Media Monitoring per 14-05-2018 - Rassegna stampa del 12-05-2018 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...

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14-05-2018

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 12-05-2018
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
   Stanchi di essere invisibili: giornata della Fibriomalgia al Ruggi ..................................... 1
   Dalla genetica le risposte per combattere il cancro ............................................................ 2
   Infermieri, giornata internazionale ........................................................................................ 4
   Ospedale, ultimatum dei sindacati ......................................................................................... 5
   Presidio dei lavoratori in ospedale ......................................................................................... 6
   Unire le centrali operative del 118 ......................................................................................... 7
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 9
   «Il Martiri del Villa Malta scoppia, serve personale» .......................................................... 9
   Il manager Asl Giordano: psichiatri «riformatori» lavoriamo sulla prevenzione .......... 10
   In campo dopo aver sconfitto la malattia ............................................................................ 12
Sanità Campania ............................................................................................................................. 13
   Aias, pazienti distribuiti in cinque centri della provincia ................................................. 13
   Centro Erre, sì al concordato proposto da Neuromed ....................................................... 15
   Cgil: trattativa o mobilitazione ............................................................................................. 17
   Gli ospedali partenopei nel mirino della Corte dei Conti .................................................. 19
   La Regione boccia i laboratori di analisi: «Inutili» ............................................................. 21
   Maxi-tangente in ospedale tre in manette .......................................................................... 23
   Pronto soccorso, i medici: serve un patto tra gli ospedali ............................................... 25
   Punto di primo soccorso chiuso la notte Ora sette sindaci chiedono aiuto all'Asl ....... 27
   Tagli al budget e rebus tariffe la giungla delle microstrutture ....................................... 28
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 30
   «La leucemia si cura anche con il sorriso» .......................................................................... 30
   «Opero i bimbi perché tornino a essere felici» ................................................................... 33
   I bimbi salvati dal mare accolti e curati al Gaslini «Qui possono rinascere» ................ 35
   I dati sul cancro svenduti alle società farmaceutiche ....................................................... 37
   L' AZALEA DI UN MIRACOLO ITALIANO ................................................................................. 39
   La sfida al cancro di Lucia «Ispirata dai miei gemelli» ...................................................... 41
   Per l' autismo piani adeguati ................................................................................................. 43
   Su ricerca e università aiutiamo i settori chiave ............................................................... 44
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11/05/2018
                                              salernotoday.it
                                                                                                                         EAV: € 703
                                                                                                                         Lettori: 7.133
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                       Link alla pagina web

    Stanchi di essere invisibili: giornata della Fibriomalgia al
                               Ruggi

 Stanchi di essere invisibili: giornata della
 Fibriomalgia al Ruggi „ Nota - Questo
 comunicato       è    stato      pubblicato
 integralmente come contributo esterno.
 Questo contenuto non è pertanto un
 articolo prodotto dalla redazione di
 SalernoToday “STANCHI DI ESSERE
 INVISIBILI” E’ LO SLOGAN SCELTO DAL
 CFU-ITALIA     IN   OCCASIONE        DELLA
 GIORNATA MONDIALE DELLA FIBROMIALGIA. IL 12 MAGGIO GIORNATA PER
 SENSIBILIZZARE UNA MALATTIA CARATTERIZZATA DA DOLORE CRONICO DELL’
 APPARATO MUSCOLO SCHELETRICO, ACCOMPAGNATA DA DISTURBI VEGETATIVI E
 FUNZIONALI, ALTAMENTE INVALIDANTE A LIVELLO PSICOFISICO, SOCIALE E
 LAVORATIVO CHE COLPISCE IN ITALIA CIRCA 2 MILIONI DI PERSONE, DI CUI IL 90 PER
 CENTO DONNE, RICONOSCIUTA DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’
 MA NON RICONOSCIUTA DAL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE. INFATTI LA
 FIBROMIALGIA, COSI COME L ‘ENCEFALOMIELITE MIALGICA E LA SENSIBILITA’
 CHIMICA MULTIPLA NON E’ CONSIDERATA UNA MALATTIA. UNA RACCOLTA FIRME
 CON UN BANCHETTO INFORMATIVO, PRESSO L’OSPEDALE SAN LEONARDO “ RUGGI
 DI DIO E D’ARAGONA A SALERNO DA IL VIA ANCHE QUEST’ANNO ALLA CAMPAGNA DI
 SENSIBILIZZAZIONE DI CFU-CAMPANIA. L’INIZIATIVA E’ STATA CURATA DALLA
 REFERENTE REGIONALE ROSARIA DE VITIIS E DALLA REFERENTE PER SALERNO IMMA
 CARBONE.

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12/05/2018                                                                                                                 Pagina 10
                                            La Città di Salerno
                     Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

