Media Monitoring per 10-10-2019 - Rassegna stampa del 10-10-2019 - Ruggi

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10-10-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 10-10-2019
Media Monitoring per 10-10-2019 - Rassegna stampa del 10-10-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      10/10/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Ad uccidere Melissa malformazione cardiaca, a breve i risultati ............................................ 1
      10/10/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            «Ho chiesto aiuto al Psaut chiuso» ......................................................................................... 2
      10/10/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Lucia morta dopo l' intervento «Presto altre analisi cardiache» ............................................ 4
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 6
      10/10/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            «Azienda gemellata col Kazakhstan» ..................................................................................... 6
      10/10/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            «Così il mal di vivere ci spinge al suicidio» ............................................................................ 7
      10/10/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Corteo ambulanze scacco matto al sistema Squecco ............................................................. 9
      10/10/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Croce Azzurra, stop alle convenzioni da Asl e Consiglio di Stato dopo la sfilata .................. 12
      10/10/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Un premio al chirurgo Giovanni Glielmo ............................................................................... 14
Sanità Campania ............................................................................................................................. 15
      10/10/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Aggressioni in ospedale il piano contro i violenti ................................................................. 15
      10/10/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Bilancio, l'ospedale tira la cinghia ........................................................................................ 17
      10/10/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            Dall' Uzbekistan al Sannio per tirocini in ospedale e ateneo ................................................ 19
      10/10/2019 - IL MATTINO
            Direzioni ospedaliere, a Napoli i big meeting su assistenza e territorio .............................. 21
      10/10/2019 - IL MATTINO
            Intercettazioni con virus spia: pronuncia il 2 dicembre ........................................................ 23
      10/10/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Moscati, tensione sindacati-manager ................................................................................... 24
      10/10/2019 - IL MATTINO
            Ospedale, auto agli abusivi ma il parcheggio è vuoto .......................................................... 26
      10/10/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Regione, la Procura indaga sulla sanità per corruzione ....................................................... 28
      10/10/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Sale operatorie ko, reparti in tilt tempi più stretti ma è polemica ....................................... 30
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 32
      10/10/2019 - AVVENIRE
            «Coscienza libera per i medici Noi sceglieremo sempre il Vangelo» .................................... 32
      10/10/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            «Ogni giorno affrontiamo dolore e paura» ........................................................................... 34
      10/10/2019 - AVVENIRE
            «Suicidio Non è atto medico» ............................................................................................... 37
      10/10/2019 - AVVENIRE
            Confermata condanna all' obiettore ..................................................................................... 40
      10/10/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Dirigenti statali, dal nuovo contratto 273 euro in più .......................................................... 42
      10/10/2019 - IL FOGLIO
            Human Technopole, la "startup" della medicina personalizzata. Cosa fa ............................. 44
      10/10/2019 - AVVENIRE
            Il vero diritto è vivere .......................................................................................................... 46
      10/10/2019 - IL GIORNALE
            L' italiano da 20 miliardi che vuole battere il cancro ............................................................ 48
      10/10/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            Le (grandi) difficoltà dei malati reumatic iCinque mesi per una visita, ticket costosi, pochi i
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centri specialistici ................................................................................................................ 50
10/10/2019 - CORRIERE DELLA SERA
    Medicina clinica e scienza .................................................................................................... 53
10/10/2019 - CORRIERE DELLA SERA
    Misiani: i ticket cambieranno ma senza colpire i ceti medi .................................................. 55
10/10/2019 - CORRIERE DELLA SERA
    Più attenzione alle mielodisplasie ........................................................................................ 58
10/10/2019 - CORRIERE DELLA SERA
    Rendere davvero disponibili le terapie d' avanguardia ........................................................ 60
10/10/2019 - AVVENIRE
    Sanità, il fondo sarà sganciato da Pil. Speranza: aumento è certo ...................................... 62
10/10/2019 - IL MESSAGGERO
    Sigarette elettroniche vietate nel Lazio in ospedali e Oki .................................................... 63
10/10/2019 - LIBERO
    Studio del San Raffaele Pisana dietro il Nobel per la Medicina ............................................ 65
10/10/2019 - AVVENIRE
    Terapia Car-T per curare i tumori del sangue ....................................................................... 67
10/10/2019 - CORRIERE DELLA SERA
    Un registro nazionale per le volontà di fine vita .................................................................. 69
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10/10/2019                                                                                                                 Pagina 5

                                                                                                                           EAV: € 438
                                                                                                                           Lettori: 29.750
                     Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

      Ad uccidere Melissa malformazione cardiaca, a breve i
                            risultati

 GLI ESAMI Una malformazione cardiaca:
 dovrebbe essere questo il verdetto del
 riscontro    diagnostico           effettuato,             ieri
 mattina, sul corpo della 16enne di San
 Mango Piemonte. Ieri infatti Pio Zeppa,
 primario di Anatomopatologia ed Enrico
 Mainenti, primario di Medicina Legale del
 Ruggi d' Aragona hanno effettuato il
 riscontro    diagnostico           con        decine          e
 decine di provette che dovranno essere
 esaminate nei prossimi giorni. Ma il
 verdetto è chiaro: la 16enne soffriva di
 una rara patologia che non le ha lasciato
 scampo. Ipoteticamente, congenita: il
 nonno       paterno         è        infatti         morto
 giovanissimo, poco prima di compiere il
 50esimo anno d' età, a causa, pare, di
 un' arteria maligna (er.no).

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10/10/2019                                                                                                                  Pagina 6
                                             La Città di Salerno
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                          «Ho chiesto aiuto al Psaut chiuso»
 Marcella Cavaliere

 L'ambulatorio del Psaut di via Vernieri,
 da inizio mese, su decisione dell'Asl, è
 chiuso dalle 20 di sera alle 8 del mattino:
 pochi       ingressi,        si        leggeva             nel
 provvedimento, e la necessità di una
 spending review sanitaria per impiegare
 altrove - al pronto soccorso del Ruggi - il
 personale      dell'Azienda.             La       richiesta
 d'aiuto. Martedì sera alle 20 in punto, la
 porta del Psaut si chiude. E dopo poco
 più di un'ora, alle 21.10, un giovane
 entra e chiede di essere visitato. La
 porta della continuità assistenziale è
 chiusa, perché già da un po' i medici si
 sono    allontanati         per       una        visita        a
 domicilio.           Anche               la            porta
 dell'ambulatorio del Psaut è chiusa. Il
 ragazzo e l'amico entrano nella struttura dove è attiva anche la guardia medica. Uno
 dei due chiede ai medici del 118: «Potete visitarmi? Non mi stento bene... ». Dice di
 avere molto freddo e uno dei medici del 118, nonostante l'ambulatorio sia chiuso,
 interviene subito. La pressione del ragazzo è alta e ha un dolore dietro la schiena.
 Era in corso una crisi ipertensiva con dolore interscapolare e da qui la decisione di
 trasportarlo subito al pronto soccorso. Il 118 di via Vernieri allerta la centrale
 operativa per far partire ufficialmente la macchina organizzativa per il trasferimento
 al Ruggi. L'allarme a uno dei tre monitor di via Vernieri scatta alle 21.22 e
 l'ambulanza parte. Il presidio sguarnito. Non è passata neanche un'altra ora che le
 tre ambulanze di cui è dotato il 118 di via Vernieri sono tutte uscite per effettuare
 prestazioni e i medici della continuità assistenziale sono ancora fuori. In sostanza
 nella sede di via Vernieri non è rimasto più nessuno. E questo avviene perché

