Media Monitoring per 29-12-2018 - Rassegna stampa del 29-12-2018
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 Asportato tumore di 15 kg da una donna incinta. Intervento unico al mondo riuscito perfettamente all’ospedale di Salerno ........................................................................... 1 I supereroi di Chiara Paradiso porteranno giocattoli ai piccoli pazienti del Ruggi domenica 30. ....................................................................................................................... 2 Salerno: Super Eroi consegnano doni a piccoli pazienti THOR e amici Associazione Chiara Paradiso con doni all’Ospedale “Ruggi” ............................................................ 3 Super Eroi consegnano i doni ai piccoli pazienti dell'Ospedale Ruggi ............................. 4 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 5 Bimbo morto in ospedale Rischio processo per la pediatra ............................................... 5 Problemi al reparto di terapia neonatale Genitori in campo ............................................. 6 Punti nascita «salvati» dal commissario Asl ......................................................................... 8 Rivolta all' Umberto I mobilitazione generale «L' ospedale va salvato» .......................... 9 Sla e assistenza domiciliare Bilancio positivo al Distretto ............................................... 11 Sanità Campania ............................................................................................................................. 12 Conte assicura: «L' automonia si farà» Ma Grillo boccia la preintesa sulla Sanità ...... 12 Liste di attesa in Irpinia tempi lumaca ................................................................................ 14 Precari sanità, l' ultimo bluff della Regione ........................................................................ 16 Regione, sì al bilancio tra gli insulti De Luca: investiamo più del governo ................... 18 REGIONI ANCHE IL SUD DEVE MUOVERSI ............................................................................. 20 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 23 Con quota 100, nel Lazio andranno in pensione 100 chirurghi su 500 e non c' è il ricambio pronto. Il governo? Non pervenuto ............................................................... 23 Cosa può nascondersi dietro al mal di testa ....................................................................... 25 Le Regioni e i pasticci da evitare .......................................................................................... 28 Sì agli specializzandi in corsia Consulta boccia l' ex governo .......................................... 31 Via lo spot sui risarcimenti ai pazienti ................................................................................ 32
28/12/2018 trekkingtv.it EAV: € 227 Lettori: 300 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Asportato tumore di 15 kg da una donna incinta. Intervento unico al mondo riuscito perfettamente all’ospedale di Salerno Asportato tumore di 15 chilogrammi da una donna incinta, intervento unico al mondo riuscito perfettamente all’ospedale di Salerno. Protagonisti i medici Mario Polichetti e Raffaele Petta con le rispettive équipe. Asportato un tumore del peso di 15 chili durante una gravidanza a termine, all’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno è riuscito perfettamente l’intervento che dagli esperti è già stato etichettato come unico al mondo. Protagonisti sono stati i medici del reparto di “Gravidanza a rischio” del presidio di via San Leonardo, Mario Polichetti e Raffaele Petta, che con le rispettive équipe sono intervenuti sulla paziente D.P.B., casalinga 38enne di Salerno, che presentava un’enorme massa tumorale del diametro di circa 35 centimetri con un peso di 15 chili. La paziente, affidata a Mario Polichetti, era in gravidanza alla 37esima settimana, con la voluminosa massa tumorale che incredibilmente non aveva complicato in modo grave la gestazione e aveva solo provocato sintomi da compressione addominale. In sala operatoria tutto è andato per il meglio anche grazie alle competenze del dottore Joseph Allegro, l’anestesista Miriam Giudice e le ostetriche Luciana Verlezza e Angela Lombardi. Così è venuto al mondo un bimbo del peso di oltre 3 chilogrammi, lungo 50 centimetri che è stato poi affidato alle cure della dottoressa Tina Santulli. Estratto il neonato poi si è proceduto all’asportazione della massa tumorale, mentre alla donna sono state trasfuse due sacche di sangue. Un solo caso di massa tumorale così voluminosa è stata segnalato dagli addetti ai lavori, asportato dai chirurghi di Chennai, città dell’India Meridionale. Tuttavia, in quel caso, si trattava di un fibroma in una donna non alle prese con una gravidanza. L’eccezionalità dell’intervento eseguito a Salerno, infatti, è legata sia alle enormi dimensioni della massa tumorale che al fatto che coesisteva una gestazione. L’intervento è durato anche meno, 2 ore e 20 minuti, rispetto a quello eseguito in India e terminato dopo oltre 3 ore. La paziente ed il bimbo godono attualmente di ottima salute. Il dottore Polichetti, già contattato per alcuni seminari da tenere in prestigiose istituzioni, ha fatto sapere che è disponibile a mettere a disposizione la propria esperienza auspicandosi di poterle trasferire anche ai giovani del nostro territorio attraverso la Facoltà di Medicina dell’Università di Salerno. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
28/12/2018 gazzettadisalerno.it EAV: € 226 Lettori: 167 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web I supereroi di Chiara Paradiso porteranno giocattoli ai piccoli pazienti del Ruggi domenica 30. Domenica 30 dicembre 2018 all’Ospedale “Ruggi” di Salerno il Cosplayer THOR – Marcello Caramico, Babbo Natale – Antonio Santamaria e i suoi aiutanti folletti della ludoteca Camomilla di Baronissi, i volontari dell’Associazione Chiara Paradiso, porteranno ai piccoli pazienti tanti doni. L’Associazione Chiara Paradiso è impegnata ogni mercoledì mattina nella visita in corsia nel day Hospital onco-ematologico e nella pediatria dell’Umberto I a Nocera; e ogni venerdì mattina all’ A.O.U Ruggi d’Aragona in tutte le corsie pediatriche e nel day hospital oncoematologico, per portare un sorriso e per spezzare la noia del ricovero dei piccoli pazienti, proponendo giochi e laboratori che stimolino la loro creatività e che facciano perdere la sensazione della gravità della malattia. THOR, Babbo Natale e i folletti aiutanti della ludoteca Camomilla guidati dai volontari del sorriso hanno organizzato una domenica speciale: consegneranno i doni ai piccoli pazienti, principesse e super eroi confezionati appositamente per l’occasione. I volontari del