CSV FC - ASSIPROV Domenica, 29 luglio 2018
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CSV FC - ASSIPROV Domenica, 29 luglio 2018 Prime Pagine 29/07/2018 Prima Pagina Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) 1 29/07/2018 Prima Pagina Il Resto del Carlino (ed. Forlì) 2 29/07/2018 Prima Pagina Il Resto del Carlino (ed. Cesena) 3 ambiente e protezione civile 29/07/2018 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 35 Scuola di danza e festa con i cani da soccorso 4 csv e scenario locale 29/07/2018 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 6 La condivisione non si ferma Partito il campo estivo a Sappada 5 29/07/2018 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 7 Disabili in Municipio Accesso più facile 6 29/07/2018 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 37 Gli angeli custodi degli anziani in festa per vent' anni di cure 7 28/07/2018 Forli Today Per non dimenticare il 2 agosto 1980: tappa a Forlì per la staffetta 9 29/07/2018 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 36 «Da vent' anni al fianco di medici e degenti» 10 29/07/2018 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 37 Alla mensa della Caritas un piatto caldo tutti i giorni 11 29/07/2018 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 37 ANDREA ALESSANDRINI In 'Via delle Stelle' sono 148 i senza dimora 12 29/07/2018 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 56 Cartoon e documentari a 'La vela illuminata' 14 29/07/2018 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 56 Cartoon e documentari a 'La vela illuminata' 15 salute e assistenza 28/07/2018 Cesena Today Le cade addosso una pentola di latte bollente: delicato intervento su una... 16 29/07/2018 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Pagina 9 Bimba ustionata dal latte bollente 17 29/07/2018 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 36 Bimba si ustiona con latte bollente Al Bufalini le salvano la vita 18 volontariato 29/07/2018 Avvenire Pagina 20 «Mare aperto a tutti». In Romagna una spiaggia per disabili 19 29/07/2018 Avvenire Pagina 21 DANIELA FASSINI Sindaco e cittadini bloccano il rimpatrio 20 29/07/2018 Avvenire Pagina 27 «Spazio ai diritti umani nel piano europeo sulla finanza... 21 29/07/2018 Avvenire Pagina 38 FRANCESCO CHIAVARINI Dai corridoi umanitari profughi nelle parrocchie 23 29/07/2018 Avvenire (Diocesane) Pagina 41 Ardea, un lido accessibile senza barriere per i disabili 25 29/07/2018 Avvenire (Diocesane) Pagina 53 volontariato. Al Palio dei rioni la «Taberna» del Cav 26 29/07/2018 Avvenire (Diocesane) Pagina 58 PAOLA PROIETTI Alla Caritas volontari per l' estate 27 29/07/2018 Corriere della Sera Pagina 22 VERA MARTINELLA E SILVIA TURIN Più forti dopo un trauma 29 29/07/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 11 Federico Butera Design congiunto per cambiare il modo di fare impresa 32 29/07/2018 Il Sole 24 Ore Pagina 21 Cesare De Michelis La famiglia del libraio 34 29/07/2018 La Repubblica Pagina 2 LUCA MONACO Dopo i blitz nomadi e sfrattati si accampano per strada 36
29 luglio 2018 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 1
29 luglio 2018 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 2
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29 luglio 2018 Pagina 35 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) ambiente e protezione civile Scuola di danza e festa con i cani da soccorso «Un nuovo modo di gestire i consigli di frazione, con vari obiettivi: inclusione dei giovani, sostegno alla genitorialità, senso di appartenenza, animazione e aggregazione sociale, aiuto a chi vive situazioni di disagio, maggiore sicurezza, mobilità dolce, sviluppo dell' occupazione, multiculturalità». È lunga la lista di progetti che Fratellanza sta portando avanti in collaborazione col Comune. «In settembre - anticipa - a Budrio esordirà una scuola di danza folk e moderna grazie al Cesena Danze. Stanno anche ripartendo le attività del gruppo scout sbocciato appena qualche mese fa presso la parrocchia Santa Maria Cleofa di Budrio. Un ringraziamento particolare va anche al gruppo dei "Folli visionari" e all' Auser, che con capacità portano allegria nel quartiere. Per continuare questa magia, dalle ore 19 del 6 agosto invito tutti a partecipare alla festa gratuita al Rio Parco, con i cani da soccorso della protezione civile e i burattini». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 4
29 luglio 2018 Pagina 6 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) csv e scenario locale La condivisione non si ferma Partito il campo estivo a Sappada FORLÌ C' è chi parla di 45 edizioni, altri si spingono a 47. Nessuna incertezza, invece, sul fatto che quest' anno la straordinaria condivisione estiva fra sani e disabili, promossa dalla parrocchia di San Paolo Apostolo, partita ieri, si chiuderà il 5 agosto. Anche se lo scorso 24 gennaio è venuto meno uno degli ultimi fondatori, don Mino Flamigni, il campo di Sappada, con i suoi 100 partecipanti, fra cui 40 ragazzi diversamente abili, rimane un' esperienza indimenticabile. Il grosso degli iscritti, provenienti da tutte le parrocchie, è approdato a Sappada, sulle Alpi carniche, nel primo pomeriggio di ieri nel "Villaggio Dolomitico" di Piani di Luzza. Dotato di 600 posti letto, è attrezzato per ogni tipo di sport con un grado di accessibilità assoluto. Rispetto all' esperienza di Borca, riproposta per oltre trent' anni nel Cadore, rimangono inalterati formulae spirito: fra incontri, giochi, passeggiate e animazione. Come nelle migliori storie, un bel giorno dell' estate 1971 i sacerdoti don Mino Flamigni e don Amedeo Pasini, rispettivamente parroco e cappellano dell' allora neonata San Paolo, si chiesero «per quale motivo ad agosto si sospende ogni attività, fra cui anche l' accoglienza ai disabili?». «Capimmo - ha sempre spiegato don Amedeo - che era giusto condividere con loro anche le ferie estive». Oltre al coordinamento materiale offerto dai responsabili Franco Casadei, Patrizia Neri e Franca Albonetti, Simona Casadio e Daniele Casadei, il campo si reg ge sull' impegno di una sessantina di volontari e sulla presenza continuativa dei due seminaristi Filippo Foietta e Francesco Agatensi, nonché, a turno, dei parroci don Massimo Masi ni, don Stefano Vasumini e don Andrea Carubia. Da domani a giovedì 2 agosto salirà a Sappada lo stesso vescovo monsignor Livio Corazza: per lui, friulano d' origine, sarà un ritorno a casa. Sulle 40 persone diversamente abili partecipanti spiccano Gilberto Olivucci e Gianfranco Beoni, presenti ininterrottamente dal 1981. P. G. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 5
