Media Monitoring per 18-02-2019 - Rassegna stampa del 18-02-2019 - Ruggi

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Media Monitoring per 18-02-2019 - Rassegna stampa del 18-02-2019 - Ruggi
18-02-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 18-02-2019
Media Monitoring per 18-02-2019 - Rassegna stampa del 18-02-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      17/02/2019 - AMALFINOTIZIE.IT
            Salerno: sovraffollamento pronto soccorso Ruggi, ecco le iniziative aziendali ...................... 1
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 3
      18/02/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Battipaglia intervento mini-invasivo alla tiroide .................................................................... 3
Sanità Campania ............................................................................................................................... 4
      18/02/2019 - CRONACHE DI NAPOLI
            Asl Na1, i sindacati pressano Verdoliva ................................................................................. 4
      18/02/2019 - IL MATTINO
            «Blatte in ospedale un sindacalista capo dei sabotatori» ...................................................... 6
      18/02/2019 - IL GIORNALE
            Blatte e formiche in ospedale «Sabotaggio degli infermieri» ................................................. 8
      18/02/2019 - IL ROMA
            Blatte in ospedale, infermieri: via i colpevoli ....................................................................... 10
      18/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Gli infermieri con partita Iva in 30 assunti nelle carceri ...................................................... 12
      18/02/2019 - IL MATTINO
            Niente pinze: fermo «robot» da 3,5 milioni .......................................................................... 14
      18/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Ospedale Landolfi pressing sulla Regione per il parto indolore ........................................... 16
      18/02/2019 - CRONACHE DI NAPOLI
            Prevenire i tumori, scendono in campo i medici di famiglia ................................................. 18
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 20
      18/02/2019 - IL GIORNO
            Calca al pronto soccorso, blitz dei Nas ................................................................................. 20
      18/02/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Con le linee guida paracadute al penale .............................................................................. 22
      18/02/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
            Epatite C, salasso per i farmaci ............................................................................................ 23
      18/02/2019 - AFFARI & FINANZA
            Genenta, la startup che lotta con l' hi-tech contro i tumori ................................................. 24
      18/02/2019 - IL GIORNO
            I medici esasperati: «Troppi tagli a posti letto e personale» ............................................... 26
      18/02/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            Il medico: «Successo merito del dialogo e di rapporti stretti con le famiglie» ..................... 28
      18/02/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            LA RIVINCITA DEI VACCINI .................................................................................................... 30
      18/02/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Medici, prova incerta sugli errori pre-riforma ...................................................................... 32
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17/02/2019
                                               amalfinotizie.it
                                                                                                                          EAV: € 438
                                                                                                                          Lettori: 1.333
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

    Salerno: sovraffollamento pronto soccorso Ruggi, ecco le
                       iniziative aziendali

 Gli ultimi mesi hanno fatto registrare un
 continuo incremento di accessi ai Pronto
 Soccorso (PS) della Regione Campania,
 con numeri maggiori rispetto allo stesso
 periodo dell’anno scorso. Anche sul
 territorio della provincia di Salerno, ed in
 particolar modo presso i Pronto Soccorso
 della AOU San Giovanni di Dio e Ruggi
 d’Aragona ed in maniera più significativa
 presso l’Ospedale di Salerno, si
 registrano     in    questi   ultimi   mesi
 condizioni        di     iperafflusso        e
 sovraffollamento. Solo nell’ultimo mese si è registrata, presso il Pronto Soccorso
 dell’Ospedale Ruggi, una media di circa 250 accessi al giorno e, di questi, la maggior
 parte ha avuto necessità di ricovero. Il fenomeno del sovraffollamento periodico dei
 Pronto Soccorso, come già detto, è largamente presente su tutto il territorio
 nazionale e in molti altri Paesi dotati di sistemi sanitari avanzati, cosa che dà luogo
 ad una condizione in cui le richieste per i servizi di emergenza superano le risorse
 disponibili per la cura dei pazienti in Pronto Soccorso. Tale iperafflusso ha una
 fisiologica e naturale ricaduta, con conseguente sovraffollamento in alcuni reparti, e
 rispecchia, come già riportato, l’attuale situazione regionale e nazionale. Tra le
 principali problematiche riscontrate nell’utenza: complicanze respiratorie, malattie
 croniche, traumi e necessità legate ai pazienti più anziani. «Abbiamo rimodulato
 l’organizzazione dei ricoveri – spiega il Direttore Sanitario dell’AOU San Giovanni di
 Dio e Ruggi d’Aragona Cosimo Maiorino – con un temporaneo blocco dei ricoveri
 programmati in area medica. In più abbiamo costituito un tavolo tecnico permanente
 per il costante monitoraggio delle attività di Pronto Soccorso e per l’individuazione
 delle azioni da realizzare, nonché l’Unità di Crisi per fronteggiare il sovraffollamento
 nei Pronto Soccorso Aziendali. E’ stata, inoltre, costituita una nuova figura, il Bed
 Manager, per il sistematico rapporto tra il Pronto Soccorso e le Unità Operative che
 hanno il compito di rendere disponibili i posti letto per la presa in carico delle
 esigenze dei cittadini. Il Bed Manager ha inoltre i compiti di sorveglianza su
 eventuali ritardi nelle dimissioni dei pazienti ricoverati e di gestione organizzativa di
 temporanei e flessibili posti letto necessari a garantire i ricoveri». Si è, ancora,
 formulato uno specifico Progetto, d’intesa con la ASL di Salerno, per fronteggiare

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l’attuale situazione di iperafflusso. Infine, a breve, si concluderanno le procedure per
il reclutamento del personale medico e di comparto, necessario per rafforzare
l’attuale dotazione. Al fine di garantire la piena sicurezza e qualità delle cure,
nonché il rispetto della privacy di ogni cittadino, la Direzione Strategica dell’Azienda
ospedaliero- universitaria di Salerno, considerando l’attuale incremento di afflusso,
consiglia a tutti i cittadini di rivolgersi al Pronto Soccorso solo in caso di reale
necessità. «Pur nella attuale ed evidente difficoltà, si sta lavorando per migliorare i
percorsi assistenziali – ha sottolineato il Direttore Generale Giuseppe Longo –
affrontando e fronteggiando le criticità grazie allo sforzo di tutti gli operatori!».
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aziendali sembra essere il primo su AmalfiNotizie.it.

