Media Monitoring per 08-10-2019 - Rassegna stampa del 08-10-2019 - Ruggi
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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1 08/10/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) «Controlli cardiologici a tappeto e defibrillatori in tutti gli istituti» ....................................... 1 08/10/2019 - CORRIERE DELLA SERA «Ospedali dipinti» Oceani, fiabe e colori sui muri per far sognare i bambini ......................... 3 08/10/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Chiusura del Psaut in via Vernieri Il prefetto ora chiede chiarimenti ..................................... 5 08/10/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Pronto soccorso, è fuga Medici dall'Asl al Ruggi .................................................................... 7 08/10/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Va alla lavagna, si accascia muore in classe a 16 anni ......................................................... 10 Sanità Salerno e provincia ............................................................................................................ 12 08/10/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO Pazzano, lo spreco lungo un ventennio ................................................................................ 12 08/10/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO) Tumori, aumento record: 2250 malati .................................................................................. 14 Sanità Campania ............................................................................................................................. 16 08/10/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Aids sotto controllo ora meno farmaci e terapie più efficaci ................................................ 16 08/10/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO) «Rummo», tornano i controlli anti -aggressioni ai medici .................................................... 18 08/10/2019 - IL MATTINO Campus della salute visite sul lungomare ............................................................................ 20 08/10/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Distretto sanitario senza specialisti scatta la petizione degli anziani .................................. 22 08/10/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI) Mario Maj "Per i disturbi mentali c' è anche predisposizione genetica" ............................... 24 08/10/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA) Ospedale in tilt, sale operatorie chiuse bloccati i ricoveri ................................................... 26 08/10/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO) Ospedale, pochi medici e l' Asl chiede alla Regione di anticipare le assunzioni ................... 28 Sanità nazionale ............................................................................................................................. 30 08/10/2019 - IL TEMPO «AAA. Cercansi due Tac nuove» ........................................................................................... 30 08/10/2019 - IL SOLE 24 ORE «Il cibo è la prima medicina, in cucina si fa terapia genica» ................................................ 32 08/10/2019 - LA STAMPA Com' è subdola la celiachia .................................................................................................. 35 08/10/2019 - LA REPUBBLICA Dolore io ti batterò ............................................................................................................... 37 08/10/2019 - LA REPUBBLICA E la maggior parte dei pazienti non si fida del dottor hi tech .............................................. 40 08/10/2019 - LA REPUBBLICA Farmaci Sui biosimilari l' Italia si divide ............................................................................... 42 08/10/2019 - LA STAMPA Il respiro delle cellule vale tre Nobel .................................................................................... 44 08/10/2019 - LA REPUBBLICA Il tumore al seno si batte giocando in anticipo .................................................................... 46 La nostra salute venduta sul web ......................................................................................... 48 08/10/2019 - CORRIERE DELLA SERA Medicina, il Nobel ai tre scienziati che svelano il respiro delle cellule ................................. 50 08/10/2019 - IL SOLE 24 ORE Nuovi ticket sanità: rischio stangata per i redditi medi ....................................................... 52 08/10/2019 - IL SOLE 24 ORE Piano nazionale per gestire la depressione .......................................................................... 55 Gruppo eXtrapola-PReview Srl. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario. Vietato qualsiasi altro uso.
08/10/2019 - IL SOLE 24 ORE Salgono i ricoveri (92mila), calano medici e operatori (-10%) .............................................. 58 08/10/2019 - LA STAMPA Thibauld ha ricominciato a camminare con l' esoscheletro robotico "Obbedisce agli impulsi del pensiero" ........................................................................................................................ 60 08/10/2019 - LA STAMPA Un mosaico di virus contro l' Hiv .......................................................................................... 62 08/10/2019 - AVVENIRE Va al Pronto soccorso per dolori addominali Dimesso, viene ritrovato morto poco dopo ..... 65 Gruppo eXtrapola-PReview Srl. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario. Vietato qualsiasi altro uso.
08/10/2019 Pagina 23 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.386 Lettori: 107.296 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona «Controlli cardiologici a tappeto e defibrillatori in tutti gli istituti» Sabino Russo L' intervista Severino Iesu «Controlli cardiologici di base all' ingresso a scuola e diffusione capillare di defibrillatori». Sono le proposte avanzate da Severino Iesu, primario di cardiochirurgia d' urgenza al Ruggi, per fronteggiare tragedie come quelle di ieri al Genovesi- Da Vinci, che evidenziano come le morti cardiache improvvise non siano completamente «non evitabili». L' arresto cardiaco, improvviso, senza preavviso, di giovani in ottima salute. Cosa c' è dietro queste tragedie? «Una delle più cause frequenti è la displasia aritmogena del ventricolo destro. È una malattia congenita caratterizzata da una alterazione del ventricolo destro e che procura aritmia nei pazienti che ne soffrono. La si diagnostica solo attraverso una serie di controlli. È impossibile immaginarla senza fare una serie di cose. Ci possono essere, poi, anche delle cardiopatie congenite misconosciute e mai diagnosticate. Non sempre, però, i sintomi sono presenti o colti dai genitori o dalla famiglia». È possibile che un giovane in ottima salute, che non ha mai manifestato sintomi e che svolge, magari, anche attività fisica e sportiva, abbia un arresto e muoia? «Assolutamente sì. Sono persone apparentemente sane, ma che sane non sono. Hanno problemi cardiaci misconosciuti, perché non danno segnali di sé o non hanno dato segni o sono stati mal interpretati e magari si manifestano in questi eventi mortali. D' altra parte l' interrogazione è una forma di stress. È come se uno Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
