Unione della Romagna Faentina - domenica, 01 marzo 2020 - Unione Romagna Faentina

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Unione della Romagna Faentina
    domenica, 01 marzo 2020
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Prime Pagine

 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) - Interna                                             4
 Prima pagina del 01/03/2020

 01/03/2020   Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)                                                  5
 Prima pagina del 01/03/2020
 01/03/2020   Il Sole 24 Ore                                                                           6
 Prima pagina del 01/03/2020

Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 43                                             7
 Faenza, la politica locale e la ripresa che non si vede
 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 43                                             8
 Quando i cavalieri del Niballo corsero per Dante
 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 45                                             9
 Prima pagina Faenza-Lugo
 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 45                                            10
 I rituali di costruzione delle case
 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 47                                            11
 Case, i rituali di costruzione
 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 46                                            12
 Le Perle, si pensa a un centro logistico

 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 47                                            14
 Micro cantina sperimentale per il polo universitario di Tebano

 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 48                                            16
 «Realizzo ceramiche come nel Paleolitico»

 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 48                                            17
 Dissuasori nelle piste ciclabili «Per rallentare la velocità»
 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 48                                            18
 Spaccio nel parco Biancini, arrestato dai carabinieri
 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 67                                            19
 Busa, che bel poker
 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 68                                            20
 Alpha Tauri, buon test a Barcellona
 01/03/2020   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 68                                            22
 Ozzano-Rekico, derby con tante incognite Ma si va verso la partita a porte chiuse

Corriere di Romagna (ed. Ravenna)

 01/03/2020   Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 6                                        23
 Il patron del Mei di Faenza al Ministero: si valuta lo stato di crisi del settore
 01/03/2020   Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 28                      MICHELE DONATI   24
 Dissuasori per bici lungo le ciclabili È polemica
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01/03/2020   Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 28                                    25
 Castel Bolognese, spaccio vicino al parco. Arrestato 23enne

Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

 01/03/2020   Il Sole 24 Ore Pagina 2                                                              26
 Stop alle ordinanze autonome dei sindaci
 01/03/2020   Il Sole 24 Ore Pagina 2                                            Gianni Trovati    27
 Il caos delle ordinanze limita il salvastipendi
 01/03/2020   Il Sole 24 Ore Pagina 3                             Marzio BartoloniClaudio Tucci    28
 Scuole ancora chiuse in tre Regioni
 01/03/2020   Il Sole 24 Ore Pagina 14                                        Cristiano Radaelli   30
 Digitalizzazione urbana a misura d' uomo
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[ § 1 § ]

     domenica 01 marzo 2020
                              Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) - Interna

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                                     Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)

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                                                      Il Sole 24 Ore

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                                                                        Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Faenza, la politica locale e la ripresa che non si vede

                          Mentre i politici di sinistra a Faenza si arrovellano per tirare fuori il nome
                          di un candidato la città soffre. Negli ultimi anni abbiamo visto chiudere
                          parecchie attività in centro, ci sono le vetrine vuote e nessun segnale di
                          ripresa. Ora leggo sul Carlino che il Comune ha deciso di cancellare
                          anche il mercato straordinario della domenica delle palme perché
                          c'erano pochi ambulanti: non è un bel segnale. E nel frattempo tutto è
                          chiuso e fermo per questo Coronavirus. Possibile che non si riesca a fare
                          niente per fare ripartire l'economia? Oriano Emiliani La crisi si sente
                          ancora, e non solo a Faenza: da anni si vocifera di ripresa, eppure i
                          commercianti dei centri storici delle nostre città continuano a parlare di
                          tempi duri, e a chiedere aiuti per andare avanti in un mercato stantio. L'
                          attuale emergenza legata al Coronavirus non aiuta: quella di chiudere
                          tutto è stata una decisione sofferta, ma necessaria. E chissà che la
                          voglia di ripartire possa essere una spinta per il nostro territorio. La
                          decisione del Comune di Faenza di annullare il mercato straordinario
                          della domenica delle palme è ovviamente un segnale negativo, ma è anche una decisione provvisoria legata a
                          motivazioni (anche) organizzative. Non mi ritrovo completamente d' accordo, invece, nei riferimenti alla politica:
                          sarebbe semplice puntare il dito e dare la colpa a qualcuno, ma la verità è che governare una città non è semplice,
                          tanto più ora. La politica a tutti i livelli ha sicuramente le proprie colpe nella crisi, ma è difficile dire quali e quante. E lo
                          è forse ancora di più a livello locale. Le recenti elezioni regionali, in cui candidato Bonaccini ha preso molti più voti
                          del Pd che lo sosteneva, hanno dimostrato che il nome scelto conta eccome. Ed è una carta che il centrosinistra
                          dovrà giocare con attenzione.

                                                                  Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                  Pagina 7
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                                                                Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                     Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          La Ravenna di una volta

                          Quando i cavalieri del Niballo corsero per Dante

                          Il 12 settembre del 1965, fra le iniziative messe in cantiere a Ravenna in
                          occasione del 644° anniversario della morte di Dante Alighieri, vi fu anche
                          la disputa, in piazza del Popolo, di un' edizione speciale del Palio del
                          Niballo di Faenza con tanto di esibizione degli sbandieratori. I cavalieri
                          dovevano colpire il bersaglio in corsa nella direzione via Diaz-piazza dell'
                          Aquila. Il Niballo, come si vede dalla foto, era posto davanti al bar Roma.
                          La manifestazione attirò in piazza diverse migliaia di persone. Il 1965 era
                          l' anno in cui ricorreva il settimo centenario della nascita del poeta. A
                          cura di Carlo Raggi.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 8
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                                                           Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Prima pagina Faenza-Lugo

                          Prima pagina Faenza-Lugo

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                                                               Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                    Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          La storia

                          I rituali di costruzione delle case

                          Beppe Sangiorgi Una mia amica di Casola Valsenio, che si è costruita una
                          nuova casa, ha depositato sotto il primo pilone delle fondamenta una
                          gavetta a chiusura ermetica, anziché una pignatta come si faceva una
                          volta, con all' interno una serie di oggetti a tutela della casa e della
                          famiglia che vi sarebbe entrata. Si tratta di un antico «rituale di
                          costruzione» che ha tratto da una carta lasciatale dalla nonna circa
                          ottanta anni fa, con un testo in un dialetto comprensibile solo dalla
                          nipote che lo ha tradotto, rispettando il senso a scapito della correttezza
                          linguistica: «Prima di fare la casa ricorda che basta una mala occhiata
                          anche non volendo ... Continua a pagina 15

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                                                                 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                      Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          LA STORIA

