Media Monitoring per 08-10-2019 - Rassegna stampa del 08-10-2019 - Ruggi

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Media Monitoring per 08-10-2019 - Rassegna stampa del 08-10-2019 - Ruggi
08-10-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 08-10-2019
Media Monitoring per 08-10-2019 - Rassegna stampa del 08-10-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      08/10/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            «Controlli cardiologici a tappeto e defibrillatori in tutti gli istituti» ....................................... 1
      08/10/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            «Ospedali dipinti» Oceani, fiabe e colori sui muri per far sognare i bambini ......................... 3
      08/10/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Chiusura del Psaut in via Vernieri Il prefetto ora chiede chiarimenti ..................................... 5
      08/10/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Pronto soccorso, è fuga Medici dall'Asl al Ruggi .................................................................... 7
      08/10/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Va alla lavagna, si accascia muore in classe a 16 anni ......................................................... 10
Sanità Salerno e provincia ............................................................................................................ 12
      08/10/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Pazzano, lo spreco lungo un ventennio ................................................................................ 12
      08/10/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
            Tumori, aumento record: 2250 malati .................................................................................. 14
Sanità Campania ............................................................................................................................. 16
      08/10/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Aids sotto controllo ora meno farmaci e terapie più efficaci ................................................ 16
      08/10/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)
            «Rummo», tornano i controlli anti -aggressioni ai medici .................................................... 18
      08/10/2019 - IL MATTINO
            Campus della salute visite sul lungomare ............................................................................ 20
      08/10/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Distretto sanitario senza specialisti scatta la petizione degli anziani .................................. 22
      08/10/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)
            Mario Maj "Per i disturbi mentali c' è anche predisposizione genetica" ............................... 24
      08/10/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            Ospedale in tilt, sale operatorie chiuse bloccati i ricoveri ................................................... 26
      08/10/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Ospedale, pochi medici e l' Asl chiede alla Regione di anticipare le assunzioni ................... 28
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 30
      08/10/2019 - IL TEMPO
            «AAA. Cercansi due Tac nuove» ........................................................................................... 30
      08/10/2019 - IL SOLE 24 ORE
            «Il cibo è la prima medicina, in cucina si fa terapia genica» ................................................ 32
      08/10/2019 - LA STAMPA
            Com' è subdola la celiachia .................................................................................................. 35
      08/10/2019 - LA REPUBBLICA
            Dolore io ti batterò ............................................................................................................... 37
      08/10/2019 - LA REPUBBLICA
            E la maggior parte dei pazienti non si fida del dottor hi tech .............................................. 40
      08/10/2019 - LA REPUBBLICA
            Farmaci Sui biosimilari l' Italia si divide ............................................................................... 42
      08/10/2019 - LA STAMPA
            Il respiro delle cellule vale tre Nobel .................................................................................... 44
      08/10/2019 - LA REPUBBLICA
            Il tumore al seno si batte giocando in anticipo .................................................................... 46
      La nostra salute venduta sul web ......................................................................................... 48
      08/10/2019 - CORRIERE DELLA SERA
            Medicina, il Nobel ai tre scienziati che svelano il respiro delle cellule ................................. 50
      08/10/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Nuovi ticket sanità: rischio stangata per i redditi medi ....................................................... 52
      08/10/2019 - IL SOLE 24 ORE
            Piano nazionale per gestire la depressione .......................................................................... 55

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08/10/2019 - IL SOLE 24 ORE
     Salgono i ricoveri (92mila), calano medici e operatori (-10%) .............................................. 58
08/10/2019 - LA STAMPA
     Thibauld ha ricominciato a camminare con l' esoscheletro robotico "Obbedisce agli impulsi
     del pensiero" ........................................................................................................................ 60
08/10/2019 - LA STAMPA
     Un mosaico di virus contro l' Hiv .......................................................................................... 62
08/10/2019 - AVVENIRE
     Va al Pronto soccorso per dolori addominali Dimesso, viene ritrovato morto poco dopo ..... 65

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08/10/2019                                                                                                                     Pagina 23
                                          Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                               EAV: € 5.386
                                                                                                                               Lettori: 107.296
                         Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

   «Controlli cardiologici a tappeto e defibrillatori in tutti gli
                              istituti»
 Sabino Russo

 L' intervista Severino Iesu «Controlli
 cardiologici di base all' ingresso a scuola
 e diffusione capillare di defibrillatori».
 Sono le proposte avanzate da Severino
 Iesu,     primario        di      cardiochirurgia                d'
 urgenza      al      Ruggi,         per       fronteggiare
 tragedie come quelle di ieri al Genovesi-
 Da Vinci, che evidenziano come le morti
 cardiache          improvvise                non           siano
 completamente               «non          evitabili».            L'
 arresto     cardiaco,            improvviso,              senza
 preavviso, di giovani in ottima salute.
 Cosa c' è dietro queste tragedie? «Una
 delle più cause frequenti è la displasia
 aritmogena del ventricolo destro. È una
 malattia congenita caratterizzata da una
 alterazione del ventricolo destro e che
 procura aritmia nei pazienti che ne
 soffrono.       La         si       diagnostica               solo
 attraverso una serie di controlli. È impossibile immaginarla senza fare una serie di
 cose. Ci possono essere, poi, anche delle cardiopatie congenite misconosciute e mai
 diagnosticate. Non sempre, però, i sintomi sono presenti o colti dai genitori o dalla
 famiglia». È possibile che un giovane in ottima salute, che non ha mai manifestato
 sintomi e che svolge, magari, anche attività fisica e sportiva, abbia un arresto e
 muoia? «Assolutamente sì. Sono persone apparentemente sane, ma che sane non
 sono. Hanno problemi cardiaci misconosciuti, perché non danno segnali di sé o non
 hanno dato segni o sono stati mal interpretati e magari si manifestano in questi
 eventi mortali. D' altra parte l' interrogazione è una forma di stress. È come se uno