sorriso dell’Associazione Chiara Paradiso, che visitano settimanalmente le corsie ospedaliere e le case dei piccoli degenti su richiesta dei genitori,in questo periodo di feste natalizie hanno portato tante iniziative e tanti doni, a cominciare dal 7 dicembre con “Babbo Natale dal Polo Nord con la polaroid”, iniziativa giunta alla seconda edizione, anche quest’anno ha portato grande gioia nelle corsie, Babbo Natale ritira personalmente le letterine scritte dai piccoli e per ricordo del momento una foto ricordo istantanea prende forma davanti agli occhietti meravigliati dei bimbi, veri dispensatori di allegria. Tante le letterine raccolte, in ciascuna oltre ai doni, i bimbi hanno chiesto pace, salute e amore. Tra le letterine pubblicate, la letterina di Melissa è stata adotatta da due persone speciali Anna e Giuseppe, i volontari dell’associazione hanno provveduto alla consegna, a casa della piccola, che nel frangente era stata dimessa. L’organizzazione di volontariato Chiara Paradiso sarà presente con altre iniziative per la prossima Epifania, nei diversi ospedali e a casa degli amici speciali seguiti sul territorio. Inoltre i volontari hanno portato l’aria di Natale anche in Hospice ad Eboli addobbando l’abete in giardino e piantando 50 ciclamini. Il giardino inclusivo, dono dell’associazione alla struttura, è stato inaugurato il 15 dicembre 2017 e l’associazione da quel momento,si fa carico delle spese per la cura; il suo valore è di euro 10.000,00 ed è stato realizzato grazie alla raccolta fondi abbinata al progetto, alla generosità di alcune persone che hanno avuto i loro cari in Hospice e ad una quota parte del 5×1000. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
28/12/2018 dentrosalerno.it EAV: € 306 Lettori: 433 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Salerno: Super Eroi consegnano doni a piccoli pazienti THOR e amici Associazione Chiara Paradiso con doni all’Ospedale “Ruggi” Domenica 30 dicembre 2018 all’Ospedale “Ruggi” di Salerno il Cosplayer THOR – Marcello Caramico, Babbo Natale – Antonio Santamaria e i suoi aiutanti folletti della ludoteca Camomilla di Baronissi, i volontari dell’Associazione Chiara Paradiso, porteranno ai piccoli pazienti tanti doni. L’Associazione Chiara Paradiso è impegnata ogni mercoledì mattina nella visita in corsia nel day Hospital onco-ematologico e nella pediatria dell’Umberto I a Nocera; e ogni venerdì mattina all’ A.O.U Ruggi d’Aragona in tutte le corsie pediatriche e nel day hospital oncoematologico, per portare un sorriso e per spezzare la noia del ricovero dei piccoli pazienti, proponendo giochi e laboratori che stimolino la loro creatività e che facciano perdere la sensazione della gravità della malattia. THOR, Babbo Natale e i folletti aiutanti della ludoteca Camomilla guidati dai volontari del sorriso hanno organizzato una domenica speciale: consegneranno i doni ai piccoli pazienti, principesse e super eroi confezionati appositamente per l’occasione. I volontari del sorriso dell’Associazione Chiara Paradiso, che visitano settimanalmente le corsie ospedaliere e le case dei piccoli degenti su richiesta dei genitori,in questo periodo di feste natalizie hanno portato tante iniziative e tanti doni, a cominciare dal 7 dicembre con “Babbo Natale dal Polo Nord con la polaroid”, iniziativa giunta alla seconda edizione, anche quest’anno ha portato grande gioia nelle corsie, Babbo Natale ritira personalmente le letterine scritte dai piccoli e per ricordo del momento una foto ricordo istantanea prende forma davanti agli occhietti meravigliati dei bimbi, veri dispensatori di allegria. Tante le letterine raccolte, in ciascuna oltre ai doni, i bimbi hanno chiesto pace, salute e amore. Tra le letterine pubblicate, la letterina di Melissa è stata adotatta da due persone speciali Anna e Giuseppe, i volontari dell’associazione hanno provveduto alla consegna, a casa della piccola, che nel frangente era stata dimessa. L’organizzazione di volontariato Chiara Paradiso sarà presente con altre iniziative per la prossima Epifania, nei diversi ospedali e a casa degli amici speciali seguiti sul territorio. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
28/12/2018 salernonotizie.it EAV: € 961 Lettori: 10.300 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Super Eroi consegnano i doni ai piccoli pazienti dell'Ospedale Ruggi Domenica 30 dicembre 2018 all’Ospedale “Ruggi” di Salerno il Cosplayer THOR – Marcello Caramico, Babbo Natale – Antonio Santamaria e i suoi aiutanti folletti della ludoteca Camomilla di Baronissi, i volontari dell’Associazione Chiara Paradiso, porteranno ai piccoli pazienti tanti doni. L’Associazione Chiara Paradiso è impegnata ogni mercoledì mattina nella visita in corsia nel day Hospital onco- ematologico e nella pediatria dell’Umberto I a Nocera; e ogni venerdì mattina all’A.O.U Ruggi d’Aragona in tutte le corsie pediatriche e nel day hospital oncoematologico, per portare un sorriso e per spezzare la noia del ricovero dei piccoli pazienti, proponendo giochi e laboratori che stimolino la loro creatività e che facciano perdere la sensazione della gravità della malattia. THOR, Babbo Natale e i folletti aiutanti della ludoteca Camomilla guidati dai volontari del sorriso hanno organizzato una domenica speciale: consegneranno i doni ai piccoli pazienti, principesse e super eroi confezionati appositamente per l’occasione. I volontari del sorriso dell’Associazione Chiara Paradiso, che visitano settimanalmente le corsie ospedaliere e le case dei piccoli degenti su richiesta dei genitori,in questo periodo di feste natalizie hanno portato tante iniziative e tanti doni, a cominciare dal 7 dicembre con “Babbo Natale dal Polo Nord con la polaroid”, iniziativa giunta alla seconda edizione, anche quest’anno ha portato grande gioia nelle corsie, Babbo Natale ritira personalmente le letterine scritte dai piccoli e per ricordo del momento una foto ricordo istantanea prende forma davanti agli occhietti meravigliati dei bimbi, veri dispensatori di allegria. Tante le letterine raccolte, in ciascuna oltre ai doni, i bimbi hanno chiesto pace, salute e amore. Tra le letterine pubblicate, la letterina di Melissa è stata adotatta da due persone speciali Anna e Giuseppe, i volontari dell’associazione hanno provveduto alla consegna, a casa della piccola, che nel frangente era stata dimessa. L’organizzazione di volontariato Chiara Paradiso sarà presente con altre iniziative per la prossima Epifania, nei diversi ospedali e a casa degli amici speciali seguiti sul territorio. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/12/2018 Pagina 19 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Bimbo morto in ospedale Rischio processo per la pediatra (fr. fa.) Si terrà il 14 febbraio l'udienza preliminare davanti al gup Ubaldo Perrotta per la morte del bambino di quattro anni deceduto per una crisi respiratoria. Il pm Roberto Penna ha chiesto il rinvio a giudizio di Argia Mangione , pediatra salernitana che seguiva il bambino di Campagna. Il medico è accusato di omicidio colposo ed è difeso dall'avvocato Agostino Allegro . I genitori del bambino si costituiranno parte civile con gli avvocati Nicola Melchionda e Samanda Magliano . Il decesso è avvenuto nel marzo del 2017. Il bambino ebbe diverse crisi respiratorie di sabato mattina. La pediatra diede delle indicazioni alla madre attraverso alcune telefonate. La situazione però peggiorò sensibilmente nel pomeriggio. Quando il papà del piccolo tornò a casa il sabato sera, lo trovò in gravi condizioni. Caricato immediatamente il figlio in auto, Calandra iniziò una corsa disperata verso l'ospedale ebolitano. Il bambino giunse in condizioni precarie a bordo di un'auto civile. I medici del pronto soccorso tentarono l'impossibile ma Liberato morì dopo pochi minuti di agonia. La salma venne sequestrata, la Procura di Salerno avviò l'indagine. Adsso, dopo 18 mesi, il pm Penna si è convinto della responsabilità penale della dottoressa Mangione: «Negli ultimi tre mesi di vita - scrive Penna non c'è stata alcuna terapia di controllo del bambino affetto da asma bronchiale». Consultate le cartelle cliniche, il pm salernitano si è convinto che al piccolo «è stata somministra una cura con dosaggi terapeutici non idonei, non continui e intermittenti che lo predisponevano al riacutizzarsi della crisi asmatica che poi ha provocato la morte». Nella prima fase di indagine, vennero coinvolti anche i genitori del bambino che però sono stati scagionati e ora si costituiranno parte civile nell'udienza preliminare. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/12/2018 Pagina 13 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Problemi al reparto di terapia neonatale Genitori in campo Salvatore D'Angelo Quando la Tin chiama, i genitori delle migliaia di bambini assistiti dai professionisti dell'Umberto I rispondono in massa. L'agitazione che sta interessando gli infermieri dell'area materno infantile dell'ospedale di Nocera Inferiore, che ha portato gli operatori della terapia intensiva neonatale a diffidare l'Asl Salerno e i dirigenti di presidio, ha scatenato la reazione social di centinaia di genitori. Le bacheche Facebook dei gruppi legati al reparto neonatale, in particolare quello battezzato La famiglia Tin, si sono riempite di attestati di stima e sostegno. Maria scrive: «Ho partorito la seconda bambina a Nocera, posso dire di essermi trovata benissimo, è dotato di una Tin eccellente con persone umane e professionali contrariamente alla pessima esperienza precedente del mio primo figlio in un'altra struttura». Rita aggiunge: «Un reparto eccellente, sarò sempre grata ai medici e agli infermieri. Grazie a loro mia figlia è qui con noi». «Per me siete intoccabili aggiunge Claudia , avete salvato la vita ai miei figli. La Tin per sei mesi è stata la casa dei miei figli». E poi decine di: eccezionali, unici e commenti simili. Nel frattempo si amplia la discussione sulla mancata promozione dell'ospedale a DEA di secondo livello, come promesso da Vincenzo De Luca a settembre. Il presidente della Regione escluse la creazione di un'azienda dell'Agro, ma assicurò che l'Umberto I sarebbe diventato dipartimento di secondo livello. Parola rimangiata nei fatti. Il 9 gennaio, nella sala Colella dell'ospedale, ci sarà un'assemblea sindacale, anche alla presenza dei sindaci del territorio, per adottare misure necessarie per rinfrescare le idee al governatore. «Non vorrei dichiara Manlio Torquato che si tenga Salerno sul cucuzzolo e tutte le altre strutture sotto». Una vicenda seguita pure dal consigliere regionale Alberico Gambino . Il mancato riconoscimento di secondo livello può comportare grosse ripercussioni, ad evidenziarlo sono Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl: «Parteciperemo compatti scrivono in una nota i segretari sindacali ad ogni azione che si renderà necessaria mettere in campo a tutela e difesa dei cittadini. Si sta Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
parlando di uno dei più grandi presidi ospedalieri della Campania, il quarto per accessi al pronto soccorso in tutta la regione, con presenza di specialistiche importanti come terapia intensiva neonatale e neurochirurgia». Una situazione che per i sindacalisti va risolta subito. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/12/2018 Pagina 31 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 3.490 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Punti nascita «salvati» dal commissario Asl SAPRI SAPRI Antonietta Nicodemo Colpo di scena sul punto nascite. A pochi giorni dalla data di chiusura, 1 gennaio, la politica non produce atti per mantenerli aperti e la questione se la risolvono il commissario dell' Asl Salerno Mario Iervolino e i direttori dei due presidi di Sapri e Polla, Rocco Calabrese e Luigi Mandia. La deroga non è stata concessa, il piano ospedaliero che dovrebbe salvare i punti nascita dal taglio non è sul Burc e il decreto regionale che li chiude non è stato revocato. I dirigenti, martedì prossimo, dovrebbero chiudere i reparti di maternità. Per le partorienti e le gravidanze a rischio, hanno chiesto a Iervolino di tenerli attivi. E lui ha firmato il consenso. «Questa direzione - scrive - ritiene che gli ospedali di Sapri e Polla continuino ad assicurare assistenza nel punto nascita per sicurezza, fino a nuova determinazione». Calabrese accusa: «Nel comitato c' è chi punta a favorire la Basilicata. Tra tutti i reparti di maternità quello di Sapri di certo non va chiuso. Faremo in modo che nessuno lo tocchi». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/12/2018 Pagina 30 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 8.869 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Salerno e provincia Rivolta all' Umberto I mobilitazione generale «L' ospedale va salvato» `Reparti d' eccellenza vicini al collasso per carenze di organico Dopo il direttore lascia anche il coordinatore degli infermieri NOCERA INFERIORE Nello Ferrigno L' obiettivo è salvaguardare le potenzialità dell' ospedale di Nocera. La mobilitazione è generale. In campo non solo i vertici ospedalieri e i sindaci, ma anche le organizzazioni sindacali degli infermieri e dei medici. Andrea Lupi, dirigente medico e rappresentante aziendale della Cisl, ha chiesto l' autorizzazione per l' uso della sala Colella per il prossimo 9 gennaio per tenervi una riunione a cui parteciperanno le altre sigle sindacali e i sindaci del territorio. Si discuterà dell' attribuzione di Dea di secondo livello. Attive anche le organizzazioni provinciali Cgil, Cisl e Uil che hanno chiesto «maggiore dignità» per il presidio di