                          Case, i rituali di costruzione

                          Segue dalla prima ... (il malocchio poteva esse dato con lo sguardo
                          invidioso anche senza volere) e se non è stata benedetta porta sfortuna.
                          Allora fai una pignatta e mettila sotto la prima pietra che la sfortuna e il
                          malocchio tornano indietro. Perché nella mia casa ci sia armonia ci
                          vuole una pentola piena che trabocchi. Olio, anche poco che ci sia /
                          perché il male scivoli via. Tre spighe di grano e pane / perché nessuno
                          debba mai patire la fame. Sale tre prese del grosso / perché la sfortuna
                          salti il fosso. Scudi o marenghi, che non siano sciocchi / perché portino
                          tanti bajocchi. Aglio, puzza d' aglio più che puoi / se il diavolo non lo vuoi.
                          Peperoncino rosso, che il rosso di un peperone cornuto / ti porti fortuna
                          e tanta salute. Spago, lega con tanti nodi il laccetto che non si sciolga
                          mai / così la famiglia sempre stretta avrai. Rosario, ci metti i grani dei
                          santi della sera perché il Signore vi guardi e non si giri. E ricordati che
                          ogni casa ha un coppo spaccato (una disgrazia o un litigio) fa che il
                          nostro sia di pietra (in modo che non si rompa). Beppe Sangiorgi.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 11
[ § 1 5 4 9 3 4 9 7 § ]

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                                                                 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                      Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Le Perle, si pensa a un centro logistico
                          È l' ipotesi avanzata dalle associazioni di categoria «se le superfici commerciali dovessero restare vuote»

                          di Antonio Veca Perle di Faenza, «se le superfici commerciali resteranno
                          vuote meglio un centro di logistica». È questa l' ipotesi avanzata dalle
                          associazioni di categoria del commercio di Faenza sullo 'spettro'
                          proiettato dal mega centro commerciale alle porte della città. Potrebbe
                          essere questa una ipotesi per salvare capra e cavoli. Riassumendo la
                          questione, sul finire dello scorso millennio l' amministrazione manfreda
                          decise di concedere l' autorizzazione per far realizzare alla immobiliare di
                          Coop Italia, nell' area dell' ex porcilaia Marcucci, oltre alle Maioliche,
                          anche un altro grande punto commerciale. Non un outlet, vista la
                          vicinanza con Castel Guelfo e Barberino del Mugello, ma un centro
                          commerciale, un mega store, di marchi e griffe, legato all' abbigliamento
                          e agli accessori. La storia che ne seguì è nota: l' inaugurazione sarebbe
                          dovuta avvenire nel 2014 ma la bolla economica iniziata qualche anno
                          prima, sul finire del 2009, portò la società ad avere esposizioni con i
                          fornitori, prima tra tutti con quello che poi diventò General Contractor
                          dell' operazione, colosso delle costruzioni, di Reggio Emilia, la Unieco, che, avanzando denaro dalla committenza,
                          entrò nell' affaire nella prima metà del 2011 rilevando parte delle quote della società proprietaria del Lifestyle Village
                          Perle. La Unieco, secondo le intenzioni, avrebbe portato liquidità e sicurezze economiche, peccato che appena un
                          anno e mezzo dopo, a marzo del 2013, proprio la Unieco chiese un concordato per la ristrutturazione del debito. Si
                          scoprì che il 'buco' si aggirava a circa 80milioni di euro senza contare chi sul territorio aveva progettato la struttura
                          che non aveva percepito alcun compenso. Autunno 2018: un fondo di investimento malese decise di rilevare i debiti.
                          A maggio del 2019 si venne a sapere che la nuova proprietà aveva saldato i creditori, si parla di una percentuale
                          attorno al 20-30% dell' intero debito. Il curatore a maggio comunicò che l' operazione andava avanti e, dopo la
                          relazione della restaurazione del debito, per l' autunno i lavori sarebbero potuti ripartire. Siamo arrivati a marzo del
                          2020 e le Perle continuano ed essere deserte, a parte un passaggio sistematico di qualche writers in cerca di muri da
                          dipingere. All' interno erbacce e in estate zanzare e le grandi strutture che dall' autostrada avrebbero dovuto
                          richiamare clienti, quelle a forma di dischi volanti, sono tristi testimoni del degrado. In mezzo però c' è una riunione in
                          Regione l' estate scorsa alla quale parteciparono amministrazioni locali, consiglieri regionali e associazioni. In quella
                          sede il curatore che aveva portato avanti le trattative per la nuova proprietà illustrò il piano di rientro e confermò la
                          volontà di andare avanti con il piano originario, un villaggio commerciale, vietato chiamarlo outlet, per trovare
                          affittuari per gli oltre 100 spazi a disposizione. «Il quadro - fanno notare dalle associazioni di categoria -

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                 Pagina 12
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                          domenica 01 marzo 2020

                                                                Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                     Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          però è mutato. Intanto c' è considerare l' arrivo, entro l' estate, del San Marino Outlet Experience, un polo della
                          moda a San Marino. Noi avevamo avanzato la proposta se gli spazi non fossero stati riempiti almeno per il 40% (una
                          cinquantina di attività), di trasformare la destinazione d' uso dell' area da commerciale a polo di logistica. Il luogo è
                          appetibile e con il disastro della Lotras, alle porte della città potrebbe voler prendere in considerazione questa
                          possibilità». Ultima novità, la richiesta, da parte della proprietà al Comune, attraverso uno studio tecnico di Faenza, di
                          accelerare sul collaudo del ponte di via Bisaura. Quando venne concessa l' autorizzazione alla costruzione delle
                          Perle, venne realizzato uno studio secondo il quale l' accesso principale all' area sarebbe dovuto avvenire proprio dal
                          ponte di via Bisaura, che si imboccava alle spalle dell' ex stabilimento dell' Omsa. In passato c' era già un ponte ma fu
                          stabilito che la vecchia struttura non avrebbe sopportato il traffico. Così con un' operazione che ebbe quasi del
                          faraonico, fu eliminato quell' attraversamento sull' A14 e venne montato un nuovo ponte, mai collaudato per lo
                          sfascio economico della proprietà. «Ci è stato chiesto - confermano da Palazzo manfredi - di accelerare sulle
                          operazioni di collaudo e ne siamo felici; da troppo tempo i residenti sono costretti, per arrivare in città ad allungare il
                          percorso verso il cavalcavia di via Granarolo. Questo è un segno che c' è la volontà di far ripartire il cantiere delle
                          Perle».