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facesse uno sforzo fisico. I meccanismi sono gli stessi, per cui se una persona non ha
il cuore sano lo stesso può risentire di questo stress. Alla base, però, ci deve essere
sempre un problema, altrimenti non succede nulla». Ci possono essere anche fattori
ereditari? «Quando capitano queste cose è sempre bene indagare anche in famiglia,
per escludere o confermare che ci siano altri soggetti che abbiano problemi
analoghi. Ci potrebbe essere una malformazione congenita trasmessa, ci potrebbe
essere alla base una aritmia che normalmente non dà nessun tipo di evidenza fino a
quando non si manifesta con un evento purtroppo troppo spesso letale». Si può
evitare una tragedia come quella di ieri? «Sì, a patto che si faccia uno screening
cardiologico all' ingresso nella scuola. Di sicuro il decesso è sostenuto da una
cardiopatia. Non so di quale natura, perché di volta in volta è diversa, ma c' è
sempre una cardiopatia alla base. Non è una morte non completamente evitabile».
Quindi la sua proposta è l' avvio di controlli di base? «Purtroppo non sono previsti
dalla nostra organizzazione scolastica, ma queste cose ci dovrebbero far riflettere.
Come si fa quando ci si iscrive a una organizzazione sportiva si potrebbe
immaginare che si possa fare anche quando ci si avvia agli studi. Questo potrebbe
essere utile per le persone e il loro futuro, perché scoprire una cardiopatia prima e
meglio che farlo dopo». Eppure nelle scuole, così come per l' attività non agonistica,
per fare sport è necessario solo un certificato medico. «Questa cosa va superata,
perché un semplice certificato medico non garantisce le persone. Ripeto, ci vorrebbe
uno screening di base all' ingresso. Tante cose, così, potrebbero essere non dico
risolte, perché non tutto è risolvibile, ma almeno diagnosticate». La diffusione di
defibrillatori automatici può essere utile? «Certo. Questo, insieme ai controlli di
base, è l' altro aspetto fondamentale, perché in genere si muore per fibrillazione
ventricolare, che è una aritmia maligna che è riconvertibile grazie a un defibrillatore.
Nelle scuole ci dovrebbe essere una cosa del genere». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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08/10/2019                                                                                                                   Pagina 21

                                                                                                                             EAV: € 34.081
                         Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona                                                Lettori: 725.830

      «Ospedali dipinti» Oceani, fiabe e colori sui muri per far
                         sognare i bambini

 Corridoi che diventano boschi incantati.
 Un bunker di radioterapia trasformato in
 un     grande        acquario            e       laboratori
 diagnostici in sottomarini con i piccoli
 pazienti nelle vesti di capitani. Così da
 combattere la paura di quei momenti di
 «solitudine» e tornare i bambini che
 sono    e   che      la     malattia           fa     spesso
 dimenticare loro d' essere. Il progetto
 «Ospedali Dipinti» fa tappa al reparto di
 Neuropsichiatria Infantile del Policlinico
 Gaetano Martino di Messina che, per
 sostenerlo, con la onlus ABC Amici dei
 Bimbi              in                 corsia                    (
 www.amicideibimbincorsia.it ) promuove
 una campagna di crowdfunding che
 Buone        Notizie           sostiene               questa
 settimana.      «Ospedali            Dipinti»          è     un
 progetto nato nel 2012 da un' idea del pittore italiano Silvio Irilli, 49 anni, ( nella foto
 mentre lavora ad un murale ) di Chieri (To), che punta a vivacizzare gli ambienti
 interni degli ospedali per rendere meno pesante il contesto e l' atmosfera agli occhi
 di chi, grande o piccolo, si trova a dover trascorrere lunghi periodi in ospedale. Per il
 Policlinico Gaetano Martino di Messina l' artista ha immaginato «L' Isola del Sorriso»,
 un' opera di arte muraria: «Non ci sarà soltanto la mia firma ma soprattutto quella di
 coloro - spiega Irilli - che decideranno di sostenere l' iniziativa. È l' occasione di
 contribuire a dipingere un sogno dedicato ai bambini che affrontano un momento
 delicato della propria vita». Il Policlinico Gaetano Martino è un importante punto di
 riferimento per tutta la Sicilia e il Sud Italia. In particolar modo la Neuropsichiatria

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Infantile è, per posti letto e degenze, il più importante reparto dell' intero Sud e tra i
primi a livello nazionale. Ma nonostante questa rilevanza vive da tempo in condizioni
«critiche», con strutture spesso non adeguate e logore per gli anni di servizio e la
mancata manutenzione. «L' Isola del Sorriso» è solo il primo step di un più vasto
progetto che vuole trasformare tutti e cinque i piani della Pediatria con ambienti
accoglienti a tema e misura di bambino. I murales di Irilli decorano già il reparto di
Radioterapia dell' Ospedale Policlinico Gemelli di Roma, la Radioterapia Pediatrica
dell' Ospedale Ruggi D' Aragona di Salerno, l' Ospedale Regina Margherita di Torino
e il Pronto Soccorso di Novara. In sette anni, Irilli ha affrescato in tutto 2.414 metri
quadrati di muri, in quindici diverse puntate e in nove ospedali del Paese. «I medici
mi hanno detto che oltre a distrarre i piccoli malati, i disegni - aggiunge l' artista -
portano forti emozioni positive». Nino Abbate, presidente di ABC Amici dei Bimbi in
Corsia,   aggiunge:         «Partiamo            dall'       attuale         sala       d'      attesa         del       reparto   di
Neuropsichiatria Infantile per farne un luogo più umano e giocoso. Qui i bambini del
day hospital rimangono in attese molto lunghe e un ambiente fiabesco e colorato
può aiutarli a dimenticare per un attimo la malattia». Irilli è un disegnatore e
illustratore che ha girato il mondo. Nel 2007 ha dipinto i murales al Georgia
Aquarium di Atlanta (Usa), l' acquario più grande del mondo. Ed è stato il
disegnatore ufficiale della trasmissione televisiva della Rai «Solletico» negli Anni 90.
Fino al 2000 i suoi dipinti hanno illustrato copertine di giornali sportivi e dello
spettacolo   come         Tuttosport,            Guerin          Sportivo,           Sorrisi        e     Canzoni.         Info    su
www.eppela.com/it/projects/25014-ospedali-dipinti-a-messina.

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08/10/2019                                                                                                                  Pagina 7
                                             La Città di Salerno
                       Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

      Chiusura del Psaut in via Vernieri Il prefetto ora chiede
                            chiarimenti
 (m.c.)

 Dopo la chiusura serale del Psaut di via
 Vernieri, anche il prefetto di Salerno,
 Francesco Russo , si è attivato per
 chiedere      chiarimenti            in      merito           al
 provvedimento          dell'Azienda              Sanitaria
 Locale di Salerno che ha chiuso di notte
 le   porte    agli    utenti        bisognosi           delle
 prestazioni      sanitarie            i     quali         non
 richiedevano         l'intervento          diretto         dei
 medici del pronto soccorso. In seguito
 alla lettera indirizzata al prefetto e
 inoltrata dal sindacato Fsi-Usae, sul tema
 Psaut Salerno, rimodulazione servizio,
 richiesta congelamento e apertura tavolo
 di confronto, ora l'ufficio territoriale del
 Governo ha chiesto chiarimenti. Intanto
 il sindacato sta verificando gli estremi
 per impugnare il provvedimento con la motivazione dell' interruzione di pubblico
 servizio e pensa anche di ricorrere al Tribunale amministravo regionale. «Comitati di
 quartiere di Salerno, il Comitato per la tutela della salute del cittadino, l'Ordine
 provinciale degli Infermieri di Salerno allarmati da questa chiusura hanno fatto
 sapere di essere al fianco dell'utenza ed hanno espresso la loro disponibilità a
 costituirsi in un eventuale ricorso al Tar contro questa chiusura del servizio»,
 dichiara il sindacalista Rolando Scotillo che in questi giorni incontrerà utenti,
 dipendenti e comitati per disegnare la strategia del ricorso. La Postazione fissa di
 primo soccorso territoriale a Via Vernieri di notte effettuava prestazioni soprattutto
 per l'utenza proveniente dal centro storico del capoluogo, area in cui insistono
 diverse attività e particolarmente popolate da giovani. E secondo il sindacalista già

