Media Monitoring per 05-04-2019 - Rassegna stampa del 05-04-2019 - Ruggi

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05-04-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 05-04-2019
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Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 1
      05/04/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            «Necessario rivedere il piano sanitario per decongestionare i pronto soccorso» ................... 1
      05/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Esenzione ticket, tornano file e proteste ............................................................................... 3
      05/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Giordano resta al suo posto Gastroscopia a mezzo servizio ................................................... 5
      05/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Lo spreco dei farmaci tumorali «Vergogna regionale da 4 anni» ........................................... 7
      05/04/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Pochi infermieri, endoscopia out di notte i pazienti da trasferire negli altri ospedali ............ 8
      05/04/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Stanati i furbetti del cartellino all'Asl .................................................................................... 9
Sanità Campania ............................................................................................................................. 11
      05/04/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
            Al Cto il medico che «salva» le donne: andiamo oltre i pm .................................................. 11
      05/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Assenteismo al San Rocco I medici fanno scena muta ......................................................... 13
      05/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            «È una missione, siate al servizio dell'umanità» .................................................................. 15
      05/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            «Controlli a tappeto in tutti gli ospedali» ............................................................................. 17
      05/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Il giuramento di 170 giovani medici ..................................................................................... 19
      05/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            La Sanità e l' umanità tradita a Sessa Aurunca .................................................................... 21
      05/04/2019 - IL MATTINO
            Le pasionarie in catene per salvare l' ospedale ................................................................... 23
      05/04/2019 - IL SANNIO
            Ortopedia al 'Moscati' «Siamo un riferimento» .................................................................... 25
      05/04/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            Ortopedia riaprirà sospeso lo sciopero ................................................................................ 27
      05/04/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Ospedale «Guerriero» De Luca alla cerimonia ...................................................................... 29
      05/04/2019 - IL MATTINO (ED. CIRCONDARIO SUD)
            Pronto soccorso a rischio Sos alla Grillo: intervenga ........................................................... 31
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 33
      05/04/2019 - LA REPUBBLICA
            "Qui l' anatomia è storia così nascono i successi" ................................................................ 33
      05/04/2019 - IL GIORNO
            «Il cibo come cura» E ricoveri più brevi ................................................................................ 35
      05/04/2019 - IL GIORNALE
            Immunoterapia per i tumori Italiana la scoperta della svolta ............................................... 36
      05/04/2019 - IL GIORNO
            L' oncologo: serve prudenza «Ma nessun allarmismo» ......................................................... 38
      05/04/2019 - LA REPUBBLICA
            La salute globale tra guerre e diritti una sfida possibile ...................................................... 39
      05/04/2019 - IL VENERDÌ DI REPUBBLICA
            Per l' utero in affitto il prezzo è troppo alto ......................................................................... 41
      05/04/2019 - LA REPUBBLICA
            Perché malattia fa sempre rima con "straniero" .................................................................. 43
      05/04/2019 - IL GIORNO
            Ritirate protesi al seno: rischio di tumori ............................................................................. 45
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05/04/2019                                                                                                                Pagina 4

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

  «Necessario rivedere il piano sanitario per decongestionare
                      i pronto soccorso»

 Razionalizzare le spese per evitare che i
 cittadini paghino di tasca propria gli
 esami, rivedere il piano sanitario per
 decongestionare il pronto soccorso dei
 nosocomi       salernitani    e   prestare
 particolare attenzione alle fasce deboli.
 Sono questi gli obiettivi prossimi del
 dottor Mario Polichetti, recentemente
 nominato responsabile nazionale per la
 sanità e le politiche sociali per l’Udc.
 Recentemente nominato responsabile
 nazionale per le politiche sociale per
 l’Udc, quali sono i suoi prossimi obiettivi,
 dottore? «Questa nomina è un passaggio
 importante perché mi dà la possibilità di
 avere un rilievo nazionale in tema di
 sanità. Chiaramente, gli occhi sono
 puntati innanzitutto sulla nostra regione,
 la Campania, che presenta tutta una
 serie    di     questioni   da    risolvere
 nell’interesse      dei    cittadiniutente.
 Questioni che non sono solamente
 addebitabili all’ultima gestione politica in corso ma che sono anche un retaggio delle
 gestioni passate. Volevo inoltre toccare un paio di punti che riguardano l’assistenza
 sanitaria. Il punto numero uno è cercare di evitare che i cittadini debbano pagare le
 prestazioni perché troppo presto finiscono i fondi per il rimborso delle attività
 convenzionate esterne, come i laboratori, i centri di diagnosi radiologica dove si
 effettuano tac, risonanze e radiografie. Già c’è stata, dopo due mesi di gestione del
 2019, un’interruzione dell’erogazione dell’assistenza e i cittadini, per tutto il mese,
 hanno dovuto pagare di tasca propria le prestazioni sanitarie. Bisogna, inoltre,
 rivedere il piano sanitario per decongestionare il pronto soccorso di Salerno,
 Battipaglia e Nocera Inferiore: c’è un’attività frenetica, un overbooking ovvero un
 arrivo eccessivo di pazienti e molte volte questi accessi risultano anche inutili
 perché non sono filtrati e da questo deriva uno scadimento delle prestazioni
 sanitarie e un’attesa che, molte volte, si prolunga anche per giorni prima di avere un
 intervento di pronto soccorso. E’ dunque necessario cercare di regolamentare

