Unione bassa romagna periodici - venerdì, 17 aprile 2020 - Unione dei Comuni della ...
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Unione bassa romagna periodici venerdì, 17 aprile 2020 Ravenna & Dintorni 17/04/2020 Ravenna e Dintorni Pagina 3 4 Cercavamo gli untori in strada e intanto negli ospizi... 17/04/2020 Ravenna e Dintorni Pagina 4 5 Tra chi apre e chi tiene chiuso: con l' emergenza il libro diventa (finalmente) "bene essenziale" 17/04/2020 Ravenna e Dintorni Pagina 15 8 Dagli alunni ai macellai, fino a notai e centri sociali: quante donazioni 17/04/2020 Ravenna e Dintorni Pagina 17 10 Avis Provinciale Ravenna a fianco dei sanitari impegnati nella lotta al covid-19. Donati dispositivi di protezione e fondi per 25mila euro 17/04/2020 Ravenna e Dintorni Pagina 19 12 La biblioteca Manfrediana di Faenza consegna i libri in prestito a domicilio 17/04/2020 Ravenna e Dintorni Pagina 8-9 13 La parola "crisi" in tutte le sue declinazioni adatta (da anni) a descrivere (anche) l' editoria Settesere Qui 17/04/2020 SetteSere Qui Pagina 5 17 Frenano i contagi, ma ancora troppi decessi 17/04/2020 SetteSere Qui Pagina 7 19 «La guerra è davvero un altro paio di maniche, ma senza rispettare le regole non ne usciremo» 17/04/2020 SetteSere Qui Pagina 11 21 SOCIETA' | Il gruppo Disabilità di Faenza dona 2.400 all' Ausl 17/04/2020 SetteSere Qui Pagina 15 22 «Tornare a ridere si deve» 17/04/2020 SetteSere Qui Pagina 27 25 Cantine faentine e ravennati in difficoltà, il crollo del fatturato a marzo è stato verticale Il Nuovo Diario Messaggero 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 6 27 A piccoli passi verso una nuova normalità 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero 29 I servizi attivi sul territorio 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 6 31 «Mi hanno detto "puoi tornare a casa" e ho pianto di gioia» 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 7 33 Vescovo in visita all'ospedale di Lugo 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 10 34 Il cuore solidale del territorio 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 13 38 Dall'Ic di Cotignola 45 pc per gli studenti 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 17 39 «Più che sospensione servono sgravi scali ed esenzione dai tributi»
17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 17 41 Tante sono le attività che consegnano a casa 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 18 42 Castel Bolognese in Sfera società delle farmacie 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 20 43 Il Coronavirus non ferma il ricordo della Liberazione 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 29 46 A Pasqua otto sanzioni nell'imolese, una sola a Pasquetta Bassa Romagna, in un mese 165 multe e 4mila controlli 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 29 47 Positivo al Covid fugge dall'ospedale di Lugo 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 31 48 Artisti uniti contro il Coronavirus Opere in vendita per l'ospedale di Lugo 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 32 49 Ninì, la moglie di Gino Cervi era lughese 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 32 51 Università per adulti I corsi riprenderanno nel nuovo anno 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 32 52 Per riscoprire la gura dell'aviatore lughese 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 34 53 Anche la pallavolo dice basta No a promozioni e retrocessioni 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 35 55 «Ho riscoperto il pianoforte e mi godo la famiglia 17/04/2020 Il Nuovo Diario Messaggero Pagina 35 57 Da Lugo al trono d'Europa con l'Italia
[ § 1 5 7 0 7 7 3 2 § ] venerdì 17 aprile 2020 Pagina 3 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni IL COMMENTO Cercavamo gli untori in strada e intanto negli ospizi... Si temeva la grande fuga verso le seconde case al mare per godersi il sole del weekend pasquale e invece non è stato così. Lo dicono i numeri ufficiali dei controlli eseguiti dalla polizia locale a Ravenna e Cervia: nel ponte di tre giorni sono stati impiegati 270 agenti a turni che hanno controllato 921 persone per verificare che rispettassero le disposizioni richieste per contrastare il diffondersi della Covid-19 e ne sono venute fuori 40 sanzioni. A spanne poco più di quattro ogni cento. Ribaltando il punto di vista vuol dire che 96 persone su cento fuori di casa, trovate soprattutto nei supermercati, avevano il diritto di starci. Un po' come le auto incolonnate verso il litorale laziale: a creare l' ingorgo sono stati i massicci controlli delle forze dell' ordine che hanno verificato come la quasi totalità degli automobilisti fosse al volante con un valido motivo tra quelli previsti dalle autorità. Certo, com' è comprensibile sul web ha circolato molto di più la notizia del francese - a Ravenna per questioni di lavoro - sorpreso dai vigili urbani mentre si faceva un bagno in mare a Marina. Eppure sono ancora tanti che chiudono ogni loro post sui social - a prescindere dal tema di cui si disquisisce - con il matra STATE A CASA. Scritto così, tutto maiuscolo come ormai pretende l' alfabeto troll. Forse torna utile un dato misurato dall' Istat: a fine marzo, dopo l' avvio del lockdown e prima delle ultime timide concessioni che riguardano librerie e non solo, più della metà degli italiani continuava ad andare al lavoro. Uno su due usciva di casa per lavorare. Perché si fa presto a dire "smart worki" (premier dixit). Quindi a parte la parentesi delle festività pasquali, negli altri giorni feriali la gente esce di casa perché lavora. Eppure la caccia fai da te ai trasgressori del lockdown è andata avanti senza sosta. Con la vetta altissima toccata dal post su Facebook di una lombarda trapiantata nella Bassa che metteva foto e identità di un 19enne del Gambia allontanatosi dall' ospedale di Lugo con sintomi da coronavirus prima di avere l' esito del tampone poi risultato positivo. Ma mentre cercavamo gli untori per strada, ci siamo dimenticati di tenere d' occhio i nostri vecchi. Ci ritroviamo con una casa protetta a Russi che ha più di un terzo di ospiti positivi e un' altra manciata di casi in una comunità alloggio di Ravenna. Solo due situazioni e sono sotto controllo. Ma potenzialmente molto rischiose. Con una aggravante: la delicatezza delle strutture per anziani doveva essere ormai chiara a chiunque abbia letto le cronache dalla Lombardia. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 4
