Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019

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Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019
Comune di Russi
martedì, 24 settembre 2019
Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019
Comune di Russi
                                                   martedì, 24 settembre 2019

Prime Pagine

 24/09/2019   Corriere di Romagna (ed. Ravenna)                                                                                           4
 Prima pagina del 24/09/2019
 24/09/2019   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)                                                                                          5
 Prima pagina del 24/09/2019

Cultura e Turismo

 24/09/2019   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 41                                                                                6
 «Alberti, è qui la festa»

Politica locale

 24/09/2019   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 45                                                                                7
 «Centrale di Russi, legna in deroga alle prescrizioni»
 23/09/2019   Ravenna Today                                                                                                               8
 Centrale a biomasse, Legambiente critica: "Parte già col piede sbagliato"
 23/09/2019   Ravenna24Ore.it                                                                                                             9
 Legambiente: "La centrale di Russi parte con il piede sbagliato"

 23/09/2019   RavennaNotizie.it                                                                                                           10
 Centrale Russi. Legambiente: "Smaltire 350mila tonnellate di legna in 3 anni? Si deroga alle prescrizioni su impatto ambientale"

sanità, sociale e servizi per l'infanzia

 24/09/2019   Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 47                                                                                11
 Corsi di italiano per stranieri Aperte le iscrizioni

sport

 23/09/2019   Ravenna Today                                                                                                               12
 Si gioca l' attesa 24 ore di baseball

Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

 24/09/2019   Il Sole 24 Ore Pagina 4                                                                                                     13
 Investimenti al Sud, il governo vuole rifinanziare il bonus fiscale

 24/09/2019   Il Sole 24 Ore Pagina 28                                                                                                    14
 Quota 100, al via il censimento degli enti erogatori del Tfr/Tfs
 24/09/2019   Il Sole 24 Ore Pagina 29                                                                   Marzio Bartoloni Barbara Gobbi   15
 Emergenza medici, il piano salva-Ssn vale un miliardo
Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019
24/09/2019     Italia Oggi Pagina 33                                                            ANTONIO CICCIA MESSINA   17
Il riabilitato ha diritto all' oblio del web
24/09/2019     Italia Oggi Pagina 33                                                                                     18
Affitti turistici, pronti i modelli
24/09/2019     Italia Oggi Pagina 33                                                                                     19
Sicurezza, ecco 1.700 assunti
24/09/2019     Italia Oggi Pagina 33                                                                  MATTEO BARBERO     20
Una beffa per enti virtuosi

24/09/2019     Italia Oggi Pagina 33                                                            ANTONIO CICCIA MESSINA   21
Dati sanitari sotto chiave

24/09/2019     Italia Oggi Pagina 37                                                                    MARCO NOBILIO    22
Salvaprecari, strada in salita I paletti dei sindacati, caso paritarie

24/09/2019     Italia Oggi Pagina 39                                                                EMANUELA MICUCCI     24
Rettori, sì alla chiamata diretta
24/09/2019     Italia Oggi Pagina 40                                                                    ANGELA IULIANO   26
Green new deal punta sugli ecobus Il decreto legge pronto per il cdm
24/09/2019     Italia Oggi Pagina 41                                                                    MARCO NOBILIO    27
Nessuna speranza per i lavoratori in regime di tfr La trattenuta del 2,5% si applica comunque
Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019
[ § 1 § ]

            martedì 24 settembre 2019
                                        Corriere di Romagna (ed. Ravenna)

                                          Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 4
Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019
[ § 2 § ]

     martedì 24 settembre 2019
                                 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

                                  Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 5
Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019
[ § 1 4 7 3 0 1 6 5 § ]

                          martedì 24 settembre 2019
                          Pagina 41

                                                             Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                                 Cultura e Turismo

                          «Alberti, è qui la festa»
                          Folla alla manifestazione tra show, mercatini, balli e sport

                          di ROBERTA BEZZI NEANCHE la pioggia e il fresco delle temperature
                          settembrine hanno fermato, ieri, il bel flusso di gente che da sempre
                          caratterizza la 'Festa del quartiere Alberti, a base di spettacoli, mercatini,
                          balli, sport, esibizioni, sfilate e tornei. Tante famiglie con bambini, coppie
                          e anziani si sono riversati da mattina a sera lungo viale Alberti, viale Le
                          Corbusier e via Brunelleschi, per vivere insieme una giornata di allegria e
                          spensieratezza. Quest' anno il tema hawaiano, anche se non ha portato il
                          bel sole sperato, ha però colorato gli stand, le bancarelle e le persone con
                          colorate ghirlande. Da segnalare, in particolare, il messaggio contro la
                          violenza: attorno all' albero dedicato alla memoria di Falcone, in via Le
                          Corbusier, è stato premiato l' elaborato più rappresentativo presentato
                          dai bambini. Grande affluenza anche per la sfilata canina organizzata dall'
                          associazione Clama e per la pesca di beneficenza promossa dall' Ageop,
                          con l' attesa estrazione verso le 19, per scoprire si è aggiudicato i premi
                          più importanti: una tv 43 pollici, un hoverboard e un weekend omaggio.
                          Non sono mancate poi le coinvolgenti esibizioni delle Little Cheerleader a
                          cura del Football Americano, dei balli country e latini proposti da Free To
                          Dance, Wild Angels e Move It. NEL COMPLESSO, una giornata di festa
                          che ha soddisfatto tutti. «Malgrado il brutto tempo, la gente c' è - afferma
                          Cristiana Pezzi che da anni partecipa al mercatino -. Questa è una festa
                          molto sentita e partecipata non solo dalla gente del quartiere, visto che c' è chi viene apposta. Ed è il luogo giusto in
                          cui presentare nuove creazioni artigianali. Per quanto mi riguarda, sono specializzata nella produzione di orecchini
                          con materiali particolari che acquisto in giro per l' Italia e l' Europa come le ceramiche di Grottaglie in Puglia e il
                          giaietto, un minerale che si trova solo in Spagna». Da sei anni Matilda Nini di Outlet Matilda ha scelto questo quartiere
                          per il suo negozio di abbigliamento. «Mi trovo molto bene qui - rivela -. C' è bella gente e un buon passaggio, quindi la
                          zona funziona a livello commerciale. Molto gioioso il tema hawaiano di quest' anno, peccato solo che non sia stato
                          'salutato' dal bel tempo. Ma non ci possiamo lamentare». Tra gli antesignani nel quartiere c' è poi Davide Belletti del
                          negozio Free Model, aperto nel 1993. «La festa porta sempre molto movimento - racconta -. Tant' è che, a livello
                          personale, sarei favorevole ad allungarla a due giorni, sabato e domenica, come è avvenuto per celebrare i dieci anni.
                          Malgrado i tempi siano cambiati, il modellismo piace ancora e, durante la festa, faccio conoscere i miei corsi gratuiti
                          per bambini, per avvicinarli alla costruzione e alla manualità». Per l' artigiana Gabriella Forte di Russi, invece, è la
                          prima volta al mercatino della festa. «L' anno scorso ero venuta come visitatrice ed ero rimasta colpita dall' alta
                          affluenza - dice -. Ne sono contenta perché ho avuto la possibilità di far conoscere i miei capi per bambini fatti a
                          mano e, in particolare, le mie simpatiche scimmiette da usare sia come giocattolo sia come elemento di arredo». ©
                          RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 6
Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019
[ § 1 4 7 3 0 1 6 6 § ]

                          martedì 24 settembre 2019
                          Pagina 45

                                                             Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                                    Politica locale

                          LEGAMBIENTE

                          «Centrale di Russi, legna in deroga alle prescrizioni»