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18/02/2019                                                                                                                 Pagina 17
                                      Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                           EAV: € 3.679
                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

             Battipaglia intervento mini-invasivo alla tiroide

 LA SANITÀ Consente di operare la tiroide
 praticando una incisione nell' ascella -
 senza lasciare, quindi, vistose cicatrici
 visibili - la tecnica transascellare
 endoscopica eseguita nei giorni scorsi a
 Battipaglia da Francesco Stanzione,
 giovane     chirurgo     campano       con
 esperienza in chirurgia endocrina e
 laparoscopica. La tecnica per la
 tiroidectomia, messa a punto nella Corea
 del Sud dal dottor Woong Youn Chung,
 (Yonsei University College of Medicine,
 Seoul), sta avendo una buona diffusione
 anche nel mondo occidentale. Nei Paesi
 orientali per motivi religiosi, le cicatrici
 sul collo non sono gradite, al punto che
 in Corea sul circa il 60 per cento dei
 pazienti viene applicata questa tecnica.
 Con tale intervento, infatti, viene
 praticata un incisione nell' ascella che
 non lascia tracce. Una tecnica che è
 riservata ai casi di noduli di piccole
 dimensioni. «È una nuova tecnica che
 agisce positivamente sugli aspetti
 estetici e psicologici dei pazienti - spiega Stanzione - e ci permette di guardare
 positivamente al progresso e di aprire con ottimismo nuove frontiere della chirurgia
 mininvasiva». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/02/2019                                                                                                                Pagina 7

                                                                                                                          EAV: € 1.179
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

                  Asl Na1, i sindacati pressano Verdoliva

 NAPOLI (Renato Casella) - I soldi dell'Asl
 Napoli 1 non siano più spesi solo per
 l'Ospedale del mare, ma per le strutture
 della Asl Napoli 1 che hanno urgente
 bisogno di fondi. Questa la posizione del
 sindacato dei dirigenti medici Cimo che
 sarà illustrata al commissario della Na 1
 Ciro Verdoliva nell'incontro con i
 rappresentanti       di    categoria     in
 programma per mercoledì. Ed è
 fondamentale, spiega il responsabile
 regionale del sindacato Antonio De
 Falco, che vengano coperte in pianta
 stabile le posizioni apicali: Vanno svolti i
 concorsi, se un dirigente sa che il suo
 incarico scadrà fra 6 mesi si trova in
 posizione di debolezza e non può
 lavorare al meglio per l'azienda. Nei
 giorni scorsi il commissario nominato dal
 governatore Vincenzo De Luca si è
 insediato in azienda in sostituzione di
 Mario Forlenza, che ha rinunciato
 all'incarico, come constatato dalla
 delibera regionale 51 di mercoledì
 scorso. La Regione ha ringraziato
 Forlenza per il lavoro svolto e gli ha conferito un incarico nella struttura
 commissariale nella quale si occuperà delle rete di medicina territoriale. Negli stessi
 giorni, il commissario della Asl ha passato le consegne al Cardarelli al direttore
 amministrativo Anna Iervolino, che al momento guiderà l'azienda ospedaliera ad
 interim. E di recente il commissario De Luca ha approvato con decreto il Piano
 triennale del fabbisogno di personale della Asl per il triennio 20182020. Adesso la
 Napoli 1 dovrà garantire il costante monitoraggio e controllo dell'andamento della
 spesa relativa al costo personale, anche autorizzato. In caso di mancato rispetto del
 valore complessivo del costo del personale, sia per l'anno in corso sia in previsione
 per i due anni successivi, nonché in caso di mancato rispetto delle disposizioni di
 organizzazione della rete dell'assistenza, della programmazione e pianificazione
 regionale, dei piani strategici aziendali, degli atti aziendali, dei vincoli economico-
 finanziari operanti in materia, si procederà alla sospensione delle procedure di
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selezione nonché all'adozione dei necessari atti di modifica o integrazione del piano
assunzionale, sia per l'anno di riferimento sia, eventualmente, per gli anni
successivi. Le assunzioni attribuite al'azienda sanitaria con l'approvazione del Piano
triennale potranno essere oggetto di variazioni, modificazioni, integrazioni in
considerazione dell'adozione del Piano 2019/2021, da adottare entro marzo
prossimo. Fra l'altro, la Asl dovrà privilegiare le assunzioni tese a ridurre le forme
contrattuali atipiche, in coerenza con le disposizioni concernenti le procedure
concorsuali riservate per l'assunzione di personale precario del comparto sanità e
definire gli obiettivi e verificare il rispetto del limite di spesa del personale. I
dipendenti in servizio al 31 dicembre 2017 sono 5.982 e il fabbisogno è di altre 547
unità. La maggior parte riguarda proprio l'anno in corso, con 330 unità. A fare la
pare del leone è il ruolo sanitario, con 334 unità di fabbisogno, mentre nel ruolo
tecnico ne servono 70 e in quello amministrativo 139.

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18/02/2019                                                                                                                   Pagina 18

                                                                                                                             EAV: € 10.402
                                                                                                                             Lettori: 133.364
                                             Argomento: Sanità Campania

    «Blatte in ospedale un sindacalista capo dei sabotatori»
 Viviana Lanza
 LE INDAGINI Lo scenario si fa sempre più
 circoscritto e l' obiettivo stringe sul
 possibile ideatore. I carabinieri del Nas,
 che lavorano al caso delle blatte nel
 bagno del pronto soccorso del Vecchio
 Pellegrini, sembrano seguire una pista
 ben precisa. E nel mirino delle indagini
 finisce un infermiere sindacalista. Il
 sospetto è che possa essere stata sua la
 regìa del sabotaggio, sua la leadership
 su un gruppetto di colleghi intenzionati a
 fare in modo che si accendessero i
 riflettori sul pronto soccorso della
 Pignasecca per sbloccare o provocare
 trasferimenti di personale a una diversa
 struttura ospedaliera. Eccolo, dunque, il
 sospetto che prende corpo man mano
 che     le    indagini    proseguono    tra
 sopralluoghi e testimonianze. Almeno in
 questa fase gli investigatori, coordinati
 dalla Procura di Napoli, seguono l' ipotesi
 di un' azione dolosa e lavorano
 alacremente alle indagini per verificare il
 sospetto che il sabotaggio possa essere
 stato opera di un gruppo di infermieri legati a una sigla sindacale e interessati ai
 trasferimenti nella nuova struttura di Napoli est, l' Ospedale del Mare. Del resto che
 vi fosse una sorta di guerra, anche e soprattutto sul fronte sindacale, interna alla
 categoria in relazione ai trasferimenti nel nuovo ospedale di Ponticelli era emerso
 già a settembre scorso quando, proprio poco prima della inaugurazione dell'
 Ospedale del Mare, fu sabotata la fontana di uno dei bagni causando un
 allagamento. Coincidenze? Gli investigatori vogliono vederci chiaro e, dopo aver
 fatto sopralluoghi e ascoltato testimoni, stanno orientando le indagini verso la pista
 sindacale per verificare se possa essere attendibile la ricostruzione in base alla
 quale le blatte siano state liberate nel bagno del Vecchio Pellegrini con il preciso
 intento di creare un caso e ottenere così la chiusura del pronto soccorso e il
 trasferimento di personale in una struttura meno disagiata e con diverse condizioni
 di turni e straordinari. L' OFFERTA SUL WEB Comprare blatte è semplicissimo e molto
 economico. Basta cercare alla voce cibo vivo per rettili. Sul web fioccano le offerte:
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con poco più di tre euro si compra una scatola da dieci insetti, con dodici euro la
confezione da 50 e con meno di venti euro quella da cento blatte. C' è pure l'
opzione pacco riscaldato per garantire l' arrivo di insetti in buone condizioni.
Insomma non è difficile procurarsi una piccola colonia di blatte e liberarle in un
istante in un luogo qualunque, anche nel bagno di un ospedale. Per il caso del
Vecchio Pellegrini sono in tanti a credere alla pista del sabotaggio, soprattutto alla
luce di una serie di dettagli: il bagno del pronto soccorso dove sono stati trovati gli
insetti è tra i più frequentati e quel giorno era stato pulito tre volte. Come è potuto
accadere che in un luogo comunque frequentato nessuno abbia notato nulla di
anomalo e all' improvviso si siano materializzate decine di blatte tutte insieme e
tutte, altra coincidenza, della stessa dimensione? Come mai accanto agli insetti c'
era segatura? E come mai alcuni apparivano capovolti e quasi storditi? Di domande
in questa vicenda ce ne sono tante a cui dare risposta. LA REPLICA «Confidiamo
nella magistratura ha dichiarato Ciro Carbone, presidente dell' Ordine delle
professioni infermieristiche di Napoli. «Auspichiamo un rapido accertamento della
verità, anche per consentire a quest' Ordine professionale, ove vi fossero gli estremi,
di adottare i provvedimenti del caso». La notizia diffusa da Il Mattino sul presunto
coinvolgimento di alcuni infermieri ha colpito la categoria formata da professionisti
che lavorano con serietà. «Se fosse confermata l' ipotesi investigativa - ha aggiunto
Carbone - ci troveremmo di fronte a comportamenti che nulla hanno in comune con
lo spirito di servizio e di abnegazione con cui gli infermieri da sempre svolgono il
proprio dovere di professionisti dell' assistenza sanitaria. Come Ordine saremo
intransigenti e decisi nella condanna». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/02/2019                                                                                                                 Pagina 13

