Media Monitoring per 03-06-2019 - Rassegna stampa del 01-06-2019 - Ruggi
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 31/05/2019 - WWW.ILMATTINO.IT Infarto al chirurgo, sos ospedale: «La burocrazia blocca i rinforzi» ....................................... 1 31/05/2019 - WWW.INFERMIERISTICAMENTE.IT Salerno. Carenza cronica di Infermieri nell'AOU Ruggi, NurSind proclama lo stato di agitazione .............................................................................................................................. 2 Sanità Salerno e provincia .............................................................................................................. 3 01/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Pronto soccorso, codice rosso Carenza di medici in servizio .................................................. 3 01/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Sos personale, sindacati in pressing sull'Asl .......................................................................... 4 01/06/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Vertice all'Asl, parla Francese «Nuovi medici al Santa Maria» ............................................... 6 Sanità Campania ............................................................................................................................... 7 01/06/2019 - IL ROMA "Tavi è Vita", progetto in collaborazione con la società di cardiologia italiana ...................... 7 01/06/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) Autismo e terapie, Faba: «L' Asl apra al dialogo e applichi la sentenza» ............................... 8 01/06/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) «Rummo» nel caos arriva altro addio: Pagliafora si dimette ................................................ 10 01/06/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Invasione di api paura e polemiche all' ospedale ................................................................. 12 01/06/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) La sanità Diabete, le associazioni: " Esclusi da tavoli tecnici" ............................................. 14 01/06/2019 - IL MATTINO Salvini: alla Regione un nostro candidato per battere De Luca ............................................ 15 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 17 01/06/2019 - LA STAMPA "La sigaretta a tabacco riscaldato non riduce il rischio del tumore" .................................... 17 01/06/2019 - IL MESSAGGERO Bimbo morì per il latte nelle vene: un anno a medici e caposala ......................................... 19 01/06/2019 - IL GIORNO Boom di guarigioni dal cancro «In 8 anni cresciute del 30%» ............................................... 20 01/06/2019 - CORRIERE DELLA SERA I giochi incrociati del rimpasto ............................................................................................. 22 01/06/2019 - LIBERO La Francia fa ricorso per far morire Vincent Lambert .......................................................... 24 01/06/2019 - LIBERO La musica entra in ospedale. E diventa terapia ................................................................... 25 01/06/2019 - CORRIERE DELLA SERA Nella Ue 4,5 milioni di bambini non vaccinati ....................................................................... 27 01/06/2019 - IL GIORNO Un italiano su dieci soffre di emicrania ................................................................................ 28
31/05/2019 EAV: € 2.631 Lettori: 176.667 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Infarto al chirurgo, sos ospedale: «La burocrazia blocca i rinforzi» CAVA DE' TIRRENI - «Siamo in una situazione di emergenza, ma dalla direzione abbiamo avuto ampie garanzie. È la burocrazia ad allungare i tempi per le soluzioni che ci sono già state comunicate». Dopo l’sos lanciato dai chirurghi del Santa Maria dell’Olmo, scossi per le sorti di un collega, colto da infarto mentre era in servizio, a intervenire sull’organico carente è Gaetano Biondino, sindacalista della Cisl nonché coordinatore dell’area chirurgica. Da sempre in prima linea nelle battaglie che, negli ultimi anni, hanno interessato il presidio cavese, spiega i retroscena di una questione, la carenza di medici, drammaticamente urgente dopo il malore, accusato dal chirurgo mentre era a lavoro. «La carenza di personale è una realtà, ma nei giorni scorsi abbiamo avuto un incontro con il direttore sanitario, il manager del Ruggi D’Aragona, il sindaco Servalli ed alcuni medici. Dalle parole si è passati ai fatti. Hanno fatto rientrare prima un chirurgo che doveva ritornare a Cava dal primo giugno (è rientrato dal 25 maggio). Ma non solo». Biondino continua a spiegare: «Il direttore sanitario ha rassicurato i medici e il sindaco che saranno sbloccati gli avvisi pubblici. Purtroppo le soluzioni ci sono, ma la burocrazia allunga i tempi». Parole che confermano le dichiarazioni del sindaco, che ha sottolineato l’intenzione dei manager del Ruggi di potenziare il presidio cavese, sia da un punto di vista strutturale che sull’ incremento del personale. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
31/05/2019 infermieristicamente.it EAV: € 472 Lettori: 1.833 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Link alla pagina web Salerno. Carenza cronica di Infermieri nell'AOU Ruggi, NurSind proclama lo stato di agitazione Il NurSind guidato a Salerno dal segretario Biagio Tomasco, ha annunciato lo stato di agitazione del personale dipendente dell’Azienda Sanitaria Ruggi D’Aragona. “Su mandato ricevuto durante l’assemblea dei lavoratori chiediamo l’attivazione della procedura di conciliazione dinanzi al Prefetto di Salerno”.