Media Monitoring per 19-02-2019 - Rassegna stampa del 19-02-2019 - Azienda Ospedaliera Universitaria San ...

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19-02-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 19-02-2019
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      19/02/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Spira dopo l' intervento per dimagrire ................................................................................... 1
      18/02/2019 - WWW.OTTOPAGINE.IT
            Muore al Ruggi dopo l'intervento per dimagrire, 13 indagati ................................................ 3
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 4
      19/02/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            "Quarant' anni dopo Basaglia" Al via gli incontri in città ........................................................ 4
Sanità Campania ............................................................................................................................... 5
      19/02/2019 - IL MATTINO
            Assalto blatte al Pellegrini la denuncia dei sindacati: la "manina" già a gennaio .................. 5
      19/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            «C' è una preoccupante escalation Percopo non può restare a guardare» ............................. 7
      19/02/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            «Ospedali, rimuovere il manager» ......................................................................................... 9
      19/02/2019 - IL SANNIO
            Cardiologia: appalto per nuovi dispositivi medici ................................................................ 11
      19/02/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            La presidente Bozzaotra "Psicologi, nuova formazione" ...................................................... 12
      19/02/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Macerie e incuria all' ospedale «Moscati» ............................................................................ 14
      19/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Medici di guardia, via libera a ventuno incarichi .................................................................. 16
      19/02/2019 - IL MATTINO
            Muore in ospedale gli affiliati al clan picchiano i medici ...................................................... 17
      19/02/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Pancreas e diabete primo autotrapianto di cellule su paziente operata di tumore .............. 19
      19/02/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Registro tumori, via alla raccolta dati del terzo triennio ...................................................... 21
      19/02/2019 - IL MATTINO
            Robot chirurgico fermo, Verdoliva chiama i primari ............................................................. 23
      19/02/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
        Un' altra aggressione al Pronto soccorso ............................................................................. 25
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 27
      19/02/2019 - LA STAMPA
            A Catania solo 6 operazioni "Siamo fermi da mesi" .............................................................. 27
      19/02/2019 - LA STAMPA
            A Torino il record di Natale nove pazienti in 36 ore ............................................................. 29
      19/02/2019 - IL DUBBIO
            Dal Gemelli il cuore artificiale "wireless" ............................................................................. 31
      19/02/2019 - LA STAMPA
            I dolcificanti, né angeli né demoni ....................................................................................... 32
      19/02/2019 - LA STAMPA
            Il nostro cervello vuole il glucosio Il segreto è nelle dosi ..................................................... 34
      19/02/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            L' autonomia sulla salute allarma i medici: rischio disparità ................................................ 36
      19/02/2019 - IL DUBBIO
            L' Italia è diventato un Paese di malati cronici ..................................................................... 38
      19/02/2019 - LA STAMPA
            La causa oscura di schizofrenia e depressione ..................................................................... 39
      19/02/2019 - LA VERITÀ
            La legge per farla finita con l' utero in affitto ...................................................................... 41
      19/02/2019 - IL GIORNO
            La rivolta dei medici: no all' autonomia ............................................................................... 43
      19/02/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Le Regioni all' attacco sul patto della salute: le risorse non bastano .................................. 45
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19/02/2019 - LA STAMPA
    Mai cedere agli attacchi di panico ........................................................................................ 47
19/02/2019 - LA STAMPA
    Si testano le prime staminali anti-rigetto ............................................................................ 49
19/02/2019 - LA STAMPA
    Trapianti in crescita ma il Sud arranca ................................................................................. 50
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19/02/2019                                                                                                                Pagina 4

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                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                   Spira dopo l' intervento per dimagrire

 Saranno gli esiti dell' autopsia a stabilire
 le reali cause ed eventuali responsabilità
 sul decesso di G.M. 52enne salernitano
 spirato nei giorni scorsi all' ospedale di
 via San Leonardo. Pare che ad uccidere l'
 uomo possa essere stata una peritonite
 sviluppatasi a seguito di un intervento
 per la riduzione dello stomaco. Cosa
 abbia determinato la peritonite e se vi
 sono state delle negligenza da parte dei
 camici bianchi sarà stabilito solo quando
 saranno disponibili i risultati dell' esame
 necroscopico effettuato dal medico
 legale nominato dalla Procura che ha
 aperto un' inchiesta.Tredici gli avvisi di
 garanzia inviati ad altrettanti camici
 bianchi. Sei i medici dell' ospedale di
 Benevento dove è stato effettuato il
 primo intervento e sette del "San
 Giovanni di Dio e Ruggi d' Aragona" dove
 il paziente è spirato. Il 52enne è giunto
 in condizioni disperate al pronto
 soccorso di via San Leonardo, qui i medici hanno fatto di tutto per strapparlo alla
 morte, sottoponendolo a ben due interventi. Sono stati i familiari della vittima a
 rivolgersi alla magistratura chiedendo chiarezza sulla morte del congiunto. Un atto
 dovuto, l' avviso di garanzia per i camici bianchi del Ruggi. Sarebbero stati iscritti
 nel registro degli indagati in quanto era necessaria l' autopsia, un atto irripetibile.
 Giovanni M. aveva decisio di sottoporsi alla riduzione dello stomaco in quanto aveva
 seriamente bisogno di dimagrire: i suoi oltre 150 chilogrammi gli causavano diverse
 problematiche alla salute. Per questo il 52enne aveva deciso di sottoporsi all'
 intervento di riduzione gastrico. Per potersi operare aveva scelto una struttura sa
 nitaria di Benevento, dove si trovava il medico di cui si fidava e che lo aveva
 seguito. Dopo l' intervento e il decorso post operatorio l' uomo era stato dimesso.
 Tornato a casa pare abbia cominciato ad accusare i primi malori. Nonostante il
 trascorrere dei giorni le condizioni non miglioravano al punto che si è reso
 necessario il ricorso presso l' ospedale di via San Leonardo. Stando ad alcune
 indiscrezioni, sembrerebbe che i medici abbiano anche provato a contattare i
 colleghi di Benevento, ma il quadro clinico era preoccupante. Giovanni M. viene così
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portato una prima volta in sala operatoria, ma non basta. Ci ritornerà una seconda
volta. Nonostante gli sforzi dei medici il cuore del paziente si ferma per sempre. Ora
sarà l' inchiesta della magistratura a dover far luce sul decesso.

