Media Monitoring per 09-09-2019 - Rassegna stampa del 09-09-2019 - Ruggi

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09-09-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 09-09-2019
Media Monitoring per 09-09-2019 - Rassegna stampa del 09-09-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      09/09/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Fucito, Somma scrive al manager .......................................................................................... 1
      09/09/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Pronto soccorso out Presentato esposto alla magistratura ................................................... 2
      08/09/2019 - WWW.SALERNOTODAY.IT
            Il nuovo "Ruggi" sarà ideato da salernitani e coereani: ecco il progetto ................................ 3
      08/09/2019 - SALERNO.OCCHIONOTIZIE.IT
            Salerno, ecco il progetto del nuovo Ruggi: ideato da salernitani e coreani ........................... 4
      07/09/2019 - PAESESUD.IT
            Nuovo Ruggi, la diffida di Lambiase: "Atto illegittimo" .......................................................... 5
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 6
      09/09/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Curarsi mangiando La nuova frontiera della medicina ........................................................... 6
      09/09/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            La buona sanità: operazione ad alto rischio su nonna di 88 anni ........................................... 8
Sanità Campania ............................................................................................................................. 10
      09/09/2019 - IL MATTINO
            Cibo, salute e ambiente nuova cattedra Unesco .................................................................. 10
      09/09/2019 - IL MATTINO
            La piccola Yara è fuori pericolo salvata dai medici del Santobono ....................................... 11
      09/09/2019 - IL MATTINO
            Malattie rare, da giovedì congresso internazionale ............................................................. 13
      09/09/2019 - IL MATTINO
            NAPOLI, DOSSIER SICUREZZA SUL TAVOLO DELLA MINISTRA ............................................... 14
      09/09/2019 - IL MATTINO
            Terrazzo a fuoco per una sigaretta paura in ospedale ......................................................... 16
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 18
      09/09/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
            "Un miliardo per l' innovazione ma ci vuole più trasparenza" .............................................. 18
      09/09/2019 - LA REPUBBLICA
            Alzheimer, più malati E sempre meno cure .......................................................................... 20
      09/09/2019 - IL GIORNALE
            Eutanasia, Chiesa in pressing Ma tra i suoi fan c' è Speranza .............................................. 22
      09/09/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
            Facebook mette all' angolo i no vax ..................................................................................... 24
      09/09/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Il medico è responsabile del danno se l' azione corretta l' avrebbe evitato ......................... 25
      09/09/2019 - IL GIORNALE
            Il neo ministro della Salute? Figlio della Basilicata «malata» ............................................... 27
      09/09/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Il paziente-vittima non può fare causa all' assicuratore ....................................................... 29
      09/09/2019 - IL MESSAGGERO
            Influenza, è allarme vaccini il rischio di dosi insufficienti .................................................... 31
      09/09/2019 - IL MATTINO
            Medicina, le ragioni dei pazienti e delle loro insoddisfazioni ............................................... 33
      09/09/2019 - IL FOGLIO
            Numero chiuso ..................................................................................................................... 35
      09/09/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            Rimborsi delle cure salva-vista Guerra tra Novartis e Regione ............................................ 37
      09/09/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
            Sanità insostenibile per le cure anticancro .......................................................................... 39
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09/09/2019                                                                                                                   Pagina 9
                                              La Città di Salerno
                       Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                            Fucito, Somma scrive al manager
 Mario Rinaldi
 MERCATO SAN SEVERINO Mai preso
 posizione nel merito della nomina del
 responsabile      del    pronto    soccorso
 dell'ospedale Fucito di Mercato San
 Severino, il dottor Antonio Basile
 (tesserato      Pd     e   consigliere    di
 maggioranza del Comune dell'Irno); ma,
 piuttosto agito sul piano istituzionale per
 risolvere il problema legato alla
 funzionalità     dell'importante    servizio
 offerto alla cittadinanza. Lo sottolinea il
 sindaco di Mercato San Severino,
 Antonio Somma , tirato in ballo nella
 vicenda che vede come protagonista un
 altro consigliere di maggioranza del
 Comune di Mercato San Severino,
 Carmine Landi (esponente di una lista
 civica) che, insieme alla collega
 dell'opposizione Annalucia Grimaldi (del
 M5S) hanno presentato un esposto in
 Procura per ottenere l'accesso agli atti
 per esaminare il procedimento che ha
 portato alla nomina di Basile al posto del precedente responsabile, il dottor Raffaele
 Maio . Il sindaco Somma, nello specifico, ha sempre evidenziato che,
 indipendentemente dalla persona che ricopre l'incarico di responsabile del pronto
 soccorso del Fucito, l'aspetto più importante è che venga offerto un servizio efficace
 ed efficiente nei confronti dei pazienti. «Venerdì scorso ha spiegato il sindaco
 Somma ho inviato una comunicazione al nuovo commissario del Ruggi d'Aragona,
 Vincenzo D'Amato , nella quale ho chiesto un incontro istituzionale finalizzato
 all'analisi delle problematiche relative all'ospedale Fucito, con particolare attenzione
 all'apertura del nuovo pronto soccorso». Per quanto riguarda la questione della
 nomina del responsabile del pronto soccorso, i consiglieri Landi e Grimaldi hanno
 ottenuto l'accesso agli atti, per cui dovranno esaminarli per far luce (come loro
 hanno evidenziato sin dall'inizio) sul procedimento di nomina di Basile.

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09/09/2019                                                                                                                Pagina 15

                                                                                                                          EAV: € 851
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

   Pronto soccorso out Presentato esposto alla magistratura

 SAN SEVERINO La nota dei consiglieri
 Landi e Grimaldi anche per la mancata
 nomina di un dirigente medico I
 consiglieri Carmine Landi e Anna Lucia
 Grimaldi a seguito dell' esposto -
 denuncia sul mancato accesso agli atti
 circa la nomina di un dirigente medico
 presso il prono soccorso dell' ospedale
 "Fucito" hanno anche chiesto alla
 Procura indagini sul ritardo di consegna
 del nuovo pronto soccorso "visto la
 condizione dei locali dove si svolge
 attualmente        l'   attività,veramente
 disagevole e che richiede idoneità anche
 da parte del comune. Mettiamo fine alla
 ipocrisia e consegniamo il nuovo pronto
 soccorso". Ha sottolineato Carmine
 Landi. Intanto, sulla questione del
 responsabile del Pronto Soccorso dell'
 Ospedale Fu cito di Mercato San
 Severino, è intervienuto. Carmine De
 Pascale,     Consigliere    Regionale      e
 Presidente del Gruppo Consiliare De Luca Presidente: "La salute di ogni singolo
 cittadino non può essere messa a rischio da incertezze decisionali. Il Pronto Soccorso
 dell' Ospedale Fucito ha necessità di un responsabile che abbia tutte le competenze
 necessarie per il ruolo. Al momento il dottor Raffaele Maio, al quale va tutta la mia
 solidarietà, non è messo nelle condizioni di esercitare pienamente la sua funzione e
 questo può ritorcersi contro l' utenza quotidiana del nosocomio. Il Pronto Soccorso è
 il punto di riferimento per le emergenze sanitarie dei cittadini e pertanto nulla può
 essere lasciato nell' incertezza. In merito alla posizione del dottor Maio che è in
 possesso di tutti i necessari titoli professionali - continua De Pascale - il mio auspicio
 è che possa di nuovo essere messo in condizione di poter svolgere pienamente la
 sua attività, con un ruolo degno delle sue competenze e nel più breve tempo possi
 bile per rispondere alle esigenze sanitarie dei cittadini. Mi rivolgo pertanto alla
 autorità competenti, affinché possano al più presto dirimere una questione
 potenzialmente dannosa per i cittadini."

