Media Monitoring per 29-08-2019 - Rassegna stampa del 29-08-2019 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 28/08/2019 - WWW.MN24.IT Salerno, il Tribunale dei diritti del Malato scrive al Ruggi ..................................................... 1 28/08/2019 - WWW.SALERNONOTIZIE.IT Salerno: dopo la morte al Ruggi della 12enne di Matierno interviene il Tribunale del malato ................................................................................................................................................ 2 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 3 29/08/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Donazione organi la campagna dell' Asl ................................................................................. 3 29/08/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Ragazza in Rianimazione festeggiata dal suo cane ................................................................ 5 Sanità Campania ............................................................................................................................... 6 29/08/2019 - IL MATTINO (ED. NAPOLI) «Nei piccoli comuni assistenza già saltata» ........................................................................... 6 29/08/2019 - IL MATTINO Medici di famiglia in fuga, chiudono 300 ambulatori .............................................................. 8 29/08/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Medicina, oltre seimila in gara ai test "Ragazzi, partecipate con entusiasmo" .................... 10 29/08/2019 - IL ROMA Nuovo robottino Da Vinci all' ospedale Monaldi ................................................................... 12 29/08/2019 - IL MATTINO San Giovanni Bosco, insulti e minacce sanitari salvati dall' arrivo dei vigilantes ................. 13 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 15 29/08/2019 - FAMIGLIA CRISTIANA «IO, GUARITO DAL CANCRO, ORA LO COMBATTO» ................................................................ 15 29/08/2019 - AVVENIRE «L' assenza di gravità uccide i tumori» I test anti-cancro decollano verso lo spazio ............ 17 29/08/2019 - CORRIERE DELLA SERA C' è bisogno di medici scienziati .......................................................................................... 18 29/08/2019 - IL GIORNALE Colon, così si scovano i micro polipi ..................................................................................... 20 29/08/2019 - CORRIERE DELLA SERA I test genetici per il cuore che sono davvero utili ................................................................ 21 29/08/2019 - ITALIA OGGI In medicina si parla inglese .................................................................................................. 23 29/08/2019 - ITALIA OGGI Infermieri, cambi pagati ....................................................................................................... 25 29/08/2019 - CORRIERE DELLA SERA La visita medica? Per metà degli europei si può fare via webcam ....................................... 26 29/08/2019 - CORRIERE DELLA SERA Le fake-news alimentari hanno gioco facile ......................................................................... 28 29/08/2019 - CORRIERE DELLA SERA Le inspiegabili differenze di prezzo fra farmaci ................................................................... 29 29/08/2019 - ITALIA OGGI Multinazionali del farmaco ingorde e il regalo del suo vaccino da parte di Sabin ................ 31 29/08/2019 - FAMIGLIA CRISTIANA NEOPLASIE DEL SANGUE: CÈ UNA NUOVA TERAPIA ............................................................ 32 29/08/2019 - CORRIERE DELLA SERA Oppioidi, Purdue offre 12 miliardi per chiudere le cause ..................................................... 34 29/08/2019 - LA REPUBBLICA Qui stanno creando l' atlante del cervello ............................................................................ 36
28/08/2019 mn24.it EAV: € 350 Lettori: 1.433 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Salerno, il Tribunale dei diritti del Malato scrive al Ruggi La nota arriva dopo la morte della 12enne di Matierno avvenuta tra il 14 e il 15 agosto in seguito a complicanze per una febbre alta e su cui sono in corso indagini. Tre gli iscritti sul registro degli indagati: si tratta di due medici ed un infermiere. Avvisi di garanzia partiti d’ufficio Il tribunale del malato ha scritto ai vertici dell’Ospedale Ruggi di Salerno per chiedere maggiore assistenza per i pazienti pediatrici. Lo scrive Il Mattino oggi in edicola. L’ultimo evento letale che ha colpito una bambina di 12 anni impone una seria riflessione, al fine di operare scelte organizzative e programmatiche, che diano efficacia e coerenza a un percorso pediatrico in un Dea secondo livello – si legge nella richiesta d’incontro – Bisogna riempire di veri contenuti assistenziali l’emergenza pediatrica e l’intero percorso, dal triage alla osservazione breve intensiva pediatrica, alla rianimazione pediatrica (da istituire). Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
28/08/2019 salernonotizie.it EAV: € 767 Lettori: 10.300 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Salerno: dopo la morte al Ruggi della 12enne di Matierno interviene il Tribunale del malato Il tribunale del malato ha scritto ai vertici dell’Ospedale Ruggi di Salerno per chiedere maggiore assistenza per i pazienti pediatrici. Lo scrive Il Mattino oggi in edicola. La nota arriva dopo la morte della 12enne di Matierno avvenuta tra il 14 e il 15 agosto in seguito a complicanze per una febbre alta e su cui sono in corso indagini. Tre gli iscritti sul registro degli indagati: si tratta di due medici ed un infermiere. Avvisi di garanzia partiti d’ufficio «L’ultimo evento letale che ha colpito una bambina di 12 anni impone una seria riflessione, al fine di operare scelte organizzative e programmatiche, che diano efficacia e coerenza a un percorso pediatrico in un Dea secondo livello – si legge nella richiesta d’incontro – Bisogna riempire di veri contenuti assistenziali l’emergenza pediatrica e l’intero percorso, dal triage alla osservazione breve intensiva pediatrica, alla rianimazione pediatrica (da istituire)». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 23 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 3.311 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Salerno e provincia Donazione organi la campagna dell' Asl LA SANITÀ LA SANITÀ Sabino Russo Offrire uno strumento per orientare, informare e accompagnare i potenziali donatori di organi a una scelta consapevole e che può salvare una vita umana. È questo l' obiettivo dell' iniziativa di sensibilizzazione promossa dallo sportello amico dell' Asl per sviluppare la cultura della solidarietà in tema di trapianti, in programma stasera, con ingresso libero, presso il parco archeologico di Paestum. Restano ancora troppo frequenti, infatti, le opposizioni alla donazione a Salerno e in Campania (41,8% su accertamenti di morte in rianimazione e 45,7% rilasciate con carta d' identità elettronica), nonostante l' impennata di Comuni abilitati (80,9%) e attivi (77,6%) a trasmettere le dichiarazioni di volontà, che solo a Salerno città, lo scorso anno, hanno superato le 4mila adesioni. La possibilità per i salernitani di dare il proprio consenso al prelievo degli organi e dei tessuti attraverso il ritiro o il rinnovo della carta d' identità è partita nel 2017. La procedura è molto semplice. Quando si ritira o si rinnova la carta d' identità, si può richiedere il modulo per la dichiarazione, riportando nel campo indicato la propria volontà, firmarla e riconsegnarla all' operatore. La decisione viene trasmessa in tempo reale al Sistema informativo trapianti, la banca dati del ministero della Salute. È sempre possibile cambiare idea. «Bisogna essere informati e consapevoli del percorso sottolinea il direttore sanitario dell' Asl Ferdinando Primiano Bisogna sapere cosa si può fare, perché in vita si può donare un rene, una parte di fegato o di tessuto di sangue». È possibile dare il consenso anche presso lo sportello amico trapianti dell' Asl, presente in tutti i distretti della provincia. «Vogliamo dare maggiore consapevolezza e informazione spiega Maria Immacolata Borrelli, referente dello sportello Asl Abbiamo preparato anche un programma nelle scuole e chiederemo ai ragazzi di farsi anch' essi promotori presso i Comuni». Parteciperà all' evento di domani il gruppo musicale QuasiManouche, di cui fa parte Fernando Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Chiumiento, direttore del dipartimento area critica dell' Asl. Il programma musicale è dedicato al repertorio di Django Reinhardt, chitarrista sinto vissuto nella prima metà del secolo scorso. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 17 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Ragazza in Rianimazione festeggiata dal suo cane Una visita inaspettata per il suo compleanno. Il piccolo Riky, un maltese toy di colore bianco, ha fatto visita alla sua padroncina ricoverata nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Eboli. Il dono che ha regalato attimi di gioia sia alla paziente, la cui capacità di ripresa ne ha giovato, sia a familiari, rientra nel progetto Intensiva 2.0 (umanizzazione delle cure). Si tratta di un protocollo in cui il reparto, diretto dal dottor Ferdinando Chiumiento e dal coordinatore infermieristico Antonio Ristallo , è impegnato già da due anni. Il protocollo è utile a ridurre ansia e depressione nei familiari ed il burn out degli operatori e ha come responsabile nazionale il Prof. Giovanni Mistraletti dell'Università di Milano. L'accesso dei familiari non limitato da barriere fisiche o temporali, migliora la qualità delle cure e favorisce il buon risultato delle stesse e riduce le ansie dei familiari. L'intera procedura è stata autorizzata dal direttore generale dell'Asl Mario Iervolino , dal dirigente dell'ospedale di Eboli, Mario Minervini e dal direttore sanitario aziendale Ferdinando Primiano, che hanno dimostrato grande sensibilità verso un'innovazione che va incontro alle esigenze di pazienti e personale sanitario. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 21 Il Mattino (ed. Napoli) EAV: € 5.178 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania «Nei piccoli comuni assistenza già saltata» Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, il principale sindacato della medicina di famiglia e presidente dell' Ordine dei medici di Napoli, è stato il primo a rispondere a muso duro al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Giancarlo Giorgetti che al Meeting di Rimini ha dichiarato che dal medico di base non ci va più nessuno. «Una dichiarazione sconnessa dalla realtà: i sondaggi vedono i medici di famiglia a più dell' 80% di gradimento primi tra tutte le figure del servizio sanitario e sono sempre più gli italiani che ricorrono al medico di famiglia. Del resto a Cazzago, il Comune di nascita di Giorgetti, nelle settimane scorse gli abitanti sono scesi in piazza per protestare contro la mancanza del medico di assistenza primaria». Al Sud, e in Campania, qual è la situazione? «Qui la rete della medicina di famiglia, con la sua prossimità al paziente, ricoprirà sempre più un ruolo primario nella sanità pubblica, soprattutto nella gestione delle cronicità in un paese (l' Italia) che vede costantemente innalzarsi l' età media della popolazione». Perché il medico di famiglia resta centrale nell' assistenza? «Perché è un modello vincente, che garantisce salute pubblica e fa risparmiare. Dietro lo stereotipo del medico delle ricette si celano una funzione e un ruolo centrali per la medicina del territorio. Tant' è che quando gli studi sono chiusi nei fine settimana gli accessi al pronto soccorso si impennano. Semmai si tratta di rendere compiuto questo ruolo fiduciario cui sono affidate molteplici funzioni dagli screening all' assistenza distrettuale, dagli accessi domiciliari alle cure di anziani, e disabili. Senza dimenticare il ruolo di educatore ai corretti stili di vita, la diagnosi precoce di molte malattia, l' educazione alimentare e al corretto uso dei farmaci che iniziano in un rapporto diretto con le famiglie sin dagli anni dell' infanzia». Alla vigilia della sigla dell' accordo regionale della medicina di famiglia quale è il modello di cura che proponete? «L' evoluzione della medicina di famiglia in Campania richiede investimenti in personale e capacità diagnostica di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