29 luglio 2018 Pagina 7 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) csv e scenario locale Disabili in Municipio Accesso più facile Realizzato il "servo scala" che permetterà di raggiungere gli uffici del Comune situati al primo piano DOVADOLA Finalmente il Municipio di Dovadola "apre" ai portatori di disabilità e a chi ha problemi di deambulazione. Da qualche giorno è stato, infatti, installato il "servo scala" che permette di raggiungere gli uffici al primo piano. Un problema strutturale visto che la sede del Comune in piazza della Vittoria ha delle barriere architettoniche che creano disagi sia ai dipendenti sia ai cittadini con problemi a salire al primo piano dove si trovano gli uffici. Trasferimento La sede del Comune di Dovadola alla metà circa degli anni '90 è stata trasferita da via Garibaldi all' attuale sede di piazza della Vittoria, a seguito di problemi strutturali dovuti a una forte scossa di terremoto. Carenza di fondi e difficoltà a reperirli hanno fatto sì che la ristrutturazione della "casa" dell' Amministrazione non si sia potuta realizzare nel corso di questi anni. «L' attuale sede - spiega la consigliera Linda Gurioli - si trova in un immobile che non è certo la migliore soluzione sia per i dipendenti che per i cittadini che vi si recano: tra i problemi maggiori c' è sempre stato quello delle barriere architettoniche e quindi dell' impossibilità o comunque dell' estreme difficoltà per i portatori di disabilità a recarsi negli uffici, tutti situati al primo piano. L' attuale Amministrazione aveva tra i punti centrali e prioritari del programma elettorale proprio il superamento delle barriere architettoniche per la sede comunale al fine di permettere a tutti di recarsi agli uffici senza difficoltà. Da qualche giorno l' obiettivo si è realizzato: grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmi, bando di distretto 2017, i portatori di disabilità potranno agevolmente raggiungere gli uffici comunali utilizzando il "servo scala" installato e totalmente finanziato dalla Fondazione». Il futuro L' Amministrazione, e in particolare le consigliere Linda Gurioli e Giuliana Liverani, con il capogruppo consiliare Luca Catenelli, si dichiara soddisfatta e felice di quest' opera realizzata entro il primo anno di mandato. «Anche se per ilfuturo-conclude Linda Gurioli - come ci si auspica gli uffici comunali verranno spostati in altra sede, destinando gli attuali locali a "Casa delle associazioni", silascia a disposizione della collettività un immobile già riqualificato sotto tale aspetto». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 6
29 luglio 2018 Pagina 37 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) csv e scenario locale Gli angeli custodi degli anziani in festa per vent' anni di cure Allegro ritrovo di tutte le 60 operatrici escluse quelle impegnate al lavoro Quasi raddoppiati gli ospiti della casa, quadruplicati quelli del centro diurno CESENATICO A partire dal 1998, sono stati vent' anni davvero speciali quelli vissuti nella casa residenza per anziani di viale Magrini. Per festeggiarli nel corso di una serata spensierata al Bagno Internazionale di Ponente si sono ritrovate una cinquantina delle 60 infermiere, assistenti, addette alla cucina, alle pulizie e al guardaroba e coordinatori che lavorano in quella struttura, che da quattro anni è gestita dalla cooperativa "In Cammino" di Faenza. All' appuntamento è mancato solo chi era in servizio. Oggi, tra la casa residenza e la casa albergo, il centro diurno e l' assistenza domiciliare, sono impegnati a prendersi cura degli anziani che fruiscono dei vari servizi di assistenza non solo gli operatori, ma tanti volontari, da quelli che si occupano dei trasporti quotidiani (Auser) a chi offre un prezioso supporto al servizio di animazione (An teas e familiari degli utenti). Alla serata conviviale al Bagno Internazionale sono stati invitati gli assessori ai Servizi sociali e alla Persona delle ultime amministrazioni comunali in carica: Irma Rossi (oggi coordinatrice dei volontari di An teas), l' ex assessore Mauro Bernieri, il sindaco Matteo Gozzoli. Le veterane Alcune operatrici erano già presenti vent' anni fa, quando fu trasferita la sede, dalla zona del porto canale, nel vecchio palazzo umbertino diventato oggi antiquarium cittadino, ala moderna struttura di viale Magri ni. Tra di loro, la responsabile dei servizi assistenziali Giovanna Nicolini e la responsabile infermieristica Silvia Peroni. Entrambe lavorano dal 1996 per la casa residenza per anziani. Nei due anni seguenti furono assunte altre tre importanti figure di riferimento: la fisioterapista Lucilla Grilli, l' animatrice Chiara Paolucci e la responsabile di cucina Prisca Bastoni. Il primato va però riconosciuto all' assistente Ornella Perini, che fu assunta dal 1995. Servizio ultraventennale anche per Oriana Fanesi e Isabella Mazzotti. Gli elogi alle operatrici «Tutte loro - sottolinea la presi dente Elena Bartolotti - hanno seguito e fatto la Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2017 Continua --> 7
28 luglio 2018 Forli Today csv e scenario locale Per non dimenticare il 2 agosto 1980: tappa a Forlì per la staffetta a staffetta ha fatto il suo arrivo in città dal Quartiere Ronco ed arrivato in piazza Saffi, dove ha ricevuto il saluto ufficiale dell' amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Davide Drei. Sabato ha fatto tappa la staffetta podistica "Per non dimenticare il 2 agosto 1980", che ha attraversato il territorio romagnolo, partendo dalla Repubblica di San Marino proseguendo la sua corsa fino al capoluogo della Regione. Questa importante iniziativa, alla quale aderiscono il Comune di Forlì, le Associazioni di volontariato, gli enti di promozione e i gruppi podistici, vuole contribuire a mantenere viva la memoria del terribile attentato terroristico alla stazione ferroviaria di Bologna nel quale persero la vita 85 persone e 200 restarono ferite. La staffetta ha fatto il suo arrivo in città dal Quartiere Ronco ed arrivato in piazza Saffi, dove ha ricevuto il saluto ufficiale dell' amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Davide Drei. 2 agosto, la staffetta fa tappa a Forlì. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 9