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 13
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                          domenica 01 marzo 2020
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                                                                      Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Micro cantina sperimentale per il polo universitario di Tebano
                          L' assessore Bandini: «Progetto di riqualificazione dei locali della ex pesa. Vorremmo inoltre riservare uno spazio all'
                          associazione gli Amici del Senio che da tempo chiede una sede stabile»

                          Una micro-cantina sperimentale a servizio del Polo universitario di
                          Tebano. È questa la finalità della ex pesa di Tebano, un piccolo locale di
                          fianco alla vecchia scuola elementare, prima sede universitaria e che
                          oggi ospita uffici a servizio del Polo vitivinicolo sulle prime colline del
                          faentino. Dopo anni durante i quali i locali dell' ex pesa non avevano una
                          finalità ben definita, e venivano destinati come magazzino o comunque
                          punto di appoggio per alcune realtà associazionistiche, proprio quell'
                          area ha iniziato a ospitare l' anteprima della manifestazione che si tiene a
                          Cotignola lungo il fiume Senio, Arena delle balle di paglia; per quell'
                          appuntamento faentino, organizzato dall' associazione Primula che
                          dirige l' evento del lughese assieme agli Amici del Senio si allestisce una
                          osteria all' aperto e tanti appuntamenti, che per due giorni uniscono
                          musica, sport, enogastronomia e tanto altro. Il buon andamento della
                          manifestazione con un grande afflusso di visitatori, dovuto proprio alla
                          versatilità di quel luogo ha portato le amministrazione a progettare una
                          riqualificazione dei locali e del luogo per poterli valorizzare al meglio. Si sono cercati fondi attraverso i 'Gal L' altra
                          Romagna', i Gruppi di azione locale, ente giuridico che si occupa di gestione di progetti di sviluppo rurale con ambiti
                          di intervento che vanno dall' agroalimentare fino al turismo sostenibile per passare dalla cura e la tutela del
                          paesaggio, del suolo e dell' uso delle biodiversità. In quest' ambito era stato presentato un progetto per riqualificare
                          proprio l' ex pesa quale struttura per servizi pubblici. Nello specifico si tratta di un locale di poco più di 100 metri
                          quadrati, tre stanze e dell' area adiacente. «La riqualificazione - spiega l' assessore all' ambiente Antonio Bandini -
                          porterà alla creazione di una micro cantina per vinificare a disposizione degli studenti che frequentano il polo
                          universitario di Tebano; a questa vorremmo poi riservare uno spazio anche per l' associazione gli Amici del Senio
                          che da tempo chiede una sede stabile. Vedremo se le due attività potranno essere in qualche modo compatibili tra
                          loro e non intralciale l' uno il lavoro dell' altro». Proprio l' altro giorno nell' albo pretorio dell' Unione della Romagna
                          faentina è stata pubblicata la determina di affidamento dei lavori per il recupero dell' ex pesa di Tebano per una cifra
                          di 108mila euro affidati alla CMCF di Faenza. «L' intento - conclude l' assessore Bandini - è di inaugurare per l' estate
                          quei locali che saranno di impulso e di grande supporto all' attività didattica per gli studenti del Polo universitario».

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 14
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                                                         Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Antonio Veca.

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                                                                       Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          «Realizzo ceramiche come nel Paleolitico»
                          Roberto Deriu, archeologo sperimentale, esporrà le sue opere create con tecniche preistoriche nella prossima
                          edizione di Argillà

                          Devoti a Venere: la prossima edizione di Argillà varcherà i confini dell'
                          arte contemporanea spingendosi indietro nel tempo fino al Paleolitico, in
                          omaggio a quelle forme in cui l' umanità ovunque ha intravisto il divino,
                          che gli europei di quasi trentamila anni fa plasmarono in figure come
                          quelle della Venere di Dolní Vestonice o della Signora di Brassempouy, o
                          in quelle più recenti della Dea Madre di Çatalhöyük o della Sognatrice di
                          Malta. A riportarle alla vita, utilizzando le stesse tecniche cui fecero
                          ricorsero i popoli del Paleolitico e del Neolitico, sarà Roberto Deriu,
                          archeologo sperimentale che nel corso della mostra-evento in calendario
                          per il primo fine settimana di settembre sarà ospitato nello Studio
                          Battaglia di Enrico Versari, dove darà vita alle sue fedeli riproduzioni dell'
                          arte preistorica e protostorica. La lingua che parlano le opere è quella
                          che consente a Deriu di lanciarsi in considerazioni come quelle che
                          vogliono quelle sculture e quei bronzetti «portatori di una sensibilità
                          pienamente attuale». La sperimentazione di Roberto Deriu - impegnato
                          nel corso del tempo in decine di scavi archeologici lungo la penisola - ha finito col coprire un periodo storico di
                          decine di migliaia di anni, dagli albori dell' umanità (si diletta a scolpire anche strumenti in selce) fino all' Età del ferro,
                          passando attraverso Paleolitico, Neolitico, Età del Rame e del Bronzo, rievocate dando corpo a «ceramiche e oggetti
                          in metallo che avevano una funzione cultuale, come le Veneri, ma anche a utensili come asce e vasi». All' interno
                          dello studio di Enrico Versari vedrà la luce un forno di dimensioni più ridotte rispetto a quelli che Deriu ha realizzato
                          nel corso dei laboratori di archeologia sperimentale che affiancano le campagne di scavi. «Strutture come quelle,
                          agli uomini della preistoria richiedevano anche dieci giornate di lavoro, essendo composte da un piano di cottura che
                          doveva resistere ad alte temperature, e talvolta da più forni». Nella sua opera trova spazio anche l' età romana
                          imperiale, riprodotta ad esempio con le caratteristiche lucerne che gli archeologici hanno rinvenuto pressoché
                          ovunque siano arrivati coloni romani. «Si tratta di creazioni che nella loro uniformità ci raccontano il grado di
                          specializzazione cui era arrivata quella civiltà, gli aspetti assolutamente industriali che ormai la caratterizzavano. Ma
                          che ci testimoniano anche lo straordinario afflato umano delle civiltà precedenti, la creatività di quegli individui di cui
                          conosciamo pochissimo, ma che sono ancora così vivi». Filippo Donati.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                Pagina 16
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                                                                       Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Dissuasori nelle piste ciclabili «Per rallentare la velocità»
                          Sono stati posti in prossimità di incroci nei quali la visibilità è ridotta e su richiesta dei residenti

