Media Monitoring per 09-08-2018 - Rassegna stampa del 09-08-2018 - Ruggi
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 Gli anestesisti rinunciano alle ferie ........................................................................................ 1 Gravidanze "estreme": una diventa mamma a 55 anni, l'altra a 14 - Emilia-Romagna Mamma ................................................................................................................................. 2 Morte sospetta all'ospedale di Mercato San Severino, c’è un indagato .......................... 3 Speciale Ict: Tokyo 2020 col riconoscimento facciale ......................................................... 4 Tokyo 2020 col riconoscimento facciale (quello che piace al ministro Bongiorno per i furbetti della PA) ................................................................................................................ 6 Polichetti: «Meglio prevenire che curare in ospedali fatiscenti» ...................................... 7 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 9 Medico sospeso e reintegrato ma gli rubano i buoni pasto ............................................... 9 Niente visita domiciliare per un paziente allettato ........................................................... 10 Sanità Campania ............................................................................................................................. 12 Centro medico oplonti sotto sequestro I proprietari: «In esubero 70 lavoratori» ....... 12 Ferie da smaltire: chirurgia, «reparti unificati» fino al 27 ............................................... 13 Obiettivo Lea: contratti biennali per 42 figure .................................................................. 15 Trasferimenti al Pronto soccorso, polemica sui ricoveri tra «Moscati» e «Frangipane» .............................................................................................................................................. 16 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 18 Barbara DUrso ........................................................................................................................ 18 Bresso, 5 giorni senza nuovi casi Sta rientrando l' allarme legionella ........................... 23 I presidi: a scuola solo se vaccinati ...................................................................................... 24 Vaccini, arriva lo stop dei presidi "In aula solo con certificato dell' Asl" ....................... 26 Vaccini, l' altolà dei presidi: «La circolare Grillo non basta senza certificato alunni a casa» ................................................................................................................................... 28 Via libera ai militari negli ospedali ....................................................................................... 30
08/08/2018 lacittadisalerno.it EAV: € 972 Lettori: 6.500 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Gli anestesisti rinunciano alle ferie Ospedale, andranno in vacanza in autunno per garantire la gestione dell’urgenza 07 agosto 2018 Hanno rinunciato alle ferie estive per garantire l'emergenza-urgenza e consentire, così, il pieno funzionamento della Sala operatoria, della Rianimazione e, di conseguenza, degli altri reparti. Un esempio di altruismo e di responsabilità, in un momento storico in cui spesso alla crisi economica si accompagna la crisi di valori, viene dal "Santa Maria dell'Olmo" di Cava de' Tirreni. Qui i sei anestesisti che lavorano nella struttura ospedaliera hanno detto no alle ferie, ripromettendosi di andare in vacanza in autunno. Senza di loro non potrebbe essere garantita l'emergenza e ciò implicherebbe non solo una sofferenza degli altri reparti, ma anche un taglio dei servizi sanitari che sinora si era riuscito ad evitare sempre per merito del personale sanitario, oltre che dei sei infermieri e cinque operatori socio- sanitari (Oss) che erano stati inviati dalla direzione generale dell'azienda ospedaliera universitaria Ruggi proprio per evitare che i "vuoti" creati dalle ferie estive del personale mettessero in pericolo l'assistenza sanitaria. Secondo indiscrezioni, la scelta degli anestesisti dell'ospedale di Cava è stata in qualche in modo obbligata. Questo perché l'appoggio offerto dal Ruggi, che ha predisposto il supporto di altri anestesisti che si aggiungono appunto ai sei già in forza in sala operatoria, non è sufficiente a garantire l'emergenza h24. Da qui la decisione dei medici di rimandare le proprie ferie. Una scelta che seda le notizie non proprio confortanti che quotidianamente trapelano dalla struttura ospedaliera e che parlano di problemi annosi legati alla mancanza di personale e ad occasionali carenze strutturali. Le problematiche, peraltro, sono state più volte esposte dai sindacati di settore al direttore generale del Ruggi Giuseppe Longo, che in parte è venuto incontro alle loro richieste di altro personale. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/08/2018 emiliaromagnamamma.it EAV: € 513 Lettori: 2.200 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Gravidanze "estreme": una diventa mamma a 55 anni, l'altra a 14 - Emilia-Romagna Mamma Due parti “estremi”. Due vicende opposte ma accomunate dalla maternità. Una viene da Cuneo ed ha come protagonista una donna di 55 anni che è diventata madre per la quarta volta. E pure in maniera naturale. L’altra da Salerno dove una ragazzina di 14 anni ha deciso di portare avanti la gravidanza, ha partorito ma il suo caso e la sua situazione familiare sono così delicati che sono stati allertati i servizi sociali. Stella Milanesio, la signora piemontese, è una delle due donne su un milione che porta a compimento una gravidanza naturale dopo i 50 anni. Suo marito ne ha 59. Gli altri tre figli 34, 28 e 22 e c’è pure un nipotino. Adesso la coppia, che conduce un’azienda agricola, ha avuto il piccolo Mosè. Ai media locali, la signora Milanesio ha raccontato di avere ricevuto critiche per la gravidanza “tardiva” ma “noi siamo andati avanti per la nostra strada”. La gestazione “è stata tranquilla” e “consapevole”, dato che Stella non è stata assillata “da tutte le paure che hanno le neomamme”. L’unico problema, ma solo all’inizio, è stato “dare la notizia agli altri figli”. Da una capo all’altro dell’Italia, da una storia di maternità avanzata a una di maternità precoce. Nei giorni scorsi a Salerno c’è stato il caso di una madre- bambina. La ragazzina ha 14 anni e il fidanzato 19. Il bimbo è nato con parto naturale all’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. La direzione della struttura ha allertato i servizi sociali ai quali spetterà il compito di verificare se esistano o meno le condizioni necessarie affinché la coppia cresca il piccolo in un ambiente idoneo. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/08/2018 lacittadisalerno.it EAV: € 1.014 Lettori: 6.500 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Morte sospetta all'ospedale di Mercato San Severino, c’è un indagato Nei guai il medico del pronto soccorso che non ha ricoverato il 54enne. L’autopsia non scioglie i dubbi 08 agosto 2018 C’è un indagato per la morte sospetta avvenuta domenica scorsa all’ospedale “Fucito” di Mercato S. Severino. La Procura di Nocera Inferiore, competente per territorio, avrebbe iscritto nel registro degli indagati il medico di turno del pronto soccorso, che domenica scorsa, avrebbe dimesso S.M., 54enne di Carifi, a seguito di un controllo che l’uomo aveva eseguito a causa di un improvviso malore. In questa circostanza, il paziente sarebbe stato sottoposto ad accertamenti, compreso un elettrocardiogramma per verificare il suo stato di salute. L’esito deicontrolli sanitari sarebbe risultato negativo, per cui il medico di turno, considerata la mancanza di gravi anomalie tali da rendere necessario un ricovero, avrebbe ritenuto opportuno dimettere il paziente con un codice bianco. Dopo alcune ore, però, si presume che l’uomo abbia accusato un nuovo malore, risultato fatale. Inutile la corsa disperata in ospedale da parte dei familiari. leggi anche: Il 54enne sarebbe giunto una seconda volta al pronto soccorso già privo di vita. Per questo motivo è scattata la denuncia da parte dei familiari della vittima, che avrebbero accusato il personale medico di turno di scarsa attenzione nei confronti delle condizioni di salute del paziente, precedentemente visitato presso il pronto soccorso. Da qui, la Procura ha avviato le indagini, iscrivendo nel registro degli indagati il medico di turno, in qualità di responsabile del reparto. Al momento sarebbe l’unico indagato. Ieri mattina, intanto, presso l’istituto di medicina legale dell’ospedale “Fucito”, è stata eseguita l’autopsia sul corpo della vittima da parte del medico legale,Giovanni Zotti . Da un primo esame macroscopico della salma, non è stato possibile risalire alle cause del decesso. È necessario eseguire gli esami istologici per accertare, con esattezza, i motivi che hanno indotto a quello che si presume possa essersi trattato di un arresto cardiocircolatorio, che non ha lasciato scampo alla povera vittima. I risultati di questi esami dovranno essere prodotti entro 60 giorni dall’autopsia. Intanto monta la rabbia e la protesta dei familiari dell’uomo, convinti del fatto che una migliore gestione della situazione dal punto di vista medico- sanitario, gli avrebbe potuto salvare la vita. Oggi, alle ore 16, nella chiesa di San Giovanni in Parco, a San Severino saranno celebrati i funerali. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/08/2018 EAV: € 466 Lettori: 1.333 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Speciale Ict: Tokyo 2020 col riconoscimento facciale (Agenzia Nova/Key4biz) - Per rendere le Olimpiadi di Tokyo 2020 più sicure gli organizzatori e le autorità locali hanno deciso l’utilizzo del riconoscimento facciale per tutti i protagonisti dei giochi, ad esclusione del pubblico. Sarà la prima volta nella storia che la tecnologia sarà utilizzata per un evento del genere. Come funziona? Badge più scansione del viso per atleti, staff, organizzatori e giornalisti per accedere nei diversi luoghi della città in cui si svolgeranno i giochi. Il sistema, già collaudato dal Giappone durante i Giochi di Rio del 2016 per i giornalisti accreditati alla Japan House, non fa altro che confrontare la foto archiviata nel momento dell’accreditamento con quella che viene scattata quando una persona passa davanti alla colonnina con l’occhio elettronico. I test hanno dato risultati positivi: “Il sistema si è dimostrato 2 volte e mezzo più veloce di quello tramite codici a barre o controlli visivi”, ha detto Masaaki Suganuma vicepresidente della Nec corporation, la società che metterà a disposizione l’infrastruttura tecnologica per effettuare il riconoscimento attraverso la rilevazione biometrica. Infatti il sistema NeoFace, che vanta tra i suoi clienti il dipartimento di Sicurezza interna statunitense e la polizia di Chicago, è in grado di riconoscere anche atleti di due metri o sulla sedia a rotelle, perché verrà impiegata anche per le Paralimpiadi. La tecnologia sarà utilizzata solo come misura di sicurezza per le persone direttamente coinvolte nell’evento, pubblico escluso, e il comitato olimpico registrerà le immagini dei volti e li archivierà in un database a cui il sistema può accedere per la verifica. “La tecnologia è accurata al 99.7 per cento”, ha spiegato il numero 2 della società Nec, non al 100 per cento perché il sistema di riconoscimento basato sull’intelligenza artificiale fa ancora fatica a identificare persone di colore. Se si dovesse riscontrare questo problema allora il riconoscimento verrà effettuato da un essere umano addetto alla sicurezza. Lo stesso sistema di rilevazione biometrica che verrà utilizzato a Tokyo 2020 piace anche al ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, che ha preso l’impegno di iniziarlo ad impiegare contro i furbetti della PA. “È intenzione del governo”, ha detto la ministra, “prevedere l’obbligo di sistemi di rilevazione biometrica delle presenze che già sono stati sperimentati con risultati lusinghieri”, ha detto il ministro alla Camera il mese scorso. “Sono compatibili con la legge sulla Privacy”, ha fatto subito sapere Bongiorno. Il sistema è a prova di privacy come dimostra il S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona nel Salernitano, il primo ospedale a utilizzare le impronte digitali per i dipendenti. Key4biz ha intervistato il Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
