Media Monitoring per 15-05-2018 - Rassegna stampa del 15-05-2018 - Ruggi
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 Costretti alle trasfusioni a vita chiedono tre posti auto al Ruggi ..................................... 1 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 3 Alla Tin primo trattamento in ipotermia ................................................................................ 3 La graduatoria "fortunata" Patrone dall' Asl alla Regione ................................................. 4 Macchina del freddo, bimbo salvo da asfissia ...................................................................... 5 Sanità Campania ............................................................................................................................... 6 Aceto: «La Regione convochi presto la commissione in seduta aperta» ......................... 6 Aneurisma aorta addominale Il Comune e l'Asl scendono in campo ................................. 7 «Metafora esagerata? No, solo una frustata alle istituzioni locali» .................................. 8 «Napoli come Raqqa? È offensivo ma il problema sicurezza esiste» .............................. 10 «Orgoglioso della mia città però niente dietrofront» ........................................................ 12 «Rummo, a rischio anche Endocrinologia» .......................................................................... 14 «Stai senza pensieri»: la guerra di volantini e manifesti strappati ................................ 16 «Trauma Team» l' assistenza ora è territoriale .................................................................. 18 Cesaro (Fi): «Sospendere subito il piano» ........................................................................... 19 Croce Rossa, via ai corsi di autodifesa ................................................................................ 20 Fino a 300 euro a chilometro Malati stritolati dalla camorra .......................................... 22 Gli infermieri: «Lavoriamo nel terrore» ............................................................................... 24 Il sindaco: «Napoli-Raqqa, frase assurda» .......................................................................... 26 Laboratori di analisi contro il governatore ......................................................................... 28 Moscati, Gridelli guida dipartimento onco-ematologia ..................................................... 30 Operatori sanitari, un' aggressione ogni 4 giorni: tavolo in Prefettura ......................... 31 Primo soccorso chiuso di notte I pazienti dirottati tra Nola e Torre .............................. 33 Racket delle ambulanze al Moscati, due arresti ................................................................ 34 Sale in tavola: una minaccia per arterie, reni e pressione ............................................... 36 Settimana della celiachia screening, incontri, corsi e menu privi di glutine ................ 38 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 40 "Ma che fine hanno fatto i nostri farmaci" .......................................................................... 40 «Borse di studio solo ai lombardi» Scuole di medicina a corsia protetta ...................... 42 «Guardare i malati con amore» ............................................................................................. 44 Così è cambiato il disagio mentale ....................................................................................... 46 Così la rete ti dà una mano .................................................................................................... 48 Dottore mi parli sennò la paura mi fa sbandare ................................................................ 50 Il miracolo di Ale E l'udito ritrovato ...................................................................................... 51 Il paese dei 100 robot ............................................................................................................. 53 Ma i malati aspettano ............................................................................................................. 55 Malattie cardiovascolari, check up e visite per le donne ................................................. 57 Nella nuova fattoria antibiotic free ...................................................................................... 59 Ora basta con gli starnuti Scoperta la molecola che blocca il raffreddore .................... 61 Ospedali UK a caccia di infermieri italiani ........................................................................... 63 Prestazioni essenziali le aspettiamo da un anno e mezzo ............................................... 64 Quando i cardiologi non operavano i bimbi Down ............................................................. 65 Università, stretta sul doppio lavoro ................................................................................... 67
15/05/2018 Pagina 6 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Costretti alle trasfusioni a vita chiedono tre posti auto al Ruggi Marcella Cavaliere All'ospedale Ruggi d'Aragona di Salerno si presentano, con periodicità, più volte al mese per effettuare le trasfusioni. Non avendo un posto auto dedicato, però, spesso sono costretti a spostarsi a piedi fuori dal perimetro ospedaliero dopo essersi sottoposti alla trasfusione utile a compensare la mancanza di globuli rossi. Sono i talassemici salernitani a chiedere almeno tre posti auto dedicati per parcheggiare in prossimità del centro trasfusionale del presidio di via San Leonardo. A dare voce ai circa trenta pazienti che fanno riferimento al Ruggi è Salvatrice Bacco , 41 anni di Montecorvino Rovella, affetta da talassemia e presidente dell'associazione Vivere che raggruppa i talassemici salernitani che si recano nel presidio, oltre ad alcuni medici e qualche familiare, per un totale di circa 60 associati. «La nostra è una malattia genetica rara che attacca i globuli rossi e quindi siamo dipendenti dalle trasfusioni. Qualcuno ogni settimana, chi ogni due, dipende dai bisogni collegati alla patologia», spiega la presidente dell'associazione. Al Ruggi i talassemici raggiungono con frequenza periodica e costante nel tempo il day hospital per sottoporsi alla trasfusione «che viene eseguita a vita ogni 10-15 giorni. Io dedico ogni volta