Media Monitoring per 03-12-2018 - Rassegna stampa del 02-12-2018 - Ruggi
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 Salerno, dimenticarono pinza nel corpo di una paziente, che morì: condannati 2 medici ................................................................................................................................................ 1 Aids, 90 nuovi casi in meno di tre anni .................................................................................. 2 «Non rinunciate al condom per i rapporti occasionali» ....................................................... 4 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 6 «Il decreto va revocato subito» ............................................................................................... 6 Bimbo nato morto Quattro medici indagati .......................................................................... 7 Il direttore scrive a Cimmino: «Chieda i fondi per l'ospedale» .......................................... 9 Malati Alzheimer sfrattati «Pronti alle azioni legali» ........................................................ 10 Stop nascite ultimatum a De Luca e petizione ................................................................... 12 Uomini violenti nella coppia? Guarire si può, grazie all'Asl ............................................. 14 Sanità Campania ............................................................................................................................. 16 Allarme influenza, i medici di famiglia: il picco a gennaio ............................................... 16 L' influenza è alle porte, pediatri presi d' assalto «Ambulatori da rafforzare» ............ 17 Piano ospedaliero De Luca cede a metà .............................................................................. 19 Pochi anestesisti al Sant' Alfonso interrogazione della Ianaro ....................................... 21 Protesi ortopediche primario denuncia " Costano il doppio" ........................................... 22 Quel messaggio distensivo al ministro per ottenere la fine del commissariamento .............................................................................................................................................. 24 Sanità privata, De Luca mercoledì ai 50 anni della clinica Montevergine ..................... 26 Uso (e abuso) di antibiotici, campani primi ........................................................................ 28 Villa dei Pini, il Prc «Al fianco degli addetti» ...................................................................... 30 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 31 " Vuole ambulanze senza medici" E l' ordine caccia l' assessore .................................... 31 150 milioni di euro per ridurre le liste di attesa? .............................................................. 33 Ambulanze senza medici, l' Ordine radia l' assessore regionale ..................................... 34 Dalle mutue si è passati alle cure per tutti ......................................................................... 35 I «Drg» (fra luci e ombre) e i «Lea» per conciliare spesa e diritti ................................... 38 Il rebus della tenuta economica ............................................................................................ 40 In nove ospedali su dieci, anestesisti sotto organico ....................................................... 42 Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico .................................................................. 43 L' imbuto formativo che rischia di lasciarci senza medici ................................................ 44 L' Ordine dei medici radia l' assessore pro vaccini ............................................................ 46 La regionalizzazione della sanità .......................................................................................... 48 Le radici del nostro sistema di assistenza sono britanniche ........................................... 50 Ma dalla Toscana alla Lombardia cresce il soccorso degli infermieri ............................. 53 Mancano mille medici nei pronto soccorso ......................................................................... 55 Ospedali vietati agli animali Ma sono loro a farci guarire ................................................ 56 Protesi-killer con tangenti ..................................................................................................... 58 Qualcosa di prezioso ............................................................................................................... 62 Quel parto all'«ospedale privato» che la sinistra usa contro la Grillo ............................ 63 Regione, mossa anti-crisi: giù le tasse alle imprese Super-Asl per la sanità ................ 65 Sanità solidale, il nuovo volto del volontariato .................................................................. 67 Sanità, patto governo -Regioni 2 miliardi in più ma nel 2020 ......................................... 69
01/12/2018 mn24.it EAV: € 378 Lettori: 1.433 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Salerno, dimenticarono pinza nel corpo di una paziente, che morì: condannati 2 medici Per il Tribunale di Salerno avrebbero provocato il decesso di Nicoletta Ontano, lasciandole una pinza nell’addome dopo un intervento chirurgico. Il giudice Gabriella Passaro ha condannato due medici dell’ospedale Ruggi, all’epoca dei fatti primario e vice del reparto di chirurgia generale: un anno di reclusione al primo e otto mesi al secondo (entrambe le pene sono sospese). E ha assolto per non aver commesso il fatto un terzo medico. camice bianco chiamato a giudizio. La pensionata di Montecorvino Rovella, che aveva 86 anni nel luglio del 2012, entrò in sala operatoria per essere operata di un tumore all’intestino. L’intervento non presentò controindicazioni. La donna tornò a casa in uno stato di convalescenza. Sette mesi dopo, nel febbraio del 2013, i familiari dovettero ricoverarla d’urgenza perché lamentava dolori lancinanti nella parte bassa del ventre. La ragione di quelle sofferenze fu svelata dagli accertamenti diagnostici che riferirono della presenza di un corpo estraneo. L’anziana morì 24 ore dopo il ricovero, senza poter essere nuovamente operata. La pinza chirurgica era lunga ventidue centimetri. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 3 Ceonaca di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Aids, 90 nuovi casi in meno di tre anni Salvatore De Napoli Nel primo semestre 2018 il numero è cresciuto di 22 unità L'allarme: si abbassa l'età media in cui si contrae la malattia Al Ruggi ci sono 450 pazienti sieropositivi Il contagio molto spesso avviene durante relazioni non protette SALERNO Novanta nuovi contagi da Hiv, torna il pericolo Aids anche in provincia di Salerno. Questi i dati sui nuovi pazienti registrati nel Salernitano dal primo gennaio 2016 al 30 giugno 2018, e nel primo semestre il numero è salito di 22 unità, con un sensibile incremento della crescita. Nel dettaglio, 20 sono uomini e due sono donne, classificazione secondo i dati anagrafici e non delle identità di genere. Dei 22 tre sono insorti già in Aids (fase avanzata) ed uno è già deceduto nonostante la giovane età, dopo aver contratto il virus tra i 16 e i 20 anni. A preoccupare ancora di più è l'abbassamento dell'età media dei sieropositivi, che ormai nel Salernitano si assesta attorno ai 25 anni, quasi tutti con contrazione dell'infezione molti anni prima (buona parte in età tardo adolescenziale e comunque da minorenni). Attorno al 70 per cento ha contratto il virus durante rapporti sessuali tra maschi. Nel restante 30 per cento si tratta di tossicodipendenti che scambiano aghi, siringhe, cateteri ed eterosessuali che hanno rapporti sessuali con diversi partner. In questi ultimi casi rientrano anche le persone che vengono contagiate dal proprio partner che a sua volta ha contratto la malattia e l'ha trasmessa o perché non ha detto di essere infettato o perché non ne era a conoscenza. I nuovi pazienti sono tutti italiani e quasi nessuno è consapevole del momento in cui ha contratto il virus e da chi, ma rimane solo il sospetto sull'epoca e sul partner. In totale, attualmente, al centro di riferimento per questa patologia che si trova presso l'Unità operativa complessa di Malattie infettive presso il Ruggi a Salerno, sono in carico 450 sieropositivi, di cui una cinquantina con Aids già conclamato. Si tratta di persone residenti in maniera omogenea su tutto il territorio provinciale, anche se da ultimo si notano arrivare molti pazienti dal Cilento. Va detto, che un 10 per cento dei 450 pazienti sono di altre province e vengono a Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Salerno per ritrosia a rivolgersi a sanitari della loro stessa comunità, ma lo stesso capita pure con pazienti del Salernitano che si rivolgono in particolare a Napoli, specie dall'Agro nocerino. Questi dati non contemplano la casistica della pediatria che è a livello regionale e non provinciale. È fondamentale specificare che l'Hiv è un virus e l'Aids è l'insieme delle condizioni dovute alla riduzione delle difese immunitarie determinate dall'Hiv, in pratica è la fase della malattia conclamata. Al Ruggi, l'equipe che si occupa di Hiv e Aids è composta dal direttore Renato Santoro, dai medici specializzati Anna Maria Spera e Simona Madonia, con il supporto degli psicologi Andrea Cappabianca e Margherita Vitale. «C'è un drammatico calo di attenzione verso questa patologia afferma il direttore Santoro Stiamo registrando un incremento di contagiati e un abbassamento della loro età. Purtroppo, sembra che il problema Aids-Hiv sia stato rimosso dalle emergenze della società a causa delle nuove cure che fortunatamente allungano la vita del paziente. C'è scarsa informazione in generale e soprattutto nei confronti delle nuove generazioni che di questo problema spesso non ne hanno sentito mai parlare ». Il direttore del reparto di malattie infettive nella sua introduzione alla giornata di lotta all'Aids svoltasi al Ruggi si è rivolto anche ai suoi colleghi medici e al personale infermieristico: «Le cure che hanno allungato la vita del paziente hanno fatto sì che si possono trovare ricoverati in diversi reparti, dalla cardiologia alla ginecologia, e quindi l'Aids e l'Hiv vanno affrontate non solo in Malattie infettive ma pure in altre Unità operative». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 3 Cronaca di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona «Non rinunciate al condom per i rapporti occasionali» «Fondamentale è avere rapporti protetti, soprattutto se si hanno rapporti sessuali con partner occasionali, e non scambiarsi aghi e siringhe ». Questo l'appello lanciato da Anna Maria Spera , una delle specialiste in malattie infettive che segue al Ruggi i malati da Hiv. Dottoressa, quali sono i comportamenti a rischio tenuti dai 450 pazienti che avete in carico? Come quelli del resto d'Italia, e sono legati a quelli più comuni, dai rapporti sessuali non protetti con soggetti Hiv positivi, al contatto diretto con il sangue (o con lo scambio di oggetti contaminati dal sangue) di sieropositivi, ad esempio forbicine per unghie, lamette da barba, aghi ed altri oggetti iniettivi. Quali sono le fasce a rischio? Coloro che hanno rapporti anali, perché la mucosa rettale, a differenza del pavimento vaginale, è più frequentemente lacerabile favorendo il passaggio del virus; i tossicodipendenti che condividono aghi, fiale, filtri, cateteri contaminati con sangue infetto; e chi è dedito a rapporti sessuali promiscui non protetti. Cosa fare per evitare il contagio? Praticare il safer sex, cioè ricorrere sempre all'uso del profilattico in caso di sesso occasionale e all'inizio di un nuovo rapporto. Non utilizzare aghi e altri oggetti contaminati col sangue di altre persone. Cosa accade quando ci si infetta? Già al sospetto di contagio, è necessario praticare un test su sangue che rivela la presenza di specifici anticorpi. Il test può essere effettuato presso i centri di riferimento Hiv delle Asl e degli ospedali, i centri di cura delle Ist (Infezioni sessualmente trasmissibili) e i quelli prelievi accreditati. Al Ruggi, centro di riferimento provinciale per questa patologia, è possibile effettuare il test dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 11, in anonimato, gratuitamente e senza dover produrre impegnativa del medico di famiglia o doversi prenotare. Esistono anche dei test salivari, disponibili in farmacia o presso alcune sedi delle associazioni delle persone con Hiv (Lila, Anlaids). L'accertamento va praticato subito dopo il contatto a rischio e ripetuto dopo 3 e 6 mesi. Il referto può essere consegnato solo a mano e solo al paziente. In caso di minori, è necessario l'autorizzazione dei genitori, se il Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
