Media Monitoring per 20-05-2019 - Rassegna stampa del 18-05-2019 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 18/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Ruggi, disparità di trattamento sui licenziamenti dirigente nei guai ..................................... 1 17/05/2019 - WWW.POSITANONEWS.IT Ravello, ausiliare del traffico avverte malore: salvato da infarto ........................................... 3 17/05/2019 - WWW.RAVELLONEWS.IT Ravello, ausiliare del traffico avverte malore: salvato da infarto ........................................... 4 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 5 18/05/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Summit al ministero per i tre ospedali ................................................................................... 5 Sanità Campania ............................................................................................................................... 7 18/05/2019 - IL ROMA «Che paura, poteva essere una strage» ................................................................................. 7 18/05/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO «Inaccettabile, queste cose le ho viste solo nel Padrino» ...................................................... 9 18/05/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO «La mia notte tra proiettili e feriti In Pronto soccorso come a Kabul» ................................. 11 18/05/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO «Matteo,per la sicurezza devi fare di più» ........................................................................... 13 18/05/2019 - IL ROMA «Nemmeno in zona di guerra si spara dove si salvano vite» ................................................ 15 18/05/2019 - IL ROMA «Non tolleriamo vite messe in pericolo» .............................................................................. 17 18/05/2019 - IL MATTINO «Peggio che in guerra indifesi e lasciati soli» ...................................................................... 18 18/05/2019 - IL ROMA «Sanità campana abbandonata» .......................................................................................... 20 18/05/2019 - LA REPUBBLICA Camorra, shock per l' ultimo raid ora si spara anche in ospedale ........................................ 21 18/05/2019 - IL MATTINO Cancello aperto e solo tre vigilantes «Nessuno ha visto il killer entrare» ............................ 23 18/05/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) Chirurgia al «Rummo», 14 candidati per il posto di Huscher ................................................ 25 18/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Corsie violente, sos sicurezza "Lavoriamo esposti a tutto" .................................................. 27 18/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) De Magistris: "Inaccettabile". Sanità, scontro Grillo- De Luca .............................................. 29 18/05/2019 - IL MATTINO Gabrielli: «Un raid in stile gangster» .................................................................................... 31 18/05/2019 - IL GIORNALE Gomorra in ospedale: choc a Napoli ..................................................................................... 33 18/05/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Grillo-De Luca, nuovo scontro sulla sanità a causa del raid ................................................. 35 18/05/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Il duplice omicidio al Cardarelli Marito e moglie uccisi nell' 88 in seguito a uno scontro tra clan ...................................................................................................................................... 37 18/05/2019 - IL MATTINO Il governatore «È salva perché qui sanità d' eccellenza» ..................................................... 39 18/05/2019 - LA REPUBBLICA Il medico "Viviamo sotto assedio tra aggressioni e minacce qui è come stare in trincea" ... 40 18/05/2019 - CORRIERE DELLA SERA Il medico sfiorato dai colpi «Aiutavo quel giovane e si è scatenato l' inferno» .................... 42 18/05/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Killer tenta di «finire» la sua vittima e spara nel cortile del Vecchio Pellegrini ................... 44 18/05/2019 - IL MATTINO L'ira dei medici «Noi nelle mani dell'anti-Stato» .................................................................. 46
18/05/2019 - IL MATTINO La camorra in ospedale spari ad altezza d'uomo .................................................................. 48 18/05/2019 - IL MATTINO La trincea del Pellegrini «In corsia con l' elmetto» ............................................................... 50 18/05/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO Napoli è un altro mondo ....................................................................................................... 52 18/05/2019 - CORRIERE DELLA SERA Napoli, sparatoria al Pronto soccorso .................................................................................. 54 18/05/2019 - IL MATTINO Noemi sta meglio è sveglia e mangia ma medici cauti ......................................................... 56 18/05/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Omicidio in clinica Correra (Asl): ispezione necessaria ........................................................ 58 18/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Ospedale Pellegrini come in guerra: spari su un ferito ........................................................ 60 18/05/2019 - IL MATTINO Personale sanitario record di aggressioni ............................................................................ 62 18/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Reagire ai clan ..................................................................................................................... 63 18/05/2019 - IL MATTINO Studi pediatrici aperti «Il progetto funziona» ...................................................................... 65 18/05/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Verdoliva: "Scene da Padrino, servono camici antiproiettile" .............................................. 67 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 69 18/05/2019 - AVVENIRE «Ecco otto motivi perché l' Europa dica no all' utero in affitto» ........................................... 69 18/05/2019 - ITALIA OGGI Corsi formativi per i direttori Asl ......................................................................................... 71 18/05/2019 - IL GIORNALE Scoperto il gene che rigetta il trapianto .............................................................................. 73 18/05/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO Storia di un prof visionario e di una corsa per il tumore ...................................................... 75 18/05/2019 - LA STAMPA Trapianti, ricercatori di Torino e New York scoprono la proteina responsabile del rigetto ... 77 18/05/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO Tumore mammario: è il più diagnosticato oggi nel nostro Paese ......................................... 79