circa mezza giornata, ma tutti abbiamo in comune accumuli di ferro che esigono, tra l'altro, controlli periodici in quanto tra gli effetti collaterali ci sono possibili danni a livello cardiaco, epatico, endocrino e di altro genere». All'ospedale di via San leonardo, spiega Salvatrice, accedono pazienti talassemici quasi ogni giorno, weekend esclusi. In pratica i trenta pazienti si alternano per le trasfusioni, ma non sanno dove parcheggiare. «A nome degli associati ho scritto due lettere ai vertici aziendali, una a ottobre 2017 e l'altra lo scorso 19 aprile, nel frattempo i vertici aziendali si sono alternati. Basterebbe un po' di spazio dedicato a noi, non chiediamo molto». In pratica i talassemici avrebbero bisogno di almeno «tre posti auto spiega per gestirceli tra di noi». Salvatrice, in particolare, ha diritto al posto auto per portatori di handicap, ma il suo è un caso isolato in quanto i talassemici in genere non hanno alcun handicap riconosciuto e soprattutto non hanno diritto all'accompagnamento. «Abbiamo il permesso aziendale per passare all'ingresso con un'auto, ma dovremmo avere qualcuno che ci accompagni in quanto non è possibile parcheggiare nel perimetro ospedaliero», Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
racconta Salvatrice. Il punto è che i talassemici spesso non trovano chi li accompagna, visto che i tempi della trasfusione non sono affatto brevi, e raggiungono l'ospedale in auto da soli. «E dopo ore trascorse per effettuate le trasfusioni siamo di fatto costretti a camminare anche a lungo oltre il perimetro ospedaliero per raggiungere la nostra auto e non tutti ce la facciamo fisicamente ad andare a prendere la macchina», puntualizza la presidente dei talassemici. Dunque c'è un'autorizzazione aziendale per i talassemici, che tra l'altro si spostano in macchina da soli, che di fatto non serve, se si è soli, perché non c'è uno spazio di sosta ad essi riservato. «Ci sentiamo non considerati e abbandonati, anche se abbiamo fatto presente a chi di dovere i nostri problemi. Del resto chiediamo solo qualche posto auto», conclude il presidente dell'associazione Vivere. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 13 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Alla Tin primo trattamento in ipotermia Primo trattamento di ipotermia all'ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. La terapia intensiva neonatale di viale San Francesco si è da poco dotata di un apparecchio per il trattamento di bimbi nati con asfissia cerebrale. La macchina è l'unica in tutta la provincia di Salerno, ecco il motivo dell'eccezionalità dell'intervento. Venerdì scorso il primo intervento di emergenza su un bambino venuto al mondo in una struttura del napoletano. Il piccolo è nato a termine, alcune complicazioni hanno richiesto l'intervento dei medici della Tin di Nocera Inferiore diretta dal dottor Ignazio Franzese . Il neonato è stato trasportato d'urgenza all'Umberto I, l'ospedale più vicino dotato del materassino termico che consente di raffreddare il corpo ed evitare la distruzione delle cellule del cervello. L'apparecchiatura dovrebbe essere presente in tutte le terapie intensive neonatali, ma non è così. In viale San Francesco è arrivata dopo anni di richieste, grazie anche all'incessante intermediazione del direttore sanitario Alfonso Giordano . In questo modo si consente a chi nasce con asfissia cerebrale di poter sperare in una vita senza gravi conseguenze. Negli anni passati la Regione individuò i centri dove mandare i neonati e nel tempo quasi tutti si sono attrezzati autonomamente. Il trattamento prevede 72 di raffreddamento, portando la temperatura corporea a 33 gradi, e poi comincia un lento riscaldamento. È necessario intervenire entro sei ore dalla nascita, quando avviene una forte distruzione di cellule, e continuare il trattamento dalle sei alle cento ore successive per bloccare la distruzione di ulteriori cellule cerebrali. L'asfissia perinatale colpisce quattro nati ogni mille, divenendo principale causa di mortalità. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 2 EAV: € 721 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Salerno e provincia La graduatoria "fortunata" Patrone dall' Asl alla Regione ANDREA PELLEGRINO /Sul bando di concorso intanto pendono anche vari ricorsi al Tar. Ma il posto bandito intanto è ancora "scoperto", nonostante l' assunzione di 14 persone Il terzo classificato al concorso del' Asl è un attuale dirigente dela struttura sanitaria regionale Chissà in quanti, all' Asl di Salerno, si staranno mangiando le mani per non aver preso parte al concorso per un posto da dirigente amministrativo per l' unità operativa "Reporting e Contabilità". Certo è che nessuno di loro si sarebbe immaginato che la graduatoria scorresse fino alla 14esima posizione. Insomma, così come pubblicato ieri su queste colonne, da un concorso per dirigente amministrativo, l' Asl ne ha assunti ben quattordici. E non solo. Tra comandanti e assunti all' ospedale di Benevento quella graduatoria può entrare di diritto tra le più fortunate della storia dei concorsi pubblici. Sul concorso pendono anche diversi ricorsi al Tar ma al momento non ci sarebbero sviluppi. In compenso l' ultima delibera del direttore generale recupera altri tre partecipanti dalla graduatoria. Tutti impiegati in altre mansioni, tranne per il posto bandito dal concorso che, paradossalmente, resta scoperto. Ma la graduatoria ha portato fortuna anche ad un attuale dirigente di punta della struttura sanitaria regionale. Si tratta di Gaetano Patrone, terzo classificato al concorso dell' Asl, assunto dalla direzione generale nel maggio 2016 e traslocato in Regione Campania pochi mesi dopo, con tanto di decreto di nomina a dirigente regionale della struttura sanitaria, firmato da Vincenzo De Luca. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 30 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.754 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Macchina del freddo, bimbo salvo da asfissia Nello Ferrigno Nocera Inferiore. La chiamano la macchina del freddo. Viene utilizzata per fermare la distruzione delle cellule cerebrali nei bambini nati con i sintomi dell' asfissia. È l' ipotermia. La metodica è stata utilizzata per la prima volta all' Umberto I, struttura di riferimento dell' intera provincia di Salerno per assistere i bambini che non riescono a prendere ossigeno. Il neonato trattato con questa tecnica, che consiste nel far abbassare la temperatura corporea fino a 33 gradi, era venuto alla luce venerdì scorso in una clinica privata in provincia di Napoli. Il piccolo è stato ricoverato nel reparto di Terapia intensiva neonatale diretto dal dottore Ignazio Franzese. Il bambino è stato monitorato per 72 ore e poi riportato gradualmente ad una normale temperatura corporea. Il raffreddamento ha spiegato Franzese - riduce notevolmente i danni cerebrali provocati dall' asfissia. Sempre che si riesca ad intervenire nelle prime sei ore dal parto. Ovviamente il piccolo andrà seguito con una serie di attività e controlli, ma il pericolo più grosso viene superato. Macchine che consentono l' ipotermia sono in funzione soltanto negli ospedali delle città capoluogo. L' ospedale di Nocera Inferiore è un' eccezione. La direzione generale dell' Asl Salerno ha creduto nel progetto, appoggiato anche dalla direzione sanitaria dell' Umberto I, in virtù dell' ottimo lavoro fatto sino ad oggi dalla Tin. Il bambino viene raffreddato grazie ad un materassino ad acqua collegato a un apparecchio raffreddante. Durante l' ipotermia il neonato viene assistito in modo intensivo con il monitoraggio di tutte le funzioni vitali. Poi viene riportato progressivamente ad una temperatura corporea normale. Il riscaldamento deve essere molto lento, con incrementi di mezzo grado ogni ora, per evitare lo scatenarsi di crisi convulsive. L' asfissia perinatale colpisce da 1 a 4 per mille nati a termine. Costituisce la principale causa di mortalità e nei sopravvissuti può determinare conseguenze neurologiche permanenti. Grazie al freddo questi rischi vengono in gran parte scongiurati. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 25 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 5.624 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Aceto: «La Regione convochi presto la commissione in seduta aperta» La sanità, la proposta «La vicenda dei servizi sanitari nel Sannio dimostra la debolezza politica del territorio rispetto alle scelte operate dalla Regione. I cittadini pagano il prezzo degli accordi politici che ci hanno ridotto ad appendice delle altre province. Chiediamo l' immediata convocazione della Commissione regionale Sanità, in seduta aperta alle rappresentanze dei cittadini. Chiediamo inoltre al consigliere Mortaruolo di farsi promotore di un dibattito pubblico che aiuti a capire i tempi e i modi delle soluzioni individuate». Così Gianluca Aceto coordinatore provinciale di Articolo 1. «Sono ormai numerosi i fatti - continua - che sembrano dimostrare la definitiva mortificazione dei cittadini. Fatti su cui, almeno dal 2017, intervengono forze politiche, consiglieri regionali, amministratori locali e sindacati, nel tentativo di porre un argine al depotenziamento di strutture e organici, tanto dell' Asl quanto del Rummo. Il depotenziamento deriva dalla programmazione della Regione e dalle scelte operate dai manager nominati direttamente dal presidente De Luca». «Cominciamo dall' atto aziendale Asl, approvato il 16 aprile. Per la quarta volta il documento ripresenta i macroscopici profili di illegittimità, rilevati già nel 2016, che ne hanno finora impedito l' approvazione. Consociamo anche i problemi dell' ospedale Rummo, del quale non è rimasto nemmeno il nome. Le istituzioni locali hanno fatto bene a evidenziare le criticità di un atto aziendale che rischia di ridurre il Rummo a mera articolazione del Moscati di Avellino. Criticabile risulta anche la decisione di chiudere il pronto soccorso di Sant' Agata. Insomma, siamo in una situazione molto seria, e secondo alcuni in altri territori (Salerno) le scelte sono opposte. Come mai?». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 26 Argomento: Sanità Campania Aneurisma aorta addominale Il Comune e l'Asl scendono in campo c.a. Boscotrecase. Oggi pomeriggio, a partire dalle ore 17.30, un camper dell'Asl stazionerà davanti alla sede del Comune per offrire a chiunque lo volesse la possibilità di un ecocolordoppler gratuito per la prevenzione dell'aneurisma dell'aorta addominale. L'amministrazione comunale ha deciso di supportare la campagna di prevenzione lanciata dai vertici sanitari locali attraverso questa iniziativa ed un convegno che si terrà in contemporanea nell'Aula consiliare. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Pietro Carotenuto e dell'assessore ai servizi sanitari, Saverio Vitulano interverranno Antoniella Costantini, direttore generale dell'Asl Na 3 Sud, Luigi Caterino, direttore sanitario, Mauro Muto, direttore sanitario dell'Ospedale Sant'Anna e Madonna della Neve di Boscotrecase, Maria Macrini, specialista in malattie dell'apparato cardiovascolare e il notissimo chirurgo vascolare, Francesco Pignatelli. Rispetto al passato l'aneurisma dell'aorta addominale è riscontrato con frequenza maggiore perché è aumentato il ricorso alla TAC per altri problemi medici. La sua rottura è un evento drammatico, responsabile solo in Italia di 6000 morti ogni anno: l'80% dei pazienti muore infatti prima di arrivare in ospedale, mentre la mortalità degli interventi eseguiti in emergenza è del 50%.Diagnosticare per tempo il problema, più frequente negli uomini, è fondamentale. Questo il motivo per il quale l'Asl Na 3, in collaborazione con l'Asl Na 1, ha lanciato SANApoli, progetto di screening gratuito per la diagnosi precoce dell'aneurisma dell'aorta addominale partito dallo scorso 15 gennaio all'ospedale del Mare di Napoli e negli ospedali di Sant'Agnello, Gragnano e Boscotrecase. Il progetto, che durerà fino al 2021, con la collaborazione dei medici di base dell'Asl Napoli 1 Centro e Asl Napoli 3 Sud, è rivolto ai pazienti di entrambi i sessi tra i 60 e i 75 anni che decideranno di sottoporsi allo screening. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 7 EAV: € 1.870 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania «Metafora esagerata? No, solo una frustata alle istituzioni locali» RAFFAELE NESPOLI Scotti, presidente Ordine dei medici: colpiti ogni giorno NAPOLI «Ciò che sta accadendo ha un solo nome: strumentalizzazione. Il sindaco ritiene che la mia frase sia "inqualificabile ed infelice", gli sfugge che se non fosse stato per questa mia frase non avremmo avuto l' onore di sentire una sua dichiarazione pubblica sull' argomento. Ma tanto le botte le prendiamo noi». Non ci sta Silvestro Scotti, presidente dell' Ordine dei medici di Napoli, ad accettare in silenzio la reprimenda partita ieri da Palazzo San Giacomo per voce del sindaco Luigi de Magistris. E anzi, rispedisce le accuse al mittente: «Ha scelto di usare una parte della mia dichiarazione per distrarre l' opinione pubblica dal vero problema, l' assoluta mancanza di sicurezza che vive chi, a Napoli, è chiamato ad indossare un camice». Dunque, rivendica le sue parole? «Chi mi conosce sa bene quanto io ami Napoli. Un amore che mi è stato trasmesso da mio padre, che tornava a casa con le piante dei piedi bruciate per il calore dell' altoforno all' Italsider, dove lavorava. Lui mi ha insegnato che un uomo, per essere tale, deve sapersi assumere delle responsabilità. Anche a costo di essere duramente attaccato». Per questo una provocazione così forte? «In cinque mesi abbiamo avuto più di trenta aggressioni, non ricordo di aver ascoltato una sola parola dal sindaco. Ho raccolto la solidarietà personale di Raffaele Del Giudice, al quale sono grato, ma da palazzo San Giacomo nulla». Perché de Magistris dovrebbe "distrarre" l' opinione pubblica? «Perché così facendo distoglie l' attenzione dal problema vero, chi come lui è rimasto in silenzio sino ad oggi lo sa bene: meglio creare una polemica che dover ammettere delle responsabilità». Tuttavia, anche se provocatoria, la sua dichiarazione è stata fortissima. «Cosa avrei dovuto dire, che per i medici Napoli è un "po' pericolosa". Come presidente dell' Ordine ho il dovere di difendere una categoria. Quindi sì, Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
quando per la trentesima volta ho saputo che dei colleghi erano stati aggrediti, che una cittadina in codice rosso aveva rischiato di schiantarsi in un' ambulanza e che un intero equipaggio poteva morire, ho scelto di intervenire con forza. Potevo evitarlo, potevo limitarmi ad esprimere solidarietà. Ma nel silenzio delle istituzioni serviva una dichiarazione che svegliasse tutti. Poco importa se ora qualcuno vuole strumentalizzare la situazione attaccandomi. Ho le spalle large». De Magistris l' accusa di aver offeso anche Raqqa, cosa risponde? «Lui non ci crederà, ma noi medici conosciamo bene la guerra. Sia perché spesso ci spostiamo in zone dove si combatte per portare il nostro aiuto, sia perché noi stessi combattiamo ogni giorno guerre che spesso dipendono dagli stili di vita: obesità infantile, ipertensione e diabete. Chi guarda il dito e non vede la luna evidentemente sa bene di avere più di un problema nella città che amministra». Può essere più esplicito? «Mi chiedo cosa stia facendo il Comune per dare ai cittadini un minimo di servizi e cosa faccia per migliorarne la salute. Non so dalle sue parti, ma dove vivo io i bambini sono costretti a giocare a pallone in strada, facendo le porte con i cassonetti dell' immondizia. Chi ama Napoli non la riduce in questo modo». Ammetterà che quest' affermazione potrebbe suonare qualunquista. «Non lo è affatto. È qualunquista rivoltare la questione e iniziare a parlare di sprechi in sanità, cercando di far leva sulla frustrazione della gente. Lui dice di aver avuto molte segnalazioni su "Difendi la città", io ho 25mila medici che mi chiedono aiuto ogni giorno. Se vuole possiamo scambiarci i ruoli». Cos' è, una candidatura? «Non ne ho bisogno, per ora sto bene dove sto. Voglio solo che sia chiaro che, se per dare voce a questi colleghi devo alzare i toni, allora sono pronto ad altre diecimila frasi che qualcuno potrà interpretare a suo comodo come inqualificabili. Se invece si vuole andare oltre mere dichiarazioni di solidarietà e lavorare sui fatti io ci sono, aspettiamo di sapere pubblicamente dove e quando». Non crede che il suo sia un bilancio troppo negativo? In fin dei conti il Comune ha fatto molto, anche in tema di accoglienza ai migranti. «Se si riferisce alla nave arrivata nel porto di Napoli, trascura un dettaglio: da mezzanotte all' alba, a visitare donne, uomini e bambini che sono rimasti per ore su una nave, c' era il presidente dell' Ordine con altri colleghi medici. E tanto per chiarire, lo abbiamo fatto in via assolutamente caritatevole e senza che nessuno ce lo avesse richiesto. Solo per dare una mano alla città e a chi la governa. Se si parla di fatti l' Ordine c' è, se si fanno parole, allora continueremo a usarle con tutta la forza necessaria. Difendere i medici e la salute dei cittadini per me sig nifica difendere Napoli». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 26 EAV: € 12.342 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania «Napoli come Raqqa? È offensivo ma il problema sicurezza esiste» Luigi Roano Il 118 nel mirino Sono passate 48 ore dall' affondo del presidente dell' Ordine dei medici Silvestro Scotti: «Napoli come Raqqa» ha detto Scotti dopo la vandalizzazione di un' autoambulanza del 118 ma la replica alle sue parole del sindaco Luigi de Magistris e del questore Antonio De Iesu, deputato all' ordine pubblico, sul punto è arrivata e non è stata tenera. Lo stesso presidente della Regione Vincenzo De Luca fa sentire la sua voce sulla questione sicurezza ma più in generale non facendo esplicitamente riferimento alle parole di Scotti. Anche perché evocare tragedie immani come quella di Raqqa con migliaia di morti innocenti per sottolineare un pur legittimo smarrimento di fronte a certi episodi non è sembrato il massimo. «Fare muro contro ogni violenza, contro chi fa violenza» è la volontà di De Luca. Procediamo con ordine. Pensieri netti che vale la pena approfondire perché accompagnati da un ragionamento. Iniziamo dal sindaco: «Sono parole - dice in riferimento a Scotti - che dimostrano una totale mancanza di rispetto e sensibilità nei confronti della città di Raqqa, distrutta e devastata dalle guerre, dall' Isis e che conta decine di migliaia di morti, ed è offensiva nei confronti di Napoli» spiega de Magistris. All' ex pm, proprio perché è stato un magistrato, non sfugge però che il problema sicurezza esiste: «Esprimo - dice - totale solidarietà ai medici e agli infermieri che operano in contesti complicati, che sono spesso avamposto e bersaglio di situazioni di tensione e su cui si scarica rabbia individuale, collettiva, sociale e di familiari». La conclusione del sindaco è più politica: «Il Comune è impegnato in prima linea contro ogni forma di criminalità, non a chiacchiere ma con i fatti. Equiparare le due città rischia di non creare l' attenzione massima che invece deve esserci. Forse ci si dovrebbe chiedere perché in sanità si taglia, dove finiscono i Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