minore non vuole coinvolgerli si chiede l'ok al tribunale per i minorenni. Se il giovane ha più di 16 anni, è anche possibile evitare il consenso genitoriale. In caso di contatto a rischio (eiaculazione interna - nell'ano, nella vagina o nella bocca- da parte di una persona che si sospetta con infezione da Hiv o che abbia comportamenti rischiosi) è possibile praticare una profilassi farmacologica post- esposizione (Pep), entro e non oltre le 48 ore dal contatto a rischio ed ha la durata di quattro settimane. Vale sempre il principio, prima è diagnostica una malattia e meglio è possibile contrastarla. Ricordiamo che un ammalato in terapia non rappresenta un pericolo per sé e per gli altri, può condurre una vita assolutamente normale senza rinunciare a nessuna delle attività lavorative o di svago. Oggi, si muore ancora di Aids? Certamente si, ma è possibile allungare la vita e la sua qualità se riusciamo a diagnosticare la sieropositività in tempo, grazie alla terapia antiretrovirale. Comunque l'Hiv rimane una patologia gravissima e con conseguenze fisiche e psicologiche notevoli. (s.d.n.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 22 Cronaca di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia «Il decreto va revocato subito» Vito Sansone Linea dura all'assemblea contro la chiusura dei punti nascita di Sapri e Polla Revocare o sospendere immediatamente il decreto che prevede la chiusura, a partire dal prossimo 1 gennaio, dei punti nascita di Sapri e Polla, in attesa dell'esito del riesame della richiesta di deroga e della presentazione del nuovo piano ospedaliero da parte della Regione. Questo, in sintesi, quanto chiedono i firmatari del documento frutto dell'assemblea pubblica tenutasi a Sapri ed organizzata dal comitato di Lotta a difesa dell'ospedale dell'Immacolata. Nelle prossime ore verrà aperto un presidio permanente all'interno dell'aula consiliare del Comune e si discuterà di uno sciopero generale del territorio in una data che presumibilmente sarà quella del 15 dicembre. All'incontro hanno partecipato tantissimi studenti, molte mamme, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari, pochi medici, alcune rappresentanze sindacali. Risicata la rappresentanza delle istituzioni locali. L'unico sindaco in sala era quello di Maratea, Domenico Cipolla . Presente anche il vicesindaco di Caselle in Pittari, Gianpiero Nuzzo . Per il Comune di Sapri c'erano gli assessori Falce e Di Donato . Da parte sua il primo cittadino di Sapri Antonio Gentile ha annunciato su Facebook, di aver concordato, assieme al presidente della Comunità Montana Lambro e Mingardo Vincenzo Speranza , per la settimana prossima un incontro, l'ennesimo, con tutti i sindaci del Basso Cilento. Dal palco c'è anche chi ha invitato i sindaci a togliersi la fascia tricolore ed a consegnarla al Prefetto presentando le proprie dimissioni. In auditorium l'intervento più atteso era quello del senatore cilentano del Movimento 5 Stelle, Franco Castiello . «Non serve erigere Sapri e Polla a Dea di I livello attacca ma è necessario dotare questi ospedali degli strumenti necessari affinché i parti avvengano in situazioni di sicurezza». La Regione, dunque, deve sospendere o revocare i provvedimenti di chiusura, e nello stesso tempo garantire a questi reparti strutture adeguate. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 8 Argomento: Sanità Salerno e provincia Bimbo nato morto Quattro medici indagati Bimbo nato morto, sono quattro i medici iscritti nel registro degli indagati: tre dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia e uno del Martiri di Villa Malta di Sarno. Un atto dovuto quello della Procura della Repubblica di Torre Annunziata che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo in concorso a seguito della denuncia presentata dalla madre, una donna di 34anni di origini ucraine da tempo residente a Poggiomarino. Sul caso indagano gli agenti del commissariato di poÌizia di Castellammare, agli ordini del primo dirigente Vincenzo Gioia, coorainati dal pm Andreana Ambrosina che ha predisposto anche l'autopsia sul feto nato morto. L'esame irripetibile è fissato martedì e sarà necessario per circoscrivere il campo delle presunte responsabilità sulla tragedia. Il medico legale avrà 90 giorni di tempo, salvo eventuali richieste di proroghe, per depositare la perizia. La tragedia Il feto è nato morto all'ospedale San Leonardo poco prima dell'ora di pranzo dello scorso 25 novembre. Le indagini condotte dai poliziotti di Castellammare di Stabia hanno permesso di scoprire che il giorno prima della tragedia la aonna era stata visitata anche dai medici dell'ospedale Martiri di Villa Malta di Sarno. A seguito degli accertamenti clinici era poi tornata a casa. Il 25 novembre, dopo nuovi dolori avvertiti alla pancia, la donna decide di recarsi invece al San Leonardo di Castellammare. Lei pensava si trattasse dei classici dolori pre-parto ed era convinta di dare alla luce il suo piccolo. I medici dell'ospedale stabiese, invece, g li hanno comunicato che il feto era morto. Un dolore atroce per la 34enne che è scoppiata in lacrime in sala parto. La donna pensa per ore e ore a quello che è accaduto, ragiona sulle possibili cause della tragedia, lascia passare un paio ai jsiorni e alla fine decide di aenunciare. Raggiunge il commissariato di polizia di Castellammare di Stabia e racconta il suo travaglio, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