facesse uno sforzo fisico. I meccanismi sono gli stessi, per cui se una persona non ha il cuore sano lo stesso può risentire di questo stress. Alla base, però, ci deve essere sempre un problema, altrimenti non succede nulla». Ci possono essere anche fattori ereditari? «Quando capitano queste cose è sempre bene indagare anche in famiglia, per escludere o confermare che ci siano altri soggetti che abbiano problemi analoghi. Ci potrebbe essere una malformazione congenita trasmessa, ci potrebbe essere alla base una aritmia che normalmente non dà nessun tipo di evidenza fino a quando non si manifesta con un evento purtroppo troppo spesso letale». Si può evitare una tragedia come quella di ieri? «Sì, a patto che si faccia uno screening cardiologico all' ingresso nella scuola. Di sicuro il decesso è sostenuto da una cardiopatia. Non so di quale natura, perché di volta in volta è diversa, ma c' è sempre una cardiopatia alla base. Non è una morte non completamente evitabile». Quindi la sua proposta è l' avvio di controlli di base? «Purtroppo non sono previsti dalla nostra organizzazione scolastica, ma queste cose ci dovrebbero far riflettere. Come si fa quando ci si iscrive a una organizzazione sportiva si potrebbe immaginare che si possa fare anche quando ci si avvia agli studi. Questo potrebbe essere utile per le persone e il loro futuro, perché scoprire una cardiopatia prima e meglio che farlo dopo». Eppure nelle scuole, così come per l' attività non agonistica, per fare sport è necessario solo un certificato medico. «Questa cosa va superata, perché un semplice certificato medico non garantisce le persone. Ripeto, ci vorrebbe uno screening di base all' ingresso. Tante cose, così, potrebbero essere non dico risolte, perché non tutto è risolvibile, ma almeno diagnosticate». La diffusione di defibrillatori automatici può essere utile? «Certo. Questo, insieme ai controlli di base, è l' altro aspetto fondamentale, perché in genere si muore per fibrillazione ventricolare, che è una aritmia maligna che è riconvertibile grazie a un defibrillatore. Nelle scuole ci dovrebbe essere una cosa del genere». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/10/2019 Pagina 21 EAV: € 34.081 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Lettori: 725.830 «Ospedali dipinti» Oceani, fiabe e colori sui muri per far sognare i bambini Corridoi che diventano boschi incantati. Un bunker di radioterapia trasformato in un grande acquario e laboratori diagnostici in sottomarini con i piccoli pazienti nelle vesti di capitani. Così da combattere la paura di quei momenti di «solitudine» e tornare i bambini che sono e che la malattia fa spesso dimenticare loro d' essere. Il progetto «Ospedali Dipinti» fa tappa al reparto di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico Gaetano Martino di Messina che, per sostenerlo, con la onlus ABC Amici dei Bimbi in corsia ( www.amicideibimbincorsia.it ) promuove una campagna di crowdfunding che Buone Notizie sostiene questa settimana. «Ospedali Dipinti» è un progetto nato nel 2012 da un' idea del pittore italiano Silvio Irilli, 49 anni, ( nella foto mentre lavora ad un murale ) di Chieri (To), che punta a vivacizzare gli ambienti interni degli ospedali per rendere meno pesante il contesto e l' atmosfera agli occhi di chi, grande o piccolo, si trova a dover trascorrere lunghi periodi in ospedale. Per il Policlinico Gaetano Martino di Messina l' artista ha immaginato «L' Isola del Sorriso», un' opera di arte muraria: «Non ci sarà soltanto la mia firma ma soprattutto quella di coloro - spiega Irilli - che decideranno di sostenere l' iniziativa. È l' occasione di contribuire a dipingere un sogno dedicato ai bambini che affrontano un momento delicato della propria vita». Il Policlinico Gaetano Martino è un importante punto di riferimento per tutta la Sicilia e il Sud Italia. In particolar modo la Neuropsichiatria Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Infantile è, per posti letto e degenze, il più importante reparto dell' intero Sud e tra i primi a livello nazionale. Ma nonostante questa rilevanza vive da tempo in condizioni «critiche», con strutture spesso non adeguate e logore per gli anni di servizio e la mancata manutenzione. «L' Isola del Sorriso» è solo il primo step di un più vasto progetto che vuole trasformare tutti e cinque i piani della Pediatria con ambienti accoglienti a tema e misura di bambino. I murales di Irilli decorano già il reparto di Radioterapia dell' Ospedale Policlinico Gemelli di Roma, la Radioterapia Pediatrica dell' Ospedale Ruggi D' Aragona di Salerno, l' Ospedale Regina Margherita di Torino e il Pronto Soccorso di Novara. In sette anni, Irilli ha affrescato in tutto 2.414 metri quadrati di muri, in quindici diverse puntate e in nove ospedali del Paese. «I medici mi hanno detto che oltre a distrarre i piccoli malati, i disegni - aggiunge l' artista - portano forti emozioni positive». Nino Abbate, presidente di ABC Amici dei Bimbi in Corsia, aggiunge: «Partiamo dall' attuale sala d' attesa del reparto di Neuropsichiatria Infantile per farne un luogo più umano e giocoso. Qui i bambini del day hospital rimangono in attese molto lunghe e un ambiente fiabesco e colorato può aiutarli a dimenticare per un attimo la malattia». Irilli è un disegnatore e illustratore che ha girato il mondo. Nel 2007 ha dipinto i murales al Georgia Aquarium di Atlanta (Usa), l' acquario più grande del mondo. Ed è stato il disegnatore ufficiale della trasmissione televisiva della Rai «Solletico» negli Anni 90. Fino al 2000 i suoi dipinti hanno illustrato copertine di giornali sportivi e dello spettacolo come Tuttosport, Guerin Sportivo, Sorrisi e Canzoni. Info su www.eppela.com/it/projects/25014-ospedali-dipinti-a-messina. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/10/2019 Pagina 7 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Chiusura del Psaut in via Vernieri Il prefetto ora chiede chiarimenti (m.c.) Dopo la chiusura serale del Psaut di via Vernieri, anche il prefetto di Salerno, Francesco Russo , si è attivato per chiedere chiarimenti in merito al provvedimento dell'Azienda Sanitaria Locale di Salerno che ha chiuso di notte le porte agli utenti bisognosi delle prestazioni sanitarie i quali non richiedevano l'intervento diretto dei medici del pronto soccorso. In seguito alla lettera indirizzata al prefetto e inoltrata dal sindacato Fsi-Usae, sul tema Psaut Salerno, rimodulazione servizio, richiesta congelamento e apertura tavolo di confronto, ora l'ufficio territoriale del Governo ha chiesto chiarimenti. Intanto il sindacato sta verificando gli estremi per impugnare il provvedimento con la motivazione dell' interruzione di pubblico servizio e pensa anche di ricorrere al Tribunale amministravo regionale. «Comitati di quartiere di Salerno, il Comitato per la tutela della salute del cittadino, l'Ordine provinciale degli Infermieri di Salerno allarmati da questa chiusura hanno fatto sapere di essere al fianco dell'utenza ed hanno espresso la loro disponibilità a costituirsi in un eventuale ricorso al Tar contro questa chiusura del servizio», dichiara il sindacalista Rolando Scotillo che in questi giorni incontrerà utenti, dipendenti e comitati per disegnare la strategia del ricorso. La Postazione fissa di primo soccorso territoriale a Via Vernieri di notte effettuava prestazioni soprattutto per l'utenza proveniente dal centro storico del capoluogo, area in cui insistono diverse attività e particolarmente popolate da giovani. E secondo il sindacalista già Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
si sono verificati episodi spiacevoli di qualche utente che di notte, trovando le porte chiuse, si è rivolto alla continuità assistenziale, ovvero alla guardia medica che insiste nella stessa struttura del Psaut, senza però trovare momentaneamente personale che effettuasse la prestazione. Per Scotillo chiudere di notte il Psaut significa anche creare le condizioni per cui l'utente trovi chiusa pure la porta della continuità assistenziale «perché il medico potrebbe essere impegnato presso il domicilio di un altro utente». Intanto i lavoratori del Psaut che non effettuano più i turni di notte nella struttura di via Vernieri sono utilizzati ugualmente dall'Azienda Sanitaria Locale senza quindi risparmiare costi, vengono inviati per i turni notturni presso altre sedi aziendali, incluso la centrale operativa del 118, dove secondo alcuni pare non ci sia bisogno di tanto altro personale. «La scelta dell'Azienda Sanitaria Locale di Salerno è incomprensibile - ribadisce il sindacalista Rolando Scotillo - e non è stata affatto condivisa, perché a fronte di un risparmio di circa 2.000 euro è stato chiuso un servizio previsto e istituzionalizzato da leggi regionali e delibere di giunta regionale, interrompendo un servizio non solo necessario ma utile alla popolazione di Salerno e che ha prodotto 1.400 prestazioni che sono servite a non gravare sull'Azienda ospedaliera universitaria Ruggi ingolfandola ulteriormente». Nessun sindacato, secondo Rolando Scotillo, ha condiviso «una scelta scellerata come questa ed è prevista ora solo una informativa da parte della presidenza della Rappresentanza sindacale unitaria, a chiusura già avvenuta, per un incontro tra sindacati e Azienda Sanitaria Locale di Salerno che si terrà venerdì prossimo per discutere del provvedimento di chiusura». Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/10/2019 La Città di Salerno Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Pronto soccorso, è fuga Medici dall'Asl al Ruggi Marcella Cavaliere Il pronto soccorso dell'ospedale Ruggi d'Aragona è a corto di medici e, dopo la richiesta di nuove unità da parte del primario Antonio Petrocelli, l'Azienda ospedaliera universitaria ha firmato una convenzione con l'Asl di Salerno per utilizzare i medici dell'Azienda sanitaria locale e rinforzare così la pianta organica del pronto soccorso del nosocomio di via San Leonardo. La spesa costerà all'Azienda Ruggi 864mila euro per un anno ed ai medici dell'Asl andrà quindi una doppia retribuzione perchè lavoreranno al Ruggi fuori dall'orario di servizio svolto per l'Asl di Salerno. La dettagliata lettera del primario del Ruggi, in cui parla di stanchezza del personale in servizio e di mancata disponibilità dei colleghi afferenti alle altre unità operative dell'ospedale a coprire i turni al pronto soccorso, è dello scorso 26 agosto. Mentre risale al 2 ottobre la delibera del commissario straordinario dell'Azienda Ruggi, Vincenzo D'Amato , che ufficializza i termini dell'accordo con l'Asl di Salerno. I reparti a corto di medici specialisti . Le criticità del personale medico, è scritto nella lettera inviata da Petrocelli, sono al pronto soccorso, all'Osservazione breve intensiva (Obi) e al reparto di Medicina d'urgenza del Ruggi. E per mantenere i livelli minimi di assistenza e coprire i turni sono scoperte 1305 ore. Questo è in sintesi il dettaglio fornito da Petrocelli per poter lavorare nei reparti dell'area critica senza grosse difficoltà. L'accordo stipulato tra Azienda Ruggi e Asl di Salerno. L'Azienda Ruggi ha stipulato un accordo con l'Asl di Salerno per «prestazioni specialistiche da effettuare presso il pronto soccorso del Ruggi per un massimo di 1200 ore mensili Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
con decorrenza dal primo settembre 2019 per la durata di un anno». Le prestazioni specialistiche «verranno rese dai medici del Saut indicati dall'Asl di Salerno e verranno rese al di fuori dell'orario di servizio» e l'Azienda corrisponderà all'Asl anche «il compenso lordo omnicomprensivo delle spese di tragitto di 60 euro per ogni ora». Invece la tutela legale dei professionisti prestati al Ruggi sarà a carico dell'Asl di Salerno. La carenza di organico. «La dotazione dei reparti soffre di una grave e cronica carenza - precisa Petrocelli nella lettera inviata alla dirigenza aziendale - tale carenza riguarda soprattutto la figura del medico interno, non essendo attualmente presente la figura del medico unico ». Dopodiché al Ruggi l'attuale dotazione medica in organico è composta da «19 dirigenti medici e cioè da un direttore di Unità operativa complessa, 17 dirigenti medici a tempo indeterminato, uno specialista ambulatoriale a tempo indeterminato». Nell'ambito del team di medici, però, uno è esonerato dai turni di guardia, due