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08/09/2019
                                                salernotoday.it
                                                                                                                           EAV: € 755
                                                                                                                           Lettori: 7.133
                     Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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  Il nuovo "Ruggi" sarà ideato da salernitani e coereani: ecco
                           il progetto

 La Soresa ha affidato l'appalto al
 Raggruppamento temporaneo d’imprese
 composto dallo studio Altieri Spa (come
 mandatario), dai coreani di Samoo
 Architects & Engineers Co.Ltd, da Iconia
 Ingegneria civile Srl e da un team di
 esperti salernitani Dopo l’estromissione
 della prima azienda classificata, l’appalto
 per la progettazione del nuovo ospedale
 “Ruggi” - riporta La Città - è stato assegnato ufficialmente da Soresa (la società che
 gestisce le gare nel settore sanitario per conto della Regione Campania) al
 Raggruppamento temporaneo d’imprese composto dallo studio Altieri Spa (come
 mandatario), dai coreani di Samoo Architects & Engineers Co.Ltd, da Iconia
 Ingegneria civile Srl e da un team di esperti salernitani: il geologo Umberto Borgia,
 l’archeologa professoressa Rosa Fiorillo, lo studio di ingegneria A. Marano &
 partners, l’ingegner Gaetano Ruocco e l’architetto Gianluca Calabrese. La Rti ha
 ottenuto l’appalto con un’offerta di 6.956.377 euro.Secondo i progettisti la nuova
 sede centrale dell’azienda ospedaliera-universitaria dovrà sorgere “in un
 avvallamento in parte naturale e in parte artificiale che consenta di immergere i
 piani inferiori dell’ospedale - il podio - all’interno di un oasi verde e permetta ai livelli
 superiori - le torri - di godere della vista del mare e dei paesaggi circostanti da
 un'altezza che evita il contatto visivo con il circostante tessuto edilizio”. La struttura
 sarà formata da un edificio principale che prevede un podio che si alza per tre piani
 e un livello interrato che conterrà tutti principali servizi di diagnosi e cura oltre alle
 attività di supporto. Si aggiunge il sistema delle torri che si sviluppa su quattro livelli
 e sarà dedicato alle unità di degenza e alle funzioni legate alla didattica e
 all’Amministrazione.

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08/09/2019
                                     salerno.occhionotizie.it
                                                                                                                          EAV: € 1.182
                                                                                                                          Lettori: 17.500
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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       Salerno, ecco il progetto del nuovo Ruggi: ideato da
                        salernitani e coreani
 L’appalto per la progettazione del nuovo ospedale “Ruggi” è stato assegnato
 ufficialmente da Soresa (la società che gestisce le gare nel settore sanitario per
 conto della Regione Campania) al Raggruppamento temporaneo d’imprese composto
 dallo studio Altieri Spa (come mandatario), dai coreani di Samoo Architects &
 Engineers Co.Ltd, da Iconia Ingegneria civile Srl e da un team di esperti salernitani: il
 geologo Umberto Borgia, l’archeologa professoressa Rosa Fiorillo, lo studio di
 ingegneria A. Marano & partners, l’ingegner Gaetano Ruocco e l’architetto Gianluca
 Calabrese. La Rti ha ottenuto l’appalto con un’offerta di 6.956.377 euro. Il progetto
 del nuovo Ruggi Secondo i progettisti la nuova sede centrale dell’azienda
 ospedaliera-universitaria dovrà sorgere “in un avvallamento in parte naturale e in
 parte artificiale che consenta di immergere i piani inferiori dell’ospedale – il podio –
 all’interno di un oasi verde e permetta ai livelli superiori – le torri – di godere della
 vista del mare e dei paesaggi circostanti da un’altezza che evita il contatto visivo
 con il circostante tessuto edilizio”. La struttura sarà formata da un edificio
 principale che prevede un podio che si alza per tre piani e un livello interrato che
 conterrà tutti principali servizi di diagnosi e cura oltre alle attività di supporto. Si
 aggiunge il sistema delle torri che si sviluppa su quattro livelli e sarà dedicato alle
 unità di degenza e alle funzioni legate alla didattica e all’Amministrazione. L'articolo
 Salerno, ecco il progetto del nuovo Ruggi: ideato da salernitani e coreani proviene
 da L'Occhio di Salerno.

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07/09/2019
                                                    paesesud.it
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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      Nuovo Ruggi, la diffida di Lambiase: "Atto illegittimo"

 Il consigliere comunale d’opposizione di
 “Salerno di Tutti”, Gianpaolo Lambiase,
 nel corso di una conferenza stampa ha
 espresso tutte le sue perplessità in
 merito alla procedura utilizzata dal
 Comune di Salerno per la realizzazione
 del nuovo ospedale San Giovanni di Dio
 e Ruggi d’Aragona. Lambiase ha inviato
 una diffida alle autorità avente per
 oggetto la delibera approvata dal
 consiglio comunale il 1 agosto che
 localizza l’area per la costruzione della
 nuova      struttura     (ex    Finmatica),
 individuata     dal     piano    regolatore
 comunale come zona Erp, ossia di
 edilizia residenziale popolare. “L’accordo
 di programma per la realizzazione del nuovo Ruggi d’Aragona di Salerno, recepito
 con delibera consiliare deve essere annullato. E’ un atto completamente illegittimo
 perchè non rispetta leggi regionali e leggi nazionali. Hanno cambiato la destinazione
 d’uso di 20 ettari di terreno destinati all’edilizia residenziale pubblica. Per di più, non
 esiste una valutazione tecnica accurata del rapporto tra costi del nuovo ed esigenze
 di recupero delle strutture esistenti. Ho chiesto al prefetto la nomina di un
 commissario straordinario per disporre la revoca dell’atto consiliare”. Il consigliere
 d’opposizione si è poi soffermato sulle risorse stanziate per la realizzazione della
 struttura ospedaliera, pari a 327 milioni di euro. “18 milioni di euro, più 81 milioni e
 500mila euro che vengono trasferiti dal vecchio Ruggi al nuovo. Circa 99 milioni
 dalla soppressione delle opere di completamento della metropolitana di Salerno, così
 come previsto dal Patto per lo sviluppo della Campania, 25 milioni dalla riduzione dei
 fondi destinati al “nodo di interscambio modale di Vesuvio Est e, in conclusione, 102
 milioni dalla diminuzione delle risorse destinate ai contratti di programma”.

