Comune di Russi venerdì, 12 luglio 2019

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Comune di Russi venerdì, 12 luglio 2019
Comune di Russi
venerdì, 12 luglio 2019
Comune di Russi venerdì, 12 luglio 2019
Comune di Russi
                                                   venerdì, 12 luglio 2019

Prime Pagine

 12/07/2019   Corriere di Romagna (ed. Ravenna)                                                                                   4
 Prima pagina del 12/07/2019
 12/07/2019   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)                                                                                  5
 Prima pagina del 12/07/2019

Cronaca

 11/07/2019   RavennaNotizie.it                                                                                                   6
 Diocesi di Ravenna. Nuovi parroci per Godo, Cortina, S. Michele, Fornace Zarattini e Malva di Cervia

 11/07/2019   Ravenna Today                                                                                                       7
 Nuovi parroci per Godo, Cortina, S. Michele, Fornace Zarattini e Malva di Cervia

Cultura e Turismo

 11/07/2019   Ravenna Today                                                                                                       8
 Weekend Show: buskers, street food, sagre, Nada, Nick Mason e Giacobazzi

Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

 12/07/2019   Il Sole 24 Ore Pagina 9                                                                                    G.Tr.    10
 Nel cantiere della nuova Imu sconti per case sfitte o occupate
 12/07/2019   Il Sole 24 Ore Pagina 9                                                                            Gianni Trovati   11
 Strategia Italia, per strade e scuole servono 6 miliardi
 12/07/2019   Il Sole 24 Ore Pagina 25                                                                                    V.V.    12
 «Le strutture? Da affidare a Comuni e Federazioni»
 12/07/2019   Il Sole 24 Ore Pagina 28                                                                         Marco Ludovico     14
 Funzioni, accesso e carriere: così cambia la polizia locale
 12/07/2019   Il Sole 24 Ore Pagina 28                                                                                    N.T.    16
 Tfr posticipato, inviata diffida al Governo

 12/07/2019   Italia Oggi Pagina 2                                                                          CARLO VALENTINI       17
 Tagliati i fondi per far unire i comuni

 12/07/2019   Italia Oggi Pagina 29                                                                                               18
 Imu-Tasi, verso una riforma profonda

 12/07/2019   Italia Oggi Pagina 35                                                                     FRANCESCO CERISANO        19
 Autonomia rinviata sine die
 12/07/2019   Italia Oggi Pagina 35                                                                        MATTEO BARBERO         20
 Ambiente e fusioni, cosa cambia per gli enti
 12/07/2019   Italia Oggi Pagina 35                                                                        MATTEO BARBERO         21
 La riforma divide anche i sindaci
 12/07/2019   Italia Oggi Pagina 36                                                                          ROBERTO LENZI        22
 Fondi Fraccaro, via alle richieste
Comune di Russi venerdì, 12 luglio 2019
12/07/2019    Italia Oggi Pagina 36                                                                        24
Il tetto del salario accessorio 2016 va considerato unitariamente
12/07/2019    Italia Oggi Pagina 38                                                                        26
Mozioni, diritto di replica
12/07/2019    Italia Oggi Pagina 39                                                                        27
Agli enti marchigiani le donazioni raccolte nella regione Toscana

12/07/2019    Italia Oggi Pagina 39                                                                        28
Gestione rifiuti, sulla comunicazione stanziati 1,5 mln

12/07/2019    Italia Oggi Pagina 39                                 PAGINA A CURA DI MASSIMILIANO FINALI   29
Interreg, fondi da Nord a Sud
Comune di Russi venerdì, 12 luglio 2019
[ § 1 § ]

            venerdì 12 luglio 2019
                                     Corriere di Romagna (ed. Ravenna)

                                       Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 4
Comune di Russi venerdì, 12 luglio 2019
[ § 2 § ]

     venerdì 12 luglio 2019
                              Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 5
Comune di Russi venerdì, 12 luglio 2019
[ § 1 4 3 8 7 9 7 6 § ]

                          giovedì 11 luglio 2019

                                                                          RavennaNotizie.it
                                                                                      Cronaca

                          Diocesi di Ravenna. Nuovi parroci per Godo, Cortina, S. Michele, Fornace
                          Zarattini e Malva di Cervia
                          La Diocesi di Ravenna e Cervia comunica nuovi parroci e collaborazioni pastorali per cinque parrocchie della diocesi.
                          Sono state rese note infatti

                          domenica nelle comunità interessate le nomine dei nuovi parroci di San
                          Michele, Fornace Zarattini, Godo, Cortina e La Malva. Fornace Zarattini,
                          Godo e Cortina lo aspettavano da tempo, dopo la morte improvvisa, nel
                          marzo scorso, del parroco, don Giovanni Giussani. Don Vincenzo
                          Cetrangolo, nato a Torre del Greco il 10 aprile 1984, ordinato sacerdote il
                          5 giugno 2010 diventa parroco di San Giovanni Apostolo a Villanova di
                          Ravenna, di San Marco (di cui era già amministratore parrocchiale) e
                          assume la guida pastorale anche di Godo, San Michele e Cortina. Don
                          Alberto Camprini, nato a Tagliata di Cervia il 6 luglio 1966 e ordinato
                          sacerdote il 15 settembre 1990, dopo 5 anni di direzione all' Opera Santa
                          Teresa, diventa parroco di Malva (Cervia), succedendo a don Cristian
                          Cerasa. Don Alberto Graziani, assume la legale rappresentanza dell'
                          Opera Santa Teresa, fino alla nomina di un nuovo direttore. La parrocchia
                          di Fornace Zarattini è unita in Unità pastorale con quella del SS.
                          Redentore, sotto la guida pastorale del parroco, don Alberto Brunelli,
                          vicario generale della diocesi.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019         Pagina 6
Comune di Russi venerdì, 12 luglio 2019
[ § 1 4 3 8 7 9 7 7 § ]

                          giovedì 11 luglio 2019

                                                                             Ravenna Today
                                                                                      Cronaca

                          Nuovi parroci per Godo, Cortina, S. Michele, Fornace Zarattini e Malva di
                          Cervia
                          Fornace Zarattini, Godo e Cortina lo aspettavano da tempo dopo la morte improvvisa, nel marzo scorso, del parroco,
                          don Giovanni Giussani

                          1 Il vento devasta il parco di Cervia: alberi crollati e arredi distrutti 2
                          Spiagge devastate dal maltempo: turisti e bagnini fanno squadra per
                          ripulirle 3 Le crolla un albero addosso mentre passeggia in pineta: donna
                          in gravi condizioni 4 Alberi crollati sulle auto e strade bloccate: scene da
                          apocalisse a Milano Marittima Nuovi parroci e collaborazioni pastorali per
                          cinque parrocchie della diocesi. Sono state rese note domenica nelle
                          comunità interessate le nomine dei nuovi parroci di San Michele, Fornace
                          Zarattini, Godo, Cortina e La Malva. Fornace Zarattini, Godo e Cortina lo
                          aspettavano da tempo, dopo la morte improvvisa, nel marzo scorso, del
                          parroco, don Giovanni Giussani. Don Vincenzo Cetrangolo, nato a Torre
                          del Greco il 10 aprile 1984, ordinato sacerdote il 5 giugno 2010 diventa
                          parroco di San Giovanni Apostolo a Villanova di Ravenna, di San Marco
                          (di cui era già amministratore parrocchiale) e assume la guida pastorale
                          anche di Godo, San Michele e Cortina. Don Alberto Camprini, nato a
                          Tagliata di Cervia il 6 luglio 1966 e ordinato sacerdote il 15 settembre
                          1990, dopo 5 anni di direzione all' Opera Santa Teresa, diventa parroco di
                          Malva (Cervia), succedendo a don Cristian Cerasa. Don Alberto Graziani,
                          assume la legale rappresentanza dell' Opera Santa Teresa, fino alla
                          nomina di un nuovo direttore. La parrocchia di Fornace Zarattini è unita in
                          Unità pastorale con quella del SS. Redentore, sotto la guida pastorale del
                          parroco, don Alberto Brunelli, vicario generale della diocesi.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019       Pagina 7
Comune di Russi venerdì, 12 luglio 2019
[ § 1 4 3 8 7 9 7 8 § ]

