Media Monitoring per 03-12-2018 - Rassegna stampa del 02-12-2018 - Ruggi

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Media Monitoring per 03-12-2018 - Rassegna stampa del 02-12-2018 - Ruggi
03-12-2018

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 02-12-2018
Media Monitoring per 03-12-2018 - Rassegna stampa del 02-12-2018 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
   Salerno, dimenticarono pinza nel corpo di una paziente, che morì: condannati 2 medici
         ................................................................................................................................................ 1
   Aids, 90 nuovi casi in meno di tre anni .................................................................................. 2
   «Non rinunciate al condom per i rapporti occasionali» ....................................................... 4
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 6
   «Il decreto va revocato subito» ............................................................................................... 6
   Bimbo nato morto Quattro medici indagati .......................................................................... 7
   Il direttore scrive a Cimmino: «Chieda i fondi per l'ospedale» .......................................... 9
   Malati Alzheimer sfrattati «Pronti alle azioni legali» ........................................................ 10
   Stop nascite ultimatum a De Luca e petizione ................................................................... 12
   Uomini violenti nella coppia? Guarire si può, grazie all'Asl ............................................. 14
Sanità Campania ............................................................................................................................. 16
   Allarme influenza, i medici di famiglia: il picco a gennaio ............................................... 16
   L' influenza è alle porte, pediatri presi d' assalto «Ambulatori da rafforzare» ............ 17
   Piano ospedaliero De Luca cede a metà .............................................................................. 19
   Pochi anestesisti al Sant' Alfonso interrogazione della Ianaro ....................................... 21
   Protesi ortopediche primario denuncia " Costano il doppio" ........................................... 22
   Quel messaggio distensivo al ministro per ottenere la fine del commissariamento
         .............................................................................................................................................. 24
   Sanità privata, De Luca mercoledì ai 50 anni della clinica Montevergine ..................... 26
   Uso (e abuso) di antibiotici, campani primi ........................................................................ 28
   Villa dei Pini, il Prc «Al fianco degli addetti» ...................................................................... 30
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 31
   " Vuole ambulanze senza medici" E l' ordine caccia l' assessore .................................... 31
   150 milioni di euro per ridurre le liste di attesa? .............................................................. 33
   Ambulanze senza medici, l' Ordine radia l' assessore regionale ..................................... 34
   Dalle mutue si è passati alle cure per tutti ......................................................................... 35
   I «Drg» (fra luci e ombre) e i «Lea» per conciliare spesa e diritti ................................... 38
   Il rebus della tenuta economica ............................................................................................ 40
   In nove ospedali su dieci, anestesisti sotto organico ....................................................... 42
   Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico .................................................................. 43
   L' imbuto formativo che rischia di lasciarci senza medici ................................................ 44
   L' Ordine dei medici radia l' assessore pro vaccini ............................................................ 46
   La regionalizzazione della sanità .......................................................................................... 48
   Le radici del nostro sistema di assistenza sono britanniche ........................................... 50
   Ma dalla Toscana alla Lombardia cresce il soccorso degli infermieri ............................. 53
   Mancano mille medici nei pronto soccorso ......................................................................... 55
   Ospedali vietati agli animali Ma sono loro a farci guarire ................................................ 56
   Protesi-killer con tangenti ..................................................................................................... 58
   Qualcosa di prezioso ............................................................................................................... 62
   Quel parto all'«ospedale privato» che la sinistra usa contro la Grillo ............................ 63
   Regione, mossa anti-crisi: giù le tasse alle imprese Super-Asl per la sanità ................ 65
   Sanità solidale, il nuovo volto del volontariato .................................................................. 67
   Sanità, patto governo -Regioni 2 miliardi in più ma nel 2020 ......................................... 69
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01/12/2018
                                                       mn24.it
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                                                                                                                         Lettori: 1.433
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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  Salerno, dimenticarono pinza nel corpo di una paziente, che
                  morì: condannati 2 medici

 Per il Tribunale di Salerno avrebbero
 provocato il decesso di Nicoletta Ontano,
 lasciandole una pinza nell’addome dopo
 un      intervento      chirurgico.      Il
 giudice Gabriella Passaro ha condannato
 due          medici          dell’ospedale
 Ruggi, all’epoca dei fatti primario e vice
 del reparto di chirurgia generale: un
 anno di reclusione al primo e otto mesi
 al secondo (entrambe le pene sono
 sospese). E ha assolto per non aver
 commesso il fatto un terzo medico. camice bianco chiamato a giudizio. La
 pensionata di Montecorvino Rovella, che aveva 86 anni nel luglio del 2012, entrò in
 sala operatoria per essere operata di un tumore all’intestino. L’intervento non
 presentò controindicazioni. La donna tornò a casa in uno stato di convalescenza.
 Sette mesi dopo, nel febbraio del 2013, i familiari dovettero ricoverarla d’urgenza
 perché lamentava dolori lancinanti nella parte bassa del ventre. La ragione di quelle
 sofferenze fu svelata dagli accertamenti diagnostici che riferirono della presenza di
 un corpo estraneo. L’anziana morì 24 ore dopo il ricovero, senza poter essere
 nuovamente operata. La pinza chirurgica era lunga ventidue centimetri.