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si sono verificati episodi spiacevoli di qualche utente che di notte, trovando le porte
chiuse, si è rivolto alla continuità assistenziale, ovvero alla guardia medica che
insiste nella stessa struttura del Psaut, senza però trovare momentaneamente
personale che effettuasse la prestazione. Per Scotillo chiudere di notte il Psaut
significa anche creare le condizioni per cui l'utente trovi chiusa pure la porta della
continuità assistenziale «perché il medico potrebbe essere impegnato presso il
domicilio di un altro utente». Intanto i lavoratori del Psaut che non effettuano più i
turni di notte nella struttura di via Vernieri sono utilizzati ugualmente dall'Azienda
Sanitaria Locale senza quindi risparmiare costi, vengono inviati per i turni notturni
presso altre sedi aziendali, incluso la centrale operativa del 118, dove secondo
alcuni pare non ci sia bisogno di tanto altro personale. «La scelta dell'Azienda
Sanitaria Locale di Salerno è incomprensibile - ribadisce il sindacalista Rolando
Scotillo - e non è stata affatto condivisa, perché a fronte di un risparmio di circa
2.000 euro è stato chiuso un servizio previsto e istituzionalizzato da leggi regionali e
delibere di giunta regionale, interrompendo un servizio non solo necessario ma utile
alla popolazione di Salerno e che ha prodotto 1.400 prestazioni che sono servite a
non    gravare        sull'Azienda              ospedaliera                universitaria               Ruggi             ingolfandola
ulteriormente». Nessun sindacato, secondo Rolando Scotillo, ha condiviso «una
scelta scellerata come questa ed è prevista ora solo una informativa da parte della
presidenza della Rappresentanza sindacale unitaria, a chiusura già avvenuta, per un
incontro tra sindacati e Azienda Sanitaria Locale di Salerno che si terrà venerdì
prossimo per discutere del provvedimento di chiusura».

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08/10/2019
                                             La Città di Salerno
                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

             Pronto soccorso, è fuga Medici dall'Asl al Ruggi
 Marcella Cavaliere

 Il pronto soccorso dell'ospedale Ruggi
 d'Aragona è a corto di medici e, dopo la
 richiesta di nuove unità da parte del
 primario    Antonio         Petrocelli,          l'Azienda
 ospedaliera universitaria ha firmato una
 convenzione con l'Asl di Salerno per
 utilizzare i medici dell'Azienda sanitaria
 locale e rinforzare così la pianta organica
 del pronto soccorso del nosocomio di via
 San    Leonardo.           La       spesa           costerà
 all'Azienda Ruggi 864mila euro per un
 anno ed ai medici dell'Asl andrà quindi
 una      doppia         retribuzione                 perchè
 lavoreranno al Ruggi fuori dall'orario di
 servizio svolto per l'Asl di Salerno. La
 dettagliata    lettera          del      primario          del
 Ruggi, in cui parla di stanchezza del
 personale in servizio e di mancata disponibilità dei colleghi afferenti alle altre unità
 operative dell'ospedale a coprire i turni al pronto soccorso, è dello scorso 26 agosto.
 Mentre risale al 2 ottobre la delibera del commissario straordinario dell'Azienda
 Ruggi, Vincenzo D'Amato , che ufficializza i termini dell'accordo con l'Asl di Salerno. I
 reparti a corto di medici specialisti . Le criticità del personale medico, è scritto nella
 lettera inviata da Petrocelli, sono al pronto soccorso, all'Osservazione breve
 intensiva (Obi) e al reparto di Medicina d'urgenza del Ruggi. E per mantenere i livelli
 minimi di assistenza e coprire i turni sono scoperte 1305 ore. Questo è in sintesi il
 dettaglio fornito da Petrocelli per poter lavorare nei reparti dell'area critica senza
 grosse difficoltà. L'accordo stipulato tra Azienda Ruggi e Asl di Salerno. L'Azienda
 Ruggi ha stipulato un accordo con l'Asl di Salerno per «prestazioni specialistiche da
 effettuare presso il pronto soccorso del Ruggi per un massimo di 1200 ore mensili

                Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
con decorrenza dal primo settembre 2019 per la durata di un anno». Le prestazioni
specialistiche «verranno rese dai medici del Saut indicati dall'Asl di Salerno e
verranno rese al di fuori dell'orario di servizio» e l'Azienda corrisponderà all'Asl
anche «il compenso lordo omnicomprensivo delle spese di tragitto di 60 euro per
ogni ora». Invece la tutela legale dei professionisti prestati al Ruggi sarà a carico
dell'Asl di Salerno. La carenza di organico. «La dotazione dei reparti soffre di una
grave e cronica carenza - precisa Petrocelli nella lettera inviata alla dirigenza
aziendale - tale carenza riguarda soprattutto la figura del medico interno, non
essendo attualmente presente la figura del medico unico ». Dopodiché al Ruggi
l'attuale dotazione medica in organico è composta da «19 dirigenti medici e cioè da
un   direttore   di     Unità        operativa            complessa,             17      dirigenti          medici       a   tempo
indeterminato, uno specialista ambulatoriale a tempo indeterminato». Nell'ambito
del team di medici, però, uno è esonerato dai turni di guardia, due sono esonerati
dai turni di pronto soccorso e dai turni notturni in medicina d'Urgenza e uno è
esonerato dai turni di pronto soccorso, oltre a due dirigenti medici che godono dei
diritti derivanti la legge 104 del 1998. In sostanza la forza lavoro è, di fatto,
ulteriormente ridotta. Le ore da coprire. Per garantire i livelli minimi di assistenza
dell'area critica per il pronto soccorso si dovrebbero prevedere, secondo quanto
scritto da Petrocelli, tre unità ore 8-20 distribuendo una unità nei codici rossi, una ai
codici gialli e una ai codici verdi, oltre a due unità 20-8 per 365 giorni l'anno (per un
totale di 21.900 ore annue pari a 1825 mensili). Invece il pronto soccorso del Ruggi
nell'anno 2018 ha visto 90.544 accessi, con una media giornaliera di 250. E a questo
si aggiungono i lunghi tempi di attesa per il ricovero nei reparti a causa della
mancanza di posto letto, tempi talvolta superiori alle 48 ore, con le derivanti
necessità assistenziali. Mentre l'Obi, dotata di 12 posti letto, ha una guardia 24 ore
su 24 per 365 giorni l'anno (ore annue 8760, mensili 730). Dettagli, quelli di
Petrocelli, per dimostrare il numero reale di unità che occorrono. Medicina
d'Urgenza, ad esempio, è dotato di una terapia sub intensiva (17 più 6 posti letto),
una guardia 24 ore su 24 per 365 giorni l'anno, tre servizi mattutini per 312 giorni
l'anno (ore annue 14376, mensili 1198). Pertanto la necessità di «orario complessivo
annuo in ore per le tre unità operative del presidio Ruggi sia di 45036 e mensile di
3753, mancano quindi per coprire i turni e per mantenere i livelli minimi di
assistenza 1305 ore». Considerando che la resa oraria per il mese di settembre 2019
(mese di 30 giorni con sei festivi) per ciascun dirigente medico è di 136 ore, questo
determina che pur non concedendo alcun congedo (alcuni medici devono ancora
godere delle ferie estive), l'orario disponibile sia di 2448 ore a fronte di un
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fabbisogno di ore di 3753». Finora hanno supportato l'area critica i medici di
Medicina interna e Cardiologia del Ruggi. Invece i turni pomeridiani dell'Obi sono
stati coperti da medici del pronto soccorso e, di mattina, da quelli della Medicina
d'Urgenza.