“Nel corso dell’assemblea dei lavoratori – spiega il segretario territoriale Biagio Tomasco, attraverso una nota inviata al Prefetto di Salerno ed al Manager dell'AOU Ruggi – sono scaturite varie istanze rispetto a problematiche che minano l’integrità psico fisica dei lavoratori dell’AOU Ruggi, che sinteticamente si riassumono in: carenza di infermieri e Oss, deficit strutturali, demansionamento strisciante degli infermieri, mancata attivazione del concorso per infermieri e oss, mancata attivazione della procedura di affidamento di incarichi di funzione, mancata concertazione sull’utilizzo dei fondi contrattuali, ricorso incontrollato a lavoro straordinario in spregio alla legge 161/2014, problematica del “Progetto sangue”, mancata applicazione del regolamento di pronta disponibilità, personale impiegato in mansioni diverse da quelle di appartenenza, mancata attuazione del cronoprogramma dell’atto aziendale 2017, mancata attuazione Por Campania, proventi alpi e studi clinici non fatti confluire sul fondo produttività, mancanza di supporto tecnico h 24 in tutte le struture, problematica rischio radiologico, problematica percorso reperti anatomici da inviare in laboratorio, permanenza dell’affiancamento del personale tecnico alla ditta affidataria, mancata applicazione di nuovi istituti contrattuali. Considerato tutto questo – continuano dal NurSind –, nonostante la buona volontà dimostrata dal Direttore Generale dell’AOU S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, che ha inteso incontrare per ben due volte una nostra delegazione, non potendo ritenerci soddisfatti dalle azioni poste in essere dal management aziendale, dichiariamo lo stato di agitazione del personale ospedaliero, preannunciando fin da ora che se non si addiverrà ad una rapida composizione dello stesso, si ricorrerà senza indugio ad approntare forme di lotta idonee e più incisive Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 23 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Pronto soccorso, codice rosso Carenza di medici in servizio Mariateresa Conte BUCCINO Aumentano le richieste di aiuto al servizio di emergenza 118 e gli accessi al pronto soccorso, ma solo il 10% dei pazienti è da codice rosso. Basti pensare, infatti, che dalla sede Saut del 118 situata a Buccino nel solo mese di maggio le ambulanze, con a bordo medici, sanitari e volontari, hanno effettuato 33 interventi con chiamata da codice rosso che indica la presenza di pazienti gravemente feriti. Ma i sanitari, una volta giunti sul posto e accertate le condizioni dei pazienti, hanno verificato che solo il 10% per cento di quei codici si sono rivelati rossi, mentre gli altri erano gialli e verdi. Stessa situazione negli interventi del 118 sul territorio del Sele e Tanagro, effettuati da gennaio a maggio, che ammontano a 600. Con cause individuabili a partire dal sovraffollamento numerico dei pazienti assegnati ad ogni medico di base che, in alcuni territori, come l'Alto Sele, sono addirittura carenti. A tanto si aggiungono le liste d'attesa per poter effettuare delle visite mediche specialistiche presso le strutture pubbliche, tanto da spingere molti pazienti a chiamare il 118 o a recarsi presso il pronto soccorso dell'ospedale più vicino, anche per cose banali. È il caso dei medici impegnati al pronto soccorso dell'ospedale di Oliveto Citra e dei sanitari dei Saut del 118 di Oliveto Citra e Buccino. In tutti e tre i casi infatti, il personale medico, per poter lavorare in condizioni ottimali, cioè 24 ore al giorno per 365 giorni l'anno, dovrebbe contare sulla presenza di 18 unità. Mentre ad oggi il personale è carente, potendo contare su solo dieci medici (di cui due assunti con contratto a tempo determinato) che coprono tutte le turnazioni con notevoli sforzi e sacrifici. Insomma, un sistema sanitario che presenta notevoli difficoltà ma che è impegnato a rispondere alle esigenze dei cittadini grazie al sacrificio di tanti medici in prima linea nelle emergenze. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 17 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Sos personale, sindacati in pressing sull'Asl Personale ridotto al lumicino all'ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, sindacati nuovamente sul piede di guerra. Mario Polichetti della Fials Salerno chiede «nuove assunzioni per evitare la paralisi estiva ». I tagli di posti letto e gli accorpamenti sembrano essere dietro l'angolo, alcuni reparti sono stati rivisti anche durante l'inverso, figurarsi con l'arrivo delle vacanze. «Le notizie di disservizi dall'Umberto I - afferma il segretario provinciale della Fials Salerno - ormai non si contano più. L'impegno della politica è ammirevole ma serve altro. Non si può rimanere in silenzio davanti ai reali livelli essenziali di assistenza che può garantire la struttura nocerina. Serve un ospedale in grado di poter curare davvero chi ci arriva. Ecco perché, dal 1 luglio al 31 agosto, sarebbe auspicabile il potenziamento di una rete ospedaliera che ora è veramente carente». Un discorso che Polichetti vorrebbe affrontare con la comunità del comprensorio, in particolare con i rappresentanti dei Comuni che afferiscono alla struttura di viale San Francesco. Un'area sempre più vasta e varia che va dall'hinterland napoletano e vesuviano fino alla Valle dell'Irno, passando per l'Agro nocerino sarnese. «Come dirigente sindacale - dichiara Polichetti - sono pronto a mettere la mia professionalità al servizio dei sindaci del territorio. Questa non è una battaglia di pochi o che ha colori politici, ma lo deve essere di tutti. Credo sia ineccepibile che una zona così importante debba essere trascurata sul fronte di quello che resta un servizio indispensabile e un diritto garantito dalla Costituzione. Nessuna polemica con il commissario dell'Asl Salerno, Mario Iervolino, ma ben venga un confronto su un ospedale che non può essere il fantasma di sé stesso». A proposito di personale, ritorna a tenere banco la vicenda delle ostetriche. A sollevare nuovamente il velo sull'assunzione di personale interinale, mentre la graduatoria della mobilità è ferma al palo, è il Nursind. «Spiace dover constatare che non si sia dato seguito a quanto esplicitamente concordato, ovvero la pubblicazione della graduatoria delle 147 ostetriche che avevano prodotto istanza di mobilità. Tanto non solo risulta essere non più tollerabile - scrive in una lettera ai vertici aziendali Biagio Tomasco, segretario territoriale del sindacato di categoria ma anche e soprattutto in virtù del fatto che erano giunte rassicurazioni circa la formulazione della graduatoria nel tempo massimo di 15 giorni. Ne sono passati 50 e tutto è fermo ». Il sindacalista del Nursind critica nuovamente il ricorso al lavoro interinale, definendolo «anacronistico ed inefficace », ma anche in barba a Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
