Media Monitoring per 11-03-2019 - Rassegna stampa del 11-03-2019 - Ruggi

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11-03-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 11-03-2019
Media Monitoring per 11-03-2019 - Rassegna stampa del 11-03-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      11/03/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Da oggi caos parcheggi al Ruggi Un appello a Salerno mobilità ............................................. 1
      10/03/2019 - WWW.OCCHIODISALERNO.IT
            Ospedale Salerno, nuove assunzioni per risolvere problema estate e ferie ........................... 3
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 4
      11/03/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Ictus, serve la prevenzione .................................................................................................... 4
      11/03/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Ospedale di Polla: promesse nuove attrezzature e nuovi medici ........................................... 6
      11/03/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Ospedali Cilento e Vallo «Fare rete tra territori» ................................................................... 8
      11/03/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Stop analisi, ora arriva il tetto unico di spesa ...................................................................... 10
      11/03/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Visite lumaca in ospedale Ci si prenota solo sui fogli ........................................................... 12
Sanità Campania ............................................................................................................................. 14
      11/03/2019 - IL MATTINO
            «Senza vaccinazioni due miei allievi a casa» ........................................................................ 14
      11/03/2019 - CRONACHE DI CASERTA
            Ospedale, trattative aperte sulla revoca degli incarichi di coordinamento .......................... 16
      11/03/2019 - METROPOLIS
            Viaggio tra i malati in barella  ......................................................................................... 17
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 19
      11/03/2019 - IL TEMPO
            225 milioni per i pendolari della salute ................................................................................ 19
      11/03/2019 - IL TEMPO
            E c' è pure il caos Pronto soccorso ....................................................................................... 21
      11/03/2019 - LA REPUBBLICA
            Giulia Grillo L'obbligo? Io contraria per principio ma sul morbillo rimanga .......................... 22
      11/03/2019 - LA REPUBBLICA
            I genitori di Matteo "Lui torna in classe ma noi schedati dai gruppi no-vax" ....................... 24
      11/03/2019 - LA NAZIONE
            Pronto soccorso nel caos, il caso in Regione ........................................................................ 26
      11/03/2019 - LA REPUBBLICA
            Vaccini, oggi l' ultima scadenza senza certificato non si va a scuola ................................... 28
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11/03/2019                                                                                                                Pagina 2

                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

      Da oggi caos parcheggi al Ruggi Un appello a Salerno
                           mobilità

 Allarme parcheggi all'ospedale Ruggi. Lo
 denunciano in una lettera i consiglieri
 comunali Naddeo, D'Alessio e Gallo. E
 inviano una nota al presidente di Salerno
 mobilità Massimiliano Giordano. La causa
 è la ulteriore riduzione posti auto
 all'interno    del    nosocomio,      resa
 necessaria dalla sosta selvaggia e
 disperata di auto che finiscono con il
 bloccare quotidianamente il traffico
 veicolare. La risposta messa in campo
 dalla AOU per fronteggiare tale criticità
 e' stata quella di perimetrare tutto il
 percorso stradale interno all'ospedale
 con efficaci paletti di ferro che
 impediscono la sosta delle auto
 restringendo la carreggiata. Decine i
 posti auto persi si legge ancora - ma,
 evidentemente , unica risposta possibile,
 nell'immediato ad un serio problema ,
 non essendo più possibile sostenere i
 disagi da blocco traffico (spesso
 prolungato) per malati in transito con ambulanze ed auto e per i camion con
 indispensabili approvvigionamenti di farmaci e derrate alimentari, assieme a presidi
 importanti come ossigeno e carburanti da cui dipende la funzione della struttura.
 L'effetto domino immediato sarà di ulteriore ed anticipata congestione dei due livelli
 di area sosta sul versante Ovest del Ruggi dove, già oggi, si vedono cose non degne
 di un paese civile con veri e propri fenomeni di sequestro di persona (auto bloccate
 da altre) e rischio quotidiano di zuffe per un posto auto. L'area di snodo sul piazzale
 antistante l'ingresso dell'ospedale poi, già funestata da professionisti del parcheggio
 fuori striscia, sarà invasa ulteriormente dalle auto che non troveranno posto
 all'interno, con grave danno per la intera circolazione in una area di incrocio
 veicolare che interessa strada statale e rampe della tangenziale con carichi molto
 intensi di traffico nelle ore diurne. Con ulteriore effetto a distanza anche Il
 sottopasso ed il tratto di strada verso la Metro diventeranno impraticabile persino ai
 pedoni. Gli automobilisti più educati (che sono poi la maggioranza silenziosa e

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scoraggiata) dovranno parcheggiare ben oltre la curva nord dello stadio Arechi con
disagio enorme (immaginate un uomo di mezza età che, classicamente al mattino,
accompagna la moglie in ospedale per un intervento di cataratta : lasciata la
paziente all'interno , da sola, dovrà andare verso l'Arechi per poi tornare a piedi in
ospedale . Dopo una estenuante giornata in clinica oculistica (ma consideriamo che
la stessa situazione può ripetersi per un accesso alla Onco Ematologia per una
seduta di chemio oppure per una seduta di radioterapia , una trasfusione, una visita
anestesiologica pre-chirurgica o una prova da sforzo e quanto altro) provate ad
immaginare la ripetizione inversa del medesimo percorso sempre a piedi per andare
a riprendere l'auto con cui riportare a casa lo stanco familiare ......magari in
condizioni climatiche non favorevoli. Un quadro chiaro e per certi aspetti inquietanti.
Da qui la richiesta a Salerno mobilità di attrezzare l'area parcheggio Arechi in
funzione di tale necessità, dal lunedì al venerdì, offrendo però agli utenti, a fronte di
una contenuta cifra X la lunga sosta (o magari anche un abbonamento a costo
vantaggioso) anche il servizio navetta da e verso il Ruggi. Ad oggi, però , attendiamo
ancora risposte operative per venire incontro alle esigenze dei nostri concittadini . E'
il tempo di agire senza indugi ed efficacemente .

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10/03/2019

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                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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  Ospedale Salerno, nuove assunzioni per risolvere problema
                       estate e ferie

 SALERNO. I sindacati chiedono nuove
 assunzioni all’ospedale San Giovanni di
 Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno per
 poter già fronteggiare l’arrivo dell’estate
 e delle ferie. Estate e ferie preoccupano i
 sindacati: chieste altre 250 assunzioni
 per l’ospedale Ruggi di Salerno Tra
 qualche mese arriverà l’estate e di
 conseguenza anche le ferie per molti
 dipendenti dell’ospedale di Salerno. Per
 fronteggiare le problematiche che
 scaturiranno da queste situazioni, il San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona potrebbe
 allargare il proprio personale e aumentare le assunzioni. Per l’estate reclutamenti
 immediati di infermieri e operatori socio-sanitari per evitare la chiusura di alcuni
 reparti e limitare anche il continuo ricorso allo straordinario per sopperire ai posti
 letto aumentati in alcune corsie a causa dell’iperafflusso al pronto soccorso. Fonte: Il
 Mattino L'articolo Ospedale Salerno, nuove assunzioni per risolvere problema estate
 e ferie proviene da L'Occhio di Salerno.

