CORTE COSTITUZIONALE SEGNALAZIONI SULL'ATTUALITÀ COSTITUZIONALE STRANIERA - SERVIZIO STUDI - ottobre 2019
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CORTE COSTITUZIONALE SERVIZIO STUDI Area di diritto comparato SEGNALAZIONI SULL’ATTUALITÀ COSTITUZIONALE STRANIERA a cura di Carmen Guerrero Picó Sarah Pasetto Maria Theresia Rörig Céline Torrisi con il coordinamento di Paolo Passaglia n. 29 (ottobre 2019)
Avvertenza La Corte costituzionale ha la titolarità, in via esclusiva, dei contenuti del presente documento. La Corte costituzionale fa divieto, in assenza di espressa autorizzazione, di riprodurre, estrarre copia ovvero distribuire il documento o parti di esso per finalità commerciali. Il riutilizzo per finalità diverse è soggetto alle condizioni ed alle restrizioni previste nel contratto di licenza Creative Commons (CC by SA 3.0). Per informazioni e richieste, si invita a contattare il Servizio Studi, scrivendo al seguente indirizzo email: servstudi@cortecostituzionale.it.
SOMMARIO Spagna FRANCISCO FRANCO – TRASFERIMENTO DELLE SPOGLIE Il Tribunale supremo autorizza il trasferimento delle spoglie di Franco .......... 7 Francia PREVIDENZA SOCIALE – PERSONE DOMICILIATE ALL’ESTERO Conseil constitutionnel, decisione n. 2019-806 QPC del 4 ottobre 2019, M. Gilbert A., sulla deroga applicabile alla quota di contributi previdenziali dovuti da parte degli assicurati non fiscalmente domiciliati in Francia .......... 13 Francia GIURISDIZIONE AMMINISTRATIVA – CONTROLLO DELLA LEGITTIMITÀ DELLA DETENZIONE AMMINISTRATIVA Conseil constitutionnel, decisione n. 2019-807 QPC del 4 ottobre 2019, M. Lamin J., sul controllo del giudice amministrativo dell’ordinanza di mantenimento in detenzione amministrativa in caso di richiesta di asilo ....... 15 Portogallo PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI – ATTIVITÀ DI INTELLIGENCE Il Tribunale costituzionale si pronuncia sull’utilizzo dei metadati con fini preventivi da parte dell’intelligence ................................................................ 19 Germania CONFLITTO TRA POTERI – SANZIONI IRROGATE DAL BUNDESTAG Tribunale costituzionale federale, ordinanza del 17 settembre 2019 (2 BvE 2/18), sulle condizioni di ammissibilità di un giudizio per conflitto tra poteri avente ad oggetto misure disciplinari irrogate dal Bundestag ......... 23
Germania RICORSO CAUTELARE – POTERE DELIBERATIVO DEL BUNDESTAG Tribunale costituzionale federale, ordinanza del 17 settembre 2019 (2 BvQ 59/19), che respinge un ricorso cautelare del gruppo parlamentare AfD avente ad oggetto la regolare costituzione e il potere deliberativo del Bundestag ..... 25 Francia UNIVERSITÀ – TASSE DI ISCRIZIONE Conseil constitutionnel, decisione n. 2019-809 QPC dell’11 ottobre 2019, Union nationale des étudiants en droit, gestion, AES, sciences économiques, politiques et sociales et autres, sulla gratuità dell’accesso alle strutture pubbliche di insegnamento superiore .............................................................. 27 Spagna SECESSIONE – CONDANNE PENALI Il Tribunale supremo condanna i leaders indipendentisti catalani per sedizione .................................................................................................... 29 Germania TERRORISMO – MISSIONI MILITARI DI CONTRASTO Tribunale costituzionale federale, ordinanza del 17 settembre 2019 (2 BvE 2/16), sull’ammissibilità di un conflitto tra poteri avente ad oggetto l’impiego di forze armate contro lo Stato islamico .......................................................... 33 Spagna FRANCISCO FRANCO – TRASFERIMENTO DELLE SPOGLIE Il Tribunale costituzionale e la Corte di Strasburgo respingono le richieste di fermare la riesumazione di Franco .............................................................. 37 Regno Unito GIUDICI – WHISTLEBLOWING Corte suprema, sentenza Gilham (Appellant) v Ministry of Justice (Respondent) [2019] UKSC 44, del 16 ottobre 2019, sull’applicabilità, ai giudici, della protezione prevista per gli informatori ................................................... 41 Francia MATERNITÀ SURROGATA – TRASCRIZIONE ATTI DI NASCITA STRANIERI Cour de cassation, Ass. plénière, decisione n° 648 (10-19.053) del 4 ottobre 2019, M. C. et Mme D., in tema di maternità surrogata ............. 45
Regno Unito UNIONE EUROPEA – RECESSO Brexit: recenti sviluppi .................................................................................... 49 Spagna FRANCISCO FRANCO – TRASFERIMENTO DELLE SPOGLIE Esumazione e nuova sepoltura della salma di Francisco Franco .................... 53 Francia STRANIERO (INGRESSO IRREGOLARE) – RESPONSABILITÀ DEL VETTORE Conseil constitutionnel, decisione n. 2019-810 QPC del 25 ottobre 2019, Société Air France, sulla responsabilità dei vettori aerei che trasportano nel territorio francese stranieri privi dei necessari documenti d’ingresso ...... 57 Francia ELEZIONI EUROPEE – SOGLIA DI SBARRAMENTO Conseil constitutionnel, decisione n. 2019-811 QPC del 25 ottobre 2019, Mme Fairouz H. e altri, sulla soglia di sbarramento per le elezioni europee . 61
SPAGNA FRANCISCO FRANCO – TRASFERIMENTO DELLE SPOGLIE Il Tribunale supremo autorizza il trasferimento delle spoglie di Franco 01/10/2019 Il Tribunale supremo spagnolo ha pubblicato la sentenza n. 1279/2019 1, del 30 settembre, della sezione quarta della sala del contenzioso amministrativo, che ha respinto il ricorso degli eredi di Francisco Franco contro la decisione del Governo spagnolo di riesumare e dare nuova ubicazione alle spoglie del dittatore. La decisione è stata adottata all’unanimità dei membri del collegio. Le spoglie di Franco si trovano nel sacrario della Basilica della Valle de los Caídos, complesso monumentale di proprietà statale. Come è noto, da tempo si ipotizzava il loro trasferimento, ritenendolo un atto dovuto di normalizzazione democratica; il trasferimento è rimasto a lungo incompiuto, nel timore che potesse riaprire vecchie ferite della società spagnola. Con l’ascesa al governo del socialista Pedro Sánchez, quest’obiettivo è stato ritenuto di interesse prioritario. La legge n. 52/2007, del 26 dicembre, por la que se reconocen y amplían derechos y se establecen medidas en favor de quienes padecieron persecución o violencia durante la Guerra Civil y la Dictadura, è stata novellata dal regio decreto-legge n. 10/2018, del 24 agosto, convertito dalla Camera dei deputati il 13 settembre 2018 2. L’art. 16, comma 3, della legge, nel testo novellato, stabilisce che nella Valle de los Caídos possano riposare solo le spoglie dei caduti della guerra civile. Il procedimento amministrativo per provvedere alla riesumazione ed al trasferimento dei resti delle persone che non integrano tale condizione, che si 1 Il testo della decisione è reperibile on line alla pagina http://www.poderjudicial.es/stfls/TRIBUNAL%20SUPREMO/OTROS%20DOCUMENTOS/TS%20 Sala%20Tercera%2024%20sep%202019.pdf. Il comunicato stampa può essere consultato alla pagina http://www.poderjudicial.es/stfls/TRIBUNAL%20SUPREMO/OTROS%20DOCUMENTOS/Nota% 20sentencia%20exhumaci%C3%B3n%20Franco.pdf. 2 V. la precedente segnalazione Spagna – La Camera dei deputati convalida il decreto-legge che autorizza la rimozione delle spoglie del dittatore Franco dalla Valle de los Caídos, del 13/09/2018, in Segnalazioni sull’attualità costituzionale straniera (settembre 2018), pp. 29 ss., https://www.cortecostituzionale.it/documenti/segnalazioni/Segnalazioni_201809.pdf.
