CLICKMOBILITY Rassegna Stampa del 03/11/2011 - ClickMobility.it

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   Rassegna Stampa del 03/11/2011

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INDICE

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  03/11/2011 QN - La Nazione - Lucca                                                  6
  LA LINEA ferroviaria diesel che serve la Garfagnan...

  03/11/2011 Corriere della Sera - MILANO                                             7
  Ecopass, la mappa delle vie al collasso «Lotta agli ingorghi»

  03/11/2011 La Repubblica - Milano                                                   8
  Meno auto, Atm più veloce per 30mila nuovi pendolari

  03/11/2011 La Repubblica - Firenze                                                  9
  Ataf resti pubblica? Sì, no, abbastanza

  03/11/2011 Il Gazzettino - PADOVA                                                   10
  Il Comune vende azioni e compra bus

  03/11/2011 La Stampa - TORINO                                                       11
  Domeniche a piedi bocciate dall'Arpa "Sono inefficaci"

  03/11/2011 Il Sole 24 Ore                                                           12
  Stop alle concessioni facili nei servizi pubblici locali

  03/11/2011 Giornale dell'Umbria                                                     13
  Trasporto pubblico locale, si tratta sui trasferimenti

  03/11/2011 Il Mattino - nazionale                                                   14
  Niente stipendi, si bloccano Circum e Sepsa

  03/11/2011 La Sicilia - Caltanissetta                                               15
  «I "tagli" di Trenitalia gravi ripercussioni»

  03/11/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna                                      16
  Lunedì sciopero del trasporto pubblico Bus e traghetto andranno a singhiozzo

  03/11/2011 Il Fatto Quotidiano - Nazionale                                          17
  Trasporto locale fermo al capolinea

  03/11/2011 La Repubblica - Nazionale                                                18
  Vagone-letto addio in pensione i treni che viaggiano di notte

  03/11/2011 Il Mattino - benevento                                                   19
  Amts Peculato per dipendente ascoltati tre testi P...

  03/11/2011 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro                                       20
  Gambioli: «Svim, fallimento totale. Per salvare la ferrovia pronti al referendum»
03/11/2011 Il Gazzettino - VENEZIA                                               21
Actv, servizio confermato fino al 2013

03/11/2011 La Stampa - SAVONA                                                    22
Treni, nel 2012 pendolari a piedi

03/11/2011 Unione Sarda                                                          23
Autobus e bici per una città da vivere in prima fila

03/11/2011 Corriere Adriatico - PESARO                                           24
Trasporti sostenibili e integrati al turismo

03/11/2011 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Barletta                                25
«Treni per pendolari come carri bestiame»

03/11/2011 Il Manifesto - Nazionale                                              26
Irisbus, via libera al «verbale di ricatto»

03/11/2011 Unione Sarda                                                          28
Itis Othoca all'avanguardia Il problema sono i trasporti

03/11/2011 Corriere della Sera - BRESCIA                                         29
Metrobus, i nodi tecnologici rallentano la prima corsa

03/11/2011 QN - Il Resto del Carlino - Cesena                                    30
Il Pd di Riccione affonda la nuova metropolitana: «I costi sono insostenibili»

03/11/2011 QN - La Nazione - Grosseto                                            31
«Nessun taglio previsto agli Eurostar Trenitalia conferma il suo impegno»

03/11/2011 La Stampa - ALESSANDRIA                                               32
Bus, tocca alle aziende stilare il piano dei tagli

03/11/2011 Il Centro - Chieti                                                    33
Futuro del trasporto ferroviario il convegno da oggi all'ex liceo

03/11/2011 La Stampa - VERBANIA                                                  34
Tagli ai trasporti pubblici A rischio le linee dei bus

02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                            35
TRASPORTO LOCALE

02/11/2011 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Basilicata                              36
Garanzie sul finanziamento per la «metro» Comune e Fal firmano l'intesa sul
progetto

02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                            37
Se il Governo continua a latitare fermiamo bus e metro per 24 ore
02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                    38
Milano è la più avanzata su Tpl, taxi e car sharing

02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                    39
L'Europa guarda al tram-treno ma in Italia mancano le norme

02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                    40
Sui binari vince l'innovazione

02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                    41
E il metrò è automatico

02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                    42
Diesel elettrici, ibridi e fuel celi i bus del futuro a emissioni zero

02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                    44
Sciopero unitario contro Fs

02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                    45
L'Antitrust indaga Trenitalia

02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                    46
Primo sì al mercato unico dei treni Serracchiani: Authority nazionale

02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                    47
L'Abruzzo fa la società unica

02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                    48
Atm, Rota presidente

02/11/2011 Il Sole 24 Ore - Trasporti                                    49
Anav Lazio, stipendi a rìschio
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42 articoli
03/11/2011                               QN - La Nazione - Lucca                                             Pag. 13
                                          (diffusione:136993, tiratura:176177)

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 COMMENTO
 LA LINEA ferroviaria diesel che serve la Garfagnan...

 LA LINEA ferroviaria diesel che serve la Garfagnana sta scontando ritardi pressoché quotidiani e un numero
 di soppressioni inaccettabile. Servono risposte immediate di Trenitalia per riportare la situazione alla
 normalità. Non possono circolare treni con meno carrozze rispetto a quelle che paghiamo: a farne le spese
 sono i pendolari e i viaggiatori che si ritrovano in carrozze affollate. Al tempo stesso, però, non si devono
 occupare i binari, perché così si finisce per sommare ulteriori ritardi e disagi a chi vuol utilizzare il treno. Il
 treno bloccato ieri a Piazza al Serchio viaggiava a composizione ridotta rispetto a quella prevista dal contratto
 di servizio. La Lucca-Aulla nei mesi scorsi ha sofferto di numerosi problemi per ritardi e soppressioni, al pari
 di altre linee diesel, per problemi legati alla manutenzione delle vetture. Per discutere dei problemi della linea
 e dei pendolari, terremo a Piazza al Serchio, attorno alla metà del mese, il prossimo incontro previsto nel
 programma di confronto e ascolto con i pendolari e le associazioni dei consumatori. * assessore regionale ai
 trasporti

CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 03/11/2011                                                                             6
03/11/2011                              Corriere della Sera - Milano                                            Pag. 6
                                           (diffusione:619980, tiratura:779916)

                                                                                                                             La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Il dossier Dai Bastioni a Cadorna, i nodi del traffico. «Via al piano Atm»
 Ecopass, la mappa delle vie al collasso «Lotta agli ingorghi»
 Lo studio per la nuova congestion charge
 Gianni Santucci Armando Stella