                          giovedì 11 luglio 2019

                                                                             Ravenna Today
                                                                                Cultura e Turismo

                          Weekend Show: buskers, street food, sagre, Nada, Nick Mason e Giacobazzi
                          Un fine settimana di emozioni con il batterista dei Pink Floyd Nick Mason, Nada, Giusy Ferreri, lo show di
                          Giacobazzi, buskers, street food, Mercato Europeo, strozzapreti e una marea di concerti

                          1 Weekend Show: buskers, street food, sagre, Nada, Nick Mason e
                          Giacobazzi Buskers, Mercato Europeo e balli country Spettacolo, colori,
                          squisitezze e divertimento accendono il weekend. Venerdì a Lido di
                          Classe artisti di strada e food trucks vi coinvolgono in Buskers di Classe ,
                          mentre nel centro di Russi la Festamercato porta in piazza chef stellati,
                          Bel e cot e tanti spettacoli. Da venerdì a domenica si balla in allegria al
                          country festival Crazy Bulls & Friends che si svolge a Lido di Dante.
                          Prodotti a km zero, street food e artigianato si trovano al Mercato
                          Europeo che vi aspetta fino a domenica in viale Virgilio a Lido Adriano.
                          Di sagra in sagra Non mancano gli appuntamenti golosi a dare sapore al
                          nostro weekend. Il Big Food Street festival di Lido di Savio propone cibo
                          di strada e birra da venerdì a domenica. Per tutto il fine settimana ci sono
                          da sbafarsi tanti buoni piatti romagnoli alla Sagra dello Strozzaprete a
                          Savio di Cervia, mentre fino a domenica ci sono street food e sapori
                          locali da gustare alla festa Estate Insieme a Faenza. Concertoni: Nada,
                          Nick Mason alle origini dei Pink Floyd e il ritorno di Giusy Ferreri Si
                          continua a fare sul serio con la musica live nella provincia di Ravenna. Nel
                          fine settimana i concerti non solo sono tanti, ma anche di qualità. Venerdì
                          torna Nada con il suo tour estivo che passa dall' Arena delle Balle di
                          Paglia di Cotignola, in piazza a Lugo si balla con il rock di Springsteen
                          suonato dai Glory Days , a Lido di Savio ci si sveglia sulla spiaggia con
                          Enrico Farnedi e i capolavori di Lucio Dalla e tutta la passione del musical
                          arriva in piazza San Francesco a Ravenna con Chorus Fantasy . Sabato
                          è il momento di Nick Mason , il leggendario batterista dei Pink Floyd, e i suoi Saucerful of Secrets al Pala De André di
                          Ravenna, torna Giusy Ferreri insieme a Takagi&Ketra al Papeete Beach di Milano Marittima, ancora rock in piazza a
                          Lugo con i successi dei Rolling Stones eseguito dagli All down the line , Ermanno Cavazzoni e gli Extraliscio
                          viaggiono lungo i sentieri della filosofia all' Arena delle Balle di Paglia, l' arpista Giuliana De Donno si esibisce ai
                          Magazzini del Sale di Cervia e l' energia tropicale dei Boppin Rollin vi accoglie al Bagno Caesar di Lido Adriano.
                          Domenica aperitivo live al Salino di Marina di Ravenna in compagnia di Hernandez & Sampedro , atmosfera jazz con
                          il Nalìs Trio in Piazza del Popolo a Ravenna e si ascoltano i successi degli anni '80 con i Meteora al bagno Kiwengwa
                          di Pinarella. Inoltre: venerdì e sabato grande festa nel centro di Massa Lombarda con l' atteso Riot Fest che porta in
                          piazza i live di Vanessa Peters, Sundat Morning e Wrongonyou. Per tutto il weekend continua anche l' anteprima di
                          Spiagge Soul con una pioggia di concerti fra Marina di Ravenna, Punta Marina e Porto Corsini, tra le band Boem,
                          Daiana Lou e Fake Jam. Al sipario: ultimi spettacoli al Festival, Purgatorio, Elena Bucci e Giacobazzi Giungono al
                          termine le repliche dello spettacolo Purgatorio che partono dalla Tomba di Dante per dirigersi al Teatro Rasi. Si
                          concludono anche gli spettacoli di Ravenna Festival con i Vespri a San Vitale e i Giovani artisti per Dante agli Antichi
                          Chiostri Francescani. Poi venerdì si ride con le furbate di Fagiolino al Cisim di Lido Adriano, e con i burattini dell'
                          Horror puppet show al Coya Beach di Casal Borsetti. Venerdì il Teatro Alighieri di Ravenna ospita Elena Bucci
                          protagonista di Nella lingua e nella spada . Sabato è il momento di ridere in piazza Garibaldi a Cervia con il divertente
                          show comico di Giuseppe Giacobazzi & Friends . Tour fra mosaici e palazzi liberty Per l' estate non mancano le
                          occasioni di far visita ai monumenti ravennati con Mosaico di Notte : venerdì partono due itinerari che mostrano le
                          bellezze del centro di Ravenna e della zona archeologica di Classe. Ci sono poi delle visite interessanti che portano
                          alla scoperta della Romagna liberty in varie città, tra cui Ravenna e Faenza. Storie di calcio e Notte Verde Spazio
                          anche a qualche incontro curioso. Venerdì

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 8
Comune di Russi venerdì, 12 luglio 2019
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                          giovedì 11 luglio 2019

                                                                              Ravenna Today
                                                                                 Cultura e Turismo

                          ci sono giochi, merende e laboratori alla Notte Verde dell' Ecomuseo di Villanova di Bagnacavallo, domenica invece
                          Alessandro Bonan racconta desideri, peccati e riscatti nel mondo del calcio all' Hanabi di Marina di Ravenna. Vi
                          mostro le mostre E ora le novità per i mostri da mostra. Da venerdì a domenica la personale Stati d' Animo di
                          Stefano Bianchi tiene banco a Palazzo Rasponi 2 a Ravenna, due giorni di pittura en plein air sabato e domenica a
                          Castiglione di Cervia con le opere di Alteo Missiroli , inoltre arriva la mostra degli acquarellisti faentini alla Bcc di
                          Faenza. Il tempo stringe per: Oltrepassi 201 di Maria Cristina Bellestracci ai Magazzini del Sale di Cervia, i mosaici di
                          Sandra Pizzuti in mostra alla scuola Sisam di Marina Romea, le fotografie de L' amore per la mia terra alla Sala
                          Artemedia di Cervia e alla Classense l' esposizione Il Purgatorio degli italiani . Proseguono: la ceramica di Miquel
                          Barcelò al Mic di Faenza, a Lugo la mostra I nostri avi al Museo Baracca , la grande tela di Nanni Balestrini per il ciclo
                          Ascoltare Bellezza alla Biblioteca Classense, la collettiva Trasformazione alla Galleria Faro Arte di Marina di
                          Ravenna, Beyond Limits di Zulkarnian Ismail al Vialetto degli Artisti di Milano Marittima, Frammenti dell' Orizzonte del
                          pittore Leonardo Serafini alle Terme di Punta Marina, alla Casa Guerrini di Sant' Alberto Il piacere per la vita , gli scatti
                          di The new New York di Marco Vacchi al Magazzeno Art Gallery di Ravenna, la retrospettiva Il Mistero Segreto
                          dedicata a Werther Morigi alla Bottega d' Arte di Milano Marittima. E allora cinema! Vi manca qualcosa? Cercatela al
                          cinema .

