Media Monitoring per 14-05-2018 - Rassegna stampa del 12-05-2018 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 Stanchi di essere invisibili: giornata della Fibriomalgia al Ruggi ..................................... 1 Dalla genetica le risposte per combattere il cancro ............................................................ 2 Infermieri, giornata internazionale ........................................................................................ 4 Ospedale, ultimatum dei sindacati ......................................................................................... 5 Presidio dei lavoratori in ospedale ......................................................................................... 6 Unire le centrali operative del 118 ......................................................................................... 7 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 9 «Il Martiri del Villa Malta scoppia, serve personale» .......................................................... 9 Il manager Asl Giordano: psichiatri «riformatori» lavoriamo sulla prevenzione .......... 10 In campo dopo aver sconfitto la malattia ............................................................................ 12 Sanità Campania ............................................................................................................................. 13 Aias, pazienti distribuiti in cinque centri della provincia ................................................. 13 Centro Erre, sì al concordato proposto da Neuromed ....................................................... 15 Cgil: trattativa o mobilitazione ............................................................................................. 17 Gli ospedali partenopei nel mirino della Corte dei Conti .................................................. 19 La Regione boccia i laboratori di analisi: «Inutili» ............................................................. 21 Maxi-tangente in ospedale tre in manette .......................................................................... 23 Pronto soccorso, i medici: serve un patto tra gli ospedali ............................................... 25 Punto di primo soccorso chiuso la notte Ora sette sindaci chiedono aiuto all'Asl ....... 27 Tagli al budget e rebus tariffe la giungla delle microstrutture ....................................... 28 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 30 «La leucemia si cura anche con il sorriso» .......................................................................... 30 «Opero i bimbi perché tornino a essere felici» ................................................................... 33 I bimbi salvati dal mare accolti e curati al Gaslini «Qui possono rinascere» ................ 35 I dati sul cancro svenduti alle società farmaceutiche ....................................................... 37 L' AZALEA DI UN MIRACOLO ITALIANO ................................................................................. 39 La sfida al cancro di Lucia «Ispirata dai miei gemelli» ...................................................... 41 Per l' autismo piani adeguati ................................................................................................. 43 Su ricerca e università aiutiamo i settori chiave ............................................................... 44
11/05/2018 salernotoday.it EAV: € 703 Lettori: 7.133 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Stanchi di essere invisibili: giornata della Fibriomalgia al Ruggi Stanchi di essere invisibili: giornata della Fibriomalgia al Ruggi „ Nota - Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday “STANCHI DI ESSERE INVISIBILI” E’ LO SLOGAN SCELTO DAL CFU-ITALIA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA FIBROMIALGIA. IL 12 MAGGIO GIORNATA PER SENSIBILIZZARE UNA MALATTIA CARATTERIZZATA DA DOLORE CRONICO DELL’ APPARATO MUSCOLO SCHELETRICO, ACCOMPAGNATA DA DISTURBI VEGETATIVI E FUNZIONALI, ALTAMENTE INVALIDANTE A LIVELLO PSICOFISICO, SOCIALE E LAVORATIVO CHE COLPISCE IN ITALIA CIRCA 2 MILIONI DI PERSONE, DI CUI IL 90 PER CENTO DONNE, RICONOSCIUTA DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ MA NON RICONOSCIUTA DAL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE. INFATTI LA FIBROMIALGIA, COSI COME L ‘ENCEFALOMIELITE MIALGICA E LA SENSIBILITA’ CHIMICA MULTIPLA NON E’ CONSIDERATA UNA MALATTIA. UNA RACCOLTA FIRME CON UN BANCHETTO INFORMATIVO, PRESSO L’OSPEDALE SAN LEONARDO “ RUGGI DI DIO E D’ARAGONA A SALERNO DA IL VIA ANCHE QUEST’ANNO ALLA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE DI CFU-CAMPANIA. L’INIZIATIVA E’ STATA CURATA DALLA REFERENTE REGIONALE ROSARIA DE VITIIS E DALLA REFERENTE PER SALERNO IMMA CARBONE. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 10 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Dalla genetica le risposte per combattere il cancro Rosita Sosto Archimio Nel 2017, in Italia, a 65.800 donne è stato diagnosticato un tumore alla mammella o agli organi riproduttivi. Il cancro al seno è il più diffuso: si stima che ne resti colpita una donna su 8, nell'arco della vita. Tuttavia, è la patologia per la quale, negli ultimi due decenni, la ricerca ha ottenuto i migliori risultati, portando la sopravvivenza a crescere dall'81% all'87%, a cinque anni dalla diagnosi. Un traguardo importante, ma ancora lontano dall'obiettivo del 100%. Superare la resistenza ai trattamenti e personalizzare la terapia delle pazienti colpite da tumore al seno è l'impegno di Alessandro Weisz , docente di Patologia generale all'Università di Salerno e coordinatore dell'equipe salernitana tra i 5.000 scienziati finanziati dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro che opera nel laboratorio di Medicina molecolare e genomica, per la ricerca sul carcinoma mammario. Com'è iniziata la sua collaborazione con AIRC, come referente della ricerca all'Università di Salerno? Oncologo di estrazione, nell'ambito della ricerca all'Unisa, seguo l'oncogenomica, branca della medicina che si interessa di raccogliere informazioni sulle cellule tumorali e sui loro comportamenti. In particolare, la ricerca verte sui fuochi di attacco per poter prevenire e curare il tumore della mammella. Da qui nasce il riferimento alla campagna AIRC. Quali sono i progressi della ricerca sul tumore al seno, messi in campo all'Unisa? Pur riuscendo ad agire efficacemente con la terapia, il problema del tumore alla mammella è che, a causa dell'elevata frequenza, ne rimane una frazione molto significativa, difficile da controllare dal punto di vista farmacologico e di prognosi. Nello specifico, resta molto da fare per il sottogruppo definito tumore triplo negativo, che colpisce soprattutto in giovane età, e per il carcinoma mammario metastatico, che oggi interessa circa 36.000 donne alle quali è necessario garantire una qualità di vita sempre migliore, con terapie specifiche. La ricerca, adesso, è focalizzata a sviluppare nuovi strumenti e nuove armi contro il tumore triplo negativo, le cui cellule non risultano sensibili ai cosiddetti farmaci a Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
