Media Monitoring per 05-09-2018 - Rassegna stampa del 05-09-2018 - Ruggi d'Aragona
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 Applausi, lacrime e preghiere: Torrione accoglie la statua di "San Matteo" .................. 1 Ospedale Costa d'Amalfi: ad agosto boom di accessi. I dati .............................................. 2 Ospedale Costa d’Amalfi: ad agosto boom di accessi, assistenza sempre al top malgrado carenza personale ............................................................................................ 3 Corsa a Medicina la carica dei 1.580 «Prova difficile» ........................................................ 5 Crisci, denuncia e inchiesta della Procura ............................................................................ 7 Donazione degli organi, nel Salernitano raccolte 20mila adesioni ................................... 9 Donazioni di organi al Ruggi: numeri in crescita, la campagna di sensibilizzazione .............................................................................................................................................. 10 Il tour in bici del trapiantato «La donazione è nuova vita» .............................................. 11 Inchiesta sull'intervento a Crisci .......................................................................................... 12 Sedute operatorie in ospedale «Garantita solo l'emergenza» ......................................... 13 Sanità Salerno e provincia ............................................................................................................ 14 «Pronto soccorso da potenziare» .......................................................................................... 14 Faccia a faccia tra associazioni e Asl ................................................................................... 15 Medici di base, quasi mille precari nel Salernitano ........................................................... 17 Ospedale, organico ridotto, rischio assistenza: allarme di medici e di sindacalisti .............................................................................................................................................. 19 Ospedale, secondo black out reparti bui, ascensori bloccati ........................................... 20 Sanità Campania ............................................................................................................................. 22 Cardarelli preso d'assalto Si passa dal pronto soccorso per evitare di pagare gli esami .............................................................................................................................................. 22 Da sei mesi in attesa di un trapianto Vincenzo rivive ....................................................... 24 Emergenze, organico, assetti, i sindacati: adesso il confronto ....................................... 25 I medici di famiglia: corse inutili, colpa dell' ansia ............................................................ 27 Il Cardarelli intasato dai malati impazienti ......................................................................... 28 Medicina, test difficili grandi affari per i prof ..................................................................... 30 Ospedale del Mare, pericolo boicottaggio ........................................................................... 32 Ospedale del Mare, via al pronto soccorso ma con funzioni limitate ............................. 33 Ospedale di Nola, operatori in rivolta «Senza stipendio da quattro mesi» ................... 35 Ospedali riuniti: 4,5 milioni per adeguare il «Landolfi» .................................................... 36 Pronto soccorso, attacco alla Regione ................................................................................. 38 San Paolo, nuovo ospedale entro il 2024 a Fuorigrotta .................................................... 40 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 42 "Nelle nostre Università lo stop al numero chiuso non sarebbe sostenibile" ............... 42 Aborto: M5s contro gli obiettori ........................................................................................... 44 «Sbagliato fare pubblicità sul Web alla pillola dei cinque giorni dopo» ........................ 46 File e quiz assurdi, l' assalto a Medicina ............................................................................. 49 I test per medicina? Buffonata: aboliamoli ......................................................................... 51 Il M5S tira dritto: studenti penalizzati, superiamo i test d' ingresso ............................. 53 Medicina, test difficile (e quesiti troppo tecnici) ............................................................... 55 Presidi, medici e ministero "I non vaccinati fuori dagli asili" .......................................... 57 TEST DI MEDICINA, IL NUMERO CHIUSO VA SOLO INNALZATO ........................................ 59 Test sanità, +40% ricorsi previsti ......................................................................................... 61 Vaccini, linea dura delle scuole: fuori i primi bimbi non in regola .................................. 62
04/09/2018 salernotoday.it EAV: € 758 Lettori: 7.133 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Applausi, lacrime e preghiere: Torrione accoglie la statua di "San Matteo" Applausi, lacrime e preghiere hanno accolto la statua di San Matteo nel quartiere di Torrione. Ieri sera, infatti, è iniziato il tour del Santo Patrono nei rioni della città. Prima tappa nella chiesa “Santa Maria ad Martyres”, situata sul lungomare Tafuri. L'evento Dopo la breve processione sono stati celebrati prima il Rosario e poi la Santa Messa. Accanto al parroco della locale chiesa, don Francesco Carmelita, c’era don Michele Pecoraro, parroco del Duomo di Salerno. L’effige rimarrà per tre giorni, fino al 5 settembre. Il parroco ha organizzato momenti di preghiera a cui sono invitati tutti coloro che abbiano desiderio di parteciparvi. Le tappe successive Dal 5 al 7 settembre la statua di San Matteo sarà portata nella zona orientale, precisamente nella parrocchia di Gesù Redentore, in via Carnelutti (Quartiere Europa); poi – dal 7 al 9 – salirà a Brignano. La reliquia del braccio di San Matteo, invece, sarà portata nell’ospizio Madonna delle Grazie (13 settembre), nella casa circondariale di Fuorni (14 settembre) e all’azienda ospedaliera-universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona" (17 settembre). Il 18 settembre dovrebbe fare tappa al Comune. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
