Media Monitoring per 09-01-2020 - Rassegna stampa del 09-01-2020 - Ruggi

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09-01-2020

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 09-01-2020
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      09/01/2020 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Addio ad Amendola il medico colto ironico e generoso .......................................................... 1
      09/01/2020 - SALERNO.OCCHIONOTIZIE.IT
            Bimbo di Eboli in shock settico salvato all’ospedale di Polla: era stato dimesso dal Ruggi per
            un raffreddore ........................................................................................................................ 3
      09/01/2020 - CRONACHE DI SALERNO
            Caldoro scalda i motori: "Con De Luca siamo ultimi" .............................................................. 4
      09/01/2020 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Doni ai bimbi ricoverati in ospedale ....................................................................................... 7
      09/01/2020 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Il valzer di poltrone C'è Ciro Verdoliva nel futuro del Ruggi ................................................... 8
      09/01/2020 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Neonato dimesso dal Ruggi salvato dai medici di Polla ....................................................... 10
      09/01/2020 - WWW.NOTIZIE.IT
            Salerno, protesta degli infermieri sulle ambulanze: “Non si arriva a cinque euro l’ora” ..... 12
      09/01/2020 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Sei reparti senza dirigenti Santa Maria dell' Olmo in tilt ...................................................... 14
Sanità Salerno e provincia ............................................................................................................ 16
      09/01/2020 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Analisi, dopo le feste è assalto ai laboratori ........................................................................ 16
      09/01/2020 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Da Potenza corsa al Curto per far nascere la figlioletta ....................................................... 18
      09/01/2020 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Via il direttore, tre ospedali senza guida ............................................................................. 19
Sanità Campania ............................................................................................................................. 21
      09/01/2020 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Analisi facili, rito abbreviato per sei .................................................................................... 21
      09/01/2020 - IL ROMA
            «Sanità, poca omogeneità riguardo ai precari» .................................................................... 23
      09/01/2020 - IL MATTINO
            Botte e violenze in ospedale il caso dei drappelli di polizia ................................................. 24
      09/01/2020 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Commissario addio Ma restano i ticket ................................................................................ 26
      09/01/2020 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            De Luca: «Dal 15 gennaio il primo mezzo di soccorso videosorvegliato all' Ospedale del Mare»
             .............................................................................................................................................. 28
      09/01/2020 - LA CITTÀ DI SALERNO
            E il governatore promette lavori e 7.600 assunzioni ............................................................ 30
      09/01/2020 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            Pazienti fragili, l' Asl: «Più cure domiciliari e teleassistenza» .............................................. 31
      09/01/2020 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO SUD)
            San Leonardo, l' appello dei sindacati: nuovi operatori socio sanitari a Chirurgia ............... 33
      09/01/2020 - IL MATTINO
            Sequestro ambulanza, sei identificati si ipotizza il reato di violenza privata ....................... 35
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 36
      09/01/2020 - AVVENIRE
            «Così si costruisce la cultura della vita» .............................................................................. 36
      09/01/2020 - CORRIERE DELLA SERA
            «La tecnologia ? Non è la soluzione a tutti i problemi della sanità» ..................................... 38
      09/01/2020 - AVVENIRE
            «Staccate la spina» Midrar, tre mesi, e la vita contesa tra Corte e genitori ......................... 40
      09/01/2020 - AVVENIRE
            «Tafida, regalo di Natale» .................................................................................................... 41
      09/01/2020 - CORRIERE DELLA SERA
            Che cosa ci possiamo aspettare nel nuovo Pronto soccorso ................................................ 44
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09/01/2020 - CORRIERE DELLA SERA
     Cinque numeri per le emergenze ......................................................................................... 46
09/01/2020 - AVVENIRE
     Con il test prenatale «non invasivo» diminuite del 30% le nascite di Down ......................... 49
09/01/2020 - CORRIERE DELLA SERA
     Il comma 22 delle CURE PALLIATIVE ..................................................................................... 50
09/01/2020 - AVVENIRE
     Il malore, poi la lotta per le cure .......................................................................................... 52
09/01/2020 - AVVENIRE
     L' algoritmo «batte» il medico? ............................................................................................ 53
09/01/2020 - AVVENIRE
     La Consulta sanitaria «sia spazio per tutti» ......................................................................... 56
09/01/2020 - CORRIERE DELLA SERA
     Non possiamo più perdere i talenti che formiamo ................................................................ 58
09/01/2020 - LIBERO
     Oltre 1.700 medici e infermieri aggrediti in 3 anni .............................................................. 60
09/01/2020 - CORRIERE DELLA SERA
     Per l' ASSISTENZA ai neonati il colore viola non basta ......................................................... 61
09/01/2020 - CORRIERE DELLA SERA
     Tutti i reparti chiamati a evitare gli intasamenti ................................................................. 63
08/01/2020 - IL RIFORMISTA
     MEDICI SOTTO ATTACCO PICCHIATI O PROCESSATI HANNO PAURA DI CURARE .................... 65
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09/01/2020                                                                                                                     Pagina 31
                                          Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                               EAV: € 3.494
                                                                                                                               Lettori: 107.296
                         Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

      Addio ad Amendola il medico colto ironico e generoso
 Marcello Napoli

 Edgardo      Amendola                (per        gli      amici
 Ninone), neuropsichiatra, 91 anni, ci ha
 lasciati. Un altro pezzo di storia di
 Salerno, non quella dei libri, ma della
 vita reale, della rete di rapporti familiari,
 amichevoli, professionali, umani va via
 con l' inizio dl nuovo anno. Il dottore ha
 svolto per anni il suo lavoro all' interno
 del Manicomio di Nocera Inferiore; aveva
 iniziato come assistente per diventare,
 poi, dopo anni, direttore. Ha svolto
 attività    di      specialista             ambulatoriale
 presso l' Inail e l' ex Inam e, da primario,
 alla Casa di Cura Villa Chiarugi a Nocera
 Inferiore. Un universo di conoscenze del
 bene e del male e dei cambiamenti,
 sociali, psichici e delle scoperte della
 medicina     di       oltre       70      anni.        Tra       le
 specializzazioni anche quella in Medicina
 legale, come consulente. «È stata una persona dal carattere sempre signorile, la
 cultura notevole e la passione per l' affabulazione. Aveva una memoria fortissima, lo
 caratterizzava la voglia di approfondire i fatti, la conoscenza delle persone e dei loro
 territori mentali, sociali e fisici», ricorda Maurizio Pastore, da sempre vicino alla
 famiglia. Amendola ha diretto anche il servizio psichiatrico di Diagnosi e Cura presso
 l' Ospedale San Giovanni e Ruggi d' Aragona. il figlio Davide con la sorella Adele e
 Annapaola, i nipoti Edgardo e Maria Giulia che lo ha assistito sino all' ultimo - ne ha
 preso da tempo il testimone. «Non sopportava la sciatteria e mi ha insegnato molto
 sulla diagnosi soprattutto quella fatta con l' esperienza di chi non aveva a
 disposizione macchine come la Tac. Era un medico ed un uomo a 360 gradi», confida