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11/03/2019                                                                                                                 Pagina 10

                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

                                  Ictus, serve la prevenzione
 Aniello Palumbo
 Oggi l'ictus cerebrale è la terza causa di
 mortalità in assoluto in Italia e la prima
 causa di invalidità permanente. Ogni
 anno 15 milioni di persone sono colpite
 da Ictus cerebrale, una ogni 6 secondi: 6
 milioni muoiono. Sono 240. 000 le
 persone che ogni anno in Italia sono
 colpite da ictus, circa 660 casi al giorno;
 40.000 pazienti perdono la vita, 95 ogni
 centomila abitanti; 40.000 restano
 menomati con emiplegie varie che
 complicano irrimediabilmente la loro vita
 e quella dei loro familiari che li assistono
 e che devono anche subire notevoli
 spese. Un ictato costa allo Stato 60.000
 euro l'anno. E' importante investire nella
 prevenzione. Sono questi i preoccupanti
 dati forniti dal Professor Gaetano de
 Donato,      Specialista     in    Chirurgia
 Vascolare,          Cardiochirurgia        e
 Angiochirurgia Mininvasiva, Primario
 Emerito del Dipartimento di Chirurgia
 Vascolare dell'UOC Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, Past Governatore del
 Distretto 2100 del Rotary, che ha effettuato circa 50 screening gratuiti per la
 prevenzione dell'ictus ai cittadini della Zona Orientale che si sono recati presso il
 Punto Rotary di Casa Nazareth in Via Guariglia, nel Quartiere Europa, gestito dai soci
 del Rotary Club Salerno Duomo, presieduto dal dottor Michele Pellegrino che con la
 disponibilità e l'impegno dei soci del Club sta portando avanti l'importante progetto
 de Le Domeniche della Salute. Il dottor de Donato ha spiegato che l'ictus cerebrale,
 detto anche Stroke, è in pratica l'infarto del cervello: E' la morte, la necrosi definitiva
 e non più riparabile di un gruppo di cellule cerebrali. L'80 % degli ictus sono quelli
 ischemici mentre il 20% sono emorragici. Il Rotary si dedica alla prevenzione degli
 ictus ischemici che possono essere causati o da una lesione della carotide
 extracranica o da emboli a partenza dal cuore, specialmente se presente fibrillazione
 atriale. Attraverso un ecotomografo di ultima generazione, il dottore in Chirurgia
 Vascolare Antonio Maiello, Responsabile della Chirurgia Vascolare dell'Ospedale di
 Pozzuoli, ha effettuato un ecocolordoppler dei TSA su ogni paziente, riscontrando in
 alcuni casi la presenza di placche: Questo può dipendere da una cattiva educazione
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alimentare e da una prevenzione non fatta in casi di presenza di familiari che hanno
avuto questa patologia Con un semplice esame, che dura pochi minuti, e con una
semplice terapia, risolviamo preventivamente il problema. La dottoressa Rosa
Napoletano, specialista in Neurologia e Responsabile della Stroke Unit dell'Azienda
Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno, ha
spiegato che il medico di base deve individuare i soggetti a rischio e inviarli a fare
gli esami strumentali necessari: Al Ruggi abbiamo una unità di secondo livello dove
l'ictus può essere trattato in fase acuta . E' fondamentale per il paziente gestire
l'ictus tempestivamente, nelle prime ore. Il dottor Angelo Pezzullo, ha effettuato la
misurazione della pressione e consigliato l'alimentazione da seguire per prevenire
l'ictus : A una certa età la carne non va più mangiata, meglio sostituirla con dei
legumi. E' importante mangiare frutta e verdura ed anche la frutta secca come le
mandorle che sono antiossidanti e importanti per ridurre il rischio cardiovascolare
legato all'aumento del colesterolo. A registrare i pazienti sono state le signore Ada
Giulio e Francesca Dicuzzo dell'associazione Oasi, presieduta dalla dottoressa
Raffaella D'Angelo. Presenti i responsabili di Club del progetto: i Past President
Pacifico Marinato e Francesco Dente, che hanno ricordato il prossimo incontro: A
marzo ci sarà lo screening sulle patologie dell'apparato mammario con i dottori
Gaetano Pellegrino e Giovanni Valeriani . Presenti anche il Past President del Rotary
Salerno Duomo, il professor Canio Noce; il dottor Enrico Di Caprio, del Club Rotary
Nocera Inferiore Sarno, e Giovanni Di Caprio del Club Interact Nocera Inferiore
Sarno.

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11/03/2019                                                                                                                Pagina 17

                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

    Ospedale di Polla: promesse nuove attrezzature e nuovi
                            medici

 Ospedale di Polla sotto i riflettori e
 oggetto dell'incontro svoltosi presso la
 sede centrale dell'Azienda Sanitaria
 Locale di Salerno tra il Commissario
 Mario Iervolino, il Sindaco di Polla Rocco
 Giuliano,     il    consigliere   comunale
 delegato       alla    sanità    Filpo,   il
 rappresentante della CGIL (per la parte
 sindacale), e l'assessore regionale
 Corrado Matera. Il commissario è stato
 informato della costituzione di un tavolo
 tecnico permanente sui problemi della
 sanità nel Vallo di Diano, decisa a
 seguito della riunione tenutasi il 13
 febbraio presso il comune di Polla, alla
 quale avevano preso parte i sindaci del
 Vallo di Diano, il presidente della
 Comunità Montana Raffaele Accetta, Il
 Direttore     Sanitario     Mandia    e   il
 Consigliere Provinciale Guzzo. Vivo
 apprezzamento è stato espresso da
 parte del Commissario Iervolino per
 l'iniziativa che sicuramente - ha detto Iervolino - eserciterà un ruolo propositivo per
 la soluzione delle problematiche del sistema sanitario nella realtà del Vallo di Diano
 e per portare a soluzione le tante criticità del Presidio Ospedaliero di Polla proposte
 dai Sindaci del Vallo di Diano. Il Commissario ha informato i presenti
 dell'approvazione della delibera per il progetto esecutivo di adeguamento della
 normativa antiincendio dell'Ospedale di Polla. Inoltre è in fase finale di realizzazione
 la procedura per l'acquisto di una nuova apparecchiatura per la risonanza magnetica
 nucleare, ed il Commissario ha assicurato che prestissimo saranno funzionanti
 presso il Luigi Curto il nuovo mammografo e l'angiografo. Annunciato anche
 l'acquisto del litotritore, già in dotazione al reparto di urologia negli anni passati.
 Altra notizia positiva annunciata dal Commissario riguarda l'arrivo a breve di un
 tecnico di Neuro-fisiopatologia, al fine di poter risolvere il problema dell'esecuzione
 dell'elettroencefalografia. Iervolino ha anche rilasciato una copia dell'elenco delle
 apparecchiature che saranno acquistate nell'anno 2019. Infine è stato discusso il

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grave problema della carenza di medici: su questo argomento il Commissario ha
espresso grave preoccupazione per le notevoli difficoltà che si incontrano nel
reclutamento di nuovi medici. Tuttavia con nuove iniziative si cercherà di superare
l'empasse: ad esempio nel mese di marzo si darà corso al concorso per primario di
chirurgia e, in itinere, ad una convenzione con l'Ospedale Ruggi D'Aragona per la
disponibilità di medici Ortopedici. In conclusione al Commissario sono stati chiesti
incontri periodici tra i rappresentanti del tavolo tecnico di lavoro sulla sanità
costituito a Polla e l'Asl di Salerno. Alla fine è stato concordato almeno un incontro
mensile.