attiva d’ufficio dal Consiglio dei ministri, è disciplinato dalla disposizione aggiuntiva 6 bis della legge. In attuazione delle anzidette disposizioni, gli acuerdos del Consiglio dei ministri del 15 febbraio 2019 e del 15 marzo 2019 hanno approvato la riesumazione delle spoglie di Franco. Gli eredi avevano chiesto che le spoglie fossero trasferite nella cripta di famiglia nel Duomo di Madrid (la Catedral de la Almudena), ma il Governo ha respinto la richiesta per motivi di pubblica sicurezza e per preservare la natura religiosa ed artistica del luogo di culto, stabilendo che la salma avrebbe ricevuto degna sepoltura nel cimitero di El Pardo- Mingorrubio, dove riposano anche i resti di sua moglie. Gli eredi non avevano indicato alcun luogo alternativo di sepoltura per il caso in cui la loro richiesta iniziale potesse essere respinta. Il ricorso della famiglia Franco nei confronti della decisione dell’esecutivo si basava su una triplice argomentazione 3: i) l’incostituzionalità del regio decreto- legge n. 10/2018; ii) la violazione delle norme degli accordi con la Santa Sede, delle norme urbanistiche e di polizia mortuaria; iii) l’illegittimità del diniego di trasferimento delle spoglie nella cripta di famiglia nel Duomo di Madrid. i) Sull’illegittimità del regio decreto-legge n. 10/2018 4 Il Tribunale supremo non ha ritenuto necessario adire in via pregiudiziale il Tribunale costituzionale, poiché non ha riscontrato presunti vizi di legittimità nel regio decreto-legge n. 10/2018. In prima battuta il Tribunale ha evidenziato che, ai sensi della giurisprudenza costituzionale, la straordinaria urgenza e necessità che richiede l’art. 86, comma 1, Cost. per l’emanazione di un decreto-legge non può ritenersi equivalente all’emergenza né deve essere ricollegata a fattispecie di forza maggiore, ma alla necessità di introdurre una disciplina con forza di legge in un lasso di tempo inferiore a quello che richiederebbe il procedimento legislativo. Anche se la decisione dell’esecutivo di cambiare, come prima cosa, l’ubicazione delle spoglie del dittatore abbia uno spiccato carattere politico, ciò non vale a privare di fondamento l’utilizzo del decreto-legge, che è stato ampiamente giustificato nel dibattito parlamentare. Il governo ha ritenuto necessario porre fine ad una situazione protrattasi eccessivamente nel tempo, che si poneva in contrasto con l’ordinamento democratico spagnolo, in sintonia con il volere maggioritario della società spagnola e dando così risposta alle richieste 3 Per ulteriori dettagli v. il Fundamento de Derecho – FD – 3 della decisione. 4 V. il FD 5. 8
dalle Nazione Unite affinché la Spagna adottasse ulteriori misure di rigenerazione democratica. Inoltre, a sostegno la legittimità del decreto-legge, sono stati ritenuti di particolare rilievo il fatto che l’opposizione alla sua convalida sia stata minima e che i parlamentari dell’opposizione non abbiano presentato alcun ricorso di illegittimità in via principale. Contrariamente a quanto denunciato dai ricorrenti, il Tribunale supremo ha dichiarato che il decreto-legge non è una legge ad casum contraria al principio di eguaglianza. La particolare attenzione che ha ricevuto il trasferimento delle spoglie del dittatore da un complesso monumentale di titolarità pubblica è dovuta alle singolari circostanze della sua figura, che rendono il caso unico, senza che ciò renda la misura discriminatoria, ingiustificata o vessatoria. Allo stesso modo, la decisione dell’esecutivo non è contraria: – al diritto alla tutela giurisdizionale effettiva, perché sono state rispettate tutte le disposizioni e tutte le esigenze di difesa previste nelle norme del procedimento amministrativo; – al diritto all’intimità familiare, perché i familiari possono, sì, disporre sulla destinazione delle spoglie del defunto, ma non si tratta di un diritto assoluto; l’ordinamento prevede che per motivi di pubblico interesse possa essere disposto il trasferimento delle spoglie di una persona e nella specie, tra l’altro, le spoglie non sono situate in una tomba privata ma in un complesso monumentale del demanio pubblico; la decisione di riservare la sepoltura nella Valle de los Caídos alle sole vittime della guerra civile spagnola non è irragionevole né arbitraria, ma rispetta le esigenze della giurisprudenza CEDU in materia di restrizione dei diritti; – alla libertà religiosa, giacché la rimozione da un luogo pubblico di tutto ciò che possa significare, rappresentare o simbolizzare lo scontro civile è una misura certamente di natura politica e ideologica, ma queste dimensioni non si proiettano sulle convinzioni religiose. ii) Sulla violazione delle norme degli accordi con la Santa Sede, delle norme urbanistiche e di polizia mortuaria 5 La decisione del governo non è in contrasto con l’art. 1, comma 5, del concordato sugli affari giuridici del 3 gennaio 1979. L’inviolabilità della basilica della Valle de los Caídos quale luogo di culto non esclude la vigenza e 5 V. il FD 6. 9
