Media Monitoring per 24-09-2018 - Rassegna stampa del 20-09-2018 - Ruggi

Pagina creata da Lorenzo Sala
 
CONTINUA A LEGGERE
Media Monitoring per 24-09-2018 - Rassegna stampa del 20-09-2018 - Ruggi
24-09-2018

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 20-09-2018
Media Monitoring per 24-09-2018 - Rassegna stampa del 20-09-2018 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
   Asl, "tagliati" 20 precari ........................................................................................................... 1
   Buco infermieri in provincia di Salerno, ne mancano 1.800 ............................................... 3
   Il presidente dell'Associazione "Tribunale del Malato Costiera Amalfitana", Andrea
        Cretella scrive una lettera al Ministro della Salute Giulio Grillo. ............................... 5
   Impronte digitali per smascherare i furbetti del cartellino ... ........................................... 7
   Impronte digitali per smascherare i furbetti del cartellino ... ........................................... 8
   Impronte digitali per smascherare i furbetti del cartellino ... ........................................... 9
   Mancanza di infermieri nelle strutture sanitarie in Provincia di Salerno ...................... 10
   Salerno, al via opere di ristrutturazione ............................................................................. 11
   Sanità: a Salerno e provincia mancano quasi 2 mila infermieri ...................................... 13
   «Ora possiamo uscire dal commissariamento ma sono procedimenti che richiedono
        tempo» ............................................................................................................................... 15
   Il giudice Allegro resiste allo scippo cade e si ferisce ....................................................... 17
   Il manager Longo «Sblocco dei fondi per le opere edili» .................................................. 19
   Tumori al colon Monaldi promosso ....................................................................................... 20
Sanità Salerno e provincia ............................................................................................................ 22
   Anziana muore dopo un intervento aperta l' inchiesta, dieci medici indagati .............. 22
   «Tetti di spesa iniqui rivedere assegnazione di risorse alle Regioni» ............................ 24
   Due nuovi reparti all' Umberto I ........................................................................................... 26
   Massa, in venti giorni 34 morti in corsia: indagato il primario di Medicina generale
         .............................................................................................................................................. 27
   Progetto Pilota, diffidata l' Asl Salerno ............................................................................... 29
Sanità Campania ............................................................................................................................. 31
   «Landolfi», Vignola incontra Morgante sul tavolo la revoca del trasloco del 118 ........ 31
   Caos ospedale, l' ira del sindaco: ultimatum all' Asl ......................................................... 33
   Distretti sanitari, sottoscritti i protocolli per le nuove sedi di Atripalda e Baiano ...... 35
   Scure sugli sprechi dei farmaci L' obiettivo: tagliare i superticket ................................ 37
   Settimana mondiale dell' allattamento: le iniziative dell' Asl Na 3 Sud ......................... 39
   Stop al Pronto soccorso pressing su De Luca petizione a quota 2500 ........................... 40
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 42
   "Quel tumore venne curato con le parole" .......................................................................... 42
   «Batterio killer all' ospedale» Inchiesta su 33 decessi sospetti ...................................... 44
   Daspo anche per gli ospedali «Basta aggressioni ai medici» .......................................... 46
   DIPENDENZA DA VIDEOGIOCHI: UN RISCHIO PER LA SALUTE .......................................... 48
   Indagato il primario dell' ospedale: in meno di un mese 33 morti sospette ................. 50
   Violenza sulle donne fenomeno in aumento 7.200 casi in sei mesi ................................ 52
Media Monitoring per 24-09-2018 - Rassegna stampa del 20-09-2018 - Ruggi
19/09/2018                                                                                                                Pagina 28

                                                                                                                          EAV: € 1.081
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                    Asl, "tagliati" 20 precari

 FRATTAMAGGIORE/1 Il rapporto termina
 a fine mese. Ieri la protesta: «La Regione
 vuole darci tre mesi di proroga»
 FRATTAMAGGIORE. Protestano i 20
 operatori socio -anitari precari dell' Asl
 Napoli 2 Nord. I vertici dell' Asl hanno
 deciso di mettere fine al rapporto di
 lavoro, il prossimo 30 settembre. Così
 come prevedeva il bando, nonostante ci
 sia una possibilità offerta dalla Regione
 di mantenerli in servizio fino alla fine
 dell' anno. L' Asl Napoli 2 Nord ha infatti
 espletato un bando per l' assunzione di
 altri operatori socio sanitari, sempre con
 un rapporto precario. Ieri mattina hanno
 manifestato sotto la sede della direzione
 generale, in via Padre Mario Vergara.
 Striscioni e slogan per richiamare l'
 attenzione dei vertici aziendali, sotto lo
 sguardo della polizia che non ha avuto la
 necessità di intervenire. I 20 operatori
 hanno sopperito alle carenze degli
 organici nei nosocomi di Frattamaggiore,
 Ischia, Pozzuoli e Giugliano, oltre che
 nella Residenza sanitaria assistenziale di Cardito. «Licenziano precari per assumere
 altri precari hanno detto i manifestanti. Eppure che tra qualche settimana rischiamo
 di trovarsi senza lavoro perché non prorogare il nostro contratto, abbiamo
 esperienza, siamo inseriti nel meccanismo operativo dove siamo stati applicati». I 20
 operatori hanno un' età che varia dai 25 ai 55 anni. Molti sono sposati. E dal primo
 ottobre saranno disoccupati. Dice uno dei precari: «C' è una nota di febbraio della
 Regione che dà opportunità alle aziende sanitarie campane di prolungare i contratti
 in scadenza fino alla fine dell' anno, invece la direzione generale dell' Asl Napoli 2
 Nord ha deciso di risolvere il rapporto con noi ed assumere altri precari». «In questi
 15 mesi, in cui siamo stati al servizio della sanità di questa Asl, abbiamo collaborato
 per superare le emergenze, legate alle carenze di organico, adesso non serviamo più
 e ci danno il ben servito» aggiunge una donna, preoccupata per il disagio economico
 che dovrà affrontare tra qualche settimana. I precari sono stati reclutati dalla
 graduatorie del Ruggi d' Aragona di Salerno, in un momento di emergenza. Qualcuno
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-09-2018 - Rassegna stampa del 20-09-2018 - Ruggi
fa la spola tra Salerno ed il Napoletano, altri sono del territorio dei comuni dell' Asl
Napoli 2 Nord, che va da Ischia ad Acerra. «Siamo solo 20, pochi forse, il numero ci
penalizza, ma noi siamo decisi ad andare fino in fondo. Ieri mattina una nostra
delegazione ha incontrato il direttore generale Antonio D' Amore, il quale è sembrato
convinto di continuare nel percorso delineato di sostituirci con i precari dell' avviso
pubblico, tranne diverse indicazioni che potrebbero arrivare dal direttore generale
della sanità regionale Antonino Postiglione». I manifestanti concludono: «Ci troviamo
di fronte ad un muro di gomma: abbiamo investito i sindacati, e trasferiamo l'
incontro in Regione, sperando che possa arrivare la soluzione definitiva».