29 luglio 2018 Pagina 36 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) csv e scenario locale I VOLONTARI «Da vent' anni al fianco di medici e degenti» ACCANTO al team di esperti che lavora al Centro grandi ustionati dell' ospedale "Bufalini" e alla Banca regionale della cute di Pievesestina, c' è una terza realtà che dal 2000 lavora costantemente e senza sosta per dare sollievo e assistenza alle persone che hanno riportato ustioni e alle loro famiglie. Si tratta dell' associazione Ustionati 'La Fenice Onlus' coordinata da sei anni da Jonny Vicchi. «L' ASSOCIAZIONE - spiega il presidente - sin dalla sua costituzione persegue il fine della solidarietà sociale e della promozione culturale, svolgendo la propria attività gratuita a favore di tutti coloro che hanno riportato bruciature, più o meno gravi. Al momento - prosegue Vicchi - siamo circa 20 volontari, tra cui ci sono anche terapisti, infermieri e medici che rappresentano un veicolo molto importante di formazione e soluzione dei problemi». IMPORTANTE, in questo senso, è il secondo impegno di cui l' associazione si fa carico da anni: l' attività di prevenzione e sensibilizzazione dell' opinione pubblica in materia di ustioni. «Portiamo avanti - precisa il coordinatore generale - l' attività di ricerca nell' ambito della medicina rigenerativa svolta presso la Banca Cute Rer». LA BANCA raccoglie, elabora, conserva e distribuisce lembi cutanei crioconservati, prelevati da donatori a cuore battente o a cuore fermo, selezionati dal Centro di riferimento Regionale per i trapianti. La disponibilità di cute di donatore e di cute bioingegnerizzata ha migliorato l' assistenza ai pazienti gravemente ustionati e con ferite complesse e ha ridotto conseguentemente la mortalità. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 10
29 luglio 2018 Pagina 37 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) csv e scenario locale Alla mensa della Caritas un piatto caldo tutti i giorni I volontari: «Qui non pretendiamo ringraziamenti» SABATO mattina di mezza estate. Sole, caldo torrido e mare a due passi. Gli amici chiamano e invitano a indossare il costume da bagno. «Non oggi, grazie. Oggi ho un altro impegno». Lavorare come volontario alla mensa della Caritas è u n i m p e g n o c h e n o n p r e v e d e ringraziamenti e anzi espone sensibilmente al rischio di sfuriate o improperi, ma non importa, perché servire un pasto a chi ha fame vale molto più di tante altre gratificazioni. «Ho ritrovato la fede da poco tempo - sorride il 37enne Mattia Fiumana - e ho deciso di cambiare il mio modo di vivere. Ogni volta che posso vengo qui a dare una mano. Alla mensa ho trovato persone straordinarie, è come essere tra amici. Mi fa bene, mi sento utile. Non ho grosse cifre da donare a chi sta peggio di me, ma metto volentieri a disposizione il mio tempo». Gli fa eco Emanuele Zavaglia: «Ho trent' anni e da nove sono volontario alla mensa. Ho iniziato da scout e ho continuato, trovando sempre il tempo tra studio e lavoro. E' giusto aiutare chi è in difficoltà e io sono pronto a fare la mia parte col sorriso». Valerio Navarra ha 66 anni e da quando è in pensione dedica gran parte della vita alla Caritas, tra le mense di Cesena e Cesenatico: «Non lo faccio per sentirmi ringraziare. Le persone che hanno parole gentili sono poche e capita invece più spesso di essere trattato in modi bruschi. Non importa, non giudico nessuno di chi viene qui, penso solo ad alleviare per quello che posso le loro difficoltà». Ieri sono stati serviti 25 pasti, durante la settimana la media è di una trentina, meno rispetto all' inverno, perché in estate è più facile trovare occasioni di lavoro. «Durante i periodi di freddo intenso siamo arrivati anche settanta porzioni. Siamo aperti tutti i giorni, anche a Natale e Pasqua. Nessuno deve sentirsi abbandonato». Liana Badau è una badante rumena: «Sono abituata a fare compagnia agli anziani o alle persone sole. Per questo vengo volentieri in questo posto a dare una mano e voglio continuare a farlo. Voglio continuare a sentirmi utile per le persone». Luca Ravaglia © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 11
29 luglio 2018 Pagina 37 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) csv e scenario locale POVERTÀ TRA GLI INDIGENTI CHE RISULTANO ALL' ANAGRAFE , IN SESSANTA SONO IN CARICO AI SERVIZI SOCIALI In 'Via delle Stelle' sono 148 i senza dimora Il centro diurno del Comune in poco più di un paio di anni ha accolto 566 persone di ANDREA ALESSANDRINI SONO ancora più visibili che d' inverno, durante i mesi estivi, i senza fissa dimora cesenati, anche se la mobilità e la dispersione dei 'senza casa' peraltro verso mete ignote e imprevedibili sono favorite dalla bella stagione. Iscritti all' anagrafe cesenate in Via delle Stelle sono ben 148, di cui una una sessantina in carico ai servizi sociali. Via delle Stelle è naturalmente una strada inesistente sul territorio comunale che però risponde all' esigenza di attribuire un indirizzo da indicare negli atti anagrafici (l' iscrizione all' anagrafe è obbligatoria per tutti i cittadini). Fin dal 1993 a Cesena era stata istituita la via ... dei Senza Fissa Dimora, ma qualche anno fa la giunta modificò questa denominazione. «Negli ultimi anni la presenza di persone senza fissa dimora sul territorio cesenate ha assunto carattere ricorrente, anche a causa dei problemi innescati dalla perdita del lavoro e dalla crisi economica - rimarca l' assessore ai Servizi sociali Simona Benedetti -- e per far fronte a questo fenomeno l' amministrazione comunale e i servizi sociali hanno avviato progetti specifici, in collaborazione con diverse realtà non- profit del cesenate. «FRA QUESTI servizi - spiega l' assessore Benedetti - spicca il centro diurno per senza fissa dimora la 'Marmotta rossa', che fu aperto nel febbraio 2016 e sino al 31 maggio scorso è stato frequentato da 566 persone diverse. Nel mese di maggio è stato frequentato da 85 persone (diverse) di cui 7 come primo accesso. La frequentazione media giornaliera è stata di 19 persone (nei mesi invernali la media si è attestata attorno alle 30 persone. I senza fissa dimora vanno avvicinati e con loro debbono essere realizzate delle relazioni. L' Unità di Strada Via delle Stelle prosegue la sua attività di contatto diretto nei luoghi della città frequentati dalle persone senza fissa dimora garantendo due uscite settimanali anche durante l' estate». SI registra invece un calo fisiologico durante i mesi estivi nel dormitorio comunale di via strinati che è organizzato attualmente in modalità estiva. «Ad essere ospitate nella struttura - informa l' assessore Benedetti - sono 13 persone, di cui 11 uomini e due donne. fino al 30 aprile gli ospiti erano 24 posti (di cui quattro donne). Nei giorni dell' emergenza freddo, ossia da metà febbraio a metà marzo, c' è stata una presenza di circa trenta persone a notte con picchi sino a 32 nelle serate con neve. Durante l' emergenza si è contraddistinta la collaborazione della Cri sezione femminile che ha animato le serate e Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2017 Continua --> 12
29 luglio 2018 Pagina 37 Il Resto del Carlino (ed.