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addolorato. Aveva da poco superato la soglia degli oltre sessanta anni dalla laurea, il
che lo rendeva molto orgoglioso. «Altri tempi», ripeteva a figli, nipoti e amici. Ha
seminato bene nella sua vita: questa è stata la sua forza e con essa ha superato l'
accettazione del suo destino nei giorni bui del passato, nelle gioie e soddisfazioni
vissute in questi ultimi giorni. Era molto amato e stimato: la presenza e il conforto di
tanti, ieri alla chiesa del Sacro Cuore, ne sono una testimonianza evidente. Tra gli
amici più cari per l' ultimo saluto i dottori Giovanni D' Acunto, Enzo Capuano, Paolo
Gargiulo, Maurizio Napoli, Dario Incutti. Tra i primi a dirgli addio il dottore Bruno
Ravera, 90 anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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09/01/2020
                                     salerno.occhionotizie.it
                                                                                                                          EAV: € 1.093
                                                                                                                          Lettori: 17.500
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

  Bimbo di Eboli in shock settico salvato all’ospedale di Polla:
       era stato dimesso dal Ruggi per un raffreddore
 Un bimbo di soli 45 giorni era stato portato all’ospedale di Polla in shock settico e
 salvato dall’èquipe di Pediatria del “Luigi Curto”. Il piccolo era stato dimesso dal
 Ruggi per un raffreddore. Bimbo in shock settico all’ospedale di Polla Il piccolo di
 Eboli era giunto in condizioni disperate in shock settico. Il bambino aveva una
 temperatura corporea di 34 gradi circa e versava in una grave condizione
 di ipotermia. Immediato l’intervento del dottore Salvatore Guercio Nuzio supportato
 dai rianimatori Luigi De Angelis e Luisa Spinelli e dall’intera èquipe di Pediatria
 diretta dal dottore Teodoro Stoduto. Il bimbo, in condizioni molto gravi, era stato poi
 trasferito in un centro a Battipaglia. Le dimissioni dal Ruggi Il bambino di soli 45
 giorni era già stato ricoverato in codice verde e dimesso dall’ospedale Ruggi di
 Salerno per un semplice raffreddore.                               L'articolo Bimbo di Eboli in shock settico
 salvato all’ospedale di Polla: era stato dimesso dal Ruggi per un raffreddore proviene
 da L'Occhio di Salerno.

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09/01/2020                                                                                                                     Pagina 3

                                                                                                                               EAV: € 1.889
                                                                                                                               Lettori: 29.750
                         Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

         Caldoro scalda i motori: "Con De Luca siamo ultimi"

 Scalda        i          motori              in          attesa
 dell'ufficializzazione,                           nonostante
 l'investitura da parte di Silvio Berlusconi.
 Stefano Caldoro pensa al futuro della
 Regione               Campania,                   bocciando
 pesantemente i cinque anni di governo
 regionale guidato da Vincenzo De Luca.
 Siamo alla vigilia di una campagna
 elettorale,       i    sondaggi             segnano            un
 vantaggio del centrodestra, è pronto per
 questa nuova avventura? «Non è una
 partita personale, non è una vicenda dei
 singoli. È la grande sfida di una squadra
 che deve essere unita e coesa. Pronta a
 rilanciare        questa         Regione            con        un
 programma fatto di cose concrete. Poi
 verrà    il   ragionamento                  sui      ruoli.        I
 sondaggi, che leggono la realtà campana, ci danno avanti perché c'è una coalizione
 credibile e perché questa Sinistra ha fallito». Come immagina la sua coalizione? Di
 recente ha ricevuto numerosi attestati di stima da parte degli alleati. Ma manca
 l'ufficializzazione nonostante l'investitura di Berlusconi. «Immagino semplicemente
 una squadra. La stessa che ha fatto una opposizione intelligente sui temi e che ha il
 dovere di allargarsi a tanti dirigenti ed amministratori, alla società civile. Ma ripeto
 che non è una partita personale. Ho ring r a z i a t o Berlusconi per le parole di stima
 e l'indicazione ed attendo le determinazioni del tavolo nazionale con gli alleati. Nel
 frattempo continuiamo il lavoro. Con gli amministratori, con i militanti, interrogando
 e coinvolgendo le professioni». Sanità, ambiente, trasporti: come sono stati i cinque
 anni di Vincenzo De Luca? «Ho avuto modo di dirlo in Consiglio regionale. Su questi
 temi e su altri - e penso alle grandi macroaree di intervento, rischio povertà, reddito,

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occupazione giovanile, salute, assistenza sociale, trasporti e rifiuti - siamo ultimi in
Italia. Lo certificano osservatori terzi come Banca d'Italia, Svimez ed Eurostat che ci
pone fanalino di coda in Europa. È questo il bilancio di questi ultimi cinque anni». Il
governatore in carica non ha mai risparmiato accuse alla sua gestione, soprattutto
su trasporti e sanità, vuole controbattere? «Siamo ultimi con questa Giunta. Parlano
i dati e le ricordo che con il buongoverno del centrodestra, in un contesto difficile,
abbiamo recuperato su tutte le aree di intervento. Abbiamo fatto miracoli veri e
parlato ai campani con il linguaggio della verità. Senza inutile propaganda. Abbiamo
dato credibilità alla Campania e rimesso i conti in ordine, nel bilancio ordinario e
nella sanità. Abbiamo impresso una svolta nell'utilizzo dei fondi europei, tagliato gli
sprechi». Gli ultimi eventi climatici hanno mostrato una fragilità del territorio. Tra
tutti la Costiera Amalfitana, che è stata pesantemente danneggiata. Quale
programma per salvaguardare i territori? «Bisogna utilizzare bene e meglio i fondi
europei. Lo abbiamo fatto e torneremo a farlo. Sarà necessario puntare sulla
prevenzione e sul monitoraggio del territorio. La Giunta regionale ha grandi
responsabilità sulle frane che hanno fortemente penalizzato la costiera amalfitana e
tanti centri della provincia. Noi, con l'assessore Cosenza, avevamo preparato in
Arcadis dei tecnici, delle vere sentinelle per il presidio territoriale. Una vera scuola
organizzata con il Dipartimento Nazionale di Protezione civile, con la Scuola
regionale, con l'Ordine degli ingegneri e quello dei geologi. Figure che dovevano
essere messe a disposizione dei Comuni. Un errore non seguire questa strada».
Aeroporto di Salerno: sostanzialmente si è tornato al punto di partenza,
immaginando una fusione con Napoli. «L'aeroporto di Salerno è stato inserito nel
piano nazionale aeroportuale all'epoca della mia Giunta e con quella provinciale
guidata dall'ottimo Edmondo Cirielli. Il bando, immaginato all'epoca e validato da
Enac, Mit e Mef, ha sempre previsto un investimento economico per chi volesse
gestirlo, secondo le direttive degli enti citati. Con la giunta De Luca e con la fusione
scompare del tutto l'obbligo per il gestore di investire ed in più si confermano i 40
milioni di euro pubblici appostati per l'aeroporto dal governo Renzi nel decreto
sblocca Italia. Difatti oggi il gestore può utilizzare quei fondi per allungare la pista
ma non ha obblighi ulteriori. Nuovo Ruggi d'Aragona di Salerno, cosa pensa e
soprattutto secondo lei ci sono i presupposti affinché venga realizzato e completato?
«Non serve investire sul mattone ma intervenire per migliorare la qualità delle
prestazioni. Serve procedere, perché è possibile grazie all'azione avviata nel 2010,
alle assunzioni di giovani medici ed infermieri. Serve stabilizzare i precari e non fare
regali' ai soliti noti». Un ultimo pensiero: un ricordo di Marta Naddei, recentemente
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scomparsa a seguito di un tragico incidente stradale. In diverse occasione ha
partecipato agli eventi organizzati per presentare l'ebook Il sistema Salerno. «Ho
conosciuto Marta in diverse occasioni ed ho apprezzato il suo stile, la serietà, la
passione e la voglia di conoscere i temi. Ha scritto a Salerno pagine di giornalismo
dal grande valore, vere e coraggiose».