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11/03/2019                                                                                                                 Pagina 16
                                      Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                           EAV: € 7.027
                                                                                                                           Lettori: 133.364
                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

             Ospedali Cilento e Vallo «Fare rete tra territori»

 L' INCONTRO Antonietta Nicodemo «È
 giunta l' ora che in provincia di Salerno
 si proceda alla nomina della nuova
 conferenza dei sindaci dell' Asl. Con una
 lettera chiederò al primo cittadino di
 Salerno Enzo Napoli di farsi carico delle
 procedure per la costituzione dell'
 importante           organo          politico
 rappresentativo delle esigenze dei
 singoli territori»: a dichiararlo è stato il
 consigliere regionale Franco Picarone
 intervenendo alla tavola rotonda sul
 futuro della sanità nel Golfo di Policastro
 e nel Vallo di Diano, promossa dal locale
 comitato di lotta in difesa dell' ospedale
 di Sapri. Sono circa sei anni che la
 conferenza dei sindaci ha terminato il
 mandato e non viene rinnovata. Picarone
 ha richiamato gli amministratori al senso
 di responsabilità: «Non è possibile che
 dobbiamo discutere di politica sanitaria
 in incontri pubblici, come questo di oggi,
 e non sui tavoli tecnici. La conferenza
 dei sindaci è l' interlocutore istituzionale
 che ha la visione di un primo cittadino che va al di là della parte politica». La tavola
 dei lavori ha registrato l' assenza di Pierpaolo Sileri (M5S), presidente della
 commissione sanità al Senato. Un' assenza che ha smontato le attese del pubblico e
 degli amministratori. Per la prima volta, dopo mesi di botta e risposta a distanza, il
 Governo centrale e quello regionale, rappresentati rispettivamente da Sileri e
 Picarone, si sarebbero potuti confrontare a viso aperto sul nuovo piano ospedaliero.
 Il senatore grillino per problemi familiari non ha potuto prender parte alla
 discussione e con un audio messaggio ha fatto sapere che appena possibile
 raggiungerà Sapri. A far da contraltare a Picarone è stato il senatore vallese Franco
 Castiello (M5S) che è tornato a criticare la gestione De Luca. Mentre il deputato
 regionale del Pd, supportato dal sub commissario dell' Asl Vincenzo D' Amato, ha
 parato gli attacchi ponendo l' accento sulle azioni compiute dal governo campano
 per tutelare i piccoli ospedali del Cilento e del Vallo di Diano. «Non è facile - hanno
 detto - convincere soprattutto i dirigenti vincitori di concorso a prendere servizio nei
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nosocomi periferici, però ce la stiamo mettendo tutta per incrementare il personale.
Tenendo conto che con la quota cento l' emorragia si aggraverà ulteriormente».
Deluso il sindaco di Polla Rocca Giuliano: «Mi aspettavo fatti concreti per il mio
ospedale». Castiello ha garantito che il Governo concederà la deroga definitiva per i
punti nascita di Sapri e Polla «nonostante il numero dei parti sia inferiore a 500». ©
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11/03/2019                                                                                                                  Pagina 16
                                       Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                            EAV: € 9.481
                                                                                                                            Lettori: 133.364
                                    Argomento: Sanità Salerno e provincia

             Stop analisi, ora arriva il tetto unico di spesa
 Sabino Russo
 Accolta la proposta dei centri sanitari al
 tetto unico regionale di branca per la
 specialistica ambulatoriale. A rivelarlo è
 l' Aspat, l' associazione sanità privata
 accreditata territoriale, che attraverso
 una nota giudica «positivamente la
 circolare di Postiglione», direttore
 generale per la tutela della salute della
 Regione, che ha disposto «la cessazione
 contemporanea dei limiti di spesa di
 ciascuna       branca/Asl,      restituendo
 responsabilità in capo ai medici
 prescrittori e stroncando l' incivile
 fenomeno della transumanza degli
 assistiti in mobilità passiva». A Salerno
 lo stop è arrivato per la cardiologia il 26
 febbraio, per diabetologia l' 8 marzo, per
 gli esami di sangue e urine il 9 marzo e
 gli esami radiologici il 4 marzo. Questo
 vuol dire che fino al 1 aprile, data in cui
 si apre il secondo trimestre, gli utenti
 salernitani dovranno pagare di tasca
 propria     l'   intero    importo     della
 prestazione sanitaria richiesta, non
 potendo più usufruire delle convenzioni per eseguire gli esami di cui necessitano,
 altrimenti non resta che inserirsi nelle liste d' attesa degli ambulatori pubblici, che
 hanno tempi molto dilatati, almeno in alcuni settori, come le elettromiografie, le
 colonscopie, le visite oculistiche, quelle dermatologiche, l' elettrocardiogramma da
 sforzo, l' ecolordoppler cardiaco, la mammografia e la gastroscopia, giusto per fare
 qualche esempio. IL FUTURO «Ora bisogna battersi per una corretta definizione del
 fabbisogno prestazionale prodromica ai tetti di spesa e secondo normativa - auspica
 l' Aspat Campania - cioè contemperando sia la spesa storica/Lea che la
 rimodulazione delle quote e degli indici di deprivazione». A complicare la situazione,
 quest' anno, il monitoraggio trimestrale della spesa, bypassato lo scorso anno a
 Salerno. Una novità che, almeno nelle intenzioni, doveva finalmente evitare il
 consueto blocco estivo agli esami e alle visite in convenzione, mantenendo sotto
 controllo la spesa, ma per ora ha solo contribuito ad anticipare le criticità a marzo.
 «Anche quest' anno si conferma come lo stop erogativo - si legge nel dossier Aspat -
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riguardi 30/45 giorni a trimestre in analogia agli anni precedenti e quindi si
verificherà ancora tre volte nel corso 2019». Circostanza, questa, evidenziata l' altro
giorno anche dalla federazione dei laboratori d' analisi. «Sulla base del monitoraggio
del tavolo tecnico della Asl Salerno è estremamente probabile che il secondo
trimestre del 2019 vedrà l' esaurimento delle prestazioni al massimo per l' ultima
settimana di maggio», preannunciava il presidente nazionale Lamberti. LA CRISI L'
incubo di una nuova crisi, quindi, è più di una semplice preoccupazione e il rischio
concreto è che questa situazione possa ripetersi per tutti i prossimi 3 trimestri. Se si
tiene conto che il budget per le analisi del sangue si esaurisce solitamente dopo
quelli relativi agli altri esami diagnostici, è lecito ipotizzare l' inizio di un nuovo
blocco nei primi 10 giorni di maggio. La scorsa estate si registrò una situazione
molto simile a quella di questi giorni, con l' alt per la cardiologia che giunse il 10
agosto, e a ruota tutti gli altri. In questi giorni, come già successo da agosto a
dicembre scorso, diversi centri privati convenzionati della provincia sono corsi ai
ripari, mettendo in campo una serie di promozioni. Anche l' Asl, dal canto suo, ha
annunciato che andrà a valutare il nuovo meccanismo di finanziamento che segue i
residenti quali effetti avrà e il monitoraggio quali risultati produrrà, chiedendo anche
la collaborazione dei centri accreditati per ricevere quanto prima possibile il
riepilogo del loro fatturato. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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11/03/2019                                                                                                                 Pagina 11
                                            La Città di Salerno
                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