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l'ambulatorio è chiuso. L'organico e i tagli. Fino al 2003 i medici che si alternavano
al Psaut erano 22, ora sono solo 12. Le ambulanze del 118 sono tre, ma i medici per
ogni turno sono due: quindi quando escono in contemporanea tre ambulanze in una
c'è solo l'infermiere a bordo, che non può somministrare farmaci ma può usare il
defibrillatore. Nell'edificio che ospita il 118 del Psaut e la guardia medica ci sono
farmaci, ma sono quelli utilizzati per chi arriva ubriaco o ha fatto uso di sostanze
stupefacenti o per semplici medicazioni. Alla dirigenza medica del presidio di primo
soccorso sono risultati solo 48 interventi notturni l'anno, ma in realtà chi lavora nella
sede di via Vernieri sostiene che non vengono annotati i casi in cui le prestazioni dei
medici non vengono effettuate sul posto perché c'è l'esigenza di andare al pronto
soccorso. In sostanza il numero di prestazioni notturne dei medici di via Vernieri è
più alto. L'ospedale della città. La sede Asl del Carmine è da sempre un punto di
riferimento per i salernitani: basti considerare che sono 9.600 le uscite fatte dal 118
del Psaut da gennaio finora nell'arco delle 24 ore, con due medici per turno (7.800
con medico a bordo e 1.800 senza medico). Se ci fosse stata la pianta organica
originaria e l'Asl avesse fornito strumenti e medicine sufficienti, la sede avrebbe
potuto aumentare il numero di prestazioni. Non a caso con l'arrivo di un nuovo
medico negli ultimi sette mesi le prestazioni di giorno sono passate da 600 a 1400
(70 solo le suture di ferite effettuate). Nel periodo di Luci d'Artista o durante il picco
influenzale, il Psaut effettua prestazioni particolarmente frequenti. Le polemiche sui
social. Sui social media non si contano i commenti negativi sulla chiusura notturna
dell'ambulatorio. Su Fb c'è chi se la prende col governatore Vincenzo De Luca , che
non è intervenuto per bloccare il depotenziamento operativo del Psaut. Anche sulle
pagine del Comitato di quartiere San Francesco c'è chi ha scritto: Assolutamente no
alla chiusura o al ridimensionamento del Psaut di Salerno, unica struttura della città
a offrire un servizio di prima emergenza 24h». Oppure: Io credo che ogni buona
gestione debba pensare a un rilancio ma non alla riduzione di un servizio sanitario di
primaria importanza come il Psaut di Via Vernieri, qualsiasi siano i problemi da
affrontare. E ancora: Assolutamente no al ridimensionamento, sempre la stessa
storia invece di migliorare peggiorano, bisogna potenziare altro che chiudere. O
anche: Si chiedevano due poli, uno nella zona orientale e uno che funzionava in
modo eccellente al centro, lottate per potenziare non per dismettere. C'è poi chi
testimonia che la struttura di prima assistenza è stata trascurata: Mia madre cadde
nelle vicinanze e chiese di essere disinfettata, non avevano una bottiglia di alcool.
Vergognatevi....

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10/10/2019                                                                                                                  Pagina 24
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 4.507
                                                                                                                            Lettori: 107.296
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

         Lucia morta dopo l' intervento «Presto altre analisi
                             cardiache»

 L'   INCHIESTA        Simona            Chiariello           La
 prossima settimana si conoscerà la data
 in    cui      si      svolgerà              l'        esame
 supplementare          sul       cuore            di    Lucia
 Ferrara, la 17enne morta il 4 settembre
 scorso all' ospedale San Giovanni di Dio
 e Ruggi D' Aragona dopo un intervento di
 sostituzione        della      valvola            mitralica,
 eseguito nel reparto di cardiochirurgia,
 diretto dal dottor Coscioni.Sono giorni di
 attesa per i genitori della ragazza cavese
 con la passione per il teatro. Il papà,
 Carmine Ferrara, non si è rassegnato alla
 morte   della       giovane          figlia        e    vuole
 conoscere la verità su quello che è
 accaduto in sala operatoria. «Mi avevano
 detto che sarebbe stato un intervento di
 routine - spiegò il papà a poche ore dal
 decesso -. Solo qualche giorno prima
 aveva fatto la salita tutta di un fiato. Era una ragazza sana. Ed invece siamo entrati
 in un incubo senza fine». Al termine dell' esame autoptico, disposto dal pm Conciada
 (titolare dell' inchiesta che al momento vede indagati 4 medici, tre cardiochirurghi e
 un rianimatore) gli avvocati della famiglia Ferrara (i legali Domenico Avagliano e
 Mario Della Porta) hanno chiesto un esame specifico e supplementare sul cuore per
 vederci chiaro sulle cause che hanno portato alla morte di Lucia. L' esame doveva
 eseguirsi dopo trenta giorni dall' autopsia. In queste ore si attende la data dell'
 accertamento che dovrebbe svelare la causa reale del decesso. Il pubblico ministero
 ha già sequestrato la cartella clinica ed una coronografia per accertare la reale

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urgenza di intervenire chirurgicamente. LA MALATTIA La ragazza avrebbe sofferto di
insufficienza mitralica e doveva essere sottoposto ad un' operazione per la
sostituzione della valvola mitralica. Come raccontato dal padre, Lucia, fin da piccola
soffriva del cosiddetto soffio al cuore. A portarla in ospedale a Cava era stato un
banale capogiro. Poi la ripresa, nuovi accertamenti ed infine il trasferimento a
Salerno nel reparto di cardiochirurgia, diretto dal dottor Coscioni.Ma gli interrogativi
in cerca di risposte non sono finiti. Con l' esame sul cuore si cercherà di capire che
cosa è accaduto in sala operatoria da rendere necessario un nuovo intervento a
poche ore di distanza. Il papà di Lucia, Carmine Ferrara, ha spiegato di non essere
riuscito a vedere la figlia al termine del primo intervento. Dopo qualche ora la
seconda operazione. I famigliari vogliono sapere la verità. «Non cerchiamo colpevoli.
Vogliamo la verità», ha precisato il padre Carmine Ferrara. Intanto sul profilo
facebook della ragazza sono arrivati gli auguri per il suo compleanno. Solo poche
settimane dopo l' intervento al cuore, il 18 settembre, avrebbe dovuto festeggiare i
diciott' anni. «Auguri angelo non ti dimenticheremo mai». I medici legali che hanno
eseguito l' autopsia si sono dati sessanta giorni di tempo per depositare la loro
relazione. Nei prossimi due mesi i risultati dell' esame autoptico e degli accertamenti
sul cuore saranno a disposizione della magistratura per scoprire la verità sulla morte
di Lucia. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/10/2019                                                                                                                   Pagina 7
                                              La Città di Salerno
                                     Argomento: Sanità Salerno e provincia

