Unione dei Comuni Bassa Romagna - mercoledì, 11 marzo 2020

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Unione dei Comuni Bassa Romagna - mercoledì, 11 marzo 2020
Unione dei Comuni Bassa Romagna
     mercoledì, 11 marzo 2020
Unione dei Comuni Bassa Romagna - mercoledì, 11 marzo 2020
Unione dei Comuni Bassa Romagna
                                                    mercoledì, 11 marzo 2020

Prime Pagine

 11/03/2020    Il Sole 24 Ore                                                                            4
 Prima pagina del 11/03/2020

 11/03/2020    Italia Oggi                                                                               5
 Prima pagina del 11/03/2020
 11/03/2020    Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)                                                   6
 Prima pagina del 11/03/2020
 11/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)                                                        7
 Prima pagina del 11/03/2020

Il Resto del Carlino Ravenna

 11/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 35                          Lorenzo Tazzari.    8
 «Pronti all' emergenza L' ospedale è fra i migliori»
 11/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 35                                             10
 Continuano a crescere i contagiati: ieri due anche a Cervia
 11/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 36                                             12
 «Chiusi per spingere la gente a stare a casa»
 11/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 42                                             14
 Anche gli uffici pubblici chiudono
 11/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 47                                             15
 Prima pagina Faenza Lugo

 11/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 51                        Lorenza Montanari    16
 Piazza Savonarola, lavori al via entro l' estate

 11/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 52                                             18
 Dagli argini alle scuole, l' anno pieno dei volontari

 11/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 52                                             19
 Ricerche e una nuova targa per non dimenticare il pilota Luigi Guerra
 11/03/2020    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 52                                             21
 Ruba articoli sportivi Arrestata operaia

Corriere di Romagna Ravenna

 11/03/2020    Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 41               AMALIO RICCI GAROTTI     22
 «Le nostre imprese sono in difficoltà Il fatturato rischia di crollare»
 11/03/2020    Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 41                                        24
 Il Comune sostiene le donne della comunità "Maria immacolata"

Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

 11/03/2020    Il Sole 24 Ore Pagina 13                                              Marco Ludovico     25
 Chiusure e controlli, l' ipotesi leggi speciali
Unione dei Comuni Bassa Romagna - mercoledì, 11 marzo 2020
11/03/2020   Il Sole 24 Ore Pagina 27                             Maurizio CaprinoGuglielmo Saporito   26
Possibile schierare l' esercito per tutelare la salute pubblica

11/03/2020   Il Sole 24 Ore Pagina 33                                                                  28
Oltre 41 milioni destinati al distretto del Lazio

11/03/2020   Italia Oggi Pagina 6                                                                      29
Quota cento ha rotto l' argine

11/03/2020   Italia Oggi Pagina 21                                                 ANDREA SECCHI       32
Il richiamo di giornali ed edicole
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[ § 1 § ]

            mercoledì 11 marzo 2020
                                                       Il Sole 24 Ore

                                      Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 4
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[ § 2 § ]

            mercoledì 11 marzo 2020
                                                          Italia Oggi

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[ § 3 § ]

            mercoledì 11 marzo 2020
                                      Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)

                                         Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 6
Unione dei Comuni Bassa Romagna - mercoledì, 11 marzo 2020
[ § 4 § ]

     mercoledì 11 marzo 2020
                                Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 7
Unione dei Comuni Bassa Romagna - mercoledì, 11 marzo 2020
[ § 1 5 5 3 6 9 6 0 § ]

                          mercoledì 11 marzo 2020
                          Pagina 35

                                                                 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                          Il Resto del Carlino Ravenna

                          «Pronti all' emergenza L' ospedale è fra i migliori»
                          Il sindaco de Pascale plaude allo spirito di abnegazione degli operatori sanitari E tranquillizza tutti: «Niente panico, gli
                          alimentari resteranno aperti»

                                                                                                                                   Lorenzo Tazzari.

                          Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha firmato una nuova
                          ordinanza in vigore da questa mattina. È sospesa l' attività, tutti i giorni
                          dalle 18 alle 6 e tutto il fine settimana per pizzerie al taglio, piadinerie,
                          tigellerie, kebab, gelaterie, oltre che per bar e ristoranti. Sarà sempre
                          possibile la consegna a domicilio, ma non l' asporto. Decisa anche la
                          chiusura dei mercati tutti i giorni e non solo nei weekend, con l'
                          esclusione dei banchi alimentari laddove assicurino la distanza minima.
                          Sindaco Michele de Pascale, ci può fare una valutazione sull'
                          impatto del coronavirus a Ravenna? «Per prima cosa, e a nome di
                          tutti i cittadini ravennati, mi inchino davanti a tutti gli operatori sanitari,
                          che stanno lavorando sul nostro territorio. C' è uno spirito di abnegazione
                          enorme. Ravenna ha uno degli ospedali con i migliori servizi di terapia
                          intensiva della regione e d' Italia, perché centralizza l' alta complessità di
                          400mila abitanti. Il Santa Maria delle Croci ha ottime professionalità».
                          Siamo pronti per un' emergenza come in Lombardia? «Dobbiamo fare
                          tutto ciò che è nelle nostre possibilità per essere pronti per una eventuale emergenza sanitaria che dovesse
                          verificarsi nelle prossime settimane. E ciò in collaborazione con Lugo e Faenza, dove ci sono altri 14 posti di terapia
                          intensiva, numero che può anche crescere. Tutto questo auspicando che l' emergenza non si presenti. Intanto, però,
                          siamo pronti». Il presidente Bonaccini ha firmato una nuova ordinanza con restrizioni per determinate categorie
                          commerciali, eccetto gli alimentari. In tanti casi, sono gli stessi esercenti a chiedere la sospensione. «Conosco bene
                          i sacrifici che fanno in queste settimane i titolari di negozi o di pubblici esercizi. Tanti di loro, nelle telefonate che mi
                          hanno fatto, auspicavano nuove misure per evitare di diventare veicoli inconsci del virus. Li ringrazio tutti. Così come
                          dico che ha fatto benissimo la Regione ad approvare la cassa integrazione in deroga. I lavoratori non percepiranno l'
                          intero stipendio, ma sanno di avere un' entrata certa. È stata positiva la decisione del sistema creditizio di bloccare i
                          mutui. Tutto ciò non è ancora sufficiente. Penso alle imprese in affitto. Potrebbe innescarsi un vortice pericoloso tra
                          proprietari e affittuari. Ai primi chiedo comprensione. Oltre ai provvedimenti del Governo, assicuro il nostro impegno
                          per misure adatte ad aiutare famiglie e imprese». Ieri Lombardia e Veneto hanno chiesto al Governo di chiudere tutte
                          le attività, eccetto gli alimentari

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 8
Unione dei Comuni Bassa Romagna - mercoledì, 11 marzo 2020
[ § 1 5 5 3 6 9 6 0 § ]

                          mercoledì 11 marzo 2020

                                                                 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                          Il Resto del Carlino Ravenna