bersaglio molecolare. Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, abbiamo rilevato un gene oncosoppressore (ESR2) ancora presente, capace di combattere l'insorgenza di tumori, insieme all'esistenza di farmaci, già in uso, che possono attivarlo. A tal proposito, AIRC ha finanziato un progetto, grazie al quale abbiamo identificato i meccanismi partner cellulari con cui questo gene funziona. La seconda fase prevede di entrare nel grande dettaglio, cercando di definire, con esattezza, come questo farmaco agisce. Lavorate pure su altro? Sì, anche sulla resistenza acquisita alle terapie endocrine utile in circa il 70% dei casi che sviluppa dei meccanismi di sopravvivenza, che determinano una ricaduta del tumore dopo un certo numero di anni dall'operazione, con la comparsa di metastasi ad altri organi. Osservando cosa avviene nei tumori quando somministriamo un farmaco, generalmente usato nel trattamento di una forma rara di leucemia, abbiamo scoperto ci sia un gene, definito epigenetico, che diventa un regolatore generale della funzione cellulare. Da studi approfonditi, abbiamo visto che può essere bloccata con effetti sorprendenti sul comportamento del tumore. È questa la nuova frontiera della terapia contro il cancro. Quanto contano le iniziative portate avanti da AIRC per finanziare la ricerca? Le applicazioni all'oncogenomica, in ambito medico, sono tantissime. Le campagne contro il cancro possono espandere molto la ricerca sul genoma tumorale, pertanto, il lavoro portato avanti da AIRC è da considerarsi fondamentale. Se i cittadini donano, AIRC può farsi garante di un progetto valido, approvato da un team di esperti a livello nazionale, che viene finanziato per essere seguito, dall'inizio alla fine. Ad AIRC, che ha sostenuto il primo progetto per l'Unisa, abbiamo proposto di concretizzare questo nuovo ponte, per i prossimi anni. Siamo molto ottimisti, ma abbiamo bisogno di supporto come ricercatori. Il cammino è lungo, ma stiamo lavorando in equipe, strenuamente, facendo grandi passi avanti. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 10 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Infermieri, giornata internazionale (s.d.n.) «Ogni persona lascia un'impronta. Noi infermieri la nostra impronta sul sistema salute». Con questo slogan si terrà questa mattina la giornata internazionale dell'infermiere anche a Salerno. Ad organizzare l'incontro al Polo Nautico sono stati l'Ordine delle professioni infermieristiche di Salerno e la Federazione nazionale di settore. Tema del convegno sarà il passaggio dal Collegio degli infermieri all'Ordine e quali cambiamenti questo comporterà. L'incontro inizierà alle 8.30 e vedrà lungo la giornata diversi protagonisti. Ad aprire i lavori Cosimo Cicia , presidente dell'Opi Salerno e componente comitato centrale Fnopi. Interverranno Antonio Giordano , direttore generale dell'Asl Salerno e Giuseppe Longo direttore generale dell'Azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona, Giovanni Gigantino consigliere Opi Salerno che terrà la relazione su esercizio professionale e competenze da Ipasvi a Opi. Seguiranno gli interventi dell'avvocato V incenzo Silvestri , consulente legale dell'Opi sulle disposizioni in materia di responsabilità come ordine professionale, e di Antonio Forgione , componente commissione libera professione della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche che relazionerà su libera professione prospettive presenti e future. All'incontro saranno presenti anche la Guardia di finanza, l'Ispettorato del lavoro e i carabinieri del Nas. È previsto anche l'intervento del sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e del presidente della Regione. Vincenzo De Luca . Seguiranno alcune testimonianze lavorative. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 34 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.346 Lettori: 133.364 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Ospedale, ultimatum dei sindacati Simona Chiariello Cava de' Tirreni. «Se non risponderanno alle nostre richieste, occuperemo le stanze dei dirigenti dell' Azienda Ospedaliere ed Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D' Aragona». Sale la tensione tra i sindacalisti della Cisl, che nonostante la convocazione della dirigenza del Ruggi per giovedi prossimo, lanciano un nuovo ultimatum. «Oggi (ieri per chi legge) avevamo proclamato lo stato di agitazione spiega Gaetano Biondino, rappresentante della Cisl e coordinatore dell' area chirurgica del Santa Maria dell' Olmo abbiamo ricevuto la convocazione per la settimana prossima ed abbiamo deciso di rinviarlo. Ma le nostre richieste restano immutate». Anzi, nella stessa giornata di ieri hanno lanciato un nuovo ultimatum. «Se le nostre richieste non saranno soddisfatte nell' immediato continua Biondino faranno bene a prendere i loro effetti personali dalle stanze della dirigenza perché procederemo con l' occupazione della dirigenza sanitaria ed amministrativa». Una giornata dal clima incandescente quella vissuta tra i corridoi del Santa Maria dell' Olmo e del Ruggi. Per ieri mattina il personale infermieristico aveva annunciato lo stato di agitazione. Ma nelle stesse ore è giunta la comunicazione della dirigenza per la convocazione delle rappresentanze sindacali per il giorno 17 maggio. Una nota che ha avuto, di fatto, un primo effetto e cioè il rinvio da parte dei sindacati dello stato di agitazione. «Abbiamo ritenuto opportuno farlo spiega Biondino ma le nostre richieste restano immutate». Nell' elenco delle