                        «Azienda gemellata col Kazakhstan»

 L'Asl Salerno ha proposto il gemellaggio
 alla Città e all'Università di Astana,
 capitale del Kazakhstan, per unire le
 forze e lavorare insieme nel campo
 medico e sociale ed aiutare i bambini di
 quel    paese      vittime          delle        radiazioni
 nucleari.    La     proposta           del      dg      Mario
 Iervolino è stata affidata al dottor Renato
 Josca , punto di riferimento nel campo
 della       chirurgia           maxillo             facciale
 all'ospedale di Eboli, che l'ha presentata
 alle autorità kazake in occasione della
 Conferenza Mondiale per il 30esimo
 anniversario del movimento antinucleare
 Nevada- Semipalatinsk. Evento che si è
 tenuto ad Astana il 18 settembre scorso,
 alla    presenza          del       Presidente              del
 Kazakhstan, di ministri del governo, ambasciatori, premi Nobel, medici e scienziati
 arrivati da tutto il mondo. Josca ha un legame speciale col Kazakhstan grazie alla
 sua lunga attività di medico impegnato nel sociale, ha raccontato dei diversi
 interventi chirurgici eseguiti su persone colpite da gravi radiazioni nucleari con
 conseguenti effetti devastanti. Tra gli esempi citati, le storie di Aidana e di Berik,
 bambini nati con indescrivibili deformazioni al volto e alla testa, causate dalle
 radiazioni di Semipalatinsk, subite dalle madri in gravidanza. Josca ha fatto in modo
 che i piccoli pazienti fossero trasportati in Italia e li ha operati lui stesso. Il risultato
 ha restituito ai due bambini un aspetto fisico umano e dignitoso.

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10/10/2019                                                                                                                  Pagina 7
                                            La Città di Salerno
                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

                «Così il mal di vivere ci spinge al suicidio»
 Salvatore De Napoli

 Sono otto i suicidi dall'inizio dell'anno in
 città e quattro quelli tentati, almeno di
 quelli di cui si ha notizia, un numero che
 è di poco inferiore a quello che risulta in
 tutti gli altri comuni messi insieme.
 L'estremo gesto è stato compiuto da
 avvocati, insegnanti, giovani, anziani:
 non disperati, dunque. Un dato che
 emerge da una semplice elenco dei fatti
 accaduti dall'inizio di quest'anno, e che
 questa mattina possono essere lo spunto
 di una riflessione in occasione della
 Giornata mondiale della salute mentale
 che è dedicata alla prevenzione del
 suicidio.    Nel      mondo           -     dicono           le
 statistiche - c'è un suicidio ogni 40
 secondi e questa è la seconda causa di
 decesso tra i giovani dai 15 ai 29 anni, dopo gli incidenti stradali. A Salerno c'è un
 rapporto per abitante di sette suicidi rispetto tutti gli altri comuni della provincia
 messi insieme. Un rapporto che Antonio Zarrillo , direttore dell'Unità operativa di
 salute mentale di Salerno, spiega così: «Nei piccoli e medi centri la vita è più
 semplice e c'è una maggiore solidarietà. In una città ormai metropolitana come
 Salerno la solitudine è maggiore e più difficilmente individuabile perché viene da
 una dimensione di non accettazione, di isolamento. Ma il Salernitano che la vive non
 va   dallo   psichiatra         perché          ritiene        che       quella         dimensione              sia       irrisolvibile,
 praticamente non vale la pena vivere. Salerno è una città dove è facile sentirsi soli,
 non farne accorgere gli altri, non trovare solidarietà». A Salerno si sono suicidati
 anche professionisti, non certo in capaci a relazionarsi o con una vita di solitudine Sì
 tratta di casi dove persone che hanno una vita apparentemente fatta di relazioni, di

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famiglia, di affetti, alla fine ritengono che quel mondo non gli appartenga a loro. Una
chiusura in se stessi che aumenta giorno dopo giorno e spesso in modo non
evidente, addirittura celato dietro una vita di successi, avvertita come qualcosa
distante da sé. A Salerno, curavo un noto professionista, affetto da una depressione
esistenziale. Dopo anni di cura, con fasi alterne di angoscia e di normalità, tra
terapia e non, una mattina è venuto da me all'ambulatorio a Pastena e mi ha detto:
Ti sono molto grato, perché mi aiuti a vivere. Sei l'unica persona che si è occupato di
me. Tenevo lo a dirtelo. Il giorno dopo si è suicidato gettandosi dal balcone. Un
esempio per dire quanto è difficile anche accorgersi delle intenzioni suicidiare che
spesso arrivano dopo un periodo di calma, indotte dalla decisione di farla finita. Qual
è la causa scatenante del suicidio? Il problema vero è la distanza che si crea tra il
mondo interiore e quello esterno, nei pazienti affetti da depressione o psicosi. Anche
una persona normale che non ha queste patologie può ritirarsi dietro queste sue
interiorità a causa delle delusioni della vita, la mancata realizzazione, l'incapacità a
relazionarsi, il rifiuto delle logiche che la società propone o una reazione a un evento
molto traumatico. Nelle situazioni patologiche questo atteggiamento di ritiro è
determinato dalla patologia, mentre nelle situazioni di normalità lo è anche ad una
scelta e non solo dagli eventi. Il suicido non è un sintomo ma un evento, le cui
premesse possono essere curabili nella patologia ma non sempre nella normalità.
Cosa fare per prevenire questi eventi? Il suicidio è un termometro che misura il
benessere e la vivibilità della società che ci circonda. La cura non va affidata solo
allo psichiatra ma alla società che deve prevenire la solitudine ed essere essa stesa
la soluzione. Una società malata produrrà più suicidi.

