Media Monitoring per 14-06-2019 - Rassegna stampa del 14-06-2019 - Ruggi d'Aragona
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 14/06/2019 - CRONACHE DI SALERNO «Cacciata dal Ruggi, salvata a Cava» ..................................................................................... 1 14/06/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Odissea tra ospedali «Qui mi hanno salvata» ......................................................................... 3 14/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Salvata in extremis dai medici cavesi .................................................................................... 5 13/06/2019 - WWW.LIRATV.COM Al Ruggi d’Aragona di Salerno i primi pancreas artificiali ibridi ............................................. 7 13/06/2019 - WWW.MN24.IT La novità al Ruggi, pazienti con pancreas artificiali ............................................................... 8 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 9 14/06/2019 - CRONACHE DI SALERNO Assistenza a rischio, budget esaurito .................................................................................... 9 14/06/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Assistenza autistici, l' Asl fa dietrofront «Le terapie non saranno sospese» ........................ 11 14/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO L'Asl stoppa le ambulanze di Squecco .................................................................................. 13 14/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Macchinario salvavita Un anno per averlo Dirigente denunciata ......................................... 15 14/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Ospedale, l'ex sindaco Auricchio attacca i Cinque Stelle ...................................................... 17 14/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Prevenzione tumori, c'è la resa dell'Asl ............................................................................... 18 Sanità Campania ............................................................................................................................. 20 14/06/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) Cmr, sit-in a Napoli per non chiudere 300 terapie a rischio ................................................. 20 14/06/2019 - CRONACHE DI NAPOLI Infermiera aggredita e schiaffeggiata .................................................................................. 22 14/06/2019 - IL VENERDÌ DI REPUBBLICA Sorpresa, fiocco azzurro nell' Isola azzurra .......................................................................... 23 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 24 14/06/2019 - LA STAMPA "I tempi di attesa sono troppo lunghi per i pazienti il pubblico è farraginoso" .................... 24 14/06/2019 - LA STAMPA "Io resto contrario Aiutano un privato con soldi pubblici" .................................................... 26 14/06/2019 - LA STAMPA "Siamo sempre costretti a pagare Così è dura" .................................................................... 28 14/06/2019 - IL GIORNO «Un tumore maligno, tre anni in coda» ................................................................................ 30 14/06/2019 - IL GIORNO Cure base negate a 20 milioni di italiani .............................................................................. 32 14/06/2019 - ITALIA OGGI Dall' Emilia Romagna 6 mln per la sanità green ................................................................... 34 14/06/2019 - IL VENERDÌ DI REPUBBLICA Eutanasia di una legge ......................................................................................................... 35 14/06/2019 - LA VERITÀ Guarire senza farmaci da tremori e spasmi .......................................................................... 37 14/06/2019 - ITALIA OGGI Il 50% dei medici viene insultato ......................................................................................... 39 14/06/2019 - LA STAMPA La diagnosi arriva dopo tre anni È costata 400 euro ............................................................ 40 14/06/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO La disfatta non è della Calabria, ma dell' intero Paese ........................................................ 42 14/06/2019 - LA STAMPA Liste lunghissime La mammografia dopo 500 giorni ............................................................ 44
14/06/2019 - ITALIA OGGI Mantenimento in vita, autorizzazioni dal giudice tutelare ................................................... 46 14/06/2019 - IL GIORNO Medici aggrediti, legge ferma. Il ministro: il Senato si muova ............................................. 48 14/06/2019 - LA STAMPA Per il tumore da curare: controlli a Natale ........................................................................... 49 14/06/2019 - IL GIORNO Primari in pensione richiamati gratis «Per addestramento» ................................................ 51 14/06/2019 - LA STAMPA Sanità, un italiano su tre si rivolge al privato Nel 2018 spesi 37 miliardi ............................ 52 14/06/2019 - IL GIORNO SISTEMA IMPAZZITO ............................................................................................................. 54 14/06/2019 - MF Spesa privata sanitaria a 42 mld .......................................................................................... 56 14/06/2019 - ITALIA OGGI Venti milioni di italiani si pagano le cure da soli .................................................................. 58 14/06/2019 - ITALIA OGGI Vietato curare l' omosessualità ............................................................................................ 59