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quest’altro aspetto nell’interesse del cittadino utente. Bisogna anche prestare
particolare attenzione alle fasce deboli e mi ri- Erika Noschese ferisco all’assistenza
nei confronti delle persone anziane che non possono essere trattate sempre e solo in
pronto soccorso perché le forze sono ridotte così come le capacità di adattamento.
Attenzione, quindi, alle fasce deboli ed in particolare agli anziani potenziando una
rete di assistenza domiciliare che prenda in considerazione un ruolo diverso da parte
dei medici di famiglia che devono effettuare un monitoraggio e un’assistenza più
puntuale, a domicilio, per evitare che i pronto soccorso vengano affollati anche con
accessi inutili ». Quali sono gli interventi urgenti da mettere in campo, secondo lei?
«Per quanto riguarda le politiche sociali, una particolare attenzione alla famiglia
intesa nella nostra accezione ed una particolare attenzione ai giovani e al loro
inserimento nel mondo del lavoro. Noi non siamo d’accordo su forme di
assistenzialismo sterile, inutile ma cerchiamo di lavorare alla creazione di
opportunità lavorative che possano rappresentare un reale futuro. Quindi, no
all’assistenzialismo e si all’inserimento graduale nel mondo del lavoro da parte dei
giovani». Cosa dovrebbe fare, secondo lei, la Regione Campania per evitare il blocco
delle prestazioni che creano non pochi disagi alle famiglie in difficoltà? «Dovrebbe
effettuare un monitoraggio più attento, rivedere le prestazioni: come, dove e da chi
vengono effettuate e riorganizzare in maniera virtuosa l’assistenza sanitaria,
tenendo presente che l’integrazione sanitaria tra pubblico e privato deve essere
onesta, virtuosa, che vada nella direzione del cittadino e non solo nella direzione
delle tasche del privato che così facendo si arricchisce, depaupera il patrimonio
economico della Regione e non eroga prestazioni al passo con i tempi».
Riorganizzazione del sistema sanitario, dunque. Da dove si deve partire, secondo lei,
nell’immediato? «Bisognerebbe ripartire razionalizzando la spesa per le attività che
vengono affidate in convenzioni; effettuare un monitoraggio più serio, più attento;
bloccare le prestazioni inutili e responsabilizzare, ancora una volta, il medico di
famiglia che è il filtro attraverso il quale la prestazione passa prima di essere
erogata dal centro stesso. Anche con un’informatizzazione più attenta, mettendo
anche gli esami di laboratorio in rete per una facile accessibilità, si dà la possibilità
al cittadino di non ripetere inutilmente gli esami che vengono a cadere e ad incidere
in maniera cospicua sulla spesa sanitaria, creare un rapporto tra i centri
convenzionati, i medici di famiglia, gli ospedali ed effettuare un monitoraggio
soprattutto sulle prestazione e sulla qualità delle stesse. Ci vuole un monitoraggio
ed una razionalizzazione ma soprattutto bisogna investire nell’alta specialità, cosa
che nella nostra provincia e nella nostra regione sono poco presenti tanto è vero che
tutti sappiamo che esiste un’elevata percentuale di pazienti che, dalla nostra
regione, si rivolgono ad altre regioni del nord Italia».

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05/04/2019                                                                                                                Pagina 9
                                           La Città di Salerno
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

                Esenzione ticket, tornano file e proteste

 Le pratiche per l'esenzione ticket
 sanitario tornano ad essere un calvario.
 Nei giorni scorsi la situazione a Salerno
 prevedeva una media d'attesa fino a 40
 persone la mattina e 30 il pomeriggio e
 negli ultimi due giorni le file sono
 aumentate. La situazione è decisamente
 più    complicata     in    provincia,   in
 particolare a Cava de' Tirreni (con gli
 anziani in attesa sotto la pioggia) o a
 Giffoni Valle Piana (ore di blocco)e
 nell'Agro. Purtroppo, pochi sapevano che
 ci sono anche cinque patronati con varie
 sedi in provincia convenzionati con l'Asl
 che possono svolgere le stesse pratiche
 degli sportelli distrettuali dell'Azienda
 sanitaria. E ancora di meno quelli che
 sono a conoscenza che in molti casi non
 è necessario fare nulla per ottenere il
 ticket perché il ministero dell'Economia e
 Finanze ha già inviato ai medici di
 famiglia gli elenchi dei beneficiari.
 Intanto, su Facebook, molti utenti scrivono di due ore di attesa per esaminare le
 istanze portate da cinque persone. «Le file ci sono perché spesso ogni utente porta
 con sé non meno di tre quattro posizioni di trattare con punte anche di sei risponde
 Enzo D'Amato , direttore del distretto di Salerno e sub commissario dell'Asl Salerno -
 Conseguentemente le persone che sono in fila non corrispondo ad una pratica ma
 spesso a molte di più». In pratica, molte volte il figlio presenta la documentazione
 dei genitori e dei suoceri, il nipote che porta quelle dei nonni e degli zii e così via.
 Molte anche le persone che sono in fila inutilmente perché non sanno che è
 fondamentale rivolgersi prima dal proprio medico curante e poi, se non si è presente
 negli elenchi ministeriali dei beneficiari, andare all'Asl. C'è però un problema: il
 comunicato dell'Asl che spiegava le varie procedure è arrivato solo il primo di aprile
 scorso, cioè il primo giorno dell'accettazione delle domande di esenzione dal
 pagamento del contributo degli utenti alle spese sanitarie. Così come anche della
 convenzione con i patronati si è saputo sempre dal primo aprile attraverso il
 comunicato stampa o gli avvisi affissi nelle sedi dei distretti sanitari. «Il ristretto
 tempo per la pubblicizzazione è stato causato anche dalla stipula delle convenzione
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e dalla preparazione del personale dei patronati...», si giustifica D'Amato. Ad essere
convenzionati sono le sedi della Uil, dell'Enac, della Coldiretti patronato Epaca,
dell'Epasa-Itaco, del Confeuro Labor. L'esenzione dal pagamento del ticket compete
a varie categorie con codici diversi (pubblicati anche sul sito de la Città ). Quelli
individuati con E02 (i disoccupati e familiari a carico, con reddito familiare inferiore a
8.263,31 euro, incrementato a 11.362,05 euro per il coniuge e di 516 per ogni figlio)
devono andare al proprio Distretto Sanitario per rendere l'autocertificazione del
diritto all'esenzione ticket, oppure presso i Patronati che hanno richiesto all'Asl
Salerno di essere abilitati. Tutti gli altri cittadini che rientrano nelle categorie con
altri codici E dovrebbero essere automaticamente nell'elenco.

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05/04/2019                                                                                                                 Pagina 14
                                            La Città di Salerno
                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