                          LEGAMBIENTE interviene sulla notizia dell' accordo firmato dall' Emilia-
                          Romagna per smaltire nella centrale di Russi 350.000 tonnellate di legna
                          dalle foreste del Veneto colpite lo scorso anno dal ciclone Vaia. «Non ci
                          sembra una notizia positiva - ha commentato Yuri Rambelli, presidente
                          del circolo Legambiente A. Cederna - che ancora prima dell' avvio
                          effettivo delle attività già si preveda una deroga alle prescrizioni
                          contenute nella valutazione di impatto ambientale». L' associazione ha
                          sempre avuto un giudizio critico sulla realizzazione di questa centrale: già
                          nel 2014 infatti sottolineava come la grande taglia dell' impianto avrebbe
                          richiesto di drenare materiale da un territorio molto ampio, con un'
                          incidenza significativa del trasporto, in termini di emissioni e consumi di
                          combustibile, chiedendosi se nei 70 km di raggio previsti esistesse
                          realmente una quantità di biomassa sufficiente ad alimentare l' impianto.
                          «Ora - si legge nel comunicato - , ancora prima dell' avvio ufficiale, si
                          prevede una deroga di 3 anni (rinnovabili) con l' obiettivo di 'accelerare la
                          rimozione degli alberi abbattuti al fine di evitare l' insorgenza di
                          problematiche fitosanitarie e favorire nel più breve tempo possibile il
                          ripristino delle normali condizioni ambientali, compresa la salvaguardia
                          degli habitat degli animali selvatici'». «Siamo perplessi da queste deroghe
                          - afferma Rambelli - in primo luogo perché se è stato previsto che il
                          materiale dovesse essere reperito entro un raggio di 70 km dalla centrale abbiamo forti dubbi sulla sostenibilità
                          ambientale di una fornitura che arriva invece da oltre 200 km, con il conseguente traffico di mezzi pesanti e il relativo
                          inquinamento. Inoltre non capiamo come si possa conciliare una misura per la rimozione degli alberi abbattuti 'nel più
                          breve tempo possibile' con una deroga di 3 anni, ulteriormente rinnovabile». Nel comunicato si spiega come desti
                          perplessità l' affermazione della Regione secondo cui l' impianto potrà utilizzare il materiale legnoso proveniente dal
                          Veneto fino al 40% del totale annuo, ma al tempo stesso è stata posta come condizione il rispetto dei contratti di
                          fornitura con i produttori locali: allo stato attuale dunque la sola biomassa presente nei 70 km di raggio è sufficiente ad
                          alimentare l' impianto oppure no?».

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 7
Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019
[ § 1 4 7 3 0 1 6 7 § ]

                          lunedì 23 settembre 2019

                                                                              Ravenna Today
                                                                                    Politica locale

                          Centrale a biomasse, Legambiente critica: "Parte già col piede sbagliato"
                          "L' associazione ha sempre avuto un giudizio critico sulla realizzazione delal centrale: già nel 2014 infatti sottolineava
                          come la grande taglia dell' impianto avrebbe richiesto di drenare materiale da un territorio molto ampio"

                          1 "Il mare in centro storico": taglio del nastro per un nuovo ristorante di
                          pesce 2 Escort e tatuaggi: cosa piace ai clienti del sesso a pagamento
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                          foreste venete devastate dal ciclone arriva l' energia "pulita" 19 settembre
                          2019 Legambiente interviene sulla notizia dell' accordo firmato dall'
                          Emilia-Romagna per smaltire nella centrale di Russi 350mila tonnellate di
                          legna dalle foreste del Veneto colpite lo scorso anno dal ciclone "Vaia".
                          "Non ci sembra una notizia positiva - ha commentato Yuri Rambelli,
                          presidente del circolo Legambiente "A. Cederna" - che ancora prima dell'
                          avvio effettivo delle attività già si preveda una deroga alle prescrizioni
                          contenute nella valutazione di impatto ambientale. L' associazione ha
                          sempre avuto un giudizio critico sulla realizzazione di questa centrale: già
                          nel 2014 infatti sottolineava come la grande taglia dell' impianto avrebbe
                          richiesto di drenare materiale da un territorio molto ampio, con un'
                          incidenza significativa del trasporto, in termini di emissioni e consumi di
                          combustibile, chiedendosi se nei 70km di raggio previsti esistesse
                          realmente una quantità di biomassa sufficiente ad alimentare l' impianto.
                          Ora, ancora prima dell' avvio ufficiale, si prevede una deroga di 3 anni
                          (rinnovabili) con l' obiettivo di "accelerare la rimozione degli alberi
                          abbattuti al fine di evitare l' insorgenza di problematiche fitosanitarie e
                          favorire nel più breve tempo possibile il ripristino delle normali condizioni
                          ambientali, compresa la salvaguardia degli habitat degli animali selvatici". "Siamo perplessi da queste deroghe -
                          afferma Rambelli - in primo luogo perché se è stato previsto che il materiale dovesse essere reperito entro un raggio
                          di 7 0km dalla centrale abbiamo forti dubbi sulla sostenibilità ambientale di una fornitura che arriva invece da oltre
                          200km, con il conseguente traffico di mezzi pesanti e il relativo inquinamento. Inoltre non capiamo come si possa
                          conciliare una misura per la rimozione degli alberi abbattuti "nel più breve tempo possibile" con una deroga di 3 anni,
                          ulteriormente rinnovabile. Desta inoltre perplessità l' affermazione della Regione secondo cui l' impianto potrà
                          utilizzare il materiale legnoso proveniente dal Veneto fino al 40% del totale annuo, ma al tempo stesso è stata posta
                          come condizione il rispetto dei contratti di fornitura con i produttori locali: allo stato attuale dunque la sola biomassa
                          presente nei 70km di raggio è sufficiente ad alimentare l' impianto oppure no? A cosa servono le prescrizioni
                          contenute nella valutazione di impatto ambientale se, in nome dell' energia pulita e di un accordo di solidarietà, queste
                          vengono derogate ancora prima dell' entrata in funzione dell' impianto?".

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 8
Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019
[ § 1 4 7 3 0 1 7 0 § ]

                          lunedì 23 settembre 2019

                                                                            Ravenna24Ore.it
                                                                                    Politica locale

                          Legambiente: "La centrale di Russi parte con il piede sbagliato"
                          L' associazione commenta la notizia con cui la Regione ha autorizzato la fornitura di 350.000 tonnellate di legna

