Media Monitoring per 01-07-2019 - Rassegna stampa del 30-06-2019 - Ruggi
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 30/06/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Al Da Procida primi tagli ai posti letto ................................................................................... 1 29/06/2019 - WWW.LACITTADISALERNO.IT E Iervolino è in pole Da commissario a direttore generale ..................................................... 2 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 3 30/06/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Analisi, stop al blocco l' estate «salva» il budget ................................................................... 3 30/06/2019 - CORRIERE DEL MEZZOGIORNO OSPEDALI E ORDINE PUBBLICO .............................................................................................. 5 Sanità Campania ............................................................................................................................... 7 30/06/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Assalto al vigilante in ospedale .............................................................................................. 7 30/06/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Emoderivati "Nessuna prova su Poggiolini" ........................................................................... 9 30/06/2019 - IL MATTINO Fecondazione eterologa «Moscati» da primato .................................................................... 10 30/06/2019 - IL MATTINO La sfida della prevenzione contro il «mal di lavorare» ......................................................... 12 30/06/2019 - IL ROMA Un focus sulle patologie legate ai tumori ............................................................................. 14 30/06/2019 - IL MATTINO Un patrimonio di speranza per i pazienti oncologici ............................................................ 17 30/06/2019 - IL MATTINO Un pool di medici per le emergenze aperto al Porto un pronto soccorso ............................. 19 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 21 30/06/2019 - AVVENIRE «Non chiudete il punto nascita di Termoli» Il presidente del Molise scrive a Grillo e Tria .... 21 30/06/2019 - AVVENIRE Carenza medici 170 giovani in Toscana ................................................................................ 22 30/06/2019 - LA REPUBBLICA Neonato morto sparisce dall' obitorio sul giallo ora indaga la procura ................................ 23 30/06/2019 - LA REPUBBLICA Niente medici e ora in paese non si nasce più ..................................................................... 25 30/06/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO Ricerca sul cancro, risultati ritoccati per ottenere milioni ................................................... 27 30/06/2019 - IL MESSAGGERO Un megaraduno a Roma per il santone delle diete La Grillo lo scomunica ` ......................... 29
30/06/2019 Pagina 28 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 2.681 Lettori: 107.296 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Al Da Procida primi tagli ai posti letto Primi effetti delle ferie estive e prime riduzioni di posti letto in medicina interna al Da Procida. A denunciare l' intenzione prospettata dal primario del reparto, attraverso una missiva inviata alla direzione strategica del Ruggi, è la Cisl Fp di Salerno, preoccupata per la grave carenza di personale. L' azienda ospedaliera universitaria conta per quest' anno 83 pensionabili. Di questi 29 con quota 100 e 39 per limite d' età. Addii che si vanno ad aggiungere alle 273 unità mancanti già previste nel piano triennale di fabbisogno di personale del Ruggi, che vede una carenza di 80 camici bianchi, 28 dirigenti sanitari e 165 infermieri. Di questi, il reclutamento della stragrande maggioranza è previsto nel primo anno, con l' assunzione di 69 medici, 24 dirigenti sanitari e 140 infermieri. Nel secondo e terzo anno, è ipotizzato il reclutamento, rispettivamente, di 5 e 6 camici bianchi, 2 dirigenti sanitari per anno, così come 12 e 13 infermieri. Numeri che si discostano dai dati sviluppati dalle parti sociali, che contano al Ruggi una carenza di 167 camici bianchi e di 156 paramedici. Buchi in organico che potrebbero rendersi ancora più evidenti con l' inizio delle ferie estive e che potrebbero portare alla chiusura di altri posti letto e all' accorpamento di alcuni reparti. «Già nei mesi scorsi avevamo inviato delle note alla direzione con l' intento di sollecitare la risoluzione del problema, ma purtroppo bisogna constatare che a nulla sono valse le grida di aiuto che questo sindacato ha veicolato alla stessa scrive la sigla sindacale in una nota Chiediamo al direttore generale di assumersi l' impegno formale ad inviare dei validi rinforzi al già citato reparto, al fine di scongiurare la chiusura dei posti letto». sa.ru. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/06/2019 lacittadisalerno.it EAV: € 498 Lettori: 2.533 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web E Iervolino è in pole Da commissario a direttore generale Mario Iervolino (foto) da commissario a direttore generale dell’Asl Salerno: il manager della sanità pubblica, secondo indiscrezioni, dovrebbe a breve essere riconfermato al timone dell’Asl Salerno, tra le più importanti della regionale. Ierovlino, ex sindaco di Ottaviano, già in forza all’ospedale “Rummo” di Benevento, arrivò a Salerno nel giugno 2018. La decisione arrivò nel corso della Giunta Regionale che nominò Antonio Giordano (allora dg dell’Asl salernitana) a commissario dell’Azienda dei Colli di Napoli. Il nome di Iervolino era stato indicato dal governatore De Luca per la guida del “Ruggi d’Aragona” dopo la revoca dell’incarico a Nicola Cantone ma aveva ricevuto lo stop da parte del rettore Tommasetti. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 28 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.174 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Salerno e provincia Analisi, stop al blocco l' estate «salva» il budget Sabino Russo Riprendono gli esami diagnostici e le visite ambulatoriali in regime di convenzione. Dopo lo stop di fine maggio, per l' esaurimento del budget assegnato al secondo trimestre, da domani non sono più a totale carico degli utenti le prestazioni con le strutture private. La speranza, per questa estate, è che non si ripeta un nuovo blocco, grazie anche al periodo di ferie, che di solito coincide anche con un rallentamento della domanda. LO SCENARIO Il nuovo sistema di controllo, bypassato lo scorso anno a Salerno, che almeno nelle intenzioni doveva finalmente evitare il consueto blocco estivo agli esami e alle visite in convenzione, mantenendo sotto controllo la spesa, per ora ha solo contribuito ad anticipare le criticità di un mese ogni trimestre. Se fino allo scorso anno il mese di settembre ha rappresentato la fine annuale delle convenzioni con la sanità accreditata, lasciando scoperti gli ultimi 4 mesi, da gennaio la linea di confine si è spezzettata in 4 (marzo, giugno, settembre, dicembre). «È finito il secondo trimestre e con esso il secondo Ramadan della salute, il periodo, cioè, nel quale è vietato star male scrive in una nota Gennaro Lamberti, presidente nazionale Federlab Speriamo che l' imminente decreto, che sancirà il fabbisogno di prestazioni regionali in Campania, fotografi realmente questa realtà di drammatico sottodimensionamento degli stanziamenti economici. Siamo curiosi di vedere quali saranno le acute disamine che porteranno l' ente di via Santa Lucia ad affermare, con spregio del ridicolo, che anche per quest' anno i fondi non saranno incrementati e che il bisogno di sanità dei cittadini (o dei sudditi?) sarà assicurato dalle strutture pubbliche che, come d' incanto, quadruplicheranno i propri standard di efficienza. Ai poveri cristi che si troveranno nella sfortunata condizione di dover verificare l' inconsistenza di queste favole, tutta la nostra comprensione». GLI STOP Nel trimestre scorso l' alt per la cardiologia, medicina nucleare, radioterapia e radiologia è giunto come un fulmine a Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ciel sereno il 28 maggio, con gli inevitabili problemi per gli utenti che avevano effettuato le prenotazioni e che dovettero, così, pagare l' intero importo della prestazione o inserirsi nelle liste d' attesa delle strutture pubbliche. Il giorno successivo, poi, si fermarono quasi tutte le altre branche, a eccezione dei laboratori di analisi che goderono di qualche altro giorno di tregua. Il 30, infine, giunse lo stop alle visite specialistiche e la diabetologia. Nel primo trimestre, invece, lo stop arrivò per la cardiologia il 26 febbraio, per diabetologia l' 8 marzo, per gli esami di sangue e urine il 9 marzo e gli esami radiologici il 4 marzo. IL FUTURO Per il trimestre che si apre domani, la speranza è che grazie alle ferie estive, che segnano un rallentamento della domanda, si possa scongiurare l' ennesimo divieto ed evitare un enorme disagio per i tanti utenti, soprattutto anziani ed esenti. Il caso della disparità di tetto di spesa dello scorso anno tra l' Asl di Salerno e le altre aziende sanitarie regionali, poi, è anche al centro di una inchiesta della Corte dei Conti per possibile danno erariale provocato dal beneficio assegnato all' Asl di Salerno di fondi aggiuntivi al limite stabilito per il 2018 per gli esami effettuati in regime di convenzione. L' autorizzazione di De Luca a finanziare, in via di anticipazione con fondi propri, le prestazioni di analisi dei laboratori accreditati giunse nei primi di settembre dello scorso anno per evitare l' interruzione dei servizi sanitari giunse nei primi di settembre dello scorso anno per evitare l' interruzione dei servizi sanitari. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 1 Argomento: Sanità Salerno e provincia OSPEDALI E ORDINE PUBBLICO Mario Rusciano Va bene gridare ad alta voce che l' invasione della camorra in un ospedale è raccapricciante, ma la reazione emotiva alla vicenda del San Giovanni Bosco è tardiva. Infatti, se è vero che da tempo circolavano voci su quanto venuto alla luce solo adesso che i Giudici hanno ordinato una vera e propria retata delle Forze dell' ordine, tutto si può dire tranne che si tratti di una grande novità. Del resto qualche avvisaglia si era avuta dall' eclatante episodio di formiche in assalto di una disgraziata paziente. Va però al di là di ogni immaginazione quel che ha detto il Procuratore Melillo: il San Giovanni Bosco era la «sede sociale» di un clan camorristico. Ciò è davvero troppo! Ma non è tutto: pare che l' invasione camorristica negli ospedali sia più diffusa di quanto pensiamo. Lo dicono alcuni medici suscitando l' inquietudine generale e lo sgomento dei pazienti, specie dei più deboli a causa della malattia e/o della povertà. Per questi un decente ospedale in loco - non potendo farsi curare al Nord o all' estero - è, in senso stretto, una «questione di vita o di morte». E intanto in alcuni ospedali, specie nei presidi di pronto-soccorso, ai ricatti della camorra si aggiunge una frequente violenza, praticata dai parenti dei ricoverati. Che, se non sono camorristi matricolati, si comportano come tali. Ecco allora qualcuna delle solite domande: come si è potuto arrivare a questo punto? E poi: come fronteggiare una situazione del genere? Alla prima domanda la risposta è sconfortante. Se quanti a conoscenza della situazione - a cominciare logicamente dai dirigenti (sanitari e amministrativi), che non potevano non sapere - non hanno trovato il coraggio di denunciarla tempestivamente, vuol dire che l' uovo del serpente camorristico ha generato tali e tanti orribili mostri, da non poter essere facilmente estirpati e da distruggere quindi coi cannoni (solo metaforici?). Sul «che fare» francamente non mi affiderei al Ministro Grillo: appena a conoscenza della retata, ha detto che bisogna «sciogliere» l' ospedale. Siccome non credo lo si possa «sciogliere» nell' acido, l' unico significato linguisticamente plausibile della sua Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