04/09/2018 EAV: € 484 Lettori: 2.100 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Ospedale Costa d'Amalfi: ad agosto boom di accessi. I dati Il presidio ospedaliero della Costa d’Amalfi ancora una volta si conferma tra i più efficaci della Regione Campania, a riportarlo sono i dati espressi dall’ospedale nel mese di agosto. I dati Durante i 31 giorni più imprevedibili dell’anno sono stati poco più un migliaio di accessi totali al presidio, in aumento rispetto ai 926 dello scorso anno, di cui 400 circa in codice giallo e 15 in codice rosso, cioè in serio pericolo di vita e con priorità massima. Il 35% degli accessi, larga parte ha interessato vacanzieri, tra cui il 25% di nazionalità straniera con prevalenza statunitense ed europea, ma anche tanti australiani e giapponesi che sono ricorsi a Castiglione. Una dozzina, invece, i trasferimenti in eliambulanza all’Ospedale “Ruggi” di Salerno per i pazienti in codice rosso, per la maggior parte con gravi patologie cardiovascolari, seguite da traumi non solo da incidenti stradali, ma anche da cadute accidentali in terrazzamenti. Non sono mancati gli incidenti in mare, con traumi toracici e della colonna vertebrale conseguenziali a cadute a bordo. Tanti i cittadini della Costiera che dopo un banale dolore toracico o allo stomaco qui hanno scoperto di essere stati colpiti da infarto e, dunque, salvati, grazie alla professionalità di medici, cardiologi, rianimatori e personale sanitario. Ad agosto il plesso ospedaliero ha dovuto fare i conti con la carenza del personale, con il rianimatore che costretto ad accompagnare un degente in codice rosso presso altro ospedale lasciava inevitabilmente il turno scoperto. Ad ogni modo anche questi dati testimoniano l’efficacia dell’organizzazione dell’Ospedale “Costa d’Amalfi” che si conferma vitale per un territorio dalla particolare conformazione morfologica e dall’alta vocazione turistica come il nostro che anche quest’anno ha confermato importanti numeri relativi alle presenze. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
04/09/2018 ilvescovado.it EAV: € 482 Lettori: 1.933 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Ospedale Costa d’Amalfi: ad agosto boom di accessi, assistenza sempre al top malgrado carenza personale Il piccolo, grande presidio ospedaliero della Costa d'Amalfi si conferma ancora una volta tra i più ‘efficaci' ed eccellenti della Regione Campania. A dirlo sono i dati espressi dal nosocomio costiero nel trascorso mese di agosto, da sempre caldo anche per il personale medico e paramedico in servizio a Castiglione di Ravello. Nei 31 giorni più imprevedibili dell'anno sono stati poco più di un migliaio gli accessi totali al presidio, in aumento rispetto ai 926 dello scorso anno, di cui 400 circa in codice giallo (pazienti mediamente critici con presenza di rischio evolutivo e possibile pericolo di vita) e 15 in codice rosso, cioè in serio pericolo di vita e con priorità massima. Il 35% degli accessi ha interessato vacanzieri, il 25% di nazionalità straniera con prevalenza statunitense ed europea. Ma anche tanti australiani e giapponesi che sono ricorsi alle cure dei medici di turno a Castiglione. Una dozzina i trasferimenti in eliambulanza all'Ospedale "Ruggi" di Salerno per i pazienti in codice rosso, per la maggior parte con gravi patologie cardiovascolari, seguite da traumi non solo da incidenti stradali, ma anche da cadute accidentali in terrazzamenti. Non sono mancati gli incidenti in mare, specie su piccole imbarcazioni, con traumi toracici e della colonna vertebrale conseguenziali a cadute a bordo. Tutti pazienti sono stati adeguatamente trattati secondo gli standard della struttura e sottoposti a tutte le analisi previste. Tanti i cittadini della Costiera che dopo un banale dolore toracico o allo stomaco qui hanno scoperto di essere stati colpiti da infarto e, dunque, salvati, grazie alla professionalità di medici, cardiologi, rianimatori e personale sanitario. Infatti la capacità della struttura, che consente di effettuare rapide diagnosi, evita lunghi ricoveri, in al contrario di quanto accade nei grandi ospedali in cui i ritmi sono decisamente "più lenti" e sottoporre il paziente a esami specifici richiede anche giorni di ricovero, con aumento dei costi per l'Azienda (e il disagio per l'utente). Ma non tutto è filato liscio dal punto di vista dell'organizzazione: ad agosto il plesso ospedaliero ha dovuto fare i conti con la carenza del personale, con il rianimatore che costretto ad accompagnare un degente in codice rosso presso altro ospedale lasciava inevitabilmente il turno scoperto. Ad ogni modo anche questi dati testimoniano - se ve ne fosse ancora bisogno - Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
l'efficacia dell'organizzazione dell'Ospedale "Costa d'Amalfi" che si conferma vitale per un territorio dalla particolare conformazione morfologica e dall'alta vocazione turistica come il nostro che anche quest'anno ha confermato importanti numeri relativi alle presenze. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 Pagina 22 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 11.508 Lettori: 133.364 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Corsa a Medicina la carica dei 1.580 «Prova difficile» Barbara Landi La più antica Carta costituzionale ancora vigente, i Frattali e la geometria non euclidea, e ancora le Tavole della Verità, la duplicazione del Dna, il Ph e gli enzimi: sono alcuni dei quesiti dei test d' ingresso a numero chiuso per la facoltà di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria. Una prova di selezione molto più difficile dello scorso anno, secondo i candidati: particolarmente complesse le tracce di chimica, biologia e logica. Dei 1.714 prenotati, si sono presentati alle selezioni 1.580 aspiranti camici bianchi, che hanno invaso le vie interne del campus universitario prima dell' apertura dei cancelli, bloccando anche il raccordo autostradale Salerno- Avellino di mattina presto, causando lunghe code. Dalle 8.30, dopo l' ingresso nelle aule, all' ansia si è sostituita un' atmosfera di grande serenità, addirittura superiore