[ § 1 5 7 0 7 7 3 6 § ] venerdì 17 aprile 2020 Pagina 4 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni IL DOPO CORONAVI RUS /1 Tra chi apre e chi tiene chiuso: con l' emergenza il libro diventa (finalmente) "bene essenziale" Tra i settori più colpiti dalla crisi, la filiera editoriale è al centro del dibattito. Le voci di due librai del centro storico di Ravenna che in queste settimane hanno anche assicurato il servizio a domicilio a clienti vecchi e nuovi E così, nel venerdì di Pasqua di questo strano 2020, improvvisamente l' Italia scopre che il libro è un bene essenziale, più delle scarpe, più dei vestiti, al pari almeno dei vestiti per bambini. Lo dice il presidente del Consiglio e il permesso di riaprire per librerie e cartolibrerie rappresenta in pratica l' unico allentamento (insieme ai beni per la prima infanzia) rispetto al lockdown imposto dall' 1 1 marzo fino al 3 maggio. Se ne parlava da un po', si erano susseguiti appelli di intellettuali ed editori, in tal senso, ma la certezza è arrivata solo alla vigilia di Pasqua. Parliamo di uno dei mercati più colpiti dal covid, con crolli delle vendite, ritardi di uscite delle novità, festival e appuntamenti letterari di grande richiamo rimandati a data da destinarsi, rassegne sospese fino da fine febbraio, biblioteche chiuse. Per questo abbiamo chiesto in questo numero qualche punto di vista per riflettere su questo settore che - come ci ricorda il direttore del salone del Libro Nicola Lagioia in un articolo in cui auspica che sia questa l' occasione per "salvare il libro dal disastro" in Italia - muove sei o sette volte le risorse di settori come il cinema o la musica senza godere di fatto di sovvenzioni pubbliche. A Ravenna, il libro negli ultimi anni ha finalmente acquisito il ruolo centrale che non può che avere nella città di Dante grazie a festival, rassegne, incontri, progetti delle biblioteche, reti e naturalmente grazie alle sue librerie, di catene e indipendenti. Librai che non hanno reagito tutti allo stesso modo all' annuncio del presidente Conte: qualcuno ha deciso di aprire, qualcuno no, continuando a fare la consegna a domicilio. Ci è quindi sembrato naturale partire da due di loro, prima di allargare la prospettiva con altre voci della filiera e arrivare fino a Berlino, passando per Alfonsine. Fabrizio Bergonzoni di Scattisparsi: «Spero che questa improvvisa attenzione alle librerie possa far avvicinare nuovi lettori e clienti» Tra le librerie che hanno aperto fin da subito in provincia ci sono le storiche Moby Dick a Faenza e Alfabeta a Lugo, mentre a Ravenna fin dal primo giorno hanno accolto i clienti Mondadori (anche a Cervia) e Librerie.coop tra quelle di catene (Feltrinelli ha impiegato un giorno di più), ma anche le indipendenti La Modernissima, e la libreria dell' usato Scattisparsi. Il titolare Fabrizio Bergonzoni ci ha raccontato un po' come è andata: «È venuta tanta gente fin da subito. Io avendo due sale faccio entrare due persone alla volta, ognuna per sala. A chi ne è sprovvisto fornisco i guanti usa e getta. Il problema è che così ovviamente capita di frequente che ci sia qualcuno che debba aspettare fuori, e questo è l' aspetto più difficile, perché in libreria è bello attardarsi, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 5
[ § 1 5 7 0 7 7 3 6 § ] venerdì 17 aprile 2020 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni chiacchiere, scambiare idee, sfogliare i libri, mentre ovviamente ora tutto questo non è possibile o è possibile molto meno. Ma le persone hanno capito, si tratta della salute di tutti e non è possibile fare diversamente». Bergonzoni racconta di aver disinfettato i locali, di pulire come del resto aveva sempre fatto i suoi libri, che peraltro sono tutti arrivati in negozio da diverse settimane. «Da quando è iniziata l' emergenza gli arrivi si sono completamente fermati». Mentre naturalmente è molto aumentata la consegna a domicilio, che prosegue e proseguirà anche a emergenza finita, ci racconta. Ma cosa leggono e cosa chiedono di più i clienti in questo periodo? «Come accade spesso molte persone cercano libri che parlino di auttalità, In questo caso ovviamente di epidemie, peste, malattia. Qui da noi, cercano edizioni ormai fuori catalogo che gli editori non hanno fatto in tempo a ristampare, o libri storici sull' argomento». Quindi sì, le persone si rivolgono alla libreria per trovare strumenti di evasione, conforto e anche di conoscenza. Non una gran scoperta per chi i libri li frequenta quotidianamente, purtroppo a oggi una minoranza di italiani. «Infatti questa attenzione per le librerie mi ha fatto piacere, mi rendo conto che c' è stata un po' di strumentalizzazione, visto il disinteresse generale per il settore che c' è stato fino a oggi, ma voglio sperare che appunto in questo momento magari alle librerie tornino non solo gli appassionati di sempre, ma magari si avvicinino anche persone che ora hanno il tempo e l' occasione di farlo». Ma quindi cosa pensa di chi invece non ha chiuso? «Credo che ognuno abbia fatto le proprie valutazioni, e che sicuramente ci siano realtà per cui aprire costa più che stare chiusi, vista la poca gente in giro. Ma rifiuto l' appellattivo di populista che ho sentito rivolgere a chi invece, come me, ha deciso di riaprire». Angela Longo della Dante: «Stiamo pensando a come riaprire. Questo momento serva per ottenere, tutti uniti, ciò che da tempo chiediamo» «Credo che ognuno abbia fatto le proprie valutazioni, ogni libreria, soprattutto indipendente, ha una propria identità che dipende direttamente dal libraio, non critico quindi nessuno e anzi credo che questo sia un momento in cui restare tutti uniti, a prescindere, per cogliere l' occasione e sperare in un momento di vero cambiamento». A parlare in questo caso è Angela Longo, libraia insieme alla sorella Alberta della Dante di Longo di via Diaz, che al momento ha manten tuo le serrande abbassate. Loro sono state tra quelle che hanno firmato insieme ad altre centinaia di librai una lettera per il Presidente del Consiglio in cui, pur dicendosi lusingati da questa improvvisa attenzione, chiedono sicurezza per chi lavora, ma anche politiche che vadano al di là del momento simbolico. «Per esempio - si chiede Longo - sarà finalmente il momento in cui la legge quadro per il libro includa anche gli sgravi fiscali per chi acquista? Si tratta di pensare a strategie». Nel frattempo, ci dice, «stiamo cercando di capire come riaprire. E lo faremo, probabilmente prima del 4 maggio. Ma sinceramente non ci è sembrato il modo giusto di annunciarlo, così, senza che fossimo preparati, il venerdì sera Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 6