                          e le farmacie. Anche l' Emilia Romagna chiederà provvedimenti simili? «Bisogna smetterla di chiedere
                          pubblicamente di chiudere di qua o di là. Tutti i giorni ci confrontiamo in videoconferenza con il Governo. Quella è la
                          sede dove discutere di cosa fare o cosa non fare. Una volta terminata, ci si deve rimettere a lavorare e rispettare le
                          decisioni prese. La Lombardia deve affrontare una situazione molto più grave della nostra. Da noi si fa un' opera di
                          contenimento del contagio. Con la Sanità pubblica facciamo un lavoro immane. Cerchiamo quasi casa per casa
                          possibili portatori del virus per contenerne la diffusione. In Lombardia ciò non è più possibile- Anche sui social
                          smettiamola tutti di dire che qui si fa una cosa, che là ne hanno fatta un' altra. È solo confusione. Si lasci parlare chi
                          deve informare ufficialmente i cittadini. Se ci saranno misure più stringenti per i cittadini ravennati, lo
                          comunicheremo. Nel frattempo ognuno sia consapevole di rispettare le restrizioni, magari si autolimiti ulteriormente.
                          Così usciremo prima dall' emergenza». Negli ultimi giorni c' è una sorta di corsa ai supermercati. «Non bisogna farsi
                          prendere dal panico. Gli approvvigionamenti alimentari vanno fatti con buonsenso». Per esempio? «Magari si va a
                          fare la spesa per due o tre giorni, così non c' è bisogno di uscire quotidianamente. Gli orari degli alimentari non sono
                          stati ristretti proprio per dare modo ai cittadini di diluire l' afflusso. Possiamo fare la spesa anche per i parenti anziani,
                          o per il vicino di casa che ha difficoltà a muoversi. La nostra è una comunità». Lorenzo Tazzari.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                Pagina 9
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[ § 1 5 5 3 6 9 6 2 § ]

                          mercoledì 11 marzo 2020
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                                                                 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                          Il Resto del Carlino Ravenna

                          Ospedale sotto assedio

                          Continuano a crescere i contagiati: ieri due anche a Cervia
                          Cinque casi in più rispetto a lunedì, nessuno di questi è grave. Tutti hanno contratto il virus fuori provincia o
                          addirittura fuori regione

                          Lunedì erano 19, ieri 24. Continuano purtroppo a crescere i casi di
                          Coronavirus nel territorio della provincia di Ravenna: ieri altri cinque
                          tamponi si sono rivelati positivi, una crescita del 26% rispetto al giorno
                          precedente. La buona notizia è che fortunatamente nessuna di queste
                          persone è in gravi condizioni, e inoltre quattro di questi hanno contratto il
                          virus fuori regione o fuori provincia. Tra gli ultimi contagiati ci sono
                          anche i primi due di Cervia: un 50enne ammalatosi fuori provincia e un
                          89enne ammalatosi fuori regione. Ieri anche il sindaco Massimo Medri
                          ha comunicato la notizia: «L' Ausl Romagna sta lavorando con efficienza
                          e altissima professionalità e ha definito procedure e controlli rigorosi, si è
                          prontamente occupata dell' indagine epidemiologica e ha isolato le
                          persone che hanno avuto contatti con i due casi», scrive il primo
                          cittadino in una nota. Altre due persone, tra i cinque nuovi casi, hanno
                          contratto il virus fuori dal nostro territorio: si tratta di un 86enne e di un
                          75enne domiciliato nel Ravennate ma residente in un' altra regione. Solo
                          in un caso il contagio è avvenuto qui, ed è quello di un 79enne che era già in quarantena perché era stato a contatto
                          con uno dei casi già resi noti nei giorni scorsi. Quest' ultimo è anche l' unico che attualmente si trova in isolamento
                          domiciliare. Gli altri quattro malati non sono gravi, ma le loro condizioni hanno comunque richiesto il ricovero nel
                          reparto di Malattie Infettive del Santa Maria delle Croci. Nella giornata di ieri non si sono registrati, invece, nuovi casi
                          al Maria Cecilia hospital di Cotignola, dove restano ricoverati in Neurochirurgia cinque pazienti rivelatisi positivi al
                          virus (un 92enne del Parmense, un 79enne del Piacentino, un 73enne del Fiorentino, un 60enne del Ragusano e un
                          47enne del Sud Sardegna). Nella struttura nei giorni scorsi era emerso un altro caso di positività, ovvero un medico
                          50enne, attualmente in isolamento domiciliare. L' unico caso grave del nostro territorio resta quello di una 68enne di
                          Ravenna che si trova ricoverata in Terapia Intensiva: le sue condizioni sono serie, ma stabili. Nel reparto di Malattie
                          Infettive del Santa Maria delle Croci invece attualmente sono ricoverati 7 pazienti positivi al Coronavirus: oltre ai 4
                          nuovi casi, ci sono un 40enne della Bassa Romagna, un 66enne di Faenza e un 45enne che vive in provincia. Altre 9
                          persone sono a casa, tra cui il medico 50enne del Maria Cecilia hospital, e infine i primi due pazienti ammalatisi nel
                          nostro territorio sono stati giudicati guariti. «In questo momento ognuno deve dare il proprio contributo stando a
                          casa - ha detto ieri il Commissario per il Coronavirus della Regione Sergio Venturi -. È l' unico modo per ridurre l'
                          impatto del virus».

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 10
[ § 1 5 5 3 6 9 6 2 § ]

                          mercoledì 11 marzo 2020

                                                     Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                              Il Resto del Carlino Ravenna

                          Sara Servadei.

                                                    Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 11
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                          mercoledì 11 marzo 2020
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                                                                 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                          Il Resto del Carlino Ravenna

                          «Chiusi per spingere la gente a stare a casa»
                          È l' iniziativa di diversi locali del centro e non solo. «Ce l' ha chiesto il Governo, ma crediamo si tratti semplicemente
                          di senso civico»

                          Per passare da #iostoacasa a #iochiudo il passo è breve. E così hanno
                          fatto i locali del centro di Ravenna e non solo. Saracinesche abbassate si
                          vedono tanto nei dintorni di piazza del Popolo quanto a Godo, Russi,
                          Fusignano e persino Marina di Ravenna. «Credo si tratti semplicemente
                          di senso civico - spiega Dino Dalfiume del Costa Cafè e uno dei
                          promotori dell' iniziativa assieme a Massimo 'Cino' Gorini e Alessandro
                          Mercatali di Fresco, Valentina Cacace di Tazza d' Oro e tanti altri -: il
                          Governo ha chiesto a tutta Italia di restare a casa, che senso ha quindi
                          tenere i locali aperti? Chiudere è anche un incentivo a non venire in
                          centro. A, appunto, restare a casa». E con lui, anche tanti altri locali
                          hanno aderito all' iniziativa. «Da dove è partito tutto? Dai tanti, troppi
                          video che girano sui social - continua Dalfiume -. Non è possibile sentire
                          un ragazzo che dice "finché non muore un ventenne, io giro". Crediamo
                          che stare una decina di giorni a casa non sia la morte di nessuno. Anzi, in
                          questo caso è l' esatto contrario». «Il concetto che deve passare - gli fa
                          eco Gorini di Fresco -, è che tutti dobbiamo fare uno sforzo ancora più grande per sostenere le nostre strutture
                          sanitarie ed evitare di diffondere ulteriormente il contagio». Il succo è semplice: «A Ravenna siamo fortunati, al
                          momento ci sono pochissimi contagi, non facciamoci del male da soli. Ci sarà da stringere i denti per tre settimane?
                          Bene, facciamolo. Ma dobbiamo farlo adesso e farlo tutti: perché se restiamo uniti, allora per Pasqua possiamo
                          tornare tranquillamente tutti in giro a berci un aperitivo e lasciandoci tutto questo alle spalle». Tante le attività del
                          Ravennate che ieri hanno chiuso per l' ultima volta, appendendo un cartello con scritto 'Arrivederci al 3 aprile' (al
                          momento, ultimo giorno del decreto). «Ci siamo noi del Costa Cafè - continua ancora Dalfiume -, Fresco, il Kolibrì, il
                          Caffè Letterario, la Tazza d' Oro e il Methiu' s di piazza Caduti, per fare alcuni esempi. Ma anche l' osteria L' O di
                          Maiano, il Circolo Velico di Marina di Ravenna, il ristorante Il Sociale Della Caccia di Godo e lo Ziggy Bar di Russi. Poi,
                          sono convinto, una volta partiti noi, molti altri seguiranno il nostro esempio». Tutto, per ridurre al minimo il rischio di
                          contagio. «Cosa succede se uno del mio staff risulta positivo? Deve stare a casa tutto lo staff del locale, devo stare
                          in quarantena io, la mia famiglia... E poi va detto che lavorare così è addirittura più fatica: litighi coi clienti
                          costantemente, perché chi viene da noi poi si lamenta se sposti la tazzina qualche centimetro più in là: "Ecco, dovete
                          rompere le scatole anche qui?". E poi, per fare le cose in sicurezza come servo la gente? Devo mettere una striscia