soldi, perché si spreca e non prendersela contro una città complessa ma molto più sicura di tante altre e dove le forze dell' ordine svolgono un grande lavoro». Chiamato in causa, il questore spiega il suo punto di vista: «Napoli è una città difficile e bisogna avere consapevolezza di questo, ha notevoli criticità, ma ridurre tutto ad uno spot per un titolo di giornale non fa bene alla città». Tagliente il questore: «Consiglierei - conclude - una moderazione anche nei termini che vengono usati. C' è questa tendenza a ridurre a spot ogni cosa. Raqqa per esempio era stata già utilizzata dei tabloid inglesi tre mesi fa. Bisogna avere la consapevolezza che tutti dobbiamo fare qualcosa». Il governatore De Luca allarga il ragionamento: «Fare muro contro ogni violenza, contro chi fa violenza» insiste il presidente della Regione, a margine dell' inaugurazione degli spazi destinati ai bambini, della Fondazione di Comunità San Gennaro. «Espelleremo dalla città - spiega - ogni forma di violenza, contro chi si diverte a lanciare un palo di ferro contro un' ambulanza». Per il governatore occorre però una condizione imprescindibile «per fare muro», vale a dire che «il presupposto di tutto è una alleanza contro i violenti, che siano camorristi, baby gang, che siano gli imbecilli che aggrediscono gli autisti Eav e le ambulanze, che siano i finti centri sociali che fanno occupazione abusiva e violenze continue. È un impegno che dobbiamo assumere nella lotta contro ogni forma di violenza». Fin qui le parole di chi rappresenta le Istituzioni, poi c' è una polemica politica di Forza Italia inscenata da Severino Nappi, responsabile nazionale delle politiche per il Sud degli azzurri: «Come al solito c' è una realtà oggettiva, e poi c' è la realtà vista dagli occhi di de Magistris. Le parole del presidente dell' Ordine dei Medici Scotti rendono l' idea di come si viva a Napoli, specie in alcuni contesti che stanno diventando sempre di più di frontiera. Solo l' ipocrisia del sindaco, che vorrebbe mantenere toni bassi per celare la sua incompetenza, può pensare di nasconderlo. La verità è che lui è la massima Istituzione cittadina e non può limitarsi a dare solidarietà al personale medico aggredito». Di altro avviso è il presidente di Confapi Napoli Gianpiero Falco: «Il paragone con Raqqa - racconta - è certamente fuori contesto. Napoli è una città difficile come poche, ma per fortuna viviamo ancora nella parte civilizzata del pianeta». Per Falco «è stato commesso uno scivolone nel tentare di richiamare l' attenzione, e sarebbe utile oltre che giusto chiudere qui la polemica. Resta il problema di fondo, segnalato da Scotti, ovvero l' escalation di violenza nei confronti di medici e infermieri e di trovare da parte delle Istituzioni una soluzione». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 27 EAV: € 9.732 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania «Orgoglioso della mia città però niente dietrofront» Ettore Mautone «In nessuna parte del mondo si spara sulla Croce rossa, neanche nelle zone di guerra, almeno in quelle che rispettano il diritto internazionale. Paragonare Napoli a Raqqa è stata un' iperbole retorica, legittima quando si arriva a 33 aggressioni in pochi mesi e le riunioni paludate non muovono di una virgola la quotidianità di cittadini e operatori. Iperboli che sono state usate a piene mani anche dal sindaco che oggi mi attacca. Sono pronto a dimettermi se me lo chiedessero cittadini e operatori miei interlocutori. Mentre ricevo migliaia di attestazioni di stima per la dedizione e il coraggio di dire quello che va detto». Così Silvestro Scotti, presidente dell' Ordine dei Medici di Napoli e provincia, finito sotto gli strali di sindaco e questore per le parole forti utilizzate («lavorare a Napoli per i camici bianchi è come stare a Raqqa», ndr). Si pente della frase che ha pronunciato? «Non mi riferivo a un paragone tra Napoli e quella città ma al vissuto di cittadini e utenti della sanità nel mirino di una violenza cieca, senza regole e senza oggetto. Qui non si tratta solo di aggressioni ai medici in un frangente di un soccorso concitato come pure è deprecabile e come avviene anche in altre città italiane. Si tratta di persone che lanciano un paletto di ferro colpendo un simbolo di civiltà, mettendo a repentaglio la vita di chi è intento a prestare soccorso a chi è in fin di vita. E non è un caso isolato, poche settimane fa a Forcella un individuo a bordo di una moto ha lanciato un sanpietrino per essere stato costretto a fermarsi da un' ambulanza in corsa. Questi atti sono l' espressione virulenta di una ferocia sociale che ormai non rispetta più niente». Si è detto che non è corretto identificare l' intera Napoli con tale modello. «Ognuno ha il proprio ruolo e le propria responsabilità. I miei interlocutori sono i medici, oltre che i cittadini, prime vittime del degrado culturale, umano e sociale che hanno raggiunto livelli oltre l' asticella di guardia. Ricevo in queste ore migliaia di attestati di stima e di condivisione. Se dai miei interlocutori mi fosse chiesto di dimettermi lo farei Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