              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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09/09/2019                                                                                                                  Pagina 8
                                             La Città di Salerno
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

       Curarsi mangiando La nuova frontiera della medicina
 Marcella Cavaliere
 Non c'è miglior modo di prendersi cura di
 sé che un corretto stile alimentare, fonte
 indispensabile sia per la salute, il buon
 funzionamento dell'organismo e la
 prevenzione di malattie che possono
 essere      collegate     alla    nutrizione.
 L'alimentazione e le predisposizioni
 genetiche nelle malattie, e dunque i
 possibili risvolti in veri e propri casi
 clinici, rappresentano il filo conduttore
 della giornata di studi e ricerca Food as
 Medicine: Dietary Intervention in Disease
 Treatment, che si terrà oggi presso la
 Fondazione Ebris a Salerno e che
 coinvolgerà operatori sanitari, medici,
 nutrizionisti e dietisti, esperti del mondo
 accademico e industriale e studenti. A
 spiegare di quali argomenti si discuterà
 è Alessio Fasano , direttore del reparto di
 Gastroenterologia pediatrica e nutrizione
 al Massachusetts General Hospital di
 Boston della Harvard Medical School,
 dov'è anche professore di pediatria. Al meeting ci saranno anche i ricercatori del
 Massachusetts Hospital che hanno recentemente messo a punto un mini intestino,
 un organoide in grado di simulare le reazioni al glutine dell'epitelio intestinale dei
 pazienti affetti da celiachia. «Ci troviamo in un periodo critico per quanto riguarda il
 trattamento di malattie infiammatorie croniche in cui c'è un cambiamento del
 paradigma dall'uso di farmaci alla possibilità di personalizzare trattamenti con
 interventi terapeutici basati sulla nutrizione», premette Fasano. A suo avviso è del
 resto luogo comune che la nutrizione abbia un potere d'impatto sulla salute «non
 solo per motivi di quantità, penso ai casi di obesità o malnutrizione, ma anche di
 qualità perché può essere importante cambiare le funzioni microbiotiche per capire
 se le nostre predispozioni genetiche a sviluppare malattie poi si traducono in casi
 clinici». Per questo gli studiosi focalizzato l'interesse sul potere terapeutico della
 dieta, quindi sul cibo come medicina e sui farmaci e sulla personalizzazione dei
 trattamenti. La giornata sarà suddivisa in tre momenti e declinata con diversi
 approcci clinici, spiega Fasano. Si discuterà di cervello-intestino e del potere
 terapeutico della nutrizione nella cura della schizofrenia, epilessia e autismo. Altra
                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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sezione sarà dedicata alle allergie alimentari e alle relative terapie dietetiche e
un'altra sezione sarà incentrata sulle malattie infiammatorie croniche intestinali
(Mici), la celiachia e le coliti necrotizzanti del neonato. Alla giornata saranno presenti
relatori di fama mondiale oltre ad esperti dell'industria interessata alla nutrizione
come possibile intervento terapeutico. «Finiremo il meeting con una tavola rotonda
alla quale parteciperanno esperti del mondo accademico industriale, focalizzando gli
interessi sulle traiettorie future per utilizzare la nutrizione come potere di
trattamento per una serie di malattie infiammatorie croniche non infettive»,
conclude Fasano. Il convegno internazionale inizia alle 9, apriranno i lavori il
professore Palmiero Monteleone ordinario di Psichiatria presso l'Università di Salerno
e direttore dell'Unità operativa di Psichiatria all'ospedale Ruggi di Salerno e il
dottore Giulio Corrivetti direttore del Dipartimento di Salute mentale della Asl
Salerno.

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09/09/2019                                                                                                                Pagina 17

                                                                                                                          EAV: € 1.004
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

   La buona sanità: operazione ad alto rischio su nonna di 88
                             anni

 Intervento ad alto rischio perfettamente
 riuscito su una donna di 88 anni a Polla.
 Continuano a susseguirsi le buone
 notizie riguardanti le alte professionalità
 presenti presso il Curto di Polla. Un
 intervento definito ad alto rischio è stato
 effettuato su una donna di 88 anni ed è
 perfettamente riuscito. La donna affetta
 da un grave tumore e altre complicazioni
 è stata già anche dimessa. Si tratta di
 nonna Elisa. A far emergere la storia
 sono i familiari della donna che hanno
 voluto ringraziare pubblicamente lo staff
 del primario di Chirurgia, il dottore
 Aurelio Nasto. E con il professionista
 anche la sua equipe e l'anestesista.
 L'operazione si è tenuta il 14 agosto,
 raccontano i familiari, e l'equipe medica
 oltre a eseguire l'intervento chirurgico
 con notevole qualità ha mostrato
 sensibilità e attenzione. Più volte il
 dottore è venuto a trovare la signora
 Elisa e anche il decorso è stato seguito con attenzione. Ma purtroppo l'ospedale è
 ancora gravato da un'atavica carenza di personale in molti reparti. Per scongiurare il
 blocco delle attività in questi, si ricorre spesso a convenzioni con altre strutture
 sanitarie campane per il reperimento di personale. Come è ormai noto tra i reparti in
 difficoltà, per i quali si è già ricorso a stipulare diverse convenzioni per coprire i turni
 dei medici, c'è il reparto di Pediatria guidato dal Primario Teodoro Stoduto. In questo
 caso dopo la convenzione con il Ruggi di Salerno che prevede la presenza in reparto
 di medici provenienti dalla struttura ospedaliera di Salerno e quella che prevede che
 alcuni turni in ospedale vengono coperti da Pediatri familiari, il direttore sanitario
 della struttura pollese, Luigi Mandìa, ha richiesto una nuova convenzione questa
 volta per assicurare il punto nascita di Polla già in bilico e troppo legato alle scelte e
 alle azioni della politica. Mandìa, ha stipulato con l'Asl Napoli 3 Sud una convenzione
 per oltre 150 ore che prevede la presenza in reparto di medici specialisti per
 prestazioni di TIN, ossia di terapia intensiva neonatale. Una convenzione che ha un

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costo importante ma che allo stesso tempo è necessaria sia per salvaguardare i
piccoli pazienti e anche per mantenere in vita il punto nascita. Una iniziativa tappa
buchi e precaria che serve solo a ritardare la soluzione definitiva del problema.