sono esonerati dai turni di pronto soccorso e dai turni notturni in medicina d'Urgenza e uno è esonerato dai turni di pronto soccorso, oltre a due dirigenti medici che godono dei diritti derivanti la legge 104 del 1998. In sostanza la forza lavoro è, di fatto, ulteriormente ridotta. Le ore da coprire. Per garantire i livelli minimi di assistenza dell'area critica per il pronto soccorso si dovrebbero prevedere, secondo quanto scritto da Petrocelli, tre unità ore 8-20 distribuendo una unità nei codici rossi, una ai codici gialli e una ai codici verdi, oltre a due unità 20-8 per 365 giorni l'anno (per un totale di 21.900 ore annue pari a 1825 mensili). Invece il pronto soccorso del Ruggi nell'anno 2018 ha visto 90.544 accessi, con una media giornaliera di 250. E a questo si aggiungono i lunghi tempi di attesa per il ricovero nei reparti a causa della mancanza di posto letto, tempi talvolta superiori alle 48 ore, con le derivanti necessità assistenziali. Mentre l'Obi, dotata di 12 posti letto, ha una guardia 24 ore su 24 per 365 giorni l'anno (ore annue 8760, mensili 730). Dettagli, quelli di Petrocelli, per dimostrare il numero reale di unità che occorrono. Medicina d'Urgenza, ad esempio, è dotato di una terapia sub intensiva (17 più 6 posti letto), una guardia 24 ore su 24 per 365 giorni l'anno, tre servizi mattutini per 312 giorni l'anno (ore annue 14376, mensili 1198). Pertanto la necessità di «orario complessivo annuo in ore per le tre unità operative del presidio Ruggi sia di 45036 e mensile di 3753, mancano quindi per coprire i turni e per mantenere i livelli minimi di assistenza 1305 ore». Considerando che la resa oraria per il mese di settembre 2019 (mese di 30 giorni con sei festivi) per ciascun dirigente medico è di 136 ore, questo determina che pur non concedendo alcun congedo (alcuni medici devono ancora godere delle ferie estive), l'orario disponibile sia di 2448 ore a fronte di un Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
fabbisogno di ore di 3753». Finora hanno supportato l'area critica i medici di Medicina interna e Cardiologia del Ruggi. Invece i turni pomeridiani dell'Obi sono stati coperti da medici del pronto soccorso e, di mattina, da quelli della Medicina d'Urgenza. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/10/2019 Pagina 22 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 5.948 Lettori: 107.296 Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona Va alla lavagna, si accascia muore in classe a 16 anni Gianluca Sollazzo Muore in classe sotto gli occhi dei compagni e della prof. Dopo aver svolto un esercizio di matematica alla lavagna si è accasciata a terra e non ha più aperto gli occhi. Si è spenta così la giovane vita della sedicenne Melissa La Rocca, studentessa modello dell' indirizzo scienze applicate del liceo scientifico Da Vinci di Salerno. Una malore improvviso l' ha strappata alla sua famiglia, ai compagni di classe, alla Salernitana, sua grande passione. Lei, residente a San Mango Piemonte, aveva preso come ogni mattina il pullman diretto a Salerno. Al Da Vinci, d' altronde, la comunità di San Mango è molto numerosa. Melissa era sempre puntuale. Alla prima ora, ieri, ha preso posto al suo solito banco per iniziare la lezione di matematica. Prima di cominciare ha accompagnato in bagno l' amica, compagna di banco. Tutto sembrava scandito da una rassicurante normalità. Poco dopo le 9, la studentessa è stata chiamata alla lavagna per svolgere un esercizio di verifica, dopo la spiegazione dell' insegnante. Prima di Melissa altri due compagni avevano svolto la prova. LA SCENA Ad un tratto, all' improvviso, un malessere l' ha afferrata per strapparla alla vita. La ragazza ha appoggiato una mano alla cattedra, mentre nell' altra teneva il pennarello. Poi il tonfo a terra, priva di sensi. È cominciato così l' incubo di una giornata lunghissima per i compagni e i docenti. Melissa non ha più ripreso conoscenza. Già non respirava più quando sono giunti sul posto i medici del 118, allertati dai compagni e dalla professoressa. Tutti pensavano Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
ad un calo di pressione. Melissa - secondo quanto dicono al liceo - nei giorni scorsi avrebbe accusato lievi malori in casa. Ma nessuno avrebbe mai pensato al peggio. La sedicenne accasciata a terra, ai piedi della lavagna. E i compagni a tentare disperatamente di aiutarla. C' è chi ha provato a parlarle all' orecchio. Chi le ha bagnato il volto e il collo, alzandole le gambe per facilitare la circolazione. Tutto vano. A quanto si apprende non è stato usato il defibrillatore di cui la scuola è dotata. Melissa si è spenta forse già prima delle manovre di rianimazione e dei soccorsi giunti in pochi minuti in ambulanza. Gli studenti e la docente della prima ora sono stati invitati a uscire dall' aula della terza F, la classe della ragazza. Nelle ore successive la scuola si è fermata, sospesa tra l' incredulità e il dolore. Le urla di disperazione squarciano il silenzio di via Sichelgaita già dopo le 10, quando nel cortile della scuola, in comune con l' istituto Genovesi, stazionano tre volanti della polizia e l' ambulanza del primo soccorso. LE INDAGINI Sul posto giungono la polizia scientifica e il medico legale per i primi rilievi delle indagini, coordinate dal pm Maria Benincasa. Ignota, al momento, la patologia che ha ucciso Melissa. Per accertarla, sarà necessario il riscontro diagnostico che i genitori della ragazza hanno chiesto di effettuare presso l' azienda ospedaliera. La professoressa di matematica e fisica di Melissa, Teresa Marino, viene portata fuori dalla scuola per prendere un po' d' aria, prima di essere ascoltata dagli inquirenti: ha ancora negli occhi la morte della sua alunna. L' ingresso è presidiato da un bidello in lacrime. Accorrono disperati i genitori della ragazza. Due professori esperti in sostegno psicologico intervengono per assistere la classe della ragazza. Tutti conoscevano Melissa, ancora nel pieno della vita, bionda e slanciata, brava a scuola, col granata nel cuore. «Una ragazza modello», dice Pina Masturzo, la vicepreside. Sembra che Melissa da qualche giorno avesse accusato lievi malesseri, dicono i prof. «È accaduto a casa», dice la vicepreside. Ma nessuno avrebbe mai immaginato un tragico epilogo. Il corpo di Melissa viene portato via in una bara alle 12.32. Il silenzio nel cortile della scuola è rotto dal pianto dei genitori della studentessa. Per il Genovesi-Da Vinci è il secondo lutto in pochi giorni. Nemmeno un mese fa a perdere la vita è stato Vittorio Senatore. Anche lui 16enne, compagno