         Dalla genetica le risposte per combattere il cancro
 Rosita Sosto Archimio
 Nel 2017, in Italia, a 65.800 donne è
 stato diagnosticato un tumore alla
 mammella o agli organi riproduttivi. Il
 cancro al seno è il più diffuso: si stima
 che ne resti colpita una donna su 8,
 nell'arco della vita. Tuttavia, è la
 patologia per la quale, negli ultimi due
 decenni, la ricerca ha ottenuto i migliori
 risultati, portando la sopravvivenza a
 crescere dall'81% all'87%, a cinque anni
 dalla diagnosi. Un traguardo importante,
 ma ancora lontano dall'obiettivo del
 100%. Superare la resistenza ai
 trattamenti e personalizzare la terapia
 delle pazienti colpite da tumore al seno è
 l'impegno di Alessandro Weisz , docente
 di Patologia generale all'Università di
 Salerno e coordinatore dell'equipe
 salernitana tra i 5.000 scienziati
 finanziati dall'Associazione italiana per la
 ricerca sul cancro che opera nel
 laboratorio di Medicina molecolare e
 genomica, per la ricerca sul carcinoma mammario. Com'è iniziata la sua
 collaborazione con AIRC, come referente della ricerca all'Università di Salerno?
 Oncologo di estrazione, nell'ambito della ricerca all'Unisa, seguo l'oncogenomica,
 branca della medicina che si interessa di raccogliere informazioni sulle cellule
 tumorali e sui loro comportamenti. In particolare, la ricerca verte sui fuochi di
 attacco per poter prevenire e curare il tumore della mammella. Da qui nasce il
 riferimento alla campagna AIRC. Quali sono i progressi della ricerca sul tumore al
 seno, messi in campo all'Unisa? Pur riuscendo ad agire efficacemente con la terapia,
 il problema del tumore alla mammella è che, a causa dell'elevata frequenza, ne
 rimane una frazione molto significativa, difficile da controllare dal punto di vista
 farmacologico e di prognosi. Nello specifico, resta molto da fare per il sottogruppo
 definito tumore triplo negativo, che colpisce soprattutto in giovane età, e per il
 carcinoma mammario metastatico, che oggi interessa circa 36.000 donne alle quali è
 necessario garantire una qualità di vita sempre migliore, con terapie specifiche. La
 ricerca, adesso, è focalizzata a sviluppare nuovi strumenti e nuove armi contro il
 tumore triplo negativo, le cui cellule non risultano sensibili ai cosiddetti farmaci a
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bersaglio molecolare. Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, abbiamo rilevato un gene
oncosoppressore (ESR2) ancora presente, capace di combattere l'insorgenza di
tumori, insieme all'esistenza di farmaci, già in uso, che possono attivarlo. A tal
proposito, AIRC ha finanziato un progetto, grazie al quale abbiamo identificato i
meccanismi partner cellulari con cui questo gene funziona. La seconda fase prevede
di entrare nel grande dettaglio, cercando di definire, con esattezza, come questo
farmaco agisce. Lavorate pure su altro? Sì, anche sulla resistenza acquisita alle
terapie endocrine utile in circa il 70% dei casi che sviluppa dei meccanismi di
sopravvivenza, che determinano una ricaduta del tumore dopo un certo numero di
anni dall'operazione, con la comparsa di metastasi ad altri organi. Osservando cosa
avviene nei tumori quando somministriamo un farmaco, generalmente usato nel
trattamento di una forma rara di leucemia, abbiamo scoperto ci sia un gene, definito
epigenetico, che diventa un regolatore generale della funzione cellulare. Da studi
approfonditi, abbiamo visto che può essere bloccata con effetti sorprendenti sul
comportamento del tumore. È questa la nuova frontiera della terapia contro il
cancro. Quanto contano le iniziative portate avanti da AIRC per finanziare la ricerca?
Le applicazioni all'oncogenomica, in ambito medico, sono tantissime. Le campagne
contro il cancro possono espandere molto la ricerca sul genoma tumorale, pertanto,
il lavoro portato avanti da AIRC è da considerarsi fondamentale. Se i cittadini
donano, AIRC può farsi garante di un progetto valido, approvato da un team di
esperti a livello nazionale, che viene finanziato per essere seguito, dall'inizio alla
fine. Ad AIRC, che ha sostenuto il primo progetto per l'Unisa, abbiamo proposto di
concretizzare questo nuovo ponte, per i prossimi anni. Siamo molto ottimisti, ma
abbiamo bisogno di supporto come ricercatori. Il cammino è lungo, ma stiamo
lavorando in equipe, strenuamente, facendo grandi passi avanti.

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12/05/2018                                                                                                                Pagina 10
                                           La Città di Salerno
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                       Infermieri, giornata internazionale
 (s.d.n.)
 «Ogni persona lascia un'impronta. Noi
 infermieri la nostra impronta sul sistema
 salute». Con questo slogan si terrà
 questa mattina la giornata internazionale
 dell'infermiere anche a Salerno. Ad
 organizzare l'incontro al Polo Nautico
 sono stati l'Ordine delle professioni
 infermieristiche    di   Salerno    e    la
 Federazione nazionale di settore. Tema
 del convegno sarà il passaggio dal
 Collegio degli infermieri all'Ordine e
 quali cambiamenti questo comporterà.
 L'incontro inizierà alle 8.30 e vedrà
 lungo la giornata diversi protagonisti. Ad
 aprire i lavori Cosimo Cicia , presidente
 dell'Opi Salerno e componente comitato
 centrale Fnopi. Interverranno Antonio
 Giordano , direttore generale dell'Asl
 Salerno e Giuseppe Longo direttore
 generale      dell'Azienda    ospedaliera
 universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi
 D'Aragona,        Giovanni       Gigantino
 consigliere Opi Salerno che terrà la relazione su esercizio professionale e
 competenze da Ipasvi a Opi. Seguiranno gli interventi dell'avvocato V incenzo
 Silvestri , consulente legale dell'Opi sulle disposizioni in materia di responsabilità
 come ordine professionale, e di Antonio Forgione , componente commissione libera
 professione della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche
 che relazionerà su libera professione prospettive presenti e future. All'incontro
 saranno presenti anche la Guardia di finanza, l'Ispettorato del lavoro e i carabinieri
 del Nas. È previsto anche l'intervento del sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e del
 presidente della Regione. Vincenzo De Luca . Seguiranno alcune testimonianze
 lavorative.

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12/05/2018                                                                                                                  Pagina 34
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 5.346
                                                                                                                            Lettori: 133.364
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                          Ospedale, ultimatum dei sindacati
 Simona Chiariello
 Cava de' Tirreni. «Se non risponderanno
 alle nostre richieste, occuperemo le
 stanze dei dirigenti dell' Azienda
 Ospedaliere      ed    Universitaria    San
 Giovanni di Dio e Ruggi D' Aragona».
 Sale la tensione tra i sindacalisti della
 Cisl, che nonostante la convocazione
 della dirigenza del Ruggi per giovedi
 prossimo, lanciano un nuovo ultimatum.
 «Oggi (ieri per chi legge) avevamo
 proclamato lo stato di agitazione spiega
 Gaetano Biondino, rappresentante della
 Cisl e coordinatore dell' area chirurgica
 del Santa Maria dell' Olmo abbiamo
 ricevuto    la    convocazione     per    la
 settimana prossima ed abbiamo deciso
 di rinviarlo. Ma le nostre richieste
 restano immutate». Anzi, nella stessa
 giornata di ieri hanno lanciato un nuovo
 ultimatum. «Se le nostre richieste non
 saranno soddisfatte nell' immediato
 continua Biondino faranno bene a
 prendere i loro effetti personali dalle
 stanze      della     dirigenza      perché
 procederemo con l' occupazione della dirigenza sanitaria ed amministrativa». Una
 giornata dal clima incandescente quella vissuta tra i corridoi del Santa Maria dell'
 Olmo e del Ruggi. Per ieri mattina il personale infermieristico aveva annunciato lo
 stato di agitazione. Ma nelle stesse ore è giunta la comunicazione della dirigenza per
 la convocazione delle rappresentanze sindacali per il giorno 17 maggio. Una nota
 che ha avuto, di fatto, un primo effetto e cioè il rinvio da parte dei sindacati dello
 stato di agitazione. «Abbiamo ritenuto opportuno farlo spiega Biondino ma le nostre
 richieste restano immutate». Nell' elenco delle richieste spicca l' avvio delle
 procedure per il reclutamento di personale per far fronte alle emergenze estive,
 erogazione delle quote di produttività residue relative agli anni 2015 e 2016,
 uniformità di trattamento per quanto attiene alle divise e alla reperibilità. Poi l'
 ultimatum: «Se non vengono accolte immediatamente le nostre richieste
 procederemo alla proclamazione dello stato di agitazione e all' occupazione della
 dirigenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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12/05/2018                                                                                                                Pagina 10
                                           La Città di Salerno
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                        Presidio dei lavoratori in ospedale
 (m.c.)
 Ieri è stato organizzato un piccolo
 presidio di lavoratori nel piazzale
 antistante     l'edificio     degli      uffici
 amministrativi      dell'ospedale      Ruggi
 d'Aragona. L'iniziativa è stata sottotono
 anche perché i lavoratori confidano
 nell'incontro fissato con il dg,Giuseppe
 Longo , previsto a inizio settimana prima
 di valutare altre eventuali iniziative. A
 mostrare preoccupazione è stato un
 gruppo di operatori tecnici in gran parte
 coinvolti in passaggi societari tra ditte
 appaltatrici per i timori di possibili
 ricadute sul loro futuro occupazionale.
 C'è stato poi chi in particolare ha aderito
 per rivendicare scatti di livello e altri
 riconoscimenti rispetto alle singole
 posizioni lavorative. Il dg Longo si è
 impegnato a riceverli lunedì prossimo.
 Da tempo i dipendenti chiedono di
 essere      ascoltati,     per      ottenere
 rivendicazioni contrattuali, economiche e
 organizzative nei singoli reparti, anche rispetto all'individuazione dei coordinatori,
 ma anche per verificare, tra le altre cose, se e quando arriverà nuovo personale in
 vista dell'approssimarsi del ferie estive per la copertura dei turni di lavoro. La
 preoccupazione è nata anche a causa delle decisioni assunte sui turni di lavoro
 dell'ospedale Fucito di Mercato San Severino e a farsi portavoce del disagio dei
 lavoratori sono stati i rappresentanti della Fials, Franco Leo e Armando Pallavicino ,
 anche per l'eventualità che si profilino altre disposizioni simili al Ruggi o in altri
 presidi aziendali senza un preventivo accordo sindacale. In una nota indirizzata a
 Longo i sindacalisti hanno espresso perplessità perché a partire da martedì prossimo
 al Fucito scatterà «la pronta disponibilità notturna e festiva per garantire alle unità
 operative (i reparti, ndr) le attività inerenti al profilo dell'operatore socio sanitario e
 tecnico». Provvedimento che riguarda circa una ventina di unità. Premesso che «da
 sempre denunciamo una cronica carenza di operatori in tutti i presidi dell'Azienda
 Ruggi scrive la Fials con la decisione assunta l' Azienda palesa che la dotazione
 organica del personale non è sufficiente».