subito. Invece plaudono al mio coraggio». Quindi nessuna marcia indietro? «Sono figlio di un operaio dell' Italsider, sono fiero delle mie radici, ho sempre vissuto e ancora vivo e lavoro a Bagnoli. Sono orgoglioso di vivere e essere napoletano. Il clamore ha avuto il merito di accendere i riflettori su un nodo sottovalutato. Anche altri devono assumersi le proprie responsabilità. Prima che ci scappi un morto». Si riferisce alle forze dell' ordine? «Le forze dell' ordine fanno il massimo e lo fanno anche bene. Una situazione del genere affonda radici nella società, nella gestione delle povertà. Nel degrado bisogna mettere le mani. Non è solo una questione di ordine pubblico. Proprio a difesa del volto sano di Napoli che ho pronunciato la mia provocazione. Ricordo che il sindaco e altri rappresentanti delle istituzioni vennero nei pronto soccorso ad indossare le simboliche pettorine antiproiettile che facemmo stampare per connotare i rischi che corrono i sanitari al pronto soccorso. In fondo la sottolineatura è dello stesso stampo». Napoli che città è oggi? «Se a Napoli la movida si fronteggia con il coprifuoco, se in periferia una guardia giurata, un padre di famiglia, viene brutalmente assassinato senza una ragione plausibile, se un ragazzo che cammina in una zona centrale viene aggredito e accoltellato a sangue freddo da quattro coetanei è evidente che nel profondo della nostra comunità si sono formati grumi di violenza fuori controllo che bisogna denunciare e affrontare su tutti i piani senza infingimenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 25 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 10.224 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania «Rummo, a rischio anche Endocrinologia» Gianni De Blasio La sanità, gli scenari La senatrice Lonardo: ospedale avviato al declassamento. La Fials: atto aziendale illegittimo «Se il nuovo atto aziendale, contro il quale ci stiamo opponendo con tutte le nostre forze, dovesse essere approvato, l' ospedale di Benevento perderebbe un altro pezzo importante: anche l' endocrinologia ospedaliera non ci sarebbe più». Per Sandra Lonardo il rischio è forte. Una situazione che «mi sento di denunziare come cittadino, come istituzione ma, soprattutto, come paziente». La senatrice di Forza Italia sottolinea che «stiamo assistendo a un completo sguarnimento della struttura e, se si dovesse continuare su questa linea, chissà di quella struttura cosa ne resterà. Di fatto, l' ospedale Rummo, purtroppo, si sta già avviando al suo declassamento a Dea di I livello, così come temevamo». Ma anche il sindacato contesta. Mario Ciarlo della Fials ricorda che la Regione, con il decreto commissariale numero 33 del 17 maggio 2016, ha proposto il piano della rete ospedaliera, approvato dai ministeri competenti, dopo un anno e mezzo. A novembre scorso, però, prima quindi dell' approvazione del piano ospedaliero, era stato approvato il decreto commissariale numero 54 avente a oggetto «Annessione del presidio ospedaliero Sant' Alfonso all' Azienda ospedaliera G. Rummo. Il decreto, stravolgendo il piano ospedaliero 33, disponeva che a partire dal primo gennaio 2018, il presidio di S. Agata venisse annesso al Rummo. «Tale decreto rileva la Fials - non è richiamato nel decreto numero 33/2016». A febbraio, poi, viene ricordato, fu emanato il decreto commissariale numero 8 dalla Regione, avente come oggetto il «Piano Regionale della Rete Ospedaliera ai sensi del D.M. 70/2015». «A oggi, non ancora approvato dai ministeri competenti ma, nonostante ciò, illegittimamente in data 31 dicembre 2017 il personale, i servizi e tutte le dotazioni strutturali dell' ospedale di Sant' Agata erano già state trasferite nell' organico del Rummo in attuazione del decreto 54/2017». A parere di Ciarlo, il digì Pizzuti ha riadottato il un Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
nuovo atto aziendale nonostante il decreto commissariale numero 8 a oggi non ancora sia stato approvato dai ministeri competenti. «Il manager, poi, adottava anche il bilancio di previsione senza alcun atto a monte che lo legittimasse. Se il decreto non venisse approvato dai ministeri competenti chiede la Fials - chi pagherà il danno erariale e l' abuso perpetrato ai danni dei lavoratori e della collettività?». Preoccupata anche la Uil. Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto, teme che ci si avvii verso il depotenziamento del Rummo, dello smantellamento di Sant' Agata, con la conseguenza di determinare la perdita del Dea di II livello. «La questione continua è tutta legata al Decreto Ministeriale numero 70/2015, che classifica gli ospedali italiani in base al bacino di utenza, e prevede un Dea di II livello dotato di tutte le branche specialistiche ogni 600mila abitanti, uno o più Dea di I livello interni alle Asl territoriali e, per i presidi ospedalieri più piccoli, una soglia minima di posti letto (80), pena la loro chiusura. Nasce perciò una doppia necessità: evitare la chiusura del presidio di Sant' Agata e aumentare i posti letto del Rummo per raggiungere lo stesso numero dell' Azienda Moscati. Nei prossimi anni, infatti, dovendo necessariamente prevedere un solo Dea di II livello, atteso che difficilmente cambierà il decreto numero 70/2015, la nuova Azienda San Pio non sarà in grado di garantire i dovuti standard, e quindi sarà inevitabilmente declassificata a Dea di I livello, con la conseguenza che verrebbe assorbita dall' Azienda ospedaliera di Avellino o, nella migliore delle ipotesi, dalla Asl Benevento». Per la Uil Avellino/Benevento l' adozione dell' atto aziendale, che accorpa l' Ospedale «Sant' Alfonso» e il «Rummo» appare un' evidente forzatura, dovendo la sanità regionale assicurare che i cittadini di ogni singola provincia possano avere un' adeguata presenza di Livelli essenziali di assistenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 27 EAV: € 7.077 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania «Stai senza pensieri»: la guerra di volantini e manifesti strappati Lo scenario La guerra dei manifesti, dei volantini, degli adesivi pubblicitari. I dipendenti della «Soccorso flegreo» passano nei reparti e lasciano i biglietti, attaccano le pubblicità sulle pareti, lungo le scale, negli ascensori. Dopo di loro arrivano quelli della «Croce aversana» e «ripuliscono tutto». Strappano le pubblicità una a una. Poi vanno a rapporto dal «capo». «Le abbiamo tolte tutte». Eppure qualcosa «sfugge». Tant' è che viene intercettata una conversazione in cui qualcuno avvisa Belfiore che «sul muro della rampa dei disabili c' è un adesivo di quelli di Giugliano». Belfiore non ci sta a lasciare entrare altri al Moscati. Ne parla con un dipendente che infatti sottolinea. «Perché tu... dopo tanti anni di sacrifici non è giusto che poi... arrivano gli altri». «Ho risolto - ribatte Belfiore - ma mi sono dovuto rivolgere ai compagni di Casale». «I compagni di Casale» per il gip sono gli uomini di Augusto Bianco figlio del bidognettiano Cesare. Il controllo in ospedale per il servizio delle ambulanze è capillare. I dipendenti di Belfiore monitorano i concorrenti e se escono con barelle vuote dal Pronto soccorso, segnale che hanno appena svolto un servizio, chiamano il loro capo e lo fanno presente. Lo stesso avviene quando li vedono aggirarsi per altri reparti e poi trovano il materiale pubblicitario della «Soccorso flegreo». «Quello di Napoli ha prelevato un paziente e ha lasciato i biglietti nel reparto... li ha seminati dappertutto». Addestrati al punto che si prestano a fare da vedette. «Resto un po' qua a guardare per vedere se arrivano quelli di Giugliano». La situazione rischia di degenerare quando per rimettere le cose a posto viene chiamato in causa l' altro presunto garante dell' accordo, Mariettello di Casale, tal Mario De Luca. «Da domani mattina anche Soccorso flegreo deve tornare ad Aversa», il dictat che comunica in ufficio ai dipendenti del giuglianese. Ma Belfiore non si perde d' animo e appena Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