l’applicabilità delle leggi spagnole al suo interno. Inoltre, nonostante l’amministrazione della basilica sia stata affidata all’ordine dei benedettini, non si può ignorare che questa appartiene a un complesso monumentale di proprietà pubblica il cui significato oltrepassa la natura religiosa del luogo di culto. Il priore della basilica si era opposto a concedere l’accesso per procedere alla rimozione e trasferimento dei resti basandosi sul rispetto del diritto di opposizione dei familiari del dittatore. Il Tribunale supremo, una volta accertato che questi non hanno una capacità di disposizione assoluta e illimitata su resti che riposano all’interno di un bene di natura pubblica, e che il diritto all’intimità personale e familiare non conferisce loro la facoltà di impedire un’esumazione decisa nel rispetto della legge, ha dichiarato che la facoltà del priore di impedire il trasferimento della salma di Franco decade dopo questa sentenza. Del resto, lo stesso priore aveva riconosciuto nelle sue memorie che la sua comunità avrebbe rispettato quanto deciso dalle autorità competenti. Per quanto riguarda le norme in materia urbanistica, il progetto di esumazione presentato dalle autorità competenti rispetta le condizioni imposte dalla normativa in vigore. I lavori non implicano alcuna alterazione del volume, della destinazione o dell’edificabilità dell’edificio; si tratta soltanto di alzare una lapide, estrarre i resti e riporre la pavimentazione originale della basilica. Infine, sono state rispettate anche le norme di polizia mortuaria, come accertato dalla Comunità autonoma di Madrid. iii) Sull’illegittimità del diniego di trasferimento delle spoglie nella cripta di famiglia nel Duomo di Madrid 6 Il rifiuto del Consiglio dei ministri alla richiesta di dare nuova sepoltura alle spoglie di Franco nel Duomo di Madrid non è sproporzionata. Oltre ad obbedire alla finalità della legge n. 52/2007 di ritirare i simboli ed i monumenti di esaltazione della guerra civile e della dittatura, la decisione dell’esecutivo risponde a motivi di pubblica sicurezza. Il Duomo si trova in centro, vicino al Palazzo reale, in un’area urbana in cui, per motivi religiosi, turistici o di altra natura, si concentra un elevato numero di persone; una zona, quindi, maggiormente esposta al rischio di attentati o atti di violenza. Nel cimitero di El Pardo-Mingorrubio dovranno essere predisposte apposite misure di sicurezza, ma la sua ubicazione in periferia rende i rischi chiaramente inferiori. 6 V. il FD 7. 10
I mezzi di comunicazione ipotizzano che il trasferimento delle spoglie potrebbe avvenire tra il 6 ed il 7 ottobre 7. Carmen Guerrero Picó 7 Cfr. El Gobierno sopesa exhumar a Franco en la madrugada del 6 al 7 de octubre, in ABC, del 1º ottobre 2019, https://www.abc.es/espana/abci-gobierno-baraja-exhumar-franco- madrugada-6-7-octubre-201909301741_noticia.html#vca=mod-esnoticia-p1&vmc=exhumacion- franco&vso=abc-es&vli=portada.portada. 11
FRANCIA PREVIDENZA SOCIALE – PERSONE DOMICILIATE ALL’ESTERO Conseil constitutionnel, decisione n. 2019-806 QPC del 4 ottobre 2019, M. Gilbert A., sulla deroga applicabile alla quota di contributi previdenziali dovuti da parte degli assicurati non fiscalmente domiciliati in Francia 07/10/2019 Il Conseil constitutionnel è stato adito dalla Cour de cassation, che ha sollevato una questione prioritaria di costituzionalità avente ad oggetto l’art. L. 131-9 del Codice della previdenza sociale. L’articolo consente al potere regolamentare di prevedere specifiche aliquote, per i contributi di malattia, di maternità, di invalidità e di decesso, sui redditi di attività e sui redditi sostitutivi 1 dei soggetti assicurati presso un regime obbligatorio di previdenza sociale francese che, non rispondendo alle condizioni di residenza fiscale definite all’art. L. 136-1 del suddetto Codice, non sono sottoposti alla c.d. contribution sociale généralisée (d’ora in avanti C.S.G.) su questi redditi. In effetti, con l’adozione della legge n. 97-1164 del 19 dicembre 1997, di finanziamento della previdenza sociale per l’anno 1998 (che ha introdotto le disposizioni contestate), è stata aumentata l’aliquota di riscossione sui redditi di attività e sui redditi sostitutivi destinata alla C.S.G., mentre sono stati soppressi i contributi salariali per l’assicurazione sulla malattia, sulla maternità, sull’invalidità e sul decesso, la cui aliquota fosse inferiore ad una determinata soglia. Infine, si è lasciato al potere regolamentare il compito di ridurre a giusta proporzione l’aliquota per altri contributi. Il ricorrente nel giudizio a quo sosteneva che tali disposizioni violassero i principi di uguaglianza davanti alla legge e davanti agli oneri pubblici, nella misura in cui creavano una disparità di trattamento ingiustificata tra gli assicurati presso lo stesso regime previdenziale a seconda che soddisfacessero, o meno, i criteri di residenza fiscale definiti all’art. L. 136.1 del Codice della previdenza sociale. Dopo aver riconosciuto l’esistenza di tale disparità di trattamento, il Conseil constitutionnel ha ricordato che, dal 1997, il finanziamento della previdenza 1 Quale, ad esempio il reddito di disoccupazione.