18/05/2019 Pagina 33 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 3.570 Lettori: 107.296 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Ruggi, disparità di trattamento sui licenziamenti dirigente nei guai Viviana De Vita Avrebbe favorito illegittimamente un dipendente del Ruggi, già travolto dall' inchiesta Just in time e assentatosi dal servizio per cinque lunghissimi mesi senza alcuna giustificazione, adottando a suo carico «provvedimenti irrituali». Abuso d' ufficio è l' ipotesi di reato formulata a carico dell' allora capo del personale Vincenzo Andriuolo finito sotto il faro della Procura in seguito ad una denuncia sporta da Carmine De Chiaro, uno dei dipendenti assenteisti, licenziato nel 2016 e che da tempo ha intrapreso una battaglia evidenziando una disparità di trattamento tra i sette licenziati e gli altri dipendenti a carico dei quali i procedimenti disciplinari sono stati sospesi in attesa del terzo grado di giudizio. Il gip del tribunale di Salerno Alfonso Scermino ha accolto l' istanza avanzata dal legale di De Chiaro, l' avvocato Gino Bove, che si era opposto all' archiviazione richiesta dal pubblico ministero Maria Chiara Minerva. L' appuntamento è per il prossimo ottobre quando sarà celebrata l' udienza in camera di consiglio all' esito della quale il gip dovrà decidere se archiviare il procedimento come chiesto dal pubblico ministero o disporre l' imputazione coatta a carico dell' indagato. La vicenda ora al vaglio del gip risale al 2015 quando Mario Triggiano, in servizio presso la sala operatoria di ortopedia, si sarebbe assentato dal lavoro «senza alcuna giustificazione» dal 2 maggio al 3 luglio. Fu Vincenzo Andriuolo nel giugno 2015 ad aprire a carico del dipendente un procedimento disciplinare ai fini dell' eventuale licenziamento. Triggiano continuò ad assentarsi senza produrre alcuna certificazione medica e senza alcuna richiesta di aspettativa. Un mese dopo Andriuolo adottò a carico del dipendente una sospensione cautelare dello stipendio. Triggiano rientrò in servizio il 3 agosto producendo, dopo mesi, certificazione medica a giustificazione della sua assenza e, solo allora, pervenne un' istanza, datata 15 Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
gennaio 2015, priva di protocollo e di data certa, con la quale il dipendente chiedeva l' aspettativa senza retribuzione per motivi personali dal febbraio al luglio 2015. Sulla scorta di tale istanza retroattiva Andriuolo non chiuse il procedimento disciplinare. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 EAV: € 620 Lettori: 6.100 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Ravello, ausiliare del traffico avverte malore: salvato da infarto Un ausiliario del traffico è stato salvato in extremis, dopo aver avvertito un malore improvviso al torace e alla schiena, dopo essersi recato al lavoro in Largo Boccaccio, a Ravello. Lucido nonostante le condizioni di salute, l’uomo ha avvertito i Vigili Urbani che l’hanno condotto al Pronto Soccorso di Castiglione. Il cardiologo di turno che ha preso il 54enne di Ravello, ha diagnosticato che era in corso un infarto esteso: l’evento è stato stabilizzato con una terapia farmacologica, prima del trasporto al Porto Turistico di Maiori, dove un’eliambulanza ha tradotto il degente alla torre cardiologica dell’Ospedale Ruggi di Salerno. Le condizioni dell’uomo sono stabili, decisivo è stato il trasporto al nosocomio costiero. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
17/05/2019 ravellonews.it Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Ravello, ausiliare del traffico avverte malore: salvato da infarto Un ausiliario del traffico è stato salvato in extremis, dopo aver avvertito un malore improvviso…Un ausiliario del traffico è stato salvato in extremis, dopo aver avvertito un malore improvviso al torace e alla schiena, dopo essersi recato al lavoro in Largo Boccaccio, a Ravello. Lucido nonostante le condizioni di salute, l’uomo ha avvertito i Vigili Urbani che l’hanno condotto al Pronto Soccorso di Castiglione.Il cardiologo di turno che ha preso il 54enne di Ravello, ha diagnosticato che era in corso un infarto esteso: l’evento è stato stabilizzato con una terapia farmacologica, prima del trasporto al Porto Turistico di Maiori, dove un’eliambulanza ha tradotto il degente alla torre cardiologica dell’Ospedale Ruggi di Salerno. Le condizioni dell’uomo sono stabili, decisivo è stato il trasporto al nosocomio costiero. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/05/2019 Pagina 35 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 3.775 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Salerno e provincia Summit al ministero per i tre ospedali NOCERA INFERIORE Nello Ferrigno È stata convocata per martedì prossimo la commissione sanità che dovrà affrontare la questione del personale medico ed infermieristico che manca nei reparti dell' Umberto I e nei presidi di Pagani e Scafati. La riunione, convocata dal presidente Vincenzo Stile, si terrà al municipio di Nocera Inferiore. Sono stati invitati i sindaci di Nocera Superiore e Pagani, Giovanni Maria Cuofano e Salvatore Bottone, e il commissario straordinario dell' Asl Salerno, Mario Iervolino. Intanto il sindaco Manlio Torquato potrebbe incontrare, dopo le elezioni europee, il sottosegretario alla Sanità, Armando Bartolazzi, grazie alle sollecitazioni dell' onorevole Virginia Villani. L' INTERVENTO «Ho raccolto l' appello del sindaco Torquato e del dottore Stile ha detto la deputata del Movimento 5 Stelle - ed ho chiesto io stessa al sottosegretario Bartolazzi di ascoltare le istanze dei territori dell' Agro nocerino sarnese ed in particolare le esigenze urgenti di personale per l' Umberto I, ma anche la Regione Campania deve fare la sua parte come stiamo facendo noi. Infatti, il governo ha predisposto fondi ed opportunità che in Regione dovranno essere recepiti e investiti proprio per migliorare la drammatica situazione degli ospedali della Campania». «È arrivato il momento ha dichiarato Torquato - di fare qualcosa di concreto. Invito il commissario Iervolino a decisioni immediate e coraggiose. So che sa farlo e può farlo. Non sarebbe sbagliato disporre almeno qualche trasferimento temporaneo di personale da altri ospedali. È certo, però, che sono più di tre anni che si va avanti senza soluzioni reali. Capisco i problemi sulla mobilità del personale, ma se uno rischia di crepare di infarto non sarà una graduatoria a porvi rimedio». I FATTI Per Stile è il momento di passare ai fatti. «Ci fa piacere che anche a livello governativo qualcosa si stia muovendo ha detto ma ora bisogna agire. Aspettiamo aiuto per la soluzione definitiva di un problema che riguarda l' Umberto I e tanti altri ospedali campani e che può divenire virale Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