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02/12/2018                                                                                                                 Pagina 3
                                           Ceonaca di Salerno
                       Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                    Aids, 90 nuovi casi in meno di tre anni
 Salvatore De Napoli
 Nel primo semestre 2018 il numero è
 cresciuto di 22 unità L'allarme: si
 abbassa l'età media in cui si contrae la
 malattia Al Ruggi ci sono 450 pazienti
 sieropositivi Il contagio molto spesso
 avviene durante relazioni non protette
 SALERNO Novanta nuovi contagi da Hiv,
 torna il pericolo Aids anche in provincia
 di Salerno. Questi i dati sui nuovi
 pazienti registrati nel Salernitano dal
 primo gennaio 2016 al 30 giugno 2018, e
 nel primo semestre il numero è salito di
 22 unità, con un sensibile incremento
 della crescita. Nel dettaglio, 20 sono
 uomini e due sono donne, classificazione
 secondo i dati anagrafici e non delle
 identità di genere. Dei 22 tre sono insorti
 già in Aids (fase avanzata) ed uno è già
 deceduto nonostante la giovane età,
 dopo aver contratto il virus tra i 16 e i 20
 anni. A preoccupare ancora di più è
 l'abbassamento dell'età media dei
 sieropositivi, che ormai nel Salernitano si assesta attorno ai 25 anni, quasi tutti con
 contrazione dell'infezione molti anni prima (buona parte in età tardo adolescenziale
 e comunque da minorenni). Attorno al 70 per cento ha contratto il virus durante
 rapporti sessuali tra maschi. Nel restante 30 per cento si tratta di tossicodipendenti
 che scambiano aghi, siringhe, cateteri ed eterosessuali che hanno rapporti sessuali
 con diversi partner. In questi ultimi casi rientrano anche le persone che vengono
 contagiate dal proprio partner che a sua volta ha contratto la malattia e l'ha
 trasmessa o perché non ha detto di essere infettato o perché non ne era a
 conoscenza. I nuovi pazienti sono tutti italiani e quasi nessuno è consapevole del
 momento in cui ha contratto il virus e da chi, ma rimane solo il sospetto sull'epoca e
 sul partner. In totale, attualmente, al centro di riferimento per questa patologia che
 si trova presso l'Unità operativa complessa di Malattie infettive presso il Ruggi a
 Salerno, sono in carico 450 sieropositivi, di cui una cinquantina con Aids già
 conclamato. Si tratta di persone residenti in maniera omogenea su tutto il territorio
 provinciale, anche se da ultimo si notano arrivare molti pazienti dal Cilento. Va
 detto, che un 10 per cento dei 450 pazienti sono di altre province e vengono a
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Salerno per ritrosia a rivolgersi a sanitari della loro stessa comunità, ma lo stesso
capita pure con pazienti del Salernitano che si rivolgono in particolare a Napoli,
specie dall'Agro nocerino. Questi dati non contemplano la casistica della pediatria
che è a livello regionale e non provinciale. È fondamentale specificare che l'Hiv è un
virus e l'Aids è l'insieme delle condizioni dovute alla riduzione delle difese
immunitarie determinate dall'Hiv, in pratica è la fase della malattia conclamata. Al
Ruggi, l'equipe che si occupa di Hiv e Aids è composta dal direttore Renato Santoro,
dai medici specializzati Anna Maria Spera e Simona Madonia, con il supporto degli
psicologi Andrea Cappabianca e Margherita Vitale. «C'è un drammatico calo di
attenzione verso questa patologia afferma il direttore Santoro Stiamo registrando un
incremento di contagiati e un abbassamento della loro età. Purtroppo, sembra che il
problema Aids-Hiv sia stato rimosso dalle emergenze della società a causa delle
nuove cure che fortunatamente allungano la vita del paziente. C'è scarsa
informazione in generale e soprattutto nei confronti delle nuove generazioni che di
questo problema spesso non ne hanno sentito mai parlare ». Il direttore del reparto
di malattie infettive nella sua introduzione alla giornata di lotta all'Aids svoltasi al
Ruggi si è rivolto anche ai suoi colleghi medici e al personale infermieristico: «Le
cure che hanno allungato la vita del paziente hanno fatto sì che si possono trovare
ricoverati in diversi reparti, dalla cardiologia alla ginecologia, e quindi l'Aids e l'Hiv
vanno affrontate non solo in Malattie infettive ma pure in altre Unità operative».

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02/12/2018                                                                                                                Pagina 3
                                           Cronaca di Salerno
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

      «Non rinunciate al condom per i rapporti occasionali»

 «Fondamentale è avere rapporti protetti,
 soprattutto se si hanno rapporti sessuali
 con     partner     occasionali,   e    non
 scambiarsi aghi e siringhe ». Questo
 l'appello lanciato da Anna Maria Spera ,
 una delle specialiste in malattie infettive
 che segue al Ruggi i malati da Hiv.
 Dottoressa, quali sono i comportamenti a
 rischio tenuti dai 450 pazienti che avete
 in carico? Come quelli del resto d'Italia, e
 sono legati a quelli più comuni, dai
 rapporti sessuali non protetti con
 soggetti Hiv positivi, al contatto diretto
 con il sangue (o con lo scambio di
 oggetti contaminati dal sangue) di
 sieropositivi, ad esempio forbicine per
 unghie, lamette da barba, aghi ed altri
 oggetti iniettivi. Quali sono le fasce a
 rischio? Coloro che hanno rapporti anali,
 perché la mucosa rettale, a differenza
 del    pavimento       vaginale,   è     più
 frequentemente lacerabile favorendo il
 passaggio del virus; i tossicodipendenti che condividono aghi, fiale, filtri, cateteri
 contaminati con sangue infetto; e chi è dedito a rapporti sessuali promiscui non
 protetti. Cosa fare per evitare il contagio? Praticare il safer sex, cioè ricorrere
 sempre all'uso del profilattico in caso di sesso occasionale e all'inizio di un nuovo
 rapporto. Non utilizzare aghi e altri oggetti contaminati col sangue di altre persone.
 Cosa accade quando ci si infetta? Già al sospetto di contagio, è necessario praticare
 un test su sangue che rivela la presenza di specifici anticorpi. Il test può essere
 effettuato presso i centri di riferimento Hiv delle Asl e degli ospedali, i centri di cura
 delle Ist (Infezioni sessualmente trasmissibili) e i quelli prelievi accreditati. Al Ruggi,
 centro di riferimento provinciale per questa patologia, è possibile effettuare il test
 dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 11, in anonimato, gratuitamente e senza dover
 produrre impegnativa del medico di famiglia o doversi prenotare. Esistono anche dei
 test salivari, disponibili in farmacia o presso alcune sedi delle associazioni delle
 persone con Hiv (Lila, Anlaids). L'accertamento va praticato subito dopo il contatto a
 rischio e ripetuto dopo 3 e 6 mesi. Il referto può essere consegnato solo a mano e
 solo al paziente. In caso di minori, è necessario l'autorizzazione dei genitori, se il
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minore non vuole coinvolgerli si chiede l'ok al tribunale per i minorenni. Se il giovane
ha più di 16 anni, è anche possibile evitare il consenso genitoriale. In caso di
contatto a rischio (eiaculazione interna - nell'ano, nella vagina o nella bocca- da
parte di una persona che si sospetta con infezione da Hiv o che abbia
comportamenti rischiosi) è possibile praticare una profilassi farmacologica post-
esposizione (Pep), entro e non oltre le 48 ore dal contatto a rischio ed ha la durata di
quattro settimane. Vale sempre il principio, prima è diagnostica una malattia e
meglio è possibile contrastarla. Ricordiamo che un ammalato in terapia non
rappresenta un pericolo per sé e per gli altri, può condurre una vita assolutamente
normale senza rinunciare a nessuna delle attività lavorative o di svago. Oggi, si
muore ancora di Aids? Certamente si, ma è possibile allungare la vita e la sua
qualità se riusciamo a diagnosticare la sieropositività in tempo, grazie alla terapia
antiretrovirale. Comunque l'Hiv rimane una patologia gravissima e con conseguenze
fisiche e psicologiche notevoli. (s.d.n.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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02/12/2018                                                                                                                  Pagina 22
                                             Cronaca di Salerno
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

