Unione bassa romagna periodici - venerdì, 17 aprile 2020 - Unione dei Comuni della ...

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Unione bassa romagna periodici
     venerdì, 17 aprile 2020
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Unione bassa romagna periodici
                                                    venerdì, 17 aprile 2020

Ravenna & Dintorni

 17/04/2020     Ravenna e Dintorni Pagina 3                                                                                               4
 Cercavamo gli untori in strada e intanto negli ospizi...
 17/04/2020     Ravenna e Dintorni Pagina 4                                                                                               5
 Tra chi apre e chi tiene chiuso: con l' emergenza il libro diventa (finalmente) "bene essenziale"
 17/04/2020     Ravenna e Dintorni Pagina 15                                                                                              8
 Dagli alunni ai macellai, fino a notai e centri sociali: quante donazioni
 17/04/2020     Ravenna e Dintorni Pagina 17                                                                                             10
 Avis Provinciale Ravenna a fianco dei sanitari impegnati nella lotta al covid-19. Donati dispositivi di protezione e fondi per 25mila
 euro
 17/04/2020     Ravenna e Dintorni Pagina 19                                                                                             12
 La biblioteca Manfrediana di Faenza consegna i libri in prestito a domicilio

 17/04/2020     Ravenna e Dintorni Pagina 8-9                                                                                            13
 La parola "crisi" in tutte le sue declinazioni adatta (da anni) a descrivere (anche) l' editoria

Settesere Qui

 17/04/2020     SetteSere Qui Pagina 5                                                                                                   17
 Frenano i contagi, ma ancora troppi decessi
 17/04/2020     SetteSere Qui Pagina 7                                                                                                   19
 «La guerra è davvero un altro paio di maniche, ma senza rispettare le regole non ne usciremo»
 17/04/2020     SetteSere Qui Pagina 11                                                                                                  21
 SOCIETA' | Il gruppo Disabilità di Faenza dona 2.400 all' Ausl
 17/04/2020     SetteSere Qui Pagina 15                                                                                                  22
 «Tornare a ridere si deve»

 17/04/2020     SetteSere Qui Pagina 27                                                                                                  25
 Cantine faentine e ravennati in difficoltà, il crollo del fatturato a marzo è stato verticale

Il Nuovo Diario Messaggero

 17/04/2020     Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 6                                                                                      27
 A piccoli passi verso una nuova normalità
 17/04/2020     Il Nuovo Diario Messaggero                                                                                               29
 I servizi attivi sul territorio
 17/04/2020     Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 6                                                                                      31
 «Mi hanno detto "puoi tornare a casa" e ho pianto di gioia»
 17/04/2020     Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 7                                                                                      33
 Vescovo in visita all'ospedale di Lugo
 17/04/2020     Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 10                                                                                     34
 Il cuore solidale del territorio
 17/04/2020     Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 13                                                                                     38
 Dall'Ic di Cotignola 45 pc per gli studenti
 17/04/2020     Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 17                                                                                     39
 «Più che sospensione servono sgravi scali ed esenzione dai tributi»
Unione bassa romagna periodici - venerdì, 17 aprile 2020 - Unione dei Comuni della ...
17/04/2020   Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 17                                                                 41
Tante sono le attività che consegnano a casa
17/04/2020   Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 18                                                                 42
Castel Bolognese in Sfera società delle farmacie
17/04/2020   Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 20                                                                 43
Il Coronavirus non ferma il ricordo della Liberazione
17/04/2020   Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 29                                                                 46
A Pasqua otto sanzioni nell'imolese, una sola a Pasquetta Bassa Romagna, in un mese 165 multe e 4mila controlli
17/04/2020   Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 29                                                                 47
Positivo al Covid fugge dall'ospedale di Lugo
17/04/2020   Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 31                                                                 48
Artisti uniti contro il Coronavirus Opere in vendita per l'ospedale di Lugo
17/04/2020   Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 32                                                                 49
Ninì, la moglie di Gino Cervi era lughese
17/04/2020   Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 32                                                                 51
Università per adulti I corsi riprenderanno nel nuovo anno
17/04/2020   Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 32                                                                 52
Per riscoprire la gura dell'aviatore lughese
17/04/2020   Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 34                                                                 53
Anche la pallavolo dice basta No a promozioni e retrocessioni
17/04/2020   Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 35                                                                 55
«Ho riscoperto il pianoforte e mi godo la famiglia
17/04/2020   Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 35                                                                 57
Da Lugo al trono d'Europa con l'Italia
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[ § 1 5 7 0 7 7 3 2 § ]

                          venerdì 17 aprile 2020
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                                                                                Ravenna & Dintorni

                          IL COMMENTO

                          Cercavamo gli untori in strada e intanto negli ospizi...

                          Si temeva la grande fuga verso le seconde case al mare per godersi il
                          sole del weekend pasquale e invece non è stato così. Lo dicono i numeri
                          ufficiali dei controlli eseguiti dalla polizia locale a Ravenna e Cervia: nel
                          ponte di tre giorni sono stati impiegati 270 agenti a turni che hanno
                          controllato 921 persone per verificare che rispettassero le disposizioni
                          richieste per contrastare il diffondersi della Covid-19 e ne sono venute
                          fuori 40 sanzioni. A spanne poco più di quattro ogni cento. Ribaltando il
                          punto di vista vuol dire che 96 persone su cento fuori di casa, trovate
                          soprattutto nei supermercati, avevano il diritto di starci. Un po' come le
                          auto incolonnate verso il litorale laziale: a creare l' ingorgo sono stati i
                          massicci controlli delle forze dell' ordine che hanno verificato come la
                          quasi totalità degli automobilisti fosse al volante con un valido motivo
                          tra quelli previsti dalle autorità. Certo, com' è comprensibile sul web ha
                          circolato molto di più la notizia del francese - a Ravenna per questioni di
                          lavoro - sorpreso dai vigili urbani mentre si faceva un bagno in mare a
                          Marina. Eppure sono ancora tanti che chiudono ogni loro post sui social -
                          a prescindere dal tema di cui si disquisisce - con il matra STATE A CASA. Scritto così, tutto maiuscolo come ormai
                          pretende l' alfabeto troll. Forse torna utile un dato misurato dall' Istat: a fine marzo, dopo l' avvio del lockdown e
                          prima delle ultime timide concessioni che riguardano librerie e non solo, più della metà degli italiani continuava ad
                          andare al lavoro. Uno su due usciva di casa per lavorare. Perché si fa presto a dire "smart worki" (premier dixit).
                          Quindi a parte la parentesi delle festività pasquali, negli altri giorni feriali la gente esce di casa perché lavora. Eppure
                          la caccia fai da te ai trasgressori del lockdown è andata avanti senza sosta. Con la vetta altissima toccata dal post
                          su Facebook di una lombarda trapiantata nella Bassa che metteva foto e identità di un 19enne del Gambia
                          allontanatosi dall' ospedale di Lugo con sintomi da coronavirus prima di avere l' esito del tampone poi risultato
                          positivo. Ma mentre cercavamo gli untori per strada, ci siamo dimenticati di tenere d' occhio i nostri vecchi. Ci
                          ritroviamo con una casa protetta a Russi che ha più di un terzo di ospiti positivi e un' altra manciata di casi in una
                          comunità alloggio di Ravenna. Solo due situazioni e sono sotto controllo. Ma potenzialmente molto rischiose. Con
                          una aggravante: la delicatezza delle strutture per anziani doveva essere ormai chiara a chiunque abbia letto le
                          cronache dalla Lombardia.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 4
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                                                                                   Ravenna & Dintorni

