Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019
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Comune di Russi martedì, 24 settembre 2019 Prime Pagine 24/09/2019 Corriere di Romagna (ed. Ravenna) 4 Prima pagina del 24/09/2019 24/09/2019 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) 5 Prima pagina del 24/09/2019 Cultura e Turismo 24/09/2019 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 41 6 «Alberti, è qui la festa» Politica locale 24/09/2019 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 45 7 «Centrale di Russi, legna in deroga alle prescrizioni» 23/09/2019 Ravenna Today 8 Centrale a biomasse, Legambiente critica: "Parte già col piede sbagliato" 23/09/2019 Ravenna24Ore.it 9 Legambiente: "La centrale di Russi parte con il piede sbagliato" 23/09/2019 RavennaNotizie.it 10 Centrale Russi. Legambiente: "Smaltire 350mila tonnellate di legna in 3 anni? Si deroga alle prescrizioni su impatto ambientale" sanità, sociale e servizi per l'infanzia 24/09/2019 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 47 11 Corsi di italiano per stranieri Aperte le iscrizioni sport 23/09/2019 Ravenna Today 12 Si gioca l' attesa 24 ore di baseball Pubblica Amministrazione ed Enti Locali 24/09/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 4 13 Investimenti al Sud, il governo vuole rifinanziare il bonus fiscale 24/09/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 28 14 Quota 100, al via il censimento degli enti erogatori del Tfr/Tfs 24/09/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 29 Marzio Bartoloni Barbara Gobbi 15 Emergenza medici, il piano salva-Ssn vale un miliardo
24/09/2019 Italia Oggi Pagina 33 ANTONIO CICCIA MESSINA 17 Il riabilitato ha diritto all' oblio del web 24/09/2019 Italia Oggi Pagina 33 18 Affitti turistici, pronti i modelli 24/09/2019 Italia Oggi Pagina 33 19 Sicurezza, ecco 1.700 assunti 24/09/2019 Italia Oggi Pagina 33 MATTEO BARBERO 20 Una beffa per enti virtuosi 24/09/2019 Italia Oggi Pagina 33 ANTONIO CICCIA MESSINA 21 Dati sanitari sotto chiave 24/09/2019 Italia Oggi Pagina 37 MARCO NOBILIO 22 Salvaprecari, strada in salita I paletti dei sindacati, caso paritarie 24/09/2019 Italia Oggi Pagina 39 EMANUELA MICUCCI 24 Rettori, sì alla chiamata diretta 24/09/2019 Italia Oggi Pagina 40 ANGELA IULIANO 26 Green new deal punta sugli ecobus Il decreto legge pronto per il cdm 24/09/2019 Italia Oggi Pagina 41 MARCO NOBILIO 27 Nessuna speranza per i lavoratori in regime di tfr La trattenuta del 2,5% si applica comunque
[ § 1 § ] martedì 24 settembre 2019 Corriere di Romagna (ed. Ravenna) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 4
[ § 2 § ] martedì 24 settembre 2019 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 5
[ § 1 4 7 3 0 1 6 5 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 41 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Cultura e Turismo «Alberti, è qui la festa» Folla alla manifestazione tra show, mercatini, balli e sport di ROBERTA BEZZI NEANCHE la pioggia e il fresco delle temperature settembrine hanno fermato, ieri, il bel flusso di gente che da sempre caratterizza la 'Festa del quartiere Alberti, a base di spettacoli, mercatini, balli, sport, esibizioni, sfilate e tornei. Tante famiglie con bambini, coppie e anziani si sono riversati da mattina a sera lungo viale Alberti, viale Le Corbusier e via Brunelleschi, per vivere insieme una giornata di allegria e spensieratezza. Quest' anno il tema hawaiano, anche se non ha portato il bel sole sperato, ha però colorato gli stand, le bancarelle e le persone con colorate ghirlande. Da segnalare, in particolare, il messaggio contro la violenza: attorno all' albero dedicato alla memoria di Falcone, in via Le Corbusier, è stato premiato l' elaborato più rappresentativo presentato dai bambini. Grande affluenza anche per la sfilata canina organizzata dall' associazione Clama e per la pesca di beneficenza promossa dall' Ageop, con l' attesa estrazione verso le 19, per scoprire si è aggiudicato i premi più importanti: una tv 43 pollici, un hoverboard e un weekend omaggio. Non sono mancate poi le coinvolgenti esibizioni delle Little Cheerleader a cura del Football Americano, dei balli country e latini proposti da Free To Dance, Wild Angels e Move It. NEL COMPLESSO, una giornata di festa che ha soddisfatto tutti. «Malgrado il brutto tempo, la gente c' è - afferma Cristiana Pezzi che da anni partecipa al mercatino -. Questa è una festa molto sentita e partecipata non solo dalla gente del quartiere, visto che c' è chi viene apposta. Ed è il luogo giusto in cui presentare nuove creazioni artigianali. Per quanto mi riguarda, sono specializzata nella produzione di orecchini con materiali particolari che acquisto in giro per l' Italia e l' Europa come le ceramiche di Grottaglie in Puglia e il giaietto, un minerale che si trova solo in Spagna». Da sei anni Matilda Nini di Outlet Matilda ha scelto questo quartiere per il suo negozio di abbigliamento. «Mi trovo molto bene qui - rivela -. C' è bella gente e un buon passaggio, quindi la zona funziona a livello commerciale. Molto gioioso il tema hawaiano di quest' anno, peccato solo che non sia stato 'salutato' dal bel tempo. Ma non ci possiamo lamentare». Tra gli antesignani nel quartiere c' è poi Davide Belletti del negozio Free Model, aperto nel 1993. «La festa porta sempre molto movimento - racconta -. Tant' è che, a livello personale, sarei favorevole ad allungarla a due giorni, sabato e domenica, come è avvenuto per celebrare i dieci anni. Malgrado i tempi siano cambiati, il modellismo piace ancora e, durante la festa, faccio conoscere i miei corsi gratuiti per bambini, per avvicinarli alla costruzione e alla manualità». Per l' artigiana Gabriella Forte di Russi, invece, è la prima volta al mercatino della festa. «L' anno scorso ero venuta come visitatrice ed ero rimasta colpita dall' alta affluenza - dice -. Ne sono contenta perché ho avuto la possibilità di far conoscere i miei capi per bambini fatti a mano e, in particolare, le mie simpatiche scimmiette da usare sia come giocattolo sia come elemento di arredo». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 6