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 12
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                                                                         Il Resto del Carlino Ravenna

                          di nastro per terra per delimitare le utenze?». Le soluzioni? Sono tante. «C' è chi aspetta la cassa integrazione per i
                          propri dipendenti, nel frattempo si possono usare le ferie, la malattia. Un modo si trova sempre. Siamo partiti in una
                          manciata di locali, ora siamo già una decina. E scommetto che col trascorrere dei giorni, altri si aggiungeranno. L'
                          importante è che si capisca che questa cosa non può e non deve essere fatta solamente dai locali del centro di
                          Ravenna». L' appello è indirizzato verso gli stabilimenti balneari. «Cambia qualcosa aprire adesso o fra un mese? Io,
                          se avessi un bagno, aspetterei. Ok la nostra storia, ok gli incassi. Ma la salute deve venire prima di tutto». Enrico
                          Magnani © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 13
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                                                                 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                          Il Resto del Carlino Ravenna

                          Anche gli uffici pubblici chiudono
                          Dall' Inps agli sportelli comunali, ecco la mappa delle modifiche di accessi e orari

                          Niente mercati, niente ristoranti aperti dopo le 18, niente asporto. La
                          nuova ordinanza della Regione aggiunge altre restrizioni per arginare l'
                          emergenza del Coronavirus. Già da questa mattina sono chiusi dalle 18
                          alle 6 non solo bar e ristoranti, ma anche pizzerie al taglio, piadinerie,
                          tigellerie, kebab e gelaterie. Queste attività, così come bar e ristoranti,
                          saranno sospese nei weekend. Vietato anche l' asporto, mentre è
                          ammessa la consegna a domicilio di alimenti e bevande. Stop anche per
                          i mercati tutti i giorni della settimana, a esclusione dei banchi alimentari
                          che però devono assicurare la distanza minima tra le persone. Da oggi
                          anche la Camera di Commercio chiude al pubblico: l' ingresso sarà
                          ammesso solo in casi eccezionali e previo appuntamento telefonico,
                          indossando mascherine e guanti. Chiusi anche gli sportelli dell' ufficio
                          immigrazione della questura, che riapriranno al pubblico dal 10 aprile. Gli
                          appuntamenti presi agli sportelli vengono rinviati, resta aperto solo lo
                          sportello per la Protezione internazionale. Veniamo al trasporto pubblico.
                          Da oggi le porte anteriori dei mezzi saranno mantenute chiuse, e per salire e scendere si potranno usare solo quelle
                          centrali e posteriori. La vendita del biglietto a bordo del mezzo sarà a discrezione dell' autista. In questi giorni l'
                          attività ordinaria di pulizia dei mezzi è stata implementata con sanificazione quotidiana con prodotti specifici. Anche
                          Inps ha preso delle misure contro il virus. I servizi informativi delle strutture di Ravenna, Faenza e Lugo sono
                          assicurati solo da canali digitali e telefonici: per comunicare con gli uffici si può chiamare il call center provinciale
                          0544 548310 dalle 8.30 alle 12.30 o scrivere una mail a urp.ravenna@inps.it, direzione.ravenna@inps.it,
                          agenzia.faenza@inps.it o agenzia.lugo@inps.it. Cambiano anche le modalità di accesso agli uffici comunali: la
                          polizia locale chiede di essere contattata telefonicamente o per mail, o eventualmente nei locali dell' ufficio
                          pubbliche relazioni in giorni e orari specifici. Riceveranno solo su appuntamento gli uffici decentrati, gli uffici dell'
                          area Infanzia, istruzione e giovani in via Massimo d' Azeglio n. 2, l' ufficio di stato civile (a eccezione delle denunce di
                          nascita e morte), l' ufficio elettorale e lo sportello per i migranti di via Oriani 44. L' anagrafe resta aperta dal lunedì al
                          venerdì dalle 8 alle 13 e il giovedì pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 14
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                                                               Il Resto del Carlino Ravenna

                          Prima pagina Faenza Lugo

                          Prima pagina Faenza Lugo

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                                                                         Il Resto del Carlino Ravenna

                          Piazza Savonarola, lavori al via entro l' estate
                          Il progetto esecutivo, come annuncia il sindaco di Lugo Davide Ranalli, sarà approvato a breve. Poi si procederà con
                          la riqualificazione

                                                                                                                               Lorenza Montanari

                          Prenderanno il via entro l' estate i lavori di riqualificazione di piazza
                          Savonarola, l' area davanti alla chiesa della Collegiata di Lugo per molti
                          anni utilizzata come 'parcheggio selvaggio' e ora al centro di un progetto
                          che ne cambierà completamente il 'look'. «Il progetto esecutivo sarà
                          approvato a breve - afferma il sindaco Davide Ranalli -, dopo di che i
                          lavori potranno partire. Difficile dire ora quanto dureranno perché si tratta
                          di un progetto molto complesso, comunque tutto sta andando avanti
                          regolarmente. Malgrado il periodo difficile, i progetti non si fermano». Un
                          intervento fortemente voluto dal sindaco, quello su piazza Savonarola,
                          che ha sempre dichiarato di voler «riqualificare la piazza per restituire ai
                          cittadini uno spazio della città dove fermarsi e incontrarsi, uno spazio
                          che è anche una parte importante del centro storico e che in questo
                          modo entrerà pienamente a far parte delle passeggiate in centro, vista
                          anche la vicinanza con la centralissima via Baracca». Non solo: il
                          sindaco ha affermato fin dall' inizio di voler anche cambiare il nome dell'
                          area, che da piazza Savonarola diventerà piazza San Francesco, in linea con il nome della Collegiata, intitolata a San
                          Francesco d' Assisi. Allo stato attuale la piazza è ancora recintata per consentire il proseguimento dei lavori. Sono
                          comunque già stati eseguiti i lavori sui sottoservizi e proprio nel corso di questi lavori, come del resto ci si aspettava,
                          sono emersi reperti archeologici, soprattutto ossa visto che un tempo l' area era destinata a cimitero. In particolare,
                          sono emerse una cinquantina di sepolture con numerosi resti ossei, subito esaminati dagli archeologi della
                          Soprintendenza. Quanto ai lavori (che avranno un costo di 700.000 euro), va ricordato che il progetto iniziale, che
                          prevedeva il taglio dei lecci presenti nella piazza, è stato cambiato in seguito alla richiesta dei cittadini accolta dal
                          sindaco, e i lecci non saranno abbattuti ma resi addirittura 'monumentali', dotati, a terra, di un' area ovale per
                          garantirne la salvaguardia, con acciottolato posato a sabbia. Davanti alla chiesa, ci sarà un 'sagrato urbano', ovvero
                          uno spazio a disposizione di tutti, seguito da un' area verde. Sia il sagrato che le altre aree pavimentate saranno
                          realizzate in pietra naturale di Luserna, materiale che caratterizza altre aree del centro storico di Lugo. Questa pietra
                          sarà utilizzata nel percorso di collegamento tra via Codazzi e la Collegiata, dove saranno realizzati anche dissuasori
                          per limitare la velocità dei veicoli, e per il sagrato, che sarà in continuità con piazza Cavina, l' area a fianco della
                          Collegiata. In cemento misto a pietra saranno invece le sedute