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 9
Comune di Russi venerdì, 12 luglio 2019
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                          venerdì 12 luglio 2019
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                                                                               Il Sole 24 Ore
                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          FISCO LOCALE

                          Nel cantiere della nuova Imu sconti per case sfitte o occupate

                                                                                                                                                 G.Tr.
                          Cresce l' ambizione della «nuova Imu», il progetto di marca leghista che
                          vuole unificare l' imposta attuale sugli immobili sdoppiata fra Imu e Tasi.
                          Accanto alla semplificazione, l' obiettivo si allarga a sconti mirati su
                          alcune categorie di immobili, a partire da quelli sfitti oppure occupati
                          abusivamente e dai capannoni delle imprese che hanno chiuso la
                          produzione. L' idea ovviamente accende i desideri di molte platee di
                          potenziali interessati: Assoimmobiliare chiede per esempio di alleggerire
                          le tasse per gli stabili in via di costruzione. Ma per tradursi in pratica deve
                          passare al ministero dell' Economia alla ricerca delle coperture, ostacolo
                          su cui inciampano molte delle aspirazioni della vigilia. La prova del nove
                          si avrà come sempre in autunno, con la legge di bilancio. Ma il progetto
                          accelera almeno per trovarsi pronto all' appuntamento. Alberto Gusmeroli
                          (Lega), primo firmatario della proposta di legge e vicepresidente della
                          commissione Finanze alla Camera dove sono in corso le audizioni, ci
                          aveva già provato nella manovra dell' autunno scorso. Ma la via dell'
                          emendamento, oltre che rapida, si era rivelata inadeguata a un progetto
                          che deve risolvere problemi delicati come quello dell' aliquota di
                          riferimento per i Comuni. Di qui il disegno di legge, che lavora «per
                          arrivare a un testo condiviso da tutta la commissione in tempi rapidi». Per
                          arrivare più forte all' appuntamento con la sessione di bilancio, il Ddl
                          potrebbe ottenere la sede deliberante almeno a Montecitorio, per avere
                          un primo via libera pieno entro l' autunno. Tra le strade per finanziare un
                          taglio più ampio del carico fiscale c' è quella di concedere più flessibilità nelle aliquote ai Comuni che si possono
                          permettere sconti. Ma la via opzionale non piace a Confedilizia: «I tagli devono essere stabiliti per legge, non lasciati
                          alla buona volontà» dei Comuni. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 10
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                          venerdì 12 luglio 2019
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                                                                                Il Sole 24 Ore
                                                                   Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Strategia Italia, per strade e scuole servono 6 miliardi
                          Sulle Province il rilancio di Salvini: «Il piano è pronto, al via in manovra»

                                                                                                                                    Gianni Trovati
                          ROMA Sei miliardi abbondanti per gli investimenti delle Province. La cifra,
                          ambiziosissima, è scritta nel censimento del fabbisogno per strade, ponti
                          e scuole presentato ieri mattina alla «Strategia Italia», la cabina di regia
                          sugli investimenti pubblici di Palazzo Chigi. Ed è divisa così: 2,5 miliardi
                          per mettere in sicurezza le strade, altrettanti per le scuole superiori, e 1,3
                          miliardi per ponti, viadotti e gallerie. Messa così, sarebbe l' ennesimo
                          elenco della spesa presentato da Province e Città metropolitane per
                          ripartire dopo la paralisi seguita ai tagli che hanno accompagnato la
                          riforma Delrio. Ma ieri mattina le cifre non si sono fermate sul tavolo della
                          Sala Verde di Palazzo Chigi. Matteo Salvini, reduce dall' ennesimo
                          scontro interno al governo sull' autonomia differenziata, le ha subito
                          rilanciate su Facebook, che oggi può valere almeno quanto una sede
                          istituzionale, collegandole alla prossima manovra: «C' è già un piano - ha
                          detto il vicepremier leghista -. Facciamo: l' Italia ha bisogno di sbloccare,
                          non di no, di stop, di dubbi. Stiamo preparando una manovra economica
                          che di questo parla». Il messaggio, è ovvio, è per ora più politico che
                          operativo. E rappresenta la prima risposta leghista alla frenata Cinque
                          Stelle sull' autonomia differenziata. Ingoiato l' ennesimo stop, il leader
                          leghista sceglie di rilanciare con un altro tema indigesto per l' alleato: le
                          Province. Enti «da abolire» secondo Di Maio, che alla vigilia del voto
                          europeo aveva tranciato di netto le ipotesi di riforma costruite al tavolo
                          tecnico-politico al Viminale in cui Lega e Cinque Stelle lavorano alla
                          riscrittura degli ordinamenti degli enti locali. Nelle bozze era spuntato il rafforzamento pieno delle Province, con il
                          ritorno all' elezione diretta di consiglieri e presidenti accompagnato da una drastica sfoltitura di agenzie e altri enti
                          intermedi. L' idea aveva fatto infuriare il capo politico M5s. Ma ieri Salvini è tornato a calpestare esattamente lo
                          stesso terreno: «La bufala delle Province ha moltiplicato i costi e centri di spesa - ha spiegato - e su questo stiamo
                          lavorando: lo dico anche a qualche amico del M5s che ha dei dubbi alla Renzi». «Abbiamo aspettato anche troppo -
                          rilancia a stretto giro dal Viminale il sottosegretario Stefano Candiani, plenipotenziario leghista al tavolo sulla riforma
                          degli enti locali -. Ora basta perdere tempo». Dal canto loro gli amministratori provinciali sono pronti a incassare il
                          sostegno di Salvini, attenti ai fondi più che agli ordinamenti: «Bene il piano sugli investimenti - risponde il presidente
                          Upi Michele de Pascale -; noi siamo pronti e abbiamo i progetti cantierabili». Il quadro di finanza pubblica indica però
                          che bisognerà aspettare ancora. Il calendario operativo, invece, vede il via libera del decreto Mise che disciplina i 500
                          milioni ai Comuni per i piccoli investimenti in risparmio energetico e mobilità sostenibile. Per non perdere il contributo,
                          entro fine ottobre i sindaci dovranno inviare il Codice di progetto (Codice gara per i lavori) e la data di avvio dei
                          lavori, che coincide con l' aggiudicazione definitiva del contratto. gianni.trovati@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE
                          RISERVATA.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 11
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                          venerdì 12 luglio 2019
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                                                                   Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Fulvio Bonavitacola

                          «Le strutture? Da affidare a Comuni e Federazioni»