                                                                                                                           EAV: € 27.076
                                                                                                                           Lettori: 214.158
                                           Argomento: Sanità Campania

  Blatte e formiche in ospedale «Sabotaggio degli infermieri»
 Nino Materi
 SCANDALO        A     NAPOLI      Dipendenti
 indagati. L' accusa: «Insetti in corsia per
 essere trasferiti in altri nosocomi dove si
 lavora meno» Nino Materi Obiettivo:
 infangare la sanità campana per
 ottenere benefici personali. È questa l'
 ipotesi      che      pare       accreditarsi
 maggiormente nel giallo degli ospedali
 napoletani «invasi da formiche e blatte».
 Immagini vergognose che hanno fatto il
 giro del mondo, provocando un enorme
 danno di immagine a tutto il nostro
 Paese. Ora si scopre che dietro quei
 video scandalosi che immortalavano
 pazienti ricoperti da formiche e
 pavimenti pieni di scarafaggi potrebbero
 celarsi i blitz da parte di dipendenti
 infedeli interni agli stessi istituti di cura.
 Diversi nomi sono già stati iscritti sul
 registro     degli   indagati.     Ma     chi,
 esattamente, avrebbe elaborato a
 tavolino un boicottaggio così infame?
 Ieri, in prima pagina, Il Mattino di Napoli
 titolava: «Blatte in ospedale, la pista: sabotaggio degli infermieri»; e poi, nel
 catenaccio: «I pm: portate al Vecchio Pellegrini in una busta. Piano criminale per
 ottenere il trasferimento». Il servizio del quotidiano partenopeo cita fonti della
 Procura: «Un gruppo di infermieri starebbe facendo di tutto per ottenere il passaggio
 all' Ospedale del Mare. Perciò avrebbe liberato gli insetti al Pellegrini». Da parte sua
 l' Ordine degli infermieri auspica chiarezza e si dichiara pronto a punire gli eventuali
 responsabili. I retroscena non finiscono qui. Una fonte conferma al Giornale che
 alcuni di questi dipendenti sarebbero anche «molto vicini alle frange sindacali
 estreme». Insomma, «schegge impazzite» estranee alle confederazioni ufficiali ma
 legate a certe sigle autonome abituate a portare avanti le istanze dei loro iscritti con
 modalità di lotta «non convenzionali». E cosa c' è di più «non convenzionale» dal
 procurarsi insetti da introdurre in ospedale nascosti in una coperta e poi liberarli in
 corsia? Capitolo «benefici». Per una volta l' inchiesta pare escludere risvolti di
 «carattere economico». Insomma, dietro il «piano insetti» non ci sarebbe una
 questione di soldi, ma piuttosto il desiderio da parte di alcune maestranze -
               Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
esasperate da «turni di lavoro massacranti» - di essere trasferiti dall' ospedale
Pellegrini a sedi «più tranquille». Al Vecchio Pellegrini da un po' di tempo l' aria è
cambiata: i nuovi vertici sanitaria si sarebbero «permessi» di mettere in discussone
antichi privilegi (turni di lavoro, cambio di incarichi, trasferimenti, ecc.) ed equilibri
politici e sindacali, puntando su una riorganizzazione più manageriale ed
efficientista. Da qui una serie di lotte di potere, forse non estranee al varo della
devastante «operazione formiche e blatte». Una dinamica di disturbo già
sperimentata nel novembre scorso - con modalità identiche - in un altro ospedale
napoletano, il San Giovanni Bosco: anche lì immagini-choc di formiche che
camminavano sul corpo di inerme di una donna di 70 anni, che di lì a qualche giorno
sarebbe poi deceduta. Casi-fotocopia che avvalorano la tesi di una strategia
collaudata con una «manina» che porta in ospedale lenzuola piene di segature e
insetti da liberare nei bagni e da qui diffondere nei vari reparti. Le ditte di pulizia e
le testimonianze dei pazienti concordano: «Qui di formiche e scarafaggi non se ne
erano mai visti. Se sono spuntati improvvisamente, qualcuno ce li ha messi». Ma
ampio è lo scenario della malasanità in Italia. La ministra della Salute, Giulia Grillo,
ha inviato ieri i carabinieri del Nas al Pronto soccorso dell' ospedale San Camillo di
Roma per verificare la situazione di sovraffollamento segnalata da diversi cittadini e
da un servizio giornalistico andato in onda al Tg2 della Rai. Grillo sintetizza così:
«Non è accettabile che i pronto soccorso dei nostri ospedali siano trasformati in
bivacchi e che operatori sanitari e pazienti si ritrovino a lavorare e a essere curati in
condizioni indegne di un Paese civile». Parole che - pronunciate dal responsabile
della Sanità - risultano davvero sconcertanti. Anzi, «non accettabili» e «indegne di
un Paese civile».