bloccando altre strutture». L' emergenza, l' ennesima, è scattata dopo la riduzione di posti letto nel reparto di cardiologia che da 18 sono diventati 14. È stata anche avviata una petizione popolare on line per chiedere al ministro Giulia Grillo di sbloccare le assunzioni. Da Salerno, intanto, si stanno cercando delle soluzioni soprattutto per quanto riguarda la mobilità, strumento che non ha portato risultati come sperava Iervolino. Mentre l' ufficio del personale ha chiesto ai direttori sanitari di scovare gli infermieri imboscati negli uffici e rimandarli in corsia. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/05/2019 Pagina 6 EAV: € 1.133 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania «Che paura, poteva essere una strage» IL RACCONTO I medici e gli infermieri di turno ancora terrorizzati: «Assurdo, mai vista una scena del genere» NAPOLI. «Erano da poco passate le 2 quando è arrivata un' auto a folle velocità al pronto soccorso. Ci siamo avvicinati e abbiamo visto che c' era un ragazzo dentro sanguinante, era stato ferito a colpi d' arma da fuoco e qui al Pellegrini non è la prima volta. Quello che è accaduto dopo è una scena mai vista. Lavoro qui al pronto soccorso da un decennio e alla violenza sono abituato, con i parenti dei feriti che sfogano su di noi la rabbia, ma stanno si è superato ogni limite». È il racconto di Giuseppe Morra, uno degli infermieri di turno ieri notte al Pellegrini. «Avevamo soccorso - prosegue Morra - il ragazzo in auto, quando si è avvicinato un uomo con un casco e una sciarpa. Ha superato la sbarra e mentre noi stavamo portando il ferito in ospedale ha fatto fuoco contro altri ragazzi che erano qui assieme al ferito. Ha sparato almeno sei volte. Siamo miracolati, poteva essere una strage», dice ancora ter rorizzato. Tutto il personale sanitario presenze al Pellegrini sottolinea come un episodio di tale violenza non era mai accaduto né era immaginabile, nonostante i ripetuti fatti di cronaca che riguardano i presidi sanitari cittadini. E in effetti bisogna tornare al 1988 per ritrovare una sparatoria in ospedale nel territorio cittadino. Successe tra un pregiudicato e una guardia giurata al Loreto Mare. Più recentemente, nel 2006, un killer entrò nell' ospedale di Pollena Trocchia Pollena Trocchia uccidendo il dipendente di un' impresa privata. È sconvolta anche la direttrice sanitaria del Pellegrini Maria Corvino: «Siamo in una zona di guerra. Sparando in un presidio ospedaliero hanno toccato l' anima della sanita. È la prima volta che succede una cosa del genere in un pronto soccorso. Gli operatori negli ospedali vengono minacciati, anche aggrediti fisicamente ma mai c' è stata una sparatoria. È un evento che non posso descrivere. Posso so lo dire grazie a chi ancora lavora stamattina in questo presidio dopo quello che è successo». Si parla Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
tanto di drappelli di polizia negli ospedali, ma per la Corvino in passaggio necessario è un altro: «In questo momento bisogna educare i cittadini. Noi ringraziamo le forze dell' ordine ma la città deve sve gliarsi». Anche il chirurgo del pronto soccorso Giuseppe Fedele racconta l' accaduto ed è lui a svelare un particolare che prima non era ancora emerso: «Almeno due minori sono stati feriti di striscio dalle pallottole probabilmente qui in ospedale. C' era una ragazza di 16 anni con una ferita di striscio agli arti inferiori. Stavamo per ricoverarla, ma è scappata. Lo stesso ha fatto un altro giovane, anch' egli minorenne». I ragazzi dovrebbero essere arrivati insieme al 22enne ferito: «Con lui è arrivato un folto gruppo di giovani, una ventina. Poi sono iniziati i colpi di pistola, c' è stata molta paura». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/05/2019 Pagina 4 EAV: € 1.229 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania «Inaccettabile, queste cose le ho viste solo nel Padrino» Fabrizio Geremicca Il commissario Asl Na1 Verdoliva sconcertato dai filmati interni «Non posso distribuire camici antiproiettile a medici e infermieri» Napoli «Stamane ho visto gente che tremava all' ospedale Vecchio Pellegrini. Medici ed infermieri terrorizzati. Mi preoccupa perché parliamo di persone che devono lavorare con lucidità e tranquillità ed oggi queste condizioni non ci sono». Ciro Verdoliva, il commissario dell' Asa Napoli 1, commenta il raid notturno del pistolero all' interno del nosocomio della Pignasecca nella notte tra giovedì e venerdì. Fino a qualche anno fa negli ospedali napoletani, compreso il Vecchio Pellegrini, c' erano i posti fissi di polizia. Ora non più. Che fine hanno fatto? «Non ci sono più perché il ministero degli Interni ha emesso una direttiva con la quale li sopprime per mancanza di personale. Ne avevo chiesto uno con una lettera alla Questura per l' Ospedale del Mare, dove è pronto anche il locale, ma non ho ricevuto risposta. È rimasto solo un drappello di polizia al Cardarelli, ma non ricordo in questo momento se è aperto anche di notte». Crede che un posto fisso di polizia al Vecchio Pellegrini avrebbe evitato quanto è accaduto? «Certamente la presenza di una stanza con la scritta polizia può scoraggiare i malintenzionati, su questo non ci sono dubbi. Va pure detto, ad onor del vero, che il drappello è soprattutto un ufficio nel quale si presentano denunce, non è una sezione distaccata di un commissariato di polizia». Dove erano le guardie giurate in servizio al Vecchio Pellegrini, mentre il pistolero entrava col casco integrale? «Poco più avanti, nel cortile. Accompagnavano al pronto soccorso il ferito, quello che era stato colpito poco prima dai proiettili in strada. Come sempre in questi casi era entrata una folla di gente al seguito dell' uomo ferito a pistolettate. I vigilantes cercavano di mantenere la calma e per questo si erano spostati dall' ingresso al cortile dell' ospedale». Ci sono immagini di quanto è accaduto? «Quelle delle telecamere interne sono al vaglio degli inquirenti. Le ho viste anche io e scene come quelle le ricordo solo in film come Il Padrino. E poteva Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