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12/05/2018                                                                                                                Pagina 6

                                                                                                                          EAV: € 1.197
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                        Unire le centrali operative del 118

 SANITÀ / In tal modo si arriverebbe ad
 avere una copertura ottimale, personale
 qualificato,    maggiore      aderenza     ai
 protocolli previsti in materia Secondo la
 Uil fp un coordinamente funzionale
 migliorerebbe il servizio ai cittadini sul
 territorio "Unire funzionalmente le
 centrali operative del 118 di Salerno e
 Vallo della Lucania". A lanciar eil
 suggerimento è la Uil Fpl provinciale. In
 tal modo si avrebbe un copertura
 ottimale di tutto il territorio provinciale
 con      operatori    già    preparati    e
 perfettamente conoscitori dei territori
 stessi, l' internalizzazione del servizio
 con personale dipendente cui affidare la
 gestione completa del servizio 118 e
 trasporto infermi, maggiore aderenza ai
 protocolli operativi, già in auge in altre
 regioni italiane, grazie alla esclusività
 del personale immesso nel circuito dell'
 emergenza-urgenza. Una riflessione che
 ora dovrebbe essere vagliata da chi di competenza.«Se si vanno a sommare le
 chiamate processate dalle due centrali arriviamo al totale di 144.844 chiamate nel
 Salernitano - hanno detto spiegato Donato Salvato, segretario generale della Uil Fpl
 Salerno, e Biagio Tomasco, segretario provinciale della Uil Fpl provinciale - Questo
 numero rappresenterebbe quello che sarà il carico di lavoro dei lavoratori della
 centrale unificata, un numero enorme che con le attuali forze a disposizione non
 potrebbe in alcun modo essere gestito in termini di efficacia ed efficienza. A tanto si
 aggiunge che il personale operante a Vallo della Lucania, come quello di Salerno,
 non potrebbe essere trasferito di sede sia nel caso di allocazione della centrale
 vallese, sia nel caso di allocazione nella sede di Salerno, e tanto perché in ambedue
 i casi si supererebbe abbondantemente il limite dei 50 chilometri imposto dal
 decreto di riforma della Pubblica amministrazione diffuso in Gazzetta Ufficiale il 24
 giugno 2014".Per il sindacato, infatti, la distanza tra Vallo della Lucania e Salerno è
 di 66 chilometri in linea d' aria e di 89 chilometri su strada e, pertanto, rimane l'
 estrema necessità di organizzare un servizio fondamentale per la sopravvivenza
 stessa delle reti tempo dipendenti, che possa in un certo qual modo portare l'
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ospedale al cittadino infortunato e non l' infortunato all' ospedale, considerando il
presidio non quello più vicino ma quello più attrezzato e più conge niale al paziente
stesso. «Sono numeri che ben aderiscono alla nostra realtà e che potrebbero essere
implementati dalla chiusura di una delle due centrali insistenti sul territorio
salernitano, nel mentre, se solo si volesse dare un' inversione di tendenza netta e
decisa, si potrebbe far ricorso ad un' idea rivoluzionaria che si vada ad inserire nel
solco tracciato dalla Legge regionale del 18 maggio 2016». Per Tomasco e Salvato,
dunque, l' idea sarebbe di unificare "funzionalmente" le due centrali operative
operanti sul territorio, attraverso l' adozione di protocolli operativi condivisi ed
univoci su tutto il territorio, che si interfaccino con il sistema delle reti tempo
dipendenti e si serva di personale dedicato per il servizio 118 ed il trasporto
secondario totalmente dipendente dell' Asl Salerno.