 Carducci, De Amicis, Molino delle Armi: strada «rossa», alta congestione, condizioni critiche. Pontaccio,
 Boccaccio/Monti, Cairoli: strada «viola», congestione al di là del tollerabile, condizioni drammatiche. E poi ci
 sono tutti gli altri punti, fuori o a ridosso della cerchia dei Bastioni (da viale Papiniano, al cimitero
 Monumentale, ai grandi assi come Sarca, Monza, Palmanova), dove la massa delle auto è comunque ben
 oltre la capacità di «assorbimento» delle strade. Code e ingorghi sono la norma, ogni giorno. L'ultima mappa
 aggiornata del traffico indica, strada per strada, tutti i «nodi critici» della circolazione a Milano. È stata
 consegnata qualche giorno fa dall'Agenzia per la mobilità e l'ambiente (Amat) al Comune. E rappresenta un
 documento chiave per la nuova congestion charge, il super Ecopass che partirà da gennaio 2012.
 Milano ha una struttura radiale, i grandi viale convergono sul centro e incrociano le circonvallazioni. È da lì
 che si parte: i punti più «neri» per il traffico sono sugli assi e gli incroci di questa struttura urbanistica. E il
 centro storico assume un rilievo fondamentale per capire come cambieranno le cose quando, con il nuovo
 Ecopass, all'interno dei Bastioni dovrebbero entrare 31/38 mila mezzi in meno ogni giorno rispetto ai 114 mila
 di oggi. Spiegano i tecnici dell'Amat: «In centro abbiamo strade strette, incroci e semafori ravvicinati. Il traffico
 già per questo è più complicato». Aggiungiamo la struttura dei grandi viali d'accesso, che sempre sul centro
 convergono. E la forte «attrattività» dell'area, per lavoro e servizi. Uno dei fondamenti della congestion
 charge è questo: gli effetti che si ottengono all'interno dei Bastioni hanno un'efficacia che, in qualche modo, si
 riversa anche sul resto della città. Spiega Maria Berrini, direttrice dell'Amat: «Ridurre traffico e congestione in
 centro è una condizione per poter favorire la mobilità alternativa, come quella sui pedali attraverso piste e
 corsie ciclabili, e migliorare il sistema del trasporto pubblico».
 Palazzo Marino e Atm non avranno a breve possibilità di nuovi investimenti. Per questo cercheranno di
 migliorare il trasporto pubblico proprio a partire dalla congestion. Spiegano ancora i tecnici: «Nell'area dei
 Bastioni passano e si incrociano tantissime linee di bus e tram, che attraversano il centro e servono poi il
 resto di Milano. Proprio in centro questi mezzi subiscono spesso rallentamenti. Bisogna aggiungere che circa
 il 70 per cento degli spostamenti sui mezzi pubblici ha proprio questa zona come destinazione». Palazzo
 Marino, Amat e Atm stanno lavorando per moltiplicare gli effetti della congestion (meno auto e traffico più
 fluido) attraverso due direttrici: proteggere meglio le corsie riservate per i tram e i bus e ridurre all'osso i
 permessi di accesso alle preferenziali. Come dire: una doppia fluidificazione. In questo modo (e con il
 «sostegno» del metrò) il trasporto pubblico dovrebbe assorbire i passeggeri che decideranno di lasciare l'auto
 per non pagare il pedaggio di 5 euro (si stima che saranno circa 3 mila, ogni ora, nelle fasce di punta). Resta
 il nodo della grave congestione sui Bastioni, proprio sul confine dell'area Ecopass: secondo gli studi
 preliminari, la quota di nuove auto che eviteranno l'ingresso in centro - e dunque si muoveranno sul perimetro
 esterno della cerchia - dovrebbe essere «bilanciata» dalla riduzione del traffico indotta dal nuovo ticket.
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CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 03/11/2011                                                                               7
03/11/2011                                La Repubblica - Milano                                             Pag. 7
                                          (diffusione:556325, tiratura:710716)

                                                                                                                          La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Il progetto L'assessore regionale Cattaneo scettico: "Il trasporto pubblico non reggerà"
 Meno auto, Atm più veloce per 30mila nuovi pendolari
 Il Comune: "onda verde" ai tram verso il centro
 ILARIA CARRA

 IL PRIMO presupposto non fa una piega: riducendo le auto all'interno della Cerchia dei Bastioni le strade
 saranno meno intasate, quindi tram e autobus dovrebbero viaggiare con più rapidità e regolarità. Fin qui tutto
 bene. Ma per assorbire i futuri nuovi pendolari che, con l'introduzione del pedaggio per tutti, rinunceranno
 all'auto per raggiungere la città, non basta la previsione del centro più libero. Così il Comune sta studiando gli
 interventi per reggere il contraccolpo della nuova domanda di mezzi pubblici, circa 30mila nuovi pendolari,
 che si creerà inevitabilmente a gennaio con l'avvio del nuovo Ecopass. A partire proprio dalle linee di
 superficie e dall'«onda verde» per i semafori delle metrotranvie.
  Quasi quattro anni fa, nel gennaio 2008, quando Ecopass debuttò, il piano di potenziamento dei mezzi andò
 a braccetto: in varie tranche si aggiunsero quasi 40 linee tra il centro e la periferia. Da tempo tecnici e
 consumatori, con la congestion charge da gennaio, chiedono un parallelo aumento dell'offerta dei trasporti. Il
 Comune punta a interventi più mirati rispetto al 2008, quando, sussurra qualche tecnico, i mezzi si
 rafforzarono un po' senza logica. Palazzo Marino ha già richiesto un piano extra ad Atm da stendere presto.
 C'è già la Regione che lancia avvertimenti: «Oggi il nostro sistema di mobilità non è in grado di sostenere un
 aumento forte della domanda soprattutto nelle ore di punta - sostiene l'assessore regionale ai Trasporti,
 Raffaele Cattaneo - su questo ci vorrebbe più di attenzione da parte dell'amministrazione». L'Amat, Agenzia
 per la mobilità, sta mettendo al punto la strategia per il Comune. Le stime parlano di 35-40 mila auto che la
 congestion charge terrà lontane dai varchi, circa 36-40mila persone, buona parte delle quali si riverserà sui
 mezzi. «Si stimano circa 30mila nuovi pendolari - prevede Maria Berrini, presidente di Amat - ci aspettiamo
 4mila viaggiatori in più in ogni ora di punta, cifra che le metropolitane, con 80mila persone di capacità
 massima, sono in grado di assorbire, mentre sui mezzi di superficie sui quali bisognerà intervenire». E come?
 «Verranno attuate entro il prossimo anno le preferenziazioni semaforiche su alcune metrotranvie- aggiunge
 Berrini - l'onda verde di semafori sul modello della 90-91 verrà estesa alle linee 4,7e 15 così da velocizzare i
 mezzi e aumentarne le frequenze». In più s'interverrà su alcuni nodi di linee tranviarie troppo ingarbugliati,
 come quello di via Larga, ma anche su tutti quelli compresi tra la prima cerchia e gli assi radiali d'uscita, per
 sveltire il passaggio dei mezzi.
  Sul fronte metrò già qualcosa si sta facendo: da ieri corrono due treni in più sulla linea 1, sulla quale si sta
 testando il nuovo sistema di segnalamento che consentirà da settembre un treno ogni 90 secondi. I collaudi
 degli ultimi giorni sono andati bene: così Atm, dopo il primo aumento della flotta, conta di aggiungere altri
 cinque convogli entro gennaio.
 Le cifre
 30-35mila LA DIMINUZIONE Con la congestion charge si prevede che nella Cerchia entrino 30-35 mila auto
 in meno
 30mila VIAGGIATORI IN PIÙ L'Agenzia per la Mobilità stima che saranno circa 30mila i nuovi pendolari da
 gennaio
 90" L'ATTESA DEL METRÒ Sulla linea 1 Atm sta testando il sistema per avere da settembre un treno ogni
 90 secondi
 94 GLI SFORAMENTI Dall'inizio dell'anno (centralina Verziere) 94 giorni di sforamento del Pm10: mai così
 dal 2008

