Media Monitoring per 24-07-2019 - Rassegna stampa del 24-07-2019 - Ruggi

Pagina creata da Luigi Santi
 
CONTINUA A LEGGERE
Media Monitoring per 24-07-2019 - Rassegna stampa del 24-07-2019 - Ruggi
24-07-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 24-07-2019
Media Monitoring per 24-07-2019 - Rassegna stampa del 24-07-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      24/07/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Passo in avanti per il nuovo Ruggi ......................................................................................... 1
      24/07/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            San Pantaleone, martire e medico Ieri al via i festeggiamenti ............................................... 2
      23/07/2019 - WWW.POSITANONEWS.IT
            Ravello festeggia San Pantaleone. Questa sera la Santa Messa celebrata da Mons. Orazio
            Soricelli .................................................................................................................................. 4
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 6
      24/07/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Bimbo morto di meningite svolta per i cinque medici ............................................................ 6
      24/07/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            La sindrome di Sjogren va riconosciuta come patologia rara ................................................. 7
      24/07/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Nuovo blitz in ospedale, cinque indagati ............................................................................... 9
Sanità Campania ............................................................................................................................. 11
      24/07/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Addio al super-ticket La Regione lo cancella ........................................................................ 11
      24/07/2019 - IL SANNIO
            «Chirurgia d' urgenza, reparto e medici al top» ................................................................... 13
      24/07/2019 - IL MATTINO
            Cardarelli, la svolta: infermiere gestisce un parco ambulanze ............................................. 15
      24/07/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Gli interinali dell'Asl si aggrappano alla legge Madia ........................................................... 17
      24/07/2019 - IL MATTINO
            Lettera al direttore/SAN GIOVANNI BOSCO LA RIPARTENZA IMPOSSIBILE ........................... 19
      24/07/2019 - IL MATTINO
            Liste di attesa, la Regione si adegua basta code anche per le visite private ....................... 20
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 22
      24/07/2019 - IL MESSAGGERO
            Artrosi e infarto: individuato lo stretto legame tra le malattie ............................................ 22
      24/07/2019 - LA VERITÀ
            «Solo cinque settimane per salvare Tafida Non li lascerò uccidere la mia bambina» ........... 23
      24/07/2019 - IL MESSAGGERO
            Bibite dolci nemiche del cuore ............................................................................................. 25
      24/07/2019 - ITALIA OGGI
            Fine vita Infermieri a supporto ............................................................................................ 27
      24/07/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            I nuovi linfociti anti-cancro «Reclutano cellule soldato nella lotta contro la malattia» ........ 28
      24/07/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Lazio, la sanità esce dalla gestione straordinaria ................................................................ 30
      24/07/2019 - PANORAMA
            LE NUOVE FRONTIERE NEL TRATTAMENTO DEL MELANOMA ................................................. 31
      24/07/2019 - IL MESSAGGERO
            Parkison, i "Magnifici 7" sfidano lo Stretto a nuoto ............................................................. 33
      24/07/2019 - PANORAMA
            VI SPIEGO COME HO VINTO IL TUMORE E COME PUÒ FARLO SINISA ..................................... 35
Media Monitoring per 24-07-2019 - Rassegna stampa del 24-07-2019 - Ruggi
24/07/2019                                                                                                                Pagina 2
                                           La Città di Salerno
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                        Passo in avanti per il nuovo Ruggi
 Eleonora Tedesco
 Procede l'iter per la realizzazione del
 nuovo ospedale di Salerno. Avviata la
 procedura della gara d'appalto per
 l'affidamento «dei lavori di esecuzione
 delle indagini geologiche, geocentriche,
 sismiche, archeologiche e ambientali».
 L'importo dell'appalto è di circa 1,2
 milioni di euro. Il termine per la
 presentazione delle offerte è fissato eal
 23 novembre 2019. L'aggiudicatario
 dell'appalto dovrà sciogliere due nodi: un
 vincolo       paesaggistico        e     uno
 archeologico. L'area ex Finmatica, dove è previsto che debba sorgere il nuovo Ruggi,
 è delimitata nella parte a Est dal fiume Fuorni. Su quest'area, l'Amministrazione di
 Salerno ha dato incarico per la redazione del progetto definitivo ed esecutivo dei
 lavori per la messa in sicurezza del torrente nell'ambito di un piano più generale -
 già dotato di copertura finanziaria - per la realizzazione di interventi che mitighino il
 rischio idraulico a medio termine nel tratto compreso tra via San Leonardo e via
 Prudenza. I tempi dovranno corrispondere con l'avvio del cantiere del nuovo
 ospedale. Più ostico da superare è il vincolo stabilito dal Ministero del Beni culturali
 che nel 2002 determinò già il fermo cautelativo dei lavori di costruzione di alcune
 palazzine. Dagli scavi emersero frammenti ceramici riconducibili all'età preistorica.
 Ulteriori sondaggi nel terreno hanno individuato capanne preistoriche dove si
 troverebbe altro vasellame. Segni che attesterebbero l'esistenza di un villaggio,
 risalente all'inizio dell'età del bronzo, abitato delle popolazioni del Gaudo: una fascia
 culturale studiata per la prima volta, a seguito del rinvenimento di alcune sepolture,
 durante i lavori della pista aeroportuale che gli alleati realizzarono durante la guerra
 a Paestum. Il sito è stato anche frequentato anche in età imperiale e alto -
 medioevale. Ad aggiudicarsi, invece, il mega appalto per il servizio di progettazione,
 di fattibilità tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva, oltre al coordinamento
 per la sicurezza per la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero da 13 milioni
 di euro (e 700 posti letto) è la cordata composta da Steam con Pinearq e Studio
 Valle Progettazioni insieme allo studio guidato dall'ingegner Armando Zambrano. I
 progettisti, così come annunciato dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca,
 avrebbero dovuto presentare già le loro idee progettuali per il nuovo San Giovanni di
 Dio e Ruggi d'Aragona ma - almeno per ora - l'appuntamento è saltato.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-07-2019 - Rassegna stampa del 24-07-2019 - Ruggi
24/07/2019                                                                                                                Pagina 14

                                                                                                                          EAV: € 1.261
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

             San Pantaleone, martire e medico Ieri al via i
                          festeggiamenti

