Media Monitoring per 03-12-2019 - Rassegna stampa del 02-12-2019 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 02/12/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Giffoni, torna la mostra internazionale dei presepi ................................................................ 1 01/12/2019 - WWW.ILGIORNALEDISALERNO.IT Ospedale Ruggi, un restyling da 45 milioni di euro: ecco i reparti interessati ....................... 3 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 4 02/12/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO «Così curiamo l'imbarazzo del cancro» ................................................................................... 4 Sanità Campania ............................................................................................................................... 7 02/12/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) «Rummo» sotto i riflettori, Speranza a San Marco dei Cavoti ................................................ 7 02/12/2019 - IL ROMA «Solo 5 medici al Pronto soccorso» ........................................................................................ 8 02/12/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO Campania ostaggio dell' eterno De Luca ................................................................................ 9 02/12/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Medici di base h24 Così l' Asl «soccorre» i Pronto Soccorso ................................................. 13 02/12/2019 - IL MATTINO Medici, ambulatori aperti anche di sera ............................................................................... 15 02/12/2019 - CRONACHE DI CASERTA Ospedale, lavoro a rischio per 11 Oss .................................................................................. 17 02/12/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Solidarietà dopo il furto degli addobbi S. Anna, pioggia di donazioni per i bimbi ................ 19 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 21 02/12/2019 - IL GIORNALE Aids, 400 casi l' anno in città «Manca percezione di rischio» ............................................... 21 02/12/2019 - IL SOLE 24 ORE Formazione promossa da 3 specializzandi su 4 .................................................................... 23 02/12/2019 - CORRIERE DELLA SERA I medici di Buzzi e Policlinico «Uniti per 2 poli d' eccellenza» .............................................. 24 02/12/2019 - LA STAMPA Infibulazione, 5 mila bambine a rischio Sos in Italia per le mutilazioni genitali ................... 26 02/12/2019 - CORRIERE DELLA SERA Rho, i timori per la terapia intensiva «declassata» .............................................................. 30 02/12/2019 - IL MESSAGGERO Una sala operatoria con 30 mila chirurghi ........................................................................... 32
02/12/2019 Pagina 21 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 2.948 Lettori: 107.296 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Giffoni, torna la mostra internazionale dei presepi Lara Adinolfi Arrivato alla 24esima edizione, il consueto appuntamento natalizio della Mostra internazionale del Presepe organizzato dall' associazione Pro Loco Giffoni Valle Piana ha tagliato il nastro ieri con l' inaugurazione al complesso monumentale San Francesco. Un' edizione ricca di novità per i tanti appassionati che hanno raggiunto e raggiungeranno lo storico convento dei Picentini per apprezzare le oltre cento opere presenti. Fino al 6 gennaio i curiosi potranno apprezzare i presepi campani e non solo. Perché, oltre alle Natività provenienti dalla Lombardia, 12 anni dopo l' ultima volta la mostra giffonese riabbraccerà ben trentacinque opere in arrivo direttamente dall' Austria. Previsto per il prodotto artistico più bello il premio Pasquale Russomando in memoria del compianto cittadino giffonese scomparso poco più di un anno fa. Tante le attività collaterali alla mostra: dal suggestivo gioco di luci che accoglierà i visitatori, ai diversi spettacoli teatrali, musicali e di danza oltre alle presentazioni di libri spalmati nel ricco calendario di iniziative, passando per la mostra fotografica. Previste inoltre, per i quattro venerdì di dicembre, serate a tema all' insegna di degustazioni dei prodotti tipici del territorio. L' organizzazione ha indetto inoltre un contest fotografico che premierà lo scatto più suggestivo immortalato dai visitatori. Infine prevista una lotteria con l' intero importo che verrà devoluto in favore del reparto di Oncologia pediatrico dell' Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d' Aragona. Al vincitore andrà un presepe Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
napoletano in stile 800 realizzato dall' artista Mimmo Riccio. Da oggi all' Epifania sarà possibile visitare la mostra in orario diurno, dalle 9 alle 12, e notturno, dalle 16 alle 21. Il costo del biglietto è di 2,50 euro, con la possibilità per gruppi di accedere alla rassegna al costo di due euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/12/2019 ilgiornaledisalerno.it EAV: € 368 Lettori: 1.000 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Ospedale Ruggi, un restyling da 45 milioni di euro: ecco i reparti interessati Il Ruggi accelera nel restyling dei presidi ospedalieri. Approvato il piano di opere per il triennio 2020-2022 all’azienda ospedaliera. L’operazione, che ha un importo complessivo di 45 milioni di euro, prevede la ristrutturazione del blocco operatorio di via San Leonardo: si va dall’ortopedia, alla terapia intensiva neonatale, a ginecologia e ad altri reparti, oltre alla prima fase per l’adeguamento sismico di tutti i plessi dell’azienda e ulteriori interventi che interesseranno gli altri nosocomi. Parte dei lavori (11,35 milioni di euro) sarà finanziato attraverso i fondi dell’ex articolo 20. Soldi che erano destinati alla Campania per completare alcune strutture ospedaliere strategiche per la regione e che sono stati recuperati con la messa in ordine dei conti della sanità, che bloccava ogni utilizzazione di finanziamenti per l’edilizia sanitaria. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2019 Pagina 9 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia «Così curiamo l'imbarazzo del cancro» di Carmine Landi BATTIPAGLIA «È imbarazzante essere visti quando stai male. E quando uno sta morendo vuole essere lasciato solo». Niccolò Ammaniti , raccontava così la malattia. Una malinconica autocondanna alla solitudine, che ci s'infligge per sfuggire alle indagatorie occhiate scrutatrici della gente, alla consapevole paura d'essere diversi, al terrore di portarsi appiccicata sulla fronte l'etichetta infame della malattia. Un'uscita, una cena al ristorante, una serata in pizzeria: piaceri proibiti a chi soffre. Chi soffre di disfagia, con una neoplasia al cavo orale, o con altri tumori, o a causa di un ictus, ed è costretto a nutrirsi di liquidi, i locali li evita come fossero cippi terreni dell'Ade. Giovanni Giorgetti , medico chirurgo battipagliese, ha la soluzione. E la mette in pratica di sabato sera, tra le sale dell'Istituto d'istruzione superiore Enzo Ferrari di Battipaglia: un ristorante con portate a misura d'ogni palato. E l'aula magna della scuola diventa un banchetto senza frontiere: arrivano ammalati che, fuori di casa per una sera, a godersi una cena in compagnia, per qualche minuto dimenticano di lottare contro le bestie nere che li divorano dall'interno. È un chirurgo maxillo-facciale affermato, il professor Giorgetti: esperto di applicazioni tecnologiche per il testa-collo e per quel che riguarda la chirurgia personalizzata al computer, ha collaborato con le multinazionali partorendo fior di brevetti. Insegna a Bolzano e a Salerno, lavora alla Salus. E ha studiato all'Istituto europeo di Oncologia, alla corte di Umberto Veronesi , il maestro che ha scritto la storia della lotta al cancro. E comprende benissimo la gente che Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
soffre. Chi capisce, patisce: il prof ha provato sulla sua pelle un dolore indescrivibile, il peggiore che un essere umano possa affrontare. «Non mi va di parlarne - spiega - ma queste esperienze sono diventate energia profusa nell'ambito sociale». Così Giorgetti s'è concesso una dolce fuga tra i banchi di scuola: accanto a lui, gli amici di sempre, alcuni maestri, altri volti nuovi della medicina contemporanea. Luca Calabrese , Mara Durante , Fausto Maffini , Lorenzo Preda , Massimo Tommasino . E il giovane collaboratore, Samuele Crispino , rappresentante degli studenti di Medicina di Unisa. Dalle cattedre d'ateneo a quelle della scuola per prevenire fumo, alcol e disturbi dell'alimentazione. «Lo facciamo da quindici anni, da quando Veronesi ci ha detto di andare ovunque», spiega il prof. L'alternanza scuola-lavoro stavolta è davvero scuola e lavoro. E lo sanno bene i suoi radicali liberi: è il nome che si sono scelti gli studenti del Ferrari che partecipano al progetto di Giorgetti. Non c'entra la politica: è medicina. «I ragazzi non sapevano cosa fosse il radicale libero né come il fattore di rischio interagisce con la materia che può determinare nel corso degli anni mutazioni e poi tumori. Ora sanno cos'è un radicale libero, hanno fatto un gruppo Whatsapp e si chiamano così». È la medicina a portata dei giovanissimi. «Lo dicevo sempre, ai convegni, che bisogna uscire dalle sale congressuali e andare nelle scuole». Forse è per questo che, in un sabato di fine novembre, Le neoplasie del cavo orale: dalla prevenzione alla riabilitazione, corso d'aggiornamento per tutte le professioni sanitarie, Giorgetti lo allestisce proprio al Ferrari. Accanto a lui il fior fiore dei professionisti: tra gli altri, Rosa Zampetti dell'Asl, Ugo Bardi e Ottavio Coriglioni della Salus. A chiudere i lavori, il deputato Luigi Iovino . E l'ora del menu senza barriere, quello che tutti i ristoranti possono adottare, scocca dalle 18 in poi. La scena se la prendono i ragazzi dell'indirizzo alberghiero del Ferrari, protagonisti della Masterclass enogastronomica. Prima uno spettacolo, poi la cena: al banchetto arrivano i medici, i sanitari, gli ospiti e pure i malati. E per una sera chi soffre di disfagia mangia cibi a portata d'ogni palato, ricette di velluto, come le chiama Giorgetti. Vellutata di ceci con stracciata di bufala e pesto al basilico, crema di porri e patate, mantecato di baccalà su purea di pomodori, polvere di capperi e olive e mousse ai due cioccolati con biscotto sbriciolato: «Possono mangiare tutti», spiega Giorgetti, entusiasta. Ricette pensate insieme agli studenti: «Con i ragazzi - racconta Giorgetti - abbiamo pensato di creare qualcosa per far mangiare queste persone; ne ho parlato con la preside ed abbiamo creato un menu con delle pietanze per tutti». La strada «è quella tracciata dal mio primario, Salvatore Calabrese ». E così, alle 18, una platea di medici e scienziati ascolta un manipolo di ragazzi, che spiega come la cucina può essere terapia. E si può fare in ogni ristorante: «Non solo: possono Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
trovare occupazione in un centro per anziani, in un ospedale. È sviluppo occupazionale». I luminari applaudono i ragazzi: per un giorno i maestri sono loro. E donano un sorriso a chi lotta col male. Sorride pure Daniela Palma , preside del Ferrari: «La declinazione delle opportunità lavorative dei ragazzi che escono da questa scuola sono molteplici: non esiste solo lo chef stellato. Alcuni lo faranno, ma altri potranno dedicare la loro preziosa opera anche presso le mense scolastiche, quelle aziendali e le ospedaliere, per la cura e per la prevenzione». La medicina tra i banchi? «Non è una forzatura, è una naturale evoluzione della scienza alimentare». E per una sera stare male non è tanto imbarazzante. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2019 Pagina 19 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 2.350 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania «Rummo» sotto i riflettori, Speranza a San Marco dei Cavoti Settimana densa di appuntamenti per l' ospedale «Rummo». Stamattina la conferenza, presso la sala convegni Santa Maria delle Grazie, per la campagna «Il sonno alla guida», promossa dall' Automobil club Benevento e dall' azienda ospedaliera con il patrocinio della Prefettura. Per tutta la giornata di domani il reparto di Reumatologia, coordinato da Stefano Stisi, sarà a disposizione degli utenti per la giornata di prevenzione del fenomeno di Raynaud, mentre nella sala convegni, si svolgerà un incontro mirato a fornire spiegazioni sulla patologia, che provoca una crisi ischemica transitoria da vasocostrizione alle dita delle mani, che cambiano colore, fino a diventare cianotiche. Effettuare la capillaroscopia, a cui saranno sottoposti gratis i cittadini interessati, serve a cogliere gli aspetti di sospetto o di certezza della sclerosi sistemica, malattia autoimmune del tessuto connettivo. Nella giornata di venerdì, salvo imprevisti, è attesa la visita a San Marco dei Cavoti del ministro della Salute, Roberto Speranza, per un importante evento che riguarda la Neonatologia del «Rummo», guidata da Francesco Cocca. Sabato mattina il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca sarà al «Rummo» per inaugurare una serie di progetti portati a termine in questi mesi. l.d.c. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2019 Pagina 17 EAV: € 542 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania «Solo 5 medici al Pronto soccorso» TORRE DEL GRECO Ficco (Saues) scrive ai direttori di Asl e ospedale: «Situazione insostenibile per chi è di turno» TORRE DEL GRECO. Nel pronto soccorso dell' Ospedale di Torre del Greco restano al momento solo cinque medici, due dei quali sono esentati dal turno di notte. Lo scrive il presidente del Saues (Sindacato autonomo di urgenza ed emergenza sanitaria) Paolo Ficco in una lettera al direttore generale dell' Asl NA3 Sud ed al direttore del presidio ospedaliero di Torre del Greco. Nella missiva, si chiede di «individuare tutti gli strumenti necessari alla copertura ordinaria dei turni del servizio di pronto soccorso dell' ospedale di Torre del Greco, corrispondere subito ai medici le spettanze dovute da maggio scorso per il servizio prestato in regime di autoconvenzionamento». Nella lettera, Ficco rinvia alla vicenda del recente trasferimento di due medici del pronto soccorso del presidio ospedaliero di Torre del Greco in altri servizi e alla soppressione della reperibilità notturna. «Allo stato - spiega - nel pronto soccorso restano solo 5 medici di cui due esonerati dal turno notturno: parliamo dunque di una situazione insostenibile che costringe chi 8 in servizio a prolungare il proprio turno anche. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2019 Pagina 6 EAV: € 10.577 Lettori: 101.864 Argomento: Sanità Campania Campania ostaggio dell' eterno De Luca Enrico Fierro Ultima ora: in Campania De Luca non si tocca. Sarà lui il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali. E questa, ad essere sinceri, non è proprio una novità. Perché i segretari del Pd passano, Vincenzo resta. Da anni i timidi tentativi di rinnovare partito e rappresentanze istituzionali annunciati dai vari leader del Nazareno, si schiantano contro il muro della Campania. "Vincenzo De Luca è il nostro candidato perché è il più forte. E questa è la posizione di tutto il gruppo dirigente". Fine delle trasmissioni, e dei pochi mal di pancia nel corpo del Pd. A chiudere ogni speranza ai tentativi di superare l' era deluchiana, è Nicola Oddati , membro della segreteria nazionale del Pd e plenipotenziario di Nicola Zingaretti per il Sud. Vincenzo De Luca , eterno sindaco di Salerno, deputato e da un quinquennio governatore, non si tocca. Nonostante i sondaggi, il niet di Gennaro Migliore e le porte sbarrate dei Cinquestelle. Ma andiamo con ordine e cominciamo dai sondaggi. Impietosi per il centrosinistra destinato secondo le previsioni a perdere la terza regione d' Italia. L' ultima rilevazione l' ha commissionata Clemente Mastella , sindaco di Benevento e figura di spicco della Prima e Seconda Repubblica, con l' aspirazione a candidarsi alla guida della sua regione. Il centrodestra unito vincerebbe col 44% se la candidata fosse Mara Carfagna . La quale Mara, però, è stata già bocciata da Silvio Berlusconi che gli ha preferito Stefano Caldoro , ex governatore, che vincerebbe pure lui, ma col 42, come un Mastella qualsiasi, stimato alla stessa percentuale. E De Luca? Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Sconfitto, mandato a casa e costretto a lasciare il ponte di comando di Santa Lucia. Un misero 32/33%. Di accordi con il Movimento Cinquestelle che riflettano lo schema dell' alleanza di governo, neppure a parlarne. I grillini campani vedono il governatore come il male assoluto, il concentrato di quello che la classe politica non dovrebbe essere soprattutto nel Sud. E lui ricambia. Di Maio, eletto a Pomigliano, "è un bibitaro", "un noto sfaccendato", "una testa di sedano", insieme a Di Battista e Fico compongono il trio delle "mezze pippe". Il governo Conte è "un circo equestre, un governo di scappati di casa". Come si vede non c' è il benché minimo spazio per una ricomposizione (vedi intervista alla consigliera regionale Valeria Ciarambino ), nonostante i "retroscena" della stampa napoletana sulla possibilità di accordi ancora possibili. Su Gennaro Migliore, che gli chiede "un passo indietro", invece, De Luca è costretto a mordersi la lingua. In altri tempi avrebbe risposto a modo suo facendo felice Crozza. Ma ora no, non può polemizzare col partito di Matteo Renzi , anche perché è sicuro dell' appoggio di Italia Viva, che nel sondaggio citato è quotata al 6%. Come è noto ai conoscitori di uomini, cose e pacchetti elettorali in Campania, l' ex pupillo di Fausto Bertinotti non muove un voto. L' ex eurodeputato Pd Nicola Caputo , e Giovanni Palladino , entrambi passati con Renzi, invece sì. E per De Luca. Il primo è il consigliere delegato per l' agricoltura del "presidentissimo", il secondo è stato nominato nel cda della Città della scienza. Ed è proprio questa la forza di Vicienz l' immortale, come lo chiamano a Napoli e dintorni paragonandolo a Ciro, il personaggio di Gomorra la serie: la trasversalità. Unita alla capacità di cambiare casacche ed alleanze. Nel Pd è stato con Veltroni, Fassino, Bersani, Renzi e Martina. A tutti ha teso mani e voti per la vittoria delle loro primarie. Da tutti ha preteso, e ottenuto, l' intoccabilità. Esempio di queste settimane: a Napoli c' è il congresso provinciale del Pd devastato dalle sconfitte, dal calo degli iscritti e dall' eterna storia di primarie farlocche, lui appoggia il giovane Marco Sarracino , candidato "unico". Per l' illustre sostegno, il giovane deve dire da che parte sta. E lo fa in modo netto: "In Regione si riparte da De Luca". Fine della storia. Ma è fuori dal suo partito che Vincenzo offre il meglio di sé. In queste settimane la sua agenda è piena di appuntamenti. Incontra pezzi di Forza Italia, suscitando le preoccupazioni di Sandra Lonardo , moglie di Clemente Mastella e senatrice del partito di Berlusconi, uomini di peso della vecchia Dc come Paolo Cirino Pomicino , stringe accordi con Ciriaco De Mita . Con l' ex presidente del Consiglio dei tempi d' oro, oggi sindaco del suo paesello, si è incontrato pochi giorni fa a Nusco. Esauriti i convenevoli, i fatti; altri 60 milioni stanziati per i progetti in Alta Irpinia, il tradizionale e blindatissimo collegio di De Mita. Soldi, finanziamenti e colpi di genio. Questa l' essenza del potere di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Vincenzo De Luca. Vero e moderno