direttore generale: “Impronte digitali anti-furbetti, nel nostro ospedale funzionano”. Chissà se il ministro Giulia Bongiorno riuscirà nell’impresa olimpica di installare il riconoscimento facciale nella PA italiana. (K4b) Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/08/2018 key4biz.it EAV: € 641 Lettori: 3.767 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Tokyo 2020 col riconoscimento facciale (quello che piace al ministro Bongiorno per i furbetti della PA) Le Olimpiadi di Tokyo con il riconoscimento facciale per rafforzare la sicurezza: badge più scansione del viso per atleti, staff, organizzatori e giornalisti per accedere nei luoghi in cui si svolgeranno i giochi. La tecnologia è 2 volte e mezzo più veloce di quella tradizionale, che resta per il pubblico. Sistemi di rilevazione biometrica anche in Italia contro i furbetti della Pa è l’impegno preso dal ministro Bongiorno. di Luigi Garofalo | @LuigiGarofalo | 8 agosto 2018, ore 10:30 Per rendere le Olimpiadi di Tokyo 2020 più sicure gli organizzatori e le autorità locali hanno deciso l’utilizzo del riconoscimento facciale per tutti i protagonisti dei giochi, ad esclusione del pubblico. Sarà la prima volta nella storia che la tecnologia sarà utilizzata per un evento del genere. Come funziona? Badge più scansione del viso per atleti, staff, organizzatori e giornalisti per accedere nei diversi luoghi della città in cui si svolgeranno i giochi. Il sistema, già collaudato dal Giappone durante i Giochi di Rio del 2016 per i giornalisti accreditati alla Japan House, non fa altro che confrontare la foto archiviata nel momento dell’accreditamento con quella che viene scattata quando una persona passa davanti alla colonnina con l’occhio elettronico. I test hanno dato risultati positivi: “Il sistema si è dimostrato 2 volte e mezzo più veloce di quello tramite codici a barre o controlli visivi”, ha detto Masaaki Suganuma vicepresidente della NEC corporation, la società che metterà a disposizione l’infrastruttura tecnologica per effettuare il riconoscimento attraverso la rilevazione biometrica. Infatti il sistema NeoFace, che vanta tra i suoi clienti il dipartimento di Sicurezza interna statunitense e la polizia di Chicago, è in grado di riconoscere anche atleti di due metri o sulla sedia a rotelle, perché verrà impiegata anche per le Paralimpiadi. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
09/08/2018 Pagina 2 EAV: € 1.436 Lettori: 29.750 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Polichetti: «Meglio prevenire che curare in ospedali fatiscenti» IL CASO VACCINI / I pediatri salernitani Russomando e De Vita: «Assolutamente favorevoli, la salute dei bambini va oltre la politica» Roscia: «Da padre non nascondo di aver vissuto una certa ansia post vaccino» «Come medico e come padre sono un sostenitore delle vaccinazioni obbligatorie ma non nascondo di aver vissuto quei due o tre giorni post vaccino con una certa ansia». Si discosta leggermente dall' idea dei vaccini "assoluti", l' esponente di Fratelli d' Italia Antonio Ro scia che esprime la sua idea da medico ma soprattutto da papà. Quella dei vaccini obbligatori rimane un argomento "scottante" tra la politica e soprattutto tra i medici che portano avanti la battaglia per la salute pubblica. «La possibilità remota di complicanze esisteva ed esiste e, certamente, il beneficio sopravanza i rischi ma tranquillo non lo ero. Non appartengo alla schiera dei complottisti da vaccino - ha continuato Roscia - ma non sono nemmeno un fautore delle ipervaccinazioni, di quelli che fanno tutte le vaccinazioni possibili e immaginabili. La vaccinazione agisce stimolando il sistema immunitario e non sempre una stimolazione eccessiva del sistema immunitario porta vantaggi, per cui sono favorevole a quelle necessarie ed obbligatorie, lo sono molto meno sulle altre la cui prescrizione dipende da caso a caso. E comunque non deve cessare la vigilanza sui prodotti che inoculiamo ai nostri bambini: quello resta un dovere». Il parere dei medici però è un filo che viaggia parallelamente a quello della politica. Proprio perché i "tecnici" del mestiere vorrebbero che le due cose non si incontrassero mai. Di questa idea rimane il gineco logo salernitano Mario Polichetti, medico del Ruggi, che prova a consigliare ai neo -genitori sempre per il bene futuro del neonato: «Non deve diventare una battaglia politica - ha dichiarato Polichetti - ma deve essere una cosa improntata sull' interesse dei cittadini. I leader chiamano i propri "affiliati" ad esprimersi, ma non deve essere così. Per trattare un argomento Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
così serio bisogna sedersi attorno ad un Tavolo con degli esperti e trattare la cosa con medici e studiosi affinchè si possano tracciare le linee guida su come agire, quando si fanno queste cose si portano dati e casistiche specifiche e si approfondisce». Poi Polichetti ha continuato: «La verità come sempre è nel mezzo, ci sono vaccini che gna però limitare l' azione di chi fa business per evitare speculazioni. Ma non può essere la politica locale a suggerire il da farsi, bisogna arrivare ad una soluzione condivisa e condivisibile - ha concluso il ginecologo - per i vaccini sono assolutamente favorevole, con i pronto soccorso e gli ospedali che ci ritroviamo è molto meglio la prevenzione che la cura in strutture fatiscenti e improponibili». «Assolutamente favorevole». E' il parere della pediatra Marcella Russo mando, in merito alla questione dei vaccini obbligatori nelle scuole. «A 360 gradi "si vax" - ha aggiunto la dottoressa Russomando - ho iniziato a lavorare in un' epoca in cui si vedevano anche i morti per morbillo». Dunque, per la pediatra, vaccini obbligatori per tutelare la salute dei bambini ed evitare, dunque, eventuali conseguenze per i nostri figli. A dirsi assolutamente favorevole anche il pediatra Sergio De Vita: «Io sono senz' altro favorevole ai vaccini obbligatori», ha detto il dottore salernitano. E sulla querelle che sta spaccando il mondo politico tra si vax e no vax ha dichiarato: «Non dovrebbe essere un fatto politico una cosa del genere. La salute dei bambini va al di là del fatto politico». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