 Nel giorno di Santa Brigida patrona
 d'Europa sono partiti ieri ufficialmente i
 festeggiamenti nella città di Ravello in
 onore del santo, martire e medico, San
 Pantaleone, protettore della città. Il
 lungo programma dei festeggiamenti è
 partito ieri dunque alle 19.30 con la
 santa messa celebrata da sua eccellenza
 monsignor Orazio Soricelli arcivescovo
 della diocesi Amalfi Cava, alla presenza
 di una nutrita delegazione di medici
 dell'azienda ospedaliera universitaria
 San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di
 Salerno della quale, in omaggio al santo,
 era presente il direttore generale
 Giuseppe Longo ed il preside della
 facoltà    di   medicina      e   chirurgia
 dell'università degli studi di Salerno,
 Carmine Vecchione ed il professore
 associato di chirurgia Michele Ceccarelli.
 Durante la liturgia il paese raccolto
 all'interno del duomo cittadino ha reso
 omaggio al Santo di cui si aspetta la liquefazione del sangue; presenti numerosi
 medici specializzandi ed i cardiologi del distretto Costa d'Amalfi. La vita e le opere di
 San Pantaleone portino ad un risveglio ed un rafforzamento della fede ed alla
 crescita della carità - dice sua eccellenza Orazio Soricelli - I medici sono i colleghi ed
 i degni rappresentanti del Santo e del suo coraggio, testimone di Cristo che
 affiancava alla scienza medica la virtute cristiana. Il Santo Patrono - continua don
 Angelo Mansi, parroco del duomo di Ravello - per la nostra comunità è una guida, un
 amico, a cui affidarsi. È bello vedere la commistione di fedeli che da ogni parte della
 Costiera vengono ad omaggiarlo come anche i cittadini e fedeli di Ravello
 partecipano alle manifestazioni religiose delle altre comunità. Il momento invece più
 toccante per don Angelo è la constatazione della liquefazione del sangue: È pura
 fede, adrenalina, vedere i fedeli aspettare il santo prodigio che apre i cuori a Cristo
 alla speranza ed alla carità. In rappresentanza dei medici dell'azienda ospedaliera
 universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona, il professore Michele Ceccarelli

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-07-2019 - Rassegna stampa del 24-07-2019 - Ruggi
che della sua esperienza medica ricorda gli insegnamenti del luminare Luigi
Condorelli, padre della chirurgia moderna, esempio di scienza e fede, più vicino al
Santo festeggiato nella comunità ravellese: La sua storia, i suoi esempi,
appartengono a tutti noi medici; la sua non è stata solamente una scuola di
medicina, ma di umanità. La conoscenza con il passare degli anni si diluisce ed a
volte si perde, quello che rimane è l'etica, la morale, la fede di cui Condorelli è
esempio indimenticabile e possa esserlo per tutti, non solo per i medici e gli
operatori sanitari. Al termine della funzione religiosa gli specializzandi medici hanno
ricevuto la benedizione e gli auguri da parte di sua eccellenza Orazio Soricelli che ha
avuto parole di elogio anche per i cardiologi del distretto Costa d'Amalfi per quanto
ogni giorno svolgono in corsia. Presente l'amministrazione comunale rappresentata
dal vice sindaco Salvatore Ulisse di Palma, organizzatore della cerimonia
coinvolgente i medici, essendo anch'esso cardiologo, ed amico del professore
Condorelli. Adriano Rescigno

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-07-2019 - Rassegna stampa del 24-07-2019 - Ruggi
23/07/2019

                                                                                                                         EAV: € 836
                                                                                                                         Lettori: 6.100
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                       Link alla pagina web

     Ravello festeggia San Pantaleone. Questa sera la Santa
            Messa celebrata da Mons. Orazio Soricelli

 Ravello festeggia il suo santo Patrono:
 San Pantaleone, medico e Martire.
 Questa sera al Duomo della Città della
 Musica, alle 19.30, si celebrerà la Santa
 Messa presieduta da Mons. Orazio
 Soricelli, Arcivescovo di Amalfi e Cava
 de’ Tirreni, con le testimonianze del
 dottor     Giuseppe     Longo,    direttore
 generale      dell’Azienda     Ospedaliera
 Universitaria di Salerno, e del professor Carmine Vecchione, Preside della facoltà di
 Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno. Nella giornata del 27
 luglio il mondo cristiano nella sua interezza ricorda e celebra la figura di San
 Pantaleone, una delle tante vittime della feroce persecuzione posta in essere da
 Diocleziano nei confronti delle persone di fede cristiana. Di Pantaleone sappiamo che
 nacque nella città di Nicomedia, da una famiglia molto importante e conosciuta. La
 sua famiglia d’origine era un fulgido esempio di tolleranza, visto che il padre era
 pagano e la madre di fede cristiana. Il santo crebbe secondo la fede della madre, per
 poi allontanarsene nel corso dell’adolescenza, momento in cui decise che la sua
 strada sarebbe stata quella della medicina. La strada da lui scelta fu quella giusta,
 perché ben presto le sue capacità come medico resero il suo nome noto in ogni
 parte dell’impero romano. La sua bravura arrivò fino all’orecchio di Galerio, uno dei
 due Cesari che secondo il sistema della tetrarchia che all’epoca era il sistema di
 governo dell’Impero Romano. Galerio fu così colpito dalla sua bravura e dalle sue
 capacità, da volerlo come proprio medico di fiducia. Nello stesso
 periodo Pantaleone si cominciò a riavvicinare alla religione cristiana. Poco dopo la
 sua scelta di tornare definitivamente nell’alveo della fede cristiana, dovette fare i
 conti con un grave lutto: suo padre morì lasciandogli in eredità una situazione
 economica decisamente florida. Il fatto che fosse il medico di fiducia di uno dei
 Cesari e che si fosse ritrovato dall’oggi al domani in possesso di una ingente
 ricchezza, furono due fattori che scatenarono una grande invidia da parte di
 esponenti del potere romano, che provarono in ogni modo a metterlo in cattive luce.
 E fu proprio la sua fede cristiana a divenire il motivo della sua fine: alcuni colleghi
 scoprirono infatti questo particolare della sua vita, che aveva tenuto ben celato per
 tantissimo tempo e fecero in modo di farlo arrivare all’orecchio di Diocleziano.
 Galerio tentò di salvare la vita a colui che era non più solo il suo medico personale,

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-07-2019 - Rassegna stampa del 24-07-2019 - Ruggi
ma anche un amico. Provò in tutti i modi a fargli rinnegare in pubblico la fede
cristiana, ma non vi riuscì. Anzi, Pantaleone arrivò a dichiarare la propria fede anche
davanti a Diocleziano, rifiutandosi esplicitamente di rinnegare ciò in cui credeva. La
reazione dell’imperatore fu rabbiosa e ordinò di arderlo vivo. La sentenza venne
eseguita, ma incredibilmente le fiamme si spensero quando vennero a contatto con
la pelle di Pantaleone. Diocleziano ordinò di eseguire la condanna a morte in svariati
altri modi, ma non vi fu modo di portarla a termine per fenomeni inspiegabili. E tutti
coloro che erano stati chiamati ad eseguire la sentenza di morte rimasero sconvolti
da questi eventi inspiegabili e arrivarono a convertirsi al Cristianesimo, chiedendo di
essere perdonati per quanto avevano fatto. Pantaleone li perdonò tutti e alla fine
scelse la strada del martirio, venendo ucciso attraverso la decapitazione. Vista
anche la sua occupazione, Pantaleone è riconosciuto in ogni parte dell’universo
cristiano come patrono dei medici ed è oggetto di grande venerazione. La sua testa
si trova nella città di Lione, mentre un suo arto superiore è visibile nella basilica di
Venezia che porta il suo nome. Tra le varie città di cui è patrono si può ricordare
Crema, che ogni anno, il 10 giugno, lo ricorda con una imponente processione. La
data scelta non è quella in cui il Santo viene ricordato, ma quella in cui si dice che la
peste a Crema venne debellata grazie alla sua intercessione, in epoca medioevale.
L'articolo Ravello festeggia San Pantaleone. Questa sera la Santa Messa celebrata da
Mons. Orazio Soricelli proviene da Positanonews.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-07-2019 - Rassegna stampa del 24-07-2019 - Ruggi
24/07/2019                                                                                                               Pagina 26
                                    Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                         EAV: € 1.850
                                                                                                                         Lettori: 107.296
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