leader di quello che lo studioso Isaia Sales chiama "il partito degli occasionisti". Uomini capaci di trasformare le emergenze, vere o fasulle, in occasioni di spesa pubblica e di consenso. Prendi la sanità. Pochi giorni fa la Conferenza delle regioni ha dato il suo ok all' uscita della Campania dal regime commissariale che durava da un decennio. De Luca, che prima governava Asl e ospedali da commissario governativo, continuerà a farlo, ma da presidente della Regione. Con la differenza che potrà spendere soldi e assumere: 2mila medici e 5mila infermieri. Il che lo rende euforico. "Abbiamo fatto un lavoro straordinario di risanamento finanziario, e senza tagli. Siamo modello di un altro Sud fatto di concretezza e rigore spartano". Applausi. Nonostante le condizioni troppo "spartane" di alcuni ospedali, i turni massacranti per medici e infermieri e il "turismo sanitario" dei campani che preferiscono curarsi in altre regioni con una spesa annua di 360 milioni di euro. Altra "occasione" la lotta all' abusivismo edilizio. O meglio, la sua "normalizzazione". Con una modifica ad una legge regionale del 2003, si avvia la sanatoria per le case abusive nella "zona rossa" a rischio Vesuvio. Legambiente e Verdi si sono schierati contro, i Cinquestelle pure, ma l' emendamento voluto da Pd e Forza Italia è passato a maggioranza. Alla faccia del Vesuvio e della incolumità pubblica. Le persone interessate sono tra le 50 e le 60mila. E sono voti, consenso, la possibilità di vincere. L' importante è creare "l' occasione". Come per il "concorsone" alla Regione. In pratica la messa insieme dei posti disponibili nei Comuni, nelle Aziende sanitarie e nelle altre strutture pubbliche che hanno aderito all' iniziativa. Diecimila posti di lavoro a tempo indeterminato, una speranza per le migliaia di giovani disoccupati campani. "Ai quali - dice trionfalmente il governatore - stiamo cambiando la vita col lavoro non con l' assistenza". Insomma, anche in questo ulteriore giro lo slogan deluchiano sarà quello di cinque anni fa: "Mai più ultimi". In una Regione dove si campa di promesse può andare bene. Ricordate Renzi e De Luca sulle "ecoballe", quelle montagne di rifiuti "impacchettati" che devastano il territorio della Campania? "Nell' arco di una consiliatura - giurò Re Vincenzo - questo problema sarà risolto". Poi il 10 giugno 2016 arrivò Matteo Renzi, e ci mise del suo: "Ripuliremo la Campania in tre anni". Tutto bello. Tranne la realtà. Le ecoballe erano 5,6 milioni di tonnellate, ne restano ancora 4,3 milioni e per smaltirle tutte bisognerà attendere il 2024. In quanto al "mai più ultimi", i dati parlano di una regione a crescita zero, con l' occupazione che cala e 31.400 campani che lasciano la loro terra ogni anno. Braccia e cervelli, quelli del 29,1% dei laureati che ogni dodici mesi prendono il trolley e partono. Dati, numeri di disastri sociali più forti del "cesarismo" deluchiano. La Campania arretra e si appresta a giocare "la bella", come Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
chiamano l' eterno scontro tra De Luca e Caldoro. Tanta acqua è passata sotto i ponti della politica italiana, ma loro sono ancora lì. Elezioni regionali 2010: Caldoro 54,25%, De Luca 43,04. 2015 De Luca 41,15%, Caldoro 38,38, sconfitto per poco più di 66mila voti. Ora si aspetta il terzo round. Con i sondaggi che danno per sicuro vincente il pupillo di Berlusconi e con centrosinistra e Cinquestelle ko. "È De Luca - ha scritto in un recente articolo su Il Mattino Isaia Sales - il macigno da rimuovere lungo la strada di una possibile strategia di arresto dell' avanzata leghista nelle regioni meridionali per formare una coalizione potenzialmente vincente. L' unica possibilità di una politica competitiva in Campania è l' alleanza con i Cinquestelle". Così non è stato e così non sarà. Se si potesse mettere una lapide sulle sconfitte elettorali, nel caso della Campania bisognerebbe scrivere il seguente epitaffio: "A Nicola Zingaretti al quale mancò il coraggio". Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2019 Pagina 17 EAV: € 5.421 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Medici di base h24 Così l' Asl «soccorre» i Pronto Soccorso Progetto avviato nei distretti 19 e 20, il dg Russo: «Presto ovunque» Il piano punta anche ad alleggerire gli accessi d' urgenza in ospedale L' INIZIATIVA Ornella Mincione Assistenza territoriale dal medico di medicina generale h24. È la sintesi del progetto pilota dell' Asl di Caserta che da oggi partirà nel distretto 19 di Lusciano e nel distretto 20 di Casal di Principe. Un progetto che vuole applicare le linee guida della normativa nazionale e regionale, entrate in vigore di recente. «Si tratta di una vera e propria riorganizzazione della medicina del territorio, attraverso le Aggregazioni funzionali territoriali - spiega il direttore dell' Asl Ferdinando Russo -. Gli indirizzi regionali sono vigenti da poco, ma noi stavamo già lavorandoci e quindi ci troviamo a poter avviare fin da subito il progetto, in questo momento pilota, nel distretto 19, il cui direttore Vincenzo Iodice è stato nominato coordinatore dei distretti». Il meccanismo è semplice e funzionale: ogni cittadino che ha bisogno del suo medico di base, troverà sempre un medico del territorio disponibile ad accogliere una sua richiesta, che sia il suo medico assegnato o un altro, grazie ad un sistema che mette in collegamento tutte le informazioni dei pazienti e tutti i medici di Medicina Generale. «Nelle prime 12 ore, quelle diurne, per intenderci, ci sarà il medico di base, mentre dalle 20 alle 8 ci sarà sempre la continuità assistenziale (cioè, l' ex Guardia medica)», spiega ancora il manager Russo. Il cittadino saprà sempre quale medico di riferimento è attivo nella fascia oraria interessata, perchè Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