29 luglio 2018 Pagina 56 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) csv e scenario locale Cartoon e documentari a 'La vela illuminata' SI SPOSTA a San Vito, nel Riminese, al Circolo Acli di via Vecchia Emilia, la rassegna cinematografica itinerante a ingresso gratuito La vela illuminata. Dalle 21.15, dopo la consueta apericena di finanziamento dell' iniziativa, si aprirà qui una serata a base di celluloide dai caratteri un poco particolari. Sullo schermo, infatti, si alterneranno corti di animazione e i documentari realizzati dai giovani partecipanti al Corso di documentario e cinema sperimentale organizzato da Fondazione Cineteca di Bologna e Università di Parma. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 14
29 luglio 2018 Pagina 56 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) csv e scenario locale Cartoon e documentari a 'La vela illuminata' SI SPOSTA a San Vito, nel Riminese, al Circolo Acli di via Vecchia Emilia, la rassegna cinematografica itinerante a ingresso gratuito La vela illuminata. Dalle 21.15, dopo la consueta apericena di finanziamento dell' iniziativa, si aprirà qui una serata a base di celluloide dai caratteri un poco particolari. Sullo schermo, infatti, si alterneranno corti di animazione e i documentari realizzati dai giovani partecipanti al Corso di documentario e cinema sperimentale organizzato da Fondazione Cineteca di Bologna e Università di Parma. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 15
28 luglio 2018 Cesena Today salute e assistenza Le cade addosso una pentola di latte bollente: delicato intervento su una bimba ustionata "Al suo arrivo - spiega il dottor Davide Melandri direttore del Centro Grandi Ustionati dell' ospedale Bufalini di Cesena, - la piccola presentava una situazione clinica di estrema gravità" Klea è una bimba albanese di quasi 2 anni. E' arrivata in urgenza dall' Albania all' Ospedale Bufalini di Cesena a maggio, grazie a un intervento umanitario, per curare le gravi ed estese ustioni causate dal rovesciamento di una grossa pentola di latte bollente. La bimba è stata sottoposta ad una serie di delicati interventi chirurgici e trattamenti medici intensivi eseguiti con successo dalle equipè del Centro Grandi Ustionati e della Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica. "Al suo arrivo - spiega il dottor Davide Melandri direttore del Centro Grandi Ustionati dell' ospedale Bufalini di Cesena, - la piccola presentava una situazione clinica di estrema gravità. Sono stati effettuati diversi interventi chirurgici di ricostruzione della cute ustionata, su più parti del corpo. "Il buon esito degli interventi - sottolinea il dottor Melandri - è stato possibile grazie al lavoro di squadra, in particolare con i colleghi neonatologi intensivisti". "La bimba ora sta bene, - spiega il dottor Marcello Stella direttore dell' unità operativa Pediatria e Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica dell' ospedale Bufalini di Cesena - dopo un ricovero in Terapia Intensiva Neonatale è stata trasferita in Pediatra e poi dimessa. Dovrà effettuare ancora alcuni trattamenti fisioterapici e una serie di controlli ma presto potrà tornare a casa". L' intervento umanitario è stato attivato dall' Ausl della Romagna, con il supporto della Croce Rossa Italiana Comitato di Cesena , e autorizzato dall' Assessorato alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna in base al Programma assistenziale a fini umanitari. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 16
29 luglio 2018 Pagina 9 Corriere di Romagna (ed. Forlì-Cesena) salute e assistenza Bimba ustionata dal latte bollente Serie di operazioni a buon fine Ora potrà tornare in Albania CESENA Al Bufalini intervento umanitario per una bimba albanese gravemente ustionata Klea è una bimba albanese di quasi 2 anni. E' arrivata in urgenza dall' Albania all' ospedale Bufalini di Cesena a maggio, grazie a un intervento umanitario, per curare le gravi ed estese ustioni causate dal rovesciamento di una grossa pentola di latte bollente. L' intervento umanitario è stato attivato dall' Ausl della Romagna, con il supporto della Croce Rossa Italiana Comitato di Cesena e autorizzato dall' assessorato alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna in base al Programma assistenziale a fini umanitari. La bimba è stata sottoposta ad una serie di delicati interventi chirurgici e trattamenti medici intensivi eseguiti con successo dalle equipe del Centro Grandi Ustionati e della Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica. «Al suo arrivo - spiega il dottor Davide Melandri direttore del Centro Grandi Ustionati dell' ospedale Bufalini di Cesena - La piccola presentava una situazione clinica di estrema gravità. Sono stati effettuati diversi interventi chirurgici di ricostruzione della cute ustionata, su più parti del corpo. Il buon esito degli interventi sottolinea il dottor Melandri è stato possibile grazie al lavoro di squadra, in particolare con i colleghi neonatologi intensivisti». «La bimba ora sta bene, spiega il dottor Marcello Stella direttore dell' unità operativa Pediatria e Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica dell' ospedale Bufalini di Cesena dopo un ricovero in Terapia Intensiva Neonatale è stata trasferita in Pediatra e poi dimessa. Dovrà effettuare ancora alcuni trattamenti fisioterapici e una serie di controlli ma presto potrà tornare a casa». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 17
29 luglio 2018 Pagina 36 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) salute e assistenza Bimba si ustiona con latte bollente Al Bufalini le salvano la vita MOMENTI di grande paura per una bambina di due anni trasferita con un codice di massima gravità all' ospedale 'Bufalini' per essersi ustionata rovesciandosi sul corpo un recipiente di latte bollente. Il drammatico incidente è avvenuto lo scorso maggio in Albania, paese natale della piccola Klea. Immediatamente la piccola, tramite l' intervento umanitario attivato dall' Ausl della Romagna, con il supporto della Croce rossa di Cesena, è arrivata al Centro grandi ustionati dove è stata sottoposta a interventi chirurgici di ricostruzione della cute ustionata su più parti del corpo. Al suo arrivo la bambina presentava una situazione clinica di estrema gravità. Dopo quasi tre mesi di interventi di cure, la piccola ora sta bene. i ALESSANDRO NOTARNICOLA SENZA IL LORO intervento la piccola Klea non avrebbe potuto farcela. Nell'arco di poche ore la paziente è stata trasferita dall'Albania al Centro grandi ustioniati del Bufalini' accolta da professionisti come il dottor Marcello Stella, direttore dell'unità operativa