       Bimbo morto di meningite svolta per i cinque medici

 Bimbo di due anni morto a Sarno per
 meningite, il gip fissa la data per la
 camera di consiglio al 25 settembre. In
 quella sede, il tribunale di Nocera
 Inferiore deciderà se archiviare l' intera
 indagine, disporne di nuove o procedere
 alla fissazione di un processo, con il
 rinvio a giudizio. Da una parte la perizia
 della     procura,    che     ha    escluso
 responsabilità penali per i medici che
 furono indagati per il decesso del piccolo
 Aniello Benisatto. Dall' altra quella della
 famiglia del piccolo, assistita dall'
 avvocato Antonio Vecchione, che con
 una sua memoria ha chiesto nuove
 indagini spiegando che i genitori del
 bimbo furono «fuorviati» in quei giorni
 cruciali tra l' ospedale di Nocera e quello
 di Sarno. Era il 30 ottobre scorso. La
 procura aveva chiesto l' archiviazione
 del procedimento, rifacendosi ad una
 consulenza che accertò nel piccolo una
 forma violenta di meningite, che non gli
 avrebbe lasciato scampo. Cinque furono i
 medici accusati di omicidio colposo. ni.so. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-07-2019 - Rassegna stampa del 24-07-2019 - Ruggi
24/07/2019                                                                                                               Pagina 4

                                                                                                                         EAV: € 1.396
                                                                                                                         Lettori: 29.750
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

  La sindrome di Sjogren va riconosciuta come patologia rara

 IL CONVEGNO L' argomento è stato
 affrontato all' Ordine dei medici Far
 conoscere la Sindrome di Sjögren e
 sensibilizzare le forze politiche affinché
 la patologia venga riconosciuta come
 rara: questo l' obiettivo del convegno,
 presentato ieri e in programma il 27
 luglio presso il Grand Hotel Salerno, in
 occasione della 5° Giornata Mondiale
 della Sindrome di Sjögren. È bene
 sottolineare come, le malattie rare,
 rappresentino sempre una condizione
 difficilissima per chi le vive, una lotta
 continua      che     prevede     percorsi
 diagnostici difficili. Queste patologie,
 quando non riconosciute dalle autorità
 della politica sanitaria, finiscono con l'
 essere private di adeguate risorse sia
 per    quanto     riguarda   il  versante
 diagnostico -terapeutico sia per ciò che
 concerne il settore della ricerca. Questo
 è il caso della Sindrome di Sjögren, non
 an cora inserita nei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) e nel Registro Nazionale
 delle malattie rare; questa condizione, purtroppo, non fa altro che aumentare il
 disagio e la sofferenza dei malati per i quali non esistono farmaci curativi e i quali
 devono anche farsi carico di parafarmaci, farmaci di fascia C, terapie riabilitative
 fisiche e cure odontoiatriche. Matteo Tortora Della Corte, consigliere dell' Ordine dei
 Medici, afferma: "La funzione di questo convegno, non solo è quella di far conoscere
 meglio questa sindrome, che è una patologia rara anche se non viene riconosciuta
 come tale, ma è anche quella di sensibilizzare le nostre forze politiche affinché
 considerino questa patologia rara e vengano incontro alle esigenze, soprattutto
 economiche, delle persone colpite da questa malattia. La Sindrome di Sjögren
 interessa circa lo 0,3/0,5 per mille della popolazione, di cui il 90% donne ed è una
 patologia che può essere anche invalidante dato che colpisce tutte le ghiandole
 esocrine come quelle lacrimali e quelle salivari, può interessare anche altri organi
 come i polmoni e i reni e si manifesta in varie forme, che vanno da quelle più
 leggere a quelle maggiormente invalidanti". Per quanto riguarda l' aiuto che può
 essere fornito alla ricerca, il dottor Tortora Della Corte afferma: "Innanzitutto
             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-07-2019 - Rassegna stampa del 24-07-2019 - Ruggi
servirebbe senz' altro un contributo economico, poi la sensibilizzazione della
comunità, per far conoscere questa malattia che è misconosciuta e che spesso viene
confusa con altre patologie alle quali qualche volta si associa, dato che essa può
manifestarsi come singola patologia o insieme ad altre patologie autoimmuni. Una
diagnosi precoce può essere importante anche se, al momento, è difficile farla
proprio per questa presenza di sintomi che non sono caratteristici e si presentano
anche in altre patologie". Alla conferenza ha preso parte anche la presidentessa dell'
Animass Onlus (Associazione Nazionale Italiana Malati Sindrome di Sjögren), la
dottoressa Lucia Marotta, che dichiara: "Vorrei partire da un presupposto: non è che
chi viene colpito da questa malattia non si rende conto di avere qualcosa che non
va, dato che si sta veramente male, il problema è del non riconoscimento della
malattia da parte di chi dovrebbe diagnosticarla. Essendo una malattia del sangue,
quindi apparentemente invisibile, non si vede poiché colpisce dall' interno,
attaccando organi più o meno vitali e per chi ha una forma sistemica, la vita diviene
quasi impossibile. Ci sono tante malattie che procurano disabilità ma il problema è la
non conoscenza di questa sindrome e del non riconoscimento della malattia come
rara nella sua forma primaria e sistemica"

            Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
24/07/2019                                                                                                                Pagina 26
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 3.535
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

                Nuovo blitz in ospedale, cinque indagati

 PAGANI Daniela Faiella Sono in tutto
 cinque le persone iscritte nel registro
 degli indagati nell' ambito dell' inchiesta
 scaturita dai sequestri del Nas all'
 ospedale di Pagani: quattro tecnici di
 laboratorio     biomedico,    sorpresi    a
 lavorare anche se privi della necessaria
 iscrizione all' albo professionale, ed un
 dirigente medico del reparto di Anatomia
 e Istologia patologica, nella stanza del
 quale i carabinieri hanno rinvenuto e
 sequestrato 33 campioni biologici in
 formalina, custoditi impropriamente in
 cartoni e buste di plastica nonché privi
 del protocollo di ingresso della struttura
 sanitaria. Se per i primi la procura di
 Nocera Inferiore ha deciso di procedere
 per esercizio abusivo della professione,
 la posizione del medico è decisamente
 più delicata e sembra essersi aggravata
 ulteriormente alla luce della seconda
 attività di controllo dei carabinieri
 scattata l' altro ieri mattina, a quindici
 giorni dal primo blitz. Lunedì mattina i
 militari del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Salerno, coordinati dal maggiore
 Vincenzo Ferrara, sono infatti ritornati all' ospedale di Pagani per acquisire nuovi atti
 e materiale ritenuto di interesse investigativo, in virtù di un decreto di perquisizione
 firmato dal sostituto della procura di Nocera Inferiore Anna Chiara Fasano, titolare
 dell' indagine. Anche in questa seconda circostanza gli uomini del maggiore Ferrara
 avrebbero rinvenuto, sempre nella stanza del dirigente medico indagato, altri reperti
 biologici privi delle informazioni di tracciabilità. Il professionista sarebbe stato
 sorpreso proprio mentre armeggiava i contenitori in vetro che contenevano i
 frammenti, riferendo ai carabinieri di non sapere il motivo per cui quei campioni
 erano nella sua stanza. All' interno di un armadietto, dietro la scrivania del dirigente
 medico, sono stati rinvenuti altri due campioni biologici anonimi. Anche rispetto alla
 presenza di questi frammenti, il medico non avrebbe saputo fornire spiegazioni
 plausibili. LA CONFERMA C' è da precisare che i vertici dell' ospedale hanno
 confermato ai carabinieri che tutti i campioni biologici rinvenuti nella stanza del
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
medico non erano corredati di protocollo di ingresso perché non riconducibili alle
attività del presidio. Il dirigente medico in questione, indagato per abuso di ufficio e
peculato, non risulta autorizzato dall' Asl ad esercitare attività intramoenia. Le
indagini proseguono e non si escludono risvolti sorprendenti. © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

            Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
24/07/2019                                                                                                                 Pagina 2
                                            La Città di Salerno
                                           Argomento: Sanità Campania

              Addio al super-ticket La Regione lo cancella
 Massimiliano Lanzotto
 SALERNO Scompare il superticket in
 Campania, il balzello che inchioda più di
 15 milioni di italiani. La Regione ha
 recepito il decreto ministeriale che mira
 a ridurre l'onere della quota fissa sulle
 categorie «vulnerabili », diventato quasi
 un vero ostacolo alle cure. La
 cancellazione      non      è     immediata,
 bisognerà      attendere      i    tempi   di
 attuazione. Di sicuro è una buona notizia
 per gli utenti della sanità regionale
 pubblica che, ora, diventa anche più
 competitiva, sotto il profilo economico,
 con      quella    privata.     Provvisorietà
 illimitata. Che il governatore Vincenzo
 De Luca (in questo caso nelle vesti di
 commissario ad acta per la sanità
 regionale) volesse abolire la tassa, nata
 come provvisoria e straordinaria, è un
 obiettivo dichiarato già da tempo. Con la
 decisione        del     Governo,        che
 comparteciperà alle minori entrate per
 gli enti regionali, c'è stato solo il passo decisivo. L'abrogazione riguarda,
 ovviamente, la famosa quota fissa di 10 euro per ricetta di prestazione specialistica
 ambulatoriale. Sarà un ritorno al passato, a prima dell'avvento della spendig review,
 introdotta nel 2011, quando, nel periodo cosiddetto di austerity, fu introdotta la
 tassa che salva solo i bambini di età inferiore ai 6 anni e gli over 65. I beneficiari. In
 sostanza cosa cambierà: le famiglie che hanno redditi bassi, comunque non superiori
 ai 24mila euro, tenendo conto della variabile dei componenti del nucleo, che non
 deve essere superiore a cinque unità, vedranno scomparire totalmente la quota
 fissa. I soggetti che hanno un'età compresa tra i 6 e i 65 anni, invece, registreranno
 una sostanziosa riduzione pari all'80 per cento. Per questa categoria la quota fissa
 passa a soli 2 euro. Il provvedimento entrerà in vigore dal primo giorno del mese
 successivo alla notifica della certificazione da parte del Comitato paritetico
 permanente: l'organismo che si occupa della verifica dei livelli assistenziali. Migliora
 il pubblico. L'abrogazione del superticket rilancia, come detto, almeno sul piano
 economico, la sanità pubblica. In questi anni, infatti, sono stati evidenti i paradossi
 dovuti alla forte disparità di costo tra la prestazione in strutture Asl rispetto ai
               Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
laboratori privati. Alcuni esempi: l'esame delle urine costa nel pubblico più di 16
euro a fronte dei circa 3 euro nel privato mentre l'emocromo costa 21 euro nel
pubblico e la metà nel privato. E parliamo di esami di base, di quelli meno gravosi
per le tasche dei cittadini. I costi attuali. Cosa accade oggi, fino all'introduzione del
nuovo sistema di pagamento: l'utente paga un ticket pari alla tariffa della
prestazione, fino al tetto massimo di 36,15 euro per ricetta. Il paziente paga,
dunque, una quota variabile con un tetto massimo di spesa. Tutto andrà a
ridimensionarsi, anche per quanti non hanno diritto all'esenzione totale delle spese
mediche. Ticket alleggerito. D'altronde, l'obiettivo della politica, sia a livello
nazionale sia a livello regionale, è quello di alleggerire il peso della
compartecipazione alle spese sanitaria. Studi statistici e rilievi sociali dimostrano
che, troppo spesso, i cittadini appartenenti alla categoria «vulnerabili» rinunciano
finanche a curarsi perché non possono coprire le spese dei ticket. I controlli. Non
sarà un provvedimento fine a sé stesso. Palazzo Santa Lucia, infatti, ha incaricato il
Dipartimento per la Tutela e la salute e il coordinamento del Sistema sanitario
regionale di monitorare l'impatto delle misure, al fine di eventuali rimodulazioni sulla
base di dati certi (in particolare riferiti all'annualità 2019), per ottimizzare la quota
che il Governo, attraverso il succitato Decreto Superticket (col quale la Campania ha
raddoppiato le risorse, passando da 2,5 milioni a 5 milioni di euro), ha attribuito agli
enti periferici, ovvero alle Regioni. Maggior gettito. A giovarne - altro paradosso -
saranno proprio le casse dello Stato. Perché il ticket maggiorato sulle prestazioni di
specialistica ambulatoriale, sul pronto Soccorso e su altre prestazioni ad esclusione
di quelle farmaceutiche, ha prodotto una regressione rispetto al gettito preventivato.
Invece di dare, ha tolto ossigeno Servizio Sanitario Nazionale. È stata, a tirare le
somme, un manovra economica a perdere, perché ha spinto gli utenti verso le
strutture private. Bisognerà ora attendere che il Decreto del commissario De Luca
faccia il suo iter procedurale per dire addio all'odioso balzello sull'impegnativa
medica.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
24/07/2019                                                                                                                 Pagina 5
                                                        Il Sannio
                                                                                                                           EAV: € 1.179
                                                                                                                           Lettori: 29.750
                                           Argomento: Sanità Campania

             «Chirurgia d' urgenza, reparto e medici al top»