«sia nelle farmacie che negli studi medici saranno affissi gli orari dei medici di «turno», sebbene sia ancora scorretto parlare di turnazione», continua il direttore. È ancora scorretto perché secondo la normativa regionale, dopo aver avviato le Atf, le Aggregazioni funzionali territoriali, sarà la volta delle Strutture complesse di Cure Primarie, strutture la cui organizzazione adopera come modello proprio quello delle aziende ospedaliere. Per ora, «iniziamo ad applicare quelle linee guida regionali dai due distretti di Lusciano e Casal di Principe - aggiunge ancora il manager dell' Asl casertana -. Il nostro obiettivo è coinvolgere mano a mano tutti i distretti, fino ad arrivare al primo gennaio 2020, quando pensiamo di poter vedere applicato il progetto in tutti i distretti del territorio. Fatto questo, passeremo alla fase successive delle strutture complesse». Un potenziamento dell' assistenza territoriale, quindi, cruciale se si considera che questo potrebbe comportare un rafforzamento del filtro territoriale ai Pronto soccorso, perennemente ingolfati di richieste specialmente in codice bianco e verde. «La garanzia h12 del medico di medicina generale e nelle altre 12 ore notturne della continuità assistenziale significa migliorare una organizzazione funzionale più che strutturale, secondo la quale il cittadino può, in pratica, trovare gli studi medici sempre aperti e disponibili», commenta il direttore, che assicura «già avviata l' organizzazione in tutti i distretti. Si tratta semplicemente di dare il via all' applicazione del progetto nei distretti territoriali». Quella dell' Atf è una delle misure ponderate nel Piano Triennale 2019/2021 di sviluppo e riqualificazione del Servizio Sanitario Campano, approvato con decreto commissariale il 21 novembre scorso. Ciò è stato reso possibile ora, nonostante la formulazione del piano risalga al dicembre 2018, perché il Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza, nella riunione del 13 novembre scorso, ha espresso parere favorevole in merito al Piano triennale, inviato il 31 ottobre. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2019 Pagina 21 EAV: € 4.613 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Medici, ambulatori aperti anche di sera L' ACCORDO Ettore Mautone Studi dei medici di famiglia in rete e aperti nell' arco delle 12 ore, con due turni, (dalle 8 alle 20) attivati in ogni quartiere della città e in tutta la regione. Cartelle cliniche elettroniche condivise per il monitoraggio clinico e prescrittivo di ogni paziente. E ancora: un collaboratore di studio per ciascun medico a cui attribuire i principali adempimenti burocratici e amministrativi che oggi sottraggono tempo prezioso all' assistenza. Infine tre infermieri, da assumere per ogni gruppo di 20 medici riuniti nelle 174 aggregazioni funzionali territoriali in cui suddividere i 4200 camici bianchi di famiglia della Campania. Infermieri che potranno svolgere il lavoro relativo alle somministrazioni dei vaccini, prelievi e attività legate agli screening. Il tutto senza dimenticare il collegamento con la nuova piattaforma informatica regionale Sinfonia, in cui far confluire i dati clinici relativi all' incidenza e mortalità per tumori e che andranno ad arricchire le banche dati dei registri con l' obiettivo di recuperare i ritardi accumulati. LE NOVITÀ Sono queste le principali novità nero su bianco nell' accordo regionale integrativo per la medicina generale appena siglato in Regione dalle organizzazioni sindacali di categoria. Nel piatto la Regione ha messo 3 milioni di euro che vanno ad aggiungersi ai 7 della precedente convenzione per un impianto normativo che punta a riqualificare e riorganizzare l' assistenza sanitaria di primo livello. Ma c' è di più: anche se è ancora da approfondire sarà riformato il capitolo Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
dell' assistenza assicurata di notte e nei festivi dai medici cosiddetti di guardia medica che, in alcuni casi, potranno da un lato condividere l' accesso ai dati clinici dei pazienti assistiti lasciando a loro volta traccia del loro intervento, dall' altro essere reclutati fisicamente nei pronto soccorso. Le aggregazioni funzionali territoriali tra i medici dunque, dopo una fase sperimentale, entrano ufficialmente in pista pronti a partire dal prossimo gennaio rappresentando un fondamentale tassello di quel riordino dell' assistenza degli studi medici e degli ambulatori distrettuali specialistici che incrocia il più ampio Piano di riforma della medicina del territorio. LE AGGREGAZIONI Il modello delle aggregazioni funzionali territoriali può essere a sede unica o multipla, ma è possibile individuare una ulteriore sede complessa nella quale possono essere presenti altre forme assistenziali, un ambulatorio infermieristico condiviso, un punto prelievi, ambulatori dedicati ad attività di prevenzione. Le prestazioni erogate saranno a disciplina diversificata e a complessità crescente, secondo una programmazione regionale basata sulla progressiva adozione di Piani terapeutici di cura e per le cronicità. Per ciascuna aggregazione saranno individuati, a cura del coordinatore, medici di medicina generale esperti in aree tematiche specifiche che, seguendo una formazione predeterminata potranno utilizzare anche tecnologie diagnostiche di primo livello come un elettrocardiogramma, uno spirometro, un ecografo. Le apparecchiature diagnostiche saranno acquistate dalla Asl con la quota dei fondi vincolati stanziati in finanziaria a tale scopo. (235 milioni di cui circa 23 spettanti alla Campania) grazie al ministro della Salute, Roberto Speranza. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2019 Pagina 5 EAV: € 1.217 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Ospedale, lavoro a rischio per 11 Oss L' azienda di via Tescione taglia le ore degli operatori socio sanitari, i sindacati chiedono un incontro urgente al commissario Mariano Cristiani (Cisl): il governatore De Luca assuma davvero i precari, c' è posto per tutti CASERTA (Renato Casella) - Undici operatori socio sanitari utilizzati dall' azienda ospedaliera "Sant' Anna e San Sebastiano" rischiano di perdere il lavoro. Nonostante i proclami del presidente della Regione Vincenzo De Luca sulle misure per aiutare i lavoratori meno garantiti, lo spettro della la disoccupazione continua a gravare sul settore. In questi giorni si è svolto un incontro tra i rappresentanti dell' agenzia per il lavoro dalla quale dipendono gli Oss e i sindacati Felsa Cisl Campania, con il coordi natore territoriale di Caserta Vittorio Angelo Iodice Magliacano, e Ust Cisl di Caserta, con il segretario provinciale Nicola De Lucia, oltre a Rosa Della Ventura per gli operatori "somministrati" in utilizzo presso l' Aorn di Caserta. L' azienda ospedaliera ha comunicato formalmente all' agenzia una riduzione del fabbisogno orario di lavoro, quantificato in 324 ore settimanali nell' ambito del profilo professionale degli operatori socio sanitari. Per i sindacati, questa richiesta può portare ad una riduzione effettiva di 11 unità lavorative sul totale degli operatori socio sanitari. I sindacati, vista l' attuale carenza di organico rispetto al piano di fabbisogno triennale 2019-2021, non condividono la scelta dell' Aorn Caserta di ridurre le ore in somministrazione per il personale Oss e si riservano di chiedere un incontro con il commissario straordinario. E' in corso una trattativa fra Cgil, Cisl e Uil Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