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09/01/2020                                                                                                                Pagina 14
                                           La Città di Salerno
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                      Doni ai bimbi ricoverati in ospedale

 Hanno raggiunto centinaia di bambini, in
 poche ore, per regalare doni in un giorno
 speciale,   quello       dell'Epifania.             Hanno
 bussato alla porta di case private e di tre
 ospedali in una sola giornata, in un tour
 de force di felicità e di solidarietà.
 Protagonisti della pregevole iniziativa,
 con doni condivisi doni con i meno
 fortunati, sono Lazzaro De Rosa e Carla
 Salsano , pronte a buttare il cuore oltre
 l'ostacolo. Negli ospedali Santa Maria
 Incoronata dell'Olmo, Umberto I e Ruggi
 d'Aragona, Lazzaro e Carla, nelle vesti di
 befana       accompagnatrice,                       hanno
 realizzato la loro iniziativa lodevole.
 Centinaia i giocattoli e le calze distribuiti
 ai bimbi ricoverati in corsia, durante i
 giorni di festa, regalando anche un momento di grande spensieratezza. Ma il tour
 che Lazzaro e Carla hanno realizzato nel giorno dell'Epifania è proseguito per
 raggiungere molti nuclei familiari con disagio economico. Centinaia, sono state
 anche le famiglie contattate da chi come Lazzaro De Rosa, si adopera tutto l'anno
 per raccogliere giocattoli e dolciumi al fine di destinarli al progetto solidale che,
 anno dopo anno, assume una dimensione sociale sempre più ampia. I progetti di
 Lazzaro, che si è adoperato anche con uno spettacolo di moda a favore della piccola
 Miriam, non si esauriscono all'Epifania, ma vanno ben oltre. Un impegno civile
 apprezzato da chi è nato in famiglie indigenti e da chi si trova ricoverato in ospedale
 per qualche problema di salute.

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09/01/2020                                                                                                                  Pagina 3
                                             La Città di Salerno
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

   Il valzer di poltrone C'è Ciro Verdoliva nel futuro del Ruggi
 Marcella Cavaliere

 SALERNO Il ciclone che si è abbattuto
 sulla sanità partenopea potrebbe avere
 risvolti    anche      a     Salerno.           L'Azienda
 ospedaliera           universitaria                    Ruggi
 d'Aragona di Salerno è commissariata da
 agosto scorso, ossia da quando l'ex dg
 Giuseppe Longo è ritornato a Napoli per
 svolgere le funzioni di numero uno
 dell'Azienda ospedaliera Cardarelli. Da
 allora l'azienda salernitana è gestita da Vincenzo D'Amato, designato nuovo
 commissario straordinario in attesa della procedura che deve indire la Regione per
 nominare il dg dell'Azienda di via San Leonardo. E questo è il punto. La procedura
 non parte e spunta di nuovo insistentemente il nome di Ciro Verdoliva, attuale
 direttore dell'Asl Napoli 1, che già in passato, secondo indiscrezioni, era uno dei
 probabili candidati alla direzione generale del Ruggi e degli ospedali di provincia
 annessi all'Azienda salernitana, perché da ingegnere avrebbe potuto seguire le
 procedure per la costruzione del nuovo ospedale nella city. Intanto sull'Asl Napoli 1
 sono in corso i lavori di una commissione d'accesso nominata ad agosto scorso dal
 prefetto di Napoli, Carmela Pagano, su delega dell'allora ministro dell'Interno,
 Matteo Salvini, per verificare possibili infiltrazioni camorristiche: entro febbraio è
 previsto l'esito. E Napoli è finita proprio in questi giorni sotto i riflettori a causa delle
 numerose aggressioni nei confronti di medici e del personale ausiliario, del
 sequestro di un'intera squadra di operatori sanitari di un'ambulanza costretta a
 soccorrere     una       persona           protetta,          del       petardo          piazzato           ed      esploso     sotto
 un'ambulanza. Fatti che hanno determinato la decisione ministeriale di installare
 telecamere sui mezzi. Un clima, quello di Napoli, che preoccupa: in questo contesto,
 se l'Asl Na1 dovesse essere sciolta per infiltrazioni camorristiche, Verdoliva
 decadrebbe automaticamente dal suo incarico di dg e l'Asl partenopea sarebbe
 gestita per 18 mesi da una Commissione straordinaria nominata dalla Prefettura su

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delega del ministro dell'Interno. In tal caso Verdoliva, coinvolto nell'inchiesta sul
«Sistema Romeo », potrebbe essere designato come commissario, e futuro dg,
dell'Azienda Ruggi di Salerno. D'Amato è molto stimato, dal punto di vista
professionale, e per molti, negli ambienti ospedalieri, sarebbe il naturale candidato a
guidare, ma da dg, l'Azienda di via San Leonardo, vista la lunga esperienza nell'Asl
salernitana e l'approfondita conoscenza delle dinamiche del territorio. Ma Verdoliva
potrebbe essere preferito qualora l'Asl di Napoli dovesse essere commissariata. I
risvolti giudiziari potrebbero pesare sulle future scelte regionali. Se l'Asl partenopea
non dovesse essere commissariata, tutto sarebbe più semplice: Verdoliva resterebbe
a Napoli e D'Amato potrebbe essere nominato dg dell'Azienda Ruggi. Tutto in
sospeso, anche se il governatore Vincenzo De Luca di fatto potrebbe puntare su
tanti altri manager: quelli che parteciperanno alla procedura concorsuale e che sono
iscritti nell'Albo Nazionale dei dg, valido fino al 2022.