richieste spicca l' avvio delle procedure per il reclutamento di personale per far fronte alle emergenze estive, erogazione delle quote di produttività residue relative agli anni 2015 e 2016, uniformità di trattamento per quanto attiene alle divise e alla reperibilità. Poi l' ultimatum: «Se non vengono accolte immediatamente le nostre richieste procederemo alla proclamazione dello stato di agitazione e all' occupazione della dirigenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 10 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Presidio dei lavoratori in ospedale (m.c.) Ieri è stato organizzato un piccolo presidio di lavoratori nel piazzale antistante l'edificio degli uffici amministrativi dell'ospedale Ruggi d'Aragona. L'iniziativa è stata sottotono anche perché i lavoratori confidano nell'incontro fissato con il dg,Giuseppe Longo , previsto a inizio settimana prima di valutare altre eventuali iniziative. A mostrare preoccupazione è stato un gruppo di operatori tecnici in gran parte coinvolti in passaggi societari tra ditte appaltatrici per i timori di possibili ricadute sul loro futuro occupazionale. C'è stato poi chi in particolare ha aderito per rivendicare scatti di livello e altri riconoscimenti rispetto alle singole posizioni lavorative. Il dg Longo si è impegnato a riceverli lunedì prossimo. Da tempo i dipendenti chiedono di essere ascoltati, per ottenere rivendicazioni contrattuali, economiche e organizzative nei singoli reparti, anche rispetto all'individuazione dei coordinatori, ma anche per verificare, tra le altre cose, se e quando arriverà nuovo personale in vista dell'approssimarsi del ferie estive per la copertura dei turni di lavoro. La preoccupazione è nata anche a causa delle decisioni assunte sui turni di lavoro dell'ospedale Fucito di Mercato San Severino e a farsi portavoce del disagio dei lavoratori sono stati i rappresentanti della Fials, Franco Leo e Armando Pallavicino , anche per l'eventualità che si profilino altre disposizioni simili al Ruggi o in altri presidi aziendali senza un preventivo accordo sindacale. In una nota indirizzata a Longo i sindacalisti hanno espresso perplessità perché a partire da martedì prossimo al Fucito scatterà «la pronta disponibilità notturna e festiva per garantire alle unità operative (i reparti, ndr) le attività inerenti al profilo dell'operatore socio sanitario e tecnico». Provvedimento che riguarda circa una ventina di unità. Premesso che «da sempre denunciamo una cronica carenza di operatori in tutti i presidi dell'Azienda Ruggi scrive la Fials con la decisione assunta l' Azienda palesa che la dotazione organica del personale non è sufficiente». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 6 EAV: € 1.197 Lettori: 29.750 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Unire le centrali operative del 118 SANITÀ / In tal modo si arriverebbe ad avere una copertura ottimale, personale qualificato, maggiore aderenza ai protocolli previsti in materia Secondo la Uil fp un coordinamente funzionale migliorerebbe il servizio ai cittadini sul territorio "Unire funzionalmente le centrali operative del 118 di Salerno e Vallo della Lucania". A lanciar eil suggerimento è la Uil Fpl provinciale. In tal modo si avrebbe un copertura ottimale di tutto il territorio provinciale con operatori già preparati e perfettamente conoscitori dei territori stessi, l' internalizzazione del servizio con personale dipendente cui affidare la gestione completa del servizio 118 e trasporto infermi, maggiore aderenza ai protocolli operativi, già in auge in altre regioni italiane, grazie alla esclusività del personale immesso nel circuito dell' emergenza-urgenza. Una riflessione che ora dovrebbe essere vagliata da chi di competenza.«Se si vanno a sommare le chiamate processate dalle due centrali arriviamo al totale di 144.844 chiamate nel Salernitano - hanno detto spiegato Donato Salvato, segretario generale della Uil Fpl Salerno, e Biagio Tomasco, segretario provinciale della Uil Fpl provinciale - Questo numero rappresenterebbe quello che sarà il carico di lavoro dei lavoratori della centrale unificata, un numero enorme che con le attuali forze a disposizione non potrebbe in alcun modo essere gestito in termini di efficacia ed efficienza. A tanto si aggiunge che il personale operante a Vallo della Lucania, come quello di Salerno, non potrebbe essere trasferito di sede sia nel caso di allocazione della centrale vallese, sia nel caso di allocazione nella sede di Salerno, e tanto perché in ambedue i casi si supererebbe abbondantemente il limite dei 50 chilometri imposto dal decreto di riforma della Pubblica amministrazione diffuso in Gazzetta Ufficiale il 24 giugno 2014".Per il sindacato, infatti, la distanza tra Vallo della Lucania e Salerno è di 66 chilometri in linea d' aria e di 89 chilometri su strada e, pertanto, rimane l' estrema necessità di organizzare un servizio fondamentale per la sopravvivenza stessa delle reti tempo dipendenti, che possa in un certo qual modo portare l' Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ospedale al cittadino infortunato e non l' infortunato all' ospedale, considerando il presidio non quello più vicino ma quello più attrezzato e più conge niale al paziente stesso. «Sono numeri che ben aderiscono alla nostra realtà e che potrebbero essere implementati dalla chiusura di una delle due centrali insistenti sul territorio salernitano, nel mentre, se solo si volesse dare un' inversione di tendenza netta e decisa, si potrebbe far ricorso ad un' idea rivoluzionaria che si vada ad inserire nel solco tracciato dalla Legge regionale del 18 maggio 2016». Per Tomasco e Salvato, dunque, l' idea sarebbe di unificare "funzionalmente" le due centrali operative operanti sul territorio, attraverso l' adozione di protocolli operativi condivisi ed univoci su tutto il territorio, che si interfaccino con il sistema delle reti tempo dipendenti e si serva di personale dedicato per il servizio 118 ed il trasporto secondario totalmente dipendente dell' Asl Salerno. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 34 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.601 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia «Il Martiri del Villa Malta scoppia, serve personale» Rossella Liguori Sarno Un manifesto di padre Maurizio Albano sul presidio sanitario SARNO. «Quando arriveranno i nuovi operatori sanitari? Come sempre soltanto promesse!» A parlare è Padre Maurizio Albano cappellano dell' ex ospedale Villa Malta, da sempre in prima linea con il suo comitato nel post frana per la costruzione del nuovo ospedale. Padre Maurizio mette in fila diversi interrogativi che nascono dalla ormai fisiologica carenza di personale al Martiri del Villa Malta di via Sarno Striano. Una struttura imponente, con apparecchiature di ultima generazione, dove pare far fatica a funzionare tutto quotidianamente. La criticità maggiore la vive il pronto soccorso con innumerevoli ingressi, quasi il doppio rispetto alla reale portata di intervento degli operatori a disposizione. L' insufficienza di personale si sente in quasi tutti i reparti, alcuni dei quali già in passato sono stati costretti a limitare i posti letto proprio per impossibilità di garantire efficienza. È lapidario Padre Maurizio che chiede risposte alle istituzioni, ai vertici dell' Asl, e soprattutto tempi certi circa l' implementazione di personale, garantito mesi fa. Operatori che ancora si attendono. «Abbiamo tanto sofferto per i 137 cittadini sarnesi e 5 operatori sanitari sepolti dal fango, per la devastazione dell' ospedale Villa Malta si legge in una nota a firma del frate, divenuta anche un manifesto affisso per le strade cittadine - Abbiamo lottato e rischiato noi del comitato con voi tutti cittadini per la costruzione del nuovo ospedale, che ha segnato certamente la rinascita della sanità nella città di Sarno. Ora, purtroppo, torniamo a soffrire perché il nosocomio non offre più un servizio, non dico poco efficiente, ma neppure sufficiente a causa della carenza del personale sanitario. Quando arriveranno i nuovi operatori sanitari che erano stati garantiti? Attendiamo risposte con i fatti». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 32 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 10.267 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Il manager Asl Giordano: psichiatri «riformatori» lavoriamo sulla prevenzione Sabino Russo «Modulare la rete dei servizi dedicati alla salute mentale alle evidenze scientifiche che provengono dal territorio, differenziando l' offerta assistenziale, per favorire le attività di prevenzione». A 40 anni dalla legge Basaglia, che diede il via allo smantellamento manicomi, l' Asl di Salerno apre le porte dell' ex ospedale psichiatrico di Nocera Inferiore, con una tre giorni di mostre ed esposizioni, e ricorda l' azione messa in campo nell' Agro dalo psichiatra Sergio Piro, indicando la mission per il futuro. Presenti il manager Antonio Giordano, il direttore del dipartimento Giulio Corrivetti, l' omologo dell' Asl Napoli 2 Walter Di Munzio, il sindaco di Nocera Manlio Torquato, Antonio Oddati, direttore generale per l' Università, la ricerca e l' innovazione della Regione e la presidente della fondazione Cerps Giuseppina Salomone. Nata nel 2000, con la volontà di restituire la realtà strutturale dell' ex ospedale psichiatrico Vittorio Emanuele II di Nocera, uno dei maggiori manicomi dell' Italia meridionale, la fondazione ha acquisito negli anni il patrimonio della biblioteca, dell' archivio e le cartelle cliniche dell' ex ospedale psichiatrico, oltre a recuperare tutto il patrimonio culturale e la produzione scientifica del Centro ricerche sulla psichiatria di Napoli, costituito nel 1978 da Sergio Piro, che ha avuto tanta parte nella storia della nuova assistenza psichiatrica in Campania. Proprio Piro, che era direttore dell' ospedale psichiatrico di Materdomini, fu il primo al Sud ad aprire le porte di un manicomio, avviando tutta una serie di attività per i pazienti, prima ammucchiati giorno e notte in camere maleodoranti, dove erano finiti perché la società li costringeva all' esclusione più totale. Nel gennaio del 69, le foto fatte in quell' ospedale psichiatrico da Luciano D' Alessandro furono pubblicate nel libro «Gli Esclusi», che introdotto da una coraggiosa e rigorosa analisi politica di Sergio Piro divenne nel tempo uno Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
strumento di lotta contro l' istituzione manicomiale. «La legge Basaglia non è stata solo la liberazione dei pazzi, ma la risposta di una società che voleva abbattere l' ordinamento sociale esistente allora, modificando le dinamiche umane del tempo evidenzia il manager dell' Asl Giordano Gli psichiatri sono per me rivoluzionari operativi, che hanno consentito un cambiamento organizzativo e di approccio. La mission dell' Asl è anche prevenire e non affrontare solo le malattie conclamate. Il numero di persone che accede ai nostri servizi è preoccupante, ma va letto anche positivamente, perché questi contatti rappresentano anche una azione di prevenzione». Quello umano è considerato, da più parti, un cervello sociale, influenzato fortemente dall' ambiente circostante. Diventa, quindi, fondamentale prevenire i possibili fattori di rischio. Nel corso degli ultimi 40 anni non solo è cambiato l' atteggiamento di paura nei confronti della follia, così come verso l' esclusione sociale, ma sono state rinnovate anche le politiche del confronto. Nei vecchi manicomi, infatti, tutto era uguale, rendendo difficile anche la differenziazione dell' epidemiologia. «Prima il problema follia era unico spiega Corrivetti Da lì è partita l' esigenza di guardare diversamente alla cronicità. Oggi tutti i nostri servizi si stanno attrezzando per assistere i giovani. Vogliamo restituire una rete rinnovata e indirizzata alle esigenze che emergono». «Siamo ancora in un cantiere aperto chiosa Di Munzio La riforma del '78 è stata disconfermata, perché ci prendiamo cura di pezzi di popolazione, per prevenire, non per costruire ospedali. Abbiamo perso una occasione, perché non abbiamo mantenuto una organizzazione di tipo comunitario». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 10 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia In campo dopo aver sconfitto la malattia Una rosa di 12 ragazzi in rappresentanza della Campania partecipa oggi alla seconda edizione della Winners Cup, un torneo di calcio appoggiato dalla F.C. Internazionale, che vede coinvolti pazienti ed ex oncologici tra i 14 e i 25 anni. L'appuntamento, che coinvolge 250 adolescenti, è sui campi del Centro Sportivo Suning, alla periferia nord di Milano. La squadra campana è composta da dieci ragazzi e due quote rosa. Tra questi, due sono di Scafati. Sono tutti guariti dal cancro, tranne un giovane ancora in terapia che ha fatto di tutto perché il medico gli concedesse questa partita. Il loro nome è Vesuviani Open, che richiama il simbolo della Campania ma che è anche sinonimo di forza. E poi un marchio stampato sul petto, quello dell'araba fenice, emblema della rinascita. Infine Open come Oncologia pediatrica e neuroblastoma, l'associazione salernitana l'associazione salernitana nata nel 2003 per volere di genitori di bambini e adolescenti malati di cancro e di medici impegnati a combattere contro queste patologie. «I ragazzi non vedevano l'ora di scendere in campo- racconta il presidente Open Annamaria Alfani e noi siamo molto felici di accompagnarli in questa meravigliosa esperienza, un'occasione per raccontare la vita, raccontare che sono vivi. Credo non ci sia cosa più bella che vederli giocare tutti insieme sotto lo stesso cielo». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 29 EAV: € 7.254 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Aias, pazienti distribuiti in cinque centri della provincia Antonello Plati La vertenza Via libera al piano in Prefettura garantita continuità assistenziale nessun rischio per il personale Un' altra giornata di passione per i lavoratori e, questa volta, anche per i pazienti dell' Aias di Avellino. Dopo la svolta di giovedì - con lo sblocco delle risorse per pagare 4 delle 11 mensilità arretrate dovute al personale - ieri, sempre dalla prefettura - buone nuove. Infatti, a tre mesi dalla chiusura della sede di via Morelli e Silvati, disposta dalla Procura a margine di un' ispezione del Nas dei carabinieri, trovano una sistemazione i 290 assistiti e i 56 tra terapisti e impiegati amministrativi (dei quali 36 assunti a tempo indeterminato e 20 liberi professionisti). L' Asl ha individuato 5 strutture - Centro «Insieme» di Avellino, «Fkt» di Lauro, «Le ville» di Montefalcione, «Don Orione» di Savignano e la Congregazione delle apostole della redenzione di Prata Principato Ultra - oltre ai presidi Aias di Calitri e Nusco. Ai disabili, anche in base alla distanza dal luogo di residenza, è stata data la possibilità di scegliere dove continuare le cure: il personale sarà ripartito secondo le esigenze assistenziali. «Non ci saranno esuberi», assicura il segretario della Funzione pubblica Cgil Marco D' Acunto che con i suoi omologhi di Uil, Antonio Spagnuolo, e Ugl, Costantino Vassiliadis, ha incontrato la manager dell' Asl, Maria Morgante, i commissari provinciali Aias, Maurizio Arci e Remo Del Genio, e i rappresentanti delle altre strutture. «Tutti hanno dato la propria disponibilità ad assumere i lavoratori dell' Aias di Avellino», ribadisce D' Acunto. «È questo - prosegue - l' obiettivo che ci eravamo prefissi dopo la chiusura di febbraio». Ma il lavoro prosegue: «L' Asl - spiega il sindacalista - ha fornito la lista dei pazienti assegnati ai diversi centri di riabilitazione e in base a ciò valuteremo la sistemazione dei dipendenti. Da lunedì incontreremo i responsabili sanitari per definire il piano di rientro». Chiusa lo scorso 13 febbraio per carenze igienico-sanitarie e sotto il profilo della sicurezza, all' Aias di Avellino sono state, di conseguenza, revocate sia l' Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
autorizzazione amministrativa sia l' accreditamento regionale: entrambi i provvedimenti sono oggetto di un ricorso al Tar di Salerno. Inoltre, la vicenda è legata alla sorte dell' associazione «Noi con loro», al centro di un' inchiesta per una presunta distrazione di fondi pubblici in favore di società terze, proprietaria dell' immobile di via Morelli e Silvati realizzato, dopo la stipula di una convezione, su un suolo comunale. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 28 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 6.803 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Centro Erre, sì al concordato proposto da Neuromed Giuseppe Piscitelli S. Agata de' Goti SANT' AGATA DE' GOTI. Arriva dal tribunale di Benevento l' auspicata svolta positiva per l' annosa vicenda del Cento Medico Erre, struttura sanitaria privata, di diagnostica e riabilitazione. La sezione fallimentare del Tribunale ha emesso il decreto di apertura della procedura di concordato preventivo proposto nel Piano industriale di risanamento del Cmr, di ben 83 pagine, presentato il 14 dicembre scorso dalla Neuromed, azienda potenziale acquirente, proprietaria di altre 18 strutture sanitarie in tutta Italia e titolare di un centro di rilevanza nazionale e di altissima specializzazione nel campo della neurochirurgia, neurologia e neuroriabilitazione a Pozzilli di Isernia. Ha inoltre ordinato la convocazione dei creditori per il giorno 4 ottobre prossimo, quindi le altre aziende concorrenti interessate possono presentare proposte migliorative di quella della Neuromed entro il 4 settembre. Se esse non saranno formulate, sarà la Neuromed, con un fatturato di 66 milioni di euro annui, a subentrare al Cmr e a porre la parola fine ad un caso dai risvolti sociali, in alcuni casi, drammatici. «L' atto del Tribunale evita il fallimento del Cmr e come sindacato - dichiara Pompeo Taddeo della Cgil - non possiamo non ritenerci soddisfatti del buon lavoro svolto dalla magistratura, perché sono stati tutelati i 165 dipendenti del Cmr, oltre all' indotto, con i loro diritti, pregressi ed attuali. Si è rischiato per anni di perdere l' accreditamento annuale da parte della Regione di fondi ammontanti a 8milioni e 700mila euro. Ora finalmente s' intravede la luce all' uscita dal tunnel della crisi. I lavoratori del Cmr stanno percependo regolarmente lo stipendio mensile dall' autorizzazione al concordato preventivo, del 23 novembre del 2016, ma rivendicano le mensilità arretrate». L' autorizzazione al concordato preventivo in continuità di attività, con blocco dei debiti nei confronti dei creditori, fu concessa il 23 novembre del 2016. A giugno dello scorso anno la Neuromed esplicitò l' interesse a rimodulare il piano industriale presentato dal Cmr nel mese di marzo, un piano Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