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08/10/2019                                                                                                                     Pagina 22
                                          Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                               EAV: € 5.948
                                                                                                                               Lettori: 107.296
                         Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

       Va alla lavagna, si accascia muore in classe a 16 anni
 Gianluca Sollazzo

 Muore in classe sotto gli occhi dei
 compagni e della prof. Dopo aver svolto
 un esercizio di matematica alla lavagna
 si è accasciata a terra e non ha più
 aperto gli occhi. Si è spenta così la
 giovane vita della sedicenne Melissa La
 Rocca,          studentessa             modello             dell'
 indirizzo       scienze       applicate           del       liceo
 scientifico Da Vinci di Salerno. Una
 malore improvviso l' ha strappata alla
 sua famiglia, ai compagni di classe, alla
 Salernitana, sua grande passione. Lei,
 residente a San Mango Piemonte, aveva
 preso come ogni mattina il pullman
 diretto     a    Salerno.          Al     Da       Vinci,        d'
 altronde, la comunità di San Mango è
 molto numerosa. Melissa era sempre
 puntuale. Alla prima ora, ieri, ha preso
 posto al suo solito banco per iniziare la
 lezione di matematica. Prima di cominciare ha accompagnato in bagno l' amica,
 compagna di banco. Tutto sembrava scandito da una rassicurante normalità. Poco
 dopo le 9, la studentessa è stata chiamata alla lavagna per svolgere un esercizio di
 verifica, dopo la spiegazione dell' insegnante. Prima di Melissa altri due compagni
 avevano svolto la prova. LA SCENA Ad un tratto, all' improvviso, un malessere l' ha
 afferrata per strapparla alla vita. La ragazza ha appoggiato una mano alla cattedra,
 mentre nell' altra teneva il pennarello. Poi il tonfo a terra, priva di sensi. È
 cominciato così l' incubo di una giornata lunghissima per i compagni e i docenti.
 Melissa non ha più ripreso conoscenza. Già non respirava più quando sono giunti sul
 posto i medici del 118, allertati dai compagni e dalla professoressa. Tutti pensavano

                   Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ad un calo di pressione. Melissa - secondo quanto dicono al liceo - nei giorni scorsi
avrebbe accusato lievi malori in casa. Ma nessuno avrebbe mai pensato al peggio.
La sedicenne accasciata a terra, ai piedi della lavagna. E i compagni a tentare
disperatamente di aiutarla. C' è chi ha provato a parlarle all' orecchio. Chi le ha
bagnato il volto e il collo, alzandole le gambe per facilitare la circolazione. Tutto
vano. A quanto si apprende non è stato usato il defibrillatore di cui la scuola è
dotata. Melissa si è spenta forse già prima delle manovre di rianimazione e dei
soccorsi giunti in pochi minuti in ambulanza. Gli studenti e la docente della prima
ora sono stati invitati a uscire dall' aula della terza F, la classe della ragazza. Nelle
ore successive la scuola si è fermata, sospesa tra l' incredulità e il dolore. Le urla di
disperazione squarciano il silenzio di via Sichelgaita già dopo le 10, quando nel
cortile della scuola, in comune con l' istituto Genovesi, stazionano tre volanti della
polizia e l' ambulanza del primo soccorso. LE INDAGINI Sul posto giungono la polizia
scientifica e il medico legale per i primi rilievi delle indagini, coordinate dal pm Maria
Benincasa. Ignota, al momento, la patologia che ha ucciso Melissa. Per accertarla,
sarà necessario il riscontro diagnostico che i genitori della ragazza hanno chiesto di
effettuare presso l' azienda ospedaliera. La professoressa di matematica e fisica di
Melissa, Teresa Marino, viene portata fuori dalla scuola per prendere un po' d' aria,
prima di essere ascoltata dagli inquirenti: ha ancora negli occhi la morte della sua
alunna. L' ingresso è presidiato da un bidello in lacrime. Accorrono disperati i
genitori della ragazza. Due professori esperti in sostegno psicologico intervengono
per assistere la classe della ragazza. Tutti conoscevano Melissa, ancora nel pieno
della vita, bionda e slanciata, brava a scuola, col granata nel cuore. «Una ragazza
modello», dice Pina Masturzo, la vicepreside. Sembra che Melissa da qualche giorno
avesse accusato lievi malesseri, dicono i prof. «È accaduto a casa», dice la
vicepreside. Ma nessuno avrebbe mai immaginato un tragico epilogo. Il corpo di
Melissa viene portato via in una bara alle 12.32. Il silenzio nel cortile della scuola è
rotto dal pianto dei genitori della studentessa. Per il Genovesi-Da Vinci è il secondo
lutto in pochi giorni. Nemmeno un mese fa a perdere la vita è stato Vittorio
Senatore. Anche lui 16enne, compagno di classe di Melissa. «Sconvolge questa
tragedia», commenta incredulo il governatore Vincenzo De Luca, che ieri sera si è
recato al Ruggi per incontrare i genitori della ragazza. Dolore espresso anche dal
sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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08/10/2019                                                                                                                   Pagina 21
                                               La Città di Salerno
                                     Argomento: Sanità Salerno e provincia

