Media Monitoring per 02-01-2020 - Rassegna stampa del 02-01-2020 - Ruggi

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02-01-2020

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 02-01-2020
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      01/01/2020 - WWW.POSITANONEWS.IT
            Amalfi intervento del 118 a mezzanotte di Capodanno. Tre interventi in mattinata, mancano
            autisti Costiera scoperta ........................................................................................................ 1
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 2
      02/01/2020 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Alessia, una salernitana a New York «Cellule intelligenti contro il cancro» ........................... 2
      02/01/2020 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Seconda Asl per il Cilento Aloia torna alla carica ................................................................... 4
Sanità Campania ............................................................................................................................... 6
      02/01/2020 - AVVENIRE
            A Napoli l' ambulatorio modello dove la pelle non è un problema .......................................... 6
      02/01/2020 - CRONACHE DI CASERTA
            Aggressioni, terrore in ospedale ............................................................................................ 8
      02/01/2020 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Asl, ecco il fabbisogno obiettivo 228 assunzioni nel prossimo biennio ................................ 10
      02/01/2020 - IL MATTINO
            «La felicità di un parto dopo una notte di lavoro non sento la stanchezza» ......................... 12
      02/01/2020 - IL MATTINO
            «Mani distrutte dai botti e ragazzi in coma etilico la mia odissea in corsia» ........................ 14
      02/01/2020 - IL MATTINO
            «Serve un ecografo» Sos per le donazioni ............................................................................ 16
      02/01/2020 - IL MATTINO
            Epatite fulminante trapianto in extremis la paziente è salva ............................................... 18
      02/01/2020 - IL MATTINO
            Federico II, on line il nuovo calendario ................................................................................ 20
      02/01/2020 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Ospedale Landolfi l'ira dei sindacati «Presidio in agonia» ................................................... 21
      02/01/2020 - IL ROMA
            Panico all' ospedale Pellegrini, preso pistolero .................................................................... 23
      02/01/2020 - CRONACHE DI NAPOLI
            Sanità, trasporti e rifiuti: De Luca a picco ............................................................................ 25
      02/01/2020 - IL MATTINO
            Una bomba carta contro l' ambulanza ferito un medico ....................................................... 27
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 29
      02/01/2020 - LA VERITÀ
            «Specializzandi in corsia? Un tappabuchi» ........................................................................... 29
      02/01/2020 - IL SOLE 24 ORE
            Dagli ospedali agli enti locali: stabilizzazioni in arrivo ......................................................... 32
      02/01/2020 - LA VERITÀ
            Grazie ai tagli inaugurati da Monti stanziamo quanto l' Est Europa ..................................... 34
      02/01/2020 - LA STAMPA
            In ospedale con Calvino e Gabo "Leggere insieme aiuta a curarsi" ...................................... 37
      02/01/2020 - CORRIERE DELLA SERA
            Io, medico e diabetico: la mia ricerca è in Italia ................................................................... 39
      02/01/2020 - ITALIA OGGI
            La sanità ostaggio dei partiti ............................................................................................... 41
      02/01/2020 - LA VERITÀ
            Mancano 50.000 infermieri E i fondi per i medici bastano solo per 4.000 nuovi dottori ....... 44
      02/01/2020 - LA REPUBBLICA
            Muore a 12 anni I medici avevano detto "Non è niente di grave" ......................................... 47
      02/01/2020 - IL SOLE 24 ORE
            Pa, 60mila posti da manovra e decreti ................................................................................. 48
      02/01/2020 - CORRIERE DELLA SERA
            Prevenzione, un «farmaco» per il Paese che invecchia ........................................................ 52
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02/01/2020 - LA REPUBBLICA
    Sanità Un pacchetto salute in cui mettere risorse ............................................................... 54
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01/01/2020

                                                                                                                          EAV: € 700
                                                                                                                          Lettori: 6.100
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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   Amalfi intervento del 118 a mezzanotte di Capodanno. Tre
   interventi in mattinata, mancano autisti Costiera scoperta

 Intervento a mezzanotte del 118 ad
 Amalfi una donna              a quanto vale ha
 avuto una dispnea gli uomini del 118
 l’hanno subito trasportata all’ospedale a
 Castiglione di Ravello senza nessuna
 conseguenza.              Salvo                 passarsi
 festeggiamenti nella ambulanza mentre
 sparavano i botti a Mare Diciamo che quest’anno è stato un Capodanno tranquillo
 per la Costiera, nessun ferito, né rissa, né alcun tipo di disordine, complimenti a tutti
 gli organizzatori e agli uomini dell’arma. Rimane il problema di un’unica ambulanza
 con conducente In effetti essendoci un solo autista reperibile quando viene a
 mancare per un intervento La Costiera rimane scoperta e è questo con le frane
 diventa davvero un problema gravissimo Tre gli interventi ospedalieri. In nottata una
 ragazza si è sentita male per l’alcol, poi in mattinata un intervento a Minori e uno a
 Maiori per malori. È stato necessario chiamare ambulanza da Salerno. Da Positano
 era troppo lontana a causa delle frane, ma solo il fatto che la volessero chiamare, a
 due ore di distanza, visto che devono scavalcare le frane, fa capire di che problemi
 parliamo. La Costiera amalfitana è un’isola, solo grazie a medici bravi si riescono a
 salvare vite umane. Qui è più difficile, in altre aree della Campania ci sono ospedali
 facilmente raggiungibili, qui no. E a volte solo l’elicottero, con una buona equipe del
 118, può salvare una vita. Per l’ordine pubblico gran lavoro dei carabinieri impegnati
 in tutta la Divina

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02/01/2020                                                                                                                  Pagina 25
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 6.035
                                                                                                                            Lettori: 107.296
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

      Alessia, una salernitana a New York «Cellule intelligenti
                          contro il cancro»

 IL   PERSONAGGIO             Alfonso          Sarno         Ha
 lasciato New York proprio durante il
 periodo natalizio quando la città che non
 dorme       mai     si     accende             di      mille,
 sfolgoranti luci ma per Alessia Volpe -
 laurea in Biologia all' Università Federico
 II   di   Napoli      e     phd         in     Oncologia
 molecolare ed Imaging Cancer, da pochi
 mesi in forza al Memorial Sloan Kettering
 Cancer Center dopo sei anni nel Centro
 di ricerca del St Thomas' Hospital di
 Londra - è di rigore trascorrere Natale e
 Nuovo anno nella sua Salerno, illuminata
 dalle luci d' artista. «Sento il bisogno -
 confessa - di trascorrere le feste con
 tutta la mia famiglia, da sempre mio
 punto     di      riferimento;          è      anche           l'
 occasione per rivedere amici e compagni
 di scuola. Sono giorni felici, dai ritmi più
 lenti, rilassati le radici non si dimenticano. È di questo che avverto la mancanza, non
 del modo di pensare» Un sistema, quello italico, fortemente burocratizzato, bloccato,
 che non dà spazio ai giovani. «Già durante l' Università - precisa - pensavo ad una
 esperienza all' estero. Per quanto riguarda il mio lavoro da noi mancano strutture
 adeguate, risorse finanziarie e, tantissime volte, non viene premiato il merito. A
 Londra ed a New York le modalità di reclutamento del personale e di finanziamento
 dell' attività ospedaliera sono completamente diverse. Viene data fiducia ai giovani
 studiosi, esiste una efficace rete d' interscambio tra pubblico e privato che permette
 ai laboratori di ricerca di programmare serenamente e con tempi certi. Da noi non

