Media Monitoring per 03-06-2019 - Rassegna stampa del 01-06-2019 - Ruggi
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
31/05/2019 - WWW.ILMATTINO.IT
Infarto al chirurgo, sos ospedale: «La burocrazia blocca i rinforzi» ....................................... 1
31/05/2019 - WWW.INFERMIERISTICAMENTE.IT
Salerno. Carenza cronica di Infermieri nell'AOU Ruggi, NurSind proclama lo stato di
agitazione .............................................................................................................................. 2
Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 3
01/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
Pronto soccorso, codice rosso Carenza di medici in servizio .................................................. 3
01/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
Sos personale, sindacati in pressing sull'Asl .......................................................................... 4
01/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
Vertice all'Asl, parla Francese «Nuovi medici al Santa Maria» ............................................... 6
Sanità Campania ............................................................................................................................... 7
01/06/2019 - IL ROMA
"Tavi è Vita", progetto in collaborazione con la società di cardiologia italiana ...................... 7
01/06/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
Autismo e terapie, Faba: «L' Asl apra al dialogo e applichi la sentenza» ............................... 8
01/06/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
«Rummo» nel caos arriva altro addio: Pagliafora si dimette ................................................ 10
01/06/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
Invasione di api paura e polemiche all' ospedale ................................................................. 12
01/06/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
La sanità Diabete, le associazioni: " Esclusi da tavoli tecnici" ............................................. 14
01/06/2019 - IL MATTINO
Salvini: alla Regione un nostro candidato per battere De Luca ............................................ 15
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 17
01/06/2019 - LA STAMPA
"La sigaretta a tabacco riscaldato non riduce il rischio del tumore" .................................... 17
01/06/2019 - IL MESSAGGERO
Bimbo morì per il latte nelle vene: un anno a medici e caposala ......................................... 19
01/06/2019 - IL GIORNO
Boom di guarigioni dal cancro «In 8 anni cresciute del 30%» ............................................... 20
01/06/2019 - CORRIERE DELLA SERA
I giochi incrociati del rimpasto ............................................................................................. 22
01/06/2019 - LIBERO
La Francia fa ricorso per far morire Vincent Lambert .......................................................... 24
01/06/2019 - LIBERO
La musica entra in ospedale. E diventa terapia ................................................................... 25
01/06/2019 - CORRIERE DELLA SERA
Nella Ue 4,5 milioni di bambini non vaccinati ....................................................................... 27
01/06/2019 - IL GIORNO
Un italiano su dieci soffre di emicrania ................................................................................ 2831/05/2019
EAV: € 2.631
Lettori: 176.667
Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona
Link alla pagina web
Infarto al chirurgo, sos ospedale: «La burocrazia blocca i
rinforzi»
CAVA DE' TIRRENI - «Siamo in una
situazione di emergenza, ma dalla
direzione abbiamo avuto ampie garanzie.
È la burocrazia ad allungare i tempi per
le soluzioni che ci sono già state
comunicate». Dopo l’sos lanciato dai
chirurghi del Santa Maria dell’Olmo,
scossi per le sorti di un collega, colto da
infarto mentre era in servizio, a
intervenire sull’organico carente è Gaetano Biondino, sindacalista della Cisl nonché
coordinatore dell’area chirurgica. Da sempre in prima linea nelle battaglie che, negli
ultimi anni, hanno interessato il presidio cavese, spiega i retroscena di una
questione, la carenza di medici, drammaticamente urgente dopo il malore, accusato
dal chirurgo mentre era a lavoro. «La carenza di personale è una realtà, ma nei
giorni scorsi abbiamo avuto un incontro con il direttore sanitario, il manager del
Ruggi D’Aragona, il sindaco Servalli ed alcuni medici. Dalle parole si è passati ai
fatti. Hanno fatto rientrare prima un chirurgo che doveva ritornare a Cava dal primo
giugno (è rientrato dal 25 maggio). Ma non solo». Biondino continua a spiegare: «Il
direttore sanitario ha rassicurato i medici e il sindaco che saranno sbloccati gli avvisi
pubblici. Purtroppo le soluzioni ci sono, ma la burocrazia allunga i tempi». Parole che
confermano le dichiarazioni del sindaco, che ha sottolineato l’intenzione dei
manager del Ruggi di potenziare il presidio cavese, sia da un punto di vista
strutturale che sull’ incremento del personale.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso31/05/2019
infermieristicamente.it
EAV: € 472
Lettori: 1.833
Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona
Link alla pagina web
Salerno. Carenza cronica di Infermieri nell'AOU Ruggi,
NurSind proclama lo stato di agitazione
Il NurSind guidato a Salerno dal
segretario Biagio Tomasco, ha
annunciato lo stato di agitazione del
personale dipendente dell’Azienda
Sanitaria Ruggi D’Aragona. “Su mandato
ricevuto durante l’assemblea dei
lavoratori chiediamo l’attivazione della
procedura di conciliazione dinanzi al
Prefetto di Salerno”.“Nel corso
dell’assemblea dei lavoratori – spiega il segretario territoriale Biagio Tomasco,
attraverso una nota inviata al Prefetto di Salerno ed al Manager dell'AOU Ruggi –
sono scaturite varie istanze rispetto a problematiche che minano l’integrità psico
fisica dei lavoratori dell’AOU Ruggi, che sinteticamente si riassumono in: carenza di
infermieri e Oss, deficit strutturali, demansionamento strisciante degli infermieri,
mancata attivazione del concorso per infermieri e oss, mancata attivazione della
procedura di affidamento di incarichi di funzione, mancata concertazione sull’utilizzo
dei fondi contrattuali, ricorso incontrollato a lavoro straordinario in spregio alla legge
161/2014, problematica del “Progetto sangue”, mancata applicazione del
regolamento di pronta disponibilità, personale impiegato in mansioni diverse da
quelle di appartenenza, mancata attuazione del cronoprogramma dell’atto aziendale
2017, mancata attuazione Por Campania, proventi alpi e studi clinici non fatti
confluire sul fondo produttività, mancanza di supporto tecnico h 24 in tutte le
struture, problematica rischio radiologico, problematica percorso reperti anatomici
da inviare in laboratorio, permanenza dell’affiancamento del personale tecnico alla
ditta affidataria, mancata applicazione di nuovi istituti contrattuali. Considerato tutto
questo – continuano dal NurSind –, nonostante la buona volontà dimostrata dal
Direttore Generale dell’AOU S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, che ha inteso
incontrare per ben due volte una nostra delegazione, non potendo ritenerci
soddisfatti dalle azioni poste in essere dal management aziendale, dichiariamo lo
stato di agitazione del personale ospedaliero, preannunciando fin da ora che se non
si addiverrà ad una rapida composizione dello stesso, si ricorrerà senza indugio ad
approntare forme di lotta idonee e più incisive
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 23
La Città di Salerno
Argomento: Sanità Salerno e provincia
Pronto soccorso, codice rosso Carenza di medici in servizio
Mariateresa Conte
BUCCINO Aumentano le richieste di aiuto
al servizio di emergenza 118 e gli
accessi al pronto soccorso, ma solo il
10% dei pazienti è da codice rosso. Basti
pensare, infatti, che dalla sede Saut del
118 situata a Buccino nel solo mese di
maggio le ambulanze, con a bordo
medici, sanitari e volontari, hanno
effettuato 33 interventi con chiamata da
codice rosso che indica la presenza di
pazienti gravemente feriti. Ma i sanitari,
una volta giunti sul posto e accertate le
condizioni dei pazienti, hanno verificato
che solo il 10% per cento di quei codici si
sono rivelati rossi, mentre gli altri erano
gialli e verdi. Stessa situazione negli
interventi del 118 sul territorio del Sele e
Tanagro, effettuati da gennaio a maggio,
che ammontano a 600. Con cause
individuabili a partire dal
sovraffollamento numerico dei pazienti
assegnati ad ogni medico di base che, in
alcuni territori, come l'Alto Sele, sono addirittura carenti. A tanto si aggiungono le
liste d'attesa per poter effettuare delle visite mediche specialistiche presso le
strutture pubbliche, tanto da spingere molti pazienti a chiamare il 118 o a recarsi
presso il pronto soccorso dell'ospedale più vicino, anche per cose banali. È il caso
dei medici impegnati al pronto soccorso dell'ospedale di Oliveto Citra e dei sanitari
dei Saut del 118 di Oliveto Citra e Buccino. In tutti e tre i casi infatti, il personale
medico, per poter lavorare in condizioni ottimali, cioè 24 ore al giorno per 365 giorni
l'anno, dovrebbe contare sulla presenza di 18 unità. Mentre ad oggi il personale è
carente, potendo contare su solo dieci medici (di cui due assunti con contratto a
tempo determinato) che coprono tutte le turnazioni con notevoli sforzi e sacrifici.