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 16
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                          mercoledì 11 marzo 2020

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                                                                         Il Resto del Carlino Ravenna

                          'monolitiche' previste nella piazza, con misure diverse. L' illuminazione sarà 'scenografica', generata da pali alti
                          circa 5 metri, posizionati a ridosso delle chiome degli alberi. Nella lunghezza dei pali saranno collocati elementi di
                          forma cubica che illumineranno l' ambiente circostante, tra cui la facciata della chiesa. Un altro elemento che
                          caratterizzerà la piazza sarà la presenza dell' acqua: è prevista infatti una fontana, da cui i cittadini potranno anche
                          rifornirsi, l' irrigazione costante delle aree verdi, e, cosa del tutto nuova, un nebulizzatore che creerà un 'effetto
                          nebbia invernale mattutina', richiamando così l' ambiente tipico del territorio, e rinfrescando l' area nei mesi estivi.
                          Lorenza Montanari © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019           Pagina 17
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                                                                           Il Resto del Carlino Ravenna

                          Dagli argini alle scuole, l' anno pieno dei volontari
                          Bilancio positivo per il gruppo di Protezione civile di Bagnacavallo che nel 2019 ha svolto, tra gli altri, quindici
                          interventi urgenti per le piene

                          È stato un 2019 intenso per il Gruppo Comunale Volontari Protezione
                          Civile di Bagnacavallo. Costituitosi nel 2013 e iscritto all' elenco regionale
                          del volontariato di Protezione civile, il gruppo bagnacavallese conta
                          quindici volontari operativi coordinati da Oriano Ballardini e diretti dal
                          relativo Ufficio comunale con la supervisione del Servizio di Protezione
                          civile della Bassa Romagna. Per quanto riguarda il bilancio delle attività
                          svolte nel corso dello scorso anno, quindici sono stati gli interventi
                          urgenti di protezione civile per la messa in sicurezza del territorio e
                          durante eventi di piena dei fiumi, diversi dei quali disposti direttamente
                          dall' Agenzia Regionale Protezione Civile - Servizio Area Reno e Po di
                          Volano. Sono stati poi organizzati dieci punti informazioni per tutta la
                          cittadinanza in occasione di manifestazioni ed eventi, iniziative per le
                          quali i volontari hanno fornito anche diverse attività di supporto all'
                          Amministrazione comunale. Non solo, il gruppo bagnacavallese è stato
                          protagonista anche di varie iniziative all' interno delle scuole del territorio.
                          A questo proposito, quattro sono state le attività di formazione promosse dai volontari nelle classi prime della scuola
                          secondaria di primo grado di Bagnacavallo per presentare la Protezione civile comunale, informare sui rischi delle
                          calamità naturali e i comportamenti da tenere in caso di emergenza. Durante gli incontri i volontari hanno anche
                          distribuito diversi vademecum pubblicati dalla Regione Emilia Romagna. Inoltre, come ogni anno il gruppo comunale
                          volontari Protezione civile di Bagnacavallo ha svolto attività di supporto al presidio di Polizia locale per l' entrata e l'
                          uscita degli alunni dalle scuole di Bagnacavallo e per numerosi eventi, dal Giro d' Italia al raduno delle Fiat 500, gestite
                          dal vicecoordinatore del gruppo Cesare Giorgi. I volontari del gruppo comunale Protezione civile di Bagnacavallo
                          hanno infine provveduto mese per mese alla gestione dei magazzini e dei depositi, delle attrezzature e dei mezzi loro
                          assegnati sia a livello comunale che di Unione dei Comuni della Bassa Romagna. Hanno anche preso parte a corsi di
                          formazione organizzati dal Coordinamento Provinciale di Protezione Civile e dal Comune. Insomma, il 2019 è stato
                          un anno pieno di iniziative per il gruppo bagnacavallese che è riuscito a dare una grossa mano all' Amministrazione
                          comunale e non solo, senza dimenticare il compito fondamentale della formazione delle nuove generazioni come
                          investimento per un futuro di consapevolezza e solidarietà.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 18
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                                                                          Il Resto del Carlino Ravenna

                          Ricerche e una nuova targa per non dimenticare il pilota Luigi Guerra
                          Giorgio Sangiorgi si occupa degli studi, l' iniziativa di ripristino dell' insegna è del consigliere di Cotignola Matteo
                          Mingazzini