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-09-2018 - Rassegna stampa del 20-09-2018 - Ruggi
19/09/2018

                                                                                                                          EAV: € 880
                                                                                                                          Lettori: 6.100
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

   Buco infermieri in provincia di Salerno, ne mancano 1.800

 di Michele Pappacoda - 19 settembre
 2018 - 9:50 Nel territorio dell’Asl Salerno
 mancano all’appello ben 1456 infermieri,
 mentre sono 341 quelli in meno
 all’Azienda    ospedaliera    universitaria
 “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”.
 Una carenza inserita nella voragine degli
 organici della sanità campana (-8.937
 infermieri), seconda peggiore dopo la
 siciliana. La denuncia arriva dall’analisi del Centro studi della Federazione nazionale
 degli Ordini degli infermieri (Fnopi). Cifre con un impatto diretto sulla salute dei
 pazienti. Partendo, infatti, dalla media dei paesi Ocse (tre infermieri per ogni
 medico), arriviamo ai numeri allarmanti della sanità in Campania. I numeri del
 “Ruggi” e dell’Asl. All’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi
 d’Aragona” – che comprende anche i plessi del “Da Procida” di Salerno, “Santa Maria
 Incoronata dell’Olmo” di Cava de’ Tirreni, “Fucito” di Mercato San Severino e “Costa
 d’Amalfi- Castiglione” di Ravello ci sono 1.261 paramedici per 534 medici. Il rapporto
 è quindi di 2,4. Ancora peggio all’Asl Salerno, dove tra i primi (3.059) e i secondi
 (1.505) il rapporto scende a 2, allineandosi alla media regionale. L’assistenza a
 rischio. Drammatico il quadro del carico assistenziale: per ogni infermiere campano
 ci sono 17 pazienti, cifra più alta d’Italia. E non si parla solo di stress lavorativo,
 come è facile immaginare. «Sono i dati internazionali a parlare spiega la Fnopi- ogni
 volta che si assegna un assistito in più a un infermiere (il rapporto ottimale sarebbe
 1:6) aumenta del 23% l’indice di burnout, del 7% la mortalità dei pazienti, del 7% il
 rischio che l’infermiere non si renda conto delle complicanze a cui il paziente va
 incontro». In questo scenario, il rischio di mortalità in più tocca in media il 30-35%
 circa. «Ciò nonostante – precisa l’indagine – questi numeri non si raggiungono
 perché gli infermieri da sempre si prodigano per garantire la maggiore sicurezza
 possibile anche nelle attuali condizioni di carenza ». Non a caso, svolge straordinario
 circa il 40% dei paramedici occupati nel Ssn: 108mila sui 270mila totali. Ma non
 bisogna disperare di innalzare gli standard assistenziali, anche in Campania, la
 regione con l’aspettativa di vita più bassa. Sono chiari gli studi pubblicati su riviste
 internazionali (Jama e British Medical Journal): a un incremento del 10% di infermieri,
 corrisponde un calo della mortalità del 7%. E se si realizzasse un rapporto di 1
 infermiere per 6 pazienti e nello staff fosse presente almeno il 60% di essi,
 potrebbero evitarsi 3.500 morti l’anno. D’altra parte, afferma uno studio francese
 nelle Unità di terapia intensiva: sotto la soglia di 2 infermieri ogni 5 pazienti e di
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-09-2018 - Rassegna stampa del 20-09-2018 - Ruggi
un medico ogni 14 pazienti il rapporto è di 5-6 infermieri per medico – c’è una
crescita significativa del rischio di mortalità. E aumentando i carichi di lavoro,
conincremento del turnover dei letti o delle manovre salvavita da parte del team di
guardia, il pericolo di decessi sale rispettivamente di 5,6 e 5,9 volte. Se piange la
Campania, falcidiata da un piano di rientro decennale, ride poco il resto d’Italia
(-53mila infermieri). Per l’Ocse, è lo Stato dal più basso rapporto europeo
medici/infermieri, al 35° posto (su 36) nella classifica dei suoi paesi membri. Le
uniche regioni a rispettare la soglia indicata sono Emilia Romagna, Friuli, Veneto,
Molise e la provincia autonoma di Bolzano. E la media nazionale assegna, ad ogni
infermiere, 11 pazienti da assistere. Però non mancano le contraddizioni. Sono pochi
i paramedici (6.1 ogni mille abitanti, media Ue di 8.4), ma in compenso abbondano i
medici: 3.8 ogni mille abitanti, valore più elevato della media Ue di 3.6. Gianmaria
Roberti La Citta Accedi o registrati per commentare questo articolo. L'email è
richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento
esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Positano
News, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non
sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere
automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o
più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

            Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-09-2018 - Rassegna stampa del 20-09-2018 - Ruggi
19/09/2018

                                                                                                                          EAV: € 843
                                                                                                                          Lettori: 6.100
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

     Il presidente dell'Associazione "Tribunale del Malato
   Costiera Amalfitana", Andrea Cretella scrive una lettera al
               Ministro della Salute Giulio Grillo.

 Il presidente dell’Associazione “Tribunale
 del Malato Costiera Amalfitana”, Andrea
 Cretella in una lettera al Ministro della
 Salute Giulio Grillo. «La scrivente
 associazione intende porre alla sua
 autorevole e cortese attenzione le
 problematiche del Presidio Ospedaliero
 “Costa d’Amalfi” sito in Castiglione di
 Ravello plesso dell’A.O.U. San Giovanni
 di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. La struttura è stata identificata con DCA n°
 8/2018 pubblicato sul BURC n 12 del 12/2/2018 come ospedale di “Zona disagiata”
 ai sensi del D.M.70/2015, tale DCA è stato anche recepito nell’Atto aziendale della
 A.O.U. Ruggi ove vengono conteggiati i posti letto previsti.In questa qualifica sono
 previsti infatti 20 posti letto di Medicina con annessa funzione di Day Surgery e One
 Day surgery, nonché la funzione di PS-OBI con i servizi indispensabili di laboratorio
 analisi e radiologia ed il personale di supporto (rianimatore, cardiologo). A tutt’oggi
 è attivo il solo PS con il laboratorio analisi e radiologia e le figure di supporto, manca
 completamente l’OBI e soprattutto nessuna iniziativa è stata presa per la
 realizzazione dei 20 posti di Medicina, come pure per la riattivazione della sala
 operatoria esistente e disattivata da 3 anni, anzi è stato disattivato anche
 l’ambulatorio di chirurgia sebbene vi siano 6 chirurghi di PS disponibili a svolgerlo in
 orario ordinario. Ancora più grave e pericoloso è stata soppressa la reperibilità del
 rianimatore per i trasferimenti di rianimazione con il presidio che spesso resta oltre
 3 ore senza rianimatore, un vero attentato alla sicurezza di pazienti ed operatori.
 Agli scriventi pare evidente la volontà della regione di non ottemperare a quanto
 previsto dal DCA n° 8, lasciandolo come mera promessa elettorale fatta per tacitare
 i cittadini della Costiera Amalfitana, un’altra truffa a chi già ha subito altre tipo il mai
 aperto Ospedale di Pogerola d’Amalfi. Con la presente gli scriventi chiedono alla SVI
 di agire nei confronti del Presidente-commissario On. le V. De Luca al fine di tradurre
 in fatti concreti quanto da lui stesso deciso». Più informazioni su Accedi o registrati
 per commentare questo articolo. L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai
 visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non
 rappresenta la linea editoriale di Positano News, che rimane autonoma e
 indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-09-2018 - Rassegna stampa del 20-09-2018 - Ruggi
inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro
preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in
automatico dal sistema.

            Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-09-2018 - Rassegna stampa del 20-09-2018 - Ruggi
19/09/2018

                                                                                                                          EAV: € 27.118
                                                                                                                          Lettori: 36.666.667
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

  Impronte digitali per smascherare i furbetti del cartellino ...

 Il Cdm ha dato il via libera all'utilizzo delle impronte digitali contro i furbetti del
 cartellino nelle Pa. La novità per gli uffici pubblici è la rilevazione biometrica delle
 presenze dei pubblici dipendenti. L'identificazione con impronte digitali di chi entra
 in ufficio insomma. Con la nostra Antonella Palemieri siamo andati all'ospedale San
 Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona: qui 3mila dipendenti passano il badge e lasciano
 la loro impronta. Funziona così dal 2016, a seguito di una inchiesta che portò alla
 luce una serie di tecniche che alcuni impiegati usavano sistematicamente per
 marinare il lavoro.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Media Monitoring per 24-09-2018 - Rassegna stampa del 20-09-2018 - Ruggi
19/09/2018

                                                                                                                           EAV: € 27.118
                                                                                                                           Lettori: 36.666.667
                     Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                         Link alla pagina web

  Impronte digitali per smascherare i furbetti del cartellino ...

 Durata: 03:27 23 ore fa CONDIVIDI CONDIVIDI TWEET CONDIVIDI E-MAIL Il Cdm ha
 dato il via libera all'utilizzo delle impronte digitali contro i furbetti del cartellino nelle
 Pa. La novità per gli uffici pubblici è la rilevazione biometrica delle presenze dei
 pubblici dipendenti. L'identificazione con impronte digitali di chi entra in ufficio
 insomma. Con la nostra Antonella Palemieri siamo andati all'ospedale San Giovanni
 di Dio e Ruggi d'Aragona: qui 3mila dipendenti passano il badge e lasciano la loro
 impronta. Funziona così dal 2016, a seguito di una inchiesta che portò alla luce una
 serie di tecniche che alcuni impiegati usavano sistematicamente per marinare il
 lavoro.

               Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
19/09/2018

                                                                                                                          EAV: € 27.158
                                                                                                                          Lettori: 36.666.667
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

  Impronte digitali per smascherare i furbetti del cartellino ...

 Il Cdm ha dato il via libera all'utilizzo delle impronte digitali contro i furbetti del
 cartellino nelle Pa. La novità per gli uffici pubblici è la rilevazione biometrica delle
 presenze dei pubblici dipendenti. L'identificazione con impronte digitali di chi entra
 in ufficio insomma. Con la nostra Antonella Palemieri siamo andati all'ospedale San
 Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona: qui 3mila dipendenti passano il badge e lasciano
 la loro impronta. Funziona così dal 2016, a seguito di una inchiesta che portò alla
 luce una serie di tecniche che alcuni impiegati usavano sistematicamente per
 marinare il lavoro.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
19/09/2018
                                                zerottonove.it
                                                                                                                          EAV: € 446
                                                                                                                          Lettori: 1.833
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

  Mancanza di infermieri nelle strutture sanitarie in Provincia
                          di Salerno

 Mancanza di infermieri nelle strutture
 sanitarie       in       Provincia         di
 SalernoMancanza di infermieri nelle
 strutture sanitarie in Provincia di Salerno
 Di Francesca Di Lallo - 19 settembre
 2018      Facebook     Twitter     Google+
 Pinterest WhatsApp Tra l’ospedale Ruggi
 d’Aragona di Salerno e l’Asl, mancano
 circa 1.800 infermieri. A rischio
 l’assistenza dei pazienti in tutta la
 Provincia Tra l’Asl di Salerno e l’ azienda ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi
 d’Aragona” mancano circa 1.800 infermieri. Si tratta di una carenza inserita nella
 voragine degli organici della sanità campana. Queste cifre, ovviamente, hanno
 impatto diretto sulla salute dei pazienti. Come riporta La Città, nell’azienda
 ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, che comprende
 anche i plessi del “Da Procida” di Salerno, di Cava de’ Tirreni , di Mercato San
 Severino e di Ravello il rapporto numerico infermieri/medici è di 2,4. Invece, all’Asl
 Salerno il rapporto scende a 2, allineandosi alla media regionale. Dunque,
 l’assistenza per i pazienti è a rischio. Infatti, per ogni infermiere campano ci sono 17
 pazienti, cifra più alta d’Italia. Spiega la Fnopi, Federazione nazionale degli Ordini
 degli infermieri: “Sono i dati internazionali a parlare. Ogni volta che si assegna un
 assistito in più a un infermiere aumenta del 23% l’indice di burnout, del 7% la
 mortalità dei pazienti, del 7% il rischio che l’infermiere non si renda conto delle
 complicanze a cui il paziente va incontro”. D’altra parte, sotto la soglia di 2
 infermieri ogni 5 pazienti e di un medico ogni 14 pazienti il rapporto è di 5-6
 infermieri per medico. Inoltre, aumentando i carichi di lavoro, il pericolo di decessi
 sale rispettivamente di 5,6 e 5,9 volte. Comunque, in generale l’Italia è lo Stato con
 il più basso rapporto europeo medici/infermieri, al 35° posto nella classifica dei suoi
 paesi membri. Le uniche regioni a rispettare la soglia indicata sono Emilia Romagna,
 Friuli, Veneto, Molise e la provincia autonoma di Bolzano. Infine, la media nazionale
 assegna, ad ogni infermiere, 11 pazienti da assistere. In compenso, però, abbondano
 i medici. Facebook Twitter Google+ Pinterest WhatsApp Link Sponsorizzati

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
19/09/2018

                                                                                                                          EAV: € 529
                                                                                                                          Lettori: 2.100
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