                          Hanno lasciato perplessi molti cittadini i dissuasori collocati sulle piste
                          ciclabili che affiancano viale Marconi e via Modigliana, posti
                          rispettivamente in corrispondenza degli incroci con via Stradello
                          Cappuccini e via Tuliero, in direzione dell' omonimo abitato. Dissuasori
                          che rappresentano un unicum a livello nazionale o quasi, considerando
                          che raramente capita di vederne nel bel mezzo delle piste ciclabili. Al
                          punto che il consiglio nazionale della Federazione italiana ambiente e
                          bicicletta, per voce di Enrico Charini, è intervenuto sulla questione:
                          secondo la Fiab i dissuasori «contrastano con il diritto di precedenza
                          garantito dalla segnaletica orizzontale», e non sono al riparo dal rischio
                          che le auto siano costrette a rimanere più tempo in corrispondenza dell'
                          incrocio in attesa che pedoni e ciclisti concludano l' attraversamento.
                          Alcuni utenti della ciclabile, alla guida degli ormai non troppo rari carrelli-
                          appendice, riportano di essere stati costretti a complicate manovre per
                          superare i dissuasori, o di essersi trovate costrette a scegliere di
                          spostarsi sulla strada. La Fiab paventa lo stesso pericolo per chi è alla guida delle cargo-bike. Anche Alessio Grillini di
                          Italia Viva ha criticato i dissuasori. Da parte sua il Comune specifica che la collocazione dei dissuasori è stata decisa
                          «per rallentare la velocità delle bici», spiega l' assessore ai Lavori pubblici Claudia Zivieri, «in corrispondenza di incroci
                          in cui la visibilità è ridotta, come avviene in particolare in quello di viale Marconi». Per quanto riguarda i dissuasori di
                          via Modigliana, prosegue l' assessore, «furono richiesti dai residenti di Borgo Tuliero. La distanza tra un dissuasore e
                          l' altro, pari a due metri, è tale da non obbligare i ciclisti a scendere dalla bici. Occorrerà semplicemente rallentare».
                          f.d.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 17
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                          domenica 01 marzo 2020
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                                                                       Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Spaccio nel parco Biancini, arrestato dai carabinieri

                          I carabinieri di Castel Bolognese, nell' ambito di un' attività investigativa al
                          Parco Biancini, luogo frequentato anche da minori con le famiglie, nella
                          tarda mattinata di venerdì hanno arrestato il 23enne di origine
                          marocchina Ayoub Rahib, già noto alle forze dell' ordine, con l' accusa di
                          detenzione di 90 grammi di marijuana ai fini di spaccio. I militari stavano
                          tenendo d' occhio da diverso tempo gli spostamenti del giovane per
                          capire le sue reti di conoscenze e le sue abitudini. L' ultimo servizio
                          mirato, ha dato esito positivo. Il 23enne - prosegue l' accusa - si è diretto
                          infatti verso una cabina elettrica e ha prelevato da una siepe una busta
                          bianca in cellophane per poi proseguire all' interno del parco. A quel
                          punto i carabinieri sono usciti allo scoperto: il ragazzo, accortosi della
                          loro presenza, è scappato gettando via un involucro con i 90 grammi di
                          marijuana, droga che gli avrebbe potuto fruttare più di 1.000 euro. I
                          militari lo hanno però bloccato e hanno poi deciso di estendere la
                          perquisizione a casa sua, ma con esito negativo. Come disposto dal pm
                          di turno Marilù Gattelli, il 23enne è stato quindi arrestato ed è rimasto una notte ai domiciliari in attesa di comparire
                          ieri mattina davanti al giudice Cristiano Coiro e al vpo Claudia Lapazi. Dopo essersi avvalso della facoltà di non
                          rispondere, per lui è arrivata la convresto: l' imputato, difeso dall' avalida dell' arvocato Nicola Laghi, ha infine
                          patteggiato un anno e un mese di reclusione (con pena sospesa) e una multa da 1.500 euro ed è tornato libero.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019          Pagina 18
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                                                                      Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Nuoto, il gioiello faentino brilla a Sassuolo

                          Busa, che bel poker

                          Poker di medaglie per Michele Brusa, uno dei tanti nuotatori faentini ad
                          essersi messo in luce nel sesto trofeo Interregionale Città di Sassuolo
                          organizzato dal Team Nuoto Modena, a cui hanno partecipato 24
                          società, con oltre 500 atleti iscritti nelle categorie Cadetti, Assoluti e
                          Ragazzi. I 28 faentini impegnati nella manifestazione si sono fatti valere
                          e i grandi mattatori sono stati Brusa che ha vinto l' oro nei 50 metri dorso,
                          nei 50 e 100 farfalla, nei 50 stile libero e nei 100 misti e Andrea Maltoni,
                          pure lei salita quattro volte sul gradino più alto del podio nei 100 e 200
                          dorso, nei 100 e 200 misti. Prima piazza anche per la staffetta 4x50 mista
                          della categoria Ragazzi con Andrea Maltoni, Edoardo Rimini, Giulia
                          Azzotti e Davide Ranieri. Applausi anche Gaia Gionta (2005) medaglia d'
                          oro nei 200 rana e d' argento nei 50 e 100 rana e per Angela Panzavolta
                          (2004) prima nei 200 dorso e terza nei 200 stile libero. A completare le
                          soddisfazioni in casa faentina hanno contribuito le medaglie d' argento di
                          Martina Venieri (2003) nei 200 misti, di Irene Roncasaglia (2004) nei 200
                          stile libero, di Giulia Azzotti (2007) nei 200 farfalla, di Mattia Gaddoni (2002) nei 200 misti, arrivato anche terzo nei 50
                          rana. Bronzo per Penelope Sangiorgi (2007) nei 100 misti ed Edoardo Rimini (2006) nei 200 rana. Ora si attendono le
                          classifiche regionali complessive per vedere quanti nuotatori del Centro Sub Nuoto Faenza saranno finalisti ai
                          Campionati di Categoria in programma a Forlì. Hanno invece gareggiato a Pinarella i nuotatori Esordienti A e B,
                          impegnati nella qualificazione del Gran Premio Esordienti concentramento D. Protagonista è stata Giada Minelli
                          prima nei 200 farfalla, seconda nei 100 rana e quarta nei 200 misti. Bravi anche Alex Gaddoni, primo nei 200 farfalla e
                          Massimo Minardi secondo nei 100 rana e quarto nei 200 misti. In acqua contemporaneamente, ma a Imola c' erano
                          gli Esordienti C: Linda Martelli ha conquistato il bronzo nei 25 metri rana.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 19
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                                                                      Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Alpha Tauri, buon test a Barcellona
                          Formula 1, il team faentino che ha rilevato la Toro Rosso ha provato sul circuito spagnolo la nuova macchina AT01-
                          02