                          Pazzano, lo spreco lungo un ventennio

 CAPACCIO PAESTUM Era stato pensato
 per    essere            destinato        a      residenza
 sanitaria assistenziale, ma dal momento
 della sua costruzione, oltre due decenni
 fa, è stato utilizzato solo per poco più di
 un    anno.     Si        tratta      della       struttura
 immobiliare di proprietà dell'Asl Salerno,
 sita in località Pazzano, a Capaccio
 Capoluogo. L'immobile versa da anni nel
 degrado e nell'abbandono e negli anni è
 stato preda di vandali e ladri, che hanno
 portato       via         finanche          rubinetti            e
 mattonelle.         Il     sindaco        di      Capaccio
 Paestum, Franco Alfieri , ha chiesto di
 poterlo acquisire, al fine di recuperare la
 struttura dal degrado e rifunzionalizzarla
 per finalità di pubblico interesse, relative
 all'integrazione socio sanitaria. Una storia lunga, quella della struttura di località
 Pazzano, che doveva diventare tante cose, finanche sede del distretto sanitario, ma
 ad oggi nulla di quanto prospettato si è concretizzato. A conoscere bene la storia è il
 dottore Antonio De Rosa , della coop medica Magna Grecia, che qualche anno fa
 aveva proposto di far nascere in quell'ampia struttura un ospedale di comunità.
 «Nell'agosto 2016 - racconta - protocollai al Comune la proposta di rifunzionalizzare
 la struttura dell'Asl e predisporre al suo interno un ospedale di comunità. Una
 struttura intermedia, come ce ne sono diverse in Campania, così come in altre
 regioni d'Italia, e che può essere di ausilio per quelle famiglie che hanno familiari i
 quali sono in condizioni troppo gravi per curarsi a casa, ma poco gravi per rimanere
 in ospedale. Ad esempio, un paziente affetto da polmonite. Si serve dei medici
 curanti degli stessi pazienti - precisa De Rosa - con l'ausilio di infermieri ed altro

                 Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
personale ». Un'opzione che andrebbe compiuta in convenzione con l'Asl e che
comporta costi molto meno onerosi di una struttura ospedaliera: «Per tenere un
paziente in un ospedale, la Regione paga dai 500 ai 900 euro al giorno; l'ospedale di
comunità costerebbe al massimo 130 euro giornalieri. Una sorta di camera di
compensazione: il paziente se guarisce del tutto, torna a casa; in caso la situazione
di salute peggiora, viene condotto in ospedale. Qualcosa del genere venne pensata
per realizzarla a Stio, così come nel Vallo di Diano, dove venne anche predisposta
una struttura apposita, ma poi non se n'è fatto più nulla in nessuno dei due casi».
L'immobile del Capoluogo arriverebbe a ospitare circa 25-30 pazienti, andando a
dare una grossa mano alle famiglie e aiuterebbe anche a svuotare gli ospedali,
sovraffollati. Curiosa la storia della struttura dell'Asl: costruita circa 20 anni fa, è
stata utilizzata solo una volta, per circa un anno, per ospitare un Centro diurno per
disabili, fisici e psichici. Una volta terminata la convenzione, però, ha chiuso i
battenti e da circa 7-8 anni versa in una situazione di abbandono. Era stata proposta
qualche anno fa per ospitare detenuti malati di mente, con 20 posti letto. L'Asl
aveva ottenuto un finanziamento per 2 milioni e venne approvato anche il progetto
esecutivo, ma quando la normativa in materia cambiò, la sede fu ritenuta non più
idonea. Il dottore De Rosa è pronto a realizzare il suo progetto se Alfieri dovesse
appoggiarlo: «Sono passati sindaci e direttori Asl, ma nessuno ha avuto la volontà di
realizzare l'ospedale di comunità. Spero di avere maggiore fortuna con l'attuale
primo cittadino». (an.pas.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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08/10/2019                                                                                                                Pagina 27
                                     Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                          EAV: € 4.035
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                  Argomento: Sanità Salerno e provincia

                    Tumori, aumento record: 2250 malati

 NOCERA INFERIORE Nello Ferrigno «Nella
 nostra città l' incidenza dei tumori è
 maggiore che nel resto della provincia e
 così anche la mortalità». È uno dei
 passaggi più drammatici della relazione
 presentata ieri sera dal presidente della
 Commissione consiliare sanità, Vincenzo
 Stile. I numeri arrivano dal Registro dei
 tumori dell' Asl Salerno. Si riferiscono al
 periodo dal 2003 al 2012. Sono gli ultimi
 disponibili. «Non vengono ovviamente
 indicate le cause essendo le malattie
 oncologiche legate a molteplici fattori»,
 ha spiegato Stile. I risultati, su cui la
 relazione si è soffermata, sono quelli che
 riguardano il confronto tra l' incidenza e
 la mortalità per malattie oncologiche a
 Nocera Inferiore rispetto all' incidenza e
 alla mortalità per tali malattie in tutta la
 provincia di Salerno. Spulciando le tabelle si comprende che i dati di Nocera Inferiore
 e dei Comuni del Distretto sanitario numero 60, Nocera Superiore, Castel San Giorgio
 e Roccapiemonte, sono i peggiori rispetto all' intera provincia salernitana. Nel
 periodo preso in esame, dal 2003 al 2012, considerando in toto uomini e donne si
 rileva un rapporto di incidenza superiore del 9% rispetto a quello provinciale per un
 totale di 2.250 casi, il che si concretizza in 194 casi in più rispetto all' atteso. Gli
 uomini, con il 16% in più rispetto alla provincia, appaiono più colpiti delle donne che
 si fermano al 5%. Gli uomini che sono stati aggrediti da un tumore sono stati 1.265,
 le donne 985. Nocera Inferiore, in questa classifica al contrario, ha fatto peggio delle
 altre città del distretto 60. «In sostanza ha detto Stile i tumori maligni sono di più a

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Nocera Inferiore rispetto alle città del Distretto 60, i quali sono più elevati che nell'
intera provincia». Anche la mortalità, sempre con gli uomini avanti alle donne. Per i
maschi c' è stato un aumento del 18%; per le donne superiore al 10%. «Nei maschi,
nel periodo 2003-20012, sono deceduti per malattie oncologiche 638 uomini mentre
le donne sono state 442, la percentuale è di 59% e 41%». I PIÙ FREQUENTI Va male
anche per gli organi più colpiti, la distribuzione evidenzia alcuni tipi di malattia
oncologica che sono più frequenti come incidenza rispetto a tutta la provincia di
Salerno. Sono aumentati dal 10 fino al 20% il cancro al cervello, tessuti molli,
mammella, vescica e oro-faringe; dal 21 al 50% in più mesotelioma, rene, prostata,
occhio, linfoma non Hodgkin, esofago, laringe, Kaposi, leucemia mieloide cronica,
ipofaringe. Più 50% anche i tumori maligni di ghiandole salivari, testicolo, genitali
maschili e femminili. Negli uomini il tumore maligno più frequente è stato quello alla
prostata. Nelle donne quello alla mammella. «Dobbiamo continuare a lottare per l'
ambiente, e sui corretti stili di vita combattendo il fumo, l' alcol, l' obesità, la vita
sedentaria, la cattiva alimentazione» ha concluso Stile. © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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08/10/2019                                                                                                                      Pagina 10

                                                                                                                                EAV: € 30.057
                                                                                                                                Lettori: 546.032
                                                Argomento: Sanità Campania