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09/01/2020                                                                                                                 Pagina 24
                                      Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                           EAV: € 4.254
                                                                                                                           Lettori: 107.296
                     Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

       Neonato dimesso dal Ruggi salvato dai medici di Polla

 IL CASO Pasquale Sorrentino Dimesso dal
 pronto soccorso dell' azienda ospedaliera
 San Giovanni di Dio e Ruggi d' Aragona
 per     un   «semplice            raffredore»,              un
 bambino di 45 giorni ha rischiato di
 morire per choc settico. A salvarlo sono
 stati i medici del Luigi Curto di Polla e
 ora è ricoverato, intubato, all' ospedale
 di Battipaglia in condizioni serie ma
 stazionarie. È la vicenda di un neonato
 originario di Eboli che nelle ultime 72 ore
 ha vissuto momenti drammatici. Nella
 giornata della Befana i giovani genitori
 del piccolo vedendo che respirava male
 hanno deciso di portarlo all' ospedale di
 Salerno. Al pronto soccorso del Ruggi
 viene    ricoverato       in     codice          verde        e
 dimesso      in        quanto              gli        viene
 diagnosticato un semplice raffreddore. Il
 medico aggiunge però di «tenere sotto attenzione» il piccolo e in caso di
 peggioramento del quadro clinico di provvedere a una rivalutazione ospedaliera. Il
 giorno successivo, il 7 gennaio, il bambino continua a stare male e allora il padre e
 la madre decidono di riportarlo in ospedale, ma stavolta scelgono di andare da Eboli
 a Polla. Il piccolo di un mese e mezzo arriva in condizioni critiche, con una
 temperatura corporea di 34.9, con grosso deficit respiratorio e senza forze. IL
 RICOVERO I sanitari di Pediatria, è di turno Salvatore Guercio Nuzio, iniziano le cure
 del caso ma considerato il grave quadro clinico viene convocato anche il reparto di
 Rianimazione e allo stesso tempo richiamato in servizio il primario Teodoro Stoduto.
 Gli anestesisti Luigi De Angelis e Luisa Spinelli usano il pallone di Ambu per

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permettere al piccolo di respirare e stabilizzare il quadro clinico. Nel frattempo si
cerca di il modo di trasferire il bambino a Battipaglia ma è buio e l' elicottero non
può volare. Considerata la criticità del caso si pensa anche all' elicottero militare,
tuttavia dopo una serie di telefonate, da Napoli parte l' ambulanza di trasporto
Neonatale che arriva a Polla e poi porta il bambino a Battipaglia dove viene
ricoverato e dove viene tenuto sotto stretta osservazione. Il tutto dopo almeno
quattro ore di lavoro da parte delle varie equipe mediche del Luigi Curto di Polla. L'
episodio ha anche riportato all' attenzione la problematica del trasporto neonatale in
provincia di Salerno. Lo conferma il primario di Pediatria di Polla, Teodoro Stoduto:
«Si tratta di una problematica davvero importante. Appare sempre più necessario
istituire un trasporto neonatale nella provincia di Salerno, tra le più estese d' Italia.
Questo garantirebbe la possibilità a ogni neonato di andare alla Tin - la terapia
intensiva per i neonati - di Salerno in tempi brevi e compatibili per curare al meglio il
bambino e dare maggiori possibilità di guarigione. Importante un trasporto specifico
per Salerno e per il territorio. Necessità importante per la salute dei neonati e anche
per avere prontezza di intervento per il personale medico chiamato in causa». ©
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09/01/2020

                                                                                                                          EAV: € 2.890
                                                                                                                          Lettori: 216.667
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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  Salerno, protesta degli infermieri sulle ambulanze: “Non si
                  arriva a cinque euro l’ora”
 Nel Salernitano sulle ambulanze gli infermieri guadagnano 50 euro per 12 ore di
 servizio, gli autisti la stessa cifra per il doppio delle ore. Questo significherebbe una
 retribuzione di circa 4 euro l’ora per gli infermieri e 2 euro per i conducenti. Gli
 infermieri a Salerno La retribuzione percepita sarebbe stabilita dalla convenzione
 stipulata tra l’Asl e le associazioni che offrono i servizi di assistenza sanitaria. Biagio
 Tomasco, segretario territoriale del sindacato degli infermieri Nursind, chiede
 l’intervento della Regione, accusando per la situazione l’organizzazione attuale. Il
 sindacato chiede di utilizzare nel servizio di emergenza “Gli infermieri che sono
 collocati nella graduatoria dell’avviso pubblico dell’Asl di Salerno”. La critica di
 Tomasco riguarda soprattutto una bassissima retribuzione per un lavoro altamente
 specializzato. “Relativamente alla problematica delle varie Croci che si occupano del
 servizio 118 in provincia di Salerno, riteniamo ineludibile sradicare talune mal
 pratiche che avvengono sulle ambulanze, non ultima quella dello sfruttamento
 lavorativo di tanti giovani che si vedono riconosciuto il loro operato con somme
 orarie ridicole che non arrivano ai 5 euro l’ora”. Con il decreto 49 venne ribadita la
 gestione diretta dell’Asl del servizio 118, senza alcun tipo di intermediari. Tomasco
 conclude ricordando che “l’ultima stesura del Patto per la salute del 18 dicembre
 2019 aprirebbe la strada all’immissione in ruolo di nuovo personale formato e con
 esperienza nel sistema 118 della provincia di Salerno, che potrebbe essere
 riutilizzato nei momenti di quiescenza del servizio 118, nei pronto soccorso, sanando
 l’atavica carenza di personale“. Il servizio di Luca Abete Il 27 dicembre il giornalista
 di Striscia la Notizia si è recato nel Salernitano per indagare sullo sfruttamento degli
 infermieri. All’ospedale “Curteri” di Mercato San Severino un’assistenza sanitaria gli
 ha confessato che “L’autista del 118 viene retribuito 20 euro per 12 ore. Ti danno
 l’assegno ogni 5 del mese però è volontariato, senza nessun contratto. Loro ogni 5
 del mese ci fanno il bonifico come recupero spese”. Spostatosi a Sarno, all’ospedale
 Martiri di Villa Malta, un volontario ha dichiarato: “Noi siamo in nero. Non assunti con
 la busta paga. Ma non è solo qua. Tutte queste associazioni non vogliono assumere
 per non pagare le tasse e quindi ci tengono in nero. Un turno di autista, come me,
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12 ore..30 euro“.