[ § 1 5 7 0 7 7 3 6 § ] venerdì 17 aprile 2020 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni di Pasqua. E poi è una situazione incomprensibile per quanto riguarda per esempio le uscite dei libri, con metà delle regioni in cui in realtà le librerie sono chiuse. Non capiamo bene come possiamo tenere aperto e allo stesso tempo invitare i nostri clienti a restare a casa, è un messaggio molto contraddittorio. Qui si parla di salute per chi lavora, ma anche per chi viene in libreria». In queste settimane le sorelle Longo hanno pubblicizzato la consegna a domicilio che già facevano per i clienti in difficoltà e hanno utilizzato molto la comunicazione a distanza. «Abbiamo chiacchierato con i lettori nelle videochiamate per consigliare i libri che poi abbiamo recapitato. E abbiamo conosciuto anche tanti lettori nuovi che si sono rivolti a noi perché hanno scoperto che facevamo questo servizio. Ma certo non è qualcosa che può bastare. Riaprire la libreria è essenziale, stiamo cercando di capire come». Già perché nella libreria di via Diaz si tenevano incontri, presentazioni, letture per i più piccoli. «Nulla di tutto questo sarà possibile, nel breve periodo, anche perché i nostri spazi sono limitati. Abbiamo mantenuto i gruppi di lettura, in questo periodo, tramite Skype, ed è stato molto bello. E abbiamo partecipato ad alcuni incontri con gli autori in streaming, un' esperienza toccante, ma non certo come l' evento dal vivo». La libreria Dante era infatti presente anche a molte presentazioni anche fuori dalla libreria. «Mancheranno quei clienti e quelle vendite e mancheranno i turisti, che per noi erano importantissimi». Mancheranno anche i bambini delle letture Nati per Leggere. «Quello che ora posso immaginare è che Pedaleggiamo (un tour in bici per la città con tappe che prevedevano la lettura di brani, nrd), una delle iniziati ve a cui eravamo più affezionate, possa essere la prima iniziativa a riprendere». Federica Angelini. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 7
[ § 1 5 7 0 7 7 3 3 § ] venerdì 17 aprile 2020 Pagina 15 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni SOLIDARIETÀ Dagli alunni ai macellai, fino a notai e centri sociali: quante donazioni Le associazioni di categoria, i sindacati e il mondo del volontariato e dello sport si muovono per aiutare Ausl, protezione civile e amministrazioni pubbliche Oltre all' impegno sul campo con le proprie risorse umane, il mondo locale dell' associazionismo e del volontariato sta dimostrando grande partecipazione nel periodo di emergenza da coronavirus. Sono tante le donazioni inviate agli ospedali, all' Ausl, alla protezione civile. Un segnale di solidarietà e vicinanza arriva da alcune associazioni faentine: Anffas, Autismo Faenza, A Mani Libere, "Si stare insieme" Anmic e Grd hanno deciso di devolvere 800 euro a ognuno degli ospedali di Ravenna, Lugo e Faenza utilizzando parte dei fondi raccolti nella campagna Calendario 2020. Il centro sociale La Quercia - non potendo offrire un pasto diretto ai bisognosi per via delle limitazioni del Dpcm - ha versato mille euro nel Fondo Generi Alimentari aperto dal Comune di Ravenna. Le associazioni dei migranti a Ravenna, diversi cittadini stranieri e italiani e varie realtà ravennati che ruotano attorno al mondo dell' integrazione hanno raccolto 10.500 euro: 8mila al Reparto di Terapia intensiva di Ravenna e il resto per il Fondo generi alimentari del Comune. Continua La raccolta fondi lanciata dall' associazione benefica ravennate Cuore e Territorio a favore dell' ospedale civile. I contributi di cittadini e imprese ha permesso la donazione di migliaia di mascherine e visiere protettive per medici, infermieri e forze dell' ordine, oltre a 2 ventilatori polmonari e diversi caschi completi di generatore di ventilazione non invasiva. È prevista l' estensione della donazione di materiali medicali all' Ospedale di Lugo, divenuto "Covid Hospital" La Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo, grazie ai primi diecimila euro raccolti, ha consegnato all' ospedale di Ravenna attrezzature sanitarie tra cui due monitor multiparametrici. I Rotary club Ravenna, Lugo e Galla Placidia hanno donato alle terapie intensive di Ravenna e Lugo un monitor Carescape B650 portatile, per la rilevazione cardiaca e emodinamica in continuo e per il monitoraggio respiratorio per un valore di quasi 20mila euro. Il circolo del Partito Democratico di Granarolo Faentino ha devoluto una parte del ricavo della Festa dell' Unità dello scorso anno, 1500 euro, a favore della "Pubblica Assistenza città di Faenza". La sezione ravennate dell' associazione nazionale Insigniti dell' Ordine al merito della Re pubblica Italiana (Ancri) ha consegnato alla polizia locale di Ravenna 120 confezioni di gel igienizzante per mani. Il sindacato Macellai Confcommercio Ravenna ha devoluto la somma di duemila euro all' ospedale di Ravenna. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 8
[ § 1 5 7 0 7 7 3 3 § ] venerdì 17 aprile 2020 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni L' Avis di Ravenna, l' associazione volontari italiani del sangue, ha donato fondi e dispositivi per la protezione degli operatori sanitari delle strutture locali impegnati nell' emergenza Covid-10 per un valore complessivo di 25mila euro. Sono stati utilizzati i fondi destinati alle iniziative per celebrare i 60 anni di attività dell' associazione. L' associazione Per Massa ha donato al Gruppo Comunale di Protezione Civile di Massa Lombarda diversi generi alimentari per aiutare le persone in difficoltà. L' Unione donne in Italia di Massa Lombarda ha donato 5mila euro all' ospedale di Lugo. I trenta notai del distretto di Ravenna hanno donato 27.398 euro all' Ausl Romagna. La sezione Arbitri di Lugo scende in campo e dona mille euro a favore dell' ospedale per finanziare l' acquisto di attrezzature. La sezione Martiri del Senio dell' Anpi di Lugo ha donato mille euro all' ospedale Umberto I diventato Covid Hospital. I volontari storici di Auser hanno donato seimila euro all' ospedale lughese. L' associazione culturale islamica Luce Annour di Castel Bolognese ha donato duemila euro a Ausl e Comune per attrezzature e aiuti a famiglie bisognose e venti soci si sono prenotati per donare sangue all' Avis. L' associazione culturale Casa delle Aie di Cervia ha deciso all' unanimità di donare duemila euro a favore del Coordinamento del Volontariato di Cervia. Il gruppo culturale Civiltà Salinara di Cervia e i 400 soci del Centro sociale cervese hanno donato rispettivamente duemila e diecimila euro a favore dell' ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna. Gli alunni della scuola primaria Camerani hanno voluto donare al personale medico, infermieristico e Oss della Pediatria di Ravenna mille euro, reperendo la somma dalla raccolta fondi organizzata nel corso della festa di fine anno scolastico 2018-2019. La onlus "Gli Amici di Pablo", presente nel territorio di Lugo e comprensorio, ha donato cinquemila euro all' ospedale Umberto I di Lugo per l' acquisto di materiale di supporto al contrasto dell' epidemia e dispositivi di protezione individuale. La sezione ravennate dell' Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra ha deliberato l' erogazione di un contributo di mille euro a favore dell' Ausl. Donazione di tremila al reparto Rianimazione dell' ospedale di Ravenna dal Comitato per la sicurezza stradale (Cosistra). Gli organizzatori del Rally di Romagna Mtb - cancellato proprio per colpa del coronavirus - hanno donato la quota della tessera ai volontari della Protezione Civile di Riolo Terme, in totale 500 euro. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 9