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03/11/2011                                 La Repubblica - Firenze                                              Pag. 1
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 Il sondaggio
 Ataf resti pubblica? Sì, no, abbastanza

 ATAF e la «wiki privatizzazione». La spa dei bus pubblica online una consultazione aperta al voto degli
 internauti: «Ataf deve rimanere pubblica?». Risposte possibili: sì, no, non so e - udite udite - abbastanza.
 Abbastanza pubblica? EBBENE sì. Una domanda: «Ataf deve rimanere pubblica?». E quattro opzioni, tra cui
 anche «abbastanza». Il sondaggio, pubblicato nei giorni scorsi sul sito internet dell'azienda di trasporti
 fiorentina (www.ataf.net), è rimasto visibile online fino al tardo pomeriggio di ieri. Poi a un certo punto, intorno
 alle 17, è scomparso. Senza comunicazioni ufficiali né spiegazioni. Sta di fatto che il dibattito online si era già
 scatenato e alcune centinaia di utenti avevano anche votato: l'82% degli utenti si era detto favorevole all'Ataf
 in mano pubblica, il 9% si è pronunciato per la privatizzazione, il 2% si è rifugiato in un «non so».
  Qualcuno, il 5% degli utenti, non ha nemmeno disdegnato di cliccare sul curioso «abbastanza».
  Ma perché lanciare un esperimento di discussione pubblica su un tema importante come la privatizzazione
 dell'azienda del trasporto pubblico - la «wiki-privatizzazione» di Ataf l'aveva già battezzata qualcuno,
 scimmiottando il «Wiki Pd» di Renzi - e poi ritirarlo dopo pochi giorni? Nessuna pretesa di scientificità o di
 statistica, aveva solo precisato l'azienda interpellata ieri intorno alle 16. Dopo poche ore però, il giallo: il
 sondaggio era scomparso dal sito internet, sostituito da una consultazione sulla bontà del biglietto «daily
 family». A quanto pare il sondaggio sulla privatizzazione non era infatti piaciuto nemmeno al presidente Ataf
 Filippo Bonaccorsi.
  Mentre ancora sta finendo la sperimentazione del sistema di pagamento via sms (ma senza carta di credito)
 dei biglietti intanto Ataf lancia il nuovo concorsoa premi riservato ai possessori di titolo di viaggio elettronico e
 mette in palio iPad, iPhone, telefoni cellularie un McBook Air come superpremio finale: 4 estrazioni
 settimanali dal 12 novembre al 3 dicembre. Per partecipare al concorso è necessario essere in possesso di
 una carta Agile da 10, 20 o 30 euro in corso di validità acquistata nel corso del 2011 e registrarsi nell'apposita
 sezione del sito www.ataf.net.
  Parte anche la collaborazione fra Ataf e Segway, la società dell'omonimo "monopattino elettrico" per i turisti
 attiva anche a Firenze: chi noleggia Segway per un'ora nelle sedi ufficiali di via Guelfa e piazza Pitti riceverà
 incluso nel prezzo di 15 euro un biglietto giornaliero valido 24 ore per muoversi sulla rete Ataf e Linea e un
 buono valido per il ritiro di un panino BigMac presso il McDonald's di via Cavour, partner dell'operazione.
 (e.f.)
 Foto: RESTI PUBBLICA Nel sondaggio vincono i sì

CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 03/11/2011                                                                               9
03/11/2011                                  Il Gazzettino - Padova                                             Pag. 7
                                            (diffusione:86966, tiratura:114104)

                                                                                                                        La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Giovedì 3 Novembre 2011,
 Il Comune vende azioni e compra bus

 Di fatto un partita di giro. Un serie di vendite tra società praticamente di proprietà comunale per ottenere
 liquidità da investire per l'acquisto di mezzi pubblici. È questo il succo dell'operazione varata ieri dalla giunta.
 Un'operazione che è stata illustrata dall'assessore alla Mobilità Ivo Rossi. «Molto semplicemente - spiega il
 vice sindaco - abbiamo approvato la cessione del 49% della proprietà di Aps parcheggi ad Aps Finanziaria. In
 questo modo, l'azienda dovrebbe incassare circa 10 milioni euro che verranno utilizzati per l'acquisto di una
 quarantina di autobus». In pratica Aps parcheggi, un ramo d'azienda della holding guidata da Amedeo
 Levorato (al 99% di proprietà comunale), vende parte delle sue quote ad Aps finanziaria (il Comune ne
 possiede il 96,3%), la cassaforte di pallazzo Moroni dove sono conservati i titoli (in passato anche quelli di
 Lehman Brothers) acquistati grazie alla fusionenel 2003 tra Aps e Acegas. Insomma un passaggio di risorse
 da una società comunale e l'altra. Un passaggio che permetterà però di ringiovanire, e di parecchio, la flotta
 di autobus di Aps holding. «Contiamo di andare in gara entro il 2012» dice ancora Rossi. L'assessore però
 non specifica se i nuovi mezzi, come richiesto un mese fa dall'assessore all'Ambiente Alessandro Zan e da
 Legambiente, verranno alimentati a metano oppure no. Sempre ieri in giunta è stata prorogata la
 convenzione tra il comune e Aps parcheggi sulla concessione delle aree pubbliche da destinare alla sosta.
 Concessione che dal 2019 viene spostata al 2025. Uno spostamento che potrebbe non essere slegato dal
 nuovo centro congressi. Il Comune infatti dovrebbe impegnarsi per la realizzazione dell'opera con un mutuo
 di circa 10 milioni che verrebbe sostenuto dagli introiti derivanti dal parcheggio a nord della fiera gestito da
 Aps. Il mutuo dovrebbe essere come minimo decennale, quindi assicurare la concessione per altri 14 anni
 potrebbe fornire maggiori garanzie alla banche. Sempre sul fronte delle concessioni, c'è da ricordare che
 l'anno scorso il comune ha rincarato i canoni alla holding. Un rincaro che ha pesato, e non poco, sul bilancio
 della società guidata da Amedeo Levorato. Aps a breve dovrà anche fare i conti con l'apertura dei cantieri per
 il nuovo autosilo di piazza Rabin. Cantieri che, di fatto, dimezzeranno per un paio d'anni i posti auto a raso
 gestiti dalla società.