   Giordano resta al suo posto Gastroscopia a mezzo servizio
 Salvatore D'Angelo
 «In congedo? Io domani torno al
 lavoro...». Il direttore del Dea di primo
 livello Nocera\\ Pagani\\Scafati, nonché
 capo del dipartimento ospedaliero
 dell'intera Asl, Alfonso Giordano ,
 smentisce così la voce circolata ieri di un
 suo abbandono. Una decisione molto
 forte, secondo alcuni, scollegata da un
 possibile     pensionamento.       Giordano
 avrebbe      potuto     beneficiare     della
 quiescenza a fine 2018, ma non l'ha
 fatto. Ha invece deciso di proseguire
 l'esperienza nocerina, a cui ha sommato
 la    responsabilità    del    dipartimento
 aziendale. Per i bene informati potrebbe
 anche trattarsi di una rimostranza nei
 confronti dei piani alti, rei di non aver
 ottemperato in tutto alle promesse di
 nuovo personale formulate a più riprese.
 Ma sono solo voci. Tant'è che ieri sera è
 stato lo stesso manager a smentire.
 Giordano non si muove dal suo posto.
 Anzi. Sulla sua scrivania è arrivato già un altro problema da risolvere; mancano gli
 infermieri e viene sospeso il servizio notturno di gastroscopia d'urgenza all'ospedale
 di Nocera Inferiore. A lanciare l'allarme, dopo la decisione presa dal responsabile del
 reparto, è la Cgil. In caso di emergenze bisognerà dirottare i pazienti su Salerno. Un
 disservizio gravissimo per il bacino d'utenza della struttura a cui afferiscono persone
 non solo dall'Agro. Nella nota indirizzata ai vertici ospedalieri e a quelli
 dell'emergenza territoriale 118, il dirigente di Gastroenterologia, Antonio Cuomo ,
 evidenzia le «difficoltà organizzative per la stesura di un turno di servizio che
 garantisca la presenza 24 ore su 24 di un infermiere», per cui restano scoperti i
 «turni notturni dell'intero mese di aprile». Non è la prima volta che l'endoscopia si
 ferma. A gennaio ci furono problemi con gli apparecchi per il lavaggio delle sonde e,
 dunque, per una settimana il servizio si bloccò causando lo slittamento di circa 100
 esami. L'unità nocerina è l'unica che effettua questo tipo di controlli nell'Agro.
 L'impossibilità a coprire i turni notturni per il mese di aprile ha costretto il dirigente
 del reparto a comunicare al servizio 118 di dover «trasportare le eventuali urgenze
 legate alle emergenze emorragiche digestive che si dovessero verificare negli orari
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notturni» al Ruggi di Salerno. La sospensione notturna riguarda aprile, ma se non
arriveranno infermieri si potrebbe trattare di una decisione a tempo indeterminato.
Per Gennaro D'Andretta e Generoso Forte della Cgil Fp «serve un tavolo di crisi
perché non ci sono più le condizioni per garantire assistenza ai pazienti ».

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05/04/2019                                                                                                                Pagina 21
                                           La Città di Salerno
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

     Lo spreco dei farmaci tumorali «Vergogna regionale da 4
                              anni»
 (f.f.)
 Sprechi di Stato? No, ritardo regionale.
 La storia dei farmaci tumorali da gettare,
 dopo il decesso del paziente, ha
 scatenato diverse reazioni. «Mi vengono
 le lacrime agli occhi- ricorda un
 consigliere comunale-. Mio fratello era
 malato, non riusciva a mangiare. Ci
 rivolgemmo all'Asl, ci portarono le
 sacche per l'alimentazione. Lo scatolo ci
 fu consegnato nel pomeriggio, non
 avemmo nemmeno il tempo di aprirlo.
 Mio fratello morì dopo un'ora ». Il
 consigliere comunale, dopo il funerale
 del fratello, si recò all'Asl con lo scatolo
 sigillato. La risposta fu perentoria: «mi
 dissero di gettare i farmaci, che loro non
 potevano ritirarli. Avverto ancora un
 pugno allo stomaco, mi viene ancora la
 pelle d'oca a risentire quelle parole. Lo
 scatolo all'Asl non lo ritirarono. Ho
 dovuto gettare 1500 euro di alimenti. Ma
 non avevo scelta. Io so che i centri di
 raccolta esistono ma forse in Campania ancora non siamo attrezzati. Credo che
 dovremmo rimediare a questo problema perché lo spreco è enorme e non si può
 tollerare ». Ieri mattina all'Hospice di Acquarita hanno confermato che c'è una legge
 nazionale che vieta il ritiro dei farmaci tumorali, alla morte del paziente, a meno che
 non ci sia un centro di raccolta come in molte regioni del Nord. «Nel 2016ricorda il
 dottore Antonio Mignone- i Cinque Stelle proposero alla giunta regionale di istituire
 questi centri di raccolta, ma non se ne fece niente». Proposta bocciata. In Regione
 Campania, quattro anni dopo, si continuano a gettare farmaci costosi. Spreco
 indegno per un paese civile.

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05/04/2019                                                                                                                Pagina 31
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 5.307
                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

      Pochi infermieri, endoscopia out di notte i pazienti da
                  trasferire negli altri ospedali

 Mancano gli infermieri ed è impossibile
 coprire i turni notturni in endoscopia nel
 reparto     di   gastroenterologia     dell'
 Umberto I. Le ambulanze del 118
 «dovranno trasportare gli ammalati con
 emorragie digestive negli ospedali Ruggi
 d' Aragona di Salerno o di Vallo della
 Lucania». Nel caso gli ammalati si
 dovessero presentare al pronto soccorso
 con mezzi propri «sarà il medico di turno
 a valutare la sede più idonea dove
 trasferire i pazienti bisognevoli di
 trattamento». È scritto nero su bianco
 nella nota del direttore sanitario Alfonso
 Giordano. Si è arrivati a questo dopo la
 comunicazione di lunedì scorso del
 dirigente del reparto Antonio Cuomo che
 aveva sollecitato «la soluzione della
 grave problematica. Siamo ormai all'
 inizio della fine dell' assistenza sanitaria
 in provincia di Salerno» ha dichiarato
 Pasquale Addesso della Cgil Funzione
 Pubblica. Il rappresentante sindacale ha
 chiesto al commissario straordinario dell'
 Asl Salerno Mario Iervolino l' immediata attivazione di un tavolo di crisi. Senza
 riscontro la Cgil «attiverà tutte le forme di agitazione previste dalle norme».
 Addesso richiama la riunione di martedì scorso nel corso della quale al direttore
 generale venne chiesto un incontro «per evitare chiusure ed accorpamenti già in
 essere all' ospedale di Nocera». L' altro giorno il dottore Cuomo ha presentato a
 Giordano il turno di aprile nel quale conferma «l' impossibilità di coprire l' assistenza
 sulle 24 ore». Nello Ferrigno © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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05/04/2019                                                                                                                  Pagina 14
                                             La Città di Salerno
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