[ § 1 5 7 0 7 7 3 1 § ] venerdì 17 aprile 2020 Pagina 17 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni LA DONAZIONE Avis Provinciale Ravenna a fianco dei sanitari impegnati nella lotta al covid-19. Donati dispositivi di protezione e fondi per 25mila euro Destinatari sono ospedali, medici di medicina generale, pediatri di famiglia e personale sanitario del territorio Per fornire un aiuto concreto al personale sanitario che da settimane è impegnato nella lotta al Covid-19 sul territorio, AVIS Provinciale Ravenna ha voluto contribuire con i propri mezzi, utilizzando i fondi inizialmente destinati alle iniziative per celebrare i suoi 60 anni di attività. L' Associazione, a nome di tutte le sue 22 sezioni comunali, ha così donato fondi e dispositivi per la protezione degli operatori sanitari per un valore complessivo di 25mila Euro. In particolare, sono state consegnate 1.800 visiere protettive, prodotti conformi CE cat.1, ideati e sviluppati da una delle tante aziende del territorio, la Cartesio Fullcard (Forlì -Cesena), che stanno adattando la propria produzione per dare un contributo alla gestione dell' emergenza. Nello specifico, 400 visiere sono state accolte dal dottor Stefano Falcinelli, Presidente dell' Ordine dei Medici di Ravenna, e dal dottor Mauro Marabini, direttore del Dipartimento di Cure Primarie di Ravenna, e sono state destinate a medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici di continuità assistenziale che si recano a domicilio di chi è positivo al Covid-19 e non necessita di ricovero ospedaliero, o di sospetti Covid-19, per monitorarne le condizioni in maniera continuativa. Altre 500 visiere sono state consegnate al dottor Paolo Fusaroli, direttore sanitario dell' Ospedale Umberto I di Lugo; 500 al dottor Paolo Tarlazzi, direttore sanitario dell' Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, e 400 al dottor Davide Tellarini, direttore sanitario dell' Ospedale degli Infermi di Faenza. Inoltre, sono state effettuate ulteriori donazioni verso l' Ospedale Umberto I di Lugo, mentre all' ospedale di Faenza andranno anche 4mila mascherine chirurgiche e 400 mascherine FFP2. «Abbiamo poi pensato - aggiunge Marco Bellenghi, Presidente AVIS Provinciale Ravenna - ai nostri amici della Pubblica Assistenza di Ravenna, donando anche a loro alcune visiere protettive. E non ci fermiamo qui: AVIS vuole essere al fianco dei tanti operatori sanitari del territorio in maniera immediata e concreta, anche in futuro. La nostra è un' Associazione che si basa su un alto spirito del volontariato e con questo gesto vogliamo donare alla collettività, come abitualmente ogni giorno fanno i nostri donatori. In questo modo, il nostro 60esimo compleanno è per noi ancora più ricco di significato». AVIS Provinciale Ravenna ha infatti origine nel 1960 su impulso del Sen. Aldo Spallicci, e da allora effettua un' intensa attività di raccolta di sangue e plasma sul territorio. Oggi comprende 23 sezioni comunali; in 11 di queste sono presenti punti di raccolta gestiti direttamente dall' Associazione. Nel 2018 sono stati 10.197 i donatori "continuativi" AVIS che hanno permesso la raccolta di oltre 18.500 donazioni. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 10
[ § 1 5 7 0 7 7 3 1 § ] venerdì 17 aprile 2020 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni Per info su Avis Provinciale Ravenna: www.ravenna.avisemiliaromagna.it oppure tel. 0544/421180 (dal lunedì al venerdì 8-13; sabato 8-12) - Pagina Facebook: Avis Provinciale Ravenna. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 11
[ § 1 5 7 0 7 7 3 4 § ] venerdì 17 aprile 2020 Pagina 19 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni LETTURA La biblioteca Manfrediana di Faenza consegna i libri in prestito a domicilio Per la restituzione si aspetterà la riapertura della struttura Chiusa al pubblico da oltre un mese causa misure anti-coronavirus, la Biblioteca Comunale Manfrediana ha deciso di riprendere alcune attività oltre a quelle già proposte in queste settimane sulla propria pagina facebook. In modo graduale e nel pieno rispetto di tutte le misure di sicurezza, dai prossimi giorni verrà riattivato il prestito di libri tramite consegna a domicilio. Un servizio che ha l' obiettivo di contribuire a spezzare la monotonia di giornate che rischiano di essere una uguale all' altra per ora limitato a Faenza, senza escludere un' estensione anche alle altre biblioteche dell' Unione dei Comuni una volta verificate le condizioni organizzative. Il servizio si avvarrà dei canali di consegna a domicilio già in essere, senza perciò gravare su gli spostamenti e il numero di persone in strada. Prevede la consegna direttamente a casa in busta chiusa di un massimo di 3 libri e 3 DVD a persona, mentre non è previsto il ritiro dei libri prestati che sarà a carico dei richiedenti dopo la riapertura al pubblico della biblioteca. Le richieste vanno inoltrate tramite email all' indirizzo manfrediana@romagnafaentina.it, mentre la consultazione, con le disponibilità in tempo reale, può essere effettuata sul catalogo online o sulla app di Scoprirete della Rete bibliotecaria di Romagna e San Marino. «Dopo avere alimentato i nostri strumenti digitali per rendere "vicina" la biblioteca anche in questa fase e in attesa di una totale riapertura - commenta l' assessore alla Cultura Massimo Isola - la scelta di attivare questa nuova funzione credo sia saggia e attesa. Condivido in pieno la posizione del Ministro Franceschini che ha lavorato per affermare nel dibattito pubblico il senso, il significato e la funzione del libro e della conoscenza in questa complicata situazione. Con questa scelta e grazie al prezioso contributo dei nostri bibliotecari e dei volontari dei Rioni, riusciremo a portare a casa dei faentini idee, emozioni, sentimenti e nuovi saperi, in un momento di trasformazione così radicale come quello attuale. Non è una operazione semplice e scontata, ma utile e forte dal punto di vista simbolico. Diciamo da settimane che il "dopo" dovrà essere affrontato da tutti con competenze nuove - prosegue Isola - con visioni più articolate e inaspettate, con parole innovative: per fare tutto questo serve curiosità, umiltà e voglia di conoscere nuovi paradigmi. I libri e la nostra Biblioteca ci possono aiutare. Per questo, in linea con le normative generali, abbiamo pensato di non aspettare le condizioni per una riapertura totale della struttura. Si tratta di una proposta virtuosa, di comunità. Abbiamo bisogno di sentirci uniti. Questa è una piccola proposta che va in questa direzione». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 12