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18/02/2019                                                                                                                Pagina 10

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

             Blatte in ospedale, infermieri: via i colpevoli

 NAPOLI. Tempi davveri bui per gli
 ospedali cittadini. Mentre la Procura di
 Napoli indaga per sabotaggio in
 relazione al ritrovamento di blatte, nel
 pomeriggio di martedì scorso, all' interno
 dell' ospedale Vecchio Pellegrini, al san
 Giovanni Bosco sventato per un caso
 fortuito il furto di medicinali costosissimi.
 Ma andiamo in ordine. Al Pellegrini un'
 ipotesi - di cui riferisce il Mattino
 confermerebbe i sospetti già avanzati
 dall' Asl e dalla direzione sanitaria dell'
 ospedale che avevano parlato di
 episodio doloso. Gli insetti sarebbero
 stati portati in una busta avvolta in un
 lenzuolo e piena di segatura da alcuni
 infermieri, che - secondo l' indagine
 avrebbero interesse a ottenere il
 trasferimento in altro ospedale, quello
 del Mare. Il consigliere Francesco Borrelli
 che aveva dato molta risonanza alla cosa
 ha ovviamente chiesto che venga
 mantenuta una condotta dura. «Se i
 sospetti avanzati dall' inchiesta sul caso
 delle blatte ritrovate nei bagni dovesse confermare le responsabilità di alcuni
 soggetti appartenenti al personale infermieristico, l' unica soluzione è il
 licenziamento immediato» ha detto. ORDINE DEGLI INFERMIERI. Immediato anche l'
 intervento dell' Ordine delle professioni infermieristiche che con una nota ufficiale
 dice «di confidare nella magistratura e di auspicare un rapido accertamento della
 verità, anche per consentire a quest' Ordine professionale, ove vi fossero gli estremi,
 di adottare i provvedimenti del caso» dichiara Ciro Carbone, presidente dell' Ordine.
 «Se fosse confermata l' ipotesi investigativa ci troveremo di fronte a comportamenti
 che nulla hanno in comune con lo spirito di servizio e di abnegazione con cui gli
 infermieri da sempre svolgono il proprio dovere di professionisti dell' assistenza
 sanitaria. Dunque - aggiunge Carbone - come Ordine saremo intransigenti e decisi
 nella condanna». Il presidente Carone, dunque «rifiuta e respinge come impropri
 comportamenti insani, inqualificabili e criminali come quelli messi in atto al Vecchio
 Pellegrini. Comportamenti ancora più esecrabili considerando il fatto che essi si
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ritorcono alla fine, sulla qualità dell' assistenza e sul benessere dei cittadini». FURTO
AL SAN GIOVANNI BOSCO. Ma ieri è stata anche la giornata della denuncia di un
tentativo di furto, messo in atto sabato intorno alle 20.45. I ladri, che si erano
introdotti nella farmacia del San Giovanni Bosco, hanno fatto scattare l' allarme e
pochi istanti dopo le guardie giurate hanno trovato la finestra della farmacia divelta.
Anche la grata era stata forzata e asportata. Immediatamente, come da protocollo, i
vigilantes hanno controllato tutti i piani dell' edificio alla ricerca dei ladri. Qualche
minuti dopo sono arrivati anche gli agen ti della Questura che insieme con le guardie
giurate hanno setacciato ogni reparto. Ma i ladri avevano fatto perdere le tracce.
Ovviamente durante la notte nessuno ha abbassato la guardia. Farmacia e direzione
sanitaria sono state rpesidiate fino a ieri mattina quando si è proceduto alla
sostituzione della grata e della finestra della Farmacia.

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18/02/2019                                                                                                                Pagina 19

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

     Gli infermieri con partita Iva in 30 assunti nelle carceri

 IL PIANO Antonello Plati Svolta nell'
 assistenza sanitaria in carcere: è stato,
 infatti,   riconosciuto    come      «lavoro
 subordinato»       quello     svolto     nei
 penitenziari di Avellino e provincia da
 trenta paramedici che assicurano ai
 detenuti i livelli essenziali di assistenza
 (Lea). Si tratta di infermieri, fisioterapisti
 e operatori sociosanitari (Oss) che da
 oltre 10 anni sono impegnati nelle case
 circondariali di Bellizzi, Ariano Irpino,
 Sant' Angelo dei Lombardi e Lauro e ai
 quali sono somministrate forme atipiche
 di contratto, la maggior parte inquadrati
 come liberi professionisti con partita Iva.
 «Una vittoria dei lavoratori», dice Licia
 Morsa,      segretario    generale      della
 Funzione pubblica Cgil. «Dopo una lunga
 battaglia     sindacale    ricorda    Morsa
 abbiamo ottenuto l' avvio di un' attività
 ispettiva all' interno delle carceri, il cui
 esito, giunto pochi giorni fa, ha
 determinato l' individuazione di rapporti
 di lavoro subordinati per tutto il
 personale impegnato con partita Iva che presta servizio nei 4 istituti penitenziari
 della provincia di Avellino. Quello svolto dai funzionari dell' Ispettorato del lavoro».
 Dunque, l' iter è stato piuttosto lungo e solo grazie alla mediazione del prefetto è
 stato possibile portare a termine la trattativa con esito positivo. Spiega Morsa:
 «Sono state necessarie diverse convocazioni in prefettura per convincere il direttore
 generale dell' Asl di Avellino, Maria Morgante, ad accettare il confronto con le parti
 sociali». Management e sindacati si incontreranno entro il prossimo 15 marzo per
 concludere la concertazione sull' organizzazione del servizio di medicina
 penitenziaria. «Tra qualche giorno rivendica il segretario generale della Fp Cgil - il
 nostro grido di allarme compie un anno. Ci siamo immediatamente schierati al fianco
 di lavoratori precari, dimenticati da tutti, che svolgono un delicato servizio per conto
 dell' Asl. Fino a questo momento, erano sempre state ignorate le reiterate richieste
 inoltrate alla direzione generale di via Degli Imbimbo». Poi la svolta che nel giro di
 un mese dovrebbe portare alla risoluzione. «Questi lavoratori sostiene la sindacalista
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- rientrano nella procedura di stabilizzazione già avviata dall' Asl ai sensi della legge
Madia. Tuttavia, nell' ultimo provvedimento adottato, l' azienda incomprensibilmente
li lascia fuori». Per questi e altri motivi la vertenza continuerà. «Risulta, infatti,
incomprensibile dice ancora Morsa - il motivo della gravissima carenza di organico e
l' abbattimento della spesa nel comparto: anche su questo pretenderemo
spiegazioni dall' Asl che a seguito di un decreto del commissario ad acta alla Sanità
ha il compito di gestire i fondi». La situazione più grave è quella di Lauro dove
«presso l' istituto a custodia attenuata per madri, che dovrebbe ospitare fino a 35
detenute con bambini fino a 6 anni di età, risulta in servizio una sola unità che,
ovviamente, non può ricoprire tutti i turni e assicurare i servizi essenziali nelle 24
ore». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/02/2019                                                                                                                    Pagina 19