                          Si sono appena concluse le giornate di test che le scuderie di Formula
                          Uno hanno sostenuto sul circuito di Barcellona, in Spagna: molti giri per
                          tutti e molti, soprattutto, per l' Alpha Tauri il team faentino che in tutto e
                          per tutto ha rilevato la Toro Rosso. Una scelta, unicamente commerciale
                          per il proprietario Dietrich Mateschitz che ha deciso di dare il nome della
                          sua nuova linea di abbigliamento sportivo alla sua seconda scuderia, già
                          Minardi e poi Toro Rosso che altro non era se non la traduzione italiana
                          di Red Bull. Molto bene sono andate le cose a Barcellona, con Pierre
                          Gasly - il primo a scendere in pista - che ha completato 139 giri con la
                          nuova AT01-02 ottenendo come miglior tempo un interessante 1'17''006.
                          «Sono state buone giornate, piuttosto intense - spiega il pilota francese -
                          durante la mattina la pista era umida e quindi abbiamo spostato gran
                          parte del nostro programma al pomeriggio. Dopo pranzo, abbiamo fatto
                          più di 100 giri: è stato fantastico, siamo riusciti a fare una simulazione di
                          gara e spingere un po' di più. Rispetto alla scorsa settimana le condizioni
                          erano leggermente più complicate, a causa del vento che hanno reso la macchina più difficile da guidare. Ci sono un
                          paio di aree su cui dobbiamo migliorare, ma sono soddisfatto di questo test. So che abbiamo ancora qualcosa in
                          tasca e sono abbastanza soddisfatto della macchina. E anche se Melbourne è ben diversa da Barcellona, sono
                          abbastanza fiducioso per la prima gara». Prima gara della stagione 2020 che sarà in Australia dal 13 al 15 marzo.
                          Meglio ancora ha fatto il russo Daniil Kvyat, arrivato a ben 385 tornate - per la bellezza di 1792 chilometri - e un ottimo
                          1'16''914 come miglior risultato temporale, in linea con le migliori scuderie, visto il tempo di 1'16''196 di Valery Bottas
                          e della sua Mercedes è stato il migliore della terza giornata di questi test. «Per me è stata una giornata molto
                          produttiva, abbiamo completato parecchi giri e possiamo essere soddisfatti del lavoro svolto. Siamo in una fase in
                          cui ogni volta che andiamo in pista impariamo qualcosa in più sulla vettura, quindi analizzeremo tutti i dati, li
                          metteremo insieme e cercheremo di avere il pacchetto migliore per la prima gara in Australia. Il problema avuto all'
                          inizio della giornata mi è costato un paio di decimi sul mio giro veloce, ma siamo riusciti a risolverlo rapidamente in
                          pausa pranzo, quindi durante il pomeriggio tutto è andato come da programma». Molto contento dei test invernali il
                          Team Principal della scuderia faentina, Franz Tost: «I test invernali sono stati soddisfacenti: la vettura si è dimostrata
                          affidabile e competitiva. Siamo stati anche molto fortunati con il meteo, perché la maggior parte delle giornate
                          hanno registrato temperature piuttosto

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                                                                     Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          elevate per questo periodo dell' anno. Pur avendo avuto due giorni in meno di test, siamo riusciti a tirare fuori il
                          massimo, imparando tanto sulla vettura nel corso di queste sei giornate, durante le quali abbiamo percorso in totale
                          3.580 chilometri senza grosse difficoltà. Ci sono stati alcuni piccoli problemi, ma è una cosa del tutto normale in
                          questa fase e siamo complessivamente soddisfatti per come è andata. Tutta la squadra ha fatto un gran lavoro e ha
                          ben svolto il fitto programma di test in pista. La Honda ha fatto un altro passo avanti migliorando sia le prestazioni
                          che l' affidabilità, consentendoci di essere costanti». Ugo Bentivogli.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019         Pagina 21
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                                                                Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                     Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                          Ozzano-Rekico, derby con tante incognite Ma si va verso la partita a porte chiuse
                          I Raggisolaris navigano a vista dopo lo stop della Lega Entro martedì si saprà qualcosa di certo

                          Il derby con Ozzano sarà a porte chiuse e soprattutto quando si
                          giocherà? Questa è la grande domanda che si stanno ponendo in casa
                          Rekico alla luce anche del provvedimento del Comitato Tecnico
                          Scientifico e del Governo uscito ieri che ha confermato il divieto di
                          attività «che determinano significativi assembramenti di persone» in
                          Emilia Romagna. Nei piani della Lega Nazionale Pallacanestro, il match
                          si sarebbe dovuto recuperare nel week end del 7/8 marzo o entro giovedì
                          12 salvo indisponibilità del campo da parte di Ozzano, ma a questo punto
                          pare ovvio che non ci sarà il pubblico sugli spalti, sempre ammesso che
                          si disputi. Un peccato, perché questa partita è di vitale importanza per
                          entrambe le formazioni, soprattutto per Faenza, perché con una vittoria
                          rientrerebbe nella corsa playoff. Non resta dunque che attendere i
                          provvedimenti del CONI e della FIP (arriveranno al massimo martedì) per
                          capire se la linea sarà simile a quella presa della FIPAV nei giorni scorsi
                          che ha già stabilito che i campionati dalla massima serie fino a quelli
                          regionali si giocheranno in ogni caso, anche a porte chiuse. Al momento lo scenario della pallacanestro nella nostra
                          regione è identico a quella di questa settimana: allenamenti concessi a livello di prima squadra e di settore giovanile
                          e sospensione dei campionati giovanili. La Rekico, come tutte le altre formazioni di serie B e soprattutto dell' Emilia
                          Romagna, non può far altro che allenarsi e aspettare novità, lavorando anche per recuperare qualche acciaccato
                          come Calabrese. Altra pronuncia interessante attesa è quella riguardante la collocazione della Coppa Italia, perché
                          se come sembra verrà inserita nel week end del 17/19 aprile, ci sarà lo slittamento dell' ultima giornata di serie B. Per
                          vedere l' evento collocato in quel week end, si attende solo l' ok definitivo del Comune di Ravenna dato che Lega
                          Nazionale Pallacanestro e Basket Ravenna hanno già trovato l' intesa. Passando al basket giocato, la Rekico
                          ritroverà come avversario Daniele Costanzelli, giocatore che ha vestito la maglia faentina nello scorso campionato,
                          passato ad Ozzano per sostituire Dordei, sceso in C Gold a Scandiano. Luca Del Favero.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 22
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                                                            Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
                                                                      Corriere di Romagna (ed. Ravenna)

                          Il patron del Mei di Faenza al Ministero: si valuta lo stato di crisi del settore

