 e con meno di venti euro quella da cento blatte. C' è pure l' opzione pacco riscaldato per garantire l' arrivo di insetti in buone condizioni. Insomma non è difficile procurarsi una piccola colonia di blatte e liberarle in un istante in un luogo qualunque, anche nel bagno di un ospedale. Per il caso del Vecchio Pellegrini sono in tanti a credere alla pista del sabotaggio, soprattutto alla luce di una serie di dettagli: il bagno del pronto soccorso dove sono stati trovati gli insetti è tra i più frequentati e quel giorno era stato pulito tre volte. Come è potuto accadere che in un luogo comunque frequentato nessuno abbia notato nulla di anomalo e all' improvviso si siano materializzate decine di blatte tutte insieme e tutte, altra coincidenza, della stessa dimensione? Come mai accanto agli insetti c' era segatura? E come mai alcuni apparivano capovolti e quasi storditi? Di domande in questa vicenda ce ne sono tante a cui dare risposta. LA REPLICA «Confidiamo nella magistratura ha dichiarato Ciro Carbone, presidente dell' Ordine delle professioni infermieristiche di Napoli. «Auspichiamo un rapido accertamento della verità, anche per consentire a quest' Ordine professionale, ove vi fossero gli estremi, di adottare i provvedimenti del caso». La notizia diffusa da Il Mattino sul presunto coinvolgimento di alcuni infermieri ha colpito la categoria formata da professionisti che lavorano con serietà. «Se fosse confermata l' ipotesi investigativa - ha aggiunto Carbone - ci troveremmo di fronte a comportamenti che nulla hanno in comune con lo spirito di servizio e di abnegazione con cui gli infermieri da sempre svolgono il proprio dovere di professionisti dell' assistenza sanitaria. Come Ordine saremo intransigenti e decisi nella condanna». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 13 EAV: € 27.076 Lettori: 214.158 Argomento: Sanità Campania Blatte e formiche in ospedale «Sabotaggio degli infermieri» Nino Materi SCANDALO A NAPOLI Dipendenti indagati. L' accusa: «Insetti in corsia per essere trasferiti in altri nosocomi dove si lavora meno» Nino Materi Obiettivo: infangare la sanità campana per ottenere benefici personali. È questa l' ipotesi che pare accreditarsi maggiormente nel giallo degli ospedali napoletani «invasi da formiche e blatte». Immagini vergognose che hanno fatto il giro del mondo, provocando un enorme danno di immagine a tutto il nostro Paese. Ora si scopre che dietro quei video scandalosi che immortalavano pazienti ricoperti da formiche e pavimenti pieni di scarafaggi potrebbero celarsi i blitz da parte di dipendenti infedeli interni agli stessi istituti di cura. Diversi nomi sono già stati iscritti sul registro degli indagati. Ma chi, esattamente, avrebbe elaborato a tavolino un boicottaggio così infame? Ieri, in prima pagina, Il Mattino di Napoli titolava: «Blatte in ospedale, la pista: sabotaggio degli infermieri»; e poi, nel catenaccio: «I pm: portate al Vecchio Pellegrini in una busta. Piano criminale per ottenere il trasferimento». Il servizio del quotidiano partenopeo cita fonti della Procura: «Un gruppo di infermieri starebbe facendo di tutto per ottenere il passaggio all' Ospedale del Mare. Perciò avrebbe liberato gli insetti al Pellegrini». Da parte sua l' Ordine degli infermieri auspica chiarezza e si dichiara pronto a punire gli eventuali responsabili. I retroscena non finiscono qui. Una fonte conferma al Giornale che alcuni di questi dipendenti sarebbero anche «molto vicini alle frange sindacali estreme». Insomma, «schegge impazzite» estranee alle confederazioni ufficiali ma legate a certe sigle autonome abituate a portare avanti le istanze dei loro iscritti con modalità di lotta «non convenzionali». E cosa c' è di più «non convenzionale» dal procurarsi insetti da introdurre in ospedale nascosti in una coperta e poi liberarli in corsia? Capitolo «benefici». Per una volta l' inchiesta pare escludere risvolti di «carattere economico». Insomma, dietro il «piano insetti» non ci sarebbe una questione di soldi, ma piuttosto il desiderio da parte di alcune maestranze - Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