sociale non è più garantito dai soli contributi sociali ma, in parte, anche dalle imposte sul reddito 2. Successivamente, fondandosi sui lavori preparatori della legge n. 97-1164 del 19 dicembre 1997, il Conseil constitutionnel ha rilevato che, autorizzando il potere regolamentare ad applicare quote specifiche per i contributi sociali dovuti dai soggetti che, non avendo la residenza fiscale in Francia, non sono sottoposti alla C.S.G., il legislatore ha cercato di evitare che essi potessero beneficiare dell’abbassamento della quota sui contributi sociali senza subire, come contropartita, il rialzo della C.S.G. Con l’adozione delle disposizioni contestate, il legislatore ha quindi inteso far sì che tali soggetti partecipassero in maniera equivalente al finanziamento dei regimi previdenziali obbligatori. Ha, quindi, perseguito un obiettivo di interesse generale. Il Conseil constitutionnel ha poi considerato che la disparità di trattamento creata dalle disposizioni contestate fosse in relazione diretta con l’oggetto stesso dei contributi previdenziali, i quali, nell’ambito di un sistema di finanziamento misto della previdenza sociale, consentono di irrogare prestazioni previdenziali il cui importo non sia necessariamente legato alla durata del versamento di tali contributi o all’importo versato. Tuttavia, prima di concludere nel senso della costituzionalità delle disposizioni contestate, il Conseil ha emesso una riserva di interpretazione, considerando che, qualora le disposizioni contestate fossero interpretate come idonee a legittimare i regolamenti a trattenere quote specifiche sui contributi sociali passibili di creare una violazione dell’uguaglianza nella partecipazione degli assicurati al finanziamento dei regimi di previdenza sociali cui appartengono, sussisterebbe, allora, una violazione del principio di uguaglianza davanti alle legge e davanti agli oneri pubblici. Sulla scorta di queste considerazioni, il Conseil constitutionnel ha stabilito che le disposizioni contestate non violano i principi di uguaglianza davanti alla legge e davanti agli oneri pubblici, né tantomeno alcun altro diritto o libertà fondamentale. Le disposizioni contestate sono state, quindi, dichiarate conformi alla Costituzione. Céline Torrisi 2 Il testo della sentenza è reperibile on line alla pagina https://www.conseil- constitutionnel.fr/sites/default/files/as/root/bank_mm/decisions/2019806qpc/2019806qpc.pdf. 14
FRANCIA GIURISDIZIONE AMMINISTRATIVA – CONTROLLO DELLA LEGITTIMITÀ DELLA DETENZIONE AMMINISTRATIVA Conseil constitutionnel, decisione n. 2019-807 QPC del 4 ottobre 2019, M. Lamin J., sul controllo del giudice amministrativo dell’ordinanza di mantenimento in detenzione amministrativa in caso di richiesta di asilo 07/10/2019 Il Conseil constitutionnel è stato adito dalla Cour de cassation, che ha sollevato una questione prioritaria di costituzionalità avente ad oggetto l’art. L. 556-1 del Codice dell’ingresso e del soggiorno degli stranieri e del diritto di asilo. Tali disposizioni stabiliscono che, qualora uno straniero sottoposto ad una misura di allontanamento e messo in detenzione amministrativa sollevi, nel corso della detenzione, una richiesta di asilo, l’autorità amministrativa può decidere il mantenimento in detenzione durante il tempo necessario all’esame della sua richiesta nel caso in cui consideri che tale domanda sia stata presentata con l’unico obiettivo di fare venir meno la misura di allontanamento. Nel caso in cui l’amministrazione non decida il mantenimento in detenzione, lo straniero viene liberato; qualora, invece, si decida per il mantenimento, tale decisione può essere impugnata innanzi al giudice amministrativo entro quarantotto ore. Al riguardo, la Cour de cassation ha stabilito che, in questo caso specifico, il giudice ordinario, purché competente in materia di controllo delle misure di detenzione amministrativa, non fosse competente per giudicare della legittimità della decisione di mantenimento in detenzione. Il ricorrente nel giudizio a quo sosteneva che, dando competenza esclusiva al giudice amministrativo per giudicare della legittimità delle decisioni di mantenimento in detenzione adottate in seguito ad una domanda di asilo sollevata da uno straniero sottoposto alla detenzione amministrativa, tali disposizioni impedirebbero al giudice ordinario di svolgere il proprio ruolo di guardiano della libertà individuale. Ne risulterebbe una violazione dell’art. 66 della Costituzione. Si asseriva, inoltre, la violazione del diritto a un ricorso giurisdizionale effettivo in ragione della scarsità delle vie di ricorso a disposizione dello straniero contro la decisione di mantenimento in detenzione nonché in ragione della complessità che caratterizza il riparto di competenza tra le giurisdizioni amministrative e ordinarie in materia di controllo delle misure di detenzione amministrativa.
Innanzitutto, il Conseil constitutionnel ha ricordato 1 che, in conformità con la concezione francese della separazione dei poteri, costituisce un principio fondamentale riconosciuto dalle leggi della Repubblica (i c.d. P.F.R.L.R.), il principio secondo il quale, eccezione fatta delle materie riservate, per natura, all’autorità giudiziaria, è di competenza della giurisdizione amministrativa l’annullamento o la riforma delle decisioni adottate, nell’esercizio delle c.d. prérogatives de puissance publique, dalle autorità che esercitino il potere esecutivo, dai loro agenti, dagli enti locali o dagli organismi pubblici sottoposte alla loro autorità o al loro controllo. Successivamente, dopo aver ricordato la giurisprudenza della Cour de cassation, il Conseil constitutionnel ha stabilito che, qualora l’autorità amministrativa decida il mantenimento in detenzione, fondandosi sul fatto che la richiesta di asilo sia stata adottata con il solo scopo di fare venir meno la misura di allontanamento, tale decisione rientra nella disciplina del soggiorno degli stranieri. Di conseguenza, l’annullamento o la riforma di tale decisione è, in applicazione del principio fondamentale sopra menzionato, di competenza della giurisdizione amministrativa. Il Conseil constitutionnel ha poi sottolineato che le disposizioni contestate stabiliscono che la decisione di mantenimento in detenzione amministrativa non incide sul controllo svolto dal giudice delle libertà e della detenzione né tantomeno sulla sua competenza per esaminare la richiesta di proroga della detenzione. Non impediscono nemmeno al giudice ordinario di interrompere, in qualunque momento, la proroga della detenzione, di sua iniziativa o su richiesta dello straniero, qualora le circostanze di diritto o di fatto lo giustifichino, o, per un qualunque altro motivo diverso dall’illegittimità delle decisioni relative al soggiorno e all’allontanamento dello straniero, le quali sono di competenza della giurisdizione amministrativa. Per ultimo, il Conseil ha stabilito che, se il legislatore può, nell’interesse di una buona amministrazione della giustizia, unificare le regole di competenza giurisdizionale in seno all’ordine giurisdizionale principalmente interessato, non è tenuto a farlo. Sulla scorta di queste considerazioni, il Conseil ha stabilito che il legislatore non avesse violato l’art. 66 della Costituzione. Per quanto riguarda, infine, l’asserita violazione del diritto a un ricorso giurisdizionale effettivo, il Conseil ha considerato che lo straniero che abbia richiesto asilo dopo la sua messa in detenzione amministrativa può impugnare la 1 Il testo della sentenza è reperibile on line alla pagina https://www.conseil- constitutionnel.fr/sites/default/files/as/root/bank_mm/decisions/2019807qpc/2019807qpc.pdf. 16