                          IL DOPO CORONAVI RUS /1

                          Tra chi apre e chi tiene chiuso: con l' emergenza il libro diventa (finalmente) "bene
                          essenziale"
                          Tra i settori più colpiti dalla crisi, la filiera editoriale è al centro del dibattito. Le voci di due librai del centro storico di
                          Ravenna che in queste settimane hanno anche assicurato il servizio a domicilio a clienti vecchi e nuovi

                          E così, nel venerdì di Pasqua di questo strano 2020, improvvisamente l'
                          Italia scopre che il libro è un bene essenziale, più delle scarpe, più dei
                          vestiti, al pari almeno dei vestiti per bambini. Lo dice il presidente del
                          Consiglio e il permesso di riaprire per librerie e cartolibrerie rappresenta
                          in pratica l' unico allentamento (insieme ai beni per la prima infanzia)
                          rispetto al lockdown imposto dall' 1 1 marzo fino al 3 maggio. Se ne
                          parlava da un po', si erano susseguiti appelli di intellettuali ed editori, in tal
                          senso, ma la certezza è arrivata solo alla vigilia di Pasqua. Parliamo di
                          uno dei mercati più colpiti dal covid, con crolli delle vendite, ritardi di
                          uscite delle novità, festival e appuntamenti letterari di grande richiamo
                          rimandati a data da destinarsi, rassegne sospese fino da fine febbraio,
                          biblioteche chiuse. Per questo abbiamo chiesto in questo numero
                          qualche punto di vista per riflettere su questo settore che - come ci
                          ricorda il direttore del salone del Libro Nicola Lagioia in un articolo in cui
                          auspica che sia questa l' occasione per "salvare il libro dal disastro" in
                          Italia - muove sei o sette volte le risorse di settori come il cinema o la
                          musica senza godere di fatto di sovvenzioni pubbliche. A Ravenna, il libro negli ultimi anni ha finalmente acquisito il
                          ruolo centrale che non può che avere nella città di Dante grazie a festival, rassegne, incontri, progetti delle
                          biblioteche, reti e naturalmente grazie alle sue librerie, di catene e indipendenti. Librai che non hanno reagito tutti allo
                          stesso modo all' annuncio del presidente Conte: qualcuno ha deciso di aprire, qualcuno no, continuando a fare la
                          consegna a domicilio. Ci è quindi sembrato naturale partire da due di loro, prima di allargare la prospettiva con altre
                          voci della filiera e arrivare fino a Berlino, passando per Alfonsine. Fabrizio Bergonzoni di Scattisparsi: «Spero che
                          questa improvvisa attenzione alle librerie possa far avvicinare nuovi lettori e clienti» Tra le librerie che hanno aperto
                          fin da subito in provincia ci sono le storiche Moby Dick a Faenza e Alfabeta a Lugo, mentre a Ravenna fin dal primo
                          giorno hanno accolto i clienti Mondadori (anche a Cervia) e Librerie.coop tra quelle di catene (Feltrinelli ha
                          impiegato un giorno di più), ma anche le indipendenti La Modernissima, e la libreria dell' usato Scattisparsi. Il titolare
                          Fabrizio Bergonzoni ci ha raccontato un po' come è andata: «È venuta tanta gente fin da subito. Io avendo due sale
                          faccio entrare due persone alla volta, ognuna per sala. A chi ne è sprovvisto fornisco i guanti usa e getta. Il problema
                          è che così ovviamente capita di frequente che ci sia qualcuno che debba aspettare fuori, e questo è l' aspetto più
                          difficile, perché in libreria è bello attardarsi,

                                                                   Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                    Pagina 5
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                          venerdì 17 aprile 2020

                                                                             Ravenna e Dintorni
                                                                                Ravenna & Dintorni

                          chiacchiere, scambiare idee, sfogliare i libri, mentre ovviamente ora tutto questo non è possibile o è possibile
                          molto meno. Ma le persone hanno capito, si tratta della salute di tutti e non è possibile fare diversamente».
                          Bergonzoni racconta di aver disinfettato i locali, di pulire come del resto aveva sempre fatto i suoi libri, che peraltro
                          sono tutti arrivati in negozio da diverse settimane. «Da quando è iniziata l' emergenza gli arrivi si sono
                          completamente fermati». Mentre naturalmente è molto aumentata la consegna a domicilio, che prosegue e
                          proseguirà anche a emergenza finita, ci racconta. Ma cosa leggono e cosa chiedono di più i clienti in questo
                          periodo? «Come accade spesso molte persone cercano libri che parlino di auttalità, In questo caso ovviamente di
                          epidemie, peste, malattia. Qui da noi, cercano edizioni ormai fuori catalogo che gli editori non hanno fatto in tempo a
                          ristampare, o libri storici sull' argomento». Quindi sì, le persone si rivolgono alla libreria per trovare strumenti di
                          evasione, conforto e anche di conoscenza. Non una gran scoperta per chi i libri li frequenta quotidianamente,
                          purtroppo a oggi una minoranza di italiani. «Infatti questa attenzione per le librerie mi ha fatto piacere, mi rendo
                          conto che c' è stata un po' di strumentalizzazione, visto il disinteresse generale per il settore che c' è stato fino a
                          oggi, ma voglio sperare che appunto in questo momento magari alle librerie tornino non solo gli appassionati di
                          sempre, ma magari si avvicinino anche persone che ora hanno il tempo e l' occasione di farlo». Ma quindi cosa
                          pensa di chi invece non ha chiuso? «Credo che ognuno abbia fatto le proprie valutazioni, e che sicuramente ci siano
                          realtà per cui aprire costa più che stare chiusi, vista la poca gente in giro. Ma rifiuto l' appellattivo di populista che ho
                          sentito rivolgere a chi invece, come me, ha deciso di riaprire». Angela Longo della Dante: «Stiamo pensando a come
                          riaprire. Questo momento serva per ottenere, tutti uniti, ciò che da tempo chiediamo» «Credo che ognuno abbia fatto
                          le proprie valutazioni, ogni libreria, soprattutto indipendente, ha una propria identità che dipende direttamente dal
                          libraio, non critico quindi nessuno e anzi credo che questo sia un momento in cui restare tutti uniti, a prescindere, per
                          cogliere l' occasione e sperare in un momento di vero cambiamento». A parlare in questo caso è Angela Longo,
                          libraia insieme alla sorella Alberta della Dante di Longo di via Diaz, che al momento ha manten tuo le serrande
                          abbassate. Loro sono state tra quelle che hanno firmato insieme ad altre centinaia di librai una lettera per il
                          Presidente del Consiglio in cui, pur dicendosi lusingati da questa improvvisa attenzione, chiedono sicurezza per chi
                          lavora, ma anche politiche che vadano al di là del momento simbolico. «Per esempio - si chiede Longo - sarà
                          finalmente il momento in cui la legge quadro per il libro includa anche gli sgravi fiscali per chi acquista? Si tratta di
                          pensare a strategie». Nel frattempo, ci dice, «stiamo cercando di capire come riaprire. E lo faremo, probabilmente
                          prima del 4 maggio. Ma sinceramente non ci è sembrato il modo giusto di annunciarlo, così, senza che fossimo
                          preparati, il venerdì sera

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 6
Unione bassa romagna periodici - venerdì, 17 aprile 2020 - Unione dei Comuni della ...
[ § 1 5 7 0 7 7 3 6 § ]

                          venerdì 17 aprile 2020

                                                                             Ravenna e Dintorni
                                                                                Ravenna & Dintorni