Insomma, un sistema sanitario che presenta notevoli difficoltà ma che è impegnato a
rispondere alle esigenze dei cittadini grazie al sacrificio di tanti medici in prima linea
nelle emergenze.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 17
La Città di Salerno
Argomento: Sanità Salerno e provincia
Sos personale, sindacati in pressing sull'Asl
Personale ridotto al lumicino all'ospedale
Umberto I di Nocera Inferiore, sindacati
nuovamente sul piede di guerra. Mario
Polichetti della Fials Salerno chiede
«nuove assunzioni per evitare la paralisi
estiva ». I tagli di posti letto e gli
accorpamenti sembrano essere dietro
l'angolo, alcuni reparti sono stati rivisti
anche durante l'inverso, figurarsi con
l'arrivo delle vacanze. «Le notizie di
disservizi dall'Umberto I - afferma il
segretario provinciale della Fials Salerno
- ormai non si contano più. L'impegno della politica è ammirevole ma serve altro.
Non si può rimanere in silenzio davanti ai reali livelli essenziali di assistenza che può
garantire la struttura nocerina. Serve un ospedale in grado di poter curare davvero
chi ci arriva. Ecco perché, dal 1 luglio al 31 agosto, sarebbe auspicabile il
potenziamento di una rete ospedaliera che ora è veramente carente». Un discorso
che Polichetti vorrebbe affrontare con la comunità del comprensorio, in particolare
con i rappresentanti dei Comuni che afferiscono alla struttura di viale San Francesco.
Un'area sempre più vasta e varia che va dall'hinterland napoletano e vesuviano fino
alla Valle dell'Irno, passando per l'Agro nocerino sarnese. «Come dirigente sindacale
- dichiara Polichetti - sono pronto a mettere la mia professionalità al servizio dei
sindaci del territorio. Questa non è una battaglia di pochi o che ha colori politici, ma
lo deve essere di tutti. Credo sia ineccepibile che una zona così importante debba
essere trascurata sul fronte di quello che resta un servizio indispensabile e un diritto
garantito dalla Costituzione. Nessuna polemica con il commissario dell'Asl Salerno,
Mario Iervolino, ma ben venga un confronto su un ospedale che non può essere il
fantasma di sé stesso». A proposito di personale, ritorna a tenere banco la vicenda
delle ostetriche. A sollevare nuovamente il velo sull'assunzione di personale
interinale, mentre la graduatoria della mobilità è ferma al palo, è il Nursind. «Spiace
dover constatare che non si sia dato seguito a quanto esplicitamente concordato,
ovvero la pubblicazione della graduatoria delle 147 ostetriche che avevano prodotto
istanza di mobilità. Tanto non solo risulta essere non più tollerabile - scrive in una
lettera ai vertici aziendali Biagio Tomasco, segretario territoriale del sindacato di
categoria ma anche e soprattutto in virtù del fatto che erano giunte rassicurazioni
circa la formulazione della graduatoria nel tempo massimo di 15 giorni. Ne sono
passati 50 e tutto è fermo ». Il sindacalista del Nursind critica nuovamente il ricorso
al lavoro interinale, definendolo «anacronistico ed inefficace », ma anche in barba a
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro usoquanto disposto dal presidente Vincenzo De Luca che «invitava a reclutare nuovo
personale con metodi diversi da quelli del lavoro interinale». Tomasco analizza il
ruolo delle ostetriche e delle infermiere nei reparti di ostetricia e ginecologia e,
«essendo state disattese tutte le promesse di redigere in tempi rapidi la graduatoria
di mobilità », ne chiede «l'immediata pubblicazione e la conseguente immissione in
ruolo dei vincitori ».
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 20
La Città di Salerno
Argomento: Sanità Salerno e provincia
Vertice all'Asl, parla Francese «Nuovi medici al Santa Maria»
Sul tavolo degli uffici dell'Asl di Salerno,
dove la sindaca di Battipaglia, Cecilia
Francese , ha incontrato il commissario
straordinario dell'Azienda sanitaria,
Mario Iervolino , ci sono i progetti che
mirano al potenziamento dell'ospedale
cittadino, il Santa Maria della Speranza.
«È in dirittura d'arrivo», annunciano dal
Comune con una nota stampa. La prima
buona notizia è che i medici d'urgenza
ed i cardiologi «arriveranno anche nel
nostro ospedale - come fa sapere la
Francese - e questo permetterà la
possibilità di incrementare e potenziare
il servizio di pronto soccorso, che
soprattutto in estate, versa in notevole
difficoltà per l'alto accesso di ricoveri in
urgenza». E poi si è parlato della
necessità di avviare dei lavori di
rifacimento della sala d'attesa della
struttura di via Fiorignano. «Presto -
aggiunge Francese - arriveranno
comunque nuovi infermieri, oltre alle già previste figure Oss, visto che è stata
affidata all'agenzia Inatz la procedura di selezione per titoli per infermieri e medici
da utilizzare nell'Asl Salerno e, quindi, anche presso la nostra struttura ospedaliera
». Contratti a tempo determinato. La Francese annuncia di tutto, pure «il
potenziamento del servizio di gastroscopia », ma »bisogna aspettare i tempi non
sempre celeri di espletamento della gara per l'acquisto di una nuova colonna di
gastroscopia e colonscopia». E ringrazia Iervolino: «Potenzierà Pneumologia
assegnando al reparto due specialisti, e non è abbandonata la possibilità di un'unità
di Pneumologia interventistica all'ultimo piano». (c.l.)