di classe di Melissa. «Sconvolge questa tragedia», commenta incredulo il governatore Vincenzo De Luca, che ieri sera si è recato al Ruggi per incontrare i genitori della ragazza. Dolore espresso anche dal sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/10/2019 Pagina 21 La Città di Salerno Argomento: Sanità Salerno e provincia Pazzano, lo spreco lungo un ventennio CAPACCIO PAESTUM Era stato pensato per essere destinato a residenza sanitaria assistenziale, ma dal momento della sua costruzione, oltre due decenni fa, è stato utilizzato solo per poco più di un anno. Si tratta della struttura immobiliare di proprietà dell'Asl Salerno, sita in località Pazzano, a Capaccio Capoluogo. L'immobile versa da anni nel degrado e nell'abbandono e negli anni è stato preda di vandali e ladri, che hanno portato via finanche rubinetti e mattonelle. Il sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri , ha chiesto di poterlo acquisire, al fine di recuperare la struttura dal degrado e rifunzionalizzarla per finalità di pubblico interesse, relative all'integrazione socio sanitaria. Una storia lunga, quella della struttura di località Pazzano, che doveva diventare tante cose, finanche sede del distretto sanitario, ma ad oggi nulla di quanto prospettato si è concretizzato. A conoscere bene la storia è il dottore Antonio De Rosa , della coop medica Magna Grecia, che qualche anno fa aveva proposto di far nascere in quell'ampia struttura un ospedale di comunità. «Nell'agosto 2016 - racconta - protocollai al Comune la proposta di rifunzionalizzare la struttura dell'Asl e predisporre al suo interno un ospedale di comunità. Una struttura intermedia, come ce ne sono diverse in Campania, così come in altre regioni d'Italia, e che può essere di ausilio per quelle famiglie che hanno familiari i quali sono in condizioni troppo gravi per curarsi a casa, ma poco gravi per rimanere in ospedale. Ad esempio, un paziente affetto da polmonite. Si serve dei medici curanti degli stessi pazienti - precisa De Rosa - con l'ausilio di infermieri ed altro Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
personale ». Un'opzione che andrebbe compiuta in convenzione con l'Asl e che comporta costi molto meno onerosi di una struttura ospedaliera: «Per tenere un paziente in un ospedale, la Regione paga dai 500 ai 900 euro al giorno; l'ospedale di comunità costerebbe al massimo 130 euro giornalieri. Una sorta di camera di compensazione: il paziente se guarisce del tutto, torna a casa; in caso la situazione di salute peggiora, viene condotto in ospedale. Qualcosa del genere venne pensata per realizzarla a Stio, così come nel Vallo di Diano, dove venne anche predisposta una struttura apposita, ma poi non se n'è fatto più nulla in nessuno dei due casi». L'immobile del Capoluogo arriverebbe a ospitare circa 25-30 pazienti, andando a dare una grossa mano alle famiglie e aiuterebbe anche a svuotare gli ospedali, sovraffollati. Curiosa la storia della struttura dell'Asl: costruita circa 20 anni fa, è stata utilizzata solo una volta, per circa un anno, per ospitare un Centro diurno per disabili, fisici e psichici. Una volta terminata la convenzione, però, ha chiuso i battenti e da circa 7-8 anni versa in una situazione di abbandono. Era stata proposta qualche anno fa per ospitare detenuti malati di mente, con 20 posti letto. L'Asl aveva ottenuto un finanziamento per 2 milioni e venne approvato anche il progetto esecutivo, ma quando la normativa in materia cambiò, la sede fu ritenuta non più idonea. Il dottore De Rosa è pronto a realizzare il suo progetto se Alfieri dovesse appoggiarlo: «Sono passati sindaci e direttori Asl, ma nessuno ha avuto la volontà di realizzare l'ospedale di comunità. Spero di avere maggiore fortuna con l'attuale primo cittadino». (an.pas.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/10/2019 Pagina 27 Il Mattino (ed. Salerno) EAV: € 4.035 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Salerno e provincia Tumori, aumento record: 2250 malati NOCERA INFERIORE Nello Ferrigno «Nella nostra città l' incidenza dei tumori è maggiore che nel resto della provincia e così anche la mortalità». È uno dei passaggi più drammatici della relazione presentata ieri sera dal presidente della Commissione consiliare sanità, Vincenzo Stile. I numeri arrivano dal Registro dei tumori dell' Asl Salerno. Si riferiscono al periodo dal 2003 al 2012. Sono gli ultimi disponibili. «Non vengono ovviamente indicate le cause essendo le malattie oncologiche legate a molteplici fattori», ha spiegato Stile. I risultati, su cui la relazione si è soffermata, sono quelli che riguardano il confronto tra l' incidenza e la mortalità per malattie oncologiche a Nocera Inferiore rispetto all' incidenza e alla mortalità per tali malattie in tutta la provincia di Salerno. Spulciando le tabelle si comprende che i dati di Nocera Inferiore e dei Comuni del Distretto sanitario numero 60, Nocera Superiore, Castel San Giorgio e Roccapiemonte, sono i peggiori rispetto all' intera provincia salernitana. Nel periodo preso in esame, dal 2003 al 2012, considerando in toto uomini e donne si rileva un rapporto di incidenza superiore del 9% rispetto a quello provinciale per un totale di 2.250 casi, il che si concretizza in 194 casi in più rispetto all' atteso. Gli uomini, con il 16% in più rispetto alla provincia, appaiono più colpiti delle donne che si fermano al 5%. Gli uomini che sono stati aggrediti da un tumore sono stati 1.265, le donne 985. Nocera Inferiore, in questa classifica al contrario, ha fatto peggio delle altre città del distretto 60. «In sostanza ha detto Stile i tumori maligni sono di più a Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Nocera Inferiore rispetto alle città del Distretto 60, i quali sono più elevati che nell' intera provincia». Anche la mortalità, sempre con gli uomini avanti alle donne. Per i maschi c' è stato un aumento del 18%; per le donne superiore al 10%. «Nei maschi, nel periodo 2003-20012, sono deceduti per malattie oncologiche 638 uomini mentre le donne sono state 442, la percentuale è di 59% e 41%». I PIÙ FREQUENTI Va male anche per gli organi più colpiti, la distribuzione evidenzia alcuni tipi di malattia oncologica che sono più frequenti come incidenza rispetto a tutta la provincia di Salerno. Sono aumentati dal 10 fino al 20% il cancro al cervello, tessuti molli, mammella, vescica e oro-faringe; dal 21 al 50% in più mesotelioma, rene, prostata, occhio, linfoma non Hodgkin, esofago, laringe, Kaposi, leucemia mieloide cronica, ipofaringe. Più 50% anche i tumori maligni di ghiandole salivari, testicolo, genitali maschili e femminili. Negli uomini il tumore maligno più frequente è stato quello alla prostata. Nelle donne quello alla mammella. «Dobbiamo continuare a lottare per l' ambiente, e sui corretti stili di vita combattendo il fumo, l' alcol, l' obesità, la vita sedentaria, la cattiva alimentazione» ha concluso Stile. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/10/2019 Pagina 10 EAV: € 30.057 Lettori: 546.032 Argomento: Sanità Campania Aids sotto controllo ora meno farmaci e terapie più efficaci I L CONGRESSO DI INFETTIVOLOGIA In Italia e in Campania aumentano i sieropositivi. Il Cotugno è in prima linea per protocolli diagnostici e ricoveri domiciliari di Giuseppe Del Bello Non dava scampo, adesso è una patologia cronica. Sono cambiate le cose per i portatori dell' Hiv, pazienti che avevano nel sangue il virus dell' Aids e un futuro di vita ridotto a qualche anno. Il miracolo lo hanno fatto i farmaci, gli antiretrovirali. Prima uno, poi due, tre, dieci. Ogni volta che una molecola falliva ( perché il virus si organizzava con la resistenza), i ricercatori già ne avevano sintetizzata un' altra efficace. E così di Aids non si muore più. Restava il problema di tante, troppe medicine. Uno strazio ( sempre meglio di una vita spezzata) fatto di pillole da mandare giù a ritmo continuo. Ma adesso, dal workshop " Hot topics in Infettivologia" recentemete organizzato dagli specialisti del Cotugno coordinati dal primario Elio Manzillo, arriva la buona notizia. Anzi due. Da una parte è diminuito il numero delle molecole disponibili ma efficaci, dall' altra gli effetti collaterali: una volta erano pesantissimi soprattutto nel lungo periodo, adesso sono quasi azzerati. Con lo standard terapeutico attuale si è scesi da tre, quattro farmaci al giorno, a due. Un protocollo che si identifica nella sigla internazionale 2dr. Il futuro si profila ancora più roseo, grazie alla possibile associazione di due farmaci da somministrare per via intramuscolare ogni 1- 2 mesi. « I nuovi farmaci - chiarisce Manzillo - hanno ridotto enormemente il potere infettante e, soprattutto, ripristinato le difese immunitarie del paziente con Hiv. Ed è un aspetto rilevante, visto che la Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
malattia può colpire tutti, perché correlata alla trasmissione sessuale. Oggi trattiamo anche pazienti over 50 e 60 che assumono farmaci per altre patologie. Per esempio, sarà un vantaggio per un soggetto cardiopatico o diabetico che già assume tre quattro o più compresse al giorno e ora, se è anche infettato da Hiv, gliene bastano una o due al giorno. Ovviamente un paziente con pluripatologie dovrà essere sotto controllo dell' infettivologo». Ma il meeting partenopeo ha analizzato tanti settori dell' infettivologia, e son solo l' Hiv. Dice Rodolfo Punzi, direttore dipartimento Malattie infettive e urgenze infettivologiche: « Dalle patologie epatiche fino ai trapianti di fegato, dalla cura per la tubercolosi all' antibiotico-terapia e all' antibiotico-resistenza. Sono state coinvolte cinque divisioni nel convegno, e questo dimostra la sinergia che ispira la nostra struttura. Tra l' altro, il nostro laboratorio di Microbiologia (diretto da Luigi Atripaldi, ndr) è un vero centro di eccellenza, tecnologicamente avanzatissimo, che funziona h 24 e che dà risposte anche a richieste di altri ospedali campani. Poi, continua Punzi, «sul virus dell' immunodeficienza acquista abbiamo un servizio di ospedalizzazione domiciliare, un servizio per la profilassi pre e post-esposizione che può interessare sia le coppie discordanti con un partner sieropositivo e uno negativo, sia chi ha atteggiamenti sessualmente a rischio ( per cui la profilassi pre-esposizione riduce il rischio di contagio). Se abbiamo avuto un comportamento a rischio possiamo approfittare della profilassi post- esposizione entro le 48 ore. Quest' ultima è a carico del Ssn, la prima la paga il paziente». Eppure, nonostante non sia più la " peste del 2000", l' Aids continua a rappresentare una patologia molto frequente tra la popolazione. Quali sono i numeri di oggi? «A livello nazionale - risponde Vincenzo Sangiovanni, direttore di Infezioni sistemiche e dell' immunodepresso - non si registrano segni di flessione, perché la soglia di attenzione è calata rispetto agli esordi della malattia. In Italia registriamo 3.500 4.000 nuovi casi all' anno; in Campania, solo qui al Cotugno, seguiamo circa 2200 pazienti e registriamo 100 - 120 nuovi casi annui. Nelle altre strutture ospedaliere se ne contano complessivamente circa 50 60. Purtroppo, in più del 30 per cento dei casi, i pazienti arrivano con malattia in fase avanzata: conseguenza di un' infezione che si manifesta in modo silenzioso e subdolo». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/10/2019 Pagina 22 Il Mattino (ed. Benevento) EAV: € 3.688 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania «Rummo», tornano i controlli anti -aggressioni ai medici IL PRESIDIO Luella De Ciampis L' ospedale Rummo crea un nuovo punto di controllo vigilato, di uscita e di accesso al Pronto Soccorso per potenziare le misure di sicurezza. A tale scopo è stata affidata alla ditta Mustone la fornitura e la posa in opera di una struttura in legno che sarà appoggiata su un plateau di cemento già realizzato davanti all' ingresso del padiglione. A maggio, l' azienda ospedaliera aveva indetto gara a procedura aperta per il ripristino del servizio di vigilanza armata fissa, sia per il Rummo, sia per il «Sant' Alfonso Maria de' Liguori» di Sant' Agata de' Goti, per la durata di due anni e per un importo complessivo di 700.800 euro per cui si attende ancora l' aggiudicazione. Un provvedimento arrivato dopo anni di attesa e di polemiche sulla sicurezza. In più occasioni è stato sollecitato il ripristino della guardia armata, soppressa a causa dei tagli al budget aziendale, soprattutto in occasione degli episodi di violenza registrati negli ultimi due anni nei confronti del personale sanitario. Sulla questione, sono intervenute istituzioni e organizzazioni sindacali, oltre all' Ordine dei Medici che, insieme agli Ordini delle altre province campane, aveva messo in atto una serie di iniziative per avviare il confronto sulla sicurezza a livello nazionale. Con l' indizione della gara un primo importante passo è stato compiuto perché, in caso di aggressioni verbali e fisiche a medici e infermieri, la presenza di personale addetto a ristabilire l' ordine, ancor prima dell' arrivo delle forze dell' ordine, rappresenta un importante deterrente per gli aggressori e Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