                          di Pasqua. E poi è una situazione incomprensibile per quanto riguarda per esempio le uscite dei libri, con metà
                          delle regioni in cui in realtà le librerie sono chiuse. Non capiamo bene come possiamo tenere aperto e allo stesso
                          tempo invitare i nostri clienti a restare a casa, è un messaggio molto contraddittorio. Qui si parla di salute per chi
                          lavora, ma anche per chi viene in libreria». In queste settimane le sorelle Longo hanno pubblicizzato la consegna a
                          domicilio che già facevano per i clienti in difficoltà e hanno utilizzato molto la comunicazione a distanza. «Abbiamo
                          chiacchierato con i lettori nelle videochiamate per consigliare i libri che poi abbiamo recapitato. E abbiamo
                          conosciuto anche tanti lettori nuovi che si sono rivolti a noi perché hanno scoperto che facevamo questo servizio.
                          Ma certo non è qualcosa che può bastare. Riaprire la libreria è essenziale, stiamo cercando di capire come». Già
                          perché nella libreria di via Diaz si tenevano incontri, presentazioni, letture per i più piccoli. «Nulla di tutto questo sarà
                          possibile, nel breve periodo, anche perché i nostri spazi sono limitati. Abbiamo mantenuto i gruppi di lettura, in
                          questo periodo, tramite Skype, ed è stato molto bello. E abbiamo partecipato ad alcuni incontri con gli autori in
                          streaming, un' esperienza toccante, ma non certo come l' evento dal vivo». La libreria Dante era infatti presente
                          anche a molte presentazioni anche fuori dalla libreria. «Mancheranno quei clienti e quelle vendite e mancheranno i
                          turisti, che per noi erano importantissimi». Mancheranno anche i bambini delle letture Nati per Leggere. «Quello che
                          ora posso immaginare è che Pedaleggiamo (un tour in bici per la città con tappe che prevedevano la lettura di brani,
                          nrd), una delle iniziati ve a cui eravamo più affezionate, possa essere la prima iniziativa a riprendere». Federica
                          Angelini.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019               Pagina 7
Unione bassa romagna periodici - venerdì, 17 aprile 2020 - Unione dei Comuni della ...
[ § 1 5 7 0 7 7 3 3 § ]

                          venerdì 17 aprile 2020
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                                                                             Ravenna e Dintorni
                                                                                Ravenna & Dintorni

                          SOLIDARIETÀ

                          Dagli alunni ai macellai, fino a notai e centri sociali: quante donazioni
                          Le associazioni di categoria, i sindacati e il mondo del volontariato e dello sport si muovono per aiutare Ausl,
                          protezione civile e amministrazioni pubbliche

                          Oltre all' impegno sul campo con le proprie risorse umane, il mondo
                          locale dell' associazionismo e del volontariato sta dimostrando grande
                          partecipazione nel periodo di emergenza da coronavirus. Sono tante le
                          donazioni inviate agli ospedali, all' Ausl, alla protezione civile. Un segnale
                          di solidarietà e vicinanza arriva da alcune associazioni faentine: Anffas,
                          Autismo Faenza, A Mani Libere, "Si stare insieme" Anmic e Grd hanno
                          deciso di devolvere 800 euro a ognuno degli ospedali di Ravenna, Lugo e
                          Faenza utilizzando parte dei fondi raccolti nella campagna Calendario
                          2020. Il centro sociale La Quercia - non potendo offrire un pasto diretto
                          ai bisognosi per via delle limitazioni del Dpcm - ha versato mille euro nel
                          Fondo Generi Alimentari aperto dal Comune di Ravenna. Le associazioni
                          dei migranti a Ravenna, diversi cittadini stranieri e italiani e varie realtà
                          ravennati che ruotano attorno al mondo dell' integrazione hanno
                          raccolto 10.500 euro: 8mila al Reparto di Terapia intensiva di Ravenna e
                          il resto per il Fondo generi alimentari del Comune. Continua La raccolta
                          fondi lanciata dall' associazione benefica ravennate Cuore e Territorio a
                          favore dell' ospedale civile. I contributi di cittadini e imprese ha permesso la donazione di migliaia di mascherine e
                          visiere protettive per medici, infermieri e forze dell' ordine, oltre a 2 ventilatori polmonari e diversi caschi completi di
                          generatore di ventilazione non invasiva. È prevista l' estensione della donazione di materiali medicali all' Ospedale di
                          Lugo, divenuto "Covid Hospital" La Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo, grazie ai primi diecimila euro raccolti,
                          ha consegnato all' ospedale di Ravenna attrezzature sanitarie tra cui due monitor multiparametrici. I Rotary club
                          Ravenna, Lugo e Galla Placidia hanno donato alle terapie intensive di Ravenna e Lugo un monitor Carescape B650
                          portatile, per la rilevazione cardiaca e emodinamica in continuo e per il monitoraggio respiratorio per un valore di
                          quasi 20mila euro. Il circolo del Partito Democratico di Granarolo Faentino ha devoluto una parte del ricavo della
                          Festa dell' Unità dello scorso anno, 1500 euro, a favore della "Pubblica Assistenza città di Faenza". La sezione
                          ravennate dell' associazione nazionale Insigniti dell' Ordine al merito della Re pubblica Italiana (Ancri) ha consegnato
                          alla polizia locale di Ravenna 120 confezioni di gel igienizzante per mani. Il sindacato Macellai Confcommercio
                          Ravenna ha devoluto la somma di duemila euro all' ospedale di Ravenna.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 8
Unione bassa romagna periodici - venerdì, 17 aprile 2020 - Unione dei Comuni della ...
[ § 1 5 7 0 7 7 3 3 § ]

                          venerdì 17 aprile 2020

                                                                              Ravenna e Dintorni
                                                                                 Ravenna & Dintorni

                          L' Avis di Ravenna, l' associazione volontari italiani del sangue, ha donato fondi e dispositivi per la protezione degli
                          operatori sanitari delle strutture locali impegnati nell' emergenza Covid-10 per un valore complessivo di 25mila euro.
                          Sono stati utilizzati i fondi destinati alle iniziative per celebrare i 60 anni di attività dell' associazione. L' associazione
                          Per Massa ha donato al Gruppo Comunale di Protezione Civile di Massa Lombarda diversi generi alimentari per
                          aiutare le persone in difficoltà. L' Unione donne in Italia di Massa Lombarda ha donato 5mila euro all' ospedale di
                          Lugo. I trenta notai del distretto di Ravenna hanno donato 27.398 euro all' Ausl Romagna. La sezione Arbitri di Lugo
                          scende in campo e dona mille euro a favore dell' ospedale per finanziare l' acquisto di attrezzature. La sezione
                          Martiri del Senio dell' Anpi di Lugo ha donato mille euro all' ospedale Umberto I diventato Covid Hospital. I volontari
                          storici di Auser hanno donato seimila euro all' ospedale lughese. L' associazione culturale islamica Luce Annour di
                          Castel Bolognese ha donato duemila euro a Ausl e Comune per attrezzature e aiuti a famiglie bisognose e venti soci
                          si sono prenotati per donare sangue all' Avis. L' associazione culturale Casa delle Aie di Cervia ha deciso all'
                          unanimità di donare duemila euro a favore del Coordinamento del Volontariato di Cervia. Il gruppo culturale Civiltà
                          Salinara di Cervia e i 400 soci del Centro sociale cervese hanno donato rispettivamente duemila e diecimila euro a
                          favore dell' ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna. Gli alunni della scuola primaria Camerani hanno voluto
                          donare al personale medico, infermieristico e Oss della Pediatria di Ravenna mille euro, reperendo la somma dalla
                          raccolta fondi organizzata nel corso della festa di fine anno scolastico 2018-2019. La onlus "Gli Amici di Pablo",
                          presente nel territorio di Lugo e comprensorio, ha donato cinquemila euro all' ospedale Umberto I di Lugo per l'
                          acquisto di materiale di supporto al contrasto dell' epidemia e dispositivi di protezione individuale. La sezione
                          ravennate dell' Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra ha deliberato l' erogazione di un contributo di
                          mille euro a favore dell' Ausl. Donazione di tremila al reparto Rianimazione dell' ospedale di Ravenna dal Comitato
                          per la sicurezza stradale (Cosistra). Gli organizzatori del Rally di Romagna Mtb - cancellato proprio per colpa del
                          coronavirus - hanno donato la quota della tessera ai volontari della Protezione Civile di Riolo Terme, in totale 500
                          euro.