[ § 1 4 7 3 0 1 6 6 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 45 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Politica locale LEGAMBIENTE «Centrale di Russi, legna in deroga alle prescrizioni» LEGAMBIENTE interviene sulla notizia dell' accordo firmato dall' Emilia- Romagna per smaltire nella centrale di Russi 350.000 tonnellate di legna dalle foreste del Veneto colpite lo scorso anno dal ciclone Vaia. «Non ci sembra una notizia positiva - ha commentato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente A. Cederna - che ancora prima dell' avvio effettivo delle attività già si preveda una deroga alle prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale». L' associazione ha sempre avuto un giudizio critico sulla realizzazione di questa centrale: già nel 2014 infatti sottolineava come la grande taglia dell' impianto avrebbe richiesto di drenare materiale da un territorio molto ampio, con un' incidenza significativa del trasporto, in termini di emissioni e consumi di combustibile, chiedendosi se nei 70 km di raggio previsti esistesse realmente una quantità di biomassa sufficiente ad alimentare l' impianto. «Ora - si legge nel comunicato - , ancora prima dell' avvio ufficiale, si prevede una deroga di 3 anni (rinnovabili) con l' obiettivo di 'accelerare la rimozione degli alberi abbattuti al fine di evitare l' insorgenza di problematiche fitosanitarie e favorire nel più breve tempo possibile il ripristino delle normali condizioni ambientali, compresa la salvaguardia degli habitat degli animali selvatici'». «Siamo perplessi da queste deroghe - afferma Rambelli - in primo luogo perché se è stato previsto che il materiale dovesse essere reperito entro un raggio di 70 km dalla centrale abbiamo forti dubbi sulla sostenibilità ambientale di una fornitura che arriva invece da oltre 200 km, con il conseguente traffico di mezzi pesanti e il relativo inquinamento. Inoltre non capiamo come si possa conciliare una misura per la rimozione degli alberi abbattuti 'nel più breve tempo possibile' con una deroga di 3 anni, ulteriormente rinnovabile». Nel comunicato si spiega come desti perplessità l' affermazione della Regione secondo cui l' impianto potrà utilizzare il materiale legnoso proveniente dal Veneto fino al 40% del totale annuo, ma al tempo stesso è stata posta come condizione il rispetto dei contratti di fornitura con i produttori locali: allo stato attuale dunque la sola biomassa presente nei 70 km di raggio è sufficiente ad alimentare l' impianto oppure no?». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 7
[ § 1 4 7 3 0 1 6 7 § ] lunedì 23 settembre 2019 Ravenna Today Politica locale Centrale a biomasse, Legambiente critica: "Parte già col piede sbagliato" "L' associazione ha sempre avuto un giudizio critico sulla realizzazione delal centrale: già nel 2014 infatti sottolineava come la grande taglia dell' impianto avrebbe richiesto di drenare materiale da un territorio molto ampio" 1 "Il mare in centro storico": taglio del nastro per un nuovo ristorante di pesce 2 Escort e tatuaggi: cosa piace ai clienti del sesso a pagamento ravennati 3 Non aveva mai preso la patente e guidava con l' assicurazione contraffatta: multe per 8500 euro 4 Due nuovi ufficiali per i Carabinieri di Ravenna e Cervia-Milano Marittima Approfondimenti Dalle foreste venete devastate dal ciclone arriva l' energia "pulita" 19 settembre 2019 Legambiente interviene sulla notizia dell' accordo firmato dall' Emilia-Romagna per smaltire nella centrale di Russi 350mila tonnellate di legna dalle foreste del Veneto colpite lo scorso anno dal ciclone "Vaia". "Non ci sembra una notizia positiva - ha commentato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente "A. Cederna" - che ancora prima dell' avvio effettivo delle attività già si preveda una deroga alle prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale. L' associazione ha sempre avuto un giudizio critico sulla realizzazione di questa centrale: già nel 2014 infatti sottolineava come la grande taglia dell' impianto avrebbe richiesto di drenare materiale da un territorio molto ampio, con un' incidenza significativa del trasporto, in termini di emissioni e consumi di combustibile, chiedendosi se nei 70km di raggio previsti esistesse realmente una quantità di biomassa sufficiente ad alimentare l' impianto. Ora, ancora prima dell' avvio ufficiale, si prevede una deroga di 3 anni (rinnovabili) con l' obiettivo di "accelerare la rimozione degli alberi abbattuti al fine di evitare l' insorgenza di problematiche fitosanitarie e favorire nel più breve tempo possibile il ripristino delle normali condizioni ambientali, compresa la salvaguardia degli habitat degli animali selvatici". "Siamo perplessi da queste deroghe - afferma Rambelli - in primo luogo perché se è stato previsto che il materiale dovesse essere reperito entro un raggio di 7 0km dalla centrale abbiamo forti dubbi sulla sostenibilità ambientale di una fornitura che arriva invece da oltre 200km, con il conseguente traffico di mezzi pesanti e il relativo inquinamento. Inoltre non capiamo come si possa conciliare una misura per la rimozione degli alberi abbattuti "nel più breve tempo possibile" con una deroga di 3 anni, ulteriormente rinnovabile. Desta inoltre perplessità l' affermazione della Regione secondo cui l' impianto potrà utilizzare il materiale legnoso proveniente dal Veneto fino al 40% del totale annuo, ma al tempo stesso è stata posta come condizione il rispetto dei contratti di fornitura con i produttori locali: allo stato attuale dunque la sola biomassa presente nei 70km di raggio è sufficiente ad alimentare l' impianto oppure no? A cosa servono le prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale se, in nome dell' energia pulita e di un accordo di solidarietà, queste vengono derogate ancora prima dell' entrata in funzione dell' impianto?". Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 8
[ § 1 4 7 3 0 1 7 0 § ] lunedì 23 settembre 2019 Ravenna24Ore.it Politica locale Legambiente: "La centrale di Russi parte con il piede sbagliato" L' associazione commenta la notizia con cui la Regione ha autorizzato la fornitura di 350.000 tonnellate di legna Legambiente: "La centrale di Russi parte con il piede sbagliato" Legambiente interviene sulla notizia dell' accordo firmato dall' Emilia- Romagna per smaltire nella centrale di Russi 350.000 tonnellate di legna dalle foreste del Veneto colpite lo scorso anno dal ciclone "Vaia". "Non ci sembra una notizia positiva - ha commentato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente "A. Cederna" - che ancora prima dell' avvio effettivo delle attività già si preveda una deroga alle prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale". L' associazione ha sempre avuto un giudizio critico sulla realizzazione di questa centrale: già nel 2014 infatti sottolineava come la grande taglia dell' impianto avrebbe richiesto di drenare materiale da un territorio molto ampio, con un' incidenza significativa del trasporto, in termini di emissioni e consumi di combustibile, chiedendosi se nei 70km di raggio previsti esistesse realmente una quantità di biomassa sufficiente ad alimentare l' impianto. Ora, ancora prima dell' avvio ufficiale, si prevede una deroga di 3 anni (rinnovabili) con l' obiettivo di "accelerare la rimozione degli alberi abbattuti al fine di evitare l' insorgenza di problematiche fitosanitarie e favorire nel più breve tempo possibile il ripristino delle normali condizioni ambientali, compresa la salvaguardia degli habitat degli animali selvatici". "Siamo perplessi da queste deroghe - afferma Rambelli - in primo luogo perché se è stato previsto che il materiale dovesse essere reperito entro un raggio di 70km dalla centrale abbiamo forti dubbi sulla sostenibilità ambientale di una fornitura che arriva invece da oltre 200km, con il conseguente traffico di mezzi pesanti e il relativo inquinamento. Inoltre non capiamo come si possa conciliare una misura per la rimozione degli alberi abbattuti "nel più breve tempo possibile" con una deroga di 3 anni, ulteriormente rinnovabile. Desta inoltre perplessità l' affermazione della Regione secondo cui l' impianto potrà utilizzare il materiale legnoso proveniente dal Veneto fino al 40% del totale annuo, ma al tempo stesso è stata posta come condizione il rispetto dei contratti di fornitura con i produttori locali: allo stato attuale dunque la sola biomassa presente nei 70km di raggio è sufficiente ad alimentare l' impianto oppure no? A cosa servono le prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale se, in nome dell' energia pulita e di un accordo di solidarietà, queste vengono derogate ancora prima dell' entrata in funzione dell' impianto?". Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 9