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10/10/2019                                                                                                                    Pagina 25
                                         Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                              EAV: € 6.209
                                                                                                                              Lettori: 107.296
                                       Argomento: Sanità Salerno e provincia

         Corteo ambulanze scacco matto al sistema Squecco
 Petronilla Carillo

 Diciotto persone indagate; 14 sottoposte
 a     perquisizione             e      sequestri;             23
 automezzi, di cui 20 ambulanze già
 utilizzate dalle associazioni per appalti e
 affidamenti in convenzione con l' Asl,
 sequestrate          e        messe      a     parcheggio
 presso un centro di accoglienza della
 Piana del Sele; sigilli al lido Kennedy di
 Paestum       ed         ad    un     immobile            nelle
 disponibilità del Comune di Capaccio, già
 precedentemente requisito alla camorra.
 Otto i capi di imputazione contestati
 dalla procura di Salerno: trasferimento
 fraudolento              di      valori,           peculato,
 interruzione             di     pubblico            servizio;
 disturbo        della           quiete             pubblica,
 favoreggiamento; invasione di edificio,
 false fatture e corruzione. IL BLITZ
 Capaccio ieri mattina si è svegliata sotto
 assedio della polizia di Stato. Gli agenti della Squadra mobile di Salerno, agli ordini
 dei vicequestori Marcello Castello ed Ennio Ingenito, hanno perquisito le abitazioni
 dei quattordici destinatari dei decreti di sequestro preventivo e portato via carte,
 documenti e supporti informatici presso le abitazioni private e le diverse sedi dell'
 associazione di soccorso Croce Azzurra. Materiale che sarà ora attentamente
 esaminato. L' inchiesta della Mobile viaggia su due differenti binari: quello relativo
 ad una serie di irregolarità commesse da Roberto Squecco e quello amministrativo
 che vede indagati anche alcuni funzionari dell' Asl sui quali la procura intende
 vedere chiaro per capire come mai siano stati assegnati i servizi ambulanze a
 società la cui costituzione non apparirebbe molto chiara e senza alcuna gara

                  Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ufficiale. Nel mirino Roberto Squecco, la nipote Rossella, la moglie Stefania Nobili;
alcuni parenti come Giuseppe Pinto; e ancora Mariagrazia Di Filippo, Giuseppina D'
Ambrosio, Donato Potolicchio, Nicola Scarcello, Angelo Cucolo, Maurizio Rinaldi,
Adelmo Di Buono, Alfonso Esposito, Solange Zanon, Assunta Salerno. Questi i 14
destinatari dei sequestri. Avvisi di garanzia, invece, per Gerarda Montella, direttore
del servizio Assistenza dell' Asl Salerno, il suo braccio destro Antonio De Cristoforo, il
medico (nonché prestanome di Squecco) Domenico Sorrentino e Andrea Merola,
presidente di associazione di soccorso di Agropoli. L' ATTIVITÀ Dal corteo di
ambulanze per festeggiare l' elezione di Franco Alfieri ai sequestri delle stesse, il
passo è stato breve. Le indagini della Mobile sono partite proprio da quanto
accaduto la notte tra il 9 e il 10 giugno a Capaccio, dopo il turno di ballottaggio per
le amministrative. Sostenute anche dalla querela del senatore Nicola Morra,
presidente della commissione parlamentare Antimafia e dalle dichiarazioni del
consigliere regionale Michele Cammarano. Il nome di Alfieri, nelle carte dell'
inchiesta, viene messo a raffronto con quello di Roberto Squecco in quanto, si legge,
«sostenitore di Franco Alfieri e di Stefania Nobili eletti l' uno sindaco e l' altra
consigliere comunale di maggioranza». Ma non solo, frequenti anche i collegamenti
tra Squecco e il clan Marandino. Proprio l' imprenditore, già condannato per
estorsione, è stato il punto di partenza delle indagini che hanno portato alla luce un
giro di fraudolente intestazioni societarie. Ieri mattina, durante le perquisizioni,
Alfieri si sarebbe fatto intravedere dalla polizia e avrebbe dichiarato di ritenersi
«parte lesa in questa vicenda». Poi ha dichiarato alla stampa: «Pur non avendo mai
avuto dubbi a riguardo, la mia persona non è assolutamente sfiorata dalle indagini
riguardanti la vicenda Squecco». LE CONTESTAZIONI Squecco avrebbe utilizzato
familiari e persone a lui vicine nelle funzioni di presidente (o altri ruoli) all' interno
dell' associazione di volontariato Croce Azzurra con sedi diverse ad Agropoli,
Capaccio-Paestum e Acerno. Avrebbe intestato anche alla moglie e ad un' altra
parente, il lido Kennedy, solitamente frequentato proprio dal sindaco Alfieri. Molti dei
suoi «fedelissimi», oggi indagati, quando è scattata l' indagine sull' interruzione di
pubblico servizio e peculato a causa della sfilata di ambulanze, avrebbero poi
cercato di sviare le indagini raccontando bugie. Come quella di aver utilizzato solo
ambulanze che erano ferme e non in servizio h24 - giusto per fare un esempio - cose
poi sconfessate dagli investigatori. Sempre la Croce Azzurra, inoltre, avrebbe
occupato un immobile concessole dal Comune anche dopo la scadenza del comodato
d' uso e contro il parere contrario della giunta a concedere una proroga. C' è poi da
chiarire quanto accaduto sul versante Asl con il servizio di ambulanze svolto senza
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una regolare gara di appalto. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/10/2019                                                                                                                Pagina 25
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 5.395
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

    Croce Azzurra, stop alle convenzioni da Asl e Consiglio di
                      Stato dopo la sfilata

 LA RICOSTRUZIONE Carmela Santi Le
 ambulanze marciano e sfilano a sirene
 spiegate nel centro cittadino. É il 9
 giugno e Capaccio sta festeggiando l'
 elezione a sindaco di Franco Alfieri dopo
 il ballottaggio con Italo Voza. Il corteo
 immortalato in un video diventa subito
 virale. Ben sette le ambulanze della
 Croce Azzurra, riconducibili a Roberto
 Squecco la cui moglie Stefania Nobili è
 stata eletta consigliera comunale nella
 neo maggioranza, messe in moto per
 celebrare la vittoria di Alfieri. Il neo
 sindaco prende subito le distanze dall'
 iniziativa, Squecco si affretta a precisare:
 «Abbiamo        un'          associazione                   di
 volontariato, abbiamo a che fare con
 ambulanze, pertanto abbiamo salutato la
 nuova amministrazione Alfieri con le
 sirene. Se avessimo avuto le vespe o un club di motociclette lo avremmo fatto con
 quelle. Non ci vedo niente di straordinario e soprattutto non è un reato. Si tratta di
 ambulanze private e non del 118. Abbiamo salutato la vittoria di Alfieri come
 qualcuno lo ha fatto con i fuochi d' artificio». Parole che servono a ben poco. Partono
 le indagini. LO STOP All' indomani del corteo i carabinieri di Agropoli insieme ai
 militari del Nas fanno visita alle sedi della Croce Azzurra ad Agropoli e Capaccio
 Paestum, identificando e multando i cinque autisti. Gli uomini del Nas, invece,
 effettuano dei controlli sanitari sulle ambulanze, al termine dei quali emerge la
 mancanza di alcuni presidi all' interno di uno dei mezzi di soccorso. L' istruttoria,