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03/11/2011                                    La Stampa - Torino                                               Pag. 65
                                           (diffusione:309253, tiratura:418328)

                                                                                                                         La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Domeniche a piedi bocciate dall'Arpa "Sono inefficaci"

 Risultati minimi L'analisi di Arpa Piemonte ha confermato che lo stop domenicale dei motori non è
 significativo per abbattere gli inquinanti ma ha un valore essenzialmente pedagogico. Un epitaffio lungo
 quaranta pagine, scandite da dati e mappe: l'anticamera del pensionamento delle domeniche senz'auto, che
 a quanto pare stanno all'inquinamento come un'aspirina sta all'infarto, ultimo dei vecchi provvedimenti anti-
 smog ad essere accompagnato alla porta senza grandi rimpianti da parte di Regione, Palazzo civico, e con
 qualche tentennamento dalla Provincia (favorevole a mantenerle di tanto in tanto come strumento di
 sensibilizzazione ambientale). Lo stesso destino condiviso anni fa dalle targhe alterne. Lo studio, realizzato
 da Arpa Piemonte, è stato commissionato a maggio dalla Regione. Ieri gli ultimi ritocchi, poco prima che
 l'assessore all'Ambiente Roberto Ravello lo squadernasse davanti a Enzo Lavolta e Roberto Ronco - i
 colleghi in Comune e Provincia durante il tavolo sulla qualità dell'aria convocato in via Principe Amedeo:
 l'occasione per fare il punto sui principali inquinanti, dal Pm10 al biossido di azoto (NO2), e sulle misure di
 contrasto in vista della stagione più critica. Pensare che i tecnici dell'Arpa hanno misurato il potenziale delle
 «eco-domeniche» sulla base delle peggiori condizioni possibili, e quindi delle migliori prestazioni possibili.
 L'anno scelto per definire lo scenario di base è il 2005, caratterizzato da emissioni legate al trasporto su
 strada (Pm10 e NO2) decisamente più elevate rispetto al 2011: non a caso, il 2005 è indicato come l'arco
 temporale di riferimento dalla vigente normativa comunitaria e nazionale. «Gli effetti di un simile
 provvedimento (ndr: le domeniche senza motori nei centri urbani) - premettono i tecnici - sarebbero di minore
 entità se riferiti all'attuale parco auto circolante». Non solo. La simulazione prevede l'applicazione draconiana
 dello stop domenicale più di quanto sia mai stato fatto: estensione a tutti i capoluoghi di provincia e all'area
 metropolitana (un milione 753 mila abitanti, pari al 40% della popolazione piemontese) ; stop per tutte le 24
 ore delle cinque domeniche di gennaio 2005; divieto esteso a tutti i veicoli, eccetto quelli ecologici (elettrici e
 alimentati a Gpl o metano); azzerate le deroghe, compreso il trasporto pubblico su mezzi non ecologici.
 Insomma: il più esaustivo degli scenari possibili, valutato replicando le dispersioni in atmosfera e il quadro
 meteorologico. Allo stesso modo, sono state considerate variabili non direttamente correlabili alla
 popolazione residente: parchi-auto comunali, percorrenze veicolari, ciclo di guida, transiti giornalieri. Persino
 il grado di usura delle strade. Il risultato? Un pannicello caldo. «Le analisi di scenario dimostrano che non si
 osservano riduzioni rilevanti delle concentrazioni medie mensili di PM10 e NO2 - conclude il rapporto -: i
 valori di riduzione per il particolato risultano di poco superiori ai 3 milligranni per metro cubo a fronte di valori
 osservati a Torino nello stesso periodo superiori agli 80 mg/m3; allo stesso modo, le concentrazioni di NO2 si
 riducono al massimo di 2 mg/m3 a fronte di valori registrati superiori ai 75mg/m3». Passando ai superamenti
 della media giornaliera di Pm10, «il provvedimento determina in una sola delle 5 domeniche del mese (2
 gennaio 2005), e limitatamente ad alcuni comuni metropolitani, il mancato superamento del valore limite,
 mentre sul resto del Piemonte e a Torino non si ha alcuna riduzione». Non ultimo, «si evidenzia che gli effetti
 di riduzione potrebbero essere ancor meno evidenti se rapportati alla situazione emissiva attuale,
 caratterizzata da un parco auto meno inquinante». Le domeniche a piedi saranno anche pedagogiche, ma le
 risposte allo smog viaggiano su altri livelli. 19 Comuni monitorati Lo studio di Arpa ha simulato l'effetto delle
 domeniche a piedi, anno 2005, nei Comuni densamente abitati

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03/11/2011                                          Il Sole 24 Ore                                               Pag. 10
                                            (diffusione:334076, tiratura:405061)

                                                                                                                            La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Manovra e rischio Italia SERVIZI LOCALI E BUROCRAZIA
 Stop alle concessioni facili nei servizi pubblici locali
 Competizione tra più operatori ovunque possibile

 ROMA
   Stop a concessioni e monopoli facili. Comuni e province saranno obbligati a verificare sempre, prima di
 affidare un servizio pubblico locale «in esclusiva», che le condizioni di mercato non rendano possibile «una
 gestione concorrenziale» del servizio, con la compresenza di più operatori. Se non avranno svolto la verifica
 e non avranno adottato una delibera che motivi la scelta, gli enti locali non potranno procedere all'affidamento
 in concessione del servizio.
  La norma sulle liberalizzazioni locali è una delle più solide e stabili tra quelle presentate ieri al Consiglio dei
 ministri. Si tratta di capire se, come sembra, entrerà nel maxiemendamento alla legge di stabilità. Il "nemico"
 numero uno della concorrenza non è più solo l'in house (l'affidamento a società pubbliche controllate senza
 alcuna gara) ma diventa la concessione stessa, quindi il monopolio, l'esercizio di un servizio «in esclusiva». È
 un tentativo di dare un altolà al sistema dilagante delle concessioni cui gli enti locali fanno ricorso oggi quasi
 in automatico, senza esperire tutte le possibilità di aprire spiragli di concorrenza.
  La nuova riforma dei servizi locali - è la quarta in due anni più il referendum popolare - è stata proposta ieri
 ancora dal ministro delle regioni, Raffaele Fitto: prevede anche per i gestori di tutti i servizi pubblici locali
 l'obbligo di rendere pubblici i dati relativi al livello di qualità del servizio, al prezzo medio praticato per utente e
 al livello degli investimenti effettuati. L'obiettivo esplicitato nella relazione è consentire a tutti di «effettuare
 valutazioni comparative delle diverse gestioni». Anche questa è una norma indiretta di competizione, a
 distanza, oltre che di trasparenza.
   L'articolo proposto da Fitto aggiusta anche alcune norme inserite nella manovra di Ferragosto
 compatibilmente con l'esito referendario. Era necessario, per esempio, chiarire alcuni aspetti del regime
 transitorio. La nuova lettera f) chiarisce, per esempio, che «la privatizzazione delle società a partecipazione
 pubblica quotate in borsa incide anche in presenza di patti parasociali». Al tempo stesso la norma fa rientrare
 in gioco le società miste pubblico-privato, chiarendo che sono escluse dai divieti di partecipazione alle gare
 per l'affidamento dei servizi.
   Ci sono poi norme specifiche per il settore del trasporto pubblico locale. In particolare viene imposto un
 vincolo alle risorse che devono garantire le «compensazioni economiche relative agli obblighi di servizio
 pubblico»: queste somme andranno parametrare da subito ai «costi standard, in coerenza con i principi
 introdotti dal cosiddetto "federalismo fiscale"». È prevista anche una commissione paritetica Governo-Regioni
 che viene istituita presso la Conferenza Stato-Regioni e dovrà valutare «la corretta quantificazione degli
 obblighi di servizio pubblico»: un discorso che può sembrare astratto ma che in sostanza significa quanti
 servizi di autobus e treni potranno essere garantiti sulle retio urbane e regionali con le risorse disponibili.
  G. Sa.
  © RIPRODUZIONE RISERVATA
 SERVIZI LOCALI
 Liberalizzazioni. La norma prevede un rafforzamento della concorrenza non solo per quanto riguarda
 l'affidamento in house, ma anche per l'esercizio di un servizio« in esclusiva»
 GESTIONE TRASPARENTE
  Previsto l'obbligo per i gestori di rendere pubblici i dati del livello di qualità del servizio, del prezzo medio per
 utente e degli investimenti effettuati
 COSTI STANDARD
  Per il trasporto pubblico locale le risorse andranno parametrate ai costi standard
 Foto: Servizi locali. I mezzi ecologici in servizio sulle linee di trasporto pubblico di Milano gestite dall'Atm