                                                                                                                                                  V.V.
                          «Pensare al dopo Universiadi? Lo stiamo facendo». Parola di Fulvio
                          Bonavitacola, vicepresidente e pilastro della giunta campana guidata da
                          Vincenzo De Luca. «Uno dei motivi fondamentali che ci ha spinto a
                          ospitare le Universiadi - dice -è la volontà di ristrutturare decine di impianti
                          sportivi che da anni erano in condizioni precarie o di vero abbandono.
                          Abbiamo anche acquistato moderne attrezzature mobili. Soprattutto nei
                          quartieri periferici delle più grandi aree urbane, un impianto più bello è un
                          colpo al degrado del contesto, un contributo a una migliore socialità,
                          specie nei rapporti fra i giovani. Come pensate di gestire queste
                          strutture? Il commissario Basile dice: dal 16 l' esercito andrà via e le
                          strutture non saranno più sorvegliate. Abbiamo intese preliminari con
                          Comuni e Federazioni sportive per affidarne a loro il migliore utilizzo. Per
                          la parte delle attrezzature mobili, trasferendone la custodia e gestione.
                          Per la parte fissa è ovvio che saranno i soggetti proprietari degli impianti
                          a doversene occupare. Insomma, c' è un Piano? Pensate a gestioni miste
                          pubblico-privato? Dovranno essere gli enti proprietari a definire idonei
                          programmi di manutenzione e gestione. Non c' è dubbio che occorre
                          aprire molto al partenariato pubblico-privato. Ci sono strutture che
                          possono accogliere funzioni accessorie (commerciali, terziarie, culturali)
                          in grado di concorrere alla remunerazione degli investimenti e ai costi
                          gestionali ordinari, comprese le manutenzioni. La Regione manterrà una
                          regia? Farà controlli? Finanzierà la manutenzione? La Regione intende
                          svolgere un ruolo attivo. Lavoreremo a un protocollo quadro con la società Sport e salute e con l' Istituto per il credito
                          Sportivo. Non mancheremo di svolgere una funzione di coordinamento con specifiche misure di sostegno finanziario
                          e di semplificazione. C' è un altro patrimonio da valorizzare: le competenze acquisite dai giovani nella organizzazione
                          dell' evento. Uno degli aspetti che ci gratifica di più è di avere fatto incontrare centinaia di ragazzi e di aver permesso
                          loro di fare un' esperienza professionale importante. Credo che l' Agenzia regionale non debba sciogliersi dopo l'
                          evento. Quali ricadute economiche vi aspettate nel medio-lungo periodo? La prima ricaduta economica è di
                          carattere indiretto: parlo della reputazione. La nostra regione troppo spesso è stata dileggiata e denigrata. Ci siamo
                          rotti le scatole del gomorrismo e terrafuochismo da un lato, e dell' immagine di un Sud lagnoso e fannullone dall' altra.
                          Napoli e la Campania, quelle vere, sono un' altra cosa. Le Universiadi devono fornire una prova di efficienza. Se
                          passa, come passerà, questo messaggio forte potremo meglio affrontare le nuove sfide dello sviluppo e del lavoro.
                          Abbiamo una visione strategica dello sviluppo che tiene insieme grandi e piccoli centri, fascia costiera e zone interne,
                          turismo, beni culturali, agricoltura d' eccellenza,

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 12
[ § 1 4 3 8 7 9 7 9 § ]

                          venerdì 12 luglio 2019

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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          manifatturiero avanzato, ricerca innovativa, logistica ed infrastrutture integrate. A chi dovremmo essere secondi?

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019          Pagina 13
[ § 1 4 3 8 7 9 8 3 § ]

                          venerdì 12 luglio 2019
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                                                                    Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          SICUREZZA

                          Funzioni, accesso e carriere: così cambia la polizia locale
                          Ok ieri in Cdm alla legge delega firmata dai ministri Bongiorno e Salvini

                                                                                                                                      Marco Ludovico
                          ROMA A distanza di più di trent' anni il governo Conte rinnova l'
                          ordinamento e le funzioni della polizia locale. Ieri il Consiglio dei ministri
                          ha dato il via libera al disegno di legge delega proposto dal ministro dell'
                          Interno, Matteo Salvini, di concerto con il titolare della Pubblica
                          amministrazione, Giulia Bongiorno. La disciplina del settore risale al 1986:
                          come si legge nella relazione di accompagnamento bisogna adeguare le
                          norme «ai mutati contesti delle nuove governance sulle politiche per la
                          sicurezza delineatesi nel corso dell' ultimo decennio». Il provvedimento
                          dovrà riportare la «definizione della polizia locale» e le «diverse tipologie
                          di funzioni e compiti che in essa rientrano»; disciplina l' accesso ai ruoli e
                          la progressione di carriera; definisce le qualifiche articolati in ruoli distinti:
                          agente o ufficiale di polizia giudiziaria, agente di polizia tributaria e agente
                          di pubblica sicurezza. In quest' ultimo caso la competenza è attribuita al
                          prefetto. Il regolamento di servizio stabilisce la dotazione organica del
                          personale, l' organizzazione del servizio, i dispositivi di tutela dell'
                          incolumità, come il giubbotto antiproiettile o gli scudi, le armi compreso il
                          taser. Le Regioni, inoltre, disciplinano le modalità e i tempi per l'
                          istituzione dei corpi di polizia locale: il numero minimo di operatori non
                          potrà essere inferiore a 15. Le uniformi e i segni distintivi dovranno
                          escludere «la stretta somiglianza con le uniformi e i segni distintivi delle
                          forze di polizia statale e delle forze armate». Il testo poi dispone che «il
                          decreto attuativo disciplini le forme di collaborazione con le Forze di
                          polizia anche attraverso il collegamento tra il numero unico di emergenza 112 e le sale operative dei corpi di polizia
                          locale nonché le procedure di accesso al Centro elaborazione dati». Mentre «il regolamento di servizio della polizia
                          locale», recita l' articolato, deve stabilire «nel rispetto dei criteri generali fissati dalla legislazione regionale, la
                          dotazione organica del personale secondo i principi di economicità e funzionalità e in rapporto a specifici indicatori
                          concernenti l' assetto del territorio, la densità della popolazione nonché i tassi di incidenza degli illeciti più significativi
                          per la sicurezza locale». La tempistica di emanazione del decreto legislativo di attuazione dà la misura dei tempi, non
                          proprio brevi, per la riorganizzazione della polizia locale. Una volta approvato dal Parlamento il disegno di legge
                          delega, il governo ha tempo un anno per emanare il decreto attuativo. Quest' ultimo viene trasmesso alla Conferenza
                          unificata e al Consiglio di Stato che devono emanare i loro pareri entro 45 giorni. Lo schema di decreto legislativo «è
                          successivamente trasmesso alle Camere per l' espressione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti per
                          materia e per i profili finanziari»: devono pronunciarsi entro sessanta giorni. Entro un anno dall' entrata in vigore del
                          decreto legislativo di attuazione il governo può adottare «uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e
                          correttive». La materia del resto è complessa, variegata sul territorio nazionale e fonte di tensioni con i sindacati: «In
                          assenza di una previsione di un contratto di diritto pubblico per noi è una controriforma» afferma Luigi Marucci del
                          dipartimento polizia locale Csa-Ospol. Il Consiglio dei ministri di ieri ha varato un pacchetto di nomine: tra le altre,
                          Franco Bettoni è presidente dell' Inail. Il Cdm, inoltre, ha deliberato la promozione a generale di corpo d' armata della
                          Guardia di Finanza di Fabrizio Carrarini, romano, 58 anni, vicecapo di gabinetto al Mef; Carrarini,

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                Pagina 14
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                          venerdì 12 luglio 2019

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                                                              Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          in precedenza, per quattro anni è stato comandante della Regione Campania Gdf e prima ancora capo del reparto
                          Affari giuridici e legislativi del Comando generale oggi guidato da Giuseppe Zafarana. © RIPRODUZIONE
                          RISERVATA.