esasperate da «turni di lavoro massacranti» - di essere trasferiti dall' ospedale Pellegrini a sedi «più tranquille». Al Vecchio Pellegrini da un po' di tempo l' aria è cambiata: i nuovi vertici sanitaria si sarebbero «permessi» di mettere in discussone antichi privilegi (turni di lavoro, cambio di incarichi, trasferimenti, ecc.) ed equilibri politici e sindacali, puntando su una riorganizzazione più manageriale ed efficientista. Da qui una serie di lotte di potere, forse non estranee al varo della devastante «operazione formiche e blatte». Una dinamica di disturbo già sperimentata nel novembre scorso - con modalità identiche - in un altro ospedale napoletano, il San Giovanni Bosco: anche lì immagini-choc di formiche che camminavano sul corpo di inerme di una donna di 70 anni, che di lì a qualche giorno sarebbe poi deceduta. Casi-fotocopia che avvalorano la tesi di una strategia collaudata con una «manina» che porta in ospedale lenzuola piene di segature e insetti da liberare nei bagni e da qui diffondere nei vari reparti. Le ditte di pulizia e le testimonianze dei pazienti concordano: «Qui di formiche e scarafaggi non se ne erano mai visti. Se sono spuntati improvvisamente, qualcuno ce li ha messi». Ma ampio è lo scenario della malasanità in Italia. La ministra della Salute, Giulia Grillo, ha inviato ieri i carabinieri del Nas al Pronto soccorso dell' ospedale San Camillo di Roma per verificare la situazione di sovraffollamento segnalata da diversi cittadini e da un servizio giornalistico andato in onda al Tg2 della Rai. Grillo sintetizza così: «Non è accettabile che i pronto soccorso dei nostri ospedali siano trasformati in bivacchi e che operatori sanitari e pazienti si ritrovino a lavorare e a essere curati in condizioni indegne di un Paese civile». Parole che - pronunciate dal responsabile della Sanità - risultano davvero sconcertanti. Anzi, «non accettabili» e «indegne di un Paese civile». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 10 EAV: € 1.208 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Blatte in ospedale, infermieri: via i colpevoli NAPOLI. Tempi davveri bui per gli ospedali cittadini. Mentre la Procura di Napoli indaga per sabotaggio in relazione al ritrovamento di blatte, nel pomeriggio di martedì scorso, all' interno dell' ospedale Vecchio Pellegrini, al san Giovanni Bosco sventato per un caso fortuito il furto di medicinali costosissimi. Ma andiamo in ordine. Al Pellegrini un' ipotesi - di cui riferisce il Mattino confermerebbe i sospetti già avanzati dall' Asl e dalla direzione sanitaria dell' ospedale che avevano parlato di episodio doloso. Gli insetti sarebbero stati portati in una busta avvolta in un lenzuolo e piena di segatura da alcuni infermieri, che - secondo l' indagine avrebbero interesse a ottenere il trasferimento in altro ospedale, quello del Mare. Il consigliere Francesco Borrelli che aveva dato molta risonanza alla cosa ha ovviamente chiesto che venga mantenuta una condotta dura. «Se i sospetti avanzati dall' inchiesta sul caso delle blatte ritrovate nei bagni dovesse confermare le responsabilità di alcuni soggetti appartenenti al personale infermieristico, l' unica soluzione è il licenziamento immediato» ha detto. ORDINE DEGLI INFERMIERI. Immediato anche l' intervento dell' Ordine delle professioni infermieristiche che con una nota ufficiale dice «di confidare nella magistratura e di auspicare un rapido accertamento della verità, anche per consentire a quest' Ordine professionale, ove vi fossero gli estremi, di adottare i provvedimenti del caso» dichiara Ciro Carbone, presidente dell' Ordine. «Se fosse confermata l' ipotesi investigativa ci troveremo di fronte a comportamenti che nulla hanno in comune con lo spirito di servizio e di abnegazione con cui gli infermieri da sempre svolgono il proprio dovere di professionisti dell' assistenza sanitaria. Dunque - aggiunge Carbone - come Ordine saremo intransigenti e decisi nella condanna». Il presidente Carone, dunque «rifiuta e respinge come impropri comportamenti insani, inqualificabili e criminali come quelli messi in atto al Vecchio Pellegrini. Comportamenti ancora più esecrabili considerando il fatto che essi si Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ritorcono alla fine, sulla qualità dell' assistenza e sul benessere dei cittadini». FURTO AL SAN GIOVANNI BOSCO. Ma ieri è stata anche la giornata della denuncia di un tentativo di furto, messo in atto sabato intorno alle 20.45. I ladri, che si erano introdotti nella farmacia del San Giovanni Bosco, hanno fatto scattare l' allarme e pochi istanti dopo le guardie giurate hanno trovato la finestra della farmacia divelta. Anche la grata era stata forzata e asportata. Immediatamente, come da protocollo, i vigilantes hanno controllato tutti i piani dell' edificio alla ricerca dei ladri. Qualche minuti dopo sono arrivati anche gli agen ti della Questura che insieme con le guardie giurate hanno setacciato ogni reparto. Ma i ladri avevano fatto perdere le tracce. Ovviamente durante la notte nessuno ha abbassato la guardia. Farmacia e direzione sanitaria sono state rpesidiate fino a ieri mattina quando si è proceduto alla sostituzione della grata e della finestra della Farmacia. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 19 EAV: € 8.181 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Gli infermieri con partita Iva in 30 assunti nelle carceri IL PIANO Antonello Plati Svolta nell' assistenza sanitaria in carcere: è stato, infatti, riconosciuto come «lavoro subordinato» quello svolto nei penitenziari di Avellino e provincia da trenta paramedici che assicurano ai detenuti i livelli essenziali di assistenza (Lea). Si tratta di infermieri, fisioterapisti e operatori sociosanitari (Oss) che da oltre 10 anni sono impegnati nelle case circondariali di Bellizzi, Ariano Irpino, Sant' Angelo dei Lombardi e Lauro e ai quali sono somministrate forme atipiche di contratto, la maggior parte inquadrati come liberi professionisti con partita Iva. «Una vittoria dei lavoratori», dice Licia Morsa, segretario generale della Funzione pubblica Cgil. «Dopo una lunga battaglia sindacale ricorda Morsa abbiamo ottenuto l' avvio di un' attività ispettiva all' interno delle carceri, il cui esito, giunto pochi giorni fa, ha determinato l' individuazione di rapporti di lavoro subordinati per tutto il personale impegnato con partita Iva che presta servizio nei 4 istituti penitenziari della provincia di Avellino. Quello svolto dai funzionari dell' Ispettorato del lavoro». Dunque, l' iter è stato piuttosto lungo e solo grazie alla mediazione del prefetto è stato possibile portare a termine la trattativa con esito positivo. Spiega Morsa: «Sono state necessarie diverse convocazioni in prefettura per convincere il direttore generale dell' Asl di Avellino, Maria Morgante, ad accettare il confronto con le parti sociali». Management e sindacati si incontreranno entro il prossimo 15 marzo per concludere la concertazione sull' organizzazione del servizio di medicina penitenziaria. «Tra qualche giorno rivendica il segretario generale della Fp Cgil - il nostro grido di allarme compie un anno. Ci siamo immediatamente schierati al fianco di lavoratori precari, dimenticati da tutti, che svolgono un delicato servizio per conto dell' Asl. Fino a questo momento, erano sempre state ignorate le reiterate richieste inoltrate alla direzione generale di via Degli Imbimbo». Poi la svolta che nel giro di un mese dovrebbe portare alla risoluzione. «Questi lavoratori sostiene la sindacalista Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
- rientrano nella procedura di stabilizzazione già avviata dall' Asl ai sensi della legge Madia. Tuttavia, nell' ultimo provvedimento adottato, l' azienda incomprensibilmente li lascia fuori». Per questi e altri motivi la vertenza continuerà. «Risulta, infatti, incomprensibile dice ancora Morsa - il motivo della gravissima carenza di organico e l' abbattimento della spesa nel comparto: anche su questo pretenderemo spiegazioni dall' Asl che a seguito di un decreto del commissario ad acta alla Sanità ha il compito di gestire i fondi». La situazione più grave è quella di Lauro dove «presso l' istituto a custodia attenuata per madri, che dovrebbe ospitare fino a 35 detenute con bambini fino a 6 anni di età, risulta in servizio una sola unità che, ovviamente, non può ricoprire tutti i turni e assicurare i servizi essenziali nelle 24 ore». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 19 EAV: € 10.789 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Niente pinze: fermo «robot» da 3,5 milioni Ettore Mautone I DISSERVIZI Ospedale del mare, ospedale modello: al palo non solo delle carenze di personale ma anche con apparecchiature ad alta tecnologia costate milioni di euro che giacciono da mesi o addirittura anni ma inutilizzate per la mancanza di beni di consumo che costerebbero poche centinaia di euro o per le inspiegabili difficoltà di un collaudo. Ecco la sanità delle eccellenze che diventa quella dei paradossi e delle contraddizioni, sacrificata sull' altare della superficialità e della disorganizzazione. ECOLASER IMBALLATO Prendiamo l' ecolaser: nel presidio di Napoli est è stato ordinato perché di prezioso ausilio alla Chirurgia endocrina per qualificare alcuni interventi per eradicare in sicurezza alcuni tumori invasivi della tiroide. Dopo aver scontato un già lungo iter amministrativo durato oltre un anno, per farlo arrivare a Ponticelli, è stato consegnato alla fine dello scorso dicembre ma è ancora imballato, buttato in un angolo di una delle 14 sale operatorie (ne sono utilizzate solo 6) in quanto manca il collaudo. Pare sia necessario un tecnico di alta specializzazione, di cui la Asl Napoli 1 sarebbe sprovvista, per dare avvio all' utilizzo del macchinario. Procedura che per altri laser simili in uso all' ospedale non è però stata seguita. O almeno non ha richiesto collaudi così sofisticati. ROBOT FERMO DA UN ANNO C' è poi il robot chirurgico: anche questo un gioiello della tecnologia, ormai quasi indispensabile per la maggior parte degli interventi di chirurgia generale per guadagnare in precisione e recupero posto operatorio e risparmiare in invasività ma anche questo da oltre un anno è lasciato alla polvere in una delle sale operatorie. Costato 3,5 milioni di euro e altri 350mila di manutenzione annua, è fermo in quanto, dopo i primi interventi con i kit della originaria fornitura, è rimasto privo dei dispositivi monouso come pinze, forbici e strumenti di dissezione. NEUROMONITOR AL PALO C' è, ancora, lo scoglio del Neuromonitor, strumento che, durante gli interventi chirurgici, individua con Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