09/08/2018 Pagina 27 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.496 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Medico sospeso e reintegrato ma gli rubano i buoni pasto FRANCESCO FAENZA EBOLI Francesco Faenza Sospeso per un anno, riabilitato dal tribunale, torna in ospedale e non trova i buoni pasto. Medico sul piede di guerra, minaccia di rivolgersi ai carabinieri se non rispuntano i ticket sottratti. Il danno è di 190 euro, pari a tre ore lorde di lavoro. I soldi sono un dettaglio, la questione è di principio: chiede rispetto, chi ha fatto il furbo deve pagare. La dinamica dei fatti è chiara. Per una condanna in primo grado, a fine maggio il medico viene sospeso dall' Asl. La punizione è dura: un anno lontano dall' ospedale, senza stipendio. La sanzione dell' Asl, però, si rivela frettolosa. Con tre gradi di giudizio, il medico può essere ancora assolto. C' è l' appello, c' è la Cassazione. IL RICORSO Lo specialista presenta ricorso, l' avvocato deposita gli atti e il tribunale gli dà ragione. Trascorso un mese sui carboni ardenti, viene riabilitato. Ma in ospedale, qualcuno ha pensato di fare il furbo, facendo male i calcoli. Convinto che il medico non sarebbe tornato in reparto prima del 2019, visto che i buoni pasto erano nominali e il medico (sospeso) non poteva spenderli, sarebbe stato un peccato sprecarli. Nel giro di tre mesi i ticket sarebbero scaduti. Da qui è nato il piano con l' appropriazione indebita dei buoni pasto. Del resto, ma chi vuoi che riabiliti il medico prima di un anno? Previsione sbagliata. Quando il medico è tornato in servizio, nel reparto è scoppiato il caos. Furto o smarrimento? Una parte dell' ospedale ridimensiona il caso: «È stato uno scherzo, forse un equivoco». La parte più draconiana invita il medico ad alzare la voce. Il direttore sanitario, Minervini, ha avviato un' inchiesta interna. Primari e collaboratori stretti sono stati invitati a dare un contributo all' inchiesta. Per ora, però, il furbetto dei buoni pasto è riuscito a farla franca. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
09/08/2018 Pagina 23 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Niente visita domiciliare per un paziente allettato Mario Fortunato Riportiamo di seguito la lettera inviata, tra gli altri, al ministro della Sanità, al governatore della Campania, alla direzione generale dell'Asl e al direttore del Distretto Sanitario Sapri-Camerota, sull'impossibilità di ottenere una visita domiciliare per un paziente invalido e allettato. Segnalo con profondo rincrescimento un accaduto che non fa onore al nostro Servizio Sanitario. Una brutta vicenda che va ad aggiungersi ai disagi sopportati quotidianamente nell'estrema periferia meridionale salernitana (Basso Cilento), governato dall'Asl Salerno. Mi riferisco, in particolare, al trattamento riservato ai pazienti anziani curati nelle proprie case in regime di assistenza domiciliare integrata (Adi). Ebbene, nell'era della moderna tecnologia, che consente la possibilità di comunicare a migliaia di chilometri di distanza, si chiede, agli ammalati allettati, di sbrigare obbligatoriamente le prescritte pratiche burocratiche (richiesta e consegna documenti medici eccetera) presso gli uffici del Distretto Sanitario di Sapri; uffici distanti dagli altri centri anche più di 40 chilometri, ed aperti solo in alcuni giorni la settimana, anche per questioni urgenti. Rimarrà indelebile nella mia mente e nel cuore la triste circostanza di aver dovuto dare l'addio a mio suocero in una bara opportunamente coperta da un lenzuolo, per evitare la vista delle gambe anchilosate: menomazione causata da oltre sette anni di degenza nel proprio letto. Mio suocero, una persona di oltre novant'anni, che si portava sulla pelle le cicatrici di oltre tre anni di prigionia nei lager tedeschi, ci ha lasciato nel 2015; spesso mi chiedeva aiuto per avere un massaggio alle gambe che gli desse un po' di sollievo, ma, nonostante ripetute richieste da parte del medico curante, non è stato possibile ricevere la visita del fisiatra: non c'erano soldi sufficienti per effettuare tali cure a domicilio. Oggi, purtroppo, il problema si ripresenta con mio padre: ottantottenne, invalido con diritto all'accompagnamento, allettato già da qualche anno, con catetere permanente; spesso, a causa dell'otturazione del catetere, è necessario l'intervento del medico, e, qualche volta, anche l'intervento Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
del 118. Date le condizioni in cui versa mio padre, il medico di famiglia, considerato l'impossibilità di spostarlo, ha disposto una visita urologica a domicilio; prescrizione rimasta inevasa perché il capitolato sottoscritto con la Medicasa (l'azienda privata che gestisce l'Adi nel territorio del Basso Cilento), non prevede la possibilità di essere visitati dall'urologo; e a nulla sono valsi i buoni propositi del responsabile del servizio (dottor Notaroberto), professionista disponibile e cortese. Un vero e proprio assurdo, se si considera che l'assistenza domiciliare si rivolge soprattutto alla popolazione anziana, e, tra le patologie delle persone della terza e quarta età, i problemi urologici sono sicuramente tra i più diffusi. La situazione è aggravata dalla circostanza che nell'ospedale più vicino, a Sapri, non opera un reparto/servizio di urologia. In pratica, a mio padre è negato il diritto di cura, e non ci viene indicato cosa bisogna fare per risolvere il problema; se non si vuole obbligarlo al trasferimento presso l'ospedale San Luca di Vallo della Lucania (più di 50 chilometri per una semplice visita urologica) o non si può rivolgersi a uno specialista privato. Sono evidenti le violazioni: della Carta Europea del Malato (punti 2, 5, 7, 8, 9, 11 e 12); dell'articolo 32 della Costituzione (diritto non solo programmatico, ma immediatamente precettivo ed efficace erga omnes); del mancato rispetto dei Lea (i livelli assistenziali che racchiudono le prestazioni ritenute vitali dallo Stato da non poter essere negate ai cittadini); senza contare l'offesa compiuta nei confronti di un anziano di quasi novant'anni abbandonato nella propria casa. Credo e continuerò ad avere fiducia nelle Istituzioni e nelle norme che regolano la nostra vita collettiva; ritengo un vero e proprio assurdo tale situazione, e, auspico di vero cuore, non solo che la situazione di mio padre sia risolta in tempi brevissimi, ma che simili cose non abbiano più a ripetersi. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