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 13
EAV: € 659
Lettori: 29.750
Argomento: Sanità Campania
"Tavi è Vita", progetto in collaborazione con la società di
cardiologia italiana
NAPOLI. Lunedì alle ore 11.30 presso l'
Ordine provinciali dei Medici Chirurghi e
degli Odontoiatri, ci sarà la
presentazione del progetto "Tavi è Vita",
ideato e realizzato da Gise (Società
Italiana di Cardiologia Interventistica) in
collaborazione con Sic (Società Italiana
di Cardiologia) e Sicch (Società Italiana
di Chirurgia Cardiaca). Le iniziative
previste a livello regionale: sensibilizzare
le istituzioni, la comunità medico -
scientifica e l' opinione pubblica sul tema
della stenosi aortica e in particolare della
Tavi (Transcatheter Aortic Valve
Implantation), una procedura salvavita
sottoutilizzata a bassa invasività.
Partecipano Giuseppe Tarantini
(Presidente Gise, Giovanni Esposito
(professore Ordinario di Cardiologia e
Direttore Cardiologia Interventistica e
Strutturale Università Federico II di
Napoli, Gise), Enrico Coscioni (primario
Divisione di cardiochirurgia Ospedale
Ruggi d' Aragona di Salerno, Sicch),
Silvestro Scotti (presidente Ordine dei Medici e Odontoiatri di Napoli e provincia,
Mmg), Ciro Mauro (primario Cardiologia Ospedale Cardarelli di Napoli, Gise), Marco
Arosio (Quantitative Area Responsible di Doxapharma).
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 22
Il Mattino (ed. Benevento)
EAV: € 4.636
Lettori: 107.296
Argomento: Sanità Campania
Autismo e terapie, Faba: «L' Asl apra al dialogo e applichi la
sentenza»
L' APPELLO Le famiglie dei bambini
autistici dell' associazione Faba, assistiti
da Francesco Romano, loro
rappresentante legale, ieri nel corso dell'
incontro con gli organi di stampa a
palazzo Mosti, al quale hanno
partecipato anche il consigliere alle Pari
Opportunità, Patrizia Callaro e la
presidente della Consulta delle donne,
Sara Furno, hanno chiesto un confronto
urgente con il direttore generale dell'
Asl, Franklin Picker, per trovare un punto
di intesa sulla vicenda delle terapie
indirette per i loro figli. L' OBIETTIVO «La
nostra speranza ha commentato la
presidente Faba, Elena Pinto è che i
nostri bambini riprendano le terapie al
più presto possibile, con i terapisti di
sempre». La richiesta nasce dal fatto che
l' Asl non ha ancora dato nessun segnale
di voler applicare la sentenza del giudice
del Lavoro del Tribunale di Benevento,
Angela Ilaria Cassinari, che ha accolto il
ricorso inoltrato dai genitori dei 27
bambini con disturbi dello spettro autistico contro l' azienda sanitaria, prescrivendo
di ripristinare le terapie in modalità indiretta, precedentemente sospese in
osservanza a una circolare regionale, che aveva disposto l' erogazione dei
trattamenti Aba, esclusivamente con modalità diretta e la conseguente interruzione
dei trattamenti indiretti effettuati presso i centri accreditati. Ma la richiesta nasce
anche dal timore che l' azienda sanitaria possa presentare opposizione alla sentenza
del giudice del Lavoro. L' Asl si era infatti già costituita in giudizio, rappresentando
che aveva approvato un elenco di professionisti autorizzati all' erogazione di
interventi educativi e abilitativi ai soggetti con disturbo dello spettro autistico in
gestione diretta, formato da 27 figure in grado di garantire il servizio sul territorio, e
aveva chiesto il rigetto del ricorso. Il giudice ne ha invece disposto l' accoglimento,
perché la tutela della salute come diritto fondamentale dell' individuo deve essere
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro usogarantita nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana, attraverso il
servizio sanitario nazionale. Le prestazioni sanitarie incluse nei livelli essenziali di
assistenza sono garantite dal servizio sanitari nazionale, a titolo gratuito o con
partecipazione alla spesa, nelle forme e secondo le modalità previste dalla
legislazione vigente. IL LEGALE «La sentenza ha spiegato l' avvocato Romano è di
fondamentale importanza perché ha ripristinato il diritto al trattamento sanitario. A
questo punto è necessario che l' Asl stabilisca un punto di contatto con le famiglie,
perché è importante che questi 27 bambini ricevano un trattamento terapeutico
senza alcuna interruzione traumatica per loro e che il passaggio dalla modalità
indiretta a quella diretta avvenga in continuità terapeutica». Tuttavia, l' auspicio di
tutti è che sia avviato finalmente un discorso costruttivo tra l' Asl e le famiglie dei
bambini, allo scopo di garantire percorsi terapeutici validi e in grado di non creare
difficoltà ai piccoli pazienti, estremamente sensibili ai cambiamenti. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 22
Il Mattino (ed. Benevento)
EAV: € 3.938
Lettori: 107.296
Argomento: Sanità Campania
«Rummo» nel caos arriva altro addio: Pagliafora si dimette
Luella De Ciampis
L' OSPEDALE Dopo mesi di polemiche e
di richieste di dimissioni da parte delle
istituzioni e della politica, che ha
incalzato per ottenere la rimozione di
Renato Pizzuti, direttore generale, e di
Alberto Pagliafora, direttore
amministrativo, dell' azienda ospedaliera
San Pio, ieri mattina Pagliafora ha
rassegnato le dimissioni a poco più di tre
mesi dalla scadenza dell' incarico
assegnatogli dal direttore generale il 3
ottobre 2017. Per quanto le fonti ufficiali
riferiscano che Pagliafora, classe 1962,
abbia deciso di lasciare il Rummo «per
motivi urgenti e personali», una
defezione così repentina suscita qualche
perplessità. Prima della nomina a
Benevento insieme al direttore sanitario,
Mario Iervolino (ora commissario all' Asl
di Salerno), era stato direttore
amministrativo presso l' Asl di Foggia, da
cui, quasi allo scadere dei termini, a
giugno 2015 aveva rassegnato le
dimissioni. Il direttore amministrativo ha
dunque lasciato l' azienda ospedaliera, in pieno accordo con il direttore generale,
per motivi strettamente personali, legati anche alla necessità di far ritorno nella sua
terra di origine, da cui era costretto a spostarsi quotidianamente. I RUMORS Di
contro, i rumors che da alcuni giorni, in particolare negli ultimi due, si stavano
rincorrendo in ospedale, raccontano una storia diversa, che fa riferimento a
divergenze sorte con la direzione strategica. Nessuna dichiarazione in merito dal
diretto interessato che, mercoledì, non aveva escluso la possibilità di lasciare l'