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sarebbe possibile». Anche se, da brava, pragmatica scienziata non mette paletti:
«Tornare in Italia? Se dovessero palesarsi delle prospettive interessanti, progetti d'
alta qualità ci penserei. Ma credo che, almeno per ora, questo non sia possibile; me
ne dispiaccio perché il nostro Paese ha raggiunto una notevole qualità della vita in
diversi settori ed ha una storia nel campo della medicina di tutto rispetto». LA
SCELTA E così dopo i 6 anni londinesi la talentuosa ricercatrice si è trasferita a New
York, decisione motivata dalla voglia di cambiare ma, soprattutto, dalla possibilità di
impegnarsi in nuove sfide: «È stata una scelta ponderata, un ulteriore tassello della
mia carriera costruita con pazienza: studi classici al Tasso, università ed un internato
pre-laurea al Cnr di Napoli, trasferimento a Londra dove ho conseguito il dottorato di
ricerca ed ora l' esperienza newyorkese che mi sta dando grandi soddisfazioni anche
perché finalmente posso lavorare in una struttura caratterizzata da una forte
collaborazione ed una continua interazione tra i ricercatori scientifici e medici
ospedalieri che procedono all' unisono. Cosa fondamentale nel campo dell'
oncologica perché fa sì che dalla ricerca si passi immediatamente alla cura». A
questo si aggiunge l' orgoglio di lavorare al Memorial, tra gli ospedali più antichi al
mondo - è stato fondato nel 1884 - una pietra miliare per il trattamento e lo studio
del cancro che si avvale per le sue attività di sostanziosi fondi privati. «Contributi
importanti perché uniti ai pubblici - ricorda - ci consentono di lavorare con
tranquillità rendendo possibile il passaggio dal laboratorio al letto del paziente che
può dare subito l' assenso per iniziare un nuovo tipo di cura, attentamente e
continuamente monitorata anche grazie alla contiguità tra ospedale e laboratori».
Negli spazi del Centro di Ricerca Alessia passa lunghe ore, impegnata nella sua
ultima ricerca, sempre nel campo dell' immunologia: «In parole semplici cerco di
rendere più intelligenti le cellule del sistema immunitario in modo da contrastare
quelle neoplastiche. È una terapia denominata Car Tcell che, ultimamente, sta
suscitando interesse anche in Italia, scoperta da uno scienziato americano James
Allison, vincitore lo scorso anno del Nobel per la Medicina». Tanto lavoro e poco
tempo libero che Alessia Volpe impiega nella scoperta dei verdi, maestosi parchi e
dei Musei di New York come il Moma: «È vicino a dove abito. New York è più veloce
di Londra ed ho bisogno di tempo per farla mia. Poi ho la fortuna di avere diversi,
cari amici che non mi fanno sentire straniera». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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02/01/2020                                                                                                                     Pagina 27
                                           Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                               EAV: € 3.293
                                                                                                                               Lettori: 107.296
                                       Argomento: Sanità Salerno e provincia

             Seconda Asl per il Cilento Aloia torna alla carica

 VALLO DELLA LUCANIA Carmela Santi
 «Potremmo sembrare dei nostalgici, ma
 riavere un' Asl di riferimento per il
 Cilento     e     Diano        è     di    fondamentale
 importanza». Il sindaco di Vallo, Antonio
 Aloia, torna a chiedere con forza l'
 istituzione di una seconda Asl, per l' area
 a sud del territorio provinciale. Dopo l'
 accorpamento delle tre sedi Asl, più di
 dieci anni fa, per il Cilento, Diano e Golfo
 di     Policastro         sono            aumentate              le
 problematiche sanitarie legate ad una
 grave carenza di personale medico e
 infermieristico             nei           vari          presidi
 ospedalieri. Già nei mesi scorsi i sindaci
 sono      stati     ricevuti         a      Napoli         dalla
 Commissione Sanità della Regione, per
 discutere della proposta approvata da 81
 sindaci     della        Comunità              del       Parco,
 ricevendo un secco no. Non ha lasciato dubbi Antonio Postiglione, manager della
 tutela della salute e coordinamento del sistema sanitario regionale campano
 secondo cui, l' ipotesi seconda Asl, è da escludere bocciando la proposta dei sindaci.
 La richiesta ora viene avanzata, di nuovo, dal sindaco Aloia. «Dopo la chiusura dell'
 ex Asl Sa3 - dice - ci siamo imbattuti ogni giorno nelle difficoltà a gestire la sanità sul
 territorio soprattutto in emergenza. È necessario riorganizzarla nell' area Parco.
 Chiediamo di riavere una Asl di riferimento. In altre parti d' Italia, dove erano state
 soppresse, le hanno riattivate». «È successo - spiega Aloia - nel Friuli Venezia Giulia,
 dove hanno guardato con criticità ai percorsi fatti e ripristinato un' Asl. Se non sarà
 possibile chiediamo di avere gli ospedali riuniti del Parco». Sulla stessa posizione il

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sindaco di Capaccio Alfieri per il quale è difficile puntura sulla seconda Asl. Per
risolvere i problemi della sanità meglio una rete ospedaliera che colleghi i vari
presidi del territorio a sud di Salerno. Impegnato in questa battaglia anche Carmine
Laurito, sindaco di Cannalonga e presidente della comunità montana Gelbison e
Cervati. «Il territorio della Provincia di Salerno non può prevedere la gestione
unitaria dell' Asl, perché la sanità nelle nostre zone ha esigenze diverse rispetto ad
altre   aree    commenta              Laurito         andremo             avanti         nella       nostra         battaglia».   ©
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02/01/2020                                                                                                                 Pagina 10

                                                                                                                           EAV: € 15.318
                                                                                                                           Lettori: 352.765
                                           Argomento: Sanità Campania

      A Napoli l' ambulatorio modello dove la pelle non è un
                             problema
 EUGENIO FATIGANTE