09/08/2018 Pagina 30 Il Mattino (ed. Circondario Sud) EAV: € 5.726 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Centro medico oplonti sotto sequestro I proprietari: «In esubero 70 lavoratori» DARIO SAUTTO TORRE ANNUNZIATA Dario Sautto «Sono 70 gli esuberi. A questo punto, andiamo via da Torre Annunziata». La famiglia Marulo annuncia la forte presa di posizione, dopo la chiusura della Medicina nucleare del Centro Medico Oplonti per presunti abusi edilizi, il rinvio a giudizio per il direttore Luigi Marulo ed altre sette persone e il rigetto dell' istanza di dissequestro della struttura sanitaria. «Sono abusi minimi, che riguardano appena 30 metri quadrati, per i quali ci è stata negata l' autorizzazione a sanare, abbattendo, e per i quali stiamo pagando una misura cautelare abnorme» attaccano l' architetto Alberto Prota, consulente dell' azienda, e l' avvocato Alfredo Sorge, a capo del pool di legali della famiglia di imprenditori di Torre Annunziata, proprietari anche del Lido Nettuno e del Pastificio Marulo. «Basta, lasciamo Torre Annunziata» tuona il capofamiglia Agostino Marulo, con i figli Luigi e Francesco. «Diamo lavoro a 300 persone con le nostre aziende e solo con il Cmo sono impiegati 200 lavoratori, tra dipendenti (137) ed esterni. Per 70 saremo costretti a fare tagli». Poi l' accusa velata: «Nonostante in un anno portiamo 150mila pazienti a 400 metri da Palazzo Fienga sembra ci abbiano perso tutti dalla chiusura del reparto. Invece, qualcuno si è avvantaggiato da questo sequestro». A gennaio, in consiglio comunale era stato approvato un ordine del giorno che stabiliva l' interesse pubblico per gli uffici di via Roma e via Filippini, dove sarebbero stati commessi gli abusi edilizi: «Il nostro progetto era trasformare il Cmo nel più attrezzato centro oncologico del Mezzogiorno dice Luigi Marulo invece, così, abbiamo perso 35 milioni di euro di finanziamenti Invitalia». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
09/08/2018 Pagina 23 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 8.580 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Ferie da smaltire: chirurgia, «reparti unificati» fino al 27 IL «RUMMO»/1 C' è chi al Rummo parla di chiusura, ma il primario la definisce, nella sua lettera, «unificazione» dei reparti. In ogni caso, l' assenza dell' anestesista determinerà il blocco dell' attività chirurgica di elezione. Dalle 20 di domani e sino alle 8 del 27 agosto, si unificheranno le degenze della Chirurgia generale oncologica e quelle della Chirurgia d' urgenza. Decisione assunta dal primario Maurizio Buonanno che, dopo le dimissioni di Huscher, guida entrambi i reparti. Oltre alla carenza di anestesisti, Buonanno adduce la necessità del godimento delle ferie da parte del personale e la necessità di sanificare gli ambienti della Chirurgia Generale: i ricoveri, già programmati, saranno effettuati dal 27 agosto. L' ANGIOGRAFO Non accenna a scemare, intanto, la polemica sull' angiografo. «A quelli che hanno definito eccessiva la mia richiesta di invio di ispettori al Rummo rispondo con la notizia riportata da Il Mattino: per oltre 20 giorni l' angiografo è stato fuori uso. È risultato difficile pure ripararlo, perché non più in produzione da 2 anni». Così la parlamentare del M5s. Angela Ianaro. «Parliamo di una strumentazione che la stessa casa costruttrice definiva obsoleta due anni fa. Intanto, la scorsa domenica un tifoso stava per rimetterci la vita. Non è la sanità che vogliamo. La politica deluchiana dei tagli ed accorpamenti in nome del rientro del debito sanitario non deve privare i cittadini di strumenti fondamentali. Spero che i politici che quando sono intervenuta sul Rummo mi hanno attaccata duramente, provino un po' di vergogna. Ricordo che fino a poco tempo fa è stata la volta pure del mammografo. Un plauso ai medici ed infermieri che lavorano nella struttura: fanno del loro meglio ma è l' organizzazione che deve cambiare». LA DENUNCIA La senatrice Sandra Lonardo (Fi), ha invece inviato una lettera aperta al direttore generale: «Sono davvero senza parole! Le fonti delle notizie sono i casi di ammalati che non trovano più al Rummo l' alta specializzazione e l' organizzazione presenti sino a quando qualcuno, o più di qualcuno, ha deciso di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
declassare il nostro ospedale. Che si possa andare dovunque per curarsi, non vi è alcun dubbio. Ma qui parliamo dei cittadini sanniti, tra cui ci sono benestanti, ricchi, meno ricchi e poveri». Nelle problematiche cardiache, poi, «l' immediatezza dell' intervento o il ritardo fanno la differenza. E la sua, non credo sia una risposta che un direttore generale di un' azienda ospedaliera possa dare. In merito all' angiografo, non spetta certo a me rilevare chi avrebbe dovuto sovraintendere affinché si riparasse nei tempi oppure si sostituisse, né le chiedo perché non abbia ritenuto, una volta arrivato a Benevento, di avviare subito la gara. Di certo, per un lungo periodo, gli ammalati di Benevento, sono rimasti senza il servizio. E sono rimasti anche senza la Camera Iperbarica. Le chiedo se sia vero, e questa volta sono fonti di corridoio, che la chirurgia generale resterà chiusa per un periodo più o meno lungo, lasciando i nostri cittadini senza la possibilità di avere le giuste e repentine cure». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
09/08/2018 Pagina 23 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 4.565 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Obiettivo Lea: contratti biennali per 42 figure IL «RUMMO»/2 Luella De Ciampis Sono 42 le figure professionali che l' ospedale Rummo ha intenzione di assumere per un biennio, allo scopo di garantire il mantenimento dei Lea (livelli essenziali di assistenza). Un' operazione dal costo stimato di poco inferiore a 1,5 milioni. Nell' avviso pubblico vengono dettagliate le figure in questione: 1 collaboratore statistico, per l' Epidemiologia e il rischio clinico; 3 medici di Ostetricia e Ginecologia; 1 anestesista rianimatore, 1 infermiere e 1 assistente amministrativo per la Terapia antalgica e le Cure palliative; 3 biologi per la Genetica medica; 1 farmacista e 1 assistente amministrativo per la Cardiologia Interventistica e l' Utic; 1 biologo per la Diabetologia; 1 assistente amministrativo per la Pneumologia; 1 medico di medicina fisica e riabilitazione (per un anno), 1 fisioterapista e 1 logopedista per la Riabilitazione; 4 oncologi, 1 gastroenterologo, 2 farmacisti, uno psicologo, 1 biologo, 1 tecnico di laboratorio, 2 infermieri, 2 collaboratori amministrativi con laurea magistrale e 2 assistenti amministrativi per Oncologia; 1 biologo e 1 farmacista per la direzione medica di Presidio; 1 medico, 1 psicologo e 2 assistenti amministrativi per Malattie Infettive; 1 psicologo per Neonatologia e Tin. Contestualmente, l' azienda ospedaliera ha sottoscritto una convenzione con l' Asl di Avellino per attingere alla graduatoria concorsuale dell' ente, per il reclutamento di 2 dirigenti medici di Gastroenterologia, a tempo pieno e indeterminato. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