rispetto alle passate edizioni. Al contrario di quanto avvenuto nelle grandi metropoli italiane, dove sono scesi in strada i sindacati degli studenti contro la prassi del numero chiuso, considerato anticostituzionale ed una privazione della libertà di scelta, a Salerno non si è verificato nessun episodio di protesta. Soltanto all' uscita, intorno alle ore 13, è apparso uno striscione di rottura ad opera del collettivo Link Unisa, con un vistoso punto interrogativo sul futuro della sanità del Paese, con una selezione forzata e un numero di scuole di specializzazione sempre più ridotto. L' ORGANIZZAZIONE Collaudata, invece, l' organizzazione predisposta dall' Unisa, con la tradizione ormai imprescindibile del saluto di benvenuto del rettore. «Quest' anno registriamo un ulteriore incremento - insiste Aurelio Tommasetti - una media di 12 candidature per un posto a disposizione, su una media nazionale di uno a sei, a testimonianza della qualità dell' offerta didattica e della ricerca del nostro ateneo. Un dato che ci responsabilizza, perchè 1.600 ragazzi vogliono sicurezza, serenità e trasparenza. Dopo i test partiranno subito le immatricolazioni e dal primo ottobre tutti in aula per garantire la migliore formazione possibile». Tommasetti non perde però occasione Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
per lanciare un affondo a Napoli e alla Federico II: «Noi non fittiamo capannoni o mostre di qualche cosa (con un chiaro riferimento agli spazi della Mostra d' Oltremare), ma facciamo le selezioni all' interno del nostro campus. Come università abbiamo fatto ogni sforzo. Quest' anno abbiamo ridotto del 50per cento il costo del test come ulteriore segnale di attenzione alle esigenze degli studenti, in linea con la politica di premiare il merito su cui si fonda il nostro rapporto fiduciario con i giovani». Ben 150 unità di personale tra docenti e amministrativi e 34 aule coinvolte. LE PROCEDURE Ad evidenziare l' assoluta trasparenza delle procedure anche il presidente della commissione, Ettore Cassandro: «I plichi arrivano il giorno prima e vengono conservati in un caveau blindato, sigillati all' origine. L' apertura avviene all' interno delle aule, alla presenza di testimoni sorteggiati per verificarne l' integrità. Vengono così distribuiti i test ai candidati che possono aprirli all' inizio della prova in contemporanea». Intanto in attesa, fuori, intere famiglie, genitori, fratelli, sorelle, fidanzatini e anche qualche parente più agèe come nonna Nadia. «Salerno è una sede attrattiva, appetibile e questo è il risultato del lavoro svolto su didattica, ricerca e assistenza - sottolinea il direttore del dipartimento, Mario Capunzo - Ci inorgoglisce e ci spinge a fare meglio. Siamo un' eccellenza. Il futuro è la ricerca, ma la sfida è anche ripercorrere le tracce dell' antica Scuola Medica Salernitana, che non era una schola di pensiero, ma una vera scuola di medicina dove i giovani imparavano a fare il medico. Sviluppare competenze, quindi, per cui la clinicizzazione, le esperienze e la parte pratica ospedaliera sono fondamentali. La laurea diventerà abilitante, per cui non ci sarà bisogno dell' esame di Stato: dobbiamo formare buoni medici, con l' augurio di non dimenticare il tema dell' umanizzazione delle cure. Curare non solo la sofferenza, ma anche l' anima, vicini all' ammalato e ai suoi familiari in un rapporto empatico, di piena fiducia e di stima completa, che sortisce risultati migliori. Medicina è una scelta importante, richiede sacrificio, molto studio e lavoro: va fatta con il cuore e con la responsabilità prima della razionalità, ma è una decisione che ripaga». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 Pagina 24 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 8.958 Lettori: 133.364 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Crisci, denuncia e inchiesta della Procura Angela Trocini La Procura della Repubblica ha aperto un' inchiesta per fare luce su eventuali responsabilità in relazione alle gravi condizioni di salute successive all' intervento chirurgico alla colicisti a cui è stato sottoposto il medico legale Antonello Crisci, presso la Casa di cura Tortorella. Il fascicolo investigativo è stato aperto dopo la denuncia presentata dai familiari del docente universitario, noto professionista sia negli ambienti accademici, forensi e giudiziari. Sudisposizione del procuratore aggiunto e dei due sostituti titolari del fascicolo, sono stati acquisiti i documenti relativi all' intervento in laparoscopia, ed effettuata un' ispezione dei Nas e dell' Asl presso le sale operatorie della casa di cura Tortorella dove il professionista era stato sottoposto all' intervento. Il professore Crisci è stato operato una prima volta il 30 luglio e dopo due giorni è stato nuovamente operato a causa di una grave infezione conseguente al primo intervento. Trasportato dai familiari all' azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d' Aragona, il professore Crisci versa a tutt' oggi in gravi condizioni, ma stazionarie; è ricoverato presso il reparto di Rianimazione di via San Leonardo. I NODI L' inchiesta dovrà chiarire molte circostanze in ordine al primo intervento ed a quello successivo, sempre effettuato presso la Casa di cura privata. Nel fascicolo di indagine sarebbero confluite anche le registrazioni degli interventi effettuati in emergenza al Ruggi per salvare la vita al professionista. La vicenda del professore Crisci tiene in apprensione, comprensibilmente, non solo la sua famiglia ma i tanti ambienti professionali ed istituzionali all' interno dei quali il docente universitario e medico legale da sempre è stimato ed apprezzato per le sue qualità umane e di studioso. Sempre sorridente, gentilissimo e garbato nei modi: un gentiluomo. Nelle scorse settimane all' ospedale di via San Leonardo sono arrivati molti allievi e tantissimi conoscenti, oltre gli amici più stretti che hanno circondato d' affetto i familiari sostenendoli e condividendo la speranza della guarigione dell' Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