       Visite lumaca in ospedale Ci si prenota solo sui fogli
 Salvatore D'Angelo
 NOCERA INFERIORE Si sono dotati di un
 particolare sistema di gestione della
 precedenza i pazienti che si rivolgono
 all'ambulatorio di ortopedia dell'ospedale
 Umberto I di Nocera Inferiore: segnano
 su un foglietto attaccato al gabbiotto
 della struttura il cognome e il numero di
 arrivo. Una consuetudine avallata ormai
 da diverso tempo dal personale in
 servizio, che si è premurato di avvisare,
 con un foglio alquanto posticcio, che ci si
 può «iscrivere alla lista solo se presenti
 nell'elenco dei prenotati del Centro unico
 di    prenotazione     ».     Insomma,     si
 garantiscono visite e controlli solamente
 a coloro che sono in lista d'attesa,
 nessuno più. Sotto l'avviso c'è il foglietto
 con i nomi e i numeri. L'iter è sempre lo
 stesso da tempo. Un rito paradossale per
 coloro che devono sottoporsi ai controlli,
 avallato e avvalorato dal passaparola tra
 pazienti. Si arriva di buon mattino per
 conquistare la pole position e non attendere un'eternità, ci si registra sul foglio
 volante e si aspetta con pazienza. Chi arriva per primo può godere il privilegio di
 accomodarsi sulle poche sedioline posizionate nell'anticamera, ma se si tarda di
 qualche minuto si è costretti a pazientare in piedi in attesa che arrivi la chiamata.
 Considerata la tipologia di pazienti, molti con traumi agli arti inferiori, è facile intuire
 come non sia confortevole. Qualcuno lascia l'accompagnatore davanti l'ambulatorio
 del presidio ospedaliero nocerino, mentre l'ammalato si accomoda sulle sedie
 sistemate nell'atrio. Altri, invece, preferiscono presidiare la zona personalmente, con
 l'immaginabile stanchezza fisica. Ad un certo punto del mattino si crea una folla da
 record. Nel giorno in cui sono state scattate le foto c'erano almeno 26 persone
 indicate sul foglio delle attese, se ognuno ha un accompagnatore il conto è fatto:
 circa 50 persone in fila e appena dieci sediolini. Nel mirino finisce pure la
 collocazione dell'ambulatorio a Nocera Inferiore. La stanza degli ortopedici è ubicata
 al pian terreno, al culmine del corridoio che costeggia la cappella ospedaliera. Un
 luogo che necessiterebbe di una rinfrescata e di indicazioni più chiare, oltre quelle
 sistemate nell'atrio. Gli utenti se la prendono anche per i carenti e poco funzionali
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servizi igienici presenti al piano terra: inaccessibilità, scarsa igiene e
malfunzionamento sono una costante. In realtà molti bagni comuni versano in
queste condizioni, probabilmente non vengono ammodernati da quando l'ospedale è
stato inaugurato circa trent'anni fa.

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11/03/2019                                                                                                                Pagina 19

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                                                                                                                          Lettori: 133.364
                                          Argomento: Sanità Campania

             «Senza vaccinazioni due miei allievi a casa»

 L' INTERVISTA Daniela De Crescenzo
 «Oggi due bambini della scuola dell'
 infanzia non potranno entrare in classe
 perché non sono in regola con la norma
 sulle vaccinazioni. Una scelta dolorosa
 ma doverosa. Nella mia scuola facciamo
 di tutto per trattenere i bambini in classe
 e invece questa volta siamo costretti a
 mandarli a casa»: Rossella De Feo è la
 dirigente     scolastica    dell'   istituto
 comprensivo Bonghi del rione Luzzatti,
 quello dell' Amica Geniale. Da anni nell'
 istituto, frequentato anche da un gran
 numero di immigrati, si mettono in
 campo mille iniziative per combattere la
 dispersione e legare gli studenti alla
 scuola, a partire dall' organizzazione di
 un' orchestra che si è aggiudicata più
 volte il premio Teatro San Carlo. Da oggi,
 infatti, si entra a scuola soltanto con il
 certificato di vaccinazione. È quanto
 prevede la legge Lorenzin approvata nel
 luglio 2017 e attualmente in vigore, che i
 presidi sono fermamente decisi a
 rispettare. La legge prevede l' obbligo della vaccinazione per le iscrizioni all' asilo
 nido e alla scuola materna e, con modalità diverse, riguarda anche le scuole
 elementari, scuole medie e i primi due anni delle superiori, fino ai 16 anni. Di
 conseguenza i bambini da zero a sei anni non in regola con le vaccinazioni non
 possono accedere agli asili nido e alle scuole dell' infanzia; bambini e ragazzi nella
 fascia d' età da 6 a 16 anni potranno entrare a scuola. In entrambi i casi, se i
 genitori rifiuteranno ripetutamente di far vaccinare i figli dopo colloqui e solleciti da
 parte delle Asl, incorreranno nelle sanzioni pecuniarie previste dalla legge. Chi può
 essere esonerato dalle vaccinazioni? «Nessuno che non abbia dei specifici motivi
 medico sanitari». Fino a oggi potevano entrare in classe anche i non vaccinati. Cosa
 prevedeva la norma? «Che i genitori esibissero la prenotazione alla Asl o facessero l'
 autocertificazione delle vaccinazioni eseguite in attesa di presentare il certificato
 entro il dieci marzo». I genitori di due bambini esclusi hanno presentato il
 certificato? «No. Uno è un nuovo iscritto i cui genitori hanno dichiarato di aver
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assolto l' obbligo, ma non hanno portato la certificazione. Un altro non è vaccinato,
la mamma ha detto di aver prenotato l' appuntamento alla Asl, ma non ha portato
alcuna documentazione». Non ci sono genitori che hanno rifiutato esplicitamente di
vaccinare i figli? «Alla Bonghi no, chi era contrario ha cercato di prendere tempo
nella speranza di un decreto che modificasse la legge esistente». Perché ci sono
tanti padri e madri contrari alla vaccinazione? «Perché esiste ancora il timore,
specialmente per chi ha avuto casi di autismo in famiglia, che i vaccini possano far
sviluppare la malattia. Nel mio istituto è capitato più di un caso di genitori ostili». E
che fine hanno fatto i bambini, possono frequentare? «Non lo so, per altri motivi
hanno cambiato scuola. In ogni caso alle elementari, contrariamente a quello che
accade per l' asilo, gli alunni restano in classe, visto che si tratta di scuola dell'
obbligo, ma i genitori devono pagare la multa. Non è ancora chiaro come si debba
intervenire in questi casi. I dirigenti d' istituto si limitano a passare i nominativi alla
Asl. È un problema perché bisogna garantire il diritto allo studio sia ai non vaccinati
che agli immunodepressi». Che succederà ai due bambini esclusi dall' asilo? «Per il
momento resteranno a casa. Ma si tratta di una sospensione momentanea in attesa
che i genitori provvedano a farli vaccinare, come è d' obbligo. Basta anche che
presentino la prenotazione alla Asl. Spero che si convincano a farlo subito». Come
hanno reagito i genitori? «Sono stati convocati a scuola, ma non sono stati sorpresi.
Una mamma in particolare già sapeva che sarebbe andata a finire così. Ha fatto una
scelta consapevole». E il bambino? «Certamente non affronterà una situazione
piacevole, si chiederà perché non può più entrare in classe, dove ormai ha tutti i
suoi amici, ma non avevo altra possibilità. In questi casi ci troviamo ad escludere dei
bambini e questo è l' esatto contrario di quello che facciamo quotidianamente. La
scuola deve accogliere e includere tutti. Ma deve anche tutelare tutti, e in questo
caso bisogna garantire gli immunodepressi che altrimenti non potrebbero
frequentare».. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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11/03/2019                                                                                                                Pagina 6