 La testimonianza di buona sanità Nell'
 ultimo periodo troppo spesso l' azienda
 ospedaliera 'San Pio' e nella fattispecie l'
 ospedale 'Rummo' è salito agli onori
 della cronaca per problematiche, per
 mancanza di medici e specialisti e per
 situazioni che hanno dato adito a
 critiche, anche aspre, nei confronti del
 management ospedaliero. Nonostante
 tutto questo, nonostante le difficoltà che
 sta vivendo la Sanità in generale e quella
 nostrana in particolare, capita anche di
 assistere ad interventi ben riusciti grazie
 alla bravura dei professionisti che
 operano all' interno della struttura
 cittadina. Oggi raccogliamo la lettera
 firmata da Vincenzo Barbato Romano
 che ha voluto ringraziare e allo stesso
 tempo elogiare l' operato, nella
 fattispecie, del reparto di Chirurgia d'
 urgenza diretto dal dottor Maurizio Buonanno. Scrivo, spinto da un sincero e
 profondo sentimento di gratitudine. In un momento storico in cui troppo spesso si
 sente parlare di malasanità in Italia, e fin troppe volte il nostro nosocomio cittadino è
 oggetto di severe critiche, ho potuto constatare l' elevato livello di competenze
 professionali espresse all' interno dall' Aorn 'Gaetano Rummo' di Benevento. Mi
 riferisco in particolare alla Uoc di Chirurgia d' urgenza diretta dal dottor Maurizio
 Buonanno. Un intervento chirurgico eseguito in condizioni d' urgenza, comporta
 sempre un grande impatto psicologico nonché fisico. L' aspetto emotivo gioca un
 ruolo importante e insieme alle cure mediche, fondamentali per sopravvivere,
 occorre quel sostegno che dia la forza a paziente e familiari di andare avanti,
 mettendo in fila, l' uno dopo l' altro, attimi che sembrano eterni. Nel reparto di
 Chirurgia d' urgenza dell' Ospedale 'Gaetano Rummo' di Benevento ho respirato e
 avvertito quel sostegno, giorno dopo giorno, mentre un momento dopo l' altro, ho
 apprezzato la passione con cui ogni singolo operatore, medico, infermiere o
 personale di servizio che fosse, ognuno a suo modo, si è dedicato quotidianamente a
 me. Sorrisi, frasi non scontate, parole di sostegno e di conforto non costano nulla, ed
 in questo reparto mi sono stati donati con generosità: gli infermieri mi hanno
 assistito e accudito con amore ed attenzione, i medici hanno agito con grande
               Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
competenza, scrupolosità e umanità. Le capacità professionali tecnico -chirurgiche di
altissimo livello, la facile accessibilità ai rapporti con il personale medico e
infermieristico, la disponibilità costante nel fornire spiegazioni e nel preoccuparsi di
aggiornare me ed i miei familiari, hanno reso e continuano a rendere, essendo l' iter
clinico non ancora concluso, questa mia disavventura meno amara. A tutto questo
personale, altamente qualificato, che tra infinite difficoltà economiche, organizzative
e logistiche, continua a credere con fermezza nella propria difficile missione, voglio
esprimere la mia gratitudine e quella della mia famiglia e la mia riconoscenza per
avermi accompagnato e sostenuto in questa esperienza.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
24/07/2019                                                                                                                 Pagina 24

                                                                                                                           EAV: € 5.318
                                                                                                                           Lettori: 107.296
                                           Argomento: Sanità Campania

         Cardarelli, la svolta: infermiere gestisce un parco
                              ambulanze
 Leandro Del Gaudio
 `Verifiche      dopo    la   denuncia     del
 consigliere di Confindustria Bourelly
 «Aggressioni e minacce contro chi prova
 a lavorare in quell' ospedale» L'
 INCHIESTA       Infermiere   e    manager.
 Dipendente statale nella pianta organica
 del più grande ospedale del sud Italia,
 ma anche uomo d' affari specializzato
 nella gestione di un parco di ambulanze
 private. Strane storie vengono fuori all'
 ombra del Cardarelli, seguendo l'
 inchiesta condotta dai carabinieri di
 Poggioreale per conto della Procura di
 Napoli. In questi mesi sono stati ascoltati
 dipendenti di un gruppo imprenditoriale
 ritenuti vittima o testimoni di un clima di
 intimidazione nella cittadella ospedaliera
 della città collinare, mentre in queste ore
 ha fatto rumore la denuncia lanciata dall'
 imprenditore Guido Bourelly. Figlio d'
 arte     e    consigliere    generale     di
 Confindustria, Bourelly ieri ha incassato
 la solidarietà di tanti suoi colleghi
 imprenditori, sia da parte di chi chiede
 maggiore trasparenza nei servizi di traduzione degli infermi, sia da parte degli
 operatori che operano in Confindustria. LA DENUNCIA Ma andiamo con ordine, a
 partire dalla denuncia di Bourelly al Mattino, rilanciata ieri nella trasmissione
 radiofonica «Barba e capelli» su radio Crc: «Esiste un clima di minacce che non mi
 consente da anni di lavorare con le mie ambulanze al Cardarelli. Quando - ormai
 sempre più raramente - mi è capitato di mandare ambulanze in quell' ospedale, i
 miei operatori vengono interrogati da strani personaggi, esponenti di una
 concorrenza sempre più opaca, che si spingono a impedirci di fare ritorno in questa
 struttura. Più volte ci hanno detto che il Cardarelli appartiene a loro, che non c' è
 spazio per la mia azienda, a dispetto di contratti e regole che vanno in un' altra
 direzione». Indagine della Dda di Napoli che di recente ha dato seguito a una serie di
 passaggi istruttori degni di rilievo: sono stati acquisiti i tabulati delle telefonate fatte

               Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
con le utenze intestate al Cardarelli, nel tentativo di verificare se ci sono state
soffiate da parte di dipendenti del nosocomio per favorire manager o imprenditori
privati che lavorano al di fuori delle procedure di appalto; sempre in questo solco
investigativo, è stato ascoltato il direttore generale dell' Asl Napoli uno Ciro
Verdoliva, come persona informata dei fatti. Un «sit», una testimonianza a sommaria
informazione, con l' obiettivo di fare chiarezza su regole e committenze legate non
solo al Cardarelli, ma anche ai principali ospedali napoletani. IL MANAGER Ed è in
questo scenario che spiccano figure strane, su cui gli inquirenti provano a fare
chiarezza: come quella di un infermiere al quale attribuiscono un ruolo di manager di
fatto di un gruppo di ambulanze in vari distretti sanitari (poco attivo al Cardarelli,
per non dare nell' occhio), ma anche di maestranze che stazionano all' ombra del
nosocomio del rione alto. Un mondo a parte, fatto di volontari che prestano con
decoro il proprio servizio a beneficio dei pazienti, ma anche soggetti in odore di
camorra, reclutati per un servizio che fa gola a molti. Accade nei pressi del triage,
finanche nelle corsie o nelle immediate vicinanze dell' ingresso del Cardarelli, come
se fosse un presidio militare. Verifiche in corso, si studiano nomi e profili
professionali, sulla scorta delle denunce presentate in questi mesi da parte degli
operatori di volta in volta avvicinati e indotti a non entrare nel Cardarelli. Ospedale
off limits solo per qualcuno, mentre le indagini scavano su presunte infiltrazioni
criminali nell' ospedale più grande a sud di Roma, quello - solo per la cronaca - che
di recente ha fatto notizia per gli oltre sessanta presunti furbetti del cartellino finiti
sotto inchiesta. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
24/07/2019                                                                                                                 Pagina 24