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09/09/2019                                                                                                                 Pagina 31

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                                                                                                                           Lettori: 107.296
                                           Argomento: Sanità Campania

             Cibo, salute e ambiente nuova cattedra Unesco

 Al centro congressi federiciano di via
 Partenope, 36, alle 10.30, domani sarà
 presentata la Cattedra Unesco di
 Educazione alla salute ed allo sviluppo
 sostenibile, istituita presso l' Università
 Federico II e coordinata da Annamaria
 Colao, ordinario di Endocrinologia e
 primario di Endocrinologia del Policlinico
 federiciano. Unica in Europa ad essere
 dedicata alla promozione dello stato di
 salute della popolazione agendo sui
 fattori culturali, nutrizionali e ambientali,
 la Cattedra Unesco - Federico II si avvale
 di uno staff composto da scienziati e
 ricercatori in ambito medico, quali i
 dottori Prisco Piscitelli e Alfredo Mazza,
 agroalimentare, come il professore
 Matteo Lorito, ed ingegneristico, con il
 professore Piero Salatino, e di un
 partenariato composto da Campus
 Salute Onlus, Isbem, Euro Mediterranean
 Scientific Biomedical Institute, Alda,
 Local Democracy Agency at European
 Council. A partire dalle 11.30 il rettore
 della Federico II Gaetano Manfredi presenterà la Cattedra. Alla coordinatrice Colao il
 compito di evidenziare gli obiettivi del progetto. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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09/09/2019                                                                                                               Pagina 26

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                                                                                                                         Lettori: 107.296
                                         Argomento: Sanità Campania

      La piccola Yara è fuori pericolo salvata dai medici del
                            Santobono

 LA STORIA Yara sta meglio ed è quasi del
 tutto guarita. La bambina di 6 anni di
 Marcianise, affetta da una forma severa
 di sindrome uremico-emolitica causata
 da un batterio contratto durante una
 vacanza in Egitto e poi trasferita in
 urgenza in aereo, agli inizi di agosto,
 dalla Polonia (dove il papà lavora da
 militare) al Santobono, ha superato la
 fase critica ed è ora in via di guarigione.
 Yara come Noemi: salvata grazie ad una
 straordinaria catena di solidarietà e in
 virtù della grande professionalità e
 perizia    medica     dei    sanitari   del
 Santobono. LA MALATTIA I primi sintomi
 della malattia causata da un particolare
 germe Escherichia coli avevano poi
 costretto ad un ricovero in una struttura
 sanitaria in Polonia ma le condizioni
 cliniche peggioravano a vista d' occhio
 tanto da spingere il padre della piccola a
 chiedere il trasferimento in Italia. Al
 Santobono appunto. Dalla prima allerta
 entro 24 ore il Santobono ha inviato in
 Polonia un rianimatore e un infermiere pediatrico per poi appunto trasferire la
 bambina a Napoli. Subito in rianimazione le condizioni di Yara erano subito apparse
 molto gravi per la insufficienza multiorgano. «Fui contattato dal papà di Yara agli
 inizi di agosto - racconta Carmine Pecoraro, il direttore del dipartimento di medicina
 di urgenza del Santobono - subito abbiamo concesso accoglienza per un caso clinico
 che abbiamo capito che poteva essere esiziale per la piccola. In questo caso il
 focolaio era localizzato in Egitto tant' è che anche in Inghilterra un altro caso
 proveniente da quel paese ha dato Ugo a un ricovero in urgenza». Quando è arrivata
 a Napoli - racconta ancora il sanitario del Santobono - la bambina stava male era in
 edema polmonare e respirava a fatica. Dopo una dialisi intensiva, ha perso in due
 giorni 5 litri di acqua ed è tornata a respirare meglio. Poi l' abbiamo assistita in
 nefrologia e ha continuato a praticare la dialisi in quanto non urinava. La situazione

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è rimasta critica fino a ferragosto. Poi è iniziata gradualmente a migliorare. La
terapia può durare a lungo e richiede molto impegno assistenziale. Siamo tutti
contenti per come è evoluta la situazione clinica di Yara». LA SODDISFAZIONE «Le
autorità sanitarie nazionali - ha scritto ieri su Facebook il sindaco di Marcianise
Antonello Velardi - sono riuscite ad allestire una squadra con il coinvolgimento del
Comune che ha consentito quest' estate il trasferimento a Napoli dalla Polonia. Yara
è ancora ricoverata all' ospedale Santobono ma in queste settimane ha fatto passi
da gigante. Le ultime analisi effettuate stamattina (ieri) disegnano un quadro
ottimistico per il futuro e fanno molto ben sperare». Proprio Velardi il giorno di
Ferragosto era andato a fare visita alla bambina e ai suoi genitori concittadini di
Marcianise. «Di Yara - ha raccontato ancora il primo cittadino di Marcianise - vi
avevo raccontato nel pieno dell' estate, spiegandovi cosa eravamo riusciti a fare per
trasferirla con un aereo di Stato dalla Polonia a Napoli. La bambina è stata in
imminente pericolo di vita e i genitori erano disperati: rischiava di morire. I medici
del Santobono sono andati in aereo in Polonia a prelevarla e l' hanno salvata, con
cure efficaci e grazie ad una straordinaria professionalità. In queste settimane, i
medici hanno rimesso in sesto tutti gli organi di Yara seguendo una terapia specifica
che in Polonia neanche avevano individuato. Anche per questo, e lo dico da cittadino
campano, sono orgoglioso delle donne e degli uomini della sanità regionale che, pur
tra mille difficoltà, dimostrano una non comune professionalità. Ringrazio i vertici del
Santobono, tutti gli operatori e in particolare il dott. Gabriele Malgieri che mi ha
accolto il giorno di ferragosto. Il Santobono si conferma un centro di eccellenza
mondiale e un luogo di commovente umanità». e.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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09/09/2019                                                                                                               Pagina 31

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                                                                                                                         Lettori: 107.296
                                         Argomento: Sanità Campania

        Malattie rare, da giovedì congresso internazionale

 Comincerà giovedì prossimo, al Centro
 congressi della Federico II in Via
 Partenope,        l'«International      Kv7
 Symposium», congresso internazionale
 che riunirà ricercatori e clinici di tutto il
 mondo impegnati nello studio delle
 disfunzioni    del    funzionamento      del
 sistema nervoso, del cuore e della
 muscolatura. Al centro del confronto, la
 famiglia di geni «Kv7» che, in caso di
 alterazioni, può provocare patologie
 come aritmie, epilessie, ritardo dello
 sviluppo neuro cognitivo, autismo, e
 sordità. Il «Kv7» alterato causa malattie
 rare, che si manifestano soprattutto in
 bambini con meno di 5 anni causando
 gravi    disabilità.    Il  congresso      è
 organizzato dal professore Maurizio
 Taglialatela, docente di Farmacologia
 alla Federico II, che da anni studia le
 epilessie     genetiche      associate     a
 mutazioni nei geni «Kv7», e dal
 professore Iain Greenwood, docente di
 Farmacologia vascolare all' Institute of
 Molecular and Clinical Sciences dell' Università St George' s di Londra, autore di
 ricerche sull' influenza dei geni «Kv7» sulla funzione muscolare. Al simposio di 3
 giorni per 80 interventi, parteciperanno 150 ricercatori di 15 nazioni, tra cui Stati
 Uniti, Canada, Cina, Israele e Australia. Tra i relatori, i professori David Brown di
 Londra, Bernard Attali di Tel Aviv, Silvia Priori di Pavia. © RIPRODUZIONE
 RISERVATA.