inconsistente e mai dichiarato fattibile dal Tribunale fallimentare. La Neuromed intende portare il Cmr nel 2020 ad incrementare il fatturato del 30% con un efficientamento che riequilibri il costo del personale e rileverebbe il 90 per cento della società, mentre il restante 10 per cento resterebbe nelle mani degli attuali proprietari. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 4 Argomento: Sanità Campania Cgil: trattativa o mobilitazione NAPOLI. La Cgil Campania rilancia sui temi della sanità e chiede al governatore De Luca «l'immediata convocazione del tavolo regionale, così come pattuito con il protocollo d'intesa sottoscritto dal presidente e dalle organizzazioni sindacali confederali». Senza il quale il sindacato chiamerà alla mobilitazione generale il settore. In una lettera inviata al presidente della Giunta e al direttore generale Tutela della Salute, Postiglione, la Cgil intende chiarire in particolare «l'assegnazione di risorse aggiuntive alla ospedalità privata per incentivare l'alta specialità inficia quanto sostenuto nel piano ospedaliero, squilibrando ulteriormente il rapporto tra pubblico e privato e continuando a sottrarre al pubblico pezzi importanti di assistenza». La Cgil, poi, interviene in maniera decisa sui diritti del lavoratori, in special modo quelli salariali, sui quali «il presidente ed il direttore generale hanno dichiarato di non essere competenti, adducendo a pretesto la carenza di una normativa nazionale». Spetta alla Regione, sottolinea invece la Cgil, inserire negli accreditamenti «norme per la tutela del lavoro e della sua qualità, a partire dal rispetto dei Contratti Collettivi Nazionali e delle retribuzioni dei lavoratori ». Altre regioni italiane, viene fatto notare dalla segreteria della Cgil campana, hanno rotto le convenzioni con le strutture private che non hanno tenuto conto di quanto previsto dai contratti nazionali. In questo contesto, la Campania è fanalino di coda. La Cgil, inoltre, pone l'accento sull'assegnazione di «ulteriori 6 milioni di euro al comparto della riabilitazione, per incentivare le pratiche della domiciliarizzazione delle terapie e alla progressiva dismissione dei semiconvitti: ciò senza una preventiva organizzazione delle prestazioni sociosanitarie e senza un controllo sulle pratiche di subappalto ed esternalizzazione che si concentrano proprio nella assistenza domiciliare. Anche in questo caso - ricorda la Cgil - svariate sono state le nostre denunce nel corso degli anni rispetto a contratti pirata e prestazioni retribuite con tariffe da schiavismo». In mancanza di una convocazione Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
repentina e a salvaguardia dei cittadini, che hanno diritto ad una adeguata tutela della salute - conclude la Cgil - lanceremo una mobilitazione aperta a tutti quelli che come noi pensano che sia terminato il tempo della narrazione e che sia necessario rispondere ai bisogni dei cittadini campani e non a quelli delle lobby». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 5 Argomento: Sanità Campania Gli ospedali partenopei nel mirino della Corte dei Conti NAPOLI. Gli straordinari dei dipendenti dell'Asl Napoli 1 finiscono nel mirino della Corte dei Conti, che ora indagherà su tutti i documenti recuperati in queste ore relativamente alle ore di lavoro di tutti i dipendenti degli ospedali partenopei, sia quelli sanitari, medici e infermieri, sia quelli amministativi. La magistratura contabile ha già recuperato tutti i documenti per far partire indagini e controlli. Nei giorni scorsi, infatti, la Guardia di Finanza si è rivolta a tutti i dirigenti delle strutture degli otto ospedali napoletani per poi andare a prendere tutta la documentazione delle strutture ospedaliere partenopee relative alle ore di straordinario effettuate dai dipendenti negli ultimi anni. Nel mirino della magistratura contabile, come anticipato da Repubblica, c'è in particolare il triennio 2014-16. SEGNALAZIONI DI IRREGOLARITÁ. I problemi nascono tutti dai soliti debiti che hanno i conti sanitari campani. Il piano di rientro della Regione limita le spese e tutti i poli sanitari campani vivono da tempo con l'incubo del blocco del turn-over, cioè l'impossibilità di sostituire il personale andato in pensione. Così i carichi di lavoro per i dipendenti degli ospedali napoletani diventano sempre più pesanti e spesso si è costretti a chiedere più straordinari ai dipendenti. Ciò che ora è nel mirino della Corte dei Conti è il pagamento di questo surplus di ore che si sono sobborcati alcuni dipendenti. Ogni anno, infatti, viene concessa in deroga un badget alle singole strutture per utilizzare o straordinario, così da sopperire alle carenze d'ordianico. Bisogna, però, rispettare alcuni limiti e verificare che lo straordinario sia davvero l'unica soluzione. Questo verificherà la Corte dei Conti. L'indagine sarebbe nata da alcune segnalazioni di irregolarità relativamente al pagamento degli straordinari. L'indagine, coordinata dal viceprocuratore generale Saverio Galasso, è nelle fasi preliminari, ma con l'arrivo della documentazione prelevata dalle fiamme gialle negli ospedali, si dovrebbe entrare nella fase più calda dell'indagine. Nel frattempo procedono gli accertamenti, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
delegati al nucle polizia economico-finanziaria del gruppo Tutela spesa pubblica. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 32 EAV: € 10.024 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania La Regione boccia i laboratori di analisi: «Inutili» Fulvio Scarlata La sanità, le scelte Il governatore a ospedali pubblici e Asl: «Serve il 30 per cento in più di esami diagnostici» «Elimineremo alcune prestazioni inutili, come le analisi di laboratorio che servivano solo a fare soldi non a dare prestazioni utili»: Vincenzo De Luca torna sull' accordo con i centri privati convenzionati e sul contratto biennale per porre ordine con un mondo che rappresenta «il 30% della sanità campana». Fin dalla presentazione di questo documento, giovedì scorso, era apparso chiaro che la scelta premiava le case di cura e centri di riabilitazione mentre la specialistica ambulatoriale riceveva più finanziamenti solo per alcuni settori, come gli interventi salvavita, ma non per la miriade di laboratori di analisi. La svolta nella sanità è nel nuovo rapporto tra la Regione e i centri privati con contratti biennali, maggiori fondi per 50 milioni, la fine dei tetti di spesa sforati