azienda ospedaliera per motivi privati, senza però dare conferma della notizia delle
dimissioni che già circolava nell' ambiente. LA SMENTITA Intanto, l' ipotesi di dissidi
interni è stata categoricamente smentita da Pizzuti: «Sono molto dispiaciuto - dice -
di quanto è accaduto, ma è stata una decisione concordata, nata da esigenze
strettamente personali. Le dimissioni di Pagliafora rappresentano una perdita per l'
intera struttura, perché molte scelte in ambito sanitario passano per il comparto
amministrativo. Gli sono molto grato per il lavoro che ha svolto al Rummo in questi
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro usoanni, consapevole di aver perso un collaboratore leale, efficiente, sincero e
competente, con il quale resta salvo il rapporto di amicizia che si è instaurato in
questi anni, che mi consentirà di continuare a incontrarlo e a frequentarlo, come del
reste accade ciclicamente con Iervolino. Per l' aspetto meramente gestionale, si
renderà necessario procedere alle valutazioni del caso nei prossimi giorni». E infatti,
spetterà al digì procedere alla nomina di un nuovo direttore amministrativo. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 28
EAV: € 4.172
Lettori: 107.296
Argomento: Sanità Campania
Invasione di api paura e polemiche all' ospedale
MADDALONI Gabriella Cuoco Mai si era
verificata una cosa simile. Una vera e
propria invasione di api ha messo in
subbuglio, giovedì, l' ospedale Civile di
Maddaloni mandando in tilt anche i
degenti dell' intera struttura. I piccoli
invasori sono stati ritrovati stecchiti dal
personale medico sul pavimento e sul
davanzale interno del deposito degli
ambulatori (reparto di allergologia) al
primo piano della struttura di via Libertà.
A quanto pare, lo sciame di api si è
intrufolato all' interno attraverso un buco
di una zanzariera e ancor prima ha
attraversato le tubazioni dell' impianto di
condizionamento dell' aria.
Immediatamente, senza perdere
nemmeno un attimo di tempo, la
direzione sanitaria ha allertato i vigili del
fuoco del distaccamento di Caserta che,
giunti sul posto, non hanno potuto fare
altro che contattare un apicolture, che
ha provveduto nel giro di qualche ora
alla rimozione delle api prima all' interno
della struttura e, dopo, dell' alveare, che si trovava nelle tubazioni esterne. Le api
ritrovate all' interno, morte dopo aver vagato a vuoto e forse anche per diverse ore
all' interno della stanza, sono state poi raccolte e messe in un apposito contenitore
che lo stesso apicolture ha provveduto a smaltire. Il direttore sanitario Rino De Lucia
Sposito ha, poi, dato mandato alla ditta che si occupa della pulizia interna del
nosocomio calatino di bonificare e sanificare tutti i locali al primo piano. La notizia
ha subito fatto il giro città e mandato in tilt soprattutto gli ammalati e le loro
famiglie, alcune delle quali preoccupate per la vicenda e per le conseguenze. Ieri
pomeriggio, dopo diverse segnalazioni, l' onorevole Antonio Del Monaco, esponente
del M5s, ha effettuato un sopralluogo nella struttura sanitaria per cercare di capire
cosa fosse davvero accaduto e, soprattutto, se la situazione fosse rientrata. «Nell'
apprendere la notizia dice Del Monaco mi sono preoccupato. Ho pensato di far visita
alla struttura per constatare con i miei occhi quale fosse lo stato dei fatti, avendo
però contattato telefonicamente prima il direttore sanitario, assente per lavoro. I
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro usolocali al primo piano, ieri pomeriggio erano stati già sanificati e cioè già passati a
pulitura dagli addetti ai lavori. Addirittura, tutti i cartoni ammucchiati all' interno del
deposito, sono stati poi gettati. Ho chiesto al direttore di effettuare lavori di
ripristino alla zanzariera e di tenere chiuse le finestre, almeno fino a quando non
sarà risolto il problema. Mi ha tranquillizzato informandomi che, nei prossimi giorni,
provvederà a dar mandato di pulizia a tutte le tubazioni degli impianti di
climatizzazione, in quanto è possibile che all' interno di altri tubi, anche in piani
diversi, si siano annidati altri sciami». E, mentre in ospedale «la paura ha fatto
novanta», a Maddaloni c' è stato qualcuno che ha tentato la sorte giocandosi i
numeri al lotto. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 7
EAV: € 9.988
Lettori: 546.032
Argomento: Sanità Campania
La sanità Diabete, le associazioni: " Esclusi da tavoli tecnici"
SoS dei rappresentanti dei pazienti
diabetici della Campania: chiedono di
essere presenti nei "tavoli tecnici" dei
Pdta (Percorsi diagnostico-terapeutici
assistenziali), nelle commissioni, nei
gruppi di lavoro regionali ed aziendali di
Asl, Aziende ospedaliere ed in altri
istituti di sanità pubblica, contesti dai
quali verrebbero di fatto esclusi - anche
quando si trattano problemi riguardanti
la patologia e malgrado norme e
regolamenti indichino un' attiva
partecipazione dei rappresentanti - dopo
la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del
decreto 32 del 25 marzo scorso che
parla di "sola condivisione con i
rappresentanti dei pazienti di percorsi
già costruiti". É quanto afferma Fabiana
Anastasio, consigliere nazionale Fand-
Associazione nazionale diabetici,
presidente del Coordinamento delle
associazioni di pazienti diabetici della
Campania, componente della Commissione diabetologica regionale secondo la quale
"i pazienti rischiano di divenire solo spettatori".
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 22
EAV: € 6.432
Lettori: 107.296
Argomento: Sanità Campania
Salvini: alla Regione un nostro candidato per battere De
Luca
LA VISITA Adolfo Pappalardo dal nostro
inviato AVERSA. Più che ai ballottaggi il
pensiero vira già sulle prossime
Regionali. «Mi sembra evidente che
saremo in campo, non vedo l' ora di
essere messo alla prova. Dobbiamo
liberare la Campania da De Luca che ne
ha fatte di cotte e di crude», dice sicuro
Matteo Salvini. E aggiunge: «Ma non mi
fate fare nomi». È la risposta del
segretario della Lega alla domanda
diretta di un candidato proprio. Ed è già
un fendente alle ambizioni di Forza Italia
da parte di chi ha portato la Lega quasi
al 20 per cento, facendolo diventare il
secondo partito in Campania alle ultime
Europee. Dopo, solo dopo, il vicepremier
si concentra sulla mission del tour di ieri
pomeriggio: sostenere la volata dei due
candidati sindaci di Aversa e Casoria.