consente un controllo maggiore in caso di pazienti a rischio con turbe psichiche e problemi di dipendenze da alcool e stupefacenti. IL SINDACATO Intanto, la Uil Fpl Campania, ha organizzato per il 29 ottobre un incontro alla Stazione Marittima di Napoli dal titolo «Mentre io sto salvando una vita...», mirato a concentrare l' attenzione sulle aggressioni agli operatori sanitari. «Sempre più spesso - spiega Giovanni De Luca, coordinatore della Uil Fpl di Benevento - gli operatori sanitari, in particolare quelli dei pronto soccorso e del 118, sono vittime di aggressioni verbali e fisiche da parte di pazienti o dei loro parenti. Alla base degli episodi di esasperazione, c' è, senza dubbio, la questione della mancanza di personale. Stiamo organizzando un pullman per partecipare all' incontro». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/10/2019 Pagina 33 EAV: € 3.634 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Campus della salute visite sul lungomare Duecento tra medici, esperti e volontari garantiranno visite mediche gratuite da venerdì a domenica. Decine le specialistiche nel più grande ospedale da campo realizzato sul lungomare. Università Federico II e Università Vanvitelli, l' Ordine dei Medici, insieme a numerose strutture private e all' associazione Farmaciste insieme, garantiranno migliaia di visite in tutte le principali specialistiche mediche: andrologia, gastroenterologia, cardiologia, dermatologia, ginecologia, metabolismo, pneumologia, senologia, tiroide, ortopedia, nutrizione, oculistica, audiometria, nefrologia. Il lungomare, nell' area pedonale della Rotonda Diaz, sarà animato da un programma ricchissimo di eventi sportivi, musicali e dedicati alle scuole. Tanti i testimonial, con artisti e scienziati, imprenditori e sportivi insieme per promuovere la prevenzione già con l' anteprima del 9 ottobre alle 21 con un grande spettacolo di beneficenza dal titolo La Salute al chiaro di luna con Maurizio de Giovanni, Tosca d' Aquino, Monica Sarnelli, Rosaria De Cicco, Lello Esposito, Marco Zurzolo e tantissimi altri artisti. Il Campus si concluderà domenica con la Prevention race, una corsa di dieci chilometri e una passeggiata di due chilometri che percorrerà il lungomare cittadino. Start alle ore 9.30. «La prevenzione e un corretto stile di vita sono al centro del nostro progetto. Nel corso dei tre giorni di visite gratuite i migliori professionisti campani saranno gratuitamente al servizio dei napoletani», spiega Annamaria Colao, coordinatore scientifico e promotore del Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
Campus, di recente nominata coordinatore della cattedra Unesco per la Salute e la prevenzione sostenibile nel corso della presentazione che si è svolta presso l' Ordine dei Medici. Alla conferenza ha preso parte anche l' amministrazione comunale con gli assessori Ciro Borriello e Roberta Gaeta. «Salute, sport e solidarietà compongono le tre S del Campus3S che ormai da anni è attivo in tutta la Campania ma che realizza manifestazioni in tutta Italia, con iniziative che coinvolgono la popolazione con una diffusa azione di prevenzione facendo anche sport e divertendosi», spiega Tommaso Mandato, presidente di Sportform e organizzatore della manifestazione alla quale hanno aderito anche i Carabinieri, la Guardia costiera e i Vigili del fuoco con l' installazione di Pompieropoli per i più piccini. Attenzione al sociale, allo sport e alla salute, dunque attraverso una dinamica che consenta alla popolazione di avvicinarsi alla medicina in maniera meno formale ma altrettanto efficace. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/10/2019 Pagina 30 EAV: € 3.535 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Distretto sanitario senza specialisti scatta la petizione degli anziani BAIANO Bianca Bianco Anziani in fila per votare. Erano i meno giovani, domenica mattina, i più convinti firmatari della petizione lanciata dal movimento «Progetto civico per Baiano»per chiedere nuovi medici di base e il completamento delle specialistiche presenti presso il distretto Asl di via Nicola Litto. A fine mattinata i rappresentanti dell' associazione, capeggiati dal consigliere di minoranza Emanuele Litto, hanno registrato 386 firme, un riscontro di tutto rispetto su una tematica che evidentemente richiama attenzione ed anche qualche arrabbiatura. «Sono venuto in piazza solo per firmare - racconta Antonio, 80 anni e la paura di non potere ricevere le cure adeguate a causa della sua età, delle condizioni economiche e della mancanza di medici specialistici- Siamo delusi perché non ci sentiamo assistiti a dovere. Dove sono i medici di famiglia? A cosa serve il distretto se poi dobbiamo andare dai privati che si fanno pagare tanto?». Interrogativi che si ripropongono ogni volta che un anziano, ma anche una madre di famiglia (le categorie più sensibili all' argomento, molto meno i più giovani) mettono il loro autografo sotto le richieste di «Progetto civico per Baiano». «Siamo davvero soddisfatti- commenta Litto- per il risultato raggiunto in poche ore ed abbi amo deciso, anhche perché contattati da altre associazioni, di estenderlo a tutto il Baianese. Altri banchetti e gazebo nei cinque comuni per sen sensibilizzare su un Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
problema che è di tutti, ovvero la tutela della salute». Nelle prossime domeniche altri volontari ed amministratori metteranno la petizione a disposizione della cittadinanza del Mandamento: lo scopo finale è quello di consegnare almeno un migliaio di firme negli uffici dell' azienda sanitaria locale di Avellino per far comprendere il disagio vissuto nel comprensorio baianese. Allo stato, dopo il pensionamento di alcuni medici di base, servirebbero almeno altri 3 professionisti mentre l' organico del distretto di B aiano andrebbe completato aggiungendo le specialistiche più richieste come ortopedia e ginecologia. Si spera che l' iniziativa intrapresa convinca i vertici Asl a porre rimedio alla carenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/10/2019 Pagina 10 EAV: € 21.002 Lettori: 546.032 Argomento: Sanità Campania Mario Maj "Per i disturbi mentali c' è anche predisposizione genetica" La predisposizione genetica esiste. E c' è anche per i disturbi mentali. I nuovi dati arrivano da uno studio che, pubblicato su Science, ha coinvolto il gruppo della Vanvitelli, diretto da Mario Maj, direttore del dipartimento di Psichiatria nello stesso ateneo ed editor di World Psychiatry: «La ricerca è stata condotta su una casistica