                          Legambiente: "La centrale di Russi parte con il piede sbagliato"
                          Legambiente interviene sulla notizia dell' accordo firmato dall' Emilia-
                          Romagna per smaltire nella centrale di Russi 350.000 tonnellate di legna
                          dalle foreste del Veneto colpite lo scorso anno dal ciclone "Vaia". "Non ci
                          sembra una notizia positiva - ha commentato Yuri Rambelli, presidente
                          del circolo Legambiente "A. Cederna" - che ancora prima dell' avvio
                          effettivo delle attività già si preveda una deroga alle prescrizioni
                          contenute nella valutazione di impatto ambientale". L' associazione ha
                          sempre avuto un giudizio critico sulla realizzazione di questa centrale: già
                          nel 2014 infatti sottolineava come la grande taglia dell' impianto avrebbe
                          richiesto di drenare materiale da un territorio molto ampio, con un'
                          incidenza significativa del trasporto, in termini di emissioni e consumi di
                          combustibile, chiedendosi se nei 70km di raggio previsti esistesse
                          realmente una quantità di biomassa sufficiente ad alimentare l' impianto.
                          Ora, ancora prima dell' avvio ufficiale, si prevede una deroga di 3 anni
                          (rinnovabili) con l' obiettivo di "accelerare la rimozione degli alberi
                          abbattuti al fine di evitare l' insorgenza di problematiche fitosanitarie e
                          favorire nel più breve tempo possibile il ripristino delle normali condizioni
                          ambientali, compresa la salvaguardia degli habitat degli animali selvatici".
                          "Siamo perplessi da queste deroghe - afferma Rambelli - in primo luogo
                          perché se è stato previsto che il materiale dovesse essere reperito entro
                          un raggio di 70km dalla centrale abbiamo forti dubbi sulla sostenibilità
                          ambientale di una fornitura che arriva invece da oltre 200km, con il
                          conseguente traffico di mezzi pesanti e il relativo inquinamento. Inoltre non capiamo come si possa conciliare una
                          misura per la rimozione degli alberi abbattuti "nel più breve tempo possibile" con una deroga di 3 anni, ulteriormente
                          rinnovabile. Desta inoltre perplessità l' affermazione della Regione secondo cui l' impianto potrà utilizzare il materiale
                          legnoso proveniente dal Veneto fino al 40% del totale annuo, ma al tempo stesso è stata posta come condizione il
                          rispetto dei contratti di fornitura con i produttori locali: allo stato attuale dunque la sola biomassa presente nei 70km di
                          raggio è sufficiente ad alimentare l' impianto oppure no? A cosa servono le prescrizioni contenute nella valutazione di
                          impatto ambientale se, in nome dell' energia pulita e di un accordo di solidarietà, queste vengono derogate ancora
                          prima dell' entrata in funzione dell' impianto?".

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 9
Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019
[ § 1 4 7 3 0 1 6 8 § ]

                          lunedì 23 settembre 2019

                                                                          RavennaNotizie.it
                                                                                   Politica locale

                          Centrale Russi. Legambiente: "Smaltire 350mila tonnellate di legna in 3 anni?
                          Si deroga alle prescrizioni su impatto ambientale"
                          Legambiente interviene sulla notizia dell' accordo firmato dall' Emilia-Romagna per smaltire nella centrale di Russi
                          350.000 tonnellate di legna dalle

                          Legambiente interviene sulla notizia dell' accordo firmato dall' Emilia-
                          Romagna per smaltire nella centrale di Russi 350.000 tonnellate di legna
                          dalle foreste del Veneto colpite lo scorso anno dal ciclone 'Vaia' . 'Non ci
                          sembra una notizia positiva - ha commentato Yuri Rambelli, presidente
                          del circolo Legambiente 'A. Cederna' - che ancora prima dell' avvio
                          effettivo delle attività già si preveda una deroga alle prescrizioni
                          contenute nella valutazione di impatto ambientale'. L' associazione ha
                          sempre avuto un giudizio critico sulla realizzazione di questa centrale: già
                          nel 2014 infatti sottolineava come 'la grande taglia dell' impianto avrebbe
                          richiesto di drenare materiale da un territorio molto ampio, con un'
                          incidenza significativa del trasporto, in termini di emissioni e consumi di
                          combustibile, chiedendosi se nei 70km di raggio previsti esistesse
                          realmente una quantità di biomassa sufficiente ad alimentare l'
                          impianto.Ora, ancora prima dell' avvio ufficiale, si prevede una deroga di
                          3 anni (rinnovabili) con l' obiettivo di accelerare la rimozione degli alberi
                          abbattuti al fine di evitare l' insorgenza di problematiche fitosanitarie e
                          favorire nel più breve tempo possibile il ripristino delle normali condizioni
                          ambientali, compresa la salvaguardia degli habitat degli animali selvatici.'
                          'Siamo perplessi da queste deroghe - afferma Rambelli - in primo luogo
                          perché se è stato previsto che il materiale dovesse essere reperito entro
                          un raggio di 70km dalla centrale abbiamo forti dubbi sulla sostenibilità
                          ambientale di una fornitura che arriva invece da oltre 200km, con il
                          conseguente traffico di mezzi pesanti e il relativo inquinamento. Inoltre
                          non capiamo come si possa conciliare una misura per la rimozione degli alberi abbattuti 'nel più breve tempo
                          possibile' con una deroga di 3 anni, ulteriormente rinnovabile'. Desta inoltre perplessità, continua la nota di
                          Legambiente, l' affermazione della Regione secondo cui l' impianto potrà utilizzare il materiale legnoso proveniente
                          dal Veneto fino al 40% del totale annuo, ma al tempo stesso è stata posta come condizione il rispetto dei contratti di
                          fornitura con i produttori locali: allo stato attuale dunque la sola biomassa presente nei 70km di raggio è sufficiente ad
                          alimentare l' impianto oppure no?A cosa servono le prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale se,
                          in nome dell' energia pulita e di un accordo di solidarietà, queste vengono derogate ancora prima dell' entrata in
                          funzione dell' impianto?

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019             Pagina 10
[ § 1 4 7 3 0 1 6 9 § ]

                          martedì 24 settembre 2019
                          Pagina 47

                                                              Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
                                                                      sanità, sociale e servizi per l'infanzia

                          Corsi di italiano per stranieri Aperte le iscrizioni

                          DA FINE ottobre a maggio 2020 presso il centro sociale Porta Nova di
                          Russi si terranno i corsi gratuiti di lingua italiana (alfabetizzazione, livello
                          A1 e A2) rivolti ai cittadini stranieri residenti a Russi, maggiori di anni 16 e
                          con regolare permesso di soggiorno, organizzati dal centro stesso in
                          collaborazione con il Comune di Russi. È possibile iscriversi ai corsi
                          presso il centro in via Aldo Moro 2/1 a Russi, oggi dalle 14 alle 16.30 e
                          domani dalle 9 alle 11. Per info: Centro Sociale Porta Nova (tel. 0544-
                          582088); Ufficio Servizi alla Persona del Comune di Russi (tel. 0544-
                          587648).

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 11
[ § 1 4 7 3 0 1 7 1 § ]

                          lunedì 23 settembre 2019

                                                                             Ravenna Today
                                                                                        sport

                          Si gioca l' attesa 24 ore di baseball

                          Conclusa la Fira di Sett Dulur di Russi, nel mese di ottobre si svolgono le
                          tradizionali sagre autunnali nelle frazioni. Come da tradizione si parte da
                          Godo, che il 5 e 6 ottobre festeggia la Madonna del Rosario. Ma la festa
                          è anticipata dalla due giorni di baseball che si tiene sabato 28 e domenica
                          29 settembre al diamante Casadio. Anche quest' anno le due società Goti
                          e Godo baseball organizzano l' attesa 24 ore di baseball nel campo
                          sportivo di via Rivalona.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 12
[ § 1 4 7 3 0 1 7 4 § ]

                          martedì 24 settembre 2019
                          Pagina 4

                                                                                 Il Sole 24 Ore
                                                                    Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          POLITICHE PER LO SVILUPPO

                          Investimenti al Sud, il governo vuole rifinanziare il bonus fiscale
                          Misiani conferma il credito d' imposta tra le priorità: serviranno 500 milioni