[ § 1 4 7 3 0 1 6 8 § ] lunedì 23 settembre 2019 RavennaNotizie.it Politica locale Centrale Russi. Legambiente: "Smaltire 350mila tonnellate di legna in 3 anni? Si deroga alle prescrizioni su impatto ambientale" Legambiente interviene sulla notizia dell' accordo firmato dall' Emilia-Romagna per smaltire nella centrale di Russi 350.000 tonnellate di legna dalle Legambiente interviene sulla notizia dell' accordo firmato dall' Emilia- Romagna per smaltire nella centrale di Russi 350.000 tonnellate di legna dalle foreste del Veneto colpite lo scorso anno dal ciclone 'Vaia' . 'Non ci sembra una notizia positiva - ha commentato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente 'A. Cederna' - che ancora prima dell' avvio effettivo delle attività già si preveda una deroga alle prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale'. L' associazione ha sempre avuto un giudizio critico sulla realizzazione di questa centrale: già nel 2014 infatti sottolineava come 'la grande taglia dell' impianto avrebbe richiesto di drenare materiale da un territorio molto ampio, con un' incidenza significativa del trasporto, in termini di emissioni e consumi di combustibile, chiedendosi se nei 70km di raggio previsti esistesse realmente una quantità di biomassa sufficiente ad alimentare l' impianto.Ora, ancora prima dell' avvio ufficiale, si prevede una deroga di 3 anni (rinnovabili) con l' obiettivo di accelerare la rimozione degli alberi abbattuti al fine di evitare l' insorgenza di problematiche fitosanitarie e favorire nel più breve tempo possibile il ripristino delle normali condizioni ambientali, compresa la salvaguardia degli habitat degli animali selvatici.' 'Siamo perplessi da queste deroghe - afferma Rambelli - in primo luogo perché se è stato previsto che il materiale dovesse essere reperito entro un raggio di 70km dalla centrale abbiamo forti dubbi sulla sostenibilità ambientale di una fornitura che arriva invece da oltre 200km, con il conseguente traffico di mezzi pesanti e il relativo inquinamento. Inoltre non capiamo come si possa conciliare una misura per la rimozione degli alberi abbattuti 'nel più breve tempo possibile' con una deroga di 3 anni, ulteriormente rinnovabile'. Desta inoltre perplessità, continua la nota di Legambiente, l' affermazione della Regione secondo cui l' impianto potrà utilizzare il materiale legnoso proveniente dal Veneto fino al 40% del totale annuo, ma al tempo stesso è stata posta come condizione il rispetto dei contratti di fornitura con i produttori locali: allo stato attuale dunque la sola biomassa presente nei 70km di raggio è sufficiente ad alimentare l' impianto oppure no?A cosa servono le prescrizioni contenute nella valutazione di impatto ambientale se, in nome dell' energia pulita e di un accordo di solidarietà, queste vengono derogate ancora prima dell' entrata in funzione dell' impianto? Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 10
[ § 1 4 7 3 0 1 6 9 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 47 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) sanità, sociale e servizi per l'infanzia Corsi di italiano per stranieri Aperte le iscrizioni DA FINE ottobre a maggio 2020 presso il centro sociale Porta Nova di Russi si terranno i corsi gratuiti di lingua italiana (alfabetizzazione, livello A1 e A2) rivolti ai cittadini stranieri residenti a Russi, maggiori di anni 16 e con regolare permesso di soggiorno, organizzati dal centro stesso in collaborazione con il Comune di Russi. È possibile iscriversi ai corsi presso il centro in via Aldo Moro 2/1 a Russi, oggi dalle 14 alle 16.30 e domani dalle 9 alle 11. Per info: Centro Sociale Porta Nova (tel. 0544- 582088); Ufficio Servizi alla Persona del Comune di Russi (tel. 0544- 587648). Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 11
[ § 1 4 7 3 0 1 7 1 § ] lunedì 23 settembre 2019 Ravenna Today sport Si gioca l' attesa 24 ore di baseball Conclusa la Fira di Sett Dulur di Russi, nel mese di ottobre si svolgono le tradizionali sagre autunnali nelle frazioni. Come da tradizione si parte da Godo, che il 5 e 6 ottobre festeggia la Madonna del Rosario. Ma la festa è anticipata dalla due giorni di baseball che si tiene sabato 28 e domenica 29 settembre al diamante Casadio. Anche quest' anno le due società Goti e Godo baseball organizzano l' attesa 24 ore di baseball nel campo sportivo di via Rivalona. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 12
[ § 1 4 7 3 0 1 7 4 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 4 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali POLITICHE PER LO SVILUPPO Investimenti al Sud, il governo vuole rifinanziare il bonus fiscale Misiani conferma il credito d' imposta tra le priorità: serviranno 500 milioni Marco Mobili, Giovanni Parente - roma Rifinanziare il credito d' imposta al Sud e sostenere le imprese che assumono e investono con la prosecuzione del piano industria 4.0. Sul fronte lavoratori ci sarà il taglio al cuneo fiscale e per le famiglie si farà di tutto per evitare l' aumento delle aliquote Iva dal 10 al 13% e dal 22 al 25,2 per cento. A confermare le direttrici su cui si muoverebbe il Governo nel disegnare la manovra è stato ieri a Torino il viceministro all' Economia, Antonio Misiani, intervenendo alla seconda edizione di «Fisco&Futuro» organizzata da Eutekne. Il Sud e il sostegno alle attività produttive del Mezzogiorno avranno dunque un ruolo di primo piano con la prossima manovra di bilancio. Per sostenere gli investimenti, infatti, si punta come detto a rifinanziare il bonus per il Mezzogiorno. Serviranno 500-600 milioni per coprire anche nel 2020 il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali, misura in scadenza a fine anno e che con risorse statali per 3 miliardi finora ha attivato investimenti privati per 8 miliardi (dati Def). Il "bonus" è riservato a beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni del Mezzogiorno (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo). Sul fronte delle risorse da recuperare per la manovra tornerà centrale la lotta all' evasione, come ha ribadito a più riprese lo stesso primo ministro Giuseppe Conte. Al momento si starebbero studiando misure e