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successivamente, viene trasmessa all' Asl di Salerno. Il direttore generale, all' epoca
commissario Mario Iervolino, provvede a sospendere la convenzione con la onlus per
il servizio trasporto infermi. Gli avvocati di Squecco presentano ricorso al Tar.
Riescono ad avere la sospensiva della revoca. Le ambulanze della Croce Azzurra
continuano a prestare servizio per l' Asl Salerno. Dura poco. Lo stop definitivo arriva
una mese fa circa dal Consiglio di Stato che ha rigettato tutti i ricorsi della Croce
Azzurra, fermando le ambulanze dell' associazione capaccese in servizio nelle sedi di
Licinella, Agropoli e Santa Maria di Castellabate. I giudici amministrativi hanno
confermato che «non sussistono i presupposti del periculum in mora in relazione ai
paventati rischi di ordine sanitario» su cui si era basato il lavoro degli avvocati di
Squecco. L' assistenza sanitaria sul territorio sarebbe stata garantita e il
provvedimento di revoca dell' Asl Salerno sarebbe legittimo anche per il servizio che
la stessa associazione espletava ad Acerno nonché per il servizio Trasporto in
Ambulanza di determinate tipologie di pazienti. Il Collegio della Terza Sezione,
presieduto dal presidente Marco Lipari, con apposita ordinanza cautelare, riuniti tutti
gli appelli presentati dalle Onlus difese dall' avvocato Marcello Fortunato e
ribadendo le motivazioni espresse nel precedente decreto cautelare pronunciato dal
presidente titolare della Terza Sezione Franco Frattini, rspinge tutti i ricorsi della
Croce Azzurra, ritenendo gli eventuali danni patrimoniali, come rilevato nel decreto
presidenziale, comunque ristorabili. Il caso finisce anche in Parlamento all'
attenzione dell' ex ministro della Salute Grillo. Squecco è un noto imprenditore della
Piana del Sele, titolare di una agenzia di pompe funebri con a carico una condanna
definitiva per estorsione con metodo mafioso nell' associazione camorristica guidata
da Giovanni Marandino. I fatti risalgono al 2014. Un' operazione portò al fermo di sei
persone per un presunto giro di usura ed estorsioni a Capaccio e nella Piana del
Sele. Tra i coinvolti anche Squecco. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/10/2019                                                                                                                Pagina 19
                                            La Città di Salerno
                                     Argomento: Sanità Salerno e provincia

                   Un premio al chirurgo Giovanni Glielmo

 Il responsabile della chirurgia generale
 dell'ospedale           Maria               Santissima
 Addolorata, il dottore Giovanni Glielmo ,
 riceverà un riconoscimento per la sua
 professionalità svolta in tanti anni nella
 struttura   ebolitana.         Il     premio          verrà
 consegnato       nel   corso         del      convegno
 organizzato dai Lions e con il patrocinio
 del Comune di Eboli, che si svolgerà
 domani sera nell'aula consiliare alle ore
 17.00 dal titolo: 'La Sanità nella Valle del
 Sele, Criticità ed Eccellenze'. Nell'ambito
 dell'evento Giuseppe Piccirillo , paziente
 del primario Giovanni Glielmo dichiara:
 «il primario del reparto di chirurgia di
 Eboli   é   un     professionista             di      fama
 nazionale, contribuisce e continua a
 contribuire a far crescere l'ospedale di Eboli. In questi anni lui ed il suo staff, hanno
 salvato la vita a migliaia di pazienti, affetti anche da malattie gravi e tumorali. In
 prima persona, ho usufruito dell' eccelso lavoro del primario Glielmo. Era doveroso,
 e di questo ringrazio i Lions e il sindaco Cariello, attribuire un riconoscimento
 pubblico al primario, dottor Glielmo, per quanto fatto e quanto ancora farà per
 l'ospedale di Eboli e per tutti i pazienti ». All'incontro parteciperanno anche il
 primario Giuseppe Funicelli , il direttore sanitario, Mario Minervini , i sindaci dei
 comuni di Battipaglia, Cecilia Francese , e Roccadaspide, Gabriele Iuliano oltre ai
 vertici dei Lions e alla consigliera regionale Maria Ricchiuti, della commissione sanità
 della Regione.

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10/10/2019                                                                                                                  Pagina 5

                                                                                                                            EAV: € 14.150
                                                                                                                            Lettori: 546.032
                                             Argomento: Sanità Campania

             Aggressioni in ospedale il piano contro i violenti

 La prefettura Più pattuglie nei pressi
 degli ospedali e telecamere collegate
 ventiquattr' ore su ventiquattro con le
 sale operative delle forze dell' ordine.
 Sono le misure principali varate al
 termine del comitato per la sicurezza
 pubblica      convocato              dalla         prefetta
 Carmela       Pagano           sul          nodo        delle
 aggressioni      ai     danni          di     medici           e
 infemieri. Un fenomeno che, sottolineano
 dal Palazzo di Governo, non è solo
 napoletano e non fa registrare una «
 crescita     esponenziale»,                  ma         resta
 allarmante ed è comunque in aumento:
 sono già 87 i casi denunciati quest'
 anno, 21 dei quali relativi ad aggressioni
 fortunatamente          solo       verbali,         mentre
 erano stati 82 nel 2018. Al vertice hanno partecipato vertici di polizia, carabinieri e
 finanza, il vice capo di gabinetto della Regione e i manager delle aziende
 ospedaliere della città. L' obiettivo è potenziare gli standard di sicurezza. Si parte
 con una assidua « vigilanza mobile » , con le volanti che effettueranno passaggi e
 soste presso gli ospedali con maggiore frequenza rispetto al passato. Sarà adeguato
 il sistema di videosorveglianza per garantire l' invio di immagini agli investigatori
 direttamente dagli ambienti ritenuti più a rischio. Anche le aziende faranno la loro
 parte: « Si sono impegnate - riferisce la prefettura - ad ottimizzare i modelli
 organizzativi » avvalendosi della « consulenza tecnica delle forze di polizia » . Ad
 esempio con la formazione specifica delle guardie giurate che, come ribadito dalle
 recenti direttive del Viminale, devono essere esclusivamente dipendenti da istituti di
 vigilanza privata autorizzati dalla prefettura. Le direzioni ospedaliere cureranno

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anche la preparazione del personale che si trova ad avere maggiori contatti con il
pubblico. - d. d. p. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/10/2019                                                                                                                       Pagina 25

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                                                                                                                                 Lettori: 107.296
                                                 Argomento: Sanità Campania