infallibile previsione in decorso di nervi e strutture vitali evitando lesioni irreparabili e complicazioni gravi della chirurgia del testa-collo che possono pregiudicare ad esempio l' esito degli interventi sulla tiroide che, per le lesioni del nervo ricorrente, comportano la perdita della voce. In questo caso a mancare sono degli elettrodi che costano circa 300 euro ma fanno salva la salute e qualità di vita del paziente. Carenze che non solo rallentano le attività di sala operatoria ma inducono molti pazienti a rinunciare al ricovero e a emigrare in altre regioni. Così in chirurgia endocrina, decine di pazienti inoperabili con le tecniche tradizionali, sono in lista di attesa da un anno. Tra questi circa 60 o 70 sono affetti da tumori e anche se trattabili senza il laser attendono 3 o 4 mesi prima di essere operati a causa del ridotto numero delle sedute operatorie. LE ALTRE CARENZE A chiedere un intervento risolutore sia la Uil Fpl (in rappresentanza soprattutto degli infermieri). «La chirurgia endocrina è inglobata nella Chirurgia generale - spiega il sindacato - con solo 4 posti letto ordinari e 1 di day surgery, inferiori al reale fabbisogno tanto da generare una lista di attesa di centinaia di malati contro ogni logica». Il sindacato punta il dito anche sulla cattiva organizzazione del calendario operatorio, sullo scarso turnover dei pazienti, sull' uso improprio dei posti letto specifici da parte della chirurgia generale. Segnalata la mancanza di personale di sala operatoria specificamente assegnato per la disciplina con un più elevato rischio clinico. Problemi ci sono anche in chirurgia vascolare, dove le attività di rigenerazione tessutale, di cui era maestro l' ex primario Francesco Pignatelli, con il suo allontanamento sono state abbandonate. Il nuovo primario Gennaro Vigliotti, dopo una aspettativa di 15 giorni a dicembre in vista di un trasferimento a Caserta poi congelato, ha svolto una scarsa attività pubblica. Per finire c' è la neurointerventistica, che interviene nei casi di ictus ma non ha ancora l' assetto per effettuare in sicurezza gli interventi di trombolisi pur ricoprendo, questo centro, almeno in prospettiva, il ruolo di hub per tale disciplina. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 18 EAV: € 6.806 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Ospedale Landolfi pressing sulla Regione per il parto indolore SOLOFRA Antonella Palma Riattivazione della partoanalgesia al presidio ospedaliero «Agostino Landolfi», la Regione si fa carico dell' appello lanciato dal sindaco Michele Vignola e dall' assessore alla sanità Alba Maffei. Intanto la direzione dell' Azienda ospedaliera «Moscati» è pronta per un incontro che sarà convocato a breve con gli amministratori. La trattative è in corso e si attendono sviluppi quasi immediati: «Insieme con il sindaco Vignola siamo in attesa di essere convocati - spiega l' assessore Maffei - dalla direzione sanitaria del Moscati'', i vertici sono disponibili per un confronto. Tuttavia procederemo con il sindaco a fare per iscritto anche una richiesta ulteriore per l' incontro coinvolgendo sia il direttore generale dell' Azienda Percopo che la direttrice sanitaria Conte». Nel frattempo sul fronte napoletano la presidente del consiglio regionale Rosetta D' Amelio ha recepito il sollecito degli amministratori solofrani e si è fatta carico del problema che vede, da circa un anno, sospesa la prestazione presso il reparto di ginecologia ed ostetricia. Un fatto che oltre a creare disagio alle partorienti può comportare anche una riduzione dei parti presso il reparto dell' ospedale «Landolfi». Della questione è stata interessata anche Pina Tommasielli, medico e delegata del governatore Vincenzo De Luca per la medicina territoriale. «Abbiamo incontrato - tengono a precisare il sindaco Michele Vignola e l' assessore alla sanità Alba Maffei - la disponibilità e l' interessamento della Regione Campania. Così la presidente del consiglio D' Amelio che ha compreso il problema delle donne e ha manifestato interesse a raggiungere una risoluzione alla questione. Inoltre siamo fiduciosi anche nella disponibilità del direttore generale Percopo che si procederà a verificare le procedure per la riattivazione del servizio di partoanalgesia presso l' ospedale Landolfi per il beneficio del nosocomio e dell' intera Azienda Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