pediatria e terapia intensiva neonatale e pediatrica, e dal dottor Davide Melandri direttore del Centro grandi ustionati. «La piccola è arrivata da noi in condizioni gravissime. Le ustioni spiega Melandi, a capo del Centro dal 2004 erano profondissime». Professore come è stata gestita l'emergenza? «Non appena i genitori della piccola si sono recati in ospedale siamo stati allertati dall'Albania e a nostra volta abbiamo comunicato la richiesta di ricovero alla direzione sanitaria che ha contattato la Regione per attivare il fondo destinato all'assistenza umanitaria». Quanto tempo dopo l'incidente la bambina è arrivata al Bufalini? «Poco dopo. In questi casi non si perde tempo. Nel corso del mese di giugno, la paziente è stata sottoposta a due interventi: è stat rimossa la parte ustionata dei tessuti necrotici e sulle areee interessate abbiamo applicato innesti autologhi presi da altre parti del suo corpo o dalla cute di donatori. È andato tutto bene». Quanti interventi di questo tipo ci sono nel corso dell'anno? «Due o tre. Generalmente arrivano bambini dall'Albania e dall'est Europa, a volte anche da altri Stati europei, dall'Africa mediterranea, Tunisia, Marocco, Libia». Quando è nato il Centro? «Nel 1964 con il professor Giorgio Landi. Contiamo 8 posti letto, 4 intensivi e i restanti sub-intensivi. Circa 120 pazienti annui e 170 se consideriamo le piccole ustioni. Il 25% però presenta gravi bruciature e per loro si attiva la Banca regionale della cute». © RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 18
29 luglio 2018 Pagina 20 Avvenire volontariato «Mare aperto a tutti». In Romagna una spiaggia per disabili S i chiama 'Tutti al mare. Nessuno escluso' la prima struttura balneare interamente dedicata ai disabili in Emilia Romagna, lungo i 130 km di Riviera romagnola, e sarà inaugurata domani a Punta Marina di Ravenna alle ore 19. L' iniziativa è dell' Associazione 'Insieme per te' di Faenza per ricordare Dario Alvisi, morto recentemente di Sla. E saranno proprio i volontari dell' associazione, presieduta dalla moglie di Alvisi, Debora Donati, a gestire quest' anno la struttura, assicurando ogni giorno dalle 9 alle 19 l' accesso al mare per i disabili che lo vorranno, con l' aiuto dell' attrezzatura necessaria al servizio gratuito. Il bagno al mare per soli disabili, realizzato in legno e pannelli con i contributi dei comuni di Ravenna e Faenza e della regione Emilia Romagna, è stato pensato «per permettere anche ai disabili più gravi (per esempio, i malati di Sla o chi ha bisogno della ventilazione) di trascorrere una giornata al mare e fare il bagno », come spiega la presidente dell' associazione. L' idea di aprire una struttura simile nella capitale europea del turismo balneare è stata di Debora Donati e Dario Alvisi, che hanno trascorso diverse estati al mare in Puglia, dove opera la prima struttura balneare italiana per soli disabili gravi, fondata dall' associazione di volontariato 'Io posso'. Racconta Debora: «Così negli ultimi cinque anni di vita, mio marito ha potuto fare il bagno con noi, con la sua famiglia, tutti uniti, anche nelle vacanze balneari». E aggiunge: «Con l' apertura della struttura sulla Riviera romagnola, vogliamo regalare gli stessi momenti di gioia e serenità a tante altre famiglie, cui spesso è tolta ogni speranza». La struttura si trova nella zona di spiaggia libera tra il Bagno Chicco Beach e il Bagno Susanna, in via della Fontana (info@insiemeate.org). Quinto Cappelli RIPRODUZIONE RISERVATA Debora, la moglie di Dario, al bagno per disabili. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 19
29 luglio 2018 Pagina 21 Avvenire volontariato Sindaco e cittadini bloccano il rimpatrio La storia di Marcel, amato da tutti In un brutto clima di caccia al migrante, dopo gli otto casi di spari con armi ad aria compressa nei confronti di stranieri da nord a sud Italia, c' è anche un piccolo paese, nel basso mantovano che si da invece da fare per trattenere un senegalese. La bella storia, con lieto fine arriva da Castelbelforte. Lui si chiama Fassar Marcel Ndiaye, è arrivato in Italia con un barcone quattro anni fa ma se ne deve andare perchè non ha il permesso di soggiorno. Marcel in questi anni si è fatto un po' amare da tutti. Dal parroco, don Alberto Ancellotti, che gli ha offerto una sistemazione, ai cittadini che lo hanno adottato per piccoli lavoretti. Marcel è un giovane ragazzo, volenteroso, sempre pronto ad aiutare gli anziani soli o le persone che si rivolgono alla Caritas diocesana o ad altre associazioni di volontariato sul territorio. Marcel però se ne deve andare. Il prossimo 31 luglio dovrebbe lasciare Castelbelforte per ritornare in Senegal dove, al contrario dell' attuale situazione, non avrà alcun lavoro né una casa. Molti cittadini hanno dato la loro disponibilità ad assumerlo e hanno raccolto oltre 500 firme per chiedere di bloccare la procedura di rimpatrio. E anche il sindaco leghista Massimiliano Gazzani è con tutti loro. Tanto hanno detto e fatto che alla fine, Marcel non dovrà più essere rimpatriato. Le firme raccolte, la disponibilità del parroco ad offrirgli un alloggio e il parere favorevole del sindaco leghista hanno fatto sì che la Prefettura revocasse l' ordine di rimpatrio. E così lunedì Marcel potrà presentare la documentazione necessaria per ottenere un nuovo permesso di soggiorno. Intanto oggi, la festa di addio organizzata in suo onore dall' intera comunità si farà lo stesso e con più entusiasmo. E l' altra faccia di un Italia che accoglie e integra lo straniero, a braccia aperte. Una faccia diversa, invece, arriva da Brescia. Qui, sedici richiedenti asilo ospiti in una struttura di Zone, nel Bresciano, hanno iniziato lo sciopero della fame protestando contro la struttura che li ospita. Il gruppo ha sostituito nei giorni scorsi altri richiedenti asilo, 24 in tutto, che erano stati allontanati dal paese dal sindaco che aveva proposto loro di lavorare alla pulizia di un sentiero e che davanti al loro rifiuto, di concerto con la Prefettura, aveva appunto deciso di allontanarli. RIPRODUZIONE RISERVATA Castelbelforte Migranti a bordo della Sarost 5 (da Twitter) DANIELA FASSINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 20