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09/01/2020                                                                                                                  Pagina 27
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 3.992
                                                                                                                            Lettori: 107.296
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

     Sei reparti senza dirigenti Santa Maria dell' Olmo in tilt

 CAVA DE' TIRRENI Simona Chiariello
 Pediatria,          chirurgia,              cardiologia,
 laboratorio di analisi, dermatologia e
 radiologia: sei reparti senza primari di
 ruolo. Il pronto soccorso è al collasso per
 mancanza       di      medici,           infermieri            e
 operatori     socio       sanitari.          Le       stesse
 carenze      assillano        tutte        le     divisioni
 ospedaliere. Peggiora la situazione di
 emergenza al Santa Maria dell' Olmo.
 Dopo il grido d' allarme dei sindacalisti
 della Cisl, accolto dal sindaco Servalli, è
 trascorso più di un mese. «Promesse e
 rassicurazione dei dirigenti del Ruggi al
 sindaco, sono rimaste solo parole -
 dicono gli operatori cavesi - l' ospedale è
 al collasso». Tanti i nodi da sciogliere. Si
 parte dal capitolo primari. Sono ben sei i
 reparti senza un direttore di ruolo. Da
 metà di dicembre anche la pediatra ha perso il suo storico primario, il dottore Basilio
 Malamisura che dopo venti anni lascia la divisione, diventata fiore all' occhiello del
 presidio e punto di riferimento regionale per la celiachia. Altre cinque divisioni non
 hanno un direttore di ruolo, ma facenti funzione con forti ripercussione sulla
 gestione e programmazione dell' attività di reparto. «È evidente che la mancanza di
 un primario di ruolo - accusano i sanitari - condiziona notevolmente l' andamento del
 reparto». I DISAGI La situazione si protrae da tempo e indicherebbe, a detta dei
 sanitari, la scarsa volontà di sostenere le sorti dell' ospedale. A soffrire è soprattutto
 il pronto soccorso, dove mancano medici ed infermieri, tanto da rendere complicata
 la composizione dei turni, vista la necessità della presenza di un chirurgo e di un

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internista. Senza tener conto del personale paramedico: infermieri ed operatori socio
sanitari che sono ridotti all' osso. A pagarne le spese è il personale in servizio, che
deve sobbarcarsi turni massacranti per assicurare le prestazioni sanitarie. Gli altri
reparti non stanno meglio perchè anche nelle altre divisioni l' organico è fortemente
ridotto per pensionamenti che sono andati ad intaccare ulteriormente il personale in
servizio. La musica è sempre la stessa: pochi medici ed infermieri. Le attività dei
reparti e la composizione dei turni è resa possibile solo grazie ai sacrifici del
personale in servizio che è costretto a turni massacranti. Al Santa Maria dell' Olmo è
ormai da tempo che si convive con le carenze di organico. Emblematico il caso della
rianimazione. I medici rianimatori per scongiurare la chiusura del reparto, proprio
per i pochi medici in servizio, rinunciarono alle ferie estive. L' equipè ebbe un
riconoscimento di merito per il sacrificio. Il pericolo di chiusura fu poi evitato con l'
arrivo di rianimatori. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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09/01/2020                                                                                                                    Pagina 24
                                         Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                              EAV: € 4.277
                                                                                                                              Lettori: 107.296
                                      Argomento: Sanità Salerno e provincia

                  Analisi, dopo le feste è assalto ai laboratori
 Sabino Russo

 Era in programma subito dopo le feste
 natalizie e puntuale è partito l' assalto ai
 centri privati per effettuare gli esami
 diagnostici col ticket. Giusto il tempo di
 recarsi negli studi dei medici di base,
 passata l' Epifania, per farsi fare le
 ricette, e nel giro di appena due giorni
 gli accessi sono raddoppiati rispetto al
 mese        di      dicembre,               quando              le
 convenzioni         erano           chiuse           per         l'
 esaurimento dei tetti di spesa assegnati
 alla   specialistica             ambulatoriale.                 L'
 afflusso, stando alle previsioni delle
 strutture             sanitarie,                  dovrebbe
 ulteriormente aumentare nei prossimi
 giorni, allineandosi così alle situazioni
 ripetutesi negli anni scorsi. Ed era anche
 abbastanza prevedibile, soprattutto dopo
 un mese e mezzo di «lacrime e sangue»,
 a causa dell' esaurimento del budget assegnato per l' ultimo trimestre del 2019. IL
 TRIMESTRE L' inizio di gennaio, oltre a dare il benvenuto al 2020, coincide anche con
 l' avvio del primo riparto trimestrale dei fondi dati alle varie branche. Finora, però,
 complice le festività e il rallentamento dell' assistenza sul territorio, come detto, non
 si era registrato ancora nessun assalto a laboratori d' analisi e centri privati
 accreditati, oltre che agli studi dei medici di base. Assalto più volte verificatosi nel
 corso dei 4 trimestri passati. Per le visite specialistiche ambulatoriali e gli esami
 diagnostici i cittadini sono tenuti al pagamento del ticket, quota di partecipazione
 diretta alla spesa pubblica per l' assistenza sanitaria. Sono soggetti al pagamento
 del ticket tutti gli assistiti, ad eccezione di quelli in possesso di un' esenzione per

                  Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ragioni di reddito, per patologia o per appartenenza a particolari fasce o condizioni
sociali. Come unica alternativa, quando le convenzioni con la sanità privata sono
chiuse, c' è l' inserimento nelle lunghe liste d' attesa delle strutture pubbliche. Il
monitoraggio trimestrale della spesa, introdotto lo scorso anno anche a Salerno, che
doveva finalmente evitare il consueto blocco estivo agli esami e alle visite in
convenzione, mantenendo sotto controllo la spesa, si è rilevato però un fallimento,
contribuendo solo ad anticipare le criticità. Se negli anni passati, infatti, la linea di
confine temporale dello sforamento dei budget assegnati alla specialistica
ambulatoriale privata convenzionata era fissato tra i mesi di agosto e settembre,
lasciando scoperto tutto il periodo che va da ottobre al 31 dicembre, la novità dello
scorso anno ha creato un continuo stop and go, che rende evidente la necessità di
interventi strutturali e organizzativi. IL FUTURO Su questo punto, a dicembre scorso,
una speranza è giunta dal governatore Vincenzo De Luca, che ha preannunciato, con
l' uscita dal commissariamento della Sanità campana, un intervento da parte della
Regione per eliminare il consueto mese di stop delle prestazioni in convenzione. Allo
studio la possibilità di rivedere i fabbisogni e l' eliminazione del riparto trimestrale,
ritornando così al monitoraggio annuale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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09/01/2020                                                                                                                 Pagina 28
                                      Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                           EAV: € 2.334
                                                                                                                           Lettori: 107.296
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