[ § 1 5 7 0 7 7 3 5 § ] venerdì 17 aprile 2020 Pagina 8-9 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni IL DOPO CORONAVI RUS /5 La parola "crisi" in tutte le sue declinazioni adatta (da anni) a descrivere (anche) l' editoria La scrittrice e ghostwriter di Alfonsine Manuela Mellini, oggi residente a Berlino, riflette sul mondo dei libri in parallelo tra Italia e Germania, ma anche sulla difficile quotidianità di lettori e sul linguaggio di questo momento Romagnola di nascita (1979), oggi vive fra Milano e Berlino. Lavora dal 2004 come redattrice, autrice e ghostwriter, occupandosi di diversi argomenti: dallo spettacolo allo sport, dall' arte alla storia. Realizza giochi di enigmistica per varie testate e, cosa generalmente più gradita, piadine per vari amici. Il colore dei papaveri è il suo primo romanzo, il suo secondo libro Tutta colpa di mia nonna è uscito nel 2019 per Baldini+ Castoldi. C' è un racconto di Dino Buzzati, grande maestro di inquietudine, che mi viene in mente di continuo in questi giorni. Si intitola "Qualcosa è successo" ed è raccolto nel volume Il crollo della Balinverna. Parla di un convoglio che, negli anni Cinquanta, lascia il sud per dirigersi a Milano: un treno direttissimo, che con un viaggio di dieci ore attraversa il Paese senza soste. Poco dopo la partenza, i passeggeri si accorgono che, fuori, sta succedendo qualcosa di spaventoso. La gente delle campagne e delle città è in preda a una forte agitazione: tutti si affannano, preparano le valigie, partono (in macchina, in bici, a piedi) verso il meridione; e lo fanno per sfuggire a una minaccia che arriva dal nord - da quel nord verso cui il convoglio continua a sfrecciare. Più la meta si avvicina, più i segnali all' esterno sono tangibili. Nelle stazioni c' è chi cerca di avvicinarsi ai vagoni, di urlare qualche avvertimento. Una signora riesce ad afferrare un giornale che, dal finestrino, un ragazzo le porge. Ma la pagina si strappa e a lei restano in mano solo quattro lettere: «IONE». Il treno sta correndo verso qualcosa di terribile; qualcosa che finisce per «ione», e che costringe tutti gli altri a scappare. Nella carrozza, i passeggeri sono paralizzati dall' ansia. Ed è così per ore, fino all' arrivo in una Milano spettrale da cui nessuno sa cosa aspettarsi, se non che sarà qualcosa di tremendo. Ecco, credo che noi ora stiamo vivendo una situazione simile. Siamo chiusi dentro un treno, lanciato verso una meta che nessuno conosce e che, però, fa paura. Nuotiamo, letteralmente, nell' incertezza: ce l' abbiamo addosso, tutto intorno e, quel che è peggio, dentro. L' incertezza ci nutre e ci divora. Ci porta a ripiegarci su noi stessi e a chiederci cosa ne sarà di noi, quando tutto questo finirà. Se finirà. E come finirà. «Cosa succederà, dopo?» Forse nessuno riesce a dirlo ad alta voce, ma in tanti, credo, lo pensiamo Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 13
[ § 1 5 7 0 7 7 3 5 § ] venerdì 17 aprile 2020 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni di continuo. Perché è chiaro che ci sarà un dopo, così com' è chiaro che c' è stato un prima. Siamo nel mezzo di una frattura fra un passato a suo modo rassicurante, che magari non ci piaceva ma che, comunque, conoscevamo, e un futuro che non riusciamo ancora a immaginare. «Abbiamo bisogno di scenari alternativi» scrive Gianluca Briguglia su "il Post". E, siccome nessuno ce li dà, cerchiamo allora di inventarceli noi, con un esercizio di fantasia che, lo intuiamo bene, probabilmente non ci porterà a nulla (nessuno può sapere davvero cosa succederà da qui a uno, due, sei mesi), eppure ci appare necessario. E lo è, a mio avviso. Perché, come emerge con sempre maggiore chiarezza, alla fine di questa storia saremo pieni di macerie, dentro e fuori di noi, e da qualche parte dovremo pur partire per ricostruire il mondo - mondo che difficilmente sarà uguale a quello di prima. Raccontare l' emergenza Ci appelliamo, allora, agli strumenti a nostra disposizione, senza sapere se potranno davvero servirci. Usiamo le parole che conosciamo per tentare di descrivere una situazione completamente inedita. Andiamo avanti per approssimazioni, come una pallina da flip per che trova la sua traiettoria solo rimbalzando da una parte all' altra. Alcuni hanno il grande merito di tentare di far ordine in questa Babele. È il caso fra l' altro della Treccani che, a partire da un articolo della linguista Vera Gheno a inizio marzo (Coronavirus: una parola infetta), continua a pubblicare approfondimenti interessanti: Il lessico globale della distanza, di Daniela Pietrini; La peste il terremoto e altre metafore, di Stefania Spina; Le parole del Coronavirus, un elenco di dieci termini stilato in collaborazione con l' Istituto superiore della Sanità, che può forse aiutarci a definire i termini dell' emergenza sanitaria in corso. La parola che affiora più spesso sulle labbra di tutti è "crisi", concetto che si presta alla perfezione a indicare sia il profondo turbamento che ha investito la nostra vita individuale e collettiva, sia il disordine, il disequilibrio, la disorganicità sui piani economico e sociale. Merito del Coronavirus è forse quello di aver finalmente zittito i sostenitori della favolina secondo cui "crisi", in cinese, si scriverebbe con due ideogrammi, il primo dei quali significa "pericolo" e il secondo "opportunità". Prima di tutto, non è vero: in cinese la questione linguistica è molto più complessa rispetto a questa visione motivazionale da coach occidentali (semplificando al massimo: sarebbe come dire che la parola "tavolo" evoca il fluttuare liberi nell' aria perché contiene "volo"). Secondo, le opportunità nella crisi le trova solo chi, alla crisi, sopravvive rimanendo tutto intero. Chi resta sepolto sotto le macerie per questioni personali, affettive, lavorative, di salute fisica o mentale ("stress" è una delle parole del Coronavirus scelte dalla Treccani), fa fatica a vedere tutte queste mirabolanti opportunità. Andrà tutto bene per chi sa e può stare bene. E gli altri? L' editoria in Italia e in Germania Nel settore di cui mi occupo, l' editoria libraria, "crisi" è la parola che gira di più non solo ora, ma da almeno vent' anni a questa parte. Siamo tutti sempre in cri Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 14