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                                                                                                                              Lettori: 133.364
                                              Argomento: Sanità Campania

                  Niente pinze: fermo «robot» da 3,5 milioni
 Ettore Mautone
 I DISSERVIZI Ospedale del mare,
 ospedale modello: al palo non solo delle
 carenze di personale ma anche con
 apparecchiature ad alta tecnologia
 costate milioni di euro che giacciono da
 mesi o addirittura anni ma inutilizzate
 per la mancanza di beni di consumo che
 costerebbero poche centinaia di euro o
 per le inspiegabili difficoltà di un
 collaudo. Ecco la sanità delle eccellenze
 che diventa quella dei paradossi e delle
 contraddizioni, sacrificata sull' altare
 della       superficialità      e      della
 disorganizzazione.               ECOLASER
 IMBALLATO Prendiamo l' ecolaser: nel
 presidio di Napoli est è stato ordinato
 perché di prezioso ausilio alla Chirurgia
 endocrina      per    qualificare     alcuni
 interventi per eradicare in sicurezza
 alcuni tumori invasivi della tiroide. Dopo
 aver scontato un già lungo iter
 amministrativo durato oltre un anno, per
 farlo arrivare a Ponticelli, è stato
 consegnato alla fine dello scorso
 dicembre ma è ancora imballato, buttato in un angolo di una delle 14 sale operatorie
 (ne sono utilizzate solo 6) in quanto manca il collaudo. Pare sia necessario un
 tecnico di alta specializzazione, di cui la Asl Napoli 1 sarebbe sprovvista, per dare
 avvio all' utilizzo del macchinario. Procedura che per altri laser simili in uso all'
 ospedale non è però stata seguita. O almeno non ha richiesto collaudi così
 sofisticati. ROBOT FERMO DA UN ANNO C' è poi il robot chirurgico: anche questo un
 gioiello della tecnologia, ormai quasi indispensabile per la maggior parte degli
 interventi di chirurgia generale per guadagnare in precisione e recupero posto
 operatorio e risparmiare in invasività ma anche questo da oltre un anno è lasciato
 alla polvere in una delle sale operatorie. Costato 3,5 milioni di euro e altri 350mila di
 manutenzione annua, è fermo in quanto, dopo i primi interventi con i kit della
 originaria fornitura, è rimasto privo dei dispositivi monouso come pinze, forbici e
 strumenti di dissezione. NEUROMONITOR AL PALO C' è, ancora, lo scoglio del
 Neuromonitor, strumento che, durante gli interventi chirurgici, individua con
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infallibile previsione in decorso di nervi e strutture vitali evitando lesioni irreparabili
e complicazioni gravi della chirurgia del testa-collo che possono pregiudicare ad
esempio l' esito degli interventi sulla tiroide che, per le lesioni del nervo ricorrente,
comportano la perdita della voce. In questo caso a mancare sono degli elettrodi che
costano circa 300 euro ma fanno salva la salute e qualità di vita del paziente.
Carenze che non solo rallentano le attività di sala operatoria ma inducono molti
pazienti a rinunciare al ricovero e a emigrare in altre regioni. Così in chirurgia
endocrina, decine di pazienti inoperabili con le tecniche tradizionali, sono in lista di
attesa da un anno. Tra questi circa 60 o 70 sono affetti da tumori e anche se
trattabili senza il laser attendono 3 o 4 mesi prima di essere operati a causa del
ridotto numero delle sedute operatorie. LE ALTRE CARENZE A chiedere un intervento
risolutore sia la Uil Fpl (in rappresentanza soprattutto degli infermieri). «La chirurgia
endocrina è inglobata nella Chirurgia generale - spiega il sindacato - con solo 4 posti
letto ordinari e 1 di day surgery, inferiori al reale fabbisogno tanto da generare una
lista di attesa di centinaia di malati contro ogni logica». Il sindacato punta il dito
anche sulla cattiva organizzazione del calendario operatorio, sullo scarso turnover
dei pazienti, sull' uso improprio dei posti letto specifici da parte della chirurgia
generale. Segnalata la mancanza di personale di sala operatoria specificamente
assegnato per la disciplina con un più elevato rischio clinico. Problemi ci sono anche
in chirurgia vascolare, dove le attività di rigenerazione tessutale, di cui era maestro
l' ex primario Francesco Pignatelli, con il suo allontanamento sono state
abbandonate. Il nuovo primario Gennaro Vigliotti, dopo una aspettativa di 15 giorni a
dicembre in vista di un trasferimento a Caserta poi congelato, ha svolto una scarsa
attività pubblica. Per finire c' è la neurointerventistica, che interviene nei casi di
ictus ma non ha ancora l' assetto per effettuare in sicurezza gli interventi di
trombolisi pur ricoprendo, questo centro, almeno in prospettiva, il ruolo di hub per
tale disciplina. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/02/2019                                                                                                                Pagina 18

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

      Ospedale Landolfi pressing sulla Regione per il parto
                          indolore

 SOLOFRA Antonella Palma Riattivazione
 della     partoanalgesia     al    presidio
 ospedaliero «Agostino Landolfi», la
 Regione si fa carico dell' appello lanciato
 dal sindaco Michele Vignola e dall'
 assessore alla sanità Alba Maffei. Intanto
 la direzione dell' Azienda ospedaliera
 «Moscati» è pronta per un incontro che
 sarà convocato a breve con gli
 amministratori. La trattative è in corso e
 si attendono sviluppi quasi immediati:
 «Insieme con il sindaco Vignola siamo in
 attesa di essere convocati - spiega l'
 assessore Maffei - dalla direzione
 sanitaria del Moscati'', i vertici sono
 disponibili per un confronto. Tuttavia
 procederemo con il sindaco a fare per
 iscritto anche una richiesta ulteriore per
 l' incontro coinvolgendo sia il direttore
 generale dell' Azienda Percopo che la
 direttrice sanitaria Conte». Nel frattempo
 sul fronte napoletano la presidente del
 consiglio regionale Rosetta D' Amelio ha
 recepito il sollecito degli amministratori
 solofrani e si è fatta carico del problema che vede, da circa un anno, sospesa la
 prestazione presso il reparto di ginecologia ed ostetricia. Un fatto che oltre a creare
 disagio alle partorienti può comportare anche una riduzione dei parti presso il
 reparto dell' ospedale «Landolfi». Della questione è stata interessata anche Pina
 Tommasielli, medico e delegata del governatore Vincenzo De Luca per la medicina
 territoriale. «Abbiamo incontrato - tengono a precisare il sindaco Michele Vignola e l'
 assessore alla sanità Alba Maffei - la disponibilità e l' interessamento della Regione
 Campania. Così la presidente del consiglio D' Amelio che ha compreso il problema
 delle donne e ha manifestato interesse a raggiungere una risoluzione alla questione.
 Inoltre siamo fiduciosi anche nella disponibilità del direttore generale Percopo che si
 procederà a verificare le procedure per la riattivazione del servizio di partoanalgesia
 presso l' ospedale Landolfi per il beneficio del nosocomio e dell' intera Azienda