                          FAENZA Giordano Sangiorgi, organizzatore del Mei di Faenza (Meeting per le
                          etichette indipendenti) parteciperà la prossima settimana ad un incontro al
                          Ministeroper i Beni e le Attività culturali (Mibact) con tutte le associazioni del
                          settore musicale sugli Effetti dell' emergenza del Coronavirus sulle attività dello
                          spettacolo dal vivo connesse al diritto d' autore. Sangiorgi, che è anche
                          presidente di Audiocoop, e Maurizio Pasca del Silb hanno diramato insieme ad
                          altre sigle un appello sullo stato di crisi del settore degli eventi dal vivo rivolto al
                          ministro Dario Franceschini. Nell' appello si condividono le azioni adottate per il
                          contenimento del Coronavirus in Italia ma si segnala la situazione di «impasse»
                          in cui è venuto a trovarsi «l' intero comparto dello spettacolo dal vivo». Si chiede
                          che venga «ufficialmente dichiarato lo "stato di crisi" dell' intero settore
                          spettacolo dal vivo, con particolare riferimento alla musica, della quale ci
                          occupiamo, stanziando fin da ora adeguate risorse economiche per un corretto
                          svolgimento della progettualità culturale e musicale 2020 e attivando un tavolo
                          di crisi fin da ora con i diretti protagonisti del settore, come nel nostro caso».
                          Nella lettera a Franceschini si chiede inoltre «che siano adottati provvedimenti
                          normativi, oltre che per evitare qualsiasi penalizzazione nei confronti dei soggetti finanziati dal Fus ai fini della
                          rendicontazione del contributo pubblico, e che allo stesso fine siano allertate le Regioni e gli Enti Locali, quali l'
                          allargamento del Fus a quelle aree culturali come la musica dal vivo popolare contemporanea che stanno soffrendo
                          ancora di più questa crisi».

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019       Pagina 23
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                                                           Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
                                                                     Corriere di Romagna (ed. Ravenna)

                          IN VIA MARCONI E A BORGO TULIERO

                          Dissuasori per bici lungo le ciclabili È polemica
                          Installate per ragioni di sicurezza in due punti a rischio incidenti per Verdi e Fiab «vanno rimossi»

                                                                                                                                  MICHELE DONATI

                          FAENZA Qualcuno già li chiama "i dissuasori della discordia" perché dal
                          momento della loro comparsa hanno suscitato un acceso dibattito intorno alla
                          mobilità sostenibile. Sono quelli installati dal Comune negli scorsi giorni lungo la
                          pista ciclabile di Borgo Tuliero e all' incrocio fra via Marconi e lo Stradello
                          Cappuccini: una misura che nasce dalle segnalazioni dei residenti e presa in
                          accordo con la Polizia locale. Obiettivo dell' intervento, rendere più sicuri gli
                          attraversamenti in prossimità di alcuni passi carrabili (a Borgo Tuliero) e di uno
                          svincolo a rischio incidenti (invia Marconi) spingendo le bici a rallentare: la
                          distanza fra le barriere è di 180 centimetri, tale da non rendere obbligatoria la
                          discesa dal mezzo o impossibile il passaggio alle carrozzine. Maggiori difficoltà
                          sussistono ad esempio per le bici cargo: c' è chi le usa tutti i giorni e ne ha fatto
                          uno stile di vita e una battaglia po litica, come Linda Maggiori, attivista per l'
                          ambiente, candidata con i Verdi alle ultime regionali. «Se davvero lo scopo era
                          rendere più sicuro l' attraversamento - afferma riferendosi in modo particolare a
                          via Marconi - bastava sopraelevare leggermente il passaggio ciclopedonale
                          così da far rallentare le auto. La filosofia da seguire è privilegiare pedoni e bici
                          consentendo così una mobilità davvero fluida, continua e sostenibile. Quanto ai dissuasori di Borgo Tuliero, siamo di
                          fronte a un' oscenità: l' interesse privato è messo davanti a quello pubblico. Le piste ciclabili servono alle bici, se poi
                          le si ostacola in ogni modo si sono solo sprecati soldi». Insieme alla Maggiori si muove la Fiab (Federazione italiana
                          ambiente e bicicletta) a livello locale e nazionale: la richiesta fatta agli assessori competenti è quella di rimuovere i
                          dissuasori e sostituirli con interventi equivalenti. «Come Fiab - prosegue Maggiori - partecipammo agli incontri con l'
                          assessore a lavori pubblici e via bilità Claudia Zivieri per valutare insieme il progetto della pista ciclabile di Borgo
                          Tuliero e non si parlò mai di misure del genere». La battaglia, per Linda Maggiori e Fiab, è una questione di principio:
                          «Si dice di voler proteggere gli utenti deboli, ma alla fine li si avversa. Questa logica non funziona, bisogna realizzare
                          infra strutture interamente fruibili come avviene nelle vere città ciclabili. Non c' è bisogno di andare nei Paesi Bassi
                          per vederle, basta guardare a Imola».

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 24
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                          domenica 01 marzo 2020
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                                                            Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
                                                                     Corriere di Romagna (ed. Ravenna)

                          Castel Bolognese, spaccio vicino al parco. Arrestato 23enne
                          Bloccato dai carabinieri, ha patteggiato una pena di un anno e un mese e 1.500 euro di multa

                          FAENZA Nell' ambito dell' attività investigativa contro lo spaccio di sostanze
                          stupefacenti nelle vicinanze del Parco Biancini, luogo abituale di ritrovo anche
                          di bambini con le rispettive famiglie, i carabinieri di Castel Bolognese hanno
                          arrestato un marocchino 23enne già noto alle forze dell' ordine. I militari dell'
                          Arma stavano monitorando da diverso tempo gli spostamenti del soggetto per
                          capire le reti di conoscenze e le abitudini del soggetto. L'ultimo servizio mirato
                          ha dato esito positivo quando il 23enne, assistito dall'avvocato Nicola Laghi, si
                          è diretto verso una cabina elettrica prelevando da dietro una siepe una busta
                          bianca in cellophane per poi proseguire all'interno del parco. A quel punto i
                          militari sono usciti allo scoperto e il ragazzo accortosi della presenza degli
                          operanti ha cercato di darsi alla fuga disfandosi dell'int ero involucro. A quel
                          punto, recuperato il quantitativo di droga (una novantina di grammi di
                          marijuana) che avrebbe fruttato più di mille euro di guadagno, gli investigatori
                          hanno deciso di estendere la perquisizione anche a casa del soggetto. D' intesa
                          con il sostituto procuratore Marilù Gattelli, il giovane è stato tratto in arresto per
                          detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e tradotto agli
                          arresti domiciliari nell' abitazione di residenza in attesa del rito direttissimo. Davanti al giudice Cristiano Coiro, il
                          maghrebino ha patteggiato un anno e un mese con sospensione condizionale della pena e il pagamento di una multa
                          da 1.500 euro.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019           Pagina 25
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                          domenica 01 marzo 2020
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                                                                               Il Sole 24 Ore
                                                                Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          enti locali

                          Stop alle ordinanze autonome dei sindaci

                          I sindaci non potranno più firmare ordinanze «comunque dirette a
                          fronteggiare l' emergenza» sanitaria «a seguito dell' adozione di misure
                          statali di contenimento e gestione» del problema Coronavirus. Si tratta
                          della sospensione dei poteri di ordinanza sindacale chiesta nei giorni scorsi
                          dall' Associazione dei Comuni per contenere il rischio caos nelle regole
                          locali.