amatissimo congiunto. Il suo nome, per stare alla cronaca, è legato agli esami medico-legali effettuati nell' inchiesta sul delitto delle Fornelle e la perizia sull' attore Domenico Diele. Il segno della sua professionalità e umanità è emerso in occasione delle autopsie sui corpi delle 26 migranti sbarcate a Salerno, effettuate dal pool di medici che ha coordinato. In dichiarazioni alla stampa non nascose il dolore ed il raccapriccio per quella atroce vicenda. Nato a Vietri sul Mare 66 anni fa (Comune che lo ha insignito della cittadinanza onoraria), è residente a Salerno ed è professore associato di medicina legale presso l' Università degli Studi di Salerno, insegnando medicina legale e bioetica nel corso di laurea in Medicina e Medicina legale presso la facoltà di Giurisprudenza. LA CARRIERA È responsabile dell' unità operativa dipartimentale di Medicina legale, psicopatologia forense e psicologia clinica presso l' azienda ospedaliera universitaria di Salerno. E da ottobre scorso è a capo dell' istituto di medicina legale inaugurata a San Severino. L' accademico è inoltre specialista in neurologia, farmacologia, oltre che medicina legale e delle assicurazioni svolgendo ricerche in indagini sperimentali di interesse tossicologico, psicopatologicoforense e medico legale, con circa 130 pubblicazioni scientifiche. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 radioalfa.fm EAV: € 195 Lettori: 233 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Donazione degli organi, nel Salernitano raccolte 20mila adesioni Fa tappa oggi all’ospedale Ruggi di Salerno, dalle 12:30, la campagna “Dona gli organi, il trapianto è vita”, dell’Aido (Associazione italiana donatori organi) che, da 45 anni organizza iniziative di sensibilizzazione. Protagonista delle campagna è un socio dell’Aido, Giuseppe Iacovelli, trapiantato di rene che è impegnato in un tour in bicicletta, da Fondi in provincia di Latina fino a Lametia Terme in 5 tappe. Salerno è una tappa significativa perchè solo nell’ultimo mese sono stati effettuati due prelievi di organi che hanno salvato la vita a pazienti in tutta Italia. In occasione di questa iniziativa sono stati diffusi dei dati che sono stati pubblicati dal quotidiano La Città: La sezione provinciale di Salerno dell’Aido conta circa 7.800 iscritti, ma soprattutto al momento in provincia di Salerno coloro che hanno espresso il parere favorevole alla donazione degli organi sono 20.300 in 61 comuni. Sono circa 2.300 solo a Salerno. Lo hanno fatto attraverso il registro istituito presso i Comuni o rinnovando la carta d’identità con le nuove modalità. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 salernotoday.it EAV: € 742 Lettori: 7.133 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Donazioni di organi al Ruggi: numeri in crescita, la campagna di sensibilizzazione Due prelievi di organi destinati a pazienti varie località italiane, solo nell'ultimo mese, a Salerno. Come riporta La Città, la campagna informativa dell’Aido (Associazione italiana donatori organi) che, da 45 anni, propone di sensibilizzare la comunità sull’importanza di decidere in vita la donazione post mortem degli organi utili per il prelievo, ai fini del trapianto. Singolare, il tour di sensibilizzazione in bicicletta, da Fondi a Lametia Terme in 5 tappe. È “Dono per la Vita” ed ha per protagonista Giuseppe Iacovelli, sportivo e trapiantato di rene. I dati Oggi, alle ore 12.30, Giuseppe è arrivato nel piazzale dell’ospedale Ruggi. Ad accoglierlo, la Direzione strategica, il responsabile del Centro trapianti Paride de Rosa, il primario di Anestesia e Rianimazione Renato Gammaldi con la responsabile donazione organi Carmela Policastro, il consigliere comunale, presidente commissione Sport, Corrado Naddeo e la coordinatrice del Centro trapianti Cristina Vernieri con le Associazioni di volontariato. I dati recenti hanno riscontrato un aumento di interesse da parte dei giovani: in provincia di Salerno, attualmente in 61 comuni su 158, le persone che hanno espresso il proprio consenso alla donazione sono ben 20.300. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 Pagina 24 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.754 Lettori: 133.364 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Il tour in bici del trapiantato «La donazione è nuova vita» SABINO RUSSO LA SALUTE Sabino Russo «Senza la donazione non c' è trapianto e non c' è vita». È giunto, ieri al Ruggi, il tour «Dono per la vita», per promuovere la cultura della donazione degli organi. A promuoverlo, in sella alla sua bici, con la quale è partito l' altro giorno da Fondi, facendo prima tappa a Capua, è Giuseppe Iacovelli, 60enne laziale, che ha scoperto a 25 anni di essere affetto da reni policistici e ha avuto la fortuna di poter godere del trapianto. LA STORIA La sua storia è di quelle che squarciano il cuore e aprono la mente. Verso la fine del 2001, infatti il medico gli ha dovuto togliere anche il secondo rene, avviandolo alla dialisi. Era sempre stanco, riusciva a stento a continuare il suo lavoro di elettricista, non riusciva quasi più a camminare, sembrava che la sua fine fosse vicina e non vedeva spiragli, nonostante avesse solo 44 anni, fino a quando il 14 dicembre del 2004 è arrivata la telefonata del Centro trapianti dell' Aquila. Per questo, approfittando della sua grande passione per il ciclismo, ha deciso di organizzare questo tour e con la sua bicicletta, partito da Fondi, arriverà a Lamezia Terme, in 5 tappe, il 7 settembre. Nel piazzale Ruggi, ad accoglierlo, c' era il responsabile del centro Trapianti Paride De Rosa e il primario di anestesia Renato Gammaldi. «Il trapianto salva e migliora la qualità della vita spiega Senza la donazione non c' è vita e io sono la testimonianza di questo. Per lo stesso motivo ho voluto fare questo tour. Domani (oggi, nda) sarò ad Ascea, poi Scalea, per finire a Lamezia». «Qualunque cosa che può diffondere la donazione, che in questi anni stiamo facendo nostra, è importante continua Renato Gammaldi La donazione è una grandissima esperienza di vita, ma estremamente dolorosa, per questo l' approccio con le famiglie è molto delicato, perché in queste situazioni non esiste il cosiddetto ombrello». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 Pagina 5 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Inchiesta sull'intervento a Crisci Marcella Cavaliere C'è un'inchiesta sull'intervento chirurgico dopo il quale il medico legale Antonello Crisci , docente universitario, è stato ricoverato in Rianimazione in condizioni gravissime. Ora il neurologo non è più in pericolo di vita, ma il suo quadro clinico resta molto complesso e i familiari hanno presentato un esposto alla Procura per chiedere di fare luce su cosa è accaduto, a partire da quando il docente si è ricoverato nella clinica Tortorella per un'operazione alla colecisti. In seguito alla denuncia gli inquirenti hanno acquisito la cartella clinica del paziente e avviato un'indagine che prende in esame tutte le ipotesi: dalla fatalità all'errore umano, fino ad eventuali difetti nel funzionamento delle attrezzature mediche. Da circa un mese il professore Crisci è ricoverato nel reparto di anestesia e rianimazione del Ruggi d'Aragona; ora respira autonomamente ma occorre ancora tempo per capire quali danni sono stati riportati dal punto di vista cerebrale. Per questo è previsto il suo trasferimento in un centro specializzato di riabilitazione al Nord, dove dovrà essere assistito per recuperare le normali funzionalità, visto che per ora non riesce ancora a parlare. Lo scorso 30 luglio si trovava nella casa di cura Tortorella per sottoporsi all'intervento alla colecisti e i primi di agosto è arrivato al Ruggi in condizioni estremamente gravi. In seguito all'intervento il professore avrebbe riportato una lesione all'intestino. Con il passare delle ore il liquido fuoriuscito sarebbe andato in circolo e il docente ha iniziato pian piano ad andare in sofferenza. Iniziava ad avvertire dei dolori in punti diversi da quelli in cui aveva subito l'intervento e non riusciva a espletare funzioni che a distanza di ore dall'intervento avrebbero dovuto riprendere normalmente. Dopo un paio di giorni, quando è stato chiaro che bisognava intervenire, è stato sottoposto in clinica a un intervento chirurgico per porre rimedio e bloccare la perdita dall'intestino. Ma in seguito è stato necessario il trasporto al Ruggi dotato della Rianimazione e delle attrezzature necessarie. Il liquido intestinale era ormai entrato in circolo, e la forte infezione ha comportato gravi conseguenze. Il professore si trova adesso davanti alla sua prova più dura, mentre la magistratura sta indagando per accertare la verità. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 Pagina 12 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Sedute operatorie in ospedale «Garantita solo l'emergenza» Alfonsina Caputano Ancora bloccate le sedute operatorie di elezione in ospedale. La denuncia viene dal sindacalista Cisl Gaetano Biondino il quale ha sottolineato come «nonostante le garanzie che l'attività operatoria sarebbe ripresa a pieno regime a partire dal primo settembre, nulla è ancora stato stabilito». La sala operatoria continua, dunque, ad essere utilizzata solo per le urgenze, così come è avvenuto per tutta l'estate. Dallo scorso 30 giugno, infatti, al Santa Maria dell'Olmo sono state garantite solo le operazioni di emergenza, in attesa che, trascorsa l'estate, il personale sanitario rientrasse dalle ferie e si tornasse a lavorare a pieno ritmo. Ma, a quanto pare, non si sa quando giungerà questo momento. «Mentre si decide, i cittadini sono costretti a soffrire ed aspettare ha precisato il sindacalista E nessuno fa niente, compresa la classe politica che sembra non capire che quello a cui stiamo assistendo è un depotenziamento dell'ospedale, che alla fine chiuderà perché rimarrà vuoto: privo di personale e servizi ». Peraltro è solo di qualche giorno fa la denuncia dello stesso Biondino sulla carenza di personale nella Farmacia del Santa Maria dell'Olmo. Una circostanza, questa, che implica la paralisi del servizio in caso di assenza di uno degli addetti. Una situazione non più sostenibile, per risolvere la quale il sindacalista chiede l'intervento della politica. «A me pare che ci sia un'indifferenza generale sul problema spiega Sembra che nessuno abbia a cuore le sorti di questa struttura e la salute dei cittadini se non gli operatori che ci lavorano, che hanno rinunciato anche alle ferie pur di non paralizzare un settore». Sulle problematiche poste da Biondino, ieri è intervenuto il gruppo di opposizione Responsabili per Cava, che ha denunciato: «Non si nasce più a Cava; la chirurgia di elezione è pressoché assente da oltre un anno; l'ambulatorio di ginecologia è stato chiuso per le ferie estive dell'anno scorso e non è stato più riaperto; gli anestesisti si autosospendono le ferie per non chiudere il reparto; la Farmacia ospedaliera chiude se si assentano gli unici due addetti e, infine, arrivano tre infermieri, ma 5 andranno in pensione». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia «Pronto soccorso da potenziare» (d. r.) L'opposizione chiede un potenziamento del personale al pronto soccorso dell'ospedale di Sarno. Alla luce degli ultimi episodi verificatisi nel reparto di primo intervento del Martiri del Villa Malta, con dissidi tra pazienti e personale dovuti principalmente ad una carenza di organico, è intervenuto il consigliere comunale Giovanni Montoro , capogruppo di Sarno Civica: «Il pronto soccorso è una polveriera pronta ad esplodere. Le prestazioni erogate non sono certo un esempio di buona organizzazione - afferma Montoro - auesto reparto ha gestito nell'ultimo anno più del triplo degli accessi previsti e per cui è strutturato. Il forte aumento del numero dei pazienti, infatti, non è stato bilanciato da un adeguato potenziamento. Inoltre, la sofferenza dei pazienti e la preoccupazione dei familiari rendono snervante l'attesa al Pronto Soccorso e sfociano, sempre più spesso, in episodi di violenza verso il personale». Montoro continua: «Una struttura nuova, moderna e capiente non viene sfruttata per le sue enormi potenzialità e tenuta perennemente sotto organico. Vittime sono sia i cittadini che il personale medico. Siamo ormai stanchi di chiedere spiegazioni e di ricevere le solite risposte. Servono fatti concreti e servono nuove ed urgenti assunzioni, oltre che una naturale e conseguenziale riorganizzazione dell'intero reparto, in modo da riuscire ad assicurare un livello sufficiente, se non ottimo, del servizio», ha concluso il consigliere di minoranza. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 Pagina 5 EAV: € 1.126 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia Faccia a faccia tra associazioni e Asl VINCENZO SENATORE Stamattina una delegazione di associazioni e genitori di bambini autistici incontra il commissario dell'Asl Salerno, Mario Iervolino. Alla riunione partecipa anche il capo del dipartimento di salute mentale, Giulio Corrivetti, che nelle ultime settimane è stato lo sherpa che ha cercato di ricucire lo strappo tra le parti e mettere tutti intorno a un tavolo per trovare una soluzione al problema dell'assistenza e inclusione degli autistici. Il nodo della vicenda è sempre lo stesso: le famiglie chiedono all'Asl Salerno di rispettare i dettami della legga sull'autismo e provvedere a organizzare e gestire un progetto globale, coordinando così anche le attività di Comune e scuola. Perché - dicono i genitori - se l'autistico non viene assistito in tutti i momenti della giornata secondo un programma strutturato e performante qualsiasi progetto rischia di diventare una perdita di tempo. Al commissario saVincenzo Senatore ranno sottoposti dei punti specifici sui quali associazioni e famiglie non intendono trovare accordi o accettare scorciatoie. L'alternativa è quella di portare il dossier all Procura della Republica, per la parte relativa alle violazioni di legge, e alla Corte dei Conti per quanto concerne lo spreco di risorse pubbliche. Un esempio su tutti: se l'Asl provvedesse a pagare direttamente gli assistenti risparmierebbe circa 20 euro l'ora per ogni autistico, invece col sistema attuale si passa per i centri accreditati che applicano un costo compreso tra 42 e 44 euro l'ora, soldi che servono per coprire le spese di struttura. Vogliamo fatti, non più parole e promesse, dicono le mamme e i papà dei giovani autistici. Alle prese, quotidianamente, con ogni sorta di problema e con un sistema dell'assistenza che evidentemente non funziona. Al moDopo le tensioni delle ultime settimane si cerca una soluzione per l'assistenza e l'inclusione IL CASO AUTISMO / Oggi presso la sede di via Nizza il confronto col commissario Mario Iervolino. I genitori chiedono l'attivazione del progetto globale mento ci si muove lungo tre direttrici: l'Asl, una volta effettuata la diagnosi, manda l'autistico presso un centro accreditato per un programma di assistenza; il Comune di Salerno Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
assegna dei voucher alle famiglie e impone loro di impiegarli presso delle cooperative inserite in un elenco di soggetti accreditati; le scuole non hanno alcun programma coordinato, in alcuni casi addirittura destinano all'insegnamento di sostegno docenti che beneficiano della Legge 104 e che quindi si assentano spesso, non garantendo così continuità educativa all'autistico. Un modello virtuoso è quello dell'Asl di Benevento, che rispetta in pieno i dettami della legge e offre un'assistenza qualificata e completa. Basterebbe semplicemente applicare quel sistema - spiegano i genitori - per dare un servizio finalmente di qualità ai nostri figli e chiudere qualsiasi scontro o polemica. Oggi ne sapremo di più. Forse. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 Pagina 5 EAV: € 994 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia Medici di base, quasi mille precari nel Salernitano SANITÀ / Secondo il sindacato Smi la vera emergenza sta nella mancata stabilizzazione L' allarme sulla prossima carenza di medici di base è ingiustificato secondo il sindacato Smi. Infatti la soluzione sarebbe già in casa in quanto basterebbe stabilizzare le migliaia di precari (7.600 a livello nazionale, quasi il 50% di questo numero solo in Campania) per risolvere il problema. "Esistono centinaia di contratti di sostituti per la ex guardia medica, coperti da oltre 10 anni da medici che devono essere stabilizzati per evitare che vadano in pensione a 70 anni da precari", spiega Ernesto Esposito, segretario dello Smi presso l' Asl Napoli 1. "Se parliamo di Napoli e Salerno siamo al cospetto di una vera e propria emergenza che va affrontata quanto prima", chiarisce. "Per quanto riguarda la medicina generale è necessario sottolineare che non esiste una situazione unica su tutto il territorio nazionale ed è per questo che i dati si differenziano da regione a regione. In Campania - prosegue Esposito - abbiamo elaborato come medici di continuità assitenziale in sinergia con i colleghi di altre regioni tra cui la Sicilia una tabella che partendo dai dati pubblicati da fonte fnomceo nel 2017 ha rielaborato gli stessi con riferimento ad altri parametri tra cui la densità abitativa,i dati evidenziano che la carenza di medici di base non esiste in Campania". La Campania risulta essere la regione con la maggiore densità abitativa nazionale parametrata sulla popolazione residente, a cui si deve aggiungere la popolazione turistica o comunque presente sul territorio e non residente anagraficamente ma che comunque necessita di assistenza sanitaria. Dati alla mano quindi si può dire che per quanto riguarda la medicina generale, che include oltre ai medici di famiglia anche la continuità assistenziale (ex guardia medica) ed il 118 medici convenzionati, i dati finali che giungeranno al ministero saranno molto diversi da regione a regione. "In Campania esiste un esercito di medici ultraquarantenni che lavorano da oltre 10 anni come sostituti precari nella continuità assistenziale e nel 118 in attesa di stabilizzazione o di assegnazione per coprire la carenza di medicina Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
di base", dicono dallo Smi. Secondo questa tesi un nuovo massiccio piano di assunzioni metterebbe solo i precari nelle condizioni di dover finire la vita lavorativa nella condizione in cui si trovano adesso. Giuseppe Silvestre. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 Pagina 19 EAV: € 858 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia Ospedale, organico ridotto, rischio assistenza: allarme di medici e di sindacalisti EBOLI. La carenza di organico finisce per incidere sulla qualità dei servizi. Circostanza che diventa drammatica se i servizi sono quelli sanitari, se il tema è l' assistenza ai degenti in una struttura ospedaliera. Il problema era stato sollevato già nello scorso merse dalla Uil, ma ora ro torna di attualità con un' ulteriore nota sindacale che richiama i vertici aziendali e di struttura alle loro responsabilità, sottolineando come gli impegni assunti, anche di verificare soluzioni alternative, non siano stati rispettati. La nota firmata dal referente UIL FPL Medici dell' ospedale di Eboli, Giancarlo Giolitto, e dai rappresentanti sindacali della segreteria, Vincenzo Romanzi e Vito Sparano, indica con chiarezza la necessità che si intervenga immediatamente