Media Monitoring per 10-12-2018 - Rassegna stampa del 10-12-2018 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...
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Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 1 1 milione di euro per rifare le strade cittadine .................................................................... 1 Assistenza sospesa: l' idea della Croce Azzurra di Nocera ................................................. 2 L' importanza del vaccino ........................................................................................................ 3 Punti nascita del Cilento, Sileri (M5S): si valuti una deroga .............................................. 5 Sapri, nasce Noemi e l'ospedale festeggia ........................................................................... 6 Sanità Campania ............................................................................................................................... 8 "San Giuliano, servono risorse e personale» ........................................................................ 8 «Legata al letto in ospedale» ma sta bene e oggi torna a casa ...................................... 10 Sanità a pezzi, De Luca convocato in Senato ..................................................................... 12 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 13 «Formazione lunga E poche assunzioni» ............................................................................. 13 «Non conta il genere Serve la vocazione» ........................................................................... 15 «Quella strana fissazione di Bill Gates per i vaccini...» .................................................... 17 Chirurgia «Scarless» e addio cicatrici .................................................................................. 19 COME VIALLI PUÒ RESISTERE AL SUO MALE ....................................................................... 20 Il lato oscuro dell' Oms Prende fondi dai privati e governa la sanità in base ai loro interessi ............................................................................................................................. 23 In sciopero gli infermieri del settore privato ...................................................................... 27 La promessa: migliorare i servizi. Eppure nessun aumento di fondi .............................. 28 LA RIBALTA SENZA TENORE ................................................................................................... 29 La terapia giusta per il tumore al seno ................................................................................ 31 Rc sanitaria, prevale il fai-da-te ........................................................................................... 32 Sala operatoria La grande fuga ............................................................................................ 35
10/12/2018 Pagina 7 EAV: € 296 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia 1 milione di euro per rifare le strade cittadine Pronto un milione di euro per rifare l' asfalto di alcune strade di Salerno, presto saranno bandite le gare per l' affidamento dei lavori. Gli uffici comunali hanno riscontrato la necessità di ripavimentare gli assi stradali principali di Salerno. Con i lavori si arriverà fino all' ospedale Ruggi per evitare che le buche possano creare problemi ai pedoni e agli automobilisti. Marco Giannattasio. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 7 EAV: € 744 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia Assistenza sospesa: l' idea della Croce Azzurra di Nocera LA PROPOSTA / Appello anche alle altre associazioni La Croce Azzurra di Nocera Superiore, in virtù del periodo natalizio e per ricordare che le associazioni di volontariato sono nate per supportare e stare vicino alle persone che hanno più bisogno di aiuto e supporto, in occasione del periodo natalizio lancia la proposta anche alle altre associazioni di volontariato di creare un calendario di Assistenza sospesa, idea che richiama la tradizione napoletana di lasciare un caffè pagato ai bar a vantaggio di chi non può permettersi nemmeno un semplice caffè. la proposta della Croce Azzurra di Nocera Superiore, che da anni svolge azioni di volontariato puro, comunicherà quale giorno a settimana effettuerà trasporti gratuiti per le persone meno abbienti, il cui costo è esclusivamente a carico dei volontari. la proposta sarà comunicata alle altre associazioni di volontariato, creando in questo modo una suddivisione dei giorni garantendo con le turnazioni servizi gratuiti per tutto il periodo natalizio. dichiara il Presidente Matilde Apicella " non dobbiamo dimenticare che la nostra è un azione di volontariato e non dobbiamo dimenticare le persone in difficoltà, certo già la nostra missione la compiamo ogni giorno, per fortuna i nostri volontari da anni portano avanti il progetto , la proposta è nata proprio da loro che troppo spesso si trovano davanti agli occhi situazioni economiche precarie" Il 9 dicembre ci auguriamo che diventi la giornata dell' assistenza sospesa, da questo evento può nascere una maggiore sensibilità a favore dei senza fissa dimora, delle famiglie sotto la soglia della povertà ecc. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 7 EAV: € 1.438 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia L' importanza del vaccino L' INCONTRO / A parlare il prof Mario Capunzo, direttore del Dipartimento di Medicina dell' Università di Salerno, professore ordinario di Igiene «Deve essere innocuo, efficace, la sua immunità deve durare nel tempo» "Le persone devono comprendere che è importante vaccinarsi. Bisogna vaccinarsi non perché è obbligatorio, ma perché è assolutamente utile per tutelare la salute dei bambini e degli adulti. I vaccini sono armi importantissime. La storia dell' umanità ha risolto alcuni drammatici problemi grazie ai vaccini che sono lo strumento primario di prevenzione delle malattie infettive, soprattutto per quelle aereo diffusive per le quali tutte le altre misure di prevenzione sono assolutamente inefficaci". A sottolineare l' importanza dei vaccini è stato il professor Mario Capunzo, Direttore del Dipartimento di Medicina dell' Università di Salerno, Professore Ordinario di Igiene, che al Grand Hotel Salerno, ha partecipato alla conviviale rotariana, a lui dedicata, intitolata "Prevenzione primaria e vaccinazioni", organizzata dal presidente del Club Rotary Salerno Est, l' avvocato Carmine Napoli, grazie ai buoni auspici socio e Past President del Club. Il professor Capunzo ha spiegato che le vaccinazioni, come tutte le procedure di ordine medico, possono presentare dei rischi:" Bisogna fare un bilancio tra i vantaggi e gli svantaggi: l' esperienza che è stata fatta ad oggi su tutte le vaccinazioni dimostrano che nel momento in cui ci si vaccina i vantaggi sono enormemente maggiori rispetto ai pochi svantaggi". Secondo il professor Capunzo è importante fare una campagna di sensibilizzazione sull' uso dei vaccini in modo da sviluppare nei cittadini una corretta coscienza sanitaria: " Prevedere una serie di sanzioni, compreso il divieto d' ingresso dei bambini nelle scuole, porta solo a una disaffezione nei confronti dei vaccini". Molto spesso sono stati generati allarmi infondati sull' uso dei vaccini che sono stati collegati anche all' insorgenza dell' autismo: " L' autismo ancora oggi è una condizione non ben definita ed è difficile associarla ai vaccini". Anche in riferimento al fenomeno dell' immigrazione non ci sono evidenze che dimostrino un Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