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12/05/2018                                                                                                                  Pagina 34
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 5.601
                                                                                                                            Lettori: 133.364
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

         «Il Martiri del Villa Malta scoppia, serve personale»
 Rossella Liguori
 Sarno Un manifesto di padre Maurizio
 Albano sul presidio sanitario SARNO.
 «Quando arriveranno i nuovi operatori
 sanitari?     Come       sempre       soltanto
 promesse!» A parlare è Padre Maurizio
 Albano cappellano dell' ex ospedale Villa
 Malta, da sempre in prima linea con il
 suo comitato nel post frana per la
 costruzione del nuovo ospedale. Padre
 Maurizio mette in fila diversi interrogativi
 che nascono dalla ormai fisiologica
 carenza di personale al Martiri del Villa
 Malta di via Sarno Striano. Una struttura
 imponente, con apparecchiature di
 ultima generazione, dove pare far fatica
 a funzionare tutto quotidianamente. La
 criticità maggiore la vive il pronto
 soccorso con innumerevoli ingressi,
 quasi il doppio rispetto alla reale portata
 di     intervento     degli    operatori     a
 disposizione. L' insufficienza di personale
 si sente in quasi tutti i reparti, alcuni dei
 quali già in passato sono stati costretti a
 limitare i posti letto proprio per
 impossibilità di garantire efficienza. È lapidario Padre Maurizio che chiede risposte
 alle istituzioni, ai vertici dell' Asl, e soprattutto tempi certi circa l' implementazione
 di personale, garantito mesi fa. Operatori che ancora si attendono. «Abbiamo tanto
 sofferto per i 137 cittadini sarnesi e 5 operatori sanitari sepolti dal fango, per la
 devastazione dell' ospedale Villa Malta si legge in una nota a firma del frate,
 divenuta anche un manifesto affisso per le strade cittadine - Abbiamo lottato e
 rischiato noi del comitato con voi tutti cittadini per la costruzione del nuovo
 ospedale, che ha segnato certamente la rinascita della sanità nella città di Sarno.
 Ora, purtroppo, torniamo a soffrire perché il nosocomio non offre più un servizio, non
 dico poco efficiente, ma neppure sufficiente a causa della carenza del personale
 sanitario. Quando arriveranno i nuovi operatori sanitari che erano stati garantiti?
 Attendiamo risposte con i fatti». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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12/05/2018                                                                                                                  Pagina 32
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 10.267
                                                                                                                            Lettori: 133.364
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

  Il manager Asl Giordano: psichiatri «riformatori» lavoriamo
                      sulla prevenzione
 Sabino Russo
 «Modulare la rete dei servizi dedicati alla
 salute mentale alle evidenze scientifiche
 che      provengono       dal    territorio,
 differenziando l' offerta assistenziale, per
 favorire le attività di prevenzione». A 40
 anni dalla legge Basaglia, che diede il via
 allo smantellamento manicomi, l' Asl di
 Salerno apre le porte dell' ex ospedale
 psichiatrico di Nocera Inferiore, con una
 tre giorni di mostre ed esposizioni, e
 ricorda l' azione messa in campo nell'
 Agro dalo psichiatra Sergio Piro,
 indicando la mission per il futuro.
 Presenti il manager Antonio Giordano, il
 direttore     del    dipartimento    Giulio
 Corrivetti, l' omologo dell' Asl Napoli 2
 Walter Di Munzio, il sindaco di Nocera
 Manlio     Torquato,     Antonio   Oddati,
 direttore generale per l' Università, la
 ricerca e l' innovazione della Regione e
 la presidente della fondazione Cerps
 Giuseppina Salomone. Nata nel 2000,
 con la volontà di restituire la realtà
 strutturale dell' ex ospedale psichiatrico
 Vittorio Emanuele II di Nocera, uno dei maggiori manicomi dell' Italia meridionale, la
 fondazione ha acquisito negli anni il patrimonio della biblioteca, dell' archivio e le
 cartelle cliniche dell' ex ospedale psichiatrico, oltre a recuperare tutto il patrimonio
 culturale e la produzione scientifica del Centro ricerche sulla psichiatria di Napoli,
 costituito nel 1978 da Sergio Piro, che ha avuto tanta parte nella storia della nuova
 assistenza psichiatrica in Campania. Proprio Piro, che era direttore dell' ospedale
 psichiatrico di Materdomini, fu il primo al Sud ad aprire le porte di un manicomio,
 avviando tutta una serie di attività per i pazienti, prima ammucchiati giorno e notte
 in camere maleodoranti, dove erano finiti perché la società li costringeva all'
 esclusione più totale. Nel gennaio del 69, le foto fatte in quell' ospedale psichiatrico
 da Luciano D' Alessandro furono pubblicate nel libro «Gli Esclusi», che introdotto da
 una coraggiosa e rigorosa analisi politica di Sergio Piro divenne nel tempo uno

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strumento di lotta contro l' istituzione manicomiale. «La legge Basaglia non è stata
solo la liberazione dei pazzi, ma la risposta di una società che voleva abbattere l'
ordinamento sociale esistente allora, modificando le dinamiche umane del tempo
evidenzia il manager dell' Asl Giordano Gli psichiatri sono per me rivoluzionari
operativi, che hanno consentito un cambiamento organizzativo e di approccio. La
mission dell' Asl è anche prevenire e non affrontare solo le malattie conclamate. Il
numero di persone che accede ai nostri servizi è preoccupante, ma va letto anche
positivamente, perché questi contatti rappresentano anche una azione di
prevenzione». Quello umano è considerato, da più parti, un cervello sociale,
influenzato fortemente dall' ambiente circostante. Diventa, quindi, fondamentale
prevenire i possibili fattori di rischio. Nel corso degli ultimi 40 anni non solo è
cambiato l' atteggiamento di paura nei confronti della follia, così come verso l'
esclusione sociale, ma sono state rinnovate anche le politiche del confronto. Nei
vecchi manicomi, infatti, tutto era uguale, rendendo difficile anche la
differenziazione dell' epidemiologia. «Prima il problema follia era unico spiega
Corrivetti Da lì è partita l' esigenza di guardare diversamente alla cronicità. Oggi
tutti i nostri servizi si stanno attrezzando per assistere i giovani. Vogliamo restituire
una rete rinnovata e indirizzata alle esigenze che emergono». «Siamo ancora in un
cantiere aperto chiosa Di Munzio La riforma del '78 è stata disconfermata, perché ci
prendiamo cura di pezzi di popolazione, per prevenire, non per costruire ospedali.
Abbiamo perso una occasione, perché non abbiamo mantenuto una organizzazione
di tipo comunitario». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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12/05/2018                                                                                                               Pagina 10
                                          La Città di Salerno
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

               In campo dopo aver sconfitto la malattia

 Una rosa di 12 ragazzi in rappresentanza
 della Campania partecipa oggi alla
 seconda edizione della Winners Cup, un
 torneo di calcio appoggiato dalla F.C.
 Internazionale,     che   vede     coinvolti
 pazienti ed ex oncologici tra i 14 e i 25
 anni. L'appuntamento, che coinvolge 250
 adolescenti, è sui campi del Centro
 Sportivo Suning, alla periferia nord di
 Milano. La squadra campana è composta
 da dieci ragazzi e due quote rosa. Tra
 questi, due sono di Scafati. Sono tutti
 guariti dal cancro, tranne un giovane
 ancora in terapia che ha fatto di tutto
 perché il medico gli concedesse questa
 partita. Il loro nome è Vesuviani Open,
 che richiama il simbolo della Campania
 ma che è anche sinonimo di forza. E poi
 un marchio stampato sul petto, quello
 dell'araba     fenice,   emblema       della
 rinascita. Infine Open come Oncologia
 pediatrica         e       neuroblastoma,
 l'associazione salernitana l'associazione salernitana nata nel 2003 per volere di
 genitori di bambini e adolescenti malati di cancro e di medici impegnati a
 combattere contro queste patologie. «I ragazzi non vedevano l'ora di scendere in
 campo- racconta il presidente Open Annamaria Alfani e noi siamo molto felici di
 accompagnarli in questa meravigliosa esperienza, un'occasione per raccontare la
 vita, raccontare che sono vivi. Credo non ci sia cosa più bella che vederli giocare
 tutti insieme sotto lo stesso cielo».