quanto disposto dal presidente Vincenzo De Luca che «invitava a reclutare nuovo personale con metodi diversi da quelli del lavoro interinale». Tomasco analizza il ruolo delle ostetriche e delle infermiere nei reparti di ostetricia e ginecologia e, «essendo state disattese tutte le promesse di redigere in tempi rapidi la graduatoria di mobilità », ne chiede «l'immediata pubblicazione e la conseguente immissione in ruolo dei vincitori ». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 20 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Vertice all'Asl, parla Francese «Nuovi medici al Santa Maria» Sul tavolo degli uffici dell'Asl di Salerno, dove la sindaca di Battipaglia, Cecilia Francese , ha incontrato il commissario straordinario dell'Azienda sanitaria, Mario Iervolino , ci sono i progetti che mirano al potenziamento dell'ospedale cittadino, il Santa Maria della Speranza. «È in dirittura d'arrivo», annunciano dal Comune con una nota stampa. La prima buona notizia è che i medici d'urgenza ed i cardiologi «arriveranno anche nel nostro ospedale - come fa sapere la Francese - e questo permetterà la possibilità di incrementare e potenziare il servizio di pronto soccorso, che soprattutto in estate, versa in notevole difficoltà per l'alto accesso di ricoveri in urgenza». E poi si è parlato della necessità di avviare dei lavori di rifacimento della sala d'attesa della struttura di via Fiorignano. «Presto - aggiunge Francese - arriveranno comunque nuovi infermieri, oltre alle già previste figure Oss, visto che è stata affidata all'agenzia Inatz la procedura di selezione per titoli per infermieri e medici da utilizzare nell'Asl Salerno e, quindi, anche presso la nostra struttura ospedaliera ». Contratti a tempo determinato. La Francese annuncia di tutto, pure «il potenziamento del servizio di gastroscopia », ma »bisogna aspettare i tempi non sempre celeri di espletamento della gara per l'acquisto di una nuova colonna di gastroscopia e colonscopia». E ringrazia Iervolino: «Potenzierà Pneumologia assegnando al reparto due specialisti, e non è abbandonata la possibilità di un'unità di Pneumologia interventistica all'ultimo piano». (c.l.) Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 13 EAV: € 659 Lettori: 29.750 Argomento: Sanità Campania "Tavi è Vita", progetto in collaborazione con la società di cardiologia italiana NAPOLI. Lunedì alle ore 11.30 presso l' Ordine provinciali dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, ci sarà la presentazione del progetto "Tavi è Vita", ideato e realizzato da Gise (Società Italiana di Cardiologia Interventistica) in collaborazione con Sic (Società Italiana di Cardiologia) e Sicch (Società Italiana di Chirurgia Cardiaca). Le iniziative previste a livello regionale: sensibilizzare le istituzioni, la comunità medico - scientifica e l' opinione pubblica sul tema della stenosi aortica e in particolare della Tavi (Transcatheter Aortic Valve Implantation), una procedura salvavita sottoutilizzata a bassa invasività. Partecipano Giuseppe Tarantini (Presidente Gise, Giovanni Esposito (professore Ordinario di Cardiologia e Direttore Cardiologia Interventistica e Strutturale Università Federico II di Napoli, Gise), Enrico Coscioni (primario Divisione di cardiochirurgia Ospedale Ruggi d' Aragona di Salerno, Sicch), Silvestro Scotti (presidente Ordine dei Medici e Odontoiatri di Napoli e provincia, Mmg), Ciro Mauro (primario Cardiologia Ospedale Cardarelli di Napoli, Gise), Marco Arosio (Quantitative Area Responsible di Doxapharma). Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 22 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 4.636 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Autismo e terapie, Faba: «L' Asl apra al dialogo e applichi la sentenza» L' APPELLO Le famiglie dei bambini autistici dell' associazione Faba, assistiti da Francesco Romano, loro rappresentante legale, ieri nel corso dell' incontro con gli organi di stampa a palazzo Mosti, al quale hanno partecipato anche il consigliere alle Pari Opportunità, Patrizia Callaro e la presidente della Consulta delle donne, Sara Furno, hanno chiesto un confronto urgente con il direttore generale dell' Asl, Franklin Picker, per trovare un punto di intesa sulla vicenda delle terapie indirette per i loro figli. L' OBIETTIVO «La nostra speranza ha commentato la presidente Faba, Elena Pinto è che i nostri bambini riprendano le terapie al più presto possibile, con i terapisti di sempre». La richiesta nasce dal fatto che l' Asl non ha ancora dato nessun segnale di voler applicare la sentenza del giudice del Lavoro del Tribunale di Benevento, Angela Ilaria Cassinari, che ha accolto il ricorso inoltrato dai genitori dei 27 bambini con disturbi dello spettro autistico contro l' azienda sanitaria, prescrivendo di ripristinare le terapie in modalità indiretta, precedentemente sospese in osservanza a una circolare regionale, che aveva disposto l' erogazione dei trattamenti Aba, esclusivamente con modalità diretta e la conseguente interruzione dei trattamenti indiretti effettuati presso i centri accreditati. Ma la richiesta nasce anche dal timore che l' azienda sanitaria possa presentare opposizione alla sentenza del giudice del Lavoro. L' Asl si era infatti già costituita in giudizio, rappresentando che aveva approvato un elenco di professionisti autorizzati all' erogazione di interventi educativi e abilitativi ai soggetti con disturbo dello spettro autistico in gestione diretta, formato da 27 figure in grado di garantire il servizio sul territorio, e aveva chiesto il rigetto del ricorso. Il giudice ne ha invece disposto l' accoglimento, perché la tutela della salute come diritto fondamentale dell' individuo deve essere Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
garantita nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana, attraverso il servizio sanitario nazionale. Le prestazioni sanitarie incluse nei livelli essenziali di assistenza sono garantite dal servizio sanitari nazionale, a titolo gratuito o con partecipazione alla spesa, nelle forme e secondo le modalità previste dalla legislazione vigente. IL LEGALE «La sentenza ha spiegato l' avvocato Romano è di fondamentale importanza perché ha ripristinato il diritto al trattamento sanitario. A questo punto è necessario che l' Asl stabilisca un punto di contatto con le famiglie, perché è importante che questi 27 bambini ricevano un trattamento terapeutico senza alcuna interruzione traumatica per loro e che il passaggio dalla modalità indiretta a quella diretta avvenga in continuità terapeutica». Tuttavia, l' auspicio di tutti è che sia avviato finalmente un discorso costruttivo tra l' Asl e le famiglie dei bambini, allo scopo di garantire percorsi terapeutici validi e in grado di non creare difficoltà ai piccoli pazienti, estremamente sensibili ai cambiamenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 22 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 3.938 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania «Rummo» nel caos arriva altro addio: Pagliafora si dimette Luella De Ciampis L' OSPEDALE Dopo mesi di polemiche e di richieste di dimissioni da parte delle istituzioni e della politica, che ha incalzato per ottenere la rimozione di Renato Pizzuti, direttore generale, e di Alberto Pagliafora, direttore amministrativo, dell' azienda ospedaliera San