legame con la recrudescenza di alcune malattie come la tubercolosi:" I dati epidemiologici escludono che vi sia un problema di questo tipo. Bisogna però continuare ad avere una forma accurata di sorveglianza sanitaria ". Un vaccino deve avere dei requisiti fondamentali: " Deve essere innocuo, efficace, la sua immunità deve durare nel tempo e deve avere il gradimento della popolazione". Il Presidente Carmine Napoli ha ricordato che il Rotary da anni sta portando avanti, in tutto il mondo, la campagna di vaccinazione per eradicare la polio e sottolineato che non sempre i semplicismi che la rete favorisce sono positivi:" Medici, professori e professionisti non sono più visti come figure a cui affidarsi, ma come odiosi sostenitori di un sapere fondamentalmente inutile". Alla serata hanno partecipato anche il dottor Giovanni D' Angelo, Presidente dell' Ordine dei Medici di Salerno, che ha spiegato che la vaccinazione deve essere intesa come una terapia e consigliato di fare un uso corretto degli antibiotici:" Si sta sviluppando un' antibiotico - resistenza"; la dottoressa Maria Grazia Corbo, Pediatra, ha spiegato che tante vaccinazioni dell' età pediatrica, vanno ripetute in età successiva:" Tante patologie come il morbillo, la varicella e la pertosse hanno modificato la forma naturale dei loro germi"; la ricercatrice della Facoltà di Medicina dell' Università di Salerno, Giorgia Della Polla, appena tornata da Boston, e il dottor Luigi Marino che la scorsa settimana ha vinto la "Borsa Franco Orio" per la ricerca scientifica. Il dottor Antonio Brando ha rimarcato l' importanza della prevenzione primaria: " Consente di ridurre il rischio di patologie invalidanti e di abbattere i costi sociali e sanitari oltre che innumerevoli sofferenze". Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 4 EAV: € 625 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia Punti nascita del Cilento, Sileri (M5S): si valuti una deroga IL CASO / La visita del senatore pentastellato "Questo pomeriggio (ieri, ndr) ho visitato i punti nascita dei presidi ospedalieri di Polla e di Sapri. Si tratta di territori isolati, in pieno Cilento, tra montagne e strade non semplici da percorrere, per questo andrebbe assolutamente valutata la deroga alla soglia minima dei 500 parti annui". Cosi' il senatore del Movimento 5 Stelle, Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Igiene e Sanita' di Palazzo Madama, al termine delle visite dei punti nascita con i senatori Francesco Castiello e Felicia Gaudiano, il consigliere regionale Michele Cammarano e l' eurodeputata campana Isabella Adinolfi. "Per questo - prosegue - ho scelto di visitare i centri nascita personalmente. Mi auguro che il governatore De Luca abbia fatto tutto quanto in suo potere per chiedere una deroga affinche' rimangano aperti. Queste sono strutture di cui i cittadini hanno bisogno. C' e' una legge nazionale che stabilisce determinati criteri e per le caratteristiche territoriali si fanno delle deroghe. Siamo vicini ai cittadini e personalmente faro' quanto in mio potere per cercare di mantenere attivi questi servizi e tutelare, ad ogni costo, il servizio sanitario nazionale, pubblico e disponibile per tutti". Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 13 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Sapri, nasce Noemi e l'ospedale festeggia Vito Sansone SAPRI La visita ieri mattina all'ospedale dell'Immacolata di Pierpaolo Sileri , medico chirurgo e presidente della commissione sanità al Senato, è coincisa in modo simbolicamente molto significativo con la nascita di Noemi, la 271esima nella struttura sanitaria saprese dall'inizio del 2018. Sileri, senatore 5 Stelle, «tecnico prestato alla politica», come ha tenuto a sottolineare, è arrivato all'ospedale alle 14,30: il tempo di salire al reparto di ostetricia e ginecologia e di iniziare a conversare con il dottor Gaetano Cammarano e con la responsabile del reparto, Vincenza Perazzo , ed è stato raggiunto dalla notizia dell'arrivo di Noemi. Sileri si è congratulato con i genitori e dopo aver apprezzato il grande albero realizzato dal personale del reparto e dalle mamme con i nomi di tutti i nati nell'anno che sta per concludersi - «speriamo di poterne fare altri nel 2019 e negli anni a venire», ha detto, commosso Cammarano» - ha salutato le altre neo mamme ed ha visitato con attenzione sia le stanze che le sale parto. «Quello di Sapri ha poi detto Sileri è un centro che serve un'area geografica svantaggiata e che per il numero di parti che produce deve rimanere aperto. Spostarsi da qui per una partoriente non è facile, né agevole. Semmai un centro del genere andrebbe potenziato. La richiesta di una deroga è giusta. Qui non è solo una questione di condizioni orografiche, ma emerge l'eccellenza del centro. È vero che non si arriva a 500 parti l'anno, ma gli operatori sono in grado di gestire parti anche difficili, la strumentazione è all'avanguardia, il personale è preparato. Cosa può fare la commissione? Solo far presente la necessità che il punto nascite ed il reparto restino aperti. Ed il buon senso che lo dice. Spero che entro la fine dell'anno una decisione venga presa in questa direzione». In realtà la risposta da parte del ministero della salute potrebbe arrivare poco prima del 15 dicembre, giorno in cui il comitato di lotta Sapri 2018, in stato di agitazione assieme ai sindacati, ha fissato lo sciopero generale di 4 ore, dalle 9 alle 13. La richiesta resta la deroga per il punto nascite, prima di far partire la vertenza affinché venga revocato il decreto e potenziato l'ospedale dell'Immacolata. Dopo il giro nel reparto, Sileri, accompagnato da una delegazione 5 Stelle composta dai senatori Felicia Gaudiano e Franco Castiello , dal consigliere regionale Michele Cammarano e dal consigliere comunale di Vallo della Lucania Pietro Miraldi , è salito in aula magna, dove ha incontrato altri medici, i sindacati e il primo cittadino di Sapri, Antonio Gentile , in rappresentanza dei comuni Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