                          Marco Mobili, Giovanni Parente - roma Rifinanziare il credito d' imposta
                          al Sud e sostenere le imprese che assumono e investono con la
                          prosecuzione del piano industria 4.0. Sul fronte lavoratori ci sarà il taglio
                          al cuneo fiscale e per le famiglie si farà di tutto per evitare l' aumento delle
                          aliquote Iva dal 10 al 13% e dal 22 al 25,2 per cento. A confermare le
                          direttrici su cui si muoverebbe il Governo nel disegnare la manovra è
                          stato ieri a Torino il viceministro all' Economia, Antonio Misiani,
                          intervenendo alla seconda edizione di «Fisco&Futuro» organizzata da
                          Eutekne. Il Sud e il sostegno alle attività produttive del Mezzogiorno
                          avranno dunque un ruolo di primo piano con la prossima manovra di
                          bilancio. Per sostenere gli investimenti, infatti, si punta come detto a
                          rifinanziare il bonus per il Mezzogiorno. Serviranno 500-600 milioni per
                          coprire anche nel 2020 il credito di imposta per gli investimenti in beni
                          strumentali, misura in scadenza a fine anno e che con risorse statali per 3
                          miliardi finora ha attivato investimenti privati per 8 miliardi (dati Def). Il
                          "bonus" è riservato a beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive
                          ubicate nelle regioni del Mezzogiorno (Campania, Puglia, Basilicata,
                          Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo). Sul fronte delle risorse da
                          recuperare per la manovra tornerà centrale la lotta all' evasione, come ha
                          ribadito a più riprese lo stesso primo ministro Giuseppe Conte. Al
                          momento si starebbero studiando misure e interventi ad hoc con l'
                          obiettivo soprattutto di migliorare l' azione di contrasto al sommerso e
                          alle frodi, ma senza creare nuovi obblighi e oneri per contribuenti e imprese. Dall' utilizzo delle banche dati e dalla
                          digitalizzazione degli adempimenti come fatturazione ed emissione di scontrini e ricevute dovrebbero arrivare quelle
                          informazioni necessarie per vigilare in tempo reale sui comportamenti illeciti o elusivi dei contribuenti. Il fisco digitale
                          in chiave anti evasione si potrebbe estendere anche alle accise su carburanti e oli minerali e in particolare alla
                          Dichiarazione accise semplificata, nota come "Das". In pratica la denuncia alle dogane viaggerebbe solo
                          elettronicamente con la possibilità per l' amministrazione finanziaria di monitorare immediatamente tutti i soggetti
                          coinvolti in un' operazione di compravendita dei prodotti soggetti ad accisa. L' effetto sperato sarebbe quello già
                          prodotto con la fattura elettronica su tutti i contribuenti Iva obbligati. In arrivo anche una nuova stretta sulle frodi fiscali
                          in materia di compensazioni di imposte e in particolare in tutti quei casi in cui i contribuenti innescano meccanismi di
                          accollo del debito. Una delle situazioni già sotto osservazione con la norma scattata ad ottobre 2018 che consente
                          alle Entrate di sospendere per 30 giorni i pagamenti tramite modello F24 con la presenza di crediti in compensazione
                          per poi bloccarli in caso emerga l' indebito utilizzo del credito stesso. Si lavora ancora sulle frodi Iva in materia di
                          auto. Infine, oltre a evocare un ritorno agli anni 80 con le manette agli evasori, appare sempre più certa la stretta del
                          Governo sull' uso del contante accompagnata da un doppio bonus fiscale: un credito d' imposta annuale per gli
                          esercenti e un cashbak (rimborso) per chi acquista con moneta elettronica (si veda Il Sole 24 Ore del 20 settembre). ©
                          RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                Pagina 13
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                          martedì 24 settembre 2019
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                                                                   Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          funzione pubblica

                          Quota 100, al via il censimento degli enti erogatori del Tfr/Tfs

                          Gianluca Bertagna, Salvatore Cicala - Il dipartimento della Funzione
                          pubblica con nota protocollo 59242 del 20 settembre ha annunciato la
                          nascita, all' interno della piattaforma web lavoropubblico.gov.it, dell'
                          applicativo informatico che consente di censire gli «enti erogatori» ai fini
                          della anticipazione del Tfr/Tfs (Trattamento fine servizio o fine rapporto)
                          previsto da quota 100. Il decreto legge 4/2019 prevede che il personale
                          del pubblico impiego andato in pensione con quota 100 può presentare
                          richiesta di anticipo del Tfr/Tfs spettante. Si tratta di una sorta di
                          «prestito» e, per poterlo ottenere, il lavoratore deve prima di tutto
                          chiedere all' ente «erogatore» del Tfr/Tfs la certificazione del diritto all'
                          anticipazione. Nelle amministrazioni iscritte ai fini del Tfr/Tfs ai fondi ex
                          Inadel ed ex Enpas gestiti dall' Inps, è lo stesso Inps responsabile per l'
                          erogazione del Tfr/Tfs. Le amministrazioni nelle quali, invece, si provvede
                          direttamente a erogare il Tfr/Tfs alla generalità dei dipendenti si
                          configurano al contrario sicuramente come soggetti erogatori in aggiunta
                          all' Inps. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 14
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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          Allarme carenza. Per tornare ai livelli di occupazione del passatoè necessario assumere oltre 7mila
                          medici e 2mila dirigenti:i buchi maggiori concentrati tra Lazio, Campania e Sicilia

                          Emergenza medici, il piano salva-Ssn vale un miliardo

                                                                                                                            Marzio Bartoloni Barbara Gobbi
                          Il nuovo Governo giallo-rosso è avvertito. Se deciderà, come ha
                          annunciato nel suo programma, di voler affrontare sul serio l' emergenza
                          carenza medici con un piano straordinario di assunzioni dovrà mettere sul
                          piatto almeno un miliardo. Questa la cifra che servirebbe per riportare il
                          Ssn all' anno zero: quello della massima occupazione per i medici. Ne
                          mancano per l' esattezza 7.146, con tre Regioni - Campania, Lazio e
                          Sicilia - che da sole necessitano di oltre 6mila camici bianchi. Il numero
                          arriva da una elaborazione dell' Anaao Assomed, la principale sigla dei
                          medici ospedalieri, che in base ai dati del Conto annuale del Tesoro ha
                          messo a confronto l' anno di massima occupazione nell' ultimo decennio
                          con l' ultimo disponibile (il 2017). Un calcolo che è stato replicato anche
                          sul fronte della spesa. E qui il confronto con l' anno di maggiore
                          investimento per Regione sul personale medico, dice proprio che manca
                          un miliardo al Ssn (947 milioni per l' esattezza). Senza contare poi che
                          oltre ai camici bianchi - secondo le stime di Anaao - mancano anche
                          2.122 dirigenti sanitari non medici, a cui corrisponde una riduzione della
                          spesa di 129 milioni. Numeri che fanno lievitare il conto del piano di
                          assunzioni a cui dovrebbe mettere mano il Governo - che non tiene tra l'
                          altro in considerazione le carenze degli infermieri, altro buco nero del Ssn
                          - a oltre un miliardo. Una somma, questa, che le Regioni hanno potuto
                          risparmiare in questi anni - un po' perché obbligate tra blocchi del turn
                          over e piani di rientro un po' per "fare cassa" sulle spalle del personale -
                          ma che ora fa sentire tutto il suo peso con l' esplosione della bomba carenza medici in tutte le corsie degli ospedali
                          italiani: dal profondo Sud spesso alle prese con conti in rosso al Veneto, dove gli organici sono da anni ridotti all'
                          osso. Regioni che ora stanno provando a tamponare l' emergenza con iniziative di ogni genere: dal tentativo di
                          richiamare i medici in pensione - per ora si registrano numeri piccoli - al ricorso a giovani medici laureati che hanno
                          incassato l' abilitazione, ma che ancora non hanno iniziato il loro percorso di specializzazione. Una via, questa, che le
                          stesse Regioni vorrebbero applicare in modo sistematico se riusciranno ad avere il via libera del Governo (si veda il
                          pezzo nella stessa pagina). Non si parte comunque da zero: a rimpolpare le corsie con lo sblocco del turnover
                          inchiodato da anni al livello di spesa per il personale del 2004 aveva già provato il precedente governo M5S-Lega con
                          il decreto Calabria, spostando il tetto al 5% dell' aumento del Fondo sanitario 2018. Un pannicello caldo, secondo il
                          segretario dell' Anaao Assomed Carlo Palermo. «Siccome nel 2018 l' incremento del Fondo è stato di un miliardo,
                          con il Calabria per tutti - tra medici, non medici e infermieri - si liberano appena 50 milioni. E se in realtà come il
                          Trentino che negli anni ha aumentato la spesa per il personale questo incremento può bastare, per Regioni come la
                          Calabria e il Lazio il vantaggio è ridicolo. Per recuperare tutti i medici che mancano, di questo passo servirebbero
                          oltre 15 anni. Il Piano straordinario di assunzioni del Governo, se davvero si farà, dovrà rimuovere il tetto del 5%».
                          Ma il decreto Calabria (e già prima la legge di Bilancio) ha tentato la corsa ai ripari anche su un altro fronte: quello
                          della programmazione sballata dei fabbisogni, consentendo ai medici ancora in formazione al IV e V anno della
                          scuola di specializzazione di entrare negli organici Ssn, inizialmente con un contratto a tempo determinato. «Qui si
                          tratta di emanare al più presto i decreti attuativi - afferma Palermo -: ciò consentirebbe di liberare risorse per
                          finanziare altre borse di specialità. Ad oggi, sono circa