14/06/2019 Pagina 5 EAV: € 1.186 Lettori: 29.750 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona «Cacciata dal Ruggi, salvata a Cava» LA DENUNCIA/Al Santa Maria dell' Olmo la donna è stata portata in sala operatoria ed i medici l' hanno operata seguiti al telefono dai colleghi napoletani A raccontare la disavventura è la 37enne Anna Ferrara a pochi giorni dall' intervento subito "Se sono viva oggi lo devo soltanto agli ottimi medici dell' ospedale "Santa Maria dell' Olmo" di Cava de' Tirreni che, in sinergia con l' equipe del Primo Policlinico di Napoli, hanno permesso fossiqui a raccontare la mia storia". La denuncia, a toni forti, arriva da Anna Ferrara, 37enne residente nella cittadina metelliana, a distanza di pochi giorni il delicato intervento chirurgico subìto in seguito alla scoperta di una dolorosa diverticolite. A complicare la situazione, il rifiuto di accoglierla da parte del pronto soccorso dell' ospedale "San Giovanni di Dio e Ruggi d' Aragona" di salerno. «Tutto è cominciato la settimana scorsa con forti dolori addominali a causa di un virus intestinale. Lo scorso venerdì, dopo innumerevoli telefonate al medico di base il quale mi aveva consigliato di ricorrere a una spasmex, ho chiamato la guardia medica e sono stata portata al pronto soccorso dell' ospedale di Cava. Dagli esami clinici non è uscito nulla di alterato. Sembrava solo una forte colite che sabato e domenica ho trattato con flebo. Domenica sera mi sono sentita di nuovo male prosegue Anna, - Ho sentito come uno scoppio, una sciabolata nella pancia. Lunedì mattina sono stata portata di nuovo all' ospedale di Cava. La tac addominale con mezzo di contrasto ha evidenziato lo scoppio di un diverticolo». Così Anna scopre di soffrire di diverticolite. A compromettere la sua situazione clinica, una miopatia tipo central core desease. «Si decide di portarmi al "Ruggi d' Aragona" ma al pronto soccorso non vengo accettata. Con mezzi spicci vengo trattata malissimo e rispedita a Cava de' Tirreni. Qui, dopo le urla disumane dei miei genitori perché ero a rischio setticemia, decidono di operarmi. Vengo preparata per l' intervento e, contemporaneamente, firmo per un intervento di stomia intestinale "salvavita". Vengo trasferita in sala operatoria, ma verrò operata solo dopo le ore 20 perché, a Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
causa della mia malattia genetica non posso ri cevere l' anestesia normale. Grazie ai numeri di telefono salvati nella mia rubrica, i medici di Cava si mettono in contatto con l' equipe che mi segue da anni presso il Primo Policlinico di Napoli. Inizia così un intervento guidato telefonicamente dai medici napoletani. Dopo le informazioni sul da farsi alle 20 circa l' equipe compie il miracolo, difficilissimo dato il mio stato pregresso, e soprattutto l' infezione in atto. Alle 23 torno in reparto». Lieto fine per Anna che, con commozione, ci tiene a ringraziare i medici che l' hanno operata. "Si parla tanto male del nostro sud che dimentichiamo le belle cose. Ci tengo a sottolineare come il contatto con i medici di Napoli, che da anni monitorano la mia rara malattia genetica, sia stato fondamentale per poter procedere all' intervento. Ringrazio loro se oggi sono qui a raccontarlo, se oggi sono viva". Giovanna Naddeo. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 28 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 3.835 Lettori: 107.296 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Odissea tra ospedali «Qui mi hanno salvata» CAVA DE' TIRRENI CAVA DE' TIRRENI Simona Chiariello «A causa della mia malattia genetica, un banale virus intestinale mi poteva uccidere, ma l' equipe di chirurgia del Santa Maria dell' Olmo ed i dottori del Policlinico di Napoli mi hanno salvato». A parlare con una voce dolce, ma al tempo stesso ferma e decisa, è Anna Ferrara, 37 anni, cavese. Accanto a lei nella stanza di chirurgia generale, c' è il compagno Stefano Esposito. Anna è affetta da una rara malattia che colpisce i muscoli a partire dal miocardo. «Tutto è cominciato la settimana scorsa con forti dolori addominali a causa di un virus intestinale - spiega Anna - Venerdì sera dopo innumerevoli telefonate al medico di base, che mi aveva in mattinata consigliato di fare una Spasmex, ho chiamato la guardia medica e il dottor Carlo Salsano. Sono stata portata in pronto soccorso. Mi hanno fatto i raggi X all' addome è uneco/addome dai quali non è uscito niente; sembrava solo una forte colite che sabato e domenica ho trattato col lavaggi in vena. Ma la situazione è precipitata: «Domenica sera mi sono sentita male, ho sentito come uno scoppio, un pluaf con una sciabolata nella pancia. Sono stata portata di nuovo al Santa Maria dell' Olmo». Una tac addominale, con mezzo di contrasto, ha evidenziato lo scoppio di un diverticolo. Il caso di Anna si è presentato subito molto complicato a causa della sua malattia, la Miopatia tipo Central Core Desease, che colpisce i muscoli e, in caso, di intervento la quantità e il tipo di anestetico può essere letale. «Decidono di portarmi al San Leonardo - continua - ma al pronto soccorso non vengo accettata; anzi, vengo trattata malissimo e rispedita a Cava. Qui dopo le insistenze dei miei, perché con sangue e feci nell' addome e stavo andando in setticemia, decidono di operarmi: mi fanno firmare per un intervento di Stomia intestinale salvavita. Vengo trasferita in sala operatoria, ma verrò operata solo dopo le 20 perché, a causa della mia malattia genetica non posso ricevere l' anestesia normale». A salvarla il cellulare dove erano Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
memorizzati i contatti del I Policlinico di Napoli dove Anna è seguita dall' equipe della professoressa Luisa Politano, con le dottoresse Luigia Passamano e Roberta Petillo. «Risponde la dottoressa Paola D' Ambrosio che comincia a dare indicazioni alla dottoressa Carmela Rescigno, e con l' anestesista dottore Anzicelio. Alle 20 circa l' equipe guidata dai dottori Albino Sartori, Carmela Rescigno, Ivano Apicella, Serena Esposito sotto la costante attenzione dall' anestetista Auricchio compiono il miracolo». Alle 23 Anna è sveglia nella sua stanza del reparto di chirurgia. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 14 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Salvata in extremis dai medici cavesi Un caso di buona sanità arriva dall'ospedale di Cava de' Tirreni. A testimoniare l'intervento ricevuto, un vero e proprio miracolo per come si era aggravata la situazione, è la cavese 37enne Anna Ferrara . A raccontare la vicenda è proprio la paziente: «Tutto è cominciato la settimana scorsa con forti dolori addominali a causa di un virus intestinale che ha colpito la giovane. Venerdì sera dopo innumerevoli telefonate al medico di base che, in mattinata, le aveva consigliato di fare una Spasmex, Anna ha chiamato la guardia medica e il dottor Carlo Salsano . Ferrara è stata portata in ospedale, in pronto soccorso, dove le hanno praticato i raggi X all'addome è un eco-addome dai quali non è emerso nulla. Sembrava solo una forte colite che nel fine settimana, ha combattuto con le flebo. Per l'intera notata di domenica, Anna Ferrara, è stata malissimo al punto che lunedì mattina è stata trasportata di nuovo d'urgenza in ospedale a Cava de'Tirreni. Gli operatori sanitari, le hanno effettuato una tac addominale con mezzo di contrasto che ha evidenziato uno scoppio di un diverticolo e la diagnosi, per lei nuova, di diverticolite. «Il mio caso- dichiara Anna Ferrara- per l'equipe medica si è presentato subito difficile perché ho una miopatia tipo Central Core Desease che comprometteva tutto il quadro generale. I medici decidono di portarmi all'ospedale Ruggi d'Aragona ma al pronto soccorso non vengo accettata. Anzi, con mezzi spicci vengo trattata malissimo e rispedita all'ospedale di Cava de'Tirreni. Qui dopo le urla dei miei genitori perché con sangue e feci nell'addome stavo andando in setticemia decidono di operarmi ed erano già le 16». Nel reparto di chirurgia del nosocomio metelliano, Ferrara, viene preparata per l'operazione, consapevole di aver firmato per un intervento di Stomia intestinale salvavita. «Vengo trasferita in sala operatoria ma solo dopo le 20 inizia l'intervento perché, a causa della mia malattia genetica non posso ricevere l'anestesia normale ma mi devono praticarne una diversa fatta da anestetici differenti. Grazie ai numeri di telefono che avevo sul mio cellulare, si mettono in contatto con il Primo Policlinico Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
di Napoli dove sono seguita dall'equipe della professoressa Luisa Politano , con la dottoressa Luigia Passamano e con la dottoressa Roberta Petillo . A telefono risponde la dottoressa Paola D'Ambrosio , la quale mi segue da anni, che dà indicazioni alla dottoressa Carmela Rescigno e con l'anestesista Auricchio di Cava de'Tirreni». Alle 20, l'equipe guidata dai dottori Albino Sartori, Carmela Rescigno, Ivano Apicella, Serena Esposito sotto la costante attenzione dall'anestetista Auricchio compiono il 'miracolo'. Difficilissimo intervento, dato lo stato pregresso della giovane e, soprattutto, l'infezione in atto. «Alle 23- conclude Ferrara- mi riportano in reparto. Vorrei segnalare questo caso di ottima sanità dell'ospedale di Cava de'Tirreni. E soprattutto l'alta preparazione dei nostri medici. Ci tengo a sottolineare che il contatto con i sanitari di Napoli, che da anni monitorano la mia malattia genetica rara, sia stato fondamentale per poter intervenire. Ecco oggi sono qui a raccontarlo, sono viva, e vorrei ringraziare questi medici stupendi». (re. pr.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/06/2019 liratv.com EAV: € 229 Lettori: 167 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Al Ruggi d’Aragona di Salerno i primi pancreas artificiali ibridi Vita sicuramente più facile per i pazienti diabetici acuti presi in cura all’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. Presso la Clinica di Endocrinologia e Diabetologia, infatti, a 12 pazienti diabetici adulti, insulina trattati (tra cui un paziente trapiantato renale) sono stati applicati i primi dispositivi definiti “pancreas artificiali ibridi”, costituiti da più sistemi che, interagendo tra loro, sono in grado di “mimare” la funzione di regolazione dei livelli glicemici così come svolta da un pancreas sano. In particolare, il device è composto da un sensore per il monitoraggio in continuo della glicemia, una pompa per l’infusione sottocutanea di insulina ed un algoritmo matematico che connette il sensore e la pompa. In questo modo il sistema è in grado di dosare automaticamente la somministrazione di insulina riducendo i valori elevati di glicemia e minimizzando il rischio di ipoglicemia. Il sistema ibrido installato sui pazienti, è in grado di modulare in maniera automatica il rilascio di insulina nel periodo interprandiale e notturno sulla base dei livelli glicemici mentre è ancora necessario l’intervento del paziente per stabilire la dose di insulina necessaria ai pasti calcolata in base ai carboidrati assunti. Il “pancreas ibrido” è una di quelle importanti innovazioni che rispondono alle esigenze delle persone con diabete attraverso un sistema pratico e personalizzato per facilitare la gestione quotidiana, limitare il carico psicologico correlato alla patologia e rendere, di conseguenza, il rapporto con la malattia molto più sereno. “La capacità di stabilizzare automaticamente i livelli di glucosio contribuisce a migliorare il Time in Range, ovvero la percentuale di tempo che le persone trascorrono in un intervallo glicemico ottimale predefinito pari a 70-180 mg/dl” spiega il dr. Mario Carrano ,diabetologo afferente alla clinica endocrinologica e diabetologica della AOU San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno – “Questa tecnologia ha un impatto significativo sulla vita delle persone con diabete sia dal punto di vista della qualità clinica che della qualità della vita. E’ importante poter offrire ai pazienti afferenti al nostro Centro questa terapia rivoluzionaria che consente il livello più avanzato di automazione ad oggi disponibile e fornisce un sollievo dalla gestione del diabete. Nella nostra esperienza ambulatoriale sui pazienti in cui è stata applicata tale tecnologia abbiamo raggiunto più dell’80% del tempo con livelli di glicemia nel range della normalità dato in linea con la letteratura internazionale, risultato che nel lungo termine impatta in modo rilevante sulla riduzione dei rischi di complicanze, legate al diabete, sia acute che croniche ,obiettivo imprescindibile e fondamentale per la gestione di questi pazienti”. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