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09/09/2019                                                                                                                 Pagina 29

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                                                                                                                           Lettori: 107.296
                                           Argomento: Sanità Campania

  NAPOLI, DOSSIER SICUREZZA SUL TAVOLO DELLA MINISTRA
 Ernesto Mazzetti
 Sono appena quattro giorni che, fresca d'
 investitura presidenziale, la dottoressa
 Luciana Lamorgese, consigliera di Stato,
 ha preso possesso dell' ampio studio
 riservato al ministro degli Affari interni
 della Repubblica italiana. Al Viminale era
 già di casa. Il palazzo l' ha frequentato
 per anni con incarichi di rilevanza
 crescente, prima e dopo la nomina a
 prefetto. Le sono familiari uffici e
 personale. Non sarà così per altri ministri
 del governo Conte2, quasi tutti spaesati
 in edifici a loro ignoti e gravati di
 mansioni tutte da approfondire. Nella
 stanza abbandonata dal senatore Salvini
 ci sono parecchi dossier che spero la
 signora     Lamorgese      possa     presto
 ritrovare, rovistando tra scrivania,
 cassetti, armadi. Il non più ministro e
 vice premier visse giorni tumultuosi all'
 indomani delle dimissioni e conseguente
 crisi del governo Conte1. Tra residui
 adempimenti ministeriali, polemiche
 politiche, trasferte per comizi in Regioni
 prossime al voto, adunate in lidi balneari, è probabile che abbia lasciato un po' di
 disordine tra scartoffie d' ufficio. Ma alcune rivestono grande importanza per Napoli
 e la Campania. Sarà sollecita la neo ministra a dedicar loro l' attenzione che
 meritano? Da tecnica qual è, verificandone la completezza con telefonate alla
 dottoressa Carmela Pagano, prefetto di Napoli, e al dottor Raffaele Ruberto, prefetto
 di Caserta. Ancor meglio se con visite in loco. Nei quattordici mesi di governo
 gialloverde non sono mancate le venute a Napoli e dintorni di Salvini nel ruolo di
 ministro degli Interni. Nell' ottobre scorso visitò il rione Vasto dove da anni la
 popolazione locale lamenta l' impossibilità di vivere tra strade e palazzi che
 improvvide scelte amministrative hanno consentito divenissero concentrazioni di
 immigrati africani, molti dediti a illegalità e violenze. «Staneremo i clandestini casa
 per casa», assicurò al parroco don Vincenzo Balzano tra applausi dei residenti
 affacciati ai balconi. Poi, presiedendo il Comitato per l' ordine pubblico, espresse
 fermi propositi, forse un po' velleitari dato il pregresso: Vogliamo sradicare,
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deportare, cancellare e isolare la camorra. E far sentire a ogni singolo camorrista lo
schifo che è. Contro le stese delle baby gang enunciò repressione ma anche
prevenzione; scuole sicure, video sorveglianza, moniti sul pericolo delle droghe.
Semmai togliendo patria potestà ai camorristi per impedir loro d' allevare futuri
criminali. Altro tema scottante: le occupazioni abusive di alloggi popolari gestite da
gang a danno di legittimi assegnatori. Secondo il Viminale a Napoli riguardano 80
immobili. Piaga sociale lasciata degenerare negli anni da autorità locali inclini a
troppo tollerare. Nelle periferie e non solo. Parlò anche di questo Salvini che già il
mese prima della visita napoletana aveva disposto un censimento città per città di
tutti gli abitanti abusivi di case popolari, con l' ambizioso obiettivo di espellerli manu
militari. Un esempio l' aveva dato il suo predecessore Minniti, liberando un palazzo
romano da un centinaio di famiglie che illegalmente l' occupavano. Lui lo imitò con i
famigerati Casamonica. Tornò a Napoli Salvini nel gennaio di quest' anno; visite di
solidarietà a vittime del racket, al pizzaiolo Sorbillo, al tabaccaio ripetutamente
rapinato. Quindi ad Afragola, al quartiere Salicelle. Vagheggiò d' un piano nazionale
contro la camorra. Ancora, nel maggio scorso, altra visita con enunciazione di dati:
137 nuovi agenti già arrivati in città, stanziamenti per contrastare lo spaccio di
droga presso le scuole, per installare più videocamere di sorveglianza, primi
sgomberi di occupanti abusivi di case popolari nell' area metropolitana. E la
previsione, nel decreto sicurezza bis, di 800 assunzioni di personale da adibire a
notificare le sentenze, visto che le carenze attuali lasciano che a Napoli migliaia di
condannati restino in libertà. Ultima visita nelle nostre vicinanze, in pieno
Ferragosto, per una convocazione del Comitato per l' ordine pubblico casertano:
Castelvolturno, triste emblema di scempio del territorio, disoccupazione,
immigrazione clandestina, camorra dei casalesi, mafie nigeriane. Una venuta a crisi
di governo già in atto; con immancabile contorno di contestazioni di oppositori
politici. Quelle contestazioni che, peraltro, sempre l' avevano accompagnato nelle
visite napoletane, benché solitamente sovrastate da manifestazioni di consenso.
Confido che la neo ministra Lamorgese trovi nell' ufficio appena occupato adeguati
riscontri di tutte queste missioni del suo predecessore, degli adempimenti
eventualmente avviati e degli impegni sospesi. Spero deliberi di conseguenza. Ai
dossier esistenti suggerirei di aggiungerne un altro: misure per la sicurezza degli
ospedali e del personale. Che in pochi mesi si siano dovute registrare 70
aggressione a medici e paramedici da parte di energumeni d' ambo i sessi mi pare
fenomeno di degenerazione sociale. Completa il quadro dei mali napoletani che
rischiano di trasformarsi in patologie croniche. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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09/09/2019                                                                                                                Pagina 26

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                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