                 Salerno, al via opere di ristrutturazione

 Salerno si prepara a rifarsi il look, con
 una spesa da 1 miliardo e 72 milioni di
 euro. Ecco i progetti che cambieranno il
 volto della città Nasce la nuova città Il
 finanziamento della Regione Campania
 per la realizzazione di un ampio parco di
 opere pubbliche, di edilizia residenziale e
 non solo, a Salerno è davvero
 imponente. Il totale è pari a 1 miliardo e
 72 milioni di euro per ridisegnare il volto della città campana. Come saranno
 ripartiti? A spiegarlo sono il Sindaco Napoli e il Presidente della Regione Campania
 De Luca: 430 milioni per progettazioni in corso, 18 milioni di euro per gare in corso
 di aggiudicazione. I progetti I finanziamenti copriranno un importante numero di
 opere, di natura trasversale. A essere finanziati saranno lavori che interesseranno il
 centro della città ma non solo. Spazio anche alle periferie, per la loro
 riqualificazione. Nei prossimi mesi i cantieri aperti in città saranno davvero numerosi
 e le aziende che apprestano a realizzare le iniziative su carta potranno accrescere la
 loro efficienza grazie alla possibilità di acquistare, anche on line, le attrezzature più
 moderne ed efficienti, dalle benne in poi, sul portale Giffi Market. I cantieri apriranno
 per migliorare il volto del polo Fieristico e del lotto di porta Ovest, per potenziare la
 metropolitana e migliorare l’efficienza dal nuovo ospedale Ruggi d’Aragona. E
 ancora, spazi a interventi che interesseranno il parco del Mercatello, l’aeroporto di
 Pontecagnano, lo stadio Arechi fino al completamento della Cittadella Giudiziaria.
 Molte misure interesseranno, poi, il rilancio e la riqualificazione dei quartieri. In
 particolare si lavorerà per la ristrutturazione del Teatro Verdi, del Ghirelli e del
 Casino Sociale e per il completamento della Sala Pasolini. De Luca: “Un progetto
 unico in Italia” Nel corso della presentazione alla stampa, pochi giorni fa, il
 Governatore De Luca ha dichiarato che si tratta di “Un progetto che non ha paragoni
 in Italia. Stiamo completando la nuova Salerno. Un disegno di trasformazione. Siamo
 un modello nazionale”. De Luca si sofferma anche sul nuovo Ruggi D’Aragona, la
 struttura sanitaria, spiegando che “Finanzieremo un grande nuovo ospedale di
 Salerno. Perché Salerno merita una struttura ospedaliera all’avanguardia, anche
 perché tra tre o quattro anni il Ruggi rischia la chiusura perché non è a norma”. La
 risorsa mare come volano di sviluppo Il vero volano di sviluppo per la città, secondo
 il Sindaco Vincenzo Napoli, è la risorsa mare. Il fronte mare, nelle parole di Napoli, è
 un “autentico volano per il futuro della città”. Lavori in corso anche in questa
 direzione, con De Luca che spiega: “Si tratta del progetto più rilevante per il futuro
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
economico della città che darà lavoro a centinaia di giovani salernitani. Il progetto
nasce da un’idea di Bohigas. E parte da Piazza della Libertà. Un pezzo di questo
fronte di mare è già stato realizzato con la riqualificazione di Santa Teresa, dove la
spiaggia si è già raddoppiata. I cittadini e noi tutti dobbiamo cominciare a
immaginare che davanti a tutto il lungomare di Salerno ci sarà una spiaggia di 100
metri di profondità, non come adesso che tocca una lunghezza di soli 7 – 8 metri.
Entro il prossimo anno avremo tutti i cantieri aperti per realizzare questo, che mi
piace definire un vero miracolo”.

            Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
19/09/2018
                                               amalfinotizie.it
                                                                                                                          EAV: € 416
                                                                                                                          Lettori: 1.333
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

        Sanità: a Salerno e provincia mancano quasi 2 mila
                             infermieri

 Sanità: a Salerno e provincia mancano
 quasi 2 mila infermieriSanità: a Salerno e
 provincia mancano quasi 2 mila
 infermieri Di Redazione Campania - 19
 Set 2018 Condividi su Facebook Tweet
 su Twitter Carenza di infermieri a
 Salerno. Nel territorio dell’Asl Salerno
 mancano all’appello 1.456 infermieri
 mentre         all’Azienda      ospedaliera
 universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi
 d’Aragona ne mancano 341. Come
 riporta La Città la denuncia arriva
 dall’analisi del Centro studi della
 Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri (Fnopi) ed ha ripercussioni dirette
 sulla salute dei pazienti dal momento che ogni medico dovrebbe avere tre infermieri
 secondo la media dei paesi Ocse. Al plesso del Ruggi che comprende anche il “Da
 Procida” di Salerno, “Santa Maria Incoronata dell’Olmo” di Cava de’ Tirreni, “Fucito”
 di Mercato San Severino e “Costa d’Amalfi- Castiglione” di Ravello ci sono 1.261
 paramedici per 534 medici con un rapporto di 2,4.Ancora peggio all’Asl Salerno,
 dove tra i primi (3.059) e i secondi (1.505) il rapporto scende a 2, allineandosi alla
 media regionale. Ultime Notizie Redazione Costiera - 15 Set 2018 Oggi 15
 settembre si celebra la Beata Vergine Maria Addolorata. La devozione alla Vergine
 Addolorata si sviluppa a partire dalla fine dell'XI secolo, con un primo cenno... Per
 ogni infermiere campano ci sono 17 pazienti, cifra più alta d’Italia. «Sono i dati
 internazionali a parlare spiega la Fnopi- ogni volta che si assegna un assistito in più
 a un infermiere (il rapporto ottimale sarebbe 1:6) aumenta del 23% l’indice di
 burnout, del 7% la mortalità dei pazienti, del 7% il rischio che l’infermiere non si
 renda conto delle complicanze a cui il paziente va incontro». In questo scenario, il
 rischio di mortalità in più tocca in media il 30-35% circa. Ovviamente gli infermieri
 della nostra regione e dei plessi Salernitani fanno si tutto per garantire la maggiore
 sicurezza possibile anche nelle attuali condizioni di carenza. Non a caso svolge
 straordinario circa il 40% dei paramedici occupati nel Ssn: 108mila sui 270 mila
 totali. Per l’Ocse l’Italia Stato dal più basso rapporto europeo medici/infermieri, al
 35° posto (su 36) nella classifica dei suoi paesi membri. Le uniche regioni a
 rispettare la soglia indicata sono Emilia Romagna, Friuli, Veneto, Molise e la

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
provincia autonoma di Bolzano. E la media nazionale assegna ad ogni infermiere 11
pazienti da assistere. Oroscopo del giorno Meteo Salerno nubi sparse enter location
24.6 ° C 26 ° 23 ° 73% 1.5kmh 75% gio 24 ° ven 19 ° sab 22 ° dom 24 ° lun 26 °
Seguici

            Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
20/09/2018                                                                                                                Pagina 4

                                                                                                                          EAV: € 1.394
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

      «Ora possiamo uscire dal commissariamento ma sono
              procedimenti che richiedono tempo»

 SANITÀ / Il manager dell' azienda
 ospedaliera       universitaria,    Giuseppe
 Longo, sostiene la necessità di rivalutare
 i criteri di reparto per migliorare le
 aspettative di vita in Campania «E'
 necessario rivalutare i criteri di riparto».
 E' questa la "sentenza" di Giuseppe
 Longo,        manager       dell'     azienda
 ospedaliera       universitaria    Ruggi    d'
 Aragona, intervenuto nel corso dell'
 assemblea        nazionale     tenutasi   ieri
 mattina a Salerno, indetto da Cgil, Cisl
 eUil      per     celebrare     il   40esimo
 anniversario dell' istituzione del servizio
 sanitario      nazionale.    In    Campania,
 riferiscono gli ultimi studi, l' aspettativa
 di vita è ridotta di molto, rispetto agli
 anni passati. «I dati epidemiologici ed in
 modo particolare l' istituto superiore di
 sanità li ha validati e dicono che la
 speranza di vita in Campania è ridotta
 rispetto alle regione capofila quindi le
 regioni del nord», ha dunque dichiarato Longo, parlando della necessità di rivalutare
 i criteri di reparto. La Campania, infatti, soffre di un sotto finanziamento rispetto alle
 altre regioni italiane: «in modo particolare siamo l' ultima regione in termini di
 finanziamento pro capite. Siamo una regione in piano di rientro, con una
 penalizzazione fortissima», ha dichiarato ancora il dirigente generale dell' azienda
 ospedaliera uni versitaria. Ad aggravare una situazione già di per sé complessa
 ancora una volta il blocco del turn over del personale, «uno degli effetti del
 commissariamento per cui per 9 anni non abbiamo potuto reclutare il personale e
 questi due elementi, da soli, determinano già degli effetti negativi nell'
 organizzazione dei servizi sanitari tanto che la nostra regione non soffre nell' aspetto
 tecnico -professionale nel senso che abbiamo dei valenti importanti professionisti,
 sia medici che infermieri ed altre professioni sanitarie. Il problema è di tipo
 organizzativo -strutturale». Una situazione dunque critica seppur con un lato
 positivo: il piano nazionale esiti, infatti, sta registrando un miglioramento degli

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
indicatori assistenziali così come sulla griglia Lea che mostra come la Regione
Campania stia avanzando in termini di punteggio.«Questo significa che se ci fanno
uscire in maniera definitiva dal commissaria mento è probabile che la nostra regione
riesca a recuperare un Gap significativo tra noi e le regioni del nord», ha aggiunto
Longo, secondo cui iniziano ad esserci tutte le condizioni per uscire dal commissaria
mento perché la richiesta è stata fatta in maniera appropriata ma anche perché da
ormai 5 anni la Regione chiude in pareggio i propri conti così come in questi ultimi
anni si iniziano a registrare miglioramenti sulla griglia Lea. Ora, non resta che
attendere lo sblocco dei fondi previsti dall' articolo 20. Si tratta di soldi destinati alla
ristrutturazione edilizia per i nuovi ospedali o per mettere a norma quelli già
esistenti, anche grazie agli indicatori di reddito che, da un punto di vista
assistenziale, mostrano risultati significativi di miglioramento, come l' assunzione di
250 unità in 9 mesi, proprio su richiesta del manager Longo. «I numeri iniziano ad
essere di valore e ci sono tutte le condizioni per potercene uscire ma è chiaro che
sono procedimenti che richiedono tempi di valutazione tecnico politico sul tavolo
ministeriale».

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
20/09/2018                                                                                                                    Pagina 29
                                         Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                              EAV: € 8.015
                                                                                                                              Lettori: 133.364
                        Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

        Il giudice Allegro resiste allo scippo cade e si ferisce
 Petronilla Carillo
 Era andata a comprare dei cornetti per la
 sua famiglia quando è finita nel mirino di
 un balordo che, probabilmente, neanche
 sapeva chi fosse. Brutta disavventura
 per il giudice Anna Allegro la quale
 domenica mattina è finita al pronto
 soccorso dell' azienda ospedaliera San
 Giovanni di Dio e Ruggi d' Aragona per
 essere medicata a seguito di uno scippo.
 Anzi, di un tentato scippo. LA DINAMICA
 Il giudice stava percorrendo corso
 Garibaldi, era in pieno centro, ed era
 appena scesa di casa quando un ragazzo
 a bordo di uno scooter l' ha vista e l' ha
 puntata. La Allegro stava andando verso
 piazza della Ferrovia, verso un bar,
 quando il giovane si è avvicinata a lei a
 forte velocità, ha afferrato la sua borsa e
 ha tentato di strappargliela. Il giudice si
 è accorta della presa e ha opposto
 resistenza. Il giovane ha perso un po' l'
 equilibrio poi, per evitare cadute, ha
 mollato la borsa. La resistenza, per lui
 che era sul due ruote, era tanta perché
 nella folle corsa si è trascinato dietro anche il magistrato. Anna Allegro, difatti, è
 scivolata a terra trascinata per alcuni metri dal ragazzo in corsa. È durato tutto
 pochi, ma interminabili, istanti. Appena lo scippatore è fuggito via, il giudice è stata
 subito soccorsa e trasferita in ospedale per una serie di accertamenti. Per fortuna,
 nulla di grave, soltanto qualche escoriazione e qualche leggera contusione. Per i
 sanitari del Ruggi starà bene nel giro di una settimana. LE INDAGINI Sul posto sono
 giunti anche i carabinieri del maggiore Paolo Rubbo e del tenente Bartolo Taglietti
 della compagnia Salerno, i quali hanno immediatamente provveduto a prendere
 informazioni dai testimoni. A fornire un aiuto importante è stata la stessa vittima la
 quale, nella sua dettagliata denuncia, ha fornito diverse indicazioni utili ai militari
 dell' Arma. Nelle mani gli investigatori avrebbero anche alcuni filmati delle
 telecamere di alcuni negozi che, in queste ore, sono attentamente visionate per
 cercare di estrarre dettagli che possano essere di utilità per l' individuazione del
 responsabile. Secondo i primi accertamenti, difatti, si tratterebbe di uno scippatore
                  Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
solitario. IL PRECEDENTE Qualche giorno fa un altro giudice in pensione finì, in pieno
centro, nel mirino dei ladri: Michelangelo Russo. Nel suo caso, invece, gli sono
entrati in casa nel cuore della notte e lo hanno derubato. Anche in questa
circostanza è stata una casualità. Probabilmente neanche sapevano di entrare in
casa di un magistrato. Ma quanto accaduto è sintomo di un ritorno della piccola
delinquenza. Anche in questa circostanza indagano i carabinieri della compagnia
Salerno i quali non escludono che possa trattarsi di stranieri dell' Est, bravi ad
arrampicarsi e molto rapidi. L' ALLARME Cresce dunque l' allarme in città, complice -
forse - anche il perdurare della crisi economica sopratutto per i piccoli reati
predatori, quelli che maggiormente vengono avvertiti dalla cittadinanza. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.

            Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
20/09/2018                                                                                                               Pagina 9
                                          La Città di Salerno
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

     Il manager Longo «Sblocco dei fondi per le opere edili»

 «Credo che iniziano ad esserci tutte le
 condizioni        per      uscire        dal
 commissariamento, in quanto stavolta la
 richiesta è stata fatta in maniera
 appropriata. E, inoltre, sono 5 anni che la
 Regione chiude in pareggio i propri conti,
 così come quest'ultimo anno s'iniziano a
 registrare i miglioramenti sulla griglia dei
 livelli essenziali d'assistenza ». E'
 fiducioso il direttore generale del Ruggi
 d'Aragona, Giuseppe Longo . E dà pure
 qualche anticipazione. «Probabilmente
 rivela avremo lo sblocco dei fondi sulla
 ristrutturazione edilizia, che riguarda i
 nuovi ospedali o per mettere a norma
 quelli già esistenti. E gli indicatori di
 esito, che sono quelli assistenziali,
 iniziano ad avere risultati significativi di
 miglioramento». E sulla assunzioni Longo
 puntualizza come «tutte le aziende le
 stiano portando avanti». «Da quando ho
 iniziato a Salerno conclude Longo
 l'Azienda ha avuto autorizzato in 9 mesi 250 unità. I numeri, quindi, iniziano ad
 essere importanti». (g.d.s.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
20/09/2018                                                                                                                Pagina 34

                                                                                                                          EAV: € 9.315
                                                                                                                          Lettori: 133.364
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                        Tumori al colon Monaldi promosso

 LO STUDIO Ettore Mautone I tumori del
 colon sono tra le neoplasie più diffuse
 nei paesi industrializzati. Picchi si
 registrano anche in Campania. La
 prevenzione primaria (basata su una
 corretta alimentazione e sane abitudini
 di vita), gli screening di massa (per la
 diagnosi precoce) e infine un corretto
 approccio chirurgico con interventi in
 centri che eseguono almeno 50
 procedure all' anno, assicurano i tassi
 maggiori di sopravvivenza. LA CAMPANIA
 In Campania, in base ai dati dell' Agenas
 (2017), esistono 87 centri clinici (pubblici
 e privati) che effettuano in totale 1.953
 interventi chirurgici. Tuttavia solo 9
 strutture eseguono più di 50 interventi
 all' anno. Si tratta di Pascale (205),
 Cardarelli (162), Policlinico Federico II
 (128), Monaldi (103), Policlinico del
 centro storico (87), Moscati di Avellino
 (68), San Sebastiano di Caserta (60),
 Rummo di Benevento (56) e Betania di
 Ponticelli (al limite minimo di 50
 interventi). Tra questi ospedali - che hanno eseguito in regime di ricovero ordinario e
 diagnosi principale o secondaria di tumore maligno del colon, almeno 50 interventi
 di asportazione parziale dell' intestino crasso o asportazione totale - solo il Monaldi
 supera la successiva griglia di valutazione. Ossia volumi di interventi superiore ai 90
 casi e utilizzo della laparoscopia superiore al 35%. In base ai rilievi Agenas,
 maggiore è il numero di procedure eseguite migliore è il risultato con una
 sopravvivenza a un mese dall' intervento del 2% superiore. Su scala nazionale se
 tutti gli interventi fossero stati eseguiti in centri con almeno 50 procedure annue ci
 sarebbero 151 morti in meno (circa 10 in Campania). IL PRIMATO DEL MONALDI Il
 presidio dell' Azienda dei Colli a fronte di 103 interventi annui l' 85% (88) è stata
 eseguita con tecnica mininvasiva. L' uso del robot e del laparoscopio assicura rapidi
 tempi di degenza ed efficacia pari alle tecniche tradizionali. Primato che conferma l'
 eccellenza dell' unità di Chirurgia generale guidata da Franco Corcione, presidente
 della Società italiana di chirurgia. Pertanto l' Agenas elegge il Monaldi a unico centro
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
trainer in Campania. In realtà fanno un buon lavoro anche gli altri 8 presidi che sono
sopra la soglia di 50 procedure. Ma solo 4 sono oltre i 90 interventi. Tra questi il
Pascale effettua 52 operazioni in laparoscopia (25%), il Cardarelli arriva a 34 (21%)
la Federico II è al 21%. Tra gli altri centri, sopra i 50 e sotto i 90, alcuni registrano
percentuali di mininvasiva ancora inferiori. Il Policlinico del centro storico il 5%, il
Moscati di Avellino il 6%. Vanno meglio gli ospedali di Caserta e Benevento
(rispettivamente al 30 e 27%) con Villa Betania ne esegue il 56% in laparoscopia a
fronte di una media campana del 20%. Considerevole anche il dato della migrazione
sanitaria passiva: su 1.953 interventi per cancro del colon 344 (circa un terzo) hanno
effettuato l' operazione fuori Regione. GLI ACCREDITATI Nel settore accreditato
sebbene sotto soglia si mettono in mostra Villa dei Fiori di Acerra (27 procedure di
cui il 48% mininvasive), Pineta Grande di Castelvolturno (39 interventi di cui il 13%
in laparoscopia), e il Fatebenefratelli di Napoli (28 con 11% innovative), laddove
ospedali pubblici come il San Giovanni Bosco hanno effettuato 32 interventi ma
nessuno col laparoscopio (a pari merito col Tortora di Pagani). Bene il Ruggi di
Salerno che sfiora la sufficienza con 45 interventi di cui il 33% in laparoscopia. Il
Moscati di Aversa ne conta 46 di cui solo 4 (9%) mininvasive. Degni di nota i 24
interventi del Cto (4% mininvasivi), mentre si scende a 16 per il San Paolo e l'
ospedale di Pozzuoli (quest' ultimo in recupero dal 2018), e a 13 per Loreto mare,
Incurabili e Frattamaggiore. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
20/09/2018                                                                                                                Pagina 32
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 6.086
                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

  Anziana muore dopo un intervento aperta l' inchiesta, dieci
                      medici indagati