[ § 1 5 7 0 7 7 3 5 § ] venerdì 17 aprile 2020 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni si, con una costanza che a suo modo ha dell' ammirevole. Le case editrici sono perennemente in difficoltà. Fanno debiti, faticano a pagare gli affitti (e i fornitori, e i collaboratori), aspettano il bestseller da centinaia di migliaia di copie vendute che possa permettere loro di tirare un po' il fiato - lo aspettano, va da sé, come Vladimiro ed Estragone aspettano Godot. Spesso vanno avanti solo grazie alla passione e alle competenze di chi sceglie questo mestiere consapevole del fatto che soldi e soddisfazioni non lo sfioreranno mai, neppure lontanamente, eppure non vorrebbe fare null' altro. I dati delle ultime settimane sono oggettivamente terrificanti: si parla di un crollo delle vendite pari al 75%. Le librerie sono chiuse, e solo alcune possono organizzarsi con un servizio di consegne a domicilio. Gli eventi saltano; le fiere sono rimandate a data di destinarsi; i titoli già previsti in uscita vengono cancellati. Si calcola che nel 2020 verranno stampati 50 milioni di libri in meno rispetto agli anni scorsi, con un danno che, partendo dagli editori, toccherà anche stampatori, magazzini, distributori, librerie. E i lettori, naturalmente. A dimostrazione del fatto che tutto il mondo è paese, situazioni simili si stanno verificando non solo nel già traballante ecosistema dell' editoria italiana, ma un po' ovunque. Persino nel mondo editoriale tedesco, uno dei più solidi al mondo, l' Eldorado per i professionisti nostrani, il disagio è evidente. Ma è evidente anche lo squilibrio delle condizioni di partenza, che rende difficile ogni paragone. In Italia, Paese di circa 60 milioni di abitanti, il mercato del libro genera un fatturato di circa 2,8 miliardi di euro l' anno; in Germania, 83 milioni di abitanti, si parla di più di 9,3 miliardi di euro (fonte: Aie). In Italia il 60% circa dei cittadini si approccia almeno una volta all' anno a un libro, un e book, un audiolibro, senza necessariamente arrivare fino in fondo; in Germania, il 60% delle persone legge almeno una volta al mese (fonti: Istat ed Eurostat). A complicare ulteriormente la situazione c' è il fatto che la Germania è divisa in Länder, stati federali che, anche in questo momento, conservano una certa autonomia decisionale. Per esempio a Berlino, dove vivo, le librerie, proprio come i supermercati e le farmacie, sono rimaste aperte: non tutte e non sempre; la maggior parte solo per 3-5 ore al giorno, ma comunque esiste la possibilità concreta di ordinare e ritirare dei libri, o anche di perdere qualche minuto a osservare, scegliere e comprare quelli presenti in negozio. Questa, va detto, è un' eccezione: Berlino e la Sassonia-Anhalt sono gli unici due Länder sui sedici complessivi a offrire una tale possibilità. Possibilità che, a conti fatti, non porterà certo chissà quali ricchezze all' editoria tedesca in questo contesto. Ma qui si parte da una realtà stabi le, se non proprio florida. In Italia, invece, no. E non è un discorso qualitativo, per carità. Ma i numeri sono questi. Leggere ai tempi del Coronavirus Un altro dato di fatto di cui tenere conto è che molti di noi lettori (non tutti, per fortuna: per alcuni è vero l' esatto contrario) stanno vivendo attimi di grande difficoltà. Smart working e, per chi ha figli, home schooling, oltre forse a una più accanita Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 15
[ § 1 5 7 0 7 7 3 5 § ] venerdì 17 aprile 2020 Ravenna e Dintorni Ravenna & Dintorni frequentazione dei social network, bastano a riempire le giornate - e la testa. La ricerca di informazioni sull' attuali tà, vissuta come necessaria per provare a mettere qualche punto fermo nel caotico magma in cui ci troviamo, fa il resto. Leggiamo di meno perché non abbiamo la serenità, la lucidità e la concentrazione che ci consentirebbero di immergerci in una storia nuova, in una realtà inventa ta. Spesso, piuttosto, rileggiamo: cerchiamo una rassicurazione nelle pagine che conosciamo, quelle che abbiamo già letto e amato, che ci evocano emozioni note e che magari, fra sgualciture e sottolineature, ci portano quel conforto di cui abbiamo bisogno. Gli unici testi che sembrano offri re risposte ai nostri interrogativi presenti appartengono al passato: La peste di Albert Camus, Cecità di José Saramago. E quindi: tutto finito? Tutto perduto? Forse no. Anche in un momento così difficile, è possibile intravedere qualche piccola buona notizia. Il mercato degli e book (che certo, è ancora tutto sommato ridotto, e da solo non basterà a salvare nessuno) è dato in aumento del 50%; gli audiolibri si stanno rivelando, per molti, una valida alternativa alla lettura. Gli utenti delle biblioteche online sono c resciuti in maniera esponenziale: nella sola Milano, nel mese di marzo, il numero delle iscrizioni è aumentato del 641%. «La letteratura è una difesa contro le offese della vita» scriveva Cesare Pavese nel Mestiere di vivere. E Philip Pullman sottolinea come l' essere umano abbia, per sua natura, necessità di libri. «"Non devi" è presto dimenticato, "c' era una volta" durerà per sempre». Ecco: a questo suo «per sempre» io credo molto. Voglio pensare che l' amore per il "c' era una volta" non ci abbandoni nonostante l' uragano che ci ha travolti, e che magari tornerà a essere più forte quando tutto questo, finalmente, passerà. E a quel punto, oltre a rimettere insieme i pezzi e a leccarci le ferite, potremo co ntinuare a leggere, scrivere, raccontare e ascoltare quelle storie di cui tutti noi, ognuno a suo modo, abbiamo bisogno. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 16
[ § 1 5 7 0 7 7 4 0 § ] venerdì 17 aprile 2020 Pagina 5 SetteSere Qui Settesere Qui CORONAVIRUS | I numeri aggiornati al 15 aprile. In provincia di Ravenna 900 casi. Lockdown fino al 3 maggio Frenano i contagi, ma ancora troppi decessi In Emilia-Romagna sono 21.029 i casi di positività al Coronavi rus, 277 in più rispetto a ieri. Per la prima volta, però, salgono di più le guarigioni: se ne sono infatti registrate 395 di nuove. I test effettuati hanno raggiunto quota 106.149, 4.253 in più rispetto a martedì. Questi i dati - accertati alle ore 12 di mercoledì 15 sulla base delle richieste istituzionali - relativi all' andamento dell' epidemia in regione. Complessivamente, 8.966 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (-50 rispetto a ieri). 