chiede agli investigatori di fare piena luce sulle cause della tragedia. Lei ha dei dubbi sull'operato dei medici. Le indagini Il caso viene immediatamente segnalato alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Il fascicolo viene affidato a l pm Andreana Ambrosino che dispone immediatamente il sequestro del feto, sul quale martedì sarà effettuata l'esame autoptico. I poliziotti acquisiscono anche le cartelle cliniche sia dell'ospedale di Sarno che di quello di Castellammare e ricostruiscono l'ultimo periodo della gravidanza. I camici bianchi del San Leonardo sono certi che già al momento dell'arrivo nel nosocomio stabiese non ci fosse nulla da fare. Forse si è trattato di una tragica fatalità, ma la Procura vuole vederci chiaro fino in fondo e iscrive nel registro degli indagati quattro medici in attesa dei risultati dell'autopsia. Un esame che servirà a fare piena luce sulla tragedia di una donna di ' 34anni cne sognava di diventare madre prima di Natale e adesso vuole solo conoscere la verità. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 8 Argomento: Sanità Salerno e provincia Il direttore scrive a Cimmino: «Chieda i fondi per l'ospedale» «Il sindaco avrebbe fatt.o bene a chiedere al Ministro della Sanità Giulio Grillo lo sblocco dei fondi indispensabili per le vere criticità: Emodinamica e Sale Operatorie». Non accenna a placarsi fa p Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 19 Cronaca di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Malati Alzheimer sfrattati «Pronti alle azioni legali» Carmine Landi L'ultimatum lanciato dai vertici regionali di Aima dieci giorni dopo il blitz dei Nas Il sacerdote che ospita i 24 pazienti: «Per principio adesso il Centro deve riaprire» È una strada in discesa, quella che da via Etruria conduce al tribunale. «Senza rapide soluzioni, siamo pronti alle azioni penali»: è l'ultimatum lanciato da chi è finito fuori dal Centro diurno per malati di Alzheimer, soffocato dalla burocrazia. Nelle parole dei vertici regionali di Aima, l'associazione che gestiva la struttura insieme ai medici dell'Asl, c'è la furia di chi attende risposte. Il parroco. Dieci giorni dopo il blitz dei carabinieri dei Nas, che portò alla chiusura del centro, i 24 anziani sono ancora ospiti di don Michele Olivieri , parroco della San Gregorio VII, all'ultimo piano della canonica della chiesa del rione Sant'Anna: «Sono assistiti dalle persone della parrocchia», racconta il prete. Il don ha incontrato la sindaca, Cecilia Francese : «Siamo d'accordo sull'immediata normalizzazione di questa situazione», spiega il sacerdote. A Palazzo di Città, c'è chi ha proposto di dirottare Casa Aima in un bene confiscato per scongiurare la convivenza le due coop che hanno in gestione gli altri piani di Villa Maria, ma don Michele non ci sta: «In futuro, ben venga la possibilità di usufruire di una struttura dedicata, ma adesso, per principio e per correttezza, il Centro deve stare a via Etruria». La disobbedienza. I Nas, arrivarono dopo che la dirigente sociale del Comune, Anna Pannullo , aveva fatto sapere ai militari che dal 31 maggio 2017, data di scadenza del comodato d'uso tra Comune e Asl, Casa Aima era abusiva: «La storia dell'uomo è stata piena zeppa di funzionari che hanno disobbedito alla legge pur di tutelare vite», è la stilettata di don Michele. Il presule commenta pure le voci su una delocalizzazione del centro nel capoluogo: «Vogliono fare una struttura per malati d'Alzheimer a Salerno? Ben venga, ma non s'azzardino a toccare quella di Battipaglia ». Insomma i malati restano in parrocchia e della delibera di giunta per l'estensione del comodato promessa in tempi rapidi, non c'è traccia. La riunione. È stata diramata, invece, la nota di una convocazione, a firma della Francese, di una Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
riunione con l'intero consiglio comunale, con le organizzazioni sindacali, con Aima e con l'Asl: ci si vedrà martedì mattina per «discutere dei provvedimenti finalizzati all'eventuale riapertura». Il commissario straordinario dell'Asl, Mario Iervolino , non ci sarà, e l'ha già fatto sapere all'amministrazione. «Non vogliamo chiacchiere, ma risposte concrete», tuona Caterina Musella , dirigente dell'Asl napoletana e presidente regionale di Aima. «Se martedì non s'arriva ad una soluzione, ci muoveremo diversamente, intentando azioni penali per abbandono di persone non autosufficienti ». Intato il caso Battipaglia è finito pure nel lungo report che la Musella ha trasmesso alle famiglie dei malati dell'intera regione in occasione della XXV Giornata mondiale Alzheimer. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 35 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 6.938 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Stop nascite ultimatum a De Luca e petizione SAPRI Antonietta Nicodemo Con l' assemblea generale di ieri, indetta dal comitato di lotta, parte la petizione che chiede al commissario per la sanità in Campania, Vincenzo De Luca, la revoca del decreto con cui il 12 novembre scorso ha chiuso il punto nascita del locale ospedale. Sono state raccolte centinaia di firme che saranno inoltrate anche al ministro alla Sanità. Da oggi il comitato presidierà l' aula consiliare del Comune che diventerà quartier generale di chi desidera partecipare alla protesta in difesa del reparto di maternità. Se il decreto non sarà revocato o sospeso sarà indetta per il 15 dicembre uno sciopero generale che coinvolgerà i 17 comuni del distretto sanitario Sapri- Camerota. I TEMPI La data scelta per lo sciopero non è stata casuale. Il 15 dicembre è il giorno entro cui il governo dovrà pronunciarsi sulla richiesta avanzata dalla Regione, per gli ospedali di Sapri e Polla, di prorogare l' apertura del punto nascita ed elevare i due presidi a Dea di Primo Livello. Su sollecitazione del senatore pentastellato Franco Castiello, la questione martedì prossimo sarà affrontata al ministero tra il presidente della commissione sanità al Senato Pierpaolo Sileri e il ministro alla sanità Giulia Grillo. «Ho avuto assicurazioni ha detto Castiello nell' assemblea generale che ci sarà la giusta soluzione per la riapertura dei punti nascita». Non è passata inosservata l' assenza dei diciassette sindaci. In sala come amministratori comunali, il vicesindaco di Caselle in Pittari Nuzzo e per Sapri il Consigliere Agostino Agostini e l' assessore alla sanità Maria Falce. Quest' ultima è salita sul palco, vicina alla protesta ma quando ha espresso fiducia sugli impegni assunti da De Luca per il futuro dell' ospedale dalla platea si sono levate critiche e contestazioni. La rabbia è arrivata alle stelle quando dal palco è stato amplificato un whatsapp con la risposta del governatore ad un' intervista sulle contestazioni per i due punti nascita. «La loro protesta - ha detto De Luca - mi pare una grande imbecillità». Poi l' attacco ai grillini: «Siamo in un paese in cui il farabuttismo dei Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