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                          martedì 24 settembre 2019

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                                                                    Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          9.000 i medici in formazione interessati, che insieme con i circa 15.000 specializzati degli ultimi tre anni
                          rappresentano una platea adeguata per tamponare la prima ondata pensionistica, entro il 2022. Anche se fosse
                          assunta solo la metà di questi colleghi, si potrebbero ottenere 3mila borse di specializzazione in più portando i
                          contratti di formazione a 12mila nel 2020-2022. L' obiettivo è arrivare ad avere un numero adeguato di specialisti in
                          tempo utile per il 2023-2025, anni del picco massimo di uscita dei medici dal mercato del lavoro per pensionamento».
                          La ricetta proposta dal sindacato è quindi doppia: da una parte il ripristino degli organici - con iniezione di risorse per
                          un miliardo - dall' altra la corsa ai ripari contro la mancata programmazione dei fabbisogni, grazie all' assunzione
                          massiccia di specializzandi. L' alternativa? «Se non si agisce subito la prospettiva per l' Italia è finire agli ultimi posti in
                          Europa per numero di medici ospedalieri - chiosa Palermo -: oggi ne abbiamo 195 per centomila abitanti ma a breve
                          potremmo scivolare a quota 165, in buona compagnia con i Paesi dell' Est». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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                          Il riabilitato ha diritto all' oblio del web

                                                                                                                               ANTONIO CICCIA MESSINA
                          Chi si è riabilitato, dopo una condanna penale, ha diritto all' oblio su
                          internet. Il garante della privacy, con il provvedimento n. 153 del 24 luglio
                          2019, ha ordinato a Google la rimozione di due url, che rimandavano ad
                          informazioni giudiziarie non più rappresentative della attuale situazione di
                          un imprenditore. Nel caso specifico per accogliere la domanda di
                          cancellazione, il garante ha tenuto conto: del periodo trascorso (fatti del
                          2007, condanna del 2010, riabilitazione del 2013); della intervenuta
                          riabilitazione (misura premiale finalizzata al reinserimento sociale del reo);
                          dell' estraneità del fatto rispetto all' attuale professione dell' interessato. In
                          sostanza la persistente reperibilità in rete degli url contestati determina un
                          impatto sproporzionato sui diritti dell' interessato, che non risulta
                          bilanciato da un attuale interesse del pubblico a conoscere la vicenda. Da
                          qui l' obbligo di rimozione ordinato al motore di ricerca generale. La
                          pronuncia è un' ulteriore applicazione del diritto di oblio, in relazione al
                          quale sarebbe opportuna la definizione di linee guida anche per un' altra
                          categoria di titolari del trattamento e cioè per le testate giornalistiche, che
                          tengono i propri archivi on line. Sarebbe utile, per esempio, dare
                          indicazioni cronologiche di massima sui tempi di permanenza online,
                          differenziando sulla base della qualifica più o meno pubblica dell'
                          interessato e sul tipo di dati, pur lasciando margini per diverse decisioni
                          motivate nei singoli casi. © Riproduzione riservata.

                                                                  Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 17
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                          In Lombardia nuove regole dal 2020

                          Affitti turistici, pronti i modelli

                          Affitti turistici regolati in Lombardia. È stato pubblicato ieri sul Bollettino
                          ufficiale della regione (Burl) il decreto 13056 della Direzione generale
                          turismo, marketing territoriale e moda, che dà indicazioni dettagliate sulla
                          documentazione necessaria da presentare al comune di competenza da
                          parte di chi offre il proprio alloggio in regime di locazione per finalità
                          turistiche. Esso entrerà in vigore il 1° gennaio 2020. «Con l' approvazione
                          dei modelli per la comunicazione alle amministrazioni comunali», spiega l'
                          assessore regionale al Turismo, marketing territoriale e moda, Lara
                          Magoni, «raggiungiamo l' obiettivo di maggior trasparenza e rispetto delle
                          regole, in un settore in notevole espansione come quello dei
                          pernottamenti turistici in case e appartamenti». L' iter legislativo era
                          cominciato con l' approvazione, da parte di regione Lombardia, della
                          disciplina che ha istituito e regolamentato il Cir, il Codice identificativo di
                          riconoscimento, che deve essere indicato sugli annunci utilizzati per
                          pubblicità, promozione e commercializzazione dell' offerta delle case e
                          appartamenti per vacanza. Una procedura consolidata con la sentenza n.
                          84/2019 della Corte costituzionale, che aveva ritenuto infondato il ricorso
                          con il quale era stata impugnata la legge regionale n.7/2018. «Una
                          sentenza», aggiunge Magoni, «che ha confermato la validità dell' impianto
                          legislativo di regione Lombardia». © Riproduzione riservata.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 18
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                          Il dpcm è in corso di registrazione

                          Sicurezza, ecco 1.700 assunti

                          Iniezione di personale per la sicurezza. «È in attesa di registrazione alla
                          Corte dei conti il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 4
                          settembre che consentirà nel mese di ottobre alle amministrazioni del
                          comparto sicurezza-difesa e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco di
                          effettuare circa 1.700 assunzioni straordinarie (1.657 per la precisione) a
                          tempo indeterminato con risorse a valere sui risparmi da cessazione per il
                          2018. A questa cifra si aggiungono oltre 10 mila nuovi posti legati al
                          normale turnover». Lo ha affermato ieri con una nota il Dipartimento della
                          funzione pubblica. «Tra le immatricolazioni straordinarie per Guardia di
                          finanza, Polizia di stato, Polizia penitenziaria, Arma dei carabinieri e
                          appunto Vigili del fuoco», aggiunge il Dipartimento, «1.043 saranno
                          possibili dal 1° ottobre per un onere, a regime nel 2025, pari a 45,6 milioni
                          di euro. Mentre dal 23 ottobre scatterà la possibilità di assumere altre 614
                          unità per una spesa a regime di 26,7 milioni di euro, costo che sale a 30,4
                          milioni se si considerano gli 86 posti già autorizzati dal primo marzo
                          scorso tra i 100 indicati per il Corpo della polizia penitenziaria».
                          «Aspettiamo la chiusura dell' iter e contiamo così di dare un segnale
                          importante alle forze di sicurezza e ai vigili del fuoco, i nostri angeli
                          custodi che soffrono una cronica carenza di organico. La loro opera,
                          giorno dopo giorno, è fondamentale per l' incolumità e il benessere di tutti
                          noi», commenta il ministro per la pubblica amministrazione, Fabiana
                          Dadone. © Riproduzione riservata.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019   Pagina 19
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                          martedì 24 settembre 2019
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                                                                                  Italia Oggi
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                          contabilità