                                                              Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 26
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                          domenica 01 marzo 2020
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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          DIPENDENTI PUBBLICI

                          Il caos delle ordinanze limita il salvastipendi
                          No alla tutela delle assenze per ordinanze locali in zone fuori dal Dpcm Coronavirus

                                                                                                                                      Gianni Trovati

                          ROMA Non tutti i dipendenti pubblici costretti all' assenza forzata nei giorni
                          scorsi saranno coperti dal salva-stipendi preparato dal governo. E la causa
                          va cercata nell' anarchia amministrativa che ha caratterizzato la prima fase
                          dell' emergenza Coronavirus. Perché il decreto, approvato salvo intese,
                          nelle ultime versioni circolate propone un intervento in due mosse. La
                          prima è strutturale, e corregge il meccanismo anti-assenteismo voluto nel
                          2008 da Renato Brunetta che taglia le indennità accessorie nei primi 10
                          giorni di malattia. Il taglio, dice la nuova norma, non scatterà quando c' è un
                          ricovero ospedaliero per «prestazioni rientranti nei livelli essenziali di
                          assistenza». Al ricovero sono poi equiparati i periodi di quarantena o
                          permanenza domiciliare con sorveglianza attiva dovuti al virus. Ma il
                          problema si incontra nella seconda mossa, che equipara alla presenza in
                          servizio le assenze forzate per le chiusure di scuole o uffici decise a livello
                          locale in base all' articolo 3, comma 1 del primo decreto Coronavirus (il Dl
                          6/2020). Nella catena normativa quel decreto ha prodotto il primo Dpcm
                          che gestiva l' emergenza nelle regioni del Nord. Ma dalle Marche alla
                          Campania, dalla Provincia di Palermo a tanti Comuni del Centro-Sud, gli amministratori locali hanno hanno chiuso o
                          limitato scuole o servizi. Lì il salva-stipendi, almeno nella versione circolata finora, non arriva. Anche per non mettere
                          a carico dei bilanci pubblici il "prezzo" delle scelte unilaterali di molti politici locali. Si tratta di un altro freno all'
                          iperproduzione di ordinanze locali, che nel decreto sfocia nel divieto per i sindaci di muoversi fuori dalle «misure
                          statali» sull' emergenza. Un divieto, va ricordato, chiesto dallo stesso presidente dell' Anci per fermare il rischio caos
                          a livello locale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 27
[ § 1 5 4 9 3 5 0 9 § ]

                          domenica 01 marzo 2020
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                                                                                 Il Sole 24 Ore
                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Scuole ancora chiuse in tre Regioni
                          Il nuovo decreto di Conte. Fermo aule per Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, ma riaprono esercizi e bar Lavoro
                          agile. Su tutto il territorio nazionale le aziende potranno ricorrere allo smart working con regole più snelle

                                                                                                                             Marzio BartoloniClaudio Tucci

                          Lunedì le scuole potranno riaprire in quasi tutte le regioni, tranne in
                          Lombardia, Emilia Romagna, e Veneto dove le aule resteranno chiuse un'
                          altra settimana, fino cioè all' 8 marzo. Solo in Piemonte l' apertura agli
                          studenti slitterà a mercoledì, ma solo per effettuare un' igienizzazione
                          straordinaria. Ma il ritorno a un po' di normalità ci sarà anche nelle tre
                          regioni della cosiddetta «area gialla», quella con più casi di contagio e con
                          più restrizioni dopo la zona rossa degli 11 Comuni del focolaio: in
                          Lombardia, Emilia e Veneto scatterà infatti da domani l' apertura di tutte le
                          attività commerciali senza più restrizioni, ma con «modalità contingentate»
                          ed evitando «assembramenti» e garantendo il «mantenimento di una
                          distanza di almeno un metro tra visitatori», il cosiddetto «criterio droplet» (è
                          la misura minima per evitare il contagio dalle goccioline di saliva), un
                          criterio che si appresta a diventare una regola d' oro della vita quotidiana ai
                          tempi del coronavirus. Ci sarà invece un ritorno a tutte le attività e a una
                          quasi completa normalità per Friuli Venezia Giulia, Marche e Liguria che
                          escono dunque dalla zona gialla. In cui potrebbero però rientrare alcune
                          città o province: a esempio Savona dove infatti le scuole resteranno chiuse e forse anche le aree di Pesaro-Urbino. A
                          ridisegnare la geografia dell' Italia che di fatto resta divisa in tre (zona rossa, gialla e bianca in base al rischio), è il
                          nuovo Dpcm atteso per oggi che sarà valido per tutta Italia e prenderà il posto delle ordinanze regionali: l' articolato
                          sarà «in pieno raccordo con le valutazione dei governatori» ha sottolineato ieri il premier, Giuseppe Conte. Tra le altre
                          misure, queste valide per tutta Italia, c' è la possibilità che durante l' intero stato di emergenza dichiarato dal governo
                          lo scorso 31 gennaio (sei mesi, ndr) le aziende su tutto il territorio nazionale potranno ricorrere a modalità di lavoro
                          agile con regole più snelle (lo smart working, anche senza accordo individuale, quindi, non verrebbe più disciplinato
                          come sola misura tampone limitata ad alcune regioni e fino al 15 marzo). Inoltre, sempre per tutta Italia e fino a metà
                          marzo, gli alunni saranno riammessi in classe dopo malattie di durata superiore a cinque giorni soltanto se
                          presentano un certificato medico. Resteranno invece sospesi viaggi d' istruzione, gite, scolastiche, scambi e
                          gemellaggi per tutto lo stato di emergenza (fino a luglio, quindi fino alla fine dell' anno scolastico). Tra le misure per
                          tutto il Paese c' è infine l' obbligo per tutti gli uffici della Pa, scuole e università di esporre cartelli con le misure di
                          prevenzione per i cittadini (come il lavaggio delle mani) e di rendere disponibili disinfettanti per il pubblico.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                    Pagina 28
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                          domenica 01 marzo 2020