                      Stanati i furbetti del cartellino all'Asl
 Alfonso T. Guerritore
 Otto indagati per un'inchiesta per
 assenteismo, con un nuovo caso di
 furbetti del cartellino: accade all'ufficio
 Asl di Materdomini a Nocera Superiore,
 finito sotto la lente della Procura di
 Nocera Inferiore, con il trucco del badge
 marcatempo fatto scattare per poi
 allontanarsi dal luogo di lavoro. Le
 contestazioni, più di ottanta singoli casi
 accertati e riassunti in altrettanti capi
 d'accusa, riguardano nello specifico
 dirigenti medici veterinari, coadiutori
 amministrativi, un infermiere e un
 tecnico, tutti sotto inchiesta per accusa
 di truffa ai danni dello Stato, e in un caso
 anche di falso ideologico per quanto
 riguarda la posizione di veterinario, il
 quale     avrebbe      prestato     servizio
 falsamente, in concorso con un'altra
 persona, la sua presenza in una
 mattinata in un'azienda, per un
 sopralluogo, e quindi in servizio. Il filone
 investigativo nasce dalla denuncia di un addetto alle pulizie, che spiegava la prassi
 adoperata da alcuni dipendenti, sei o sette, da lui visti timbrare e andar via piuttosto
 che stare come previsto sul loro posto di lavoro. I coinvolti sono stati interrogati per
 la contestuale richiesta di interdizione presentata dalla procura, con la decisione
 attesa a giorni da parte del Gip Leda Rossetti , che si è riservata in camera di
 consiglio: tra loro cinque che risultano già in pensione hanno scelto di avvalersi della
 facoltà di non rispondere, mentre gli altri tre, tuttora in servizio, hanno fornito
 indicazioni e linee difensive, motivando le assenze con ragioni di servizio. L'inchiesta
 dei carabinieri della stazione di Nocera Superiore, materiali esecutori di riscontri,
 verifiche e lavoro sul campo, è coordinata dal pm Valeria Vinci e supervisionata dal
 procuratore capo Antonio Centore: gli indagati sono stati colti sul fatto attraverso
 l'occhio elettronico di telecamere piazzate sul posto, in prossimità dell'obliteratore-
 marcatempo, individuando il trucco dei dipendenti, che andavano via dopo aver
 effettuato la registrazione. In parallelo scattava il monitoraggio dei carabinieri, che li
 hanno seguiti passo per passo con pedinamenti. In un caso scoprendo un dipendente
 è stato sorpreso a fare la spesa di rito in luogo del previsto lavoro d'ufficio all'Asl
                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
nocerina. Alcuni dei soggetti finiti sotto accusa rispondono di diversi episodi, anche
dieci, tutti singolarmente contestati e ricostruiti con il doppio binario della
telecamera, da una parte, e del pedinamento: nell'arco di 15 giorni i militari al lavoro
sul caso hanno incrociato i primi riscontri. La sospensione è stata chiesta dalla
Procura per tutti i coinvolti, anche quelli attualmente in pensione, evidentemente
sorpresi e colti sul fatto, con tutta evidenza, al momento del controllo: non erano al
lavoro dopo aver segnato regolarmente il cartellino di presenza, allontanandosi
fraudolentemente dal posto di lavoro, incorrendo nella contestazione di truffa
aggravata ai danni dello stato, nell'ambito del servizio pubblico interno all'ufficio Asl.
La Procura parla di modus «spregiudicato e reiterato». Subito dopo le prime raccolte
di indizi ed elementi da parte degli investigatori, di colpo il comportamento degli
indagati è rientrato verso una normalità, con improvvisa diminuzione dei casi: una
coincidenza, o forse no. Su questo ed altri aspetti la Procura indaga. Il collegio
difensivo dei soggetti coinvolti è composto tra gli altri dagli avvocati Teresa
D'Alessandro , Francesco Greco e Alfonso Mutarelli .

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05/04/2019                                                                                                                Pagina 3

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

    Al Cto il medico che «salva» le donne: andiamo oltre i pm

 Mario Guarino: l' ultima? La signora che
 viveva in strada Napoli «Quante ne ho
 salvate? Tante. Sono dieci anni che mi
 occupo di pronto soccorso con una
 attenzione specifica alle donne vittime di
 violenza. Ma da soli non si può nulla. È
 un buon lavoro di gruppo che fa la
 differenza». Mario Guarino, l' uomo che
 salva le donne, è il dirigente del pronto
 soccorso dell' azienda ospedaliera dei
 Colli. È stato lui, lo scorso 2 aprile, a
 firmare un referto riferito ad una donna
 arrivata in emergenza dopo essere stata
 aggredita dal marito. Mettendo nero su
 bianco che se la signora fosse tornata a
 casa sarebbe rimasta vittima di
 femminicidio. Nessuna esitazione a
 sottoscrivere quel documento. «Non è l'
 unica volta che l' ho fatto e purtroppo
 non sará l' ultima. Il rischio è
 determinato dalle risposte fornite ad un
 questionario preparato dal Ministero. Ci
 sono tre livelli diversi di pericolo cui la
 donna è esposta e nel caso della signora era un livello altissimo. Ho firmato il
 referto, chiamato le forze dell' ordine e attivato un protocollo che prevede l' ascolto
 della vittima secondo la procedura dell' orocentesi. Un neologismo che ci siamo
 inventati che definisce un ascolto empatico in un ambiente protetto e poi la stesura
 di un verbale con cui la vittima va a confrontarsi per comprendere la sua patologia».
 Spesso le donne non si rendono neanche conto di essere vittime. Mario Guarino in
 dieci anni ne ha viste troppe che giustificavano schiaffi, percosse, aggressioni
 giudicandole come «fatti fisiologici ed inevitabili. Un segno di amore». Un po' come
 la Bammenella di Raffaele Viviani... «che però faceva la vita. Qui ci troviamo di
 fronte a situazioni diverse e la sfida è aiutare queste donne a fidarsi e a riconoscere
 la violenza come tale. Un quadro dove è ancora più complicato decifrare le
 aggressioni psicologiche o economiche». Mario Guarino è arrivato al CTO forte dell'
 esperienza maturata all' ospedale San Paolo, nosocomio che è stato un faro nell'
 assistenza alle vittime di violenza. Fu proprio il dottore nel 2009, insieme con due
 medici - Fiorella Paladino (attualmente primario del Cardarelli) ed Emilia Reale
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(responsabile del centro Dafne dello stesso ospedale) - e la caposala Letizia
Marciano a creare nel Pronto soccorso che dirigeva uno spazio dedicato alle donne.
«Avevamo capito che c' era una emergenza sul fronte della violenza di genere e
abbiamo dato spazio e ascolto a queste vittime. Noi medici - spiega - abbiamo una
luce costantemente accesa su questi fenomeni, una finestra sul mondo. Capiamo
cose che per un magistrato è molto più complesso decifrare. Perciò a volte ci sono
procedimenti giudiziari rallentati». Dall' esperienza del Cardarelli è nata quella del
CTO. Guarino ha materialmente lavorato alla creazione di un pronto soccorso
«etico». Trasferito due anni fa dal nosocomio di Fuorigrotta, ha realizzato un polo
che dispone di una serie di opzioni pensate per i pazienti e dove c' è una sezione
dedicata alle donne. «Una stanza dedicata e un personale infiermieristico che ho
personalmente formato creano condizioni di base importanti per consentire alle
pazienti di fidarsi. Le violenze di genere vengono classificate dal codice giallo in su
ed è fondamentale creare empatia per lavorare su queste emergenze». Il 23 aprile il
pronto soccorso del CTO compirà un anno e Guarino ricorda che non una sola
aggressione si è consumata fra i corridoi e le sale d' attesa, fra vassoi di caramelle,
empatia e professionalità . «Siamo una eccellenza, ma pochi lo sanno» avverte. La
vicenda che ha coinvolto la signora Maria, il nome è di fantasia, è solo una delle
tante che ha affrontato. La donna - 50 anni, vittima da anni di un marito di 72 - è
stata trattenuta in ospedale un giorno e mezzo e pur di non tornare nella sua casa
fra i vicoli dei Quartieri ha trascorso alcune notti in strada in attesa di un
appuntamento fissato al Centro Dafne del Cardarelli dallo stesso Guarino. Un centro
che l' anno scorso ha affrontato i casi di 141 donne e che, nei primi tre mesi del
2019, ne ha trattati 37. La possibilità di poter contare su un referto psicologico è
quello che fa la differenza.