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                          venerdì 12 luglio 2019
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                                                                   Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          dipendenti pubblici

                          Tfr posticipato, inviata diffida al Governo

                                                                                                                                         N.T.
                          La federazione Confsal-Unsa ha depositato una diffida al governo in cui
                          si intima un intervento urgente di sistemazione della normativa sull'
                          erogazione del Tfr/Tfs dei dipendenti pubblici. Il sindacato, in particolare,
                          non condivide le disposizioni contenute nel decreto legge 4/2019, non
                          ancora attuate, secondo cui per sopperire all' erogazione posticipata del
                          Tfr i dipendenti pubblici potrebbero ottenere un anticipo fino a 45 mila
                          euro. Che però, afferma Massimo Battaglia, segretario generale della
                          federazione, «è un prestito fatto da banche con interessi a carico dei
                          lavoratori, non l' erogazione, come dovrebbe essere, di un diritto
                          maturato in più di 40 anni». Inoltre il sindacato fa notare che per alcune
                          categorie di dipendenti pubblici già esistono convenzioni in base alle quali
                          delle banche anticipano il Tfs/Tfr come cessione del credito a tassi di
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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          L' analisi

                          Tagliati i fondi per far unire i comuni

                                                                                                                            CARLO VALENTINI
                          L' efficienza dei sevizi forniti ai cittadini ma anche alle imprese e a chi ha
                          un' attività professionale, assieme al risparmio in conseguenza della
                          razionalizzazione delle prestazioni, dovrebbe essere prioritaria per chi
                          governa. Il riordino istituzionale di cui si è parlato per anni e in parte
                          finalmente realizzato dal governo Renzi aveva appunto le finalità di
                          cercare di fornire servizi di alto livello abbattendo nel contempo spese
                          superflue della pubblica amministrazione e della macchina politica. Con
                          questo obiettivo vennero abolite le Province (legge Delrio) e fu promosso
                          l' accorpamento dei piccoli Comuni. Al posto delle Province dovevano
                          sorgere (ma la riforma è rimasta incompiuta) delle Unioni di Comuni con
                          compiti di programmazione territoriale (in dialogo con le Regioni), enti di
                          secondo livello senza personale politico e senza apparati burocratici.
                          Mentre i piccoli Comuni avrebbero dovuto mettere insieme uffici e
                          competenze, sopperendo alla cronica carenza di mezzi e personale. Si
                          trattava di un disegno di architettura istituzionale certamente migliorabile
                          ma rispondente a esigenze reali, che non sono venute meno. Al contrario,
                          da un lato la necessità di dare slancio alla ripresa e dall' altro i conti
                          pubblici in sofferenza hanno reso ancora più urgente il raggiungimento di
                          questi traguardi. Perciò lascia perplessi che vi sia chi (la Lega) propone di
                          fare rinascere le Province (con tanto di politici gettonati e di nuovo
                          personale pubblico) e che il governo abbia tagliato i finanziamenti (per
                          altro, scarsi) per promuovere le concentrazioni dei Comuni, che sono ben
                          7.914, alcuni con poche centinaia di abitanti. In quelli con meno di 5 mila
                          residenti vive il 16,5% degli italiani e secondo la Cgia (confederazione artigiani) di Mestre i Comuni incidono solo per
                          l' 1,6% sul debito pubblico mentre il 96,3% dipende dalle amministrazioni centrali. Lungo la Penisola sono 276 i
                          Comuni interessati ad aggregazioni, al loro posto ne sono sorti (o sorgeranno) 117 (tutti al di sopra dei 20 mila
                          abitanti). Ma il tutto rischia di bloccarsi perché il governo ha tagliato del 40% i finanziamenti previsti per aiutare la
                          riorganizzazione di questi Comuni. Un Paese che ha bisogno di snellirsi e di acquisire efficienza non può permettersi
                          passi indietro come sarebbero il revival delle Province e come sta avvenendo non aiutando i piccoli Comuni a
                          crescere. © Riproduzione riservata.

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                          Imu-Tasi, verso una riforma profonda

                          CRISTINA BARTELLI - La fusione Imu-Tasi punta a una riforma più
                          radicale del sistema di tassazione degli immobili con libertà per i comuni
                          di prevedere esenzioni di imposta e snellimento del carico tributario per
                          specifiche situazioni particolari. Mentre sono ancora in corso le audizioni
                          di esperti e parti sociali sulla riforma delle due imposte, contenuta nel
                          progetto di legge Gusmeroli (pdl 1429), in commissione finanze della
                          camera, già si pensa ad ampliare i contenuti del provvedimento. In
                          particolare il vicepresidente della commissione finanze della camera,
                          Alberto Gusmeroli (Lega) ha chiesto agli uffici tecnici della camera e del
                          ministero dell' economia una valutazione dei costi su particolari
                          soppressioni e modifiche. Si tratterebbe di tagli chirurgici su particolari
                          situazioni come per esempio i fabbricati occupati, inagibili e sfitti. Per
                          queste ragioni primi di passare a una predisposizione degli emendamenti,
                          è stato chiesto ai tecnici una valutazione dei costi per il bilancio dello
                          stato di queste ipotesi. Un' ipotesi allo studio è quella di tornare a dare
                          libertà ai comuni per poter re introdurre le esenzioni o le riduzioni di
                          imposta considera che al momento spiega Gusmeroli « i comuni hanno
                          solo la libertà di alzare l' aliquota». Inoltre uno degli obiettivi sul tappeto è
                          quello di prevedere un piano di rientro per i circa 500 comuni che hanno
                          ancora la maggiorazione dello 0,80 della tasi. «Un' ipotesi che doveva
                          essere prevista solo per un anno, nel 2014», ricorda Gusmeroli, «ma che
                          invece è praticamente rimasta a regime anche a Roma e Milano». La
                          volontà è quella di chiudere a stretto giro le consultazioni e avviare in
                          commissione un comitato ristretto per predisporre un testo condiviso, sull' esperienza maturata con la pdl
                          semplificazioni approvata all' unanimità dai deputati Lega-5Stelle. All' orizzonte si profila una trasformazione del
                          progetto di legge in emendamento da inserire nella prossima legge di bilancio. © Riproduzione riservata.