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18/02/2019

                                                                                                                          EAV: € 1.168
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                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                        Link alla pagina web

  Muore al Ruggi dopo l'intervento per dimagrire, 13 indagati
 Pina Ferro
 Una peritonite sviluppatesi a seguito di
 un intervento per la riduzione dello
 stomaco è costata la vita a Giovanni M.
 52 anni di Salerno. Sul decesso
 dell’uomo è stata aperta un’inchiesta da
 parte della Procura di Salerno. Sono 13
 gli avvisi di garanzia inviati ad altrettanti
 medici che hanno tenuto in cura il
 paziente. Si tratta di sei camici bianchi di
 un ospedale di Benevento e sette del “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di
 Salerno. Presso il nosocomio salernitano, dove il 52enne è giunto in condizioni
 disperate i medici hanno fatto di tutto per strapparlo alla morte. Nonostante, sia
 stato sottoposto a due interventi, per il paziente non vi è stato nulla da fare. Sono
 stati i familiari della vittima a rivolgersi alla magistratura chiedendo che venga fatta
 chiarezza sulla morte del congiunto. Sembrerebbe, che per i sanitari salernitani
 l’avviso di garanzia sia stato un atto dovuto al fine di poter procedere ad un esame
 irripetibile quale l’autopsia. L’esame necroscopico è stato effettuato qualche giorno
 fa. Giovanni M. con un peso che andava oltre i 150 chilogrammi, che gli causava non
 pochi problemi alla salute, aveva deciso di sottoporsi all’intervento di riduzione dello
 stomaco per poter dimagrire. L’operazione era stata effettuata a Benevento e, dopo,
 un apparente normale decorso post operatorio l’uomo era stato dimesso. Tornato a
 casa pare abbia cominciato ad accusare i primi malori. Nonostante il trascorrere dei
 giorni le condizioni non miglioravano al punto che si è reso necessario il ricorso
 presso l’ospedale di via San Leonardo. Stando ad alcune indiscrezioni, sembrerebbe
 che i medici abbiano anche provato a contattare i colleghi di Benevento, ma la
 situazione clinica del paziente pare non fosse ottimale. Giovanni M. viene così
 portato una prima volta in sala operatoria, ma non basta. Ci ritornerà una seconda
 volta. Nonostante gli sforzi dei medici il cuore del paziente si ferma per sempre. Ora
 sarà l’inchiesta della magistratura a far luce sulle reali cause ed eventuali
 responsabilità del decesso del 52enne.

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19/02/2019                                                                                                                Pagina 4

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                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

     "Quarant' anni dopo Basaglia" Al via gli incontri in città

 E' in programma questa mattina, alle ore
 11, presso la Sala Giunta del Palazzo di
 Città, l' incontro -conferenza stampa dal
 titolo "Una legge per i matti: quarant'
 anni dopo Basaglia". L' Italia è stata uno
 dei Paesi pionieri nell' ambito della
 Salute mentale. Il merito va a Franco
 Basaglia che ha messo in pratica un
 ideale: chiudere i manicomi (Legge 180).
 Agli aspetti umanistici, sociali e culturali
 scaturiti dalla promulgazione della
 "Legge Basaglia" il team del Laboratorio
 di Antropologia "Annabella Rossi" del
 Dispac-Dipartimento di Scienze del
 Patrimonio culturale Unisa, ha deciso di
 dedicare una sessione dei Colloqui di
 Salerno 2018, iniziativa che nelle
 edizioni precedenti si è dimostrata
 vincente evidenziando riflessioni ed una
 sinergia tra relatori, studenti e cittadini.
 A presentare gli incontri, che si terranno
 dal 21 al 28 febbraio 2019 presso, l'
 università di Salerno, il Salone del Gonfalone a Palazzo di città e l' Archivio di Stato,
 saranno l' assessore alle Politiche Giovanili e all' Innovazione Mariarita Giordano, il
 professor Vincenzo Esposito, docente di Antropologia Culturale Unisa, l' editore
 Francesco orte, Giulio Corrivetti, psichiatra presso Dipartimento salute mentale Asl
 Salerno, e Renato Dentoni Litta, direttore Archivio di Stato. red.cro.

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19/02/2019                                                                                                                Pagina 28

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                                          Argomento: Sanità Campania

     Assalto blatte al Pellegrini la denuncia dei sindacati: la
                     "manina" già a gennaio

 IL CASO Maria Pirro «La manina aveva
 già colpito: il 21 gennaio, sempre il
 pronto soccorso del Vecchio Pellegrini.
 Non le blatte, ma un cartello scritto a
 penna aveva scatenato il panico tra i
 pazienti, invitandoli a rivolgersi altrove,
 a causa di un guasto in radiologia. In
 realtà, il disservizio era parziale e,
 comunque, non avrebbe dovuto essere
 segnalato con tali modalità». A rivelare l'
 episodio e associarlo all' altro è Antonio
 Ruggiano,     rappresentante        Fials    e
 coordinatore dell' ufficio infermieristico,
 convinto come i magistrati che indagano
 che gli insetti siano stati introdotti nel
 bagno della struttura sanitaria. «Sì,
 credo all' ipotesi della pista interna, e
 cioè che ad agire sia stato qualcuno che
 conosce     bene     l'    ospedale      della
 Pignasecca e vuole la destabilizzazione,
 ma non chiudere il pronto soccorso,
 perché questo non può accadere da un
 punto di vista tecnico: non è previsto nel
 piano     ospedaliero»,        chiarisce     il
 sindacalista, mostrando una copia dell' avviso, un mese fa «posizionato su una
 colonna, accanto all' ingresso». Poi, Ruggiano ricorda un altro dettaglio che ritiene
 importante: «Come accaduto con gli insetti, visionando i filmati del circuito di
 sorveglianza, non si vede l' autore del gesto. Non viene inquadrato nemmeno in un
 frame». Di qui il giallo, e l' attesa «che l' inchiesta faccia il suo corso, individuando le
 responsabilità del caso». IL DOCUMENTO Con la Fiasl, altre sigle (Cgil, Cisl, Uil e
 Usla) ai Pellegrini prendono le distanze dal sabotatore che, per gli inquirenti,
 potrebbe essere proprio un sindacalista. Ma i rappresentanti dei lavoratori colgono
 anche l' occasione per «difendere la categoria, che continua a garantire l' assistenza
 nel presidio». In un documento indirizzato al neocommissario dell' Asl Ciro Verdoliva,
 descrivono «condizioni di lavoro a dir poco drammatiche», dovute alla carenza di
 personale in organico, alla mancanza di presidi sanitari e al sovraffollamento che si