 HA FATTO UN ANNO LA STRUTTURA DI
 DERMATOLOGIA ETNICA, L' UNICA NEL
 SUO GENERE DEDICATA AGLI STRANIERI
 Sono in tanti ad arrivare qui. Qualcuno
 sin da subito, al termine di un durissimo
 viaggio su un barcone, qualcun altro più
 tardi, dopo essersi reso conto che oltre
 alle difficoltà quotidiane c' è anche
 qualcosa che non va a livello di salute. L'
 ambulatorio         di        Dermatologia                    e
 venereologia        etnica           dell'        azienda
 ospedaliera universitaria 'Federico II' di
 Napoli, che ha compiuto un anno di
 attività, è unico nel suo genere in Italia e
 punta a offrire la migliore assistenza
 sanitaria     possibile             agli         stranieri
 regolarmente e non regolarmente soggiornanti sul territorio italiano. A dirigere la
 struttura è la professoressa Gabriella Fabbrocini, responsabile dell' Unità operativa
 di dermatologia clinica, che sa bene come l' incremento della popolazione straniera
 in Italia ponga nuove sfide anche sul piano medico. «Da una parte - spiega - ci sono
 modalità specifiche in cui le malattie colpiscono queste popolazioni. Dall' altra ci
 sono patologie importate dai loro paesi di provenienza, che erano scomparse dal
 territorio italiano e che ora si stanno riaffacciando prepotenti. Senza contare le
 difficoltà legate alle ovvie barriere linguistico-culturali che si interpongono tra il
 medico e il paziente». Eppure, in appena un anno, l' ambulatorio ha registrato oltre
 500 accessi e ha dimostrato di poter fare la differenza. C' è, ad esempio, il caso di
 un paziente arrivato con delle lesioni a una spalla, al collo e al volto: aveva cercato
 di medicarsi da solo, con delle foglie, ma senza nessun risultato. Il dolore era forte e

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non accennava ad andarsene, così ha deciso di rivolgersi all' ambulatorio. Ed è
proprio qui che gli è stata diagnosticata una forma molto virulenta di 'herpes zoster'.
E poi ci sono quelle malattie endemiche nei paesi di provenienza, che quindi sono
difficili da diagnosticare perché spesso, alle nostre latitudini, semplicemente non ci
si pensa. «È importante però non pensare a priori che il paziente straniero sia una
persona infettiva - precisa Fabbrocini -. Gli immigrati portatori di malattie infettive
nella realtà sono una minoranza: l' incidenza è pari a quella della popolazione
nazionale. Peraltro risultano loro stessi esposti a patologie che il loro sistema non
conosce e che invece sono endemiche in Italia». Diverse sono le problematiche
osservate in questi mesi: «Abbiamo diagnosticato - prosegue la specialista - anche
malattie genetiche della cute e da circa 4 mesi seguiamo un caso di 'Scleredema di
Buschke', una rara malattia del tessuto connettivo che in assenza di trattamento può
addirittura arrivare a limitare i movimenti corporei. In ogni caso, è fondamentale
riconoscere le specifiche patologie e intervenire tempestivamente, per offrire al
paziente la migliore assistenza possibile e anche per ridurre i rischi di trasmissibilità
delle malattie». In contemporanea poi, con l' attività dell' ambulatorio, sta per
nascere un portale che consentirà di mettere a disposizione dei medici iscritti l'
esperienza del team di dottori coinvolti nella struttura sanitaria napoletana.
RIPRODUZIONE RISERVATA.

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02/01/2020                                                                                                                  Pagina 22

                                                                                                                            EAV: € 797
                                                                                                                            Lettori: 29.750
                                            Argomento: Sanità Campania

                            Aggressioni, terrore in ospedale

 SESSA       AURUNCA          Infermieri           presi        a
 testate. L' anno dell' ospedale San Rocco
 di Sessa Aurunca si è chiuso con l'
 ennesima aggressione. Una situazione
 che si ripete con sempre maggiore
 frequenza       e       che          desta          grande
 preoccupazione: "Come presidente dell'
 ordine della categoria, esprimendo la più
 sentita solidarietà alla collega, non posso
 astenermi dal sottolineare l' evidente
 menefreghismo che si sta dimostrando
 nei confronti di persone che ogni giorno
 lavorano nelle condizioni più disagiate,
 pur   avendo        a      che         fare        con        la
 vulnerabilità di persone che a loro si
 rivolgono per problemi di salute e che
 dunque       sono       spesso           in      momenti
 particolari. Il nostro augurio è che nel nuovo anno possa essere effettivamente
 essere affrontato il problema e che si possa trovare una soluzione a tale disagio", ha
 detto il presidente dell' Opi Caserta, Gennaro Mona (nella foto). L' ospedale di Sessa
 Aurunca vive un momento complesso da tanti punti di vista e spera di avere
 maggiore attenzione da parte della Regione nell' anno appena cominciato. Anche
 perché i problemi nei servizi rendono il clima irrespirabile in ospedale e alimentano
 la violenza. I numeri dell' ultimo anno, a livello regio nale, sono impietosi. "Purtroppo
 abbiamo raggiunto un triste primato: 105 aggressioni al personale sanitario, 23 in
 più rispetto all' anno precedente. Il 50% delle aggressioni è a carico del servizio 118.
 Una aggressione ogni tre giorni. Speriamo in un 2020 migliore. "Nessuno tocchi Ippo
 crate " è sempre in prima linea a difendere il personale sanitario attraverso le nostre
 battaglie ed attraverso la denuncia "social" che evidenzia il problema facendolo

                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
salire a galla", hanno fatto sapere dall' associazione che si occupa di tutelare medici
e infermieri e sensibilizzare contro gli atti di violenza che avvengono negli ospedali
della Campania. Il 2020 è cominciato da poche ore e si spera che i numeri forniti
possano essere diversi tra 12 mesi. E che medici e infermieri al San Rocco possano
lavorare in tutta serenità.

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02/01/2020                                                                                                                Pagina 26

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                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

        Asl, ecco il fabbisogno obiettivo 228 assunzioni nel
                           prossimo biennio

 IL PROVVEDIMENTO Dopo l' Azienda
 ospedaliera «Moscati» (141 assunzioni
 programmate entro la fine dell' anno),
 anche il direttore generale dell' Asl di
 Avellino, Maria Morgante, vara il Piano
 triennale di fabbisogno del personale
 2019-2021        che           interesserà,                 in
 particolare, gli ospedali «Frangipane» di
 Ariano Irpino e «Criscuoli» di Sant'
 Angelo dei Lombardi con qualche innesto
 anche l' ex «Di Guglielmo» di Bisaccia
 (adesso ospedale di comunità) e negli
 ambulatori e uffici sia della sede centrale
 di via Degli Imbimbo sia degli altri
 distretti. Si tratta complessivamente di
 228 assunzioni a tempo indeterminato,
 180 quest' anno e 48 l' anno prossimo
 che si aggiungono alle 65 effettuate nel
 corso del 2019. Dunque, alle 1575 unità
 in servizio nel 2020 si andranno ad affiancare 48 dirigenti medici, 6 dirigenti sanitari,
 67 tra infermieri e operatori del comparto sanitario, 40 addetti del comparto tecnico,
 2 dirigenti con ruolo professionale, 1 con ruolo amministrativo e 16 impiegati. Nel
 2021, invece, 7 dirigenti medici, 4 dirigenti sanitari, 16 tra infermieri e operatori del
 comparto sanitario e 21 addetti del comparto tecnico. Insomma, una boccata di
 ossigeno per le strutture ospedaliere sempre più oberate e costrette a far fronte a
 una carenza di organico determinata dal decennale blocco del turnover, cessato il
 mese scorso con l' uscita dal commissariamento della Sanità campana, che ha
 costretto per anni i direttori generali a coprire solo l' 80 per cento dei posti lasciati