13/06/2019 mn24.it EAV: € 383 Lettori: 1.433 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web La novità al Ruggi, pazienti con pancreas artificiali A 12 pazienti diabetici acuti in cura alla clinica di endocrinologia e diabetologia all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, sono stati applicati i primi “pancreas artificiali ibridi”, costituiti da piu’ sistemi che, interagendo tra loro, sono in grado di replicare la funzione di regolazione dei livelli glicemici cosi’ come svolta da un pancreas sano. Il dispositivo e’ composto da un sensore per il monitoraggio in continuo della glicemia, una pompa per l’infusione sottocutanea di insulina e un algoritmo matematico che connette il sensore e la pompa. In questo modo il sistema e’ in grado di dosare automaticamente la somministrazione di insulina riducendo i valori elevati di glicemia e minimizzando il rischio di ipoglicemia. Il sistema ibrido non e’ pero’ in grado di regolare il rilascio di insulina necessaria durante i pasti, per cui e’ ancora necessario l’intervento diretto del paziente. “E’ importante poter offrire ai pazienti del nostro centro questa terapia rivoluzionaria che consente il livello piu’ avanzato di automazione ad oggi disponibile e fornisce un sollievo dalla gestione del diabete”, spiega Mario Carrano, diabetologo afferente alla clinica di Salerno. “Nella nostra esperienza ambulatoriale sui pazienti in cui e’ stata applicata tale tecnologia abbiamo raggiunto piu’ dell’80% del tempo con livelli di glicemia nel range della normalita’ – prosegue – prosegue – risultato che nel lungo termine impatta in modo rilevante sulla riduzione dei rischi di complicanze legate al diabete, sia acute che croniche”. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 4 EAV: € 1.374 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia Assistenza a rischio, budget esaurito ANFFAS/Il grido di allarme è stato lanciato ieri mattina dal presidente Parisi nel corso di un incontro con la stampa Il prossimo 20 giugno finiranno i fondi e l' associazione è seriamente preoccupata "Il 20 giugno si esaurirà il nostro budget. Le nostre famiglie corrono il serio rischio di non poter vedere erogate le prestazioni. Siamo molto preoccupati". Questo è l' accorato allarme di Salvatore Parisi, presidente di Anffas onlus Salerno e coordinatore regionale Anffas Campania, lanciato nel corso della conferenza stampa convocata ieri mattina presso la sede di via del Tonnazzo. "Siamo preoccupati per i ritardi dell' amministrazione regionale e locale - spiega Parisi nonchè della lentezza delle agenzie pubbliche, sanità, scuola e lavoro, nell' applicazione delle norme e della riorganizzazione dei servizi a favore di persone, in particolare di bambini e adolescenti, affetti da autismo. Le famiglie hanno bisogno di servizi che siano duraturi nel tempo e che non siano messi a rischio durante l' anno. Sapevamo da tempo - tuona Parisi - e abbiamo avvisato chi di dovere, che l' esplosione dell' autismo non avrebbe permesso di erogare prestazioni se non ci fosse stato, a monte, un adeguato studio del fabbisogno. L' Anffas è da sempre a sostegno delle famiglie, ma se il budget finisce, per legge, non potremmo erogare prestazioni extra. E' necessario far fronte all' emergenza perché, inoltre, nelle ultime settimane, abbiamo ricevuto diffide da parte delle famiglie che temono l' interruzione del servizio. Abbiamo in carico oltre 30 bambini autistici, seguiti da 15 operatori. Sarebbe bello se anche le strutture pubbliche fossero in grado di svolgere questo tipo di servizio ma, purtroppo, la storia ci dice che non è così, e quindi c' è assoluto bisogno delle strutture accreditate. In queste condizioni, è sempre più difficile offrire servizi anche a chi è affetto da disturbi diversi dall' autismo. Sarebbe opportuno fare un quadro chiaro della situazione, per poter capire di quanti soldi occorrano per il normale svolgimento dei servizi. E' già da due anni - conclude Parisi - che denunciamo questa condizione e che, soprattutto, cerchiamo di dialogare con l' Asl. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Da quello che mi risulta, l' azienda sanitaria locale sta provando ad ovviare al problema, ma mi auguro che non si tratti di soluzioni tampone". Immediata la replica del direttore del dipartimento di salute mentale dell' Asl Salerno, Giulio Corrivetti: "Il problema dell' autismo comporta una complessità gestionale che mette in difficoltà il sistema sanitario che, comunque, fino ad oggi è stato gestito con mezzi inadeguati. Lo sforzo che stiamo portando in atto è quello di inventare un nuovo sistema, che riesca a determinare un nuovo percorso di presa in carico e di cura. La regione Cam pania non è l' unica a dover fronteggiare tali difficoltà, in quanto, per i disturbi neuro psichiatrici infantili, non esiste una vera e propria legge che possa consentire di seguire una linea guida comune. Noi come Asl vogliamo che a garanzia di tutte le famiglie e di tutte le istituzioni private, ci sia la solidità professionale e la consapevolezza del sistema pubblico. In questa ottica - rassicura Corrivetti - una prima delibera di riorganizzazione del sistema neuro -psichiatrico infantile è stata già pubblicata. Capiamo fino in fondo la criticità in cui si è trovata l' Anffas, e vorremmo che venga dichiarata ufficialmente l' assoluta condivisione di questa sofferta elaborazione progettuale. Quello che è certo - precisa Corrivetti - è che il servizio continuerà ad essere garantito, e nessun familiare verrà lasciato sospeso" Francesco La Monica. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 24 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.592 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Salerno e provincia Assistenza autistici, l' Asl fa dietrofront «Le terapie non saranno sospese» LA SANITÀ Sabino Russo «Nessun cittadino sarà lasciato solo, così come nessun familiare di ammalati sarà abbandonato». A rassicurare le famiglie dei bambini e dei ragazzi salernitani affetti da autismo, in merito al paventato rischio di un blocco delle terapie a partire dal 20 giugno a causa dell' esaurimento del tetto di spesa, durante una conferenza stampa organizzata ieri dall' Anffas, è stato lo stesso direttore del dipartimento di Salute mentale dell' Asl Giulio Corrivetti, ad annunciare che dalla prossima settimana, sarà preso in carico il progetto globale di presa in carico di questi pazienti, attraverso cui la spesa per l' assistenza passa dall' area della riabilitazione, esaurendone in larga parte il fondo assegnato, alla neuropsichiatria infantile e garantendone così la continuità. All' appuntamento erano presenti, oltre al padrone di casa Salvatore Parisi, anche il direttore sanitario della onlus Angelo Cerracchio, la presidente della commissione consiliare politiche sociali Paola De Roberto e il presidente dell' associazione Fish Daniele Romano. «Alcune difficoltà erano legate ai vecchi percorsi e alle