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                Pagina 9
Unione bassa romagna periodici - venerdì, 17 aprile 2020 - Unione dei Comuni della ...
[ § 1 5 7 0 7 7 3 1 § ]

                          venerdì 17 aprile 2020
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                                                                            Ravenna e Dintorni
                                                                               Ravenna & Dintorni

                          LA DONAZIONE

                          Avis Provinciale Ravenna a fianco dei sanitari impegnati nella lotta al covid-19. Donati
                          dispositivi di protezione e fondi per 25mila euro
                          Destinatari sono ospedali, medici di medicina generale, pediatri di famiglia e personale sanitario del territorio

                          Per fornire un aiuto concreto al personale sanitario che da settimane è
                          impegnato nella lotta al Covid-19 sul territorio, AVIS Provinciale Ravenna
                          ha voluto contribuire con i propri mezzi, utilizzando i fondi inizialmente
                          destinati alle iniziative per celebrare i suoi 60 anni di attività. L'
                          Associazione, a nome di tutte le sue 22 sezioni comunali, ha così donato
                          fondi e dispositivi per la protezione degli operatori sanitari per un valore
                          complessivo di 25mila Euro. In particolare, sono state consegnate 1.800
                          visiere protettive, prodotti conformi CE cat.1, ideati e sviluppati da una
                          delle tante aziende del territorio, la Cartesio Fullcard (Forlì -Cesena), che
                          stanno adattando la propria produzione per dare un contributo alla
                          gestione dell' emergenza. Nello specifico, 400 visiere sono state accolte
                          dal dottor Stefano Falcinelli, Presidente dell' Ordine dei Medici di
                          Ravenna, e dal dottor Mauro Marabini, direttore del Dipartimento di Cure
                          Primarie di Ravenna, e sono state destinate a medici di medicina
                          generale, pediatri di libera scelta e medici di continuità assistenziale che
                          si recano a domicilio di chi è positivo al Covid-19 e non necessita di
                          ricovero ospedaliero, o di sospetti Covid-19, per monitorarne le condizioni in maniera continuativa. Altre 500 visiere
                          sono state consegnate al dottor Paolo Fusaroli, direttore sanitario dell' Ospedale Umberto I di Lugo; 500 al dottor
                          Paolo Tarlazzi, direttore sanitario dell' Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, e 400 al dottor Davide Tellarini,
                          direttore sanitario dell' Ospedale degli Infermi di Faenza. Inoltre, sono state effettuate ulteriori donazioni verso l'
                          Ospedale Umberto I di Lugo, mentre all' ospedale di Faenza andranno anche 4mila mascherine chirurgiche e 400
                          mascherine FFP2. «Abbiamo poi pensato - aggiunge Marco Bellenghi, Presidente AVIS Provinciale Ravenna - ai
                          nostri amici della Pubblica Assistenza di Ravenna, donando anche a loro alcune visiere protettive. E non ci fermiamo
                          qui: AVIS vuole essere al fianco dei tanti operatori sanitari del territorio in maniera immediata e concreta, anche in
                          futuro. La nostra è un' Associazione che si basa su un alto spirito del volontariato e con questo gesto vogliamo
                          donare alla collettività, come abitualmente ogni giorno fanno i nostri donatori. In questo modo, il nostro 60esimo
                          compleanno è per noi ancora più ricco di significato». AVIS Provinciale Ravenna ha infatti origine nel 1960 su
                          impulso del Sen. Aldo Spallicci, e da allora effettua un' intensa attività di raccolta di sangue e plasma sul territorio.
                          Oggi comprende 23 sezioni comunali; in 11 di queste sono presenti punti di raccolta gestiti direttamente dall'
                          Associazione. Nel 2018 sono stati 10.197 i donatori "continuativi" AVIS che hanno permesso la raccolta di oltre
                          18.500 donazioni.

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 10
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                                                                             Ravenna & Dintorni

                          Per info su Avis Provinciale Ravenna: www.ravenna.avisemiliaromagna.it oppure tel. 0544/421180 (dal lunedì al
                          venerdì 8-13; sabato 8-12) - Pagina Facebook: Avis Provinciale Ravenna.

                                                             Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019     Pagina 11
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                                                                                Ravenna & Dintorni

                          LETTURA

                          La biblioteca Manfrediana di Faenza consegna i libri in prestito a domicilio
                          Per la restituzione si aspetterà la riapertura della struttura

                          Chiusa al pubblico da oltre un mese causa misure anti-coronavirus, la
                          Biblioteca Comunale Manfrediana ha deciso di riprendere alcune attività
                          oltre a quelle già proposte in queste settimane sulla propria pagina
                          facebook. In modo graduale e nel pieno rispetto di tutte le misure di
                          sicurezza, dai prossimi giorni verrà riattivato il prestito di libri tramite
                          consegna a domicilio. Un servizio che ha l' obiettivo di contribuire a
                          spezzare la monotonia di giornate che rischiano di essere una uguale all'
                          altra per ora limitato a Faenza, senza escludere un' estensione anche alle
                          altre biblioteche dell' Unione dei Comuni una volta verificate le condizioni
                          organizzative. Il servizio si avvarrà dei canali di consegna a domicilio già
                          in essere, senza perciò gravare su gli spostamenti e il numero di persone
                          in strada. Prevede la consegna direttamente a casa in busta chiusa di un
                          massimo di 3 libri e 3 DVD a persona, mentre non è previsto il ritiro dei
                          libri prestati che sarà a carico dei richiedenti dopo la riapertura al
                          pubblico della biblioteca. Le richieste vanno inoltrate tramite email all'
                          indirizzo manfrediana@romagnafaentina.it, mentre la consultazione, con
                          le disponibilità in tempo reale, può essere effettuata sul catalogo online o sulla app di Scoprirete della Rete
                          bibliotecaria di Romagna e San Marino. «Dopo avere alimentato i nostri strumenti digitali per rendere "vicina" la
                          biblioteca anche in questa fase e in attesa di una totale riapertura - commenta l' assessore alla Cultura Massimo
                          Isola - la scelta di attivare questa nuova funzione credo sia saggia e attesa. Condivido in pieno la posizione del
                          Ministro Franceschini che ha lavorato per affermare nel dibattito pubblico il senso, il significato e la funzione del
                          libro e della conoscenza in questa complicata situazione. Con questa scelta e grazie al prezioso contributo dei
                          nostri bibliotecari e dei volontari dei Rioni, riusciremo a portare a casa dei faentini idee, emozioni, sentimenti e nuovi
                          saperi, in un momento di trasformazione così radicale come quello attuale. Non è una operazione semplice e
                          scontata, ma utile e forte dal punto di vista simbolico. Diciamo da settimane che il "dopo" dovrà essere affrontato da
                          tutti con competenze nuove - prosegue Isola - con visioni più articolate e inaspettate, con parole innovative: per fare
                          tutto questo serve curiosità, umiltà e voglia di conoscere nuovi paradigmi. I libri e la nostra Biblioteca ci possono
                          aiutare. Per questo, in linea con le normative generali, abbiamo pensato di non aspettare le condizioni per una
                          riapertura totale della struttura. Si tratta di una proposta virtuosa, di comunità. Abbiamo bisogno di sentirci uniti.
                          Questa è una piccola proposta che va in questa direzione».