325 i pazienti in terapia intensiva: tre in meno di ieri. E diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (- 85). Le persone complessivamente guarite salgono a 4.664 (+395): 2.200 «clinicamente guarite», divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all' infezione, e 2.464 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi. I DECESSI Purtroppo, si registrano 83 nuovi decessi: 41 uomini e 42 donne. Per quanto riguarda i decessi (arrivati complessivamente in Emilia-Romagna a 2.788), per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi riguardano 9 residenti nella provincia di Piacenza, 10 in quella di Parma, 17 in quella di Reggio Emilia, 9 in quella di Modena, 19 in quella di Bologna (nessun caso registrato nell' imolese), 4 in quella di Ferrara, 3 in provincia di Ravenna, 7nella provincia di Forlì -Cesena (5 nel forlivese e 2 nel cesenate), 5 in quella di Rimini; nessun decesso di persone di fuori regione. I NUOVI CONTAGI Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.223 a Piacenza (56 in più rispetto a ieri), 2.616 a Parma (34 in più), 3.982 a Reggio Emilia (35 in più), 3.217 a Modena (37 in più), 3.035 a Bologna (60 in più), si fermano per il secondo giorno consecutivo a 345 le positività registrate a Imola, 649 a Ferrara (14 in più). In Romagna sono complessivamente 3.962 (41 in più), di cui 889 a Ravenna (9 in più), 736 a Forlì (12 in più), 588 a Cesena (11 in più), 1.749 a Rimini (9 in più). LA RETE OSPEDALIERA Da Piacenza a Rimini, il lavoro della rete ospedaliera per il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente, a oggi, a 5.012 posti letto destinati ai pazienti Co vid 19: 4.451 ordinari e 561 di terapia intensiva (dodici in meno di ieri). Nel dettaglio: 609 posti letto a Piacenza (di cui 42 per terapia intensiva),1.015 Parma (69 quelli di terapia intensiva), 619 a Reggio Emilia (58 terapia intensiva), 536 a Modena (86 terapia intensiva),1.147 nell' area metropolitana di Bologna e Imola (161 terapia intensiva, di cui 16 a Imola), 333 Ferrara (38 terapia intensiva), 753 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 17
[ § 1 5 7 0 7 7 4 0 § ] venerdì 17 aprile 2020 SetteSere Qui Settesere Qui in Romagna, di cui 107 per terapia intensiva (nel dettaglio: 193 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 131 Ravenna, di cui 14 per terapia intensiva, a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione da Villa Maria Cecilia di Cotignola per la terapia intensiva; 24 al San Pier Damiano Hospital di Faenza; 99 a Lugo, di cui 10 per terapia intensiva; 89 a Forlì, di cui 10 per terapia intensiva, a cui si aggiungono 40 letti ordinari nella struttura privata Villa Serena; 128 a Cesena, di cui 26 per terapia intensiva. LE MASCHERINE Dal Dipartimento nazionale sono pervenuti oggi all' Agenzia 390.000 mascherine chirurgiche, 88.000 mascherine ffp2, 12 umidificatori e 4 ventilatori polmonari per terapia intensiva. Sono pervenute, inoltre, 8.000 mascherine chirurgiche dalla Cina. I VOLONTARI Nella giornata di ieri, martedì 14 aprile, sono stati 1.184 i volontari di Protezione civile dell' Emilia Romagna impegnati nell' emergenza. Dall' inizio dell' emergenza, sono state raggiunte 22.240 complessive. Ecco le attività più rilevanti in svolgimento: supporto ai Comuni per l' assistenza alla popolazione (comprese le funzioni di segreteria e logistica presso i Coc), con l' apporto degli scout Agesci in diverse province: 900; supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze, trasporto campioni sanitari e consegna farmaci (Cri e Anpas): 280; disinfezione e sanificazione dei mezzi di soccorso. Si avvicina il turno degli Alpini ER presso il nuovo ospedale Covid di Bergamo; copriranno il turno dal 18 al 25 aprile con un contingente composto da una trentina di volontari. PUNTI TRIAGE Sono 33 i punti -triage attivi in Emilia-Romagna (10 davanti alle carceri, 23 per ospedali e cliniche): 3 in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d' Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgo taro); 3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di Bologna (davanti al Sant' Orsola e al Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); 1 in provincia di Forlì Cesena (Meldola); 1 in provincia di Ravenna (Ravenna città); 1 in provincia di Rimini (Rimini città); 1 nella Repubblica di San Marino. DONAZIONI Prosegue la campagna di raccolta fondi voluta dalla Regione a sostegno del sistema sanitario per la gestione e il superamento dell' emergenza sanitaria. Chi vuole fare una donazione, deve effettuare il versamento sul seguente Iban:IT6 9G0200802435000104428964. Intestatario: Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione dell' Emilia-Romagna. Causale - Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 18
[ § 1 5 7 0 7 7 3 7 § ] venerdì 17 aprile 2020 Pagina 7 SetteSere Qui Settesere Qui CORONAVIRUS | La storia di Antonina Alfonso, 92 anni, in Romagna dal 1948 «La guerra è davvero un altro paio di maniche, ma senza rispettare le regole non ne usciremo» «A me la vita, con il Coronavi rus, non è cambiata molto. Sono invalida e non cammino più da 14 mesi. La cosa che mi manca di più sono le mie nipoti e pronipoti, ma ci vediamo su Skype, che mi sembra proprio una diavoleria». Antonina Alfonso, detta Nina, nata a Randazzo, in provincia di Catania, ha 92 anni e vive a Ravenna dal '48, quando sposò Nunzio che, tornato a piedi dalla Russia nel '46, si era fermato vicino ad Alfonsine per iniziare una nuova vita: «Tutte le sere ci colleghiamo - continua Nina - e con le mie nipoti ci facciamo due risate. Cerchiamo di sdrammatizzare». Quando la donna chiacchiera con sua figlia Ausilia, un po' per scherzo e un po' sul serio le dice che il Covid- 19 l' hanno messo nell' aria: «Non penso che ne usciremo, soprattutto a causa dei comportamenti scorretti di molte persone. Non è più come una volta, che anche in tempo di guerra, c' era tanta umanità e riconoscenza». E Nina lo sa bene, visto che dal suo Paese, insieme alla sua e ad altre fami glie, è dovuta scappare a causa dei bombardamenti: «La guerra me la ricordo come se fosse ieri. Era il 13 giugno del 1943. Quella notte non riuscimmo a raggiungere il Monte Spagnolo e dormimmo nel bosco. A un certo punto, un elicottero gettò a terra dei volantini in cui c' era scritto che non era un luogo sicuro, lo avrebbero preso a cannonate. Arrivati alle pendici del monte, ci fermammo in una grotta e dormimmo su giacigli di foglie. L' acqua l' andavamo a prendere alle falde dell' Etna: enormi pezzi di ghiaccio che facevamo sciogliere all' interno di coppi e mangiavamo il pane che riuscivamo a fare con il grano che ci eravamo portati. Rimanemmo lì dieci giorni e una volta tornati in paese, non potemmo entrare in casa, perché era stata bom bardata. Ma per noi il peggio era passato, il fronte si era spostato al Nord. Ed è qui che Nunzio, dopo aver preso un terreno, viene raggiunto dalla famiglia: «Io dovevo farmi suora, mia madre voleva così, ma poi lei morì di infarto e i miei fratelli vollero che rimanes si a casa. A me prese una specie di esaurimento. Nel frattempo ero diventata bella e qualche pretendente si faceva avanti, ma a me non interessavano». Fino a quando vide Nunzio che era tornato in paese per vendere un raccolto: «Parlava così bene, era intelligente, preparato. Quando lo vidi andar via, dopo aver pranzato da noi, io ero alla finestra e pensai: "Ma come starei bene con quel ragazzo!". Per mesi mi arrivarono delle lettere e anche un diario che cominciava così: "Quella domenica di metà marzo quando per la prima volta vidi Nina". Lo conservo ancora tra le cose più care». Nel settembre del 1948 Nina e Nunzio si sposano e lei viene a vivere a Sant' Antonio: «All' inizio eravamo in tredici in tre stanze, ma quanta pace e ar monia Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 19