        Da Potenza corsa al Curto per far nascere la figlioletta

 POLLA       POLLA       Pasquale             Sorrentino
 Correre con la gioia nel cuore ma anche
 la   paura    e   farlo       in      sicurezza           per
 proteggere la propria moglie e il bebè in
 arrivo. Un' impresa per il papà di Vietri di
 Potenza, in Basilicata, che due giorni fa,
 di primo mattino ha accompagnato in
 auto     la   moglie            in       attesa           del
 secondogenito. Ancora una volta, però,
 la   prossimità      territoriale           del       Punto
 nascita del Luigi Curto (che copre non
 solo il Vallo di Diano ma anche parte del
 Cilento e del Tanagro e della Basilicata)
 e quindi di un ospedale d' area interna si
 mostra in tutta la sua importanza. La
 donna a una ventina di chilometri da
 Polla ha iniziato il travaglio mentre stava
 a casa e il parto sembrava imminente
 tanto che il marito ha preso l' auto e si è
 diretto verso l' ospedale di Polla. Il neonato, una femminuccia, aveva fretta di venire
 alla luce, e nell' ospedale valdianese la donna è stata subito assistita dal personale
 sanitario e soprattutto dallo staff del reparto di ostetricia e ginecologia guidato da
 Francesco de Laurentiis. Il travaglio è continuato in ascensore ed è stato una corsa
 contro il tempo per permettere il parto assistito dalla ginecologa Palladino e dal
 personale infermieristico del reparto. È così nata una femminuccia di oltre tre chili,
 con enorme gioia dei genitori. La piccola e la mamma stanno bene. ©
 RIPRODUZIONE RISERVATA.

               Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
09/01/2020                                                                                                                     Pagina 27
                                          Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                               EAV: € 4.044
                                                                                                                               Lettori: 107.296
                                       Argomento: Sanità Salerno e provincia

                     Via il direttore, tre ospedali senza guida

 NOCERA INFERIORE Nello Ferrigno Un
 gigante oggi ancor più impantanato in
 quell' argilla che rischia di soffocarlo. È l'
 ospedale     di      Nocera           che       trascina          e
 avvolge nel suo lento incedere le sue
 due strutture satelliti, i plessi di Pagani e
 Scafati. Insieme danno vita al Dea, il
 Dipartimento              di          emergenza                   e
 accettazione         di     primo         livello.        I     tre
 ospedali vanno avanti soltanto grazie all'
 abnegazione ed alla passione di chi ci
 lavora, medici, infermieri e tutti gli altri
 operatori sanitari. Ancora una volta è la
 carenza di personale a rallentare l'
 attività,    in      particolare            quella            della
 struttura di riferimento, l' Umberto I.
 Gran parte dei posti in organico sono
 rimasti     vacanti         nonostante             le      tante
 promesse. Ma ci sono anche difficoltà di
 carattere organizzativo. L' ospedale ha perso nei giorni scorsi lo storico direttore
 sanitario Alfonso Giordano. È andato in pensione. Ma poteva chiedere una proroga.
 Nei corridoi ospedalieri si dice con insistenza che non l' ha fatto perché stanco di
 promesse ricevute e mai mantenute. Giordano si è speso molto all' esterno, nelle
 assemblee pubbliche e sindacali, nelle riunioni con gli amministratori pubblici. Qui
 ha riportato le promesse ricevute nella catena di comando, Regione Campania e Asl
 Salerno. Ma sono rimaste promesse vuote. Ed ha lasciato cadere nell' oblio la
 possibilità di continuare a lavorare per l' ospedale. Lui evita la domanda, ma sembra
 un dribbling di scarso effetto. Resta il fatto che diversi medici, primari compresi,
 infermieri, persino tecnici e manutentori parlano di un ospedale acefalo, senza una

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guida esperta e determinata. Sono deludenti anche i risultati delle tantissime attività
dell' amministrazione comunale di Nocera Inferiore che con delibere di consiglio,
incontri, assemblee pubbliche e sollecitazioni ha portato a casa pochi spiccioli. Un
esempio su tutti le delibere congiunte con Nocera Superiore e Pagani per riavere la
classificazione in Dea di secondo livello. I TURNI L' ultima sortita del sindaco Manlio
Torquato e del presidente della Commissione sanità Vincenzo Stile, accompagnati
dal consigliere comunale Raffaele Lupi, è del 28 dicembre scorso quando hanno
incontrato gli operatori di Ostetricia e Ginecologia in perenne affanno nonostante il
reparto sia il primo punto nascita dell' intera Asl. Il sindaco ieri mattina ha chiesto un
altro incontro al direttore aziendale Mario Iervolino. «L' impegno c' è sempre stato e
non escludo la buona volontà dell' Azienda, ma la burocrazia, le norme concorsuali
farraginose ed il commissariamento hanno dato risposte quasi nulle» si è sfogato
Stile. Anche Pediatria non se la passa bene tanto che l' Asl ha fatto appello ai
pediatri di base di coprire i turni notturni in ospedale. «Il vero problema ha detto un
primario è che non sanno o non dicono che futuro vogliono dare all' Umberto I». ©
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09/01/2020                                                                                                                     Pagina 22

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                                                                                                                               Lettori: 107.296
                                            Argomento: Sanità Campania

                        Analisi facili, rito abbreviato per sei

 L' INCHIESTA Biagio Salvati Scelgono il
 rito abbreviato 6 dei 41 indagati nell'
 ambito dell' inchiesta della Procura della
 Repubblica di Santa Maria Capua Vetere
 su una truffa all' Asl di Caserta dove
 facevano      comprare              all'        ospedale
 macchinari e materiale medico solo per
 ottenere tangenti dalla ditta disposta a
 pagare, dalla quale ottenevano anche
 vacanze gratis a Capri e a Ischia. L'
 ammissione        al     rito       abbreviato             ha
 determinato la fissazione di una nuova
 udienza preliminare per il 18 maggio
 prossimo    dove       il    gup        Emilio        Minio
 deciderà anche sulla richiesta di rinvio a
 giudizio chiesto dal pm Giuseppe Orso
 per     medici,        infermieri,              dirigenti,
 imprenditori ma anche per un politico,
 come l' ex presidente della Provincia ed
 ex    sottosegretario        alla      Salute,         Domenico              Zinzi.       Quest'         ultimo           è     indagato
 marginalmente in quanto avrebbe fatto eseguire ad una sua stretta parente alcune
 analisi del sangue all' Ospedale di Caserta senza passare per la registrazione
 attraverso il sistema Cup del nosocomio. L' inchiesta ruota attorno alle ipotesi di
 reato, a vario titolo e in concorso, di corruzione, falso, truffa, peculato. Nel
 procedimento però figurano la titolare di un laboratorio di analisi di Caivano,
 Vincenza Scotti e suo marito direttore del reparto di Patologia, Angelo Costanzo
 (accusati con altri di associazione a delinquere) e, rispettivamente sorella e cognato
 del ras dela Nco Pasquale Scotti che fuggì, proprio dall' ospedale di Caserta, nel
 1983 ed è stato catturato solo 31 anni di latitanza in Brasile. Scotti e Costanzo