finire molto male, c' erano diverse persone sulla scalinata che immette al pronto soccorso quando quell' uomo ha sparato». Ritornano gli appelli di chi invoca l' impiego dell' Esercito come panacea per tutti i mali. Qualcuno adesso vorrebbe i militari all' interno degli ospedali. Lei che ne pensa? «Sono assolutamente contrario a militarizzare gli ospedali e non credo neppure che potrebbe servire a scongiurare episodi come quello verificatosi al Pellegrini. Ci sono stati, purtroppo, agguati di camorra a pochi metri dai presidi dei militari». Che fare allora? «Certamente non possiamo chiudere un ospedale con le porte blindate. È accaduta qualcosa che neppure la più fervida fantasia di un regista cinematografico avrebbe potuto immaginare. È successo, inoltre, con una rapidità estrema. Certo è che io non posso dare i camici antiproiettile a medici ed infermieri». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/05/2019 Pagina 3 EAV: € 1.675 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania «La mia notte tra proiettili e feriti In Pronto soccorso come a Kabul» Roberto Russo Olga Fernandes Giuseppe Fedele, 63 anni, è il primario della chirurgia d' urgenza del nosocomio «Ce la siamo vista brutta, non dimenticherò quelle scene finché campo» NAPOLI «Ormai siamo abituati a stare in trincea, anche se non mi piace drammatizzare l' altra notte c' è stato davvero da aver paura, è una notte che ricorderò finché campo. Abbiamo rischiato un altro caso Noemi». Giuseppe Fedele, 63 anni, dirigente della chirurgia d' urgenza del Vecchio Pellegrini e medico legale, non è certo un tipo impressionabile. È nato in Basilicata ma ha studiato a Napoli e lavora da oltre 30 anni nell' ospedale della Pignasecca, dove è stato volontario e poi anche tirocinante. «Mio marito vive davvero il lavoro come una missione» dice con orgoglio sua moglie Maria Pia. Da chirurgo di pronto soccorso ne ha viste di tutti i colori. Eppure, trovarsi a soccorrere un ferito mentre c' è chi spara all' impazzata non gli era ancora capitato. Intanto la situazione nei pronto soccorso è così grave che i medici dell' associazione «Nessuno tocchi Ippocrate» hanno provocatoriamente scritto su facebook «Dateci il camice antiproiettile». Giovedì notte davvero sarebbe stato utile indossarlo nell' ospedale del popoloso quartiere. «Ormai lavoriamo sotto il fuoco, come in zona di guerra, come a Kabul» ammette Fedele che, nonostante tutto, esibisce una calma olimpica. «Ho il dovere di restare tranquillo nonostante tutto». Dottor Fedele, vuol ricostruire cos' è successo? «Saranno state le 2,20 o al massimo le tre meno un quarto del mattino, io e i colleghi eravamo di turno nel pronto soccorso. A un tratto sento il clacson di un' auto che suona di continuo, mi basta dare un' occhiata dalla finestra e capisco: "c' è un ferito in arrivo" dico agli altri. Loro prendono la lettiga e si dirigono in cortile». Che scena ha visto? «Era appena entrata un' auto con quattro o cinque giovani a bordo. Il ferito era seduto accanto al guidatore. Dietro la vettura un corteo di almeno trenta Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ragazzi, a piedi o in motorino, sembravano tutti giovanissimi, erano agitati sbracciavano e chiedevano aiuto». Che avete fatto? «Il ferito è stato estratto dall' auto e non è stato facilissimo perché era molto in sovrappeso. Ci siamo resi subito conto che era stato colpito in almeno due punti del corpo, perdeva molto sangue, c' era sangue un po' ovunque. Lo abbiamo adagiato sulla barella e ci siamo diretti subito all' ascensore per portarlo in pronto soccorso. A un tratto è scoppiato l' inferno». Cos' ha sentito? «Io ero con il ferito nel montacarichi e si sentivano una serie di colpi, un fuggi fuggi generale, urla nel cortile. Poi ci siamo accorti che qualcuno aveva scavalcato la barra d' ingresso e faceva fuoco. Non si capiva bene nemmeno da dove. Non ricordo come ho fatto a schivare i proiettili e a ripararmi. So solo che a un tratto mi sono reso conto che il ragazzo in auto non era l' unico ferito a pistolettate». Qualcuno è stato colpito durante il raid in cortile? «Sì, per quello che ho potuto vedere due ragazzi molto giovani, un maschio e una femmina. Lei credo avesse non più di sedici anni ed era stata colpita a uno dei talloni. Mentre la soccorrevamo le ho spiegato che doveva darmi il numero dei suoi genitori perché eravamo tenuti ad avvertirli, è stato un attimo: è scappata e non l' abbiamo più vista e così pure l' altro ragazzo. Fortuna che la maggior parte dei colpi sparati da quel pazzo è finita contro il muro e sugli scalini, altrimenti sarebbe finita anche peggio». E il giovane che era l' obiettivo dell' agguato vi ha detto qualcosa? «Solo poche parole: mentre girava in motorino un uomo a piedi aveva esploso colpi di pistola contro di lui. Lo ha raggiunto agli arti inferiori in due punti opposti. Questo è tutto. Poi sono arrivate le forze dell' ordine, ovviamente noi abbiamo continuato a lavorare come sempre, io gli ho suturato un foro di proiettile perché continuava a perdere sangue, poi l' ho mandato in radiologia per capire se c' erano organi compromessi. Insomma, potrei dire che non abbiamo abbandonato la trincea perché dobbiamo assicurare il servizio, siamo qui per questo». Al Vecchio Pellegrini come a Kabul, con l' incubo di un cecchino che arriva all' improvviso. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/05/2019 Pagina 6 EAV: € 1.739 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania «Matteo,per la sicurezza devi fare di più» Ministro Barbara Lezzi, l' altra notte a Napoli si è sparato al pronto soccorso di un ospedale, il vecchio Pellegrini; due settimane fa la piccola Noemi è stata colpita insieme alla nonna, per errore, durante un agguato. Come si fa a discutere di sviluppo del Sud se non si crea uno standard minimo di sicurezza? «La sicurezza, il contrasto alle mafie, al crimine e all' emarginazione devono camminare di pari passo con il sostegno allo sviluppo. Le due cose stanno necessariamente assieme. Il nuovo, gravissimo, fatto avvenuto a Napoli ci dice che va fatto di più: il ministro dell' Interno deve fare di più. I cittadini di Napoli, della Calabria, del foggiano e di altri territori difficili hanno diritto a una risposta all' altezza». Lei ha ribadito recentemente che ci sono le risorse e il piano di Bagnoli può passare finalmente alla fase