decisione di mantenimento in detenzione innanzi al giudice amministrativo. Qualora alcuna decisione di mantenimento sia stata adottata e qualora lo straniero non sia stato liberato, esso può sempre adire il giudice amministrativo mediante la procedura del c.d. référé-liberté al fine che il giudice faccia ingiunzione all’amministrazione di pronunciarsi sulla sua situazione. Per ultimo, il Conseil ha stabilito che non può risultare dalla sola ripartizione delle competenze tra i due ordini giurisdizionali una violazione del diritto a un ricorso giurisdizionale effettivo. Il Conseil constitutionnel ha, quindi, concluso alla costituzionalità delle disposizioni contestate. Céline Torrisi 17
PORTOGALLO PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI – ATTIVITÀ DI INTELLIGENCE Il Tribunale costituzionale si pronuncia sull’utilizzo dei metadati con fini preventivi da parte dell’intelligence 07/10/2019 Con l’Acórdão n. 464/2019, del 18 settembre 1, il Tribunale costituzionale portoghese si è pronunciato sulla legittimità degli artt. 3 e 4 della legge organica n. 4/2017, del 25 agosto 2, che approva e disciplina il procedimento speciale di accesso ai dati delle telecomunicazioni e di Internet da parte dei funzionari dell’intelligence del Serviço de Informações de Segurança (SIS) e del Serviço de Informações Estratégicas de Defesa (SIED), e che novella per la seconda volta la legge n. 62/2013, del 26 agosto (legge sull’organizzazione del potere giudiziario). L’art. 3 della legge organica n. 4/2017 autorizzava l’acceso ai dati cc.dd. de base (relativi al contratto di servizi delle comunicazioni elettroniche, ivi comprese l’identificazione e l’abitazione dell’intestatario), nonché dei dati relativi all’ubicazione dei dispositivi elettronici per la produzione di informazioni necessarie per la salvaguardia della difesa nazionale, della sicurezza interna e della prevenzione di atti di sabotaggio, spionaggio, terrorismo, proliferazione di armi di distruzione di massa e criminalità altamente organizzata, nel loro esclusivo ambito di attuazione. L’art. 4 autorizzava, invece, l’accesso dei funzionari dell’intelligence ai dati sul traffico, al solo scopo di produrre informazioni necessarie per prevenire atti di spionaggio e terrorismo. In ossequio ad altre disposizioni della legge organica, che non sono state denunciate, le richieste di accesso ai cc.dd. metadati devono essere autorizzate dall’autorità giudiziaria (in particolare, da una sezione dal Supremo Tribunale di Giustizia portoghese), cui spetta anche il controllo successivo delle misure. 1 La pronuncia (in lingua portoghese) è reperibile on line alla pagina http://www.tribunalconstitucional.pt/tc/acordaos/20190464.html. Il 26 agosto 2019, il Difesore civico portoghese ha chiesto al Tribunale costituzionale di pronunciarsi sull’obbligo di conservazione massiva dei dati relativi alle comunicazioni elettroniche. Il testo del ricorso è reperibile on line alla pagina http://www.provedor- jus.pt/site/public/archive/doc/2019_08_26_Q_7746_2017_Tribunal_Constitucional.pdf. 2 Il testo della legge (in lingua portoghese) è reperibile on line alla pagina http://www.pgdlisboa.pt/leis/lei_mostra_articulado.php?artigo_id=2765A0004&nid=2765&tabel a=leis&pagina=1&ficha=1&so_miolo=S&nversao.
I venticinque deputati ricorrenti ritenevano che gli artt. 3 e 4 fossero in contrasto con l’art. 34, comma 4, della Costituzione portoghese, che vieta, salvi i casi previsti dalla legge processuale penale, ogni ingerenza delle autorità pubbliche nella corrispondenza, nelle telecomunicazioni e negli altri mezzi di comunicazione. Il Tribunale costituzionale si era già pronunciato sulla tutela costituzionale dei dati di traffico e relativi all’ubicazione dei dispositivi elettronici nell’Acórdão n. 403/2015, del 27 agosto 3. Anche in quest’occasione ha ribadito che, a prescindere della loro denominazione, bisogna distinguere se si tratti di dati associati ad un atto di comunicazione (consumato o tentato) tra persone, oppure di dati non riferiti ad un concreto atto comunicativo. I cc.dd. metadati sono protetti dalla segretezza delle comunicazioni quando riguardano una comunicazione concreta tra le persone; nei restanti casi, può ricavarsi una tutela da altre disposizioni costituzionali, ad esempio da quelle riguardanti l’autodeterminazione personale ed informatica. Inoltre, le eccezioni al divieto di ingerenza di cui all’art. 34, comma 4, Cost. non possono essere oggetto di un’interpretazione estensiva, essendo limitate a quelle previste nell’ambito del processo penale. La Costituzione è invece più flessibile riguardo alle restrizioni di cui può essere oggetto il diritto all’autodeterminazione informatica (art. 35 Cost.), che può essere limitato per legge. L’accesso ai dati di cui all’art. 3 della legge organica n. 4/2017 ha una finalità legittima, in quanto attua l’obbligo di protezione dello Stato dei diritti fondamentali e degli interessi collettivi. Ciò posto, sebbene il rischio di eventuali errori o abusi nell’utilizzo dei dati da parte dei servizi di intelligence possa essere mitigato dal necessario intervento giurisdizionale, l’eccessiva indeterminatezza dei concetti “difesa nazionale” e “sicurezza interna” fa sì che la restrizione dei diritti fondamentali interessati risulti sproporzionata. Il Tribunale costituzionale ha dunque dichiarato che l’art. 3, nella parte in cui ammette l’accesso ai dati de base e di ubicazione per salvaguardare la difesa nazionale e la sicurezza interna, è illegittimo per il mancato rispetto del diritto all’autodeterminazione personale (art. 26, comma 1, Cost.), nonché del diritto all’autodeterminazione informatica (art. 35, commi 1 e 4, Cost.), in combinato disposto con il principio di proporzionalità di cui all’art. 18, comma 2, Cost. Per 3 Cfr. https://data.dre.pt/eli/actconst/403/2015/09/17/p/dre/pt/html (per un riassunto della decisione in lingua inglese v. http://www.codices.coe.int/NXT/gateway.dll/CODICES/precis/eng/eur/por/por-2015-2- 014?f=templates&fn=default.htm&vid=Publish%3A10.1048%2FEnu). 20