del distretto sanitario 71 (gli altri sindaci erano assenti), assieme agli assessori Di Donato e Falce . Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 13 EAV: € 1.225 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania "San Giuliano, servono risorse e personale» L' INTERVISTA Giulio D' Antonio, coordinatore provinciale Nursing -Up, sigla che rappresenta il personale infermieristico POZZUOLI -GIUGLIANO. Nel sistema sanitario regionale l' ospedale San Giuliano di Giugliano è identificato come un "Presidio Ospedaliero di Base" e dovrebbe perciò servire un bacino di utenza compreso tra 80mila e 150mila abitanti. Ma, in realtà, serve i comuni di Giugliano, Mugnano, Melito, Villa ricca, Calvizzano, Qualiano e Marano. Un' area densamente popolata che meriterebbe un presidio ospedaliero di primo livello. Inizia da questo dato normativo un' analisi delle condizioni del servizio offerto ai pazienti e dell' ambiente in cui lavora il personale al San Giuliano. Ne abbiamo parlato con Giulio D' Antonio (nella foto), coordinatore provinciale del Nursing Up, sigla sindacale che rappresenta il personale infermieristico. Qual è il livello di qualità dei servizi forniti ai pazienti del San Giuliano? «L' ospedale ha il motore di una fuoriserie ma la carrozzeria di una vecchia utilitaria. Il personale che ci lavora, infatti, mostra un' abnegazione e una professionalità encomiabile, con svariati reparti d' eccellenza, ma le condizioni in cui sono costretti a lavorare, i mezzi messi a di sposizione e le esigue risorse umane sono un freno enorme alla qualità del lavoro e delle prestazioni offerte». I vertici ospedalieri cosa vi rispondono? «Nonostante le ripetute segnalazioni nostre e della Direzione sanitaria dell' ospedale alla Direzione strategica dell' Asl Na poli 2 Nord, quest' ultima si comporta come un muro di gomma e assegna ogni risorsa all' ospedale di Pozzuoli». Ci può fare degli esempi concreti? «Eccone uno recentissimo: attualmente c' è un bando di mobilità per del personale da Ischia verso il solo ospedale di Pozzuoli. Come se Giugliano non esistesse. Invece siamo sotto organico: di notte ad esempio, il laboratorio analisi, che è sempre attivo per supportare il pronto soccorso, effettua tra le 30 e 40 accettazioni, a fronte delle quali corrispondono svariati esami, ma tutto il lavoro è costretto a svolgerlo un solo Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
operatore. In Ortopedia e Chirurgia l' organico è ridotto all' osso, al punto che gli infermieri stressati si rifiutano di fare lo straordinario, e gli Oss sono costretti a fare turni anche di 12 ore». Il quadro è così funesto o ci so no reparti e servizi che nonostante tutto riescono ad operare bene? «Il personale sanitario e ausiliario fa dei veri e propri miracoli. Il reparto di Oncologia n' è un esempio, ma lo stesso vale per il reparto di Chirurgia dove offriamo le prestazioni anche con forti carenze di personale. Basti pensare che, a due mesi e mezzo dall' inaugurazione del nuovo reparto di Oncologia, manca ancora il personale previsto dalla pianta organica. Anche nel pronto soccorso, ci sono stati dei miglioramenti grazie all' ottimo lavoro del Bed manager, una caposala che smista i pazienti nei reparti, i letti dell' osservazione breve ed intensiva ora non risultano più occupati per giorni interi». Così, dunque, quotidianamente tra mille difficoltà, sopravvive un ospedale vitale per la comunità ma, evidentemente, non per la politica. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 17 EAV: € 10.896 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania «Legata al letto in ospedale» ma sta bene e oggi torna a casa IL CASO Ornella Mincione «Legata, in un letto sporco di urina e sangue», e agitata. A vederla così, il figlio della paziente 84enne di Orta di Atella, ricoverata nel reparto di Neurochirurgia dell' ospedale di Caserta, non ci ha pensato su due volte e ha denunciato l' episodio ai carabinieri di Caserta prima, e al consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli dopo, scatenando una polemica che, forse, poteva essere evitata. Non è un caso che, a seguito di un intervento per emorragia cerebrale, il direttore dell' uoc di Neurochirurgia De Marinis abbia commentato: «La dimissione in tempi brevi e con il completo recupero è la miglior risposta a polemiche strumentali». La storia inizia con la denuncia del figlio della paziente 84enne: «Ci hanno impedito di assistere nostra madre, ricoverata all' ospedale di Caserta per una caduta accidentale, con una emorragia sub durale e un ematoma in attesa di essere operata. Abbiamo provato più volte a spiegare che nelle sue condizioni doveva esserci almeno un familiare vicino durante la notte. Gli infermieri ci hanno costretto ad abbandonare la stanza comunicando che avrebbero provveduto loro a contenere lo stato di evidente agitazione ricorrendo al sistema delle fasce di contenzione, in pratica legandola al letto. Alla nostra ferma opposizione hanno risposto che in questi casi è una pratica adottata in quell' ospedale». «Il giorno dopo - continua - l' abbiamo ritrovata il giorno seguente con le gambe pericolosamente incastrata nelle sbarre del letto e totalmente impregnata di urine miste a sangue. Una vergogna». Da eco ha fatto subito il consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli, che ha scritto e diramato nella mattinata di ieri una nota: «Bisogna fare luce su questa vicenda al più presto perché qualcuno ci deve spiegare se sia lecito in quelle condizioni legare una paziente al letto, se sia Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