indisponibilità del vecchio sistema a dare delle risposte precoci spiega Corrivetti Mi riferisco alle liste d' attesa e altro. Se riusciamo, con questa nuova organizzazione, a garantire anche ai casi di nuova incidenza una immediata presa in carico, avremo ottenuto un grande risultato. Tutti coloro che hanno un percorso in itinere però, il servizio sarà garantito. Quando ci sarà anche un' assoluta competenza nel monitorare la diagnosi e tutti i parametri per una valutazione di esito, anche quale sarà il percorso di continuità lo decideranno le strutture che hanno gli strumenti e le competenze per individuarlo». Questo significa, riqualificare la spesa senza mettere mano a un extra-budget. Bisogna tener conto però, di un aumento ponderale dell' incidenza del disturbo dello spettro autistico. Stando agli Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ultimi dati infatti, si calcola che ne soffre un bambino su 74. Ciò implica di conseguenza, un aumento della spesa. «Nella rimodulazione del bilancio aziendale, affidiamo alla neuropsichiatria infantile il servizio, perché è il reparto depositario di tutte le valutazioni, le diagnosi e assistenza clinica continua Non facciamo come in altre Asl, dove è stato preso un fondo aggiuntivo. Per ogni cittadino si spenderà quello che si dovrà spendere, se c' è un bisogno di cura da rispettare». L' utismo, nello specifico, è caratterizzato da deficit persistenti della comunicazione sociale, dell' interazione in molteplici contesti, compresi deficit della reciprocità sociale, della comunicazione non verbale utilizzata per le interazioni interpersonali. In aggiunta ai deficit della comunicazione sociale, la diagnosi richiede la presenza di un repertorio di comportamenti, interessi o attività limitato e ripetitivo. «C' è un' esplosione di patologie legate al neurosviluppo e c' è bisogno di mettere risorse al posto giusto evidenzia il presidente Anffas Salvatore Parisi Con l' Asl abbiamo lavorato a questo progetto che auspichiamo ci porterà fuori da questa situazione di incertezza. Speriamo che inizi un momento di condivisione». Il percorso globale di presa in carico integra assistenza sanitaria, sociale, scolastica e familiare, creando un ambiente per lo sviluppo psico-sociale del paziente autistico e consentendone l' inserimento nella comunità in cui vive. Una cosa che ora non accade, perché Comune, Asl, scuola e centri di riabilitazione camminano ognuno lungo la propria strada, senza un vero dialogo. «A oggi, da questi disturbi non si guarisce, ma si può migliorare la qualità della vita di questi ragazzi conclude Cerracchio Scuola, sanità, famiglia e società devono lavorare insieme». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 22 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia L'Asl stoppa le ambulanze di Squecco Antonio Vuolo CAPACCIO PAESTUM Arriva la sospensione della convenzione tra la società onlus che gestisce le ambulanze tra Capaccio Paestum e Agropoli di proprietà di Roberto Squecco e l'Asl di Salerno. Il provvedimento è stato emanato dal commissario straordinario dell'azienda sanitaria locale salernitana, Mario Iervolino , martedì scorso, 11 giugno, in seguito alla vicenda delle ambulanze a sirene spiegate che hanno sfilato in corteo per le strade di Capaccio Paestum nella tarda serata di domenica per celebrare l'elezione del sindaco Franco Alfieri . L'Asl Salerno è intervenuta già prima dei controlli dei carabinieri - effettuati il 12 giugno - e ieri ha comunicato di «aver adottato due provvedimenti di sospensione del rapporto convenzionale in essere per il servizio trasporto infermi relativamente all'associazione Croce Azzurra Città di Capaccio e all'associazione Croce Azzurra Città di Agropoli». A questa sospensione potrebbero seguire «eventuali successivi provvedimenti». I mezzi della Croce Azzurra, la sera del 9 giugno, avevano partecipato ai festeggiamenti per l'elezione del primo cittadino di Capaccio Paestum: cinque ambulanze hanno sfilato tra le strade della Città dei Templi a sirene spiegate, tanto da scatenare l'indignazione più totale e fare il giro dei media nazionali in poche ore. A denunciare l'accaduto, all'indomani del turno di ballottaggio con lo sfidante Italo Voza , era stato il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Michele Cammarano . Sul caso ieri si è espresso anche il governatore della Campania, V incenzo De Luca , precisando di essere solamente a conoscenza di «una decisione sacrosanta presa dal dirigente della Asl di Salerno in relazione a un atto di imbecillità, prima che di cafoneria, di qualcuno che gestiva ambulanze e andava strombazzando per la strada la sera». De Luca ha aggiunto ai cronisti, commentando il corteo di ambulanze a sirene spiegate per festeggiare la vittoria di Alfieri, già capo della segreteria dello stesso governatore campano, che si tratta di «piccoli episodi di imbecillità che vanno trattati così». Anche in riferimento a tale vicenda si registra un'interrogazione del Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
gruppo dei grillini al Senato, primo firmatario Franco Castiello , al Ministro della Salute, Giulia Grillo , per «chiedere di conoscere quali provvedimenti intenda assumere per porre fine allo stato di diffusa illegalità e di inefficienza nel quale versa la sanità in Campania». Il provvedimento dell'Asl Salerno nei confronti della Croce Azzurra è diretta conseguenza dei controlli eseguiti mercoledì pressi le sedi della onlus, a Capaccio Paestum e ad Agropoli, da parte dei carabinieri della Compagnia di Agropoli, diretti dal comandante Francesco Manna , con i colleghi del Nas, diretti dal maggiore Vincenzo Ferrara . I militari, nei controlli, hanno, infatti, identificato i cinque autisti alla guida dei mezzi di soccorso ed eseguito delle multe. Mentre i carabinieri del Nas hanno eseguito dei controlli sanitari sulle ambulanze. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 20 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Macchinario salvavita Un anno per averlo Dirigente denunciata Carmine Landi Di solito occorrono trenta giorni, ma al Distretto Sanitario non basta un anno per comprare un macchinario salvavita. Le richieste urgenti non si soddisfano nel giro di 12 mesi, e c'è chi, stanco d'aspettare, denuncia la dirigente della struttura. È la storia incredibile di chi, da un anno a questa parte, s'è recato a piazza San Francesco domandando le apparecchiature Cpap. Spettano di diritto: le hanno prescritte in ospedale. Richieste urgenti, si legge nei moduli redatti dai camici bianchi delle unità di Malattie respiratorie ed immunopatologia del polmone. Il macchinario salva la vita a chi fa i conti con la sindrome delle apnee ostruttive del sonno, la cosiddetta Osa: si tratta di una transitoria ma ripetuta interruzione del respiro, nottetempo, che, nei casi che richiedono una terapia, quelli più severi, può provocare addirittura infarti al miocardio oppure ictus cerebrali. E la madre delle terapie ha la forma di una macchinetta con tanto di mascherina, un Cpap, un dispositivo che regola automaticamente la respirazione e scongiura il peggio. L'acquisto dei Cpap compete ai distretti sanitari, che le forniscono ai pazienti nel giro di trenta giorni: il costo di ogni apparecchio è di circa 600 euro. A Battipaglia, però, da giugno 2018 a marzo 2019 si sono accumulate sulle scrivanie ben 28 richieste, che ad oggi sono ancora inevase. Lo sa bene Adamo De Nicola , un operatore ecologico del 1967, che soffre di Osa e che, dal 20 maggio del 2018, attende il suo Cpap. Vincenzo D'Agosto , pneumologo dell'ospedale di Battipaglia, gli ha prescritto il ventilatore. La sindrome di De Nicola, come si legge nel modulo firmato dal medico, è di grado molto severo. È per questo che il camice bianco del 'Santa Maria della Speranza' ha firmato «una richiesta urgente di tale apparecchio e del materiale di consumo all'Asl di appartenenza». Era il 12 giugno del 2018. Otto giorni dopo, il 20, l'operaio ha consegnato il modulo ai dottori del Ds65. Dopo 359 giorni, nonostante numerosi solleciti, il device non è Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ancora arrivato. Stanco di aspettare, il 7 giugno del 2019 De Nicola s'è recato in caserma: davanti ai carabinieri della compagnia di Battipaglia, guidati dal maggiore Vitantonio Sisto , ha sporto denuncia contro Marylina Aloia , direttore responsabile del Distretto sanitario. «Fino alla data odierna - si legge nella querela - benché sollecitata più volte dal sottoscritto, la struttura sanitaria non mi ha ancora consegnato il macchinario, riferendomi che la macchinetta doveva arrivare ». Di qui la denuncia contro la Aloya (con la quale ho avuto contatti), con l'annessa richiesta all'Autorità giudiziaria di appurare eventuali reati di omissione d'atti di ufficio. De Nicola dice di aver paura: «Ogni volta che mi addormento, non so cosa accadrà; nella fase di monitoraggio, mi hanno riscontrato 70 apnee in una notte; sono in preda all'ansia ed allo stress. Ho bisogno di quella macchinetta». Al Distretto, il dottor Bernardino Pecoraro , collaboratore di Aloia, precisa: «Abbiamo ricevuto anche noi le lamentele, la dottoressa Aloia si è attivata e posso assicurare che, in tempi brevi, superati i problemi tecnici, i presidi sanitari saranno erogati e i problemi saranno risolti». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 22 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Ospedale, l'ex sindaco Auricchio attacca i Cinque Stelle ROCCADASPIDE «Che fine hanno fatto i paladini della giustizia?». È la domanda posta da Girolamo Auricchio , ex sindaco e attuale vice di Gabriele Iuliano , sull'ospedale di Roccadaspide. A un mese di distanza dall'interrogazione presentata in Consiglio Regionale dal capogruppo a Palazzo Santa Lucia del Movimento 5 Stelle, Maria Muscarà , sul Dea di primo livello che coinvolge anche le strutture sanitarie di Eboli e Battipaglia, Auricchio va al contrattacco definendo «gravissime e molto dannose per il nostro presidio ospedaliero» le affermazioni dei rappresentanti grillini, rivolgendosi agli esponenti locali del Movimento. In particolare nel mirino dell'esponente politico di Roccadaspide è finito il passaggio in cui viene evidenziato come tutti i vari presidi del Dea di cui fa parte anche il nosocomio rocchese conservano le funzioni di pronto soccorso, punto sul quale i Cinque Stelle evidenziano «un anomalo eccesso di punti di accesso di rete dell'emergenza ». Parole che hanno fatto infuriare Auricchio: «Questi signori comprendono cosa si sta affermando? È evidente che nel momento in cui nulla dicono, essi approvano e avvallano questa visione». Il vicesindaco di Roccadaspide, poi, contesta anche il pensiero della Muscarà sul decremento della domanda e delle risorse dell'ospedale rocchese evidenziando «una duplicazione di funzioni ». «Questa è una bugia. La classificazione del presidio ospedaliero di Roccadaspide è finalemente chiara: è Dea di primo livello insieme a Eboli e Battipaglia, è sede di pronto soccorso, con tutti i servizi annessi; è dotato dei reparti di chirurgia generale, medicina generale, ortopedia, riabilitazione, terapia intensiva e 4 posti di osservazione breve, e, inoltre, conserva i reparti di Cardiologia, Utic e Lungodegenza». Poi l'affondo finale: «Questi apparenti difensori locali hanno dimostrato fin qui di essere solo avventurieri che mai nulla hanno dato per lo sviluppo e la crescita della nostra comunità». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 21 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Prevenzione tumori, c'è la resa dell'Asl Stefania Battista Una Ferrari chiusa in garage e le donne costrette a viaggiare in bicicletta. E' questo il paragone che molti stanno facendo a proposito dello scarso utilizzo del mammografo di nuova generazione presente all'ospedale Maria Santissima Addolorata che, purtroppo, giace chiuso in una stanza salvo rarissimi casi, mentre le donne in età da screening sono costrette a rivolgersi al distretto dove l'apparecchio presente è di vecchia generazione. A sollevare il caso era stata la referente del Tribunale per i diritti del Malato di Eboli che ha inviato una lettera di veemente protesta sia al Direttore del Distretto 64, che al dirigente del presidio ospedaliero e persino al Commissario Asl. La missiva, poi, è stata girata anche ai sindacati nei quali l'avvocato Paola De Vita ha trovato eco alle proprie considerazioni. In realtà spiega Emiddio Sparano , rsu della Cisl basterebbe un accordo tra i due direttori, quello del distretto e quello dell'ospedale per far utilizzare il mammografo con tomosintesi ai tecnici del distretto anche al di fuori dei test di screening. Il personale non avrebbe alcun