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                                                                    Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Ennesimo nulla di fatto al vertice a palazzo Chigi sul regionalismo differenziato

                          Autonomia rinviata sine die
                          Stallo su scuola e risorse. E spuntano le gabbie salariali

                                                                                                                              FRANCESCO CERISANO
                          Autonomia differenziata impantanata sulla perequazione delle risorse e
                          sulla regionalizzazione della scuola. Si è concluso con un nulla di fatto (l'
                          ennesimo) il vertice governativo a palazzo Chigi sul trasferimento di
                          competenze alle tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) che
                          hanno siglato le pre intese con l' esecutivo ai sensi dell' art. 119 Cost.
                          Nonostante l' autonomia differenziata sia presente nel contratto di
                          governo sottoscritto tra Lega e M5S, le diverse sensibilità, che animano l'
                          esecutivo gialloverde su molti nodi cruciali, stanno congelando sine die il
                          raggiungimento di un' intesa che, tra un passo avanti e due indietro,
                          appare ogni giorno più lontana. Il primo scoglio su cui il vertice di ieri si è
                          subito incagliato riguarda il trasferimento delle competenze in materia di
                          istruzione, con la Lega che spinge forte verso la regionalizzazione dei
                          ruoli e l' autonomia sulla definizione dei programmi e dell' offerta
                          formativa, e il Movimento 5 Stelle preoccupato dei riflessi che una scuola
                          a due velocità potrebbe avere sull' unitarietà del Paese. «L' autonomia si
                          deve fare ma non si deve fare male», ha spiegato il vicepremier Luigi Di
                          Maio. «Noi crediamo che un bambino in Italia non scelga in quale regione
                          nascere, e non è giusto che, siccome una regione ha più soldi, i bambini
                          che nascono lì hanno più diritto all' istruzione». La replica della leghista
                          Erika Stefani, ministro per gli affari regionali, mostra in modo plastico
                          come lo strappo sul punto sia difficilmente ricomponibile: «Se in materia
                          di istruzione mi si nega la possibilità che una regione con risorse proprie
                          possa garantire un' offerta formativa migliore, e il motivo ostativo è che
                          nelle altre regioni non si possa fare, allora si nega il principio base dell' autonomia». Altro nodo cruciale è quello della
                          perequazione, ossia dei meccanismi compensativi che dovrebbero tutelare soprattutto le regioni del Sud. «Sul fondo
                          di perequazione non torniamo indietro perché è innegabile che le regioni del Sud negli anni scorsi hanno ricevuto
                          trasferimenti inferiori rispetto alle altre», ha dichiarato il ministro per il Sud, Barbara Lezzi. Su questo fronte, il punto di
                          maggiore distanza tra Lega e Pentastellati è rappresentato dalla compartecipazione ai tributi erariali che dovrebbe
                          finanziare le funzioni trasferite. La Lega e le due regioni guidate dal Carroccio (Lombardia e Veneto) vorrebbero una
                          compartecipazione fissa, mentre il M5s preferirebbe un' aliquota variabile. Nel vertice di ieri si è poi aperto un nuovo,
                          inedito, terreno di scontro: il ripristino delle cosiddette «gabbie salariali», ossia il sistema di calcolo dei salari (in
                          vigore fino al 1972) che metteva in relazione le retribuzioni con il costo della vita in un determinato luogo. Un' idea
                          della Lega che ovviamente i 5 Stelle hanno subito rispedito al mittente in quanto «discriminatoria e classista, oltre che
                          lesiva dell' unità del Paese». In tutto questo, toccherà al premier Giuseppe Conte trovare la quadra. «Non accetterò
                          che l' autonomia differenziata possa allargare il divario tra regioni più prospere e regioni meno prospere», ha
                          ammonito il presidente del consiglio. Parole che sembrano spegnere ogni speranza leghista di una fuga in avanti sull'
                          autonomia. © Riproduzione riservata.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                Pagina 19
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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Ambiente e fusioni, cosa cambia per gli enti

                                                                                                                            MATTEO BARBERO
                          Governo del territorio. Valorizzazione dei beni culturali e ambientali.
                          Promozione e organizzazione di attività culturali. Governance
                          istituzionale. Sono queste le materie sulle quali l' attuazione del
                          regionalismo differenziato potrebbe portare maggiori cambiamenti per gli
                          enti locali rispetto all' assetto attuale. Nei dossier presentati dalle regioni,
                          infatti, vi sono numerose rivendicazioni di competenze che oggi vengono
                          gestite o cogestite a livello centrale e che invece le regioni puntano ad
                          acquisire in toto. In tal caso, il punto di riferimento per comuni, province e
                          città metropolitane non sarebbe più lo Stato (se non per i profili attinenti
                          alla rispettiva competenza legislative esclusiva), bensì l' amministrazione
                          regionale. Alcuni esempi: le regioni puntano a diventare padrone delle
                          procedure di concessione e di valutazione di impatto ambientale e
                          strategica, a gestire in proprio i fondi destinati a promuovere l'
                          associazionismo delle funzioni e le fusioni fra municipi, a rimodulare gli
                          obblighi di gestione a associata ed i bacini ottimali per lo svolgimento
                          delle funzioni di area vasta. Ovviamente, le singole proposte presentano
                          sfumatura differenziate, ma il verso della riforma è questo. Sullo sfondo vi
                          è poi il tema cruciale delle risorse, troppo sbrigativamente e
                          superficialmente riassunto dalla stampa non specializzata nella questione
                          del cosiddetto residuo fiscale. Come ovvio, le regioni «virtuose»
                          chiedono di acquisire dal bilancio statale le somme che attualmente
                          vengono spese per esercitare le competenze destinate ad essere
                          trasferite, con l' obiettivo e l' intenzione di gestirle in modo più efficiente.
                          In tal caso ovviamente, vi sarebbe un beneficio diretto anche per gli enti locali, ma il passaggio sarebbe, almeno in
                          prima battuta, a saldo zero. Il vero nodo pare, invece, quello della perequazione: in che misura questo meccanismo
                          innescherà una riduzione degli attuali strumenti di compensazione a favore dei territori più svantaggiati? Rispondere è
                          assai complicato, anche a causa della quasi totale mancata attuazione del federalismo fiscale. © Riproduzione
                          riservata.

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                                                                     Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          La riforma divide anche i sindaci

                                                                                                                                  MATTEO BARBERO
                          Anche i sindaci sono divisi sulla partita dell' autonomia differenziata. La
                          difficile trattativa fra il Governo e le regioni sui dossier per l' attuazione
                          dell' art. 116 Cost. (si veda pezzo a fianco) che dovrebbe portare ad una
                          nuova stagione di «devolution» ma a geometria variabile, sta facendo
                          emergere tensioni non solo all' interno della maggioranza (con Lega e
                          M5s su posizioni quasi opposte), ma anche fra gli amministratori locali,
                          accomunati solo dalla richiesta di un pieno coinvolgimento nella futura
                          attuazione della riforma. Il tema, da mesi al centro dell' agenda politica,
                          riguarda il riconoscimento di nuovi e maggiori poteri ai governatori che ne
                          abbiano fatto richiesta, oltre che ovviamente delle connesse risorse
                          finanziare, umane e strumentali. Sul piano istituzionale, la partita è stata
                          finora a due fronti: da un lato, l' esecutivo (sebbene con le diverse
                          sensibilità proprie dei due azionisti principali), dall' altro Lombardia,
                          Veneto ed Emilia-Romagna, che pur nella diversità della rispettiva
                          posizione (sia politica che tecnica) stanno facendo fronte comune,
                          essendo state le prime ad assumere l' iniziativa. Ma vi sono almeno due
                          convitati di pietra, che prima o poi dovranno entrare in campo: da un lato,
                          il parlamento, chiamato a ratificare le future intese e che non vorrebbe
                          limitarsi a svolgere un ruolo meramente notarile. Dall' altro lato, le
                          autonomie locali, che ovviamente sono, almeno sulla carta, tutt' altro che
                          comparse in una vicenda che potrebbe rivoluzionare l' attuale assetto
                          delle competenze amministrative. Peraltro, finora la voce del territorio si è
                          fatta sentire poco e con ben poca coralità. Da una parte, abbiamo il
                          documento sottoscritto lo scorso 19 giugno dalle tre Anci delle regioni capofila, che hanno espresso la necessità di
                          proseguire il percorso, auspicando un' intesa in tempi rapidi presso le camere. In senso contrario si sono espresse
                          diverse associazioni meridionali, a partire da quella siciliana, che ha aderito all' appello dei sindacati scuola e del
                          mondo dell' associazionismo contro la regionalizzazione del sistema di istruzione. Ma è l' intero Mezzogiorno a
                          puntare i piedi di fronte ad una riforma che, si lamenta, potrebbe ampliare ulteriormente il divario con il Settentrione.
                          Unico terreno comune fra i sindaci del Nord e del Sud è la rivendicazione di un ruolo da primi attori in quella che sarà l'
                          attuazione dei futuri accordi. Anche le Anci di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, infatti, mettono in guardia sui
                          rischi di un eccessivo «neocentralismo regionale», auspicando un ampio e condiviso decentramento delle funzioni e
                          delle risorse a livello locale. Risulta prioritario in questo senso, al fine di addivenire a un riordino territoriale di funzioni
                          e competenze di comuni, province e città metropolitane, coinvolgere queste ultime e le rispettive istanze associative
                          in una cabina di regia che ne assicuri la piena rappresentanza ed operatività. © Riproduzione riservata.