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                                                                 Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Il nuovo Dpcm conferma poi lo stop di tutte le attività per gli 11 comuni, 10 in Lombardia uno in Veneto, rientranti
                          nella cosiddetta «zona rossa», quelle del focolaio. Ma come detto rimodula quella che è stata chiamata finora «zona
                          gialla» e che in un primo momento ha riguardato oltre 26 milioni di persone tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli
                          Venezia Giulia, Emilia Romagna e Liguria. Queste area adesso si riduce a tre Regioni: Lombardia, Veneto ed Emilia
                          Romagna. Qui oltre alla chiusura delle scuole fino all' 8 marzo, resteranno sospese le competizioni sportive
                          (comprese le partite di calcio che però potranno essere giocate a porte chiuse), con il divieto di trasferta per i tifosi
                          delle squadre delle tre Regioni. Sempre fino all' 8 marzo saranno congelate anche tutte le manifestazioni organizzate
                          di carattere non ordinario anche se in luoghi chiusi come «grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie
                          religiose». Restano poi sospese le procedure concorsuali (ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario).
                          Rispetto a quanto deciso prima si potranno riaprire al pubblico i musei e i luoghi della cultura a patto che si
                          «assicurino modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone» rispettando
                          sempre la distanza «droplet». Intanto l' ultimo bollettino della Protezione civile sulla diffusione del coronavirus della
                          protezione civile parla di una nuova mini-impennata di casi che superano ormai il migliaio dagli 821 del giorno prima:
                          a ieri erano 1.049 le persone che risultano positive al coronavirus, con il primo caso in Friuli Venezia Giulia, a Gorizia,
                          non grave ma in isolamento. A queste si aggiungono 29 persone decedute (21 il giorno prima) e 50 guariti in tutta
                          Italia. Complessivamente, dall' inizio dell' emergenza sono stati dunque 1.128 i contagiati. © RIPRODUZIONE
                          RISERVATA.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 29
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                          domenica 01 marzo 2020
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                                                                                 Il Sole 24 Ore
                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          smart citiesTecnologie inclusive

                          Digitalizzazione urbana a misura d' uomo

                                                                                                                                  Cristiano Radaelli

                          Negli ultimi dieci anni, una serie di tendenze globali stanno guidando
                          profonde modifiche al modo in cui le persone vivono in tutto il mondo: la
                          crescente urbanizzazione delle popolazioni mondiali, l' introduzione dell'
                          intelligenza artificiale, della robotica e dei dispositivi IoT, i cambiamenti
                          ambientali che richiedono sempre maggiore attenzione nelle regole e nei
                          comportamenti, la crescita delle popolazioni in Africa, Asia e America
                          Latina e il crescente potere d' acquisto delle classi medie nei paesi in via di
                          sviluppo. La crescita della popolazione combinata con il graduale
                          spostamento dalle aree rurali a quelle urbane, secondo un rapporto
                          pubblicato dalle Nazioni Unite nel 2015, aggiungerà altri 2,5 miliardi di
                          persone alle aree urbane entro il 2050, fino a raggiungere una percentuale
                          di urbanizzazione del 68% rispetto al 55% del 2015. L' ampiezza e il ritmo
                          del cambiamento non hanno precedenti: un nuovo rapporto delle Nazioni
                          Unite presentato a maggio 2019 prevede che quasi il 90% dell' aumento
                          avverrà in Asia e Africa; entro il 2050 le popolazioni urbane dell' India, della
                          Cina e della Nigeria aumenteranno rispettivamente di 416, 255 e 189
                          milioni. Tutti questi cambiamenti e sfide si intersecano dunque in un' area che con il passare del tempo è destinata a
                          diventare sempre più importante per le nostre comunità e l' ambiente: la costruzione delle città del futuro. Sia che si
                          tratti di costruire nuove città o di ridisegnare quelle attuali, le persone in tutti i continenti vogliono vivere in città
                          progettate con attenzione ad ambiente, sostenibilità, sicurezza e qualità della vita al loro interno. Secoli fa, la nascita
                          e lo sviluppo dei Comuni crearono le condizioni per lo sviluppo dell' Umanesimo e del Rinascimento; ora nell' era dell'
                          intelligenza artificiale, la creazione di soluzioni abitative sostenibili ponendo al centro le comunità, è l' elemento
                          fondamentale e necessario per gestire l' impatto sociale dei cambiamenti che stiamo vivendo e che assumeranno
                          forme ancora più profonde nei prossimi anni. Ciò significa sfruttare il potere della tecnologia per arricchire e
                          semplificare la vita di decine di milioni di persone che nei prossimi anni avranno bisogno di case in paesi ad alta
                          crescita demografica e migliorare l' offerta di servizi alle persone che abiteranno nei quartieri rigenerati nei paesi
                          sviluppati. Nelle città future l' infrastruttura digitale è l' elemento abilitante per fornire nuovi servizi per supportare la
                          creazione e attivare la vita delle comunità, per l' inclusione e il benessere delle persone, per la condivisione degli
                          spazi, per fornire un ambiente verde e sostenibile. Le persone oggi cercano non solo spazi in cui vivere, ma sempre
                          più spazi con servizi disponibili. Le app e i servizi digitali possono anche essere utilizzati per promuovere un livello
                          più alto di attenzione

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 30
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                          domenica 01 marzo 2020

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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          ambientale. Ad esempio, a livello di un appartamento o di una casa, oggi siamo in grado di implementare strumenti
                          digitali che consentano ai residenti di essere consapevoli del loro consumo di energia. Questo è il primo passo per
                          una vita sostenibile e per ridurre i consumi: se un residente vede quanto spende al giorno, è probabile che riduca il
                          consumo spegnendo o governando gli elettrodomestici, ove possibile, anche da remoto. Inoltre, a livello di quartiere,
                          attraverso l' uso dell' intelligenza artificiale e dei big data, possiamo meglio bilanciare l' energia in un ampio numero di
                          case e questo può essere utilizzato per negoziare contratti migliori per i residenti, permettendo loro di risparmiare
                          denaro per la loro vita quotidiana, ma anche, ad esempio, questo può permettere la progettazione di infrastrutture e
                          reti elettriche dimensionate in base alle reali esigenze. Le abitazioni a prezzi accessibili sostenuti dai servizi digitali
                          sono una soluzione molto valida e molto apprezzata per soddisfare le esigenze dei residenti, promuovendo al
                          contempo un modo di vivere più consapevole dell' ambiente, inclusivo ed economicamente valido per le generazioni
                          future. La tecnologia che può essere implementata propone soluzioni innovative sia per nuove città, che vengono
                          costruite prevalentemente nei Paesi in via di sviluppo, sia nei progetti di ristrutturazione e rigenerazione di quartieri in
                          quelli sviluppati, dove è possibile implementare nuovi concetti di design e soluzioni tecnologiche che aggiungono un
                          valore immenso all' area e sono ampiamente apprezzati dai residenti, migliorando nel contempo la loro vita
                          quotidiana. Supportare l' inclusione sociale, superare l' analfabetismo e colmare il divario digitale è un obiettivo
                          molto importante che dobbiamo raggiungere nella nostra società e nelle nostre città future. In conclusione, le città
                          sostenute da soluzioni tecnologiche incentrate sui bisogni delle persone sono un importante progetto politico da
                          perseguire. La nostra capacità di cambiare positivamente il modo di vivere di una comunità generando risparmi
                          economici e promuovendo la crescita sarà la chiave per creare un futuro più positivo per tutti. Chief innovation
                          officer di Planet Smart City © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 31
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