problema a venire ad effettuare le mammografie in ospedale, anche perché per gli accertamenti di secondo livello già ci vengono ». Ma il problema è alla radice, cioè la carenza di personale nella sanità provinciale. Al Santissima Addolorata, infatti, oltre ai tecnici di radiologia, mancano medici, infermieri e operatori socio sanitari. «Si sono attivati solo con la mobilità aggiunge Sparano ma con cifre ridicole. Un avviso per solo 8 unità da suddividere in 12 distretti: una media di 0,25 persone a distretto. Senza contare che le aziende di provenienza tardano a rilasciare i nulla osta e quindi il personale non può lavorare nelle nuove sedi. La verità è che servono i concorsi. Bisogna assumere forze nuove: che vogliano lavorare nelle sedi per le quali concorrono. Sarebbe una boccata d'ossigeno non solo per gli ospedali ed i distretti sanitari, ma anche per le migliaia di disoccupati che abbiamo». Al momento all'ospedale di Eboli ci sono quattro medici in servizio che devono alternarsi tra due Tac, risonanza magnetica e pronto soccorso. Senza contare la specialistica ambulatoriale. E tutto ciò, ovviamente, ricade sul Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
paziente, perché la carenza di personale fa scendere inesorabilmente la qualità dei servizi erogati, allunga le liste di attesa, impedisce la prevenzione, aumenta i costi del servizio sanitario costringendo a straordinari forzati il personale. Ed influisce anche sulla disponibilità umana se non sulla qualità professionale. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 22 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 4.505 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Cmr, sit-in a Napoli per non chiudere 300 terapie a rischio LA VERTENZA Luella De Ciampis La protesta per salvare il Cmr di Sant' Agata de' Goti, le terapie per 300 bambini e il posto di lavoro di circa 180 dipendenti arriverà al centro direzionale di Napoli. È quanto è stato stabilito dalle organizzazioni sindacali, nel corso dell' incontro di ieri mattina in Prefettura, per impedire che l' Agenzia delle Entrate decreti la chiusura della struttura, che comporterebbe la perdita di tanti posti di lavoro e la sospensione delle terapie per circa 300 pazienti, compresi in un' età tra la primissima infanzia e quella adolescenziale. IL CREDITO Questo perché, l' Agenzia delle Entrate, che vanta un credito, peraltro privilegiato, di circa 12 milioni di euro nei confronti del Cmr, non è intenzionata ad approvare il concordato preventivo, di cui si discuterà nell' udienza fissata per il 20 giugno dalla sezione fallimentare del Tribunale di Benevento. All' incontro di ieri, coordinato dal prefetto Francesco Cappetta, hanno partecipato i vertici della Neuromed, rappresentati dall' amministratore delegato, Paola Belfiore, il sindaco di Sant' Agata de' Goti, Giovannina Piccoli, intervenuta per sostenere la causa dei suoi cittadini, Rita Angrisani, direttore del distretto dell' Asl di Montesarchio (di cui Sant' Agata fa parte) e le organizzazioni sindacali Ugl Sanità, Fials Uil e Cgil, che hanno chiesto sensibilità sociale da parte dell' Agenzia delle Entrate. LE REAZIONI «L' Asl è seriamente preoccupata per l' evoluzione negativa della vicenda dice la Angrisani che metterebbe a rischio, l' erogazione delle terapie ai disabili, i posti di lavoro dei dipendenti e la serenità di molte famiglie». Una possibilità inaccettabile per le sigle sindacali che hanno chiesto un impegno concreto da parte delle istituzioni, affinché il parere dell' ente pubblico nel corso della prossima udienza non sia determinante. «La Neuromed conferma la volontà di portare avanti il risanamento dell' azienda dichiara la Belfiore impegnandosi sul fronte delle prestazioni, della ricerca e degli investimenti. L' Agenzia delle Entrate non ha reputato soddisfacente la proposta da Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
noi avanzata nel concordato per saldare il debito, benché abbiamo assicurato un profitto certo per gli anni futuri». «I pazienti del centro spiegano i referenti dell' Ugl Sanità sono destinati a una presa in carico che dura per tutta la vita, in quanto affetti da patologie che non portano alla guarigione, ma che presentano aspetti diversi nel corso degli anni. Quindi, si comincia a seguirli in tenera età per difficoltà motorie e di linguaggio, che, in età scolare, si trasformano in problemi di apprendimento. Il compito dei terapisti è quello di accompagnarli e guidarli nelle diverse fasi della crescita, per fare in modo che raggiungano l' autonomia. Prima che si arrivasse a tanto, avevamo interpellato i vertici dell' Agenzia delle Entrate, e avevamo ricevuto rassicurazioni sul futuro». Nei prossimi giorni il prefetto Cappetta riceverà anche i genitori dei 300 bambini che, in caso di fallimento, sarebbero privati delle terapie. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 14 EAV: € 604 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Infermiera aggredita e schiaffeggiata Era impegnata a soccorrere un malato terminale che aveva accusato un malore La malcapitata ha riportato un trauma facciale e uno stato di choc NAPOLI - Ancora un' aggressione nei confronti di un equipaggio di medici e sanitari impegnati sulle ambulanze. A denunciarla è stata l' associazione 'Nessuno tocchi Ippocrate'. L' aggressione è avvenuta attorno alle 18 di ieri. L' equipaggio della postazione Bagnoli era appena stato allertato affinché intervenisse per un malore accusato da un malato terminale. Mentre l' equipaggio presta soccorso al malcapitato, però, avviene l' aggressione. Infatti, nonostante sul posto fosse già presente un medico dell' Ado-Assistenza domiciliare dell' Asl, le persone che erano con il malato pretendevano che anche l' ambulanza fosse dotata di un medico. L' infermiera, nonostante la situazione, cercava di prestare soccorso al malato fin quando non è stata aggredita e colpita con uno schiaffo in volto. Quindi l' infermiera ha cercato di allontanarsi ma è stata rincorsa e strattonata. L' ennesima pagina nera per la città di Napoli, visto che l' infermiera è stata poi costretta a recarsi presso l' ospedale "San Paolo" di Napoli per essere visitata e refertata: ha riportato un trauma facciale e uno stato di shock. Si tratta dell' ennesima violenza sul personale sanitario, l' ennesima violenza su una donna. La 46esima aggressione dall' inizio dell' anno. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 43 EAV: € 518 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Sorpresa, fiocco azzurro nell' Isola azzurra (PASQUALE RAICALDO) IL PARADOSSO di Capri: la perla del Mediterraneo, dal punto di vista della sanità, appartiene alla categoria "isola disagiata". Fa così notizia l' arrivo di Christian, nato il 4 giugno al Capilupi, l' unico presidio ospedaliero locale, dove dal febbraio 2017 non si registravano nascite. Colpa della spending review: Capri non raggiunge la quota di 500 nati all' anno e perciò le partorienti vengono dirottate a Napoli, all' ospedale Santa Maria di Loreto Nuovo. Anche la mamma di Christian sarebbe dovuta andare sulla terraferma ma il parto si è avviato nella notte. Così, per evitare il rischio che la donna partorisse durante il trasporto in elicottero, l' équipe locale ha riaperto la sala parto chiusa da due anni e tutto è andato per il meglio. La buona notizia non cancella però i problemi della sanità caprese che i sindaci hanno più volte segnalato alla Regione Campania. Tanto più gravi se si considera che in estate l' isola deve fare i conti anche con il grande flusso turistico. Nel frattempo Christian sta diventando così, a sua insaputa, un simbolo. Di rinascita. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 2 EAV: € 15.010 Lettori: 418.324 Argomento: Sanità nazionale "I tempi di attesa sono troppo lunghi per i pazienti il pubblico è farraginoso" ALESSANDRO MONDO PAOLO DE PAOLIS Il primario di Chirurgia: "Ma la dinamica varia da regione a regione" Le strutture private, soprattutto quelle accreditate, hanno aumentato la diffusione sul territorio: anche dove non c' erano, o c' erano meno». Paolo De Paolis, primario di Chirurgia generale e di urgenze della Città della Salute di Torino e presidente della Società Italiana di Chirurgia, non è sorpreso: «La dinamica varia da regione a regione ma è costante. Compreso il Piemonte, dove la sanità privata è sempre stata più marginale». Dipende dai tempi di attesa nel pubblico? «E' il tema prevalente, insieme alla sensazione che a fronte di un sistema pubblico sovente farraginoso il privato permetta maggiore scelta. Non significa che sia sempre vero. In ogni caso, conta la percezione del paziente». Da cosa dipende la percezione? «Una volta dal passaparola tra gli stessi pazienti, oggi soprattutto dal brand delle strutture: il privato coglie molto bene queste dinamiche, il pubblico fa più fatica». Si può risolvere la questione dei tempi di attesa? «Si migliora facendo incontrare domanda e offerta. Si risolve ottimizzando l' organizzazione e verificando che la capacità di offerta corrisponda alla richiesta». Anche ricorrendo ai privati? «L' integrazione pubblico-privato è auspicabile ma deve essere vera, come accade in Francia, senza limitarsi ad esternalizzare una quota di servizi ai privati». Come si compete con i privati? «La libertà di scelta del paziente è insindacabile. Di sicuro bisogna valorizzare il capitale umano, la prima sfida di ogni azienda, e tenerselo stretto». Come? «Con stipendi, organizzazione del lavoro e tecnologie adeguate». Vale in tutti i casi? «Con alcune differenze, legate all' età dei professionisti. I giovani medici sono spinti verso altri Paesi dalla possibilità di percorsi di crescita ben delineati e ben remunerati. Quelli affermati possono essere attratti dal privato perchè là ritengono di trovare condizioni adeguate al loro talento Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
e alle loro ambizioni». E le dotazioni tecnologiche? «Essenziali. Bisogna stare al passo con i tempi: dai muri, cioè strutture moderne, agli ultimi ritrovati tecnologici. Senza badare al tornaconto immediato. Non a caso i privati, che hanno molto a cuore il profilo economico, sono quelli che investono maggiormente su questo aspetto». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
14/06/2019 Pagina 8 EAV: € 17.639 Lettori: 418.324 Argomento: Sanità nazionale "Io resto contrario Aiutano un privato con soldi pubblici" ALESSANDRO DI MATTEO VITO CRIMI Il sottosegretario con delega all' editoria La mossa della Lega non gli è piaciuta, Vito Crimi da mesi ha una linea netta su Radio Radicale («la nostra intenzione è di non rinnovare la convenzione», diceva anche lo scorso aprile) e quel voto degli alleati di governo insieme all' opposizione proprio non è andato giù. Sottosegretario, tutti i partiti tranne voi hanno votato per salvare Radio Radicale. Perché ce l' avete tanto con quella testata? «Sono gli stessi partiti che ogni anno faticano a rispondere alla richiesta della stessa Radio Radicale di rinnovare la gara per la convenzione. Questo dà l' idea che il voto di oggi non è per salvare la radio, è innanzitutto un voto politico. Lo dico con molta franchezza: non ho niente contro Radio Radicale, ripristiniamo la verità dei fatti. Il punto è che parliamo di una radio privata - per di più di un partito, di proprietà di una spa - che beneficia di una convenzione in virtù di un bando fatto su misura, con un unico partecipante, e c' è da chiedersi perché. Una radio privata che ha percepito una quantità di contributi pubblici per quasi 300 milioni di euro. È sbagliato il concetto di "salvare" la radio: come tutte le società private, quando l' azienda è in difficoltà tocca all' editore mettere dei soldi. Altrimenti la lista di aziende da salvare è lunga. Se fanno un servizio così importante, forse possono stare sul mercato...». Un ponte o un ospedale sono di pubblica utilità, ma li costruisce lo Stato perché generalmente non producono profitto. Non si può rifare la gara garantendo la sopravvivenza della radio? «Finché non avessimo interrotto questa convenzione, non ci sarebbe stata l' esigenza vera di fare la gara. Almeno questo merito bisognerebbe riconoscercelo, adesso tutti sono obbligati a venirci dietro per riorganizzare il settore per fare una vera e propria gara. Mi farò io per primo parte attiva per rivedere il sistema. E vorrei distinguere: ci sono gli archivi, che vanno salvaguardati e non hanno nulla a che vedere con la convenzione». Come sarà questa gara? «Il servizio oggetto della convenzione è la trasmissione delle sedute della Camera e del Senato, partiamo da Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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