                          Nuovi studi si stanno occupando della figura del sergente maggiore
                          pilota Luigi Guerra, l' aviatore barbianese caduto in azione il 24 aprile
                          1943, nei cieli di Haifa, in Palestina. Nato a Lugo nel 1916, primo di
                          cinque fratelli di una famiglia mezzadrile di Barbiano, Luigi riuscì ad
                          accedere con profitto a un livello di istruzione, le scuole professionali,
                          superiore alla media. Proprietaria del fondo in cui viveva la famiglia
                          Guerra era la contessa Paolina Biancoli Baracca, madre dell' eroe, che lo
                          aiuterà, anche economicamente, a realizzare il sogno di divenire pilota. A
                          vent' anni, ottenuto all' aeroporto di Ravenna il brevetto di pilota civile,
                          decise di entrare nella Regia Aeronautica, venendo ammesso alla scuola
                          di volo di Grottaglie dove conseguì il brevetto di pilota militare. Divenuto
                          pilota di velivoli plurimotori da bombardamento nel 1940, allo scoppio del
                          secondo conflitto mondiale, dall' aeroporto siciliano di Sciacca affrontò
                          sui velivoli S.79 del 30° Stormo da bombardamento il suo primo ciclo di
                          operazioni sul Mediterraneo, effettuando lunghi voli di ricognizione,
                          colpendo porti e basi francesi della Tunisia e sfidando le insidiose difese di Malta. Il 7 aprile 1941 lo Stormo di Guerra
                          rientrò a Forlì per concedere agli equipaggi un periodo di riposo e passare su un nuovo tipo di bombardiere: il
                          trimotore Cant, Z. 1007 bis. In giugno però il pilota barbianese lasciò di nuovo la Romagna per raggiungere l' Egeo.
                          Schierata a Gadurrà, sull' isola di Rodi, la 193^ Squadriglia, di cui il sergente Guerra faceva parte in qualità di secondo
                          pilota, affrontò un nuovo ciclo operativo. Le missioni consistevano in lunghe ricognizioni sul mare alla ricerca di navi
                          avversarie e bombardamenti su obiettivi militari e industriali in Egitto, sul canale di Suez, sulle raffinerie di petrolio in
                          Palestina e Siria. Il 24 aprile 1943 il Cant Z. 1000 bis di Luigi Guerra venne abbattuto. Da Gadurrà erano decollati al
                          tramonto quattro bombardieri italiani per compiere l' ennesima incursione su Haifa. Dopo il bombardamento sulla
                          rotta del ritorno tre di essi vennero intercettati da caccia notturni inglesi. Lunghe raffiche colpirono il velivolo di
                          Guerra, squarciarono ali e fusoliera del 1007. Così il bombardiere italiano si inabissò nel Mediterraneo con l'
                          equipaggio. Un nuovo filone di indagine si sta ora occupando della storia di questo aviatore che nel dopoguerra
                          venne considerato disperso dalle autorità, mentre in realtà gli inglesi, tramite Radio Londra, già il giorno seguente l'
                          abbattimento avevano annunciato la distruzione in fiamme del velivolo e la morte dell' equipaggio. «Purtroppo -
                          spiega il prof Giorgio Sangiorgi di Bagnacavallo che si occupa delle ricerche - la famiglia Guerra rimase sempre nel
                          dubbio riguardo la sua sorte, mentre riguardo la sua fine non ci sono mai stati dubbi. In occasione dell' ultima licenza,
                          Luigi aveva confessato al

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                                                                         Il Resto del Carlino Ravenna

                          padre: "Se non tornerò vorrà dire che sono finito in pasto ai pesci. Ogni volta che andiamo in volo può essere l'
                          ultima". Per ricordare l' aviatore il consigliere comunale di Cotignola Matteo Mingazzini ha dato vita a un' iniziativa di
                          ripristino della targa commemorativa che lo ricorda nell' area verde a lui intitolata a Barbiano. La nuova targa sarà
                          inaugurata in primavera. Daniele Filippi © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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                                                                        Il Resto del Carlino Ravenna

                          LUGO

                          Ruba articoli sportivi Arrestata operaia
                          La donna, una 56enne del posto, è stata bloccata dai carabinieri

                          Ha rubato merce per più di 100 euro. Un' accusa che lunedì è costata l'
                          arresto in flagranza per furto aggravato a un' operaia 56enne di Lugo. La
                          donna è stata bloccata dai carabinieri dopo la sottrazione di articoli
                          sportivi da un negozio lughese. Secondo quanto ricostruito dai militari
                          del Radiomobile, la donna ha rimosso i dispositivi anti-taccheggio e
                          cercato di oltrepassare le casse senza pagare. Su disposizione del pm di
                          turno Daniele Barberini, la 56enne è ai domiciliari in attesa di comparire
                          davanti al giudice.

                                                              Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 21
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                                                            Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
                                                                          Corriere di Romagna Ravenna

                          LUCIANO TAROZZI / DIRETTORE DI CONFARTIGIANATO LUGO

                          «Le nostre imprese sono in difficoltà Il fatturato rischia di crollare»
                          «La sospensione delle lezioni nelle scuole sta creando grandi complicazioni ai lavoratori occupati nelle mense
                          aziendali e nell' autotrasporto degli studenti»

                                                                                                                              AMALIO RICCI GAROTTI

                          LUGO «Le nostre imprese stanno sentendo sulla loro pelle gli effetti del
                          coronavirus, con la prospettiva già a fine mese di registrare meno di un quarto
                          del fatturato originariamente previsto, specialmente per quel che concerne
                          quelle attività economiche che sono dedite all' esportazione dei propri
                          prodotti». A parlare è il direttore di Confartigianato di Lugo, Luciano Tarozzi, nell'
                          esporre, anche alla luce di un recente sondaggio effettuato tra gli associati dell'
                          area ravennate, l' attuale crisi aziendale provocata dall' epidemia,
                          soffermandosi in proposito sui settori maggiormente colpiti. Q u a l i s o n o i
                          comparti produttivi maggiormente coinvolti? «La sospensione delle lezioni
                          nelle scuole ha messo in grossa difficoltà i lavoratori occupati nelle mense
                          aziendali e nell' autotrasporto degli studenti. Con le scuole chiuse e con le gi te
                          preventivate annullate, le imprese addette per ora hanno messo i dipendenti in
                          ferie, con l' incertezza di rientrare a breve termine. Per riflesso, gli operatori delle
                          mense scolastiche, in genere private o organizzate in forma di cooperazione,
                          sono fermi». Un altro settore che sta evidenziando particolari criticità?
                          «Sicuramente quello della moda. I titolari comunque si stanno informando se i
                          rispettivi dipendenti possano eventualmente beneficiare degli ammortizzatori sociali, pur restando impegnati, per
                          ora, nella manutenzione dei macchinari preposti alla catena produttiva. Ma questo è una sorta di palliativo, in attesa
                          di una ripresa della domanda estera, che però in questo momento è ferma». Cos' altro di negativo c' è da
                          registrare in questo periodo ai danni delle nostre imprese? «C' è da ricordare come siano stati sospesi i
                          convegni, le manifestazioni settoriali pubbliche, le fiere. Erano tutte importanti occasioni per i nostri associati per
                          mettere in vetrina e in evidenza la propria indiscutibile capacità e la qualità produttiva. Saltano così fondamentali
                          momenti di esposizione pubblica». In un territorio dove il tessuto produttivo è connotato da piccole aziende,
                          gli imprenditori locali come stanno vivendo questa fase?

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 22
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                          mercoledì 11 marzo 2020

                                                          Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
                                                                        Corriere di Romagna Ravenna

                          «C' è ad esempio da mettere in evidenza come i nostri artigiani dediti alla manutenzione dei macchinari domestici
                          devono affrontare anche le difficoltà e gli imbarazzi, dovuti al rischio di contagio, ad nell' essere accettati dalle
                          famiglie presso la cui abitazione debbono svolgere un lavoro». In questo quadro così complesso, cosa può fare
                          l' ente pubblico, in questo caso l' Unione dei Comuni della Bassa Romagna, per dare una mano? «Mi aspetto
                          che la giunta dell' Unione assuma gli stessi provvedimenti adottati da altri Comuni, vale a dire la moratoria dei mutui,
                          la sospensione delle scadenze fiscali, l' attivazione di un fondo a sostegno alle imprese. Più in generale, servirebbero
                          provvedimenti di lungo periodo efficaci come lo sono stati quelli adottati dalla nostra Regione tempo fa in occasione
                          del terremoto».