'Moscati'' di Avellino». Sollecitazioni erano state espresse in una nota nelle scorse settimane anche dalla commissione Pari opportunità di Solofra a nome di tutte le donne. La presidente della Commissione Angela Pandolfelli aveva richiamato la necessità di ripristinare il servizio epidurale interessando gli amministratori del Comune di Solofra e la direzione dell' azienda «Moscati». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 7 EAV: € 1.233 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Prevenire i tumori, scendono in campo i medici di famiglia NAPOLI (r.c.) - I medici di famiglia in campo per la prevenzione dei tumori. A pochi giorni dalla diffusione dei dati sull' aumento di alcune patologie oncologiche nell' As l Napoli 1 Centro, dai 1.200 studi dei medici di medicina generale della Fimmg Napoli parte una campagna di comunicazione fatta dai medici di famiglia per una corretta prevenzione oncologica. I medici della Fimmg Napoli, che con i loro studi servono una popolazione di circa un milione e 500mila pazienti, hanno scelto di trasformare l' ormai celebre campagna regionale per la prevenzione "Io mi voglio bene" in un più significativo "Io ti voglio bene", valorizzando quel rapporto medico paziente che troppo spesso viene messo a rischio dalle carenze del sistema sanitario pubblico. "Le campagne di prevenzione oncologica - spiegano i vertici provinciali dell' associazione Luigi Sparano e Corrado Calamaro - hanno messo in luce ancora una volta, e sempre con maggior forza, il ruolo dei medici di medicina generale. Protagonisti di un' attività di sensibilizzazione diretta verso i propri pazienti che sono target" " in rispetto alle attività di prevenzione per il tumore della mammella, del colon e dell' utero". Il medico di medicina generale, infatti, rappresenta il primo avamposto del legame tra cittadino e sistema sanitario, potendo contare su un rapporto spesso di lunga durata e di conoscenza e confidenza consolidata nel tempo. "Una figura di fiducia consolidata", commenta il presidente dell' Ordine dei medici di Napoli Silvestro Scotti. "Con il medico di famiglia - aggiunge il numero uno dell' organismo di autogoverno dei camici bianchi - si ha un rapporto intimo e spesso confidenziale, e per questo è tra i più titolati a rendere meno spaventoso un tema come quello delle malattie oncologiche e quindi della prevenzione". Le capacità, spesso sottovalutate, dei medici di base possono quindi fare la differenza, grazie al lavoro "sul campo" e alla stretta conoscenza, speso non solo professionale, con i pazienti. Di fatto, il "medico Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
della mutua" finisce con il diventare una sorta di "membro onorario" del nucleo familiare e ha sotto controllo l' intera situazione, per cui può valutare meglio, ad esempio, l' incidenza dell' ereditarietà nelle malattie. In questo modo, si possono indirizzare i pazienti verso gli screening più adeguati alle singole situazioni, sulla base dell' anamnesi personale e familiare, dell' età e dei vari fattori di rischio. Proprio per questo i medici di famiglia della Fimmg Napoli hanno avuto l' idea di focalizzare il messaggio proprio sul rapporto fra medico di medicina generale e paziente. "Da un lato - nota a questo proposito l' associazione di categoria impegnata nell' iniziativa - l' invito ad effettuare lo screening viene fatto da una persona che ci vuole bene, il nostro medico di medicina generale, non a caso spesso chiamato in modo colloquiale "medico di famiglia"; dall' altro l' obiettivo è quello di richiamare e dare nuovo impulso alla campagna della Regione Campania, il cui claim principale è "Mi voglio bene"". Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 6 EAV: € 8.003 Lettori: 153.101 Argomento: Sanità nazionale Calca al pronto soccorso, blitz dei Nas Veronica Passeri Roma, l' ira del ministro Grillo: «Al San Camillo bivacchi e condizione incivile» ROMA AMMASSATI sulle stesse barelle delle ambulanze, senza l' igiene che ci si aspetterebbe in un ospedale, senza privacy, con medici che, nonostante la professionalità, lavorano in condizioni di grande stress. Tutto questo accade al Pronto soccorso del San Camillo, uno dei più grandi ospedali romani, dove ieri il ministro della Salute Giulia Grillo ha deciso di inviare i carabinieri dei Nas. Una decisione, racconta la Grillo in un post sulla sua pagina Facebook, nata dopo aver visto un servizio giornalistico del Tg 2 (anch' esso postato sul social) e accogliendo le segnalazioni dei cittadini. Conclusione: si tratta di uno «spettacolo indecente» e «non è accettabile che i pronto soccorso dei nostri ospedali siano trasformati in bivacchi e che operatori sanitari e pazienti si ritrovino a lavorare e a essere curati in condizioni indegne di un Paese civile». «ORA - ha annunciato il ministro - attendiamo i dati per decidere quali provvedimenti adottare per poi lavorare insieme alla Regione Lazio per mettere fine ai disservizi che danneggiano i cittadini e quindi tutti noi». Non manca la polemica politica, però. La Grillo attacca il governatore del Lazio - e candidato alle primarie per la segreteria del Pd - Nicola Zingaretti, invitandolo «a fare un giro negli ospedali della sua città prima di chiedere l' uscita dal commissariamento per la Sanità del Lazio». Punto dolente questo che ha già visto scintille tra governatore e ministro come a inizio mese quando, al termine di una visita al policlinico Umberto I di Roma, la ministra espresse tutto il suo scetticismo. «Affermazioni prive di fondamento - replicò Zingaretti - non esiste un orientamento del governo indirizzato verso il prosieguo di un commissariamento». A valutare l' uscita dal commissariamento saranno «i tavoli tecnici del ministero; sarà fatta a marzo la prima valutazione, quindi vedremo», aveva annunciato la Grillo. DALLA giunta ha risposto ieri l' assessore alla Sanità del Lazio Alessio D' Amato: «Mi trovo al San Camillo per verificare la situazione mentre il ministro si affida ai social. Al momento non risultano ambulanze ferme, sono in trattamento 14 codici rossi, l' affluenza rientra nei limiti e l' organico in servizio è quello previsto dalle normative». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Il direttore generale del San Camillo Fabrizio D' Alba replica sostenendo che la visita dei Nas «non ha rilevato nulla in merito all' organizzazione e alla qualità dell' assistenza». «I Nas - spiega il dg - hanno evidenziato problemi connessi alla privacy, problematica questa dovuta ad una straordinaria affluenza dei cittadini a causa del picco influenzalale». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 20 EAV: € 13.861 Lettori: 281.841 Argomento: Sanità nazionale Con le linee guida paracadute al penale Per le Sezioni unite, però, punibilità esclusa solo se c' è adeguatezza di cura La legge 24/17 incide anche sulla responsabilità penale dei medici inserendo nel Codice l' articolo 590 sexies che esclude la punibilità per eventi dovuti ad imperizia se vengono rispettate le raccomandazioni delle linee guida (se adeguate al caso) o, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico-assistenziali. Le Sezioni unite con la sentenza 8770/2018 hanno però precisato che le linee guida sono regole cautelari valide solo se adeguate alla miglior cura del malato: in caso contrario, gli operatori sanitari possono e devono discostarsene. Inoltre, con le stessa sentenza,le Sezioni unite hanno chiarito i casi in cui il medico risponde penalmente per decesso o lesioni personali causate dall' attività medico- chirurgica: per colpa anche lieve da negligenza o imprudenza; per colpa anche lieve da imperizia quando il caso non sia regolato dalle raccomandazioni delle linee-guida o dalle buone pratiche clinico-assistenziali; per colpa anche lieve da imperizia nell' individuazione e scelta delle linee guida o di buone pratiche clinico-assistenziali inadeguate alla specificità del caso; per colpa grave da imperizia nell' esecuzione di raccomandazioni di linee guida o buone pratiche clinico-assistenziali adeguate, valutato il grado di rischio da gestire e le speciali difficoltà dell' atto. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 22 EAV: € 5.240 Lettori: 129.749 Argomento: Sanità nazionale Epatite C, salasso per i farmaci Chiara Daina Sanità ko - Usciranno dal Fondo speciale Ci sono oltre 300mila italiani affetti da epatite C che non hanno ancora ricevuto la cura per guarire definitivamente. Se entro quest' anno gli ospedali non saranno in grado di prendersi carico di tutti questi pazienti, la spesa per i farmaci anti-Hcv dal 2020 sarà a carico delle Regioni. Queste preziosissime molecole salvavita, il cui prezzo si aggira tra i 4mila e 6mila euro, usciranno infatti dal fondo speciale per i farmaci innovativi da 500 milioni (istituito nel 2017), andando a gravare sui bilanci regionali e generando quasi sicuramente problemi di spesa. La normativa di Aifa, infatti, prevede che dopo 36 mesi il farmaco perda il requisito di innovatività e ritorni nel budget dei farmaci ordinari. La società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige) ha diffuso un comunicato in cui chiede a tutti gli operatori sanitari coinvolti di impegnarsi per curare il maggior numero di pazienti entro quella data. Quelli già trattati negli ultimi tre anni sono stati 167mila. L' obiettivo dell' Oms è quello di raggiungere entro il 2030 una riduzione globale della mortalità correlata alle epatiti del 65% e una riduzione del 90% di nuove infezioni. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 34 EAV: € 1.488 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità nazionale Genenta, la startup che lotta con l' hi-tech contro i tumori GLI INIZI TRE ANNI FONDAMENTALI L' impresa La società biotech ha inventato un sistema di ingegnerizzazione delle cellule staminali che con tecniche di intelligenza artificiale penetra nei tessuti malati Q uando ho incontrato Luigi Naldini ero un venture capitalistis del biotech appena uscito da Eos (Ethical Oncology Science). Volevo rimettermi in pista ed è nata l' idea di mettere insieme impresa e scienza. A fine 2014 abbiamo fondato la società e a marzo dell' anno dopo abbiamo chiuso un primo round di finanziamenti da 10 milioni di euro. Ora stiamo iniziando l' arruolamento dei pazienti che tratteremo nell' arco dei prossimi mesi: il biennio 2019-20 sarà decisivo per dimostrare che 20 anni di ricerca hanno avuto un senso». Genenta Science è una delle aziende più innovative del panorama italiano per la portata della missione che sta portando avanti: rivoluzionare la lotta ai tumori con una terapia di nuova generazione. A riavvolgere il nastro sull' incontro "fatale" avuto cinque anni fa con il direttore dell' Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica, è il ceo Pierluigi Paracchi. che tratteggia un' eccellenza del mondo biotech decisa a far parlare di sé innanzitutto in termini di innovazione medico-scientifica. «La nostra terapia genica utilizza pezzi di Dna come fossero medicine », spiega. «Creiamo un vettore virale molto potente derivato dal virus dell' Hiv, annullando la componente malata, per trasmettere all' interno delle cellule un gene curativo in grado di creare e scaricare una proteina anti-tumorale. Un vero e proprio processo di ingegnerizzazione delle cellule staminali ». Il processo di attacco al tumore si ispira al Cavallo di Troia della mitologia greca. Che non a caso il ceo cita durante la spiegazione della lotta contro il mieloma e il glioblastoma multipli, due tumori che colpiscono il sangue e il cervello. Una battaglia ambiziosa, che Genenta Science non avrebbe potuto condurre senza il contributo del San Raffaele. Spinoff dell' ospedale milanese, la startup si alimenta di risorse messe a disposizione dalla stessa struttura. «L' ospedale ha conferito i brevetti necessari per sviluppare l' attività. E ha consentito ad alcuni ricercatori di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
svolgere parte della propria attività a nostro favore». Una concessione importante «perché ci sgrava dalla necessità di costruire laboratori o assumere ricercatori», sottolinea Paracchi, che ci tiene a evidenziare la "visione lungimirante" della famiglia Rotelli, proprietaria del Gruppo ospedaliero San Donato, in particolare l' accelerazione sull' open innovation impressa da Paolo Rotelli che dal 2013 ha assunto la presidenza. L' ultimo triennio è stato intenso: l' avvio della ricerca, la predisposizione dell' attività clinica, il conseguimento delle autorizzazioni per le sperimentazioni rilasciate dall' Agenzia italiana del farmaco. E nel mezzo un secondo round d' investimento da 7 milioni chiuso nel 2017. «Vogliamo trattare un numero consistente di pazienti, verificando innanzitutto la sicurezza della cura, la tollerabilità della terapia e l' efficacia effettiva. Una sfida enorme ha bisogno di una macchina perfetta. Ecco perché abbiamo portato a bordo profili come Guido Guidi, ex capo oncologia di Novartis Europe, o Roger Abravanel, che vanta 10 anni di presenza nel Cda di Teva». Ingressi che a quanto pare non rimarranno isolati: «Ora siamo in 17 persone ma amplieremo il team. Seguire due programmi clinici non è proprio un gioco da ragazzi, sicuramente avremo un occhio di riguardo per i profili senior » . - a.fr. ©RIPRODUZIONE RISERVATA 10 MILIONI DI EURO Il primo finanziamento ottenuto sul mercato dalla Genenta per le sue ricerche biotecnologiche 17 RICERCATORI L' organico della startup che si prevede al più presto di ampliare con personale altamente qualificato. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 6 EAV: € 7.680 Lettori: 153.101 Argomento: Sanità nazionale I medici esasperati: «Troppi tagli a posti letto e personale» ROMA IL SOVRAFFOLLAMENTO dei Pronto soccorso è «il prodotto dei tagli di posti letto e di personale e la politica non può dimenticare i 70mila posti letto che negli ultimi 10 anni sono stati tagliati o le condizioni di lavoro di migliaia di medici». Una tendenza, sostiene Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao Assomed, che va assolutamente «invertita». Altrimenti ci saranno sempre Ps «bivacco». Il ministro Grillo ha mandato i Nas, cosa accade al San Camillo? «Le condizioni operative del San Camillo sono note da anni. Il Lazio soffre di problematiche organizzative particolari perché ha un tasso di posti letto più basso di quello previsto dalla normativa. Secondo il decreto ministeriale Balduzzi i posti letto per i pazienti acuti devono essere 3 per mille abitanti, il Lazio ne ha invece, come altre realtà nel Sud, 2,92 per mille». La colpa è di chi organizza il lavoro? «Dei 17 mila posti letto del Lazio, 7mila sono del privato accreditato, sono fuori dagli ospedali e questo riduce la possibilità di ricovero. Se c' è qualcosa di inappropriato è la distribuzione dei posti letto, oltre alla mancanza del personale. Anche in altre regioni la situazione è simile, due esempi: in Molise l' 1,19 per mille di posti letto sono privati, in Campania lo 0,92 per mille. La media italiana è dello 0,68 per mille». Come si combatte il sovraffollamento dei Pronto soccorso? «Ci vuole una struttura che abbia un determinato numero di medici e di infermieri in modo da poter ricoverare anche in attesa del completamento del percorso diagnostico perché altrimenti si rischia il sovraccarico. I tempi sono dilatati perché non c' è una struttura organizzativa capace di accogliere l' iper afflusso e i pazienti si accumulano nei corridoi, appoggiati ai muri o in condizioni indegne. E poi il 25% di accessi al Ps è legato a cause banali». Cosa può fare il ministro della Salute per migliorare la situazione? «Lavorare perché venga assunto personale: in Italia mancano 10mila medici e 50mila infermieri. Mancano i posti letto che dovrebbero essere sotto il controllo delle aziende sanitarie, anche quelli privati. Quei posti letto devono essere occupati, se c' è necessità, anche da pazienti che vengono dal Pronto soccorso perché sono finanziati con la fiscalità generale, sono accreditati e rientrano Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
nella dotazione di quella regione». Veronica Passeri © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/02/2019 Pagina 3 EAV: € 60.207 Argomento: Sanità nazionale Lettori: 796.905 Il medico: «Successo merito del dialogo e di rapporti stretti con le famiglie» Zuccotti: ora portiamo i professionisti nei punti nascita «Le famiglie hanno bisogno di risposte». Le mamme e i papà indecisi sulle vaccinazioni si sono convinti così: parlando con qualcuno che ha saputo sciogliere i loro dubbi. Gian Vincenzo Zuccotti, primario di pediatria e del pronto soccorso pediatrico al Buzzi, spiega che cosa ha fatto aumentare le coperture vaccinali nel 2018. Professore, per il siero esavalente si tocca quota 95,3 per cento di bambini protetti, 94,2 invece per le iniezioni contro morbillo, parotite, rosolia. Di chi è il merito? «Sicuramente una grande parte del risultato è dovuta all' introduzione dell' obbligo vaccinale, con la conseguente impossibilità di frequentare l' asilo per chi non è in regola. Siamo riusciti a convincere una fetta di indecisi che aveva saltato alcuni richiami o aveva rimandato le iniezioni. Rimane ancora una piccola quota di no vax, attorno al 3 per cento, ferma sulle proprie posizioni». Come avete convinto le mamme e i papà ancora dubbiosi? «Dal 2017 i centri vaccinali non fanno più riferimento alle Ats (ex Asl, ndr ), ma agli ospedali. Questo passaggio ha permesso di avere un rapporto più stretto con le famiglie, di aprire un dialogo e ha contribuito alla crescita della percentuale di vaccinati. In più Regione Lombardia ha realizzato e distribuito opuscoli di approfondimento, lanciato una campagna informativa e una app per rispondere a tutte le domande sul tema. È stato fatto anche un video che spiega come le vaccinazioni non siano correlate con l' autismo. Più di tutto però, credo sia stato importante per i genitori trovare persone disponibili al dialogo». Perché tante resistenze? Le famiglie non si fidano più dei dottori? «Le esigenze delle persone sono cambiate, non possiamo pensare di rispondere con gli stessi modelli di cinquant' anni fa. In più i genitori non conoscono per esperienza tante malattie ormai quasi sparite, non si rendono conto degli effetti di un loro ritorno. Giustamente vogliono Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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