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05/04/2019                                                                                                                Pagina 28

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

       Assenteismo al San Rocco I medici fanno scena muta

 L' INCHIESTA Fanno scena muta, davanti
 al gip Rosaria Dello Stritto del tribunale
 di Santa Maria Capua Vetere, Rosaria i
 primi medici, un amministrativo ed un
 infermiere     convocati     ieri    per    l'
 interrogatorio di garanzia nell' ambito
 dell' inchiesta sull' assentesimo all'
 ospedale San Rocco di Sessa Aurunca.
 Tra questi Ferdinando Pasquariello,
 dirigente del reparto di Anestesia, difeso
 dagli avvocati Gennaro Iannotti e Dario
 Pepe. Sono comparsi davanti al giudice
 anche       Rocco     Leone,      Annamaria
 Sorrentino, Nives De Francesco, Alfredo
 Miosotis, Francesca Magrì. Mentre
 verranno interrogati domani i medici Elio
 Maria Gaetano Avagliano, Domenico
 Perretta e altri assistiti dagli avvocati
 Domenico Schiavo e Luigi Imperato. La
 maggior parte, dunque, ha preferito
 della facoltà di non rispondere ma
 sembra essere questo l' orientamento
 generale. Al centro dell' inchiesta un
 presunto accordo tra medici per timbrare
 il cartellino e assentarsi reciprocamente dal lavoro, truffando così l' Asl. Un «patto
 illecito di mutuo soccorso» emerso dall' indagine, che ha coinvolto 28 professionisti
 in servizio al nosocomio sessano. Uno scenario che i carabinieri hanno ricostruito
 con intercettazioni e telecamere, con indagini avviate nel febbraio 2017. Su
 disposizione della Procura, i carabinieri hanno notificato 18 obblighi di presentazione
 alla Polizia giudiziaria ad altrettanti indagati, 14 dei quali medici; sono stati
 contestati i reati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai
 danni dello Stato, false attestazioni, che riguardano soprattutto i medici, e singole
 ipotesi di truffa. In totale nell' indagine figurano ventotto indagati, 18 dei quali
 dirigenti medici, 3 infermieri e 6 amministrativi; tra i professionisti coinvolti l' attuale
 sindaco di Francolise (Caserta) Gaetano Tessitore, anestesista del San Rocco, e due
 medici del Policlinico dell' Università Federico II, Olimpia Antonietta Di Bella e Luigi
 Mascolo. Dopo la notifica dei provvedimenti, il San Rocco è stato posto sotto
 sequestro dai carabinieri del Nas, che hanno riscontrato carenze strutturali,
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funzionali e organizzative e la mancanza della prevista autorizzazione all' esercizio
della struttura nosocomiale, fattispecie che comporta la denuncia del
rappresentante legale della struttura, in questo caso il direttore generale dell' Asl di
Caserta Mario De Biasio. bi.sa. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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05/04/2019                                                                                                                 Pagina 34

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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

             «È una missione, siate al servizio dell'umanità»

 IL MONITO Franco Tontoli «Ai laureati
 che si avviano a esercitare la professione
 del medico mi sento di dire: carissimi
 giovani      colleghi,    leggetelo     con
 attenzione il giuramento di Ippocrate.
 Nella versione moderna che ha tradotto
 le altrettanto sagge norme del testo
 datato IV secolo avanti Cristo ci sono le
 linee da seguire, una sintesi efficace che
 tocca temi sensibili e attuali. Applicatevi
 con grande dedizione alla professione
 che è sempre pura espressione di vita
 cristiana, avrete a che fare con la
 sofferenza dell' uomo malato che
 spalanca la porta sul mistero. Quella del
 medico è una missione prima ancora che
 una professione e Ippocrate quelle
 norme le dettò per una attività specifica:
 sono indirizzi di comportamento per chi
 ha scelto di mettersi al servizio dell'
 umanità». L' esortazione accorata
 indirizzata ai giovani professionisti viene
 da un medico, lo è da 38 anni, sacerdote
 da 37 e da tre vescovo della Diocesi di
 Teano-Calvi: monsignor Giacomo Cirulli. Osserviamo: ai medici può dare del collega
 ma non loro a lui in quanto vescovo. Sorride divertito con l' affabilità da pugliese di
 Cerignola. La laurea conseguita per far contenti i genitori e mantenere la tradizione
 di famiglia, l' ordinazione sacerdotale per far contento se stesso? «Anche, ma prima
 per dire obbedisco a Quello lassù che mi ha chiamato. Tutto sommato ho soltanto
 cambiato colore del camice». In casa la grande tutela di mamma Lucia, la dedizione
 del papà Giuseppe ai bambini che curava da pediatra, il virus trasmesso ai quattro
 figli maschi, Matteo che è cardiologo, Roberto pediatra e Livio anestesista-
 rianimatore. Ma Giacomo, arrotolato il diploma di laurea in Medicina, vestì l' abito
 talare: lunga milizia di parroco nella regione Puglia, poi docente di Sacre Scritture,
 scarpe consumate a darsi da fare nei servizi della Caritas, anche in Albania che lo ha
 fatto cittadino onorario, poi amministratore di una casa di riposo per anziani, infine
 la bolla della nomina a vescovo firmata da Papa Francesco nel 2017. Quali consigli
 sente di dare ai neolaureati che da oggi il camice bianco lo indossano da medici?
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«Mettere grande passione nelle attività dedicate alla vita dell' uomo, qualsiasi siano
le sue condizioni sociali, di razza e di religione. Su tutto prevalga sempre il
sentimento della solidarietà e mai il comportamento mercenario. Fare soldi sugli
ammalati, sui poveri è tra i peccati più gravi». Non c' è giorno in cui le cronache non
riportino episodi di reati professionali che macchiano la professione medica:
assenteismo negli ospedali, manipolazione dei sistemi di controllo... «È il grande
inquinamento della professione da cui guardarsi, stiano lontani da tentazioni i
giovani medici soprattutto. Sento ancora trillare il campanello di casa in piena notte
e il telefono, e mio padre accorreva, senza indugi. Un esempio che con i miei fratelli
abbiamo assorbito senza lezioni. Comportamenti deviati non attentano alla
istituzioni ospedaliere ma ai malati, destinatari di truffe da disattenzione che non
meritano». L' esempio del medico vecchia maniera: cosa segnalare in particolare
alle giovani generazioni? «Invito al contatto tattile con l' ammalato, al contatto col
corpo di chi soffre. I miei docenti dell' Università di Napoli lo ripetevano di continuo:
il corpo parla, fa sentire e vedere segnali di sofferenza, ascoltateli. Oggi, invece, è
tutto un guardare radiografie, leggere numeri da analisi cliniche, prescrivere esami
sofisticati che certamente servono, ma non sempre, e che comunque non vanno
disgiunti dal contatto diretto per la lettura dei segni del corpo». L' umanizzazione
della professione: un po' ciò che da «medico delle anime» in cui decise di
trasformarsi lei ancora va facendo. «Nessuna qualità, per carità. L' esperienza viene
dai trenta anni passati fra la gente, praticando valori animati dalla parola di Dio,
spandendo solidarietà e conforto a chi ne ha bisogno». Nello stemma episcopale del
vescovo Cirulli c' è il condensato del dettato di vita che ha fatto proprio: una croce
sul libro spalancato, per il Verbo; una stella come devozione alla Madonna; un pezzo
di pane spezzato per l' Eucaristia e la condivisione con quanti hanno fame. E poi il
motto in latino che tradotto fa: «Mi consumerò per le vostre anime». ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.