contro, ha dichiarato la legittimità dell’articolo nella parte che autorizza l’accesso diretto a produrre informazioni necessarie per prevenire atti di sabotaggio, spionaggio, terrorismo, proliferazione di armi di distruzione di massa e criminalità altamente organizzata. Per quanto riguarda i dati sul traffico di cui all’art. 4, se essi riguardano comunicazioni interpersonali, l’accesso è illegittimo per violazione del diritto alla segretezza delle comunicazioni, in combinato disposto con il principio di proporzionalità. Nel resto dei casi, l’accesso è illegittimo per violazione dei diritti all’autodeterminazione personale ed all’autodeterminazione informatica, in combinato disposto con il principio di proporzionalità. La sentenza, che contiene un elevato numero di opinioni – totalmente o parzialmente – dissenzienti e/o concorrenti, ha avuto un particolare impatto nei mezzi di comunicazione, perché ha motivato le dimissioni della giudice costituzionale Maria Clara Sottomayor nel mese di luglio. Dopo la pubblicazione della decisione, l’ex-giudice ha dichiarato che la sua rinuncia alla carica era collegata ad alcune criticità della disciplina del Tribunale costituzionale riguardante il ruolo del relatore 4. Nel controllo concreta di legittimità, la legge organica sul Tribunale costituzionale opera un rinvio alle norme codicistiche civili e, quando il giudice relatore risulta in minoranza, si procede alla sostituzione del relatore. Invece, in sede di controllo astratto di legittimità, prima si procede alla definizione dell’orientamento della corte e dopo si procede alla scelta del relatore, a sorteggio tra uno dei giudici che compongono la maggioranza. In linea teorica, questa prospettazione giustifica l’assenza di norme su una eventuale sostituzione del relatore e qualora i giudici della maggioranza non fossero d’accordo con il testo finale, potrebbero sempre esternare le loro differenti vedute nelle opinions allegate alla decisione. Ad avviso della ex-giudice, la sua autonomia quale relatore era venuta meno, perché le era stato presentato un progetto di decisione contenente passi riscritti da altri giudici e contenenti una motivazione da lei non condivisa, motivo per cui aveva sentito l’esigenza di dimettersi. Carmen Guerrero Picó 4 V. M.C. SOTTOMAYOR, Quem guarda o guardador?, in Publico.pt, del 23/09/2019, https://www.publico.pt/2019/09/23/politica/opiniao/guarda-guardador-1887519. 21
GERMANIA CONFLITTO TRA POTERI – SANZIONI IRROGATE DAL BUNDESTAG Tribunale costituzionale federale, ordinanza del 17 settembre 2019 (2 BvE 2/18), sulle condizioni di ammissibilità di un giudizio per conflitto tra poteri avente ad oggetto misure disciplinari irrogate dal Bundestag 09/10/2019 Il Tribunale costituzionale federale ha chiarito 1 che l’instaurazione di un giudizio per conflitto tra poteri – nel caso di specie avente ad oggetto misure disciplinari nei confronti di un parlamentare del Bundestag (ivi inclusa la sua esclusione dalla seduta e l’inflizione di un’ammenda) – necessita, ai fini della sua ammissibilità, la previa soccombenza nell’ambito dell’apposito procedimento di opposizione contro le misure disciplinari previsto nel regolamento del Bundestag. I giudici costituzionali hanno evidenziato, al riguardo, che manca l’interesse a ricorrere in sede di giudizio per conflitto nel caso in cui il ricorrente non abbia tempestivamente esperito le azioni necessarie per evitare l’asserita violazione dei propri diritti (nel caso specifico, l’opposizione). L’interesse a ricorrere deve sussistere anche in capo ad un organo nell’ambito di un conflitto tra poteri, trattandosi di un procedimento che si svolge nel contradittorio tra le parti. Esso mira alla reciproca delimitazione di competenze tra poteri costituzionali o parte degli stessi nell’ambito di un rapporto di diritto costituzionale. Sebbene non si voglia precludere ad un ricorrente l’accesso alla giustizia costituzionale facendo richiamo generico alle possibili ed alternative azioni di natura politica, queste ultime devono essere distinte dalle opzioni di azione che sono previste, non politicamente, ma nel quadro normativo, proprio al fine di concretizzare, chiarire e impostare un rapporto di diritto costituzionale. L’istanza di accertamento della violazione dei diritti del parlamentare ricorrente di cui all’art. 38 comma 1, per. 2, LF derivante dall’inflizione di un’ammenda è stata pertanto ritenuta inammissibile. Maria Theresia Roerig 1 Un comunicato stampa della decisione è disponibile in lingua inglese alla pagina web: https://www.bundesverfassungsgericht.de/SharedDocs/Pressemitteilungen/EN/2019/bvg19- 063.html.
GERMANIA RICORSO CAUTELARE – POTERE DELIBERATIVO DEL BUNDESTAG Tribunale costituzionale federale, ordinanza del 17 settembre 2019 (2 BvQ 59/19), che respinge un ricorso cautelare del gruppo parlamentare AfD avente ad oggetto la regolare costituzione e il potere deliberativo del Bundestag 09/10/2019 Il Tribunale costituzionale federale ha respinto 1 un ricorso cautelare del gruppo parlamentare AfD (Alternative für Deutschland) avente ad oggetto l’interdizione per il Presidente della Repubblica federale di Germania di firmare e promulgare tre leggi approvate dal Bundestag. Durante la votazione sulle relative proposte (alle ore 1.27 del mattino), il gruppo ricorrente aveva censurato l’irregolare costituzione del Bundestag e quindi la carenza di potere decisionale dello stesso. Il vicepresidente del Bundestag, che presiedeva la seduta, aveva però respinto la censura. L’accertamento della regolare costituzione del Bundestag è disciplinato nel regolamento interno di tale organo, che stabilisce che affinché si possano assumere decisioni devono essere presenti più della metà dei membri del Bundestag. Se prima della seduta un gruppo parlamentare o il 5% dei membri del Bundestag esprimono dubbi circa la regolare costituzione e se il dubbio viene confermato da parte della presidenza della seduta, bisogna procedere con un particolare conteggio dei singoli voti. Il gruppo ricorrente sosteneva che, nella specie, l’irregolare costituzione e quindi la carenza del potere decisionale fossero oggettivamente rilevabili e quindi non potessero essere superati dalla decisione della presidenza della seduta che affermava la regolare costituzione. Il Tribunale costituzionale, svolgendo una valutazione comparativa sugli effetti conseguenti all’adozione di un eventuale provvedimento cautelare, ha ritenuto di non accogliere la richiesta avanzata dal ricorrente. Ciò in quanto il gruppo non avrebbe subito, a suo avviso, alcun grave pregiudizio dalla mancata adozione di una misura cautelare anche ove, successivamente, si fosse accertato, in sede di giudizio sul conflitto tra poteri, la fondatezza delle sue doglianze. Né alcun 1 Un comunicato stampa della decisione è disponibile in lingua inglese alla pagina web: https://www.bundesverfassungsgericht.de/SharedDocs/Pressemitteilungen/EN/2019/bvg19- 058.html.