possibile negare l' assistenza personale di un familiare ad una paziente in quelle condizioni, se sia permesso negli stessi reparti la presenza di assistenti a pagamento che non sono inquadrati nel personale ospedaliero e, infine, se la presenza di persone sia consentita in caso di prestazioni intramoenia. Chiedo inoltre al direttore dell' ospedale come mai, solo in seguito all' intervento dei carabinieri (a detta del consigliere, ndr), si sia consentito ai parenti della donna ricoverata di poter rimanere vicino a lei. Una circostanza che fa sorgere numerosi dubbi sulle regole che normano la presenza di persone nei reparti al di fuori degli orari di visita. Infine ho chiesto una indagine interna all' azienda ospedaliera su una vicenda che ha troppi punti, a mio avviso, di enorme gravità». Immediata la risposta da parte del direttore generale dell' ospedale, Mario Ferrante, e dal primario dell' uoc di Neurochirurgia del nosocomio Pasqualino De Marinis: «Nel rispetto delle rigorose regole della uoc di consentire la presenza dei familiari dei pazienti solo tre ore al giorno, in coincidenza coi i pasti, ci si è attenuto rigorosamente a tale regolamento anche per la signora, nonostante le vivaci richieste di deroga, dal primo momento, da parte del figlio che lavora presso l' aorn Cardarelli e mi era stato personalmente segnalato. Come spesso accade in tale patologia, la paziente presentava uno stato di agitazione che non era opportuno controllare con farmaci al fine di meglio monitorare l' evoluzione dello stato neurologico. L' assistenza infermieristica, in questo caso come sempre, era del tutto attenta e scrupolosa, provvedendo continuamente a controllare la signora, a cambiarla prontamente per gli episodi di vomito presentati e le veniva bloccata soltanto una mano con una legatura soffice atraumatica in modo da impedirle di strapparsi il catetere vescicale e il catetere di drenaggio intracranico impiantato all' atto dell' intervento chirurgico del 5 dicembre. Il decorso postoperatorio è stato del tutto regolare. Attualmente la paziente è perfettamente sveglia e collaborante ed ha ripreso la mobilità degli arti in precedenza paretici. È prevista la dimissione questa mattina , in quarta giornata dall' intervento». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 7 EAV: € 805 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Sanità a pezzi, De Luca convocato in Senato CASERTA (cm) - Manca solo la data. Poi da Roma partirà la comunicazione ufficiale per Palazzo Santa Lucia. E' dei giorni scorsi la notizia che le Regioni commissariate e di quelle in piano di rientro saranno convocate in audizione dalla in Commissione Igiene e Sanità del Senato. E' già stata sentita la Regione Calabria con il governatore Oliverio, ma è assolutamente necessario fare il punto della situazione su tutte le Regioni in dissesto, ha spiegato il presidente Pierpaolo Sileri del Movimento 5 Stelle. Grazie all'emendamento approvato al decreto fiscale i presidenti di Regione non potranno più fare i commissari ad acta, ma per il momento i controllori sono ancora i controllati. Come ché sono le Regioni a gestire Vincenzo De Luca in Campa- ospedali e Asl con tutti i dissernia, ad esempio. Ecco perché il vizi che i cittadini denunciano a Senato vuole studiare, dati del- più riprese. Denunce che Crol' Agenas alla mano, come stan- nache raccoglie quotidiana no procedendo i risanamenti mente e conosce benissimo, della Regione Campania, ma ecco perché le dichiarazioni anche del Lazio, del Molise e entusiastiche di De Luca risuldell' Abruzzo. " Il Lazio tano sempre poco credibili. Tra dovrebbe uscire dal commissa- l' altro il commissario ad acta riamento a fine anno, la Cam- per la sanità dovrà tornare pre pania vive situazioni allarmanti sto a Roma anche per un altro che vanno assolutamente appu- motivo: ripresentare il piano rate, il Molise sta aspettando la ospedaliero che la settimana nomina del nuovo commissario scorsa gli è stato bocciato dal e Toma si è candidato più volte ministero della Salute. Circo al ruolo", ha detto Sileri. E stanze, queste, che rendono ancora: l' Abruzzo, uscito dal sempre più fantascientifica l' icommissariamento, è ora in potesi, da lui ventilata, che la piano di rientro come Puglia e Campania uscirà dal commissaSicilia, le cui audizioni saranno riamento. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 13 EAV: € 8.146 Lettori: 153.101 Argomento: Sanità nazionale «Formazione lunga E poche assunzioni» Nino Femiani IL DECANO FRANCESCO CORCIONE NAPOLI TRA DIECI anni, in Italia i chirurghi saranno una merce rara. «É un momento già vissuto, 10 anni fa, da paesi europei evoluti come Inghilterra e Francia. Tanto che nel Regno Unito si fanno annunci per medici da tutto il mondo». Francesco Corcione, 66 anni, primario della divisione di Chirurgia generale del Monaldi di Napoli è un osservatore privilegiato del fenomeno. Non solo perché, negli ultimi tre anni, è stato il primo operatore in oltre 2.000 interventi, ma perché per lungo tempo ha guidato la Società Italiana di Chirurgia. Perché questa penuria? «In Italia pesano due fattori». Quali? «Il primo è l' aumento esponenziale delle diatribe medico-legali che stanno procurando un danno economico e psicologico ai chirurghi. E quello che un tempo era un lavoro nobile e affascinante si è trasformato in un mestiere pericoloso. Il secondo motivo è che per anni abbiamo investito sui giovani, che poi non abbiamo assunto. Il Sistema sanitario nazionale permetteva a questi aspiranti medici di arrivare fino alla specializzazione, con un investimento complessivo per lo Stato di 140-150 mila euro, e poi li lasciava nella precarietà. Da due o tre anni si è aperto uno spiraglio, ma c' è sempre carenza di chirurghi». Lei è arrivato in sala operatoria poco prima dei 30 anni. In genere si approda intorno ai 35-36 anni. Non è troppo? «Anche questo è un problema. Quando mi sono specializzato, nel 1981, andai in Francia a lavorare. Un mio coetaneo francese era in grado di fare tutti gli interventi, io solo qualche ernia e appendice. C' era un abisso formativo che abbiamo recuperato, ma solo parzialmente, in questi anni». Sono aumentate anche le polizze assicurative per i chirurghi? «Dipende dal settore, il chirurgo estetico è il più tartassato. Per gli altri, un ospedale paga una polizza di 5-6 mila euro all' anno». Perché ha scelto questa vita? «A 18 anni vidi operare mia nonna per un' ulcera duodenale. Il chirurgo mi fece assistere da dietro il vetro della clinica. Quell' atmosfera mi affascinò, il clima asettico della sala operatoria, la precisione dei gesti e degli interventi. E poi il rispetto che il chirurgo si era guadagnato da mio padre. Fu allora che decisi». Ricorda anche il suo primo Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