09/08/2018 Pagina 24 EAV: € 7.120 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Trasferimenti al Pronto soccorso, polemica sui ricoveri tra «Moscati» e «Frangipane» LA SANITA' Antonello Plati «Nel mese di luglio abbiamo effettuato 1800 prestazioni e in 4 casi abbiamo predisposto trasferimenti, di questi soltanto uno verso il Moscati di Avellino. Mentre nella prima settimana di agosto su 380 prestazioni abbiamo predisposto appena due trasferimenti, uno al secondo Policlinico e l' altro al Cardarelli». È questa la versione di Oto Savino, direttore sanitario dell' ospedale «Frangipane» di Ariano irpino che contraddice, quindi, la direttrice sanitaria aziendale del «Moscati» di Avellino, Maria Concetta Conte che ieri in un' intervista al «Mattino» parlava di «trasferimenti anomali» e «in aumento da Ariano Irpino e da altri centri limitrofi al Tricolle». Attingendo al database aziendale, Conte sostiene: «Come emerge dagli accessi registrati in Pronto soccorso e nel reparto di Ortopedia, ma anche dalle registrazioni del 118 nonché dalle dichiarazioni di alcuni assistiti, dal Frangipane, struttura dove tra l' altro il Pronto soccorso è attivo, ci sono stati trasferimenti anomali prevalentemente per fratture al collo del femore: un trauma che richiedono l' intervento chirurgico entro le 48 ore». Tuttavia Savino ammette: «Qualche difficoltà in Ortopedia c' è stata per carenza di organico». Infatti, sono 3 gli ortopedici in forza al presidio arianese distribuiti su turni, condizione che renderebbe difficile la gestione di qualsiasi unità. Poi, però, il direttore sanitario scarica le responsabilità su Solofra: «L' afflusso maggiore registrato alla città ospedaliera - dice Savino - non credo sia attribuile a nostre mancanze, ma molto più probabilmente a quanto accaduto al Landolfi , dove la settimana scorsa per alcuni giorni è stata chiusa la Diagnostica per immagini». Dunque, in piena emergenza con il Pronto soccorso di Avellino oberato come non mai, è scontro tra «Moscati» e «Frangipane». Eppure proprio Conte, nei giorni scorsi tramite comunicazioni formali, aveva chiesto Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
«maggiore collaborazione» per scongiurare il peggioramento di una situazione già critica e precipitata nell' ultimo fine settimana con un aumento del 15 per cento degli accessi al Pronto soccorso di Contrada Amoretta. Complessivamente ce ne sono stati 383, dei quali 370 dalla regione e 13 da fuori. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
09/08/2018 Pagina 28 EAV: € 5.315 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità nazionale Barbara DUrso Annalia Venezia Solo in Parlamento si incontrano più ministri e deputati che nel suo salotto televisivo. Lei li coccola con quel sorriso un po così. Le abbiamo chiesto: ci è o ci fa? «Sono naturale al cento per cento, anche nel corpo». Confessioni di una showgirl che si sente tanto girl e che dello show dice: «È una droga». Gli uomini? «Li ho sempre mollati io». Possiamo fare lintervista in macchina, mentre ritorno a Roma da Casalpalocco? Sono lì, sul set, dalle otto del mattino alle otto di sera, sabati inclusi. Questestate non faccio neppure le vacanze». La conduttrice Barbara dUrso non molla. Chi sperava di vederla rallentare, si rassegni. «Lavorare mi carica», dice mentre sale sullauto blu e chiede allautista di abbassare laria condizionata. Dopo una stagione di successi in Mediaset, dove tra i suoi programmi Pomeriggio Cinque e Domenica Live è riuscita a inserire anche la conduzione serale del Grande Fratello, da pochi giorni ha iniziato a girare la serie tv La dottoressa Giò, otto puntate da produrre entro fine agosto. Mentre gioca con liPhone e coinvolge chi scrive in un video per Instragram, più che la regina di Cologno sembra una ragazzina che ha voglia di divertirsi. Infatti prima di cominciare lintervista lascia un messaggio vocale a un amico: «Tra unora sarò in albergo. Che facciamo stasera?». Dodici ore di set non le bastano. I collaboratori lhanno soprannominata la zarina (anche per le temperature polari che pretende dentro lo studio), i colleghi laguzzina di Cologno Monzese per i suoi ritmi di lavoro. Le polemiche che la riguardano sono sempre dietro langolo. Partono dai frustrati della rete, tanti, ma anche dai corridoi della stampa blasonata che aspira ad avere ospiti politici che, invece, preferiscono sedersi sui suoi divanetti di pelle. Perché i milioni di spettatori che la seguono sono fedeli e immuni alle polemiche. Lei non fa niente per placare gli animi e ogni giorno, ai suoi detrattori risponde dalla sua pagina Instagram, ricordando le cifre a tanti zeri delle sue trasmissioni. Signora dUrso, non è stanca dopo 12 ore di set? Uscire con gli amici a cena e poi andare a ballare mi ricarica. Se mi diverto posso fare anche le 2 del mattino e alle 5 e 30 sono in piedi. Magari col sorriso. Ovviamente. Lei ride sempre, lo fa per mestiere? Il Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
sorriso ce lho per natura. Mia zia Ida diceva che io sorrido con gli occhi. Sì, ma giornate storte capiteranno anche a lei. Come si riesce a sorridere quando si è tristi? Quello è mestiere. Il mio dovere è far stare bene chi guarda. Quando è morto mio padre stavo girando un film con Renato Pozzetto: il giorno dopo ero sul set e dovevo far ridere. Si dice che dietro le quinte invece non rida moltissimo e che sia molto severa coi suoi collaboratori. È leggenda o verità? Non sopporto chi lavora per timbrare il cartellino, chi non mette nel lavoro la stessa passione che ci metto io. Sono attenta ai dettagli perché so quanto siano importanti per fare la differenza. Qual è la prima lezione che ha imparato lavorando? Anni fa dovevo condurre una trasmissione, poi è arrivato il potente di turno e ha imposto unaltra. Ci sono stata male ma che potevo fare? Io uno potente alle spalle non lho mai avuto. Non le hanno mai fatto proposte indecenti in cambio di un programma? Gli uomini non sono stupidi, sanno quando possono osare. Ma chi ci ha provato comunque, con me è andato in bianco. Come si fa a declinare un invito a cena senza essere penalizzate? Tutto non si può avere. Dici di no, sei penalizzata e te ne fai una ragione. Il suo salotto è più confidenziale di quello di Bruno Vespa e meno aggressivo di quello di Massimo Giletti. Ma i suoi detrattori dicono che i politici vengono da lei perché è buona coi potenti. I politici vengono da me perché li metto a loro agio. È diverso. Faccio anche domande scomode ma non li attacco. Li metto nella condizione di rispondere. Mi faccia un esempio. Le ricordo lultimo caso, quando Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono venuti da me dopo che la loro proposta di governo era saltata. Ho chiesto a Di Maio come mai avevano indicato un solo nome per il