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
'Moscati'' di Avellino». Sollecitazioni erano state espresse in una nota nelle scorse
settimane anche dalla commissione Pari opportunità di Solofra a nome di tutte le
donne. La presidente della Commissione Angela Pandolfelli aveva richiamato la
necessità di ripristinare il servizio epidurale interessando gli amministratori del
Comune di Solofra e la direzione dell' azienda «Moscati». © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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18/02/2019                                                                                                                Pagina 7

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

   Prevenire i tumori, scendono in campo i medici di famiglia

 NAPOLI (r.c.) - I medici di famiglia in
 campo per la prevenzione dei tumori. A
 pochi giorni dalla diffusione dei dati sull'
 aumento di alcune patologie oncologiche
 nell' As l Napoli 1 Centro, dai 1.200 studi
 dei medici di medicina generale della
 Fimmg Napoli parte una campagna di
 comunicazione fatta dai medici di
 famiglia per una corretta prevenzione
 oncologica. I medici della Fimmg Napoli,
 che con i loro studi servono una
 popolazione di circa un milione e
 500mila pazienti, hanno scelto di
 trasformare l' ormai celebre campagna
 regionale per la prevenzione "Io mi
 voglio bene" in un più significativo "Io ti
 voglio bene", valorizzando quel rapporto
 medico paziente che troppo spesso viene
 messo a rischio dalle carenze del
 sistema      sanitario    pubblico.     "Le
 campagne di prevenzione oncologica -
 spiegano i vertici provinciali dell'
 associazione Luigi Sparano e Corrado
 Calamaro - hanno messo in luce ancora
 una volta, e sempre con maggior forza, il
 ruolo dei medici di medicina generale. Protagonisti di un' attività di sensibilizzazione
 diretta verso i propri pazienti che sono target" " in rispetto alle attività di
 prevenzione per il tumore della mammella, del colon e dell' utero". Il medico di
 medicina generale, infatti, rappresenta il primo avamposto del legame tra cittadino
 e sistema sanitario, potendo contare su un rapporto spesso di lunga durata e di
 conoscenza e confidenza consolidata nel tempo. "Una figura di fiducia consolidata",
 commenta il presidente dell' Ordine dei medici di Napoli Silvestro Scotti. "Con il
 medico di famiglia - aggiunge il numero uno dell' organismo di autogoverno dei
 camici bianchi - si ha un rapporto intimo e spesso confidenziale, e per questo è tra i
 più titolati a rendere meno spaventoso un tema come quello delle malattie
 oncologiche e quindi della prevenzione". Le capacità, spesso sottovalutate, dei
 medici di base possono quindi fare la differenza, grazie al lavoro "sul campo" e alla
 stretta conoscenza, speso non solo professionale, con i pazienti. Di fatto, il "medico
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
della mutua" finisce con il diventare una sorta di "membro onorario" del nucleo
familiare e ha sotto controllo l' intera situazione, per cui può valutare meglio, ad
esempio, l' incidenza dell' ereditarietà nelle malattie. In questo modo, si possono
indirizzare i pazienti verso gli screening più adeguati alle singole situazioni, sulla
base dell' anamnesi personale e familiare, dell' età e dei vari fattori di rischio.
Proprio per questo i medici di famiglia della Fimmg Napoli hanno avuto l' idea di
focalizzare il messaggio proprio sul rapporto fra medico di medicina generale e
paziente. "Da un lato - nota a questo proposito l' associazione di categoria
impegnata nell' iniziativa - l' invito ad effettuare lo screening viene fatto da una
persona che ci vuole bene, il nostro medico di medicina generale, non a caso spesso
chiamato in modo colloquiale "medico di famiglia"; dall' altro l' obiettivo è quello di
richiamare e dare nuovo impulso alla campagna della Regione Campania, il cui claim
principale è "Mi voglio bene"".

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18/02/2019                                                                                                                  Pagina 6

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                                                                                                                            Lettori: 153.101
                                            Argomento: Sanità nazionale

                     Calca al pronto soccorso, blitz dei Nas
 Veronica Passeri
 Roma, l' ira del ministro Grillo: «Al San
 Camillo bivacchi e condizione incivile»
 ROMA AMMASSATI sulle stesse barelle
 delle ambulanze, senza l' igiene che ci si
 aspetterebbe in un ospedale, senza
 privacy, con medici che, nonostante la
 professionalità, lavorano in condizioni di
 grande stress. Tutto questo accade al
 Pronto soccorso del San Camillo, uno dei
 più grandi ospedali romani, dove ieri il
 ministro della Salute Giulia Grillo ha
 deciso di inviare i carabinieri dei Nas.
 Una decisione, racconta la Grillo in un
 post sulla sua pagina Facebook, nata
 dopo aver visto un servizio giornalistico
 del Tg 2 (anch' esso postato sul social) e
 accogliendo le segnalazioni dei cittadini.
 Conclusione: si tratta di uno «spettacolo
 indecente» e «non è accettabile che i
 pronto soccorso dei nostri ospedali siano
 trasformati in bivacchi e che operatori sanitari e pazienti si ritrovino a lavorare e a
 essere curati in condizioni indegne di un Paese civile». «ORA - ha annunciato il
 ministro - attendiamo i dati per decidere quali provvedimenti adottare per poi
 lavorare insieme alla Regione Lazio per mettere fine ai disservizi che danneggiano i
 cittadini e quindi tutti noi». Non manca la polemica politica, però. La Grillo attacca il
 governatore del Lazio - e candidato alle primarie per la segreteria del Pd - Nicola
 Zingaretti, invitandolo «a fare un giro negli ospedali della sua città prima di chiedere
 l' uscita dal commissariamento per la Sanità del Lazio». Punto dolente questo che ha
 già visto scintille tra governatore e ministro come a inizio mese quando, al termine
 di una visita al policlinico Umberto I di Roma, la ministra espresse tutto il suo
 scetticismo. «Affermazioni prive di fondamento - replicò Zingaretti - non esiste un
 orientamento del governo indirizzato verso il prosieguo di un commissariamento». A
 valutare l' uscita dal commissariamento saranno «i tavoli tecnici del ministero; sarà
 fatta a marzo la prima valutazione, quindi vedremo», aveva annunciato la Grillo.
 DALLA giunta ha risposto ieri l' assessore alla Sanità del Lazio Alessio D' Amato: «Mi
 trovo al San Camillo per verificare la situazione mentre il ministro si affida ai social.
 Al momento non risultano ambulanze ferme, sono in trattamento 14 codici rossi, l'
 affluenza rientra nei limiti e l' organico in servizio è quello previsto dalle normative».
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Il direttore generale del San Camillo Fabrizio D' Alba replica sostenendo che la visita
dei Nas «non ha rilevato nulla in merito all' organizzazione e alla qualità dell'
assistenza». «I Nas - spiega il dg - hanno evidenziato problemi connessi alla privacy,
problematica questa dovuta ad una straordinaria affluenza dei cittadini a causa del
picco influenzalale». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/02/2019                                                                                                               Pagina 20