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019           Pagina 23
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                                                            Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
                                                                         Corriere di Romagna Ravenna

                          Il Comune sostiene le donne della comunità "Maria immacolata"

                          MASSA LOMBARDA In occasione della Festa della donna, il sindaco Daniele
                          Bassi, la vicesindaca e assessora alle Pari opportunità Carolina Ghiselli e l'
                          assessora alla Gentilezza Elisa Fiori hanno incontrato, come da tradizione, le
                          dipendenti comunali. Quest' anno l' amministrazione comunale ha deciso di
                          rendere onore a questa giornata di mostrando attenzione verso una realtà
                          locale che aiuta le donne in difficoltà, la comunità"Maria Immacolata", retta
                          dalle suore "Figlie di San Francesco di Sales". Invece di acquistare le tradizionali
                          mimose da donare alle dipendenti, l' amministrazione ha infatti deciso di
                          destinare queste risorse economiche alla struttura che da alcuni anni è anche
                          una comunità educativa residenziale per minori e pronta accoglienza per madri
                          con figli e gestanti. «Riflettere su quanto bisogna ancora fare sul fronte delle
                          pari opportunità è fondamentale per garantire a tutti i cittadini gli stessi diritti -
                          spiega Daniele Bassi -. Allo stesso tempo cogliamo l' occasione dell' 8 marzo
                          per ricordare le conquiste economiche, politiche e sociali che sono state
                          raggiunte in questi anni. Continueremo, uomini e donne insieme, a lottare tutti i
                          giorni dell' anno per sostenere tutte le donne in difficoltà, discriminate e
                          maltrattate perché nessuna deve essere lasciata indietro e dimenticata».

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 24
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                          mercoledì 11 marzo 2020
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                                                                                 Il Sole 24 Ore
                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          gli scenari del peggioramento

                          Chiusure e controlli, l' ipotesi leggi speciali
                          A disposizione dei prefetti nelle zone rosse già 300 militari di Strade sicure

                                                                                                                                   Marco Ludovico

                          L' espressione "leggi speciali" evoca periodi bui della storia d' Italia ma
                          adesso circola, sussurrata, nella discussione tra maggioranza e
                          opposizione: tutti convinti della necessità ormai prossima di nuove misure,
                          più estese e più severe. La spinta più forte viene dal centrodestra e dai
                          governatori del Nord, in testa il governatore della Lombardia Attilio
                          Fontana. «È il tempo della fermezza. Ho incontrato i sindaci dei capoluoghi
                          lombardi e il presidente di Anci Lombardia, chiedono tutti la stessa cosa:
                          chiudere tutto adesso (tranne i servizi essenziali) per ripartire il prima
                          possibile». L' emergenza dell' epidemia è al culmine al Nord, la richiesta di
                          una sorta di serrata dei negozi era prevedibile. Le restrizioni alla
                          circolazione pubblica potranno aumentare. Ma un provvedimento
                          generalizzato in tutta Italia, visto la tendenza di estendere sul territorio
                          nazionale gli interventi sulle prime zone rosse, di chiusura dei negozi,
                          avrebbe una portata enorme. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte,
                          non chiude però la porta. «Vi assicuro che il Governo continuerà a rimanere
                          disponibile e risoluto ad adottare tutte le misure necessarie a contrastare
                          con il massimo rigore la diffusione del contagio», ha detto il premier ai leader dell' opposizione Matteo Salvini,
                          Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Conte resta comunque disponibile a misure più severe. Un fronte politico pronto a
                          estendersi a Italia Viva ma soprattutto, se non arrivano segnali di inversione delle criticità in atto, a tutto il governo, a
                          cominciare dal Pd e poi lo stesso M5S. Non per forza sulla chiusura degli esercizi, ma in generale su decisioni ancora
                          più drastiche se necessarie a fermare il COVID-19. Gli occhi sono puntati anche su centro e sud d' Italia. Se anche lì i
                          contagi esplodessero le scelte di governo assumerebbero sostanza tecnica e perderebbero qualunque colore
                          politico: devono essere efficaci, punto. Al momento, va detto, alla Difesa non ci sono pianificazioni per rinforzare
                          Strade sicure - 7.050 militari, quasi tutti dell' Esercito, impegnati nei controlli antiterrorismo - ma già 300 circa sono
                          stati messi a disposizione dei prefetti nelle zone rosse del Nord. Tutto fa pensare a un aumento prossimo delle
                          aliquote militari disponibili per le esigenze del ministero dell' Interno. Certo, ci sono undici brigate con una media di
                          5mila soldati situate nella maggior parte delle regioni italiane. Ma evocare scenari inverosimili è, al momento,
                          infondato e fuorviante. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 25
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                          mercoledì 11 marzo 2020
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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          CORONAVIRUS

                          Possibile schierare l' esercito per tutelare la salute pubblica
                          Possono essere chiusi negozi e imprese e possono essere spostate persone La legge 13 pubblicata sulla «Gazzetta
                          Ufficiale» del 9 marzo

                                                                                                                    Maurizio CaprinoGuglielmo Saporito

                          È uno scenario che ricorda i tempi di guerra o le catastrofi naturali quello
                          che emerge combinando gli ultimi provvedimenti di limitazione della
                          circolazione per il coronavirus con la versione definitiva del decreto legge
                          "cornice" su quest' emergenza. Il Dl 6/2020 del 23 febbraio è stato già
                          convertito in legge (la 13/2020, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 61 del 9
                          marzo), è la prima norma che ha autorizzato le limitazioni ed è stata
                          rafforzata dal Parlamento dando la qualifica di agente di pubblica sicurezza
                          «al personale delle Forze armate impiegato, previo provvedimento del
                          Prefetto competente, per assicurare l' esecuzione delle misure di
                          contenimento» decise per limitare i contagi. In altre parole, se c' è un'
                          autorizzazione prefettizia, i soldati hanno gli stessi poteri delle forze di
                          polizia, come fermare i veicoli in transito e, se ravvisano che si sta
                          commettendo un reato, impedire loro di proseguire la marcia.
                          Teoricamente, non sarà raro ravvisare un reato: chi circola nonostante non
                          abbia motivi di lavoro, salute o necessità infrange l' articolo 650 del Codice
                          penale (inottemperanza ai provvedimenti dell' autorità). I soldati potrebbero
                          anche arrestare persone, nell' eventualità (si spera remota) che la situazione dell' ordine pubblicioprecipiti e vengano
                          commessi reati che prevedano l' arresto in flagranza. Un "braccio armato" per i poteri già previsti nell' ordinamento in
                          casi gravi, come le requisizioni di beni immobili, mobili e servizi o le chiusure di attività. O gli spostamenti di persone
                          decisi d' imperio. Per il resto, la versione definitiva del Dl 6/2020 cerca di raccordare i poteri sulle misure di igiene e
                          sanità che la legislazione precedente dà ancora a Regioni ed enti locali con quelli dello Stato: dopo aver confermato
                          che le misure sono decise con Dpcm dopo aver sentito le istituzioni territoriali e possono anche essere decise da
                          queste ultime in caso di estrema necessità (come previsto dal testo in vigore dal 23 febbraio), aggiunge che però in
                          quest' ultimo caso le misure «perdono efficacia» se non comunicate al ministro della Salute entro 24 ore dalla loro
                          adozione. A parte il Dl 6/2020 e le altre misure di questi giorni, vale il principio che tutte le norme possono essere
                          derogate, per realizzare finalità di protezione civile. L' unico limite sono i princìpi generali dell' ordinamento giuridico
                          (nazionale e comunitario). I princìpi sono quelli di forma, motivazione e proporzionalità. I provvedimenti devono
                          avere forma scritta, per essere certi e comprensibili tranne casi di urgenza talmente eccezionale da ammettere la
                          forma orale (ordine verbale da parte della pubblica autorità, da