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liberi da chi andava in pensione. Adesso, via liberi ai concorsi per colmare tutte le
lacune. Nell' ultimo periodo, a causa dei pensionamenti anticipati sfruttando «Quota
100», si sono registrate difficoltà nel comparto amministrativo. Ataviche, invece, le
carenze nel comparto sanitario con medici, infermieri e operatori sociosanitari che
scarseggiano un po' ovunque determinando pesanti disagi per gli utenti e il
conseguente allungamento dei tempi delle liste di attesa. Si diceva dell' Azienda
ospedaliera «Moscati»: a Contrada Amoretta la situazione è allo stesso modo
difficile. Il direttore generale Renato Pizzuti ha programmato 141 i nuovi innesti con
la più che probabile stabilizzazione di 50 precari (grazie all' emendamento alla
Manovra del ministro della Salute Roberto Speranza che ha prorogato fino al 2022 i
termini per l' applicazione della legge Madia). «Nel corso del 2020 dice Pizzuti oltre
all' attivazione delle procedure per l' assunzione del personale indicate nel Piano del
fabbisogno, si procederà anche alla graduale sostituzione dei dipendenti cessati nel
2019». Insomma, la svolta, tanto attesa, potrebbe essere davvero vicina. Salvo
intoppi burocratici, concorsi deserti o vincitori che scelgono altre sedi (com' è
successo recentemente nella selezione per i medici del Pronto soccorso, rivelatasi
un flop. Infatti, su 13 concorrenti in graduatoria, solo 3 hanno scelto Avellino). La
misura rappresenta un aggiornamento al programma di rafforzamento del personale
già avallato lo scorso anno e rientra nel programma di incremento del personale: a
fronte dei 1566 dipendenti in forza, il «Moscati» ha stabilito di assumere 121 unità
(di cui 26 dirigenti medici, 2 dirigenti sanitari, 26 nell' area sanitaria) con decorrenza
2019 e nel 2020 altri 20 (di cui 2 dirigenti medici e 2 dirigenti sanitari, con 9 dell'
area sanitaria), per un totale, appunto, di 141. an. pl. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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02/01/2020                                                                                                                  Pagina 24

                                                                                                                            EAV: € 5.530
                                                                                                                            Lettori: 107.296
                                            Argomento: Sanità Campania

 «La felicità di un parto dopo una notte di lavoro non sento la
                           stanchezza»

 L'   INTERVISTA\2          Intorno         alle      5     del
 mattino di ieri è giunta all' ospedale
 Loreto mare una giovane mamma di
 Ercolano di 29 anni. Nell' arco di un' ora
 ha dato alla luce Alice, una bellissima
 bambina di circa 3 chilogrammi di peso.
 Si tratta della prima nata del 2020 in un
 glorioso punto nascita della città di
 Napoli che continua a svolgere un ruolo
 centrale nella rete dell' assistenza della
 città e che, con la chiusura delle attività
 dell' Ascalesi potrebbe tornare ad essere
 potenziato al servizio dell' assistenza nel
 centro      storico     di      Napoli.          «È       una
 splendida bambina - commenta Lino
 Pietropaolo, dirigente medico ginecologo
 di turno al presidio di Via Vespucci sono
 contento       di      fare         questo            lavoro
 nonostante i 30 anni di carriera e
 nonostante abbia dovuto scarificare la possibilità di passare con la mia famiglia la
 notte di Capodanno». Dottore Pietropaolo ci racconta questa prima nascita del
 2020? «Erano le 5 del mattino. In pronto soccorso è arrivata una giovane donna di
 Ercolano con il marito e altri parenti. La donne ci ha detto di essere alla seconda
 gravidanza ed evidenziava già le doglie. L' abbiamo accolta e tranquillizzata rispetto
 ad uno stato di agitazione. Il parto era imminente. Abbiamo fatto tutti i prelievi. L'
 abbiamo portata il sala parto. Qui è stata seguita dalla collega ostetrica Rosa Di
 Martino. Quindi è stata portata in sala travaglio alle 6,30». Quindi la nascita a che
 ora è avvenuta? «La dilatazione completa è stata raggiunta tra le 6,30 e le 7. In sala

                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
parto con me è intervenuta tutta la equipe ostetrica ginecologica dell' ospedale. La
signora era molto tesa ma anche molto educata e ben disposta verso di noi
nonostante lo stato di tensione e di ansia. Il marito ha atteso fuori la sala parto.
Abbiamo quindi instradato la nascita della bambina e istruita la neomamma sui
movimenti che doveva fare per aiutare il parto. Una signora molto perbene che nel
giro di mezz' ora ha dato alla luce Alice, una bellissima bambina di 3,5 chili». Un'
emozione anche dopo tanti anni di carriera? «Certo, la consapevolezza che il
sacrificio di una notte serva per dare assistenza a chi partorisce anche a Capodanno
ripaga di ogni rinuncia. In mattinata il nostro direttore generale Ciro Verdoliva ha
fatto un giro per tutti gli ospedali della Asl e dopo aver fatto visita alla neonata e alla
sua mamma ci ha rassicurato sul destino di questo ospedale che conserva grandi
eccellenze anche dopo il depotenziamento intervenuto negli ultimi anni». Che ne
sarà del Loreto Mare? «Avremo una cardiologia a supporto e con la chiusura delle
attività all' Ascalesi probabilmente l' assetto del Loreto tornerà ad essere quello di
un Dipartimento di emergenza di primo livello. In un anno il Loreto effettua circa 500
parti e anche il pronto soccorso vanta chirurghi e medici di esperienza. Una risorsa
per la sanità napoletana. Generazioni di napoletani hanno scelto di venire a partorire
da noi. Accogliamo tutti. Siamo disponibili e a disposizione degli utenti di una Napoli
autentica e vera e punti di riferimento anche per i quartieri della zona est. Questo
ruolo ci dà soddisfazione nonostante i tempi e i ritmi di un lavoro di trincea.
Speriamo molto che si sia un miglioramento di questo presidio di frontiera che ha
sempre rappresentato un centro in grado di fare filtro rispetto agli accessi del
Cardarelli. Del resto insieme all' Ospedale del mare rappresentiamo una struttura
fondamentale per spostare il baricentro dell' assistenza dalla zona collinare al centro
della città senza contare che siamo un presidio territoriale della Asl Napoli 1 laddove
invece l' ospedale del mare in prospettiva è un hub soprattutto per la Asl Napoli 3
Sud priva di ospedali di elevata complessità». e.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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02/01/2020                                                                                                                 Pagina 24