                              «Il decreto va revocato subito»
 Vito Sansone
 Linea dura all'assemblea contro la
 chiusura dei punti nascita di Sapri e Polla
 Revocare o sospendere immediatamente
 il decreto che prevede la chiusura, a
 partire dal prossimo 1 gennaio, dei punti
 nascita di Sapri e Polla, in attesa
 dell'esito del riesame della richiesta di
 deroga e della presentazione del nuovo
 piano ospedaliero da parte della
 Regione. Questo, in sintesi, quanto
 chiedono i firmatari del documento frutto
 dell'assemblea pubblica tenutasi a Sapri
 ed organizzata dal comitato di Lotta a
 difesa dell'ospedale dell'Immacolata.
 Nelle prossime ore verrà aperto un
 presidio permanente all'interno dell'aula
 consiliare del Comune e si discuterà di
 uno sciopero generale del territorio in
 una data che presumibilmente sarà
 quella del 15 dicembre. All'incontro
 hanno partecipato tantissimi studenti,
 molte mamme, gli infermieri e gli
 operatori socio-sanitari, pochi medici, alcune rappresentanze sindacali. Risicata la
 rappresentanza delle istituzioni locali. L'unico sindaco in sala era quello di Maratea,
 Domenico Cipolla . Presente anche il vicesindaco di Caselle in Pittari, Gianpiero
 Nuzzo . Per il Comune di Sapri c'erano gli assessori Falce e Di Donato . Da parte sua
 il primo cittadino di Sapri Antonio Gentile ha annunciato su Facebook, di aver
 concordato, assieme al presidente della Comunità Montana Lambro e Mingardo
 Vincenzo Speranza , per la settimana prossima un incontro, l'ennesimo, con tutti i
 sindaci del Basso Cilento. Dal palco c'è anche chi ha invitato i sindaci a togliersi la
 fascia tricolore ed a consegnarla al Prefetto presentando le proprie dimissioni. In
 auditorium l'intervento più atteso era quello del senatore cilentano del Movimento 5
 Stelle, Franco Castiello . «Non serve erigere Sapri e Polla a Dea di I livello attacca
 ma è necessario dotare questi ospedali degli strumenti necessari affinché i parti
 avvengano in situazioni di sicurezza». La Regione, dunque, deve sospendere o
 revocare i provvedimenti di chiusura, e nello stesso tempo garantire a questi reparti
 strutture adeguate.

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02/12/2018                                                                                                                Pagina 8

                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

              Bimbo nato morto Quattro medici indagati

 Bimbo nato morto, sono quattro i medici
 iscritti nel registro degli indagati: tre
 dell'ospedale      San     Leonardo       di
 Castellammare di Stabia e uno del
 Martiri di Villa Malta di Sarno. Un atto
 dovuto quello della Procura della
 Repubblica di Torre Annunziata che ha
 aperto un fascicolo per omicidio colposo
 in concorso a seguito della denuncia
 presentata dalla madre, una donna di
 34anni di origini ucraine da tempo
 residente a Poggiomarino. Sul caso
 indagano gli agenti del commissariato di
 poÌizia di Castellammare, agli ordini del
 primo      dirigente    Vincenzo      Gioia,
 coorainati dal pm Andreana Ambrosina
 che ha predisposto anche l'autopsia sul
 feto nato morto. L'esame irripetibile è
 fissato martedì e sarà necessario per
 circoscrivere il campo delle presunte
 responsabilità sulla tragedia. Il medico
 legale avrà 90 giorni di tempo, salvo
 eventuali richieste di proroghe, per
 depositare la perizia. La tragedia Il feto è
 nato morto all'ospedale San Leonardo
 poco prima dell'ora di pranzo dello
 scorso 25 novembre. Le indagini
 condotte dai poliziotti di Castellammare di Stabia hanno permesso di scoprire che il
 giorno prima della tragedia la aonna era stata visitata anche dai medici
 dell'ospedale Martiri di Villa Malta di Sarno. A seguito degli accertamenti clinici era
 poi tornata a casa. Il 25 novembre, dopo nuovi dolori avvertiti alla pancia, la donna
 decide di recarsi invece al San Leonardo di Castellammare. Lei pensava si trattasse
 dei classici dolori pre-parto ed era convinta di dare alla luce il suo piccolo. I medici
 dell'ospedale stabiese, invece, g li hanno comunicato che il feto era morto. Un
 dolore atroce per la 34enne che è scoppiata in lacrime in sala parto. La donna pensa
 per ore e ore a quello che è accaduto, ragiona sulle possibili cause della tragedia,
 lascia passare un paio ai jsiorni e alla fine decide di aenunciare. Raggiunge il
 commissariato di polizia di Castellammare di Stabia e racconta il suo travaglio,
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chiede agli investigatori di fare piena luce sulle cause della tragedia. Lei ha dei
dubbi sull'operato dei medici. Le indagini Il caso viene immediatamente segnalato
alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Il fascicolo viene affidato a l pm
Andreana Ambrosino che dispone immediatamente il sequestro del feto, sul quale
martedì sarà effettuata l'esame autoptico. I poliziotti acquisiscono anche le cartelle
cliniche sia dell'ospedale di Sarno che di quello di Castellammare e ricostruiscono
l'ultimo periodo della gravidanza. I camici bianchi del San Leonardo sono certi che
già al momento dell'arrivo nel nosocomio stabiese non ci fosse nulla da fare. Forse si
è trattato di una tragica fatalità, ma la Procura vuole vederci chiaro fino in fondo e
iscrive nel registro degli indagati quattro medici in attesa dei risultati dell'autopsia.
Un esame che servirà a fare piena luce sulla tragedia di una donna di ' 34anni cne
sognava di diventare madre prima di Natale e adesso vuole solo conoscere la verità.