interventi ad hoc con l' obiettivo soprattutto di migliorare l' azione di contrasto al sommerso e alle frodi, ma senza creare nuovi obblighi e oneri per contribuenti e imprese. Dall' utilizzo delle banche dati e dalla digitalizzazione degli adempimenti come fatturazione ed emissione di scontrini e ricevute dovrebbero arrivare quelle informazioni necessarie per vigilare in tempo reale sui comportamenti illeciti o elusivi dei contribuenti. Il fisco digitale in chiave anti evasione si potrebbe estendere anche alle accise su carburanti e oli minerali e in particolare alla Dichiarazione accise semplificata, nota come "Das". In pratica la denuncia alle dogane viaggerebbe solo elettronicamente con la possibilità per l' amministrazione finanziaria di monitorare immediatamente tutti i soggetti coinvolti in un' operazione di compravendita dei prodotti soggetti ad accisa. L' effetto sperato sarebbe quello già prodotto con la fattura elettronica su tutti i contribuenti Iva obbligati. In arrivo anche una nuova stretta sulle frodi fiscali in materia di compensazioni di imposte e in particolare in tutti quei casi in cui i contribuenti innescano meccanismi di accollo del debito. Una delle situazioni già sotto osservazione con la norma scattata ad ottobre 2018 che consente alle Entrate di sospendere per 30 giorni i pagamenti tramite modello F24 con la presenza di crediti in compensazione per poi bloccarli in caso emerga l' indebito utilizzo del credito stesso. Si lavora ancora sulle frodi Iva in materia di auto. Infine, oltre a evocare un ritorno agli anni 80 con le manette agli evasori, appare sempre più certa la stretta del Governo sull' uso del contante accompagnata da un doppio bonus fiscale: un credito d' imposta annuale per gli esercenti e un cashbak (rimborso) per chi acquista con moneta elettronica (si veda Il Sole 24 Ore del 20 settembre). © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 13
[ § 1 4 7 3 0 1 7 6 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 28 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali funzione pubblica Quota 100, al via il censimento degli enti erogatori del Tfr/Tfs Gianluca Bertagna, Salvatore Cicala - Il dipartimento della Funzione pubblica con nota protocollo 59242 del 20 settembre ha annunciato la nascita, all' interno della piattaforma web lavoropubblico.gov.it, dell' applicativo informatico che consente di censire gli «enti erogatori» ai fini della anticipazione del Tfr/Tfs (Trattamento fine servizio o fine rapporto) previsto da quota 100. Il decreto legge 4/2019 prevede che il personale del pubblico impiego andato in pensione con quota 100 può presentare richiesta di anticipo del Tfr/Tfs spettante. Si tratta di una sorta di «prestito» e, per poterlo ottenere, il lavoratore deve prima di tutto chiedere all' ente «erogatore» del Tfr/Tfs la certificazione del diritto all' anticipazione. Nelle amministrazioni iscritte ai fini del Tfr/Tfs ai fondi ex Inadel ed ex Enpas gestiti dall' Inps, è lo stesso Inps responsabile per l' erogazione del Tfr/Tfs. Le amministrazioni nelle quali, invece, si provvede direttamente a erogare il Tfr/Tfs alla generalità dei dipendenti si configurano al contrario sicuramente come soggetti erogatori in aggiunta all' Inps. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 14
[ § 1 4 7 3 0 1 7 2 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 29 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Allarme carenza. Per tornare ai livelli di occupazione del passatoè necessario assumere oltre 7mila medici e 2mila dirigenti:i buchi maggiori concentrati tra Lazio, Campania e Sicilia Emergenza medici, il piano salva-Ssn vale un miliardo Marzio Bartoloni Barbara Gobbi Il nuovo Governo giallo-rosso è avvertito. Se deciderà, come ha annunciato nel suo programma, di voler affrontare sul serio l' emergenza carenza medici con un piano straordinario di assunzioni dovrà mettere sul piatto almeno un miliardo. Questa la cifra che servirebbe per riportare il Ssn all' anno zero: quello della massima occupazione per i medici. Ne mancano per l' esattezza 7.146, con tre Regioni - Campania, Lazio e Sicilia - che da sole necessitano di oltre 6mila camici bianchi. Il numero arriva da una elaborazione dell' Anaao Assomed, la principale sigla dei medici ospedalieri, che in base ai dati del Conto annuale del Tesoro ha messo a confronto l' anno di massima occupazione nell' ultimo decennio con l' ultimo disponibile (il 2017). Un calcolo che è stato replicato anche sul fronte della spesa. E qui il confronto con l' anno di maggiore investimento per Regione sul personale medico, dice proprio che manca un miliardo al Ssn (947 milioni per l' esattezza). Senza contare poi che oltre ai camici bianchi - secondo le stime di Anaao - mancano anche 2.122 dirigenti sanitari non medici, a cui corrisponde una riduzione della spesa di 129 milioni. Numeri che fanno lievitare il conto del piano di assunzioni a cui dovrebbe mettere mano il Governo - che non tiene tra l' altro in considerazione le carenze degli infermieri, altro buco nero del Ssn - a oltre un miliardo. Una somma, questa, che le Regioni hanno potuto risparmiare in questi anni - un po' perché obbligate tra blocchi del turn over e piani di rientro un po' per "fare cassa" sulle spalle del personale - ma che ora fa sentire tutto il suo peso con l' esplosione della bomba carenza medici in tutte le corsie degli ospedali italiani: dal profondo Sud spesso alle prese con conti in rosso al Veneto, dove gli organici sono da anni ridotti all' osso. Regioni che ora stanno provando a tamponare l' emergenza con iniziative di ogni genere: dal tentativo di richiamare i medici in pensione - per ora si registrano numeri piccoli - al ricorso a giovani medici laureati che hanno incassato l' abilitazione, ma che ancora non hanno iniziato il loro percorso di specializzazione. Una via, questa, che le stesse Regioni vorrebbero applicare in modo sistematico se riusciranno ad avere il via libera del Governo (si veda il pezzo nella stessa pagina). Non si parte comunque da zero: a rimpolpare le corsie con lo sblocco del turnover inchiodato da anni al livello di spesa per il personale del 2004 aveva già provato il precedente governo M5S-Lega con il decreto Calabria, spostando il tetto al 5% dell' aumento del Fondo sanitario 2018. Un pannicello caldo, secondo il segretario dell' Anaao Assomed Carlo Palermo. «Siccome nel 2018 l' incremento del Fondo è stato di un miliardo, con il Calabria per tutti - tra medici, non medici e infermieri - si liberano appena 50 milioni. E se in realtà come il Trentino che negli anni ha aumentato la spesa per il personale questo incremento può bastare, per Regioni come la Calabria e il Lazio il vantaggio è ridicolo. Per recuperare tutti i medici che mancano, di questo passo servirebbero oltre 15 anni. Il Piano straordinario di assunzioni del Governo, se davvero si farà, dovrà rimuovere il tetto del 5%». Ma il decreto Calabria (e già prima la legge di Bilancio) ha tentato la corsa ai ripari anche su un altro fronte: quello della programmazione sballata dei fabbisogni, consentendo ai medici ancora in formazione al IV e V anno della scuola di specializzazione di entrare negli organici Ssn, inizialmente con un contratto a tempo determinato. «Qui si tratta di emanare al più presto i decreti attuativi - afferma Palermo -: ciò consentirebbe di liberare risorse per finanziare altre borse di specialità. Ad oggi, sono circa Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 15