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                                                                                                                          Lettori: 29.750
                                          Argomento: Sanità Campania

    Ospedale, trattative aperte sulla revoca degli incarichi di
                         coordinamento

 CASERTA (r.c.) - Trattative in corso all'
 azienda ospedaliera fra i rappresentanti
 dei dipendenti e il direttore generale
 Mario Nicola Vittorio Ferrante. Nei giorni
 scorsi i sindacati di categoria a ritirare il
 provvedimento di revoca degli incarichi
 di coordinamento, adottato a fine
 settembre dell' anno scorso. A firmare la
 diffida sono i sindacati di categoria con i
 rispettivi segretari provinciali: la Cgil Fp
 con Luigi Capaccio, la Cisl Fp con Franco
 Della Rocca, la Uil Fpl con Domenico
 Vitale, il Nursing Up con Rosa Nuzzo,
 assistiti dagli avvocati Giuseppe Cundari,
 Dario Abbate, Loredana Caduto e
 Michela Izzo. Il direttore generale viene
 diffidato a ripristinare gli incarichi
 illegittimamente       revocati      ed     al
 pagamento, in favore dei coordinatori
 revocati, di tutte le somme non
 corrisposte dal momento della revoca a
 quello dell' effettivo ripristi no. Fra i
 motivi di contestazione, il provvedimento
 non è stato preceduto dalla preliminare
 consultazione con i sindacati di categoria
 e non sono stati accolti i rilievi sindacali, necessari soprattutto alla luce dell'
 intervenuta istituzione di due fondi patrimoniali in sostituzione dei tre precedenti.
 Nel corso di un incontro, i rappresentanti dei lavoratori hanno manifestato la neces
 sità di rivedere gli istituti contrattuali di riferimento, in quanto sono in contrasto con
 le disposizioni contenute nel nuovo contratto nazionale di categoria.

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11/03/2019                                                                                                                Pagina 17

                                          Argomento: Sanità Campania

                              Viaggio tra i malati in barella

 BOSCOTRECASE Ricoverati su una
 barella, in pronto soccorso, da 5 giorni.
 Perché i posti letto non ci sono, i reparti
 scoppiano, sono al collasso. Succede
 all'ospedale     Sant'Anna      e      Maria
 Santissima de Neve di via Lenze, dove il
 primo paziente a metterci la faccia,
 raccontando la sua odissea, Antonio
 Cefariello, 75 anni da Ercolano. «Ho una
 grave insufficienza polmonare svela
 l'anziano sono arrivato all'ospedale
 cinque giorni fa. Da allora medici e
 infermieri mi trattengono su una barella
 del pronto soccorso. Sono ricoverato qui
 a tempo indeterminato. Aspetto che un
 posto nel reparto, prima o poi, si liberi».
 La denuncia «Quando uscirà, solo allora
 vi faremo sapere. Mi hanno detto così.
 Sto ancora aspettando su barella ». Il
 racconto di Antonio, ex operaio con la
 passione per la pesca ormai in pensione
 anni, entra nel vivo. Più rabbioso. Oltre
 al deficit di posti, che da giorni lo costringe su uno scomodo lettino modello Izill Rom
 da 318 kg, Antonio denuncia la scarsa pulizia dello stanzino da 3 barelle in totale
 che suo malgrado sta ospitandolo al piano terra del pronto soccorso di Boscotrecase.
 In via Lenze, per fortuna, non vengono raggiunti gli scarsi livelli igienici che il 19
 dicembre determinarono la chiusura per un'ora dell'accettazione chirurgic del pronto
 soccorso dell'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Addirittura chiuso a cau delle
 formiche, un'invasione di insetti. «A Boscotrecase, invece, sono costretto a dormire
 le briciole dei pasti» continua Antonio, sposato con Teresa, 10 figli e 18 nipoti.
 «Mangio su barella senza neanche un piccolo tavolo portatile. Qui manca tutto.
 Persino le sedie per i pa che vorrebbero starti accanto». Il pavimento della stanza
 che accoglie il 75 enne è pieno tovaglioli e carte sporche. Talvolta insanguinate. Il
 sovraffollamento dei reparti qui ha man in tilt pure il servizio mensa: «Il cibo, per
 tutti noi, non basta. Ci dividiamo il primo e il secondo in base alle patologie e alla
 fame che ognuno prova di giorno in giorno». Il racconto choc «Sono ricoverato in
 barella come Antonio, arrivato insieme a lui cinque giorni fa. Era pomeriggio. Ho una
 bronchite cronica, respiro attaccandomi a un macchinario aerosol. Anc me hanno
              Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
assicurato un posto. Stiamo aspettando insieme, ci facciamo compagnia. Ma è da
giorni che ho fame». Mario ha 75 anni. E' intubato e vive a Torre Annunziata, in via
Mazzi E' ancora riverso su un lettino del pronto soccorso, così come il compagno di
stanza. La su denuncia, però, sposta il tiro. «In stanza siamo in 3, la mensa serve
solo due persone. L'altr giorno ho scambiato con Mario il suo piatto di pasta e fagioli
coi miei bastoncini di pesce. P fortuna, nella sala d'attesa, ci sono le macchinette
elettroniche. Io ho il diabete. Ma l'altra n per la fame, sono andato alla macchinetta.
Ho fatto fuori 4 cornetti». I numeri Il collasso del Sant'Anna e Maria Santissima della
Neve, ospedale inaugurato n 2006 dopo 40 anni di lavori costati 21 milioni di euro
(10 in più di quelli inizialmente previ da Regione e Asl Na3 Sud) è descritto da
numeri emblematici: 6 reparti - dopo il Piano ospedaliero del 2010 che ha declassato
il Maresca di Torre del Greco a centro di riabilitazione, dismettendo anche l'ospedale
Apicella di Pollena - ora dovrebbero servire un bacino di utenza di circa 100 mila
cittadini. I posti letto, a Boscotrecase, sono però soltanto 16 in Ortopedia; 14 per la
medicina generale e per la Chirurgia; 6 posti ufficialmente disponibili, infine, nei
reparti Pediatria; Utic; Otorinolaringoiatria. L'emergenza Il direttore sanitario del
presidio ospedaliero, il dottor Fernando Siani, non nasconde la crisi: «Siamo un
punto di riferimento per un'utenza vastissima. Nonostante il deficit di posti e
d'organico proviamo in tutti i modi ad assistere gli ammalati. La risposta arriva
sempre, anche se in ritardo. Mi rendo conto del disagio subito dai pazienti, ma non
possiamo fare di più. L'ospedale è pieno. Stiamo scoppiando». ©riproduzione
riservata Gli scatti della vergogna dall'ospedale di Boscotrecase, dove i pazienti da
giorni sono ricoverati in barella. «Pure un pasto diventa un miraggio», hanno
raccontato gli anziani malati.