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05/04/2019                                                                                                                Pagina 34

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

                «Controlli a tappeto in tutti gli ospedali»

 `Bottiglieri interviene dopo i sigilli al San
 Rocco di Sessa e lo scandalo dei camici
 bianchi «furbetti del cartellino» IL CASO
 «Invito chi è incaricato a svolgere
 controlli su tutti gli ospedali di
 competenza dell' Asl di Caserta». La
 reazione della presidente dell' Ordine dei
 medici di Caserta Erminia Bottiglieri è
 immediata alla notizia dei sigilli apposti
 all' ospedale di Sessa Aurunca per l'
 assenza dell' autorizzazione all' esercizio
 nella struttura. Non solo. La Bottiglieri
 commenta anche la notizia delle misure
 cautelari a cui sono stati sottoposti
 diciotto     dipendenti    assenteisti,      i
 cosiddetti «furbetti del cartellino», a
 seguito di un' indagine iniziata nel 2017.
 Presidente Bottiglieri, in totale sono 28
 gli indagati. «Riguardo questi nomi, non
 è giunta alcuna notifica all' Ordine. Ho
 appreso tutte queste notizie dai media.
 Se così fosse, è chiaro che, come l' Asl
 ha subito parlato di licenziamento, anche
 l'   Ordine     deve    attuare     sanzioni
 disciplinari nei confronti di queste persone. È molto triste se alcuni medici sono
 venuti meno ai precetti deontologici della nostra professione». Oltre ai casi di
 assenteismo, i carabinieri dei Nas di Caserta hanno rilevato carenze strutturali e la
 mancanza della prevista autorizzazione all' esercizio nel «San Rocco». Di fronte a
 questo, la sanità pubblica come dovrebbe reagire? «Io credo che i dipartimenti dell'
 Asl casertana debbano svolgere maggiori controlli sui presidi ospedalieri di propria
 competenza. Anzi, invito loro a farlo quanto prima e a non aspettare l' arrivo dei Nas
 perché siano scoperte le irregolarità». Secondo quanto si legge dagli incartamenti,
 sembrerebbe che alcune carenze fossero nelle sale operatorie e nella radiologia,
 luoghi «rossi» per la sicurezza del paziente e dell' operatore. Bisognerebbe fare di
 più o basterebbe seguire le regole dettate dalla normativa in fatto di sicurezza?
 «Basterebbe controllare che tutto sia a norma. Io non ho letto nulla di quanto scritto
 dagli inquirenti ma, secondo quanto si apprende dai giornali, era possibile che ci
 fossero rischi per i pazienti. Io direi ai vertici aziendali di prendere spunto da quanto
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accaduto e di monitorare in modo dettagliato tutti gli ospedali del territorio, in modo
da evitare sul nascere ogni tipo di situazione difficile e critica». Il convegno
organizzato dall' Ordine dei medici dal titolo «Stati generali della professione medica
e odontoiatrica» è un evento che cade a proposito rispetto a quanto accaduto
martedì a Sessa Aurunca. È d' accordo? «Sì, perché al centro vi è la questione
sanitaria e la difficile vita che svolge il medico. Questi, ogni giorno, si trova alle
prese da un lato con le varie normative di settore, e dall' altro con i cittadini, che
vantano il sacrosanto diritto di essere assistiti ma che poi spesso attaccano proprio
chi li sta curando. In mezzo a tutto questo, c' è la dignità del medico e la sua
deontologia, la cui conoscenza è sempre più posta in secondo piano, quando invece,
spesso, nel conoscere i codici deontologici, si possono riscontrare direttive utili per il
nostro lavoro quotidiano». Quali, in estrema sintesi, i punti che verranno affrontati
durante la tavola rotonda? «Senz' altro si parlerà della grave carenza di personale
che porterà di qui a pochi anni al collasso di diverse strutture ospedaliere e,
probabilmente, già ci siamo molto vicini. Parleremo anche della formazione e delle
soluzioni per garantire più borse di specializzazione ai neo laureati, i quali oggi
spesso si trovano in difficoltà perché i posti sono insufficienti. Inoltre, ci
confronteremo su un argomento molto delicato, qual è l' organizzazione ospedaliera.
È frequente infatti riscontrare meccanismi in base ai quali la dignità professionale
del medico viene calpestata». or. min. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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05/04/2019                                                                                                                 Pagina 34

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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