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registra soprattutto nel pronto soccorso, l' unico aperto nel centro cittadino. In
particolare, aggiunge Ruggiano, ci sono due infermieri per turno nei reparti (ad
eccezione della dialisi, della medicina e della rianimazione), cinque per squadra al
pronto soccorso, dove accedono 70 mila malati all' anno. E il numero di operatori
socio-sanitari non basta per assicurare il servizio h 24, nella notte restano solo i
barellieri per le emergenze. «E lo spazio dedicato ai codici rossi, con quattro o
cinque postazioni, resta chiuso in attesa che siano completati i lavori in terapia
intensiva», aggiunge il leader della Fials, anticipando alcuni degli argomenti domani
al centro della riunione fissata tra i rappresentanti del comparto e il manager. «C' è
conflittualità tra chi presta servizio in pronto soccorso e nei reparti, chi non se la
sente più di stare in prima linea. E chi fomenta. Occorre intervenire a prescindere
dall' inchiesta», sostiene Ruggiano. GLI INSETTI «Il video che mostra le blatte è stato
quasi certamente creato ad arte da dei sabotatori. Gli insetti sono stati infatti
introdotti di proposito e poi ripresi», dicono di nuovo il consigliere regionale dei
Verdi Francesco Emilio Borrelli e il conduttore de La Radiazza su Radio Marte Gianni
Simioli, che ieri hanno consultato Emilio Noviello, medico veterinario, pronto a
certificare che le blatte che si vedono nel filmato sono degli esemplari di blaptica
dubia, «provenienti da Argentina e Brasile e usati solitamente per alimentare rettili:
reperirli è molto facile sia su internet che nei negozi». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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19/02/2019                                                                                                                Pagina 23

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                                          Argomento: Sanità Campania

  «C' è una preoccupante escalation Percopo non può restare
                         a guardare»

 LE REAZIONI «Non è la prima e molto
 probabilmente non sarà nemmeno l'
 ultima». Romina Iannuzzi, segretario
 provinciale del Nursind, commenta l'
 aggressione subita dall' infermiere del
 Pronto soccorso del «Moscati». Dice: «È
 già da parecchio tempo che si verificano
 episodi di violenza nei confronti del
 personale medico e infermieristico dell'
 ospedale di Avellino. Ormai stiamo
 assistendo      a     una     preoccupante
 escalation, che pare non avere freno.
 Chiediamo un intervento urgente della
 direzione generale: non si può restare
 ancora a guardare. È prima di tutto una
 questione di civiltà». La struttura di
 Contrada Amoretta, che soffre per l'
 atavica carenza di organico, è sempre
 più congestionata dai codici in entrata:
 «In molti circostanze spiega Iannuzzi si
 tratti di pazienti che potrebbero essere
 gestiti altrove, dai medici di base o da
 quelli di guardia che assicurano la
 continuità     assistenziale».   Ma    tutti
 preferiscono il Pronto soccorso: «Ad Avellino arriva gente anche da fuori provincia,
 dal Napoletano e dal Salernitano, segno che nonostante tutto lavoriamo bene e la
 gente si fida di noi più di quanto possa fidarsi del personale presente in altri
 ospedali». Col picco influenzale, la situazione è anche peggiorata: «Un solo addetto
 al triage dice la segretaria del sindacato delle professioni infermieristiche - non può
 bastare: è una cosa inaccettabile». Sul punto, è stato chiesto alla direzione generale
 dell' Azienda di intervenire: «Tutte le promesse che il manager Percopo ha fatto non
 sono ancora state mantenute. Durante i ripetuti incontri che abbiamo avuto c' era
 stato assicurato che gli spazi sarebbero stati adeguati, che non avremmo più visto
 barelle in giro, che almeno sarebbero state installate delle tendine per separare i
 letti: allo stato attuale un paziente non gode di un minimo di privacy quando è
 ricoverato in Pronto soccorso. Venite a fare un giro, sembra un accampamento». E

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
poi le tanto attese nuove assunzioni. La settimana scorsa Percopo ha annunciato gli
innesti di 9 medici 8 a tempo indeterminato e uno con contratto a termine, due dei
quali, però, destinati probabilmente al «Landolfi» di Solofra e di 4 infermieri da
selezionare nelle liste di mobilità. Insomma, la svolta potrebbe essere vicina:
bisognerà comunque espletare l' iter burocratico, confidando che non ci siano
intoppi, prima di poter riportare in quota i camici bianchi e i paramedici del reparto
diretto da Antonino Maffei che lamenta, come detto, un' atavica carenza di organico:
infatti, in servizio ci sono 26 infermieri (dovrebbero essere 30) ai quali si aggiungono
12 operatori sociosanitari (Oss), mentre sono 14 i medici a fronte dei 18 necessari.
«Confidiamo nel fatto che tutto si concretizzi nel più breve tempo possibile: siamo
allo stremo», commenta ancora Iannuzzi. «Di conseguenza aggiunge pure gli utenti
sono esasperati: non si rendono conto del lavoro massacrante che facciamo, si
lamentano perché aspettano troppo e poi succedono cose come quella dell' altro
giorno». Sulla questione, la sindacalista attacca il responsabile aziendale del Rischio
clinico Vincenzo Arbucci che avrebbe tentato di sminuire quanto accade quasi ogni
giorno in Pronto soccorso derubricandolo a «normale amministrazione». Replica
Iannuzzi: «È preoccupante quello che dice il responsabile del Rischio clinico: nega l'
evidenza». Eppure sulle aggressioni al personale dei Pronto soccorso è stata
presentata anche un' interrogazione parlamentare e i dati dimostrano che nel 2017
quelle verbali e fisiche nei confronti di operatori sanitari sono incrementate di circa il
95 per cento rispetto all' anno precedente: «A livello sia locale sia nazionale -
conclude Iannuzzi - è un problema allarmante». an. pl. © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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19/02/2019                                                                                                                     Pagina 23
                                       Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                               EAV: € 9.343
                                                                                                                               Lettori: 133.364
                                               Argomento: Sanità Campania