                                  Bilancio, l'ospedale tira la cinghia

 LA SANITÀ / 1 Ornella Mincione Sono
 stati pubblicati all' albo pretorio dell'
 ospedale di Caserta il bilancio preventivo
 del      2020        e      il     piano          pluriennale
 2020-2022.             A         guardare            le       cifre
 sembrerebbe che l' azienda ospedaliera
 prospetti una flessione in negativo sia
 per      il        valore         della          produzione,
 169.580.000                 euro            rispetto               ai
 171.390.000 euro circa del 2019, sia per
 il totale generale delle entrate: per il
 2020 previsti 171.985.000 euro contro i
 182.185.000 euro del 2019. Dunque
 sembrerebbe, a una prima lettura, che il
 bilancio preventivo delinei un quadro
 peggiore rispetto a quello del 2019 e
 ancora di più rispetto a quello del 2018.
 Dalla     direzione              amministrativa               però
 arriva        la   rassicurazione:                «Ci      siamo
 attenuti all' ultimo fondo sanitario e a quello provvisorio del 2019, ma in questo caso
 erano stati già stanziati i contributi della Regione Campania», spiega il direttore
 amministrativo dell' Aorn Sant' Anna e San Sebastiano Gaetano Gubitosa. C' è da
 dire anche, spiega sempre Gubitosa, che «il bilancio preventivo non ha il valore di
 quello consuntivo, nel senso che non ha valore autorizzativo». Punto su cui invece è
 giusto porre l' attenzione è la voce relativa ai costi, secondo quanto sostiene il
 direttore amministrativo. «Da un lato teniamo conto di tutte quelle attività
 strategiche programmate, come ad esempio la distribuzione dei farmaci ad alto
 costo, nell' ambito della rete oncologica, o di tutte le attività dove abbiamo investito
 assumendo nuovi primari - continua a spiega Gubitosa -. Poi, puntiamo di rimodulare

                     Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
i costi per i servizi non sanitari, come quello della lavanderia o della pulizia». Qui,
poi, è il direttore a porre l' accento sulla sostanziale novità del bilancio preventivo,
vale a dire i costi per l' organico. «Per il 2020 puntiamo a un drastico abbattimento
del lavoro interinale compensandolo con un costo per il reclutamento del
personale». Sul bilancio, infatti, si legge che nell' ambito dei costi di produzione del
2020 di 163.679.000 euro (contro i 174.736.000 del 2019), per il personale è
prevista una spesa di 81.176.000 euro, contro quella del 2019 di 75.970.000 euro,
con una variazione, quindi, di 5.206.000 di euro. Poi, si legge nella nota a corredo
della tabella del bilancio, che tutto ciò avviene ottemperando il Piano triennale del
fabbisogno, così come deliberato dal commissario straordinario della Regione
Campania con il provvedimento n.40 del 6 settembre 2019, e che, secondo tale
delibera, «l' azienda ha approvato e sottoposto al parere della Regione un piano di
assunzioni che a regime dovrebbe rendere superfluo il ricorso al lavoro
somministrato e consentirne la copertura del fabbisogno del personale. La
previsione dei costi del personale è basata sulla suddetta deliberazione integrata
con i dati dei rinnovi contrattuali attesi (dirigenza) e con i dati storici da consuntivo
2018». «Abbiamo fatto un concorso e continueremo a farne», dice sempre il
direttore Gubitosa. Proprio in questi giorni un presidio di interinali Oss e infermieri è
fermo sotto alla palazzina dell' amministrazione dell' ospedale per chiedere che
venga indetto il concorso. «La legge ha richiesto che per alcune categorie ci fosse
prima il periodo di mobilità e poi si sarebbe potuto procedere ai concorsi. Per Oss
possiamo procedere perché è concluso il periodo di mobilità, mentre per gli
infermieri c' è ancora da attendere», conclude Gubitosa. Gli interinali in questi giorni
avevano richiesto anche l' intervento del sindaco e del prefetto perché venissero
richiesti i concorsi utili all' assunzione. «È giusto che siano concertate e avviate le
procedure concorsuali e di reclutamento - è il commento di Nicola Cristiani,
segretario Cisl con delega alla sanità -. Così da dare chance a tanti giovani, visto che
da venti anni non ci sono concorsi in quest' azienda». «Mi auguro che la fase di
reclutamento del personale avvenga nei più brevi tempi possibili» ha detto
Domenico Vitale, segretario della Uil Fpl. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/10/2019                                                                                                                   Pagina 24
                                     Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                             EAV: € 3.224
                                                                                                                             Lettori: 107.296
                                             Argomento: Sanità Campania

  Dall' Uzbekistan al Sannio per tirocini in ospedale e ateneo

 LA SANITÀ Luella De Ciampis E stato
 sottoscritto, presso la sala convegni dell'
 ospedale Rummo, il progetto di tirocinio
 extra europeo, che consentirà a due
 studenti/ricercatori dell' Uzbekistan di
 frequentare i dipartimenti di Ingegneria
 ed Economia dell' Unisannio e le unità
 complesse           di          Neonatologia                    e
 Dermatologia dell' azienda ospedaliera
 «San Pio». Una sorta di Erasmus della
 durata di quattro mesi, a partire da
 febbraio,        reso            possibile               dalla
 disponibilità         dell'         Arcidiocesi                di
 Benevento che ospiterà i due giovani
 ricercatori. All' incontro, coordinato dal
 capo del cerimoniale dell' azienda e
 direttore dell' unità complessa relazioni
 con il pubblico, Ida Ferraro, oltre al digì
 Mario Ferrante, al direttore sanitario
 Giovanni Di Santo e al direttore amministrativo Oreste Florenzano, hanno
 partecipato don Francesco Iampietro, il rettore Filippo De Rossi, Francesco
 Lamonaca, docente del dipartimento di Ingegneria e coordinatore del progetto
 finanziato dall' Ue, il delegato dell' istituto medico pediatrico dell' Uzbekistan Igor
 Vickhrov, il presidente dell' Ordine dei medici Giovanni Ianniello e il delegato alla
 Ricerca dell' Unisannio Gerardo Canfora che dal primo novembre ricoprirà la carica
 di rettore dell' ateneo. GLI INTERVENTI «Questo tipo di formazione dice Lamonaca
 cambia la vita dei giovani laureati uzbeki che avranno la possibilità di accumulare
 esperienze e conoscenze importanti per fare scuola nel loro Paese». Una posizione
 condivisa dal digì. «L' esperienza in Tin ha detto Ferrante sarà altamente formativa

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per gestire i piccoli pazienti ubzeki». Ed è proprio nel reparto di Terapia intensiva
neonatale che è stato restituito alla vita il piccolo Thomas, trovato il 31 agosto a
Cervinara sul balcone di casa dei parenti subito dopo il parto. Il piccolo, che ormai
sta bene, è ancora ospite del reparto di Neonatologia, in attesa che il Tribunale dei
minori decida se affidarlo alla mamma, che comunque trascorre alcune ore in
reparto col piccolo, o a una casa famiglia. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/10/2019                                                                                                                  Pagina 37

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                                                                                                                            Lettori: 107.296
                                            Argomento: Sanità Campania

  Direzioni ospedaliere, a Napoli i big meeting su assistenza e
                            territorio