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hanno scelto il rito abbreviato così come Angelina Grillo di Marcianise, Giovanni
Baglivi di Santa Maria a Vico, Giuseppe Canzano e Maddalena Schioppa di Caserta.
Quarantuno le richieste di rinvio a giudizio del pm che archiviò però quattro posizioni
di persone ritenute immediatamente dopo del tutto estranee alla vicenda: quelle del
dottor Diego Paternosto responsabile del Pronto Soccorso, Rossella Scialla, Giovanna
Pontillo ed Enrico Gentile. Tutti tra l' altro erano stati accusati di ipotesi marginali.
Tra i destinatari della richiesta di rinvio a giudizio spicca però anche un ex membro
della terna commissariale straordinaria, Leonardo Pace ed anche Giulio Liberatore,
direttore sanitario «anziano» che aveva i requisiti per ricoprire la qualifica di facente
funzione nella direzione sanitaria, incarico però non affidatogli. Secondo le indagini
della Procura di Santa Maria Capua Vetere, nel corso del tempo Costanzo avrebbe
monopolizzato il laboratorio di analisi dell' ospedale, usandolo per svolgere esami
per lo studio di sua moglie. In pratica, secondo l' accusa, al Sant' Anna venivano
eseguite le analisi dei clienti del laboratorio della Scotti con un risparmio di spese
per quest' ultima e a scapito dell' azienda ospedaliera. Naturalmente, Costanzo non
avrebbe messo su il sistema da solo. Il suo braccio destro, ritengono gli inquirenti,
era il tecnico di laboratorio Angelina Grillo, l' unica che il 25 luglio scorso finì in
carcere. Per i coniugi Scotti-Costanzo il gip dispose infatti i domiciliari, ma la Grillo
risponde anche di truffa in quanto risultava al lavoro ma era allo stadio per una
partita e di avere ordinato per l' ospedale forniture non necessarie. Quest' ultima
vicenda le sarebbe servita per farsi consegnare dai rappresentanti dei macchinari
una tangente di 5mila euro che poi avrebbe usato per corrompere un commissario
che aiutasse suo figlio a superare un concorso pubblico. Dopo due mesi in carcere, la
Grillo - difesa dagli avvocati Mario Mangazzo e Pasquale Raucci era passata ai
domiciliari. Nel processo sono impegnati anche gli avvocati Claudio Sgambato,
Giuseppe Stellato, Vittorio Giaquinto ed altri. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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09/01/2020                                                                                                                    Pagina 9

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                                                                                                                              Lettori: 29.750
                                              Argomento: Sanità Campania

             «Sanità, poca omogeneità riguardo ai precari»

 IL SEGRETARIO CISL FP NAPOLI. Lorenzo
 Medici, il segretario regionale della Cisl
 Fp,     lancia     l'     allarme          precari.          «In
 Campania         ci      sono        delle         Asl       che
 prorogano i precari per un anno e altre
 che manifestano volontà di interrompere
 i contratti. Non c' è nessuna linea guida
 omogenea nella gestione dei precari e
 ciò rischia di mandare in tilt i servizi
 sanitari campani». L' allarme di Medici
 arriva a distanza di tre mesi dal presidio
 organizzato        lo     scorso         ottobre          sotto
 palazzo Santa Lucia. Un allarme messo
 ancora una volta nero su bianco e
 stavolta indirizzato anche al ministro
 della    salute,        Roberto        Speranza.             «Lo
 scorso      2    gennaio           abbiamo            chiesto
 ancora      una         volta      un       incontro            al
 commissario ad acta Vincenzo De Luca e
 al direttore generale per la tutela della salute Antonio Postiglione, affinché si
 stabiliscano delle condizioni paritarie per tutti - ha continuato Medici - ma
 soprattutto di attivare le procedure concorsuali riservate ai precari della sanità e alla
 proroga dei contratti a tempo determinato fino al 31 dicembre 2022». Una richiesta
 che secondo il sindacato dovrebbe essere coerente alle scelte che la Regione ha
 effettuato in passato considerando sia la legge di stabilità che il decreto
 milleproroghe. «Crediamo che le numerose richieste di incontro disattese oltre a
 ledere le inconfutabili prerogative sindacali, sulle quali a breve il giudice ordinario su
 nostra iniziativa sarà chiamato ad esprimersi - siano lesivi dei diritti individuati che
 sono garantiti per legge al personale precario della Campania».

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09/01/2020                                                                                                                     Pagina 26

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                                                                                                                               Lettori: 107.296
                                               Argomento: Sanità Campania

   Botte e violenze in ospedale il caso dei drappelli di polizia

 L' ANALISI A giorni, il 15 gennaio, sulle
 ambulanze            saranno             operative               le
 telecamere:                serviranno?                    Quasi
 sicuramente non in via preventiva, ma
 soltanto ai fini di identificare gli autori
 degli episodi di violenza di cui in queste
 ultime      settimane            c'      è      stata        una
 particolare recrudescenza. Il punto è
 proprio questo: che cosa effettivamente
 occorre fare per impedire che questi
 episodi avvengano? Le concause sono
 molte e sono tutte note, quindi non
 siamo di fronte solo ad un problema di
 polizia ovvero da scaricare sulle forze di
 polizia. Ma certamente le misure da
 adottare     in      questo           campo          possono
 essere affinate. E tra le misure la più
 attuale resta quella dell' apertura dei
 drappelli di polizia all' interno degli
 ospedali. Una questione di cui si è discusso molto, nel passato, a livello centrale. E
 su cui sarebbe opportuno che si tornasse a discutere: uno spunto di riflessione per il
 ministro dell' Interno Luciana Lamorgese che l' altro giorno - di fronte alla
 recrudescenza del fenomeno a Napoli - non ha potuto far altro che annunciare ciò
 che era già noto: l' installazione delle telecamere sui mezzi di soccorso. Cioè si è
 fermata al passato. Perchè andrebbe ridiscussa la possibilità di riaprire i drappelli di
 polizia? Il problema è generale, la chiusura è avvenuta in tutta Italia, ma Napoli ha
 una specificità. Qui peraltro lo spiegamento delle forze dell' ordine è particolare, con
 un impiego di unità più evidente che altrove. Si tratterebbe di riuscire a
 razionalizzare l' impiego degli uomini. Il vecchio drappello di polizia è a tutti gli