      Terrazzo a fuoco per una sigaretta paura in ospedale

 IL CASO Ettore Mautone Un mozzicone di
 sigaretta gettato incautamente da una
 finestra o forse (ma è meno probabile)
 un innesco che ha dato il via all'
 autocombustione di cartoni e altri
 materiali infiammabili esposti, su un
 terrazzo, al sole a picco e al forte vento.
 Sono queste le ipotesi al vaglio degli
 inquirenti per spiegare l' incendio che si
 è sviluppato ieri mattina su uno dei
 terrazzi di copertura dell' ospedale San
 Paolo a Napoli. Un incendio pericoloso
 perché      divampato     in    un'     area
 prospiciente alle degenze ma per fortuna
 esterno e soprattutto subito domato
 dagli     addetti    antincendio       senza
 conseguenze per operatori e pazienti. I
 FATTI Sono le 11.30circa: nel presidio
 ospedaliero di Fuorigrotta una densa
 nube di fumo si solleva da un piccolo
 balcone adiacente ad uno dei terrazzi di
 copertura a livello della Ginecologia. Qui
 sono in corso lavori di ristrutturazione
 dell' unità dedicata alla Procreazione
 medicalmente assistita (Pma). La ginecologia si articola su due corridoi e un' area di
 divisione. La corsia di destra prospetta verso alcuni ambulatori (tra cui quello per l'
 interruzione volontaria di gravidanza) e appunto l' area di cantiere. La ditta che
 esegue i lavori aveva lasciato sul balconcino alcuni cartoni che hanno preso fuoco. Il
 terrazzino prospetta poi verso un terrazzo che ospita i tubi dell' area condizionata. L'
 allerta delle guardie giurate è stata immediata e nessun grave pericolo è stato corso
 da pazienti e operatori in servizio al San Paolo. Il fumo si è propagato soprattutto al
 secondopiano, dove c' è appunto la Ginecologia. Nemmeno in Ortopedia, al terzo
 piano, si sono registrati particolari problemi e solo in Otorino un singolo paziente, già
 affetto da problemi respiratori, ha subito piccoli fastidi dovuti al fumo. Provvidenziale
 l' intervento della squadra di guardie deputate all' attività antincendio che ha preso
 in pugno la situazione attivando tutti i protocolli previsti. L' incendio prima domato
 con l' acqua è poi stato vinto con gli estintori. Per precauzione i pazienti ricoverati
 nelle aree adiacenti sono stati trasferiti e messi in sicurezza in altre stanze ma alle
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
12.15la situazione è tornata ampiamente sotto controllo e l' allarme rientrato. I vigili
del fuoco sono stati allertati ma si sono limitati a controllare la situazione e a
verificare le possibili cause dell' incendio riconducibili appunto, a un mozzicone di
sigaretta giunto dall' altro. I pazienti sono rientrati nei loro letti dopo che il personale
ha fatto arieggiare i locali e controllato la pulizia. IL MANAGER «Un evento - avverte
il manager della Asl Ciro Verdoliva - che avrebbe potuto creare seri problemi alla
continuità assistenziale e che invece ha solo messo in luce la qualità della squadra
antincendio dell' Asl e l' efficacia dei protocolli di sicurezza messi in campo». Il
direttore generale commenta con soddisfazione la professionalità delle guardie di
vigilanza addette alla sicurezza antincendio, presenti in tutti i presidi ospedalieri 24
ore su 24 e degli operatori sanitari. «Ringrazio il personale tutto - conclude Verdoliva
- che, nonostante i momenti concitati, ha contribuito a mettere in sicurezza i pazienti
con prontezza è garantendo sempre l' assistenza. Nel contempo ho attivato una
verifica interna finalizzata a comprendere le ragioni che hanno generato l' incendio e
le modalità d' intervento». IL FUMO IN OSPEDALE A puntare il dito sul fumo di
sigaretta in ospedale è intanto il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio
Borrelli: «A causare l' incendio pare sia stato un mozzicone. Denunciamo da tempo il
problema fumo negli ospedali. Chiediamo per l' ennesima volta ai dirigenti delle Asl
ad inasprire i controlli e sanzionare i trasgressori. Negli ultimi 3 anni sono state
elevate solo 35 multe segno che su questo tema c' è un' eccessiva tolleranza e una
costante sottovalutazione sia dei danni per la salute sia dei rischi di incendio».
Mozziconi e posacenere improvvisati sono stati trovati recentemente al Cardarelli,
all' ospedale del Mare, al San Giovanni Bosco, al Policlinico, all' Annunziata e al
Vecchio Pellegrini. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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09/09/2019                                                                                                                Pagina 14

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                                                                                                                          Lettori: 101.864
                                          Argomento: Sanità nazionale

  "Un miliardo per l' innovazione ma ci vuole più trasparenza"
 Chia. Da.
 L' intervista - Pierpaolo Sileri La strada
 per ridurre i costi della salute è la
 trasparenza dei prezzi dei farmaci e
 ricoveri più appropriati. Il presidente
 della commissione Sanità del Senato,
 Pierpaolo Sileri ne è convinto. Prezzi e
 trattative per l' acquisto dei farmaci,
 infatti, sono secretati. E ci sono ancora
 troppi pazienti terminali con il cancro
 che anziché essere assistiti a casa o
 negli hospice finiscono inutilmente in un
 letto di ospedale con enormi costi per il
 Ssn. In Italia i farmaci antitumorali sono
 la categoria a maggior impatto sulla
 spesa pubblica. L' elevato costo di questi
 medicinali sta mettendo a rischio la
 sostenibilità     del   nostro      Sistema
 Sanitario? L' accesso alle terapie
 innovative è un grande problema. A
 livello mondiale. E visto che non
 disponiamo di risorse illimitate le terapie
 devono essere efficaci e l' innovazione
 deve essere veramente tale altrimenti
 non sarà più possibile per il sistema affrontare il costo delle nuove cure. Il nostro
 impegno è quello di promuovere il sistema del payment by results in cui le aziende
 vengono remunerate esclusivamente a fronte dei pazienti che hanno ricevuto reali
 benefici dal farmaco. Tra l' altro nei prossimi anni assisteremo a un incremento
 costante della popolazione anziana e il carico dell' assistenza sanitaria e sociale in
 campo oncologico diventerà più pesante: nel 2012 erano 2,5 milioni i pazienti con
 storia di cancro, nel 2020 saranno circa 4,5. Il vero problema in Italia è la
 disponibilità di budget non abbastanza sufficiente a soddisfare la richiesta di salute e
 la capacità di efficientare il sistema riducendo gli sprechi. Quante tac o risonanze
 magnetiche sono prescritte senza nessun significato clinico? E le richieste improprie
 dei marcatori tumorali? Alla definizione del budget nazionale per l' oncologia si deve
 accompagnare un nuovo modello di assistenza, meno centrato sull' ospedale e più
 orientato al domicilio o all' hospice. Il 30% dei pazienti con cancro muore in strutture
 destinate al contrasto di patologie acute, generando gravi sofferenze umane e
 sottraendo posti letto a malati in fase acuta. Il 28 maggio l' Oms ha approvato la
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risoluzione presentata e voluta dal ministero della Salute con il supporto di Aifa, per
una maggiore trasparenza ed equità dei prezzi. Perché è un traguardo importante?
Perché potrebbe portare a una più ampia condivisione pubblica dei prezzi dei
farmaci pagati dai governi, a maggiori informazioni sui brevetti farmaceutici così
come sui risultati delle sperimentazioni cliniche e su tutto ciò che determina il
prezzo del farmaco. Per avere un mercato più competitivo e innovativo e quindi
comprare più salute a parità di risorse. I due fondi speciali da 500 milioni di euro l'
anno ciascuno per il finanziamento dei farmaci innovativi, oncologici e non, potranno
essere mantenuti in futuro? È fondamentale che lo siano. Questa nuova generazione
di trattamenti rappresenta una svolta storica. Dai dati Aifa emerge che i fondi per l'
acquisto dei farmaci innovativi sono stati quasi interamente usati, questo a
conferma dell' importanza del finanziamento. Garantire l' effettività delle disposizioni
nazionali che già prevedono e promuovono la disponibilità automatica alle terapie
innovative è il nostro obiettivo, prevedendo l' inserimento automatico nei Prontuari
terapeutici regionali in modo che il paziente possa accedere rapidamente alla
terapia.