Due vittorie giudicate a portata di mano
il prossimo 9 giugno e che
cambierebbero la prospettiva della Lega
in questa regione: non più un partito ai
margini ma al centro del palco della politica. Scalciando nell' angolo gli alleati di
Forza Italia. AVERSA Nella cittadina aversana la sfida è tra Golia. Da un lato
Gianluca, Golia, appunto; dall' altro il democrat Alfonso, sempre Golia. Con il primo
costretto a inseguire il secondo per recuperare 7 punti percentuali. Non un' impresa
impossibile se, nel centro della piana aversana, al primo turno Lega e Forza Italia
sono andati separati. E qui ad Aversa la piazza del comizio, dove si affaccia proprio il
circolo Pd, è invasa dai militanti. Niente lenzuola sui balconi e solo qualche fischio
isolato che Salvini, sempre dal palco, mette a tacere con una battuta. A favore di
militanti e telecamere tutto il gruppo dirigente leghista al completo: oltre al
candidato sindaco, la sottosegretaria Pina Castiello, il deputato Gianluca
Cantalamessa e Lucia Vuolo, fresca europarlamentare. Il guanto di sfida al
governatore De Luca, che l' altro ieri parlava di un successo effimero della Lega alle
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro usoEuropee, lo lancia direttamente un Salvini galvanizzato dalle percentuali campane.
«È ovvio che ci sarà la Lega. Ma non fatemi fare nomi», puntualizza il vicepremier
che aggiunge: «Guardiamo ai progetti, sulla sanità sono stati fatti tanti, troppi errori,
troppi tagli sulle infrastrutture. E, ancora, sui rifiuti e sull' assegnazione delle case
popolari. Non vedo l' ora di essere messo alla prova anche in regione Campania e
sopratutto grazie all' autonomia che fa bene proprio al Sud. La politica sinora ha
coperto i propri errori dicendo che era colpa di altri». E giù sulla campagna
elettorale appena chiusa: «Avevamo contro tutti, i sindacati e anche qualche
cardinale come il vescovo di Mazara del Vallo, ha detto chi vota Lega non è cristiano.
Tutta gente che stava zitta quando toglievano i crocifissi dalle scuole o cancellavano
il presepe, il Natale e Gesù bambino». Poi i suoi cavalli di battaglia. A cominciare
dalla flat tax ma anche un assaggio della campagna per le prossime Regionali.
«Visto che ci sono le elezioni in Campania l' anno prossimo, mi piacerebbe che ci
fosse una legge anche qui, come in Lombardia, che dà - aggiunge - un contributo di
400 euro al mese alle mamme e ai papà separati o divorziati con figli a carico che
non riescono ad arrivare a fine mese». CASORIA Dopo Aversa e il rito dei selfie con i
fan che dura più di un' ora, si dirige nella vicina Casoria. Qui Angela Russo,
candidata di Lega e centrodestra, spera nel colpaccio contro una sinistra che si è
spaccata in due candidati tra Pd e deluchiani. E qui qualche contestazione c' è. Dagli
striscioni alle urla di alcuni militanti («la sinistra offre solo insulti»). Sarà per questo
che il vicepremier inizia a contrattaccare. Contro De Luca ma anche menando
sciabolate agli alleati grillini. «C' è da liberare la Campania dal signor De Luca, che
ne ha fatte di cotte e di crude, ci sono da riaprire gli ospedali chiusi da lui e liberare
le strade dai rifiuti. Forse perché la camorra guadagna dalla pessima gestione dei
rifiuti?», si domanda ironico dal palco prima di continuare contro il governatore: «La
gestione di De Luca sta facendo tanti danni sulla sanità, sull' ambiente, sulle
infrastrutture. Ma me interessa che i campani possano scegliere un' alternativa ai
chiacchieroni del Pd». In mezzo il caso Whirlpool e il rischio di licenziamento per 430
operai: «Mi auguro che l' amico Luigi Di Maio faccia valere gli impegni firmati. Conto
che il governo faccia mantenere gli impegni a chi vorrebbe licenziare dopo aver
preso soldi». Ma ci sono anche proiettili contro i grillini: «Mentre gli altri votavano su
Rousseau questa settimana io ero al ministero...». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 15
EAV: € 18.380
Lettori: 418.324
Argomento: Sanità nazionale
"La sigaretta a tabacco riscaldato non riduce il rischio del
tumore"
L' Istituto superiore della Sanità
impedisce alla Philip Morris di
pubblicizzare la sua Iqos come meno
dannosa «Costruire un futuro senza fumo
costruendo prodotti alternativi a
potenziale rischio ridotto», si legge a
chiare lettere nel sito che pubblicizza
Iqos, la sigaretta elettronica della Philip
Morris che usa vero tabacco e che
scaldando senza bruciare produce fumo
anziché il vapore delle più vecchie e-cig.
Ma per l' Istituto superiore di sanità, il
nostro massimo organo scientifico
pubblico, il dispositivo che sta
conquistando sempre più fumatori in
Italia e nel mondo esporrebbe lo stesso
al rischio di cancro. In un parere
consegnato a dicembre al Ministero della
salute e da allora secretato, i ricercatori
dell' Iss dicono che il riscaldamento del
tabacco da parte di Iqos libera
comunque sostanze cancerogene, anche
se in misura minore di una sigaretta
tradizionale. E lo affermano dopo aver esaminato con cura la documentazione
presentata dalla stessa multinazionale produttrice, che chiedeva l' autorizzazione a
pubblicizzare il suo prodotto come meno dannoso per la salute. Autorizzazione
negata dal Ministero dopo il parere degli esperti dell' Iss, i quali rimarcano anche il
fatto che la legge anti-fumo italiana non prevede alcun divieto utilizzare di Iqos al
chiuso in luoghi pubblici. Fatto che esporrebbe anche i non fumatori ai rischi del
fumo passivo, dato che, secondo il rapporto sul fumo presentato ieri proprio dall' Iss,
il 66% dei 600mila aficionados di Iqos non si fa scrupoli ad utilizzarla anche al
chiuso. Dove se c' è un divieto è infatti solo perché lo ha deciso il singolo esercente.