                                                                                                                           EAV: € 5.329
                                                                                                                           Lettori: 107.296
                                           Argomento: Sanità Campania

     «Mani distrutte dai botti e ragazzi in coma etilico la mia
                        odissea in corsia»

 L' INTERVISTA\1 Ettore Mautone Quella di
 Capodanno nei pronto soccorso non è
 una notte come tutte le altre. A prendere
 in mano le redini della situazione, sin
 dalle ore della vigilia, sono stati tutti i
 primari dei reparti di pronto soccorso
 che hanno organizzato i turni in base alle
 forze disponibili e alle competenze per
 affrontare le prevedibili emergenze. La
 notte tra il 31 e il primo gennaio negli
 ospedali di Napoli è stata una lunga e
 massacrante      maratona             per       i   camici
 bianchi. Fiorella Paladino, primario del
 Cardarelli,   principale          hub        di     pronto
 soccorso della Campania, ha iniziato il
 lavoro di preparazione della giornata il
 pomeriggio del 31. «Il giorno prima di
 Capodanno sono state allestite decine di
 cassette per l' emergenza necessarie ad
 affrontare varie tipologie di traumi. Abbiamo organizzato tutto sapendo di dover
 affrontare una notte difficile». Cosa ha trovato nel reparto la mattina di Capodanno?
 «Quello che mi aspettavo. Molti traumi, diversi codici rossi arrivati nel corso della
 notte e continuati in mattinata. Molti giovani con elevati tassi alcolemici di 4 o anche
 5 grammi per litro di sangue che potevano evolvere in coma etilico. Gravi incidenti
 stradali. E anche incidenti da botti ma meno degli altri anni. Ovviamente tutto
 questo sovrapposto a casi di ictus e infarti». Quanti accessi nella notte? «Da
 mezzanotte alle 8 del mattino in totale ne abbiamo contati 64. Sono tanti
 considerando che nella prima ora non arriva nessuno. Nel corso delle 24 ore si arriva

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a 200, 240 accessi». Con quale stato d' animo si affronta una giornata così? «Siamo
una squadra di clinici molto forte, mettiamo l' anima in quello che facciamo ma si
passa tutta la notte in piedi senza un attimo di sosta con grandi responsabilità e
momenti di difficoltà estrema. Questo crea tensione, esaspera gli animi, fa
aumentare la velocità di esecuzione di ogni manovra. Il lavoro diventa incalzante
con la necessità di mantenere la massima lucidità». Quella di ieri è stata una
giornata unica? «Per intensità è paragonabile solo alla notte di Halloween». Perché,
cosa accade in quella sera? «Abbiamo visto tanti, tantissimi giovani ubriachi. Con la
differenza che alla fine di ottobre non ce l' aspettavamo mentre in questo caso
avevamo allertato le reperibilità e le guardie in tutte le discipline». Quali guardie
avete richiamato in servizio? «Gli ortopedici, l' oculista per un trauma dell' occhio, i
neuroradiologi per un ictus». Quanti eravate in turno in pronto soccorso? «Siamo 4
medici, un gruppo molto forte ma insufficiente quando gli accessi superano un certo
numero. Sopperiamo con l' esperienza e attendiamo i rinforzi. È stato bandito un
nuovo concorso per medici di emergenza. Ma i nodi da sciogliere per evitare che tale
patrimonio di esperienze e tali competenze vadano perse riguardano gli organici e le
condizioni di lavoro e anche la gratifica economica per specialisti in una disciplina
medica che presuppone una totale dedizione». Come fronteggiate i tanti casi di
abuso di alcol? «Si tratta di una piaga soprattutto per i giovani, alcuni sono
minorenni. In questi casi contattiamo sempre i genitori. Ci troviamo a dover trattare
tassi alcolemici anche molto alti. Quest' anno i casi registrati sono stati elevati tutto
l' anno, soprattutto nei fine settimana. Abbiamo messo in campo dei progetti
specifici in collaborazione con la Asl e le Università. Facciamo un lavoro importante a
contatto con la sofferenza ma siamo il frutto di una formazione lunga e impegnativa
che tutti dovrebbero considerare». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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02/01/2020                                                                                                                    Pagina 33

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                                                                                                                              Lettori: 107.296
                                              Argomento: Sanità Campania

                    «Serve un ecografo» Sos per le donazioni
 Giuliana Covella

 In quattro anni ha curato e reimmesso
 nel servizio sanitario pubblico 4.027
 persone        grazie       a      una        ventina           di
 specialisti e una decina di specializzandi,
 garantendo 1.620 ecografie specie nel
 corso delle Giornate di screening e
 prevenzione. Ma oggi l' Ambulatorio
 popolare dell' Ex Opg occupato Je so'
 pazzo     ha     bisogno          di      continuare             a
 sostenere la popolazione meno abbiente
 del territorio e non solo, con l' acquisto
 di un nuovo ecografo. Da qui è nata la
 gara di solidarietà, dal titolo Doniamo un
 ecografo       all'     Ambulatorio               popolare!
 Pensa alla salute promossa su Facebook,
 che consiste in una raccolta fondi che
 sarà attiva per 40 giorni e permetterà di
 acquistare un ecografo portatile per la
 struttura. La campagna di crowdfunding,
 partita il 23 dicembre e attiva fino al 2 febbraio (sarà possibile fare donazioni
 cliccando                                                               sul                                                             link
 https://www.produzionidalbasso.com/project/un-ecografo-per-l-ambulatorio-popolore
 -dell-ex-opg-napoli-1, il giorno dell' Epifania è in programma uno spettacolo con coro
 Gospel per la raccolta fondi), ha già consentito di raccogliere in pochi giorni 6mila
 euro sulla somma totale di 15mila euro che occorrono per l' acquisto, come spiega
 Giulia Lassandro, uno dei medici volontari ed ecografista: «Abbiamo raggiunto un
 ottimo risultato in breve tempo, ma dobbiamo arrivare alla cifra necessaria che ci
 consentirà di comprare un macchinario più performante e portatile in modo da
 migliorare anche le giornate dedicate agli screening nei vari quartieri della città». L'