Pio, ieri mattina Pagliafora ha rassegnato le dimissioni a poco più di tre mesi dalla scadenza dell' incarico assegnatogli dal direttore generale il 3 ottobre 2017. Per quanto le fonti ufficiali riferiscano che Pagliafora, classe 1962, abbia deciso di lasciare il Rummo «per motivi urgenti e personali», una defezione così repentina suscita qualche perplessità. Prima della nomina a Benevento insieme al direttore sanitario, Mario Iervolino (ora commissario all' Asl di Salerno), era stato direttore amministrativo presso l' Asl di Foggia, da cui, quasi allo scadere dei termini, a giugno 2015 aveva rassegnato le dimissioni. Il direttore amministrativo ha dunque lasciato l' azienda ospedaliera, in pieno accordo con il direttore generale, per motivi strettamente personali, legati anche alla necessità di far ritorno nella sua terra di origine, da cui era costretto a spostarsi quotidianamente. I RUMORS Di contro, i rumors che da alcuni giorni, in particolare negli ultimi due, si stavano rincorrendo in ospedale, raccontano una storia diversa, che fa riferimento a divergenze sorte con la direzione strategica. Nessuna dichiarazione in merito dal diretto interessato che, mercoledì, non aveva escluso la possibilità di lasciare l' azienda ospedaliera per motivi privati, senza però dare conferma della notizia delle dimissioni che già circolava nell' ambiente. LA SMENTITA Intanto, l' ipotesi di dissidi interni è stata categoricamente smentita da Pizzuti: «Sono molto dispiaciuto - dice - di quanto è accaduto, ma è stata una decisione concordata, nata da esigenze strettamente personali. Le dimissioni di Pagliafora rappresentano una perdita per l' intera struttura, perché molte scelte in ambito sanitario passano per il comparto amministrativo. Gli sono molto grato per il lavoro che ha svolto al Rummo in questi Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
anni, consapevole di aver perso un collaboratore leale, efficiente, sincero e competente, con il quale resta salvo il rapporto di amicizia che si è instaurato in questi anni, che mi consentirà di continuare a incontrarlo e a frequentarlo, come del reste accade ciclicamente con Iervolino. Per l' aspetto meramente gestionale, si renderà necessario procedere alle valutazioni del caso nei prossimi giorni». E infatti, spetterà al digì procedere alla nomina di un nuovo direttore amministrativo. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 28 EAV: € 4.172 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Invasione di api paura e polemiche all' ospedale MADDALONI Gabriella Cuoco Mai si era verificata una cosa simile. Una vera e propria invasione di api ha messo in subbuglio, giovedì, l' ospedale Civile di Maddaloni mandando in tilt anche i degenti dell' intera struttura. I piccoli invasori sono stati ritrovati stecchiti dal personale medico sul pavimento e sul davanzale interno del deposito degli ambulatori (reparto di allergologia) al primo piano della struttura di via Libertà. A quanto pare, lo sciame di api si è intrufolato all' interno attraverso un buco di una zanzariera e ancor prima ha attraversato le tubazioni dell' impianto di condizionamento dell' aria. Immediatamente, senza perdere nemmeno un attimo di tempo, la direzione sanitaria ha allertato i vigili del fuoco del distaccamento di Caserta che, giunti sul posto, non hanno potuto fare altro che contattare un apicolture, che ha provveduto nel giro di qualche ora alla rimozione delle api prima all' interno della struttura e, dopo, dell' alveare, che si trovava nelle tubazioni esterne. Le api ritrovate all' interno, morte dopo aver vagato a vuoto e forse anche per diverse ore all' interno della stanza, sono state poi raccolte e messe in un apposito contenitore che lo stesso apicolture ha provveduto a smaltire. Il direttore sanitario Rino De Lucia Sposito ha, poi, dato mandato alla ditta che si occupa della pulizia interna del nosocomio calatino di bonificare e sanificare tutti i locali al primo piano. La notizia ha subito fatto il giro città e mandato in tilt soprattutto gli ammalati e le loro famiglie, alcune delle quali preoccupate per la vicenda e per le conseguenze. Ieri pomeriggio, dopo diverse segnalazioni, l' onorevole Antonio Del Monaco, esponente del M5s, ha effettuato un sopralluogo nella struttura sanitaria per cercare di capire cosa fosse davvero accaduto e, soprattutto, se la situazione fosse rientrata. «Nell' apprendere la notizia dice Del Monaco mi sono preoccupato. Ho pensato di far visita alla struttura per constatare con i miei occhi quale fosse lo stato dei fatti, avendo però contattato telefonicamente prima il direttore sanitario, assente per lavoro. I Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
locali al primo piano, ieri pomeriggio erano stati già sanificati e cioè già passati a pulitura dagli addetti ai lavori. Addirittura, tutti i cartoni ammucchiati all' interno del deposito, sono stati poi gettati. Ho chiesto al direttore di effettuare lavori di ripristino alla zanzariera e di tenere chiuse le finestre, almeno fino a quando non sarà risolto il problema. Mi ha tranquillizzato informandomi che, nei prossimi giorni, provvederà a dar mandato di pulizia a tutte le tubazioni degli impianti di climatizzazione, in quanto è possibile che all' interno di altri tubi, anche in piani diversi, si siano annidati altri sciami». E, mentre in ospedale «la paura ha fatto novanta», a Maddaloni c' è stato qualcuno che ha tentato la sorte giocandosi i numeri al lotto. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 7 EAV: € 9.988 Lettori: 546.032 Argomento: Sanità Campania La sanità Diabete, le associazioni: " Esclusi da tavoli tecnici" SoS dei rappresentanti dei pazienti diabetici della Campania: chiedono di essere presenti nei "tavoli tecnici" dei Pdta (Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali), nelle commissioni, nei gruppi di lavoro regionali ed aziendali di Asl, Aziende ospedaliere ed in altri istituti di sanità pubblica, contesti dai quali verrebbero di fatto esclusi - anche quando si trattano problemi riguardanti la patologia e malgrado norme e regolamenti indichino un' attiva partecipazione dei rappresentanti - dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto 32 del 25 marzo scorso che parla di "sola condivisione con i rappresentanti dei pazienti di percorsi già costruiti". É quanto afferma Fabiana Anastasio, consigliere nazionale Fand- Associazione nazionale diabetici, presidente del Coordinamento delle associazioni di pazienti diabetici della Campania, componente della Commissione diabetologica regionale secondo la quale "i pazienti rischiano di divenire solo spettatori". Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 22 EAV: € 6.432 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Salvini: alla Regione un nostro candidato per battere De Luca LA VISITA Adolfo Pappalardo dal nostro inviato AVERSA. Più che ai ballottaggi il pensiero vira già sulle prossime Regionali. «Mi sembra evidente che saremo in campo, non vedo l' ora di essere messo alla prova. Dobbiamo liberare la Campania da De Luca che ne ha fatte di cotte e di crude», dice sicuro Matteo Salvini. E aggiunge: «Ma non mi fate fare nomi». È la risposta del segretario della Lega alla domanda diretta di un candidato proprio. Ed è già un fendente alle ambizioni di Forza Italia da parte di chi ha portato la Lega quasi al 20 per cento, facendolo diventare il secondo partito in Campania alle ultime Europee. Dopo, solo dopo, il vicepremier si concentra sulla mission del tour di ieri pomeriggio: sostenere la volata dei due candidati sindaci di Aversa e Casoria. Due vittorie giudicate a portata di mano il prossimo 9 giugno e che cambierebbero la prospettiva della Lega in questa regione: non più un partito ai margini ma al centro del palco della politica. Scalciando nell' angolo gli alleati di Forza Italia. AVERSA Nella cittadina aversana la sfida è tra Golia. Da un lato Gianluca, Golia, appunto; dall' altro il democrat Alfonso, sempre Golia. Con il primo costretto a inseguire il secondo per recuperare 7 punti percentuali. Non un' impresa impossibile se, nel centro della piana aversana, al primo turno Lega e Forza Italia sono andati separati. E qui ad Aversa la piazza del comizio, dove si affaccia proprio il circolo Pd, è invasa dai militanti. Niente lenzuola sui balconi e solo qualche fischio isolato che Salvini, sempre dal palco, mette a tacere con una battuta. A favore di militanti e telecamere tutto il gruppo dirigente leghista al completo: oltre al candidato sindaco, la sottosegretaria Pina Castiello, il deputato Gianluca Cantalamessa e Lucia Vuolo, fresca europarlamentare. Il guanto di sfida al governatore De Luca, che l' altro ieri parlava di un successo effimero della Lega alle Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Europee, lo lancia direttamente un Salvini galvanizzato dalle percentuali campane. «È ovvio che ci sarà la Lega. Ma non fatemi fare nomi», puntualizza il vicepremier che aggiunge: «Guardiamo ai progetti, sulla sanità sono stati fatti tanti, troppi errori, troppi tagli sulle infrastrutture. E, ancora, sui rifiuti e sull' assegnazione delle case popolari. Non vedo l' ora di essere messo alla prova anche in regione Campania e sopratutto grazie all' autonomia che fa bene proprio al Sud. La politica sinora ha coperto i propri errori dicendo che era colpa di altri». E giù sulla campagna elettorale appena chiusa: «Avevamo contro tutti, i sindacati e anche qualche cardinale come il vescovo di Mazara del Vallo, ha detto chi vota Lega non è cristiano. Tutta gente che stava zitta quando toglievano i crocifissi dalle scuole o cancellavano il presepe, il Natale e Gesù bambino». Poi i suoi cavalli di battaglia. A cominciare dalla flat tax ma anche un assaggio della campagna per le prossime Regionali. «Visto che ci sono le elezioni in Campania l' anno prossimo, mi piacerebbe che ci fosse una legge anche qui, come in Lombardia, che dà - aggiunge - un contributo di 400 euro al mese alle mamme e ai papà separati o divorziati con figli a carico che non riescono ad arrivare a fine mese». CASORIA Dopo Aversa e il rito dei selfie con i fan che dura più di un' ora, si dirige nella vicina Casoria. Qui Angela Russo, candidata di Lega e centrodestra, spera nel colpaccio contro una sinistra che si è spaccata in due candidati tra Pd e deluchiani. E qui qualche contestazione c' è. Dagli striscioni alle urla di alcuni militanti («la sinistra offre solo insulti»). Sarà per questo che il vicepremier inizia a contrattaccare. Contro De Luca ma anche menando sciabolate agli alleati grillini. «C' è da liberare la Campania dal signor De Luca, che ne ha fatte di cotte e di crude, ci sono da riaprire gli ospedali chiusi da lui e liberare le strade dai rifiuti. Forse perché la camorra guadagna dalla pessima gestione dei rifiuti?», si domanda ironico dal palco prima di continuare contro il governatore: «La gestione di De Luca sta facendo tanti danni sulla sanità, sull' ambiente, sulle infrastrutture. Ma me interessa che i campani possano scegliere un' alternativa ai chiacchieroni del Pd». In mezzo il caso Whirlpool e il rischio di licenziamento per 430 operai: «Mi auguro che l' amico Luigi Di Maio faccia valere gli impegni firmati. Conto che il governo faccia mantenere gli impegni a chi vorrebbe licenziare dopo aver preso soldi». Ma ci sono anche proiettili contro i grillini: «Mentre gli altri votavano su Rousseau questa settimana io ero al ministero...». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 15 EAV: € 18.380 Lettori: 418.324 Argomento: Sanità nazionale "La sigaretta a tabacco riscaldato non riduce il rischio del tumore" L' Istituto superiore della Sanità impedisce alla Philip Morris di pubblicizzare la sua Iqos come meno dannosa «Costruire un futuro senza fumo costruendo prodotti alternativi a potenziale rischio ridotto», si legge a chiare lettere nel sito che pubblicizza Iqos, la sigaretta elettronica della Philip Morris che usa vero tabacco e che scaldando senza bruciare produce fumo anziché il vapore delle più vecchie e-cig. Ma per l' Istituto superiore di sanità, il nostro massimo organo scientifico pubblico, il dispositivo che sta conquistando sempre più fumatori in Italia e nel mondo esporrebbe lo stesso al rischio di cancro. In un parere consegnato a dicembre al Ministero della salute e da allora secretato, i ricercatori dell' Iss dicono che il riscaldamento del tabacco da parte di Iqos libera comunque sostanze cancerogene, anche se in misura minore di una sigaretta tradizionale. E lo affermano dopo aver esaminato con cura la documentazione presentata dalla stessa multinazionale produttrice, che chiedeva l' autorizzazione a pubblicizzare il suo prodotto come meno dannoso per la salute. Autorizzazione negata dal Ministero dopo il parere degli esperti dell' Iss, i quali rimarcano anche il fatto che la legge anti-fumo italiana non prevede alcun divieto utilizzare di Iqos al chiuso in luoghi pubblici. Fatto che esporrebbe anche i non fumatori ai rischi del fumo passivo, dato che, secondo il rapporto sul fumo presentato ieri proprio dall' Iss, il 66% dei 600mila aficionados di Iqos non si fa scrupoli ad utilizzarla anche al chiuso. Dove se c' è un divieto è infatti solo perché lo ha deciso il singolo esercente. Il parere dell' Iss giace però ancora nei cassetti del Ministero. "Perché non definitivo e contenente motivazioni che darebbero un vantaggio competitivo ai concorrenti", sostengono alla Philip Morris. O forse perché Iqos in Europa si produce negli stabilimenti di Bologna, dove lavorano 1.200 dipendenti e sui quali è stato investito Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