pregiudizio in capo al ricorrente si potrebbe ravvisare nel fatto che una legge formalmente incostituzionale restasse inizialmente in vigore, anche se l’esito del giudizio sul conflitto tra poteri fosse favorevole al ricorrente; ciò in quanto in tale giudizio non viene in questione la costituzionalità della legge. Il Tribunale ha evidenziato, al riguardo, che la Legge fondamentale non conosce un controllo preventivo delle norme. Del fatto che la tutela legale costituzionale sia una tutela legale successiva (di annullamento) viene tenuto conto nella separazione dei poteri e nella ripartizione delle competenze nella Legge fondamentale. Il Bundesverfassungsgericht deve pertanto rispettare la competenza del Presidente federale in merito all’esame di una legge prima della sua promulgazione. Maria Theresia Roerig 26
FRANCIA UNIVERSITÀ – TASSE DI ISCRIZIONE Conseil constitutionnel, decisione n. 2019-809 QPC dell’11 ottobre 2019, Union nationale des étudiants en droit, gestion, AES, sciences économiques, politiques et sociales et autres, sulla gratuità dell’accesso alle strutture pubbliche di insegnamento superiore 14/10/2019 Nel mese di novembre 2018, il Governo aveva deciso di aumentare le tasse universitarie per gli studenti stranieri extracomunitari 1. Tale misura è stata attuata con l’arrêté ministériel del 19 aprile 2019 relativo alle tasse di iscrizione universitaria nelle strutture pubbliche di insegnamento superiore 2, adottato sulla base dell’art. 48 della legge finanziaria n. 51-598 del 24 maggio 1951 per l’esercizio finanziario del 1951 che conferisce al potere regolamentare la determinazione delle quote e delle modalità di riscossione delle tasse relative all’iscrizione, alla scolarità, agli esami, ai concorsi e ai diplomi presso le strutture statali di insegnamento superiore. Nel mese di luglio 2019, varie organizzazioni studentesche avevano impugnato il regolamento ministeriale innanzi al Conseil d’État chiedendone l’annullamento e sollevando una questione prioritaria di costituzionalità avente ad oggetto l’art. 48 della legge n. 51-598 del 24 maggio 1951. I ricorrenti nel giudizio a quo sostenevano che tali disposizioni violassero il tredicesimo comma del Preambolo della Costituzione del 1946. Si asseriva che il principio di gratuità dell’insegnamento pubblico, scaturente da tale disposizione, ostasse alla riscossione di tasse di iscrizione per accedere all’insegnamento superiore. I ricorrenti affermavano, inoltre, che, conferendo al potere regolamentare la determinazione delle quote e delle modalità di riscossione delle tasse di iscrizione, senza valutare le capacità economiche degli studenti e senza 1 V. la dichiarazione del Primo ministro del 19 novembre 2018, reperibile on line alla pagina https://www.gouvernement.fr/partage/10704-presentation-de-la-strategie-d-attractivite-pour-les- etudiants-internationaux. 2 L’arrêté del 19 aprile 2019 relativo alle tasse di iscrizione universitarie nelle strutture pubbliche di insegnamento superiore, reperibile on line alla pagina https://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=JORFTEXT000038396885&categorieLie n=id.
prevedere ulteriori garanzie, il legislatore avesse violato il principio di uguaglianza nell’accesso all’istruzione. Per gli stessi motivi, si sosteneva che il legislatore avesse violato detti principi anche per il fatto di non avere esercitato la propria competenza (c.d. “incompetenza negativa”). Fondandosi sul tredicesimo comma del Preambolo della Costituzione del 27 ottobre 1946, il Conseil constitutionnel ha considerato, per la prima volta, che l’esigenza costituzionale di gratuità dell’insegnamento pubblico si applica anche all’insegnamento superiore universitario 3. Ha stabilito, inoltre, che tale principio non impedisce che tasse di iscrizione di ammontare contenuto siano comunque richieste sulla base delle possibilità economiche degli studenti. Dopo aver rilevato che le disposizioni contestate si limitano a prevedere che il potere regolamentare determini gli importi annui delle tasse riscosse dalle strutture pubbliche, il Conseil ha precisato che spetta ai ministri competenti stabilire, salvo restando il controllo giurisdizionale, l’importo di tali tasse, nel rispetto delle esigenze di gratuità dell’insegnamento pubblico e dell’uguale accesso all’istruzione. Il Conseil constitutionnel ha, quindi, respinto le doglianze fondate sulla asserita violazione dei principi sopra evocati, concludendo nel senso della costituzionalità delle disposizioni contestate. Céline Torrisi 3 Il testo della sentenza è reperibile on line alla pagina https://www.conseil- constitutionnel.fr/sites/default/files/as/root/bank_mm/decisions/2019809qpc/2019809qpc.pdf. 28
SPAGNA SECESSIONE – CONDANNE PENALI Il Tribunale supremo condanna i leaders indipendentisti catalani per sedizione 14/10/2019 La sala penale del Tribunale supremo spagnolo ha pubblicato la sentenza n. 459/2019 1, del 14 ottobre, che definisce il processo nei confronti dei leaders catalani per il tentativo di secessione dallo Stato spagnolo avvenuto in seguito alla dichiarazione unilaterale di indipendenza del 27 ottobre 2017, in attuazione del referendum indipendentista dell’1º ottobre 2017 2. La decisione, presa all’unanimità dei membri del collegio, comporta l’imposizione delle seguenti condanne: - Oriol Junqueras (ex vicepresidente del governo catalano e leader del partito Esquerra Republicana de Catalunya) è stato condannato a 13 anni di reclusione ed all’inabilitazione assoluta per il delitto di sedizione in concorso con una fattispecie aggravata del delitto di peculato; - Raül Romeva, Jordi Turull e Dolors Bassa (ex consiglieri del governo catalano) sono stati condannati a 12 anni di reclusione ed all’inabilitazione assoluta per il delitto di sedizione in concorso con una fattispecie aggravata del delitto di peculato; - Carme Forcadell (ex presidente del Parlamento catalano) è stata condannata a 11 anni e 6 mesi di reclusione ed all’inabilitazione assoluta per il delitto di sedizione; 1 I comunicati stampa (in lingua spagnola ed inglese), la sentenza (di 493 pp.) ed altri materiali di sintesi possono essere consultati on line nella pagina http://www.poderjudicial.es/cgpj/es/Poder- Judicial/Noticias-Judiciales/El-Tribunal-Supremo-condena-a-nueve-de-los-procesados-en-la- causa-especial-20907-2017-por-delito-de-sedicion. In alternativa, poiché la pagina del Tribunale supremo risulta a momenti sovraccarica, la decisione può essere consultata in https://www.scribd.com/document/430166452/La-sentencia-del-juicio-del-1-O. 2 V. il precedente dossier di attualità costituzionale Comp./Att. 26: La consultazione catalana del 1º ottobre 2017 e la successiva dichiarazione unilaterale di indipendenza (ottobre 2017), http://www.consulta.it/studi/Diritto-comparato/Dossiers/Comp- Att_26/CompAtt%2026_Catalogna_intranet.pdf.