ministero dellEconomia e lui ha negato di averlo fatto. A quel punto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto in diretta per contraddirlo. Chiunque avrebbe voluto quel confronto in tv, ma loro hanno scelto me. Ogni settimana ricorda a tutta Italia quanti numeri fanno i suoi programmi: non crede che questo atteggiamento sia fastidioso per i suoi colleghi? I programmi sono mie creature, ci lavoro con tanta passione insieme alla squadra di Videonews e li porto con orgoglio in palmo di mano. Non ci vedo niente di male. La mia trasmissione, i miei autori, i miei giornalisti, le mie telecamere, il mio pubblico... è tutto «suo». Il mio non è egoismo o senso di possesso, è cura, direi quasi istinto di protezione. Se vengono a sistemare lo studio e graffiano il parquet, io mi arrabbio e chiedo chi è il responsabile. Da dove arriva questo istinto di protezione? Io ho sempre lottato, mettendomi una corazza. E lho fatto con onestà, mai accettando compromessi o situazioni che non mi piacevano. È mai stata minacciata? Certo. Forse perché sono tra le poche donne della tv a non avere un manager potente che mi difende. Qual è laccusa che lha ferita di più? Tutte le accuse mi feriscono quando sono ingiuste o, peggio, sono bugie. Ho imparato a farmele scivolare addosso, ma ci soffro. Come quando rilascio unintervista ed estrapolano solo la frase che fa più comodo. Soffre anche quando ci sono colleghe che laccusano di tramare contro le loro trasmissioni? Su di me se ne sono inventate di tutti i colori... Su alcune, quando me le hanno raccontate, non ci ho dormito la notte. Mi racconti. No, non posso. A certe bugie non mi abbasso. Subisco le polemiche, non le fomento. Alla fine, con gli anni, ho imparato a costruire castelli con le pietre che mi tirano addosso. Le donne oggi sono davvero discriminate o hanno un atteggiamento vittimistico come dice Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
qualcuno? Cè ancora tanta strada da fare per raggiungere la parità tra i sessi. Poi ci sono donne che non lottano per aiutare la categoria ma si rifugiano dietro uomini di potere. E vanno avanti così. Si dice che lei sia brava a tenere lontano le sue rivali. No, non ho quel tipo di potere. Lunica forza che ho è il lavoro e i numeri dalla mia parte. Stima qualche donna? Sì, Maria De Filippi. Negli altri ambienti, le ricercatrici, i medici, le volontarie, chi serve alla mensa, chi adotta, donne che combattano ogni giorno. Si sarà almeno chiesta perché è sempre nel mirino di qualcuno. Ci sono persone che ce lhanno con me, che non mi salutano e io non ne conosco il motivo. Adesso non faccia Alice nel Paese delle Meraviglie. Certe ostilità nascono perché in tanti vorrebbero stare al mio posto: non ci stanno e automaticamente mi odiano. Chi lha delusa nella vita privata? Chi mi è stato vicino per anni, che immaginavo in un modo e poi invece si è rivelato diverso. Quelle sono delusioni cocenti che mi hanno provocato emozioni forti. E dolore. Ma non faccio drammi. Come reagisce? Soffro e mi chiudo. Ma senza che nessuno se ne accorga. Lei che sembra così scafata... Succede perché quando do, do in modo incondizionato. Anche i colleghi la deludono? Certo, ma di loro mi interessa meno, non soffro, me lo aspetto. Colleghi come Massimo Giletti, per esempio? Eravate molto amici ma poco tempo fa è stato visto con una telecamera nascosta in un noto ristorante romano mentre lei era lì a cena con amici. Si dice che lei se ne sia accorta e ci sia rimasta molto male. Non lo neghi perché erano presenti testimoni che lo hanno raccontato. Di questa storia non parlo. Dico solo che se uno mi sta antipatico lo manifesto, se mi sta simpatico pure. Non riesco a essere quella che non sono, con nessuno. Mi piacerebbe che gli altri facessero lo stesso. Chi sono stati i suoi maestri? In teatro Pietro Garinei e Arnoldo Foà. In tv Michele Guardì e Pippo Baudo. A 19 anni ho lavorato con lui a Domenica In, oltre a condurre faceva anche il regista. «Dammi la 1, dammi la 2, vieni più vicino»... lì ho capito che se volevo fare questo lavoro dovevo diventare come lui. Qual è il rimprovero che le è servito? Era il 1999 e volevo diventare protagonista del musical al Teatro Sistina. Ogni volta che mi presentavo ai provini il maestro Gianni Ferrio, Gino Landi e Pietro Garinei mi dicevano: «Sì, è migliorata nel canto ma ancora non va bene». Così tutte le mattine alle 7 prendevo lezioni di musica e dopo mesi tornavo per un provino. Allottava volta mi hanno scelta e nel 2000 sono stata la protagonista del musical, con Enrico Montesano. Dove trovava la forza di non mollare? A volte è anche la rabbia che ti dà la carica. Il regista Gianfranco Piccioli, che ha lanciato Francesco Nuti, diceva: «La dUrso, più le dai una martellata in testa e più ricompare da unaltra parte». La sua più grande soddisfazione professionale? Dopo 14 anni ho ripreso il timone del Grande Fratello e lho riportato in auge. E ora, nello stesso anno, dopo 20 anni, riparte la Dottoressa Gib. Nonostante due stagioni di grande successo, non si fece più. Quando era bambina che cosa sognava per il suo futuro? Ho rimosso la mia infanzia, sognavo di diventare ballerina. Mia madre assecondava il mio desiderio ma quando è morta nessuno mi ha più portato a lezioni di danza. La mia è stata una rivalsa, appena ho potuto ho ripreso da autodidatta. Non sono diventata una ballerina ma so ballare. Come gestisce la sua popolarità? Non si gestisce. La popolarità e il successo sono solo una grande cassa di risonanza. Se sei una persona umile, corretta, con dei valori, questa cassa amplifica queste doti. Se sei un arrogante e meschino, con la popolarità lo diventerai ancora di più. La Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