sbrigativa espressione è la «chiusura» del San Giovanni Bosco. Un' idea davvero stramba per varie ragioni. Anzitutto: se si appurasse che davvero la camorra si aggira in più di un ospedale, che facciamo? Li chiudiamo tutti? Ma la ragione dirimente è che la «chiusura per camorra» significherebbe l' incapacità dello Stato di ripristinare la legalità e rimettere ordine in una struttura sanitaria pubblica. Il che è inaccettabile. Un' altra ragione è che il San Giovanni Bosco è un ospedale di cui non si può fare a meno. Ha il «pronto-soccorso» e ha una posizione strategica di straordinaria importanza: al servizio soprattutto di una parte della zona orientale di Napoli e della sua area metropolitana. Infine, neppure da trascurare mi pare la tutela del lavoro negli ospedali in genere. Specialmente dei medici e degli infermieri, che sono i più esposti ma di valida professionalità e alcuni eccellenti: ne va dunque tutelata la dignità e la sicurezza. Tuttavia, siccome si dice che, nel caso del San Giovanni Bosco, anche tra costoro vi sono state coperture dei camorristi, sta ai magistrati valutare le singole posizioni ed essere attenti a non fare di ogni erba un fascio: a distinguere cioè tra l' eventuale adesione organica al clan camorristico e la codardia da ricatto e paura. E' probabile che tutti vadano sanzionati, ma un conto è il codice disciplinare, un altro conto è il codice penale. Altrettanto probabile è che alcuni vengano trasferiti «per incompatibilità ambientale». Dovranno però essere sostituiti tempestivamente da altri in quanto il servizio non si può fermare. Ma si troveranno le sostituzioni? Non sarà facile. Chi volete che sia disposto a trasferirsi in un contesto lavorativo a dir poco complicato? Forse un incentivo potrebbe essere affidare il governo dell' ospedale a un ufficiale dell' esercito, attorniato da uno staff composto da militari. Perché è inutile girarci intorno: ormai il problema degli ospedali a Napoli è di ordine pubblico e la competenza passa ai Ministri dell' Interno e della Difesa. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 5 EAV: € 25.582 Lettori: 546.032 Argomento: Sanità Campania Assalto al vigilante in ospedale Non c' è pace per il San Giovanni Bosco Il manager: " Eroe chi lavora in questo contesto" di Dario Del Porto Ospedale San Giovanni Bosco, le tre di venerdì pomeriggio. Una donna si dispera perché la madre è stata ricoverata in Rianimazione. Si getta sul pavimento, grida, si dimena. Due parenti che sono con lei cercano di calmarla, intervengono i sanitari. Viene portata una sedia a rotelle per provare a farla accomodare, ma la donna non vuol saperne di alzarsi. Quando si avvicina una guardia giurata, accade l' imprevisto: un congiunto della donna prima comincia ad inveire, poi aggredisce inspiegabilmente il vigilante, forse provando addirittura a sfilargli la pistola dalla fondina. Segue una colluttazione, intervengono anche due poliziotti dell' antiscippo liberi dal servizio, l' uomo viene bloccato e sarà poi denunciato, mentre un' altra donna si rotola sul pavimento gridando. Un minuto e cinquanta secondi di follia, documentati dalle telecamere a circuito chiuso del presidio di via Filippo Maria Briganti ( il video è on line su www.napoli.repubblica.it). In quelle immagini, sottolinea il commissario straordinario dell' Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva, c' è « uno spaccato del contesto sociale nel quale, molto spesso, sono costretti a lavorare le donne e gli uomini del San Giovanni Bosco » . Proprio in questi giorni, l' ospedale si è trovato al centro delle polemiche suscitate dall' inchiesta del pool anticamorra sul cartello di malavitosi denominato " Alleanza di Secondigliano. Nell' indagine non sono coinvolti medici né infermieri del presidio, ma nelle carte è emersa « l' ingerenza criminale del clan Contini sulla struttura ospedaliera», come scrive il giudice Roberto D' Auria, parlando di una « desolante mappa di controllo camorristico». La ministra della Salute Giulia Grillo è arrivata ad ipotizzare lo scioglimento dell' ospedale, provocando la reazione indignata del governatore Vincenzo De Luca e del manager Verdoliva, che rimarca come l' ospedale si trovi in un «contesto sociale gravemente degradato, nel quale in molti casi la legalità e il rispetto della vita e degli altri sono valori ormai lontani dal sentire comune. Come commissario straordinario dell' Asl Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Napoli 1 Centro - aggiunge Verdoliva - il mio obiettivo è restituire dignità all' Azienda, restituire una dimensione di lavoro possibile a queste donne e questi uomini. Eroi per caso, ma certamente eroi, che nonostante tutto continuano a fare il proprio dovere con abnegazione e dedizione. Non lasceremo nulla di intentato per rendere questo ospedale più sicuro per i nostri professionisti » . Al San Giovanni Bosco, accusa il presidente dell' Ordine delle professioni infermieristiche Ciro Carbone, «si continua a lavorare in un clima di grave e perdurante tensione. L' ultimo grave episodio di cronaca conferma la necessità di proteggere di più e meglio chi lavora nella sanitá e gli stessi cittadini». Le scene del parapiglia di venerdì pomeriggio vengono definite « vergognose » dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, che poi evidenzia: «L' episodio testimonia ancora una volta le condizioni di estrema difficoltà nelle quali il personale sanitario e le guardie giurate sono costrette ad operare. Gli ospedali non possono diventare, come sempre più spesso accade, dei ring e spiace che il governo continui a sottovalutare questa emergenza. Da tempo chiediamo la presenza di drappelli fissi delle forze dell' ordine all' interno degli ospedali. Speriamo che le nostre parole vengano ascoltate prima che accada l' irreparabile». Una donna si dispera perché la madre è in Rianimazione e un congiunto tenta di togliere l' arma alla guardia k Video Un frame del video dell' aggressione alla guardia giurata. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 7 EAV: € 14.649 Lettori: 546.032 Argomento: Sanità Campania Emoderivati "Nessuna prova su Poggiolini" Il processo « Nessun dato processuale, neppure ipotetico o indiretto, ha configurato una qualche relazione tra le condotte poste in essere o attribuite a Duilio Poggiolini» e la morte di nove pazienti emofiliaci causate da virus contratti dopo la somministrazione di emoderivati di produzione italiana. In oltre cento pagine, il giudice Antonio Palumbo ripercorre le motivazioni della sentenza che, il 25 marzo scorso, ha assolto con la formula più ampia, « perché il fatto non sussiste » dall' accusa di omicidio colposo plurimo l' ex direttore generale del ministero della Sanità e altri otto imputati. Il giudice ha ritenuto, come già aveva fatto il pm Lucio Giugliano nella sua requisitoria, una «assenza assoluta di prova circa il nesso causale » tra le morti e l' assunzione del farmaco. In particolare, si legge, «non vi è alcun riscontro in ordine al dato, decisivo, che un prodotto " alterato" sia stato poi assunto da uno dei soggetti deceduti, o meglio abbia causato il decesso » . Per quanto riguarda la posizione di Poggiolini, assistito dall' avvocato Luigi Ferrante, emergono inoltre dagli atti « iniziative e raccomandazioni » che non possono essere ritenute « non tempestivamente emanate » dall' ex potentissimo dirigente del ministero, travolto negli anni ' 90 dal ciclone della tangentopoli napoletana ma oggi scagionato da questa accusa e già prosciolto nel procedimento " gemello" per epidemia colposa istruito a Trento e relativo ai prodotti di fabbricazione estera. Il tribunale non nasconde che « la violazione dei parametri di sicurezza è drammaticamente documentata » dalle morti dei pazienti emofiliaci «sottoposti a terapie con emoderivati di produzione industriale » . Al tempo stesso però, non è emersa la prova di « una colpevole negligenza » , né si può sostenere che le case farmaceutiche abbiano « consapevolmente immesso nel circuito commerciale prodotti infetti». - d. d. p. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 16 EAV: € 6.584 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Fecondazione eterologa «Moscati» da primato LE ECCELLENZE Antonello Plati Prima struttura pubblica in Campania per la fecondazione eterologa. E una delle migliori nel Centro-Sud Italia. L' Azienda ospedaliera «Moscati» di Avellino si conferma, dunque, eccellenza sanitaria di livello nazionale. Il segreto? Puntare su ricerca e innovazione. Sempre. Nonostante alcune difficoltà conclamate, su tutte la carenza di organico determinata da anni di blocco del turnover, sono tanti i traguardi raggiunti. In che modo? Partecipazione e collaborazione tra i reparti. E una rara attenzione alla riduzione dello stress di medici e infermieri grazie all' istituzionalizzazione dei gruppi di ascolto sulla sindrome da burnout. «Per l' Eterologa siamo i primi in Regione», conferma Cristofaro De Stefano, responsabile dell' Unità operativa di Fisiopatologia della riproduzione. «Le prenotazioni sono già attive dal 17 di questo mese: da lunedì prossimo, invece, partiamo con l' ambulatorio occupandoci di donne fino ai 46 anni». Uno sviluppo doveroso dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la proibizione di questo tipo di fecondazione. «E anche in ragione del decreto commissariale con il quale è stata autorizzata questa pratica in quanto prevista dai Livelli essenziali di assistenza (Lea)». Il «Moscati» con un rispetto maniacale di modalità e tempi ha adempiuto a tutti gli atti. «Certo ragiona De Stefano il sistema va migliorato, innanzitutto reclutando risorse umane, ma abbiamo deciso di iniziare raccogliendo subito l' invito del commissario regionale». Di pari passo, sono state avviate le procedure per la diagnosi pre-impianto che consente di identificare malattie genetiche sugli embrioni. «In autunno saremo pronti», annuncia il responsabile del reparto. «È idea comune spiega che le gravidanze che derivano dai trattamenti di procreazione assistita possano comportare delle complicanze accessorie, come l' incremento del parto cesareo. In realtà, nella nostra struttura, questa condizione è stata minimizzata con una politica di riduzione del numero degli Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
embrioni da trasferire attuata con un efficiente programma di congelamento embrionario e degli ovociti. Così gli eventi di parti gemellari si sono notevolmente ridotti e quelli plurigemellari azzerati con evidenti ricadute positive sia sull' Ostetricia sia sulla Terapia intensiva neonatale. Adesso conclude il medico partirà un altro programma, assolutamente innovativo in Italia, di conservazione dei gameti nei lavoratori che abbiano subito dei traumi a causa del lavoro». Insomma, grandi risultati. Ottenuti anche grazie a un' attenzione particolare alla salute del personale. «Tre anni fa ricorda Alfonso Leo, responsabile dell' Unità operativa di Neuropsichiatria Infantile abbiamo deciso di svolgere degli approfondimenti sulla sindrome da burnout, scoprendo che quasi il 50% dei dipendenti aveva problemi di questo tipo». Dunque, sulla base di queste evidenze, la direzione strategica dell' Azienda ha creato un nucleo ad hoc. Ma cos' è il burnout? «È lo stress correlato al lavoro - spiega Leo - rispetto al quale non esistono ancora linee guida di riferimento. E noi le stiamo inventando convinti del fatto che non si possa prescindere da certi fattori di stress che sono correlati al nostro tipo di lavoro». Solo per fare un esempio: «Anche nel momento più tranquillo può insorgere qualcosa che va a impattare con la routine». Allora cosa si fa? «Abbiamo creato dei gruppi nei quali i dipendenti dell' Azienda interagiscono tra loro. Siamo ancora in una fase di sperimentazione, ma il personale coinvolto ha già capito che il burnout non è un problema individuale, ma va condiviso». Una consapevolezza che alleggerisce il carico. «Sì, perché agire sul burnout significa far lavorare meglio tutti e quindi curare meglio i pazienti. E significa anche costi minori e maggiore efficienza per l' ospedale». Non nasconde la soddisfazione, il direttore generale Angelo Percopo. Dice: «Dopo i risultati positivi del Pne 2017, constatiamo che, nonostante il perdurare della generale carenza di personale, tutti gli operatori dell' Azienda riescono ad andare oltre, affrontando situazioni di assistenza che non erano proprio prioritarie in questa fase». Il riferimento è sia alla procreazione medicalmente assistita «con la quale mostriamo un livello di attenzione sociale altissimo in un periodo dove si registra una spaventosa diminuzione delle nascite e una difficoltà crescente a creare famiglie», sia al burnout «che pone l' accento sulla condizione umana di un personale sempre più stressato dalle difficoltà operative». Un presente che lascia ben sperare per le sfide ancora da affrontare: «Che per la nostra Azienda conclude il manager - sono il potenziamento del plesso di Solofra e una migliore gestione dell' Emergenza, della riduzione degli accessi impropri in Pronto soccorso». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 16 EAV: € 3.700 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania La sfida della prevenzione contro il «mal di lavorare» IL CONTESTO Il burnout colpisce una percentuale sempre maggiore di operatori della sanità innanzitutto i più giovani e le donne. Considerate le dimensioni siamo di fronte a una vera e propria pandemia. Il fenomeno è favorito da un aumento delle richieste nei confronti del lavoratore senza che vi sia un adeguato incremento delle risorse da utilizzare. È caratterizzato da tre fattori: depersonalizzazione, esaurimento emotivo e ridotto senso di crescita professionale. Un dipendente stressato commette più errori e diminuisce la qualità dell' assistenza ai pazienti. Aumenta, quindi, il conflitto al lavoro e la percentuale di problemi di depressione fino al suicidio (i medici hanno un indice di suicidi «con successo» che è 7 volte più alto di tutte le altre categorie di laureati). L' Oms ne ha riconosciuto l' esistenza, non come malattia ma come fenomeno legato al lavoro. Recenti inchieste mostrano che si assiste a un iniziale diminuzione della sua incidenza grazie ai programmi di prevenzione, ma la strada è ancora lunga e non può prescindere da una profonda riorganizzazione del Ssn. Una laureanda infermiera, Alessandra Relmi, ora professionista affermata, fu l' iniziatrice di tale filone di studio sul burnout con la sua tesi di laurea nel 2014. Eccone un estratto: «La nostra professione è bella, varia e complicata. Ognuno ha il proprio personale modo di proteggersi dallo stress emotivo che ne deriva, ma la cosa più importante è che tutti almeno una volta abbiano interrogato se stessi sottoponendosi a un vasto esame interiore. La mia storia è soltanto una delle tante realtà quotidiane dell' essere infermieri. Non serve dare tutto per scontato e non serve attribuire superficialità a stati d' animo. È vero che di fronte al paziente si è soli, ma di fronte a noi stessi abbiamo molte opportunità di rompere il silenzio e le barriere emotive che tendiamo a erigere. Il dialogo è sempre un' ottima soluzione, basta trovare il modo giusto e la persona giusta per esprimere tutto, in modo che la solitudine e l' isolamento non rappresentino un ostacolo vero e proprio alla Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
formazione. L' esperienza potrà essere soltanto un ulteriore aiuto a non commettere più gli stessi errori. L' isolamento e la solitudine di chi si prende cura possono rappresentare allo stesso tempo una conseguenza al coinvolgimento nei confronti del paziente, ma anche un' occasione di riflessione sui propri comportamenti». an. pl. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 39 EAV: € 2.320 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Un focus sulle patologie legate ai tumori A TAURASI Tanti luminari riuniti al convegno "Oncologia: le sfide, i percorsi, gli obiettivi, i traguardi -specificità e peculiarità" «L' incontro di oggi serve a farci acquisire maggiore consapevolezza che le patologie oncologiche possono essere sconfitte. Attraverso le voci autorevoli dei nostri relatori apprenderemo che molto è stato fatto ma tanto ancora c' è da fare. Questa sera c' è anche un' alleanza strategica tra l' oncologia lucana e quella campana. Ringrazio tutti gli intervenuti e anche il Rotary che, nella sua internazionalità , fa molto sul problema oncologico e, in genere, su tutti i problemi che riguardano la salute. Occorre promuovere e favorire cultura e conoscenza su queste problematiche». Così l' avvocato Lorenzo Mazzeo, presidente del Centro Studi Ferri-Mazzeo e presidente Rotary Taurasi, introduce i lavori del convegno "Oncologia: Le sfide, i percorsi, gli obiettivi, i traguardi - specificità e peculiarità". Sono intervenuti Emilia Vozzella, in rappresentanza di Maria Mor gante, direttore generale Asl di Avellino; Angelo Percopo, direttore generale azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati - Avellino; Francesca Sanseverino, responsabile Struttura Semplice Dipartimentale "Diagnostica Onco - Ginecologica" Irccs Crob - Rio nero in Vulture; Ferdinando Salzano De Luna, direttore Chirurgia Generale ed Oncologica e direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche ed Alta Specializzazione Sant' Anna e San Sebastiano - Caserta; Giovanni Battista Bochicchio, direttore generale Irccs Crob - Rionero in Vulture; Massimo Barresi, direttore generale San Carlo - Potenza; Cesare Gridelli, direttore dell' U.o.c. di Oncologia Medica e direttore Dipartimento di OncoEmatologia e responsabile Centro Oncologico di Riferimento Polispecialistico dell' azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati; Antonio Giordano, direttore Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia, Presidente del Comitato Scientifico della Human Health Foundation Onlus e professore di Anatomia e Istologia Patologica presso il Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze, presso il Laboratorio di Tecnologie Biomediche ed Oncologia Sperimentale dell' Università di Siena; Alfredo Fucito dirigente medico chirurgia seno logica del Pascale. Ha moderato Gerardo Botti, direttore scientifico Irccs Fondazione G. Pascale, patologo di riferimento nel Progetto Nazionale Teseo di Telepatologia degli Istituti di Ricerca Oncologici a Carattere Scientifico, con riferimento nel Progetto Nazionale Banca dei Tessuti degli Istituti di Ricerca Oncologici e nel Progetto Europeo Bbmri e della Rete Italiana Bio banche patologiche di tessuti d' archivio. Dopo i saluti del sindaco di Tau rasi Antonio Tranfaglia, Botti fa presente che le istituzioni regionali e nazionali sono molto vicine alla rete oncologica che unisce Campania, Basilicata e Puglia. Aggiunge che «bisogna mettere in primo piano "la presa in carico del paziente" che va gestito anche con l' assistenza domiciliare. Nella rete oncologica il medico di base è l' anello fondamentale». Informa, poi, che la Regione Campania ha posto in essere progetti di rete per 160 milioni di euro. Per Vozzella è una serata importante perché «vediamo protagonisti colleghi e medici della vicina Basilicata. Siamo una Asl di confine e vediamo rafforzato quindi il rapporto di reciproca collaborazione». Percopo sottolinea che la vera sfi da è culturale. «Negli anni passati il paziente oncologico sapeva che entrare in ospedale per quella patologia difficilmente gli avrebbe consentito di uscire. Oggi per la prima volta la malattia oncologica diventa una malattia di ospedale dalla quale si può guarire . Occorre rompere i piccoli perimetri dei singoli professionisti e fare squadra. Da soli non si va da nessuna parte. Dopo una prima resistenza il livello di partecipazione dei singoli professionisti è diventato quasi un bisogno e scatta la solidarietà che ci fa vincere la malattia». Sanseverino informa che «il cancro è un insieme di malattie con denominatore comune: a un certo punto le cellule impazziscono e crescono in maniera anormale. Raramente può anche essere di forma