Nocera. LA PARTECIPAZIONE «Parteciperemo compatti ad ogni azione che si renderà necessario mettere in campo a tutela e difesa dei cittadini di quel territorio» hanno dichiarato i segretari Pasquale Addesso, Pietro Antonacchio e Lorenzo Conte. L' Umberto I è uno dei più grandi presidi ospedalieri della Campania, secondo dopo il presidio del Ruggi in provincia di Salerno, con un bacino di utenza che interessa tutti i centri a nord del salernitano nonché di una vasta zona della fascia vesuviana. Quarto per accessi al pronto soccorso in tutta la regione con oltre 72.000 prestazioni annue. Vi operano reparti specialistici come la Terapia intensiva neonatale, Neurochirurgia, Emodinamica, Rete cardiologica. «Siamo fiduciosi - hanno concluso i sindacalisti - che ogni azione sarà determinante al fine di mantenere inalterati i livelli essenziali di assistenza». Il sindaco Manlio Torquato incontrerà i suoi colleghi per stilare un documento da inviare al presidente della Regione, Vincenzo De Luca. «Chiederemo - ha detto Torquato - che il presidente rispetti l' impegno assunto pubblicamente, cosa Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
che ancora oggi non ha fatto ad eccezione per i presidi di Sarno, Sapri e Polla che hanno avuto il riconoscimento di primo livello. Bisogna dare coerenza al progetto sanitario nella provincia di Salerno. Non può esistere un solo grande ospedale, il Ruggi d' Aragona, e poi tutti gli altri, piccole strutture. Bisogna recuperare l' idea di uno dei più brillanti manager, Raffaele Ferraioli, che immaginò gli ospedali delle Tre valli con Cava e Scafati e Nocera che faceva da perno di alta specializzazione». Dopo il direttore sanitario anche il coordinatore degli infermieri si appresta a lasciare l' Umberto I. Gianfranco Ricci dal prossimo 8 gennaio prenderà servizio al presidio ospedaliero di Scafati. Il motivo è praticamente lo stesso che ha spinto Alfonso Giordano ad andarsene. «Ogni giorno - ha detto Ricci - dobbiamo lottare per tappare buchi. Ci avevano promesso tanto, ma non è arrivato nulla». Si aspettavano infermieri, si era parlato di 30 unità, ne è arrivata soltanto una. Ieri mattina ha preso servizio, lavorava al Nord, ma tra qualche settimana andrà in congedo per maternità. Anche il mondo della scienza si mobilita. Il ricercatore Rocco De Prisco ha spiegato dieci buoni motivi per potenziare il presidio ospedaliero. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/12/2018 Pagina 22 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Sla e assistenza domiciliare Bilancio positivo al Distretto SALA CONSILINA Si chiude con un bilancio positivo il 2018 per quanto riguarda l'assistenza fornita dal servizio di assistenza domiciliare integrata del Distretto sanitario di Sala Consilina alle persone affette dalla Sla. Da settembre infatti l'Asl Salerno ha autorizzato il Distretto ad effettuare a domicilio la terapia con il farmaco Edaravone ai pazienti che hanno una serie di requisiti legati al decorso della malattia e valutati periodicamente dai neurologi dell'ospedale Ruggi di Salerno, centro di riferimento regionale per la Sclerosi laterale amiotrofica. I pazienti che fanno capo al Distretto sanitario di Sala Consilina vengono sottoposti presso la loro abitazione ai cicli trimestrali di somministrazione del farmaco e ciò viene fatto alla presenza di un infermiere inviato dal Distretto e del medico di base del paziente. L'Edaravone è un farmaco antiossidante già sperimentato in Giappone sia nello stroke sia nella sla. Dal 2017 è disponibile negli Usa e, ora, anche in Italia. In uno studio pubblicato sulla rivista Lancet neurology, l'Edaravone si è mostrato efficace nel ridurre i punteggi della scala di gravità della Sla rispetto al placebo. Il motivo dell'utilizzo di un antiossidante risiede nell'ipotesi che nella Sla la morte neuronale sia prodotta dallo stress ossidativo causato dai radicali liberi. Per i pazienti che invece non rientrano nel programma di assistenza domiciliare, il farmacio viene somministrato nel reparto di neurologia dell'ospedale Luigi Curto di Polla. (e. c.) Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/12/2018 Pagina 2 EAV: € 1.792 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Conte assicura: «L' automonia si farà» Ma Grillo boccia la preintesa sulla Sanità Michela Nicolussi Moro Il premier: niente scherzi, la riforma è nel «contratto». In una lettera le perplessità del ministro È stato molto chiaro, ieri, il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno: «L' autonomia si farà. Fino a metà febbraio sono previste riflessioni interne al governo (stanno arrivando le controdeduzioni dei ministeri, ndr ), poi negozierò con i governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, quindi ci sarà una legge votata a maggioranza assoluta in Parlamento». E ha aggiunto: «Su questo tema non scherzo, non scherza nessuno. La riforma delle autonomie regionali è nel contratto di governo, siamo tutti impegnati a realizzare l' autonomia rafforzata nel migliore dei modi. Ci sono stati referendum plebiscitari (quello del Veneto, ndr ), qualcuno ha suscitato preoccupazione e lo capisco, ma ci muoveremo nel binario costituzionale. I contenuti saranno elaborati con il massimo discernimento, c' è l' impegno di Palazzo Chigi, e del premier in primis, a portare avanti questo processo». Dichiarazioni che stridono con i toni della lettera inviata lo scorso 6 dicembre dal ministro della Salute, Giulia Grillo (M5S), alla collega delegata agli Affari regionali, la vicentina Erika Stefani (Lega). Nella missiva, giunta anche a Palazzo Balbi, Grillo boccia il pre- accordo in tema di sanità raggiunto tra le delegazioni trattanti del precedente governo Renzi e delle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna (allineate sulle medesime richieste) perchè lo ritiene «incostituzionale», nonostante in entrambe le rappresentanze fossero presenti costituzionalisti (per il Veneto c' era il professor Mario Bertolissi, docente all' Università di Padova). Il ministro elenca una serie di articoli della Carta e di sentenze della Consulta a conforto della sua tesi, ovvero che la Costituzione non permette livelli di autonomia aggiuntiva. Dopodiché ricorda le competenze in materia già esercitate dalle Regioni e cioè: la disciplina del personale Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