                                                                                                                           EAV: € 5.510
                                                                                                                           Lettori: 107.296
                                           Argomento: Sanità Campania

        Gli interinali dell'Asl si aggrappano alla legge Madia
 Ornella Mincione
 LA SANITÀ Sono quasi trecento i
 lavoratori interinali della sanità che
 operano nel Casertano, divisi tra Asl e
 ospedale. Come i precari, anche loro
 godono dei diritti previsti dalla legge
 Madia, indicati dal comma 2 dell' articolo
 20. Hanno diritto al processo di
 stabilizzazione dei precari che può
 espletarsi se il lavoratore ha almeno tre
 anni di servizio continui al 31 dicembre
 2017. Il comma due specifica inoltre che
 il lavoratore con contratto flessibile
 (Co.Co.Co., Co.Co.Pro e altro) non è
 entrato con concorso, al contrario del
 lavoratore di cui si parla nel comma 1
 dello stesso articolo. «Tutti coloro non
 entrati con concorso possono godere di
 questo comma che, anche per gli
 interinali,   cioè     quei     professionisti
 reclutati dall' azienda attraverso un'
 agenzia esterna, prevede un benefit,
 vale a dire il 50% di riserva nei concorsi
 pubblici», spiega l' avvocato Luisa D'
 Alterio che in collaborazione con l'
 avvocato Maria Laura Laudadio, segue in tutta la Campania casi di lavoratori
 interinali che chiedono di poter essere inseriti nel processo di stabilizzazione e di
 godere del benefit previsto dalla legge Madia. LA BATTAGLIA LEGALE Proprio di
 recente, l' avvocato D' Alterio ha ottenuto una importante vittoria legale per conto di
 una infermiera di un ospedale napoletano, lavoratrice interinale, alla quale è stato
 riconosciuto il diritto di essere inclusa nel processo di stabilizzazione dopo diversi
 anni di servizio. Nel caso casertano, insieme ai 242 interinali dell' azienda
 ospedaliera, ci sono 7 lavoratori dell' Asl che ad oggi «hanno garantito, come tutti i
 lavoratori in questione, che siano interinali o precari, il mantenimento dei Lea»,
 spiega il legale. Il problema per i lavoratori interinali, «è sorto all' inizio dell' entrata
 in vigore della legge per la stabilizzazione, perché questa escludeva questa tipologia
 di lavoratori dal processo. Poi, in seguito a sentenze del Tar e del giudice del Lavoro,
 sono stati inclusi nell' iter», specifica D' Alterio. IL FOCUS Dunque, facendo un punto
 della situazione, il settore della sanità casertana soffre un problema importante che
               Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
coinvolge 350 precari (dell' Asl principalmente) e circa 260 interinali (per lo più dell'
Aorn), tutti lavoratori con in media cinque anni di lavoro presso le due aziende, ma
che variano da tre a quindici anni prendendo singolarmente ogni operatore attivo
anche oggi. «Sono in tanti perché il blocco delle assunzioni durato diversi anni ha
fatto sì che la presenza di precari e interinali fosse indispensabile al mantenimento
degli standard dei Livelli Essenziali di Assistenza - è il commento dell' avvocato D'
Alterio -. In molti sono giovani per l' età media occupazionale: hanno tra i 35 e i 40
anni e hanno almeno quattro anni di lavoro alle spalle. Sia ben chiaro che anche loro
hanno diritto a quel benefit, forse non messo in giusta evidenza, del 50% di riserva
nei concorsi pubblici. Ora, per quanto riguarda l' Asl di Caserta ancora non sono stati
indetti i concorsi con oggetto le figure professionali degli attuali interinali. È bene
stare attenti ai provvedimenti concorsuali delle aziende». L' INTERROGAZIONE Sull'
argomento si è mosso anche il consigliere regionale Giampiero Zinzi, che ha
protocollato un' interrogazione indirizzata al presidente della Giunta regionale della
Campania, Vincenzo De Luca, avente ad oggetto Processi di stabilizzazione dei
lavoratori atipici nel Servizio Sanitario Regionale. «I lavoratori atipici ha dichiarato
Zinzi - hanno contribuito in maniera determinante al funzionamento di diversi servizi
ed al mantenimento dei Lea, di questo non si può non tenere conto. L' ordinanza del
Tribunale di Napoli rappresenta una condizione sufficiente per un cambio di rotta da
parte della Giunta sull' intera vicenda. Il governo regionale integri le linee guida
prevedendo anche per il personale somministrato la possibilità di partecipare ai
concorsi riservati». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
24/07/2019                                                                                                                Pagina 38

                                                                                                                          EAV: € 3.112
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

   Lettera al direttore/SAN GIOVANNI BOSCO LA RIPARTENZA
                          IMPOSSIBILE

 Gentile direttore, dunque - come avete
 ampiamente raccontato - all' ospedale
 San      Giovanni      Bosco    di   Napoli
 comandavano i clan camorristici, il cui
 potere era capillare. Non credo che la
 camorra abbia assunto il comando del
 nosocomio di via Don Bosco il mese
 scorso, né l' anno scorso. È ovvio
 pensare che la situazione criminale si
 protraesse da anni, se non da decenni.
 Delle due l' una: o chi aveva il compito
 istituzionale di vigilare sulla regolarità
 della vita amministrativa del San
 Giovanni Bosco non sapeva fare il suo
 mestiere, o era connivente. Vie di mezzo
 mi pare non ce ne siano e comunque, in
 entrambi i casi, questa gente dovrebbe
 scomparire dalla vita pubblica per fare in
 modo che chi ha bisogno di lavorare ed è
 capace e onesto, oltre che coraggioso,
 prenda il suo posto. Antonio De Luca
 Email. Caro Antonio, vediamo che corso
 prenderanno         le    inchieste    della
 magistratura. Certo il quadro che ne è
 venuto fuori in questi ultimi anni lascia intendere che l' ambiente al San Giovanni
 Bosco sia da tempo inquinato. E che, come dice lei, ci siano state connivenze anche
 da parte di chi ha amministrato in passato l' ospedale. Non si può negare però che l'
 attuale dirigenza abbia finalmente fatto di tutto per denunciare e scoprire le troppe
 attività illecite. La domanda vera però adesso è un' altra: il San Giovanni Bosco è
 stato talmente inquinato e quindi è meglio chiuderlo, come hanno chiesto tanti
 medici e infermieri di valore e onesti, oppure si può ancor tentare, una volta tornata
 la legalità, di organizzare un' assistenza sanitaria a un livello almeno standard? Non
 è certo una scelta facile ma credo che quell' ospedale ormai sia troppo vecchio
 anche nelle strutture per tornare ad essere quello che è stato e che quindi convenga
 ricominciare da un' altra parte. Non a caso ci risulta che i migliori abbiano chiesto il
 trasferimento soprattutto nel nuovo Ospedale del Mare.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
24/07/2019                                                                                                                Pagina 32

                                                                                                                          EAV: € 5.294
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

   Liste di attesa, la Regione si adegua basta code anche per
                          le visite private