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03/11/2011                                  Giornale dell'Umbria                                              Pag. 32

                                                                                                                        La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Rometti a Torino per il convegno sulla mobilità urbana. Umbria Tpl , sciopero rinviato. Sindacati: liquidità a
 rischio
 Trasporto pubblico locale, si tratta sui trasferimenti

 PERUGIA - Giorni importanti per il trasporto locale umbro. Iniziamo dalla questione risorse. Oggi è previsto
 un incontro a Roma tra il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani, con il ministro Raffaele
 Fitto sulla vicenda dei tagli ai trasferimenti delle risorse per il trasporto pubblico. Nelle stesse ore l'assessore
 regionale Silvano Rometti, parteciperà al Lingotto di Torino, alla tavola rotonda, promossa dall'Anci, sul tema
 "La mobilità urbana nel contesto europeo: strategie di azione ed opportunità di finanziamento". Con lui anche
 il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali (l'esperienza del Minimetrò) e quello di Spoleto, Daniele Benedetti (le
 scale mobili). L'evento, che vede la presenza di politici, amministratori ed esperti che illustreranno le principali
 migliori pratiche italiane, ha l'obiettivo di tracciare le linee guida sulle strategie di gestione degli spostamenti
 urbani così da determinare azioni coerenti ed innovative finalizzate ad attrarre finanziamenti della
 Commissione Europea. Sciopero, rinvio e polemiche. I sindacati dell'Umbria Mobilità hanno deciso di rinviare
 al 18 novembre lo sciopero inizialmente previsto per domani. Una mossa che arriva all'indomani dell'ultimo
 faccia a faccia, con esito negativo, tra le sigle e l'azienda sull'omogenizzazione dei contratti dei 1.350
 lavoratori. Il rinvio, comunque, è stato anche l'occasione per rilanciare le questioni aperte e criticare alcune
 scelte. "L'azienda ha richiamato le organizzazioni sindacali al senso di responsabilità rispetto alla situazione
 devastante generata dai tagli, nonché alla possibile crisi di liquidità legata ad alcune problematiche ereditate
 dalle ex aziende, ma poi continua ad attuare una politica gestionale dissennata garantendo contratti di
 collaborazione e consulenza, lautamente retribuiti a personale esterno e interno all'azienda - scrivono i
 sindacati -. Chiediamo che vengano resi pubblici i costi del consiglio di amministrazione, dei dirigenti e di tutti
 i contratti di consulenze e/o collaborazioni in essere".

CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 03/11/2011                                                                         13
03/11/2011                                 Il Mattino - Ed. nazionale                                            Pag. 41
                                            (diffusione:79573, tiratura:108314)

                                                                                                                            La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 I trasporti , la vertenza
 Niente stipendi, si bloccano Circum e Sepsa

 Un assaggio è stato servito ieri sera verso le 18.30, ora di punta. Treni della Cumana fermi in stazione. Per
 mancanza dei requisiti di sicurezza, è la spiegazione ufficiale. È invece uno sciopero bianco che esploderà
 oggi e coinvolgerà, oltre alla Sepsa, anche i mezzi della Circumvesuviana. E sarà il caos. Dietro uno stato di
 agitazione proclamato ieri mattina perché non vi è ancora traccia degli stipendi del mese di ottobre. O,
 meglio, i circa 2300 lavoratori delle due società di trasporto non l'hanno ancora percepito perché le banche,
 capofila la Bnl, hanno deciso di trattenerlo. Possibile? Sì se gli istituti di credito vantano crediti per diversi
 milioni nei confronti delle società di trasporto. E correndo il rischio, per default, di perderli hanno congelato i
 12,5 milioni regolarmente erogati dalla Regione in base al contratto di servizio. Tutto noto dalla scorsa
 settimana. In questi giorni trattative e incontri sino all'ultimo di ieri: da un lato i rappresentanti degli istituti di
 credito, dall'altro Nello Polese l'amministratore dell'Eav, la holding che ingloba Sepsa e Circum. Nessun
 accordo, tutto congelato. Se ne riparla domani, come chiesto dagli istituti di credito: vogliono incontrare
 l'assessore Vetrella per avere la sicurezza di vedersi pagati i crediti maturati sinora. Pretendono un piano
 certo di rientro, altrimenti non tireranno fuori un soldo per gli stipendi. Fisiologica a questo punto la mossa di
 Cgil, Cisl, Uil e Ugl: impossibile a norma di legge proclamare lo sciopero, è stato dichiarato lo stato
 d'agitazione chiedendo a tutto il personale «di mettere in atto - scrivono le segreterie regionali - ogni iniziativa
 di non collaborazione». Tradotto, vuol dire blocco dei straordinari e osservanza alla lettera dei requisiti minimi
 di sicurezza per i mezzi in uscita: potrebbero rimanere fermi così anche il 50-60 per cento dei treni. Blocco,
 caos e rabbia degli utenti. Come accaduto ieri sera per la Cumana dove è dovuta intervenire la polizia per
 tentare di riportare la calma nella stazione di Montesanto. D'altronde i segretari l'hanno messo nero su bianco
 in una lettera al prefetto di Napoli: «Lo stato di tensione dei lavoratori potrebbe sfociare in azioni spontanee di
 protesta con eventuali ricadute sulla regolarità dei servizi ferroviari». E oggi pomeriggio è previsto un presidio
 presso la sede della giunta regionale. Per le segreterie regionali trasporti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl «sono della
 giunta regionale le gravi responsabilità di quanto sta accadendo». «La Regione - attacca Mario Salsano,
 segretario Filt-Cgil - sapeva di questo congelamento da parte delle banche da giorni ma non ha fatto nulla per
 risolvere la situazione e i lavoratori sono esasperati». Per Antonio Amato, consigliere regionale Pd, «nel
 settore dei trasporti si rischia un nuovo caos». Da qui l'appello: «La Regione intervenga con le banche». «Le
 banche richiedono precise garanzie per il rientro dei crediti vantati nei confronti del gruppo Eav. In assenza di
 tali garanzie non sbloccano i fondi necessari al pagamento degli stipendi. È una situazione kafkiana che
 continua a trascinarsi da tempo e sulla quale non sono più procrastinabili atti concreti. Bisogna intervenire
 con le banche trovando gli strumenti più adatti a fornire le garanzie necessarie, sì da permettere il pagamento
 degli stipendi e, quindi, la normale erogazione del servizio pubblico. L'inerzia della giunta Caldoro rispetto a
 questa tematica e il disinteresse verso i legittimi diritti dei lavoratori - conclude Amato - rischiano di mettere in
 ginocchio l'intero sistema dei trasporti campano causando disservizi che pagheranno i cittadini». ad.pa. ©
 RIPRODUZIONE RISERVATA

CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 03/11/2011                                                                             14
03/11/2011                               La Sicilia - Caltanissetta                                          Pag. 34
                                           (diffusione:64550, tiratura:80914)

                                                                                                                       La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 «I "tagli" di Trenitalia gravi ripercussioni»
 le piccole imprese