                          Una beffa per enti virtuosi

                                                                                                                            MATTEO BARBERO
                          Sulla contabilità economico-patrimoniale semplificata ennesima beffa per
                          gli enti virtuosi. Solo quelli che già nel 2018 si sono avvalsi della facoltà di
                          rinviare l' adempimento potranno sfruttare la deroga anche nel 2019. Chi,
                          al contrario, ha rispettato le scadenze dovrà continuare a farlo. Tutto
                          nasce dall' art. 15-quater, comma 1, del dl 34/2019. Tale disposizione, da
                          un lato, ha consentito ai comuni con popolazione inferiore a 5 mila
                          abitanti di rinviare la tenuta dei conti di stampo privatistico fino al 2020
                          (quindi di fatto al 30 aprile 2021), dall' altro ha previsto un percorso di
                          avvicinamento graduale che prevede l' obbligo di allegare al rendiconto
                          2019 una situazione patrimoniale redatta con modalità semplificate che la
                          competente commissione ministeriale ha reso note nei giorni scorsi (si
                          veda ItaliaOggi del 21/9/2019). E qui arriva la sorpresa: solo una parte dei
                          circa 5.500 municipi interessati potrà utilizzare il pacchetto light, perché
                          per tutti gli altri la Commissione ha deciso di negare qualsiasi deroga.
                          Una scelta che farà discutere, dato che ad essere penalizzate sono
                          (ancora una volta) le amministrazioni più virtuose che, durante la fase di
                          incertezza sulla concessione o meno di una deroga, hanno comunque
                          rispettato le scadenze di legge. Perché, occorre ricordarlo, il precedente
                          rinvio è arrivato a tempo ampiamente scaduto e quindi molte
                          amministrazioni hanno prudentemente deciso di rispettare comunque l'
                          obbligo. Tale scelta ora le condanna ad essere equiparate ai comuni
                          maggiori anche per il 2019. In punto di diritto, c' è da dire che l' art. 15-
                          quater non pare operare alcuna distinzione in questo senso e che, quindi,
                          il decreto attuativo rischia di esulare dalla sua competenza e di andare a cozzare contro la norma primaria. È anche
                          vero, però, che di semplificato nel provvedimento in itinere c' è davvero poco, visto che, per beneficiare della
                          deregulation, sarà comunque costretto a incrociare ben quattro ordini di dati, oltre che a riclassificare l' inventario. ©
                          Riproduzione riservata.

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                          martedì 24 settembre 2019
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                          PRIVACY/ Il garante bacchetta un' azienda sanitaria troppo leggera

                          Dati sanitari sotto chiave
                          L' ospedale non può inviare Tac ai fornitori

                                                                                                                             ANTONIO CICCIA MESSINA
                          Dati sanitari senza libertà di circolazione. L' ospedale non può mandare le
                          Tac dei pazienti al fornitore delle apparecchiature diagnostiche, per un
                          uso autonomo da parte di quest' ultimo. Neanche se il fornitore esterno è
                          stato nominato responsabile esterno del trattamento e neppure se i dati
                          sono anonimizzati. Lo scudo a tutela delle informazioni sulla salute è
                          alzato dal Garante della privacy, che ha bacchettato un' azienda sanitaria
                          e una società fornitrice di apparecchiature di alta diagnostica (newsletter
                          del 23/9/2019 n. 457). La società in questione, una volta ricevute le
                          immagini dall' Asl, attraverso un software, ha estratto, anonimizzato e
                          pseudonimizzato i dati, per poi allegare le immagini rielaborate alla
                          documentazione necessaria per partecipare a una gara d' appalto e, in
                          seguito, depositarle agli atti di un contenzioso giudiziario. Nel caso
                          specifico, l' Asl ha sbagliato perché ha comunicato informazioni sulla
                          salute di alcuni pazienti identificati in assenza di un' adeguata base
                          normativa. E, a sua volta, la società ha sbagliato, perché ha eseguito
                          trattamenti per finalità proprie (partecipazione alla gara e difesa in
                          giudizio) non riconducibili a quelle per le quali era stata designata
                          responsabile del trattamento. Sono, invece, attività tipiche del
                          responsabile esterno le attività di manutenzione per garantire l' efficienza
                          dell' apparecchiatura e la qualità delle immagini della Tac. A chiusura dell'
                          istruttoria il Garante ha avviato i procedimenti per l' applicazione delle
                          sanzioni amministrative (quelle del vecchio codice della privacy, poiché i
                          fatti risalgono a prima dell' operatività del Regolamento Ue sulla
                          protezione dei dati 2016/679 o Gdpr). La vicenda rimette sotto i riflettori la materia della privacy sanitaria, ancora in
                          attesa delle misure di garanzia previsti dall' articolo 2-speties del codice della privacy. Peraltro, la mancata adozione
                          di tali misure di garanzia non può essere addotta a pretesto di condotte lassiste, poiché il compiuto sistema delle
                          tutele, costruito anteriormente al Gdpr, è del tutto compatibile con il quadro europeo della protezione dei dati e i
                          provvedimenti del Garante conservano efficacia (articolo 22, comma 4 dlgs 101/2018). © Riproduzione riservata.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 21
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                          martedì 24 settembre 2019
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                          decreto atteso al cdm entro prossima settimana