ogni anno facendo pagare ai cittadini le prestazioni. E l' obbligo di non aprire contenziosi con Palazzo Santa Lucia. «Abbiamo fatto un passo in avanti gigantesco - spiega Vincenzo De Luca su LiraTv - perché diamo certezze al comparto privato. E liberiamo la sanità da un' economia del parassitismo, delle cause intentate alla Regione, del contenzioso infinito con la cessione di crediti a società specializzate. Ci sono studi di avvocati che vivono solo per far causa alla Regione. Abbiamo chiuso con questo mondo». Il governatore spiega che non è stato facile trovare i 50 milioni destinati a incrementare il fondo per la sanità privata «perché siamo commissariati e dobbiamo ricevere l' autorizzazione al ministero dell' Economia». Alle case di cura convenzionate vanno 35 milioni. I centri di riabilitazione ottengono sei milioni in più con la certezza dei pagamenti e l' obbligo di eliminare le riabilitazioni di lungo periodo per accorciare le liste di attesa. Il conflitto si apre con la specialistica ambulatoriale. Il settore ottiene 7,7 di maggiori fondi che, però, andranno «a interventi salvavita, come la dialisi e la radioterapia - dice De Luca - Elimineremo Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
alcune prestazioni inutili, come le analisi di laboratorio che servivano solo a fare soldi ai privati». La scelta, già giovedì, aveva provocato una reazione durissima di Federlab Italia, che raggruppa 700 centri ambulatoriali, che aveva attaccato il governatore e i suoi «mirabolanti obiettivi» dicendo di non aver firmato nulla. Più cauta la posizione dell' Aspat, con 324 strutture associate, che in una nota sottolineava che «non c' è nessuna adesione al provvedimento di De Luca». Di fatto si va ad uno scontro a tutto campo. Subito la Regione aveva fatto sapere che il contratto proposto da De Luca era in qualità di commissario governativo e perciò non soggetto a contrattazione: «O si adeguano o sono fuori». Il mancato accordo con i laboratori privati dipende da un empasse legato ad una legge nazionale che impone un numero minimo di prestazioni per poter accedere al convenzionamento, una base che raggiungono solo i grandi centri di analisi privati e non la miriade di piccoli laboratori campani che si sarebbero dovuti accorpare. Dopo quasi un anno di stallo, De Luca non solo rompe il dialogo con questo settore ma lo sfida apertamente con la sanità pubblica. E l' ordine dato ad Asl e ospedali è di incrementare del 30% i servizi come analisi del sangue e radiologia per competere con i privati. Resta aperto il fronte con i dipendenti della sanità privata. La Cgil chiede a De Luca un confronto immediato «così come pattuito con il protocollo d' intesa sottoscritto. Spetta alla Regione tutelare i lavoratori dei centri privati facendo rispettare i contratti nazionali e le retribuzioni dei lavoratori. Altre Regioni hanno rotto le convenzioni con le strutture private che non rispettano i contratti nazionali». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 34 EAV: € 9.545 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Maxi-tangente in ospedale tre in manette Leandro Del Gaudio Appalti e indagini «Tu sai come comportarti, allo stesso modo dell' altra volta». E ancora frasi del tipo: «Così ci fai prendere collera, ricordati che devi uscire con la moglie e con i bambini, è vero?». Minacce esplicite, il volto violento del racket. Un imprenditore preso di mira, dopo aver ottenuto un appalto per i lavori di adeguamento alle normative antincendio del presidio ospedaliero di Pozzuoli Santa Maria delle Grazie. Ospedali nel mirino, o meglio, imprenditori taglieggiati, costretti a versare la quota del 5 per cento dell' ammontare complessivo dell' appalto nelle mani della camorra. Che offre sconti, concede qualche deroga, almeno sulle prime si mostra comprensiva, fino all' atto conclusivo di un copione già scritto: «Devi uscire con moglie e figli, vero?». È in questo scenario che vengono arrestati Ferdinando Longobardo, fratello del capoclan al momento detenuto; Salvatore Carullo (genero del boss) e Marco Vaccaro, appartenente alla fazione quartese del clan Longobardi. Ma andiamo con ordine, a ripercorrere le accuse mosse dal pm anticamorra Gloria Sanseverino, al termine degli accertamenti di pg condotti dai carabinieri della prima sezione del nucleo investigativo di Napoli: Longobardo e Carullo sono ritenuti responsabili del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di Luigi Guardascione, titolare di un centro scommesse intralot nel comune di Pozzuoli. Stando alla ricostruzione della Dda di Napoli, si tratta di una estorsione di 400 euro mensili per i videopoker. Ma non è tutto. Francesco Longobardo è ritenuto responsabile, in concorso con Marco Vaccoro, di una presunta tentata estorsione, sempre con l' aggravante del fine mafioso, nei confronti dell' imprenditore Nicola Zazzaro. Si tratta di un altro filone di indagine, che punta a fare chiarezza sui rapporti tra clan, imprese e l' amministrazione di ospedali e presidi della sanità napoletana. Sotto i riflettori finisce così una tangente da 80mila euro, dopo una richiesta di 150mila euro, su un appalto complessivo di 3 Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
milioni e 500mila euro. Nicola Zazzaro è amministratore e socio della Zeta srl, (impresa edile specializzata nel settore industriale e edilizia sanitaria pubblica), una società per altro associata all' unione industriale di Napoli, ma anche all' associazione nazionale dei costruttori. Intercettazioni, servizi di appostamento, quanto basta - nell' ottica della Procura di Napoli - a spiccare un provvedimento di fermo, in uno scenario segnato proprio da un crescendo di pressioni. A far scattare gli arresti, in questo caso sono stati i particolari della vita privata dell' imprenditore. Una volta al cospetto del boss, l' imprenditore ha cercato di prendere tempo. Poi lo stesso Longobardo ha dato la stura a una sorta di copione: prima ha ripercorso tutti i suoi problemi giudiziari, con gli anni di carcere alle spalle, fino a mostrarsi morbido di fronte alle richieste di sconti. Poi minacce sempre meno velate: Longobardo era a conoscenza dell' orario degli spostamenti dell' imprenditore e della propria famiglia, ma anche delle condizioni di salute del padre. Infine, dell' ammontare complessivo dell' appalto finito al