sanitario e relativa contrattazione regionale; le borse di studio regionali per gli specializzandi; gli extra Lea, cioè le prestazioni fornite ai cittadini in aggiunta ai Livelli essenziali di assistenza erogate dal Sistema sanitario nazionale tramite il pagamento del ticket; i farmaci. «Esercitate queste competenze ordinarie, non chiedetene altre», dice sostanzialmente Grillo, ricordando a Veneto, Lombardia ed Emilia che potendo contare su un ammontare annuo di risorse «certe e adeguate» per il finanziamento dei Lea non hanno bisogno dell' autonomia. Ma quali poteri in più hanno chiesto allo Stato i governatori Luca Zaia, Attilio Fontana e Stefano Bonaccini? Eccoli: l' assunzione di neo-laureati in Medicina da spe-cializzare direttamente in ospedale e la stipula di accordi con Università straniere per reclutarne altri, per contrastare la carenza di camici bianchi in corsia; un fondo annuale certo per l' edilizia ospedaliera corrispondente all' 8 per mille di quello statale; la possibilità di procedere con provvedimenti sostitutivi propri - ora bocciati dal Tar - ogni volta che i ministeri interessati non producano in tempo utile i decreti attuativi di leggi approvate dal Parlamento. Misure che decadranno quando tali decreti saranno emanati, ma nel frattempo le Regioni saranno in grado di procedere con azioni importanti per la salute pubblica. Per fare due esempi sono ancora in stallo per mancanza di decreti attuativi la normativa sulle competenze aggiuntive assegnate agli infermieri e agli altri operatori delle professioni sanitarie (tecnici di laboratorio, fisioterapisti, logopedisti, audiometristi, ostetriche, per citarne alcuni) e quella sull' aggiornamento dell' Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e sull' equivalenza dei farmaci generici con i «griffati», approvata nel 2012. Quest' ultimo stop impedisce alle Regioni di lanciare gare che consentirebbero cospicui risparmi sulla spesa farmaceutica. Il «no» del ministro Grillo, che fa il paio con quello del ministro alle Infrastrutture e collega di partito Danilo Toninelli (favorevole invece il vicepremier Luigi Di Maio: «L' autonomia si deve concedere il prima possibile, perché i veneti hanno votato un referendum che non dev' essere disatteso»), impedisce alla Stefani di portare in Consiglio dei ministri il pre-accordo raggiunto dalle delegazioni trattanti. Documento che dovrebbe essere trasformato nel disegno di legge da sottoporre alle Camere di cui parla il premier Conte. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/12/2018 Pagina 25 EAV: € 10.024 Lettori: 133.364 Argomento: Sanità Campania Liste di attesa in Irpinia tempi lumaca LE CURE Antonello Plati Fino a 7 mesi e mezzo per una visita di chirurgia vascolare, 5 mesi e mezzo per un' ecografia all' addome, 5 mesi per un esame di oculistica, quasi 4 mesi per un test cardiovascolare e altrettanti per un elettrocardiogramma dinamico. In Irpinia, è ancora tutta in divenire la rivoluzione, più volte annunciata dal governatore Vincenzo De Luca, rispetto alle liste di attesa nella sanità pubblica. «Saremo i primi in Italia entro la fine del 2019», ha ribadito il presidente della Regione anche in occasione della sua prima visita alla cittadella ospedaliera di Avellino, l' aprile scorso. Quindi, calendario alla mano, ancora un anno per recuperare il tempo perduto. Per il momento, stando alle ultime rilevazioni effettuate dall' Azienda sanitaria locale (dati al 5 dicembre) e dall' Azienda ospedaliera «Moscati» (dati al 31 ottobre), a Contrada Amoretta bisogna attendere fino a 225 giorni per una prestazione programmata non urgente (cosiddetta classe P) di chirurgia vascolare a fronte dei 180 massimi previsti dalla normativa (che scendono a 87 in classe D, ovvero per prestazioni la cui tempestiva esecuzione non influenza la prognosi); 73 giorni per una visita otorinolaringoiatria riferita a condizioni di particolare gravità clinica (cosiddetta classe U) a fronte dei 10 previsti; 52 giorni per una visita pneumologica in classe D (30 quelli previsti); e 45 giorni per una visita neurologica in classe U (10 quelli previsti). Non va meglio se si prenota a via Degli Imbimbo (e nei presidi territoriali di pertinenza, «Sant' Ottone Frangipane» di Ariano Irpino, «Criscuoli» di Sant' Angelo dei Lombardi ed ex «Di Guglielmo» di Bisaccia): per una visita gastroenterologica ci vogliono 62 giorni in classe B (prestazioni la cui tempestiva esecuzione condiziona in un arco temporale breve la prognosi del paziente), a fronte dei 10 previsti; 24 per una visita psichiatrica sempre in classe B (10 quelli previsti). Dai consulti agli esami, il quadro resta a tinte piuttosto fosche. Al «Moscati» per un' ecografia all' addome bisogna attendere 163 giorni (30 quelli Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
previsti dalla normativa) mentre per una colonscopia fino a 95 giorni (30 quelli previsti). Le maggiori criticità l' Asl le registra per i test cardiovascolari, 114 giorni di attesa in classe D (30 quelli previsti), per l' elettrocardiogramma dinamico, 120 giorni in classe B (30 quelli previsti); per i potenziali evocativi visivi, un esame specialistico di oculistica che, in classe D, richiede 154 giorni di attesa (30 quelli previsti) e per l' osservazione dermatologica in epiluminescenza 102 giorni in classe B (10 quelli previsti). Inoltre, seppur nei limiti imposti dalla legge, per una risonanza magnetica all' Asl ci vogliono dai 116 ai 120 giorni e al «Moscati» per una mammografia, in classe P, 110 giorni così come per una ecografia alla mammella. Insomma, c' è tanto da attendere. A scapito dell' utenza, ma a vantaggio dei privati (convenzionati e non). La manager dell' Asl, Maria Morgante, è pero fiduciosa: «Rispetto alle liste d' attesa stiamo portando avanti un lavoro che ha permesso di ridurre i tempi per molte branche specialistiche, garantendo il rispetto dei tempi massimi per le prestazioni di specialistica ambulatoriale di primo accesso su tutto il territorio provinciale. In più, grazie al servizio di Cup Recall liberiamo nuovi spazi per l' utenza». Segno positivo, in effetti, per le per visite allergologiche (da 1 a 2 giorni), cardiologiche (da 2 a 4 ), chirurgiche (3) e ortopediche (da 6 a 9). Così come al «Moscati» per quelle oncologiche (da 3 a 10 giorni), per la risonanza magnetica (da 3 a 5) e la spirometria (da 2 a 10). «Bisogna anche considerare - prosegue Morgante - che negli ultimi anni abbiamo perso 630 unità, mentre siamo riusciti ad assumerne solo 40: stiamo lavorando in questo senso e nel 2019 contiamo di fare ancora meglio grazie all' iniezione di nuovo personale per ridurre al minimo i tempi di attesa». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/12/2018 Pagina 5 EAV: € 1.049 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Precari sanità, l' ultimo bluff della Regione La nota per avviare la stabilizzazione è stata inviata alle aziende poco prima della scadenza del 31 dicembre NAPOLI (Rita Sparano) - In seguito all' approvazione del piano ospedaliero avvenuta lo scorso 17 dicembre, la Regione Campania ha dato il via alle procedure di stabilizzazione del personale precario. L' ufficio diringenziale della Regione Campania ha infatti inviato una nota ai direttori generali delle aziende ospedaliere, relativa all' avvio delle tanto attese procedure che dovrebbero mirare alla sistemazione, in termini di contratto lavorativo, delle migliaia di persone al momento precarie. Una procedura che, secondo i dettami della legge, deve essere ultimata entro e non oltre il 31 dicembre. Una data molto vicina. Per dare il via al processo, la Regione ha dunque chiesto alle aziende sanitarie di adottare una delibera con la quale "danno mandato agli uffici competenti di predisporre tutte le azioni propedeutiche al processo, partendo dalla ricognizione degli aventi diritto ai provvedimenti di stabilizzazione, nelle more delle comunicazioni del personale reclutabile", come si legge nella nota arrivata agli ospedali il 27 dicembre. Solo quattro, dunque, i giorni a disposizione per inviare dei documenti che valgono oro per i migliaia di precari che da tempo aspettano garanzie sul loro futuro lavorativo. Quattro giorni per inviare una ricognizione che, peraltro, era già stata inviata in precedenza. "Questa nota ci ha disorientato, perché credevamo di essere già in regola. Credevamo infatti che valesse la ricognizione già fatta, chiesta e ricevuta da tutte le aziende la scorsa estate, e che avesse dunque già una connotazione ufficiale. La Regione invece ci ha chiesto un ulteriore passaggio da fare immediatamente", ha detto Pier Luigi Salzillo, coordinatore del Movimento dei Precari Atipici e Subordinati della Sanità. Il problema, però, sottolinea il Mopass, non riguarda ovviamente il rinvio dei documenti, ma il rischio che non tutte le aziende ospedaliere visualizzino la nota Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
della Regione, inviata a un passo dalla scadenza del termine fissato per l' avvio delle procedure, e oltretutto in un periodo tanto caotico come quello delle feste di fine anno. "Noi del Mopass auspichiamo che adesso la Regione vigili assolutamente che tutte le aziende procedino all' invio dei dati richiesti entro il 31, indipendentemente dai giorni festivi. Non si può giocare in questo modo sulla pelle dei precari che da almeno quindici anni sono a lavoro in attesa di una risposta, e che rischiano grosso per una questione burocratica che va affrontata nei giorni festivi". © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/12/2018 Pagina 5 EAV: € 1.785 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania Regione, sì al bilancio tra gli insulti De Luca: investiamo più del governo Angelo Agrippa Il presidente ai 5 Stelle: siete squadristi. Nel documento 22 milioni per salvare la Sma NAPOLI Al netto delle accuse di squadrismo volate tra il presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca, e i 5 stelle Maria Muscarà e Gennaro Saiello, e poi anche degli insulti personali tra quest' ultimo e Luciano Passariello di Fratelli d' Italia, il bilancio approvato a maggioranza e con la fiducia dal consiglio regionale non consente ampi margini di manovra. Lo ha confessato lo stesso De Luca nel suo intervento, indicando come la rata dei debiti del passato continua ad incidere sulla spesa libera della Regione. Ma comunque gli obiettivi, a detta del governatore, sono a portata di mano, a cominciare dal Piano lavoro che ha già raccolto le adesioni di 250 Comuni campani e che ad aprile avvierà il percorso formativo affidato al Formez. «A differenza del governo giallo verde - ha tenuto a sottolineare il presidente della Regione - che ci ha rapinato di trenta milioni per la gestione del termovalorizzatore di Acerra, vale a dire dei trenta milioni che noi impieghiamo per assegnare 130 mila abbonamenti gratuiti agli studenti, la Campania da sola impegna tre, quattro volte le somme che il Governo nazionale ha deciso di destinare agli investimenti. La Regione utilizzerà mezzo miliardo soltanto per riparare le strade, il Governo 1,5 miliardi in tre anni». De Luca, e prima di lui il consigliere regionale del Pd Antonio Marciano e il presidente della commissione Bilancio, Franco Picarone, hanno a più riprese incalzato i 5 stelle sulla coerenza dei comportamenti. «Luigi Di Maio - ha tuonato il governatore - prima del voto del 4 marzo parlava di assassini in riferimento alla Terra dei fuochi, ma poi abbiamo scoperto che uno degli sversatori abusivi di rifiuti era il babbo. Ci accusano, senza saper leggere le carte, di voler applicare il condono, ma noi non abbiamo esperti in sopraelevazioni di 150 metri quadrati come il babbo di Luigino». E sul fatto che nel provvedimento siano inserite Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
delle voci di spesa per le missioni degli assessori, ha ancora replicato: «Abbiamo visto tornare a ridosso di Natale un eminente statista che aveva passato 8 mesi di ferie in Guatemala, voleva anticipare di 48 ore il vero messia. Non tutti possono consentirsi 8 mesi di ferie con la pancia al sole nei mari tropicali, gli assessori non hanno queste possibilità e serve qualcuno che paghi le spese e l' alloggio». Saiello, dei 5 stelle, ha tentato di avvicinarsi al banco della presidenza, ma è stato fermato dai commessi: «Siamo stati privati della facoltà di replicare alle accuse di De Luca - ha sottolineato - che ci ha definito squadristi, ma il vero comportamento fascista è stato quello che abbiamo dovuto subire noi». Intanto si stringe la convergenza tra la maggioranza e Forza Italia sulla necessità di costruire un fronte comune contro il federalismo differenziato «che significa lasciare in Lombardia, Veneto ed Emilia il 100% del ricavato fiscale raccolto in quelle regioni». Da qui la promessa di un confronto monotematico. Ma vediamo nel dettaglio cosa contiene la manovra di bilancio regionale. Sono previsti 28 milioni per il ripiano delle perdite della Sma Campania (l' impegno di spesa più significativo). Stesso tipo di finanziamento per la società Campania Ambiente con 6.539.664,00 euro. Inoltre ci sono 500.000 euro l' anno fino al 2021 per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Sul versante dello spettacolo, per il triennio 2019-2021 viene istituito un fondo di 1.500.000,00 euro per l' esercizio finanziario 2019 e di euro 1.166.000,00 per ciascuno degli esercizi 2020 e 2021. Per garantire la salvaguardia del Consorzio di bonifica Sannio Alifano è previsto un contributo complessivo di 3 milioni di euro. Stessa cifra destinata al Consorzio di bonifica Aurunco. Tre milioni di euro sono destinati per concorrere alle spese di gestione, funzionamento e manutenzione degli asili nido delle amministrazioni comunali della Regione. Un investimento previsto anche per 2020 e 2021. Per i Comuni, il bilancio regionale prevede un investimento da 500.000 euro per consentire il completamento dei procedimenti di redazione dei PUC, e 100.000 euro l' anno fino al 2021 per l' acquisto e l' installazione nella aree verdi pubbliche di giochi destinati ai bambini con disabilità. Per il welfare, stanziati 200.000 euro per sostenere l' attività delle associazioni di assistenza agli ammalati cronici, ovvero oncologici, riconosciute dalle Asl. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/12/2018 Pagina 12 EAV: € 105.380 Lettori: 704.603 Argomento: Sanità Campania REGIONI ANCHE IL SUD DEVE MUOVERSI MARIANO D' ANTONIO Regionalismo differenziato oppure, se volete, chiamate la autonomia differenziata: è la grande arma di distrazione di massa che appare nella discussione politica ed economica di questi giorni di fine anno. Di che si tratta? È la pretesa di alcuni governatori dell' Italia del Nord, i presidenti delle giunte regionali di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, i quali tentano di mettere le mani su un oggetto tanti misterioso quanto succulento chiamato Residuo fiscale, diciamo per brevità il Rf. Cosa è il Rf? È la differenza tra le entrate fiscali che sono riscosse dallo Stato in una Regione e le spese che lo Stato destina a quella Regione. Questa grandezza è una cifra positiva per alcune Regioni, ad esempio più 50 miliardi nel caso della Lombardia, mentre è una cifra negativa in altre Regioni, meno 6 miliardi nel caso della Campania. In altre parole in alcune Regioni come la Lombardia lo Stato preleva dalle tasche degli abitanti più di quanto spende per servizi e opere pubbliche a vantaggio di quei cittadini e in altre Regioni accade invece il contrario. Perché accade questo? Ci sono almeno due risposte. La prima è che il Residuo fiscale è positivo laddove l' economia locale è ricca come in Lombardia, i cittadini cioè producono, guadagnano molto e perciò pagano alle casse dello Stato molte tasse per un importo superiore alla spesa dello Stato in quel territorio; invece il Rf è negativo nel caso dei territori poveri come la Campania e le altre Regioni del Mezzogiorno, dove accade il contrario perché la popolazione è povera, i redditi dei cittadini sono più bassi e perciò l' incasso che fruttano le tasse allo Stato è più modesto e le spese pubbliche sono comunque alte perché bisogna assicurare alla cittadinanza almeno i servizi essenziali ( sanità, scuola, manutenzione delle strade, e così via). Non si deve poi trascurare un fatto che spiega perché in alcuni territori lo Stato incassa poco dalla tassazione, incassa meno di quanto potrebbe. Il fatto si chiama evasione fiscale che nelle Regioni povere, nel Mezzogiorno, è più diffusa di quanto lo sia nelle Regioni ricche, perché gli abitanti che guadagnano poco possono anche sentirsi giustificati nel tentativo di Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
nascondere al fisco i modesti compensi che percepiscono e i politici che amministrano Comuni e Regioni nei nostri luoghi e in genere l' opinione pubblica, in qualche modo ritengono normale, fisiologico, evadere le imposte. Negli ultimi due anni, dal 2016 ad oggi, è accaduto che in alcune Regioni italiane dove i cittadini sono più ricchi, in Lombardia e nel Veneto ma pure in Emilia Romagna, si è diffuso tra i cittadini diciamo il morbo, l' infezione, la malattia del regionalismo differenziato, cioè l' idea che sarebbe opportuno ottenere dallo Stato più spesa pubblica per quei territori in modo da spendere localmente una quota maggiore degli incassi fiscali che lo Stato impone alla cittadinanza. Sono stati perciò indetti a fine anno 2016 due referendum consultivi con i quali la popolazione è stata chiamata ad esprimere il suo consenso alla richiesta formulata dalle amministrazioni regionali di ampliare a favore di quelle amministrazioni locali i cosiddetti poteri concorrenti, cioè la facoltà concessa alle Regioni di spendere di più per l' istruzione, la sanità, l' energia, la ricerca scientifica, materie di solito riservate alla spesa dello Stato. I due referendum in Lombardia e in Veneto hanno raccolto la maggioranza dei consensi dei cittadini e dal quel momento in poi si è aperta la breccia per allargare i poteri di spesa delle due Regioni. Il governatore del Veneto Zaia è il più attivo, il più aggressivo in questa congiuntura politica: grazie anche al risultato lusinghiero ottenuto dalla Lega alle ultime elezioni del marzo scorso, Zaia avanza ora la pretesa che il 90 per cento del cuneo fiscale del Veneto ( cioè gli incassi fiscali dello Stato al netto delle spese statali in quella Regione) siano destinati alla Regione Veneto. Questa pretesa che seduce i politici leghisti anche in Lombardia e in altre Regioni del Nord, ha messo in questi giorni in allarme la Svimez, la storica associazione per lo sviluppo dell' industria del Mezzogiorno, e la Svimez, come ha riferito in queste pagine Conchito Sannino, contesta la pretesa dei leghisti e ne denuncia il pericolo implicito, cioè il tentativo di spezzare l' unità, la coesione, la solidarietà nazionale sottraendo in parte la spesa pubblica che lo Stato oggi destina al Mezzogiorno. È singolare che in questa controversia finora i politici meridionali non si siano fatti sentire. È singolare, è strano che i governatori della Campania e della Puglia, Vincenzo de Luca e Michele Emiliano, non abbiano assunto una posizione chiara, netta, di rifiuto della pretesa di Zaia e soci. Finora infatti solo la Svimez e qualche economista col contorno di un filosofo hanno denunciato il tentativo di secessione strisciante della Lega, mentre i politici meridionali sull' argomento tacciono. C' è da sospettare che i governatori delle Regioni meridionali cercano di evitare il confronto con i nordisti perché non hanno grandi ragioni da far valere. Hanno, come si dice, la coda di paglia nel rivendicare un regionalismo solidale da opporre al regionalismo differenziato dei leghisti. I fatti qualche motivo di sospetto lo suggeriscono. Guardiamo alla condizione dei servizi sanitari nel Mezzogiorno. È possibile dimostrare che questi servizi sono in condizioni tali che le Regioni del Sud meritano di gestire le risorse assegnate dal ministero della Salute e anzi ne meriterebbero di più? Se avete sotto gli occhi una lista dei crediti e dei debiti che si formano per le Regioni italiane a causa degli spostamenti degli ammalati tra gli ospedali, trovate che in alcuni casi ( Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Veneto) si sono registrati in questi anni sempre crediti ( cioè incassi delle amministrazioni ospedaliere) mentre al Sud si sono registrati sempre debiti ( cioè esborsi). Ciò significa che i cosiddetti viaggi della Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