[ § 1 5 7 0 7 7 3 7 § ] venerdì 17 aprile 2020 SetteSere Qui Settesere Qui nella sua famiglia. A me mancava la mia, ma quando vedevo lui, io vedevo tutto». Nel '54, con la riforma agraria, a Nunzio, Nina e al cognato spetta un podere con cinque ettari di terra: «Nel '63 mio cognato ci cedette la sua parte e poi nel '68, dopo la morte di mio marito, a causa di un incidente sul lavoro, vendetti tutto per comprare casa a Ravenna». Oggi Nina vive con sua figlia e il suo genero, trascorrendo le giornate tra rosoni, messe in tv e lavoro all' uncinetto: «Noi stiamo bene, siamo felici e siamo e anche un po' in salute, almeno io. La guerra e il Coronavirus sono due cose distinte. In guerra, in ogni momento, non sai mai se quello dopo sarai ancora viva. Io la morte l' ho sentita addosso: una notte, nella grotta, entrò un tedesco. Voleva sparare su di me che ero sotto a una coperta ma mia zia ebbe la prontezza di scoprirmi e mi salvò. Io ora sono una signora: mangio e dormo tranquillamente. Chi non aveva niente, la fame eccome se la sentiva. La guerra è guerra». (b.g. ) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 20
[ § 1 5 7 0 7 7 4 1 § ] venerdì 17 aprile 2020 Pagina 11 SetteSere Qui Settesere Qui SOCIETA' | Il gruppo Disabilità di Faenza dona 2.400 all' Ausl Un segnale di solidarietà e vicinanza arriva anche da alcune associazioni faentine per la lotta al Coronavirus. In questi giorni Anffas, Autismo Faenza, A Mani Libere, «Si stare insieme» Anmic e G.R.D. attraverso i presidenti e a nome di tutte le famiglie rappresentate hanno deciso di devolvere agli ospedali di Ravenna, Lugo e Faenza, in virtù dell' emergenza Coronavirus, una parte di quanto raccolto nella campagna Calendario 2020 «Ci vuole un albero». Iniziativa che ha permesso di raccogliere 51.000 euro in totale. Risorse che hanno permesso di finanziare i due progetti «la Bottega della Loggetta» e «La Chiocciola». Nello specifico 230 ore per il sostegno per lo sviluppo delle autonomie e delle abilità sociali e 500 ore per il sostegno per il miglioramento delle capacità comunicative. A questo si aggiunge anche il finanziamento elargito per l' emergenza Coronavirus. Si tratta di di 2.400 euro complessivi, suddivisi pariteticamente fra i tre ospedali di Ravenna, Faenza e Lugo, finalizzati all' acquisto di presìdi di protezione individuale. «Ci troviamo di fronte ad una emergenza inimmaginabile - affermano nella lettera inviata all' Ausl le realtà associative faentine - e le nostre famiglie desiderano essere vicine a chi si trova quotidianamente a fronteggiarla. Il nostro ringraziamento - concludono le associazioni - va a tutti gli operatori del sistema sanitario che stanno lavorando senza sosta, con un cuore davvero grande». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 21
[ § 1 5 7 0 7 7 3 8 § ] venerdì 17 aprile 2020 Pagina 15 SetteSere Qui Settesere Qui CORONAVIRUS | Stop alle rassegne dialettali, da non sottovalutare il loro ruolo «Tornare a ridere si deve» Federico Savini Per lo più sono «amatori» e quindi non è invocabile lo stesso problema di ordine economico e sindacale che travolge la gran parte degli operatori del mondo culturale (attori, musicisti, organizzatori di eventi, maestranze di musei e teatri, in misura minore gli scrittori), però dietro alle rassegne di teatro dialettale ci sono investimenti e tanto lavoro, senza contare l' apporto sociale delle compagnie e dei teatri che ospitano le commedie. Su queste pagine abbiamo sempre raccontato il teatro dialettale per il ruolo culturale e identitario di una tradizione più importante di quanto spesso non si pensi. Oggi lo ribadiamo, ma puntiamo i riflettori anche sull' importanza chi eventi hanno per la socialità della parte più anziana della popolazione. Occasioni per uscire, ridere e ricordare, antidoti alla depressione, all' isolamento e alle malattie connaturate alla vecchiaia. E quindi, nel bel mezzo di un tornado epidemico che colpisce più di tutti proprio gli anziani, ci è sembrano giusto raccontare come il mondo del teatro dialettale vive l' emergenza. Così, abbiamo contattato Mario Gurioli, eminenza di una realtà virtuosa come la Filodrammatica Berton di Faenza (che non si limita al teatro dialettale e lavora tantissimo anche coi giovani), Alessandro Neri di Cvi de Funtanò, in rappresentanza della rassegna brisighellese «Un teatar par tott», Roberto Battistini di «Ritroviamoci al Rasi», che la Capit organizza all' omonimo teatro di Ravenna, e Graziano Dal Pozzo della storica rassegna di teatro dialettale alle Dune di Campiano, che salterà in toto proprio nell' anno della 51ª edizione. Qual è la situazione? Pensate già all' autunno e ci sono problemi di ordine economico anche se non siete professionisti? Alessandro Neri: «Eravamo a metà rassegna e l' ultimo decreto Conte ha messo fine ad ogni possibilità di terminarla. Come per ogni progetto che si interrompe, le ricadute economiche ci sono, anche se noi cadiamo in piedi, perché a inizio anno avevamo fatto una raccolta importante. La nostra rassegna, con i soli incassi delle serate, faticherebbe. Tra le ricadute negative segnalo che gli introiti di "Un teatar par tot t" andavano alla casa protetta del Fontanone, a Faenza, e quest' anno purtroppo saranno meno. Come Cvi de Funta nò abbiamo fatto una nostra offerta all' ospedale di Faenza ma questa, naturalmente, è un' altra cosa. Penso a rassegne che praticamente non sono partite come quella storica di Campiano o quella di Alfonsine, che ha ricostruito un pubblico ma ha fatto un solo spettacolo, mentre a Imola c' è una compagnia che non potrà festeggiare i 100 anni...». Graziano Dal Pozzo: «Il 1° marzo avremmo avuto il primo spettacolo... Avremmo riempito i fine settimana di due mesi con la 51ª edizione di una rassegna longeva e prestigiosa. Qui sono passate le davvero le Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2019 Pagina 22
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