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                                         Argomento: Sanità nazionale

                Con le linee guida paracadute al penale

 Per le Sezioni unite, però, punibilità
 esclusa solo se c' è adeguatezza di cura
 La legge 24/17 incide anche sulla
 responsabilità     penale     dei    medici
 inserendo nel Codice l' articolo 590
 sexies che esclude la punibilità per
 eventi dovuti ad imperizia se vengono
 rispettate le raccomandazioni delle linee
 guida (se adeguate al caso) o, in
 mancanza di queste, le buone pratiche
 clinico-assistenziali. Le Sezioni unite con
 la sentenza 8770/2018 hanno però
 precisato che le linee guida sono regole
 cautelari valide solo se adeguate alla
 miglior cura del malato: in caso
 contrario, gli operatori sanitari possono e
 devono discostarsene. Inoltre, con le
 stessa sentenza,le Sezioni unite hanno
 chiarito i casi in cui il medico risponde
 penalmente per decesso o lesioni
 personali causate dall' attività medico-
 chirurgica: per colpa anche lieve da negligenza o imprudenza; per colpa anche lieve
 da imperizia quando il caso non sia regolato dalle raccomandazioni delle linee-guida
 o dalle buone pratiche clinico-assistenziali; per colpa anche lieve da imperizia nell'
 individuazione e scelta delle linee guida o di buone pratiche clinico-assistenziali
 inadeguate alla specificità del caso; per colpa grave da imperizia nell' esecuzione di
 raccomandazioni di linee guida o buone pratiche clinico-assistenziali adeguate,
 valutato il grado di rischio da gestire e le speciali difficoltà dell' atto. ©
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18/02/2019                                                                                                                  Pagina 22

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                                                                                                                            Lettori: 129.749
                                            Argomento: Sanità nazionale

                              Epatite C, salasso per i farmaci
 Chiara Daina
 Sanità ko - Usciranno dal Fondo speciale
 Ci sono oltre 300mila italiani affetti da
 epatite C che non hanno ancora ricevuto
 la cura per guarire definitivamente. Se
 entro quest' anno gli ospedali non
 saranno in grado di prendersi carico di
 tutti questi pazienti, la spesa per i
 farmaci anti-Hcv dal 2020 sarà a carico
 delle Regioni. Queste preziosissime
 molecole salvavita, il cui prezzo si aggira
 tra i 4mila e 6mila euro, usciranno infatti
 dal fondo speciale per i farmaci
 innovativi da 500 milioni (istituito nel
 2017), andando a gravare sui bilanci
 regionali e generando quasi sicuramente
 problemi di spesa. La normativa di Aifa,
 infatti, prevede che dopo 36 mesi il
 farmaco perda il requisito di innovatività
 e ritorni nel budget dei farmaci ordinari.
 La società italiana di gastroenterologia
 ed endoscopia digestiva (Sige) ha diffuso
 un comunicato in cui chiede a tutti gli
 operatori sanitari coinvolti di impegnarsi
 per curare il maggior numero di pazienti entro quella data. Quelli già trattati negli
 ultimi tre anni sono stati 167mila. L' obiettivo dell' Oms è quello di raggiungere
 entro il 2030 una riduzione globale della mortalità correlata alle epatiti del 65% e
 una riduzione del 90% di nuove infezioni.

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18/02/2019                                                                                                                Pagina 34

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità nazionale

   Genenta, la startup che lotta con l' hi-tech contro i tumori
 GLI INIZI TRE ANNI FONDAMENTALI
 L' impresa La società biotech ha
 inventato        un        sistema        di
 ingegnerizzazione delle cellule staminali
 che con tecniche di intelligenza
 artificiale penetra nei tessuti malati Q
 uando ho incontrato Luigi Naldini ero un
 venture capitalistis del biotech appena
 uscito da Eos (Ethical Oncology Science).
 Volevo rimettermi in pista ed è nata l'
 idea di mettere insieme impresa e
 scienza. A fine 2014 abbiamo fondato la
 società e a marzo dell' anno dopo
 abbiamo chiuso un primo round di
 finanziamenti da 10 milioni di euro. Ora
 stiamo iniziando l' arruolamento dei
 pazienti che tratteremo nell' arco dei
 prossimi mesi: il biennio 2019-20 sarà
 decisivo per dimostrare che 20 anni di
 ricerca hanno avuto un senso». Genenta
 Science è una delle aziende più
 innovative del panorama italiano per la
 portata della missione che sta portando
 avanti: rivoluzionare la lotta ai tumori con una terapia di nuova generazione. A
 riavvolgere il nastro sull' incontro "fatale" avuto cinque anni fa con il direttore dell'
 Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica, è il ceo Pierluigi Paracchi. che
 tratteggia un' eccellenza del mondo biotech decisa a far parlare di sé innanzitutto in
 termini di innovazione medico-scientifica. «La nostra terapia genica utilizza pezzi di
 Dna come fossero medicine », spiega. «Creiamo un vettore virale molto potente
 derivato dal virus dell' Hiv, annullando la componente malata, per trasmettere all'
 interno delle cellule un gene curativo in grado di creare e scaricare una proteina
 anti-tumorale. Un vero e proprio processo di ingegnerizzazione delle cellule
 staminali ». Il processo di attacco al tumore si ispira al Cavallo di Troia della
 mitologia greca. Che non a caso il ceo cita durante la spiegazione della lotta contro il
 mieloma e il glioblastoma multipli, due tumori che colpiscono il sangue e il cervello.
 Una battaglia ambiziosa, che Genenta Science non avrebbe potuto condurre senza il
 contributo del San Raffaele. Spinoff dell' ospedale milanese, la startup si alimenta di
 risorse messe a disposizione dalla stessa struttura. «L' ospedale ha conferito i
 brevetti necessari per sviluppare l' attività. E ha consentito ad alcuni ricercatori di
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svolgere parte della propria attività a nostro favore». Una concessione importante
«perché ci sgrava dalla necessità di costruire laboratori o assumere ricercatori»,
sottolinea Paracchi, che ci tiene a evidenziare la "visione lungimirante" della famiglia
Rotelli, proprietaria del Gruppo ospedaliero San Donato, in particolare l'
accelerazione sull' open innovation impressa da Paolo Rotelli che dal 2013 ha
assunto la presidenza. L' ultimo triennio è stato intenso: l' avvio della ricerca, la
predisposizione dell' attività clinica, il conseguimento delle autorizzazioni per le
sperimentazioni rilasciate dall' Agenzia italiana del farmaco. E nel mezzo un secondo
round d' investimento da 7 milioni chiuso nel 2017. «Vogliamo trattare un numero
consistente di pazienti, verificando innanzitutto la sicurezza della cura, la
tollerabilità della terapia e l' efficacia effettiva. Una sfida enorme ha bisogno di una
macchina perfetta. Ecco perché abbiamo portato a bordo profili come Guido Guidi,
ex capo oncologia di Novartis Europe, o Roger Abravanel, che vanta 10 anni di
presenza nel Cda di Teva». Ingressi che a quanto pare non rimarranno isolati: «Ora
siamo in 17 persone ma amplieremo il team. Seguire due programmi clinici non è
proprio un gioco da ragazzi, sicuramente avremo un occhio di riguardo per i profili
senior » . - a.fr. ©RIPRODUZIONE RISERVATA 10 MILIONI DI EURO Il primo
finanziamento ottenuto sul mercato dalla Genenta per le sue ricerche
biotecnologiche 17 RICERCATORI L' organico della startup che si prevede al più
presto di ampliare con personale altamente qualificato.