[ § 1 4 7 3 0 1 7 2 § ] martedì 24 settembre 2019 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali 9.000 i medici in formazione interessati, che insieme con i circa 15.000 specializzati degli ultimi tre anni rappresentano una platea adeguata per tamponare la prima ondata pensionistica, entro il 2022. Anche se fosse assunta solo la metà di questi colleghi, si potrebbero ottenere 3mila borse di specializzazione in più portando i contratti di formazione a 12mila nel 2020-2022. L' obiettivo è arrivare ad avere un numero adeguato di specialisti in tempo utile per il 2023-2025, anni del picco massimo di uscita dei medici dal mercato del lavoro per pensionamento». La ricetta proposta dal sindacato è quindi doppia: da una parte il ripristino degli organici - con iniezione di risorse per un miliardo - dall' altra la corsa ai ripari contro la mancata programmazione dei fabbisogni, grazie all' assunzione massiccia di specializzandi. L' alternativa? «Se non si agisce subito la prospettiva per l' Italia è finire agli ultimi posti in Europa per numero di medici ospedalieri - chiosa Palermo -: oggi ne abbiamo 195 per centomila abitanti ma a breve potremmo scivolare a quota 165, in buona compagnia con i Paesi dell' Est». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 16
[ § 1 4 7 3 0 1 8 1 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Il riabilitato ha diritto all' oblio del web ANTONIO CICCIA MESSINA Chi si è riabilitato, dopo una condanna penale, ha diritto all' oblio su internet. Il garante della privacy, con il provvedimento n. 153 del 24 luglio 2019, ha ordinato a Google la rimozione di due url, che rimandavano ad informazioni giudiziarie non più rappresentative della attuale situazione di un imprenditore. Nel caso specifico per accogliere la domanda di cancellazione, il garante ha tenuto conto: del periodo trascorso (fatti del 2007, condanna del 2010, riabilitazione del 2013); della intervenuta riabilitazione (misura premiale finalizzata al reinserimento sociale del reo); dell' estraneità del fatto rispetto all' attuale professione dell' interessato. In sostanza la persistente reperibilità in rete degli url contestati determina un impatto sproporzionato sui diritti dell' interessato, che non risulta bilanciato da un attuale interesse del pubblico a conoscere la vicenda. Da qui l' obbligo di rimozione ordinato al motore di ricerca generale. La pronuncia è un' ulteriore applicazione del diritto di oblio, in relazione al quale sarebbe opportuna la definizione di linee guida anche per un' altra categoria di titolari del trattamento e cioè per le testate giornalistiche, che tengono i propri archivi on line. Sarebbe utile, per esempio, dare indicazioni cronologiche di massima sui tempi di permanenza online, differenziando sulla base della qualifica più o meno pubblica dell' interessato e sul tipo di dati, pur lasciando margini per diverse decisioni motivate nei singoli casi. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 17
[ § 1 4 7 3 0 1 8 2 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali In Lombardia nuove regole dal 2020 Affitti turistici, pronti i modelli Affitti turistici regolati in Lombardia. È stato pubblicato ieri sul Bollettino ufficiale della regione (Burl) il decreto 13056 della Direzione generale turismo, marketing territoriale e moda, che dà indicazioni dettagliate sulla documentazione necessaria da presentare al comune di competenza da parte di chi offre il proprio alloggio in regime di locazione per finalità turistiche. Esso entrerà in vigore il 1° gennaio 2020. «Con l' approvazione dei modelli per la comunicazione alle amministrazioni comunali», spiega l' assessore regionale al Turismo, marketing territoriale e moda, Lara Magoni, «raggiungiamo l' obiettivo di maggior trasparenza e rispetto delle regole, in un settore in notevole espansione come quello dei pernottamenti turistici in case e appartamenti». L' iter legislativo era cominciato con l' approvazione, da parte di regione Lombardia, della disciplina che ha istituito e regolamentato il Cir, il Codice identificativo di riconoscimento, che deve essere indicato sugli annunci utilizzati per pubblicità, promozione e commercializzazione dell' offerta delle case e appartamenti per vacanza. Una procedura consolidata con la sentenza n. 84/2019 della Corte costituzionale, che aveva ritenuto infondato il ricorso con il quale era stata impugnata la legge regionale n.7/2018. «Una sentenza», aggiunge Magoni, «che ha confermato la validità dell' impianto legislativo di regione Lombardia». © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 18
[ § 1 4 7 3 0 1 8 3 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Il dpcm è in corso di registrazione Sicurezza, ecco 1.700 assunti Iniezione di personale per la sicurezza. «È in attesa di registrazione alla Corte dei conti il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 4 settembre che consentirà nel mese di ottobre alle amministrazioni del comparto sicurezza-difesa e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco di effettuare circa 1.700 assunzioni straordinarie (1.657 per la precisione) a tempo indeterminato con risorse a valere sui risparmi da cessazione per il 2018. A questa cifra si aggiungono oltre 10 mila nuovi posti legati al normale turnover». Lo ha affermato ieri con una nota il Dipartimento della funzione pubblica. «Tra le immatricolazioni straordinarie per Guardia di finanza, Polizia di stato, Polizia penitenziaria, Arma dei carabinieri e appunto Vigili del fuoco», aggiunge il Dipartimento, «1.043 saranno possibili dal 1° ottobre per un onere, a regime nel 2025, pari a 45,6 milioni di euro. Mentre dal 23 ottobre scatterà la possibilità di assumere altre 614 unità per una spesa a regime di 26,7 milioni di euro, costo che sale a 30,4 milioni se si considerano gli 86 posti già autorizzati dal primo marzo scorso tra i 100 indicati per il Corpo della polizia penitenziaria». «Aspettiamo la chiusura dell' iter e contiamo così di dare un segnale importante alle forze di sicurezza e ai vigili del fuoco, i nostri angeli custodi che soffrono una cronica carenza di organico. La loro opera, giorno dopo giorno, è fondamentale per l' incolumità e il benessere di tutti noi», commenta il ministro per la pubblica amministrazione, Fabiana Dadone. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 19