                          Salvaprecari, strada in salita I paletti dei sindacati, caso paritarie

                                                                                                                                 MARCO NOBILIO
                          Strada in salita per il decreto salvaprecari. Il ministro dell' istruzione,
                          Lorenzo Fioramonti, si è subito trovato tra le mani la patata bollente dei
                          concorsi riservati e dei Pas (percorsi abilitanti speciali) ereditata dal
                          precedente governo. Che non aveva trovato un accordo sulla questione
                          ne aveva rimandato la soluzione ad intese successive. Il decreto
                          salvaprecari era passato in consiglio dei ministri il 7 agosto scorso, ma
                          con la formula «salvo intese» a causa di alcune riserve avanzate dal
                          Movimento 5 stelle, contrario a soluzioni diverse dal reclutamento in
                          assenza di garanzie sulla previa selezione concorsuale. Riserve erano
                          state avanzate anche sui Pas. Vale a dire su corsi abilitanti che avrebbero
                          dovuto consentire ai docenti precari di III fascia di conseguire l'
                          abilitazione necessaria a passare in II fascia senza superare un concorso
                          in senso stretto. Abilitazioni che, peraltro, sono necessarie anche per
                          insegnare nelle scuole paritarie. Nella relazione illustrativa dell' ipotesi di
                          decreto, peraltro, era stata evidenziata proprio la necessità di consentire
                          agli aspiranti docenti di conseguire l' abilitazione all' insegnamento, non
                          solo per entrare in II fascia, ma anche e soprattutto per consentire l'
                          apertura di nuove scuole paritarie. La legge 62/2000, all' articolo 1,
                          comma 4, lettera g) prevede, infatti, che uno dei requisiti per consentire
                          alle scuole non statali di ottenere il riconoscimento della parità è proprio
                          quello di avere in organico docenti muniti di abilitazione. Il problema di
                          reperire docenti abilitati, peraltro, si è verificato già all' indomani dell'
                          entrata in vigore della legge 63/2000. Tant' è che il ministero è intervenuto
                          più volte con note interpretative volte ad introdurre delle deroghe a tale principio (si vedano la lettera circolare n. 2668
                          del 29 ottobre 2001 e la nota prot. n. 4420 dell' 11 luglio 2012 ). Il problema si è notevolmente acuito negli ultimi anni a
                          seguito delle ultime tornate di immissioni in ruolo. Che hanno determinato lo svuotamento delle graduatorie a
                          esaurimento. E ciò aveva indotto il governo Conte 1 a prevedere un apposito percorso abilitante, proprio per andare
                          incontro alle necessità dei gestori delle paritarie e agli imprenditori intenzionati ad investire in questo settore. Resta il
                          fatto, però, che all' interno del governo Conte 2 vi sono forti resistenze non solo sulla possibilità di indire i concorsi
                          riservati a bassa connotazione selettiva, ma anche sui Pas. La possibilità di conseguire le abilitazioni, tra l' altro, non
                          potrebbe essere preclusa ai docenti di ruolo. E ciò comporterebbe la possibilità di conseguire titoli validi per la
                          mobilità professionale bypassando il concorso. Le riserve sul concorso e sui Pas non riguardano solo il Movimento 5
                          stelle, che le ha avanzate già durante il governo Conte 1, ma anche il Pd. Che nella precedente legislatura aveva
                          elaborato e fatto approvare un nuovo sistema di reclutamento, che prevedeva concorsi riservati ai docenti precari
                          triennalisti, ma comunque a forte connotazione selettiva. L' unico sconto che veniva fatto ai precari riguardava l'
                          esonero dalla prova preselettiva. Ma le rimanenti prove, grosso modo, erano analoghe a quelle del concorso
                          ordinario. Per uscire dall' impasse sarebbero allo studio diverse soluzioni. Tra cui la possibilità di prevedere una
                          riserva dei posti per i precari triennalisti nel concorso ordinario. Riserva che, secondo il consolidato orientamento
                          della Corte costituzionale, potrebbe essere legittimamente fissata anche fino al 50%. E in più si starebbe pensando a
                          valorizzare il punteggio di servizio. Finora, però, non è stata ancora trovata la quadra.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 22
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                          martedì 24 settembre 2019

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                          E il governo ha chiesto aiuto ai sindacati. Che però hanno tenuto il punto sulle posizioni guadagnata nella fase del
                          Conte 1. Martedì scorso c' è stata una riunione al vertice a viale Trastevere con i sindacati firmatari del contratto (Cgil,
                          Cisl, Uil, Snals e Gilda). Ma le sigle hanno confermato le posizioni già espresse precedentemente, rimandando la
                          palla nel campo dell' amministrazione scolastica. A complicare il tutto vi è anche una procedura di infrazione, che è
                          stata aperta nei confronti dell' Italia proprio per l' annosa faccenda dell' abuso dei contratti a termine oltre i 36 mesi.
                          Che sembrava essere stata portata a soluzione nella precedente legislatura. Ma che ora si ripropone per effetto dell'
                          abrogazione della disciplina del reclutamento adottata in attuazione della legge 107/2015. Il ministro Fioravanti, dal
                          canto suo, ha dichiarato pubblicamente l' intenzione del governo di procedere ad assumere 24mila precario a breve
                          scadenza. Ma il nodo riguarda proprio le modalità di reclutamento. E la strada per giungere a una soluzione si
                          prospetta tutta in salita e piena di incognite. Resta il fatto, però, che attualmente la situazione del reclutamento dei
                          supplenti ha assunto dimensioni drammatiche. Tant' è che molte scuole si vedono costrette ad assumere supplenti
                          sulla base di mere messe a disposizione di aspiranti non inclusi in alcuna graduatoria. Talvolta addirittura senza titolo.
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                          martedì 24 settembre 2019
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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          L' appello di Politecnico e Bicocca in occasione di MeetMeTonight. I ddl del Movimento5stelle

                          Rettori, sì alla chiamata diretta
                          Meglio una cooptazione virtuosa di concorsi viziati

                                                                                                                            EMANUELA MICUCCI
                          Scocca l' ora della chiamata diretta per il reclutamento dei ricercatori negli
                          atenei italiani. Basta con i concorsi malati e la burocrazia. All' università la
                          cooptazione funziona meglio dei concorsi. Purché sia virtuosa e
                          trasparente. È questo l' appello lanciato dai rettori di alcuni atenei, tra i
                          quali l' Università degli Studi di Milano, Milano-Bicocca e Politecnico in
                          occasione della presentazione di MeetMeTonight, in programma per il 27
                          e 28 settembre a Milano. Associandosi a recenti simili richieste simili del
                          mondo accademico. Mentre in Commissione Cultura della Camera, da
                          luglio, un comitato ristretto lavora a definire il testo base che unisca due
                          proposte di legge di M5S su reclutamento e stato giuridico dei ricercatori
                          universitari, rispettivamente a prima firma di Daniela Torto e di
                          Alessandro Melicchio, che sarebbero già dovute a approdare in aula il 29
                          luglio. Provvedimenti che vanno però in una direzione diversa rispetto a
                          quella auspicata dai rettori pro chiamata diretta che chiedono a gran voce
                          nuove modalità ispirate a criteri di trasparenza e meritocrazia, che diano
                          alle università la libertà di scegliere responsabilmente i proprio ricercatori.
                          Il progetto di M5s è stato bocciato, seppure per ragioni diverse, anche all'
                          Andu, l' associazione nazionale dei docenti universitari. «Così com' è, il
                          reclutamento è malato», osserva Cristina Messa, rettore della Bicocca.
                          «Nei concorsi, per evitare mal comportamenti, si è arrivati al punto di non
                          scegliere più la persona ma dei numeri, come l' H-index, l' impact factor,
                          la produzione scientifica calcolata con algoritmi. Bisognerebbe avere il
                          coraggio di dire che ci sono altri meccanismi per reclutare, all' estero ne
                          usano di completamente diversi: la cooptazione seria, fatta per gestire e mandare avanti il proprio ateneo, può essere
                          virtuosa, ma deve essere trasparente ed evidente a tutti». In pratica, reclutare e promuovere alla luce del sole sulla
                          base di criteri chiari e trasparenti, così da selezionare il candidato migliore per un determinato posto. Svincolando «i
                          concorsi universitari da quelli comuni per la pubblica amministrazione per fare un sistema virtuoso di cooptazione»,
                          spiega Elio Franzini, rettore dell' Università degli Studi di Milano. Valorizzando la posizione di autonomia
                          costituzionale delle università rispetto a qualsiasi generica amministrazione pubblica. Così da superare l' obiezione
                          che è la Costituzione a prescrivere il concorso per accedere ai pubblici impieghi. «Bisogna che siano riconosciute le
                          competenze specifiche», sottolinea Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano e vicepresidente della Crui.
                          «Dobbiamo abbandonare la logica del concorso e pensare al valore della scelta senza ipocrisia, ma con coraggio e
                          responsabilità». Una cooptazione virtuosa che, spiega Massimo Carlo Giannini, professore associato all' Università
                          di Teramo, renda responsabili in prima persona gli stessi dipartimenti, commissari di selezione e rettori, sui quali
                          ricadrebbero in termini di valutazione della ricerca i risultati conseguiti da un eventuale candidato scadente scelto. Del
                          resto, osserva, già esiste un sistema di cooptazione travestita da concorso pubblico nel pieno rispetto formale della
                          legge. Si punta il dito sulla legge 240/2010 che ha permesso agli atenei concorsi gestiti localmente, ciascuno con
                          proprie norme. Non solo. Ha anche azzerato la mobilità accademica, favorendo carriere nello stesso ateneo dove ci
                          si è laureati e si è conseguito il dottorato. A differenza di quanto avviene in Europa, dove la mobilità di ricercatori e
                          docenti è normale e favorisce la qualità della ricerca e della didattica.