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                Pagina 26
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                          mercoledì 11 marzo 2020

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                                                                 Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          convertire appena possibile in forma scritta). La forma scritta deve essere intelligibile, cioè deve potersi capire
                          quali sono i motivi, anche solo di particolare urgenza, che legittimano l' intervento. Una forma scritta può anche
                          essere una foto: ad esempio, nel caso di un' alluvione, l' immagine delle arcate di un ponte può bastare a motivare
                          una demolizione di urgenza. La forma serve per poter poi ricostruire, a distanza di tempo, i motivi per i quali vi sia
                          stato un intervento urgente. In linea di massima, i poteri di deroga devono indicare le norme che vengono derogate,
                          affinché il destinatario sappia che si sono valutate adeguatamente le situazioni di partenza ed i risultati da ottenere.
                          Inoltre, è necessaria una proporzionalità, cioè da raggiungere sia coi mezzi (anche aun adeguato rapporto sia col
                          risultatolternativi) a disposizione. Se è possibile, va adottato il contraddittorio (legge 241/1990) o vanno tenute
                          presenti le alternative suggerite dai soggetti direttamente interessati. In aggiunta all' urgenza, occorre quindi che il
                          provvedimento in deroga all' usuale procedura rispetti i princìpi generali, tra cui quello del minimo mezzo o di
                          proporzionalità (Consiglio di Stato, sentenza 158/1998) o, secondo la terminologia della Corte Ue «la misura più
                          mite» (Grande Sezione, 6 dicembre 2005, C-453/03). Occorre quindi valutare necessità, idoneità e proporzionalità,
                          fermo restando che tali valutazioni non eliminano l' esecutività del provvedimento. Ciò significa che l' ordine va
                          comunque eseguito, salvo poi ottenere un indennizzo se vi eè stato un danno ed il risultato avrebbe potuto essere
                          conseguito con un altro e meno grave procedimento In sostanza, si dà precedenza alle esigenze di libertà e salute.
                          All' interno di tale gerarchia, si antepongono le esigenze della collettività a quelle del singolo. Anche i rapporti fra
                          amministrazioni seguono questo meccanismo, con una gerarchia sia tra prefetti e sindaci sia tra Stato e Regioni:
                          eventuali conflitti o contrasti, sono risolti dal Presidente del Consiglio, con poteri d' imperio estesi fino all'
                          emanazione di decreti legge specifici. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Regione

                          Oltre 41 milioni destinati al distretto del Lazio

                          Una dotazione di oltre 41 milioni di euro a sostegno del Distretto
                          tecnologico per i beni e le attività culturali (Dtc) del Lazio. Le risorse sono
                          state messe a disposizione dalla Regione e dal Miur, con il supporto del
                          Mibact. Oltre 23 milioni hanno finanziato progetti di innovazione
                          tecnologica per la valorizzazione e lo sviluppo dei beni culturali. Nella prima
                          fase del bando, con oltre 3,5 milioni, la Regione ha selezionato 49 progetti
                          che coinvolgono 247 luoghi della cultura: aree e parchi archeologici,
                          complessi monumentali, ville, palazzi, abbazie, musei e gallerie, archivi e
                          biblioteche. Ora i progetti - presentati da Comuni, musei, startup - dovranno
                          essere sviluppati per essere ammessi alla seconda fase, finalizzata alla
                          realizzazione delle iniziative, con l' impiego dei restanti 20 milioni. Con il
                          primo bando, è stato creato un centro di eccellenza con 800 ricercatori e
                          400 assegnisti di cinque università statali del Lazio e dei centri di ricerca di
                          Cnr, Enea e Infn. Ora un nuovo bando stanzia 4,5 milioni destinati a progetti
                          per il capitale umano e progetti di ricerca sviluppo e innovazione. D' altra
                          parte, «il Lazio punta a raddoppiare nel 2020 i risultati ottenuti lo scorso
                          anno, quando è stata l' unica regione italiana a superare la crescita media europea sull' innovazione, come certificato
                          dalla Ue - spiega il vicepresidente della Regione, Daniele Leodori - Complessivamente il Lazio investe oltre 187 milioni
                          in imprese, ricerca, università . Le startup che fanno innovazione, appena 49 nel 2013, oggi sono 1.235». ©
                          RIPRODUZIONE RISERVATA.

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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Parla Stefano Cianciotta (Confassociazioni): ad aggravare l' emergenza è la fuga dalla sanità

                          Quota cento ha rotto l' argine
                          61.500 le richieste di pensione, il 22% da sanitari

                          CARLO VALENTINI - «La crisi determinata dal Covid-19 conferma le
                          preoccupazioni sulle conseguenze di Quota 100, che ha ridimensionato
                          fortemente il Sistema sanitario nazionale, svuotandolo di quelle competenze
                          che oggi servirebbero per fronteggiare al meglio l' emergenza, tanto che in
                          taluni casi si arriva addirittura a cercare di richiamare in servizio coloro che
                          se ne erano andati grazie appunto a quel provvedimento. Il 22% dei
                          dipendenti pubblici che ha finora usufruito dei requisiti appartiene al settore
                          della Sanità. Non solo. Quota 100 ha pure eliminato le competenze negli
                          Uffici tecnici della pubblica amministrazione che ora sono impreparati a
                          gestire i problemi amministrativi ed economici che l' emergenza sta
                          sollevando»: Stefano Cianciotta è docente all' università di Teramo e fa parte
                          del vertice (è pure presidente dell' Osservatorio sulle infrastrutture) di
                          Confassociazioni (riunisce 362 associazioni professionali non organizzate
                          negli ordini e 126 mila imprese). A suo parere le falle registrate nella gestione
                          dell' emergenza sanitaria sono state provocate anche dal mancato argine
                          della pubblica amministrazione (compresa la sanità), depauperata di tecnici
                          ed esperti senza dar tempo di procedere a un ricambio, soprattutto senza un piano di ridefinizione degli assetti di una
                          burocrazia che necessitava di essere riplasmata (e non espulsa) secondo le nuove esigenze della società e dei
                          mercati. Dice Cianciotta: «Ogni dieci nuovi pensionati gli assunti sono solo tre e di questi solo il 15% viene impiegato
                          nelle aree tecniche delle amministrazioni pubbliche. In queste condizioni come ci si può lamentare se, nell'
                          emergenza, non si ricevono risposte dagli uffici pubblici, a cominciare da quelli sanitari? A novembre 2019 l' Inps
                          aveva ricevuto complessivamente 201.022 richieste, 61.500 di queste sono state presentate da dipendenti pubblici.
                          Quota 100 ha dirottato troppe risorse pubbliche su una platea assai limitata. Nel decennio 2019-2028 questa legge
                          determinerà una maggiore spesa previdenziale pari a 41 miliardi in termini cumulati. Se aggiungiamo gli 11 miliardi
                          annui spesi ad oggi per sostenere il bonus 80 euro e il Reddito di cittadinanza, il coronavirus ci pone di fronte alla
                          realtà che non possiamo più permetterci di sostenere una politica di sussidi, ma dobbiamo invece sostenere quegli
                          investimenti che alimentano una spirale economica positiva, come sono le infrastrutture e gli investimenti in edilizia.
                          C' è uno studio dell' università Federico II di Napoli che certifica come nelle città toccate dall' Alta velocità ferroviaria
                          il pil sia cresciuto in media del 7% in più rispetto al resto del Paese, nonostante la difficoltà economica dell' ultimo
                          decennio. Per questo rabbrividisco quando vedo una corsa agli aiuti e ai sussidi, con conseguente splafonamento
                          del deficit pubblico, come risposta ai danni dell' epidemia. L' aiuto è necessario ma bisogna guardare