un miliardo di euro. A difesa del suo prodotto la stessa multinazionale americana sbandiera però l' autorizzazione al commercio concessa dalla Food and Drug Administration (Fda) statunitense il 30 aprile scorso, dopo due anni di attento esame. Un via libera che la Fda motiva spiegando che «l' aerosol prodotto dal sistema di riscaldamento del tabacco Iqos contiene meno sostanze chimiche tossiche rispetto al fumo di sigaretta». Tanto da spingere la stessa Fda a definire il dispositivo della Philips Morris «uno strumento adeguato ai fini della protezione pubblica». Questo perché sostanze cancerogene come l' acroleina e il formaldeide «sono inferiori rispettivamente dell' 89-95% e tra il 66 e i 91%», certifica l' Agenzia americana. Che ha però sottoposto Iqos alle stesse restrizioni previste per le normali sigarette, visto che i livelli di nicotina «sono vicini a quelli delle sigarette combuste». Con tutto quel che ne consegue in termini di danni al sistema respiratorio e cardio- circolatorio. Insomma, le tanto di moda Iqos ridurrebbero, pur senza escluderlo, il rischio di cancro, esponendo cuore e polmoni agli stessi pericoli che corrono i fumatori tradizionali. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 43 EAV: € 7.358 Lettori: 292.828 Argomento: Sanità nazionale Bimbo morì per il latte nelle vene: un anno a medici e caposala LA SENTENZA Solo un piccolo sconto sulla pena, ma ricostruzione confermata. Anche per la Corte di appello due medici e un caposala del San Giovanni Addolorata cercarono di coprire l' infermiera che iniettò per errore del latte in vena invece della fisiologica al piccolo Marcus de Vega, nato prematuro, causandone, non volendo, la morte. La condanna per i medici Sabrina Palamides e Teresa Dell' Omo e il caposala Andrea Ciani è stata ridotta a un anno di carcere dall' anno e mezzo applicata in abbreviato. I tre imputati, che hanno sempre respinto le accuse, rispondevano di favoreggiamento, frode processuale e omissione di referto. Per altri due coimputati, l' infermiera che ha confuso i sondini e il direttore sanitario accusato delle omissioni, è ancora aperto un processo parallelo davanti ai giudici di primo grado. Secondo l' accusa i medici e l' infermiere, non solo hanno nascosto alla madre del piccolo, una trentenne filippina, la causa della morte, ma avrebbero cercato di trarre in inganno l' autorità giudiziaria (che avrebbero dovuto informare) avviando la salma del neonato al normale circuito per la cremazione impedendo in tal modo l' autopsia. I fatti risalgono al giugno del 2012. Marcus era nato all' ospedale di Ostia al sesto mese di gravidanza e pesava 750 grammi. Trasferito al San Giovanni aveva superato ormai la fase critica e respirava da solo. L' infermiera però commise quell' errore fatale che portò il piccolo alla morte dopo tre giorni. La madre, assistita dall' avvocato Massimo Argirò, è parte civile. Ade. Pie. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 10 EAV: € 5.558 Lettori: 137.683 Argomento: Sanità nazionale Boom di guarigioni dal cancro «In 8 anni cresciute del 30%» Alessandro Malpelo CHICAGO LE GUARIGIONI dal cancro in Italia sono aumentate del 29% negli ultimi 8 anni: erano 704.648 nel 2010, sono diventati 909.514 nel 2018. La speranza è di continuare a registrare importanti passi avanti con la diagnosi precoce grazie agli screening, i miglioramenti a livello organizzativo (reti oncologiche regionali), i progressi diagnostici, l' evoluzione della chirurgia, radioterapia, farmaci innovativi, immunoterapici. LA SPESA per i farmaci anticancro in Italia è passata da 3,3 miliardi di euro nel 2012 a più di 5 nel 2017. Per continuare a garantire a tutti le terapie migliori, è necessario che venga confermato il Fondo per i farmaci oncologici innovativi, istituito nel 2016 per un triennio e pari a 500 milioni all' anno. È l' appello degli specialisti dell' Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) lanciato dal congresso dell' American Society of Clinical Oncology (Asco) a Chicago. «Il Fondo è in scadenza a fine anno, chiediamo alle Istituzioni il rinnovo di questa fonte di risorse dedicate oppure provvedimenti che comunque permettano di poter trattare in maniera adeguata i nostri pazienti - ha affermato Stefania Gori, presidente Nazionale Aiom - un traguardo cui ha contributo anche l' innovazione, in particolare l' oncologia di precisione. L' anno scorso, in Italia, sono stati diagnosticati 373.300 nuovi casi di tumore. Il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi. «L' aumento annuale del numero di neoplasie diagnosticate in molti casi richiede terapie a lungo termine - ha aggiunto al congresso Giordano Beretta, responsabile di Oncologia all' Humanitas Gavazzeni di Bergamo -. Per questo, oltre al rinnovo del Fondo, devono essere implementate le reti oncologiche regionali attive soltanto in Lombardia, Piemonte e Valle D' Aosta, Veneto, Toscana, Umbria, Liguria, Puglia, Campania e nella Provincia autonoma di Trento. Devono inoltre essere abbreviati i tempi di accesso alle nuove terapie. SONO QUASI 3,4 milioni i cittadini che vivono dopo una diagnosi di cancro, in costante crescita. «La medicina di precisione richiede di effettuare in maniera sempre più estesa test di profilazione genica, e impone al Sistema Sanitario Nazionale l' esigenza di definire con chiarezza le regole Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