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Ambulatorio popolare dell' Ex Opg Je so' pazzo in via Imbriani, aperto il lunedì,
mercoledì e giovedì dalle 16.30 alle 19.30, è uno spazio in cui oltre 40 volontari, tra
medici generici, specialisti, nutrizionisti, psicologi, studenti, mediatori culturali,
garantiscono assistenza gratuita a chi non può permettersi le cure di cui ha bisogno
nel servizio sanitario pubblico. «Non tutti possono permettersi di curarsi, la città di
Napoli è particolarmente flagellata dal caro ticket, lunghissime liste d' attesa e
chiusure di interi reparti ospedalieri - dice Novella Formisani, psichiatra e tra gli
organizzatori dell' ambulatorio - a farne le spese sono soprattutto le fasce di
popolazione più disagiate, che rinunciano anche all' assistenza di base o non hanno
idea di come far valere i propri diritti, come le donne lavoratrici o mamme e gli
immigrati. È principalmente a loro che si rivolge la nostra attività sociale, perché
tutti abbiano diritto alla salute e alle cure di cui hanno bisogno». Nelle festività di
Natale è partita la raccolta fondi che servirà a comprare un nuovo ecografo per gli
utenti più disagiati, che arrivano non solo dalla città di Napoli, ma anche dalla
provincia e dalle isole. In questi quattro anni di vita l' Ambulatorio popolare ha
effettuato gran parte delle ecografie nell' ambito delle Giornate di prevenzione a
libero accesso volte all' informazione e alla sensibilizzazione della popolazione sull'
importanza di prevenzione sanitaria e diagnosi precoce. Garantire un' azione sociale
sempre più capillare: a questo è finalizzata l' iniziativa per l' acquisto del nuovo
ecografo portatile, necessario a garantire un' ottimizzazione degli sportelli
specialistici già attivi, come quello di radiologia, cardiologia e malattie dell' apparato
circolatorio, nefrologia e urologia, a cui si aggiungerà tra i nuovi lo sportello
senologico per la prevenzione precoce del carcinoma mammario. Infine l' azione
quotidiana dei volontari arriverà direttamente nei quartieri più periferici e disagiati
di Napoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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02/01/2020                                                                                                                 Pagina 31

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                                                                                                                           Lettori: 107.296
                                           Argomento: Sanità Campania

  Epatite fulminante trapianto in extremis la paziente è salva

 IL CASO Melina Chiapparino Rinasce a
 Natale, grazie a un trapianto in tempi
 record e un intervento salvavita di 12
 ore. La protagonista è Claudia, un nome
 di fantasia per la 65enne napoletana
 che, come in una favola a lieto fine, è
 riuscita a impadronirsi nuovamente della
 sua vita tra la sera della Vigilia e il 25
 dicembre. Il merito però non è stato del
 caso e, a differenza delle favole, non c' è
 stata alcuna bacchetta magica. Piuttosto
 si è trattato di una vera e propria lotta
 contro il tempo per mettere a segno un'
 impresa miracolosa riuscita grazie a
 quattro     equipe       di      sanitari.         Medici,
 anestesisti e infermieri che, con estremo
 impegno, hanno realizzato un delicato e
 complesso     intervento            chirurgico,            all'
 ospedale Cardarelli. L' OPERAZIONE La
 storia di Claudia era già segnata da dolore e malattia. La donna, già sottoposta ad
 un trapianto di midollo, era giunta nel presidio collinare in condizioni disperate e in
 grave pericolo di vita a causa di una epatite acuta fulminante. Poco dopo il suo
 arrivo in ospedale, per la 65enne è scattato il codice rosso, che indicava la massima
 emergenza per le sue condizioni psicofisiche gravemente debilitate dalla malattia.
 Una sola possibilità per salvarle la vita: un trapianto di fegato da realizzare in tempi
 strettissimi. Così, la sera del 24, è iniziata la corsa per reperire l' organo e realizzare
 in tempi record un trapianto nonostante le precarie condizioni di salute della donna.
 I chirurghi Luca Campanella e Giuseppe Arenga sono volati a Milano, al presidio
 ospedaliero San Carlo Borromeo, dove hanno prelevato il fegato. I due medici hanno

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poi preso parte all' estenuante intervento salvavita, durato circa 12 ore, realizzato
dal primario Giovanni Vannarecci e dal suo aiuto Giuseppe Aragiusto. I MEDICI Un
destino segnato se sulla sua strada la 65enne non avesse trovato l' esperienza e la
dedizione degli esperti del Centro Trapianti di Fegato della regione Campania,
diretto da Giovanni Vennarecci che è parte del Dipartimento Trapianti del Cardarelli
diretto da Ciro Esposito, che insieme alle altre Unità operative coinvolte hanno
lavorato in equipe con una maratona in sala operatoria che ha permesso di salvare
la vita alla donna. Dalla prima assistenza medica fino alle ore trascorse in sala
operatorie e ai successivi controlli sono state coinvolte le unità di Ematologia, con i
dottori Alessandra Picardi e Fioravante Ronconi, e di Epatologia con il primario
Giovanni Di Costanzo e Alfonso Lanza. Non solo. L' operazione chirurgica ha richiesto
anche una folta equipe di anestesisti rianimatori, quali Ciro Esposito, Gaetano Azan,
Luigi D' Alessio, Margherita Caggiano, Carmen Chierego e Marianna Esposito IL
DIRETTORE «Grazie ad un importante lavoro di squadra - racconta Ciro Esposito del
Dipartimento Trapianti - è stato possibile portare a termine con successo un'
operazione estremamente rischiosa». «A distanza di una settimana dall' operazione -
spiega il direttore sanitario Giuseppe Russo - le condizioni cliniche appaiono
soddisfacenti, la speranza di tutti noi è che con l' andare dei giorni si arrivi a poter
considerare la paziente del tutto fuori pericolo». «L' intervento chirurgico di
trapianto di fegato in una donna già sottoposta a trapianto di midollo, assume per l'
azienda un significato di grande valore - ha sottolineato Giuseppe Longo, direttore
generale del Cardarelli - è sia un esempio di efficienza organizzativa e di
competenza professionale, sia un innovativo modello organizzativo che a breve sarà
implementato in tutta l' azienda ospedaliera, intendo la realizzazione delle Unità
operative Multidisciplinari in cui diversi professionisti integrano i loro saperi per
risolvere problemi clinici». «I trapianti di organi, le malattie rare, il trauma center, le
cronicità, rappresentano i primi settori in cui si formalizzerà a breve questo modello
organizzativo - aggiunge Longo - l' obiettivo è quello di compiere un salto di qualità
per la gestione integrata e condivisa da parte di più unità operative. In questo
modello il paziente si ritrova al centro del complesso sistema di cure e riceve i
migliori e più appropriati trattamenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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02/01/2020                                                                                                                     Pagina 31

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                                                Argomento: Sanità Campania

                        Federico II, on line il nuovo calendario

 Torna il tradizionale appuntamento con il
 calendario        dell'      azienda           ospedaliera
 universitaria Federico II. Quindici edizioni
 per altrettanti temi approfonditi in un
 percorso in dodici tappe che prevede,
 per ogni mese, una riflessione, tratta da
 evidenze     scientifiche,                un'      immagine
 grafica che ne racconta il significato ed
 un aforisma che ne rafforza il messaggio.
 Il viaggio nel 2020 è dedicato all'
 importanza dell' ascolto nei processi di
 cura   ed    il      calendario            è     scaricabile
 gratuitamente on line dal sito dell'
 Azienda      federiciana.               «Quest'            anno
 abbiamo scelto il tema dell' ascolto.
 Porre il paziente al centro, ascoltando
 con attenzione i suoi bisogni e il suo
 vissuto di malattia, rappresenta, infatti,
 un' opportunità per tutti gli attori del
 processo di cura, così come indicato nella programmazione regionale», sottolinea l'
 avvocato     Anna          Iervolino,          direttore          generale            del      Policlinico          Federico         II.    ©
 RIPRODUZIONE RISERVATA.