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019           Pagina 12
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                                                                                Ravenna & Dintorni

                          IL DOPO CORONAVI RUS /5

                          La parola "crisi" in tutte le sue declinazioni adatta (da anni) a descrivere (anche) l' editoria
                          La scrittrice e ghostwriter di Alfonsine Manuela Mellini, oggi residente a Berlino, riflette sul mondo dei libri in parallelo
                          tra Italia e Germania, ma anche sulla difficile quotidianità di lettori e sul linguaggio di questo momento

                          Romagnola di nascita (1979), oggi vive fra Milano e Berlino. Lavora dal
                          2004 come redattrice, autrice e ghostwriter, occupandosi di diversi
                          argomenti: dallo spettacolo allo sport, dall' arte alla storia. Realizza
                          giochi di enigmistica per varie testate e, cosa generalmente più gradita,
                          piadine per vari amici. Il colore dei papaveri è il suo primo romanzo, il suo
                          secondo libro Tutta colpa di mia nonna è uscito nel 2019 per Baldini+
                          Castoldi. C' è un racconto di Dino Buzzati, grande maestro di
                          inquietudine, che mi viene in mente di continuo in questi giorni. Si intitola
                          "Qualcosa è successo" ed è raccolto nel volume Il crollo della
                          Balinverna. Parla di un convoglio che, negli anni Cinquanta, lascia il sud
                          per dirigersi a Milano: un treno direttissimo, che con un viaggio di dieci
                          ore attraversa il Paese senza soste. Poco dopo la partenza, i passeggeri
                          si accorgono che, fuori, sta succedendo qualcosa di spaventoso. La
                          gente delle campagne e delle città è in preda a una forte agitazione: tutti
                          si affannano, preparano le valigie, partono (in macchina, in bici, a piedi)
                          verso il meridione; e lo fanno per sfuggire a una minaccia che arriva dal
                          nord - da quel nord verso cui il convoglio continua a sfrecciare. Più la meta si avvicina, più i segnali all' esterno sono
                          tangibili. Nelle stazioni c' è chi cerca di avvicinarsi ai vagoni, di urlare qualche avvertimento. Una signora riesce ad
                          afferrare un giornale che, dal finestrino, un ragazzo le porge. Ma la pagina si strappa e a lei restano in mano solo
                          quattro lettere: «IONE». Il treno sta correndo verso qualcosa di terribile; qualcosa che finisce per «ione», e che
                          costringe tutti gli altri a scappare. Nella carrozza, i passeggeri sono paralizzati dall' ansia. Ed è così per ore, fino all'
                          arrivo in una Milano spettrale da cui nessuno sa cosa aspettarsi, se non che sarà qualcosa di tremendo. Ecco, credo
                          che noi ora stiamo vivendo una situazione simile. Siamo chiusi dentro un treno, lanciato verso una meta che
                          nessuno conosce e che, però, fa paura. Nuotiamo, letteralmente, nell' incertezza: ce l' abbiamo addosso, tutto
                          intorno e, quel che è peggio, dentro. L' incertezza ci nutre e ci divora. Ci porta a ripiegarci su noi stessi e a chiederci
                          cosa ne sarà di noi, quando tutto questo finirà. Se finirà. E come finirà. «Cosa succederà, dopo?» Forse nessuno
                          riesce a dirlo ad alta voce, ma in tanti, credo, lo pensiamo

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 13
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                          venerdì 17 aprile 2020

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                                                                                 Ravenna & Dintorni

                          di continuo. Perché è chiaro che ci sarà un dopo, così com' è chiaro che c' è stato un prima. Siamo nel mezzo di
                          una frattura fra un passato a suo modo rassicurante, che magari non ci piaceva ma che, comunque, conoscevamo,
                          e un futuro che non riusciamo ancora a immaginare. «Abbiamo bisogno di scenari alternativi» scrive Gianluca
                          Briguglia su "il Post". E, siccome nessuno ce li dà, cerchiamo allora di inventarceli noi, con un esercizio di fantasia
                          che, lo intuiamo bene, probabilmente non ci porterà a nulla (nessuno può sapere davvero cosa succederà da qui a
                          uno, due, sei mesi), eppure ci appare necessario. E lo è, a mio avviso. Perché, come emerge con sempre maggiore
                          chiarezza, alla fine di questa storia saremo pieni di macerie, dentro e fuori di noi, e da qualche parte dovremo pur
                          partire per ricostruire il mondo - mondo che difficilmente sarà uguale a quello di prima. Raccontare l' emergenza Ci
                          appelliamo, allora, agli strumenti a nostra disposizione, senza sapere se potranno davvero servirci. Usiamo le parole
                          che conosciamo per tentare di descrivere una situazione completamente inedita. Andiamo avanti per
                          approssimazioni, come una pallina da flip per che trova la sua traiettoria solo rimbalzando da una parte all' altra.
                          Alcuni hanno il grande merito di tentare di far ordine in questa Babele. È il caso fra l' altro della Treccani che, a partire
                          da un articolo della linguista Vera Gheno a inizio marzo (Coronavirus: una parola infetta), continua a pubblicare
                          approfondimenti interessanti: Il lessico globale della distanza, di Daniela Pietrini; La peste il terremoto e altre
                          metafore, di Stefania Spina; Le parole del Coronavirus, un elenco di dieci termini stilato in collaborazione con l'
                          Istituto superiore della Sanità, che può forse aiutarci a definire i termini dell' emergenza sanitaria in corso. La parola
                          che affiora più spesso sulle labbra di tutti è "crisi", concetto che si presta alla perfezione a indicare sia il profondo
                          turbamento che ha investito la nostra vita individuale e collettiva, sia il disordine, il disequilibrio, la disorganicità sui
                          piani economico e sociale. Merito del Coronavirus è forse quello di aver finalmente zittito i sostenitori della favolina
                          secondo cui "crisi", in cinese, si scriverebbe con due ideogrammi, il primo dei quali significa "pericolo" e il secondo
                          "opportunità". Prima di tutto, non è vero: in cinese la questione linguistica è molto più complessa rispetto a questa
                          visione motivazionale da coach occidentali (semplificando al massimo: sarebbe come dire che la parola "tavolo"
                          evoca il fluttuare liberi nell' aria perché contiene "volo"). Secondo, le opportunità nella crisi le trova solo chi, alla crisi,
                          sopravvive rimanendo tutto intero. Chi resta sepolto sotto le macerie per questioni personali, affettive, lavorative, di
                          salute fisica o mentale ("stress" è una delle parole del Coronavirus scelte dalla Treccani), fa fatica a vedere tutte
                          queste mirabolanti opportunità. Andrà tutto bene per chi sa e può stare bene. E gli altri? L' editoria in Italia e in
                          Germania Nel settore di cui mi occupo, l' editoria libraria, "crisi" è la parola che gira di più non solo ora, ma da almeno
                          vent' anni a questa parte. Siamo tutti sempre in cri