nel garantire al presidio ospedaliero di Eboli quella dotazione organica che consenta agli operatori di assicurare l' assistenza sanitaria necessaria. Tra l' altro, in un passaggio, i rappresentanti sindacali chiedono «la imme diata assegnazione di personale, medico e di comparto, anche in considerazione delle procedure di reclutamento avviate ormai da molti mesi e non ancora concluse». Ci sarebbe dunque in essere una procedura di reclutamento personale che accuserebbe ritardi e la Uil lancia accuse precise: «Procedure rispetto alle quali si chiede di conoscere formalmente le motiva zioni del ritardo circa la loro conclusione e chi, eventualmente, stia determinando tale ritardo». Il sindacato assume in pieno la tutela sia dei lavoratori, sia dell' utenza, concludendo così la nota: «In difetto di tutto quanto richiesto ai destinatari suindicati, saranno attivate tutte le azioni a tutela e garanzia dei malati e degli operatori». Eugenio Verdini. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 Pagina 29 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 7.268 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Ospedale, secondo black out reparti bui, ascensori bloccati FRANCESCO FAENZA EBOLI EBOLI Francesco Faenza Blackout in ospedale, tensione nei reparti. È la seconda volta che accade, il precedente risale ad aprile, e ancora il gruppo di continuità non ha funzionato. Questa volta le sale operatorie erano chiuse. Non c' erano interventi in programma. Affidarsi alla fortuna è riduttivo. Più dei pazienti e dei loro familiari, a essere indignati sono i medici. Il blackout nel pomeriggio di lunedì scorso. Solo ieri alle 11 è tornata la normalità. Il via libera per aprire le sale operatorie e iniziare gli interventi è stata dato ieri, poco prima di mezzogiorno. Luci spente nei reparti e ascensori bloccati. Lunedì da dimenticare, tensione alle stelle in cardiologia (Utic) e in rianimazione. I pazienti tenuti in vita dai macchinari non hanno rischiato ma l' ansia tra i medici e i parasanitari è apparsa evidente. Allertati i conducenti di ambulanza, è stato organizzato il trasferimento dei pazienti più gravi all' ospedale di Battipaglia. La situazione è lentamente rientrata. L' allarme rosso è stato affrontato grazie alla squadra di elettricisti e manutentori coordinati da Paolo Costa. I tecnici del Santa Maria Addolorata hanno fatto i salti mortali per il ritorno alla normalità. Il gruppo di continuità è stato sostituito con un gruppo elettrogeno a gasolio. Il meccanismo è più lento all' inizio, e ha un' autonomia limitata. Ma a differenza del gruppo di continuità ha funzionato. Il sistema di emergenza ha fallito ancora. Quando si sono spente le luci (blackout generale) l' erogazione dell' energia elettrica doveva continuare. LA PROTESTA Così funziona in tutti gli ospedali d' Italia. Così non è stato a Eboli. La prima reazione è giunta dalla Uil Fps: «È un fatto grave- afferma Vito Sparano- bisogna fare chiarezza sulle singole responsabilità. Auspichiamo una rapida soluzione con la ditta che ha venduto il gruppo di continuità all' ospedale. Sembra che fossero state già segnalate alcune anomalie». La corrente elettrica? «Ha funzionato a singhiozzo. Sono andato a piedi, l' ascensore non l' ho preso», raccontava ieri un paziente a passeggio tra il reparto di medicina e il bar esterno all' Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ospedale. Parlare di pomeriggio da incubo è esagerato ma solo perché le sale operatorie erano chiuse. Dai dirigenti dell' ospedale si attende una soluzione concreta per evitare che, al prossimo blackout, tutto ripiombi nel buio assoluto. Le soluzioni vecchie (gruppo elettrogeno) sono sempre a portata di mano. Ma due flop consecutivi del gruppo di continuità evidenziano un problema organizzativo imbarazzante e pericoloso. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 Pagina 7 EAV: € 1.533 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Cardarelli preso d'assalto Si passa dal pronto soccorso per evitare di pagare gli esami Napoli Sommersi dai pazienti e con i soliti furbi che si rivolgono al pronto soccorso per saltare liste d' attesa (e relativi costi) su analisi e accertamenti. Una situazione che ha creato non poche difficoltà. La settimana del controesodo si è trasformata, infatti, per i medici dell' emergenza del Cardarelli in un vero e proprio incubo, e nella notte tra lunedì e martedì si è arrivati a superare la soglia di allerta. Alle 7 di ieri mattina la direzione strategica dell' azienda ospedaliera è stata costretta ad attivare l' unità di crisi, avviando di fatto tutti i protocolli che permettono di gestire il super afflusso e governare l' emergenza. Nella sostanza, si tratta di una cabina di regia che comprende tutti i responsabili delle diverse strutture, il bed manager e ovviamente la direzione generale e sanitaria dell' azienda. Perché, come ripete il direttore generale Ciro Verdoliva, se è vero che «non si può scegliere quanti pazienti debbano arrivare al pronto soccorso, con un lavoro meticoloso si può fare in modo che le cose non degenerino. Sappiamo bene - aggiunge - che in momenti come questi è necessario tenere ancor più alta l' attenzione per evitare che la situazione vada fuori controllo». Impressionanti i numeri. Nella mattinata di ieri, solo nell' area dell' emergenza, si contavano più di 40 barelle distribuite tra la medicina d' urgenza, la chirurgia d' urgenza, la gastro, l' unità operativa cardiologica con Utic e la neurochirurgia. Al collasso l' osservazione breve intensiva con più di 100 pazienti su 36 posti disponibili. Diverse le ragioni di questa crisi, a cominciare da un numero abnorme di accessi inappropriati, addirittura il 59%, stando ai dati diffusi dalla direzione generale dell' ospedale. Si tratta per lo più di pazienti con disturbi tranquillamente gestibili a casa, al massimo con il supporto del medico di famiglia. A questi va comunque aggiunta una mole di ricoveri in emergenza, per malattie respiratorie, complicanze di malattie croniche e Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