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02/12/2018                                                                                                                Pagina 8

                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

 Il direttore scrive a Cimmino: «Chieda i fondi per l'ospedale»

 «Il sindaco avrebbe fatt.o bene a
 chiedere al Ministro della Sanità Giulio
 Grillo lo sblocco dei fondi indispensabili
 per le vere criticità: Emodinamica e Sale
 Operatorie». Non accenna a placarsi fa p

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02/12/2018                                                                                                                   Pagina 19
                                              Cronaca di Salerno
                                     Argomento: Sanità Salerno e provincia

        Malati Alzheimer sfrattati «Pronti alle azioni legali»
 Carmine Landi
 L'ultimatum lanciato dai vertici regionali
 di Aima dieci giorni dopo il blitz dei Nas Il
 sacerdote che ospita i 24 pazienti: «Per
 principio adesso il Centro deve riaprire»
 È una strada in discesa, quella che da
 via Etruria conduce al tribunale. «Senza
 rapide soluzioni, siamo pronti alle azioni
 penali»: è l'ultimatum lanciato da chi è
 finito fuori dal Centro diurno per malati
 di Alzheimer, soffocato dalla burocrazia.
 Nelle parole dei vertici regionali di Aima,
 l'associazione che gestiva la struttura
 insieme ai medici dell'Asl, c'è la furia di
 chi attende risposte. Il parroco. Dieci
 giorni dopo il blitz dei carabinieri dei
 Nas, che portò alla chiusura del centro, i
 24 anziani sono ancora ospiti di don
 Michele Olivieri , parroco della San
 Gregorio VII, all'ultimo piano della
 canonica     della    chiesa     del   rione
 Sant'Anna: «Sono assistiti dalle persone
 della parrocchia», racconta il prete. Il
 don ha incontrato la sindaca, Cecilia Francese : «Siamo d'accordo sull'immediata
 normalizzazione di questa situazione», spiega il sacerdote. A Palazzo di Città, c'è chi
 ha proposto di dirottare Casa Aima in un bene confiscato per scongiurare la
 convivenza le due coop che hanno in gestione gli altri piani di Villa Maria, ma don
 Michele non ci sta: «In futuro, ben venga la possibilità di usufruire di una struttura
 dedicata, ma adesso, per principio e per correttezza, il Centro deve stare a via
 Etruria». La disobbedienza. I Nas, arrivarono dopo che la dirigente sociale del
 Comune, Anna Pannullo , aveva fatto sapere ai militari che dal 31 maggio 2017, data
 di scadenza del comodato d'uso tra Comune e Asl, Casa Aima era abusiva: «La storia
 dell'uomo è stata piena zeppa di funzionari che hanno disobbedito alla legge pur di
 tutelare vite», è la stilettata di don Michele. Il presule commenta pure le voci su una
 delocalizzazione del centro nel capoluogo: «Vogliono fare una struttura per malati
 d'Alzheimer a Salerno? Ben venga, ma non s'azzardino a toccare quella di
 Battipaglia ». Insomma i malati restano in parrocchia e della delibera di giunta per
 l'estensione del comodato promessa in tempi rapidi, non c'è traccia. La riunione. È
 stata diramata, invece, la nota di una convocazione, a firma della Francese, di una
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riunione con l'intero consiglio comunale, con le organizzazioni sindacali, con Aima e
con l'Asl: ci si vedrà martedì mattina per «discutere dei provvedimenti finalizzati
all'eventuale riapertura». Il commissario straordinario dell'Asl, Mario Iervolino , non
ci sarà, e l'ha già fatto sapere all'amministrazione. «Non vogliamo chiacchiere, ma
risposte concrete», tuona Caterina Musella , dirigente dell'Asl napoletana e
presidente regionale di Aima. «Se martedì non s'arriva ad una soluzione, ci
muoveremo diversamente, intentando azioni penali per abbandono di persone non
autosufficienti ». Intato il caso Battipaglia è finito pure nel lungo report che la
Musella ha trasmesso alle famiglie dei malati dell'intera regione in occasione della
XXV Giornata mondiale Alzheimer.

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02/12/2018                                                                                                                Pagina 35
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 6.938
                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

             Stop nascite ultimatum a De Luca e petizione

 SAPRI Antonietta Nicodemo Con l'
 assemblea generale di ieri, indetta dal
 comitato di lotta, parte la petizione che
 chiede al commissario per la sanità in
 Campania, Vincenzo De Luca, la revoca
 del decreto con cui il 12 novembre
 scorso ha chiuso il punto nascita del
 locale ospedale. Sono state raccolte
 centinaia di firme che saranno inoltrate
 anche al ministro alla Sanità. Da oggi il
 comitato presidierà l' aula consiliare del
 Comune che diventerà quartier generale
 di chi desidera partecipare alla protesta
 in difesa del reparto di maternità. Se il
 decreto non sarà revocato o sospeso
 sarà indetta per il 15 dicembre uno
 sciopero generale che coinvolgerà i 17
 comuni del distretto sanitario Sapri-
 Camerota. I TEMPI La data scelta per lo
 sciopero non è stata casuale. Il 15
 dicembre è il giorno entro cui il governo
 dovrà      pronunciarsi     sulla   richiesta
 avanzata dalla Regione, per gli ospedali
 di Sapri e Polla, di prorogare l' apertura
 del punto nascita ed elevare i due presidi a Dea di Primo Livello. Su sollecitazione
 del senatore pentastellato Franco Castiello, la questione martedì prossimo sarà
 affrontata al ministero tra il presidente della commissione sanità al Senato Pierpaolo
 Sileri e il ministro alla sanità Giulia Grillo. «Ho avuto assicurazioni ha detto Castiello
 nell' assemblea generale che ci sarà la giusta soluzione per la riapertura dei punti
 nascita». Non è passata inosservata l' assenza dei diciassette sindaci. In sala come
 amministratori comunali, il vicesindaco di Caselle in Pittari Nuzzo e per Sapri il
 Consigliere Agostino Agostini e l' assessore alla sanità Maria Falce. Quest' ultima è
 salita sul palco, vicina alla protesta ma quando ha espresso fiducia sugli impegni
 assunti da De Luca per il futuro dell' ospedale dalla platea si sono levate critiche e
 contestazioni. La rabbia è arrivata alle stelle quando dal palco è stato amplificato un
 whatsapp con la risposta del governatore ad un' intervista sulle contestazioni per i
 due punti nascita. «La loro protesta - ha detto De Luca - mi pare una grande
 imbecillità». Poi l' attacco ai grillini: «Siamo in un paese in cui il farabuttismo dei
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
5stelle è un modo di essere. Sono sfaccendati, mettono il cappello sulle cose buone
e fanno gli sciacalli quando c' è un problema di cui loro sono responsabili. I cortei
per i punti nascita bisogna farli a Roma». Sul palco Castiello ha tirato fuori i
documenti per dimostrare che gli errori sono stati commessi da De Luca. «Don
Vincenzo, in virtù di una legge che conosce, potrebbe revocare il decreto di chiusura
per 18 mesi». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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02/12/2018                                                                                                                  Pagina 10
                                             Cronaca di Salerno
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