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                          Un decreto del Mise, atteso in G.U., dà le indicazioni ai comuni per le attestazioni

                          Fondi Fraccaro, via alle richieste
                          Efficienza energetica, agli enti la prima quota di contributi

                                                                                                                                ROBERTO LENZI
                          Codice unico di progetto, codice identificativo di gara, data inizio lavori,
                          data prevista di fine lavori e costo dell' opera da realizzare sono gli
                          elementi necessari ai comuni per richiedere l' erogazione della prima
                          quota del contributo previsto dal decreto crescita per la realizzazione di
                          progetti di efficientamento energetico e di sviluppo territoriale sostenibile.
                          Grazie al decreto direttoriale 10 luglio 2019 del Ministero dello sviluppo
                          economico (in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) si aggiunge
                          un ulteriore tassello utile ai comuni per l' accesso ai 500 milioni di euro
                          stanziati dalla norma cosiddetta Fraccaro. Il decreto 14 maggio 2019
                          aveva già assegnato i fondi a ciascun comune, in funzione del numero dei
                          residenti. I comuni possono utilizzarli per interventi di illuminazione
                          pubblica, di risparmio energetico degli edifici pubblici, di installazione di
                          impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, per la mobilità
                          sostenibile, l' adeguamento e la messa in sicurezza di scuole ed edifici
                          pubblici e l' abbattimento delle barriere architettoniche. Il decreto
                          direttoriale 10 luglio 2019, tra l' altro, fornisce anche un elenco
                          esemplificativo di interventi finanziabili. Contributo fino al 100% della
                          spesa ammissibile Il contributo è erogabile a ciascun comune fino al
                          100% della spesa effettivamente sostenuta, comunque entro il limite
                          massimo dell' importo già stabilito nel decreto di assegnazione. Se il
                          comune dovesse sostenere un costo superiore, rimarrà a suo carico la
                          copertura della parte di costo eccedente. Le opere da finanziare non
                          devono aver già ottenuto un finanziamento a valere su fondi pubblici o
                          privati, nazionali, regionali, provinciali o strutturali di investimento europeo e devono essere aggiuntive rispetto a
                          quelle già programmate sulla base degli stanziamenti contenuti nel bilancio di previsione dell' anno 2019. Inoltre, le
                          opere dovranno essere avviate entro il 31 ottobre 2019. Non saranno ammessi al contributo gli interventi di ordinaria
                          manutenzione, di mera fornitura e la progettazione non a supporto della concreta realizzazione dell' opera agevolata.
                          Prima quota del 50% In questa prima fase, i comuni possono già trasmettere le informazioni utili alla richiesta della
                          prima erogazione a mezzo posta elettronica certificata all' indirizzo contributocomuni@pec.mise. gov.it, utilizzando lo
                          schema di attestazione allegato al decreto del 10 luglio 2019. Il ministero, a seguito di tale richiesta, è tenuto a
                          determinare l' importo della prima quota di contributo spettante pari al 50% del costo dell' opera, comunque nei limiti
                          del 50% del contributo individuato con il decreto di assegnazione. Il ministero dello sviluppo economico, di concerto
                          con il ministero dell' economia e delle finanze, approverà tuttavia un provvedimento con cui definirà le modalità di
                          trasmissione telematica delle informazioni per la richiesta di erogazione, superando quindi la modalità di invio tramite
                          posta elettronica certificata. All' interno del modello di richiesta di erogazione è necessario indicare il codice unico di
                          progetto (cup), che deve essere richiesto utilizzando la specifica modalità di generazione guidata resa disponibile nel
                          «sistema cup», selezionando uno dei template riferiti alla misura «contributo comuni per efficientamento energetico e
                          sviluppo territoriale sostenibile - dl Crescita». Dovranno essere indicati anche il codice identificativo di gara (cig) per
                          lavori, la data di inizio dell' esecuzione dei lavori, la data prevista di fine lavori, nonché il costo dell' opera da
                          realizzare, come indicato nel quadro economico risultante dall' aggiudicazione definitiva del contratto. Erogazione a
                          saldo con modalità da stabilire Il provvedimento concertato tra i due ministeri dovrà

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 22
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                          venerdì 12 luglio 2019

                                                                                  Italia Oggi
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                          stabilire anche le modalità di richiesta di erogazione del contributo a saldo. A tal fine, comunque, i comuni dovranno
                          trasmettere il costo a consuntivo dell' opera, come risultante dall' ultimo quadro economico approvato al netto di
                          eventuali ribassi d' asta, nonché i dati in ordine al collaudo ovvero alla regolare esecuzione dei lavori. © Riproduzione
                          riservata.

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[ § 1 4 3 8 7 9 8 5 § ]

                          venerdì 12 luglio 2019
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                          come ricomporre il contrasto tra la rgs e la corte dei conti