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09/09/2019                                                                                                                Pagina 18

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                                          Argomento: Sanità nazionale

              Alzheimer, più malati E sempre meno cure
 DI DAVIDE MICHIELIN
 Un' emergenza sanitaria e sociale: 600
 mila le persone affette in Italia destinate
 a crescere Ma il piano approvato dal
 governo nel 2014 non è mai stato
 finanziato, lasciando sole le famiglie In
 Italia le persone affette da demenza
 sono un milione. Fra loro 600 mila
 soffrono di Alzheimer. Nel tempo questa
 malattia      neurodegenerativa,       che
 distrugge progressivamente le cellule del
 cervello, porta alla perdita di memoria. E
 così una madre non riconosce il figlio, un
 marito la moglie. Un' emergenza sociale
 e sanitaria destinata ad aggravarsi
 ulteriormente con l' invecchiamento
 della popolazione. «Con il trascorrere del
 tempo, le persone che si ammalano
 smarriscono l' orientamento nello spazio
 e la capacità di collocare nel giusto
 ordine gli eventi della propria vita.
 Manifestano difficoltà nel linguaggio e
 non riconoscono più i volti dei familiari,
 assumendo talvolta comportamenti aggressivi» spiega Paolo Maria Rossini,
 neurologo del Policlinico Gemelli di Roma. Oggi le demenze colpiscono l' 8% degli
 anziani ultrasessantacinquenni e fino al 20% degli ultra 80enni. Il calvario del
 paziente può trascinarsi per oltre dieci anni con conseguenze psicologiche e costi
 devastanti per i familiari e gli amici che lo assistono. Nel 2014 il governo ha
 approvato il piano nazionale demenze, che fornisce indicazioni strategiche per il
 miglioramento degli interventi nel settore, non soltanto con riferimento agli aspetti
 terapeutici, ma anche al sostegno del malato e dei familiari lungo tutto il percorso di
 cura. «Peccato che, non essendo finanziato, sia rimasto lettera morta. Per quanto la
 situazione nelle diverse Regioni sia a macchia di leopardo, il carico dell' assistenza
 del malato ricade ancora, e in buona parte, sulle famiglie» ricorda Gabriella Salvini
 Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia. Dove non arrivano i servizi
 sociali subentra per fortuna l' associazionismo, con iniziative virtuose come quella
 delle "comunità amiche", un modello di integrazione e formazione rivolta all' intera
 cittadinanza. La prima esperienza italiana risale al 2016 ad Abbiategrasso, in
 provincia di Milano. «Per la prima volta - ricorda Salvini Porro - associazioni di
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famigliari, comune e distretto socio-sanitario si sono seduti a un tavolo e hanno
elaborato un piano di misure pratiche, anche comportamentali, per adattarsi alle
esigenze dei malati». Tra queste, la richiesta di non venire evitati o ignorati.
«Durante il lungo decorso la persona può alternare momenti di assenza con quelli di
lucidità» prosegue Salvini Porro, sottolineando il forte stigma che ancora oggi
circonda le persone affette di demenza: troppo spesso le famiglie si vergognano
della loro condizione e finiscono per isolarsi. Nonostante i progressi della ricerca,
non esiste ancora una cura per l' Alzheimer, la cui progressione può essere
solamente frenata. «La malattia lavora nel buio per anni prima dei primi sintomi.
Tuttavia, il cervello possiede una discreta riserva neurale che tampona le perdite: l'
Alzheimer si manifesta una volta esaurito questo salvadanaio » prosegue Rossini.
Ecco perché la strategia attuale passa per la diagnosi precoce: prima si intercetta il
malato, maggiori sono le probabilità di contrastare la progressione attraverso la
stimolazione cognitiva. Per accelerare l' identificazione della malattia, spesso
confusa con l' inevitabile declino cognitivo dell' anziano, ministero della Salute e
Agenzia del farmaco stanno conducendo Interceptor , un ambizioso progetto che
punta a individuare i marcatori biologici più appropriati della patologia. Entro il
2022, un rigoroso insieme di parametri fisiologici potrebbe affiancare i tradizionali
test neuropsicologici compilati con carta e penna. Tuttavia, la prima linea di difesa
dalla malattia rimane la prevenzione attraverso l' adozione di abitudini che possano
proteggere il cervello. Uno stile di vita sano e attivo può infatti rallentare
significativamente la degenerazione. «Soprattutto per chi ha casi in famiglia, è
fondamentale curare l' alimentazione e tenere sotto controllo pressione, tiroide,
glicemia e colesterolo. Un regolare esercizio cognitivo, combinato a quello fisico, può
contribuire a contrastare la progressione, mentre alcol, sostanze stupefacenti,
sedentarietà e fumo sono deleteri» suggerisce Rossini. Perché la genetica non si può
(ancora) correggere. Ma le cattive abitudini sì. Il neurologo: "La strategia passa per
la diagnosi precoce, solo così si contrasta la progressione" FRANCESCO FOTIA/AGF
La coppia Stefania Scateni e il suo compagno, Beppe Sebaste, entrambi 60 anni,
nella loro casa di Roma. A destra i gesti delle mani di Stefania, ex giornalista dell'
Unità. Lui uno scrittore. Parteciperanno all' Alzheimer fest che si terrà il 13
settembre a Treviso.

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09/09/2019                                                                                                                Pagina 6

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                                          Argomento: Sanità nazionale