                             «Ospedali, rimuovere il manager»
 Gianni De Blasi
 LA LINEAo «Un direttore così, il
 presidente della Regione dovrebbe
 spedirlo a casa. Ovviamente, provvederò
 a informare De Luca del comportamento
 tenuto dal manager dell' Azienda
 ospedaliera S. Pio, atteggiamento che l'
 assemblea dei sindaci ha provveduto a
 stigmatizzare. Un' assenza inconcepibile
 e immotivata, neppure comunicata. Di
 sicuro, uno sgarbo e una maleducazione
 istituzionale che ha rari precedenti». Il
 più duro con Renato Pizzuti è Clemente
 Mastella, ma tutti i colleghi sindaci
 presenti all' assemblea hanno condiviso
 la necessità di rimarcare negativamente
 la defezione del direttore generale. L'
 assemblea dei sindaci aveva convocato i
 manager dell' Asl e dell' Azienda
 ospedaliera, per verificare gli effetti del
 decreto commissariale numero 103 del
 2018. Insomma, le questioni sollevate in
 maniera diffusa due settimane fa,
 quando il pessimismo sul futuro della
 sanità nel Sannio accomunò tutti gli
 amministratori, ben al di là delle appartenenze, oltre al comitato civico «Curiamo la
 vita» di Sant' Agata. Dubbi riproposti, ieri, ancora da Mena De Stasi. IL COMITATO
 Anzi, i timori hanno lasciato il passo alle certezze. Negative: «Per la nostra provincia
 - dice la De Stasi -, l' offerta sanitaria, fatta passare per miracolo, rappresenta una
 vera e propria miseria. Un Dea di II livello, un presidio ospedaliero di base, il
 Fatebenefratelli, con specialistiche situate a pochissima distanza dal Dea e, poi, il
 nulla. Da qualche giorno è iniziata l' opera di smantellamento del Sant' Alfonso. Una
 struttura capace di accogliere oltre 150 posti letto ridotta a sole 24 disponibilità». LE
 FASCE TRICOLORI «Ma è l' intera sanità sannita che sta morendo per consunzione»,
 ha incalzato il sindaco di Castelvenere Mario Scetta, medico con esperienza
 pluridecennale. Al «Rummo», infatti, non è che la situazione sia molto diversa. Una
 situazione che stride con il mancato utilizzo di 15 milioni e conseguente restituzione
 alla Regione, come se il presidio non avesse bisogno di nulla. Nel padiglione Dea ci
 sarebbero, inoltre, tre reparti ristrutturati da oltre un anno e mai attivati, mentre i
                   Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
pazienti sostano per giorni in barella al pronto soccorso. Spiegazioni e delucidazioni
che i sindaci avrebbero preteso da Pizzuti (ieri sera irrintracciabile per avere una
replica) e che, se tutto filerà liscio, chiederanno in una prossima occasione (proposta
formulata da Valentino). È stato formato un comitato di sindaci che chiederà di
incontrare il digì, sarà lui a stabilire data e ora. «Neppure una comunicazione dice
Mastella -. non ci ha detto nulla. Poi, quando l' ho chiamato per sapere quando
sarebbe arrivato, mi ha risposto di essere impegnato in un' altra riunione. Ma, vi
pare che esista una riunione più importante di un appuntamento in cui si discute la
situazione drammatica, e sottolineo drammatica, del Rummo di Benevento, dove il
pronto soccorso induce chi ci arriva ad abbandonarlo? Spero che l' autorità
giudiziaria cominci a occuparsene». L' AZIENDA SANITARIA Clima ben diverso nei
confronti del direttore dell' Asl. A Picker i sindaci hanno dato atto di essersi assunto
responsabilità personali pur di garantire una rete nella definizione della rete dell'
emergenza. Undici ambulanze oltre ad una dodicesima rianimativa quando gli
standard del ministero della Salute ne riconoscerebbero appena 6, nella sola città ce
ne sono 3 anziché una. Attive 3 elisuperfici, una H 24, ma c' è grave carenza medici.
Prima di occuparsi di sanità, l' assemblea dei sindaci ha espresso la sua netta
contrarietà nei confronti della procedura opaca che, nell' intesa tra governo e alcune
regioni, mira a rafforzare il centralismo regionale a discapito delle autonomie
comunali. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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19/02/2019                                                                                                                 Pagina 6
                                                        Il Sannio
                                                                                                                           EAV: € 917
                                                                                                                           Lettori: 29.750
                                           Argomento: Sanità Campania

             Cardiologia: appalto per nuovi dispositivi medici

 Partita la procedura aperta per l'
 affidamento per la fornitura triennale di
 dispositivi medici per elettrofisiologia ed
 ablazioni delle aritmie cardiache per l'
 Uoc di Cardiologia e Utic dell' azienda
 Ospedaliera San Pio di Benevento (che
 comprende i due presidi, fusi tra loro, del
 'Rummo' in città e del 'Sant' Alfonso
 Maria de' Liguori' a Sant' Agata de' Goti).
 Ai sensi del Codice degli Appalti, la gara
 sarà espletata mediante procedura dell'
 offerta         economica,         giudicata
 compatibile, più vantaggiosa. Imperniata
 sull' analisi del rapporto qualità prezzo e
 sempre nel rispetto delle specifiche
 dettagliate nel capitolato tecnico. La
 gara verrà aggiudicata per lotti. Non
 sono ammesse offerte parziali. L'
 importo complessivo dell' appalto a base
 d' asta è pari ad 1.383.375 più Iva come
 per legge. Avviso pubblico peraltro per assumere a tempo determinato, con incarico
 di otto mesi, due medici di medicina generale, in attesa dell' espletamento e della
 conclusione delle procedure relative al concorso per l' assunzione a tempo
 determinato. Se da un lato per l' azienda San Pio si nota una moderata accelerazione
 per le procedure relative ad insfrastrutturazioni materiali e a potenziamenti di
 organico, resta però un clima teso nei rapporti con diverse sigle sindacali. Aspra
 infatti la vertenza tra sindacati e direzione generale dell' Azienda ospedaliara 'San
 Pio'. Dopo la proclamazione dello stato di agitazione a seguito dell' esito di una
 assemblea tenutasi lo scorso 11 febbraio le sigle Fsi Usae (con Giovanni
 Tommaselli); Fials (con Mario Ciarlo); Nursing Up (con Gaetano Simeone); Fp Cgil
 (con Angelo Palatella) hanno esperito la procedura per il tentativo obbligatorio di
 conciliazione. Una volta terminata laddove la vertenza dovesse permanere si
 potrebbe palesare il rischio di forme di protesta ancora più incisive. Diversi i punti di
 malcontento: alcuni di carattere contrattuale progressioni economiche; produttività;
 decentrato e posizioni organizzative. Altre invece su questioni più propriamente di
 gestione aziendale quali criticità al Pronto Soccorso del presidio 'Rummo', asserito
 "calo dei ricoveri" e "criticità sulla fusione con il presidio Sant' Alfoso Maria de'
 Liguori".
               Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
19/02/2019                                                                                                               Pagina 8

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                                                                                                                         Lettori: 704.603
                                         Argomento: Sanità Campania