 «Siamo stati commissariati perché siamo
 stati degli irresponsabili, questo vale per
 il partiti di centro, la destra e la
 sinistra». Il presidente Vincenzo De Luca
 ha aperto così il suo intervento al VII
 convegno      nazionale           Anmdo-Card                sul
 tema dell' appropriatezza nel servizio
 sanitario    nazionale,            condivisione               di
 strategie tra ospedale e territorio. Tra i
 temi caldi dibattuti al convegno, il
 regionalismo differenziato, sul quale il
 presidente De Luca ha mostrato ancora
 una volta di avere le idee molto chiare.
 «Se   il    riparto      del       fondo          sanitario
 nazionale è omogeneo - ha detto -
 accettiamo la sfida, ma puntare alla
 spesa storica significa che prendiamo in
 meno in termini di risorse e questo non
 va bene. Dobbiamo partire da qui,
 perché la spesa storica penalizza il Sud. E in questo senso abbiamo già dato». «Il
 tema è particolarmente delicato e sono condivisibili le preoccupazioni di quanti
 temono che le modalità con cui si sta predisponendo il regionalismo differenziato
 possano comportare una grave lesione della unitarietà del Servizio sanitario
 nazionale e del suo essere garante del principio di uguaglianza per l' accesso alle
 prestazioni comprese nei Lea su tutto il territorio nazionale», spiegano Giuseppe
 Matarazzo (vicepresidente Anmdo) e Gennaro Volpe (presidente Card). «Non
 potevamo poi trascurare come l' accessibilità ai servizi e alle cure siano tra gli
 aspetti cruciali e determinanti nel rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario, in

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quanto le modalità adottate dall' organizzazione deputata alla gestione dei percorsi
di accesso influenzano l' efficacia del processo diagnostico, terapeutico e
assistenziale (tempestività, appropriatezza) e condizionano la qualità e l' efficienza
della risposta dei sevizi sanitari al cittadino». Al centro del dibattito anche le
disuguaglianze sociali in relazione allo stato di salute della popolazione italiana con
il rischio che le nuove povertà possano generare una ridotta accessibilità ai servizi
sanitari, con ulteriore caduta delle condizioni di salute. La Clinical Governance, come
principale obiettivo di miglioramento continuo della qualità dell' assistenza,
attraverso la garanzia dei livelli assistenziali con particolare riferimento al governo
della domanda di salute ed all' organizzazione dell' offerta dei servizi sanitari. Il
percorso   diagnostico            terapeutico              assistenziale             (Pdta)         come          strumento   di
standardizzazione dei processi di assistenza a garanzia della diretta accessibilità a
trattamenti e terapie innovative efficaci. Si è discusso poi di come trasformare l'
inappropriatezza in appropriatezza attraverso esperienze maturate sul campo ben
consapevoli che l' eccesso delle prestazioni diagnostiche e terapeutiche, non
sorrette da evidenti prove scientifiche, contribuiscono ad elevare i costi in Sanità.
Centrale resta l' integrazione ospedale-territorio, assicurando la continuità delle
Cure ai cittadini con risposte adeguate ai propri bisogni di salute soprattutto a livello
territoriale. Per Gennaro Volpe «il servizio sanitario è ancora troppo centrato su un
modello di assistenza basato sull' ospedalizzazione, retaggio di una cultura dell'
ospedale superata da decenni in favore di un sistema integrato ospedale-territorio.
Ecco perché la sfida da vincere è ora quella della riorganizzazione delle cure
territoriali, una sfida alla quale la politica regionale crede molto e per la quale ha
programmato un nuovo piano territoriale e la riorganizzane delle cure primarie.
Inoltre ha messo in campo ingenti risorse economiche». L' esigenza di accelerare sul
potenziamento del territorio non deve essere però interpretata a scapito della
funzione ospedaliera, avverte Giuseppe Matarazzo. «Il ruolo degli ospedali resta
centrale in un sistema che intenda garantire appropriatezza delle cure. Abbraccio l'
indicazione di potenziare il territorio precisa Matarazzo - ma sarebbe un errore se
questo avvenisse a scapito dell' assistenza ospedaliera. Non dimentichiamo mai che
al momento l' ospedale è tra le poche certezze che restano ai cittadini», dice.

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10/10/2019                                                                                                                    Pagina 34

                                                                                                                              EAV: € 1.681
                                                                                                                              Lettori: 107.296
                                               Argomento: Sanità Campania

      Intercettazioni con virus spia: pronuncia il 2 dicembre

 Scioglierà       la        riserva     il    prossimo            2
 dicembre (dopo un pronunciamento della
 Cassazione) il giudice del collegio C della
 prima sezione penale del Tribunale di
 Napoli       Antonia           Napolitano                 Tafuri,
 chiamato a pronunciarsi in merito all'
 utilizzabilità        di     alcune         intercettazioni
 captate con un virus spia (trojan), nell'
 ambito delle indagini sulle infiltrazioni
 della camorra negli appalti dell' ospedale
 Cardarelli    di       Napoli.        Ieri      i    sostituti
 procuratori Celeste Carrano e Francesco
 Raffaele,       hanno            ribattuto            alle       le
 eccezioni      sollevate             dai      legali        dell'
 imprenditore Alfredo Romeo e del suo
 collaboratore          Ivan       Russo             (un     pool
 difensivo        composto             dagli          avvocati
 Alfredo Sorge, Gianbattista Vignola e
 Francesco Carotenuto). Le intercettazioni
 riguardano conversazioni captate negli uffici romani e napoletani dell' imprenditore
 Romeo ma non solo.

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10/10/2019                                                                                                                  Pagina 29

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                                                                                                                            Lettori: 107.296
                                             Argomento: Sanità Campania

                       Moscati, tensione sindacati-manager

 LA SANITÀ Antonello Plati Quanto fatto
 fino a questo momento per portare a
 termine l' annessione dell' ospedale
 «Landolfi»       di     Solofra           all'      Azienda
 ospedaliera «Moscati» di Avellino non
 soddisfa la Uil Federazione poteri locali e
 la Cisl Funzione pubblica. I segretari
 generali, Gaetano Venezia e Antonio
 Santacronce,         attaccano          e       lamentano
 «un' assoluta mancanza di relazioni
 sindacali». La Uil Fpl rincara la dose e
 annuncia: «Chiederemo al prefetto di
 Avellino, Maria Tirone, di convocare il
 direttore generale, Renato Pizzuti, per
 avete        finalmente            un         confronto».
 Immediata la replica del manager: «Mi
 sorprende - dice Pizzuti la posizione di
 Uil e Cisl, in quanto nei confronti di tutte
 le   sigle     sindacali,         sin       dal        primo
 momento, ci sono state massima attenzione e grande disponibilità. Tant' è che nel
 mese intercorso dal primo incontro con i sindacati sono state accolte ed esaminate
 le numerose istanze presentate dalle diverse sigle, che saranno discusse nel corso
 della prossima riunione sindacale, già fissata per giovedì prossimo». Ma dal fronte
 della Uil Venezia non ci sta. E spiega: «È necessario denunciare la mancanza di una
 corretta relazione sindacale in ordine alle problematiche sottoposte all' attenzione
 della dirigenza relativamente al reparto di Chirurgia generale dell' ospedale di
 Solofra. Questo ci costringe a chiedere un tentativo di conciliazione al prefetto».
 Secondo il sindacalista della Uil l' atteggiamento del direttore generale «è
 inspiegabile», in quanto «come organizzazione sindacale abbiamo chiesto un