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                          martedì 24 settembre 2019

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                                                                  Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          A questo si sono aggiunti la consistente riduzione degli investimenti nel sistema universitario nazionale e la
                          creazione dei punti organico per regolare l' assunzione e promozione di ricercatori e docenti, cioè il contingente di
                          posti che le singole università possono bandire annualmente, che le spinge a prediligere chi è già in servizio presso l'
                          ateneo. © Riproduzione riservata.

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                          martedì 24 settembre 2019
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                          un fondo di 10 milioni nel decreto clima

                          Green new deal punta sugli ecobus Il decreto legge pronto per il cdm

                                                                                                                              ANGELA IULIANO
                          Il Green new deal arriva a scuola e punta dritto sul trasporto scolastico,
                          ma solo nelle 9 città più inquinate d' Italia. Sconto fiscale di 250 euro per
                          le famiglie nelle scuole paritarie. In arrivo nel decreto Clima, annunciato
                          per il prossimo consiglio dei ministri, un fondo di 10 milioni di euro all'
                          anno per incentivare il servizio di scuolabus a ridotte emissioni per le
                          scuole dell' infanzia, primarie e medie, comunali e statali, delle città
                          metropolitane più inquinate e su cui grava la procedura di infrazione Ue,
                          cioè Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Firenze, Napoli, Catania e
                          Palermo. Il riferimento, nel dettaglio, è alle procedure di infrazione
                          comunitaria n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 e n. 2015/2043 del 28
                          maggio 2015 per la non ottemperanza dell' Italia agli obblighi previsti dalla
                          Direttiva 2008/50/Ce sulla qualità dell' aria. Il fondo è istituito presso il
                          ministero dell' ambiente e le risorse, precisa la relazione tecnica, trovano
                          copertura «nella quota destinata al medesimo ministero relativa ai
                          proventi delle aste per i diritti di emissioni inquinanti in atmosfera, ai sensi
                          dell' articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30».
                          Le modalità di riparto del fondo saranno stabilite da un apposito decreto
                          del ministero dell' ambiente, di concerto con il Miur, il ministero dei
                          trasporti e il Mef, sentita la Conferenza Unificata. Non è, tuttavia,
                          prevista, nessuna scadenza temporale per l' emanazione di questo
                          provvedimento. La bozza del decreto Clima, inoltre, prevede che per le
                          famiglie che sceglieranno gli scuola bus green sarà garantita una
                          detrazione fino a 250 euro sulle spese sostenute. Una detrazione fiscale,
                          cioè, del 19% per le spese sostenute per il servizio di scuola bus a ridotte emissioni «per la frequenza di scuole dell'
                          infanzia del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di primo grado del sistema nazionale di istruzione di cui
                          all' articolo 1 della legge 10 marzo 2000, n. 62». Si tratta della legge sulla parità scolastica. La detrazione è quindi
                          riferita solo alle famiglie degli studenti delle scuole paritarie. © Riproduzione riservata.

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                          martedì 24 settembre 2019
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                                                                    Pubblica Amministrazione ed Enti Locali

                          la sentenza della cassazione chiude la strada ai docenti e non assunti dopo il 2000

                          Nessuna speranza per i lavoratori in regime di tfr La trattenuta del 2,5% si
                          applica comunque

                                                                                                                                  MARCO NOBILIO
                          La trattenuta in busta del 2,5%, che serve a finanziare il trattamento di fine
                          servizio (tfs), è legittima anche per i lavoratori della scuola in regime di
                          trattamento di fine servizio. Perché serve a fare in modo che le
                          retribuzioni nette e le retribuzioni previdenziali restino di uguale importo. A
                          prescindere dalla tipologia di buonuscita che viene corrisposto quando si
                          va in pensione. Lo ha stabilito la sezione lavoro della Corte di
                          cassazione, con una sentenza pubblicata il 17 settembre scorso
                          (23115/2019). Dopo le sentenze di merito sfavorevoli, la Cassazione ha
                          messo una pietra tombale sulle aspirazioni dei docenti e non docenti
                          assunti dopo i 31 dicembre 2000. Che rientrano nel regime del
                          trattamento di fine rapporto (tfr) e, quindi, ritenevano di non dover pagare
                          la trattenuta, inizialmente prevista solo per i lavoratori assunti prima del 31
                          dicembre 2000. Che invece rientrano nel regime del trattamento di fine
                          servizio (tfs). La differenza fra tfs e tfr consiste nella procedura di calcolo
                          e di finanziamento. Sia il tfs che il tfr si concretizzano in una somma di
                          denaro che viene versata al dipendente quando va in pensione. Il tfs,
                          però, è calcolato moltiplicando l' 80% dell' ultima retribuzione mensile per
                          il numero degli anni di servizio prestati. Mentre l' importo del tfr è
                          determinato dall' accantonamento, per ogni anno di servizio o frazione di
                          anno, di una quota pari al 6,91% della retribuzione annua e dalle relative
                          rivalutazioni. In pratica, dunque, mentre per il tfr il fattore di riferimento è l'
                          80% dell' ultima retribuzione, moltiplicata per gli anni di servizio, nel caso
                          del tfr si tratta di un accantonamento calcolato annualmente e
                          direttamente proporzionale all' importo della retribuzione annuale. Che è più bassa a inizio carriera e cresce in
                          relazione alla maturazione dei gradoni relativi alla progressione di carriera. Nel caso del tfs, invece, il parametro di
                          riferimento viene sempre calcolato sullo stipendio a fine carriera che è più alto. Per esempio, nel caso di un docente
                          di scuola media, l' importo iniziale a classe 0 dello stipendio netto è pari a circa 1350 euro. Mentre a fine carriera, in
                          classe 35, può arrivare a circa 2.000-2.100 euro, sempre netti. Diverso è anche il regime di finanziamento dei due tipi
                          di liquidazione. Ai fini del tfr non vengono praticate trattenute in busta paga. Mentre per il tfs, l' articolo 37 del decreto
                          del presidente della repubblica 29 dicembre 1973 n. 1032 prevede che, per tutti i dipendenti statali, sia effettuato dall'
                          amministrazione di appartenenza un accantonamento complessivo del 9,60% sull' 80% della retribuzione lorda, con
                          una trattenuta a titolo di rivalsa a carico del dipendente pari al 2,50% sempre sull' 80% della retribuzione. La legge non
                          prevede che questa trattenuta venga applicata anche ai dipendenti in regime di tfr. Ma l' amministrazione ha ritenuto di
                          doverla applicare in forza di alcune disposizioni contenute nell' articolo 26, comma 19, della Iegge 448 del 1998 e dal
                          successivo decreto di attuazione: il decreto del presidente del consiglio dei ministri del 20 dicembre 1999. Norme che
                          applicano la trattenuta per evitare che i dipendenti in regime di tfr possano percepire una retribuzione netta superiore a
                          quelli in regime di tfs. La questione è stata fatta oggetto di un forte contenzioso, che è giunto anche davanti alla Corte
                          costituzionale. Che però ha dichiarato la legittimità della normativa che prevede questo tipo di trattamento retributivo,
                          che a molti è sembrato discriminatorio. Legittimità che deriva dalla necessità di mantenere le retribuzioni su livelli di
                          pari importo.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 27
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