ereditaria. Oggi, conoscendo la genomica, possiamo controllare nel tempo le persone più a rischio per evitare che il tumore insorga». Salzano De Luna rende noto che oggi la chirurgia nella patologie oncologiche diventa sempre più marginale. «Prendono piede le terapie personalizzate e molti tumori si cronicizzano». Bochicchio, ribadisce l' importanza di Amore, acronimo di Alleanza Mediterranea Oncologica in Rete. «Questa associazione si è trasformata in una società consortile a responsabilità limitata. Mettere insieme tre istituti oncologici del meridione (Puglia, Basilicata e Campania) significa finalmente riuscire a poter competere con il resto del mondo. Ma per il successo terapeutico è indi spensabile l' alleanza terapeutica tra pazienti, famiglie e medici». Barresi si sofferma sull' importanza dell' accoglienza del paziente fin dal primo momento. Gridelli informa che la vecchia chemioterapia è stata in parte superata dalle terapie personalizzate che vengono fatte in base alle caratteristiche molecolari del tumore. Sono farmaci a bersaglio molecolare biologici, il più delle volte da prendere per via orale e ben tollerati. Poi c' è l' immunoterapia cioè farmaci che agiscono permettendo al nostro sistema immunitario di funzionare. Più della metà dei tumori vengono trattati con queste due terapie». Giordano affronta il problema dell' impatto ambientale sullo sviluppo delle patologie tumorali. «Nell' ambiente abbiamo una serie di sostanze e che hanno un impatto negativo sulla salute umana. Mi sono occupato moltissimo di questo fenomeno che ha portato poi alla contezza del problema della Terra dei Fuochi. Dobbiamo assolutamente Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
iniziare un programma di monitoraggio e di prevenzione sul territorio. Dobbiamo, poi, eliminare il danno cioè bonificare quelle zone dove c' è la presenza di metalli pesanti, diossina, amianto e altro. Sono sostanze killer che messe a contatto con qualsiasi forma di vita la trasformano». Fucito sottolinea che il cancro della mammella in età inferiore a 45 anni purtroppo è una realtà che ad oggi è sempre più rappresentata. «È arrivato il momento che iniziamo a parlarne apertamente e che diamo una via preferenziale a queste giovani donne». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 16 EAV: € 3.661 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Un patrimonio di speranza per i pazienti oncologici L' ASSISTENZA La Uod (Unità operativa dipartimentale) di Fisiopatologia della riproduzione e sterilità di coppia svolge attività dal 2004. È iscritta al Registro nazionale della Pma (Procreazione medicalmente assistita) dell' Istituto Superiore di Sanità, fa parte delle strutture autorizzate per le attività di trattamento e conservazione di cellule e tessuti riproduttivi a livello europeo il cui accesso è regolato dal rispetto di parametri stringenti, tanto che sono solo tre le strutture pubbliche riconosciute nell' Italia meridionale e insulare. In base ai dati del Ministro della Salute, il Moscati è la struttura pubblica che svolge il maggior numero di trattamenti di Pma in Campania e tra le maggiori in Italia. È attiva una Crio-Banca per la conservazione di cellule riproduttive congelate a meno 196 gradi per la preservazione della fertilità. Sono circa 1000 i pazienti oncologici che hanno potuto conservare ovociti o spermatozoi. Il primo luglio inizierà l' attività ambulatoriale per le procedure di donazione dei gameti (Pma Eterologa) in regime di assistenza del Sistema sanitario pubblico e dall' autunno prossimo si aprirà il programma di diagnosi pre-impianto per l' identificazione delle patologie genetiche già allo stadio di embrione (Pgt). In questi anni, tante le storia di vita vissute. Quella di M. è quella di un bambino che non sarebbe mai stato concepito, né sarebbe nato, se non avesse avuto due genitori coraggiosi e ostinati, incontrato oncologi competenti e se le strade della vita non li avessero condotti al Moscati. La mamma di M. ha 46 anni e nel 2015 ha dovuto sottoporsi a un trattamento chirurgico per un tumore della mammella. All' epoca cercava già una gravidanza e il trattamento chemioterapico necessario per la malattia insieme con l' inevitabile rinvio del momento del concepimento le avrebbe impedito di ottenerla. Utilizzando uno speciale programma di stimolazione dell' ovaio, furono recuperati e congelati degli ovociti. Dopo la conservazione, la donna ha completato la chemioterapia, iniziato la terapia ormonale e dopo due anni è stata Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
autorizzata a sospenderla per cercare la gravidanza. Purtroppo le mestruazioni spontanee non si sono ripresentate e ha dovuto far ricorso alle cellule che aveva congelato. Il trattamento svolto è andato a buon fine e dopo nove mesi è nato M. Ora la mamma, che ha finito l' allattamento, potrà riprendere, per completarla, la terapia ormonale. an. pl. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 30 EAV: € 5.968 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Un pool di medici per le emergenze aperto al Porto un pronto soccorso IL PIANO Ettore Mautone Universiadi: è un vero e proprio Piano sanitario quello messo a punto per fronteggiare le necessità assistenziali, in urgenza e specialistica, del secondo grande evento multidisciplinare al mondo che si svolgerà dal 3 al 14 luglio in Campania coinvolgendo l' intera regione con oltre 50 impianti di gara impegnati e poco meno di diecimila persone attese tra atleti e delegazioni. Due i pilastri dell' organizzazione: la Regione, attraverso Asl e atenei (Federico II, Vanvitelli e Fisciano con le facoltà di Medicina) e i referenti medici Vincenzo Caputo, dirigente dell' Asl Napoli 1 e Amato De Paulis, ordinario di Medicina della Federico II, come espressione delle Università insieme al referente della Misericordia che ha vinto la gara predisposta dagli organizzatori per il servizio di soccorso. Un Piano imponente, studiato nei minimi dettagli, alla cui stesura hanno partecipato attivamente anche il commissario della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva (che è titolare di un master nel management dei disastri), Gianluca Basile, anche lui ingegnere e commissario per le Universiadi e Giuseppe Galano responsabile della centrale operativa regionale del 118 individuato nel ruolo di coordinamento per le attività di emergenza nell' ambito della cabina di regia in prefettura. IL PRIMO INTERVENTO Il