[ § 1 4 7 3 0 1 7 9 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali contabilità Una beffa per enti virtuosi MATTEO BARBERO Sulla contabilità economico-patrimoniale semplificata ennesima beffa per gli enti virtuosi. Solo quelli che già nel 2018 si sono avvalsi della facoltà di rinviare l' adempimento potranno sfruttare la deroga anche nel 2019. Chi, al contrario, ha rispettato le scadenze dovrà continuare a farlo. Tutto nasce dall' art. 15-quater, comma 1, del dl 34/2019. Tale disposizione, da un lato, ha consentito ai comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti di rinviare la tenuta dei conti di stampo privatistico fino al 2020 (quindi di fatto al 30 aprile 2021), dall' altro ha previsto un percorso di avvicinamento graduale che prevede l' obbligo di allegare al rendiconto 2019 una situazione patrimoniale redatta con modalità semplificate che la competente commissione ministeriale ha reso note nei giorni scorsi (si veda ItaliaOggi del 21/9/2019). E qui arriva la sorpresa: solo una parte dei circa 5.500 municipi interessati potrà utilizzare il pacchetto light, perché per tutti gli altri la Commissione ha deciso di negare qualsiasi deroga. Una scelta che farà discutere, dato che ad essere penalizzate sono (ancora una volta) le amministrazioni più virtuose che, durante la fase di incertezza sulla concessione o meno di una deroga, hanno comunque rispettato le scadenze di legge. Perché, occorre ricordarlo, il precedente rinvio è arrivato a tempo ampiamente scaduto e quindi molte amministrazioni hanno prudentemente deciso di rispettare comunque l' obbligo. Tale scelta ora le condanna ad essere equiparate ai comuni maggiori anche per il 2019. In punto di diritto, c' è da dire che l' art. 15- quater non pare operare alcuna distinzione in questo senso e che, quindi, il decreto attuativo rischia di esulare dalla sua competenza e di andare a cozzare contro la norma primaria. È anche vero, però, che di semplificato nel provvedimento in itinere c' è davvero poco, visto che, per beneficiare della deregulation, sarà comunque costretto a incrociare ben quattro ordini di dati, oltre che a riclassificare l' inventario. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 20
[ § 1 4 7 3 0 1 8 0 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali PRIVACY/ Il garante bacchetta un' azienda sanitaria troppo leggera Dati sanitari sotto chiave L' ospedale non può inviare Tac ai fornitori ANTONIO CICCIA MESSINA Dati sanitari senza libertà di circolazione. L' ospedale non può mandare le Tac dei pazienti al fornitore delle apparecchiature diagnostiche, per un uso autonomo da parte di quest' ultimo. Neanche se il fornitore esterno è stato nominato responsabile esterno del trattamento e neppure se i dati sono anonimizzati. Lo scudo a tutela delle informazioni sulla salute è alzato dal Garante della privacy, che ha bacchettato un' azienda sanitaria e una società fornitrice di apparecchiature di alta diagnostica (newsletter del 23/9/2019 n. 457). La società in questione, una volta ricevute le immagini dall' Asl, attraverso un software, ha estratto, anonimizzato e pseudonimizzato i dati, per poi allegare le immagini rielaborate alla documentazione necessaria per partecipare a una gara d' appalto e, in seguito, depositarle agli atti di un contenzioso giudiziario. Nel caso specifico, l' Asl ha sbagliato perché ha comunicato informazioni sulla salute di alcuni pazienti identificati in assenza di un' adeguata base normativa. E, a sua volta, la società ha sbagliato, perché ha eseguito trattamenti per finalità proprie (partecipazione alla gara e difesa in giudizio) non riconducibili a quelle per le quali era stata designata responsabile del trattamento. Sono, invece, attività tipiche del responsabile esterno le attività di manutenzione per garantire l' efficienza dell' apparecchiatura e la qualità delle immagini della Tac. A chiusura dell' istruttoria il Garante ha avviato i procedimenti per l' applicazione delle sanzioni amministrative (quelle del vecchio codice della privacy, poiché i fatti risalgono a prima dell' operatività del Regolamento Ue sulla protezione dei dati 2016/679 o Gdpr). La vicenda rimette sotto i riflettori la materia della privacy sanitaria, ancora in attesa delle misure di garanzia previsti dall' articolo 2-speties del codice della privacy. Peraltro, la mancata adozione di tali misure di garanzia non può essere addotta a pretesto di condotte lassiste, poiché il compiuto sistema delle tutele, costruito anteriormente al Gdpr, è del tutto compatibile con il quadro europeo della protezione dei dati e i provvedimenti del Garante conservano efficacia (articolo 22, comma 4 dlgs 101/2018). © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 21
[ § 1 4 7 3 0 1 7 8 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 37 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali decreto atteso al cdm entro prossima settimana Salvaprecari, strada in salita I paletti dei sindacati, caso paritarie MARCO NOBILIO Strada in salita per il decreto salvaprecari. Il ministro dell' istruzione, Lorenzo Fioramonti, si è subito trovato tra le mani la patata bollente dei concorsi riservati e dei Pas (percorsi abilitanti speciali) ereditata dal precedente governo. Che non aveva trovato un accordo sulla questione ne aveva rimandato la soluzione ad intese successive. Il decreto salvaprecari era passato in consiglio dei ministri il 7 agosto scorso, ma con la formula «salvo intese» a causa di alcune riserve avanzate dal Movimento 5 stelle, contrario a soluzioni diverse dal reclutamento in assenza di garanzie sulla previa selezione concorsuale. Riserve erano state avanzate anche sui Pas. Vale a dire su corsi abilitanti che avrebbero dovuto consentire ai docenti precari di III fascia di conseguire l' abilitazione necessaria a passare in II fascia senza superare un concorso in senso stretto. Abilitazioni che, peraltro, sono necessarie anche per insegnare nelle scuole paritarie. Nella relazione illustrativa dell' ipotesi di decreto, peraltro, era stata evidenziata proprio la necessità di consentire agli aspiranti docenti di conseguire l' abilitazione all' insegnamento, non solo per entrare in II fascia, ma anche e soprattutto per consentire l' apertura di nuove scuole paritarie. La legge 62/2000, all' articolo 1, comma 4, lettera g) prevede, infatti, che uno dei requisiti per consentire alle scuole non statali di ottenere il riconoscimento della parità è proprio quello di avere in organico docenti muniti di abilitazione. Il problema di reperire docenti abilitati, peraltro, si è verificato già all' indomani dell' entrata in vigore della legge 63/2000. Tant' è che il ministero è intervenuto più volte con note interpretative volte ad introdurre delle deroghe a tale principio (si vedano la lettera circolare n. 2668 del 29 ottobre 2001 e la nota prot. n. 4420 dell' 11 luglio 2012 ). Il problema si è notevolmente acuito negli ultimi anni a seguito delle ultime tornate di immissioni in ruolo. Che hanno determinato lo svuotamento delle graduatorie a esaurimento. E ciò aveva indotto il governo Conte 1 a prevedere un apposito percorso abilitante, proprio per andare incontro alle necessità dei gestori delle paritarie e agli imprenditori intenzionati ad investire in questo settore. Resta il