operativa: ma la delibera Cipe che mette a disposizione i soldi non c' è ancora e non è stato risolto il nodo del trasferimento della proprietà dei suoli, nelle mani della curatela fallimentare della ex Bagnolifutura che deve ripagare 100 milioni agli aventi diritto. Come e con quali soldi taciterete i creditori? «Nella delibera Cipe, che segue la riunione del comitato interministeriale del 4 aprile, è stato inserito il mio finanziamento di 320 milioni per le bonifiche. Ora è in fase di definizione, e servono un paio di mesi dalla delibera per l' attuazione definitiva e il perfezionamento. Circa i suoli, a me risulta che la proprietà è di Invitalia, come attestato dall' articolo 6 del Dpcm del 15 ottobre 2015.Comunque su Bagnoli rilevo con soddisfazione che, pur in una situazione complessa, continuiamo a fare passi in avanti. Adesso, il 16 maggio, è stata indetta la Conferenza dei servizi, che si chiuderà il 15 giugno e che vede coinvolti Comune di Napoli, Regione Campania e tutti i soggetti pubblici e privati. Bagnoli è una sfida difficile ma alla quale tengo particolarmente: tutti quanti insieme dobbiamo collaborare per restituire quest' area alla città, ai cittadini che vivono lì. Non faccio proclami, ma tutti i passaggi che vanno realizzati li stiamo compiendo, passo dopo passo andiamo avanti». Tra una Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
decina di giorni si vota per le Europee: il Sud influirà non poco sull' esito finale della consultazione. Alle politiche i 5 Stelle hanno conquistato praticamente tutto il Meridione: lei ritiene che questo successo si ripeterà anche ora dopo questi mesi di governo? «Sono ottimista. Fatto salvo che ciascuna elezione è diversa dall' altra e fa storia a sé, ritengo che in quest' anno il governo abbia fatto un buon lavoro e al Sud sono stati dedicati interventi e segnali di attenzione molto importanti. È chiaro che dopo decenni di incuria non basta, devo e dobbiamo fare ancora di più: è solo su questo che sono concentrata». Quali sono questi risultati concreti che lei pensa di aver raggiunto in questa prima fase di governo al ministero per il Sud? «Potrei fare un elenco dettagliato, ma citerò solo le risorse che ho destinato per il Sin di Bagnoli, per il contrasto alla Xylella, per i Cis della Capitana e del Molise, per la sicurezza delle strade dei piccoli comuni o per la costruzione di asili. La questione più importante, però, che ho portato all' attenzione del governo riguarda il gap infrastrutturale accumulato dal Mezzogiorno nel corso di decenni. Abbiamo inserito la clausola del 34% di risorse ordinarie che devono obbligatoriamente andare al Sud, ma questo è solo un limite minimo da osservare perché, per recuperare questo enorme divario, bisogna implementare la realizzazione di opere strategiche di collegamento tra regioni del Mezzogiorno e tra queste e il Centro-Nord. Investimenti che devono essere ponderati sulla base dei decenni di incuria subita dai territori, delle loro caratteristiche e vocazioni. A tal fine sto lavorando per individuare col ministro Toninelli infrastrutture particolarmente importanti al fine di sottoporle a commissariamento, come fatto con le strade in Sicilia». Come interpreta il fatto che le rinunzie al Reddito di Cittadinanza stanno fioccando e che le domande sono inferiori alle aspettative? Delusione tra gli aventi diritto? «Non rilevo l' entità di rinunce al reddito di cui mi parla e credo che il Reddito stia cominciando a dare un aiuto importante a tante persone, che nei prossimi mesi saranno ancora di più. Il Reddito da giugno sarà percepibile anche da chi ha perso il lavoro nel 2018 e con la rimodulazione dell' Isee si andranno a colmare anche quelle sacche di cittadini che non avevano potuto riceverlo. Io continuo a ritenerlo un intervento necessario e dall' impatto molto positivo». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/05/2019 Pagina 5 EAV: € 1.915 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania «Nemmeno in zona di guerra si spara dove si salvano vite» IL MONDO DEI MEDICI La provocazione di Verdoliva: «Dobbiamo indossare camici antiproiettile per venire in ospedale?» Caduta anche l' ultima barriera etica, gli Ordini professionali sanitari compatti: «Adesso basta» NAPOLI. «Cosa dobbiamo fare? Dotare i medici di camici antiproiettile? Quanto accaduto l' altra notte è vergognoso. Un fatto di una gravità inaudita, al quale bisogna reagire con forza ed estrema determinazione». Ciro Verdoliva, commissario straordinario Asl Napoli1 Centro non usa mezzi termini nel condannare quanto avvenuto al Pellegrini e parla di «schifose ombre della camorra» che si allungano in luoghi che nemmeno in guerra si osa valicare. IL COMMISSARIO STRAORDINARIO. Verdoliva, arrivato per un sopralluogo alle prime luci dell' alba di ieri, ha espresso solidarietà a tutto il personale che nel presidio sanitario ha dovuto vivere quei momenti di grande paura. «Li ho guardati negli occhi - dice - e li ho ringraziati tutti, perché tutti loro sono degli eroi. I nostri non sono più ospedali, sono teatri di guerra nei quali ci muoviamo senza avere armi. Tutto il personale in servizio è un bersaglio e questo, francamente, è inaccettabile. Il mio grazie va anche alle forze dell' ordine che sono al nostro fianco». I medici non hanno mollato un secondo, continuando a lavorare fino allo smonto turno per garantire assistenza ai pazienti. «La nostra - dice Verdoliva riferendosi proprio a questo - è una battaglia di civiltà, ma non è una battaglia solo di Napoli o dei napoletani, è una battaglia che riguarda tutti». L' ORDINE DEI MEDICI E ODONTOIATRI. Si muove immediatamente anche in ambito istituzionale l' Ordine dei Medici che chiede «al ministro Grillo un incontro urgente per l' attivazione immediata di un tavolo con tutte le professioni sanitarie, che metta a punto una strategia d' azione seria, concreta e tempestiva. Un episodio, quello vissuto al Pellegrini, che deve essere stigmatizzato con decisione e che deve vedere una forte risposta da parte delle più alte cariche dello Stato, cominciando dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra aggressioni e intimidazioni, si Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