Piano è già in vigore e che ha dato prova di sé giovedì scorso quando un' atleta ha accusato un' emorragia ginecologica accolta al pronto soccorso del presidio da campo (Main polyclinic) allestito alla Stazione marittima di Napoli e poi trasferita in ospedale. Questo è il più complesso tra i punti sanitari realizzati anche a Salerno e a Caserta nei luoghi dove sono ospitati gli atleti. Al porto sono presenti 2 letti per l' emergenza e altrettanti per l' Osservazione breve anche in orario notturno e operativi 4 ambulatori (dalle 8 alle 20) di Oculistica e Maxillo-facciale, Ortopedia e Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Traumatologia, Cardiologia Otorinolaringoiatria e Ginecologia oltre che il servizio di pronto soccorso. Il personale è dell' Università remunerato con un fondo per gli straordinari. Previsto anche un servizio prelievi e uno di radiologia con un tecnico in loco e la refertazione in remoto da un medico che opera nella biblioteca del policlinico collinare. Alla Misericordia è affidata invece la responsabilità di tutti gli interventi sanitari effettuati in prima battuta nelle sedi delle competizioni sportive e anche l' eventuale trasporto del paziente. Al 118 spetta la regia degli interventi e le funzioni di vigilanza e controllo. L' interfaccia tra Misericordia e 118 avverrà anche attraverso un numero di telefono dedicato. La regola di ingaggio prevede il trasporto in pronto soccorso all' ospedale più idoneo alla patologia e più vicino al luogo del soccorso. L' ALGORITMO DEL RISCHIO Per ogni evento un apposito algoritmo (Maurer) calcola la valutazione del rischio in base alla capienza del luogo, al numero di visitatori e delle personalità presenti e dei possibili problemi di ordine pubblico distinguendo tra atleti e visitatori e valutando anche il clima e altre variabili. I rischi sanitari rimandano alla possibilità di infarto e ictus, di shock ipovolemico da disidratazione, di esaurimento muscolare e colpo di calore fino alla rapida insorgenza di casi di malattie trasmissibili per contatto oro-fecale o intossicazioni alimentari favorite dal clima e promiscuità. Per la cerimonia di apertura in programma allo stadio San Paolo il 3 luglio dalle 14 alle 2,30, il coefficiente di rischio previsto è 21, (moderato ed elevato). Previste pertanto risorse sanitarie aggiuntive: un' ambulanza rianimativa, 2 ambulanze con medico a bordo e 3 mezzi di trasporto con infermiere a cui si aggiungono 10 squadre di 20 soccorritori a piedi. Previsti anche 4 posti di primo soccorso fissi, (medico e infermiere) in Curva A, Distinti, Tribuna Posillipo e Tribuna laterale affidati alla cura di un manager sanitario dell' evento. In ogni manifestazione gli interventi conclusi sul posto o in ospedale dovranno essere repertati alla centrale del 118 che invierà in supporto, se necessario, un' ambulanza ovvero i mezzi speciali (Elisoccorso). © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 18 EAV: € 9.359 Lettori: 352.765 Argomento: Sanità nazionale «Non chiudete il punto nascita di Termoli» Il presidente del Molise scrive a Grillo e Tria IL CASO Campobasso L a chiusura del Punto nascita di Termoli, in provincia di Campobasso, disposta da domani dalla struttura commissariale, presieduta da Angelo Giustini, su richiesta del Comitato percorso nascita nazionale, a causa di un basso numero di parti, circa 300 l' anno e della mancanza degli standard di sicurezza, diventa una questione politica e argomento di confronto tra il presidente della Regione, Donato Toma e i ministri della Sanità ed Economia, Giulia Grillo e Giovanni Tria. Il governatore del Molise ha annunciato di aver inviato una nota ai titolari dei dicasteri in cui chiede, in sostanza, di mantenere operativo il reparto dell' ospedale "San Timoteo", riprogrammando l' intervento nel Piano operativo straordinario (Pos) 20192021. La chiusura della struttura, ha spiegato il governatore, incide negativamente su una vasta area del medio e basso Molise, già colpita da eventi sismici nel 2002 e 2018. Inoltre, ha osservato, è penalizzata da una rete viaria obsoleta. Sotto la lente anche le ripercussioni sulla mobilità passiva verso Abruzzo e Puglia. «Ritengo che questa chiusura - scrive Toma - doveva seguire un iter un po' più complesso». Domani, a difesa del punto nascita, è prevista una manifestazione delle donne di Termoli. Ma è l' intera comunità a mobilitarsi contro una decisione che, è stato ribadito durante un' animata e partecipata assemblea, penalizza fortemente il territorio. RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 18 EAV: € 4.219 Lettori: 352.765 Argomento: Sanità nazionale Carenza medici 170 giovani in Toscana Da domani 170 giovani medici laureati entreranno in servizio nel settore dell' emergenza in Toscana, sia sui 118 che nei pronto soccorso. L' annuncio è stato fatto da Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, che ieri ha incontrato insieme all' assessore alla Salute, Stefania Saccardi, i medici professionisti che hanno superato le selezioni per prendere servizio. In Toscana «i giovani medici ci sono, è inutile ricorrere a iniziative come assunzioni da fuori», ha aggiunto. «Questa iniziativa non ne esclude altre che sono ad esempio le assunzioni anticipate degli specializzandi, tenendo presente però che gli specializzandi già operano dentro le strutture». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 14 EAV: € 19.323 Lettori: 546.032 Argomento: Sanità nazionale Neonato morto sparisce dall' obitorio sul giallo ora indaga la procura Tivoli di Margherita d' Amico e Clemente Pistilli Sebbene il passaggio di Roberto sulla terra sia durato un soffio, il tempo di conoscere l' amore e la disperazione di sua madre, questo bambino, deceduto appena nato il 4 giugno, per cause ancora da accertare fra un' ambulanza del 118 e la sala parto dell' ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, è al centro di un terribile mistero, poiché la sua salma è scomparsa. Una vicenda incredibile su cui la locale Procura ha aperto un' inchiesta. Restituite dal Policlinico di Tor Vergata, dove sono state sottoposte a esame autoptico, le spoglie erano custodite nella camera mortuaria dello stesso ospedale. «Al momento di organizzare il funerale di mio nipote, il corpo era sparito» racconta Catiuscia Fanelli, nonna del piccolo. Sua figlia Melissa Bernardini, 22 anni, non è in grado di parlare. È venuta incinta dalla Romania assieme al compagno, con cui ha