fatto, però, che all' interno del governo Conte 2 vi sono forti resistenze non solo sulla possibilità di indire i concorsi riservati a bassa connotazione selettiva, ma anche sui Pas. La possibilità di conseguire le abilitazioni, tra l' altro, non potrebbe essere preclusa ai docenti di ruolo. E ciò comporterebbe la possibilità di conseguire titoli validi per la mobilità professionale bypassando il concorso. Le riserve sul concorso e sui Pas non riguardano solo il Movimento 5 stelle, che le ha avanzate già durante il governo Conte 1, ma anche il Pd. Che nella precedente legislatura aveva elaborato e fatto approvare un nuovo sistema di reclutamento, che prevedeva concorsi riservati ai docenti precari triennalisti, ma comunque a forte connotazione selettiva. L' unico sconto che veniva fatto ai precari riguardava l' esonero dalla prova preselettiva. Ma le rimanenti prove, grosso modo, erano analoghe a quelle del concorso ordinario. Per uscire dall' impasse sarebbero allo studio diverse soluzioni. Tra cui la possibilità di prevedere una riserva dei posti per i precari triennalisti nel concorso ordinario. Riserva che, secondo il consolidato orientamento della Corte costituzionale, potrebbe essere legittimamente fissata anche fino al 50%. E in più si starebbe pensando a valorizzare il punteggio di servizio. Finora, però, non è stata ancora trovata la quadra. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 22
[ § 1 4 7 3 0 1 7 8 § ] martedì 24 settembre 2019 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali E il governo ha chiesto aiuto ai sindacati. Che però hanno tenuto il punto sulle posizioni guadagnata nella fase del Conte 1. Martedì scorso c' è stata una riunione al vertice a viale Trastevere con i sindacati firmatari del contratto (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda). Ma le sigle hanno confermato le posizioni già espresse precedentemente, rimandando la palla nel campo dell' amministrazione scolastica. A complicare il tutto vi è anche una procedura di infrazione, che è stata aperta nei confronti dell' Italia proprio per l' annosa faccenda dell' abuso dei contratti a termine oltre i 36 mesi. Che sembrava essere stata portata a soluzione nella precedente legislatura. Ma che ora si ripropone per effetto dell' abrogazione della disciplina del reclutamento adottata in attuazione della legge 107/2015. Il ministro Fioravanti, dal canto suo, ha dichiarato pubblicamente l' intenzione del governo di procedere ad assumere 24mila precario a breve scadenza. Ma il nodo riguarda proprio le modalità di reclutamento. E la strada per giungere a una soluzione si prospetta tutta in salita e piena di incognite. Resta il fatto, però, che attualmente la situazione del reclutamento dei supplenti ha assunto dimensioni drammatiche. Tant' è che molte scuole si vedono costrette ad assumere supplenti sulla base di mere messe a disposizione di aspiranti non inclusi in alcuna graduatoria. Talvolta addirittura senza titolo. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 23
[ § 1 4 7 3 0 1 7 7 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 39 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali L' appello di Politecnico e Bicocca in occasione di MeetMeTonight. I ddl del Movimento5stelle Rettori, sì alla chiamata diretta Meglio una cooptazione virtuosa di concorsi viziati EMANUELA MICUCCI Scocca l' ora della chiamata diretta per il reclutamento dei ricercatori negli atenei italiani. Basta con i concorsi malati e la burocrazia. All' università la cooptazione funziona meglio dei concorsi. Purché sia virtuosa e trasparente. È questo l' appello lanciato dai rettori di alcuni atenei, tra i quali l' Università degli Studi di Milano, Milano-Bicocca e Politecnico in occasione della presentazione di MeetMeTonight, in programma per il 27 e 28 settembre a Milano. Associandosi a recenti simili richieste simili del mondo accademico. Mentre in Commissione Cultura della Camera, da luglio, un comitato ristretto lavora a definire il testo base che unisca due proposte di legge di M5S su reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari, rispettivamente a prima firma di Daniela Torto e di Alessandro Melicchio, che sarebbero già dovute a approdare in aula il 29 luglio. Provvedimenti che vanno però in una direzione diversa rispetto a quella auspicata dai rettori pro chiamata diretta che chiedono a gran voce nuove modalità ispirate a criteri di trasparenza e meritocrazia, che diano alle università la libertà di scegliere responsabilmente i proprio ricercatori. Il progetto di M5s è stato bocciato, seppure per ragioni diverse, anche all' Andu, l' associazione nazionale dei docenti universitari. «Così com' è, il reclutamento è malato», osserva Cristina Messa, rettore della Bicocca. «Nei concorsi, per evitare mal comportamenti, si è arrivati al punto di non scegliere più la persona ma dei numeri, come l' H-index, l' impact factor, la produzione scientifica calcolata con algoritmi. Bisognerebbe avere il coraggio di dire che ci sono altri meccanismi per reclutare, all' estero ne usano di completamente diversi: la cooptazione seria, fatta per gestire e mandare avanti il proprio ateneo, può essere virtuosa, ma deve essere trasparente ed evidente a tutti». In pratica, reclutare e promuovere alla luce del sole sulla base di criteri chiari e trasparenti, così da selezionare il candidato migliore per un determinato posto. Svincolando «i concorsi universitari da quelli comuni per la pubblica amministrazione per fare un sistema virtuoso di cooptazione», spiega Elio Franzini, rettore dell' Università degli Studi di Milano. Valorizzando la posizione di autonomia costituzionale delle università rispetto a qualsiasi generica amministrazione pubblica. Così da superare l' obiezione che è la Costituzione a prescrivere il concorso per accedere ai pubblici impieghi. «Bisogna che siano riconosciute le competenze specifiche», sottolinea Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano e vicepresidente della Crui. «Dobbiamo abbandonare la logica del concorso e pensare al valore della scelta senza ipocrisia, ma con coraggio e responsabilità». Una cooptazione virtuosa che, spiega Massimo Carlo Giannini, professore associato all' Università di Teramo, renda responsabili in prima persona gli stessi dipartimenti, commissari di selezione e rettori, sui quali ricadrebbero in termini di valutazione della ricerca i risultati conseguiti da un eventuale candidato scadente scelto. Del resto, osserva, già esiste un sistema di cooptazione travestita da concorso pubblico nel pieno rispetto formale della legge. Si punta il dito sulla legge 240/2010 che ha permesso agli atenei concorsi gestiti localmente, ciascuno con proprie norme. Non solo. Ha anche azzerato la mobilità accademica, favorendo carriere nello stesso ateneo dove ci si è laureati e si è conseguito il dottorato. A differenza di quanto avviene in Europa, dove la mobilità di ricercatori e docenti è normale e favorisce la qualità della ricerca e della didattica. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 24