   Uomini violenti nella coppia? Guarire si può, grazie all'Asl
 Matilde Pisaturo
 Time Out è un centro dedicato ai
 soggetti incapaci di gestire relazioni
 sane Gli operatori: «Da noi persone dai
 25 ai 55 anni d'età e di ogni ceto
 sociale» Si chiama Time Out il centro di
 trattamento dei comportamenti violenti
 all'interno delle relazioni intime nato
 dalla collaborazione tra l'Asl di Salerno,
 l'associazione !A Voce Alta e la sezione
 di Salerno del Cif, Centro Italiano
 femminile. L'ambulatorio che ha preso
 vita nel giugno del 2016 anche grazie al
 sostegno      del     direttore   dell'Unità
 operativa di salute mentale dell'Asl,
 Giulio Corrivetti rivolge la propria
 attenzione verso gli uomini autori di
 violenza: accoglienza della domanda,
 presa in carico e trattamento degli
 uomini violenti oltre che supporto alle
 donne vittime sono solo alcuni degli
 obiettivi che Time Out si prefissa da due
 anni a questa parte per arginare gli
 episodi di violenza che avvengono all'interno dei rapporti di coppia, rispondendo a
 una richiesta d'aiuto di uomini che desiderano cambiare. «Il maltrattamento non è
 sempre un sintomo di patologia racconta Carmine Martino , psichiatra e responsabile
 di Time Out qui è possibile iniziare un percorso psico- educativo attraverso una serie
 di incontri con l'intento di portare l'uomo alla consapevolezza che si può mettere un
 freno all'arroganza e alla violenza che fino a quel momento hanno caratterizzato il
 proprio rapporto di coppia per lasciar finalmente spazio al dialogo e alla fiducia
 reciproca ». Quando si parla di violenza diventa necessario distinguere quella fisica
 da quella psicologica: «quest'ultima il più delle volte decisamente più pericolosa e
 nociva in una relazione aggiunge Martino perché può trascinare la donna nel tunnel
 della sottomissione». «La fascia d'età degli uomini che finora si sono rivolti a noi è
 piuttosto ampia e oscilla tra i 25 e i 55 anni continua poi bisogna però sfatare il mito
 legato al livello culturale, non esiste alcuna relazione tra il contesto socio-culturale e
 la violenza, si denota solo maggiore diffidenza e vergogna nell'aprirsi da parte degli
 uomini appartenenti ai ceti medio- alti». Prima di iniziare il percorso che prevede
 circa 26 incontri suddivisi in quattro fasi con differenti focus, c'è un primo incontro
                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
valutativo per escludere eventuali patologie gravi o dipendenze che ne
impedirebbero l'avvio e in cui è richiesta anche la presenza della partner. «La prima
fase riguarda la violenza rivela Fabio Martino , psicologo di Time Out e presidente
dell'associazione A Voce Alta Salerno il nostro primo obiettivo è quello di
interromperla mettendo così in sicurezza i figli e la donna, laddove ci sia ancora una
relazione: in questa fase è opportuno fornire agli uomini degli strumenti che gli
permettano di capire quando, nel corso di una discussione, la temperatura emotiva
sta salendo e di conseguenza riconoscere i segnali che il più delle volte portano alla
violenza fisica». In questa fase si può parlare di time-out' - da cui prende il nome
l'ambulatorio - inteso come momento di interruzione o sospensione della
conversazione con la propria compagna da rimandare una volta che la rabbia si è
placata. «La seconda fase è quella relativa alla responsabilità racconta lo psicologo
l'uomo a volte riconosce sì le conseguenze negative a cui un gesto violento può
condurre, ma non si ritiene responsabile, motivo per cui colpevolizza sempre e
comunque la propria partner ricercando le colpe al di fuori di se stesso». La violenza
non deve infatti essere l'unica scelta di fronte a un malinteso o a un litigio, c'è un
enorme ventaglio di scelte sane di fronte alle quali l'uomo ha il compito di prendersi
delle responsabilità cercando di percorrere una strada diversa che possa essere
basata sulla trasparenza e sulla riflessione. Queste prime fasi del percorso - che si
ispira al modello del progetto Liberiamoci dalla violenza nato nel 2012 a Modena
sulla scia del modello norvegese di alternative to violence, attivo a Oslo fin dalla fine
degli anni '80 - sono considerati due passaggi cruciali nell'iter tracciato da Time Out
«è capitato che spesso molti uomini si siano fermati alla seconda fase, perché già in
grado di interfacciarsi con la propria partner in maniera più responsabile continua
Fabio Martino la terza fase infatti è quella più complessa perché è necessario
concentrare l'attenzione sulla propria storia personale, e quindi il più delle volte
scavare nell'intimo dell'uomo violento in cui possono emergere traumi familiari non
del tutto superati che hanno lasciato delle ferite profonde, cosa che però non
necessariamente si riflette nella relazione di coppia». Ci troviamo dunque di fronte a
un momento decisamente trasformativo a cui segue un'ultima fase, quella in cui
l'uomo dovrebbe arrivare alla consapevolezza delle conseguenze del proprio
comportamento, accorgendosi con lucidità in che modo le persone a lui care - moglie
e figli - hanno vissuto quella violenza, «mettersi nei panni dell'altro è l'obiettivo
finale di questo percorso aggiunge lo psichiatra Martino comprendere finalmente la
paura, il senso di umiliazione vissuto dalla propria partner significa per l'uomo
maltrattante aver raggiunto un equilibrio tale da accettare con maturità anche l'idea
di una relazione giunta al capolinea, così come considerare la possibilità di
riprendere in mano un rapporto di coppia basto su valori sani diventando un partner
e un padre migliore».

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02/12/2018                                                                                                               Pagina 11

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                                                                                                                         Lettori: 29.750
                                         Argomento: Sanità Campania