giorno di sala operatoria? «Sì, ricordo il chirurgo che sudava e la suora gli asciugava la fronte con un fazzoletto. La mia prima operazione? Una cisti suppurata a un mio zio, bastava un colpo di tosse per toglierla». Le è mai capitato di operare un boss della camorra? «Sì, più volte. E le dirò: sono più tranquilli e rispettosi di tanti altri. Mai avuto problemi con loro, né hanno fatto valere con me la loro posizione» Cosa fanno i suoi figli? «Uno fa l' avvocato, l' altra la farmacista». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 13 EAV: € 8.604 Lettori: 153.101 Argomento: Sanità nazionale «Non conta il genere Serve la vocazione» Viviana Ponchia TORINO NON ricorda una folgorazione. Piuttosto l' evolversi coerente della passione, dalle pinzette dell' Allegro chirurgo ai ferri delle sale operatorie, dove una ragazza veniva sempre guardata con sospetto. A 53 anni Tiziana Viora è stata nominata direttore di struttura complessa - qualcuno dice ancora primario - della chirurgia generale del Maria Vittoria di Torino. La seconda donna in Italia a ricoprire questo ruolo. Ma anche una moglie e la mamma di due figli che sul suo lavoro hanno idee opposte: Chiara studia medicina a Genova e presenta tutti i sintomi della stessa passione, mentre il liceale Francesco non farebbe mai il dottore, vedendo la vita che fa. Professoressa Viora, la crisi delle vocazioni dipende dalla fatica di conciliare il bisturi e un' esistenza normale? «La vocazione c' è oppure no. E niente può fermare chi nasce con questa urgenza. Sei fai quello che ami non c' è mai pesantezza e frustrazione. Lo dico sempre a mia figlia: fallo solo se ti piace, perché se è per i soldi o la visibilità diventerà un inferno. Mi rendo conto, però, che per i giovani oggi è durissima. I ragazzi che passano il test sono preparati e motivati e si aspettano in cambio la stessa eccellenza, che non trovano. Mi spiace dirlo, ma la chirurgia italiana, che è sempre stata importante, adesso è molto indietro rispetto al resto dell' Europa. Chi può punta sull' estero, gli altri arrancano e si lamentano». Dove sta il problema? «La formazione. In Francia e Germania ci sono chirurghi di 40 anni al top della carriera mentre da noi i loro coetanei muovono i primi passi. Non funzionano i programmi, c' è un' errata valutazione del turn over. Fra un po' ci saranno pochi chirurghi strutturati ma oggi sono tanti e occupano posti blindati. Se il primario sessantenne sta attaccato alla poltrona anziché mettere le proprie competenze a disposizione di un gruppo, il quarantenne può solo fargli da portaborse». Lei è al vertice dopo avere sbaragliato 7 maschi e specializzata nella chirurgia del pancreas, che molte colleghe lasciano agli uomini. Cosa ha dovuto lasciare dietro di sé? «Le lezioni di yoga, il nuoto, il tempo per me. E ho dovuto organizzare in modo militare la vita della famiglia, con la complicità di nonni, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
colleghi comprensivi, tate fidate. E di un marito che per fortuna fa il commerciante e non il medico, che mi ha conosciuta quando già facevo il chirurgo e mi ha presa così. Ci sono i turni, le reperibilità. Attacco alle 8 e a mezzanotte sto ancora inviando mail. Ecco, se c' è una parte stressante è l' attività manageriale alla quale un medico non viene preparato. E torniamo al problema della formazione. Ma non considero nulla una rinuncia. Mi piacciono le sfide aperte, le occasioni in cui c' è qualcosa da imparare. Mi dispiace invece fare notizia perché sono donna, detesto le quote rosa e le lotte di genere. A mia figlia e a tutte le ragazze dico che si può fare». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 8 EAV: € 1.854 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità nazionale «Quella strana fissazione di Bill Gates per i vaccini...» Nicoletta Dentico è un' esperta di salute globale. Ai lettori della Verità sembrerà forse una strana interlocutrice, visto che tra il 1999 e il 2004 ha diretto Medici senza frontiere Italia. Ma la Dentico da tempo denuncia i difetti nella governance dell' Oms. E nel nostro Paese è probabilmente la persona più titolata a parlare di questo problema.Dottoressa, intanto grazie per aver voluto parlare con noi nonostante si trovi in Salvador...«Ma le pare. Anzi, mi scusi se è stato difficile sentirci».Andiamo subito al sodo. Esiste un problema di indipendenza dell' Oms dai finanziatori?«Esiste eccome».Troppi fondi privati?«Cominciamo con il dire che la questione riguarda anche i contributi pubblici».Cioè?«Intanto è diminuito il core funding: i governi hanno ridotto i loro stanziamenti all' Oms».E poi?«Ne hanno vincolato la maggior parte a progetti specifici».I privati invece?«Nota dolente».Lo avevamo intuito...«La penuria di fondi governativi ha costretto l' Oms a dipendere sempre di più da quelli dei soggetti privati».Ed è questo a mettere a rischio la sua indipendenza?«Senza dubbio. Basti pensare al ruolo della Bill & Melinda Gates foundation».Che, all' Oms, destina quasi 450 milioni di dollari l' anno.«È il secondo finanziatore dopo gli Stati Uniti in termini assoluti».L' agenzia Onu è diventata vassalla di Bill Gates?«Indubbiamente la fondazione ha assunto una capacità di direzionamento dell' operato dell' Oms».Che significa in concreto?«Ad esempio la Bill & Melinda Gates foundation finanzia in maniera sbilanciata il programma di lotta alla poliomielite».E che male c' è?«Se chiudesse i rubinetti, l' Oms non potrebbe più finanziare non solo questo, ma anche altri programmi contigui».Ma perché, l' Oms dirotta i fondi per le campagne anti polio?«No, ma quei soldi sono usati per finanziare ad esempio la formazione del personale sanitario».Non c' è pure il rischio che questi colossi privati impongano una governance troppo tecnocratica?«Certo. Però anche molti governi spingono in questa direzione».Cioè?«È passata l' idea che la salute sia solo una questione di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
medicina, una questione di farmaci. Si trascurano del tutto i determinanti sociali».Troppa logica «mercatista»?«Be', i grandi attori filantropici sguazzano in questa deriva, perché hanno una cultura improntata al marketing. E i governi sono influenzati dalle pressioni di chi produce i farmaci e quindi deve venderli».Anche l' Italia, con l' obbligo vaccinale, ha scelto la via tecnocratica...«Allora, che i vaccini abbiano avuto una funzione nell' eradicazione delle malattie è un dato di fatto. Ma i vaccini non sono la soluzione di tutti i problemi. E le vaccinazioni non sono l' unica emergenza. Basti pensare alle infezioni resistenti agli antibiotici».Qualcuno concepisce i vaccini come una panacea?«Bill Gates spinge tantissimo sui vaccini».Perché?«Mi lasci ribadire che lei sta parlando con una persona che considera i vaccini fondamentali».Chiarissimo. Detto questo, mi spiega perché Bill Gates «spinge» sui vaccini?«Si ricordi che in un primo momento la politica sulle vaccinazioni prevedeva che i loro costi restassero bassi».Non è più così?«No. Oggi i vaccini seguono sempre più l' andamento dei prezzi degli altri farmaci».E quindi...«E quindi sono diventati un settore molto lucrativo».Torniamo a Bill Gates.«Lui ha una mania per i vaccini».Una mania?«Sì. Una mania che dopo un po' diventa sospetta...».Perché sospetta?«Perché possiede diverse azioni presso le case farmaceutiche che i vaccini li producono. Si chiama conflitto d' interessi...».Di conflitti d' interessi ce ne sono pure tra i membri dell' Oms?