centro degli appetiti criminali. Ieri pomeriggio scadeva una sorta di ultimatum: bisognava consegnare una rata da diecimila euro, una sorta di acconto rispetto a una tangente da 80mila euro, «sempre per non farci prendere collera». Un' indagine che conferma, almeno in attesa delle valutazioni del gip, il radicamento di un gruppo criminale da almeno tre decenni al centro delle informative antimafia della zona. Inchiesta che ora attende gli esiti di altre verifiche, al termine di un lungo servizio di appostamento svolto dai carabinieri per conto della Dda di Napoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 26 EAV: € 8.252 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Pronto soccorso, i medici: serve un patto tra gli ospedali Antonello Plati La sanità L' assistenza «Per decongestionare il Pronto soccorso della città ospedaliera, è necessario potenziare l' offerta sanitaria territoriale, sia in Alta sia in Bassa Irpinia, e creare le condizioni per una maggiore collaborazione tra i medici di base». L' appello, indirizzato per competenza alla manager dell' Asl Maria Morgante, è del presidente dell' Ordine dei medici di Avellino, Francesco Sellitto, che ieri ha presentato, presso la sede di via Circumvallazione, la campagna pubblicitaria nazionale per contrastare e sfatare le fake news in ambito sanitario sempre più diffuse soprattutto in rete. «L' Asl ha rielaborato tutta la materia e messo in cantiere diversi progetti che riguardano i presidi ospedalieri di Ariano Irpino, Bisaccia e Sant' Angelo dei Lombardi»,ricorda Sellitto. «Tuttavia prosegue è ancora troppo poco: basta fare un giro in un giorno qualsiasi al Pronto soccorso di Contrada Amoretta per rendersi contro della condizione di grande difficoltà con persone costrette a restare negli spazi di prima emergenza e osservazione fino a una settimana prima di essere trasferite in reparto. Circostanze simili dimostrano che qualcosa nel filtro non funziona. Quindi ribadisce Sellitto è indispensabile investire sulle associazioni dei medici di base. Inoltre, la Regione dovrebbe investire sul nosocomio di Nola, al confine tra Napoli e Avellino, perché da quell' area moltissima gente preferisce farsi curare al Moscati». Non manca un passaggio anche sugli Ospedali riuniti di Avellino e Solofra: «Con l' accorpamento, effettivo da ottobre, gli standard miglioreranno: è un ottima cosa anche in vista del derby con il Rummo di Benevento per l' attribuzione del Dea di secondo livello». Da un' emergenza all' altra, il presidente dell' Ordine illustra la campagna «Una bufala ci seppellirà» al via lunedì prossimo e lanciata dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) per combattere le bufale che circolano sui siti internet. «Non mi hanno vaccinato per paura dell' autismo», «Avevo acquistato sul web un farmaco Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
miracoloso», «Ho curato il cancro con il bicarbonato di sodio»: sono questi alcuni degli epitaffi che, sovrastati da una croce, campeggiano su altrettante lapidi nei manifesti che saranno affissi nelle strutture sanitarie irpine. «Diffidate delle bufale sul web. Chiedete sempre al medico»: è l' invito di Sellitto. «La campagna - aggiunge - intende sensibilizzare l' opinione pubblica e combattere un fenomeno, quello delle notizie false, sempre più preoccupante e in costante crescita che può mettere a repentaglio la vita dei cittadini. È un' iniziativa che con toni secchi ed efficaci mette in guardia dai pericoli delle cure pubblicizzate in maniera allettante», conclude il presidente dell' Ordine dei medici. A differenza delle altre 30 province che hanno aderito, nella nostra non compariranno i manifesti 6 metri per 3 in strada, ma soltanto locandine in ospedali, ambulatori, laboratori e studi medici. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12/05/2018 Pagina 23 Argomento: Sanità Campania Punto di primo soccorso chiuso la notte Ora sette sindaci chiedono aiuto all'Asl Un documento firmato da sette sindaci per chiedere al Direttore Generale dell'Asl Napoli 3 Sud, la dottoressa Antonietta Costantini, di revocare la disposizione della Direzione Generale con la quale viene stabilito di limitare alla sola turnazione 8-20 lo Psaut dell'Ospedale Cav. R. Apicella di Pollena Trocchia, unico punto di emergenza pubblica esistente su questa parte della provincia napoletana. Francesco Pinto, Vincenzo Fiengo, Gioacchino Madonna, Salvatore Sannino, Raffaele Abete, Salvatore Di Sarno e Luca Capasso: questi i primi cittadini rispettivamente di Pollena Trocchia, Cercola, Massa di Somma, San Sebastiano al Vesuvio, Sant'Anastasia, Somma Vesuviana e Ottaviano che hanno apposto la loro firma in calce alla richiesta che vuole scongiurare l'eliminazione del servizio nelle ore notturne dello Psaut di Pollena Trocchia. «È indispensabile un'azione tesa a razionalizzare le risorse per far funzionare in maniera efficiente le strutture presenti, al fine di renderle perfettamente attrezzate e capaci di rispondere alla domanda assistenziale dei cittadini, ponendoli nelle condizioni di non dover ricorrere alla mobilità sanitaria passiva extra-aziendale ed extraregionale» hanno scritto i sindaci nel documento inviato nelle scorse ore, chiedendo «di utilizzare al meglio le eccellenze ed i reparti delle strutture pubbliche a beneficio della salute pubblica dei cittadini, potenziando e non indebolendo strutture come lo PSAUT e i servizi e i reparti del Presidio Ospedaliero Cav. R. Apicella, con il potenziamento di attività essenziali quali radiologia e laboratorio di analisi, organizzandoli con presenza attiva h24». In effetti la chiusura di alcuni reparti e del Pronto Soccorso dell'Ospedale Apicella ha già creato enormi disagi alle comunità rimaste prive di un importante momento di assistenza ospedaliera, oltre ad aver ulteriormente aggravato la già precaria situazione del Presidio Ospedaliero di Nola. Ora, l'eliminazione del turno notturno dello Psaut renderebbe ancor più difficile la situazione del Presidio Ospedaliero di Pollena Trocchia, che ha un bacino potenziale di utenza di oltre 200mila abitanti e che, quindi, in base al Regolamento per gli Standard Ospedalieri dovrebbe essere individuato almeno come Presidio Ospedaliero di base. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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