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12/05/2018                                                                                                                     Pagina 29

                                                                                                                               EAV: € 7.254
                                                                                                                               Lettori: 133.364
                                               Argomento: Sanità Campania

     Aias, pazienti distribuiti in cinque centri della provincia
 Antonello Plati
 La vertenza Via libera al piano in
 Prefettura       garantita        continuità
 assistenziale nessun rischio per il
 personale Un' altra giornata di passione
 per i lavoratori e, questa volta, anche
 per i pazienti dell' Aias di Avellino. Dopo
 la svolta di giovedì - con lo sblocco delle
 risorse per pagare 4 delle 11 mensilità
 arretrate dovute al personale - ieri,
 sempre dalla prefettura - buone nuove.
 Infatti, a tre mesi dalla chiusura della
 sede di via Morelli e Silvati, disposta
 dalla Procura a margine di un' ispezione
 del Nas dei carabinieri, trovano una
 sistemazione i 290 assistiti e i 56 tra
 terapisti e impiegati amministrativi (dei
 quali 36 assunti a tempo indeterminato e
 20 liberi professionisti). L' Asl ha
 individuato    5    strutture    -    Centro
 «Insieme» di Avellino, «Fkt» di Lauro,
 «Le ville» di Montefalcione, «Don
 Orione» di Savignano e la Congregazione
 delle apostole della redenzione di Prata
 Principato Ultra - oltre ai presidi Aias di
 Calitri e Nusco. Ai disabili, anche in base alla distanza dal luogo di residenza, è stata
 data la possibilità di scegliere dove continuare le cure: il personale sarà ripartito
 secondo le esigenze assistenziali. «Non ci saranno esuberi», assicura il segretario
 della Funzione pubblica Cgil Marco D' Acunto che con i suoi omologhi di Uil, Antonio
 Spagnuolo, e Ugl, Costantino Vassiliadis, ha incontrato la manager dell' Asl, Maria
 Morgante, i commissari provinciali Aias, Maurizio Arci e Remo Del Genio, e i
 rappresentanti delle altre strutture. «Tutti hanno dato la propria disponibilità ad
 assumere i lavoratori dell' Aias di Avellino», ribadisce D' Acunto. «È questo -
 prosegue - l' obiettivo che ci eravamo prefissi dopo la chiusura di febbraio». Ma il
 lavoro prosegue: «L' Asl - spiega il sindacalista - ha fornito la lista dei pazienti
 assegnati ai diversi centri di riabilitazione e in base a ciò valuteremo la sistemazione
 dei dipendenti. Da lunedì incontreremo i responsabili sanitari per definire il piano di
 rientro». Chiusa lo scorso 13 febbraio per carenze igienico-sanitarie e sotto il profilo
 della sicurezza, all' Aias di Avellino sono state, di conseguenza, revocate sia l'
                   Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
autorizzazione amministrativa sia l' accreditamento regionale: entrambi i
provvedimenti sono oggetto di un ricorso al Tar di Salerno. Inoltre, la vicenda è
legata alla sorte dell' associazione «Noi con loro», al centro di un' inchiesta per una
presunta distrazione di fondi pubblici in favore di società terze, proprietaria dell'
immobile di via Morelli e Silvati realizzato, dopo la stipula di una convezione, su un
suolo comunale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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12/05/2018                                                                                                                   Pagina 28
                                     Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                             EAV: € 6.803
                                                                                                                             Lettori: 133.364
                                             Argomento: Sanità Campania

        Centro Erre, sì al concordato proposto da Neuromed
 Giuseppe Piscitelli
 S. Agata de' Goti SANT' AGATA DE' GOTI.
 Arriva dal tribunale di Benevento l'
 auspicata svolta positiva per l' annosa
 vicenda del Cento Medico Erre, struttura
 sanitaria privata, di diagnostica e
 riabilitazione. La sezione fallimentare del
 Tribunale ha emesso il decreto di
 apertura della procedura di concordato
 preventivo proposto nel Piano industriale
 di risanamento del Cmr, di ben 83
 pagine, presentato il 14 dicembre scorso
 dalla Neuromed, azienda potenziale
 acquirente, proprietaria di altre 18
 strutture sanitarie in tutta Italia e titolare
 di un centro di rilevanza nazionale e di
 altissima specializzazione nel campo
 della neurochirurgia, neurologia e
 neuroriabilitazione a Pozzilli di Isernia.
 Ha inoltre ordinato la convocazione dei
 creditori per il giorno 4 ottobre prossimo,
 quindi le altre aziende concorrenti
 interessate possono presentare proposte
 migliorative di quella della Neuromed
 entro il 4 settembre. Se esse non
 saranno formulate, sarà la Neuromed, con un fatturato di 66 milioni di euro annui, a
 subentrare al Cmr e a porre la parola fine ad un caso dai risvolti sociali, in alcuni
 casi, drammatici. «L' atto del Tribunale evita il fallimento del Cmr e come sindacato -
 dichiara Pompeo Taddeo della Cgil - non possiamo non ritenerci soddisfatti del buon
 lavoro svolto dalla magistratura, perché sono stati tutelati i 165 dipendenti del Cmr,
 oltre all' indotto, con i loro diritti, pregressi ed attuali. Si è rischiato per anni di
 perdere l' accreditamento annuale da parte della Regione di fondi ammontanti a
 8milioni e 700mila euro. Ora finalmente s' intravede la luce all' uscita dal tunnel
 della crisi. I lavoratori del Cmr stanno percependo regolarmente lo stipendio mensile
 dall' autorizzazione al concordato preventivo, del 23 novembre del 2016, ma
 rivendicano le mensilità arretrate». L' autorizzazione al concordato preventivo in
 continuità di attività, con blocco dei debiti nei confronti dei creditori, fu concessa il
 23 novembre del 2016. A giugno dello scorso anno la Neuromed esplicitò l' interesse
 a rimodulare il piano industriale presentato dal Cmr nel mese di marzo, un piano
                 Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
inconsistente e mai dichiarato fattibile dal Tribunale fallimentare. La Neuromed
intende portare il Cmr nel 2020 ad incrementare il fatturato del 30% con un
efficientamento che riequilibri il costo del personale e rileverebbe il 90 per cento
della società, mentre il restante 10 per cento resterebbe nelle mani degli attuali
proprietari. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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12/05/2018                                                                                                                Pagina 4