di accesso a questi esami. «In particolare, il test per conoscere lo stato mutazionale dei geni BRCA dovrebbe essere effettuato, ad esempio, su tutte le pazienti con tumore ovarico al momento della diagnosi - ha auspicato Saverio Cinieri, direttore del Dipartimento di Oncologia medica e Breast Unit dell' Ospedale Perrino di Brindisi -. È questa la via da seguire per definire le migliori strategie terapeutiche e iniziare il percorso familiare che potrebbe permettere l' identificazione di persone sane con mutazione BRCA, nelle quali impostare programmi di sorveglianza o di chirurgia per la riduzione del rischio di sviluppare la neoplasia». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 6 EAV: € 38.253 Argomento: Sanità nazionale Lettori: 725.830 I giochi incrociati del rimpasto Marco Galluzzo ROMA Tutti ne parlano, ma nessuno lo vuole veramente. In molti, troppi, anzi lo temono. Il rimpasto Salvini lo ha chiesto ma ha detto che non gli interessano le poltrone: con quella che nel Movimento descrivono come «furbizia machiavellica», il leader della Lega ha messo nel mirino tre ministri, Difesa, Ambiente, Trasporti e Infrastrutture, ma ha subito aggiunto che non è un problema di poltrone. Lui non vuole più potere, però serve evocarne l' esigenza. Uno degli attori primari della questione, ovvero il capo dello Stato, ha solo lambito l' argomento con i suoi interlocutori, prima con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e poi con Matteo Salvini, nel corso degli ultimi incontri e ha fatto capire una cosa che appare di buon senso: non mi parlate di cambiare pedine del governo se prima non vi chiarite le idee sulla legislatura, sul programma economico, sul rapporto con l' Unione europea, sulla ricomposizione di una crisi elettorale che non sembra affatto terminata. Il terzo protagonista, Luigi Di Maio, sa benissimo che se tocca anche una sola casella «rischia di crollare tutto: al massimo possiamo cambiare qualche sottosegretario». Non sono pochi nel Movimento stesso a mettere nel mirino alcuni ministri, Elisabetta Trenta, non particolarmente amata dalle strutture del ministero che dirige, e Danilo Toninelli in particolare («è un magnifico sblocca- cantieri», la frase ironia e lapidaria di Salvini). Due giorni fa il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo ha dettato alle agenzie un vero e proprio atto di guerra contro la sua ministra, presunta colpevole di non tutelare sino a fondo i militari, i programmi di investimenti in armamenti, il coordinamento del dicastero, l' azione di un cabina di regia necessaria come in qualsiasi macchina complessa. Ma anche qui la sola voce di un sottosegretario, ancorché pentastellato, non fa primavera: la Trenta attualmente è ben salda al suo posto, almeno quanto è saldo il governo, che per le prospettive di medio o lungo periodo viene dato con una tripla, 1 x o 2 più o meno da tutti. Poi c' è la declinazione dell' argomento e qui la questione si fa ancora Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
più complicata: perché a Palazzo Chigi sospettano che nel mirino di Salvini non ci sia solo un rimpasto ma la voglia di prendere, o pretendere, per la Lega, almeno due pedine, proprio la Difesa e le Infrastrutture. Sarebbe come egemonizzare l' esecutivo, farne un sol boccone, e sarebbe sicuramente qualcosa che Di Maio non potrebbe permettersi: è vero che i rapporti di forza sono cambiati, che l' inversione dei consensi ha squilibrato tutto, ma lasciare campo aperto al vicepremier leghista significherebbe l' inizio della fine. Semmai nel Movimento la sola ipotesi del rimpasto viene collegata a un cambio minimale e in corsa: per esempio rafforzare la Salute cambiando Giulia Grillo, o Sergio Costa (Ambiente), ma con un altro esponente dei 5 Stelle, non cedendo spazio alla Lega. E inoltre c' è da osservare che in cima alla lista degli scontenti dei parlamentari ci sono proprio i ministri che ha evocato Salvini, facendosi quasi interprete delle voglie altrui, come se volesse aprire un varco anche nell' insofferenza della sponda avversaria. Ma in fondo il rimpasto in questo momento è solo uno specchietto per le allodole: nel Movimento sono convinti che Salvini stia solo cercando un pretesto per fare cadere il governo, con la pace fiscale la flat tax o un altro argomento che nessuno può digerire. Per ora tutti stanno al gioco, ma appunto di gioco, di strascico elettorale, si tratta, come quando ieri il Movimento ha detto, senza crederci, ma pur di non litigare, che la flat tax si può fare in deficit, che non c' è alcun problema, che l' idea del vicepremier leghista è molto buona. Nemmeno per sogno: Salvini dixit, e Di Maio ha ordinato di stare al gioco, per ora non vuole o non può sconfessarlo, ma non gli andrà dietro. Persino Conte si è rassegnato in qualche modo a far passare qualche altro giorno per far sbollire la situazione, se un vertice a tre dovrà essere, per chiarirsi e ripristinare la fiducia, meglio che le scorie elettorali siano del tutto smaltite. Cosa che è ancora in corso. Ha detto Conte che parlerà gli italiani, lunedì prossimo, c' è da aspettarsi un po' di chiarezza in più. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 13 EAV: € 1.850 Lettori: 88.281 Argomento: Sanità nazionale La Francia fa ricorso per far morire Vincent Lambert Il governo francese ha presentato ricorso in Cassazione, nel caso Vincent Lambert, contro la decisione della Corte d' Appello di Parigi di ordinare la ripresa del trattamento del paziente tetraplegico, in uno stato vegetativo da dieci anni. «Un ricorso è stato depositato oggi alla fine della mattinata alla Corte di Cassazione a nome dei ministeri coinvolti», il Ministero della Solidarietà e della Salute e il Ministero degli Affari Esteri, come ha fatto sapere il Ministero della salute. La corte d' Appello di Parigi, sostenendo i genitori di Lambert, aveva ordinato i 20 maggio scorso la riprese dall' alimentazione e idratazione per mantenere in vita l' uomo che oggi ha 42 anni, mentre i medici dello staff dell' ospedale di Reims, dove è ricoverato, avevano appena sospeso i trattamenti. I giudici hanno ritenuto che lo Stato francese dovesse «applicare le misure provvisorie richieste dal Comitato internazionale per i diritti delle persone con disabilità il 3 maggio 2019, per mantenere il cibo e l' idratazione» di Vincent Lambert, al centro di una battaglia legale. Per l' avvocato dei genitori di Lambert, Jerome Triomphe, «il prossimo passo dovrà essere il trasferimento di Vincent in una unità specializzata, via da un ospedale che ne ha voluto la morte ed è un vero inferno». riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 16 EAV: € 4.137 Lettori: 88.281 Argomento: Sanità nazionale La musica entra in ospedale. E diventa terapia Cristiana Lodi Chi lo dice che negli ospedali debbano entrare soltanto il bisturi, la flebo o le medicine? Dov' è scritto che servano solamente donatori di sangue, di un rene o del midollo? Qualcuno ha mai udito che nei reparti, magari in quelli che non si vorrebbero nemmeno nominare perché cominciano con la "O" di Oncologia, un bel giorno possa irrompere il pentagramma? La musica. Purché sia di elevatissimo livello, ci mancherebbe. Chiedetelo al dottore Maurizio Cantore, cioè al primario della Oncologia del Carlo Poma di Mantova, che pur di rendere possibile la vita anche quando vivere può diventare solo un miracolo, s' è inventato di affiancare la musica alla terapia. Insomma il dottore ha creato i "Donatori di musica", ossia una batteria di artisti: tenori, soprani, baritoni