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incontro urgente, rimasto senza risposta». Quindi, entrando nel merito: «Presso il
presidio Landolfi all' interno dei reparti sono presenti delle criticità non più
giustificate ad un anno dalla data di decorrenza dell' annessione di tale struttura all'
Azienda Moscati di Avellino. In particolare tale criticità investe il reparto di Chirurgia
generale in quanto i dirigenti medici, in palese difformità con quanto previsto nella
stragrande maggioranza degli ospedali italiani e nella stessa Azienda, sono i soli a
svolgere la turnazione di guardia attiva in Pronto soccorso nella misura di oltre il 50
per cento dell' intera attività lavorativa, assorbendo la maggior parte dell' attività
professionale. Tale attività obbliga a svolgere l' attività lavorativa al di fuori del
dipartimento di appartenenza in quanto il Pronto soccorso afferisce a quello di
Emergenza». Santacroce, poi, dalla Cisl ribadisce: «Attendevamo di essere convocati
per il dovuto saluto e per capire qual è la programmazione dell' Azienda e cosa si
intenda fare per intraprendere e portare avanti quanto è stato fatto con gli ex
manager con i quali sono stati espletati i concorsi per le nuove assunzioni ed avviati
diversi percorsi». Quindi il sindacalista della Cisl elenca: «Ridurre le liste di attesa,
stabilizzazione del personale precario, rendere quanto prima disponibili i posti letto
nelle unità operative per i pazienti in attesa presso il pronto soccorso, gestire al
meglio le problematiche dovute alla carenza di personale, non solo nel Pronto
soccorso ma in tutti i reparti, creare un' area dedicata interamente alle vittime di
abusi sessuali e aggressioni, garantire una maggiore sicurezza sui posti di lavoro e,
non ultimo, il cosiddetto tempo di divisa e di consegna». Infine, suggerisce di
potenziare di potenziare «la Medicina protetta dedicata alle attività assistenziali dei
pazienti detenuti, del quale oggi con grandissimo affanno si fa carico l' Unità
operativa di Malattie infettive; la Medicina interna che contribuisce ai ricoveri del
Pronto soccorso; Anestesia e rianimazione; e la sala operatoria di Cardiochirurgia».
Dunque il confronto tra le parti resta teso. Il manager dell' Azienda Ospedaliera,
ribadendo l' imminenza della riunione con le sigle, conferma di essere aperto al
dialogo. I sindacati invece restano sul piede di guerra. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/10/2019                                                                                                                  Pagina 30

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                                                                                                                            Lettori: 107.296
                                             Argomento: Sanità Campania

       Ospedale, auto agli abusivi ma il parcheggio è vuoto

 LO SCANDALO Gennaro Di Biase Se il
 parcheggio abusivo costa più caro di
 quello      autorizzato,           ma         il     prezzo
 «popolare» di 50 centesimi non basta a
 evitare la sosta selvaggia. Succede all'
 Ospedale del Mare, dove gli 800 posti
 dell' area per le auto degli utenti sono
 deserti e disertati, mentre «i marciapiedi
 al lato della strada e l' ingresso del
 Pronto Soccorso, gestiti da un abusivo
 che prende 2 euro per ogni cliente, sono
 affollatissimi»,       spiega           il     consigliere
 regionale dei Verdi Francesco Borrelli.
 Sono i paradossi della sosta illegale, che
 continua a spadroneggiare per le strade
 di Napoli. Gli abusivi regnano anche
 dove esistono parcheggi autorizzati. L'
 ultimo episodio in ordine di tempo, in
 proposito, è il «ti sparo in testa» rivolto
 lo scorso weekend da un parcheggiatore a Marcello Cadavero, assessore alla
 Manutenzione Urbana della II Municipalità dopo la pedonalizzazione di via Lanzieri, in
 centro storico. L' OSPEDALE DEL MARE Preoccupa la situazione dell' Ospedale del
 Mare, perché indica una preferenza e una tendenza all' abusivismo anche da parte di
 certi automobilisti. Come mai? C' entra la paura di una ritorsione? Probabilmente no:
 contrariamente a quanto potrebbe avvenire all' interno dell' ospedale Cardarelli,
 sprovvisto di occhi elettronici, il parcheggio di Ponticelli è munito di telecamere,
 quindi la «vendetta contro l' auto» da parte dell' abusivo è da escludere. «L'
 ospedale del Mare - prosegue Borrelli - è fornito di un parcheggio destinato ai
 visitatori di ben 800 posti, ma generalmente è vuoto. I visitatori preferiscono

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parcheggiare lungo l' arteria principale anche in seconda fila, occupando la
carreggiata e contribuendo ad alimentare il mercato della sosta fuorilegge. Molti
preferiscono pagare la tangente ai parcheggiatori abusivi piuttosto che utilizzare lo
spazio a loro riservato. Così gli spazi esterni dell' ospedale si presentano tappezzati
di auto parcheggiate in modo irregolare, e ciò rende la viabilità poco scorrevole
anche davanti all' ingresso del pronto soccorso. Le forze dell' ordine intervengano
con durezza per fermare l' assedio dei delinquenti. Il paradosso è che il costo del
parcheggio interno all' Ospedale è di 50 centesimi all' ora mentre gli abusivi
prendono la media di 2 euro a macchina. Quindi chi si rivolge a loro paga di più. In
questo caso rivolgersi agli estorsori è una scelta precisa che non ha giustificazioni».
La stessa scelta si verifica anche in altri luoghi della città, «come il parcheggio Brin»,
conclude Borrelli. LE MINACCE Gli abusivi non battono solo la concorrenza dei
parcheggi legali, ma in certi casi minacciano le istituzioni. Torniamo allo scorso
weekend in via Lanzieri, tra via Campodisola e Porta di Massa. Siamo in pieno
centro, ma ciò non impedisce scene urbane di ordinaria follia: «Venerdì abbiamo
completato la pedonalizzazione della strada - spiega Cadavero - Sapevamo che via
Lanzieri era divenuta impraticabile e che anche i mezzi di soccorso avrebbero avuto
serie difficoltà: era diventata una strada cieca dove un parcheggiatore abusivo
faceva i propri comodi, convinti che la città appartenga ai suoi cittadini che troppo
spesso subiscono in silenzio le prevaricazioni di soggetti che, con la forza e l'
intimidazione, riescono a operare indisturbati nell' illegalità. Il giorno dell'
intervento, però, sono stato minacciato di morte dal parcheggiatore del posto che ha
ripetuto più volte, in presenza di testimoni, che mi avrebbe sparato alla testa. Ho
denunciato il tutto alla Polizia. A pochi passi da questa strada, lo scorso anno,
avevamo inaugurato il Largo Simonetta Lamberti, vittima innocente di mafia». ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.

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