   Aids sotto controllo ora meno farmaci e terapie più efficaci

 I L CONGRESSO DI INFETTIVOLOGIA In
 Italia    e   in      Campania              aumentano               i
 sieropositivi. Il Cotugno è in prima linea
 per      protocolli       diagnostici            e      ricoveri
 domiciliari di Giuseppe Del Bello Non
 dava scampo, adesso è una patologia
 cronica. Sono cambiate le cose per i
 portatori dell' Hiv, pazienti che avevano
 nel sangue il virus dell' Aids e un futuro
 di vita ridotto a qualche anno. Il miracolo
 lo       hanno        fatto          i      farmaci,             gli
 antiretrovirali. Prima uno, poi due, tre,
 dieci. Ogni volta che una molecola falliva
 ( perché il virus si organizzava con la
 resistenza), i ricercatori già ne avevano
 sintetizzata un' altra efficace. E così di
 Aids non si muore più. Restava il
 problema di tante, troppe medicine. Uno strazio ( sempre meglio di una vita
 spezzata) fatto di pillole da mandare giù a ritmo continuo. Ma adesso, dal workshop
 " Hot topics in Infettivologia" recentemete organizzato dagli specialisti del Cotugno
 coordinati dal primario Elio Manzillo, arriva la buona notizia. Anzi due. Da una parte
 è diminuito il numero delle molecole disponibili ma efficaci, dall' altra gli effetti
 collaterali: una volta erano pesantissimi soprattutto nel lungo periodo, adesso sono
 quasi azzerati. Con lo standard terapeutico attuale si è scesi da tre, quattro farmaci
 al giorno, a due. Un protocollo che si identifica nella sigla internazionale 2dr. Il futuro
 si profila ancora più roseo, grazie alla possibile associazione di due farmaci da
 somministrare per via intramuscolare ogni 1- 2 mesi. « I nuovi farmaci - chiarisce
 Manzillo - hanno ridotto enormemente il potere infettante e, soprattutto, ripristinato
 le difese immunitarie del paziente con Hiv. Ed è un aspetto rilevante, visto che la

                    Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
malattia può colpire tutti, perché correlata alla trasmissione sessuale. Oggi trattiamo
anche pazienti over 50 e 60 che assumono farmaci per altre patologie. Per esempio,
sarà un vantaggio per un soggetto cardiopatico o diabetico che già assume tre
quattro o più compresse al giorno e ora, se è anche infettato da Hiv, gliene bastano
una o due al giorno. Ovviamente un paziente con pluripatologie dovrà essere sotto
controllo dell' infettivologo». Ma il meeting partenopeo ha analizzato tanti settori
dell' infettivologia, e son solo l' Hiv. Dice Rodolfo Punzi, direttore dipartimento
Malattie infettive e urgenze infettivologiche: « Dalle patologie epatiche fino ai
trapianti di fegato, dalla cura per la tubercolosi all' antibiotico-terapia e all'
antibiotico-resistenza. Sono state coinvolte cinque divisioni nel convegno, e questo
dimostra la sinergia che ispira la nostra struttura. Tra l' altro, il nostro laboratorio di
Microbiologia (diretto da Luigi Atripaldi, ndr) è un vero centro di eccellenza,
tecnologicamente avanzatissimo, che funziona h 24 e che dà risposte anche a
richieste   di      altri      ospedali          campani.            Poi,       continua           Punzi,        «sul        virus   dell'
immunodeficienza acquista abbiamo un servizio di ospedalizzazione domiciliare, un
servizio per la profilassi pre e post-esposizione che può interessare sia le coppie
discordanti con un partner sieropositivo e uno negativo, sia chi ha atteggiamenti
sessualmente a rischio ( per cui la profilassi pre-esposizione riduce il rischio di
contagio). Se abbiamo avuto un comportamento a rischio possiamo approfittare
della profilassi post- esposizione entro le 48 ore. Quest' ultima è a carico del Ssn, la
prima la paga il paziente». Eppure, nonostante non sia più la " peste del 2000", l'
Aids continua a rappresentare una patologia molto frequente tra la popolazione.
Quali sono i numeri di oggi? «A livello nazionale - risponde Vincenzo Sangiovanni,
direttore di Infezioni sistemiche e dell' immunodepresso - non si registrano segni di
flessione, perché la soglia di attenzione è calata rispetto agli esordi della malattia. In
Italia registriamo 3.500 4.000 nuovi casi all' anno; in Campania, solo qui al Cotugno,
seguiamo circa 2200 pazienti e registriamo 100 - 120 nuovi casi annui. Nelle altre
strutture ospedaliere se ne contano complessivamente circa 50 60. Purtroppo, in più
del 30 per cento dei casi, i pazienti arrivano con malattia in fase avanzata:
conseguenza di un' infezione che si manifesta in modo silenzioso e subdolo». ©
RIPRODUZIONE RISERVATA.

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08/10/2019                                                                                                                Pagina 22
                                  Il Mattino (ed. Benevento)
                                                                                                                          EAV: € 3.688
                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

      «Rummo», tornano i controlli anti -aggressioni ai medici

 IL   PRESIDIO     Luella         De       Ciampis           L'
 ospedale Rummo crea un nuovo punto di
 controllo vigilato, di uscita e di accesso
 al Pronto Soccorso per potenziare le
 misure di sicurezza. A tale scopo è stata
 affidata alla ditta Mustone la fornitura e
 la posa in opera di una struttura in legno
 che sarà appoggiata su un plateau di
 cemento     già    realizzato           davanti           all'
 ingresso del padiglione. A maggio, l'
 azienda ospedaliera aveva indetto gara a
 procedura aperta per il ripristino del
 servizio di vigilanza armata fissa, sia per
 il Rummo, sia per il «Sant' Alfonso Maria
 de' Liguori» di Sant' Agata de' Goti, per
 la durata di due anni e per un importo
 complessivo di 700.800 euro per cui si
 attende ancora l' aggiudicazione. Un
 provvedimento arrivato dopo anni di
 attesa e di polemiche sulla sicurezza. In più occasioni è stato sollecitato il ripristino
 della guardia armata, soppressa a causa dei tagli al budget aziendale, soprattutto in
 occasione degli episodi di violenza registrati negli ultimi due anni nei confronti del
 personale sanitario. Sulla questione, sono intervenute istituzioni e organizzazioni
 sindacali, oltre all' Ordine dei Medici che, insieme agli Ordini delle altre province
 campane, aveva messo in atto una serie di iniziative per avviare il confronto sulla
 sicurezza a livello nazionale. Con l' indizione della gara un primo importante passo è
 stato compiuto perché, in caso di aggressioni verbali e fisiche a medici e infermieri,
 la presenza di personale addetto a ristabilire l' ordine, ancor prima dell' arrivo delle
 forze dell' ordine, rappresenta un importante deterrente per gli aggressori e