Il parere dell' Iss giace però ancora nei cassetti del Ministero. "Perché non definitivo
e contenente motivazioni che darebbero un vantaggio competitivo ai concorrenti",
sostengono alla Philip Morris. O forse perché Iqos in Europa si produce negli
stabilimenti di Bologna, dove lavorano 1.200 dipendenti e sui quali è stato investito
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro usoun miliardo di euro. A difesa del suo prodotto la stessa multinazionale americana
sbandiera però l' autorizzazione al commercio concessa dalla Food and Drug
Administration (Fda) statunitense il 30 aprile scorso, dopo due anni di attento
esame. Un via libera che la Fda motiva spiegando che «l' aerosol prodotto dal
sistema di riscaldamento del tabacco Iqos contiene meno sostanze chimiche
tossiche rispetto al fumo di sigaretta». Tanto da spingere la stessa Fda a definire il
dispositivo della Philips Morris «uno strumento adeguato ai fini della protezione
pubblica». Questo perché sostanze cancerogene come l' acroleina e il formaldeide
«sono inferiori rispettivamente dell' 89-95% e tra il 66 e i 91%», certifica l' Agenzia
americana. Che ha però sottoposto Iqos alle stesse restrizioni previste per le normali
sigarette, visto che i livelli di nicotina «sono vicini a quelli delle sigarette combuste».
Con tutto quel che ne consegue in termini di danni al sistema respiratorio e cardio-
circolatorio. Insomma, le tanto di moda Iqos ridurrebbero, pur senza escluderlo, il
rischio di cancro, esponendo cuore e polmoni agli stessi pericoli che corrono i
fumatori tradizionali. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 43
EAV: € 7.358
Lettori: 292.828
Argomento: Sanità nazionale
Bimbo morì per il latte nelle vene: un anno a medici e
caposala
LA SENTENZA Solo un piccolo sconto
sulla pena, ma ricostruzione confermata.
Anche per la Corte di appello due medici
e un caposala del San Giovanni
Addolorata cercarono di coprire l'
infermiera che iniettò per errore del latte
in vena invece della fisiologica al piccolo
Marcus de Vega, nato prematuro,
causandone, non volendo, la morte. La
condanna per i medici Sabrina Palamides
e Teresa Dell' Omo e il caposala Andrea
Ciani è stata ridotta a un anno di carcere
dall' anno e mezzo applicata in
abbreviato. I tre imputati, che hanno
sempre respinto le accuse, rispondevano
di favoreggiamento, frode processuale e
omissione di referto. Per altri due
coimputati, l' infermiera che ha confuso i
sondini e il direttore sanitario accusato
delle omissioni, è ancora aperto un
processo parallelo davanti ai giudici di
primo grado. Secondo l' accusa i medici
e l' infermiere, non solo hanno nascosto
alla madre del piccolo, una trentenne
filippina, la causa della morte, ma avrebbero cercato di trarre in inganno l' autorità
giudiziaria (che avrebbero dovuto informare) avviando la salma del neonato al
normale circuito per la cremazione impedendo in tal modo l' autopsia. I fatti
risalgono al giugno del 2012. Marcus era nato all' ospedale di Ostia al sesto mese di
gravidanza e pesava 750 grammi. Trasferito al San Giovanni aveva superato ormai
la fase critica e respirava da solo. L' infermiera però commise quell' errore fatale che
portò il piccolo alla morte dopo tre giorni. La madre, assistita dall' avvocato Massimo
Argirò, è parte civile. Ade. Pie. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 10
EAV: € 5.558
Lettori: 137.683
Argomento: Sanità nazionale
Boom di guarigioni dal cancro «In 8 anni cresciute del 30%»
Alessandro Malpelo
CHICAGO LE GUARIGIONI dal cancro in
Italia sono aumentate del 29% negli
ultimi 8 anni: erano 704.648 nel 2010,
sono diventati 909.514 nel 2018. La
speranza è di continuare a registrare
importanti passi avanti con la diagnosi
precoce grazie agli screening, i
miglioramenti a livello organizzativo (reti
oncologiche regionali), i progressi
diagnostici, l' evoluzione della chirurgia,
radioterapia, farmaci innovativi,
immunoterapici. LA SPESA per i farmaci
anticancro in Italia è passata da 3,3
miliardi di euro nel 2012 a più di 5 nel
2017. Per continuare a garantire a tutti
le terapie migliori, è necessario che
venga confermato il Fondo per i farmaci
oncologici innovativi, istituito nel 2016
per un triennio e pari a 500 milioni all'
anno. È l' appello degli specialisti dell'
Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) lanciato dal congresso dell'
American Society of Clinical Oncology (Asco) a Chicago. «Il Fondo è in scadenza a
fine anno, chiediamo alle Istituzioni il rinnovo di questa fonte di risorse dedicate
oppure provvedimenti che comunque permettano di poter trattare in maniera
adeguata i nostri pazienti - ha affermato Stefania Gori, presidente Nazionale Aiom -
un traguardo cui ha contributo anche l' innovazione, in particolare l' oncologia di
precisione. L' anno scorso, in Italia, sono stati diagnosticati 373.300 nuovi casi di
tumore. Il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi.
«L' aumento annuale del numero di neoplasie diagnosticate in molti casi richiede
terapie a lungo termine - ha aggiunto al congresso Giordano Beretta, responsabile di
Oncologia all' Humanitas Gavazzeni di Bergamo -. Per questo, oltre al rinnovo del
Fondo, devono essere implementate le reti oncologiche regionali attive soltanto in
Lombardia, Piemonte e Valle D' Aosta, Veneto, Toscana, Umbria, Liguria, Puglia,
Campania e nella Provincia autonoma di Trento. Devono inoltre essere abbreviati i
tempi di accesso alle nuove terapie. SONO QUASI 3,4 milioni i cittadini che vivono
dopo una diagnosi di cancro, in costante crescita. «La medicina di precisione
richiede di effettuare in maniera sempre più estesa test di profilazione genica, e
impone al Sistema Sanitario Nazionale l' esigenza di definire con chiarezza le regole
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro usodi accesso a questi esami. «In particolare, il test per conoscere lo stato mutazionale
dei geni BRCA dovrebbe essere effettuato, ad esempio, su tutte le pazienti con
tumore ovarico al momento della diagnosi - ha auspicato Saverio Cinieri, direttore
del Dipartimento di Oncologia medica e Breast Unit dell' Ospedale Perrino di Brindisi
-. È questa la via da seguire per definire le migliori strategie terapeutiche e iniziare il
percorso familiare che potrebbe permettere l' identificazione di persone sane con
mutazione BRCA, nelle quali impostare programmi di sorveglianza o di chirurgia per
la riduzione del rischio di sviluppare la neoplasia». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 6
EAV: € 38.253
Argomento: Sanità nazionale Lettori: 725.830
I giochi incrociati del rimpasto
Marco Galluzzo
ROMA Tutti ne parlano, ma nessuno lo
vuole veramente. In molti, troppi, anzi lo
temono. Il rimpasto Salvini lo ha chiesto
ma ha detto che non gli interessano le
poltrone: con quella che nel Movimento
descrivono come «furbizia
machiavellica», il leader della Lega ha
messo nel mirino tre ministri, Difesa,
Ambiente, Trasporti e Infrastrutture, ma
ha subito aggiunto che non è un
problema di poltrone. Lui non vuole più
potere, però serve evocarne l' esigenza.