«Ce ne sono, al tempo della deregolamentazione. Del resto l' Italia qualche anno fa si è trovata a discutere di zucchero avendo nella sua delegazione uno che lavorava per la Ferrero... Nelle agenzie Onu siamo messi piuttosto male».Ah sì?«Non esistono policy interne per combattere i conflitti d' interessi, se non le dichiarazioni che vanno prodotte da chi riveste degli incarichi».La politica ha un qualche ruolo dentro l' Oms?«La salute non è solo politica, ma geopolitica».Geopolitica?«Sì. Pensi solo alla questione dei brevetti».Mi spieghi.«I Paesi del Nord del mondo, in cui hanno sede le case farmaceutiche, vogliono mantenere il monopolio sui brevetti. Quelli del Sud o tentano di rompere questo meccanismo o cercano di fare concorrenza, come nel caso dell' India».Ma se ci sono tanti intrecci politici, tanti conflitti d' interessi, poi non è ovvio che la gente perda fiducia nella comunità scientifica?«Certo. Perciò è necessario che i governi riprendano il controllo dell' Oms con i finanziamenti pubblici».Meno mercato e più Stato?«Non solo. Se il mercato deve avere uno spazio, sia almeno un vero mercato. Aperto alla concorrenza. Libero dai monopoli». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 12 EAV: € 2.516 Lettori: 63.868 Argomento: Sanità nazionale Chirurgia «Scarless» e addio cicatrici Un approccio chirurgico all' avanguardia, utilizzato in pochissimi centri in Italia e all' estero, è la chirurgia ginecologica 'scarless' cioè senza cicatrici, che identifica tutte le metodiche mininvasive che hanno come obiettivo la riduzione dell' impatto chirurgico degli interventi sulla paziente. «Dal punto di vista della paziente, una cicatrice pu ò essere causa di dolore, per il ricordo e per il risultato estetico», spiega il dottor Cristiano Rossitto, Responsabile dell' Unità Operativa di Ginecologia dell' Ospedale San Carlo di Nancy di Roma. Grazie alle avanzate metodiche ultra mini -invasive, questa chirurgia permette un rapido recupero post -operatorio, riducendo al minimo le possibili complicanze legate alle cicatrici stesse, come infezioni, deiscenze e cheloidi, minimizza il dolore dopo l' intervento e conferisce un miglior risultato estetico per la paziente. Primi utilizzi di questo approccio sono stati condotti nel trattamento dei tumori ginecologici. Oggi questo tipo di chirurgia a più accessibile in quanto utilizzabile, dopo adeguata e attenta valutazione delle problematiche della paziente, anche per il trattamento di molte patologie benigne. Diverse le tecniche applicate dall' UO dell' ospedale romano: la tradizionale chirurgia laparoscopica, quella cosiddetta 'single port', che viene eseguita attraverso la sola incisione ombelicale, la chirurgia isteroscopica, che prevede l' ingresso nella cavità endometriale mediante un approccio transvaginale, permettendo di trattare molte patologie intrauterine ed endocervicali. Ultimo salto di qualità in questo campo si ha con la chirurgia laparoscopica percutanea. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 1 EAV: € 27.132 Lettori: 97.132 Argomento: Sanità nazionale COME VIALLI PUÒ RESISTERE AL SUO MALE MELANIA RIZZOLI Lo ha riportato alle cronache ed acceso i riflettori su di lui l' ex calciatore Gianluca Vialli, che ha parlato pubblicamente della sua malattia in atto, un tumore maligno del pancreas contro il quale combatte da oltre un anno, rivelando di giocare la partita più dura dell sua vita, e di essersi dato un obiettivo a lunga scadenza, quello di non morire prima di aver portato le sue figlie all' altare. Vialli però non è il solo a soffrire, poiché più di mille persone al mese in Italia si ammalano di cancro del pancreas, e sono 13.300 gli italiani che nel 2018 si sono visti arrivare questa diagnosi, per la quale si fa ancora troppa poca prevenzione. È il tumore più temuto da medici e pazienti, forse il peggiore che esista, perché dá i suoi segnali e si manifesta spesso quando è in fase già avanzata, e dal momento della sua scoperta, purtroppo sempre tardiva, la sopravvivenza generalmente non supera i due anni. Negli ultimi 15 anni l' adenocarcinoma pancreatico ha fatto registrare un aumento del 60% dei casi, una impennata anomala rispetto all' incidenza di tutti gli altri tipi di tumori, con un lieve aumento nelle donne rispetto agli uomini, e per la quale esiste ancora poca informazione, nonostante la malattia venga indicata ormai come la quarta causa di morte oncologica, con previsioni che presto diventerà la seconda nei Paesi occidentali. Il pancreas è un organo ghiandolare piatto a forma di lingua, situato in profondità nell' addome, posto dietro lo stomaco a ridosso dell' arteria aortica e della colonna vertebrale, predisposto alla produzione di enzimi essenziali per la digestione, di succo pancreatico e dell' insulina, ormone vitale per regolare la glicemia nel sangue. Ogni cento casi di tumore maligno del pancreas, due sono di tipo neuroendocrino, detti Pan - NET (Pancreatic Neuroendocrine Tumors), derivanti dalle cellule che producono gli ormoni pancreatici, i quali hanno un decorso meno aggressivo rispetto al temibile adenocarcinoma. SINTOMI E SEGNI SUBDOLI I segni e i sintomi più comuni di questa affezione maligna purtroppo non compaiono quasi mai nelle fasi iniziali, perché sono sfumati, subdoli e difficili da Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
percepire, ma quando avvertiti devono destare allarme, e sono: il dolore alla schiena non giustificato da alterazioni del rachide, (il pancreas si appoggia sulla colonna lombare), il dolore diffuso addominale o intorno allo stomaco notturno o durante la digestione, la comparsa di feci grasse, lucide, poltacee e di colore chiaro, di urine scure, con tonalità simile al cognac o al marsala, mentre il sintomo principe è la comparsa di ittero, ovvero del colorito giallo prima delle sclere degli occhi e poi della pelle, un segno però specifico della malattia già avanzata e metastatica, insieme al prurito diffuso, la perdita di appetito e di peso corporeo. Raramente il tumore si sviluppa prima dei 40anni, e più della metà dei casi compare dopo i 70anni, ed almeno il 50% delle persone con questo adenocarcinoma presenta il diabete al momento della diagnosi, una malattia considerata un fattore di rischio insieme all' obesità, ad una pregressa pancreatite, al tabagismo ed alla familiarità neoplastica pancreatica. La prevenzione primaria, per arrivare a diagnosi più precoci possibili, si basa su una semplice ecografia mirata a questo organo specifico, spesso ignorato durante l' esecuzione delle comuni ecografie addominali o pelviche, e che invece è in grado, eseguita da un occhio esperto, di individuare iniziali anomalie