29 luglio 2018 Pagina 27 Avvenire volontariato L' appello S «Spazio ai diritti umani nel piano europeo sulla finanza sostenibile» ervono risorse finanziarie ingenti per sostenere e possibilmente accelerare la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile. Ed è per questo che la Commissione Ue ha recentemente varato un ambizioso Piano d' azione sulla finanza sostenibile. Dichiaratamente il piano è sbilanciato sul versante 'green', anche per via dell' urgenza di affrontare gli effetti del climate change e di centrare quindi gli obiettivi dell' Accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni di Co2. Ma dare priorità alla dimensione ambientale della sostenibilità significa mettere un po' in disparte le dimensioni sociali, altrettanto decisive per sviluppare un approccio sostenibile a tutto tondo, come gli SDGs delle Nazioni Unite evidenziano chiaramente. E fra queste ad esempio i diritti umani, tra l' altro nell' anno in cui si celebrerà il settantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti umani del 1948. Sul punto già da marzo un gruppo di organizzazioni della società civile e sindacali, esperti indipendenti e membri stessi del Parlamento europeo, avevano avviato un' interlocuzione con la Commissione di Bruxelles per chiedere in sostanza più spazio ai diritti umani all' interno del Piano d' azione sulla finanza sostenibile. In particolare, che nel Gruppo di esperti tecnici sulla finanza sostenibile ( Teg) istituito dalla Commissione per lavorare al Piano d' azione - gruppo che ha iniziato a incontrarsi nelle scorse settimane - vi fossero persone con specifiche competenze nell' ambito dei diritti umani e in particolare del rapporto tra business e diritti umani. E che si tenesse conto di riferimenti normativi come i Principi guida delle Nazioni unite su Business e Diritti umani lanciati nel 2011. Ritenendo evidentemente non soddisfatte le proprie richieste, una coalizione di ong e organizzazioni sindacali europee coordinate da ShareAction (non profit britannica impegnata sul tema dell' azionariato attivo da parte di investitori istituzionali responsabili) ha di nuovo rivolto un appello alla Commissione Ue, ribadendo le sue istanze. E sottolineando come sia necessario affrontare le questioni legate ai diritti umani anche nella prospettiva di rendere efficaci le misure che si intendono realizzare in ottica ambientale. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2017 Continua --> 21
29 luglio 2018 Pagina 27 Avvenire
29 luglio 2018 Pagina 38 Avvenire volontariato Dai corridoi umanitari profughi nelle parrocchie DI FRANCESCO CHIAVARINI «Non possiamo volgere lo sguardo dall' altra parte». Le sette parrocchie della Diocesi di Milano che ospitano le famiglie di profughi giunte attraverso i corridoi umanitari riprendono l' invito a favore dell' accoglienza diffusa dei migranti lanciato nei giorni scorsi dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) e chiedono la disponibilità di volontari qualificati e cittadini per favorire l' inserimento degli ospiti. I 21 profughi destinati alla Diocesi ambrosiana, dopo essere giunti a Milano quasi un mese fa, lo scorso 27 giugno, sono stati suddivisi in 7 piccoli nuclei, tenendo conto dei legami familiari o delle semplici relazioni di amicizia che essi stessi avevano stretto tra loro nella lunga e spesso molto dolorosa storia di migrazione. Ogni nucleo - ospitato in una casa a volte di proprietà della parrocchia in altri casi offerta a titolo gratuito da qualche cittadino - è stato affiancato da una famiglia tutor, un gruppo di volontari, e una équipe di professionisti in servizio nelle cinque cooperative coinvolte (Farsi Prossimo, Intrecci, Sociosfera, Novomillennio e Arcobaleno) con il compito di preparare le comunità all' arrivo degli ospiti e di seguirli lungo il percorso di integrazione. Nelle scorse settimane la macchina della solidarietà si è messa in moto in ognuna delle comunità ospitanti che hanno accettato di diventare lo sbocco del corridoio umanitario aperto con l' Etiopia: Milano, Sesto San Giovanni, Gaggiano, Oggiona Santo Stefano, Fagnano Olona, Lissone, Lecco. Emblematico il caso di Olate in Lecco. Intorno alla famiglia Dunguru si sono mobilitati diversi cittadini. Una famiglia ha messo a disposizione l' appartamento che oggi li ospita, cedendolo a titolo gratuito alla cooperativa Arcobaleno di Caritas ambrosiana che gestirà il progetto. Una coppia che abita nello stesso palazzo ha accettato di fare da tutor ai nuovi arrivati, impegnandosi a introdurli nel quartiere. In queste settimane, un' insegnante si è offerta di dare lezioni di italiano gratuitamente ai due bambini più piccoli in attesa di iscriverli a settembre a scuola. Ora questo lavoro, già in corso, deve continuare e consolidarsi nelle prossime settimane affinché le case che ospitano i profughi non siano solo dimore ma luoghi ricchi di relazioni. Occorrono mediatori culturali, docenti, psicologi, disponibili a offrire le proprie competenze per sostenere gli ospiti e supportare il lavoro degli operatori. Ma anche semplici cittadini che intendano coltivare rapporti di buon vicinato. «Di fronte al clima di odio che vediamo montare in questi tempi, alimentato ad arte per ragioni politiche, siamo convinti che la migliore risposta possibile sia offrire la nostra testimonianza di persone comuni, di fedeli, che si sforzano con i propri comportamenti di camminare insieme nel segno della compassione e Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2017 Continua --> 23
29 luglio 2018 Pagina 38 Avvenire
29 luglio 2018 Pagina 41 Avvenire (Diocesane) volontariato Ardea, un lido accessibile senza barriere per i disabili È stata inaugurata sabato 21 luglio ad Ardea, sul lungomare degli Ardeatini all' altezza del civico 149, una spiaggia attrezzata per accogliere persone disabili, a cura dell' associazione "Impegno donna". La "Spiaggia della solidarietà e dell' inclusione orientata per le persone con disabilità - Impegno donna Beach village" è totalmente senza barriere, ha un camminamento fino alla sedia Job per fare il bagno in acqua, piazzole dedicate alle carrozzine accanto a lettini rialzati, docce fatte su misura per chi si muove con la sedia a ruote, servizi igienici e un' area ombreggiata da un gazebo per cercare di abbattere una barriera architettonica naturale, la sabbia, che rende difficile la mobilità per chi vive in carrozzina. L' iniziativa è stata possibile grazie a un bando del Comune di Ardea per l' organizzazione della spiaggia con un progetto specificatamente dedicato ai disabili. «Abbiamo cercato di coinvolgere la rete del volontariato - ha detto il sindaco di Ardea Mario Savarese - per realizzare un servizio utile alla comunità». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 25