prossimità vicino fino al domicilio di pazienti che diventano sempre più anziani e cronici. L' obiettivo è creare microteam (con infermiere e collaboratore di studio) impegnati in compiti di assistenza più ampi di quanto non si riesca a fare oggi». Come si affronta il nodo della mappa delle carenze pubblicata con ritardo? «Gestire una graduatoria di 2 o 3 mila aspiranti di cui una buona parte ha già un lavoro è complicato e richiede troppo tempo. Occorre potenziare gli uffici ma anche stilare sottogruppi di idonei in base ai punteggi posseduti per facilitare la compilazione delle liste e procedere speditamente ad allineare i pensionamenti con i nuovi ingressi». Il sistema dei reclutamenti avviene per territori e città ma non per distretti. «Nelle aree interne si rischia di lasciare sguarniti interi territori. A Capri da anni c' è un incaricato provvisorio i colleghi. Chi è ai vertici della graduatoria sceglie dove lavorare e aprire lo studio mentre altri rinunciano alle zone periferiche. Oggi per molti colleghi è più agevole lavorare di notte nelle guardie mediche che investire in uno studio che oltre la soglia di 650/850 pazienti impone un lavoro esclusivo e investimenti in strutture e personale. Così in un quartiere come Fuorigrotta tra pensionamenti e decessi oggi ci sono 4 sostituti. Per lo stesso motivo difficoltà si scontano a Pianura e anche a Posillipo. Tutti nodi da affrontare e risolvere nell' accordo contrattuale integrativo regionale che entro il 3 settembre andrà al tavolo con la controparte regionale istituzionale». e.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 20 EAV: € 6.283 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Medici di famiglia in fuga, chiudono 300 ambulatori IL CASO Ettore Mautone La Medicina di base è in crisi, il medico di famiglia (che in realtà di base non è in quanto formato con un corso specifico in medicina generale assimilato a una specializzazione) è a rischio un po' dovunque. Non - come ha improvvidamente dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Giancarlo Giorgetti «perché dal medico di famiglia non va più nessuno se non per le ricette» piuttosto perché questi camici bianchi sono pochi, sempre più difficili da reperire soprattutto nelle aree interne a fronte di un ruolo sempre centrale per far funzionare il Servizio sanitario nazionale. Medici anche in Campania al bivio tra le necessità di una riforma strutturale che mira a riequilibrare l' offerta assistenziale sbilanciata sul versante ospedaliero (con il rilancio della medicina del territorio) e i bisogni di salute emergenti della popolazione anziana e dei malati cronici. UNA FIGURA CRUCIALE Medici di famiglia che fanno del rapporto diretto e continuativo con il paziente il loro principale punto di forza. Un' arma che però rischia di rimanere spuntata di fronte alle prospettive demografiche (l' impennata dell' invecchiamento della popolazione) e ai massicci pensionamenti dei sanitari cui non corrispondono adeguati rimpiazzi. Un nodo che in Campania rimane ogni anno impigliato nella forbice che si forma tra i medici che a 68 anni appendono il camice al chiodo e chiudono il proprio studio per limiti di età e quelli reclutati con la graduatoria regionale che mette in fila gli aspiranti alla zone in cui manca il medico. Graduatoria che però viaggia però con uno o due anni di ritardo facendo una fotografia poco attendibile dei fabbisogni. A tutto ciò si aggiunga il progressivo spopolamento della platea dei medici di guardia medica attivi di notte e nei festivi e si ottiene la tempesta perfetta. Un sistema a vasi comunicanti che con le nuove norme che impongono di lasciare la guardia medica al raggiungimento di almeno 850 assistiti finisce per creare ulteriori carenze sia su un fronte (la medicina Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
di famiglia) sia sull' altro (la continuità assistenziale delle guardie). I NUMERI Per comprendere le proporzioni del fenomeno basta dare uno sguardo alle tabelle elaborate dalla Fimmg (il principale sindacato di categoria) sulla scorta dei profili di pensionamento dell' Enpam, l' ente di previdenza di categoria. In Campania, al 1 gennaio del 2018, risultavano attivi 4222 medici di assistenza primaria. Nei prossimi 15 anni raggiungeranno l' età pensionabile complessivamente circa 3562 unità pari all' 84 per cento di quelli in in attività con una progressione che dal 2019 va ben oltre l' asticella dei circa 150 posti disponibili individuati di anno in anno. Un imbuto solo in parte bilanciato da iscrizioni in sovrannumero e senza borsa di studio. Tutto ciò da un lato alimenta il sottobosco del precariato e dall' altro lascia vuoti sempre più preoccupanti nella rete dell' assistenza. La graduatoria regionale degli aspiranti medici di famiglia o candidati a una guardia medica è apparentemente pletorica (circa 2500 camici bianchi) ma molti un lavoro da qualche parte già lo hanno e non vi rinunciano se non per un posto da medico di famiglia titolare. Così già nel 2019 si arriva a 286 pensionamenti che salgono a quota 332 nel 2020, a 381 nel 2021 con un picco di 390 e 430 rispettivamente nel 2022 e 2023. Senza misure straordinarie si rischia il tracollo. I SINDACATI «A fronte delle centinaia di pensionamenti previsti sottolinea Luigi De Lucia dello Smi - la Regione Campania deve ancora assegnare le carenze relative al 2018 ed è in forte ritardo sulla ricognizione ed approvazione carenze anno 2019. È necessario quindi potenziare gli uffici preposti anche per garantire il ricambio generazionale con le modalità previste dal decreto Calabria e tamponare l' emorragia di medici». Nella giusta direzione pare vada l' intesa raggiunta a livello nazionale agli inizi di agosto che deve trovare concreta applicazione in ambito regionale. «Resta il fatto che in Campania aggiunge Luigi Sparano della Fimmg - l' immissione in servizio dei nuovi medici fa riferimento a una mappa delle carenze non aggiornata aumentando il rischio di lasciare sguarnite le zone disagiate delle aree interne e sulle isole (a Capri da anni lavora un sostituto). Anche a Napoli in quartieri poco ambiti come Pianura, dopo il pensionamento e il decesso di tre o quattro medici, il ricambio resta al palo e i cittadini rischiano di perdere il vantaggio della prossimità e di ingolfare ancor più gli ospedali». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 3 EAV: € 33.564 Lettori: 546.032 Argomento: Sanità Campania Medicina, oltre seimila in gara ai test "Ragazzi, partecipate con entusiasmo" Il 3 settembre le prove di accesso alla facoltà: i candidati sono 4660 alla Federico II per 507 posti disponibili e 1700 alla Vanvitelli per 500 posti tra Napoli e Caserta. Il presidente della Scuola, Califano: " Serve impegno" di Bianca De Fazio Il futuro in 60 domande e 100 minuti. Il test per entrare a Medicina ha maglie strette. Chi sogna il camice bianco si misura con una selezione ardua, programmata, a livello nazionale, per la prossima settimana, il 3 settembre. La macchina organizzativa per le prove è già a pieno regime. E conta, solo a Napoli, solo tra quanti hanno scelto di sostenere il test alla Federico II, ben 4660 ragazzi. Non tutti ragazzi, in verità: tra i candidati compare anche un uomo di 70 anni, che il sogno del medico lo ha coltivato per tutta la vita ed ora ci prova per soddisfazione personale, piuttosto che per costruire il suo futuro lavorativo. Gli altri è al futuro professionale che pensano, ma sanno bene che la selezione è implacabile: alla Federico II ci sono 507 posti, più 60 per il corso di laurea in Odontoiatria. All' università della Campania Vanvitelli i posti disponibili sono 300 a Caserta e 200 a Napoli, più 35 per Odontoiatria. « Selezione dura, è vero. Ma ai ragazzi che tra qualche giorno parteciperanno ai test dico: affrontate questo primo passo della vostra vita universitaria con entusiasmo. Sappiate che laurearsi in Medicina significa avere accesso ad un lavoro bello e ricco di soddisfazioni. Usare l' arma dell' entusiasmo, della passione, e poi della dedizione, significa iniziare col piede giusto», afferma il professore Luigi Califano, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II. Sono dunque circa 1.100 i posti disponibili nelle università napoletane ( e altri 300 a Salerno), ma un ragazzo su 8 riuscirà a spuntarla. O meglio: uno su 8 tra quanti hanno deciso di concorrere proprio qui, ma essendo la graduatoria nazionale è possibile che il punteggio ottenuto ai test li collochi in posizione utile in un altro ateneo italiano. La scelta sarà fatta dopo. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Intanto, tra appena 5 giorni, frotte di diciottenni affolleranno le sedi individuate per il concorso: Monte Sant' Angelo per la Federico II e PalaPartenope di Fuorigrotta per i 1.700 ragazzi che hanno optato per la Vanvitelli. « La selezione richiede l' impegno degli studenti, ma anche quello del personale impegnato nelle operazioni - spiega il professore Califano - anche per assicurare regolarità e trasparenza nelle prove ». Che pure ogni anno, sistematicamente, finiscono all' attenzione della giustizia amministrativa, con gli interventi del Tar che spesso stabiliscono l' iscrizione degli esclusi che hanno fatto ricorso. « Un escamotage - dice Califano - che trovo non giusto. Significa entrare a Medicina non per merito, ma grazie alla carta bollata. Il test con i quiz, per quanto criticabile, mi sembra oggi la migliore garanzia di trasparenza. Di certo l' idea proposta in passato di far iscrivere tutti e poi comportarci da " giustizieri" al II anno (come si fa in Francia e come si era ventilato in passato, ndr) non mi sembra applicabile. Ci sono varie ipotesi di riforma del numero chiuso a Medicina, ma nessuna che sia praticabile qui da noi». Il numero dei posti a disposizione per questi corsi di laurea dipende, ogni anno, dai calcoli dei ministeri della Salute e dell' Università sulla base del calcolo del fabbisogno di medici, in prospettiva, e guardando all' anagrafe nazionale della popolazione. Questa volta il Miur ha stabilito che i posti fossero 11.568 (e 743 per i residenti all' estero) per tutto il Paese - che diventano 12.701 se si contano anche le disponibilità per Odontoiatria - con un certo incremento rispetto agli anni scorsi. Ma a concorrere, su tutto il territorio nazionale, sono in tantissimi: quasi 68 mila 700. Il test è lo stesso per tutti, e comprende 10 quesiti di logica, 12 domande di cultura generale, 18 di biologia, 12 di chimica, 8 di fisica e matematica. L' ideale è rispondere esattamente, ma è importante decidere con attenzione se rispondere ad un quesito sul quale si è incerti: la risposta sbagliata toglie 0.4 punti, quella non data non cambia il punteggio ( per ogni risposta esatta ci sono 1.5 punti). Non tutti entreranno in graduatoria: servono almeno 20 punti per essere ritenuti idonei. Ed è sulla base della graduatoria nazionale che si sceglie, poi, l' ateneo al quale iscriversi, anche sulla base delle preferenze espresse precedentemente. © RIPRODUZIONE RISERVATA k In gara Un' immagine della fila per accedere agli ultimi test di ingresso a Medicina nella sede universitaria di Monte Sant' Angelo. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 10 EAV: € 691 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Nuovo robottino Da Vinci all' ospedale Monaldi SANITÀ Piattaforma all' avanguardia nella chirurgia mininvasiva a doppia consolle NAPOLI. Installato all' ospedale Monaldi il robot Da Vinci di ultimissima generazione. La piattaforma all' avanguardia per la chirurgia mininvasiva, nella struttura ospedaliera, è operativa già dal 2002 ed ora, con questa acquisizione, sarà possibile eseguire interventi di complessità sempre più elevata. «Si tratta di un' apparecchiatura dalle innumerevoli potenzialità che ci darà l' opportunità di effettuare interventi che prima era impossibile effettuare in via mininvasiva, come, ad esempio le rico struzioni della parete addominale in caso di ernie ventrali particolarmente complesse e di fornire ulteriori vantaggi nella chirurgia del colon -retto» spiega Diego Cuccurullo, direttore della Uoc di Chirurgia Generale dell' Azienda Ospedaliera dei Colli. «Il nuovo modello di robot Da Vinci consente di effettuare un numero maggiore di interventi anche di Chirurgia toracica. Al Monaldi, dove fino ad ora sono stati effettuati già 110 interventi di chirurgia robotica sul mediastino, prevalentemente timectomie, con questo nuovo modello sarà possibile estendere le indicazioni ed effettuare anche lobectomie polmonari e rendere le timectomie più semplici» spiega Carlo Curcio, direttore della Uoc di Chirurgia Toracica e capo del Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialistica. «Infine, disponendo di una doppia consolle sarà possibile effettuare formazione e tutoraggio dei nuovi chirurghi in maniera assolutamente sicura e con l' obiettivo di formare nuovi operatori». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 20 EAV: € 4.139 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania San Giovanni Bosco, insulti e minacce sanitari salvati dall' arrivo dei vigilantes LA VIOLENZA Ore di attesa in pronto soccorso al San Giovanni Bosco e un uomo in codice verde (a bassa urgenza) dà in escandescenze rivolgendo insulti e minacce al medico e agli infermieri di turno in accettazione. È accaduto nella serata di ieri all' ospedale della Doganella ormai teatro di continui episodi dello stesso genere. Fatti che arrivano a distanza di pochi giorni dall' ultima gravissima aggressione a una dottoressa specialista chirurgo che per aver allontanato i parenti di un ferito durante una consulenza in pronto soccorso ha rimediato calci e pugni da due donne e la frattura del setto nasale e della mascella. L' AGGRESSIONE Ieri la situazione è stata invece controllata a malapena dall' intervento delle guardie particolari giurate che sono riuscite a scongiurare un' aggressione fisica certa, che si è in questo caso fermata alla soglia del livello verbale. La scarsità del personale sanitario, che sconta ancora i turni delle ferie ed è dunque dedicato ai casi clinici più gravi e complessi, ha allungato l' attesa e fatto da detonatore alle cattive intenzioni dell' uomo che sin dall' arrivo in ospedale, pur a fronte di una situazione clinica tutt' altro che urgente, pretendeva di essere visitato celermente. Anche l' intervento deciso del medico in accettazione non è servito a calmare le acque e anzi ha prestato il fianco a una escalation di insulti che hanno sfiorato il passaggio alle vie di fatto. «Senza l' intervento delle guardie giurate l' energumeno avrebbe superato senza difficoltà il banco dell' accettazione e picchiato il medico» - avvertono gli uomini in divisa della Security Sistem intervenuti a difesa del medico. L' ESCALATION Sebbene l' emergenza violenza nei Pronto soccorso tocchi non solo Napoli ma tutta Italia, in Campania e a Napoli in particolare, si registrano casi continui. In attesa della legge da discutere in Senato, che inasprisce le pene fino a 16 anni di carcere nel caso ci Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
siano aggravanti, il fenomeno continua a svilire e umiliare il prezioso lavoro dei medici e del personale sanitario al servizio della collettività. Le guardie particolari giurate hanno regole di ingaggio che impediscono il fermo di polizia e la identificazione e dunque inservibili a far desistere i più facinorosi. «La non adeguata veste giuridica autoritativa dei colleghi sottolinea Giuseppe Alviti presidente nazionale dell' associazione guardie particolari giurate - aggravata dal fatto che le unità in servizio sono insufficienti a garantire l' ordine pubblico sono concausa dei continui episodi di cronaca». e.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 44 Famiglia Cristiana EAV: € 1.367 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità nazionale «IO, GUARITO DAL CANCRO, ORA LO COMBATTO» di Laura Badaracchi «SONO STATO PAZIENTE DI QUESTO OSPEDALE QUANDO HO VINTO IL LINFOMA DI HODGKIN. COSÌ HO SCELTO DI DIVENTARE MEDICO ONCOEMATOLOGO PEDIATRICO. ECCO COME È NATA LA MIA VOCAZIONE» Ogni storia merita un lieto fine», recita il claim della campagna di raccolta fondi promossa dallOspedale pediatrico Bambino Gesù per realizzare lIstituto dei tumori e dei trapianti. E come testimonial è stato scelto il trentenne Carmelo Gurnari, curato nel nosocomio e guarito da un linfoma di Hodgkin. Ha deciso di diventare a sua volta medico, oncoematologo dei bambini, e nei giorni scorsi è volato a Cleveland (Ohio, Stati Uniti) per un periodo di specializzazione. A narrare la storia di Carmelo, sia nel video di animazione sia nello spot radio, è Lorenzo Jovanotti, che ha collaborato al progetto con la voce e con il suo famoso brano Oh Vita!. Originario di Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria), il dottor Gurnari ha iniziato a studiare medicina dopo la scoperta del tumore, provando a fare il test dingresso durante i primi cicli di chemioterapia, «lasciando lo studio del latino e greco per le cellule, già giurando a me stesso che mi sarei specializzato in oncoematologia. Volevo guarire io per poi curare e guarire gli altri. Mi trovavo a Udine e studiavo Lettere classiche: era il 2009 e non avevo ancora compiuto 20 anni , ricorda . Avevo una tosse che non passava e dopo alcuni controlli, analisi, una radiografia e una biopsia, arrivò la diagnosi». A sostenerlo, il professor Franco Locatelli, allora a Pavia, che dopo la chemio a settembre interviene con «un autotrapianto di midollo a ottobre, perché la malattia era in progressione. Ma non sono mai stato solo: ho avuto sempre accanto i miei familiari e léquipe sanitaria». La lotta di Carmelo non è finita: a febbraio del 2010 si trasferisce a Roma, per continuare le cure al Bambino Gesù, e il 4 agosto dello stesso anno viene decretata la sua completa guarigione, dopo un anno e due mesi dallinizio delle terapie. «Era quello che speravo, anche nei momenti più bui, quando ero fisicamente e psicologicamente provato. Sono passati nove anni e sono convinto che non tutto il male venga per nuocere: dalla malattia è nata la mia vocazione di medico». In Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
questo tempo di traguardi ne ha raggiunti parecchi: «Il primo anno è stato molto difficile conciliare cure e studio. Dopo lautotrapianto, mi sono dovuto sottoporre alla radioterapia. Ma nel 2015 mi sono laureato a Pavia, preparando la tesi al Bambino Gesù con laiuto del professor Locatelli. Fino a ottobre dellanno dopo ho potuto lavorare con un contratto di ricerca nel reparto trapianti». Poi la specializzazione in ematologia a Tor Vergata, Roma, che ora lo ha inviato allUnità di leucemia della Cleveland Clinic (affiliata allomonimo ateneo) per lultimo anno. Nel 2020 vuole tornare in Italia «per occuparmi dei pazienti di onco ematologia e della ricerca. In questo campo la medicina ha fatto passi abnormi: cè sempre più speranza di vincere la malattia». Oltreoceano il dottor Gurnari ha portato nelle valige la gratitudine per lOspedale pediatrico della Santa Sede: «Se sono ancora qui, lo devo a colleghi che mi hanno curato e dato poi la possibilità di crescere professionalmente. Una seconda famiglia, per me, e il professor Locatelli è un secondo padre». Ai bambini e ragazzi malati dice: «Non mollate mai e afdatevi a chi vi cura». Con questo spirito ha accettato «con gioia di essere testimonial della campagna di comunicazione, per quello che il Bambino Gesù ha rappresen tato ieri e rappresenta oggi». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 12 EAV: € 8.392 Lettori: 352.765 Argomento: Sanità nazionale «L' assenza di gravità uccide i tumori» I test anti-cancro decollano verso lo spazio LA RICERCA AUSTRALIANA L' assenza della forza di gravità uccide le cellule tumorali. Bastano 24 ore di microgravità per farne morire tra l' 80 e il 90 per cento. È quanto ha scoperto un team di ricercatori australiani che ora utilizzerà le missioni spaziali come laboratorio per capire i meccanismi che inducono la morte di queste cellule, per studiare nuove cure o migliorare l' efficacia di quelle già esistenti. Joshua Chou dell' Università di Tecnologia di Sydney e il suo assistente Anthony Kirollos sistemeranno diversi tipi di cellule tumorali, fra le più difficili da sopprimere, in un congegno di piccole dimensioni che sarà mandato in orbita alla Stazione spaziale internazionale, nella prima missione australiana di ricerca spaziale. L' ipotesi è che la gravità ridotta uccida le cellule del tumore perché impedisce loro di comunicare. «Nello spazio le cellule del corpo cominciano a subire la condizione detta "caricamento" meccanico», ha spiegato Chou. E ha aggiunto: «L' assenza di gravità ha effetto su come le cellule si muovono e agiscono e compromette la loro capacità di sopravvivenza. Non contiamo certo di trovare una cura definitiva, ma si potrà lavorare in parallelo con le terapie esistenti e migliorarne l' efficacia». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 19 EAV: € 26.847 Argomento: Sanità nazionale Lettori: 725.830 C' è bisogno di medici scienziati Potremmo coniare per il Dizionario una nuova definizione, quella di Medico Scienziato , il medico che studia le cause delle malattie e poi applica tecnologie innovative a diagnosi e terapia delle stesse. Potremmo provare a spiegare cosa si intende per Medico Scienziato e nel fare questo possono essere offerti degli esempi a chi volesse intraprendere questa strada. La visione di chi è il Medico Scienziato è basata sull' esperienza Statunitense, che ha offerto a numerosi medici possibilità uniche di apprendimento, facendo di loro dottori in grado di parlare di meccanismi di azione molecolari e cellulari, ma anche di risolvere problemi clinici spesso complessi. Questo è stato reso possibile attraverso un' esposizione trasversale alla discussione di casi unici con l' attenzione anche all' apprendimento di nozioni di laboratorio che possono permettere a un laureato in Medicina e Chirurgia di effettuare esperimenti basati su tecnologie tradizionali e innovative. Gli Usa crearono per primi questo percorso per i top students delle Università, che avrebbero avuto accesso a un periodo di esperienza presso i National Institutes of Health (Nih), che divennero presto il tempio della formazione dei giganti della medicina Statunitense. L' esposizione che gli Nih permettevano alla conoscenza medica avanzata e ai laboratori presenti nel campus rappresentavano e rappresentano ancora oggi un percorso formativo unico nel suo genere. Negli anni spesi a Bethesda i nostri medici hanno fatto frutto di un modello ancora non raggiunto da altre istituzioni nel mondo. Oggi, quando gli studenti chiedono come sia possibile trovare lavoro, il miglior suggerimento è di diventare bravi, anzi bravissimi e di continuare a sacrificarsi negli anni che seguono la Laurea per coltivare una formazione in biotecnologie applicate. Questo farà di loro medici migliori, quelli che un tempo venivano definiti luminari. E anche se oggi queste figure non sono sempre valorizzate nel nostro Paese, nella realtà è una visione illuminata e avanzata che serve al paziente, soprattutto quando la diagnosi è più difficile. È in quel momento Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
che vorremmo avere a disposizione una capacità medica che possa vedere oltre. Si potrebbe raccomandare a chi è interessato a diventare Medico Scienziato di valutare la possibilità di iscriversi a un Dottorato di Ricerca subito dopo la Laurea, selezionando laboratori di ricerca di base che permettano loro di imparare le metodologie necessarie a studiare sperimentalmente la funzione di cellule, tessuti e apparati. E soprattutto chi vorrà affrontare questo percorso dovrà cercare un maestro, meglio se Medico Scienziato egli stesso. Del Medico Scienziato noi tutti potremmo aver bisogno e la società deve riconoscere a queste figure una gratitudine immensa per il sacrificio dedicato a diventare bravi * Ordinario di Endocrinologia Università di Firenze. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 29 EAV: € 4.527 Lettori: 163.650 Argomento: Sanità nazionale Colon, così si scovano i micro polipi Grazie all' utilizzo dell' intelligenza artificiale sarà finalmente possibile migliorare performance e risultati durante esami endoscopici come la colonscopia, per arrivare ad una vera prevenzione del tumore del colon, secondo tumore maligno per incidenza in Italia dopo quello della mammella. Una rivoluzione tecnologica che aiuterà i medici ad identificare e classificare anche i polipi più piccoli e nelle fasi più precoci, precursori del tumore, che potrebbero sfuggire nel corso di una colonscopia eseguita con tecnologia standard. È questa una delle più importanti novità in ambito endoscopico presentate recentemente in occasione della decima edizione di Image (International Meeting Advanced Gastroenterology Endoscopy) in Humanitas. Per la prima volta al mondo, nel corso del Congresso, è stata trasmessa in diretta streaming una colonscopia con l' utilizzo dell' intelligenza artificiale eseguita da Mike Wallace della Mayo Clinic, in collaborazione con Alessandro Repici di Humanitas University. Questo innovativo sistema di intelligenza artificiale rappresenta un grande passo in avanti nel mondo della prevenzione del cancro del colon, in quanto aiuterà i medici a fare una diagnosi più precisa ed accurata dei polipi, primi precursori del cancro del colon. «In Europa un paziente ogni 3 minuti muore di cancro del colon - commenta Repici - e la colonscopia è la più grande arma di prevenzione di questa malattia. L' introduzione dell' intelligenza artificiale rappresenta una rivoluzione tecnologica che contribuirà ad abbattere drasticamente la mortalità. Grazie all' intelligenza artificiale, la colonscopia diventerà molto più precisa e selettiva nell' individuare i polipi, precursori del cancro. Dopodiché basterà un' operazione in endoscopia di rimozione dei polipi per scongiurare l' insorgere del tumore». L' endoscopia è un settore in enorme espansione, perché è una vera e propria porta di accesso al nostro corpo senza alcun approccio traumatico e consente di effettuare molteplici operazioni. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 8 EAV: € 50.704 Argomento: Sanità nazionale Lettori: 725.830 I test genetici per il cuore che sono davvero utili ADRIANA BAZZI Storie che a volte si leggono sui giornali. Storie di adolescenti che cadono a terra, mentre giocano a calcio o si allenano in palestra: spesso vittime di un qualche tipo di aritmia e nemmeno defibrillatori o massaggi cardiaci possono salvarli. Oppure storie di persone, a volte note (come il cantante Pino Mango, morto durante un concerto, o il trentottenne Federico Leardini, giornalista di Sky) che sono colpite da un attacco cardiaco, come un fulmine a ciel sereno e non hanno scampo. Morti improvvise cardiovascolari, che pongono una serie di questioni alla medicina, non ultima questa: ma come è possibile che ai giorni nostri la genetica, la star della ricerca medica negli ultimi anni, non abbia suggerito metodi in grado di intercettare per tempo situazioni del genere e di prevenire queste tragedie? Alcune risposte a questa domanda le ha date un recente articolo pubblicato sulla rivista americana Jama Cardiology e che noi rileggiamo, tenendo d' occhio la realtà italiana, con Gualtiero Colombo, responsabile di Immunologia e genomica funzionale al Centro Cardiologico Monzino di Milano. «Cominciamo con un distinguo - esordisce Colombo -. Ci sono due tipi di malattie cardiovascolari che si possono intercettare con test genetici già disponibili: quelle cosiddette monogeniche che riconoscono, cioè, il difetto di un solo gene o al massimo due. E quelle che, invece, sono legate a mutazioni di più geni: in questo caso i test sono molto più complessi e soltanto pochi laboratori li eseguono». Più nel dettaglio. Per il primo gruppo di malattie, fra cui per esempio le ipercolesterolemie familiari (caratterizzate da livelli elevatissimi di colesterolo nel sangue, un noto fattore di rischio cardiovascolare) e la trombofilia (cioè l' eccessiva tendenza del sangue a coagulare, un altro fattore di rischio) ci sono test validati e rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale italiano in grado di rivelarne la presenza. Poi c' è il secondo gruppo di patologie, legate non a una, ma a più mutazioni genetiche. Sono generalmente rare, ma nella loro rarità le più frequenti risultano le cardiomiopatie ipertrofiche o dilatative (il muscolo cardiaco è Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
alterato e non è più in grado di pompare adeguatamente il sangue e, quindi, si scompensa) e le aritmie: fra queste ultime possiamo ricordare la sindrome del QT lungo o sindrome di Brugada e la fibrillazione atriale che si manifesta in pazienti con meno di 45 anni (alcune altre sono mostrate nell' infografica). «I test in questi casi sono molto più complessi - continua Colombo - e sfruttano, per evidenziare i geni responsabili, una tecnica chiamata next generation sequencing analysis» . Tradotta in soldoni la tecnica consiste in questo: in base alle conoscenze delle alterazioni genetiche responsabili di queste malattie, si costruiscono i cosiddetti pannelli , cioè un insieme di geni con alterazioni tipiche, per esempio, di una cardiomiopatia, poi si mettono a confronto questi pannelli con il Dna del paziente che si sospetta avere una cardiomiopatia e si vede se ci sono corrispondenze. «Questi test non sono ancora normati e ogni laboratorio, al momento, fa un po' quello che ritiene meglio» commenta Colombo. Andiamo oltre con una domanda. Chi sarebbero i candidati per questi test? «Sono pazienti per i quali certi sintomi o certi esami strumentali fanno, appunto, sospettare una di queste malattie - specifica Colombo -. Così il cardiologo può richiedere esami genetici che servono per completare la diagnosi. E non solo: in base ai risultati possono anche perfezionare le terapie. Per esempio valutare tipi e posologie di farmaci. O decidere l' installazione di pacemaker o di defibrillatori oppure suggerire, dove indicato, anche l' intervento chirurgico come l' ablazione nel caso di certe aritmie. Faccio un altro esempio. Esistono certi aneurismi (cioè dilatazioni della parete) dell' aorta addominale, documentati con esami strumentali, alcuni dei quali potrebbero andare incontro a una rottura e altri no. Come distinguere le due situazioni? Ebbene ci sono test genetici che possono predire il rischio e suggerire un eventuale intervento chirurgico». L' utilizzo di questi test comporta, però, almeno due ordini di problemi. Il primo è che ancora oggi non abbiamo un' idea chiara di tutti i geni coinvolti in queste malattie (ecco perché non ci sono ancora test «unificati»). La seconda è che quando questi esami non evidenziano la presenza di geni di malattia, non è detto che la malattia non esista: questa situazione si chiama missing ereditability . E su questo la ricerca sta ancora lavorando. Riassumendo: candidati ai test sarebbero persone con disturbi che fanno sospettare qualche alterazione genetica. Ma c' è di più. Nel momento in cui si identifica un portatore di geni alterati (e che purtroppo potrebbe anche essere già deceduto proprio a causa della malattia), occorre occuparsi anche dei familiari, dal momento che può esistere un' ereditarietà: l' indicazione dei medici è quella di sottoporre anche loro al test ed eventualmente prendere provvedimenti terapeutici nel caso di positività. C' è infine un terzo gruppo di malattie: quelle multifattoriali complesse. Aterosclerosi, infarto cardiaco, scompenso cardiaco, sono le più comuni: i big killer ancora oggi, più importanti dei tumori. La genetica può aiutare? «Al momento poco - conclude Colombo -. La ricerca, però, si è attivata e sono in corso due studi, uno europeo e uno italiano, chiamati "1+Million Genomes" e "Epifania", che dovrebbero dare in futuro indicazioni importanti (si veda il box accanto, ndr )». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 31 EAV: € 3.332 Lettori: 74.736 Argomento: Sanità nazionale In medicina si parla inglese MICHELE DAMIANI A settembre le prove d' accesso alle facoltà a numero chiuso. Primo esame il 3 settembre Crescono di poco meno del 50% gli iscritti al test Imat L' inglese va forte in medicina. Gli iscritti al test d' ingresso al corso di medicina e chirurgia in lingua inglese (Imat) sono aumentati di quasi il 50%, passando dalle 7.660 unità del 2018-2019 alle 10.450 della prossima stagione universitaria. Il test si terrà il prossimo 12 settembre e sarà l' ultima prova in ordine cronologico per le facoltà a numero chiuso, visto che il 3 settembre ci sarà il test per medicina e odontoiatria; il 4 per veterinaria e il 5 per architettura. Le date delle prove e i numeri degli iscritti sono stati resi noti dal Miur. Imat. Il test di medicina in lingua inglese (Imat, acronimo di International medical admission test) sarà attivo solo in una serie di atenei (nel 2018 erano quelli di Bari, Bologna, Messina, Milano e Milano Bicocca, Roma la Sapienza e Tor Vergata, Federico II e Vanvitelli di Napoli, Pavia e Torino) e prevede 60 quesiti, di cui 12 di cultura generale, 10 di ragionamento logico, 18 di biologia, 12 di chimica e 8 di fisica e matematica. I candidati dovranno rispondere solo alle domande che