del pancreas e del suo dotto biliare, che possono indurre il sospetto di piccoli tumori in fase di crescita, e consigliare più approfondite indagini radiologiche. Inoltre, per chi soffre di mal di schiena persistente a livello lombare, è imperativo estendere la Tac o la Rmn anche al pancreas prima di farsi operare per problemi discali, allo scopo di escludere o ridurre gli errori di valutazione per la concomitanza di affezioni rachidee, come è accaduto al Maestro Luciano Pavarotti, il quale era affetto dal dolore cronico lombare del tumore del pancreas, una sintomatologia attribuita erroneamente ad ernie del disco che pur erano presenti e che ne hanno inficiato la diagnosi corretta, avvenuta solo alla comparsa dell' ittero, con colpevole ritardo. La terapia è chirurgica, con rimozione della neoplasia quando non estesa, con interventi miniinvasivi laparoscopici e robotici, compresi i casi più complessi che richiedono di intervenire anche a livello dei vasi sanguigni, con resezioni vascolari quando il tumore ha infiltrato le vene e le arterie. La ricerca scientifica comunque non si ferma di fronte a questa malattia che incute timore ed ha un' aura nefasta, per la quale esistono diversi regimi di chemioterapia associata alla immunoterapia, mirati a disinnescare il microambiente cellulare e infiammatorio imputato di autoproteggere e favorire la crescita della neoplasia, sulla quale fervono studi di decodificazione del genoma di questo tipo di cancro, del quale non esiste un unico tipo, ma ce ne sono diverse tipologie istologiche, con differenti alterazioni oncologiche del suo Dna. FARMACO INTELLIGENTE Le nanotecnologie hanno cambiato i paradigmi di cura, e da qualche anno è disponibile il nab-pactilaxel, un farmaco intelligente il quale, legato all' albumina plasmatica come veicolo, va a colpire direttamente le cellule tumorali, una molecola approvata dalla UE come terapia di prima linea contro questo killer silenzioso. Comunque le epatiti virali del fegato, non curate a dovere, insieme all' obesità e ad una dieta ricca di lipidi, sono oggi i fattori di rischio maggiormente imputati, visto che il succo pancreatico, che viene prodotto dopo ogni pasto, serve ad emulsionare i grassi alimentari, i quali, se non digeriti, possono provocare infiammazioni croniche ed irritative di carattere digestivo, in grado, dopo qualche anno, di degenerare, di malignizzare e sviluppare il cancro. Per i motivi che ho Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
elencato, se sono presenti persistenti problemi digestivi, o dolorosi addominali sine causa, con modificazioni dell' alvo, delle feci e delle urine come sopra riportato, è bene eseguire una ecografia preventiva e mirata su questo organo profondo e mascherato dell' addome, il quale può rivelare i suoi segni "fantasma" ed indiretti della sua azione patologica anche esaminando con attenzione i dotti biliari del fegato e della cistifellea, due organi a lui strettamente collegati nel processo quotidiano digestivo, ed esplorabili anche con una endoscopia gastrica e duodenale. Perché, come sempre ricordo e sottolineo nei miei articoli divulgativi, quando compaiono dei sintomi, essi sono sempre il segnale di allarme che il nostro corpo ci invia per comunicare una malattia in atto, lieve o grave che sia, ed i quali, se persistono, non andrebbero mai ignorati, minimizzati o sottovalutati. riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
10/12/2018 Pagina 8 EAV: € 4.064 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità nazionale Il lato oscuro dell' Oms Prende fondi dai privati e governa la sanità in base ai loro interessi alessandro rico Dalle pandemie influenzali inventate a quella di ebola ignorata: l' agenzia Onu per la salute è in balia dei suoi finanziatori. Altro che scienza indipendente «Lo dice la scienza». È il motto dei «competenti», quelli che, con 13 morti per morbillo in due anni, hanno creato l' emergenza vaccinazioni, dimenticandosi dei 10.000 morti in Italia per infezioni antibiotico-resistenti. Ma alla scienza chi «lo dice»? È una domanda sensata, perché la scienza ha il suo metodo, le sue procedure, i suoi controlli di qualità, ma ha pure i suoi giri d' affari, i suoi cortocircuiti con la politica, con i grandi capitali e, quando si tratta di scienza medica, con le case farmaceutiche. Opacità incarnate proprio dall' istituzione che più di tutte dovrebbe brillare per neutralità e indipendenza: l' Organizzazione mondiale della sanità, l' agenzia Onu fondata nel 1946 con lo scopo di garantire nel mondo il diritto alla salute.L' Oms, per il biennio 2016-2017, ha utilizzato un budget da quasi 4 miliardi e mezzo di dollari. Una cifra enorme, anche se è una briciola rispetto al denaro che maneggiano i colossi del farmaco: Novartis ha registrato oltre 49 miliardi di dollari di vendite nel solo 2017, Bayer 14 miliardi e 700 milioni di euro. Ma la torta dell' agenzia Onu rimane ghiotta. Anche perché negli ultimi decenni, parallelamente alla diminuzione dei fondi degli Stati membri, è cresciuta la quota dei contributi volontari, provenienti da soggetti privati e vincolati alla realizzazione di progetti commissionati dagli stessi donatori. Per esempio, nel periodo 2016-2017 l' ammontare dei contributi volontari è stato di circa 3 miliardi e 900 milioni di dollari: quasi l' 87% del budget totale. E la stragrande maggioranza di questi soldi è frutto di finanziamenti earmarked, condizionati a una precisa agenda. Per il British medical journal, nel 2017 l' 80% dei fondi ricevuti dall' agenzia Onu era earmarked. L' elenco dei filantropi è sterminato ed eterogeneo. Tra di loro, non poteva mancare la Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