                                                                 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019                Pagina 14
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                          venerdì 17 aprile 2020

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                                                                                Ravenna & Dintorni

                          si, con una costanza che a suo modo ha dell' ammirevole. Le case editrici sono perennemente in difficoltà. Fanno
                          debiti, faticano a pagare gli affitti (e i fornitori, e i collaboratori), aspettano il bestseller da centinaia di migliaia di
                          copie vendute che possa permettere loro di tirare un po' il fiato - lo aspettano, va da sé, come Vladimiro ed
                          Estragone aspettano Godot. Spesso vanno avanti solo grazie alla passione e alle competenze di chi sceglie questo
                          mestiere consapevole del fatto che soldi e soddisfazioni non lo sfioreranno mai, neppure lontanamente, eppure non
                          vorrebbe fare null' altro. I dati delle ultime settimane sono oggettivamente terrificanti: si parla di un crollo delle
                          vendite pari al 75%. Le librerie sono chiuse, e solo alcune possono organizzarsi con un servizio di consegne a
                          domicilio. Gli eventi saltano; le fiere sono rimandate a data di destinarsi; i titoli già previsti in uscita vengono
                          cancellati. Si calcola che nel 2020 verranno stampati 50 milioni di libri in meno rispetto agli anni scorsi, con un danno
                          che, partendo dagli editori, toccherà anche stampatori, magazzini, distributori, librerie. E i lettori, naturalmente. A
                          dimostrazione del fatto che tutto il mondo è paese, situazioni simili si stanno verificando non solo nel già traballante
                          ecosistema dell' editoria italiana, ma un po' ovunque. Persino nel mondo editoriale tedesco, uno dei più solidi al
                          mondo, l' Eldorado per i professionisti nostrani, il disagio è evidente. Ma è evidente anche lo squilibrio delle
                          condizioni di partenza, che rende difficile ogni paragone. In Italia, Paese di circa 60 milioni di abitanti, il mercato del
                          libro genera un fatturato di circa 2,8 miliardi di euro l' anno; in Germania, 83 milioni di abitanti, si parla di più di 9,3
                          miliardi di euro (fonte: Aie). In Italia il 60% circa dei cittadini si approccia almeno una volta all' anno a un libro, un e
                          book, un audiolibro, senza necessariamente arrivare fino in fondo; in Germania, il 60% delle persone legge almeno
                          una volta al mese (fonti: Istat ed Eurostat). A complicare ulteriormente la situazione c' è il fatto che la Germania è
                          divisa in Länder, stati federali che, anche in questo momento, conservano una certa autonomia decisionale. Per
                          esempio a Berlino, dove vivo, le librerie, proprio come i supermercati e le farmacie, sono rimaste aperte: non tutte e
                          non sempre; la maggior parte solo per 3-5 ore al giorno, ma comunque esiste la possibilità concreta di ordinare e
                          ritirare dei libri, o anche di perdere qualche minuto a osservare, scegliere e comprare quelli presenti in negozio.
                          Questa, va detto, è un' eccezione: Berlino e la Sassonia-Anhalt sono gli unici due Länder sui sedici complessivi a
                          offrire una tale possibilità. Possibilità che, a conti fatti, non porterà certo chissà quali ricchezze all' editoria tedesca
                          in questo contesto. Ma qui si parte da una realtà stabi le, se non proprio florida. In Italia, invece, no. E non è un
                          discorso qualitativo, per carità. Ma i numeri sono questi. Leggere ai tempi del Coronavirus Un altro dato di fatto di cui
                          tenere conto è che molti di noi lettori (non tutti, per fortuna: per alcuni è vero l' esatto contrario) stanno vivendo
                          attimi di grande difficoltà. Smart working e, per chi ha figli, home schooling, oltre forse a una più accanita

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 15
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                                                                               Ravenna & Dintorni

                          frequentazione dei social network, bastano a riempire le giornate - e la testa. La ricerca di informazioni sull' attuali
                          tà, vissuta come necessaria per provare a mettere qualche punto fermo nel caotico magma in cui ci troviamo, fa il
                          resto. Leggiamo di meno perché non abbiamo la serenità, la lucidità e la concentrazione che ci consentirebbero di
                          immergerci in una storia nuova, in una realtà inventa ta. Spesso, piuttosto, rileggiamo: cerchiamo una rassicurazione
                          nelle pagine che conosciamo, quelle che abbiamo già letto e amato, che ci evocano emozioni note e che magari, fra
                          sgualciture e sottolineature, ci portano quel conforto di cui abbiamo bisogno. Gli unici testi che sembrano offri re
                          risposte ai nostri interrogativi presenti appartengono al passato: La peste di Albert Camus, Cecità di José Saramago.
                          E quindi: tutto finito? Tutto perduto? Forse no. Anche in un momento così difficile, è possibile intravedere qualche
                          piccola buona notizia. Il mercato degli e book (che certo, è ancora tutto sommato ridotto, e da solo non basterà a
                          salvare nessuno) è dato in aumento del 50%; gli audiolibri si stanno rivelando, per molti, una valida alternativa alla
                          lettura. Gli utenti delle biblioteche online sono c resciuti in maniera esponenziale: nella sola Milano, nel mese di
                          marzo, il numero delle iscrizioni è aumentato del 641%. «La letteratura è una difesa contro le offese della vita»
                          scriveva Cesare Pavese nel Mestiere di vivere. E Philip Pullman sottolinea come l' essere umano abbia, per sua
                          natura, necessità di libri. «"Non devi" è presto dimenticato, "c' era una volta" durerà per sempre». Ecco: a questo suo
                          «per sempre» io credo molto. Voglio pensare che l' amore per il "c' era una volta" non ci abbandoni nonostante l'
                          uragano che ci ha travolti, e che magari tornerà a essere più forte quando tutto questo, finalmente, passerà. E a quel
                          punto, oltre a rimettere insieme i pezzi e a leccarci le ferite, potremo co ntinuare a leggere, scrivere, raccontare e
                          ascoltare quelle storie di cui tutti noi, ognuno a suo modo, abbiamo bisogno.

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                                                                                    Settesere Qui

                          CORONAVIRUS | I numeri aggiornati al 15 aprile. In provincia di Ravenna 900 casi. Lockdown fino al 3
                          maggio