29 luglio 2018 Pagina 53 Avvenire (Diocesane) volontariato volontariato. Al Palio dei rioni la «Taberna» del Cav Al Palio storico di Albenga, ha debuttato quest' anno, per la prima volta, la nuova "cantina dei forzieri". Nella sede di Via Episcopio 2, il Centro Aiuto Vita-ingauno ha messo insieme una squadra di volontari affiatata e già collaudata, per far scoprire la storia e i sapori dell' Albenga medioevale. Per quattro giorni, hanno lavorato senza sosta per servire ai commensali cibi e bevande in stile medioevale e poter bere o mangiare qualcosa di diverso dal solito. Ai fornelli, tre cuoche eccezionali: Francesca, Anita (titolare della ditta Autotrasporti Fenoggio) e Giovanna, ognuna responsabile per preparare tre piatti tipici della cucina ligure tradizionale, riadattati all' epoca medioevale, lo zemino, il cinghiale e le trippe. Alla Taberna dei forzieri, poi, a cuocere e farcire le tigelle e a impastare e friggere la panizza, Eugenio, Nicola ed Elena, Renata con Roberto, Eraldo con Francesca, Guido con Alina, Piermario con Ginetta. Preziosissimo anche il supporto tecnico dei ragazzi, Giacomo, Veronica e Nicolò. Il palio storico di Albenga 2018 è stato per la nuova cantina l' occasione per riempire i forzieri del Centro Aiuto Vita ingauno con latte, pannolini ed omogeneizzati destinati ad aiutare tante famiglie dell' albenganese. Oltre 2mila commensali si sono seduti a tavola, all' ombra del Battistero paleocristiano, godendo della bellezza di uno degli angoli più caratteristici del nostro centro storico. Grazie agli sponsors di questa avventura che hanno contribuito con donazioni enogastronomiche di elevata qualità e di inimitabile eccellenza: il Raviolificio San Giorgio di Ceriale, l' Oleificio Fratelli Carli di Imperia, il Salumificio Chiesa di Finale ligure, l' Ipercoop di Albenga, la Macelleria Piraldo di Villanova, l' Azienda agricola Flavio Sanguineti, l' Enoteca Malandrone di Salvatore Salsano. Una squadra di cuochi ha preparato piatti tipici per 2mila persone. Raccolti fondi per le future mamme Volontari della Taberna dei forzieri. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 26
29 luglio 2018 Pagina 58 Avvenire (Diocesane) volontariato Alla Caritas volontari per l' estate DI PAOLA PROIETTI Vengono da Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Puglia, Marche, Sicilia ma anche da Stati Uniti, Malta e Portogallo. Sono i volontari che a luglio e agosto, soprattutto, si riversano su Roma per offrire il loro tempo a servizio delle realtà della Caritas diocesana. Giovani di gruppi parrocchiali, associazioni di volontariato, ragazzi dai 16 ai 20 anni che per una settimana vivono una realtà diversa dalla loro. E sono ospitati nella foresteria Caritas: «Lo scopo è creare uno spazio per svolgere attività di volontariato, un servizio che fa parte del loro percorso come gruppo - spiega Gianni Pizzuti, responsabile dell' area volontariato Caritas - all' interno di una riflessione come gruppi giovanili parrocchiali, in cui l' esperienza del servizio diventa fondamentale». I volontari si dividono tra le mense per i poveri, le case famiglia di Villa Glori, i centri di accoglienza, gli ostelli. Don Gabriele, parroco a Travesio, nella diocesi di Concordia-Pordenone, viene a Roma con i ragazzi delle cresime fin dal 2008. Offrono il loro tempo alla mensa Caritas "Giovanni Paolo II" di Colle Oppio dove, ogni giorno, sono offerti circa 500 pasti nell' ora del pranzo. «Mettersi al servizio degli altri, questo è lo scopo. Noi veniamo da zone dove tutti hanno un lavoro, dove non esistono situazioni di povertà estrema. Venendo qui, facciamo toccare con mano ai ragazzi cosa significa povertà ma anche cosa significa offrire aiuto e mettersi in gioco. Molti di loro - continua don Gabriele - pensano che il povero equivale al barbone. Rimangono stupiti quando si trovano di fronte a chi si presenta vestito in giacca e cravatta, a chi ha una casa ma non può permettersi da mangiare, a chi è scappato dalla guerra». Tra i ragazzi e gli ospiti si crea un legame, si dialoga del più e del meno, ed è questa la parte migliore dell' esperienza. «Offrendo il loro aiuto a fare cose semplici, ricevono in cambio una grande soddisfazione - conclude don Gabriele - ed è per questo che molti decidono di tornare». Jenny ha 17 anni ed è alla prima esperienza: «Mi ha toccato molto. La realtà è completamente diversa dalla nostra. Vedere gente che chiede il pane, si mette in tasca il panino per dopo, ti ringrazia per un gesto così semplice. Si resta profondamente colpiti». Anche Irene ha 17 anni e viene dal Veneto: «All' inizio sono rimasta spiazzata nel vedere persone che vivono per strada o hanno una casa ma non riescono ad andare avanti. Parlando con loro ho notato tanto amore e anche la forza di non arrendersi». La mensa Caritas non offre solo cibo: «Una volta era così - spiega Carlo Virtù, responsabile della mensa di Colle Oppio -; oggi, ogni persona che viene a fare un pasto qui è anche seguito in un percorso che lo aiuti a trovare la sua strada. La media dei nostri ospiti è tra i 40 e i 60 anni. Noi cerchiamo di "rimetterli in sella": ogni mese sono ascoltati, incoraggiati Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2017 Continua --> 27
29 luglio 2018 Pagina 58 Avvenire (Diocesane)
29 luglio 2018 Pagina 22 Corriere della Sera volontariato Il 71 per cento delle donne e il 64 per cento degli uomini dichiara di «sentirsi migliore» al termine di esperienze difficili. Come rifondare il futuro? Le leve sono la ricostruzione di sé e l' impegno in un progetto Più forti dopo un trauma Lutti, malattie gravi o incidenti: ecco come è possibile ritornarea essere sereni «La felicità è come raggiungere la cima di una catena montuosa: va conquistata. Se ti calassero in vetta con un elicottero sarebbe semplice e rapido, ma non saresti così appagato. E la felicità è fatta di attimi, perché in montagna non ci vai tutti i giorni». Chiara Stoppa, attrice, nata a Pordenone nel 1979, ha affrontato un tumore nel 2005 e il suo ampio sorriso non lascia spazio ai dubbi: dopo diversi cicli di chemio e radioterapia ha superato il linfoma di Hodgkin e ha ritrovato un' esistenza piena. «Sono sempre stata positiva e ironica, anche da malata. Non sono diventata più forte, più brava, migliore. Sono la stessa Chiara, anche se il cambiamento c' è e lo sento. Ma si può essere felici anche durante la malattia. Ho un ricordo bellissimo di certe notti passate in ospedale, sola nel buio, la luce che entrava da fuori e le voci delle infermiere nel corridoio: mi sono sentita viva». Chiara ha trovato la forza per reagire nel suo grande amore, il teatro. Tanto che dalla sua esperienza è nato un monologo, Il Ritratto della Salute (diventato anche un romanzo), di cui reciterà alcuni brani il prossimo 7 settembre quando, durante il Tempo delle Donne, ci sarà un incontro dedicato alla felicità dopo un trauma. È indubbio che un incidente, una malattia grave, un lutto, un evento traumatico ci cambiano e niente è più come prima. Ma - ci siamo domandate - serenità e leggerezza vengono cancellate per sempre? I momenti di piena felicità non torneranno mai più? O forse, dopo aver superato una grande difficoltà, si può persino avere una vita migliore? Chi ci è passato ammette di aver attraversato tutto l' ampio spettro di sensazioni umane, dalla rabbia più cupa alla disperazione, per poi approdare a un mondo nuovo, nel quale ci si sente più forti, si dà maggior rilievo a ciò che conta davvero e si riesce a non sprecare tempo ed energie in contrattempi di poco conto. Insomma, scampata la grande paura, si guarda all' esistenza con occhi sereni. Abbiamo chiesto il parere dei lettori, in un sondaggio online a fine giugno 2018: hanno partecipato quasi 1.200 persone, più donne che uomini, in media 50enni. Alla domanda: «Si può tornare a essere felici dopo un trauma?», il 65 per cento ha risposto positivamente. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2017 Continua --> 29