popolarità è una droga? Sì, ovvio. Fai questo lavoro per piacere alla gente. Chi lo nega mente. A lei piace piacere? Certo. Potrebbe mai fare a meno della popolarità? È difficile dirlo, sono troppo dentro questa vita per pensare a come sarebbe diversamente. Cè una polemica che avrebbe evitato volentieri? Quella col presidente dellOrdine dei giornalisti Vincenzo Iacopino. Per lui non avrei dovuto intervistare Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. La denuncia penale è stato solo accanimento. In ogni caso sono stata assolta dalla Procura di Monza e sono stati spesi dei soldi pubblici inutilmente. Chi sono gli ospiti del suo salotto che non ha più invitato? (Riflette qualche secondo). Quelli che campano con gli scoop sui giornali e poi nel mio programma non vogliono parlare della loro vita privata. Che è lunico motivo per cui sono lì! Minnervosisco e dopo quattro minuti chiudo lintervista. I politici fanno la fila per essere ospitati da lei. Qual è il commento che le ha fatto più piacere? Con tutti i politici ho un buon rapporto. Ho amato particolarmente Emma Bonino e Laura Boldrini, non le immaginavo così empatiche. Quale è il politico che invece si è dimostrato diverso da come lei lo immaginava? Da me sono tutti come li vedi. Salvini negli anni non è cambiato per niente, è sempre stato forte nella comunicazione. Gentiloni, Pannella... ecco lui sì che era una persona strepitosa e affascinante. Matteo Renzi, Matteo Salvini, Luigi Di Maio, Silvio Berlusconi: cè una frase che avrebbe voluto sentir dire da ognuno di loro e che non hanno detto? No, tutti da me hanno fatto promesse che hanno mantenuto. Chiedo sempre concretezza e sono stati tutti corretti. Anni fa chiesi a Renzi una promessa sulle unioni civili, che mi stavano a cuore, e ha rispettato le scadenze. Da Salvini e Di Maio vorrei sentirmi dire che approveranno presto le leggi sulle telecamere negli asili e nelle case di riposo. Non mollerò su questi punti. Poi vorrei che si andasse avanti con la legge sullo stalking e sulla violenza nei confronti delle donne: le mogli picchiate dai mariti le difenderei con le mie mani se potessi. Le piace la politica? Mi appassiona, innanzitutto come cittadina che ama il proprio Paese. Poi mi informo, leggo e mi applico. Dica la verità, ha mai pensato di candidarsi? Onestamente sì, ma magari tra qualche anno. Me lo chiedono in tanti. E da che parte si collocherebbe? Chi lo sa. Intanto vediamo come va questa legislatura. I suoi nemici laccusano di populismo. Se populismo vuol dire essere vicina alla gente, pensare e fare le domande delle signore che mi guardano il pomeriggio, allora sì, chiamatemi pure populista. Lei è una che reagisce più di pancia o più di testa? Di pancia purtroppo. Anche nel lavoro? Sempre. Se sto facendo unintervista a qualcuno e la mia pancia si annoia, so che si stanno annoiando anche a casa. E in amore si annoia? No, in amore non ci si annoia mai, se è vero amore. Qual è il suo mantra nelle relazioni? Tenersi a distanza di sicurezza e scappare appena possibile. Cerco lamore ma poi ne ho una visione talmente romantica che non è mai come lo vorrei. Ha più lasciato o è stata lasciata? Ho sempre lasciato, purtroppo. Quando il rapporto non è allaltezza delle mie aspettative non riesco a vederlo finire e do un taglio netto. Si fa una gran fatica. Ora è innamorata? Sono corteggiata e sto bene, sento una bella energia intorno a me e questo mi rende serena. Quando ha dato il primo bacio? A 15 anni a Riccardo Villari, oggi senatore. Allora eravamo dei ragazzini. E lultimo? Non me lo ricordo, direi troppo tempo fa. (Ride. E mente) Qual è lultima cosa che fa prima di addormentarsi? Penso a che cosa ho fatto durante il giorno, a quanto sono fortunata Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
e ringrazio. E la prima quando si alza? Respiro e ringrazio. Si piace la mattina allo specchio anche senza trucco? Mi piaccio perché trovo sempre un motivo per essere contenta. Il mio cuore è vostro e dei miei figli, dice ogni giorno a fine trasmissione. Che cosa sono i suoi figli? Il mio unico vero motivo di vita. Poi cè tutto il resto, a debita distanza. Avete poche foto pubbliche insieme. Perché sono riservati, non vogliono che influenzi la loro vita e che si sappia che sono i miei figli. Io li guardo crescere e taccio. Con fatica. Gian Mauro è medico, fa trapianti di fegato. A ottobre si trasferirà in Giappone per un anno e io sto già soffrendo. Laltra sera gli ho chiesto: «Ti prego, una volta fammi venire in corsia nel tuo ospedale, ti vorrei vedere col camice, sarebbe un regalo per me». E lui? «Mamma sai che non è possibile», mi ha risposto. Non solo. La sera, a Roma, cè stata una tromba daria. Mi ha chiamato per comunicarmi che doveva andare a Cosenza con laeroambulanza a recuperare un fegato da trapiantare. Ho passato la notte insonne. Uno fa il medico e laltro, Emanuele, il regista. Le chiede consigli? Per carità. So già che con questa domanda si arrabbierà. È più facile che sia io che consulti lui prima di prendere una decisione. È talentuosissimo. La guardo da vicino. Non è truccata, non ha rughe sul viso e ha gambe bellissime. Persino le mani, indicatore spietato delletà, sono lisce. Mi dica la verità, quanti ritocchi ha fatto? Io sono a favore della chirurgia estetica ma non ho mai fatto nulla. Un po perché sono terrorizzata dalle siringhe, un po perché grazie a Dio la natura mi ha voluto bene. Ha paura di invecchiare? Non ci penso, vivo ogni giorno con lo spirito di una quindicenne. In attesa di un nuovo batticuore. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
09/08/2018 Pagina 3 EAV: € 12.528 Lettori: 214.158 Argomento: Sanità nazionale Bresso, 5 giorni senza nuovi casi Sta rientrando l' allarme legionella REGIONE Gallera: «Quarantacinque pazienti su 52 sono stati dimessi» «Negli ultimi 5 giorni non sono stati segnalati nuovi casi di legionella a Bresso e questo, con tutte le cautele del caso, ci fa ben sperare che l' emergenza stia rientrando». Lo ha comunicato ieri l' assessore al Welfare Giulio Gallera aggiungendo che «dei 52 casi ad oggi registrati, 45 pazienti fortunatamente si sono ristabiliti e sono stati dimessi dagli ospedali. Da quando è partito l' allarme legionella a Bresso non era mai trascorso un arco di tempo così lungo senza nuove segnalazioni. «Questo ci fa sperare - continua l' assessore - che la curva epidemica sia in discesa o quantomeno stabile». Continua comunque dell' Ats Milano, della Direzione generale Welfare e degli esperti dell' Istituto Superiore di Sanità. Una task force che sta mappando da giorni tutto il territorio. Proseguono senza sosta anche le attività di controllo del laboratorio di Prevenzione di Ats dove sono in corso le analisi colturali di 568 campioni prelevati. I primi esiti indicano una percentuale molto bassa, circa il 13%, di alloggi (6 su 45) risultati positivi alla legionella, questo tenderebbe a far escludere l' ipotesi che il batterio sia annidato nell' acquedotto. «Le indagini - spiega Gallera - si stanno concentrando sulle torri di raffreddamento degli impianti di condizionamento dell' aria. Stiamo proponendo al sindaco di emettere apposite ordinanze affinchè i gestori effettuino le opportune manutenzioni e bonifiche». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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