[ § 1 4 7 3 0 1 7 7 § ] martedì 24 settembre 2019 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali A questo si sono aggiunti la consistente riduzione degli investimenti nel sistema universitario nazionale e la creazione dei punti organico per regolare l' assunzione e promozione di ricercatori e docenti, cioè il contingente di posti che le singole università possono bandire annualmente, che le spinge a prediligere chi è già in servizio presso l' ateneo. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 25
[ § 1 4 7 3 0 1 7 3 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 40 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali un fondo di 10 milioni nel decreto clima Green new deal punta sugli ecobus Il decreto legge pronto per il cdm ANGELA IULIANO Il Green new deal arriva a scuola e punta dritto sul trasporto scolastico, ma solo nelle 9 città più inquinate d' Italia. Sconto fiscale di 250 euro per le famiglie nelle scuole paritarie. In arrivo nel decreto Clima, annunciato per il prossimo consiglio dei ministri, un fondo di 10 milioni di euro all' anno per incentivare il servizio di scuolabus a ridotte emissioni per le scuole dell' infanzia, primarie e medie, comunali e statali, delle città metropolitane più inquinate e su cui grava la procedura di infrazione Ue, cioè Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Firenze, Napoli, Catania e Palermo. Il riferimento, nel dettaglio, è alle procedure di infrazione comunitaria n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 e n. 2015/2043 del 28 maggio 2015 per la non ottemperanza dell' Italia agli obblighi previsti dalla Direttiva 2008/50/Ce sulla qualità dell' aria. Il fondo è istituito presso il ministero dell' ambiente e le risorse, precisa la relazione tecnica, trovano copertura «nella quota destinata al medesimo ministero relativa ai proventi delle aste per i diritti di emissioni inquinanti in atmosfera, ai sensi dell' articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30». Le modalità di riparto del fondo saranno stabilite da un apposito decreto del ministero dell' ambiente, di concerto con il Miur, il ministero dei trasporti e il Mef, sentita la Conferenza Unificata. Non è, tuttavia, prevista, nessuna scadenza temporale per l' emanazione di questo provvedimento. La bozza del decreto Clima, inoltre, prevede che per le famiglie che sceglieranno gli scuola bus green sarà garantita una detrazione fino a 250 euro sulle spese sostenute. Una detrazione fiscale, cioè, del 19% per le spese sostenute per il servizio di scuola bus a ridotte emissioni «per la frequenza di scuole dell' infanzia del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di primo grado del sistema nazionale di istruzione di cui all' articolo 1 della legge 10 marzo 2000, n. 62». Si tratta della legge sulla parità scolastica. La detrazione è quindi riferita solo alle famiglie degli studenti delle scuole paritarie. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 26
[ § 1 4 7 3 0 1 7 5 § ] martedì 24 settembre 2019 Pagina 41 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali la sentenza della cassazione chiude la strada ai docenti e non assunti dopo il 2000 Nessuna speranza per i lavoratori in regime di tfr La trattenuta del 2,5% si applica comunque MARCO NOBILIO La trattenuta in busta del 2,5%, che serve a finanziare il trattamento di fine servizio (tfs), è legittima anche per i lavoratori della scuola in regime di trattamento di fine servizio. Perché serve a fare in modo che le retribuzioni nette e le retribuzioni previdenziali restino di uguale importo. A prescindere dalla tipologia di buonuscita che viene corrisposto quando si va in pensione. Lo ha stabilito la sezione lavoro della Corte di cassazione, con una sentenza pubblicata il 17 settembre scorso (23115/2019). Dopo le sentenze di merito sfavorevoli, la Cassazione ha messo una pietra tombale sulle aspirazioni dei docenti e non docenti assunti dopo i 31 dicembre 2000. Che rientrano nel regime del trattamento di fine rapporto (tfr) e, quindi, ritenevano di non dover pagare la trattenuta, inizialmente prevista solo per i lavoratori assunti prima del 31 dicembre 2000. Che invece rientrano nel regime del trattamento di fine servizio (tfs). La differenza fra tfs e tfr consiste nella procedura di calcolo e di finanziamento. Sia il tfs che il tfr si concretizzano in una somma di denaro che viene versata al dipendente quando va in pensione. Il tfs, però, è calcolato moltiplicando l' 80% dell' ultima retribuzione mensile per il numero degli anni di servizio prestati. Mentre l' importo del tfr è determinato dall' accantonamento, per ogni anno di servizio o frazione di anno, di una quota pari al 6,91% della retribuzione annua e dalle relative rivalutazioni. In pratica, dunque, mentre per il tfr il fattore di riferimento è l' 80% dell' ultima retribuzione, moltiplicata per gli anni di servizio, nel caso del tfr si tratta di un accantonamento calcolato annualmente e direttamente proporzionale all' importo della retribuzione annuale. Che è più bassa a inizio carriera e cresce in relazione alla maturazione dei gradoni relativi alla progressione di carriera. Nel caso del tfs, invece, il parametro di riferimento viene sempre calcolato sullo stipendio a fine carriera che è più alto. Per esempio, nel caso di un docente di scuola media, l' importo iniziale a classe 0 dello stipendio netto è pari a circa 1350 euro. Mentre a fine carriera, in classe 35, può arrivare a circa 2.000-2.100 euro, sempre netti. Diverso è anche il regime di finanziamento dei due tipi di liquidazione. Ai fini del tfr non vengono praticate trattenute in busta paga. Mentre per il tfs, l' articolo 37 del decreto del presidente della repubblica 29 dicembre 1973 n. 1032 prevede che, per tutti i dipendenti statali, sia effettuato dall' amministrazione di appartenenza un accantonamento complessivo del 9,60% sull' 80% della retribuzione lorda, con una trattenuta a titolo di rivalsa a carico del dipendente pari al 2,50% sempre sull' 80% della retribuzione. La legge non prevede che questa trattenuta venga applicata anche ai dipendenti in regime di tfr. Ma l' amministrazione ha ritenuto di doverla applicare in forza di alcune disposizioni contenute nell' articolo 26, comma 19, della Iegge 448 del 1998 e dal successivo decreto di attuazione: il decreto del presidente del consiglio dei ministri del 20 dicembre 1999. Norme che applicano la trattenuta per evitare che i dipendenti in regime di tfr possano percepire una retribuzione netta superiore a quelli in regime di tfs. La questione è stata fatta oggetto di un forte contenzioso, che è giunto anche davanti alla Corte costituzionale. Che però ha dichiarato la legittimità della normativa che prevede questo tipo di trattamento retributivo, che a molti è sembrato discriminatorio. Legittimità che deriva dalla necessità di mantenere le retribuzioni su livelli di pari importo. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 27
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