29 luglio 2018 Pagina 22 Corriere della Sera
29 luglio 2018 Pagina 22 Corriere della Sera
29 luglio 2018 Pagina 11 Il Sole 24 Ore volontariato Think tank Design congiunto per cambiare il modo di fare impresa La quarta rivoluzione industriale si baserà su tre pilastri: non solo le tecnologie digitali abilitanti ma anche i modelli innovativi di impresa e di organizzazione e le forme di lavoro qualificato . Essi richiedono processi di progettazione congiunta e partecipata di tecnologia, organizzazione e lavoro, joint design of technology, organization and people growth. Adotteranno metodologie di una nuova sociotecnica, con la partecipazione di tutti i soggetti collettivi e delle persone. Mentre le Stem (scienze, tecnologie, engineering, matematica) stanno guidando questi sviluppi a una velocità senza precedenti, le scienze dell' organizzazione e del lavoro e le relative realizzazioni procedono a un passo troppo lento. Qualcuno dice che rappresentano le aree grigie o fumose della quarta rivoluzione industriale. Le metodologie di progettazione e sviluppo d' altronde sono monopolizzate dai fornitori di tecnologia. È un rischio , soprattutto per l' accesso delle Pmi e della Pa alla quarta rivoluzione industriale. Non bisogna partire da zero per affrontare questa sfida. Aumentano in Italia i casi di esperienze di progettazione congiunta di imprese che hanno sviluppato un modello di Italian way of doing industry, centrato su simbiosi con il mercato, internazionalizzazione, alto livello tecnologico, cura delle risorse umane, governance condivisa. È il caso di imprese diventate grandissima come Ferrero, Luxottica, Zambon, Esaote. Ma anche di imprese medio-grandi internazionali come Illy, Cantine Ferrari, Frau, Tecnogym, Ima, Cucinelli. E' il caso anche di imprese medie come Bonfiglioli, H-Farm e Loccioni, che hanno sviluppato paradigmi industriali originalissimi. Sette sono le azioni chiave che queste esperienze suggeriscono: sviluppare organizzazioni di nuova generazione; professionalizzazione con forme di lavoro a più alto livello di creatività, di produttività, di valore per il cliente e con migliore qualità della vita di lavoro; imprese integrali che ottimizzano economicità e sostenibilità ambientale e sociale; ristrutturazione radicale dei sistemi per il retraining e i servizi per l' impiego; reinvenzione della scuola tecnica; formazione continua per tutti sulle competenze digitali e per imparare a imparare e a cambiare; creazione di nuovi mercati e nuovi prodotti/servizi per i bisogni assoluti e per quelli di qualità. I partner della Fondazione Irso promuovono una community per diffondere l' idea della progettazione Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2017 Continua --> 32
29 luglio 2018 Pagina 11 Il Sole 24 Ore
29 luglio 2018 Pagina 21 Il Sole 24 Ore volontariato Nicoletta Mondadori La famiglia del libraio Al centro di un' avventura esistenziale in cui si specchi Nicoletta Mondadori non può che esserci L' uomo dei libri: figlia d' arte di Alberto Mondadori la scrittrice esordi nel 2011 proprio con una struggente Lettera a mio padre, ma da allora ci ha provato gusto a raccontare sempre più liberamente, cosicché quest' ultimo e quarto libro è proprio un romanzo costruito sul filo di una memoria nella quale con l' autrice si riconoscono, ciascuno per la propria parte, anche i lettori. È l' autobiografia di una giovane donna, Françoise, e della sua lenta maturazione, dapprima dentro una famiglia straordinariamente numerosa e vitale, pronta ad accogliere chiunque ne attraversi i destini e al tempo stesso a rispettare la libertà di ognuno, sostenendolo nei suoi progetti, senza giudicare. Questa famiglia allargata è una delle più felici invenzioni del libro, chiunque avrebbe voluto farne parte, persino nei momenti di tensione o di sofferenza, perché perennemente attraversata da frementi vibrazioni di affetto, da fervide invenzioni fantastiche, da un continuo scambio di allegri entusiasmi o di solidali attenzioni. Al centro sta un padre libraio teneramente paziente con a fianco, solo apparentemente più rigida, una madre capace di riconoscere le cose che contano anche in un mare di frivolezze che pur le sembrano indispensabili a riempire le giornate, e poi una frotta di zii, cugini, conoscenti e amici che si aggiungono ogni giorno a tavola, perché nessuno si dimentichi del resto del mondo. Françoise sin da ragazzina si immerge nella lettura fino a scordarsi del resto e persino di sé e poi accompagna il padre in libreria, rassicurata dagli scaffali pieni, dai quali però non si sente schiacciata per le responsabilità che comportano: lei si muove in questo mondo di carta e parole con l' elegante leggerezza di un' adorabile adolescente, appagata da quel che le tocca e lontana da qualsiasi ambizione, contenta persino della malinconia di qualche piccola incomprensione. «Scrivo - confessa - per cercare di tenere tutto insieme, la perdita del più piccolo dettaglio non me la posso permettere, è passato del tempo, enorme e straziante da allora, e tutto quello che ancora posso ricordare per me significa accogliere un passato e forse volere un futuro senza cancellare le tracce delle tante assenze», evitando così di «scomparire nel grande mare delle memorie, sconfitta dalla confusione quotidiana». Intanto la vita scorre e Françoise esce di casa, va all' università, incontra l' amore e persino si sposa, ma sono tentativi di lasciare il suo mondo che durano un attimo appena, prove di un' indipendenza che invece non c' è; ben di più contano le persone care che nello stesso tempo Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2017 Continua --> 34
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