tentacolare Open society di George Soros, che però nel 2017 ha offerto l' equivalente di un caffè all' Oms: la sua donazione ammonta a 55.000 dollari tondi tondi. A fare la parte del leone è la creatura di Bill Gates: la Bill & Melinda Gates foundation (che vanta un patrimonio da 40 miliardi di dollari) ha destinato all' Oms quasi 444 milioni nel 2016, di cui circa 221 vincolati e quasi 457 milioni nel 2017, di cui 213 vincolati a programmi specifici. Ma il fondatore di Microsoft dedica alla salute mondiale, o almeno alla sua visione della salute mondiale, parecchi altri soldi. La sua fondazione è infatti tra i maggiori finanziatori (1 miliardo e mezzo di dollari tra 2016 e 2018) della Gavi alliance, una partnership tra soggetti pubblici e privati che mira a incrementare la diffusione dei vaccini. E che, nel solo 2017, ha versato all' Oms oltre 150 milioni di dollari. La Gates foundation non fa mistero di voler «plasmare» il mercato dei vaccini, come si legge sul sito di Gavi alliance. Perciò Bill Gates sborsa milioni di dollari per orientare le decisioni politiche riguardanti la loro somministrazione. Da re dei computer a re dei vaccini. Forse non è un caso se dentro la fondazione ci sono dirigenti legati a doppio filo alle case farmaceutiche: ad esempio, l' amministratrice delegata, l' oncologa Sue Desmond-Hellmann, che peraltro, già presidente della sezione «sviluppo di nuovi prodotti» della Genetech. Oltre a lei, c' è il direttore del programma Hiv della fondazione, Emilio Emini, che è stato ricercatore dell' area vaccini per la Merck e Pfizer, o Penny Heaton, ex dirigente dell' area vaccini in Novartis, Novavax e Merck. In più, come ricorda il libro Immunità di legge, del Pedante e di Pier Paolo Dal Monte, nel 2013 Medici senza frontiere accusò Gavi di acquistare i vaccini «a prezzi insostenibili», dissimulando una regalia alle multinazionali. Viene da chiedersi come si ripercuotano questi intrecci sull' Oms, il cui operato, in tema di vaccinazioni, non è stato sempre immacolato.Basti pensare al caso dell' influenza suina, una finta emergenza denunciata dall' Oms nel giugno 2009, cioè pochi mesi dopo un preallarme dell' agenzia Onu, che aveva indotto molti Paesi a stipulare impegni d' acquisto di vaccini pandemici. Con tanto di assurda clausola contrattuale: gli accordi prevedevano la responsabilità a carico degli acquirenti in caso di effetti collaterali. Come se uno comprasse un elettrodomestico, ma per i malfunzionamenti, anziché essere coperto dalla garanzia, dovesse versare una penale all' azienda produttrice. Guarda caso, quei contratti sarebbero diventati vincolanti se l' Oms avesse annunciato lo scoppio di una pandemia. Ma la pandemia annunciata non si verificò. Tanto che l' European journal of epidemiology pubblicò nel 2011 un articolo dal titolo eloquente: «L' invenzione della pandemia di influenza suina». Un' altra rivista scientifica, Sleep medicine reviews, lo scorso aprile ha diffuso uno studio che mostrava un' elevata correlazione tra il vaccino per il virus della suina, l' H1N1 e la narcolessia in bambini e adolescenti. Qualcuno, però, ci aveva guadagnato: i profitti di due case produttrici del farmaco, la Csl limited e la GlaxoSmithKline, nel 2009 erano aumentati anche del 60%. Un caso, direte. Eppure, a spulciare un po', di conflitti d' interessi interni all' Oms se ne trovano. Nel 2015, ad esempio, l' agenzia Onu raccomandava per l' emisfero Nord l' uso di alcuni vaccini, tra cui uno per il già citato H1N1. E chi c' era nel comitato degli esperti che aveva siglato quel documento? La dottoressa Anne Kelso, medico australiano, costretta a segnalare «significative partecipazioni azionarie» nella Csl limited. Cioè la ditta farmaceutica che produceva il vaccino Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
raccomandato dalla Kelso. E che dire dell' influenza aviaria? Nel 2005 l' Oms fece diventare il Tamiflu il farmaco d' elezione per il trattamento della «febbre dei polli». Nel 2009 si paventò una pandemia: per l' Italia erano stimate 150.000 potenziali vittime. Una strage. Per fortuna, l' ecatombe non ci fu. In compenso, qualche anno dopo si scoprì che il Tamiflu era inutile. E che uno degli articoli che ne doveva provare l' efficacia era basato su un solo caso di studio. Ma il farmaco prodotto dalla Roche spa (che nel 2017 ha versato all' Oms 6.628.090 dollari) aveva avuto uno sponsor altolocato: l' allora segretario di Stato americano Donald Rumsfeld, azionista di Gilead, società che in precedenza aveva detenuto il brevetto (e che a sua volta finanzia l' Oms). Rumsfeld lucrava il 22% dei ricavi derivanti dalla vendita del Tamiflu. Voi direte: meglio essere prudenti. Meglio un allarme esagerato che uno sottovalutato. Eppure l' Oms, nel caso dell' epidemia (vera) di ebola non ha mostrato la stessa solerzia riservata all' epidemia (falsa) di suina. A mesi dalla rapida propagazione della terribile malattia, i vertici dell' agenzia Onu stentavano a intervenire. L' epidemia era scoppiata a fine 2013; il primo Consiglio esecutivo dedicato all' ebola risale a fine gennaio 2015. Fino al 2016, il virus ha ucciso 11.325 persone, quasi tutte in Africa occidentale. Persino l' allora dg dell' Oms, Margaret Chan, dovette riconoscere i ritardi. Una delegata inglese al Consiglio del 2015 parlò, senza mezzi termini, di «una vergogna». C' entrerà qualcosa il fatto che il primo vaccino anti ebola fu messo a punto solo nel 2016?«Lo dice la scienza», ma a volte si ha l' impressione che alla scienza «lo dica» (o «non lo dica») qualcuno. E a proposito di influenza, quella di Bill Gates ha sollevato parecchie critiche. Molte si focalizzano sulla parzialità dell' approccio «tecnocratico» adottato dalla fondazione del magnate di Microsoft: c' è una malattia, si comprano e si distribuiscono i vaccini, la malattia scompare. Ma così si trascurano fattori importanti per l' insorgere delle patologie nelle aree sottosviluppate: aspetti sociali e ambientali, la qualità dei sistemi sanitari nazionali.Di questo tenore erano i rilievi che un rapporto dell' Osservatorio italiano sulla salute globale, presentato cinque anni fa alla Camera dei deputati, muoveva alla gestione delle cosiddette «malattie tropicali dimenticate». Nel report si leggeva che le strategie per la cura di queste patologie dipende «da ingenti donazioni di farmaci da parte delle multinazionali del settore», il che limita le opportunità di «costruire capacità nei Paesi affinché siano gli attori nazionali al posto di comando, quando si prendono decisioni che producono conseguenze sulla salute delle loro popolazioni». Che è un po' il limite della recente legislazione italiana sugli obblighi vaccinali: un' imposizione calata dall' alto, sulla base di raccomandazioni che l' Oms ci ha indirizzato con curioso tempismo. I nostri connazionali trattati come pericolosi incapaci da mettere sotto tutela.Ma a oscurare la fama dell' Oms non c' è solo il capitolo sull' origine dei finanziamenti. C' è anche il modo in cui quei fondi vengono utilizzati. Ad esempio, pare che ai dipendenti dell' organizzazione piacciano gli alberghi di lusso. Nel maggio 2017, Associated press pubblicò dei documenti che rivelavano come l' Oms avesse tirato fuori «circa 200 milioni di dollari all' anno per le spese di viaggio, più di quanto destinasse ad alcuni dei maggiori problemi sanitari, incluse Aids, tubercolosi e malaria messe insieme». Insomma, più soldi per la prima classe degli aeroplani e per gli hotel a 5 stelle, che per combattere alcune tra le peggiori malattie infettive del pianeta. Il direttore delle finanze dell' Oms Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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