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02/01/2020                                                                                                                Pagina 26

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                                          Argomento: Sanità Campania

    Ospedale Landolfi l'ira dei sindacati «Presidio in agonia»

 LE VOCI Antonello Plati Taglio dei posti
 letto e stop al pronto soccorso notturno
 nel reparto di Ortopedia dell' ospedale
 «Landolfi» di Solofra: i sindacati - Cgil,
 Cisl, Uil - contestano il provvedimento
 del   direttore     generale          dell'      Azienda
 ospedaliera «Moscati», Renato Pizzuti, e
 pretendono         chiarezza.           Il      Nursind,
 normativa alla mano, sostiene che così
 com' è gestito il presidio andrebbe
 chiuso. Della questione si discuterà la
 settimana prossima durante la riunione
 del tavolo tecnico. Lunedì scorso la
 decisione del manager di tagliare 8 posti
 letto, da 18 a 10, e di abolire il turno
 notturno, dalle 20 alle 8, per far fronte
 alle difficoltà del reparto di Ortopedia.
 Subito è esplosa, sui social, la protesta
 dei   residenti:     «Vogliono           chiudere            l'
 ospedale». Altri sottolineano che «si congestionerà ancora di più il Pronto soccorso
 di Avellino dove saranno dirottati i traumatizzati che arriveranno a Solofra nelle ore
 notturne». Oggi i sindacati prendono posizione. Licia Morsa, segretario generale Fp
 Cgil, ricorda: «La carenza di personale è stata determinata dalla mancanza di
 investimenti. E il passaggio dall' Asl al Moscati è stato tragicamente determinante».
 Ora il punto è: «Il problema è stato riversato sul personale con tutti i limiti delle
 leggi. Pizzuti, che in fondo non fa altro che applicare norme, chiarisca cosa dovrebbe
 o potrebbe essere il Landolfi che è rimasto aperto soltanto grazie al sacrificio dei
 dipendenti. Il margine di sopportazione è sempre più sottile, ma soprattutto c' è
 poca voglia di rimanere vittime di strumentalizzazioni». Posizione, più o meno,

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condivisa da Antonio Santacroce, segretario generale Cisl Irpinia-Sannio. Premette:
«Il giusto ridimensionamento del personale in rapporto all' attività il perno principale
di qualsiasi ragionamento. A cosa serve avere sulla carta posti letto, se non si
riescono a garantire le prestazioni? C' è necessità di mantenere i Lea e la regolare
erogazione delle prestazioni per fornire ai cittadini un' assistenza adeguata». Però,
attenzione: «Continuare a rattoppare non giova a nessuno, serve solo a rendere l'
agonia del presidio di Solofra più lenta: è giunto il momento di abbandonare la
volontà politica di una cieca conservazione dello status quo. Far prevalere, invece,
scelte coraggiose per realizzare quel cambio di passo che tutti predicano ma che
nessuno mette in atto». Critico pure Gaetano Venezia, segretario generale Uil Fpl:
«Chiediamo il rafforzamento e non il depotenziamento dei servizi. La nostra
preoccupazione è relativa alle modalità di funzionamento di alcuni servizi. Dopo l'
insediamento dei nuovi vertici, abbiamo chiesto una serie di incontri, quasi tutti
ignorati per cui di conseguenza è scaturita una convocazione in Prefettura per
discutere dell' organizzazione dei servizi». A Solofra, «ci sono chirurghi destinati
quasi sempre nel Pronto soccorso con poche sedute di sala operatoria, circostanza
che allunga le liste di attesa fino a 6 mesi; c' è un solo chirurgo tra reparto e
ambulatorio; manca l' ortopedico in Pronto soccorso nei giorni festivi. Per questo
abbiamo chiesto anche al Comitato dei sindaci di riunirsi e verificare l'
organizzazione dei servizi dell' Asl che afferiscono al Landolfi, ma non abbiamo avuto
alcun riscontro». Infine, una nota positiva sul provvedimento: «Garantisce la
presenza degli ortopedici nel Pronto soccorso anche nei giorni festivi e quindi una
maggiore garanzia per l' utenza». Ragiona sulla normativa, Michele Rosapane,
segretario aziendale Nursind: «Il decreto ministeriale 70 del 2015 fissa i criteri
strutturali e organizzativi che devono avere le aziende ospedaliere. E il plesso di
Solofra, per esempio, non ha i requisiti strutturali per essere aperto in quanto
necessita di un massiccio lavoro di ristrutturazione edilizia. Inoltre, dista 15
chilometri circa dalla città ospedaliera ma ha diversi doppioni di unità operative». Il
Piano nazionale esiti misura con dei parametri l' efficienza di un presidio: «Dagli
ultimi dati, il presidio di Solofra andrebbe chiuso perché non raggiunge dei punteggi
minimi. La Regione ancora non ha dato autorizzazione ad assumere personale,
quindi è normale si ridimensionino le attività». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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02/01/2020                                                                                                                Pagina 17

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                                          Argomento: Sanità Campania

             Panico all' ospedale Pellegrini, preso pistolero
 LUNI.