  Eutanasia, Chiesa in pressing Ma tra i suoi fan c' è Speranza

 Senza una legge sul fine vita il 24
 settembre la Consulta darà l' ok alla
 dolce morte. E il Papa fa appello a Conte
 Il Vaticano sarebbe in pressing sul
 premier Giuseppe Conte per fermare l'
 eutanasia di Stato. Missione difficile, se
 non impossibile, visto che la vuole
 persino il ministro della Salute in quota
 Leu Roberto Speranza. Dopo il nulla di
 fatto al processo contro il radicale Marco
 Cappato per aver aiutato Dj Fabo a
 morire in Svizzera, la palla è passata alla
 Corte costituzionale, che ha detto al
 Parlamento: avete un anno per fare una
 legge. Altrimenti tocca a noi. Nel mirino
 ci sono gli articoli del codice penale che
 puniscono sia l' assistenza al suicidio sia
 l' istigazione come fosse lo stesso reato.
 Adesso che al governo non c' è più la
 Lega - che sul tema non ha mai fatto
 mistero di essere contraria all' eutanasia
 - il pressing di Santa Sede e Cei si
 sarebbe concentrato sul premier come
 scrive Luigi Bisignani sul Tempo, con il placet del Quirinale (e con Dario Franceschini
 come sherpa come racconta invece la Stampa): «Papa Bergoglio e il segretario di
 Stato vaticano Pietro Parolin - si legge sul quotidiano romano - si aspettano molto
 dal premier dopo che si sono esposti per la sua riconferma non solo col Quirinale ma
 soprattutto con la segreteria Pd». La posizione della Chiesa è netta: «L' eutanasia e
 il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è
 non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per
 ridare la speranza», recita un tweet di Bergoglio dello scorso giugno. Oltretevere l'
 allarme è altissimo. Ma la missione del premier Giuseppe Conte si annuncia
 impossibile senza un miracolo. Lo dice chiaro Gaetano Quagliariello (Idea): «In
 assenza di una iniziativa parlamentare da qui al 24 settembre la Corte costituzionale
 potrebbe legalizzare l' eutanasia con un pronunciamento che vincolerebbe le
 Camere in modo definitivo e irrimediabile». Nell' attuale maggioranza peraltro sia
 M5s che Pd e Leu hanno presentato diverse proposte di legge. Il primo, vero segnale
 di resa alla Consulta l' ha dato alla Camera, a inizio settembre, il presidente M5s
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Roberto Fico, dopo che la mediazione tra le diverse sensibilità e le posizioni in
Parlamento non hanno mai portato a un testo base ha eliminato l' eutanasia dal
calendario dei lavori dell' Aula. Il tema è delicatissimo, le sensibilità in Parlamento
sono tante e trasversali tra i partiti, ma appare spaventosa l' idea di affidare a
giudici e medici il potere di definire il confine tra la vita e la morte. In più, nessuna
delle proposte in discussione prevede una qualche forma di obiezione di coscienza
dei medici. Metà dei deputati grillini ha firmato una proposta M5s pro eutanasia, ma
sulla bioetica il Movimento potrebbe muoversi in ordine sparso. Il Pd invece è
spalmato sulle posizioni pro eutanasia dell' Associazione Luca Coscioni: «Si faccia
una legge sul fine vita che preveda anche l' eutanasia», aveva detto al Corriere
prima dell' estate il segretario democratico Nicola Zingaretti. Difficile che Palazzo
Chigi possa smentire il segretario del partito principale alleato di governo, anche se
dentro il Nazareno convivono sensibilità diverse sul tema. Soprattutto se si pensa
che già prima della rottura di Matteo Salvini, che ha congelato l' iter parlamentare di
diverse riforme, il vicepresidente del Csm Davide Ermini (Pd) aveva detto che
evitare la ghigliottina della Consulta per via parlamentare era «quantomeno
irrealistico». E chi è che ha firmato la proposta pro eutanasia per Leu? L' attuale
ministro della Salute Roberto Speranza, che il 7 marzo di quest' anno ha firmato un
testo che prevede «la non applicabilità degli articoli 575, 579, 580 e 593 del codice
penale» per i medici che staccano la spina in presenza di una serie di parametri. È
per questo che l' auspicio della Santa Sede è già lettera morta.

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09/09/2019                                                                                                                  Pagina 20

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                                            Argomento: Sanità nazionale

                        Facebook mette all' angolo i no vax
 Chiara Daina
 Sanità ko - Nuove regole nei social Ino
 vax che sul re dei social network hanno
 trovato terreno fertile per moltiplicarsi
 verranno presto messi all' angolo dal
 social    network     stesso.     Facebook
 indirizzerà automaticamente gli utenti
 che stanno cercando informazioni sui
 vaccini verso i siti web degli organismi
 ufficiali di sanità pubblica. Lo stesso
 varrà su Instagram. Chi vuole accedere
 alle pagine e ai gruppi riguardanti
 questo tema, di carattere squisitamente
 medico e molto poco democratico, sarà
 direttamente collegato ai portali del
 Center     for   disease    control      and
 prevention (Cdc) negli Usa e a quello
 dell' Organizzazione mondiale della
 sanità (Oms) nel resto del mondo, per
 usufruire di informazioni autorevoli e
 validate dalla comunità scientifica. Una
 iniziativa quasi doverosa considerando i
 pericolosi     effetti   boomerang         del
 movimento antivaccinista. Come il
 ritorno prepotente del morbillo in Europa denunciato in questi giorni dall' Oms. Con
 quasi 90mila casi registrati dall' inizio del 2019, più del doppio rispetto al 2018, e 37
 morti. Pensate che in quattro Paesi (Regno Unito, Grecia, Repubblica Ceca e Albania)
 dove la malattia era stata debellata quest' anno è ricomparsa.

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09/09/2019                                                                                                                    Pagina 24

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                                              Argomento: Sanità nazionale

    Il medico è responsabile del danno se l' azione corretta l'
                        avrebbe evitato
 Selene Pascasi
 RISARCIMENTI        Nel     corso       del
 procedimento la condotta va sottoposta
 all' esame controfattuale I chiarimenti
 dei giudici a due anni dal debutto della
 riforma Gelli-Bianco A più di due anni dal
 debutto     della    legge     Gelli-Bianco
 (24/2017)     che     ha   riformato     la
 responsabilità medica e ha introdotto nel
 Codice penale l' articolo 590-sexies
 come causa di non punibilità specifica
 per i danni dovuti a imperizia, la
 giurisprudenza ha delineato i casi e i
 motivi che fanno scattare la condanna di
 medici e operatori sanitari. I nodi più
 discussi sono l' analisi del rapporto di
 causa-effetto e l' applicazione della
 nuova esimente. Il nesso causale
 Accertare l' esistenza di un legame tra l'
 atto medico e il danno procurato al
 paziente non è facile. Tanti i fattori
 esterni che potrebbero aver influito. Ecco
 perché la Cassazione (sentenza 11674/2019) precisa che la statistica non è
 parametro sufficiente a provarlo. Serve, piuttosto, un giudizio di «elevata probabilità
 logica» - chiamato controfattuale - fondato su due binari: un ragionamento deduttivo
 basato sulle generalizzazioni scientifiche e uno induttivo che appuri se, nella
 vicenda, la condotta corretta avrebbe evitato la lesione. In altri termini, riscontrata l'
 alta probabilità che l' evento negativo derivi dalla mancanza del sanitario, si deve
 ipotizzare come avvenuta l' azione doverosa e capire se, in base a regole di
 esperienza o leggi scientifiche universali o statistiche, si sarebbe verificato
 ugualmente o più tardi o con minore intensità (Cassazione, sentenza 24922/2019). E
 per leggi scientifiche, scrive sempre la Cassazione (sentenza 26568/2019), si
 intendono quelle dotate di quattro requisiti: generalità, controllabilità, grado di
 conferma e accettazione da parte della comunità scientifica internazionale. Ma il
 giudice potrà ricorrere anche a regole non unanimemente riconosciute purché
 generalmente condivise. Se, poi, i periti discordino sull' esistenza del nesso, va
 accolta la soluzione che dia le informazioni più significative e attendibili, capaci di

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