regionali e la regione Campania per la proroga di tutti i contratti dei lavoratori precari, compresi i lavoratori in somministrazione, il reintegro dei lavoratori oggetto di anticipata interruzione del rapporto di lavoro e la possibilità di poter vedersi riconosciuta l' attività professionale svolta presso l' Ente utilizzatore che bandisca concorso. Viene quindi chiesto il mantenimento di tutti gli operatori socio sanitari attraverso una rimodulazione dell' orario settimanale, con una riduzione media di 4 ore e 30 minuti settimanali. L' agenzia si riserva di dare una risposta a seguito di una verifica con l' azienda ospedaliera. "Continua la guerra dei poveri - è il commento del dirigente Cisl Fp Nicola Cristiani - la Cisl di fronte alla richiesta di riduzione delle ore decide di tenere tutti in servizio. sperando in un accordo regionale. Questo personale ha 10 anni è più di servizio e ci sono carenze di personale in particolare al pronto soccorso e nelle aree di emergenza". L' azienda ospedaliera, ricorda Cristiani, "ha già perso 10 ostetriche e 6 oss finora, per decurtazione oraria da parte dell' azienda. Oggi per evitare l' uscita di altri 11 lavoratori siamo stati costretti a ridurre i danni. cio ha messo in agitazione tutto il personale somministrato, circa 200 lavoratori". La Cisl richiama il governatore De Luca: "Vista l' uscita dal commissariamento si devono assumere 7.500 lavoratori della sanità in Campania. C' e posto per tutti". Al commissario dell' azienda il sindacato chiede una convocazione urgente. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2019 Pagina 17 EAV: € 5.638 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Solidarietà dopo il furto degli addobbi S. Anna, pioggia di donazioni per i bimbi IL VOLONTARIATO Ornella Mincione Per una volta i social hanno funzionato. E anche piuttosto bene, se si considera che, grazie alla gara di solidarietà scattata in una notte, il valore dei 700 euro persi per il furto degli addobbi e dei regali natalizi avvenuto al responsabile di Diamo una Mano è stato recuperato nel giro di una notte. Emanuele Iervolino, infatti, venerdì sera si rende conto di essere stato derubato di tutto il materiale natalizio che lui e i volontari della sua associazioni avevano comprato per portarlo nei reparti di Oncologia del II Policlinico di Napoli e Pediatria dell' ospedale Sant' Anna e San Sebastiano di Caserta. Di qui, l' amarezza e la delusione di tanto lavoro sprecato. La decisione di Emanuele di girare un video di sfogo è immediata: poi, la pubblicazione sui profili Facebook e Instagram. «Non si è capito più niente. E' partita una reale gara di solidarietà. Quando al mattino ho riacceso il telefono mi sono accorto che avevo già recuperato le 700 euro perse per il furto. E ancora in tantissimi mi scrivevano per donare soldi», spiega Emanuele Iervolino di «Diamo una mano». Per tutta la giornata di ieri in tantissimi hanno portato qualcosa al reparto di Pediatria dell' ospedale casertano e a quello di Oncologia per adulti del II Policlinico. «Hanno portato di tutto - racconta Iervolino -. Soltanto una persona ha portato scatole e scatole di addobbi. Altri, tantissimi regali, e altri ancora continuavano a voler donare somme di denaro. Sono stato io a dire Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
loro che a quel punto il denaro non serviva più e che, se proprio avevano voglia di dare una mano, saremmo stati più contenti se fossero venuti fisicamente in reparti ad aiutarci ad allestirlo. Così è successo. Abbiamo appurato poi che erano nostri followers delle pagine social dell' associazione». I numeri dei followers non sono bassi: 25.000 sulla pagina Facebook e 1.500 su quella di Instagram. «E' stato un andirivieni - dice ancora Iervolino -. Mi ha meravigliato come un video fatto su due piedi, in cui io più che altro mi sfogavo per la delusione del furto subito, avrebbe potuto creare tutto questo. Mi fa piacere che le persone abbiano potuto percepire tutta la mia amarezza e abbiano deciso di aiutarci davvero». La meraviglia di tanta solidarietà è stata anche dei medici e degli operatori sanitari del reparto casertano. «E' stata una gara di solidarietà bellissima - è il commento del primario del reparto di Pediatria Felice Nunziata -. Hanno portato in reparto tantissimi addobbi, forse più di quelli che pensavamo potessero arrivare. Le donazioni sono state continue, dalla mattina al tardo pomeriggio». Il furto di venerdì sera, accaduto in via Pier Paolo Pasolini a Caserta, aveva lasciato di stucco tutti, soprattutto perchè è molto probabile che qualcuno avesse tutto quello che stava accadendo. Un uomo sulla cinquantina, infatti, era stato notato mentre scaricava dal fuoristrada del referente di «Diamo una mano», gli addobbi natalizi, ma i passanti hanno pensato che si trattasse di un padre di famiglia intento ad abbellire una casa, senza neppure lontanamente sospettare di un furto. Il reparto di Oncologia del II Policlinico è stato già allestito sabato. Ieri è stata la volta del reparto casertano, dove sono arrivate anche fisicamente le persone esprimendo la propria vicinanza e solidarietà de visu, non attraverso il proprio smartphone. Un «miracolo»: così lo ha definito Emanuele Iervolino riparlando di tutte le persone che lo hanno contattato e hanno voluto parlare con lui, capire l' entità del danno e capire cosa potevano donare di proprio per i piccoli pazienti del reparto di Pediatria di Caserta e di Oncologia di Napoli. Per questa volta, i social sono stati il mezzo virtuoso per il bene dei pazienti. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2019 Pagina 2 EAV: € 8.262 Lettori: 163.650 Argomento: Sanità nazionale Aids, 400 casi l' anno in città «Manca percezione di rischio» Marta Bravi LA GIORNATA MONDIALE Oltre un terzo dei contagi avviene inconsapevolmente E l' 85 per cento dei ragazzi non usa il preservativo Marta Bravi Continua a mietere contagi il virus dell' Hiv. Nel 2018 sono stati 430 le nuove diagnosi a Milano, il 70 per cento della Regione e oltre il 10 per cento di tutta Italia, dove se ne contano circa 3mila ogni anno. «Numeri ancora troppo alti, ma la giornata mondiale della lotta contro l' Aids non deve essere la giornata degli allarmismi, che non pagano ma deve indicare delle priorità - spiega Andrea Gori, direttore dell' Unità Operativa Malattie Infettive del Policlinico e presidente di Anlaids Lombardia -. Doppio il binario su cui muoversi, perchè i contagi continuano ad aumentare: educazione e diffusione di strumenti che aiutino a prevenire il contagio». Se la comunità gay milanese sta crescendo e ha raggiunto popolazione e attrattività pari a quelle delle città europee, non è così per quanto riguarda la profilassi: a Londra è stata lanciata una campagna sulla PrEP (la profilassi) che ha raggiunto 20mila persone, ora si punta a 28mila. In città ricorrono a questi farmaci in 900». Di cosa si tratta? Di farmaci antiretrovirali, che oltre a bloccare la replicazione del virus nei sieropositivi, è risultato efficace anche nel prevenire l' infezione in chi non ha contratto il virus, ma si trova in contesti di particolare rischio. Il trattamento prevede l' assunzione di una compressa al giorno, nel caso di abitudini di vita promiscua, oppure due compresse prima e dopo il rapporto sessuale, riducendo così di molto il rischio. «Il problema della Lombardia è Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
il sommerso: il 56 per cento delle diagnosi di infezioni sono tardive, ovvero a 7 anni dal contagio, il che significa che queste persone possono aver infettato altri individui seppur inconsapevolmente - spiega Gori -. La percezione del rischio è molto labile in generale sia nella comunità gay che etero, che forse rappresenta la fetta più consistente del sommerso. L' 85 per cento dei giovani, per esempio, non usa il preservativo. La sfida ora - continua il direttore - è intercettare il sommerso, ovvero persone sieropositive che non lo sanno: il senso è che se riusciamo a fare diagnosi in tempo e a trattare le persone conteniamo la diffusione del virus, ma di nuovo non si può fare se le persone non fanno il test o scoprono di essere sieropositive molto tardi». Gli ospedali però non possono aspettare che siano le persone a decidere di fare il test, prendere un appuntamento ed eventualmente curarsi perché il percorso così è troppo lungo e macchinoso ed esiste ancora un forte stigma rispetto all' Aids. «Bisogna rendere il più veloce e agile possibile l' accesso a test, servizi e cure» osserva Gori. Come ha fatto il Policlinico con il Centro MTS (Malattia a trasmissione sessuale) di via Pace 9 ad accesso gratuito e libero, senza cioè prenotazione nè impegnativa, o il progetto Fast Track City cui il Comune ha aderito aprendo lo sportello alla Casa dei diritti di via de Amicis 10, che fornisce test e counselling gratuito e anonimo (il giovedì è attivo lo «Sportello PrEP» per visite e test rapidi). Così tutte le donne vittime di violenza sessuale che approdano al Soccorso Violenza Sessuale in Mangiagalli vengono trattate con terapie e seguite per evitare l' eventuale contagio, mentre le associazioni di strada «agganciano» prostitute e transessuale, che non mettono piede in ospedale, «per proporre loro test e controlli, e affrontare il sommerso dall' altro capo» spiega ancora Gori. Altra arma fondamentale è l' educazione: Anlaids entra nelle scuole secondarie per parlare ai ragazzi tra i 16 e i 18 anni dei rischi dei comportamenti sessuali promiscui, tenendo conto che la fascia più colpita è quella tra i 25 e i 29 anni. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2019 Pagina 9 EAV: € 5.084 Lettori: 259.917 Argomento: Sanità nazionale Formazione promossa da 3 specializzandi su 4 Eu.B. giovani medici I medici specializzandi si dicono soddisfatti dei percorsi formativi e delle attività assistenziali e professionalizzanti offerti dalle scuole di specializzazione degli atenei italiani. Al tempo stesso, promuovono servizi, insegnamenti e strutture. È quanto emerge dalle risposte al questionario che è stato compilato dai 16.841 iscritti alle 1.266 scuole di specializzazione italiane (41 le università) e pubblicato nei giorni scorsi sul sito del ministero dell' Istruzione. Il questionario, composto da 84 domande e strutturato in 9 sezioni, è stato erogato dal Miur tra il 17 dicembre 2018 e il 17 gennaio 2019 tramite una piattaforma informatizzata gestita da Cineca . Nel complesso, tre specializzandi su quattro valutano il percorso formativo adeguatamente calibrato all' acquisizione delle competenze necessarie a esercitare la professione di specialista all' interno dei nosocomi. Ma sono apprezzati anche gli aspetti legati alla facilità di accesso a biblioteche o riviste (il 74% degli specializzandi ha risposto positivamente) e alla graduale assunzione di autonomia e responsabilità nell' espletamento delle attività pratiche e professionalizzanti durante il corso di studi (l' 84% si è espresso in senso positivo). © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2019 Pagina 5 EAV: € 33.177 Argomento: Sanità nazionale Lettori: 725.830 I medici di Buzzi e Policlinico «Uniti per 2 poli d' eccellenza» Simona Ravizza La lettera firmata dai primari: pediatria alla Bullona, neonatologia in via Commenda «Uniamo Buzzi e Policlinico e creiamo nel primo un polo della pediatria e nel secondo un hub della neonatologia». È questo il messaggio della lettera firmata dai primari dell' Ospedale dei Bambini e condivisa dal consiglio di direzione di via della Commenda. Il progetto è stato appena presentato in commissione Sanità in Regione da Gian Vincenzo Zuccotti, a capo del dipartimento pediatrico del Buzzi, ma già nel 2015 era emersa l' idea e aveva acceso polemiche al Pirellone. All' epoca Forza Italia aveva proposto di far nascere un grande ospedale dei bambini accorpando Fatebenefratelli, Macedonio Melloni e Buzzi. Di parere opposto la Lega di Matteo Salvini, per il quale quest' ultimo doveva invece essere collegato al Sacco. Dopo molte discussioni, la soluzione si è concretizzata il 1° gennaio del 2016. Il Buzzi è stato unito al Sacco, alla Macedonio Melloni e al Fatebenefratelli. Il Policlinico però, con le competenze pediatriche della clinica De Marchi e quelle materno-neonatali della Mangiagalli (da circa 5.500 parti all' anno), era rimasto al di fuori dei giochi. Ora invece riprende quota l' idea di mettere esperti e strutture sotto un unico cappello. L' occasione è data dai cantieri in corso sia al Buzzi sia al Policlinico. In via Castelvetro sono partiti i lavori per il Grande Buzzi, dove ci saranno più spazi per curare al meglio i bambini: oggi sono oltre 25 mila gli accessi annui al pronto soccorso, 2 mila i piccoli con malattie rare. È prevista la costruzione di una nuova palazzina anche per le attività Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