 ANGRI ANGRI Nicola Sorrentino Muore
 tre giorni dopo essersi sottoposta ad un
 intervento. La procura di Nocera
 Inferiore apre un' inchiesta per omicidio
 colposo: dieci i medici indagati. Sullo
 sfondo la morte di Clementina Franza,
 78enne di Angri, sposata e con figli,
 deceduta lo scorso giovedì, all' Umberto
 I di Nocera Inferiore. La donna era giunta
 in ospedale lunedì 10 settembre: i
 medici le avevano riscontrato una
 situazione di ittero: la pelle, cioè,
 presentava un colore giallastro, di solito
 dovuto ad uno squilibrio dei livelli del
 sangue. L' AUTORIZZAZIONE Dietro
 consenso firmato, la paziente si era
 sottoposta ad un ERCP, un intervento di
 endoscopia         retrograda     colangio-
 pancreatica. Attraverso una sonda, l'
 intervento, di natura invasiva, mirava a
 capire cosa ostruisse il normale deflusso
 della bile e del succo pancreatico nell'
 intestino. Il sospetto dei medici pare
 fosse legato alla presenza di calcoli nelle
 vie biliari. Nella stessa serata di lunedì, le condizioni della paziente non erano però
 migliorate. Due consulenze, effettuate dall' equipé chirurgica sia martedì che
 mercoledì mattina, non avevano ravvisato o fatto sorgere eventuali complicanze. E
 dunque, avevano escluso la necessità di un ulteriore intervento. Nel reparto malattie
 infettive la paziente c' era rimasta fino al giorno 13, di giovedì, quando fu disposto il
 trasferimento in rianimazione. A causa di un aggravamento delle sue condizioni, che
 nella stessa giornata l' aveva condotta al decesso. L' indagine è coordinata dal
 sostituto procuratore presso il tribunale di Nocera Inferiore, Viviana Vessa. L'
 autopsia sarà eseguita nella giornata di domani. La denuncia è stata sporta dalla
 famiglia dell' anziana, attraverso la quale è stato chiesto di verificare se vi siano
 state responsabilità mediche sul decesso.. Al medico legale spetterà capire se la
 donna sia deceduta per cause naturali o per effetto di altre cause. © RIPRODUZIONE

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
20/09/2018                                                                                                                  Pagina 30
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 10.053
                                                                                                                            Lettori: 133.364
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

   «Tetti di spesa iniqui rivedere assegnazione di risorse alle
                              Regioni»
 Sabino Russo
 Camusso:      «Regole    universali     per
 revocare squilibri territoriali» «Se la
 Campania è pronta a uscire dal
 commissariamento bisogna deciderlo nel
 merito e non per ragioni politiche». Nel
 40esimo anniversario della riforma
 sanitaria, Cgil, Cisl e Uil rilanciano l'
 impegno e la mobilitazione su tetti di
 spesa, liste d' attesa, mobilità passiva,
 investimenti,    piani   di     rientro   e
 commissariamenti, carenze di personale,
 con una particolare attenzione all'
 urgenza di recuperare il deficit tra Nord
 e Sud nell' offerta di prestazioni e servizi
 che caratterizza soprattutto le regioni
 come la Campania, attraverso un'
 assemblea-manifestazione nazionale all'
 auditorium del Grand Hotel di Salerno,
 alla presenza dei segretari generali delle
 3 sigle confederali, rispettivamente
 Susanna Camusso, Annamaria Furlan e
 Carmelo Barbagallo. LA POLEMICA «Non
 ho nessun problema a riavviare la
 discussione     sul    commissariamento
 sostiene Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil Ritengo giusto, allo stesso
 tempo, che in quelle Regioni dove non si spendono le risorse, non si efficienta la
 sanità e si crea un danno al Paese ci sia un commissariamento ad acta. C' è bisogno,
 inoltre, di un intervento straordinario per il Mezzogiorno per colmare il gap nell'
 offerta assistenziale, tra liste d' attesa lunghissime e anziani che non possono farsi
 gli esami». E proprio quello dei tetti di spesa, che a Salerno e in altre aree della
 Campania quest' anno si sono esauriti con 5 mesi d' anticipo, per i segretari
 confederali, diventa uno dei punti da cui partire per chiedere un aumento del fondo
 da destinare alla sanità. «Uno dei problemi che abbiamo è un finanziamento
 insufficiente e per questo motivo andrebbe ricostruita una norma universale per l'
 insieme delle Regioni ritiene Susanna Camusso, segretario generale della Cgil
 Bisogna ridurre, poi, la spesa privata per le famiglie, che spesso corrisponde alla

                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
rinuncia a curarsi, occuparsi delle liste d' attesa, intervenire sui ticket, garantire il
diritto ai cittadini». LA PIANIFICAZIONE L' obiettivo è un nuovo Patto per la Salute,
tra Governo, Regioni e Comuni, che superi il tradizionale elenco delle cose da fare
(che poi non si fanno), per diventare una road map, con un crono-programma sulle
strategie regionali, migliorando il sistema di monitoraggio e di intervento nazionale
(Stato/Regioni) per la garanzia dei Lea, attivando una cabina di regia con la
presenza delle forze sociali. Oltre alle buone intenzioni, Cgil, Cisl e Uil propongono
10 cose da fare subito: aumentare il finanziamento del servizio sanitario nazionale,
eliminare i super ticket, restituire il diritto alle persone di ricevere le cure sanitarie
nel territorio in cui vivono, rivedere e aggiornare il piano sui tempi d' attesa, un
nuovo equilibrio tra ospedali e servizi socio sanitari nel territorio, la definizione di
livelli essenziali dell' assistenza sociale (Leps), completare e rendere realmente
obbligatori e omogenee le regole di accreditamento delle strutture private,
organizzare con le regioni in difficoltà percorsi di convergenza per assicurare i Lea
come nelle realtà più virtuose, stabilire finanziamenti per l' avvio della Rete dei
servizi territoriali, ridurre le disuguaglianze nell' accesso ai servizi. «La migrazione
continua per curarsi non è accettabile nel nostro Paese dice Annamaria Furlan,
segretario generale della Cisl Si deve ripartire dai bisogni dei territori e creare un
diritto alla salute uguale per tutti. Le strutture sono spesso inadeguate, il personale,
in Regioni come la Campania, alle prese col blocco del turn over, è sempre più
carente. La sanità per troppo tempo ha voluto dire tagli. Questo non è più
sopportabile». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
20/09/2018                                                                                                                Pagina 16

                                                                                                                          EAV: € 357
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

                           Due nuovi reparti all' Umberto I

 NOCERA / Saranno inaugurati sabato
 mattina Due nuovi reparti all' ospedale
 Umberto I da sabato 22 settembre: il
 direttore sanitario Alfonso Giordano ha
 ufficializzato il doppio taglio del nastro a
 cui parteciperà il presidente della
 Regione, Vincenzo De Luca. Alla
 cerimonia, a cui parteciperà anche il
 vescovo, monsignor Giuseppe Giudice.
 La Rianimazione è pronta a riaprire i
 battenti al piano terra, nella sede che ha
 occupato da sempre. Nel frattempo è
 stato riaperto il blocco operatorio. Invece
 la Medicina al quinto piano è un reparto
 che servirà a rispondere alle continue
 richieste di posti letto. Dovrebbe vedere
 luce anche la Gastroenterologia. Un
 progetto che rientra nel restyling
 generale dell' ospedale.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
20/09/2018                                                                                                               Pagina 14
                                    Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                         EAV: € 9.397
                                                                                                                         Lettori: 133.364
                                 Argomento: Sanità Salerno e provincia