 LA SANITÀ Ettore Mautone Liste di
 attesa: la Regione accende i fari e
 recepisce - con un leggero ritardo sulla
 tabella di marcia prefissata - l' intesa tra
 governo e Regioni stipulata a febbraio
 scorso. La Campania modifica e integra
 quanto stabilito nel novembre di un anno
 fa. Gran parte del provvedimento è
 incentrato       sulla      disciplina   dell'
 intramoenia, ossia l' attività privata di
 medici o équipe svolta per conto del
 servizio sanitario. L' INTRAMOENIA La
 novità, in parte già precedentemente
 normata, consiste nella possibilità di
 tirare il freno all' attività a pagamento da
 parte del paziente che sceglie di
 avvalersi       di        un      determinato
 professionista, laddove le code e le
 prenotazioni superano i livelli massimi
 stabiliti. Il piano nazionale prevede 4
 classi di priorità per visite e analisi:
 urgente (entro 72 ore), breve (10 giorni),
 differibile (30 giorni per le visite o 60
 giorni per le analisi), programmata
 (entro 120 giorni). Quattro anche per i ricoveri: A (casi gravi) entro 30 giorni, B (casi
 clinici complessi) entro 60 giorni, C (casi meno complessi) entro 180 giorni, D (casi
 non gravi), entro 12 mesi. La Regione conferma la possibilità di ricorrere all'
 intramonenia con costi a carico dell' azienda come strumento «eccezionale e
 temporaneo» per abbattere le liste d' attesa. Massima attenzione sarà posta per
 alcune prestazioni di riferimento, comprese le 69 ambulatoriali e le 17 di ricovero
 nel piano nazionale. Lo stop all' intramoenia e le prestazioni aggiuntive pagate dall'
 azienda e col solo ticket dal paziente scattano quando i volumi di attività sono vicini
 o superiori a quelli istituzionali. È prevista vigilanza affinché il ricorso alla libera
 professione non sia una scorciatoia per saltare la fila dovuta a carenze
 organizzative. Un monitoraggio, effettuato per ciascun dipendente, soggetto alla
 verifica di organismi aziendali paritetici cui spetta individuare eventuali

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
penalizzazioni fino alla sospensione del diritto a svolgere l' attività intramoenia. LE
REAZIONI Secondo la Cgil, il provvedimento si limita a un recepimento burocratico
dell' intesa Stato Regioni che prevede l' individuazione di un responsabile unico
regionale e per azienda delle liste di attesa e l' istituzione di un Cup unico regionale
(che dovrebbe partire a settembre). Da definire anche il nodo dell' aggiornamento e
pubblicizzazione dei dati (agende trasparenti). «Senza dinamiche di sinergia con il
privato accreditato, da considerarsi strategico, tutto si tradurrà in un fallimento degli
obiettivi del Piano di contenimento delle liste di attesa con cittadini ulteriormente
penalizzati», sostiene Pierpaolo Polizzi presidente Aspat. I sindacati della dirigenza
medica sottolineano invece come l' impianto delle norme sia poco rispondente alle
realtà aziendali dove il lavoro, anche in grandi ospedali, è assorbito soprattutto dal
pronto soccorso, rallentando moltissimo l' attività istituzionale a causa delle note
carenze di personale. Carenze che inciderebbero anche sui casi di malpratice per
colpa medica. Qui i sindacati puntano il dito sulla gestione dei recenti casi che hanno
portato alla sospensione dal servizio di alcuni medici e infermieri del Loreto Mare.
Dito puntato sulla tendenza della Asl in questione, a comminare sanzioni prima della
conclusione delle indagini «in violazione delle regole fissate e del diritto alla
riservatezza». Pertanto, si chiede che l' ufficio provvedimenti disciplinari ritiri il
provvedimento fino a quando non ci sarà una eventuale pena da parte dell' autorità
giudiziaria. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
24/07/2019                                                                                                               Pagina 20

                                                                                                                         EAV: € 5.467
                                                                                                                         Lettori: 292.828
                                         Argomento: Sanità nazionale

       Artrosi e infarto: individuato lo stretto legame tra le
                               malattie

 LA PUBBLICAZIONE Molto diffusa, ma non
 innocua, l' artrosi, in particolare quella al
 ginocchio e all' anca, è associata a
 maggiori rischi per il cuore. A
 evidenziarlo, uno studio pubblicato su
 Osteoarthritis     and     Cartilage    dell'
 università di Lund in Svezia. È stato
 messo in evidenza il legame tra l' artrosi
 del ginocchio e dell' anca e la morte
 cardiovascolare. Quest' ultima risultava
 aumentata e aumentava anche di pari
 passo con la durata della condizione.
 Chiarisce Carlo Selmi, responsabile
 Reumatologia Humanitas e docente
 Università di Milano, «sia l' artrosi che l'
 artrite sembrano condividere, anche se
 per motivi del tutto diversi, un maggior
 rischio per il cuore. Per l' artrite il
 collegamento          è      dovuto       all'
 infiammazione cronica che riguarda tutto
 l' organismo. Il fattore che invece collega
 artrosi e malattie cardiovascolari è il
 sovrappeso, e pertanto i disturbi
 metabolici che ne conseguono. Per
 questo motivo un calo di peso è efficace su entrambe le condizioni». ©
 RIPRODUZIONE RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
24/07/2019                                                                                                                      Pagina 13

                                                                                                                                EAV: € 2.203
                                                                                                                                Lettori: 29.750
                                                Argomento: Sanità nazionale

     «Solo cinque settimane per salvare Tafida Non li lascerò
                    uccidere la mia bambina»
 caterina belloni
 La mamma della piccola: «Il giudice a
 settembre valuterà la richiesta di
 trasferirla al Gaslini. A lei serve tempo.
 Non ha una malattia grave» Un rinvio di
 cinque settimane, durante le quali
 cercare il modo per salvare una giovane
 vita. Già un piccolo successo per i
 genitori di Tafida Raqeeb, la bambina
 inglese di 5 anni in coma da febbraio,
 per la quali i medici del Royal London
 hospital    vogliono     interrompere    la
 ventilazione artificiale. Lunedì in serata il
 giudice ha accettato di valutare la
 richiesta della famiglia di trasferire la
 bambina all' ospedale Gaslini di Genova
 e ha rinviato ogni decisione alla prima
 settimana di settembre. La data precisa
 non è stata fissata, ma è certo che in un
 solo giorno si terrà un' udienza lunga
 durante la quale i genitori di Tafida
 potranno esprimere le loro istanze e - sul
 fronte opposto - gli specialisti dell'
 ospedale      della    capitale   potranno
 spiegare perché intendono invece «staccarle la spina». Una seduta difficile, che
 vedrà affrontarsi due posizioni agli antipodi, due modi di guardare alla malattia, alla
 cura e alla vita. Shelina Begum, la madre di Tafida, però, si dice soddisfatta di
 questa decisione. Nutre delle speranze e non vuole abbandonare l' idea che per la
 sua figlioletta ci siano ancora delle possibilità di ripresa. Con questa decisione del
 giudice avete guadagnato qualche settimana. Quale sarà la prossima tappa?«I due
 processi proseguiranno insieme. Avrei preferito che fossero trattati separatamente:
 prima il mio e poi l' altro. Ma sono comunque speranzosa. Almeno i giudici ci hanno
 dato il permesso di andare avanti con la nostra causa, l' hanno presa in
 considerazione».Come sta Tafida?«Lei è stabile. Si sveglia, apre gli occhi, si guarda
 intorno. Non può parlare, ma è viva. Non morta, come sostengono i medici. Non
 posso accettare che dicano questa cosa».Per questo ha deciso di
 combattere?«Certo. A Tafida serve solo tempo. Lei non ha una malattia grave, non è