                                          Argomento: Sanità Campania

                            Cgil: trattativa o mobilitazione

 NAPOLI. La Cgil Campania rilancia sui
 temi della sanità e chiede al governatore
 De Luca «l'immediata convocazione del
 tavolo regionale, così come pattuito con
 il protocollo d'intesa sottoscritto dal
 presidente      e     dalle    organizzazioni
 sindacali confederali». Senza il quale il
 sindacato chiamerà alla mobilitazione
 generale il settore. In una lettera inviata
 al presidente della Giunta e al direttore
 generale Tutela della Salute, Postiglione,
 la Cgil intende chiarire in particolare
 «l'assegnazione di risorse aggiuntive alla
 ospedalità privata per incentivare l'alta
 specialità inficia quanto sostenuto nel
 piano        ospedaliero,        squilibrando
 ulteriormente il rapporto tra pubblico e
 privato e continuando a sottrarre al
 pubblico pezzi importanti di assistenza».
 La Cgil, poi, interviene in maniera decisa
 sui diritti del lavoratori, in special modo
 quelli salariali, sui quali «il presidente ed
 il direttore generale hanno dichiarato di
 non essere competenti, adducendo a
 pretesto la carenza di una normativa nazionale». Spetta alla Regione, sottolinea
 invece la Cgil, inserire negli accreditamenti «norme per la tutela del lavoro e della
 sua qualità, a partire dal rispetto dei Contratti Collettivi Nazionali e delle retribuzioni
 dei lavoratori ». Altre regioni italiane, viene fatto notare dalla segreteria della Cgil
 campana, hanno rotto le convenzioni con le strutture private che non hanno tenuto
 conto di quanto previsto dai contratti nazionali. In questo contesto, la Campania è
 fanalino di coda. La Cgil, inoltre, pone l'accento sull'assegnazione di «ulteriori 6
 milioni di euro al comparto della riabilitazione, per incentivare le pratiche della
 domiciliarizzazione delle terapie e alla progressiva dismissione dei semiconvitti: ciò
 senza una preventiva organizzazione delle prestazioni sociosanitarie e senza un
 controllo sulle pratiche di subappalto ed esternalizzazione che si concentrano
 proprio nella assistenza domiciliare. Anche in questo caso - ricorda la Cgil - svariate
 sono state le nostre denunce nel corso degli anni rispetto a contratti pirata e
 prestazioni retribuite con tariffe da schiavismo». In mancanza di una convocazione
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repentina e a salvaguardia dei cittadini, che hanno diritto ad una adeguata tutela
della salute - conclude la Cgil - lanceremo una mobilitazione aperta a tutti quelli che
come noi pensano che sia terminato il tempo della narrazione e che sia necessario
rispondere ai bisogni dei cittadini campani e non a quelli delle lobby».

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12/05/2018                                                                                                                Pagina 5

                                          Argomento: Sanità Campania

     Gli ospedali partenopei nel mirino della Corte dei Conti

 NAPOLI. Gli straordinari dei dipendenti
 dell'Asl Napoli 1 finiscono nel mirino
 della Corte dei Conti, che ora indagherà
 su tutti i documenti recuperati in queste
 ore relativamente alle ore di lavoro di
 tutti    i  dipendenti     degli   ospedali
 partenopei, sia quelli sanitari, medici e
 infermieri, sia quelli amministativi. La
 magistratura contabile ha già recuperato
 tutti i documenti per far partire indagini
 e controlli. Nei giorni scorsi, infatti, la
 Guardia di Finanza si è rivolta a tutti i
 dirigenti delle strutture degli otto
 ospedali napoletani per poi andare a
 prendere tutta la documentazione delle
 strutture ospedaliere partenopee relative
 alle ore di straordinario effettuate dai
 dipendenti negli ultimi anni. Nel mirino
 della magistratura contabile, come
 anticipato da Repubblica, c'è in
 particolare      il   triennio    2014-16.
 SEGNALAZIONI DI IRREGOLARITÁ. I
 problemi nascono tutti dai soliti debiti
 che hanno i conti sanitari campani. Il
 piano di rientro della Regione limita le spese e tutti i poli sanitari campani vivono da
 tempo con l'incubo del blocco del turn-over, cioè l'impossibilità di sostituire il
 personale andato in pensione. Così i carichi di lavoro per i dipendenti degli ospedali
 napoletani diventano sempre più pesanti e spesso si è costretti a chiedere più
 straordinari ai dipendenti. Ciò che ora è nel mirino della Corte dei Conti è il
 pagamento di questo surplus di ore che si sono sobborcati alcuni dipendenti. Ogni
 anno, infatti, viene concessa in deroga un badget alle singole strutture per utilizzare
 o straordinario, così da sopperire alle carenze d'ordianico. Bisogna, però, rispettare
 alcuni limiti e verificare che lo straordinario sia davvero l'unica soluzione. Questo
 verificherà la Corte dei Conti. L'indagine sarebbe nata da alcune segnalazioni di
 irregolarità relativamente al pagamento degli straordinari. L'indagine, coordinata dal
 viceprocuratore generale Saverio Galasso, è nelle fasi preliminari, ma con l'arrivo
 della documentazione prelevata dalle fiamme gialle negli ospedali, si dovrebbe
 entrare nella fase più calda dell'indagine. Nel frattempo procedono gli accertamenti,
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delegati al nucle polizia economico-finanziaria del gruppo Tutela spesa pubblica.

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12/05/2018                                                                                                                     Pagina 32

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                                                                                                                               Lettori: 133.364
                                               Argomento: Sanità Campania