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consente un controllo maggiore in caso di pazienti a rischio con turbe psichiche e
problemi di dipendenze da alcool e stupefacenti. IL SINDACATO Intanto, la Uil Fpl
Campania, ha organizzato per il 29 ottobre un incontro alla Stazione Marittima di
Napoli dal titolo «Mentre io sto salvando una vita...», mirato a concentrare l'
attenzione sulle aggressioni agli operatori sanitari. «Sempre più spesso - spiega
Giovanni De Luca, coordinatore della Uil Fpl di Benevento - gli operatori sanitari, in
particolare quelli dei pronto soccorso e del 118, sono vittime di aggressioni verbali e
fisiche da parte di pazienti o dei loro parenti. Alla base degli episodi di
esasperazione, c' è, senza dubbio, la questione della mancanza di personale. Stiamo
organizzando un pullman per partecipare all' incontro». © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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08/10/2019                                                                                                                    Pagina 33

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                                                                                                                              Lettori: 107.296
                                               Argomento: Sanità Campania

                   Campus della salute visite sul lungomare

 Duecento tra medici, esperti e volontari
 garantiranno visite mediche gratuite da
 venerdì      a       domenica.                Decine            le
 specialistiche nel più grande ospedale da
 campo        realizzato            sul         lungomare.
 Università       Federico           II    e      Università
 Vanvitelli, l' Ordine dei Medici, insieme a
 numerose         strutture           private          e       all'
 associazione            Farmaciste                  insieme,
 garantiranno migliaia di visite in tutte le
 principali        specialistiche                   mediche:
 andrologia,                        gastroenterologia,
 cardiologia, dermatologia, ginecologia,
 metabolismo, pneumologia, senologia,
 tiroide, ortopedia, nutrizione, oculistica,
 audiometria, nefrologia. Il lungomare,
 nell' area pedonale della Rotonda Diaz,
 sarà    animato            da       un        programma
 ricchissimo di eventi sportivi, musicali e
 dedicati alle scuole. Tanti i testimonial, con artisti e scienziati, imprenditori e sportivi
 insieme per promuovere la prevenzione già con l' anteprima del 9 ottobre alle 21
 con un grande spettacolo di beneficenza dal titolo La Salute al chiaro di luna con
 Maurizio de Giovanni, Tosca d' Aquino, Monica Sarnelli, Rosaria De Cicco, Lello
 Esposito, Marco Zurzolo e tantissimi altri artisti. Il Campus si concluderà domenica
 con la Prevention race, una corsa di dieci chilometri e una passeggiata di due
 chilometri che percorrerà il lungomare cittadino. Start alle ore 9.30. «La prevenzione
 e un corretto stile di vita sono al centro del nostro progetto. Nel corso dei tre giorni
 di visite gratuite i migliori professionisti campani saranno gratuitamente al servizio
 dei napoletani», spiega Annamaria Colao, coordinatore scientifico e promotore del

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Campus, di recente nominata coordinatore della cattedra Unesco per la Salute e la
prevenzione sostenibile nel corso della presentazione che si è svolta presso l' Ordine
dei Medici. Alla conferenza ha preso parte anche l' amministrazione comunale con
gli assessori Ciro Borriello e Roberta Gaeta. «Salute, sport e solidarietà compongono
le tre S del Campus3S che ormai da anni è attivo in tutta la Campania ma che
realizza manifestazioni in tutta Italia, con iniziative che coinvolgono la popolazione
con una diffusa azione di prevenzione facendo anche sport e divertendosi», spiega
Tommaso Mandato, presidente di Sportform e organizzatore della manifestazione
alla quale hanno aderito anche i Carabinieri, la Guardia costiera e i Vigili del fuoco
con l' installazione di Pompieropoli per i più piccini. Attenzione al sociale, allo sport e
alla salute, dunque attraverso una dinamica che consenta alla popolazione di
avvicinarsi alla medicina in maniera meno formale ma altrettanto efficace.

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08/10/2019                                                                                                                  Pagina 30

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                                                                                                                            Lettori: 107.296
                                            Argomento: Sanità Campania

  Distretto sanitario senza specialisti scatta la petizione degli
                             anziani

 BAIANO Bianca Bianco Anziani in fila per
 votare. Erano i meno giovani, domenica
 mattina, i più convinti firmatari della
 petizione      lanciata           dal        movimento
 «Progetto civico per Baiano»per chiedere
 nuovi medici di base e il completamento
 delle specialistiche presenti presso il
 distretto Asl di via Nicola Litto. A fine
 mattinata          i    rappresentanti                   dell'
 associazione, capeggiati dal consigliere
 di minoranza Emanuele Litto, hanno
 registrato 386 firme, un riscontro di tutto
 rispetto      su       una          tematica               che
 evidentemente richiama attenzione ed
 anche       qualche       arrabbiatura.               «Sono
 venuto in piazza solo per firmare -
 racconta Antonio, 80 anni e la paura di
 non potere ricevere le cure adeguate a
 causa della sua età, delle condizioni
 economiche e della mancanza di medici specialistici- Siamo delusi perché non ci
 sentiamo assistiti a dovere. Dove sono i medici di famiglia? A cosa serve il distretto
 se poi dobbiamo andare dai privati che si fanno pagare tanto?». Interrogativi che si
 ripropongono ogni volta che un anziano, ma anche una madre di famiglia (le
 categorie più sensibili all' argomento, molto meno i più giovani) mettono il loro
 autografo sotto le richieste di «Progetto civico per Baiano». «Siamo davvero
 soddisfatti- commenta Litto- per il risultato raggiunto in poche ore ed abbi amo
 deciso, anhche perché contattati da altre associazioni, di estenderlo a tutto il
 Baianese. Altri banchetti e gazebo nei cinque comuni per sen sensibilizzare su un

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problema che è di tutti, ovvero la tutela della salute». Nelle prossime domeniche
altri volontari ed amministratori metteranno la petizione a disposizione della
cittadinanza del Mandamento: lo scopo finale è quello di consegnare almeno un
migliaio di firme negli uffici dell' azienda sanitaria locale di Avellino per far
comprendere il disagio vissuto nel comprensorio baianese. Allo stato, dopo il
pensionamento di alcuni medici di base, servirebbero almeno altri 3 professionisti
mentre l' organico del distretto di B aiano andrebbe completato aggiungendo le
specialistiche più richieste come ortopedia e ginecologia. Si spera che l' iniziativa
intrapresa convinca i vertici Asl a porre rimedio alla carenza. © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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08/10/2019                                                                                                                  Pagina 10

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                                                                                                                            Lettori: 546.032
                                            Argomento: Sanità Campania

  Mario Maj "Per i disturbi mentali c' è anche predisposizione
                            genetica"