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18/02/2019                                                                                                                Pagina 6

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                                                                                                                          Lettori: 153.101
                                          Argomento: Sanità nazionale

  I medici esasperati: «Troppi tagli a posti letto e personale»

 ROMA IL SOVRAFFOLLAMENTO dei Pronto
 soccorso è «il prodotto dei tagli di posti
 letto e di personale e la politica non può
 dimenticare i 70mila posti letto che negli
 ultimi 10 anni sono stati tagliati o le
 condizioni di lavoro di migliaia di
 medici». Una tendenza, sostiene Carlo
 Palermo, segretario nazionale Anaao
 Assomed,       che    va    assolutamente
 «invertita». Altrimenti ci saranno sempre
 Ps «bivacco». Il ministro Grillo ha
 mandato i Nas, cosa accade al San
 Camillo? «Le condizioni operative del
 San Camillo sono note da anni. Il Lazio
 soffre di problematiche organizzative
 particolari perché ha un tasso di posti
 letto più basso di quello previsto dalla
 normativa.       Secondo      il    decreto
 ministeriale Balduzzi i posti letto per i
 pazienti acuti devono essere 3 per mille
 abitanti, il Lazio ne ha invece, come altre realtà nel Sud, 2,92 per mille». La colpa è
 di chi organizza il lavoro? «Dei 17 mila posti letto del Lazio, 7mila sono del privato
 accreditato, sono fuori dagli ospedali e questo riduce la possibilità di ricovero. Se c'
 è qualcosa di inappropriato è la distribuzione dei posti letto, oltre alla mancanza del
 personale. Anche in altre regioni la situazione è simile, due esempi: in Molise l' 1,19
 per mille di posti letto sono privati, in Campania lo 0,92 per mille. La media italiana
 è dello 0,68 per mille». Come si combatte il sovraffollamento dei Pronto soccorso?
 «Ci vuole una struttura che abbia un determinato numero di medici e di infermieri in
 modo da poter ricoverare anche in attesa del completamento del percorso
 diagnostico perché altrimenti si rischia il sovraccarico. I tempi sono dilatati perché
 non c' è una struttura organizzativa capace di accogliere l' iper afflusso e i pazienti si
 accumulano nei corridoi, appoggiati ai muri o in condizioni indegne. E poi il 25% di
 accessi al Ps è legato a cause banali». Cosa può fare il ministro della Salute per
 migliorare la situazione? «Lavorare perché venga assunto personale: in Italia
 mancano 10mila medici e 50mila infermieri. Mancano i posti letto che dovrebbero
 essere sotto il controllo delle aziende sanitarie, anche quelli privati. Quei posti letto
 devono essere occupati, se c' è necessità, anche da pazienti che vengono dal Pronto
 soccorso perché sono finanziati con la fiscalità generale, sono accreditati e rientrano
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
nella dotazione di quella regione». Veronica Passeri © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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18/02/2019                                                                                                               Pagina 3

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                                         Argomento: Sanità nazionale                                                     Lettori: 796.905

  Il medico: «Successo merito del dialogo e di rapporti stretti
                       con le famiglie»

 Zuccotti: ora portiamo i professionisti nei
 punti nascita «Le famiglie hanno bisogno
 di risposte». Le mamme e i papà indecisi
 sulle vaccinazioni si sono convinti così:
 parlando con qualcuno che ha saputo
 sciogliere i loro dubbi. Gian Vincenzo
 Zuccotti, primario di pediatria e del
 pronto soccorso pediatrico al Buzzi,
 spiega che cosa ha fatto aumentare le
 coperture vaccinali nel 2018. Professore,
 per il siero esavalente si tocca quota
 95,3 per cento di bambini protetti, 94,2
 invece per le iniezioni contro morbillo,
 parotite, rosolia. Di chi è il merito?
 «Sicuramente una grande parte del
 risultato è dovuta all' introduzione dell'
 obbligo vaccinale, con la conseguente
 impossibilità di frequentare l' asilo per
 chi non è in regola. Siamo riusciti a
 convincere una fetta di indecisi che
 aveva saltato alcuni richiami o aveva
 rimandato le iniezioni. Rimane ancora
 una piccola quota di no vax, attorno al 3
 per cento, ferma sulle proprie posizioni». Come avete convinto le mamme e i papà
 ancora dubbiosi? «Dal 2017 i centri vaccinali non fanno più riferimento alle Ats (ex
 Asl, ndr ), ma agli ospedali. Questo passaggio ha permesso di avere un rapporto più
 stretto con le famiglie, di aprire un dialogo e ha contribuito alla crescita della
 percentuale di vaccinati. In più Regione Lombardia ha realizzato e distribuito
 opuscoli di approfondimento, lanciato una campagna informativa e una app per
 rispondere a tutte le domande sul tema. È stato fatto anche un video che spiega
 come le vaccinazioni non siano correlate con l' autismo. Più di tutto però, credo sia
 stato importante per i genitori trovare persone disponibili al dialogo». Perché tante
 resistenze? Le famiglie non si fidano più dei dottori? «Le esigenze delle persone sono
 cambiate, non possiamo pensare di rispondere con gli stessi modelli di cinquant'
 anni fa. In più i genitori non conoscono per esperienza tante malattie ormai quasi
 sparite, non si rendono conto degli effetti di un loro ritorno. Giustamente vogliono

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