           La Regione boccia i laboratori di analisi: «Inutili»
 Fulvio Scarlata
 La sanità, le scelte Il governatore a
 ospedali pubblici e Asl: «Serve il 30 per
 cento in più di esami diagnostici»
 «Elimineremo alcune prestazioni inutili,
 come le analisi di laboratorio che
 servivano solo a fare soldi non a dare
 prestazioni utili»: Vincenzo De Luca
 torna sull' accordo con i centri privati
 convenzionati e sul contratto biennale
 per porre ordine con un mondo che
 rappresenta «il 30% della sanità
 campana». Fin dalla presentazione di
 questo documento, giovedì scorso, era
 apparso chiaro che la scelta premiava le
 case di cura e centri di riabilitazione
 mentre la specialistica ambulatoriale
 riceveva più finanziamenti solo per
 alcuni settori, come gli interventi
 salvavita, ma non per la miriade di
 laboratori di analisi. La svolta nella
 sanità è nel nuovo rapporto tra la
 Regione e i centri privati con contratti
 biennali, maggiori fondi per 50 milioni, la
 fine dei tetti di spesa sforati ogni anno
 facendo pagare ai cittadini le prestazioni. E l' obbligo di non aprire contenziosi con
 Palazzo Santa Lucia. «Abbiamo fatto un passo in avanti gigantesco - spiega Vincenzo
 De Luca su LiraTv - perché diamo certezze al comparto privato. E liberiamo la sanità
 da un' economia del parassitismo, delle cause intentate alla Regione, del
 contenzioso infinito con la cessione di crediti a società specializzate. Ci sono studi di
 avvocati che vivono solo per far causa alla Regione. Abbiamo chiuso con questo
 mondo». Il governatore spiega che non è stato facile trovare i 50 milioni destinati a
 incrementare il fondo per la sanità privata «perché siamo commissariati e dobbiamo
 ricevere l' autorizzazione al ministero dell' Economia». Alle case di cura
 convenzionate vanno 35 milioni. I centri di riabilitazione ottengono sei milioni in più
 con la certezza dei pagamenti e l' obbligo di eliminare le riabilitazioni di lungo
 periodo per accorciare le liste di attesa. Il conflitto si apre con la specialistica
 ambulatoriale. Il settore ottiene 7,7 di maggiori fondi che, però, andranno «a
 interventi salvavita, come la dialisi e la radioterapia - dice De Luca - Elimineremo
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alcune prestazioni inutili, come le analisi di laboratorio che servivano solo a fare
soldi ai privati». La scelta, già giovedì, aveva provocato una reazione durissima di
Federlab Italia, che raggruppa 700 centri ambulatoriali, che aveva attaccato il
governatore e i suoi «mirabolanti obiettivi» dicendo di non aver firmato nulla. Più
cauta la posizione dell' Aspat, con 324 strutture associate, che in una nota
sottolineava che «non c' è nessuna adesione al provvedimento di De Luca». Di fatto
si va ad uno scontro a tutto campo. Subito la Regione aveva fatto sapere che il
contratto proposto da De Luca era in qualità di commissario governativo e perciò
non soggetto a contrattazione: «O si adeguano o sono fuori». Il mancato accordo con
i laboratori privati dipende da un empasse legato ad una legge nazionale che
impone un numero minimo di prestazioni per poter accedere al convenzionamento,
una base che raggiungono solo i grandi centri di analisi privati e non la miriade di
piccoli laboratori campani che si sarebbero dovuti accorpare. Dopo quasi un anno di
stallo, De Luca non solo rompe il dialogo con questo settore ma lo sfida apertamente
con la sanità pubblica. E l' ordine dato ad Asl e ospedali è di incrementare del 30% i
servizi come analisi del sangue e radiologia per competere con i privati. Resta
aperto il fronte con i dipendenti della sanità privata. La Cgil chiede a De Luca un
confronto immediato «così come pattuito con il protocollo d' intesa sottoscritto.
Spetta alla Regione tutelare i lavoratori dei centri privati facendo rispettare i
contratti nazionali e le retribuzioni dei lavoratori. Altre Regioni hanno rotto le
convenzioni con le strutture private che non rispettano i contratti nazionali». ©
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12/05/2018                                                                                                                 Pagina 34

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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

                Maxi-tangente in ospedale tre in manette
 Leandro Del Gaudio
 Appalti e indagini «Tu sai come
 comportarti, allo stesso modo dell' altra
 volta». E ancora frasi del tipo: «Così ci
 fai prendere collera, ricordati che devi
 uscire con la moglie e con i bambini, è
 vero?». Minacce esplicite, il volto
 violento del racket. Un imprenditore
 preso di mira, dopo aver ottenuto un
 appalto per i lavori di adeguamento alle
 normative antincendio del presidio
 ospedaliero di Pozzuoli Santa Maria delle
 Grazie. Ospedali nel mirino, o meglio,
 imprenditori taglieggiati, costretti a
 versare la quota del 5 per cento dell'
 ammontare complessivo dell' appalto
 nelle mani della camorra. Che offre
 sconti, concede qualche deroga, almeno
 sulle prime si mostra comprensiva, fino
 all' atto conclusivo di un copione già
 scritto: «Devi uscire con moglie e figli,
 vero?». È in questo scenario che
 vengono         arrestati      Ferdinando
 Longobardo, fratello del capoclan al
 momento detenuto; Salvatore Carullo
 (genero del boss) e Marco Vaccaro, appartenente alla fazione quartese del clan
 Longobardi. Ma andiamo con ordine, a ripercorrere le accuse mosse dal pm
 anticamorra Gloria Sanseverino, al termine degli accertamenti di pg condotti dai
 carabinieri della prima sezione del nucleo investigativo di Napoli: Longobardo e
 Carullo sono ritenuti responsabili del reato di tentata estorsione aggravata dal
 metodo mafioso nei confronti di Luigi Guardascione, titolare di un centro scommesse
 intralot nel comune di Pozzuoli. Stando alla ricostruzione della Dda di Napoli, si
 tratta di una estorsione di 400 euro mensili per i videopoker. Ma non è tutto.
 Francesco Longobardo è ritenuto responsabile, in concorso con Marco Vaccoro, di
 una presunta tentata estorsione, sempre con l' aggravante del fine mafioso, nei
 confronti dell' imprenditore Nicola Zazzaro. Si tratta di un altro filone di indagine,
 che punta a fare chiarezza sui rapporti tra clan, imprese e l' amministrazione di
 ospedali e presidi della sanità napoletana. Sotto i riflettori finisce così una tangente
 da 80mila euro, dopo una richiesta di 150mila euro, su un appalto complessivo di 3
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milioni e 500mila euro. Nicola Zazzaro è amministratore e socio della Zeta srl,
(impresa edile specializzata nel settore industriale e edilizia sanitaria pubblica), una
società per altro associata all' unione industriale di Napoli, ma anche all'
associazione nazionale dei costruttori. Intercettazioni, servizi di appostamento,
quanto basta - nell' ottica della Procura di Napoli - a spiccare un provvedimento di
fermo, in uno scenario segnato proprio da un crescendo di pressioni. A far scattare
gli arresti, in questo caso sono stati i particolari della vita privata dell' imprenditore.
Una volta al cospetto del boss, l' imprenditore ha cercato di prendere tempo. Poi lo
stesso Longobardo ha dato la stura a una sorta di copione: prima ha ripercorso tutti i
suoi problemi giudiziari, con gli anni di carcere alle spalle, fino a mostrarsi morbido
di fronte alle richieste di sconti. Poi minacce sempre meno velate: Longobardo era a
conoscenza dell' orario degli spostamenti dell' imprenditore e della propria famiglia,
ma anche delle condizioni di salute del padre. Infine, dell' ammontare complessivo
dell' appalto finito al centro degli appetiti criminali. Ieri pomeriggio scadeva una
sorta di ultimatum: bisognava consegnare una rata da diecimila euro, una sorta di
acconto rispetto a una tangente da 80mila euro, «sempre per non farci prendere
collera». Un' indagine che conferma, almeno in attesa delle valutazioni del gip, il
radicamento di un gruppo criminale da almeno tre decenni al centro delle
informative antimafia della zona. Inchiesta che ora attende gli esiti di altre verifiche,
al termine di un lungo servizio di appostamento svolto dai carabinieri per conto della
Dda di Napoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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12/05/2018                                                                                                                     Pagina 26