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effetti un posto di polizia, e cioè un presidio visibile con operatività ridotta ma con
funzioni specifiche. In genere un posto di polizia andrebbe collocato in un luogo
particolarmente frequentato senza soluzione di continuità, con una particolare
entropia. Un luogo fortemente vissuto e con forti criticità. Come è appunto un
ospedale. Non vi sono dati certi, ma a occhio e croce in un ospedale come il
Carderalli transitano nelle ventiquattro ore circa cinquantamila persone. Calcolando i
tremila dipendenti, i mille posti letto sempre occupati, gli oltre duecento accessi al
pronto soccorso, i familiari e gli amici in visita, gli addetti ai servizi e i dipendenti
delle ditte che operano a vario titolo, si arriva a quella cifra. Un posto di polizia non
controlla cinquantamila persone ma certamente riesce ad avere un quadro stabile e
chiaro di ciò che accade in quella che è a tutti gli effetti una città e svolge una
funzione deterrente. In più interviene con un tempismo che in questi casi è
fondamentale e non incide su altri servizi già ingolfati. A dire il vero, al Cardarelli il
drappello di polizia c' è. E' l' unico ospedale napoletano in cui è rimasto aperto; in
Campania c' è solo un altro ospedale nella stessa condizione, il Ruggi di Salerno. Ma
entrambi sono aperti solo di mattina: dopo le 14 chiudono. Organizzato così, il posto
di polizia è un pannicello caldo. L' apertura dei drappelli, giorno e notte, è stato
sollecitato più volte dai responsabili dei maggiori nosocomi. La risposta è sempre la
stessa ed è stata data anche recentemente durante un vertice in prefettura a Napoli:
mancano gli uomini. Ma a conti fatti, un drappello con due addetti impiegherebbe
lungo l' arco delle 24 ore non più di 12 uomini, tenendo conto di tutte le necessità.
Cinque drappelli in tutta Napoli succhierebbero agli altri uffici di polizia poco più di
una cinquantina di uomini. Anche il questore di Napoli, Alessandro Giuliano, più volte
e recentemente si è detto contrario a quest' ipotesi. Ma è facile immaginare che la
sua posizione sia determinata essenzialmente dal timore di perdere uomini
impegnati in altri compiti, non già da una reale convinzione. Oltretutto, una
innovazione di questo tipo non dipenderebbe direttamente dalla questura ma
andrebbe concordata con i vertici del Dipartimento e quindi in un' ottica nazionale.
E, per la parte dipendente dal contesto locale, andrebbe mediata in diverse sedi: un'
operazione non semplice. Quella dei drappelli resta però una scelta da prendere in
considerazione. L' unica, dopo il flop di tutte le altre misure. Pur avendo chiare tutte
le concause del fenomeno che è innanzitutto culturale ed affonda le radici in
pratiche invalse. Ma, appunto, lo Stato nell' organizzare la sua azione su un territorio
deve sì attenersi a parametri universali e nazionali però non può non tenere conto
delle specificità locali, armonizzando tale azione ai contesti di riferimento. a.v. ©
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09/01/2020                                                                                                                     Pagina 2
                                                La Città di Salerno
                                               Argomento: Sanità Campania

                        Commissario addio Ma restano i ticket
 Salvatore De Napoli

 SALERNO Prorogati per un altro anno i
 ticket per la compartecipazione alla
 spesa sanitaria. In altre parole, anche
 per tutto il 2020 saranno in vigore i
 pagamenti per le cure termali, sulla
 farmaceutica e le visite specialistiche in
 Campania. Aboliti, però, i superticket, sia
 nazionale        sia     regionale.           Confermate,
 inoltre,    le     esenzioni            al      pagamento
 dell'aliquota per alcune fasce della popolazione, le stesse che ne hanno beneficiato
 in questi anni. A scomparire dalla lista dei pagamenti sono i codici bianchi, quello
 con cui si classificano le richieste presso le strutture ospedaliere di cure sanitarie
 che in realtà potevano essere somministrate dalla guardia medica o dal medico di
 famiglia. Quest'ultima decisione, però, rientra in una disposizione più ampia del
 ministero della Salute di far rientrare anche questi codici nei Lea, i livelli essenziali
 di assistenza, quelli che devono essere garantiti ad ogni cittadino italiano. Per i
 campani si tratta di un buon risparmio. Una visita ambulatoriale richiedeva un ticket
 di 56 euro, formato da 36 euro di compartecipazione ordinaria, e dieci euro di super
 ticket nazionale e dieci euro di quello regionale. Lo scorso anno, la Campania ha
 abolito per la sua parte i 10 euro di contribuzione speciale (quelli di sua
 competenza) e altrettanto ha fatto il Governo nazionale con i suoi 10 euro su
 proposta del ministro Roberto Speranza, a capo del dicastero della Salute. Il costo
 del ticket scende, ad esempio, a 36 euro per una visita ambulatoriale, con una
 riduzione di circa il 36%. Rimangono quindi solo i ticket ordinari, che molti
 speravano venissero aboliti per una sanità sempre più accessibile. Il debutto dei
 ticket. La contribuzione alla spesa sanitaria fu introdotta dal Governo presieduto da
 Ciriaco De Mita nel 1989 su specifiche cure erogate del settore sanitario pubblico e
 del privato convenzionato, come le cure termali, l'acquisto dei farmaci, e alcune
 prestazioni specialistiche come visite mediche o analisi in laboratorio. Nel 2010

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furono emessi i decreti del commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro
dai disavanzi del Sistema sanitario regionale campano, il 50 per il ticket sulle spese
per le cure termali, il 51 per quelle farmaceutiche, il 53 sul pagamento dei codici
bianchi nelle strutture ospedaliere e per le visite specialistiche ambulatoriali. Il 2
gennaio di quest'anno, con pubblicazione sul Burc di martedì scorso, sono stati
prorogati i decreti del 2010 numero 50, 51 e 53. Non prorogato il 52 e quindi i codici
bianchi non saranno più a pagamento, anche se, in realtà, negli ospedali non se ne
vedevano di frequenti, visto che solitamente la classificazione della richiesta di
prestazione sanitaria viene sempre individuata almeno in quella verde e quindi non
a pagamento. Costi e servizi. Seppur diminuiti i ticket, comunque rimarranno. Dalla
Regione Campania sottolineano come questa contribuzione da parte dell'utente sia
necessaria per garantire il sistema sanitario regionale; ma questi fondi dovranno
servire anche per migliorare la qualità delle prestazioni offerte. Alla determinazione,
il commissario ad acta Vincenzo De Luca è arrivato dopo la presentazione
dell'istruttoria tecnico- amministrativa effettuata dalla Direzione generale per la
tutela della salute ed il Coordinamento del Sistema sanitario regionale. «Siamo
contenti che il Governo abbia deciso di abolire il superticket nazionale dal settembre
prossimo. Noi in Campania già nel 2018 avevamo abolito il superticket regionale.
Siamo sulla stessa linea. Sulle prestazioni specialistiche ambulatoriali comprese le
analisi il risparmio passerà da 10 a 20 euro da settembre ha affermato Franco
Picarone, presidente della Commissione regionale al Bilancio - Rimane il nostro
impegno a migliorare ancor di più la sanità campana dopo l'impresa della fuoriuscita
dal commissariamento. Abolire definitivamente il ticket? Deve decidere lo Stato».

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