Uno degli attori primari della questione,
ovvero il capo dello Stato, ha solo
lambito l' argomento con i suoi
interlocutori, prima con il presidente del
Consiglio Giuseppe Conte e poi con
Matteo Salvini, nel corso degli ultimi
incontri e ha fatto capire una cosa che
appare di buon senso: non mi parlate di
cambiare pedine del governo se prima
non vi chiarite le idee sulla legislatura,
sul programma economico, sul rapporto
con l' Unione europea, sulla ricomposizione di una crisi elettorale che non sembra
affatto terminata. Il terzo protagonista, Luigi Di Maio, sa benissimo che se tocca
anche una sola casella «rischia di crollare tutto: al massimo possiamo cambiare
qualche sottosegretario». Non sono pochi nel Movimento stesso a mettere nel mirino
alcuni ministri, Elisabetta Trenta, non particolarmente amata dalle strutture del
ministero che dirige, e Danilo Toninelli in particolare («è un magnifico sblocca-
cantieri», la frase ironia e lapidaria di Salvini). Due giorni fa il sottosegretario alla
Difesa Angelo Tofalo ha dettato alle agenzie un vero e proprio atto di guerra contro
la sua ministra, presunta colpevole di non tutelare sino a fondo i militari, i
programmi di investimenti in armamenti, il coordinamento del dicastero, l' azione di
un cabina di regia necessaria come in qualsiasi macchina complessa. Ma anche qui
la sola voce di un sottosegretario, ancorché pentastellato, non fa primavera: la
Trenta attualmente è ben salda al suo posto, almeno quanto è saldo il governo, che
per le prospettive di medio o lungo periodo viene dato con una tripla, 1 x o 2 più o
meno da tutti. Poi c' è la declinazione dell' argomento e qui la questione si fa ancora
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro usopiù complicata: perché a Palazzo Chigi sospettano che nel mirino di Salvini non ci sia
solo un rimpasto ma la voglia di prendere, o pretendere, per la Lega, almeno due
pedine, proprio la Difesa e le Infrastrutture. Sarebbe come egemonizzare l'
esecutivo, farne un sol boccone, e sarebbe sicuramente qualcosa che Di Maio non
potrebbe permettersi: è vero che i rapporti di forza sono cambiati, che l' inversione
dei consensi ha squilibrato tutto, ma lasciare campo aperto al vicepremier leghista
significherebbe l' inizio della fine. Semmai nel Movimento la sola ipotesi del rimpasto
viene collegata a un cambio minimale e in corsa: per esempio rafforzare la Salute
cambiando Giulia Grillo, o Sergio Costa (Ambiente), ma con un altro esponente dei 5
Stelle, non cedendo spazio alla Lega. E inoltre c' è da osservare che in cima alla lista
degli scontenti dei parlamentari ci sono proprio i ministri che ha evocato Salvini,
facendosi quasi interprete delle voglie altrui, come se volesse aprire un varco anche
nell' insofferenza della sponda avversaria. Ma in fondo il rimpasto in questo
momento è solo uno specchietto per le allodole: nel Movimento sono convinti che
Salvini stia solo cercando un pretesto per fare cadere il governo, con la pace fiscale
la flat tax o un altro argomento che nessuno può digerire. Per ora tutti stanno al
gioco, ma appunto di gioco, di strascico elettorale, si tratta, come quando ieri il
Movimento ha detto, senza crederci, ma pur di non litigare, che la flat tax si può fare
in deficit, che non c' è alcun problema, che l' idea del vicepremier leghista è molto
buona. Nemmeno per sogno: Salvini dixit, e Di Maio ha ordinato di stare al gioco, per
ora non vuole o non può sconfessarlo, ma non gli andrà dietro. Persino Conte si è
rassegnato in qualche modo a far passare qualche altro giorno per far sbollire la
situazione, se un vertice a tre dovrà essere, per chiarirsi e ripristinare la fiducia,
meglio che le scorie elettorali siano del tutto smaltite. Cosa che è ancora in corso.
Ha detto Conte che parlerà gli italiani, lunedì prossimo, c' è da aspettarsi un po' di
chiarezza in più.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 13
EAV: € 1.850
Lettori: 88.281
Argomento: Sanità nazionale
La Francia fa ricorso per far morire Vincent Lambert
Il governo francese ha presentato ricorso
in Cassazione, nel caso Vincent Lambert,
contro la decisione della Corte d' Appello
di Parigi di ordinare la ripresa del
trattamento del paziente tetraplegico, in
uno stato vegetativo da dieci anni. «Un
ricorso è stato depositato oggi alla fine
della mattinata alla Corte di Cassazione
a nome dei ministeri coinvolti», il
Ministero della Solidarietà e della Salute
e il Ministero degli Affari Esteri, come ha
fatto sapere il Ministero della salute. La
corte d' Appello di Parigi, sostenendo i
genitori di Lambert, aveva ordinato i 20
maggio scorso la riprese dall'
alimentazione e idratazione per
mantenere in vita l' uomo che oggi ha 42
anni, mentre i medici dello staff dell'
ospedale di Reims, dove è ricoverato,
avevano appena sospeso i trattamenti. I
giudici hanno ritenuto che lo Stato
francese dovesse «applicare le misure
provvisorie richieste dal Comitato
internazionale per i diritti delle persone con disabilità il 3 maggio 2019, per
mantenere il cibo e l' idratazione» di Vincent Lambert, al centro di una battaglia
legale. Per l' avvocato dei genitori di Lambert, Jerome Triomphe, «il prossimo passo
dovrà essere il trasferimento di Vincent in una unità specializzata, via da un
ospedale che ne ha voluto la morte ed è un vero inferno». riproduzione riservata.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 16
EAV: € 4.137
Lettori: 88.281
Argomento: Sanità nazionale
La musica entra in ospedale. E diventa terapia
Cristiana Lodi
Chi lo dice che negli ospedali debbano
entrare soltanto il bisturi, la flebo o le
medicine? Dov' è scritto che servano
solamente donatori di sangue, di un rene
o del midollo? Qualcuno ha mai udito che
nei reparti, magari in quelli che non si
vorrebbero nemmeno nominare perché
cominciano con la "O" di Oncologia, un
bel giorno possa irrompere il
pentagramma? La musica. Purché sia di
elevatissimo livello, ci mancherebbe.
Chiedetelo al dottore Maurizio Cantore,
cioè al primario della Oncologia del Carlo
Poma di Mantova, che pur di rendere
possibile la vita anche quando vivere
può diventare solo un miracolo, s' è
inventato di affiancare la musica alla
terapia. Insomma il dottore ha creato i
"Donatori di musica", ossia una batteria
di artisti: tenori, soprani, baritoni e
cantanti di musica leggera, pronti a
esibirsi dove si cura il tumore.
Pianoforte, violino, violoncello, chitarra,
sassofono e la voce nelle stanze dove ogni giorno vengono prescritte tac e biopsie
liquide. Si suona e si canta, oggi, dalle ore 10 in avanti. Ventisei artisti in concerto.