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                                                                                                                               Lettori: 133.364
                                               Argomento: Sanità Campania

    Pronto soccorso, i medici: serve un patto tra gli ospedali
 Antonello Plati
 La     sanità      L'    assistenza     «Per
 decongestionare il Pronto soccorso della
 città     ospedaliera,       è    necessario
 potenziare l' offerta sanitaria territoriale,
 sia in Alta sia in Bassa Irpinia, e creare le
 condizioni       per      una      maggiore
 collaborazione tra i medici di base». L'
 appello, indirizzato per competenza alla
 manager dell' Asl Maria Morgante, è del
 presidente dell' Ordine dei medici di
 Avellino, Francesco Sellitto, che ieri ha
 presentato, presso la sede di via
 Circumvallazione,         la      campagna
 pubblicitaria nazionale per contrastare e
 sfatare le fake news in ambito sanitario
 sempre più diffuse soprattutto in rete.
 «L' Asl ha rielaborato tutta la materia e
 messo in cantiere diversi progetti che
 riguardano i presidi ospedalieri di Ariano
 Irpino, Bisaccia e Sant' Angelo dei
 Lombardi»,ricorda Sellitto. «Tuttavia
 prosegue è ancora troppo poco: basta
 fare un giro in un giorno qualsiasi al
 Pronto soccorso di Contrada Amoretta
 per rendersi contro della condizione di grande difficoltà con persone costrette a
 restare negli spazi di prima emergenza e osservazione fino a una settimana prima di
 essere trasferite in reparto. Circostanze simili dimostrano che qualcosa nel filtro non
 funziona. Quindi ribadisce Sellitto è indispensabile investire sulle associazioni dei
 medici di base. Inoltre, la Regione dovrebbe investire sul nosocomio di Nola, al
 confine tra Napoli e Avellino, perché da quell' area moltissima gente preferisce farsi
 curare al Moscati». Non manca un passaggio anche sugli Ospedali riuniti di Avellino
 e Solofra: «Con l' accorpamento, effettivo da ottobre, gli standard miglioreranno: è
 un ottima cosa anche in vista del derby con il Rummo di Benevento per l'
 attribuzione del Dea di secondo livello». Da un' emergenza all' altra, il presidente
 dell' Ordine illustra la campagna «Una bufala ci seppellirà» al via lunedì prossimo e
 lanciata dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli
 odontoiatri (Fnomceo) per combattere le bufale che circolano sui siti internet. «Non
 mi hanno vaccinato per paura dell' autismo», «Avevo acquistato sul web un farmaco
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miracoloso», «Ho curato il cancro con il bicarbonato di sodio»: sono questi alcuni
degli epitaffi che, sovrastati da una croce, campeggiano su altrettante lapidi nei
manifesti che saranno affissi nelle strutture sanitarie irpine. «Diffidate delle bufale
sul web. Chiedete sempre al medico»: è l' invito di Sellitto. «La campagna - aggiunge
- intende sensibilizzare l' opinione pubblica e combattere un fenomeno, quello delle
notizie false, sempre più preoccupante e in costante crescita che può mettere a
repentaglio la vita dei cittadini. È un' iniziativa che con toni secchi ed efficaci mette
in guardia dai pericoli delle cure pubblicizzate in maniera allettante», conclude il
presidente dell' Ordine dei medici. A differenza delle altre 30 province che hanno
aderito, nella nostra non compariranno i manifesti 6 metri per 3 in strada, ma
soltanto locandine in ospedali, ambulatori, laboratori e studi medici. ©
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12/05/2018                                                                                                               Pagina 23

                                         Argomento: Sanità Campania

    Punto di primo soccorso chiuso la notte Ora sette sindaci
                     chiedono aiuto all'Asl

 Un documento firmato da sette sindaci
 per chiedere al Direttore Generale
 dell'Asl Napoli 3 Sud, la dottoressa
 Antonietta Costantini, di revocare la
 disposizione della Direzione Generale
 con la quale viene stabilito di limitare
 alla sola turnazione 8-20 lo Psaut
 dell'Ospedale Cav. R. Apicella di Pollena
 Trocchia, unico punto di emergenza
 pubblica esistente su questa parte della
 provincia napoletana. Francesco Pinto,
 Vincenzo Fiengo, Gioacchino Madonna,
 Salvatore Sannino, Raffaele Abete, Salvatore Di Sarno e Luca Capasso: questi i primi
 cittadini rispettivamente di Pollena Trocchia, Cercola, Massa di Somma, San
 Sebastiano al Vesuvio, Sant'Anastasia, Somma Vesuviana e Ottaviano che hanno
 apposto la loro firma in calce alla richiesta che vuole scongiurare l'eliminazione del
 servizio nelle ore notturne dello Psaut di Pollena Trocchia. «È indispensabile
 un'azione tesa a razionalizzare le risorse per far funzionare in maniera efficiente le
 strutture presenti, al fine di renderle perfettamente attrezzate e capaci di rispondere
 alla domanda assistenziale dei cittadini, ponendoli nelle condizioni di non dover
 ricorrere alla mobilità sanitaria passiva extra-aziendale ed extraregionale» hanno
 scritto i sindaci nel documento inviato nelle scorse ore, chiedendo «di utilizzare al
 meglio le eccellenze ed i reparti delle strutture pubbliche a beneficio della salute
 pubblica dei cittadini, potenziando e non indebolendo strutture come lo PSAUT e i
 servizi e i reparti del Presidio Ospedaliero Cav. R. Apicella, con il potenziamento di
 attività essenziali quali radiologia e laboratorio di analisi, organizzandoli con
 presenza attiva h24». In effetti la chiusura di alcuni reparti e del Pronto Soccorso
 dell'Ospedale Apicella ha già creato enormi disagi alle comunità rimaste prive di un
 importante momento di assistenza ospedaliera, oltre ad aver ulteriormente
 aggravato la già precaria situazione del Presidio Ospedaliero di Nola. Ora,
 l'eliminazione del turno notturno dello Psaut renderebbe ancor più difficile la
 situazione del Presidio Ospedaliero di Pollena Trocchia, che ha un bacino potenziale
 di utenza di oltre 200mila abitanti e che, quindi, in base al Regolamento per gli
 Standard Ospedalieri dovrebbe essere individuato almeno come Presidio Ospedaliero
 di base.

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