5stelle è un modo di essere. Sono sfaccendati, mettono il cappello sulle cose buone e fanno gli sciacalli quando c' è un problema di cui loro sono responsabili. I cortei per i punti nascita bisogna farli a Roma». Sul palco Castiello ha tirato fuori i documenti per dimostrare che gli errori sono stati commessi da De Luca. «Don Vincenzo, in virtù di una legge che conosce, potrebbe revocare il decreto di chiusura per 18 mesi». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 10 Cronaca di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Uomini violenti nella coppia? Guarire si può, grazie all'Asl Matilde Pisaturo Time Out è un centro dedicato ai soggetti incapaci di gestire relazioni sane Gli operatori: «Da noi persone dai 25 ai 55 anni d'età e di ogni ceto sociale» Si chiama Time Out il centro di trattamento dei comportamenti violenti all'interno delle relazioni intime nato dalla collaborazione tra l'Asl di Salerno, l'associazione !A Voce Alta e la sezione di Salerno del Cif, Centro Italiano femminile. L'ambulatorio che ha preso vita nel giugno del 2016 anche grazie al sostegno del direttore dell'Unità operativa di salute mentale dell'Asl, Giulio Corrivetti rivolge la propria attenzione verso gli uomini autori di violenza: accoglienza della domanda, presa in carico e trattamento degli uomini violenti oltre che supporto alle donne vittime sono solo alcuni degli obiettivi che Time Out si prefissa da due anni a questa parte per arginare gli episodi di violenza che avvengono all'interno dei rapporti di coppia, rispondendo a una richiesta d'aiuto di uomini che desiderano cambiare. «Il maltrattamento non è sempre un sintomo di patologia racconta Carmine Martino , psichiatra e responsabile di Time Out qui è possibile iniziare un percorso psico- educativo attraverso una serie di incontri con l'intento di portare l'uomo alla consapevolezza che si può mettere un freno all'arroganza e alla violenza che fino a quel momento hanno caratterizzato il proprio rapporto di coppia per lasciar finalmente spazio al dialogo e alla fiducia reciproca ». Quando si parla di violenza diventa necessario distinguere quella fisica da quella psicologica: «quest'ultima il più delle volte decisamente più pericolosa e nociva in una relazione aggiunge Martino perché può trascinare la donna nel tunnel della sottomissione». «La fascia d'età degli uomini che finora si sono rivolti a noi è piuttosto ampia e oscilla tra i 25 e i 55 anni continua poi bisogna però sfatare il mito legato al livello culturale, non esiste alcuna relazione tra il contesto socio-culturale e la violenza, si denota solo maggiore diffidenza e vergogna nell'aprirsi da parte degli uomini appartenenti ai ceti medio- alti». Prima di iniziare il percorso che prevede circa 26 incontri suddivisi in quattro fasi con differenti focus, c'è un primo incontro Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
valutativo per escludere eventuali patologie gravi o dipendenze che ne impedirebbero l'avvio e in cui è richiesta anche la presenza della partner. «La prima fase riguarda la violenza rivela Fabio Martino , psicologo di Time Out e presidente dell'associazione A Voce Alta Salerno il nostro primo obiettivo è quello di interromperla mettendo così in sicurezza i figli e la donna, laddove ci sia ancora una relazione: in questa fase è opportuno fornire agli uomini degli strumenti che gli permettano di capire quando, nel corso di una discussione, la temperatura emotiva sta salendo e di conseguenza riconoscere i segnali che il più delle volte portano alla violenza fisica». In questa fase si può parlare di time-out' - da cui prende il nome l'ambulatorio - inteso come momento di interruzione o sospensione della conversazione con la propria compagna da rimandare una volta che la rabbia si è placata. «La seconda fase è quella relativa alla responsabilità racconta lo psicologo l'uomo a volte riconosce sì le conseguenze negative a cui un gesto violento può condurre, ma non si ritiene responsabile, motivo per cui colpevolizza sempre e comunque la propria partner ricercando le colpe al di fuori di se stesso». La violenza non deve infatti essere l'unica scelta di fronte a un malinteso o a un litigio, c'è un enorme ventaglio di scelte sane di fronte alle quali l'uomo ha il compito di prendersi delle responsabilità cercando di percorrere una strada diversa che possa essere basata sulla trasparenza e sulla riflessione. Queste prime fasi del percorso - che si ispira al modello del progetto Liberiamoci dalla violenza nato nel 2012 a Modena sulla scia del modello norvegese di alternative to violence, attivo a Oslo fin dalla fine degli anni '80 - sono considerati due passaggi cruciali nell'iter tracciato da Time Out «è capitato che spesso molti uomini si siano fermati alla seconda fase, perché già in grado di interfacciarsi con la propria partner in maniera più responsabile continua Fabio Martino la terza fase infatti è quella più complessa perché è necessario concentrare l'attenzione sulla propria storia personale, e quindi il più delle volte scavare nell'intimo dell'uomo violento in cui possono emergere traumi familiari non del tutto superati che hanno lasciato delle ferite profonde, cosa che però non necessariamente si riflette nella relazione di coppia». Ci troviamo dunque di fronte a un momento decisamente trasformativo a cui segue un'ultima fase, quella in cui l'uomo dovrebbe arrivare alla consapevolezza delle conseguenze del proprio comportamento, accorgendosi con lucidità in che modo le persone a lui care - moglie e figli - hanno vissuto quella violenza, «mettersi nei panni dell'altro è l'obiettivo finale di questo percorso aggiunge lo psichiatra Martino comprendere finalmente la paura, il senso di umiliazione vissuto dalla propria partner significa per l'uomo maltrattante aver raggiunto un equilibrio tale da accettare con maturità anche l'idea di una relazione giunta al capolinea, così come considerare la possibilità di riprendere in mano un rapporto di coppia basto su valori sani diventando un partner e un padre migliore». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 11 EAV: € 841 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Allarme influenza, i medici di famiglia: il picco a gennaio LA BUONA SANITÀ L' invito a vaccinarsi parte da Napoli. Si teme un superaffollamento dei pronto soccorso NAPOLI. Di qui a gennaio il picco influenzale si farà sentire con forza. E anche se quest' anno il virus si prospetta di media intensità «non si devono sottovalutare i rischi». A tenere alta l' attenzione e a invitare i cittadini a vaccinarsi sono Corrado Calamaro e Luigi Sparano, rispettivamente segretario amministrativo e segretario provinciale della Fimmg Napoli. Nonostante in Campania non si registrino ancora casi legati al ceppo influenzale di stagione, le virosi sono già molte. «Siamo sottoposti - dicono i medici di famiglia - ad un super lavoro, per garantire assistenza ma anche per procedere con le vaccinazioni». E proprio l' appello alla vaccinazione vede protagonisti ancora una volta i medici della Fimmg Napoli. È in particolare Corrado Calamaro ad aver prestato il volto per un video che sta richiamando con forza i cittadini. Realizzato in collaborazione con l' Ordine dei Medici e la Asl Napoli 1, la clip viene proiettata nel circuito VideoMetrò e spiega perché - per i soggetti a rischio - vac cinarsi sia cruciale. «Le nostre previsioni - chiarisce Calamaro - seguono l' andamento stagionale visto in Australia e Nuova Zelanda, dove circola soprattutto il virus Ah1n1. C' è però l' incognita virus B, che può far aumentare il numero dei casi». Proprio per questo i medici della Fimmg Napoli ricordano che il vaccino quadrivalente, in linea con le raccomandazioni dell' Oms, rispetto al trivalente consente una prevenzione completa per l' influenza B. Questo vaccino protegge infatti in maniera più completa dal virus B. «Il vaccino - conclude Calamaro contiene quest' anno una nuova variante antigenica di sottotipo H3n2 e una nuova variante antigenica di tipo B. Il consiglio che posso dare a tutti è quello di sottoporsi al più presto all' iniezione». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 7 EAV: € 1.346 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania L' influenza è alle porte, pediatri presi d' assalto «Ambulatori da rafforzare» Raffaele Nespoli La richiesta dei medici: «Operativi nei giorni di festa» napoli Sono centinaia, tra Napoli e provincia, i bambini che in queste settimane stanno facendo i conti con virosi respiratorie e forme "similinfluenzali" a causa di un' epidemia che quest' anno «si sta rivelando più insidiosa del previsto». A mettere in guardia i genitori sono i pediatri di famiglia Fimp, chiamati ad un superlavoro per rispondere alle emergenze che si vanno moltiplicando. Antonio D' Avino, vicepresidente nazione della Federazione italiana medici pediatri, spiega che ci si aspettava «un aumento dei casi, anche perché di questi tempi è fisiologico». Tuttavia, ammette, «si registrano più complicanze di quel che si sarebbe potuto credere in un primo momento». A parlare sono i numeri: in media ciascun pediatra di famiglia è chiamato a tenere il ritmo di circa 50 visite ambulatoriali al giorno. Visite alle quali si aggiungono decine di chiamate per assistenza da parte di genitori preoccupati. Per i pediatri è a questo punto necessario discutere seriamente di modifiche sostanziali nell' organizzazione del sistema delle cure primarie pediatriche. «La risposta - dice D' Avino - è il potenziamento del territorio» e la proposta della Fimp Napoli è quella di attivare, anche in fase sperimentale, dei presidi territoriali di continuità dell' assistenza dei bambini, nelle giornate festive e prefestive. «Ambulatori nei quali potrebbero prestare servizio giovani pediatri in attesa di impiego o pediatri territoriali su base volontaria». Una misura che aiuterebbe ad evitare il sovraffollamento dei pronto soccorso ospedalieri attraverso il sistema di filtro che verrebbe garantito dai pediatri di famiglia. L' invito ai genitori, in caso di qualche linea di febbre, è invece quello di non correre subito al pronto. «Si rischia - conclude il medico - che il piccoli entrino in contatto con virus o batteri potenzialmente pericolosi». Per quel che riguarda gli adulti, non c' è ancora alcun Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
allarme per l' influenza di stagione. Ma in questo caso sono i medici di famiglia della Fimmg Napoli a lanciare un appello, affinché i napoletani facciano prevenzione. Che, tradotto, significa scegliere di vaccinarsi. I medici di famiglia Corrado Calamaro e Luigi Sparano (vertici della Fimmg Napoli) parlano di un aumento di quelle che si definiscono forme "parainfluenzali". E anche se al Cardarelli la situazione è ancora tranquilla (l' ospedale del Vomero è quello che ogni anno subisce un vero e proprio assalto a causa dell' influenza) il timore è che presto le cose possano cambiare. Per invitare i cittadini a vaccinarsi, Ordine dei medici e Asl hanno anche realizzato una clip che in questo giorni è in onda sul circuito Video Metrò e che vede protagonista proprio il medico Corrado Calamaro. «Il vaccino - spiega - contiene quest' anno una nuova variante antigenica di sottotipo H3N2 e una nuova variante antigenica di tipo B. Il consiglio che posso dare a tutti è quello di sottoporsi con celerità all' iniezione. Molto presto circa 5 milioni italiani saranno costretti a letto, per non parlare dei casi legati ad altre forme determinate da diversi virus respiratori». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 31 EAV: € 11.567 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Piano ospedaliero De Luca cede a metà LA DECISIONE Ettore Mautone Il Piano ospedaliero regionale è stato spedito venerdì sera a Roma ed è ora al vaglio dei tecnici del ministero della Salute chiamati a dare a stretto giro il definitivo semaforo verde. Nella stesura finale del Piano, come richiesto dal ministro Giulia Grillo, il polo materno infantile programmato al Loreto Mare torna all' Ospedale del mare mentre tra i 10 nuovi pronto soccorso da programmare nella rete dell' emergenza e urgenza regionale a Napoli emerge a sorpresa il Vecchio Pellegrini che pare averla spuntata sul filo di lana sulla destinazione del Loreto Mare. IL LORETO MARE Quest' ultimo, dato fino fino ad oggi per favorito, orfano anche di Nido e Ginecologia, sembra ora destinato a una funzione residuale. Come previsto dalla tabella di marcia stilata dal presidente della Regione Vincenzo De Luca, annunciata a più riprese nei giorni scorsi in varie occasioni pubbliche, la versione riveduta e corretta del Piano ospedaliero regionale è stata dunque inviata dalla