e cantanti di musica leggera, pronti a esibirsi dove si cura il tumore. Pianoforte, violino, violoncello, chitarra, sassofono e la voce nelle stanze dove ogni giorno vengono prescritte tac e biopsie liquide. Si suona e si canta, oggi, dalle ore 10 in avanti. Ventisei artisti in concerto. Partono da Mantova per esibirsi, nei giorni seguenti, in altre 15 oncologie italiane, in due hospice e nella Chirurgia del pancreas di Verona. Tutto avviene con la collaborazione della rassegna Trame Sonore diretta dal Maestro Carlo Fabiano che, negli storici angoli della città dei Gonzaga, regala duecento concerti in cinque giorni. Come nascono i Donatori di musica? «Esistono dal 2009» dice il presidente-dottore Maurizio Cantore: «Cantano e suonano nelle diverse divisioni oncologiche: dal San Camillo Forlanini di Roma agli ospedali di Bolzano, Brescia, Sondrio, Vicenza, Conegliano Veneto, Saronno e Parma, per citarne alcuni. Hanno tenuto centinaia di concerti». Vuol dire che migliaia di pigiami vengono riposti negli armadietti, almeno per un giorno? «Ovvio, noi i malati li vogliamo col vestito elegante all' appuntamento musicale. Le signore devono prima passare al trucco e al parrucco, e poi pazienza se qualcuno dimentica di infilare le scarpe e arriva in ciabatte» commenta Cantore, che tiene a ricordare come la musica «quando entra in reparto riesce a trasformarsi in Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
una medicina benefica. Ha un' azione immediata perché crea una relazione intima con i malati, una specie di alleanza terapeutica che non li fa sentire soli, continuando a fare effetto anche quando il sipario si abbassa». Tutto questo è possibile, oggi a Mantova, anche grazie al direttore generale del Carlo Poma, Raffaello Stradoni e alla direttrice sanitaria Consuelo Basili. Un malato grave, per non morire, deve volere vivere o almeno sentirsi dire che non morirà «così noi cerchiamo di risvegliare nei nostri ricoverati la curiosità e l' interesse provando ogni tanto a togliere il pigiama e il camice bianco. Ma sia chiaro: non tutti possono diventare Donatori di musica». In che senso? «Serve un talento che non si insegna nei conservatori e non si apprende sul palcoscenico. Non basta essere professionisti o avere un brillante curriculum: bisogna essere dotati di empatia. I nostri 150 artisti iscritti all' associazione guidata dal direttore artistico Roberto Prosseda, lo sanno bene. E se un musicista o un cantante teme o ha paura che alla fine dell' esibizione qualcuno possa buttargli le braccia addosso, allora non fa per noi». Roberto Prosseda, pianista noto per essere il massimo interprete di Felix Mendelssohn (e anche il solo a tenere concerti con il pedal piano che ha riportato alla luce dopo un secolo di oblìo) alla fine di ogni performance, dai suoi artisti, vuol sentirsi dire: «Non ho mai suonato così bene in vita mia!». riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 22 EAV: € 12.588 Argomento: Sanità nazionale Lettori: 725.830 Nella Ue 4,5 milioni di bambini non vaccinati Allarme morbillo Il numero di bambini e ragazzi non vaccinati per il morbillo nell' Unione europea, tra il 1999 e 2019, ha raggiunto quota 4,5 milioni. Il trend negli ultimi 20 anni è in aumento e sta portando a nuove epidemie. Per il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), dal 1 gennaio 2016 al 31 marzo 2019, in Ue ci sono stati 44.074 casi. Nel 2017, soltanto quattro Paesi dell' Unione avevano raggiunto il 95% di copertura vaccinale contro i 14 del 2007. Numeri che fanno salire il rischio di contagio sia per i neonati - troppo «vecchi» per essere coperti dagli anticorpi materni ma troppo piccoli per essere vaccinati - sia per gli adulti. Se si guarda alla fascia d' età, la più colpita nel 2018-2019 è stata quella tra i 3 e i 31 anni, mentre nel 2009 era tra i 2-18. Un' altra problematica registrata è che i contagi si diffondono da un Paese all' altro all' interno dell' Unione europea. Nel triennio 2016-2019, il 43% dei casi è stato «importato» da uno Stato membro con una copertura bassa e in cui era in atto un' epidemia di morbillo. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
01/06/2019 Pagina 10 EAV: € 6.523 Lettori: 137.683 Argomento: Sanità nazionale Un italiano su dieci soffre di emicrania Loredana Del Ninno Ci si ammala già a 4 anni. Ma ora arriva la molecola che dimezza gli attacchi ROMA SIGMUND Freud, Marilyn Monroe e Giulio Andreotti sono state alcune vittime illustri. Attualmente in Europa oltre 136 milioni di pazienti - una persona su 10 in Italia - devono fare i conti con l' emicrania, una patologia che colpisce circa un miliardo di persone in tutto il mondo e sembra prediligere le donne, da 2 a 3 volte in più. A fare il punto gli esperti intervenuti al 13esimo congresso sul tema (European headache federation congress), in programma in questi giorni ad Atene. «Non si tratta di un semplice mal di testa - ha puntualizzato Messoud Ashina, neurologo dell' Università di Copenaghen -, ma di un dolore spesso accompagnato da nausea, vomito, fotofobia, che ha ripercussioni pesanti su studio e lavoro». UNA NUOVA molecola, che agisce preventivamente sui neurotrasmettitori che inducono l' emicrania, sembra però farsi strada: si tratta del fremanezumab, un anticorpo monoclonale. I risultati della sperimentazione sono stati presentati in Grecia, dopo uno studio condotto per 12 settimane da cui è emersa - riferiscono gli esperti - «una riduzione significativa dei giorni di emicrania mensili». Un ulteriore test a lungo termine ha dimostrato una riduzione di oltre sei giorni al mese per i pazienti cronici ed episodici, con un abbattimento maggiore del 50 per cento dei giorni di emicrania mensile in oltre il 60% dei pazienti, all' ultimo mese dello studio. L' Agenzia europea del farmaco (Ema) ha accettato la domanda di Autorizzazione all' Immissione in Commercio per il fremanezumab, che può essere iniettato dall' operatore sanitario o assunto autonomamente dal paziente. L' EMICRANIA è un patologia che ha un grande impatto sociale: un attacco può durare anche 72 ore. Stime recenti attestano che i costi diretti e indiretti legati al fenomeno (visite, farmaci, giornate di lavoro perse) si aggirano intorno ai 27 miliardi di euro. «Fa riflettere - prosegue Ashina - che sia più diffusa dai 25 ai 35 anni, quando i pazienti sono nella fase più attiva della vita. E il 5-6 per cento ne soffre almeno una volta alla settimana. C' è chi si chiude in casa e chi cerca comunque di lavorare ma la performance ne risente». Per sedare il dolore Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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