 La predisposizione genetica esiste. E c' è
 anche per i disturbi mentali. I nuovi dati
 arrivano da uno studio che, pubblicato
 su Science, ha coinvolto il gruppo della
 Vanvitelli, diretto da Mario Maj, direttore
 del    dipartimento        di     Psichiatria             nello
 stesso      ateneo        ed    editor         di         World
 Psychiatry: «La ricerca è stata condotta
 su una casistica internazionale di 256
 mila     pazienti     e     784        mila         controlli
 normali».      Professor             Maj,           lei     ha
 presieduto il congresso di Psichiatria
 biologica qui, a Napoli: come per i tumori
 anche per molte patologie psichiatriche
 ci sono fattori predisponenti e fattori
 protettivi? «Proprio così. E sono di natura
 in parte genetica, in parte ambientale.
 Interagiscono tra loro in modo complesso e intervengono in misura diversa, spesso
 non ricostruibile con precisione in ogni singolo caso». Per i tumori, i fattori
 ambientali (fumo, inquinamento, radiazioni, alimentazione scorretta) e quelli
 genetici (oncogeni) sono stati identificati. E invece, per i disturbi mentali a che punto
 siamo? «Il settore è in pieno sviluppo. Molti geni e fattori di vulnerabilità ambientale
 sono stati già individuati. Ma la novità emersa dallo studio di Science è che i disturbi
 mentali, in molti casi condividono in parte la stessa predisposizione genetica». Per
 esempio? «L' anoressia nervosa condivide in parte la vulnerabilità genetica con il
 disturbo ossessivo-compulsivo. La depressione con i disturbi d' ansia, il disturbo
 bipolare con la schizofrenia. Tutto ciò non accade per le malattie neurologiche.
 Inoltre, la sovrapposizione tra disturbi mentali e malattie neurologiche, per quanto

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riguarda la predisposizione genetica, è minima. Unica eccezione: l' emicrania, che
condivide in parte la vulnerabilità con la depressione». Una svolta per la ricerca,
finora guidata dalla teoria secondo cui ogni disturbo mentale riconosce una propria
base di predisposizione genetica? «E sì, sono dati che orientano in maniera
innovativa la ricerca. Di pari passo, proseguono gli studi sull' interazione tra fattori
genetici e ambientali nel determinare la vulnerabilità ai disturbi mentali». E a
documentarlo anche stavolta è un vostro studio? «Infatti. L' ultimo lavoro rivela che
le esposizioni ambientali precoci, come abuso emozionale e sessuale e bullismo,
interagiscono con i fattori genetici nel favorire la vulnerabilità alla schizofrenia. In
altri termini, gli uni e gli altri non si sommano tra loro, ma creano un effetto
moltiplicativo». - g. d. b. © RIPRODUZIONE RISERVATA f Proseguiamo gli studi sulla
interazione tra fattori genetici e ambientali nel determinare la vulnerabilità a questi
problemi g Mario May direttore dipartimento Psichiatria.

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08/10/2019                                                                                                                 Pagina 25

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                                                                                                                           Lettori: 107.296
                                           Argomento: Sanità Campania

      Ospedale in tilt, sale operatorie chiuse bloccati i ricoveri

 Resta aperta l' area per le emergenze: i
 pazienti spostati Del Monaco (M5s):
 promesse non mantenute, solo disservizi
 MADDALONI Giuseppe Miretto Saranno
 garantiti solo interventi in regime di
 urgenza. Pertanto, chiude l' intero Blocco
 Operatorio dell' ospedale. E con esso, a
 catena sono sospesi ricoveri e tutte le
 attività differibili. Resta aperta una sola
 operatoria esclusivamente dedicata agli
 «interventi      chirurgici         di      emergenza
 indifferibile» cioè in caso di gravi traumi
 e di imminente rischio di vita. Per tutte
 le    urgenze,     la      direttrice            sanitaria
 Antonella     Foglia       ha       reso        possibile
 l'«utilizzo della sala numero tre». Hanno
 già chiuso, per lavori, invece la numero
 due e la numero quattro. Sebbene sia
 una riorganizzazione necessaria non sarà
 indolore. LE CONSEGUENZE La prima conseguenza è il blocco dei ricoveri in
 ortopedia e chirurgia. La sospensione di tutte le attività differibili: dalle fratture del
 femore alla traumatologia ordinaria. Altra conseguenza: rallentata l' attività del
 Pronto Soccorso e modificata l' attività della rete del 118 che non utilizzerà più il
 locale nosocomio per i pazienti non a rischio. Assicurata la chirurgia d' urgenza, va
 in emergenza l' intero nosocomio. Sospese tutte le attività chirurgiche programmate
 con reparti svuotati da pazienti. In parte dirottati verso altre strutture, in parte
 rimandati a data da destinarsi. Congelato il calendario degli interventi di day
 surgery. Medesimo black out operativo per oculistica, ortopedia, otorinolaringoiatria
 e chirurgia estetica. La nuova direttrice sanitaria Antonella Foglia rassicura che si

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tratta di un provvedimento «necessario per urgenti lavori di ripristino delle
condizioni microclimatiche». IL TEMPO Quindi, un provvedimento di natura
temporanea. Ma, al momento, non è ipotizzabile una fine certa della sospensione. E
tantomeno una data di fine lavori. A imporre lo stop c' è il rapporto di conformità,
redatto dal dipartimento di sanità pubblica dell' Università Federico II, sul «grado di
contaminazione microbiologica ambientale»; i tempi per la coibentazione del
sistema di condizionamento; la consegna dei lavori per il «rifacimento dell' impianto
di micriclimatizzazione». C' è preoccupazione nelle corsie: si teme che il ritorno alla
normalità possa slittare ai primi giorni di novembre. IL PRECEDENTE Nel marzo 2018,
il blocco delle sale operatorie (a causa di infiltrazioni di acqua piovana) durò una
settimana. Questa volta, ci vorrà di più. È partita la mobilitazione. A ritornare in
ospedale, accolta dalla direttrice sanitaria e da responsabili tecnici dell' Asl, è stata
una delegazione di attivisti locali del Movimento Cinque Stelle accompagnati dal
parlamentare Antonio Del Monaco. IL CALENDARIO Si è parlato di tempi di
completamento dei lavori ma con il calendario alla mano. «Ci è stato assicurato
spiegano i grilli- che una seconda sala operatoria, ma solo per le urgenze, sarà
pronta entro mercoledì 9 ottobre». Ci sono state divergenze, invece, sui ritardi
accumulati per i lavori di adeguamento dell' impianti di microclimatizzazione, la cui
inaugurazione era stata promessa entro l' inizio di ottobre. E spunta una nuova data.
«I lavori di microclimatizzazione rende noto la delegazione guidata dal parlamentare
locale- dovrebbero terminare entro lunedì 21 ottobre». Quindi, ci saranno almeno
altri 15 giorni di lavoro a cui vanno aggiunti il ripristino delle condizioni ottimali
ambientali. Resta una polemica invece collegata all' apertura del nuovo reparto di
Radiologia. Dopo l' installazione della nuovissima Tac 3D, si spettava l'
inaugurazione dell' ambulatorio di gastroscopia ed endoscopia. «Non è solo una
promessa non mantenuta commenta l' onorevole Antonio Del Monaco - ma un danno
arrecato al territorio privato di un servizio necessario». © RIPRODUZIONE
RISERVATA.

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