saputo della visita di Mariettello, chiarisce «Mo se la vedono tra loro». E infatti chiama il suo sponsor, vale a dire Augusto Bianco. Poco dopo il ragazzo lo contatta. «Fratello, tutto a posto, stai senza pensieri.... poi se è qualcosa mi fai sapere». «Ok fratello... grazie... sei grande». L' intervento risolutivo gli «costa» cento euro... «Ho avuto un piccolo problem... mi servono cento euro», dice Bianco. ma.lig. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 27 EAV: € 4.027 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania «Trauma Team» l' assistenza ora è territoriale Assistenza territoriale: costituito il «Trauma Team», un gruppo di lavoro di 18 medici specialistici, che sarà operativo presso i presidi ospedalieri di Ariano Irpino, Sant' Angelo dei Lombardi e Solofra. L' altro giorno, il via libera del direttore generale dell' Asl, Maria Morgante, che ha deliberato l' atto recependo il decreto commissariale del primo febbraio sul Piano regionale di programmazione della rete ospedaliera. Il «Trauma Team» è un' Unità organizzativa funzionale composta dall' insieme di figure professionali, medici e infermieri con diversa specializzazione, che interviene nel trattamento immediato dei pazienti gravemente traumatizzati. L' Unità è coordinata da un Trauma leader - un anestesista- rianimatore -il quale raccoglie le informazioni dalla squadra di soccorso preospedaliera, definisce le priorità diagnostico - terapeutiche e l' intervento dei vari medici. Inoltre, esegue o autorizza le procedure invasive diagnostisco - terapeutice in shock room e le ulteriori indagini oltre a controllare le condizioni generali del paziente. Dopo un periodo di formazione, sotto la direzione di Giuseppe Di Grezia, il gruppo sarà operativo. Un altro passo verso l' innalzamento degli standard dell' assistenza territoriale. an. pl. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 25 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 4.096 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Cesaro (Fi): «Sospendere subito il piano» La mozione Ieri il consigliere regionale di Forza Italia, Armando Cesaro, come aveva già avuto modo di anticipare anche a Benevento ha trasmesso la mozione al governatore De Luca sulla vicenda sanità nel Sannio. «Rilevata la inappropriata adozione dell' Atto Aziendale dell' Azienda ospedaliera S. Pio - è scritto - per ingiustificabile attuazione degli effetti connessi al piano ospedaliero adottato ma non ancora efficace per mancata definizione del percorso i validazione ministeriale; rilevato ancora le insanabili carenze procedurali e contenutistiche relative all' atto aziendale, i consiglieri firmatari impegnano il governatore ad assumere tutte le iniziative affinché si intervenga sul piano politico e istituzionale per sospendere l' attuazione dell' atto aziendale del Rummo per il protrarsi di distorsioni e anomalie operative per effetto di un sostanziale depauperamento dell' offerta sanitaria dell' Azienda ospedaliera Rummo in favore della costituzione di un Polo Oncologico che sarebbe destinato ad offrire servizi all' intero territorio regionale; garantire nella macroarea Avellino-Benevento che entrambe le città restino dotate di Dea di II livello mediante l' eliminazione della seguente locuzione La presenza dei due Dea di II livello nella macroarea rappresenta un' eccezione derivata da una condizione preesistente». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 27 EAV: € 7.641 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Croce Rossa, via ai corsi di autodifesa La svolta Il presidente Monorchio: «Troppa violenza, dobbiamo addestrare i soccorritori» Sicurezza in corsia: per fronteggiare l' escalation di aggressioni di camici bianchi serve un addestramento specifico per medici, infermieri e barellieri. Sia sul piano psicologico sia riguardo all' apprendimento di tecniche di autodifesa. A sostenerlo è il presidente della Croce rossa italiana partenopea Paolo Monorchio. All' indomani degli ultimi due episodi di violenza ai danni della postazione Crispi del 118 (gestita dalla Croce rossa in convenzione con la Asl Napoli 1), Monorchio, oltre a chiedere l' intervento del prefetto e del Comitato per l' Ordine pubblico, rilancia l' idea di mettere in campo una formazione psicologica specifica per tenere a freno la tensione e smontare la rabbia degli interlocutori in situazioni critiche sottraendosi a discussioni o contatti rischiosi. «La Croce Rossa di Napoli - avverte a tal proposito Monorchio - dopo gli ultimi episodi di violenza ai danni di persone e strutture di soccorso, aggiungerà alla sua periodica formazione, di tipo sanitario, anche un corso che focalizzi il più possibile l' importanza delle tecniche di autodifesa fra i soccorritori. Soprattutto quelli che vivono realtà complesse in cui il controllo delle emozioni delle persone coinvolte non è facile. Sempre più spesso - aggiunge Monorchio - la cronaca ci ha consegnato casi di aggressioni nei confronti degli operatori sanitari, a tutti i livelli, e nella maggior parte dei casi queste hanno come vittime delle donne. Saper rispondere in maniera adeguata alla violenza e cogliere i segnali che preannunciano un' escalation di violenza, disinnescare la rabbia dell' interlocutore prima che sfoci in un' aggressione fisica, può essere una competenza appresa in una mentalità difensiva». L' idea di imparare a riconoscere i campanelli d' allarme di una violenza imminente, per poterla prevenire ed evitare, è un tema già sollevato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici, che ha introdotto di recente tali tecniche di autodifesa psicologiche, e le mosse per Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