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11/03/2019                                                                                                                    Pagina 13

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                                                                                                                              Lettori: 63.868
                                              Argomento: Sanità nazionale

                      225 milioni per i pendolari della salute
 Antonio Sbraga
 Sanità Ecco a quanto ammonta il debito
 del Lazio verso le altre Regioni Lieve calo
 in Italia dei "pendolari della salute",
 pere) il Lazio resta al terzo posto per i
 debiti più alti con le altre Regioni e gli
 ospedali di Stati esteri per le cure dei
 residenti nelle strutture oltre confine. I
 conti della mobilità sanitaria per il fondo
 sanitario 2019 (calcolato sulle matrici del
 2017) vedono, infatti, un saldo negativo
 di 224 milioni e 923 mila euro per il Lazio
 a fronte di una differenza tra i crediti
 (329.356.600) e i debiti (554.280.493)
 sia con le altre Regioni che con Città del
 Vaticano (proprietaria dell' ospedale
 pediatrico Bambino Gesù, in credito con
 tutta Italia per un totale di 202 milioni e
 292 mila euro) e con l' Associazione dei
 cavalieri dell' Ordine di Malta (titolare
 dell' Ospedale San Giovanni Battista, che
 vanta crediti con tutte le Regioni di
 40.790.552). Saldi peggiori del Lazio
 sono indicati solo per la Campania (-302
 milioni) e la Calabria (-274). Ma tutte le Regioni del Sud presentano saldi negativi,
 fatta eccezione per il Molise, anche se il bilancio nazionale dei viaggi della salute è
 complessivamente calato di 400 milioni di euro, con un fatturato complessivo di 4
 miliardi e 285 milioni (il record di saldi positivi è della Lombardia, con oltre 690
 milioni, seguita dall' Emilia Romagna con quasi 327, e Toscana con 142). A pesare
 sulla mobilità passiva c' è anche la penuria di posti letto per acuti nel Lazio, che
 figura infatti al settimo posto delle Regioni con meno letti a disposizione. Ossia sotto
 lo standard nazionale dei 3 posti letto ogni mille residenti: nel Lazio ne sono rimasti
 solo 17 mila e 220, pari a 2,92. Stanno messi peggio solo in Calabria (2,40),
 Piemonte, Puglia e Campania (2,80), Basilicata (2,84) e Sicilia (2,85). E, anche per i
 pazienti post -acuti (riabilitazione e lungodegenza), la Regione non raggiunge lo
 standard nazionale dello 0,7 ogni mille residenti: dispone di 3848 posti, pari a 0,65
 ogni mille abitanti. In questo caso il Lazio figura al 12esimo posto. Questa la
 situazione dopo le "amputazioni" subite negli ultimi 13 anni, con ben 9 mila posti
 letto tagliati, pari a oltre un quarto dell' originaria dotazione ospedaliera: «la
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contrazione del loro numero raggiunge il 26,9%: dai 30mi1a del 2006 agli attuali
21.056», quantifica il Rapporto 2018 sullo Stato delle Province del Lazio, stilato dall'
Istituto Eures. Pere) il pendolarismo sanitario non riguarda solo le degenze, ma
anche le attività ambulatoriali. Il Lazio dispone di sole 8 Pet, la diagnostica per
immagini che consente di individuare precocemente i tumori: due al Gemelli, all' Ifo
e a Tor Vergata, una al Sant' Andrea e a Latina. E la mobilità passiva «è un
fenomeno in costante aumento con un incremento percentuale del 58% in appena
quattro anni», calcola la stessa Regione che, nel 2018, «nel quantificare le
prestazioni Pet erogate ai residenti del Lazio (27.521)», ha rilevato «una fuga pari a
9.180 unità erogate fuori dal territorio regionale», costate ben 9 milioni e 700 mila
euro di rimborsi alle altre Regioni, soprattutto Campania e Molise. Il Dipartimento di
Prevenzione ha fatto una «stima del numero dei macchinari Pet da attivare entro il
2027, pari a otto (compresi i due in programmazione previsti presso Policlinico
Umberto I e nel territorio della As1 Viterbo), al fine di recuperare la mobilità passiva
di prestazioni Pet».

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11/03/2019                                                                                                                Pagina 13

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                                                                                                                          Lettori: 63.868
                                          Argomento: Sanità nazionale

                        E c' è pure il caos Pronto soccorso

 La fuga oltre i confini regionali spesso
 obbligata anche dal congestionamento
 delle strutture laziali, a partire da quelle
 per l' emergenza -urgenza. Perché il
 Lazio è attualmente la Regione ordinaria
 che dispone di meno Pronto Soccorso in
 rapporto alla popolazione residente (ha
 perduto 16 ospedali in 13 anni). A fronte
 di una «media nazionale dei Pronto
 Soccorso pari a uno ogni 90.546 abitanti
 - quantifica il Rapporto Ospedali & Salute
 - il Lazio ne ha uno ogni 117.769
 residenti». Pere) «nel frattempo si
 continuano      a    ridurre    posti  letto
 ospedalieri, quei letti che servirebbero
 all' emergenza per decongestionare i
 Pronto Soccorso e si continua a ignorare
 l' ormai ultradecennale problema della
 medicina del territorio e della continuità
 assi stenziale - avverte Guido Coen
 Tirelli, segretario regionale del sindacato
 Anaao Assomed Lazio - E impensabile
 che una Regione in cui, tra l' altro,
 insiste la Capitale d' Italia, possa ancora resistere a 10 anni di mortificante piano di
 rientro con blocco quasi totale del turn -over con conseguente e consistente
 aumento dell' età media degli operatori sanitari e depauperamento numerico degli
 stessi, al sottofinanziamento del sistema, alla riduzione drammatica dei posti letto.
 La via maestra per la rinascita è assolutamente passare attraverso l' uscita dal piano
 di rientro e la riproposizione di una politica di investimenti in sanità». Quella che
 chiede an che Antonio Magi, segretario generale del Sumai Assoprof, puntando il
 dito contro la «cronica carenza di specialisti ambulatoriali interni sul territorio laziale
 come dicono i dati sulle liste d' attesa. E già, perché dopo anni di raccolta ab biamo
 a disposizione i dati, abbiamo le necessità, abbiamo la patologie cerchiamo di dare
 risposte adeguate ai bisogni di salute dei cittadini partendo proprio dal territorio».
 Ant. Sbr.