struttura commissariale regionale ai tavoli tecnici del Ministero della Salute e dell' Economia. Un' accelerazione richiesta del presidente De Luca dopo l' ultima verifica del Piano, con i ministeri vigilanti, che si è tenuta il 22 novembre scorso a Roma. Una corsa contro il tempo che ha impegnato negli ultimi giorni, a tempo pieno, gli uffici regionali per raggiungere, a tappe forzate, l' ok finale il prossimo 7 dicembre. Il via libera al Piano ospedaliero è necessario, infatti, per consentire di procedere rapidamente alla successiva definizione del Piano regionale dei fabbisogni di personale, propedeutico all' avvio dell' iter di stabilizzazione dei precari atipici. Si tratta del reclutamento con concorsi dedicati di circa 1500 profili (di cui un terzo sono medici) che dovrà avvenire prima della scadenza dell' ultima proroga dei contratti fissata il prossimo 31dicembre. I PRONTO SOCCORSO Le principali novità della legge di riordino degli ospedali della Campania riguardano, come detto, innanzitutto l' adeguamento del numero dei Dipartimenti di emergenza di I livello che, da 9 previsti, saranno 19. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Parliamo di pronto soccorso di media complessità dotati delle principali discipline mediche e chirurgiche ma periferici (spoke) rispetto ai Dipartimenti di emergenza e urgenza di II livello come sono invece il Cardarelli e l' Ospedale del mare. Questi ultimi sono completi per tutte le discipline e identificati come centri di riferimento regionale per le reti tempo dipendenti (trauma, ictus e infarto) ma trovano nelle emergency di I livello un indispensabile aiuto a filtrare e drenare i pazienti a media urgenza. Tra le new entry della rete, oltre al Vecchio Pellegrini, arrivano l' ospedale di Giugliano a Napoli 2 nord e quello che sarà l' ospedale unico della costiera sorrentino amalfitana da programmare e realizzare. A Caserta, invece, il salto di qualità riguarda l' ospedale di Marcianise che per struttura e complessità era l' unico ad avere le caratteristiche necessarie a configurarsi come pronto soccorso complesso. A Benevento c' è Sant' Agata dei Goti. Nel salernitano infine ci sono Polla e Sapri. I PUNTI NASCITA In secondo luogo nella stesura finale del Piano c' è la riorganizzazione dei punti nascita che sono stati ridistribuiti rispetto alle prescrizioni del ministero e agli standard di sicurezza con alcune deroghe rispetto al numero minimo di parti annui necessari (da 500 a 1000) su cui esiste ancora un' incertezza sulla possibilità di incassare il via libera per le zone geograficamente disagiate come Sapri, Polla e Piedimonte Matese. Su quest' ultimo fronte, viene accolta la richiesta del ministro della Salute Giulia Grillo di lasciare all' ospedale del mare la Ginecologia, l' Ostretricia e il Nido con annessa Terapia intensiva neonatale. Un reparto a lungo al centro della contesa politica e sindacale tra opposizione e maggioranza. Nessun commento e nessun ulteriore dettaglio sul Piano ospedaliero filtrano da Palazzo Santa Lucia dove la consegna del silenzio, imposta dal governatore De Luca, fino all' approvazione, è funzionale a non turbare oltre il clima politico di uno snodo delicato che prelude, peraltro da un lato all' incasso dei fondi per l' edilizia ospedaliera (la prima tranche da 170 milioni di 1,2 miliardi complessivi) che serviranno per accompagnare proprio il decollo anche strutturale delle novità inserite nel piano ospedaliero e dall' altro a presentarsi con le carte in regola all' annunciato cambio di guardia alla guida della struttura commissariale che conseguirà al cambio delle regole sul doppio ruolo di Governatore e Commissario introdotte dal decreto fiscale. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 30 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 5.284 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Pochi anestesisti al Sant' Alfonso interrogazione della Ianaro SANT' AGATA DE' GOTI/1 «Si direbbe che non c' è pace per il presidio Sant' Alfonso Maria de' Liguori. Dopo l' allarme per il pronto soccorso e il rischio di chiusura, ne arriva ora un altro, quello della mancanza di medici anestesisti. Appena ho appreso la notizia - commenta la deputata Angela Ianaro del M5s - ho disposto subito una interrogazione a risposta scritta al ministro della Salute e al presidente del Consiglio, affinché si intervenga prontamente per scongiurare questa nuova emergenza» Oggi la parlamentare sarà proprio a Sant' Agata de' Goti, insieme alla delegazione parlamentare sannita, per un gazebo promosso sull' ospedale da parte del Meetup locale. Nell' occasione, in viale Vittorio Emanuele III nello spazio antistante la scuola elementare, informerà i cittadini sulle iniziative ad oggi intraprese, i Tavoli, le riunioni al Ministero, ed i pareri legislativi raccolti sul piano regionale ospedaliero «affinché la sanità locale - precisa Ianaro - possa essere adeguata alle esigenze reali della comunità». «Ancora una volta torno ad occuparmi del Presidio sul territorio affinché ai santagatesi siano garantiti i livelli essenziali di assistenza (Lea) messi a rischio, a quanto leggo, a partire da oggi, da un numero assolutamente insufficiente di medici anestesisti, figure indispensabili per gli interventi chirurgici programmati o della chirurgia d' urgenza, dunque, di fondamentale importanza per la tutela della salute pubblica. A fronte delle cinque unità operanti si arriverebbe a soli tre medici anestesisti e direi, che non se la passano meglio all' Ospedale Rummo di Benevento al quale la struttura medica finirebbe inevitabilmente per appoggiarsi». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 7 EAV: € 46.689 Lettori: 704.603 Argomento: Sanità Campania Protesi ortopediche primario denuncia " Costano il doppio" La sanità Protesi ortopediche utilizzate negli ospedali che « non sono conformi alle direttive della Regione ». Perché «costano il doppio rispetto ai prodotti autorizzati dalla Soresa » , centrale degli acquisti di Palazzo Santa Lucia. Ecco il contenuto di una nota riservata firmata da un primario che denuncia così il grande affare delle protesi ortopediche. Un appalto di un importo originario di 63 milioni di euro - aggiudicato a maggio scorso - su cui già indaga la Procura, come rivelato da " Repubblica" il 4 luglio 2017. Mentre gli inquirenti hanno aperto un fascicolo, avendo ascoltato alcuni teste chiave e partendo dalla denuncia di un paio di aziende che hanno partecipato alla gara, monta la preoccupazione tra i medici che - scrivono - « non vogliamo incorrere in problematiche penali e di danno erariale». La difficoltà è legata alla presenza nel listino della Soresa di protesi non sempre adeguate alle esigenze dei chirurghi. L' accordo sottoscritto con le varie aziende vincitrici prevede sulla carta la possibilità di utilizzare « prodotti fatti con materiali diversi ma caratteristiche simili o identiche » , le cosiddette protesi di famiglia, ma obbliga ad applicare « le stesse percentuali di sconto » . Cosa che non sarebbe sempre avvenuta. Tant' è che agli atti dell' indagine della Procura sono depositate alcune richieste di acquisto da parte delle farmacie degli ospedali che dimostrerebbero una ingiustificata differenza di prezzo soprattutto sulle protesi d' anca. Possibile? L' appalto in corso è stato osteggiato sin da subito dai medici. A dicembre scorso l' associazione campana " Ortopedici traumatologi ospedalieri" scriveva a Regione e Soresa: « Con tale gara il medico è costretto a impiantare materiali nei quali non soltanto non crede ma con i quali non ha alcuna esperienza, venendo cosi meno la peculiarità della garanzia del risultato nei confronti del cittadino, paziente e utente». Le indagini sono partite da due punti fermi della denuncia. Da un lato i presunti «errori della commissione di gara», dove uno dei componenti è accusato di non aver dichiarato il rapporto di parentela con un imprenditore in gara. Dall' altro le ombre sull' azienda che si è Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
aggiudicata il grosso dell' appalto che « non avrebbe un fatturato specifico nel settore » . Ora anche i sindacati - Cgil, Cisl e Uil - hanno segnalato a fine ottobre « un problema sulle acquisizioni di protesi d' anca, tali da configurare la possibilità di danno erariale». Il 2 novembre la Soresa ha deciso di istituire una commissione interna per valutare le « richieste di aggiornamento dei prodotti » avanzate dalle aziende. - alessio gemma © RIPRODUZIONE RISERVATA Soresa Gli uffici della centrale degli acquisti della Regione per la sanità. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
02/12/2018 Pagina 31 EAV: € 10.365 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Quel messaggio distensivo al ministro per ottenere la fine del commissariamento IL RETROSCENA Adolfo Pappalardo Poteva attendere ancora una settimana per presentare il piano ospedaliero con alcune correzioni. Ma la Regione decide di accelerare, accorciare i tempi. Perché Vincenzo De Luca vuole uscire dal commissariamento con la fine dell' anno. Assolutamente. LO SCENARIO Portare a casa il rientro nel regime ordinario è questione vitale per l' ex sindaco di Salerno. Significa mettere in cassaforte un tassello vitale per la sua campagna elettorale per le prossime regionali. Perché il rientro nell' ordinario per la Sanità e il piano lavoro sono i due architravi su cui intende giocarsi la partita delle Regionali 2020. Praticamente è questione di vita e di morte per risalire sulla poltrona di governatore per la seconda volta. LE CORREZIONI Nel piano presentato due giorni fa a Roma ci sono piccole correzioni che palazzo Santa Lucia ha inserito come chiesto dai tecnici del ministero della Sanità retto da Giulia Grillo. In particolare sui punti nascita perché sui Lea la Regione rimane convinta di aver praticamente raggiunto gli obiettivi. In particolare il ministero della Sanità aveva chiesto di non spostare la maternità dal nuovo ospedale del Mare al Loreto mare. Scelta dettata dal fatto, secondo la Regione, che il nuovo ospedale nella zona Est è vicino a Villa Betania. Per il ministero al Loreto mare deve andare la prima urgenza mentre i tecnici regionali, nel piano di due giorni fa, hanno optato per un altro nosocomio del centro: il vecchio Pellegrini. Piccoli spostamenti per non accentuare lo scontro che deve rimanere sempre sul piano politico ma mai su quello tecnico. IL CAMPO Anche ieri De Luca non rinuncia ad assestare colpi a un ministero della Sanità retto da una grillina. Ci mancherebbe ma tutto deve rimanere sul piano politico. «Siamo in un Paese in cui il farabuttismò dei 5 Stelle è diventato un modo di essere», dice ieri mattina De Luca, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
parlando proprio della chiusura dei punti nascita a Sapri e a Polla, nel Salernitano. Il governatore ricorda poi come «abbiamo presentatola richiesta di deroga per i punti nascita già a maggio di quest' anno, quella richiesta è stata bocciata dal Ministero della Salute diretto dai grillini ad agosto. Ieri (due giorni fa, ndr) abbiamo ripresentato un nuovo piano ospedaliero che fa ancora di più, prevede i punti nascita a Sapri e a Polla ma prevede anche di fare dei Dea di primo livello a Sapri e a Polla». Senza contare l' accusa di «farabuttismo» contro i grillini , sempre ieri. Sicuro, come è De Luca che alla fine a Roma accetteranno i progressi fatti sulla sanità in Campania. E quei dati non c' entrano con la politica perché sono i tecnici del Mef a decretare se sia stato raggiunto o no il risultato. I TEMPI Entro dicembre la Campania aspetta l' approvazione dell' ultimo aggiornamento del piano ospedaliero da parte dei ministeri della Sanità e dell' Economia. Inutile quindi temere l' emendamento in Finanziaria che prevede come i lcommissario straordinario per la Sanità sia figura diversa dal governatore (come è oggi) perché palazzo Santa Lucia è convinta che abbia i numeri per rientrasrenel regime ordinario. «È stato certificato che nel 2017 è stato compiuto un vero e proprio salto in avanti nei livelli di assistenza. Da 106 punti nel 2015 la Campania ha raggiunto i 152 punti nel 2017», ha spiegato la Regione qualche giorno fa rispetto agli ultimi dati presentati. Con l' obiettivo di tagliare la figura del commissario e rientrare nei poteri ordinari. D' altronde già la scorsa estate c' è stata la richiesta, già formalizzata la scorsa estate, di fuoriuscita dal piano di rientro e di approvazione entro dicembre del piano triennale di accompagnamento previsto per le Regioni che fuoriescono dal commissariamento». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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