 Perde la testa e punta l' arma contro un
 agente. Pochi mesi fa il raid degli
 aspiranti   babyras        NAPOLI.           Notte        ad
 altissima tensione all' ospedale Pellegrini
 della Pignasecca. Un uomo è stato
 arrestato dalla polizia dopo aver estratto
 la pistola che aveva con sé e averla
 puntata contro l' agente. I contorni della
 vicenda non sono al momento ancora del
 tutto chiari, a partire dal motivo che ha
 spinto il balordo a fare irruzione nel
 presidio sanitario di Montesanto armato
 fino ai denti. A innescare la furiosa
 reazione dell' uomo potrebbe ad ogni
 modo essere stata una poco "gradita"
 richiesta di farsi identificare mostrando i
 propri   documenti.         La       posizione           del
 misterioso pistolero è adesso al vaglio
 degli inquirenti, che nelle prossime ore
 decideranno il da farsi. Quanto accaduto al Pellegrini è stato però tutt' altro che un
 caso isolato. Nelle ore precedenti, infatti, un' altra coppia di malviventi è salita alla
 ribalta della cronaca nera per aver combinato un "guaio" in via Manzoni, a Posillipo. I
 centauri viaggiavano ad elevata velocità quando si sono scontrati violentemente su
 un' auto. Nell' impatto i due, oltre a ferirsi, hanno perso la pistola scacciacani che
 avevano addosso: una circostanza, quest' ultima, che sta spingendo gli investigatori
 al lavoro sul caso che la coppia fosse in procinto di mettere a segno una rapina,
 forse proprio ai danni dell' automobilista contro il quale si sono scontrati. Sul posto,
 oltre ai soccorritori del 118, sono rapidamente arrivati anche i carabinieri della
 locale stazione che stanno adesso indagando per ricostruire quanto accaduto. Tra le

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ipotesi al vaglio dai militari c' è anche la possibilità che i due motociclisti avessero
intenzione di rapinare il conducente dell' auto ma al momento i militari dell' Arma
stanno raccoglien do indizi e testimonianze. I due uomini a bordo della moto sono
stati ricoverati entrambi in ospedale per i traumi riportati. Un centauro è stato
trasportato al Cardarelli, l' altro al vicino Fatebenefratelli. I due sarebbero tra l' altro
delle vecchie conoscenze delle forze dell' ordine per via dei loro precedenti guai con
la legge. In merito all' accaduto i diretti interessati non per ora fornito spiegazioni
degne di nota. Un giallo che potrebbe però essere presto chiarito.

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02/01/2020                                                                                                                 Pagina 8

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                                                                                                                           Lettori: 29.750
                                           Argomento: Sanità Campania

                Sanità, trasporti e rifiuti: De Luca a picco

 NAPOLI - Sanità, ambiente, trasporti.
 Questi   i   tre   temi        fondamentali               per
 un'amministrazione regionale. E su tutti
 il bilancio dei 5 anni di Vincenzo De Luca
 alla guida di Palazzo Santa Lucia è
 praticamente               fallimentare.                      Il
 governatore, ormai fuori dai giochi per la
 ricandidatura dopo il no' arrivato dal
 Nazareno,     continua           a     spendersi             in
 annunci ed elencare risultati che sono
 sulla carta, ma che sono pressoché
 invisibili nella vita dei cittadini campani.
 A cominciare dalla sanità. L'uscita dal
 commissariamento toglie ora ogni alibi
 alla Regione, che ha risanato i conti
 perdendo migliaia di posti di lavoro e che
 adesso si ritrova con una carenza di
 organico impressionante, con corsie invase dalle barelle, tempi di attesa tremendi
 anche solo per una visita e ospedali che somigliano, nonostante la grande
 professionalità dei camici bianchi (vittime di continue aggressioni), molto spesso a
 gironi infernali. E poi ci sono i trasporti. De Luca a fine anno ha ricordato dei mille
 bus acquistati, di cui solo un quinto consegnati, e dei 24 treni pronti a essere messi
 a   disposizione.       Curiosamente,                 però,        mentre           lo     diceva          i    pendolari          della
 Circumvesuviana erano costretti a camminare a piedi sui binari per raggiungere la
 stazione. E ieri è stato aggredito un capotreno della Cumana. Episodi degli ultimi tre
 giorni, l'elenco è praticamente infinito. E poi c'è l'ambiente. Come dimenticare il
 faremo sparire le ecoballe'. Nonostante annunci, conferenze con effetti speciali, sono
 ancora nei siti in cui erano 5 anni fa. Il processo di smaltimento va avanti con una
 lentezza esasperante. Col passo attuale si rischia di metterci un secolo a smaltire i

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materiali. Non propriamente un trionfo. Sul lavoro, nonostante l'impegno profuso
dall'assessorato, ci sono gravi disagi come il concorso Ripam che va a rilento e piani
di assunzione che sono partito soltanto negli ultimi mesi, a ridosso delle nuove
elezioni regionali. Tra i risultati che De Luca ha dichiarato trionfali ci sono le
Universiadi. Il merito della Regione è di aver evitato che saltassero completamente,
visto il tempo perso nella fase iniziale dall'Ente stesso. La riqualificazione degli
impianti, però, è stata soltanto episodica e molte strutture stanno già perdendo
smalto rispetto allo scorso mese di luglio. Con i soldi ottenuti per le Universiadi era
impossibile non intervenire con la manutenzione, il problema è che non è stato
delineato al futuro. E guardare al futuro è il compito principale di un politico. Senza
dimenticare poi i milioni spesi per il Villaggio Atleti che non ha lasciato traccia
essendo stato allestito su navi da crociera che hanno regolarmente ripreso il mare.
Mentre la Regione è ancora in mezzo alla tempesta. E quei siamo ultimi, pronunciati
da Stefano Caldoro in occasione dell'ultimo Consiglio del 2019, risuonano pesanti
nell'aria.

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02/01/2020                                                                                                                Pagina 30

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                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

     Una bomba carta contro l' ambulanza ferito un medico

 `L' attentato nella zona orientale, la
 portiera della vettura era aperta l'
 operatore sanitario a bordo sotto choc e
 con un timpano lesionato IL RAID Ettore
 Mautone Un petardo ad alto potenziale,
 una sorta di bomba carta, è stato gettato
 ieri mattina contro il vano aperto di una
 autoambulanza di soccorso che aveva
 appena terminato un intervento (risolto)
 al domicilio di una paziente a Barra.
 Sospetta lesione del timpano per il
 medico a bordo del mezzo, ma ci
 sarebbero potute essere conseguenze
 ben più gravi se il grosso petardo non
 fosse rimbalzato sulla portiera aperta del
 mezzo per finire poi sull' asfalto. IL
 RACCONTO «Stavamo risalendo a bordo -
 racconta il camice bianco che si riserva
 di presentare formale denuncia contro
 ignoti - quando qualcuno che non siamo riusciti a vedere ha lanciato un grosso
 petardo e colpito la nostra ambulanza. Il petardo è esploso a circa un metro da me e
 non è penetrato nel mezzo solo grazie al fatto che la portiera aperta dal lato
 passeggeri ci ha riparato dallo scoppio. Non siamo riusciti a vedere chi sia stato». In
 concomitanza con l' episodio si è sollevata una protesta popolare delle persone che
 si trovavano per strada in in difesa dei sanitari. «È stato uno scoppio importante
 aggiunge il medico domani (oggi ndr) ho una visita dall' otorino per appurare i danni
 all' udito. Ho sibili e acufeni da stamattina e accuso una evidente ipoacusia dal lato
 destro, spero di non aver riportato lesioni. Sto aspettando di fare una più
 approfondita valutazione clinica. Da quello potrò fare una denuncia più mirata». L'

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