 "La Sicilia ha bisogno di ammodernare le linee esistenti e aumentare e non diminuire i collegamenti ferroviari,
 altrimenti le ripercussioni saranno gravi per il turismo e tutto il sistema economico": a dichiararlo il presidente
 nazionale della federazione autonoma piccole Imprese, Gino Sciotto, che boccia i paventati tagli previsti da
 Trenitalia, pronto a cancellare i treni nazionali a lunga percorrenza dal prossimo 12 dicembre. "Il rischio è
 quello di una ulteriore emarginazione per l'Isola - continua Sciotto - è inaccettabile che ancora si continuino a
 ridurre i servizi per gli utenti. Fapi chiede di non tagliare alcun collegamento ferroviario nella nostra Regione,
 già carente con la necessità di spostare parte del trasporto su gomma a quello ferroviario". Secondo il
 presidente della Fapi, forti ripercussioni vi saranno anche per il turismo: "In questo modo si scoraggiano i
 visitatori - ritiene Sciotto - è indispensabile mobilitarsi da subito per far fronte a questa emergenza.
 Rivolgiamo l'appello a tutte le forze politiche, economiche, istituzionali del territorio. La Sicilia è destinata a
 scomparire dalla carta ferroviaria d' Italia e questo non è accettabile. I tagli comporteranno gravissimi disagi
 all'utenza oltre alla mortificazione di una regione già difficilmente raggiungibile". 03/11/2011

CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 03/11/2011                                                                        15
03/11/2011                      QN - Il Resto del Carlino - Ravenna                                    Pag. 13
                                        (diffusione:165207, tiratura:206221)

                                                                                                                 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 DISAGI ATM GARANTISCE ALCUNE CORSE
 Lunedì sciopero del trasporto pubblico Bus e traghetto andranno a
 singhiozzo

 LUNEDÌ prossimo il coordinamento regionale Usb lavoro privato aderisce allo sciopero di 24 ore del trasporto
 pubblico. Atm Ravenna assicura , sia per il trasporto su gomma che per il traghetto sul canale Candiano fra
 Porto Corsini e Marina di Ravenna, tutte le corse nelle fasce orarie 5.30-8.30 e 12-15. Lo sciopero interessa
 anche il personale degli uffici. La biglietteria 'Punto Bus' sarà normalmente aperta dalle 6.30 alle 19.30.

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03/11/2011                           Il Fatto Quotidiano - Ed. nazionale                                           Pag. 9
                                                     (tiratura:100000)

                                                                                                                            La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Trasporto locale fermo al capolinea
 LE MANOVRE HANNO TAGLIATO I FINANZIAMENTI PER BUS E METRÒ E I FONDI AGLI ENTI Stipendi a
 rischio, i lavoratori protestano Il 7 novembre sciopero generale
 Salvatore Cannavò

 La prima avvisaglia si era avuta sabato 29 ottobre quando i lavoratori del trasporto pubblico napoletano
 dipendenti dell'Amn, hanno bloccato l'uscita delle vetture dai depositi. Una protesta dovuta al ritardo nel
 pagamento degli stipendi. La vicenda sembrerebbe chiamare in causa l'amministrazione napoletana di Luigi
 De Magistris, ma invece è il frutto delle scelte del governo in tema di trasporto pubblico locale che hanno
 gettato nel panico decine e decine di aziende locali, anche in territori gestiti dal centrodestra. All'interno della
 Amn partenopea la reazione dei lavoratori non se l'aspettavano "an che perché qui cerchiamo di fare le cose
 in ordine". Però anche l'azienda pubblica comprende il disagio dei dipendenti e i suoi dirigenti allargano le
 braccia di fronte alla situazione. L'Usb ha indetto per oggi una manifestazione a Roma davanti alla sede
 dell'A s s t ra , l'associazione che federa le aziende pubbliche di trasporto su gomma e su ferro. Il sindacato di
 base protesta contro "i tagli del governo, le privatizzazioni ma anche per la difesa della volontà popolare
 espressa con il referendum del 12 e 13 giugno". Il governo, infatti, sta cercando di aggirare quella
 consultazione incentivando le liberalizzazioni. Il 7 novembre ci sarà poi uno sciopero generale del Trasporto
 pubblico locale, settore in cui sono impiegati circa 150 mila lavoratori. LA SITUAZIONE è in effetti esplosiva.
 Il problema di fondo è la riduzione drastica dei trasferimenti dello Stato alle Regioni con tagli di circa il 75 per
 cento degli stanziamenti per il Trasporto pubblico locale. Con l'ultima manovra, la situazione è peggiorata
 ulteriormente per via dei tagli agli Enti locali: 3,6 alle Regioni, 1,5 alle Province e 3,7 miliardi ai Comuni. Ecco
 perché tra le dichiarazioni più agguerrite si possono trovare anche quelle di Roberto Formigoni: "Il contesto è
 critico", ha detto qualche giorno fa puntando il dito soprattutto contro i tagli al trasporto su ferro. Chi le
 aziende le conosce da dentro smentisce che si possa ovviare al problema con l'au mento delle tariffe.
 Questo, infatti, "avrebbe un'immedia ta ricaduta sulla domanda del servizio con ovvie ripercussioni su traffico
 privato e livelli di inquinamento". Ma nemmeno la privatizzazione è risolutiva. Il governo, nell'intento di
 aggirare l'esito del referendum del 12 e 13 giugno, ha deciso nella manovra di agosto di incentivare la
 liberalizzazione dei servizi pubblici locali premiando gli enti locali in grado di effettuare dismissioni. Si tratta di
 somme prelevate dal Fondo Infrastrutture con un limite massimo di 250 milioni per il 2012 e altrettanti per il
 2013. Al di là, però, della esistenza o meno dei fondi, il problema è che in questo settore i privati non vogliono
 entrare e se ci entrano scappano via di corsa. E' quanto sta accadendo all'Amt di Genova il cui sito
 istituzionale incensa l'ingresso dell'azionista privato francese Transdev il quale, però, sta cercando di
 liquidare la propria quota per via delle pesanti perdite. L'ASSTRA non si sbottona sulla situazione anche se lo
 scorso settembre ha emesso un comunicato di sostegno alla protesta delle Regioni. "L'intero comparto dei
 servizi di trasporto pubblico locale è a rischio di estinzione parziale" scriveva l'Associazione: "Siamo con il
 fiato sospeso". Il sindacato di base, però, chiama in causa anche L'As stra per scelte aziendali basate
 sull'aumento dei carichi di lavoro, gli straordinari obbligatori, i tagli ai contratti di secondo livello fino a episodi
 come le "assunzioni facili" avve nute all'Atac di Roma su cui è improvvisamente calato il silenzio.

CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 03/11/2011                                                                             17
03/11/2011                            La Repubblica - Ed. nazionale                                            Pag. 23
                                           (diffusione:556325, tiratura:710716)

                                                                                                                         La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
 Vagone-letto addio in pensione i treni che viaggiano di notte
 Da dicembre si dimezzano le carrozze. "Così isolano il Sud" La colpa, secondo le Fs, è della concorrenza
 spietata dei viaggi aerei low cost
 LUCIO CILLIS

 ROMA - La valigia legata con lo spago, gli emigranti che dal Meridione arrivano a Milano o Torino, dopo 24
 ore di viaggio, dall'11 dicembre saranno solo un ricordo, una foto sbiadita nella storia d'Italia. Figli e nipoti di
 quegli emigranti che dalla fine degli anni Cinquanta in poi hanno riempito le Frecce, i treni della speranza
 lasciandosi il proprio mondo alle spalle, dovranno attrezzarsi diversamente e servirsi magari di un aereo,
 dell'autoo abituarsia unoo più cambi di convoglio.
 Trenitalia, tra poco più di un mese, metterà la parola fine sui servizi con cuccette che dalla Sicilia e Calabria
 attraversavano la spina dorsale del Paese fino a lambire le più ricche metropoli del Nord Italia.
  Palermo e Siracusa perderanno gran parte dei loro collegamenti diretti col Settentrione mentre l'isola non
 avrà più collegamenti con cuccette per Milano, Torino, Venezia. I viaggiatori di Piemonte, Lombardia,
 Calabria e Sicilia potranno soltanto raggiungere Roma e da lì proseguire con un altro treno, magari più veloce
 e più caro come i Frecciarossa, verso la destinazione.
  Sotto la scure del nuovo orario invernale cadranno anche dei collegamenti blasonati: non sarà più possibile
 partire di notte, magari con auto al seguito, per andare sulla neve e arrivare a Calalzo e San Candido. Addio
 anche al Bolzano-Roma notturno e al Palatino, il Roma-Parigi notte, che per motivi tecnici (dei lavori urgenti
 sulla linea francese) riprenderà il servizio tra le due Capitali soltantoa giugno 2012, con la nuova livrea di Tvt,
 la joint venture fra Trenitalia e i francesi di Veolia. Una società mista che permetterà ai treni italiani di mettere
 un piede in Francia in contemporanea con l'avvio del servizio di Ntv (partecipata dai transalpini di Sncf) a
 metà dicembre.I tagli hanno già scatenato le ire di circa 700 dipendenti delle società di gestione del servizio
 notturno: in 430 rischiano di perdere il posto e ieri, alcuni di loro, hanno inscenato una rumorosa protesta
 contro Moretti alla stazione Termini di Roma.
  La mossa di Trenitalia prende spunto dal progressivo calo dei passeggeri sui treni notturni. Un crollo del 25%
 medio in tre anni che avrebbe convinto il ministero dei Trasporti ad una riduzione secca dei trasferimenti
 concessi per questo servizio a Trenitalia. La società di trasporto per i prossimi mesi avrebbe a disposizione
 50 milioni di euro, contro i 105 del biennio 2009-2010. Si tratta di una «scelta obbligata», dicono le Ferrovie
 dello Stato, dovuta all'inarrestabile emorragia di utenti su queste tratte ormai obsolete. Le colpe, per le Fs,
 vanno addebitate alla concorrenza spietata dei voli low cost, al calo progressivo e naturale della richiesta di
 cuccette sui treni notte di mezza Europa. Alcuni dati ufficiosi parlano di circa 37 mila utenti l'anno per il
 Catania-Roma, uno dei collegamenti più gettonati tra Sicilia e continente. Di questi 37mila passeggeri, 20mila
 viaggiano seduti e 17mila scelgono la cuccetta, con medie giornaliere di circa 46 persone per convoglio con
 cuccette. Ma, sindacalisti e associazioni di pendolari non ci stanno e mettono sotto accusa la politica
 industriale e le scelte strategiche del numero uno di Ferrovie Mauro Moretti, tutte mirate ad imporre
 l'immagine di un'azienda privata piuttosto che quella di una compagnia ferroviaria che effettua un servizio
 pubblico. Secondo Luigi Simeone segretario generale Uiltrasporti, «Trenitalia non taglierà solo i collegamenti
 notte col Nord ma anche decine di altre tratte. Siamo di fronte all'abbandono del Meridione».E Giovanni
 Luciano, numero uno della Fit Cisl rincara la dose: «Quel che Moretti sta facendo al servizio notte è
 scandaloso: si perdono posti di lavoro in Italia mentre si fanno accordi e assunzioni all'estero.
   Per non parlare della chiusura dell'officina grandi motori delle Fs di Melfi. Che in queste ore, per una
 decisione unilaterale delle Ferrovie, chiuderà e costringerà i lavoratori ad andare a Foggia». PER SAPERNE
 DI PIÙ www.trenitalia.com www.repubblica.it
 Foto: LO SCOMPARTIMENTO Una famiglia si prepara a trascorrere la notte nella cuccetta del treno (foto
 Alinari, 1958)

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03/11/2011                                 Il Mattino - Benevento                                           Pag. 3
                                          (diffusione:79573, tiratura:108314)

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 Amts Peculato per dipendente ascoltati tre testi P...

 Amts Peculato per dipendente ascoltati tre testi Processo ieri mattina davanti al collegio per Pompeo Cella,
 già dipendente dell'Amts accusato di peculato, per irregolarità nella gestione dei biglietti dell'azienda dei
 trasporti urbani. Nell'udienza di ieri sono stati ascoltati come testi il direttore dell'Amts Franco Volpe, Luigi
 Ciarlo e il consulente informatico Martinelli. Imputato difeso da Piccialli e De Falco, parte civile De Longis.
 Prossima udienza il 21 febbraio. S. Giorgio La Molara Muore operaio al parco eolico Un operaio Emanuele
 Luciani 50 anni della provincia di Pescara che stava lavorando al Parco Eolico di San Giorgio la Molara è
 deceduto improvvisamente ieri pomeriggio. Secondo i primi accertamenti dei carabinieri si tratterebbe di una
 morte dovuta ad un infarto. La salma è stata trasportata presso al sala mortuaria del cimitero. Provincia
 Market solidale pubblicata la graduatoria È stata pubblicata all'Albo Pretorio della Provincia di Benevento la
 graduatoria per l'accesso al «Market solidale" di via Cassella. L'apposita commissione ha esaminato le 626
 istanze presentate, rilevando che 536 richiedenti sono in possesso dei requisiti previsti; 73 non lo sono,
 mentre 17 istanze sono pervenute fuori termini. Servizi Turni delle farmacie oggi in città Il servizio
 pomeridiano e festivo è assicurato dalla farmacia Pascucci in via Porta Rufina. In servizio notturno la
 farmacia Pacevecchia al rione Pacevecchia.