altri due figli, per tenere compagnia alla mamma ammalata, residente a San Polo dei Cavalieri. Giunta al termine la gravidanza, avverte doglie anomale. « Abbiamo chiamato il 118 avvisando che era per una partoriente, a bordo non c' erano ostetriche o medici e hanno detto a mia figlia di resistere, ma in ospedale il cuore del bimbo non batteva più». La famiglia, sconvolta e in difficoltà economiche, chiede e ottiene dal Comune di Tivoli un supporto economico per il funerale. « Ci hanno detto che avremmo dovuto registrare nascita e morte non appena il corpo fosse tornato da Tor Vergata, ma dopo dieci giorni ancora non ci chiamavano, così il 18 giugno una funzionaria ha sollecitato e ci hanno comunicato che Roberto era già nella cella frigorifera da una settimana. Quindi abbiamo completato i documenti. Il 20 l' assistente sociale ha chiamato la camera mortuaria e le hanno detto che no, non c' era nessun bambino » . Sulle cause della morte del piccolo la Procura di Tivoli attende la consulenza medico- legale, mentre sulla scomparsa della salma stanno indagando i carabinieri della Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
locale compagnia, i quali hanno già raccolto tutta la documentazione e stanno interrogando i soggetti coinvolti nel caso. Tutto sembrerebbe causato da un mero errore, ma gli investigatori stanno cercando di stabilire chi siano esattamente i responsabili e dove sia finito il corpicino di Roberto. La famiglia attende risposte. L' ospedale di Tivoli dove è sparito il corpicino del bambino morto dopo il parto. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
30/06/2019 Pagina 20 EAV: € 31.436 Lettori: 546.032 Argomento: Sanità nazionale Niente medici e ora in paese non si nasce più DAL NOSTRO INVIATO PAOLO G. BRERA LA STORIA Termoli, pochi parti e solo tre ginecologi: chiude ostetricia "Dobbiamo andare a Vasto, non saremo più molisani" TERMOLI - Mica facile, nascer molisani. Tra la vetta del Meta e la valle del Fortore erano rimasti tre Punti nascita, ora uno sbuffo di penna sul decreto del Commissario ad acta e via, meno uno. Da domani a Termoli non si nasce più, e il povero Dumbo sta lì gigantesco ad arrotolare inutilmente la proboscide, senza bimbi da far sorridere dietro la porta del Nido. «Ma lo sa lei che ormai in tutto il Molise non esiste più un solo primario di ostetricia e ginecologia? Sono tutti "facente funzione"», s' indigna un ginecologo tra le stanze, già belle vuote, al secondo piano dell' ospedale San Timoteo. «Non sai nemmeno con chi prendertela. La politica non sa programmare, e fa amministrare la sanità da amici incompetenti». Vuoi partorire a Termoli? Vai a Vasto, il Punto nascita più vicino. Sono trenta chilometri, cambi regione. Per tutta la vita a tuo figlio chiederanno: nato a? Vasto. Ah, abruzzese. No, molisano, ma vagliela a spiegare la storia del commissario ad acta che ha detto stop. Carta canta: quella di identità canterà abruzzese. Non che non ci sia un solido perché, dietro la serrata. Nella sala nascite del San Timoteo l' anno scorso son venuti al mondo 353 bambini, e quest' anno va peggio. Meno di un neonato al dì. Quando un reparto va sotto la soglia minima - che per le nascite è di mille l' anno, con deroga a 500 in situazioni complesse - gli standard di sicurezza calano troppo, l' esperienza non matura e l' investimento diventa insostenibile. Nel Molise l' unico Punto nascita sopra soglia è Campobasso, a più di 70 chilometri di statale dalle spiagge di Termoli. Isernia ce l' ha fatta con fatica e con deroga: ha superato d' un soffio i 500 parti. «Certo che è giusto chiudere se si fan poche nascite - dice un ginecologo del San Timoteo - ma sa perché succede? Perché la politica da dieci anni non assume un ginecologo al posto di chi va in pensione. Siamo rimasti in tre e mezzo, qui. E secondo lei una donna dove va a partorire, se non dal ginecologo di fiducia?». Tre ginecologi e mezzo, dice. Uno fa orario ridotto; un altro l' hanno Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
mandato da Campobasso: «Mi hanno spedito con ordine di servizio e con un bell' ombrellone, non le dico dove», sorride pensando al Cipputi d' Altan. «Una volta qui ne facevamo nascere più di mille - racconta un' ostetrica - poi è arrivata la crisi delle nascite, e i politici hanno distrutto la sanità molisana». Tra i colori pastello del reparto in disarmo un capannello di medici, ostetriche e infermiere deglutisce amaro: «Ti ricordi quando c' era Dell' Omo primario di oculistica a Larino, e venivano a operarsi da mezza Italia?». «Beh ma pure Sabetta, qui a ortopedia...». «Già, poi sono arrivati i "facenti funzione" e i politici fanno quello che vogliono». «Lo sa che il nostro direttore amministrativo era un carabiniere fino all' anno scorso? Come può gestire gli ospedali?». «Ora si fregano le mani, là a Vasto. Per attirare le mamme dicono che fanno il parto in acqua... mica vero, è folklore», allarga le braccia un ginecologo. Era un pezzo che spifferava quest' aria gelida di chiusura, e le mamme mica l' han buttato giù in silenzio, il rospo. «Chiamavano in reparto, preoccupate. Molte se ne sono andate, la chiusura era nell' aria e se sei incinta non rischi». Adesso è arrivata la mazzata finale del Commissario Angelo Giustini. Al San Timoteo continueranno a essere garantite le urgenze: «Sulla base della situazione clinica, al pronto soccorso assicureranno il trasferimento assistito verso il punto nascita appropriato», avverte una nota. Ma domattina in piazza ci saranno decine di mamme infuriate a chiedere che la politica ci ripensi. Si sono date appuntamento su Facebook , nel gruppo " Voglio nascere a Termoli ". Ha 2.500 iscritte. «Chiediamo che il Punto nascite resti aperto - dice l' organizzatrice, Cinzia Ferrante, 35 anni - perché i burocrati che lavorano coi numeri non possono toglierci il diritto di far nascere qui nostro figlio, Così il Molise sparisce, Che schifo, lo stanno smantellando un po' alla volta. Tanti medici se ne sono andati; altri ospedali offrono cose che noi non abbiamo: il parto in acqua, il parto indolore...». Alla loro protesta si è unito, ieri, il governatore Donato Toma. Ha scritto ai ministri di Salute ed Economia. «Eh, meglio tardi che mai - dice uno dei sanitari - ma io preparo le valigie». Reparti vuoti Il Punto nascita del San Timoteo di Termoli chiuderà i battenti. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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