    Allarme influenza, i medici di famiglia: il picco a gennaio

 LA BUONA SANITÀ L' invito a vaccinarsi
 parte     da    Napoli.    Si   teme       un
 superaffollamento dei pronto soccorso
 NAPOLI. Di qui a gennaio il picco
 influenzale si farà sentire con forza. E
 anche se quest' anno il virus si prospetta
 di media intensità «non si devono
 sottovalutare i rischi». A tenere alta l'
 attenzione e a invitare i cittadini a
 vaccinarsi sono Corrado Calamaro e Luigi
 Sparano,     rispettivamente     segretario
 amministrativo e segretario provinciale
 della Fimmg Napoli. Nonostante in
 Campania non si registrino ancora casi
 legati al ceppo influenzale di stagione, le
 virosi sono già molte. «Siamo sottoposti -
 dicono i medici di famiglia - ad un super
 lavoro, per garantire assistenza ma
 anche      per     procedere      con       le
 vaccinazioni». E proprio l' appello alla
 vaccinazione vede protagonisti ancora
 una volta i medici della Fimmg Napoli. È
 in particolare Corrado Calamaro ad aver
 prestato il volto per un video che sta
 richiamando con forza i cittadini. Realizzato in collaborazione con l' Ordine dei
 Medici e la Asl Napoli 1, la clip viene proiettata nel circuito VideoMetrò e spiega
 perché - per i soggetti a rischio - vac cinarsi sia cruciale. «Le nostre previsioni -
 chiarisce Calamaro - seguono l' andamento stagionale visto in Australia e Nuova
 Zelanda, dove circola soprattutto il virus Ah1n1. C' è però l' incognita virus B, che
 può far aumentare il numero dei casi». Proprio per questo i medici della Fimmg
 Napoli ricordano che il vaccino quadrivalente, in linea con le raccomandazioni dell'
 Oms, rispetto al trivalente consente una prevenzione completa per l' influenza B.
 Questo vaccino protegge infatti in maniera più completa dal virus B. «Il vaccino -
 conclude Calamaro contiene quest' anno una nuova variante antigenica di sottotipo
 H3n2 e una nuova variante antigenica di tipo B. Il consiglio che posso dare a tutti è
 quello di sottoporsi al più presto all' iniezione».

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02/12/2018                                                                                                                  Pagina 7

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                                                                                                                            Lettori: 29.750
                                            Argomento: Sanità Campania

             L' influenza è alle porte, pediatri presi d' assalto
                       «Ambulatori da rafforzare»
 Raffaele Nespoli
 La richiesta dei medici: «Operativi nei
 giorni di festa» napoli Sono centinaia, tra
 Napoli e provincia, i bambini che in
 queste settimane stanno facendo i conti
 con     virosi    respiratorie     e    forme
 "similinfluenzali" a causa di un' epidemia
 che quest' anno «si sta rivelando più
 insidiosa del previsto». A mettere in
 guardia i genitori sono i pediatri di
 famiglia     Fimp,      chiamati     ad    un
 superlavoro       per     rispondere      alle
 emergenze che si vanno moltiplicando.
 Antonio D' Avino, vicepresidente nazione
 della    Federazione       italiana    medici
 pediatri, spiega che ci si aspettava «un
 aumento dei casi, anche perché di questi
 tempi è fisiologico». Tuttavia, ammette,
 «si registrano più complicanze di quel
 che si sarebbe potuto credere in un
 primo momento». A parlare sono i
 numeri: in media ciascun pediatra di
 famiglia è chiamato a tenere il ritmo di
 circa 50 visite ambulatoriali al giorno.
 Visite alle quali si aggiungono decine di chiamate per assistenza da parte di genitori
 preoccupati. Per i pediatri è a questo punto necessario discutere seriamente di
 modifiche sostanziali nell' organizzazione del sistema delle cure primarie
 pediatriche. «La risposta - dice D' Avino - è il potenziamento del territorio» e la
 proposta della Fimp Napoli è quella di attivare, anche in fase sperimentale, dei
 presidi territoriali di continuità dell' assistenza dei bambini, nelle giornate festive e
 prefestive. «Ambulatori nei quali potrebbero prestare servizio giovani pediatri in
 attesa di impiego o pediatri territoriali su base volontaria». Una misura che
 aiuterebbe ad evitare il sovraffollamento dei pronto soccorso ospedalieri attraverso
 il sistema di filtro che verrebbe garantito dai pediatri di famiglia. L' invito ai genitori,
 in caso di qualche linea di febbre, è invece quello di non correre subito al pronto. «Si
 rischia - conclude il medico - che il piccoli entrino in contatto con virus o batteri
 potenzialmente pericolosi». Per quel che riguarda gli adulti, non c' è ancora alcun

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allarme per l' influenza di stagione. Ma in questo caso sono i medici di famiglia della
Fimmg Napoli a lanciare un appello, affinché i napoletani facciano prevenzione. Che,
tradotto, significa scegliere di vaccinarsi. I medici di famiglia Corrado Calamaro e
Luigi Sparano (vertici della Fimmg Napoli) parlano di un aumento di quelle che si
definiscono forme "parainfluenzali". E anche se al Cardarelli la situazione è ancora
tranquilla (l' ospedale del Vomero è quello che ogni anno subisce un vero e proprio
assalto a causa dell' influenza) il timore è che presto le cose possano cambiare. Per
invitare i cittadini a vaccinarsi, Ordine dei medici e Asl hanno anche realizzato una
clip che in questo giorni è in onda sul circuito Video Metrò e che vede protagonista
proprio il medico Corrado Calamaro. «Il vaccino - spiega - contiene quest' anno una
nuova variante antigenica di sottotipo H3N2 e una nuova variante antigenica di tipo
B. Il consiglio che posso dare a tutti è quello di sottoporsi con celerità all' iniezione.
Molto presto circa 5 milioni italiani saranno costretti a letto, per non parlare dei casi
legati ad altre forme determinate da diversi virus respiratori».

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02/12/2018                                                                                                                Pagina 31