     La presidente Bozzaotra "Psicologi, nuova formazione"
 IMAGE_3_46_62
 Trent' anni di psicologia, l' Ordine
 campano festeggia il suo anniversario
 con i suoi iscritti. Una celebrazione con
 un occhio al passato e lo sguardo al
 futuro. Tanto che ieri, il giorno in cui 30
 anni fa veniva approvata la legge 56 del
 1989, l' Ordine ha annunciato un
 progetto mirato alla formazione. Cioè a
 rendere esperti gli specialisti chiamati a
 intervenire in contesti alternativi a quelli
 tradizionali. Si chiama Pif , sta per "Profili
 innovativi di funzione psicologica" ed è
 stato presentato all' hotel Royal
 Continental. Antonella Bozzaotra, la
 presidente degli psicologi, premette che
 l'     iniziativa    nasce       da      una
 consapevolezza: «Le nuove dinamiche
 sociali e il processo di globalizzazione
 fanno emergere domande a cui occorre
 dare risposte appropriate». Quali sono
 gli ambiti di intervento? «Ne abbiamo
 individuati cinque: il passaggio di
 gestione generazionale di un' impresa familiare, il marketing territoriale con lo
 sviluppo della domanda turistica, lo studio del territorio mirato alla promozione dei
 beni comuni, le proposte di semplificazione delle modalità di accesso alle cure e gli
 interventi nell' emergenza sociale e nelle catastrofi naturali». Un modo per far
 incontrare domanda e offerta? «Sì, ma per farlo è necessario individuare i
 committenti, tra cui istituzioni, enti locali e agenzie del privato sociale». Per
 esempio? «Uno per tutti. I manager degli ospedali potrebbero essere committenti
 per far sì che nei pronti soccorso si riduca la conflittualità tra utenti e personale
 addetto all' assistenza». Quale sarà il compito degli psicologi? «Saranno formati per
 rispondere in maniera appropriata alle esigenze richieste». È previsto anche un'
 attività affidata a psicologi senior. «Sono gli iscritti all' Ordine che hanno
 competenze specifiche e che lavoreranno a stretto contatto con risorse junior». Quali
 sono? «I laureati in Psicologia che stanno svolgendo tirocini professionalizzanti e/o
 abilitanti. Poi c' è un comitato scientifico, formato da esponenti del mondo
 accademico e da rappresentanti di altre categorie professionali: loro valideranno
 dall' esterno gli esiti del progetto». Ci spiega in dettaglio la piattaforma Pif? «Si
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parte dalla partecipazione al progetto: sarà predisposto dall' Ordine un bando per la
manifestazione del proprio interesse. Potranno partecipare tutti gli psicologi che
intendono sviluppare la propria formazione. Ovviamente poi, a seconda delle
committenze individuate, i colleghi formati saranno distribuiti nei vari settori di
intervento». L' incontro di ieri si è aperto con un video. «Sì, un video che ha
riproposto le immagini-testimonianze degli psicologi che operano oggi sul territorio
campano e che, attraverso la propria esperienza, hanno arricchito il dibattito sulle
opportunità di sviluppo della professione». - g. d. b. © RIPRODUZIONE RISERVATA La
specialista Antonella Bozzaotra è la presidente dell' Ordine degli psicologi campani
"Oggi le nuove dinamiche sociali e la globalizzazione richiedono risposte adeguate
da parte degli psicologi"

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19/02/2019                                                                                                                Pagina 25

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

               Macerie e incuria all' ospedale «Moscati»

 LA SANITÀ Marilù Musto Per arrivare al
 parcheggio dell' ospedale Moscati
 bisogna     attraversare       una     strada
 costellata di rifiuti e sacchi di spazzatura
 che nessuno, da mesi, da anni, rimuove.
 Il Comune fa spallucce. L' ospedale lo
 segue. E, intanto, la strada resta sporca.
 Fosse solo questo il disagio, ci sarebbe
 da ben sperare dopo aver attraversato il
 cancello. Ma lo scenario che si presenta
 agli occhi degli utenti dell' ospedale
 Moscati di Aversa è sconcertante. IL
 CANTIERE L' ex pronto soccorso è ridotto
 a un cumulo di macerie, mentre il nuovo
 sembra essere pulito e sicuro. Solo
 apparenza. Perché il tanto sponsorizzato
 drappello di polizia - voluto dal
 consigliere regionale Stefano Graziano
 (Pd) - è chiuso a chiave. Da ormai sette
 mesi. «Da quando uno dei due agenti è
 andato in pensione, questa porta è
 rimasta serrata», fanno sapere gli
 operatori. E così, c' è solo una guardia
 giurata privata a occuparsi della
 sicurezza al triage di trincea. «Ormai la crisi di questo ospedale è come un cancro,
 non si riesce a sradicare», tuona la segreteria Fials di Caserta. «È un discorso lungo -
 continua Giuseppe Nacchia del sindacato - al vertice di questo ospedale qualcosa
 non funziona, questo è certo. E non è possibile continuare in questo stato. C' è, ad
 esempio, un pronto soccorso radiologico, ma non si sa se sia regolare oppure no».
 Per non parlare della carenza di medici. A marzo andranno via quattro camici bianchi
 dal Pronto soccorso perché vincitori di concorso in alte zone della Campania. «Da qui
 vanno via perché non si può lavorare in questo stato», sussurrano gli infermieri dei
 reparti. Già, i reparti. I LETTI Pochissimi i posti letto. Chi entra al pronto soccorso non
 sa come né quando ne uscirà, perché i letti nelle corsie non sono sufficienti all'
 utenza. Questo stato di cose non tocca la professionalità dei dipendenti, ma mette a
 dura prova la dignità di un posto di lavoro che dovrebbe essere garantita e,
 soprattutto, i pazienti. È una sorta di limbo e potrebbe capitare al malato anche di
 restare per tre giorni di seguito «piazzato» in una stanza. Inoltre, sempre all' interno
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dei vari reparti, è possibile vedere barelle arrugginite parcheggiate nei corridoi,
pronte per essere smaltite. Ma, anche qui, non si sa dove, nè quando. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.

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19/02/2019                                                                                                                 Pagina 23

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                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                           Argomento: Sanità Campania

             Medici di guardia, via libera a ventuno incarichi

 Non saranno la panacea a tutti i mali del
 Pronto soccorso, ma i medici di guardia
 possono offrire un grosso contributo per
 decongestionare l' affluenza a Contrada
 Amoretta. Lo sostengono gli operatori, i
 sindacalisti e anche il presidente
 provinciale dell' Ordine medici Francesco
 Sellitto ha recentemente lanciato un
 appello in questo senso. E l' Asl, allora, si
 impegna per mantenere i livelli di
 continuità assistenziale affidando 21
 incarichi su tutto il territorio provinciale
 per complessivi 152mila euro. Con
 contratto annuale, fino al 28 febbraio
 dell' anno prossimo, i camici bianchi
 andranno a coprire i turni ad Aquilonia,
 Ariano      Irpino      (2),     Calabritto,
 Fontanarosa, Forino, Lauro, Lacedonia,
 Laceno, Sant' Andrea di Conza, Villanova
 del Battista e nelle carceri di Bellizzi (2),
 Ariano (6) e Sant' Angelo dei Lombardi
 (2).