                          Frenano i contagi, ma ancora troppi decessi

                          In Emilia-Romagna sono 21.029 i casi di positività al Coronavi rus, 277 in più
                          rispetto a ieri. Per la prima volta, però, salgono di più le guarigioni: se ne sono
                          infatti registrate 395 di nuove. I test effettuati hanno raggiunto quota 106.149,
                          4.253 in più rispetto a martedì. Questi i dati - accertati alle ore 12 di mercoledì 15
                          sulla base delle richieste istituzionali - relativi all' andamento dell' epidemia in
                          regione. Complessivamente, 8.966 persone sono in isolamento a casa, poiché
                          presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive
                          di sintomi (-50 rispetto a ieri). 325 i pazienti in terapia intensiva: tre in meno di
                          ieri. E diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (- 85). Le
                          persone complessivamente guarite salgono a 4.664 (+395): 2.200 «clinicamente
                          guarite», divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni
                          cliniche associate all' infezione, e 2.464 dichiarate guarite a tutti gli effetti
                          perché risultate negative in due test consecutivi. I DECESSI Purtroppo, si
                          registrano 83 nuovi decessi: 41 uomini e 42 donne. Per quanto riguarda i decessi
                          (arrivati complessivamente in Emilia-Romagna a 2.788), per la maggior parte
                          sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie
                          pregresse. I nuovi riguardano 9 residenti nella provincia di Piacenza, 10 in quella di Parma, 17 in quella di Reggio
                          Emilia, 9 in quella di Modena, 19 in quella di Bologna (nessun caso registrato nell' imolese), 4 in quella di Ferrara, 3 in
                          provincia di Ravenna, 7nella provincia di Forlì -Cesena (5 nel forlivese e 2 nel cesenate), 5 in quella di Rimini; nessun
                          decesso di persone di fuori regione. I NUOVI CONTAGI Questi i casi di positività sul territorio, che invece si
                          riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.223 a Piacenza (56 in più
                          rispetto a ieri), 2.616 a Parma (34 in più), 3.982 a Reggio Emilia (35 in più), 3.217 a Modena (37 in più), 3.035 a
                          Bologna (60 in più), si fermano per il secondo giorno consecutivo a 345 le positività registrate a Imola, 649 a Ferrara
                          (14 in più). In Romagna sono complessivamente 3.962 (41 in più), di cui 889 a Ravenna (9 in più), 736 a Forlì (12 in
                          più), 588 a Cesena (11 in più), 1.749 a Rimini (9 in più). LA RETE OSPEDALIERA Da Piacenza a Rimini, il lavoro della
                          rete ospedaliera per il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente, a oggi, a
                          5.012 posti letto destinati ai pazienti Co vid 19: 4.451 ordinari e 561 di terapia intensiva (dodici in meno di ieri). Nel
                          dettaglio: 609 posti letto a Piacenza (di cui 42 per terapia intensiva),1.015 Parma (69 quelli di terapia intensiva), 619
                          a Reggio Emilia (58 terapia intensiva), 536 a Modena (86 terapia intensiva),1.147 nell' area metropolitana di Bologna
                          e Imola (161 terapia intensiva, di cui 16 a Imola), 333 Ferrara (38 terapia intensiva), 753

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                                                                                    Settesere Qui

                          in Romagna, di cui 107 per terapia intensiva (nel dettaglio: 193 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione;
                          131 Ravenna, di cui 14 per terapia intensiva, a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione da Villa Maria
                          Cecilia di Cotignola per la terapia intensiva; 24 al San Pier Damiano Hospital di Faenza; 99 a Lugo, di cui 10 per
                          terapia intensiva; 89 a Forlì, di cui 10 per terapia intensiva, a cui si aggiungono 40 letti ordinari nella struttura privata
                          Villa Serena; 128 a Cesena, di cui 26 per terapia intensiva. LE MASCHERINE Dal Dipartimento nazionale sono
                          pervenuti oggi all' Agenzia 390.000 mascherine chirurgiche, 88.000 mascherine ffp2, 12 umidificatori e 4 ventilatori
                          polmonari per terapia intensiva. Sono pervenute, inoltre, 8.000 mascherine chirurgiche dalla Cina. I VOLONTARI Nella
                          giornata di ieri, martedì 14 aprile, sono stati 1.184 i volontari di Protezione civile dell' Emilia Romagna impegnati nell'
                          emergenza. Dall' inizio dell' emergenza, sono state raggiunte 22.240 complessive. Ecco le attività più rilevanti in
                          svolgimento: supporto ai Comuni per l' assistenza alla popolazione (comprese le funzioni di segreteria e logistica
                          presso i Coc), con l' apporto degli scout Agesci in diverse province: 900; supporto alle Ausl nel trasporto degenti con
                          ambulanze, trasporto campioni sanitari e consegna farmaci (Cri e Anpas): 280; disinfezione e sanificazione dei
                          mezzi di soccorso. Si avvicina il turno degli Alpini ER presso il nuovo ospedale Covid di Bergamo; copriranno il turno
                          dal 18 al 25 aprile con un contingente composto da una trentina di volontari. PUNTI TRIAGE Sono 33 i punti -triage
                          attivi in Emilia-Romagna (10 davanti alle carceri, 23 per ospedali e cliniche): 3 in provincia di Piacenza (Piacenza
                          città, Fiorenzuola d' Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgo taro);
                          3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo,
                          Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di Bologna (davanti al Sant' Orsola e al
                          Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); 1 in provincia di Forlì Cesena (Meldola); 1 in
                          provincia di Ravenna (Ravenna città); 1 in provincia di Rimini (Rimini città); 1 nella Repubblica di San Marino.
                          DONAZIONI Prosegue la campagna di raccolta fondi voluta dalla Regione a sostegno del sistema sanitario per la
                          gestione e il superamento dell' emergenza sanitaria. Chi vuole fare una donazione, deve effettuare il versamento sul
                          seguente Iban:IT6 9G0200802435000104428964. Intestatario: Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la
                          protezione dell' Emilia-Romagna. Causale - Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus.

                                                                Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019              Pagina 18
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                          CORONAVIRUS | La storia di Antonina Alfonso, 92 anni, in Romagna dal 1948

                          «La guerra è davvero un altro paio di maniche, ma senza rispettare le regole non ne
                          usciremo»

                          «A me la vita, con il Coronavi rus, non è cambiata molto. Sono invalida e non
                          cammino più da 14 mesi. La cosa che mi manca di più sono le mie nipoti e
                          pronipoti, ma ci vediamo su Skype, che mi sembra proprio una diavoleria».
                          Antonina Alfonso, detta Nina, nata a Randazzo, in provincia di Catania, ha 92
                          anni e vive a Ravenna dal '48, quando sposò Nunzio che, tornato a piedi dalla
                          Russia nel '46, si era fermato vicino ad Alfonsine per iniziare una nuova vita:
                          «Tutte le sere ci colleghiamo - continua Nina - e con le mie nipoti ci facciamo
                          due risate. Cerchiamo di sdrammatizzare». Quando la donna chiacchiera con
                          sua figlia Ausilia, un po' per scherzo e un po' sul serio le dice che il Covid- 19 l'
                          hanno messo nell' aria: «Non penso che ne usciremo, soprattutto a causa dei
                          comportamenti scorretti di molte persone. Non è più come una volta, che anche
                          in tempo di guerra, c' era tanta umanità e riconoscenza». E Nina lo sa bene, visto
                          che dal suo Paese, insieme alla sua e ad altre fami glie, è dovuta scappare a
                          causa dei bombardamenti: «La guerra me la ricordo come se fosse ieri. Era il 13
                          giugno del 1943. Quella notte non riuscimmo a raggiungere il Monte Spagnolo e
                          dormimmo nel bosco. A un certo punto, un elicottero gettò a terra dei volantini
                          in cui c' era scritto che non era un luogo sicuro, lo avrebbero preso a cannonate. Arrivati alle pendici del monte, ci
                          fermammo in una grotta e dormimmo su giacigli di foglie. L' acqua l' andavamo a prendere alle falde dell' Etna:
                          enormi pezzi di ghiaccio che facevamo sciogliere all' interno di coppi e mangiavamo il pane che riuscivamo a fare
                          con il grano che ci eravamo portati. Rimanemmo lì dieci giorni e una volta tornati in paese, non potemmo entrare in
                          casa, perché era stata bom bardata. Ma per noi il peggio era passato, il fronte si era spostato al Nord. Ed è qui che
                          Nunzio, dopo aver preso un terreno, viene raggiunto dalla famiglia: «Io dovevo farmi suora, mia madre voleva così,
                          ma poi lei morì di infarto e i miei fratelli vollero che rimanes si a casa. A me prese una specie di esaurimento. Nel
                          frattempo ero diventata bella e qualche pretendente si faceva avanti, ma a me non interessavano». Fino a quando
                          vide Nunzio che era tornato in paese per vendere un raccolto: «Parlava così bene, era intelligente, preparato. Quando
                          lo vidi andar via, dopo aver pranzato da noi, io ero alla finestra e pensai: "Ma come starei bene con quel ragazzo!".
                          Per mesi mi arrivarono delle lettere e anche un diario che cominciava così: "Quella domenica di metà marzo quando
                          per la prima volta vidi Nina". Lo conservo ancora tra le cose più care». Nel settembre del 1948 Nina e Nunzio si
                          sposano e lei viene a vivere a Sant' Antonio: «All' inizio eravamo in tredici in tre stanze, ma quanta pace e ar monia