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

                  Piano ospedaliero De Luca cede a metà

 LA DECISIONE Ettore Mautone Il Piano
 ospedaliero regionale è stato spedito
 venerdì sera a Roma ed è ora al vaglio
 dei tecnici del ministero della Salute
 chiamati a dare a stretto giro il definitivo
 semaforo verde. Nella stesura finale del
 Piano, come richiesto dal ministro Giulia
 Grillo,    il   polo     materno      infantile
 programmato al Loreto Mare torna all'
 Ospedale del mare mentre tra i 10 nuovi
 pronto soccorso da programmare nella
 rete dell' emergenza e urgenza regionale
 a Napoli emerge a sorpresa il Vecchio
 Pellegrini che pare averla spuntata sul
 filo di lana sulla destinazione del Loreto
 Mare. IL LORETO MARE Quest' ultimo,
 dato fino fino ad oggi per favorito, orfano
 anche di Nido e Ginecologia, sembra ora
 destinato a una funzione residuale.
 Come previsto dalla tabella di marcia
 stilata dal presidente della Regione
 Vincenzo De Luca, annunciata a più
 riprese nei giorni scorsi in varie occasioni
 pubbliche, la versione riveduta e corretta
 del Piano ospedaliero regionale è stata dunque inviata dalla struttura commissariale
 regionale ai tavoli tecnici del Ministero della Salute e dell' Economia. Un'
 accelerazione richiesta del presidente De Luca dopo l' ultima verifica del Piano, con i
 ministeri vigilanti, che si è tenuta il 22 novembre scorso a Roma. Una corsa contro il
 tempo che ha impegnato negli ultimi giorni, a tempo pieno, gli uffici regionali per
 raggiungere, a tappe forzate, l' ok finale il prossimo 7 dicembre. Il via libera al Piano
 ospedaliero è necessario, infatti, per consentire di procedere rapidamente alla
 successiva definizione del Piano regionale dei fabbisogni di personale, propedeutico
 all' avvio dell' iter di stabilizzazione dei precari atipici. Si tratta del reclutamento con
 concorsi dedicati di circa 1500 profili (di cui un terzo sono medici) che dovrà
 avvenire prima della scadenza dell' ultima proroga dei contratti fissata il prossimo
 31dicembre. I PRONTO SOCCORSO Le principali novità della legge di riordino degli
 ospedali della Campania riguardano, come detto, innanzitutto l' adeguamento del
 numero dei Dipartimenti di emergenza di I livello che, da 9 previsti, saranno 19.
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Parliamo di pronto soccorso di media complessità dotati delle principali discipline
mediche e chirurgiche ma periferici (spoke) rispetto ai Dipartimenti di emergenza e
urgenza di II livello come sono invece il Cardarelli e l' Ospedale del mare. Questi
ultimi sono completi per tutte le discipline e identificati come centri di riferimento
regionale per le reti tempo dipendenti (trauma, ictus e infarto) ma trovano nelle
emergency di I livello un indispensabile aiuto a filtrare e drenare i pazienti a media
urgenza. Tra le new entry della rete, oltre al Vecchio Pellegrini, arrivano l' ospedale
di Giugliano a Napoli 2 nord e quello che sarà l' ospedale unico della costiera
sorrentino amalfitana da programmare e realizzare. A Caserta, invece, il salto di
qualità riguarda l' ospedale di Marcianise che per struttura e complessità era l' unico
ad avere le caratteristiche necessarie a configurarsi come pronto soccorso
complesso. A Benevento c' è Sant' Agata dei Goti. Nel salernitano infine ci sono Polla
e Sapri. I PUNTI NASCITA In secondo luogo nella stesura finale del Piano c' è la
riorganizzazione dei punti nascita che sono stati ridistribuiti rispetto alle prescrizioni
del ministero e agli standard di sicurezza con alcune deroghe rispetto al numero
minimo di parti annui necessari (da 500 a 1000) su cui esiste ancora un' incertezza
sulla possibilità di incassare il via libera per le zone geograficamente disagiate come
Sapri, Polla e Piedimonte Matese. Su quest' ultimo fronte, viene accolta la richiesta
del ministro della Salute Giulia Grillo di lasciare all' ospedale del mare la
Ginecologia, l' Ostretricia e il Nido con annessa Terapia intensiva neonatale. Un
reparto a lungo al centro della contesa politica e sindacale tra opposizione e
maggioranza. Nessun commento e nessun ulteriore dettaglio sul Piano ospedaliero
filtrano da Palazzo Santa Lucia dove la consegna del silenzio, imposta dal
governatore De Luca, fino all' approvazione, è funzionale a non turbare oltre il clima
politico di uno snodo delicato che prelude, peraltro da un lato all' incasso dei fondi
per l' edilizia ospedaliera (la prima tranche da 170 milioni di 1,2 miliardi complessivi)
che serviranno per accompagnare proprio il decollo anche strutturale delle novità
inserite nel piano ospedaliero e dall' altro a presentarsi con le carte in regola all'
annunciato cambio di guardia alla guida della struttura commissariale che
conseguirà al cambio delle regole sul doppio ruolo di Governatore e Commissario
introdotte dal decreto fiscale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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02/12/2018                                                                                                                Pagina 30
                                  Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                          EAV: € 5.284
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                                          Argomento: Sanità Campania

      Pochi anestesisti al Sant' Alfonso interrogazione della
                              Ianaro

 SANT' AGATA DE' GOTI/1 «Si direbbe che
 non c' è pace per il presidio Sant' Alfonso
 Maria de' Liguori. Dopo l' allarme per il
 pronto soccorso e il rischio di chiusura,
 ne arriva ora un altro, quello della
 mancanza di medici anestesisti. Appena
 ho appreso la notizia - commenta la
 deputata Angela Ianaro del M5s - ho
 disposto subito una interrogazione a
 risposta scritta al ministro della Salute e
 al presidente del Consiglio, affinché si
 intervenga prontamente per scongiurare
 questa nuova emergenza» Oggi la
 parlamentare sarà proprio a Sant' Agata
 de' Goti, insieme alla delegazione
 parlamentare sannita, per un gazebo
 promosso sull' ospedale da parte del
 Meetup locale. Nell' occasione, in viale
 Vittorio Emanuele III nello spazio
 antistante     la    scuola    elementare,
 informerà i cittadini sulle iniziative ad
 oggi intraprese, i Tavoli, le riunioni al
 Ministero, ed i pareri legislativi raccolti
 sul piano regionale ospedaliero «affinché
 la sanità locale - precisa Ianaro - possa essere adeguata alle esigenze reali della
 comunità». «Ancora una volta torno ad occuparmi del Presidio sul territorio affinché
 ai santagatesi siano garantiti i livelli essenziali di assistenza (Lea) messi a rischio, a
 quanto leggo, a partire da oggi, da un numero assolutamente insufficiente di medici
 anestesisti, figure indispensabili per gli interventi chirurgici programmati o della
 chirurgia d' urgenza, dunque, di fondamentale importanza per la tutela della salute
 pubblica. A fronte delle cinque unità operanti si arriverebbe a soli tre medici
 anestesisti e direi, che non se la passano meglio all' Ospedale Rummo di Benevento
 al quale la struttura medica finirebbe inevitabilmente per appoggiarsi». ©
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02/12/2018                                                                                                                Pagina 7

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                                          Argomento: Sanità Campania

  Protesi ortopediche primario denuncia " Costano il doppio"