                       Il giuramento di 170 giovani medici
 Ornella Mincione
 «Stati generali della professione medica
 e odontoiatrica» è il titolo dell' evento
 organizzato dall' Ordine provinciale dei
 medici chirurghi e degli odontoiatri, che
 si terrà presso la sala auditorium della
 Scuola specialisti dell' Aeronautica di
 Caserta in viale Ellittico. GLI OSPITI Dalle
 8 del mattino, personalità del mondo
 sanitario     provinciale,    regionale    e
 nazionale      discuteranno     di  diverse
 tematiche legate alla professione.
 Saranno presenti, infatti, il presidente
 della Federazione nazionale dell' Ordine
 dei medici chirurghi e degli odontoiatri
 Filippo Anelli con il vicepresidente
 Giovanni Leoni, il segretario Roberto
 Monaco e il tesoriere Gianluigi D'
 Agostino della Fnomceo, il presidente
 nazionale Commissione Albi odontoiatri
 Raffaele Iandolo, oltre ai presidenti degli
 Ordini dei medici e delle Commissioni
 delle altre quattro province della
 Campania. Nella stessa giornata, nella
 stessa sede, si terrà l' assemblea
 ordinaria degli iscritti agli Albi professionali, l' approvazione del bilancio e il
 giuramento di Ippocrate per i neo iscritti, che quest' anno sono circa 170 tra medici
 e odontoiatri. È la presidente dell' Ordine provinciale dei medici di Caserta Erminia
 Bottiglieri che spiega il senso del convegno, nella nota diramata sull' evento,
 dichiarando: «I problemi della nostra professione sono evidenti a tutti e all' ordine
 del giorno ormai da diversi anni. Con il trascorrere del tempo, piuttosto che
 risolversi, la situazione è peggiorata». SEI MACROAREE Per fare il punto sullo stato in
 cui vive ed esercita quotidianamente il medico, si legge ancora nella nota, «il
 consiglio nazionale della Fnomeo il 24 marzo scorso ha approvato la convocazione
 degli stati generali della professione medica e odontoiatrica, proposta dal presidente
 Anelli e preliminarmente approvata dal comitato centrale». Si svolgeranno diversi
 incontri in cui si affronteranno varie tematiche suddivise in sei macroaree: i
 cambiamenti e le crisi, il medico e la società, il medico e l' economia, il medico e la
 scienza, il medico e il lavoro; la medicina, il medico, il futuro. Anelli, Leoni, Monaco,
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D' Agostino e Iandolo, insieme con tutti i presidenti e i rappresentanti degli Ordini
professionali delle varie province campane, discuteranno delle sfaccettature inerenti
alla difficile situazione sanitaria e, soprattutto, alle condizioni di lavoro in cui
operano gli operatori del settore, in particolar modo i medici in ogni contesto. ©
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05/04/2019                                                                                                                 Pagina 25

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                                           Argomento: Sanità Campania

             La Sanità e l' umanità tradita a Sessa Aurunca
 Gian Paolo Porreca
 Il commento Bisogna guardare al di là
 dello scandalo di malasanità nella
 vicenda triste dell' assenteismo dei
 medici, del marcamento-smarcamento
 del      cartellino    truffaldino,    delle
 irregolarità di una struttura sanitaria
 pubblica denunciate nell' ospedale di
 Sessa Aurunca. È la spia rouge
 inequivocabile del disagio estremo di un
 territorio di cui registriamo a massima
 ragione il malcelato oblio sociale e civile.
 Intuiamo, nella ambizione semmai
 plausibile di un doppio ruolo lavorativo -
 Ospedale locale/Policlinico di Napoli -,
 una sorta di sottintesa rinuncia al
 territorio. Il degrado di un Ospedale
 nuovo e mai davvero promosso a
 moderno, sorto di lato a quel nosocomio
 antico che si coprì di gloria nella
 Seconda Guerra Mondiale, si impone
 oggi come segnale eclatante dello
 scollamento profondo di una città, nel
 cui tessuto così economico come
 sentimentale, sinistramente, emerge un'
 impropria vocazione al distacco. Via di qui - ma perché poi? -, alla ricerca di un
 secondo lavoro, se non per un primo, via, da un commercio che langue, dalle luci di
 corso Lucilio accese su una passeggiata romantica che non c' è più, dai locali
 abbrunati di sera, da quel fragrante e pittoresco mercato del giovedì, che era un
 irrinunciabile stazione della settimana produttiva e che oggi risulta in paurosa crisi.
 Questo vivere desvivendo aurunco, oggi esteso e con quale rilievo anche al contesto
 «sacro» della Sanità, in quella città per tanti aspetti storici, culturali, paesaggistici,
 dalle virtù infinite, ci auguriamo che abbia davvero toccato il fondo, senza un limite
 inferiore. In fuga da Sessa tutti, medici per un gettone al Policlinico, imprenditori e
 turisti per altri siti, da Cellole a Mondragone, crediamo sia davvero suonato l'
 allarme unanime per sancire una inversione di marcia da questo esodo, da questa
 abdicazione. Si promuova il ritorno di Sessa, e a Sessa, un ritorno in se' stessa. E
 non solo perché presto, dopo questa tempesta di malasanità/malaumanità ultima,
 arriverà il miracolo salvatutti, altri ricordi inclusi, di Pasqua. © RIPRODUZIONE
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                                             Argomento: Sanità Campania