chirurgiche in day hospital e la terapia intensiva. Mentre è del 27 novembre la posa della prima pietra per il Nuovo Policlinico. Dove ora c' è una spianata, sorgeranno tre edifici che portano la firma di Boeri, Barreca e La Varra. Il doppio cantiere costituisce «una grande opportunità», come ha detto Zuccotti in commissione regionale un mese fa in risposta alle domande dei consiglieri. Nel dettaglio, la proposta lanciata dalla lettera condivisa è quella di spostare nel Nuovo Policlinico la parte materno- neonatale del Buzzi (circa 3.000 parti). Di contro, al Buzzi andrebbe l' area pediatrica che si trova alla De Marchi (più o meno 70 letti). In questo modo si creerebbe in via Castelvetro un polo pediatrico e al Policlinico-Mangiagalli un hub materno-neonatale. «Nel giro di tre/quattro anni potremmo avere due strutture che non avrebbero nulla da invidiare ad altri ospedali d' eccellenza» per Zuccotti. Per mantenere bassi i costi sarebbe strategica la chiusura del punto nascite al Sacco. I vantaggi del piano? Dare ai cittadini un polo riconosciuto per la cura della mamma e del bambino, riunire professionalità ora disperse e risparmiare qualche soldo. L' assessore alla Sanità Giulio Gallera conferma che la proposta è sul tavolo, ma sottolinea anche le criticità. «Diventa difficile da realizzare se manda all' aria gare in corso e appalti già assegnati, i costi diventerebbero troppo alti e si allungherebbero i tempi». Qualche perplessità anche per la creazione di un punto nascite da più di 8 mila parti all' anno alla Mangiagalli. Una seconda ipotesi, più semplice, prevederebbe di unire le due amministrazioni, senza spostare i reparti. «Un primo passo per completare il progetto più avanti». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2019 Pagina 12 EAV: € 45.397 Lettori: 418.324 Argomento: Sanità nazionale Infibulazione, 5 mila bambine a rischio Sos in Italia per le mutilazioni genitali LARA LORETI Sono 80 mila donne le mutilate che vivono nel nostro Paese . Sono in continuo aumento gli interventi di ricostruzione della vulva Equipe interdisciplinari per assistere le vittime all' interno del Servizio sanitario. L' omertà delle famiglie e delle comunità straniere lara loreti Una piccola somala di 6 anni. Perde sangue dalla vagina, ha ferite esterne. Soffre e non riesce ad andare in bagno. Sua madre la porta all' Istituto San Gallicano di Roma, specializzato in dermatologia e venereologia. La visita il professor Aldo Morrone, uno dei massimi esperti italiani di mutilazioni genitali femminili, a cui si dedica da 30 anni. «Il sospetto che la piccola avesse subìto una mutilazione recente, in Italia, è stato forte. Ho avvisato subito i servizi sociali che hanno allertato la Procura. Abbiamo parlato a lungo con la madre, ma lei ha negato che si trattasse di una lesione volontaria. Fatto sta che dopo i primi colloqui, mamma e bimba sono sparite, non le abbiamo più viste. E il tutto è sfumato in quanto non è stato possibile provare la mutilazione. Di casi dubbi, di bambine con emorragie non riferibili a patologie genitali, me ne capitano almeno 4-5 all' anno. Ma è difficile trattarli, sia per mancanza di prove, anche perché esistono alterazioni genetiche genitali che provocano problemi analoghi, sia perché è complicato affrontare il tema con i genitori e conquistare la loro fiducia». Il fenomeno Una pratica ancora molto diffusa nel mondo, quella delle Mutilazioni genitali femminili (Mgf), che coinvolge 30 Paesi Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
africani, qualcuno del Medio Oriente più altri asiatici e sudamericani, per un totale di oltre 200 milioni di vittime. Vengono praticate per lo più senza anestesia, da persone che nella maggior parte dei casi non hanno qualifiche mediche. E ogni anno a livello mondiale sono a rischio 3 milioni di bambine, dai primi mesi di vita ai 14 anni. Ci sono vari tipi di lesioni: dall' asportazione del clitoride (grado 1) all' eliminazione delle labbra (grado 2) fino al restringimento vaginale parziale o quasi totale (gradi 3 e 4). Alcuni Paesi africani hanno varato leggi che proibiscono la pratica, ma sono ancora molti quelli in cui è tollerata. In Egitto, Paese a cui si fa risalire il rito, il 91 % delle donne è mutilato. «Nei casi più gravi viene lasciato solo un piccolo buco per la fuoriuscita di urine e ciclo mestruale - spiega Stefania De Fazio, chirurga estetica, presidente del primo Summit sulle mutilazioni genitali femminili, organizzato nei giorni scorsi a Napoli dalla Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica - Violenze che nulla hanno a che vedere con la religione, frutto di un retaggio culturale che impone alla donna di essere "pura". Ma i tagli hanno implicazioni urologiche e ginecologiche, e occorrono protocolli multidisciplinari di cura». In Italia: una legge a metà Il fenomeno coinvolge anche l' Italia dai primi anni '90. Oggi, a 13 anni dalla legge 7 del 2006 che ha introdotto l' arresto per chi pratica questo rito nel nostro Paese, vivono qui 80 mila donne mutilate. E «ogni anno 4-5mila bambine rischiano di esserne vittime in Italia», come sottolinea Morrone. Il problema è che le linee guida ipotizzate dalla legge, che prevedevano campagne informative e iniziative per l' integrazione, sono rimaste sulla carta. «L' Europa non è esente, anche se non abbiamo certezza che la pratica venga effettuata in Italia o nei Paesi europei - nota l' esperto- Al San Gallicano in dieci anni abbiamo trattato circa 3mila casi. Una 28enne somala laureata venne da noi chiedendo di essere mutilata. Noi le abbiamo spiegato che è vietato. Sette mesi dopo l' abbiamo rivista per una visita ed era stata tagliata. Ma se ci fossero maggiore integrazione e strutture ad hoc per trattare il tema, il rischio per le bambine, e anche per le adulte, sarebbe molto inferiore». Gli esperti non escludono che in alcune comunità africane residenti in Italia le mutilazioni vengano praticate ma «certezze non ci sono, altrimenti la Procura sarebbe informata», dice Morrone. Intorno al fenomeno c' è molto riserbo e le forze dell' ordine spesso non vengono coinvolte (polizia e carabinieri dicono di non aver trattato casi recenti). «Episodi in Italia? - nota Omar Abdulcadir, ginecologo somalo residente in Toscana, paladino del contrasto alle Mgf - Nessuno lo riferisce perché tutti sanno che è illegale, nelle stesse comunità nessuno denuncerebbe l' altro. La maggior parte va nei Paesi di origine a praticarle. Ma ora alle frontiere di alcuni Stati europei le bimbe, prima e dopo le vacanze nella madrepatria, vengono Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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