 La sanità Protesi ortopediche utilizzate
 negli ospedali che « non sono conformi
 alle direttive della Regione ». Perché
 «costano il doppio rispetto ai prodotti
 autorizzati dalla Soresa » , centrale degli
 acquisti di Palazzo Santa Lucia. Ecco il
 contenuto di una nota riservata firmata
 da un primario che denuncia così il
 grande affare delle protesi ortopediche.
 Un appalto di un importo originario di 63
 milioni di euro - aggiudicato a maggio
 scorso - su cui già indaga la Procura,
 come rivelato da " Repubblica" il 4 luglio
 2017. Mentre gli inquirenti hanno aperto
 un fascicolo, avendo ascoltato alcuni
 teste chiave e partendo dalla denuncia
 di un paio di aziende che hanno
 partecipato     alla    gara,   monta       la
 preoccupazione tra i medici che -
 scrivono - « non vogliamo incorrere in
 problematiche penali e di danno
 erariale». La difficoltà è legata alla
 presenza nel listino della Soresa di protesi non sempre adeguate alle esigenze dei
 chirurghi. L' accordo sottoscritto con le varie aziende vincitrici prevede sulla carta la
 possibilità di utilizzare « prodotti fatti con materiali diversi ma caratteristiche simili o
 identiche » , le cosiddette protesi di famiglia, ma obbliga ad applicare « le stesse
 percentuali di sconto » . Cosa che non sarebbe sempre avvenuta. Tant' è che agli
 atti dell' indagine della Procura sono depositate alcune richieste di acquisto da parte
 delle farmacie degli ospedali che dimostrerebbero una ingiustificata differenza di
 prezzo soprattutto sulle protesi d' anca. Possibile? L' appalto in corso è stato
 osteggiato sin da subito dai medici. A dicembre scorso l' associazione campana "
 Ortopedici traumatologi ospedalieri" scriveva a Regione e Soresa: « Con tale gara il
 medico è costretto a impiantare materiali nei quali non soltanto non crede ma con i
 quali non ha alcuna esperienza, venendo cosi meno la peculiarità della garanzia del
 risultato nei confronti del cittadino, paziente e utente». Le indagini sono partite da
 due punti fermi della denuncia. Da un lato i presunti «errori della commissione di
 gara», dove uno dei componenti è accusato di non aver dichiarato il rapporto di
 parentela con un imprenditore in gara. Dall' altro le ombre sull' azienda che si è
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aggiudicata il grosso dell' appalto che « non avrebbe un fatturato specifico nel
settore » . Ora anche i sindacati - Cgil, Cisl e Uil - hanno segnalato a fine ottobre «
un problema sulle acquisizioni di protesi d' anca, tali da configurare la possibilità di
danno erariale». Il 2 novembre la Soresa ha deciso di istituire una commissione
interna per valutare le « richieste di aggiornamento dei prodotti » avanzate dalle
aziende. - alessio gemma © RIPRODUZIONE RISERVATA Soresa Gli uffici della
centrale degli acquisti della Regione per la sanità.

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02/12/2018                                                                                                               Pagina 31

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                                                                                                                         Lettori: 133.364
                                         Argomento: Sanità Campania

   Quel messaggio distensivo al ministro per ottenere la fine
                   del commissariamento

 IL RETROSCENA Adolfo Pappalardo
 Poteva attendere ancora una settimana
 per presentare il piano ospedaliero con
 alcune correzioni. Ma la Regione decide
 di accelerare, accorciare i tempi. Perché
 Vincenzo De Luca vuole uscire dal
 commissariamento con la fine dell' anno.
 Assolutamente. LO SCENARIO Portare a
 casa il rientro nel regime ordinario è
 questione vitale per l' ex sindaco di
 Salerno. Significa mettere in cassaforte
 un tassello vitale per la sua campagna
 elettorale per le prossime regionali.
 Perché il rientro nell' ordinario per la
 Sanità e il piano lavoro sono i due
 architravi su cui intende giocarsi la
 partita     delle      Regionali     2020.
 Praticamente è questione di vita e di
 morte per risalire sulla poltrona di
 governatore per la seconda volta. LE
 CORREZIONI Nel piano presentato due
 giorni fa a Roma ci sono piccole
 correzioni che palazzo Santa Lucia ha
 inserito come chiesto dai tecnici del
 ministero della Sanità retto da Giulia Grillo. In particolare sui punti nascita perché
 sui Lea la Regione rimane convinta di aver praticamente raggiunto gli obiettivi. In
 particolare il ministero della Sanità aveva chiesto di non spostare la maternità dal
 nuovo ospedale del Mare al Loreto mare. Scelta dettata dal fatto, secondo la
 Regione, che il nuovo ospedale nella zona Est è vicino a Villa Betania. Per il
 ministero al Loreto mare deve andare la prima urgenza mentre i tecnici regionali, nel
 piano di due giorni fa, hanno optato per un altro nosocomio del centro: il vecchio
 Pellegrini. Piccoli spostamenti per non accentuare lo scontro che deve rimanere
 sempre sul piano politico ma mai su quello tecnico. IL CAMPO Anche ieri De Luca non
 rinuncia ad assestare colpi a un ministero della Sanità retto da una grillina. Ci
 mancherebbe ma tutto deve rimanere sul piano politico. «Siamo in un Paese in cui il
 farabuttismò dei 5 Stelle è diventato un modo di essere», dice ieri mattina De Luca,

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parlando proprio della chiusura dei punti nascita a Sapri e a Polla, nel Salernitano. Il
governatore ricorda poi come «abbiamo presentatola richiesta di deroga per i punti
nascita già a maggio di quest' anno, quella richiesta è stata bocciata dal Ministero
della Salute diretto dai grillini ad agosto. Ieri (due giorni fa, ndr) abbiamo
ripresentato un nuovo piano ospedaliero che fa ancora di più, prevede i punti nascita
a Sapri e a Polla ma prevede anche di fare dei Dea di primo livello a Sapri e a Polla».
Senza contare l' accusa di «farabuttismo» contro i grillini , sempre ieri. Sicuro, come
è De Luca che alla fine a Roma accetteranno i progressi fatti sulla sanità in
Campania. E quei dati non c' entrano con la politica perché sono i tecnici del Mef a
decretare se sia stato raggiunto o no il risultato. I TEMPI Entro dicembre la Campania
aspetta l' approvazione dell' ultimo aggiornamento del piano ospedaliero da parte
dei ministeri della Sanità e dell' Economia. Inutile quindi temere l' emendamento in
Finanziaria che prevede come i lcommissario straordinario per la Sanità sia figura
diversa dal governatore (come è oggi) perché palazzo Santa Lucia è convinta che
abbia i numeri per rientrasrenel regime ordinario. «È stato certificato che nel 2017 è
stato compiuto un vero e proprio salto in avanti nei livelli di assistenza. Da 106 punti
nel 2015 la Campania ha raggiunto i 152 punti nel 2017», ha spiegato la Regione
qualche giorno fa rispetto agli ultimi dati presentati. Con l' obiettivo di tagliare la
figura del commissario e rientrare nei poteri ordinari. D' altronde già la scorsa estate
c' è stata la richiesta, già formalizzata la scorsa estate, di fuoriuscita dal piano di
rientro e di approvazione entro dicembre del piano triennale di accompagnamento
previsto per le Regioni che fuoriescono dal commissariamento». © RIPRODUZIONE
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