ritengono corrette e avranno 100 minuti di tempo per portare a termine la prova. Per la preparazione e la gestione del test il Miur si poggia sul supporto di Cambridge assestment (organismo dell' università di Cambridge dedicato a organizzare e gestire esami per la valutazione della conoscenza della lingua inglese) e dal Cineca (consorzio interuniversitario italiano). Con un successivo decreto il Miur indicherà quanti sono i posti a disposizione. Il test sarà previsto, come detto, solo in alcune università ma la data di svolgimento sarà la stessa per tutti, ovvero il 12 settembre. I numeri. A settembre 2018 gli iscritti al test Imat erano 7.660, mentre quest' anno sono previsti 10.450 candidati. Una crescita vicina al 50% che testimonia l' attenzione crescente al corso. Numeri in aumento, ma ancora non comparabili a quelli relativi al corso in italiano. Infatti, gli iscritti al test di medicina per il prossimo anno sono 68.694 per 11.568 posti disponibili (nel 2018 i candidati erano 67.005). Il Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
test è fissato per il 3 settembre. Il giorno dopo, invece, sarà la volta della prova di accesso per veterinaria: sono 7.780 gli iscritti per 759 posti disponibili (l' anno scorso gli iscritti erano 8.136). Il 5 settembre toccherà agli aspiranti architetti: 8.242 iscritti per 6.802 posti disponibili (7.986 rispetto al 2018). L' 11 settembre sarà la data per le professioni sanitarie e il 13 per scienze della formazione primaria. Per quanto riguarda i test in medicina, il Cineca provvederà all' elaborazione dei risultati e alla pubblicazione della graduatoria nazionale. Durante questa fase, i candidati con i punteggi più alti vengono assegnati alla prima sede disponibile e sono chiamati ad immatricolarsi entro 4 giorni. A seguito della prima fase iniziano le assegnazioni successive e gli scorrimenti di graduatoria. Nuove prove. I test d' ingresso per le facoltà a numero chiuso sono stati modificati dal Ministero con il decreto emanato lo scorso 2 aprile (si veda ItaliaOggi del 3 aprile 2019). Tra le novità principali una maggiore attenzione ai temi di cultura generale, con i quesiti sull' argomento che passano dai 2 del 2018-2019 ai 12 previsti per quest' anno (diminuiscono quelli di logica, da 20 a 10). Tra gli obiettivi del nuovo test, inoltre, quello di rendere le domande più vicine al percorso accademico previsto dalle varie facoltà. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 31 EAV: € 1.693 Lettori: 74.736 Argomento: Sanità nazionale Infermieri, cambi pagati MICHELE DAMIANI Il cambio della divisa degli infermieri deve essere ricompreso nell' orario di lavoro e, quindi, deve essere pagato. Alla luce di questa conclusione a cui è giunta la Corte di cassazione con la sentenza emessa lo scorso 17 giugno, l' azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento ha raggiunto un accordo per mettersi in regola sull' argomento. E' quanto annunciano dalla Uil Fpl sanità, che ha portato avanti la questione dal 2011 fino al verdetto della Corte dello scorso giugno. «Firmato l' accordo in Apss», si legge dalla nota diffusa dal sindacato. «Dopo la vittoria in Cassazione sul tempo di cambio della divisa, dopo un ampio ed acceso confronto tra le parti, nella riunione di ieri si è divenuti ad un accordo che coinvolge circa 6 mila dipendenti». L' accordo sottoscritto prevede il riconoscimento di mille euro di risarcimento al personale a tempo pieno per il mancato pagamento del tempo relativo al cambio della divisa e, inoltre, il pieno riconoscimento al personale turnista dei 10 minuti giornalieri per il cambio con decorrenza dal prossimo primo settembre. «A giorni l' azienda sanitaria informerà ed inviterà tutti i lavoratori beneficiari a firmare il documento, già prestampato e siglato dall' azienda e dai sindacati. Il costo complessivo dell' operazione dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 milioni di euro visto che dovrebbero essere tra i 4 mila e i 5 mila i lavoratori interessati. La Corte di cassazione ha specificato nella sentenza che il cambio della divisa per l' operatore sanitario è da considerare orario di lavoro anche perchè il professionista dovrà indossare un abito sempre pulito fornito dall' azienda, da riconsegnare la sera per essere lavata. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/08/2019 Pagina 20 EAV: € 38.270 Argomento: Sanità nazionale Lettori: 725.830 La visita medica? Per metà degli europei si può fare via webcam RUGGIERO CORCELLA Oltre la metà degli europei accetterebbe una visita in remoto via webcam con il proprio medico di famiglia. E il 56 per cento vedrebbe di buon occhio finire sotto i ferri tecnologici di un robot chirurgo. Per chi ancora avesse dubbi sull' impatto della rivoluzione digitale nella sanità può essere utile dare un' occhiata alla ricerca «Il futuro della salute», condotta dall' istituto di ricerca tedesco Kantar Health per conto del gruppo farmaceutico Stada. L' indagine aveva come obiettivo rilevare le conoscenze, i comportamenti, le preoccupazioni e le prospettive future della popolazione rispetto alla gestione del proprio benessere e alla salute in generale. Sono stati messi a confronto 18.010 intervistati tra uomini e donne over 18 di 9 Paesi europei: Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Russia, Serbia, Spagna e Italia(campione di 2mila persone). Sono emerse alcune curiosità. La prima potrebbe dare la stura ai soliti luoghi comuni sulle differenze di genere. La chirurgia robotica infatti piace più agli uomini che alle donne: il 63 percento degli intervistati sono favorevoli al «Dr. Robot» rispetto a solo il 49 percento delle donne. Una sorpresa invece arriva dalle preferenze espresse dal campione in base all' età. Gli over 50 (61 percento) si sono dichiarati più aperte alla chirurgia robotica rispetto alle persone di età inferiore ai 35 anni (50 percento). Incredibile a dirsi, l' Italia guida la classifica degli europei entusiasti con addirittura il 66 per cento degli intervistati disponibile a farsi operare con l' ausilio della chirurgia robotica. Tra gli europei scettici, invece, la popolazione serba è la più cauta riguardo a questi innovativi progressi chirurgici (45 percento). E per quanto riguarda la relazione tra medico e paziente? Quando si tratta di una consultazione faccia a faccia, l' efficienza e la convenienza in termini di tempo si rivelano di vitale importanza per i russi: quasi il 70% di loro riceve un trattamento dal proprio medico Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Puoi anche leggere