 Massa, in venti giorni 34 morti in corsia: indagato il primario
                     di Medicina generale

 L' INCHIESTA C' è davvero un batterio
 killer al Nuovo Ospedale Apuano (Noa) di
 Massa? A dirlo sarà l' inchiesta aperta
 dalla procura di Massa su 33 morti
 sospette avvenute tra dicembre e
 gennaio dello scorso anno nel reparto di
 medicina. Il caso si è aperto con un
 fascicolo per omicidio colposo sulla
 morte di una donna, Fernanda Ballerini,
 morta il 31 dicembre scorso, e si è poi
 esteso ad altri decessi avvenui nello
 stesso periodo. L' INTERPELLANZA Nel
 registro degli indagati è stato iscritto il
 primario      di    medicina     generale,
 Alessandro Pampana. Tutto è partito da
 un' interpellanza al sindaco e da un
 esposto presentato nel febbraio scorso
 da Stefano Benedetti, ora presidente del
 Consiglio comunale e all' epoca
 consigliere di Forza Italia. Benedetti è
 una figura di rilievo del centrodestra che
 guida la città apuana, certo non tenero
 verso la sanità e il governo regionale. Ed
 è un politico molto attivo, che non lesina
 gli esposti. Nella sua denuncia l' allora consigliere comunale raccontava che gli era
 stato riferito «di pazienti entrati in ospedale per patologie ben diverse dalle
 infezioni, magari per problemi di tipo ortopedico, ma deceduti per gli effetti di
 contagio da batterio, in particolare da clostridium», e chiedeva alla Procura di fare
 chiarezza, muovendo anche dubbi sul rispetto delle procedure all' interno dell'
 ospedale. L' azienda sanitaria replicò seccamente, con tanto di conferenza stampa, e
 querelò Benedetti per diffamazione. Il numero delle morti, era stato spiegato, era in
 linea con quelle in reparti di ospedali simili per volume e attività, e in linea anche
 con quelle avvenute nello stesso reparto negli anni precedenti. «37 decessi nel
 reparto di medicina generale dal 20 dicembre 2015 al 10 gennaio 2016; 36 decessi
 nello stesso reparto dal 20 dicembre 2016 al 10 gennaio 2017 e 33 decessi dal 20
 dicembre 2017 al 10 gennaio 2018». L' apertura dell' inchiesta servirà a capire se

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
davvero al Noa c' è qualcosa che non va; l' iscrizione di Pampana nel registro degli
indagati sarebbe strumentale in vista degli esami irripetibili che la procura disporrà
nei prossimi giorni dopo il conferimento dell' incarico a un consulente fissato per il 1
ottobre. Per il procuratore di Massa Carrara, Aldo Giubilaro l' indagine sul primario è
«un atto formale, non potendo procedere contro ignoti visto che il reparto in
questione ha di fatto un responsabile. Non c' è ancora nulla di concreto. L' ipotesi di
reato è l' omicidio colposo per la morte di 33 persone, per lo più anziani, in un lasso
di tempo limitato. Se è stato compiuto un errore umano nel curare queste persone
ce lo diranno le perizie e le 33 cartelle cliniche che abbiamo provveduto a
sequestrare». VITTIME MOLTO ANZIANE «I decessi - ha detto ancora Giubilaro -
hanno riguardato pazienti molto anziani, sette di questi avevano più di 90 anni, la
maggior parte tra i 70 e gli 80 e poi ci sono due cinquantenni. Era doveroso aprire
un fascicolo per fare chiarezza soprattutto per i familiari di queste persone, a cui è
stato notificato l''atto di apertura delle indagini». Alla notizia dell' inchiesta la Asl
risponde con serenità, affermando di aver fiducia «nel lavoro della magistratura, che
farà chiarezza e fugherà ogni dubbio sull''operato del medico». Omero Cambi ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.

             Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
20/09/2018                                                                                                                Pagina 5

                                                                                                                          EAV: € 1.334
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

                   Progetto Pilota, diffidata l' Asl Salerno

 IL CASO AUTISMO / La presidente dell'
 associazione ha incontrato il difensore
 civico regionale Giuseppe Fortunato, che
 sta preparando un' azione ufficiale Angsa
 Campania chiede l' avvio dei corsi di
 formazione e la realizzazione della short
 list Asl alle strette sul caso autismo.
 Poiché dopo la riunione chiarificatoria
 nulla si è concretamente mosso Angsa
 Campania,       per     intervento      della
 presidente Claudia Nicchiniello, ha
 inviato una diffida scritta. Sempre la
 Nicchi niello, in settimana, ha incontrato
 a Napoli il difensore civico della Regione
 Campania, avvocato Giuseppe Fortunato,
 a cui ha sottoposto documenti e
 situazione generale. Il tema di fondo è
 sempre quello della presa in carico
 diretta, da parte dell' Asl, dei soggetti
 autistici così come previsto dalla legge
 134 del 2015 e da tutta una serie di
 regolamenti e normative che ne
 discendono. Nella diffida firmata dalla presidente di Angsa Campania si chiede
 innanzitutto che "il 24 settembre tutti i tecnici del comportamento che seguono i
 bambini siano chiamati a frequentare il corso summenzionato, abilitante al Progetto
 Pilota". E ancora che "si emetta al più presto la delibera attuativa con i nomi (con le
 ovvie tutele della privacy) dei bambini allegati per il Progetto di cui alla Delibera
 908/2017". Infine che si definisca che i tecnici del comportamento di cui al punto sub
 1) siano già i primi iscritti alla short list, a seguito della frequen tazione con profitto
 del corso di 100 ore. Il corso a cui si fa riferimento è quello che abilita gli analisti
 come tecnici del comportamento, una figura che non è ancora presente negli
 organici dell' Asl Salerno e che, per legge, dovrebbe invece esserci. L' altro aspetto
 su cui si punta forte l' attenzione è quello del danno erariale perché è accertato che
 la presa in carico diretta, organizzata nell' ambito del progetto pilota, riduce i costi
 di al meno il 50% rispetto a quanto accade adesso. Tanto per fare un esempio: il
 bambino che va nel centro accreditato viene seguito a fronte di un costo che varia
 tra 42 e 44 euro l' ora (a seconda che l' assistenza sia ambulatoriale o domiciliare)
 mentre con la presa in carico diretta, come per esempio succede a Benevento, l' Asl
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Puoi anche leggere