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11/03/2019                                                                                                                Pagina 6

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                                          Argomento: Sanità nazionale

     Giulia Grillo L'obbligo? Io contraria per principio ma sul
                          morbillo rimanga
 MICHELE BOCCI
 Ha resistito alle pressioni di Salvini sulla
 proroga per i non vaccinati, dice che per
 il morbillo ci vorrà l' obbligo anche
 quando sarà superato il decreto
 Lorenzin. La ministra alla Salute Giulia
 Grillo non è mai apparsa così distante
 dal mondo no-vax. Le pressioni di Salvini
 e una doppia proroga, prima e dopo l'
 estate, per presentare i documenti di
 vaccinazione. Perché ora non ha
 concesso un nuovo rinvio? «La prima
 proroga l' aveva fatta il precedente
 governo perché non aveva attivato l'
 anagrafe      nazionale.   Noi     abbiamo
 prorogato ancora perché eravamo
 appena arrivati e restavano le stesse
 criticità burocratiche. Ora tutti hanno
 avuto il tempo per mettersi in pari».
 Quanti bambini rischiano oggi di restare
 fuori da scuola? «I dati precisi
 arriveranno nei prossimi giorni dalle
 scuole. Non saranno grandi numeri,
 come hanno dimostrato i controlli a campione dei Nas sulle autocertificazioni. Va
 considerato che molte Regioni hanno già fatto le verifiche con le anagrafi
 informatizzate e che anche le altre si sono comunque mosse. I genitori sono molto
 più responsabili di quanto spesso si racconta. Quelli che non vogliono vaccinare sono
 una esigua minoranza». Nel 2017 e poi nel 2018 le coperture sono aumentate. La
 legge Lorenzin ha funzionato? «È stata una misura emergenziale, nata dalla
 necessità di colmare un gap di coperture creatosi in diversi anni precedenti e da
 quella di rispondere all' epidemia di morbillo. I dati sono migliorati per i nuovi nati,
 ma il dl Lorenzin non può incidere sui giovani adulti vulnerabili, quelli fuori dall' età
 scolastica. Questa è la critica principale a quella legge: aver puntato tutto e solo
 sull' obbligo sperando che bastasse. Sulla consapevolezza più che l' obbligo in sé, ha
 funzionato il dibattito che si è scatenato in questi anni». Come sarà la nuova legge,
 attesa nei prossimi mesi? «Non un atto di urgenza, come quello di Lorenzin, ma una
 normativa-quadro basata sui dati epidemiologici del Piano nazionale di prevenzione

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vaccinale. Usare l' obbligo è un fatto politico, non scientifico. Bisogna agire in base
alle condizioni epidemiologiche: oggi ci potrebbe essere bisogno di introdurlo contro
una malattia, domani contro un' altra». Se fosse in vigore la nuova legge come ci si
comporterebbe con il morbillo? «C' è un' epidemia in atto. E quindi sul morbillo
bisogna tenere misure obbligatorie. Ma dobbiamo anche lavorare per convincere i
cittadini a fare una cosa positiva per la loro salute, non imporre». Il nuovo Piano anti
morbillo prevede l' obbligo di vaccinazione per concorsi come quelli per le forze dell'
ordine. Che cosa ne pensa? «Sono misure in parte già esistenti ma inserite in diverse
norme. Vanno quindi messe a sistema. È imbarazzante che nel nostro Paese siano
morti di morbillo degli adulti. Significa che il tema è stato trascurato per troppi
anni». Salvini le aveva chiesto di far slittare il termine di oggi, e dice che 10 vaccini
sono troppi. La Lega è il partito dei no-vax? «Non capisco il perché di quelle parole.
Di certo ora non c' era l' urgenza di fare un decreto per togliere l' obbligo. Con
Coletto, sottosegretario della Lega, c' è una buona sintonia. Siamo tutti persone
responsabili, consapevoli del valore della scienza». Le pesa essere presa di mira dai
no-vax che la accusano di essere favorevole ai vaccini? «Mi dispiace che a suo
tempo qualcuno abbia confuso la nostra contrarietà al decreto Lorenzin con una
contrarietà ai vaccini. Ho le spalle forti e sono coerente». Cosa vorrebbe sistemare
da qui alla fine del suo mandato? «Se quando me ne andrò avrò inciso sulle liste d'
attesa, migliorando la risposta del sistema pubblico, sarò contenta. Le attese sono
dovute per il 90% alla governance e per il 10% alle carenze di personale o
strutturali. Abbiamo fatto un piano e creato un osservatorio nazionale sulle liste d'
attesa, con un fondo di 350 milioni. Le Regioni hanno tutte le competenze in
materia, ma io mi ritengo un allenatore e, dunque, gli schemi di gioco devo proporli
io». La nuova legge imporrà di immunizzarsi solo per le epidemie Preferisco che i
cittadini siano convinti e consapevoli È stato uno sbaglio puntare tutto sull' età
scolastica bisogna portare la prevenzione anche fra i giovani adulti La ministra della
Salute Giulia Grillo PETYX.

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11/03/2019                                                                                                                Pagina 6

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                                          Argomento: Sanità nazionale

  I genitori di Matteo "Lui torna in classe ma noi schedati dai
                         gruppi no-vax"
 LORENZO D' ALBERGO
 Il caso Gli attacchi su Facebook ROMA
 Una foto dopo l' altra per salvare i
 commenti più duri e girarli all' avvocato,
 decine su decine di colpi di mouse per
 segnalarli    (con     poca    fortuna)   a
 Facebook. Così i genitori del piccolo di 7
 anni immunodepresso dopo la leucemia
 e costretto a casa per la presenza a
 scuola di bambini non vaccinati hanno
 passato le ultime 48 ore. Un fine
 settimana a difendersi dagli attacchi
 social sui gruppi no-vax. Sara e Simone,
 la mamma e il papà di Matteo (il nome è
 di fantasia per proteggere la privacy del
 minore), sono pronti a querelare chi ha
 diffuso sui social i link dei loro profili e
 dei loro familiari, chiedendo pure di
 condividere in rete le foto della coppia
 romana e del figlio. «Siamo stati
 schedati sui social e non capiamo
 perché. La nostra vicenda riguarda solo
 Matteo, noi e la sua scuola. Perché
 questa rabbia nei nostri confronti?», si chiede Sara. C' è chi ha preso di mira la
 famiglia per una foto di Matteo con una torta, chi per la visita in Vaticano.
 «Dovremmo smettere di provare a condurre una vita normale? Dal Papa eravamo
 con medici e pazienti oncologici. In una situazione protetta, mica allo stadio»,
 riprende la giovane mamma. Nella sua voce si avverte una certa dose di
 preoccupazione. La tempesta di insulti virtuali è infatti arrivata alla vigilia di una
 settimana delicata: Matteo - i compagni si sono vaccinati tornerà finalmente in
 classe entro l' inizio della prossima settimana. Due ore al giorno, non di più. E solo
 dopo che la Asl avrà finito di sanificare le aule. Ancora pochi giorni, insomma, e la
 vita tornerà ad apparire un po' più normale per il bimbo. «Non vede l' ora di stare
 con i compagni. Dice che li vuole abbracciare tutti», racconta Sara. Per non far
 perdere troppo terreno al piccolo rispetto agli amichetti, l' insegnante di italiano si è
 presentata a domicilio. «È stata carina - spiega Sara - avevamo chiesto al
 provveditorato le lezioni per i piccoli malati oncologici, ma pare che non ci siano