lavora ormai in condizioni proibitive», conclude il presidente Silvestro Scotti. Mentre il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, chiede di accelerare l' iter di approvazione del disegno di legge sulla sicurezza degli operatori sanitari . «Va inoltre previsto un fondo dedicato, che permetta di mettere in sicurezza le sedi, di assumere personale, di definire azioni di tutela delle persone. Tutti i trattati internazionali vietano, in battaglia, di aprire il fuoco contro chi soccorre i feriti, così come, in guerra, di bombardare ospedali o di sparare contro i mezzi di soccorso. Che questo possa accadere in tempo di pace e, soprattutto, che non ci siano le condizioni per prevenirlo, è un fatto inaccettabile conclude - Gli operatori sanitari garantiscono un diritto previsto dalla Costituzione, se la loro sicurezza e la loro stessa vita sono a rischio lo è anche il diritto alla salute di tutti i cittadini». ORDINE DEGLI INFERMIERI. «Chiederemo intervento dei ministri competenti. Dopo quest' ultimo barbaro episodio di violenza in ospedale, confidiamo che Prefetto, Questore e forze di polizia decidano finalmente di intervenire per assicurare la dovuta sicurezza ai cittadini, agli infermieri, ai medici e a quanti operano negli ospedali per garantire assistenza sanitaria» è quanto dice il presidente dell' ordine degli infermieri di Napoli Ciro Carbone in merito alla sparatoria della notte scorsa al Pronto soccorso dell' ospedale dei Pellegrini. L' Ordine degli infermieri di Napoli, in vero, ha più volte segnalato alle autorità la necessità di presidiare con pattuglie e drappelli delle forze dell' ordine le strutture di pronto soccorso, ma senza avere nessuna risposta. «Chiederemo a questo punto ai ministri competenti degli Interni e della Salute di intervenire a tutela degli operatori sanitari tutti e dei cittadini. Come Ordine degli infermieri di Napoli - aggiunge Carbone - che anche l' altra notte, nonostante le scene da far west, hanno continuato ad assicurare assistenza restando al proprio posto di lavoro». SINDACATO DEI MEDICI. «Una volta di fronte al simbolo della Croce Rossa, anche in zone di guerra, non si sparava. Oggi si entra armati in Pronto Soccorso e si spara ad altezza d' uomo. L' agguato di questa notte all' ospedale Pellegrini del Centro Storico di Napoli è avvenuto con colpi di arma da fuoco, colpendo di striscio i due minorenni che accompagnavano il ferito precedentemente colpito per strada, e spa rando ad altezza d' uomo verso la porta che dava acceso all' ingresso del pronto soccorso- dicono dall' Anaao-Assomed -Scene da film, che avrebbero potuto provocare una strage, e che purtroppo mostrano la grave precarietà del "sistema sicurezza" all' interno degli ospedali e sugli operatori 118 sul territorio, troppe volte ormai coinvolti in episodi di violenza». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/05/2019 Pagina 5 EAV: € 624 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania «Non tolleriamo vite messe in pericolo» IL PRESIDENTE DELLA REGIONE DE LUCA NAPOLI. «Ancora un gravissimo episodio all' interno di un ospedale. Un gravissimo atto criminale che va condannato con fermezza. Ancora una volta vite messe in pericolo, quelle dei cittadini, ma anche dei medici e del personale sanitario». Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, commenta così la sparatoria dell' altra notte all' ospedale Pellegrini, nel centro storico di Napoli. «Questo aggiunge il governatore- rende evidente che cosa significa il lavoro di risanamento della sanità campana e cosa vuol dire la riorganizzazione che stiamo realizzando anche nei confronti di banalizzazioni e aggressioni con toni offensivi subite nei mesi scorsi da migliaia di medici e sanitari impegnati ogni giorno, e che ogni giorno dimostrano sul campo il loro coraggio e la loro professionalità. Proprio mentre la sanità campana mostra il meglio di sè e del proprio personale, come dimostrano gli ultimi e tanti altri casi di eccellenza, si rende evidente - conclude De Luca - qual è il lavoro immane che si sta portando avanti». «Ormai la guerra tra le bande criminali ha alzato il tiro e non guarda più in faccia a niente e nessuno. Ma ancora più agghiacciante è la superficialità con la quale questo governo di incapaci, assiste impotente alla carneficina. Non è con gli annunci che si risolvono i problemi» ha detto Franco Roberti, assessore alla Legalità della Regione. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/05/2019 Pagina 3 EAV: € 4.687 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania «Peggio che in guerra indifesi e lasciati soli» Ettore Mautone «Una terribile notte da far west»: così Giuseppe Fedele - specialista in Chirurgia di urgenza, 63 anni, di cui 30 trascorsi al pronto soccorso del Vecchio Pellegrini. È ancora sotto choc per l' esperienza vissuta poche ore prima: «In trent' anni di carriera in quest' ospedale di frontiera ne ho viste tante ma mai mi era capitato di assistere a una scarica di proiettili sparati all' impazzata sulla folla ad altezza d' uomo. Poteva essere una strage». Cosa è successo esattamente? «Ero di turno dalle 20 alle 8 del mattino. Verso le 2 ho sentito un gradissimo fragore. È arrivata una macchina strombazzante con decine di persone urlanti al seguito. In questi casi ho imparato dall' esperienza che si tratta di persone ferite in agguati e mi sono preparato ad accogliere il ferito. Ci ha messo un po' ad uscire dalla macchina per le ferite agli arti e per la stazza e il peso». Quindi? «Il ferito finalmente stava entrando nell' ascensore con i barellerei ed io ero al piano superiore ad attenderlo. A questo punto ho sentito altro clamore e avvertito nettamente la esplosione di diversi colpi di pistola almeno cinque o sei in successione. C' è stato un fuggi fuggi generale sia del personale del pronto soccorso sia delle persone che erano sulle scale. Ero coperto dal vano ascensore ma in pratica il bersaglio del raid poteva essere sia la persona ferita, entrata già in ascensore, sia qualcuna delle persone al seguito». Le guardie giurate? «Hanno fatto quello che potevano. La conformazione dell' ingresso non consente di controllare tutti». Il ferito cosa le ha detto? «Si preoccupava del suo stato di salute. Era stato colpito al femore destro, dove il proiettile è rimasto all' interno, e alla gamba sinistra riportando fratture in entrambi i casi. Il proiettile a destra ha sfiorato l' arteria femorale. Se l' avesse colpita sarebbe rimasto a terra senza scampo. Era su uno scooter e qualcuno che non conosceva gli ha sparato. Intanto in pronto soccorso sono saliti altri due giovani di 16 anni, un ragazzo e una ragazza, feriti di striscio. Ho chiesto dei genitori, si sono dileguati». Poi cosa ha fatto? «Ho dovuto fronteggiare una Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