                    Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
come Alfie Evans. Non ha un problema genetico. Ha solo bisogno di tempo per
recuperare. Ha bisogno di tempo per fare in modo che il suo cervello riprenda a
funzionare completamente».Ma in Inghilterra non le vogliono dare questo
tempo«Infatti. Per questo sto cercando un altro Paese dove andare. Un posto dove
possano trovare una soluzione: assisterla, provare delle terapie e dei trattamenti.
Dopo che ci hanno annunciato che avrebbero sospeso la ventilazione assistita,
abbiamo fatto diverse ricerche in proposito e abbiamo verificato proposte da diversi
ospedali stranieri. Poi abbiamo deciso di chiedere all' ospedale Gaslini di Genova.
Con loro abbiamo anche preso accordi per il trasferimento, ma l' ospedale di Londra
si è opposto in modo fermo». Secondo lei perché il Royal London hospital non
permette di trasferire Tafida?«Non lo so, non capisco quali siano i motivi. So solo che
non la vogliono lasciare andare. A mio parere non hanno fiducia in Tafida, nelle sue
possibilità di ripresa».Eppure lei si è dimostrata forte.«Negli ultimi cinque mesi
hanno continuato a dirci che Tafida stava morendo mentre lei ha continuato a
combattere per la vita. È sopravvissuta al periodo critico dopo il primo intervento
anche se i medici dicevano che non ce l' avrebbe fatta. Poi è sopravvissuta ad altri
tre interventi nonostante nessuno lo credesse possibile: è per questo che siamo
convinti che le si debba dare un a possibilità di recupero».L' ospedale lo nega. Come
mai?«Forse sono spaventati all' idea di rivelare i veri motivi. Forse temono che
appaiano elementi di negligenza medica». Pensa che siano stati commessi degli
errori a livello medico?«Non posso commentare, ma possono esserci stati errori. Non
sappiamo ancora, stiamo valutando. L' intervento chirurgico per salvare la vita di
Tafida è stato rinviato per almeno cinque ore all' inizio, perché non si sapeva dove
mandarla. C' è un' indagine in proposito. Vedremo».Facciamo un passo indietro.
Cosa è successo la mattina del 9 febbraio?«La bambina si è svegliata con un terribile
dolore alla testa e poi ha perso i sensi. Ho chiamato suo fratello che le ha fatto le
prime manovre di rianimazione, poi mia sorella, mentre arrivavano i medici. Si sono
susseguiti diverse equipe del pronto soccorso, poi l' hanno portata in ospedale. C' è
stato il primo intervento».Un' altalena di paure e di sollievi. Qual è la sua speranza
adesso?«Spero che il giudice capisca la nostra posizione e ci dia il permesso di
portare Tafida altrove».Cosa farete in queste settimane che vi separano dal
processo?«C' è un sacco di lavoro da fare con gli avvocati per preparare la strategia
del processo e poi dobbiamo far sapere a tutti cosa sta accadendo. E dobbiamo
anche raccogliere dei soldi. Per le spese processuali servono 100.000 sterline
almeno e dobbiamo cercare di ottenerle anche con una raccolta fondi. Noi non siamo
in condizione economiche precarie, quindi non possiamo chiedere aiuti allo Stato,
ma nemmeno abbiamo tutto questo denaro a disposizione immediata. Anche perché
da cinque mesi non lavoriamo».Nessuno dei due?«Io faccio l' avvocato, mio marito il
costruttore edile. Ma da cinque mesi siamo sempre in ospedale con Tafida, 24 ore su
24. Non la lasciamo mai, anche per tenere sotto controllo i suoi progressi». E il
vostro altro figlio? Come sta vivendo questa situazione?«Ha quattordici anni, è
rimasto traumatizzato. Non riesce ad accettare quello che è successo e che sta
accadendo».Può fare qualche previsione sul futuro?«Ho tanta speranza. Spero di
riuscire a trasferirla. E ho intenzione di combattere a tutti i livelli di giudizio. Non ci
stancheremo mai! Non posso lasciarli uccidere la mia bambina».

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
24/07/2019                                                                                                                Pagina 20

                                                                                                                          EAV: € 12.170
                                                                                                                          Lettori: 292.828
                                          Argomento: Sanità nazionale

                             Bibite dolci nemiche del cuore

 Una ricerca dell' Istituto americano della
 nutrizione rivela che l' eccesso di
 bevande zuccherate è tra le nuove cause
 di patologie cardiovascolari L' ANALISI Le
 bibite, con zucchero o dolcificanti,
 gasate o non gasate, energizzanti o
 meno,      sono      tra     le   bevande
 maggiormente consumate nei paesi
 occidentali sia tra i ragazzi che tra gli
 adulti.    Negli      uomini    forniscono
 mediamente il 9.3% delle calorie
 giornaliere. Nelle donne l' 8.2% . Se si
 tiene conto che le società scientifiche
 raccomandano che l' energia prodotta da
 zuccheri nella dieta quotidiana non
 superi il 10%, ci si rende facilmente
 conto che con le sole bibite si rischia di
 superare tale quota. In diversi studi
 epidemiologici si è dimostrato che l'
 abitudine a bere molte bevande
 zuccherate durante la giornata può
 portare a incremento di peso, a più alto
 rischio di diabete a malattie cardiache
 ed ad ictus. Per ciò che riguarda invece
 la mortalità, le opinioni sono contrastanti. L' analisi del National Health and Nutrition
 Examination Survey degli Stati Uniti effettuata da Qiang Yang prova una correlazione
 importante tra bevande zuccherate e mortalità cardiovascolare negli adulti. IL
 FRUTTOSIO Altri studi invece non trovano questo evidente rapporto, in particolare se
 i soggetti di studio sono giovani o se le quantità bevute non sono eccessive.
 Ulteriore difficoltà ad avere chiare le idee dipende dal fatto che bisogna distinguere
 tra bevande a base di zuccheri naturali (saccarosio, fruttosio o altro) ed altre in cui il
 dolcificante è artificiale. Al momento, comunque, molte società mediche provano a
 scoraggiare, specialmente nei ragazzi, un consumo smodato . Nell' ultimo numero
 della rivista americana Circulation è stato pubblicato un interessante lavoro di
 Vasanti Malik università di Harvard e coll. sull' uso per lunghi periodi di bevande
 dolcificate (con zuccheri o dolcificanti artificiali) e rischio di sviluppare malattie
 cardiache o neoplastiche. LA DOSE Sono stati esaminati dati derivati da due grossi
 studi epidemiologici attualmente in corso, e sponsorizzate da fondi governativi degli
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Puoi anche leggere