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fondi». Il discorso vira di nuovo sugli attacchi no-vax. Inquietano, i genitori hanno
letto che nei gruppi su Facebook (uno si intitola "Genitori e bambini liberi e sani") si
sta già organizzando una manifestazione a Roma per l' 8 maggio e temono che
qualcuno possa presentarsi davanti alla scuola di Matteo: «Non possiamo
permettercelo. Il bambino non può subire altri stress. Ci hanno dato degli attori? Se
la nostra storia potrà spianare la strada a chi in futuro si troverà nella nostra
situazione, saremo felici». In attesa del ritorno sui banchi di Matteo, per rintuzzare
gli attacchi sono partite le segnalazioni su Fb. A quanto pare poco efficaci: «Hanno
cancellato dei post, per il resto non sono pratica - racconta Sara - ma il social ha
risposto che tanti commenti "non violano gli standard". Che altro dovevano fare? Se
ci sarà da querelare, non ci tireremo indietro». © RIPRODUZIONE RISERVATA Ci
hanno criticato per averlo portato dal Papa ma era in una situazione protetta, non
allo stadio Pronti a querelare chi ci sta diffamando La famiglia Matteo con il fratellino
più piccolo e i genitori. Presto potrà tornare a scuola, ma solo per due ore al giorno.

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11/03/2019                                                                                                                Pagina 20
                                                     La Nazione
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                                          Argomento: Sanità nazionale

             Pronto soccorso nel caos, il caso in Regione

 FIRENZE I «PRONTO SOCCORSO» in
 profonda crisi in Toscana. Dai casi finiti
 sui tavoli della procura a quelli sulle
 pagine      di  giornale:   nelle   ultime
 settimane sono stati sotto i riflettori gli
 ospedali di Prato, di Pistoia ma anche di
 Grosseto e di Bibbiena. Alcune denunce
 sono state rilanciate anche in consiglio
 regionale. «Una signora di 92 anni
 invalida al 100% arriva al pronto
 soccorso in ambulanza alle 2.30 del
 mattino, e lì resta senza nemmeno una
 coperta per oltre 10 ore. Come è stato
 possibile? Eppure all' ospedale di Prato,
 secondo quanto annunciato dalla Asl nel
 gennaio scorso, è attivo il Day Service
 geriatrico proprio per trattare con
 tempestività pazienti così fragili. Voglio
 sapere cosa non ha funzionato»: ha
 detto il capogruppo di Forza Italia
 Consiglio regionale Maurizio Marchetti. «Il racconto dei familiari della signora mi
 lascia davvero l' amaro in bocca. Ho inteso portare il caso all' attenzione della giunta
 regionale - spiega Marchetti che sulla vicenda e sul funzionamento del Day Service
 geriatrico ha appena depositato un' interrogazione - perché come al solito il Pd fa
 quadrato sugli annunci in grande spolvero, come quello del percorso d' emergenza
 dedicato agli anziani presso il Santo Stefano di Prato, e poi però i fatti raccontano
 tutt' altri standard di servizi». Sempre a Prato un altro caso negli ultimi giorni.
 Questa la denuncia di un familiare di un' altra anziana: «Alle 21 del primo marzo mia
 madre è stata portata in ospedale. Quando sono arrivato mi sono ritrovato davanti
 una scena impressionante con la sala d' attesa strapiena e il pronto soccorso
 intasato di parenti e malati sistemati su barelle. Passa tutta la notte, poi la mattina
 del sabato. Alle 13.30 finalmente torno in pronto soccorso dove con mio grande
 stupore e rabbia vedo mia madre, dopo circa 17 ore, ancora parcheggiata sulla
 stessa barella. Chiedo spiegazioni. A quel punto sono stati gli stessi medici a dirmi
 che non è tollerabile dover aspettare così a lungo per un posto letto». Ma l' odissea
 della donna di 75 anni non era ancora finita: soltanto intorno alle 19, esattamente
 22 ore dopo l' accesso, la donna è stata sistemata in reparto, in un vero letto. L' Asl
 si è riservata di rispondere dopo gli accertamenti del caso. I casi in rapida
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successione oltre ad alcuni ancora più gravi di cui si sta occupando la magistratura
(come la morte della giovane a Pistoia dopo tre dimissioni dal pronto soccorso)
evidenziano come il sistema rischia davvero di andare in tilt. Le vittime? I malati, ma
anche chi lavora in prima linea nel pronto soccorso.

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11/03/2019                                                                                                               Pagina 6

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                                                                                                                         Lettori: 704.603
                                         Argomento: Sanità nazionale

  Vaccini, oggi l' ultima scadenza senza certificato non si va a
                              scuola

 Salute No a una nuova proroga, sarà
 bloccato l' ingresso a nidi e materne. Le
 Regioni si aspettano però pochi casi
 roma Ce ne sono 120 che rischiano di
 essere esclusi a Cesena, altri 300 in
 bilico in Friuli Venezia Giulia, oltre a una
 serie gruppetti che potrebbero smettere
 di frequentare nidi e materne sparsi in
 altre città italiane. Oggi è l' ultimo giorno
 disponibile per documentare l' avvenuta
 vaccinazione dei figli da parte dei
 genitori che nel settembre dell' anno
 scorso li avevano iscritti grazie a una
 autocertificazione. La ministra alla Salute
 Giulia Grillo non ha concesso la nuova
 proroga per decreto che le aveva chiesto
 il ministro dell' Interno Matteo Salvini e
 così chi non è in regola e ha tra 0 e 6
 anni rischia di essere allontanato da
 scuola. Il decreto legge Lorenzin dell'
 estate 2017 prevederebbe anche la
 multa per chi frequenta la scuola dell'
 obbligo e quindi ha tra 7 e 16 anni, ma per ora questa sanzione non è praticamente
 mai stata applicata. L' odiata norma (dalla maggioranza) resta comunque in vigore e
 Grillo ne ha definitivamente preso atto. Ora si cerca di fare prima possibile la nuova
 legge, alla quale sta lavorando il Parlamento e che dovrebbe essere pronta tra poco,
 anche prima dell' estate. Si tratta del testo in base al quale entrerebbe in vigore l'
 "obbligo flessibile", che cioè scatta se ci sono epidemie o coperture troppo basse. A
 rischiare l' esclusione da nidi e materne non sarebbero comunque tanti bambini.
 Intanto molti no- vax avevano già deciso di tenere a casa i figli, e poi le Regioni in
 questi mesi hanno affinato i sistemi di controllo. Ce ne sono alcune, come la Toscana
 e il Lazio ad esempio, dove è attiva un' anagrafe vaccinale informatizzata, che
 permette di conoscere in tempo reale la situazione di ogni alunno. Le verifiche sull'
 autocertificazione di settembre in certi casi sono quindi state fatte molto
 velocemente e se qualcuno eventualmente si è messo in regola dopo, il sistema ha
 già inserito l' avvenuta vaccinazione. Così non c' è bisogno che i genitori portino i

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