divincolarsi o mettere a terra l' aggressore, in tutti i corsi Ecm (formazione obbligatoria) per i camici bianchi che lavorano in condizioni di rischio. Come le guardie mediche, i pronto soccorso, le visite domiciliari, la sanità veterinaria. Dall' Agenas, l' ente che si occupa dell' Educazione continua in medicina, è arrivata a metà dello scorso marzo una prima, concreta, risposta: la gestione delle situazioni che generano violenza nei confronti degli operatori sanitari è stata infatti inclusa, con una delibera, tra le tematiche di interesse nazionale del sistema Ecm. Sarà dunque possibile organizzare corsi accreditati sulla gestione del rischio, a tutti i livelli, dall' epidemiologia del fenomeno alla prevenzione del rischio secondo i sistemi di risk management, alle tecniche psicologiche e sulle tecniche di autodifesa. e.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 27 EAV: € 8.074 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Fino a 300 euro a chilometro Malati stritolati dalla camorra «Stai senza pensieri, ho risolto. Se hai ancora problemi fammi sapere». La frase sembra tratta da recenti serie tv sulla camorra, invece viene dall' ordinanza di custodia cautelare in carcere spiccata ieri per Augusto Bianco e Luigi Belfiore. La pronuncia, ovviamente, il primo, 26enne figlio di Cesare Bianco del clan bidognetti. I due, peraltro, al telefono si parlano con toni di grande confidenza, chiamandosi a vicenda «fratello». Il gip accoglie il quadro tratteggiato dalla Dda e aggiunge che l' arresto si rende necessario dal momento che i due non solo possono reiterare il reato ma sarebbero anche capaci di ritorsioni nei confronti di coloro che, collaborando con la polizia, li hanno denunciati. Il controllo dei vari reparti del Moscati, dall' ortopedia alla gastroenterologia, dal Pronto soccorso alla chirurgia è affidata ad alcuni parenti di Bianco oltre che ai dipendenti di Belfiore. Per controllo si intende il pedinamento dei dipendenti delle ditte avversarie. Che deve avvenire, dice Bianco «Con calma e senza fare bordello». Profilo basso, dunque, anche con i pazienti, ma se c' è da chiedere più soldi di quanti ne sarebbero dovuti, Belfiore si pone un solo problema. Si assicura che i pazienti da trasportare non siano imparentati con esponenti delle forze dell' ordine e fa in modo che i pagamenti avvengano in casa e non in ufficio. Indicativa in tal senso una intercettazione del 2015. «Ha fato storie per il pagamento...», dice un dipendente. «Non ti preoccupare questo non né carabiniere né poliziotto... è uno scemo di Gricignano». Le «storie» del malcapitato sono dovute alla cifra esorbitante che gli viene chiesta per un trasporto in codice rosso: 300 euro per meno di un chilometro visto che Aversa e Gricignano confinano. Il cliente ovviamente si lamenta «Ha detto che lui vedeva l' illecito perché mi pagava a casa e non in ufficio», spiega il dipendente a Belfiore. Il costo, ovviamente, si spiega con l' egemonia che la Croce aversana di Belfiore si è conquistata nel tempo e alla quale non intende rinunciare «dopo tanti sacrifici», dice il diretto interessato. Un chilometro in ambulanza costa Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
300 euro perché non ci sono concorrenti e quindi ci si può approfittare della situazione di bisogno, e di emergenza, nella quale si trova il paziente. «Nessun collaboratore si deve avvicinare ai pazienti per contrattare il prezzo del trasporto», si legge, sempre, nelle intercettazioni. E guai a chi si frappone tra la «Croce aversana» e il Moscati. Una capossala avrebbe rischiato grosso. Litiga con un dipendente di Belfiore e da quel momento fa di tutto per ostacolarne gli affari. Ma anche in quel caso interviene il giovane Bianco. «Alla gastro ci vengo io a parlare con questa», dice il ragazzo. Non si sa cosa sia successo dopo. Ma nessuno è riuscito a intaccare l' egemonia di Belfiore. Prova che il piano di Bianco probabilmente non aveva margini di errore. ma.lig. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
15/05/2018 Pagina 5 EAV: € 1.341 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Gli infermieri: «Lavoriamo nel terrore» DADEMA. IL GRIDO D' AIUTO Il presidente dell' Ordine di categoria aveva già incontrato il prefetto: «Ora interventi subito» NAPOLI. Il numero uno dell' Asl Napoli 1 Mario Forlenza, all' indomani dell' aggressione subita sabato dall' infermiera del 118, aveva lanciato l' allarme chiedendo la convocazione straordinaria del comitato per l' ordine e la sicurezza pubblica in prefettura. Chi ci era già stato dal Prefetto Carmela Pagano, qualche settimana prima, è il presidente dell' ordine degli infermieri di Napoli Ciro Carbone, che aveva presentato al Prefetto, in un incontro a Palazzo della Foresteria, un documento con la denuncia delle condizioni di paura in cui sono costretti a lavorare gli infermieri napoletani e le proposte per trovare immediatamente una soluzione. Tanto che, all' indomani dell' aggressione di sabato, Carbone si era espresso con parole molto dure: «Mentre siamo vicini alla collega ferita, esprimiamo nei confronti delle istituzioni locali il nostro profondo biasimo per l' immobilismo dimostrato e il si lenzio assordante dei provvedimenti presi. Anche denunciare può non valere niente a Napoli. Noi abbiamo denunciato. Abbiamo proposto interventi per iscritto. Abbiamo fatto incontri con autorità politiche e del Governo sul territorio, sollecitato forze dell' ordine, ma niente si muove. Sembra che non interessi a nessuno né tutelare chi lavora e rischia la vita per assicurare il diritto alla salute, né i cittadini». Insomma, gli infermieri napoletani sono allo stremo. Anche perché hanno denunciato da tempo la situazione di pericolo. Basta dare un' occhiata alla prima pagina dell' ultimo numero del periodico "NapoliSana Campania", la rivista dell' ordine degli infermieri che è entrata a far parte della rete mondiale delle pubblicazioni scientifiche (la prima nel CentroSud, la seconda in Italia). "Aggressioni in ospedale, si lavora nel terrrore", il grido d' allarme del periodico degli infermieri, prima degli ultimi due episodi che hanno riacceso la luce di tutti i media sul fenomeno. «Nei nostri ospedali gravi e deplorevoli episodi di aggressioni e di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Puoi anche leggere