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19/02/2019                                                                                                                Pagina 28

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

     Muore in ospedale gli affiliati al clan picchiano i medici

 LA VIOLENZA Dario Sautto Muore per
 una probabile leucemia fulminante dopo
 quattro giorni in ospedale, i parenti
 assaltano i reparti, danneggiano alcuni
 macchinari e picchiano medici e
 infermieri. Lei era la moglie di un affiliato
 al clan Gionta, corso sul posto e
 denunciato per evasione dai domiciliari.
 Scene di ordinaria follia, quattro
 denunciati e un medico ferito nel primo
 pomeriggio di ieri all' ospedale di
 Boscotrecase. LA FOLLIA Nella tarda
 mattinata, Caterina Verso, 53enne di
 Torre Annunziata, ha accusato un malore
 mentre era ricoverata nel reparto di
 Medicina d' Urgenza. Era lì da
 ventiquattro ore, dopo aver trascorso
 due giorni e mezzo in Cardiologia per
 alcuni scompensi cardiaci. Era in
 miglioramento, secondo i medici dell'
 ospedale Sant' Anna e Madonna della
 Neve, dunque le servivano alcuni giorni
 di degenza sotto osservazione. Poi, le
 sue condizioni sono improvvisamente
 precipitate e, nonostante il tentativo di rianimazione, è deceduta. Appresa la notizia,
 familiari e parenti una quarantina in tutto hanno assaltato l' ospedale di
 Boscotrecase. In pochi istanti, il medico che ha comunicato il decesso ai figli è stato
 aggredito, spintonato, schiaffeggiato, preso a pugni. Altre persone hanno cominciato
 a distruggere quel che si trovavano davanti: porte sfondate, mobili a terra,
 suppellettili in frantumi. Anche alcuni infermieri sono stati spintonati, ma ad avere la
 peggio è stato il medico che ha riportato escoriazioni al volto e un forte trauma
 cranico. Solo l' intervento dei carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, e
 alcune pattuglie della polizia, ha permesso di riportare la situazione alla calma.
 Placati gli animi, i figli della donna deceduta hanno denunciato un presunto caso di
 malasanità, dunque i carabinieri come disposto dal sostituto procuratore Emilio
 Prisco hanno sequestrato la salma, ora all' obitorio di Castellammare di Stabia in
 attesa dell' autopsia, e la cartella clinica. L' inchiesta, aperta al momento contro
 ignoti, servirà a chiarire le cause della morte della donna. LA DENUNCIA Nel
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frattempo, però, i carabinieri hanno identificato una trentina di persone accorse sul
posto, denunciandone quattro. Si tratta dei due figli della donna, che dovranno
rispondere di lesioni e danneggiamento aggravato; di una nipote, che avrebbe
partecipato a mettere a soqquadro il reparto dell' ospedale; del neo vedovo, il
53enne Andrea Cirillo, affiliato al clan Gionta, attualmente ai domiciliari perché
accusato di essere uno dei capi dello spaccio di droga e accorso sul posto senza
autorizzazione. Il medico ferito ne avrà per una decina di giorni, mentre già nel
pomeriggio gli uffici devastati erano stati sistemati. Restano da sostituire solo le
porte sfondate, con un macchinario per delle visite diagnostiche da rimettere a
nuova. «Fermo restando il dolore per la perdita di una vita spiegano i vertici dell' Asl
Napoli 3 Sud questo comportamento è da condannare con forza, perché si mette in
pericolo anche l' incolumità di altri pazienti, oltre che del personale. Inoltre, così è a
rischio lo stesso regolare funzionamento del reparto». «Un atto inqualificabile
afferma il consigliere regionale dei Verdi e membro della commissione Sanità,
Francesco Emilio Borrelli di una gravità inaudita». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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19/02/2019                                                                                                                Pagina 8

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                                          Argomento: Sanità Campania

       Pancreas e diabete primo autotrapianto di cellule su
                   paziente operata di tumore
 GIUSEPPE DEL BELLO
 Ospedale Cardarelli Primi per il Centro-
 sud. Il Cardarelli ha colto un altro
 obiettivo: contribuire a curare il diabete
 di tipo 1, il più frequente. C' è riuscito
 effettuando il trapianto di cellule di
 Langherans,       quelle    deputate     alla
 produzione di insulina, coinvolte proprio
 nello sviluppo del diabete. Finora questo
 tipo di intervento era prerogativa
 terapeutica esclusiva del Niguarda e del
 San Raffaele di Milano. Autore del
 primato partenopeo è uno specialista di
 lungo corso e grande esperienza in
 chirurgia epatobiliare, Carlo Molino. Con
 la sua équipe ha reimpiantato in una
 paziente a cui prima era stata asportata
 gran parte del pancreas ( per tumore),
 cioè coda e testa dell' organo, le sue
 stesse cellule opportunamente isolate. «
 Le cellule - premette Molino - sono state
 reinfuse nel sistema portale per poi
 annidarsi nel fegato iniziando a produrre
 insulina, quindi a svolgere la loro funzione. Tutto questo apre le porte all'
 allotrapianto con la possibilità di utilizzare cellule di Langherans da donatore
 cadavere così come si fa con i trapianti di fegato. La tecnica, grazie all' isolamento
 delle cellule pancreatiche, è stata messa a punto negli Usa da Camillo Ricordi,
 scienziato milanese e direttore dell' istituto di ricerca sul diabete di Miami. Durante il
 convegno recentemente tenutosi al Cardarelli ha spiegato: « Nel mondo sono stati
 fatti più di mille trapianti. Con i nuovi protocolli di immuno- modulazione e di terapie
 antirigetto, la maggioranza di trapianti funziona a sette anni di distanza, mentre la
 sopravvivenza a venti è altissima, di gran lunga superiore a quella dei trapianti d'
 organo». In tutta Italia sono 350 i pazienti che grazie all' autotrapianto possono
 tenere a bada il diabete. Ma quale è la fascia di diabetici che può giovarsi di questo
 trapianto? «Solo quando è fallito qualsiasi altro tentativo terapeutico per tenere
 sotto controllo la glicemia - è la drastica risposta di Ricordi - praticamente quando si
 tratta di ipoglicemia severa, laddove il paziente non si accorge che il valore della