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03/11/2011                         QN - Il Resto del Carlino - Pesaro                                        Pag. 16
                                          (diffusione:165207, tiratura:206221)

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 FS FANO-URBINO
 Gambioli: «Svim, fallimento totale. Per salvare la ferrovia pronti al
 referendum»

 SECONDO Giuseppe Gambioli, segretario regionale del Pri delle Marche, la Svim spa è «un fallimento
 totale». E' la società che ha «sentenziato la morte della ferrovia Fano Urbino» con uno studio che «antepone
 al ripristino una serie di 'strozzature' (impedimenti fisici, ambientali e paesaggistici)», ma - sottolinea
 l'esponente repubblicano - «è la stessa Svim, ente al 100% della Regione Marche, che in questi giorni è a un
 passo dal baratro per l'enorme quantità di debiti che ha contratto. Si parla di 6 milioni d'euro da pagare entro
 il 2011, di regolarizzare i conti con 30 contrattisti che sono ricorsi al giudice del lavoro e di quantificare le
 perdite che si avranno dalle società satellite, tutte in liquidazione». «Il fatto che sia proprio questo ente -
 argomenta Gambioli - ad aver sostenuto l'impossibilità di ripristinare la ferrovia Fano Urbino, dopo la palese
 dimostrazione di aver accumulato una serie di inefficienze operative, fa aumentare ancora di più i dubbi che
 già avevo sulla bontà di questo progetto». Il Pri, «a differenza della Svim spa, è per il ripristino della ferrovia
 Fano-Urbino e chiede al governatore Spacca di rivedere la decisione presa a favore della pista ciclabile e
 soprattutto chiede una progettazione sul trasporto pubblico seria, come stanno facendo le regioni limitrofe. Le
 Marche non hanno una società ferroviaria regionale, mentre l'Abruzzo sta espandendo la sua politica di
 trasporto addirittura nelle Marche con l'apporto economico anche di privati». Per la Fano-Urbino, la Regione
 «non dovrebbe inventare nulla, basterebbe riprendere i lavori iniziati già prima dell'ultima guerra mondiale per
 una Pedemontana ferrata dall'Appennino marchigiano fino a Sant'Arcangelo di Romagna». Gambioli prevede
 un referendum popolare contro la chiusura della linea.

CLICKMOBILITY - Rassegna Stampa 03/11/2011                                                                        20
03/11/2011                                Il Gazzettino - Venezia                                          Pag. 9
                                          (diffusione:86966, tiratura:114104)

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 TRASPORTO PUBBLICO La Giunta proroga per l'ultima volta il contratto di servizio
 Actv, servizio confermato fino al 2013
 Via libera anche al vaporetto dell'arte. «Sarà a costo zero»

 (m.f.) Il Comune proroga il contratto di servizio ad Actv e ad Alilaguna fino al 2013, cogliendo l'occasione dal
 clima di incertezza normativa sul tema della governance delle società ex municipalizzate. Lo ha deciso ieri la
 Giunta, con un provvedimento che consentirà a Ca' Farsetti ma anche ad Actv di prendersi ancora un po' di
 tempo per studiare bene la riorganizzazione societaria e le condizioni per la messa in gara del servizio. La
 stessa misura è stata presa ieri dalla Giunta provinciale. Stanti le regole finora vigenti, la scadenza per
 mettere a gara i servizi di trasporto pubblico locale sarebbe il 31 marzo, data che renderebbe impossibile
 anche ai più volonterosi la sola predisposizione dei bandi. La scadenza del 2013 sarà con ogni probabilità
 quella definitiva, nel senso he per quell'anno la riorganizzazione societaria e il bando dovranno essere pronti.
 Come è noto da tempo, l'assessore alle Partecipate Antonio Paruzzolo ha pronto da qualche tempo il
 progetto che prevede la riorganizzazione societaria con Asm capogruppo e Actv e Pmv società operative.
 Sempre ieri l'assessore alla Mobilità Ugo Bergamo ha portato in giunta l'istituzione del "Vaporetto dell'arte"
 che unirà attraverso un circuito tra canal Grande e Bacino San Marco i musei civici, la Guggenheim, palazzo
 Grassi, punta della Dogana e la Biennale. I turisti troveranno un battello equipaggiato con guida e auricolari,
 con più comodità ad un prezzo, ovviamente, diverso. «Sarà a costo zero per l'azienda», ha osservato
 l'assessore. La giunta ha poi tato , su proposta di Bergamo, una delibera che blinda la quota di 1.50 euro di
 spettanza del Comune derivante dalla vendita di biglietti Actv. La modifica è avvenuta sulla base di una
 direttiva europea che consente una simile operazione, che negli ultimi mesi è stata molto criticata dalla
 Regione. © riproduzione riservata

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03/11/2011                                 La Stampa - Savona                                              Pag. 71
                                         (diffusione:309253, tiratura:418328)

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 Treni , nel 2012 pendolari a piedi

 «Treni, la rabbia dei pendolari liguri: il 2012 sarà l'anno della fine del trasporto pubblico?». Alla rabbia che
 cosa è seguito?. Non ho visto un allarme politico, non ho sentito nessuna proposta. Solo rassegnazione ai
 tagli del governo sul trasporto pubblico. Il 72 per cento in meno per i treni: parole di Vesco, assessore ai
 Trasporti della Regione Liguria. Sono girati un po' di numeri: nel 2012 viaggeranno solo 2 treni contro i 7 di
 oggi, 35 mila passeggeri invece di 105 mila passeggeri. Operazione semplice da fare: 70 mila a terra, ovvero
 in auto, Non sembra ipotizzabile che vadano in autobus, perchè anche lì tagli «vistosi» e quindi nessuna
 possibilità di trasporto pubblico in alternativa al treno. Che dicono quei politici «soloni» della teoria del
 trasporto pubblico? Silenzio assoluto. Sino ad ieri ad ipotizzare linee nuove. Oggi silenzio. Ma i pendolari nel
 2012 che faranno? I dati per ragionare un po' sono gelosamente chiusi nei casetti, quelli disponibili sono
 pochi. Il Pumt Savona 2010 sul trasporto ferroviario ha considerato solo una finestra oraria tra le 6,50 e le
 9.10, finestra durante la quale arrivano a Savona 1352 passeggeri e ne partono 1281, in totale tra arrivi e
 partenze si hanno 2633 persone. Se in Liguria ci fosse una uniforme utilizzazione del treno (viaggiatori-
 popolazione) i viaggiatori savonesi dovrebbero essere 21 mila, infatti la provincia di Savona ha 287.906
 abitanti mentre la Liguria 1.434.788. Quindi i dati del Pumt 2010 non danno una chiara fotografia del traffico
 pendolare che gravita su Savona, oppure i savonesi utilizzano poco il treno: il rapporto 1 a 10 rispetto alla
 media ligure è troppo elevato. Occorrerebbe un approfondimento. I pendolari per Torino sono molto
 probabilmente a periodo settimanale e quindi di certo non ricadono nella fascia tra le 6,50 e le 9,10. Dal Pumt
 non riusciamo neppure ad avere una valutazione dei passeggeri al giorno, ma solo in due ore. Quindi se il 70
 per cento dei pendolari andrà in treno, la proiezione possibile dal Pumt Sv 2010 ci indica solo che tra le 6,50
 e le 9,10 avremo 1843 auto in più. Se guardiamo i dati invece rapportati alla popolazione, unica alternativa,
 avremo invece un numero che potrebbe lievitare a ....? La città di Savona deve rimettere mano al Pumt 2010
 che non è stato approvato dal Consiglio comunale e che deve essere modificato: rivolgo quindi la richiesta di
 effettuare una chiara fotografia della mobilità savonese che non è stata fatta dal vecchio documento ne' per
 quanto riguarda i veicoli, ne' per quanto riguarda il traffico pendolare. Servono tutti gli spostamenti non solo
 all'interno della città, ma anche da tutto il territorio. Lettere ed e-mail vanno inviate a: LA STAMPA
 REDAZIONE DI SAVONA p.za Marconi, 3/6 - 17100 Savona Fax: 019 810.971, e.mail: savona@lastampa.it
 Preghiamo i lettori di essere sintetici. I testi privi di generalità, indirizzo e recapito telefonico non saranno
 pubblicati.

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