                          Il tetto del salario accessorio 2016 va considerato unitariamente

                          Il tetto del salario accessorio del 2016 va considerato unitariamente e non
                          distinto per categorie di dipendenti (segretari comunali, dirigenti, posizioni
                          organizzative e dipendenti delle qualifiche), ma non sono consentite
                          compensazioni tra i fondi contrattuali, senza un titolo legislativo o
                          contrattuale. Va composto in questo modo il contrasto, più apparente che
                          reale, tra la Ragioneria Generale dello Stato e la Corte dei Conti sul
                          metodo per conteggiare il tetto al salario accessorio. La Sezione
                          regionale di controllo per la Puglia, con la deliberazione 21 febbraio 2019,
                          n. 27, era stata molto chiara: «Ai fini del calcolo del tetto del 2016 delle
                          risorse accessorie per gli incaricati di posizione organizzativa: poiché il
                          limite ex art. 23, comma 2 del dlgs n. 75/2017 deve essere applicato alle
                          risorse destinate al trattamento accessorio del personale nel suo
                          ammontare complessivo e non con riferimento ai fondi riferiti alle singole
                          categorie di personale, ciò che rileva non è l' omogeneità settoriale dei
                          valori di riferimento, ma la finalità generale di inclusione, nell' ambito del
                          tetto più volte citato, di tutte le somme complessivamente destinate al
                          trattamento accessorio del personale». La Ragioneria generale dello
                          stato, con la nota 20 giugno 2019, n. 169507 ha espressamente inteso
                          contrastare le conclusioni cui è pervenuta la Sezione Puglia. Ma, nella
                          realtà a ben vedere il parere della Rgs è in parte infondato, in altra parte
                          riguarda questioni diverse da quelle trattate dalla magistratura contabile. Il
                          parere non appare corretto nella pare in cui sostiene che la Corte dei
                          conti sarebbe andata «in controtendenza rispetto alle prevalenti
                          indicazioni applicative rispetto alle quali, a decorrere dall' ano 2010, il contenimento della crescita del salario
                          accessorio è considerato distintamente per il personale dirigente per il personale non dirigente». A ben vedere, «in
                          controtendenza» è, invece, la Rgs, che cita le norme finalizzate a ridurre il costo del personale vigenti tra il 2010 e il
                          2016, come interpretate da proprie circolari, apertamente incompatibili con l' articolo 23, comma 2, del dlgs 75/2017 e
                          da questo volutamente superate e private di efficacia. L' articolo 23, comma 2, appare molto chiaro quando dispone
                          che «l' ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di
                          livello dirigenziale, di ciascuna delle amministrazioni pubbliche di cui all' articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30
                          marzo 2001, n. 165, non può superare il corrispondente importo determinato per l' anno 2016». Il riferimento della
                          norma è indiscutibilmente un «ammontare complessivo», che, in quanto tale, non può che comprendere sia la spesa
                          del personale dirigente, sia quella del personale non dirigente. Applicando il criterio interpretativo letterale indicato dall'
                          articolo 12 delle preleggi, la tesi della Rgs non può stare in piedi. Viceversa, è da condividere il parere della Rgs nella
                          parte in cui afferma che «in presenza di riduzioni, anche temporanee, di personale di una specifica categoria, non
                          appare percorribile intervenire sulle risorse accessorie di un' altra categoria o compensare riduzioni di personale di
                          categorie con importi di accessorio non differenziati anche in considerazione dei problemi applicativi connessi con il
                          recupero del personale temporaneamente ridotto». In poche parole, la Rgs esclude la possibilità di spostare risorse
                          del salario accessorio da una categoria all' altra, esempio dal fondo del personale non dirigente a quello dirigente.
                          Questo è del tutto condivisibile. Ma, la Sezione Puglia non ha mai sostenuto il contrario. Si è limitata

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 24
[ § 1 4 3 8 7 9 8 5 § ]

                          venerdì 12 luglio 2019

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                          semplicemente ad osservare che è lo stesso Ccnl 21.5.2018 a consentire il travaso delle risorse che finanziano le
                          retribuzioni di posizione e risultato dei funzionari incaricati nell' area delle posizioni organizzative al fondo contrattuale
                          (e, con maggiori problemi, viceversa). In questo caso, il «travaso» è possibile perché espressamente consentito da
                          un titolo giuridico, cioè il contratto collettivo. Nessuna norma, attualmente, permette, invece, di spostare risorse del
                          fondo dei dirigenti verso il personale non dirigente o le risorse che la contrattazione riserva al segretario comunale
                          verso altre categorie di lavoratori. Ma, l' ovvia e necessaria esistenza di un titolo giuridico per consentire eventuali
                          «travasi», non contrasta con la chiara previsione dell' articolo 23, comma 2, del dlgs 75/2017, da cui deriva la
                          determinazione del tetto del 2016 come complessivo e non distinto per categorie di dipendenti. Luigi Oliveri ©
                          Riproduzione riservata.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 25
[ § 1 4 3 8 7 9 8 9 § ]

                          venerdì 12 luglio 2019
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                          In caso di assenza il consiglio comunale deve differire l' esame dell' atto

                          Mozioni, diritto di replica
                          Il consigliere proponente deve essere presente

                          Può il consiglio comunale deliberare in merito a una mozione anche nel
                          caso in cui sia assente l' unico consigliere comunale che la ha proposta?
                          La dottrina definisce «mozioni» gli atti approvati dal Consiglio p e r
                          esercitare un' azione di indirizzo, esprimere posizioni e giudizi su
                          determinate questioni, organizzare la propria attività, disciplinare
                          procedure e stabilire adempimenti dell' amministrazione nei confronti del
                          consiglio. Il Tribunale amministrativo regionale della Puglia - sezione di
                          Lecce - I Sez., con la sentenza n. 1022/2004, individua la mozione quale
                          «istituto a contenuto non specificato», trattandosi di un potere a tutela
                          della minoranza per situazioni non predefinibili, a differenza di altri
                          strumenti più a valenza di mera conoscenza (quali l' interrogazione o la
                          interpellanza), essendo strumento di «introduzione ad un dibattito» che si
                          conclude con un voto che è ragione ed effetto proprio della mozione. Ai
                          sensi dell' art. 43, comma 1, del decreto legislativo n. 267/00, è
                          riconosciuto ai consiglieri comunali il diritto di presentare interrogazioni e
                          mozioni. Il regolamento sul funzionamento di un consiglio comunale
                          prevede che le mozioni sono svolte all' inizio della prima seduta consiliare
                          successiva alla presentazione, purché pervenute almeno cinque giorni
                          prima della notifica dell' avviso di convocazione. È previsto, inoltre, che il
                          consigliere firmatario della stessa abbia diritto di replica per un tempo non
                          eccedente i dieci minuti. Pur non essendo espressamente previsto il
                          differimento dell' esame di tale atto di sindacato ispettivo in caso di
                          assenza dell' unico proponente, tale differimento dovrebbe essere
                          considerato implicito e coerente con la ratio della disciplina in commento. Consentendo la trattazione di una mozione
                          in assenza dell' unico consigliere firmatario della stessa, infatti, non sarebbe esercitabile il diritto di replica
                          riconosciuto al proponente della mozione ai sensi del regolamento consiliare. Riproduzione riservata.

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[ § 1 4 3 8 7 9 8 0 § ]

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                          entro il 31 luglio

                          Agli enti marchigiani le donazioni raccolte nella regione Toscana

                          La Regione Marche ha pubblicato un avviso per la concessione contributi
                          a fondo perduto per la realizzazione di interventi nei comuni del cratere
                          sisma 2016. La particolarità dell' avviso sta nel fatto che distribuirà ai
                          comuni marchigiani le donazioni ricevute nell' ambito dell' iniziativa
                          «Toscana per emergenza terremoto centro Italia», ammontanti a oltre 1,1
                          milioni di euro di donazioni dei cittadini toscani. I soggetti beneficiari sono
                          i comuni ricadenti nel cosiddetto «cratere» del sisma 2016, rientranti nell'
                          elenco di cui alla legge n. 229/2016. I comuni potranno usare i fondi per
                          supporto alle attività produttive, inteso come la realizzazione di interventi
                          finalizzati alla ripresa produttiva come ad esempio ricostruzione e
                          ristrutturazione di immobili, acquisto di beni immobili e mobili,
                          attrezzature, arredi e quant' altro necessario alla ripresa. Potranno anche
                          favorire la realizzazione di iniziative di carattere sociale, culturale e socio-
                          sanitario per il sostegno della popolazione residente nei comuni
                          marchigiani beneficiari, nonché sostenere interventi di manutenzione,
                          restauro, ricostruzione, riparazione e ripristino delle opere religiose quali
                          chiese, edifici di culto e assimilati. La spesa ammissibile complessiva,
                          per ogni proposta di progetto, non può essere inferiore a 50 mila euro e
                          superiore a 200 mila euro. Il contributo è concesso nella misura del 100%
                          della spesa ammessa. La scadenza per la presentazione delle domande
                          è il 31 luglio 2019; ciascun comune interessato potrà presentare una sola
                          proposta di progetto. © Riproduzione riservata.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 27
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