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019            Pagina 19
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                          nella sua famiglia. A me mancava la mia, ma quando vedevo lui, io vedevo tutto». Nel '54, con la riforma agraria, a
                          Nunzio, Nina e al cognato spetta un podere con cinque ettari di terra: «Nel '63 mio cognato ci cedette la sua parte e
                          poi nel '68, dopo la morte di mio marito, a causa di un incidente sul lavoro, vendetti tutto per comprare casa a
                          Ravenna». Oggi Nina vive con sua figlia e il suo genero, trascorrendo le giornate tra rosoni, messe in tv e lavoro all'
                          uncinetto: «Noi stiamo bene, siamo felici e siamo e anche un po' in salute, almeno io. La guerra e il Coronavirus sono
                          due cose distinte. In guerra, in ogni momento, non sai mai se quello dopo sarai ancora viva. Io la morte l' ho sentita
                          addosso: una notte, nella grotta, entrò un tedesco. Voleva sparare su di me che ero sotto a una coperta ma mia zia
                          ebbe la prontezza di scoprirmi e mi salvò. Io ora sono una signora: mangio e dormo tranquillamente. Chi non aveva
                          niente, la fame eccome se la sentiva. La guerra è guerra». (b.g. )

                                                              Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019           Pagina 20
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                          venerdì 17 aprile 2020
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                                                                                  Settesere Qui

                          SOCIETA' | Il gruppo Disabilità di Faenza dona 2.400 all' Ausl

                          Un segnale di solidarietà e vicinanza arriva anche da alcune associazioni
                          faentine per la lotta al Coronavirus. In questi giorni Anffas, Autismo Faenza, A
                          Mani Libere, «Si stare insieme» Anmic e G.R.D. attraverso i presidenti e a nome
                          di tutte le famiglie rappresentate hanno deciso di devolvere agli ospedali di
                          Ravenna, Lugo e Faenza, in virtù dell' emergenza Coronavirus, una parte di
                          quanto raccolto nella campagna Calendario 2020 «Ci vuole un albero». Iniziativa
                          che ha permesso di raccogliere 51.000 euro in totale. Risorse che hanno
                          permesso di finanziare i due progetti «la Bottega della Loggetta» e «La
                          Chiocciola». Nello specifico 230 ore per il sostegno per lo sviluppo delle
                          autonomie e delle abilità sociali e 500 ore per il sostegno per il miglioramento
                          delle capacità comunicative. A questo si aggiunge anche il finanziamento
                          elargito per l' emergenza Coronavirus. Si tratta di di 2.400 euro complessivi,
                          suddivisi pariteticamente fra i tre ospedali di Ravenna, Faenza e Lugo, finalizzati
                          all' acquisto di presìdi di protezione individuale. «Ci troviamo di fronte ad una
                          emergenza inimmaginabile - affermano nella lettera inviata all' Ausl le realtà
                          associative faentine - e le nostre famiglie desiderano essere vicine a chi si trova
                          quotidianamente a fronteggiarla. Il nostro ringraziamento - concludono le associazioni - va a tutti gli operatori del
                          sistema sanitario che stanno lavorando senza sosta, con un cuore davvero grande».

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                          venerdì 17 aprile 2020
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                                                                                   Settesere Qui

                          CORONAVIRUS | Stop alle rassegne dialettali, da non sottovalutare il loro ruolo

                          «Tornare a ridere si deve»

                          Federico Savini Per lo più sono «amatori» e quindi non è invocabile lo stesso
                          problema di ordine economico e sindacale che travolge la gran parte degli
                          operatori del mondo culturale (attori, musicisti, organizzatori di eventi,
                          maestranze di musei e teatri, in misura minore gli scrittori), però dietro alle
                          rassegne di teatro dialettale ci sono investimenti e tanto lavoro, senza contare l'
                          apporto sociale delle compagnie e dei teatri che ospitano le commedie. Su
                          queste pagine abbiamo sempre raccontato il teatro dialettale per il ruolo
                          culturale e identitario di una tradizione più importante di quanto spesso non si
                          pensi. Oggi lo ribadiamo, ma puntiamo i riflettori anche sull' importanza chi
                          eventi hanno per la socialità della parte più anziana della popolazione.
                          Occasioni per uscire, ridere e ricordare, antidoti alla depressione, all' isolamento
                          e alle malattie connaturate alla vecchiaia. E quindi, nel bel mezzo di un tornado
                          epidemico che colpisce più di tutti proprio gli anziani, ci è sembrano giusto
                          raccontare come il mondo del teatro dialettale vive l' emergenza. Così, abbiamo
                          contattato Mario Gurioli, eminenza di una realtà virtuosa come la
                          Filodrammatica Berton di Faenza (che non si limita al teatro dialettale e lavora
                          tantissimo anche coi giovani), Alessandro Neri di Cvi de Funtanò, in rappresentanza della rassegna brisighellese «Un
                          teatar par tott», Roberto Battistini di «Ritroviamoci al Rasi», che la Capit organizza all' omonimo teatro di Ravenna, e
                          Graziano Dal Pozzo della storica rassegna di teatro dialettale alle Dune di Campiano, che salterà in toto proprio nell'
                          anno della 51ª edizione. Qual è la situazione? Pensate già all' autunno e ci sono problemi di ordine
                          economico anche se non siete professionisti? Alessandro Neri: «Eravamo a metà rassegna e l' ultimo decreto
                          Conte ha messo fine ad ogni possibilità di terminarla. Come per ogni progetto che si interrompe, le ricadute
                          economiche ci sono, anche se noi cadiamo in piedi, perché a inizio anno avevamo fatto una raccolta importante. La
                          nostra rassegna, con i soli incassi delle serate, faticherebbe. Tra le ricadute negative segnalo che gli introiti di "Un
                          teatar par tot t" andavano alla casa protetta del Fontanone, a Faenza, e quest' anno purtroppo saranno meno. Come
                          Cvi de Funta nò abbiamo fatto una nostra offerta all' ospedale di Faenza ma questa, naturalmente, è un' altra cosa.
                          Penso a rassegne che praticamente non sono partite come quella storica di Campiano o quella di Alfonsine, che ha
                          ricostruito un pubblico ma ha fatto un solo spettacolo, mentre a Imola c' è una compagnia che non potrà festeggiare
                          i 100 anni...». Graziano Dal Pozzo: «Il 1° marzo avremmo avuto il primo spettacolo... Avremmo riempito i fine
                          settimana di due mesi con la 51ª edizione di una rassegna longeva e prestigiosa. Qui sono passate le davvero le

                                                               Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019           Pagina 22
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