internazionale di 256 mila pazienti e 784 mila controlli normali». Professor Maj, lei ha presieduto il congresso di Psichiatria biologica qui, a Napoli: come per i tumori anche per molte patologie psichiatriche ci sono fattori predisponenti e fattori protettivi? «Proprio così. E sono di natura in parte genetica, in parte ambientale. Interagiscono tra loro in modo complesso e intervengono in misura diversa, spesso non ricostruibile con precisione in ogni singolo caso». Per i tumori, i fattori ambientali (fumo, inquinamento, radiazioni, alimentazione scorretta) e quelli genetici (oncogeni) sono stati identificati. E invece, per i disturbi mentali a che punto siamo? «Il settore è in pieno sviluppo. Molti geni e fattori di vulnerabilità ambientale sono stati già individuati. Ma la novità emersa dallo studio di Science è che i disturbi mentali, in molti casi condividono in parte la stessa predisposizione genetica». Per esempio? «L' anoressia nervosa condivide in parte la vulnerabilità genetica con il disturbo ossessivo-compulsivo. La depressione con i disturbi d' ansia, il disturbo bipolare con la schizofrenia. Tutto ciò non accade per le malattie neurologiche. Inoltre, la sovrapposizione tra disturbi mentali e malattie neurologiche, per quanto Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
riguarda la predisposizione genetica, è minima. Unica eccezione: l' emicrania, che condivide in parte la vulnerabilità con la depressione». Una svolta per la ricerca, finora guidata dalla teoria secondo cui ogni disturbo mentale riconosce una propria base di predisposizione genetica? «E sì, sono dati che orientano in maniera innovativa la ricerca. Di pari passo, proseguono gli studi sull' interazione tra fattori genetici e ambientali nel determinare la vulnerabilità ai disturbi mentali». E a documentarlo anche stavolta è un vostro studio? «Infatti. L' ultimo lavoro rivela che le esposizioni ambientali precoci, come abuso emozionale e sessuale e bullismo, interagiscono con i fattori genetici nel favorire la vulnerabilità alla schizofrenia. In altri termini, gli uni e gli altri non si sommano tra loro, ma creano un effetto moltiplicativo». - g. d. b. © RIPRODUZIONE RISERVATA f Proseguiamo gli studi sulla interazione tra fattori genetici e ambientali nel determinare la vulnerabilità a questi problemi g Mario May direttore dipartimento Psichiatria. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
08/10/2019 Pagina 25 EAV: € 5.440 Lettori: 107.296 Argomento: Sanità Campania Ospedale in tilt, sale operatorie chiuse bloccati i ricoveri Resta aperta l' area per le emergenze: i pazienti spostati Del Monaco (M5s): promesse non mantenute, solo disservizi MADDALONI Giuseppe Miretto Saranno garantiti solo interventi in regime di urgenza. Pertanto, chiude l' intero Blocco Operatorio dell' ospedale. E con esso, a catena sono sospesi ricoveri e tutte le attività differibili. Resta aperta una sola operatoria esclusivamente dedicata agli «interventi chirurgici di emergenza indifferibile» cioè in caso di gravi traumi e di imminente rischio di vita. Per tutte le urgenze, la direttrice sanitaria Antonella Foglia ha reso possibile l'«utilizzo della sala numero tre». Hanno già chiuso, per lavori, invece la numero due e la numero quattro. Sebbene sia una riorganizzazione necessaria non sarà indolore. LE CONSEGUENZE La prima conseguenza è il blocco dei ricoveri in ortopedia e chirurgia. La sospensione di tutte le attività differibili: dalle fratture del femore alla traumatologia ordinaria. Altra conseguenza: rallentata l' attività del Pronto Soccorso e modificata l' attività della rete del 118 che non utilizzerà più il locale nosocomio per i pazienti non a rischio. Assicurata la chirurgia d' urgenza, va in emergenza l' intero nosocomio. Sospese tutte le attività chirurgiche programmate con reparti svuotati da pazienti. In parte dirottati verso altre strutture, in parte rimandati a data da destinarsi. Congelato il calendario degli interventi di day surgery. Medesimo black out operativo per oculistica, ortopedia, otorinolaringoiatria e chirurgia estetica. La nuova direttrice sanitaria Antonella Foglia rassicura che si Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
tratta di un provvedimento «necessario per urgenti lavori di ripristino delle condizioni microclimatiche». IL TEMPO Quindi, un provvedimento di natura temporanea. Ma, al momento, non è ipotizzabile una fine certa della sospensione. E tantomeno una data di fine lavori. A imporre lo stop c' è il rapporto di conformità, redatto dal dipartimento di sanità pubblica dell' Università Federico II, sul «grado di contaminazione microbiologica ambientale»; i tempi per la coibentazione del sistema di condizionamento; la consegna dei lavori per il «rifacimento dell' impianto di micriclimatizzazione». C' è preoccupazione nelle corsie: si teme che il ritorno alla normalità possa slittare ai primi giorni di novembre. IL PRECEDENTE Nel marzo 2018, il blocco delle sale operatorie (a causa di infiltrazioni di acqua piovana) durò una settimana. Questa volta, ci vorrà di più. È partita la mobilitazione. A ritornare in ospedale, accolta dalla direttrice sanitaria e da responsabili tecnici dell' Asl, è stata una delegazione di attivisti locali del Movimento Cinque Stelle accompagnati dal parlamentare Antonio Del Monaco. IL CALENDARIO Si è parlato di tempi di completamento dei lavori ma con il calendario alla mano. «Ci è stato assicurato spiegano i grilli- che una seconda sala operatoria, ma solo per le urgenze, sarà pronta entro mercoledì 9 ottobre». Ci sono state divergenze, invece, sui ritardi accumulati per i lavori di adeguamento dell' impianti di microclimatizzazione, la cui inaugurazione era stata promessa entro l' inizio di ottobre. E spunta una nuova data. «I lavori di microclimatizzazione rende noto la delegazione guidata dal parlamentare locale- dovrebbero terminare entro lunedì 21 ottobre». Quindi, ci saranno almeno altri 15 giorni di lavoro a cui vanno aggiunti il ripristino delle condizioni ottimali ambientali. Resta una polemica invece collegata all' apertura del nuovo reparto di Radiologia. Dopo l' installazione della nuovissima Tac 3D, si spettava l' inaugurazione dell' ambulatorio di gastroscopia ed endoscopia. «Non è solo una promessa non mantenuta commenta l' onorevole Antonio Del Monaco - ma un danno arrecato al territorio privato di un servizio necessario». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata Licenza Promopress ad uso esclusivo del destinatario Vietato qualsiasi altro uso
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