- Joaquim Forn e Josep Rull (ex consiglieri del governo catalano) sono stati condannati a 10 anni e 6 mesi di reclusione ed all’inabilitazione inabilitazione assoluta per il delitto di sedizione; - Jordi Sánchez e Jordi Cuixart (leaders, rispettivamente, delle associazioni della società civile Assemblea Nacional Catalana e Ómnium Cultural), sono stati condannati 9 anni di reclusione ed all’inabilitazione assoluta per il delitto di sedizione; - Santiago Vila, Meritxell Borràs e Carles Mundó (ex consiglieri del governo catalano) sono stati condannati a una pena di 10 mesi di multa (con una quota giornaliera pari a euro 200) ed a 1 anno e 8 mesi di inabilitazione speciale per il delitto di disobbedienza. Il fulcro dalla decisione ha riguardato l’imputazione per il delitto di ribellione di cui agli artt. 472-473 del Codice penale (d’ora in avanti, c.p.), che sanziona con la reclusione da 25 a 30 anni (nei casi di più diretta partecipazione al reato), le persone che si sollevino violentemente e pubblicamente per dichiarare l’indipendenza di una parte del territorio nazionale 3. Il Tribunale supremo ha dichiarato che non potevano ritenersi integrati gli elementi di questo delitto molto grave, perché, nonostante le manifestazioni pubbliche di violenza verificatesi nei mesi di settembre e ottobre del 2017, la violenza richiesta dalla fattispecie penale della ribellione deve essere funzionale alla secessione. Inoltre, i beni giuridici tutelati dall’art. 472 c.p. non sono mai stati in pericolo. Lo Stato ha conservato in ogni momento il controllo della forza (militare, delle forze di polizia, giurisdizionale e perfino sociale) e gli imputati erano consapevoli della manifesta impraticabilità degli atti che avevano concepito per rendere reale l’indipendenza promessa. Il referendum del 1º ottobre, presentato alla cittadinanza come il veicolo del diritto di decidere o all’autodeterminazione, rispondeva invece a una 3 Art. 472 c.p.: “Son reos del delito de rebelión los que se alzaren violenta y públicamente para cualquiera de los fines siguientes: 1.º Derogar, suspender o modificar total o parcialmente la Constitución. – 2.º Destituir o despojar en todo o en parte de sus prerrogativas y facultades al Rey o a la Reina, al Regente o miembros de la Regencia, u obligarles a ejecutar un acto contrario a su voluntad. – 3.º Impedir la libre celebración de elecciones para cargos públicos. – 4.º Disolver las Cortes Generales, el Congreso de los Diputados, el Senado o cualquier Asamblea Legislativa de una Comunidad Autónoma, impedir que se reúnan, deliberen o resuelvan, arrancarles alguna resolución o sustraerles alguna de sus atribuciones o competencias. – 5.º Declarar la independencia de una parte del territorio nacional. – 6.º Sustituir por otro el Gobierno de la Nación o el Consejo de Gobierno de una Comunidad Autónoma, o usar o ejercer por sí o despojar al Gobierno o Consejo de Gobierno de una Comunidad Autónoma, o a cualquiera de sus miembros de sus facultades, o impedirles o coartarles su libre ejercicio, u obligar a cualquiera de ellos a ejecutar actos contrarios a su voluntad. – 7.º Sustraer cualquier clase de fuerza armada a la obediencia del Gobierno”. 30
precisa strategia di pressione politica sul governo dello Stato, volta ad agevolare eventuali negoziati. La difesa politica, individuale o collettiva, delle finalità elencate nell’art. 472 c.p. (tra cui l’abrogazione o sospensione della Costituzione, oppure l’indipendenza di una parte del territorio nazionale) non è costitutiva di reato, mentre lo è il mobilitare la cittadinanza a una sollevazione pubblica e tumultuosa volta ad impedire l’applicazione delle leggi e ad ostacolare l’adempimento delle decisioni giurisdizionali. Infatti, il delitto di sedizione di cui all’art. 544 c.p. 4 sanziona chi, senza integrare la condotta propria della ribellione, si solleva pubblicamente e in modo tumultuoso per impedire, con la forza o al di fuori delle vie legali, l’applicazione delle leggi oppure per impedire ad una qualsiasi autorità, pubblico ufficiale o funzionario pubblico il legittimo esercizio delle proprie funzioni o l’adempimento di loro decisioni oppure di disposizioni amministrative o giudiziarie. Per la complessità dei molteplici temi trattati ed in attesa delle reazioni alla sentenza, seguirà un quaderno di attualità costituzionale. Carmen Guerrero Picó 4 Art. 544 c.p.: “Son reos de sedición los que, sin estar comprendidos en el delito de rebelión, se alcen pública y tumultuariamente para impedir, por la fuerza o fuera de las vías legales, la aplicación de las Leyes o a cualquier autoridad, corporación oficial o funcionario público, el legítimo ejercicio de sus funciones o el cumplimiento de sus acuerdos, o de las resoluciones administrativas o judiciales”. 31
GERMANIA TERRORISMO – MISSIONI MILITARI DI CONTRASTO Tribunale costituzionale federale, ordinanza del 17 settembre 2019 (2 BvE 2/16), sull’ammissibilità di un conflitto tra poteri avente ad oggetto l’impiego di forze armate contro lo Stato islamico 15/10/2019 Il Tribunale costituzionale federale ha dichiarato inammissibile 1 un ricorso del gruppo parlamentare DIE LINKE (la sinistra) volto ad accertare, tramite un conflitto tra poteri (Organstreitverfahren), che il Governo federale ed il Bundestag avessero violato i diritti del Bundestag di cui all’art. 24, comma 2 2, in combinazione con l’art. 59, comma 2, per. 1 3, Legge fondamentale (LF), deliberando l’impiego di forze armate tedesche al fine di prevenire e impedire atti terroristici veicolati dal c.d. “Stato islamico” (IS o Isis). A seguito degli atti terroristici del 13 novembre 2015 a Parigi, gli Stati Membri dell’Ue avevano espresso la loro solidarietà alla Francia ed assicurato, in occasione di una seduta del Consiglio europeo in cui la Francia aveva richiamato l’art. 42, comma 7, del Trattato sull’Ue (TUE), il loro aiuto e sostegno. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva condannato gli attacchi con risoluzione 2249 (2015) del 20 novembre 2015, inquadrando l’Isis come una “minaccia mondiale senza precedenti per la pace mondiale e la sicurezza internazionale”. Aveva inoltre invitato gli Stati Membri dotati delle necessarie capacità ad intraprendere, nel rispetto del diritto internazionale, in particolare della Carta delle Nazioni Unite e delle norme internazionali sui diritti umani, del diritto internazionale umanitario e dei profughi, le misure necessarie nei territori sotto controllo dell’Isis in Siria ed in Iraq, rafforzando l’impegno ed il 1 Un comunicato stampa della decisione è disponibile in lingua inglese alla pagina web: https://www.bundesverfassungsgericht.de/SharedDocs/Pressemitteilungen/EN/2019/bvg19- 065.html. 2 “(2) Lo Stato federale può, al fine di salvaguardare la pace, entrare a far parte di un sistema di sicurezza comune e reciproca; al riguardo esso acconsentirà alle limitazioni della sua sovranità necessarie a stabilire e preservare un ordine pacifico e durevole in Europa e tra le Nazioni del mondo”. 3 “(2) I trattati che regolano i rapporti politici dello Stato federale, o che si riferiscono a materie della legislazione federale, necessitano della ratifica o della partecipazione, in forma di legge federale, dei rispettivi organi competenti per la legislazione federale”.
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