disperazione ( i pazienti in cerca di cure in tempi accettabili e a condizioni decorose) hanno sempre la direzione che dal Sud conduce al Centro- Nord. Se la Sanità nel Mezzogiorno ottenesse più risorse finanziarie dal ministero, è dubbio che le migrazioni sanitarie si ridurrebbero ed è eroico supporre che gli spostamenti invertirebbero la direzione. In sostanza la tesi che qui esprimo, è che per sostenere le ragioni del Mezzogiorno nell' assegnazione di poteri e di risorse non basta rivendicare la solidarietà tra ricchi e poveri, non basta contrastare l' egoismo della Lega e dei tanti Zaia che governano al Nord. È necessario anche dimostrare che nel Mezzogiorno si fa strada il buon governo, che i responsabili della cosa pubblica, i governatori che eleggiamo, abbiano a cuore l' efficienza dei servizi pubblici, l' imparzialità dei burocrati, il rispetto degli utenti senza discriminare i cittadini tra coloro che hanno solo diritti da far valere e coloro che invece hanno santi in paradiso. © RIPRODUZIONE RISERVATA Economista, saggista, Mariano D' Antonio ha insegnato nelle università di Roma Tre, La Sapienza e Federico II a Napoli. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
29/12/2018 Pagina 4 EAV: € 20.437 Lettori: 113.715 Argomento: Sanità nazionale Con quota 100, nel Lazio andranno in pensione 100 chirurghi su 500 e non c' è il ricambio pronto. Il governo? Non pervenuto TINO OLDANI Quota 100 non è ancora entrata in vigore, ma fa già danni. Il caso dei chirurghi di Roma è emblematico di quanto potrebbe accadere anche in altri settori, a seguito della cosiddetta riforma della legge Fornero, voluta fortemente da Matteo Salvini. Attualmente, i chirurghi in servizio negli ospedali pubblici di Roma e del Lazio sono 500, per lo più avanti con l' età. Appena quota 100 entrerà in vigore, consentendo a chi ha 62 anni d' età e 38 anni di contributi di andare in pensione, si prevede che almeno 100 chirurghi di Roma e del Lazio, vale a dire uno su cinque, coglieranno l' occasione per ritirarsi dal lavoro e abbandonare le sale chirurgiche della capitale, che già sono piuttosto sguarnite. Risultato: le code dei pazienti in attesa di intervento, che già durano mesi, si allungheranno ancora di più, costringendo molti a rivolgersi alla sanità privata mettendo mano al portafogli, oppure a emigrare negli ospedali del Nord Italia o all' estero. A segnalare questa emergenza, frutto di miopia legislativa, è Pierluigi Marini, primario del San Camillo di Roma, nonché presidente dell' Acoi, l' Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani. «Già ora siamo pochi, ma se davvero un chirurgo su cinque andrà in pensione, sarebbe una vera emergenza», ha denunciato ieri alla cronaca di Roma del Corriere della Sera. «Si rischierebbe di non garantire i livelli minimi assistenziali. I reparti di chirurgia, negli ospedali della capitale e della regione, sono retti da ultrasessantenni. Infatti la generazione dei chirurghi 40enni e 50enni è stata saltata a causa del blocco del turn-over, imposto dalla manovra di rientro dal debito della sanità laziale». Un vuoto professionale che, secondo i dati dell' Acoi, era ampiamente prevedibile ben prima del varo di quota 100. Ma né il ministro della Salute, Giulia Grillo, né il governo di Giuseppe Conte nel suo insieme ne hanno tenuto conto. Da tempo, a giudicare dai numeri, è in atto una Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
vera e propria fuga dalle sale operatorie degli ospedali pubblici italiani. All' ultimo concorso nazionale di accesso alla scuola di specializzazione in chirurgia, su 16 mila neolaureati, sono arrivate soltanto 90 domande per 7 mila posti. Un trend negativo che, da cinque anni, peggiora di anno in anno per un insieme di cause, su cui l' Acoi batte il tasto da tempo: il blocco del turn-over per contenere la spesa pubblica, praticato anche in altre regioni oltre che nel Lazio, ha reso quasi impossibile l' accesso alla professione a molti giovani neolaureati tentati da questa specializzazione; quella del chirurgo, poi, è considerata dagli stessi medici una professione ad alto rischio, che impone di stipulare polizze assicurative dispendiose (anche di seimila euro l' anno); infine i percorsi formativi sono ritenuti insoddisfacenti da molti specializzandi, che preferiscono andare all' estero sia per studiare che per lavorare. Nel settore della sanità, l' emorragia di chirurghi non è l' unica. Nei prossimi anni, a seguito del numero chiuso delle Facoltà di medicina, non vi saranno neolaureati in medicina in numero sufficiente per rimpiazzare i medici che andranno in pensione. I dati di questo trend li ha resi noti il senatore Marco Siclari, dirigente sanitario di professione e capogruppo di Forza Italia in commissione Igiene e sanità al Senato, quando, nel settembre scorso, ha lanciato un appello ai ministri Giulia Grillo (Salute) e Marco Bussetti (Istruzione e Università) per abolire i test di ingresso alle Facoltà di medicina per almeno tre anni. «Per diventare medico ci vogliono dieci anni. Siamo già in ritardo», ha spiegato Siclari, «perché anche se oggi si dovesse mettere la parola fine ai test, comunque tra dieci anni ci sarebbe ancora un saldo negativo e una cronica carenza di medici». Dal governo, nessuna risposta. Nei prossimi cinque anni andranno in pensione 45mila medici, numero destinato quasi a raddoppiare nel 2028, quando saranno andati in pensione 33.392 medici di base e 47.284 medici ospedalieri, per un totale di 80.676 unità. In base alle proiezioni, sostiene Siclari, a causa della mancanza di rimpiazzi, a quella data risulteranno scoperti ben 22 mila posti. Ovviamente, tutto questo riguarda la sanità pubblica, dove pensionare medici e chirurghi a 62 anni, come sta facendo il governo grilloleghista, costituisce un vero attentato al welfare, viste le ripercussioni negative per l' assistenza medica di una popolazione sempre più vecchia. Al contrario, nella sanità privata i medici e i chirurghi di età superiore a 62 anni, compresi i settantenni, sono piuttosto numerosi e ben remunerati proprio perché, grazie all' esperienza, hanno raggiunto il massimo della specializzazione. E nessun manager della sanità privata si sognerebbe di farne a meno. Esattamente il contrario di quanto sta facendo il governo grillo-leghista, che non ha mai preso in considerazione l' appello del senatore Siclari per rendere libero per un triennio l' accesso alle facoltà di medicina, fosse pure per respingerlo. Ma la ministra Grillo, più che alla salute degli italiani, sembra interessata alle poltrone, come dimostra la recente cacciata, dalla sera al mattino, senza preavviso, di tutti i membri del Consiglio superiore della sanità, vale a dire di 30 superesperti già affermati nei loro settori di attività, tra cui noti oncologi, genetisti, farmacologi e ginecologi. Professionisti che, prima della cacciata, non erano stati neppure ricevuti dalla ministra, che ha giustificato la sua decisione con il solito slogan: siamo il governo del cambiamento. Purtroppo, in peggio. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Puoi anche leggere