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glicemia sta calando in maniera pericolosa: condizioni che possono condurre allo
svenimento e, in qualche caso, anche alla morte. « Il risultato concreto ottenuto -
commenta l' ex manager del Cardarelli e oggi commissario della Asl Napoli 1 - è il
frutto dell' accordo bilaterale tra il nostro ospedale e il Niguarda » . Rosanna Sannino
è la presidente della "Isola che non c' è", l' associazione dei giovani diabetici che ha
ricordato come in Campania la malattia ha un' incidenza particolarmente elevata. Le
fa eco Fabiana Anastasio, del coordinamento pazienti diabetici della Campania.
Rivela: «Qui il diabete è una pandemia. E si muore di più che nelle altre regioni, il
doppio secondo gli ultimi dati Istat. E questo significa che c' è qualcosa che non
funziona nell' organizzazione » . Da due anni, sul nostro territorio è stata attivata
una riorganizzazione assistenziale, un piano partito dall' Asl Napoli 2 nord e da
estendere a tutte le altre aziende sanitarie. Molino non solo è portavoce di una
chirurgia tecnologicamente avanzata, ma è anche da anni impegnato sul fronte della
solidarietà ( come già riportato nel 2009 da Repubblica), con la realizzazione di due
ospedali in Tanzania. Dice oggi: «I due presìdi costruiti col nostro impegno sono stati
affidati agli africani, lasciando a noi l' eventuale supervisione. Adesso stiamo tirando
su un poliambulatorio e promuovendo il progetto SeaRen: è finalizzato a far
conoscere a ragazzi con disabilità e non vedenti i nostri fondali e l' archeologia
marina ». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il chirurgo Carlo Molino è il direttore di
Chirurgia al Cardarelli: "La metodica apre le porte all' allotrapianto con la possibilità
di utilizzare le cellule di Langherans da donatore cadavere. Così come si fa con i
trapianti di fegato"

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19/02/2019                                                                                                                Pagina 22

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                                          Argomento: Sanità Campania

     Registro tumori, via alla raccolta dati del terzo triennio

 LA SANITA' LA SANITA' Lia Peluso
 Licenziato il monitoraggio del secondo
 triennio di ricerca, ora l' equipe del
 Registro Tumori dell' Asl di Caserta si
 appresta a fare una nuova indagine per il
 terzo triennio, vale a dire dal 2014 al
 2016. Dopo il primo triennio, quello dal
 2008 al 2010, la squadra diretta da
 Angelo D' Argenzio, direttore dell' Uoc
 Monitoraggio Rischio ambientale e
 Registro Tumori, ha inserito nella propria
 banca dati il 2011 e il 2012 e si appresta
 ad inserire anche il 2013. Intanto,
 approvato dalla Regione il progetto per il
 nuovo monitoraggio, chiede di poter
 svolgere l' indagine per il terzo triennio,
 2014-2016, con una spesa totale
 prevista di 379.000 euro. Ancora non è
 possibile diffondere i dati esatti emersi
 dall' analisi del secondo triennio, però è
 possibile dire che «siamo di fronte ad
 una situazione che di base non ha grandi
 cambiamenti rispetto al primo triennio,
 sebbene ora possiamo guardare alla
 totalità di tutto il tempo analizzato, cioè sei anni», spiega il direttore del Registro
 Tumori di Caserta D' Argenzio. Di certo, spiega ancora il referente, «il numero di
 mortalità aumenta perchè è più alta la vita media. Di fondo l' incidenza dei tumori
 (la prima diagnosi certa di malattia neoplastica) non si allontana dal trend nazionale,
 ma si muore di più, e il motivo risiede nell' offerta assistenziale nonchè dalla rete
 oncologica». In pratica, a parità di malattia, si muore di più e, mentre il numero di
 diagnosi è in linea con l' atteso, quello delle morti no: ce ne sono di più. Questo
 perchè «bisognerebbe incentivare molto di più la prevenzione per poter prendere il
 tumore in tempo e creare dei percorsi che il paziente possa seguire senza chiedere
 niente, senza disorientamenti. Già alla diagnosi, la struttura dovrebbe fornire le
 risposte al paziente in modo adeguato alla patologia riscontrata, segnalando il
 percorso assistenziale a il giusto centro di riferimento», continua ancora D' Argenzio.
 Poi è chiaro che il discorso dipende dalla patologia: «per esempio - spiega l'
 epidemiologo - il grandi numeri di mortalità sono quelli che riguardano per lo più
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uomini adulti, colpiti in particolare da tumore al polmone. Per le patologie
oncologiche del sangue, invece, siamo in linea con l' atteso sia per l' incidenza che
per la mortalità. Al di sotto dell' atteso per la mortalità è il numero che riguarda il
carcinoma del collo dell' utero». Quando si parla di registro Tumori, la prima cosa
associazione che in genere viene compiuta è quella all' etichetta Terra dei Fuochi:
«quando parliamo di ambiente e di correlazione tra l' ambiente circostante e l'
insorgenza dei tumori, bisogna riflettere anche sulle cattive abitudini, che il più delle
volte possono procurare danni molto gravi, ma su cui il cittadino forse non riflette
abbastanza. E' il caso del fumo, la prima causa del tumore ai polmoni, insieme all'
eccessivo traffico cittadino, o dell' eccessiva quantità di cibo. La Campania ha la
maglia nera per l' obesità infantile che può sfociare in tante malattie dell' adulto, tra
cui anche di tipo neoplastico». Quella della Terra dei Fuochi, secondo il direttore del
Registro Tumori di Caserta, «è una situazione che va combattuta a prescindere, al di
là dei roghi dei rifiuti. La sensibilità per cambiare le abitudini e togliere l' etichetta di
Terra dei Fuochi andrebbe creata da tutte le istituzioni ma la gente dovrebbe capire.
Non ci sono solo i roghi a danneggiare l' ambiente e la nostra salute, ma anche
diverse dannose abitudini che ci ostiniamo a seguire, come il fumo, il cibo, l' alcol
(sebbene i dati più preoccupanti di quest' ultimo riguardino il Nord Est del Veneto).
La patologia tumorale è la somma di tanti fattori di rischio». © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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19/02/2019                                                                                                                Pagina 35

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                                          Argomento: Sanità Campania