             Le pasionarie in catene per salvare l' ospedale
 Gigi Di Fiore
 inviato a San' Agata dei Goti A vederle,
 così tranquille, così pacifiche, non diresti
 che proprio queste donne sono diventate
 da cinque giorni le eroine di tutta l' area
 Telesina. A pag. 46Inviato Vogliono che il
 loro ospedale, il Sant' Alfonso Maria de
 Liguori di Sant' Agata dei Goti, abbia il
 suo pronto soccorso e i principali reparti
 che il piano sanitario regionale vuole
 chiudere. E sono qui, di fronte i tre piani
 dell' ospedale, in un gran tendone messo
 a disposizione dalla Protezione civile del
 Comune di Airola. Quattro donne in
 sciopero della fame, anche se lo hanno
 interrotto per il momento dopo avere
 saputo ufficialmente che almeno la
 chiusura del reparto ortopedia è
 sospesa. LA PRESIDENTE È la più tosta,
 Mena Di Stasi, anche se è piccolina e non
 si arrabbia mai. Il marito di origini
 ucraine, Alessandro, che fa il camionista,
 la guarda con amore. «Mamma mia, che
 stai combinando!» esclama. E lei sorride,
 circondata dai tre figli. Domenica
 prossima, la più piccola di nove anni farà la confessione in vista della prima
 comunione. Festeggerà sotto questo tendone. «Sono orgogliosa di mamma» dice.
 Mena ha 45 anni, fa la casalinga ed è la vera pasionaria del gruppo. Racconta: «Il 27
 ottobre, in una casa di Sant' Agata, in 15 abbiamo deciso di fondare la nostra
 associazione Curiamo la vita. Siamo mamme e papà, preoccupati che i nostri figli
 possano aver bisogno di cure immediate rischiando di morire per arrivare a
 Benevento o Napoli». È Mena che, con Stella Truocchio e Adele Vene, ha occupato
 per due giorni la sede comunale. E sempre lei ha comprato le catene che domenica
 scorsa sono servite a legarsi per protesta. Con lei, Pina De Masi, 52 anni, che nel
 tendone non c' è. Si è sentita male, un calo di zuccheri e di pressione. L' hanno
 ricoverata in ospedale. È a letto con la flebo, dopo tre giorni di digiuno. Anche Pina,
 52 anni, è casalinga. È separata, ma sopra c' è la figlia maggiore che le sta accanto.
 «Sta meglio» dice. Pina è già nonna, ma non ha intenzione di fare marcia indietro. Si
 riprenderà e ritornerà con le altre. TANTE DONNE Nel tendone sono quasi tutte
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donne. Quattro brandine per dormire, ma all' inizio c' erano solo materassini, una
serie di lampadine appese alimentate da una pila, una stufa a gas, due tavolini con
tanti succhi di frutta, acqua e Coca cola. Usano i bagni dell' ospedale. Michela
Ottobre ha 45 anni. Lei lavora al call center delle Poste. Ha preso le ferie per venire
qui e unirsi allo sciopero della fame. È la figlia di Margherita Rossano, 70 anni, donna
decisa con un passato da sindacalista. Racconta: «Ora sono in pensione e sono
nonna, ma in passato ho lavorato in un' azienda militare a Caserta. Ero in prima
linea nelle proteste e negli scioperi. Facevo la sindacalista, quanti ne ho portati in
manifestazione a Roma. Non potevo mancare qui. Mio marito, che aveva una
panetteria, è abituato». Non poteva mancare, Margherita, perché il figlio Luigi ha
rischiato la vita tre anni fa. Un incidente in moto, la corsa in quest' ospedale ancora
aperto. Lo hanno subito soccorso e intubato, prima del trasferimento al Policlinico di
Napoli. «I primi soccorsi li ha avuti qui, se non fosse stato così sarebbe morto perché
non ce l' avrebbe fatta ad arrivare a Napoli». Margherita come Mena. Anche lei ha la
sua storia, sull' ospedale: «Mio figlio ha dei problemi e devo spesso ricorrere al
pronto soccorso, arrivare a Benevento non è agevole». L' URNA Vengono in tanti, un
viavai di solidarietà, gente di tutti i Comuni vicini: Sant' Agata, Airola, Frasso, Telese.
Un grande scatolone di cartone fa da urna dove depositare le schede elettorali in
segno di protesta. Ce ne sono oltre 300 lì dentro. Arriva un signore e ne porta undici.
«Sono con voi» dice. Poi arriva «zì Pasquale», che porta altre sedie di plastica. «Sono
pensionato, invece di stare a perdere tempo al bar, mi rendo utile». Il primo giorno
di sospensione dello sciopero della fame nessuna ha voluto strafare: una mezza
cotoletta e un po' di formaggio. «Ce lo hanno raccomandato i medici, che dall'
ospedale ci visitavano una volta al giorno». Sciopero della fame sospeso, in attesa di
un incontro che il governatore De Luca ha annunciato per lunedì. Prima, ci sarà una
manifestazione delle donne ad Airola. Dice Mena: «Il prefetto Coppetta ci chiama
tutti i giorni, era preoccupato per lo sciopero della fame. Noi non cederemo,
rivogliamo il nostro ospedale in piena attività». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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05/04/2019                                                                                                                Pagina 15
                                                       Il Sannio
                                                                                                                          EAV: € 1.019
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             Ortopedia al 'Moscati' «Siamo un riferimento»

 «Primi nel Mezzogiorno per interventi su
 rotture del bacino, nel 2018 affrontati
 1300 ricoveri. E' tutta l' azienda ad aver
 cambiato marcia» Due giorni dedicati
 alle fratture della gamba. Il convegno al
 'San Giuseppe Moscati' di Avellino. Il
 primo incontro si svolto all' interno di un
 tir dotato di attrezzature d' avanguardia,
 sistemato nell' area parcheggio della
 Città Ospedaliera, alle spalle dell'
 ingresso principale. "E' un momento di
 confronto     importante,      di    crescita
 professionale - precisa Medici ad
 Irpinianews - che conferma come la
 nostra struttura sia diventata riferimento
 in ambito nazionale. L' incontro segue
 quello dello scorso novembre che
 coinvolse i principali esperti di fratture di
 bacino". Primario del reparto da
 settembre 2017, Medici ha visto crescere
 progressivamente numero di interventi e performance. Nel 2018 il reparto del
 Moscati è risultato il primo del Sud Italia per interventi per frat ture di bacino.
 Complessivamente ci sono stati circa 1300 ricoveri. "Abbiamo numeri importanti,
 soprattutto se consideriamo che poco meno dell' 80 per cento di fratture operate
 nelle prime 48 ore". Una performance ancora più rilevante se si pensa che si partiva
 dal 7 per cento. "E' tutta l' azienda ad aver cambiato marcia, con il coinvolgimento
 dei reparti di cardiologia, rianimazione e pronto soccorso. I risultati di oggi sono la
 conseguenza di un impegno straordinario da parte di tutto il personale. A distanza di
 pochi mesi dal mio insediamento - precisa Medici - la struttura si è anche dotato di
 un ortopedico H24, caso unico tra Benevento e Avellino. Credo sia un vanto per l'
 azienda ed una garanzia in più per i pazienti". All' interno del long vehicle si
 svolgeranno a ciclo continuo esercitazioni pratiche relative a strumentari e tecniche
 chirurgiche traumatologiche e si discuterà di casi clinici complessi. Il meeting
 proseguirà oggi, venerdì 5 aprile, con un convegno in aula magna (primo piano,
 settore B). Ad aprire i lavori, che inizieranno alle 9, saranno il direttore generale dell'
 Azienda 'Moscati', Angelo Percopo, il direttore sanitario, Maria Concetta Conte, e l'
 organizzatore, nonché direttore scientifico dell' evento, Medici. Esperti ortopedici
 interverranno poi per esaminare e discutere la letteratura e l' esperienza clinica
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secondo diverse prospettive, esplorando le possibili alternative di trattamento delle
varie tipologie di fratture articolari e condividendo le scelte adottate in determinati
casi e i dispositivi utilizzati durante gli interventi chirurgici.

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