addirittura pazienti trasferiti per complicanze post operatorie da altri ospedali. In questo contesto è sempre più evidente quanto sia ormai indifferibile l' apertura del pronto soccorso dell' Ospedale del Mare, che dovrà quanto prima essere in condizione di alleggerire il carico del Cardarelli ed entrare a tutti gli effetti nella rete dell' emergenza. Ma questa è un' altra storia. Tornando invece all' emergenza del Cardarelli, è servito uno sforzo straordinario per evitare che si interrompesse la continuità assistenziale e addirittura l' attività chirurgica d' emergenza. L' unità di crisi ha valutato ogni singolo caso, per definire quali pazienti trasferire una volta ottenute le disponibilità. Solo così, nonostante al pronto soccorso continuassero ad arrivare pazienti, la situazione ha cominciato ad alleggerirsi. Alle 17 erano poco più di 30 le barelle in tutta l' area dell' emergenza e circa 80 i pazienti ancora in osservazione breve. Ovviamente, in questo «tsunami assistenziale» non è stato possibile evitare di sospendere l' attività di elezione. Tutti gli interventi chirurgici classificati come "non urgenti" riprenderanno appena l' emergenza sarà rientrata. «Nonostante le difficoltà - conclude il direttore generale - tutto il personale ha fatto uno sforzo enorme. Ora speriamo di poter riprendere al più presto anche l' attività di elezione, che per il Cardarelli resta un punto essenziale». Anche altri pronto soccorso sono in questi giorni sotto pressione, come il Pellegrini di Montesanto e l' ospedale San Paolo di via Terracina, ma nonostante tutto i casi più complessi finiscono inesorabilmente all' ospedale del Vomero. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 Pagina 7 EAV: € 668 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Da sei mesi in attesa di un trapianto Vincenzo rivive Al Monaldi È stato dimesso dall' ospedale Monaldi di Napoli Vincenzo Langella, 19 anni, che ha avuto un trapianto di cuore dopo sei mesi di attesa e dopo aver vissuto per un periodo con il cuore artificiale. Lo fa sapere la mamma Mena che afferma: «Si è trattato del dono di un angelo che gli ha regalato una nuova speranza di vita....a lui, al suo coraggio ed a quello della sua famiglia, va il mio pensiero d' amore». «A mio figlio che ha mantenuto il sorriso dando coraggio anche a me con la sua forza ho promesso che sarebbe uscito - aggiunge Mena - e se accade oggi devo ringraziare la professionalità e la dedizione del dottor Andrea Petraio e del dottor Ciro Maiello e del personale medico e infermieristico del reparto di Cardiochirurgia del Monaldi». «Ho avuto la fortuna di trovarmi in un luogo dove sanno usare la tecnologia per salvare la vita, `Il cuore di Berlino', grazie alla quale Vincenzo ha potuto attendere il dono, sono pochi i centri in Italia dove si utilizza questo impianto». Vincenzo indossa con orgoglio le scarpe, erano mesi che desiderava indossarle «per calpestare la strada della rinascita», ed è lui che con gli occhi sorridenti, dietro la mascherina, manda un `in bocca al lupo' al piccolo Alessio, attualmente ricoverato con `berlin heart'. «Tutti facciamo il tifo per lui affinché possa tornare a tirare calci ad un pallone, lo lascio in buone mani» dice Vincenzo, «questi dottori sono i miei eroi». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
05/09/2018 Pagina 25 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 8.256 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Emergenze, organico, assetti, i sindacati: adesso il confronto SANT' AGATA DE' GOTI/2 Luella De Ciampis «C' è il decreto ministeriale numero 70, che prevede 20.000 accessi in un anno, affinché un' unità di pronto soccorso rimanga aperta. Il pronto soccorso del Sant' Alfonso arriva solo a 12.000 accessi. Quindi, il direttore generale dell' azienda San Pio ha applicato rigorosamente quanto previsto dalla normativa vigente, nel convertirlo in punto di primo intervento». Ad affermarlo, Guido Quici, direttore di struttura complessa di Epidemiologia e Rischio clinico del «Rummo», presidente nazionale del sindacato Cimo e componente della commissione nazionale Lea. Che poi incalza: «Tuttavia, ci sono grosse contraddizioni che potrebbero essere risolte, se solo la politica facesse un passo indietro, perché, a mio avviso, non si tratta di una questione di pronto soccorso, ma di organizzazione. Per motivi meramente logistici, il presidio ospedaliero di Sant' Agata dovrebbe essere complementare al Rummo per la cura dei malati cronici come cardiopatici, diabetici e pazienti con patologie respiratorie e per la riabilitazione mirata di questo tipo di utenza, mentre l' azienda ospedaliera dovrebbe assolvere appieno alle esigenze dei pazienti acuti. In quest' ottica, non ha senso che al Sant' Alfonso ci siano 20 posti letto di Neurochirurgia, una Terapia intensiva e un polo oncologico, che dovrebbero stare al Rummo, sia per evitare un inutile spreco di risorse di personale medico (ci vorrebbero circa 55 anestesisti) e infermieristico, che per concentrare in un unica struttura i macchinari in dotazione. Proporrei un confronto aperto tra istituzioni, politici e sindacati, sebbene consapevole che questi ultimi possono solo esprimere la loro opinione, che potrebbe essere la cartina al tornasole per sciogliere i dubbi che gravano sulle sorti della realtà ospedaliera del Sannio». C' è dunque la netta sensazione che qualcosa non vada per il verso giusto e Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
a tal proposito interviene la Fp Cgil: «La medicina territoriale, medici di base e guardie mediche non funzionano dice Pompeo Taddeo, coordinatore della sigla sindacale e i pazienti in codice bianco e verde si riversano in pronto soccorso. Il timore è che la trasformazione del S. Alfonso in punto di primo intervento, convogli le ambulanze del 118 esclusivamente verso Rummo e Fatebenefratelli che, negli ultimi sei mesi, hanno quasi superato gli accessi del 2017». E le sorti del «Rummo» sono al centro di un intervento della Cisl Irpinia-Sannio, a firma di Mario Melchionna e Pasquale Speranza: «Stiamo assistendo alla perdita di numerosi servizi che facevano dell' ospedale un' eccellenza del territorio. Carenza di personale, chiusura di sale operatorie, primari che chiedono il trasferimento, insufficienti investimenti in tecnologie contribuiscono a determinare un deterioramento dell' offerta di salute e sono frutto di politiche improvvide che continuano a massacrare le zone periferiche regionali, che sempre di più appaiono agli occhi di tutti figli di un Dio minore». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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