        Robot chirurgico fermo, Verdoliva chiama i primari

 IL RETROSCENA Ettore Mautone Il robot
 chirurgico dell' Ospedale del mare è
 fermo da un anno? L' apparecchiatura
 non è stata più utilizzata perché
 mancano i kit e le pinze? Alcune delle
 alte tecnologie del presidio di Napoli est
 non funzionano? Il problema è di ordine
 economico. L' armamentario hi tech al
 servizio delle chirurgie costerebbe
 troppo per i conti di una Asl in rosso per
 decine di milioni di euro. Questa la
 risposta fornita da alcuni dirigenti al
 neocommissario della Asl Napoli 1, Ciro
 Verdoliva, che ieri mattina ha incontrato
 operatori, medici e amministrativi. Nel
 corso dell' incontro Verdoliva ha anche
 annunciato di aver scelto il commissario
 sanitario aziendale. Si tratta di Anna
 Borrelli che proviene dall' unità di
 programmazione del Cardarelli e che,
 insieme al commissario amministrativo
 già individuato Ferdinando Memoli,
 affiancherà Verdoliva nella guida della
 Asl. GLI INVESTIMENTI La mentalità del
 risparmio, emersa come causa del funzionamento a rallentatore dell' ospedale di
 Napoli est, è probabilmente figlia dei vincoli del Piano di rientro dal debito, in cui a
 prevalere sono stati gli obiettivi di bilancio. La Campania però, da cinque anni, ha
 conti in pareggio con un avanzo di cassa complessivo che consente di investire in
 qualità dell' assistenza. Senza contare che l' innovazione tecnologica incide sulla
 migrazione sanitaria che rappresenta, con circa 300 milioni di euro annui, la
 principale voce di costo negativo per la sanità regionale. Ora si volta pagina.
 Verdoliva oltre a chiedere a tutti i primari dell' Ospedale del mare di stilare una
 dettagliata relazione su ciò che manca nei reparti ha anche presentato il nuovo
 vertice amministrativo dell' ospedale, Angela Maddalena, alla quale ci si potrà
 rivolgere per segnalare i fabbisogni. LE CHIRURGIE L' altro nodo è l' insufficiente
 numero di sedute operatorie per chi, come la Chirurgia endocrina, può contare solo
 su 2 giornate a settimana a fronte di quasi 300 pazienti in attesa di cui il 30%
 oncologici. Qui l' obiettivo è duplice: da un lato reclutare gli infermieri che servono
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per aprire le altre sale non ancora in funzione (ne sono attive solo 6 su 14)
attingendo alla graduatoria del concorso in dirittura al Cardarelli. Dall' altro
parametrare le attività in base ai fabbisogni e alle liste di attesa e non alla dotazione
di posti letto insufficienti in alcune discipline. Confutato invece, dati alla mano, il
presunto rallentamento della chirurgia vascolare. «Dal 10 dicembre 2018 - dice il
primario Gennaro Vigliotti - abbiamo effettuato 134 interventi e dal 10 gennaio a ieri
70 per un totale di 204». Le liste di attesa? Praticamente abbattute tranne per le
varici agli arti inferiori. In partenza anche la chirurgia per gli aneurismi della carotide
e la chirurgia vascolare maggiore. «Qui effettuiamo un trattamento delle patologie
viscerali esclusivo in Campania - conclude il clinico - con degenza ridotta al minimo.
Le medicazioni e le visite si effettuano secondo prenotazione e, per gli operati,
senza attesa». In pubblicazione uno studio sull' uso delle staminali nelle arteriopatie
che ha arruolato 25 pazienti su circa 300 operati per ischemia cronica critica in base
a un protocollo riconosciuto dalla società italiana di chirurgia e validato nel 2014
dalla Regione Campania. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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19/02/2019                                                                                                                Pagina 23

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                                          Argomento: Sanità Campania

                Un' altra aggressione al Pronto soccorso

 LA VIOLENZA Antonello Plati Paura e
 delirio al Pronto soccorso di Avellino
 dove l' altra sera s' è consumata un'
 altra aggressione, la seconda in appena
 due settimane, ai danni del personale in
 servizio. A farne le spese, un infermiere
 colpito al volto con un pugno da un
 paziente in attesa del referto. Per la
 vittima una forte contusione, tre giorni di
 prognosi, un paio di occhiali rotti e un
 grosso spavento. Erano circa le 18,
 quando l' infermiere assegnato per quel
 giorno all' area ortopedica stava
 trasportando un utente già sottoposto a
 radiografia, giunto nei pressi della zona
 dei codici rossi è iniziato il parapiglia: un
 uomo di 78 anni, in evidente stato di
 alterazione, ha prima iniziato a inveire
 contro la guardia giurata e poi
 improvvisamente e in modo del tutto
 ingiustificato s' è scagliato contro l'
 infermiere, che s' era fermato nel
 tentativo di placare gli animi e di
 tutelare l' altro utente che stava
 trasportando. È stato, però, colpito al volto con un pugno che ha causato la rottura
 degli occhiali da vista e una forte contusione. L' INTERVENTO Dopo l' aggressione,
 sul posto sono arrivati i carabinieri ma scioccato per l' accaduto l' operatore non
 avrebbe sporto denuncia. Mentre il settantottenne anche davanti alle forze dell'
 ordine avrebbe continuato a molestare i presenti: scene di delirio culminate col
 sangue sparso sulle pareti dopo che all' uomo è saltato dal braccio l' ago della flebo.
 Nemmeno i figli che erano con lui sono riusciti a calmarlo. Tutto è stato ripreso dalle
 telecamere della videosorveglianza e adesso è al vaglio dell' autorità giudiziaria.
 Dunque, ancora caos nel presidio d' emergenza a Contrada Amoretta. La situazione
 già critica, a causa della carenza di organico, è precipitata nell' ultimo periodo: con il
 picco influenzale sono aumentati gli accessi più di 100 al giorno - e i codici in entrata
 sono diventati ingestibili determinando tempi di attesa sempre più lunghi. I
 PROBLEMI Una condizione di grave difficoltà riconosciuta sia dal primario del reparto
 Antonio Maffei, che ha chiesto rinforzi immediati, sia dal direttore generale Angelo
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Percopo, che s' è mosso su due fronti. Il manager ha assicurato nuovi innesti 8
medici e 4 infermieri e ha tentato di riconoscere al personale un' indennità di disagio
con un aumento di circa 400 euro lordi in busta paga per tre mesi (da gennaio a
marzo). Se nel primo caso si attende che l' iter burocratico faccia il suo corso, la
maggiorazione dello stipendio è stata, invece, bloccata dalla Regione che ha
sollevato una questione di merito rispetto alla delibera disponendone la revoca in
quanto nel testo l' Azienda manifesta la volontà di concedere «un' indennità
aggiuntiva» non prevista dal contratto per un solo comparto. LE CRITICHE
Contestata sin da subito considerata «una mancia» e «un' offesa alla dignità dei
lavoratori» dal coordinatore dell' Unione sindacale di base (Usb) Vito Storniello l'
indennità era stata concessa a fine gennaio ai 26 infermieri e ai 12 operatori
sociosanitari (Oss) del Pronto soccorso in un momento di profonda crisi culminato
con la prima aggressione dell' addetta al triage. Ma i paramedici non ci stanno e
reclamano i loro diritti. «L' attività del Pronto soccorso - dicono - si valuta
globalmente, cioè sugli accessi annuali. È così che si assegnano le risorse al
personale. Questo proseguono - imporrebbe una organizzazione che garantisca l'
assistenza in emergenza nel rispetto dei parametri indicati dal decreto del
commissario ad acta alla Sanità. Non è accettabile denunciano che nello stesso
spazio si forniscano sia prestazioni in emergenza sia reparto. Di qui, l' esigenza di un
riconoscimento economico che deve essere concesso perché sono state modificate
le nostre attività. Difatti, l' assistenza è diventata di area critica e il contratto
prevede per queste aree una indennità di disagio. Quindi concludono - l' auspicio è
che l' Azienda modifichi quanto prima la delibera sostituendo il termine aggiuntiva
con disagio». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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