situazione di puro caos. I miei colleghi e alcuni infermieri sono scappati. Qualcuno ha avuto una crisi di pianto. Non si può lavorare in queste condizioni. Se fossimo in una zona di guerra ci sarebbe più calma». Lei è rimasto al suo posto? «Certo. Questo è un lavoro che faccio con passione. Mi tremavano le gambe ma mi sono concentrato sulla necessità di curare una persona ferita. Non potrei andare avanti se non avessi una sincera passione per il soccorso in urgenza. Ma non tutti i miei colleghi ce la fanno. Molti sono annientati dallo stress. Alcuni collaboratori stanotte hanno avuto una crisi. Ma non si può lasciare il posto di lavoro. Siamo inermi». Esiste un rimedio secondo lei? «Bisogna innanzitutto controllare il territorio e garantire l' ordine pubblico. Poi compiere un lavoro lungo e profondo anche nella società, entrare in queste famiglie, riannodare i fili di un tessuto sociale completamente sfilacciato. Qui stanotte alle 3 c' erano almeno 40 giovani quasi tutti minori. Dove sono i genitori di questi ragazzi?». Negli anni cosa è cambiato? «Di sparatorie ne ho viste anche in passato ma mai con queste modalità». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/05/2019 Pagina 5 EAV: € 439 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania «Sanità campana abbandonata» IL MINISTRO GRILLO PRESTO A NAPOLI NAPOLI. «Gli spari in ospedale non si erano mai verificati e questo è un segnale che deve preoccupare tutti. Serve una risposta immediata e forte, dobbiamo tutelare i nostri ospedali». Lo scrive su Facebook il ministro della Salute Giulia Grillo, commentando quanto avvenuto l' altra notte al Pellegrini e sottolineando che la «sparatoria nel cortile dell' ospedale di Napoli è l' ennesima dimostrazione di come la sanità campana sia abbandonata a se stessa. Non possiamo permettere - ha aggiunto - che i luoghi di cura diventino un luogo di scontro per la delinquenza. Da ministro e da medico non posso sopportare che pazienti e operatori sanitari siano messi a rischio nel punto più sensibile per la nostra salute. Incontrerò nei prossimi giorni l' Ordine dei medici perché devono sapere che il loro ministro non li lascia soli. La sicurezza di tutti i lavoratori, dei pazienti e delle loro famiglie sono il mio primo pensiero». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/05/2019 Pagina 21 EAV: € 32.353 Lettori: 546.032 Argomento: Sanità Campania Camorra, shock per l' ultimo raid ora si spara anche in ospedale DI DARIO DEL PORTO emergenza criminalitÀ A Napoli ventiduenne gambizzato e poi inseguito fin dentro il pronto soccorso Il sicario con il volto coperto da un casco manca il bersaglio ma ferisce due minorenni NAPOLI - Come nel Padrino , peggio che in Gomorra . Un mese dopo l' omicidio di un pregiudicato davanti all' asilo dove aveva appena accompagnato il nipotino, a due settimane dalla sparatoria in pieno centro, e alla luce del giorno, in cui è rimasta gravemente ferita la piccola Noemi, di appena 4 anni, la violenza di camorra che umilia Napoli oltrepassa un altro limite e colpisce addirittura all' interno di un ospedale. Sono le due del mattino, quando un sicario con il volto coperto da casco fa irruzione nel cortile del Vecchio Pellegrini, nel cuore del popolarissimo rione della Pignasecca, e spara all' impazzata all' indirizzo di un ventiduenne appena arrivato in pronto soccorso dopo essere stato ferito alle gambe nella vicina via Toledo. «Sono stati momenti di panico totale. Non avevo mai visto una cosa simile. Gente che piangeva, ragazzi in preda a crisi d' ansia. Siamo scappati tutti», racconta Peppe, da trent' anni infermiere all' ospedale Vecchio Pellegrini. La sequenza è da brividi: pistola in pugno, l' uomo scavalca la transenna che sbarra l' ingresso, prima corre verso il fondo del cortile, poi torna sui suoi passi, si dirige verso la scala che conduce al pronto soccorso e comincia a sparare. Una, due, cinque volte. Ad altezza d' uomo. Ma manca il bersaglio. I colpi si conficcano sulle pareti e sui gradini. Il 22enne, Vincenzo Rossi, che ha già un femore rotto dai proiettili esplosi poco prima, viene mancato. Sono raggiunti di striscio invece due minorenni che, presumibilmente, facevano parte del gruppo di giovani che aveva accompagnato il ferito in ospedale. Quando i medici si offrono di curarli, si allontanano. L' ospedale è sotto shock. «Finirà che infermieri e medici dovranno indossare un camice antiproiettile. Queste scene si vedono solo nei film», scuote il capo il commissario straordinario dell' Asl Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Napoli 1, Ciro Verdoliva. La direttrice sanitaria, Mariella Corvino, sottolinea: «Toccare un presidio ospedaliero significa toccare l' anima della sanità. Ci sentiamo in guerra». Ora indagano i carabinieri del comando provinciale coordinati dai pm del pool anticamorra Celeste Carrano e Urbano Mozzillo con il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Rossi era stato arrestato a marzo 2018 con l' accusa di concorso in tentato omicidio. Secondo gli inquirenti, aveva preso parte allo scontro tra due gruppi di giovanissimi che, il 9 dicembre 2017, era sfociato nell' accoltellamento di un ragazzo di 16 anni. Assistito dall' avvocato Gianluca Fiore, Rossi ha sempre respinto la contestazione ed era stato scarcerato dal Tribunale del Riesame. Il processo è in corso. Ma questa vicenda, pur grave, non sembra collegata al raid della notte fra giovedì e ieri. Le modalità dell' agguato sembrano di chiara matrice camorristica, tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti ci sono possibili contrasti, per ragioni da chiarire, con ambienti malavitosi che controllano il centro della città. Si indaga anche su un' auto rinvenuta non lontano dall' ospedale con un proiettile nella fiancata, segno che forse la sparatoria è proseguita anche all' esterno del presidio. Il capo della polizia, Franco Gabrielli, parla di criminalità di «livello gangsteristico, anche a seguito degli interventi delle forze di polizia e della magistratura che hanno disarticolato i clan storici, ma che evidenzia modalità di azione ancor più preoccupanti ». L' ennesimo agguato accende lo scontro politico. Solo poche ore prima, era stato a Napoli in ministro dell' Interno Matteo Salvini. «Basta passerelle e inutili appelli all' unità contro le mafie - lo attacca il deputato del Pd Gennaro Migliore - servono politiche di inclusione sociale e investimenti per il Sud e più risorse per le forze dell' ordine, ma il governo fa solo chiacchiere». Il capolista dei Dem al Sud, Franco Roberti, accusa il ministro «di pensare solo ai selfie e ai migranti». Chiede «misure straordinarie» il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, mentre il sindaco Luigi de Magistris sollecita «maggiore presidio sul territorio». Continua invece a migliorare la piccola Noemi. La bimba è ancora in prognosi riservata, ma i suoi progressi sono come uno spiraglio di luce, nella notte di Napoli. RICCARDO SIANO I segni dei proiettili A sinistra, l' ingresso del pronto soccorso dell' ospedale. Sopra, i segni lasciati dai proiettili sparati. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/05/2019 Pagina 28 EAV: € 5.411 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Cancello aperto e solo tre vigilantes «Nessuno ha visto il killer entrare» SORVEGLIANZA FLOP Gennaro Di Biase Lo choc era ancora nell' aria, ieri mattina al Pellegrini. Le stesse guardie giurate, a poche ore dal far west della notte appena passata, non riuscivano a nascondere le facce tese e preoccupate. Sotto l' arco d' ingresso dell' ospedale, prima di arrivare nel cortile, subito a sinistra, non lontano dai sigilli del Pronto soccorso e dai fori delle pallottole, prima c' era un presidio fisso della polizia. La piccola porta bianca, però, è chiusa a chiave. «Il drappello delle forze dell' ordine non c' è più da almeno 6 anni - sussurrano i lavoratori dell' ospedale - Adesso ci si appoggiano i vigilantes, che sono dipendenti di una cooperativa». Non sono molti, in generale. «I turni sono divisi in 8 unità di giorno e 5 di notte», spiega don Ciro, una delle guardie giurate del Pellegrini. Ma di guardie ce n' erano tre, alle 2 dell' altra notte - come conferma la Direzione della Asl Napoli 1 - quando è arrivato il ferito Vincenzo Rossi, e tutte e tre hanno accompagnato l' ambulanza all' interno. All' aspirante killer quindi è bastato scavalcare la sbarra, ormai sguarnita di sorveglianza, e iniziare a premere il grilletto alla rinfusa in mezzo alla folla. Ad altezza d' uomo. I VIGILANTES Don Ciro ha la faccia stanca e sconvolta come le mura cadenti dell' ospedale Pellegrini, di cui è vigilantes da vent' anni circa. Dal suo gabbiotto affacciato sulla Pignasecca ne ha viste e ne vede di tutti i colori: «Se avessi l' età giusta - sospira - me ne andrei di corsa da Napoli. Qua la notte è come un vulcano che erutta, un guaio». Turisti, locali, facce allegre di giorno, e con il buio pallottole, Gomorra (La Serie) e sangue: le due anime di Montesanto convivono misteriosamente, almeno per ora. Ma il Pellegrini, come gli altri ospedali di Napoli, è ormai senza presidio fisso. «Lo vedete? Noi qua facciamo anche da punto informazioni - continua Don Ciro - Non facciamo mica solo le guardie giurate!». E ha Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ragione. In cinque minuti sono almeno dieci i pazienti che lo avvicinano per chiedergli indicazioni su orari e reparti. Difficile badare ai pazienti e insieme controllare il via vai in un quartiere così affollato e complesso come Montesanto. LA PAURA Mentre Don Ciro continua a parlare e a fare da infopoint, un suo collega più giovane sorveglia la sbarra e un altro paio di guardie giurate sono sparse nel cortile affollato di cronisti, telecamere, pazienti, medici e infermieri. Tra gli altri, in gabbiotto, passa una dottoressa, noto ex dirigente del Pellegrini: «Salve Ciro - dice - Lo so, siamo tutti sconvolti, perché qua è terra di nessuno. Quando ero iscritta all' Università, i cancelli del Pronto soccorso di notte erano chiusi. Si aprivano solo quando serviva far passare l' ambulanza. La sbarra non basta, bisognerebbe tornare a chiudere i cancelli, almeno con il buio». Chiudere le serrature, però, non sembra essere nelle intenzioni della Asl Napoli 1, «per agevolare la cura dei pazienti, che va messa sempre al primo posto». Anche per questo, il Pronto soccorso, quasi inutile precisarlo, non è un luogo facile da gestire: «Spesso le auto dei parenti seguono a ruota le ambulanze e non si capisce esattamente chi riesce a intrufolarsi», proseguono i dipendenti del nosocomio. In questo caos, nel cortile dell' ospedale, «si infilano i motorini di gente non proprio per bene di Montesanto - concludono - noi parcheggiamo fuori, in strada, dove troviamo posto, e loro all' interno. Si stava meglio quando c' era il drappello fisso delle forze dell' ordine, certo, ma poi per una questione di fondi è stato chiuso». È la legge del senza legge, qui al Pellegrini. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
18/05/2019 Pagina 28 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 3.697 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Chirurgia al «Rummo», 14 candidati per il posto di Huscher LA SANITÀ Luella De Ciampis Sono stati convocati il 24 maggio alle 11.30 i candidati per il colloquio finalizzato al conferimento dell' incarico quinquennale di direttore di struttura complessa di Chirurgia generate e oncologica, dell' ospedale Rummo. Sono 14 i chirurghi risultati idonei, per titoli, a partecipare alla selezione: Pierluigi Angelini, Mario Annecchiarico, Francesco Bianco, Gennaro Maurizio Buonanno, Giancarlo Candela, Nicola Carlomagno, Pierdomenico Ceccarelli, Alberto D' Agostino, Giovanni De Blasio, Sergio Manfredini, Aurelio Nasto, Cecilia Ponzano, Michele Santangelo e Antonio Sarno. Sarà quindi colmato in breve tempo il vuoto lasciato alcuni mesi fa da Cristiano Huscher, che aveva ricoperto il ruolo di direttore dell' unità di Chirurgia generale e oncologica per alcuni anni. Si punta a ripristinare il normale flusso delle Chirurgie, sia attraverso la nomina del nuovo direttore e il reclutamento di altri chirurghi, per cui è già stato avviato l' iter concorsuale, che mediante la selezione pubblica per il reclutamento di 9 anestesisti, in seguito alla richiesta inoltrata dal direttore dell' unità di Anestesia e Rianimazione, Elvio De Blasio, che lamenta ancora una grave carenza dei professionisti del settore. LE TECNOLOGIE Inoltre, si sta provvedendo all' installazione di un acceleratore lineare di ultima generazione, per consentire ai pazienti oncologici di effettuare la radioterapia in provincia di Benevento, mentre, fino al 2015, erano costretti a usufruire del servizio al «Sant' Anna e San Sebastiano» di Caserta. Il potenziamento delle apparecchiature e delle prestazioni ha lo scopo di creare una rete oncologica sul territorio per risolvere il problema della «migrazione» dei pazienti verso altre regioni. In quest' ottica, la Regione Campania ha imposto alle aziende ospedaliere il recepimento dei Pdta (percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) per 13 forme tumorali, che, oltre alla fase di prevenzione, comprendono quelle relative all' intervento chirurgico, all' organizzazione per l' accesso alla chemio e alla radioterapia e alla riabilitazione, se Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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