Partono da Mantova per esibirsi, nei giorni seguenti, in altre 15 oncologie italiane, in
due hospice e nella Chirurgia del pancreas di Verona. Tutto avviene con la
collaborazione della rassegna Trame Sonore diretta dal Maestro Carlo Fabiano che,
negli storici angoli della città dei Gonzaga, regala duecento concerti in cinque giorni.
Come nascono i Donatori di musica? «Esistono dal 2009» dice il presidente-dottore
Maurizio Cantore: «Cantano e suonano nelle diverse divisioni oncologiche: dal San
Camillo Forlanini di Roma agli ospedali di Bolzano, Brescia, Sondrio, Vicenza,
Conegliano Veneto, Saronno e Parma, per citarne alcuni. Hanno tenuto centinaia di
concerti». Vuol dire che migliaia di pigiami vengono riposti negli armadietti, almeno
per un giorno? «Ovvio, noi i malati li vogliamo col vestito elegante all' appuntamento
musicale. Le signore devono prima passare al trucco e al parrucco, e poi pazienza se
qualcuno dimentica di infilare le scarpe e arriva in ciabatte» commenta Cantore, che
tiene a ricordare come la musica «quando entra in reparto riesce a trasformarsi in
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro usouna medicina benefica. Ha un' azione immediata perché crea una relazione intima
con i malati, una specie di alleanza terapeutica che non li fa sentire soli,
continuando a fare effetto anche quando il sipario si abbassa». Tutto questo è
possibile, oggi a Mantova, anche grazie al direttore generale del Carlo Poma,
Raffaello Stradoni e alla direttrice sanitaria Consuelo Basili. Un malato grave, per
non morire, deve volere vivere o almeno sentirsi dire che non morirà «così noi
cerchiamo di risvegliare nei nostri ricoverati la curiosità e l' interesse provando ogni
tanto a togliere il pigiama e il camice bianco. Ma sia chiaro: non tutti possono
diventare Donatori di musica». In che senso? «Serve un talento che non si insegna
nei conservatori e non si apprende sul palcoscenico. Non basta essere professionisti
o avere un brillante curriculum: bisogna essere dotati di empatia. I nostri 150 artisti
iscritti all' associazione guidata dal direttore artistico Roberto Prosseda, lo sanno
bene. E se un musicista o un cantante teme o ha paura che alla fine dell' esibizione
qualcuno possa buttargli le braccia addosso, allora non fa per noi». Roberto
Prosseda, pianista noto per essere il massimo interprete di Felix Mendelssohn (e
anche il solo a tenere concerti con il pedal piano che ha riportato alla luce dopo un
secolo di oblìo) alla fine di ogni performance, dai suoi artisti, vuol sentirsi dire: «Non
ho mai suonato così bene in vita mia!». riproduzione riservata.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 22
EAV: € 12.588
Argomento: Sanità nazionale Lettori: 725.830
Nella Ue 4,5 milioni di bambini non vaccinati
Allarme morbillo Il numero di bambini e
ragazzi non vaccinati per il morbillo nell'
Unione europea, tra il 1999 e 2019, ha
raggiunto quota 4,5 milioni. Il trend negli
ultimi 20 anni è in aumento e sta
portando a nuove epidemie. Per il Centro
europeo per il controllo delle malattie
(Ecdc), dal 1 gennaio 2016 al 31 marzo
2019, in Ue ci sono stati 44.074 casi. Nel
2017, soltanto quattro Paesi dell' Unione
avevano raggiunto il 95% di copertura
vaccinale contro i 14 del 2007. Numeri
che fanno salire il rischio di contagio sia
per i neonati - troppo «vecchi» per
essere coperti dagli anticorpi materni ma
troppo piccoli per essere vaccinati - sia
per gli adulti. Se si guarda alla fascia d'
età, la più colpita nel 2018-2019 è stata
quella tra i 3 e i 31 anni, mentre nel
2009 era tra i 2-18. Un' altra
problematica registrata è che i contagi si
diffondono da un Paese all' altro all'
interno dell' Unione europea. Nel triennio
2016-2019, il 43% dei casi è stato «importato» da uno Stato membro con una
copertura bassa e in cui era in atto un' epidemia di morbillo.
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso01/06/2019 Pagina 10
EAV: € 6.523
Lettori: 137.683
Argomento: Sanità nazionale
Un italiano su dieci soffre di emicrania
Loredana Del Ninno
Ci si ammala già a 4 anni. Ma ora arriva
la molecola che dimezza gli attacchi
ROMA SIGMUND Freud, Marilyn Monroe e
Giulio Andreotti sono state alcune
vittime illustri. Attualmente in Europa
oltre 136 milioni di pazienti - una
persona su 10 in Italia - devono fare i
conti con l' emicrania, una patologia che
colpisce circa un miliardo di persone in
tutto il mondo e sembra prediligere le
donne, da 2 a 3 volte in più. A fare il
punto gli esperti intervenuti al 13esimo
congresso sul tema (European headache
federation congress), in programma in
questi giorni ad Atene. «Non si tratta di
un semplice mal di testa - ha
puntualizzato Messoud Ashina,
neurologo dell' Università di Copenaghen
-, ma di un dolore spesso accompagnato
da nausea, vomito, fotofobia, che ha
ripercussioni pesanti su studio e lavoro». UNA NUOVA molecola, che agisce
preventivamente sui neurotrasmettitori che inducono l' emicrania, sembra però farsi
strada: si tratta del fremanezumab, un anticorpo monoclonale. I risultati della
sperimentazione sono stati presentati in Grecia, dopo uno studio condotto per 12
settimane da cui è emersa - riferiscono gli esperti - «una riduzione significativa dei
giorni di emicrania mensili». Un ulteriore test a lungo termine ha dimostrato una
riduzione di oltre sei giorni al mese per i pazienti cronici ed episodici, con un
abbattimento maggiore del 50 per cento dei giorni di emicrania mensile in oltre il
60% dei pazienti, all' ultimo mese dello studio. L' Agenzia europea del farmaco
(Ema) ha accettato la domanda di Autorizzazione all' Immissione in Commercio per il
fremanezumab, che può essere iniettato dall' operatore sanitario o assunto
autonomamente dal paziente. L' EMICRANIA è un patologia che ha un grande
impatto sociale: un attacco può durare anche 72 ore. Stime recenti attestano che i
costi diretti e indiretti legati al fenomeno (visite, farmaci, giornate di lavoro perse) si
aggirano intorno ai 27 miliardi di euro. «Fa riflettere - prosegue Ashina - che sia più
diffusa dai 25 ai 35 anni, quando i pazienti sono nella fase più attiva della vita. E il
5-6 per cento ne soffre almeno una volta alla settimana. C' è chi si chiude in casa e
chi cerca comunque di lavorare ma la performance ne risente». Per sedare il dolore
Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro usoPuoi anche leggere