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 29
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                          mercoledì 11 marzo 2020

                                                                                     Italia Oggi
                                                                   Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          oltre, se ci si ferma lì, alla ricerca di contributi pubblici e basta, siamo perduti». Domanda. Quindi è più che mai
                          auspicabile un grande piano di intervento pubblico sulle infrastrutture per rilanciare l' economia in stato confusionale
                          Risposta. Sì, per questo vanno individuati i commissari straordinari, seguendo l' esempio della ricostruzione del ponte
                          di Genova. Ovviamente essi debbono possedere le competenze di project manager e non la tessera di un partito.
                          Anche il regolamento del Codice dei contratti, attualmente in discussione, va ancorato a questa esigenza di un
                          rilancio in tempi brevi. Occorre andare nella direzione di semplificare il sistema. La copiosità delle leggi, l' aumento
                          dei controlli e delle sanzioni hanno prodotto negli ultimi anni un risultato diametralmente opposto, con procedure più
                          farraginose che per altro non hanno affatto debellato il fenomeno della corruzione. D. Questa crisi sembra rivalutare
                          il valore delle competenze. R. Nell' ultimo decennio abbiamo assistito ad una sistematica delegittimazione delle
                          competenze e della scienza. Posizioni senza alcun rilievo e fondamento scientifico, come il caso Stamina o anche i
                          No Vax, sono stati spesso sostenuti e strumentalizzati da una parte del mondo politico, che ha lanciato strali contro
                          il mondo della ricerca. Il caso della virologa Ilaria Capua, costretta a lasciare l' Italia trasferendo in Florida l' equipe di
                          ricerca che dirigeva a Padova, è sintomatico di una certa cultura del no e dell' odio, di cui ancora è imbevuta una
                          parte della politica italiana. Questa situazione di crisi determinata dal coronavirus, invece, ristabilisce il primato della
                          competenza, ed è il migliore spot per la qualità dei ricercatori italiani. D. L' Italia avrà la forza per superare il
                          cataclisma provocato dall' epidemia? R. Con le idee chiare e se tutti remeranno nella stessa direzione il Paese
                          può uscire addirittura migliorato da questo dramma. La paura è che sconfitto, o quasi, il virus, incomincino le diatribe
                          politiche e tutto finisca in caciara, col sistema produttivo lasciato nelle sabbia mobili, magari con qualche aiutino a
                          mo' di mancia. Bisogna che la politica ma anche le associazioni di categoria e sociali premano perché si superino le
                          divisioni e si proceda a una sorta di lodo istituzionale per un programma di investimenti nelle infrastrutture, si tratta
                          del primo, più urgente obiettivo da realizzare per rimettere in moto la macchina produttiva. Per raggiungere questo
                          traguardo bisogna rafforzare i ruoli tecnici e manageriali nelle pubbliche amministrazioni, che devono tornare ad
                          avere nelle strutture tecniche allargate dei veri e propri centri di competenza capaci di fare programmazione e
                          monitoraggio e controllo, tenendo conto che il Paese oltre che di viadotti e autostrade ha necessità anche di
                          infrastrutture digitali. L' apparato burocratico è stato spesso, giustamente criticato, ma va ammodernato non
                          cancellato. La crisi del Covid 19 sta dimostrando cosa significa non avere una struttura burocratica pubblica
                          efficiente e chi inneggiava a Quota 100 in funzione anti-burocrazia deve ricredersi, il provvedimento ha svuotato

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 30
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                          mercoledì 11 marzo 2020

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                                                                Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          le aree tecniche della pubblica amministrazione, come ha di fatto svuotato il sistema sanitario. Ora gli Italiani si
                          stanno rendendo conto che privarsi di competenze significa rendere più vulnerabile il Paese». Twitter: @cavalent ©
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                                                                   Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          La filiera della stampa unita per garantire il proprio servizio, anche di pubblica emergenza

                          Il richiamo di giornali ed edicole
                          Riffeser (Fieg): più che mai necessaria l' informazione

                                                                                                                                 ANDREA SECCHI

                          Editori di giornali, edicolanti, distributori della stampa, insieme per fare la loro
                          parte nei confronti della crisi che sta vivendo l' Italia. Così la filiera si è unita
                          in un appello diffuso dalla Fieg a recarsi all' edicola più vicina per acquistare il
                          proprio giornale, dal momento che i quotidiani e i periodici sono sempre
                          disponibili e in vendita, ovviamente nel rispetto delle regole introdotte dal
                          governo e in particolare di quella della distanza minima. «Stiamo lavorando
                          su tutti i fronti per dare il nostro contributo al Paese, che si trova ad
                          affrontare una situazione che fino a pochi giorni fa era assolutamente
                          inimmaginabile e imprevedibile», spiega a ItaliaOggi Andrea Riffeser Monti,
                          presidente della Fieg, la federazione degli editori. «È un dovere che sentiamo
                          nei confronti del popolo italiano. La gente ha la necessità di essere informata
                          in modo imparziale e più esaustivo possibile. I siti di informazione online
                          sono stati presi d' assalto e hanno avuto impennate di collegamenti record».
                          Secondo Riffeser, anche le edicole hanno un compito irrinunciabile. «Il
                          quotidiano è percepito, soprattutto in momenti come questo, come fonte
                          autorevole, offre una garanzia sulla veridicità delle informazioni. È
                          fondamentale che le edicole restino aperte. Negli ultimi tempi abbiamo radicato, anche grazie agli accordi con Anci e
                          Abi, il loro ruolo di presidio sul territorio. Ora deve essere riconosciuto anche quello di servizio pubblico di
                          emergenza. Non può essere bloccato il flusso informativo, soprattutto deve essere garantito il servizio per gli
                          anziani, che con più difficoltà riescono a collegarsi online, e che proprio in questa emergenza sono la categoria più
                          debole e più a rischio». Le edicole da tempo vivono una crisi che dipende dal cambiamento delle abitudini delle
                          persone, ma parallelamente in molte città si sono avviati progetti per ampliare il numero di servizi offerti ai cittadini,
                          spesso in collaborazione con le amministrazioni. Ora la situazione rischia di acuire la crisi esistente. Già ieri il
                          sindacato dei giornalai Sinagi aveva chiamato la filiera a rivolgere un appello al governo e alle altre istituzioni,
                          affinché venga garantita alle edicole la possibilità di svolgere la propria attività nel rispetto delle normative generali.
                          «Questo garantirebbe ai cittadini di continuare a beneficiare del pluralismo informativo», ha detto il segretario
                          generale Giuseppe Marchica, «e di continuare a mantenere una parvenza di normalità in questo periodo di
                          eccezionale emergenza per il Paese». Dal canto loro, gli editori devono continuare a fare informazione, ha concluso
                          Riffeser, «rispettando il vincolo di imparzialità e veridicità, garantendo la correttezza ed evitando di generare il panico

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 32
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